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IL PROBLEMA FERROVIARIO ( PARETO VILFREDO , 1911 )
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Parmi sempre che la migliore soluzione da esaminare sia quella della cooperativa . Sono ben lungi dall ' essere un fanatico della cooperazione e dal credere ad una magica virtù di quella parola . Neppure , e parmi averlo dimostrato in tutto quanto ho scritto , sono partigiano della teoria del prodotto integrale del lavoro ai lavoratori . Intendo esaminare il problema esclusivamente da un punto di vista pratico ed empirico . Se i ferrovieri si fossero limitati ad invocare principi astratti non farei motto , ma quando vedo gente competente e che ha le mani in pasta , porsi sul terreno pratico ed affermare che c ' è modo di migliorare le condizioni dei ferrovieri senza aggravio pel pubblico , parmi che tale asserzione sia almeno degna di studio . Sarebbe presunzione la mia se dicessi in modo assoluto , che essi hanno ragione . Tale giudizio od il giudizio opposto possono solo essere la conclusione di lunghi e severi studi di persone competenti , come sarebbero i membri di una commissione scelti fra le persone più o meglio intendenti delle cose ferroviarie e finanziarie . Molto più modesta è la mia tesi . Dico che la proposta dei ferrovieri è meritevole di esame e non deve essere respinta a priori . Non mi nascondo le forti e gravi obiezioni recate da persone che ben conoscono la materia quali sono i professori Einaudi , Pantaleoni , De Johannis , ma credo che se possono avere sede nella discussione per la risoluzione definitiva del problema , non siano tali da fare respingere senz ' altro questa discussione stessa . Si dice : se concedete che l ' esercizio privato sia il migliore , perché non lo proponete addirittura ? Perché un vero esercizio privato come quello delle ferrovie inglesi è impossibile nelle presenti condizioni , in Italia . Non ci sarebbe un Parlamento , per approvarlo , e forse neppure capitalisti per intraprenderlo . Possibile sarebbe solo un esercizio in apparenza privato , in realtà misto di esercizio di Stato e di esercizio privato , pessimo fra tutti gli ordinamenti che si possono escogitare per le ferrovie italiane , ed atto solo a procacciare lucrose speculazioni di borsa . Rimane dunque solo la scelta tra l ' esercizio di Stato e l ' esercizio della cooperativa . Riguardo a quest ' ultimo , si osserva e giustamente che mala prova hanno fatto molte cooperative di produzione , infelicissima poi quella della Mine aux mineurs in Francia ; e se similmente a tali cooperative dovesse essere ordinata la cooperativa ferroviaria , accetterei per buona , l ' obiezione a priori . Ma l ' ordinamento può essere diverso , facendo parte al capitale estraneo alla cooperazione e mirando non già a mettere in opera principi teorici , ma lasciandosi unicamente guidare da considerazioni pratiche . Per solo modo di esempio , pongasi che la cooperativa ferroviaria abbia : 1 ) un certo numero di obbligazioni 3 e mezzo per cento ( metto a caso questo numero solo per brevità di discorso ) ; 2 ) azioni privilegiate 4 e mezzo per cento ( anche questo numero è messo a caso ) ; 3 ) azioni ordinarie . Le azioni ordinarie sono distribuite gratis , o con pagamento minimo , ai ferrovieri , secondo certe norme da determinare . Il frutto di queste azioni varrà pei ferrovieri appunto l ' aumento di salario che essi chiedono e che è impossibile oramai di rifiutare loro . Sull ' utile dell ' azienda , si preleva : 1 ) la somma necessaria pel servizio delle obbligazioni ; 2 ) la somma necessaria pel servizio delle azioni privilegiate . Il rimanente va alle azioni ordinarie . Tale ordinamento , per quanto spetta alla divisione del capitale in obbligazioni , azioni privilegiate azioni ordinarie , non è teorico ; trovasi presso moltissime società inglesi e vi fa buona prova . Temesi , e non a torto , che assemblee di soli cooperatori possano talvolta essere trascinate ad approvare provvedimenti dannosi al capitale dell ' azienda . Tale pericolo è rimosso dall ' intervento degli azionisti privilegiati , che del capitale sapranno prendersi cura . Infine osservasi che vi possono essere crisi nelle quali la società di esercizio ferroviario guadagnerà pochissimo , e che sono compensate da anni in cui largo è il guadagno . Tale compenso ci deve essere , altrimenti l ' esercizio sarebbe disastroso e non potrebbe essere assunto da nessuna società , sia cooperativa sia anonima ; e se pure ci fossero finanzieri così imprudenti dallo assumerlo , la società loro fallirebbe , e saremmo da capo coll ' esercizio di Stato . Se si vuol fare sul serio , occorre concedere patti convenienti a chiunque assuma l ' esercizio ferroviario . Ma , dicesi , e dicesi ottimamente , per potere fare quel compenso tra gli anni magri e gli anni grassi , un capitale ci vuole . Sta bene , ed a ciò appunto si provvede col capitale delle azioni privilegiate . Non ho menomamente l ' intento di esaminare qui tutti i particolari di un simile ordinamento , dirò solo che il Governo può avere una certa ingerenza nell ' amministrazione , purché non sia d ' inciampo al li ero svolgersi dell ' esercizio ; qualche cosa di analogo si ha nell ' ingerenza del Governo nell ' amministrazione della Banca d ' Italia . È veramente strano che il nostro Governo , il quale colma di favori , a spese dei contribuenti , le mendicanti cooperative di braccianti ed altre simili , rifiuti di esaminare le proposte dell ' unica cooperativa che non mendica favori , ma chiede un giusto , e conveniente per tutti , contratto di esercizio . Sarebbe forse perché i politicanti traggono dalle prime un utile per la loro potenza politica , che da quest ' ultima non sperano ?