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Il signor X , viaggiatore negli Stati Uniti e poeta illustre al suo paese , si sveglia molto presto nel suo albergo a Central Park , a Nuova York , perché in America , contrariamente all ' Europa , le camere non hanno scuri né persiane bensì soltanto leggere veneziane di materia plastica che lasciano entrare la luce a torrenti . Il signor X cerca di riaddormentarsi , ma non ci riesce . Finalmente va alla finestra , tira su la veneziana e guarda dall ' alto del trentesimo piano alle verdi ondate primaverili di Central Park che sembrano infrangersi senza rumore contro la bianca scogliera dei grattacieli allineati sulla quinta Avenue . È mattina presto , il cielo , dietro le torri dei grattacieli , è ancor rosa , si pensa ad un ' aurora tra i picchi di alte montagne . " Magnifica città " , borbotta tra sé e sé il signor X , " ma perché non si dorme ? " Il signor X va nel bagno , si spoglia , si sottomette alla doccia . Santi numi : questa non è una doccia , ma un furioso getto di spilli . " Ecco la differenza tra l ' Europa e l ' America " , pensa il signor X , " in Europa la doccia è uno stillicidio che appena accarezza . In America è una frusta che percuote " . Contento del suo paragone , il signor X si veste lentamente così che un ' ora e più passa prima che il telefono squilli e la voce disumana di una telefonista ( sarà bella o brutta , bionda o bruna , vecchia o giovane ? Oppure sarà una piccola macchina con molte ruote dentate e la voce di donna ? ) l ' avverta che sono le otto e mezzo : sveglia . Il signor X si precipita fuori della stanza , corre agli ascensori e discende a pian terreno in una cabina blindata e comandata elettronicamente , piena di omaccioni sbarbati che ostentano sui petti delle camicie insolite , cravatte ornate di stelle , di soli , di punti interrogativi , di cani e di alberi . Il signor X acquista , al passaggio per l ' atrio , il giornale del mattino ( titolo su sei colonne : famiglia massacrata nel sonno ; il bambino fatto a pezzi e messo nella ghiacciaia ) e quindi scende sottoterra , al ristorante , per la colazione del mattino . Gli viene portato il solito pasto sostanzioso composto di succo d ' arancia , uova , lardo , salsicce , burro , marmellata e caffè ; il signor X porta alle labbra il bicchiere e quindi rimane a bocca aperta : su una pagina del giornale campeggia la sua fotografia scattata appena due giorni fa , all ' arrivo del piroscafo . " Sono dunque davvero a Nuova York " , pensa il signor X , non senza compiacimento . Sì , è a Nuova York ; e Nuova York , di lì a qualche minuto , lo chiama , anzi lo esige per la voce di un cameriere che gira fra i tavoli gridando il suo nome . Il signor X pianta in asso la colazione e si precipita fuori dell ' albergo . Un giovanotto dall ' aria sportiva si presenta , gli stringe la mano , lo fa salire in una macchina . Vengono attraversate alcune Avenue e un numero non precisato di strade , la macchina si ferma sotto uno dei tanti grattacieli , sulla porta si veggono le sigle dorate di una società di televisione . Ascensore , corridoi , porte e porte , ecco il solito ufficio americano , con i bidoni d ' acqua da bere , le scrivanie di metallo , le tante segretarie tutte graziose e tutte simili l ' una all ' altra . Il signor X è introdotto direttamente nel teatro di posa della televisione , le macchine sono pronte , gli operatori in maniche di camicia chiacchierano aspettando il momento dell ' azione . Il signor X viene fatto sedere in un angolino borghesemente arredato con un divanetto , un tavolino e un vaso di fiori sul tavolino . Un ometto anzianotto , dalla faccia smaltata di cerone , si presenta sorridendo al signor X e gli siede accanto sul divano . Ha in mano alcuni fogli sui quali sono già scritte le domande che rivolgerà al signor X . Silenzio . I riflettori convergono sull ' ometto dal cerone . Costui adesso ha un piatto davanti a sé , sul tavolino , e sul piatto c ' è un pezzo di formaggio . L ' ometto taglia una fetta di formaggio , la prende tra due dita , la morde , mastica ghiottamente e quindi con voce sonora : " Signore e signori , questo è il formaggio per voi , il formaggio Smith , il solo formaggio senza calorie , ricordatevi : formaggio Smith . " La macchina da presa si abbassa sul piatto inquadrando il formaggio , quindi si rialza e il formaggio viene sostituito con un bicchiere e un fiasco di vino . L ' ometto dal cerone si versa un bicchiere di vino , lo sorseggia e quindi esclama : " Ora un buon bicchiere di vino . Ma vino Jones , ricordate : vino Jones . " L ' ometto fa piroettare il fiasco sotto i riflettori ; finalmente si sdraia voluttuosamente sul divano , accende un lungo sigaro biondo : " E questo sigaro è un ottimo , eccellente sigaro Paloma . Ricordate : sigaro Paloma . " Quindi senza alcuna transizione : " Ora passando ad altro argomento , vi presento il signor X , poeta celebre , arrivato fresco fresco dall ' Europa avant ' ieri . Come state signor X ? " Il signor X , sbalordito da tanto rapido passaggio dal formaggio , dal vino e dal sigaro alla sua poesia , riesce tuttavia a balbettare in cattivo inglese che sta bene . L ' ometto gli sorride benevolmente ; dietro i riflettori anche i macchinisti sorridono , ma il signor X ha l ' impressione che questi ultimi sorridano con qualche malignità . Comunque la trasmissione è presto fatta : sei minuti in tutto . Il signor X ha appena il tempo di accennare alla probabile parentela della sua poesia con quella di Eliot , alla stima in cui tiene poeti come Auden e Dylan Thomas , che i riflettori già si allontanano e l ' ometto con un gesto della mano gli taglia la parola in bocca . Il signor X si ritrova di nuovo nella strada , anche questa volta , però , c ' è un giovanotto zelante che si presenta , lo fa salire in macchina e lo trasporta ad altro grattacielo , in altra strada . Il signor X , dopo il solito ascensore e i soliti corridoi , è introdotto in una grande sala piena di seggiole , del tutto vuota . In terra c ' è uno scatolone irto di fili , davanti al signor X c ' è un microfono . Il signor X , adesso , deve recitare meglio che può alcune sue poesie affinché siano registrate su un disco che poi verrà messo in vendita in tutti gli Stati Uniti . Il signor X recita dunque quelle sue poesie che compose in vari anni , nella pace malinconica di una lontana città d ' Europa . Le recita mettendoci tutto il sentimento che può , più un altro sentimento affatto nuovo per lui , quasi di sgomento : possibile che la poesia debba diventare un affare così meccanico , attraverso fotografie di giornali , schermi televisivi , radio e dischi di grammofono ? Finita la registrazione , il signor X si precipita fuori del grattacielo , acchiappa a volo un taxi e corre attraverso le affollate strade di Nuova York all ' ufficio del suo editore americano , in bassa città , come si dice , ossia " down town " . Ecco la quinta Avenue piena di passanti frettolosi che corrono nel sole già caldo , ecco le torri ferrigne del Rockefeller Center , ecco gli alberi verdi di Washington Square . Il signor X vuol vedere l ' editore che gli ha pubblicato un libro di saggi sulla poesia moderna : non gli dispiacerebbe sapere se il volume si è venduto . In cima a un grattacielo in stile assiro - babilonese , al decimo piano , il signor X sbattuto fuori dell ' ascensore , rotola da una segretaria all ' altra fino alla stanza dell ' editore , il quale lo accoglie a braccia aperte . Come sono cordiali gli Americani : dopo quattro minuti il signor X si sente chiamare per nome e si sente proporre di chiamare a sua volta per nome l ' editore , James , soltanto James , anzi Jim . La visita del resto è breve perché l ' editore è molto indaffarato e interrompe spesso la conversazione sia per rispondere ad una delle sue numerose segretarie , sia per parlare in una macchinetta di ebanite che sta sullo scrittoio , sia per discorrere a lungo ad uno dei suoi due o tre telefoni . Il signor X apprende nel frattempo che il libro si vende bene ; e che quello stesso giorno egli dovrà lasciarsi intervistare da tre o quattro giornalisti , far colazione con due o tre critici , intervenire ad un cocktail che l ' editore offrirà in suo onore e finalmente partecipare ad una discussione pubblica in presenza di un centinaio di persone affiliate all ' associazione potente degli Amici della Poesia . Lasciato l ' editore , al signor X non resta dunque che correre al ristorante dove l ' aspettano i critici . È naturalmente un ristorante italiano e naturalmente il ristorante è quasi al buio , perché gli Americani amano mangiare al buio , come se si trattasse di una faccenda molto intima . Nel ristorante , al solito , c ' è grandissima folla e gli avventori aspettano pazientemente , con pazienza tutta americana , due per due , su per la scala , che un tavolo si liberi . Finalmente dopo un ' attesa di venti minuti , un tavolo si sgombera e il signor X e i suoi tre critici , più una ragazza che egli non sa chi sia , più un giovanotto che sembra accompagnare la ragazza , più una vecchia signora che pare conoscere tutti quanti seggono e consumano una breve colazione a base di grandi foglie di lattuga e di polpa di granchi tritata fine e condita di salsa piccante . Il signor X , rianimato dal cibo , svolge una conversazione brillante , o almeno così gli pare , rispondendo alle numerose domande dei critici e degli altri tre ; ma sul più bello , quando comincia a scaldarsi , il pasto finisce e tutti quanti , dopo avergli dichiarato che sono stati addirittura deliziati dall ' averlo conosciuto , si eclissano rapidamente . Il signor X si ritrova solo e deluso , sul marciapiede della quinta Avenue , tra la folla delle segretarie che , poverette , corrono agli uffici dopo aver mangiato il quotidiano sandwich a tre piani negli economici " drug stores " . È un brutto momento per il signor X , come è sempre un brutto momento a Nuova York quando ci si ritrova soli , perché la solitudine in America non fa parte della vita dell ' uomo e piomba addosso improvvisa come un vaso di fiori che caschi sulla testa da una finestra . Il signor X tuttavia si rincuora guardando al proprio libretto degli impegni : tra un ' ora gli appuntamenti cominciano e proseguono fitti fitti sino alle undici di notte . Consapevole dello sforzo che richiederà una simile giornata , il signor X corre all ' albergo , dove si getta sul letto , stremato , cercando di riguadagnare il sonno che la notte gli ha negato . Fatica sprecata : il sonno non viene e invece il telefono squilla senza tregua : interviste , vecchie signore protettrici di poeti , ammiratori , agenti letterari , qualche vecchia conoscenza d ' Europa emigrata molti anni fa in America e che , al telefono , sembra proprio storpiare ormai la lingua originaria . L ' ora del riposo , della " relaxation " come dicono gli Americani , è presto passata , il signor X balza dal letto come spinto da una molla potente , si cambia la camicia ormai già tutta nera e gualcita e corre ai vari appuntamenti del pomeriggio . Egli apprende così a proprie spese che a Nuova York il traffico è lentissimo perché le distanze sono enormi e le strade ingorgate di milioni di macchine ; che gli impegni che da lontano sembrano lusinghieri ed importanti si risolvono quasi tutti in faccenduole pseudo - pubblicitarie ; e che alla fine di tanti impegni , dopo tutto , non è spiacevole ritrovarsi nel salotto dell ' editore , alla cinquantesima strada , e sorbire un whisky o due o tre o anche quattro o anche cinque . Insomma , il signor X , pur bevendo senza tregua , stringe la mano ad una quarantina di persone , scambia dei complimenti con una ventina , discorre affabilmente con una decina , scrive sul suo libretto l ' indirizzo e l ' invito di cinque o sei , e , last but not least , fa la corte , alla maniera europea , ad almeno un paio di ragazze dalle stupende anatomie , bionde , ammirate e infantili . Come per miracolo ( il miracolo ingenerato dall ' ebbrezza del whisky ) , dopo il cocktail il signor X scopre ad un tratto di essere su un palco , nella sala da pranzo di un grande albergo : egli ha già cenato , ora si trova sul palco , e cento persone sedute nella sala lo guardano a bocca aperta . Qualcuno presenta il signor X , con acconce parole e poi è la sua volta : deve rileggere le poesie che già lesse al mattino alla sede della società grammofonica . Il signor X è stanco , anzi esausto , la dizione dei propri versi gli costa uno sforzo enorme , è fradicio di sudore , né valgono a rinfrescarlo ormai gli applausi numerosi che accolgono la fine della lettura . Quindi il signor X deve rispondere alle domande che gli rivolgono varie persone levandosi a turno dalla folla : gli piace l ' America ? Perché non scrive poesie di argomento religioso ? Che pensa del vaccino contro la poliomielite ? Che pensa della civiltà moderna ? Dove andrà in America ? Che pensa della psicanalisi ? L ' inglese del signor X è messo ad una prova durissima , tuttavia egli può accorgersi che i suoi difetti di pronunzia , il suo imbarazzo , la sua stanchezza piacciono al pubblico avido piuttosto di verità che di poesie , che in realtà è venuto più per veder lui che per sentire i suoi versi . Altro cambiamento di scena , l ' ultimo questa volta : uno studio da pittore " down town " , nel Greenwich Village , uno studio abitato però da un decoratore il quale , infatti , l ' ha arredato in maniera bizzarra con statue dell ' isola di Pasqua , totem , stoffe di Hawai e altre singolarità polinesiane . Ci sono anche qui una quarantina di persone e il whisky scorre a fiotti ; ma ormai il signor X non è più in grado di distinguere le facce né di contare i bicchieri di whisky . Nuova York l ' ha afferrato e sbattuto nelle sue spire , come il ciclotrone afferra e sbatte l ' atomo , e l ' ha disintegrato a fondo , senza possibilità , almeno per quella notte , di alcun ricupero anche parziale . Qualche bel volto di donna emerge un momento dalla nebbia della stanchezza e dell ' ebbrezza e poi scompare subito . Il signor X , accompagnato all ' albergo da una allegra compagnia , sale alla propria camera e si affaccia alla finestra . Il cielo notturno è pieno di finestre , fino ad altezze incredibili , e in ogni finestra qualche cosa brilla , un lume , qualche cosa si muove , forse una persona . " Un cielo pieno di finestre " , pensa il signor X faticosamente , " ma senza alcuna porta per entrarci . " Su questa riflessione , il signor X abbassa la veneziana e va a coricarsi .