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Otto e mezzo di Federico Fellini ( Grazzini Giovanni , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Otto e mezzo di Federico Fellini : il miele dell ' illusione fornito dalla magia contro la vita agra , la fuga dell ' individuo dal pessimismo cattolico in una serena finzione di solidarismo , una sorta di fantastico balletto sulla passerella dell ' esistenza . Una favola e un incubo , dal quale si esce impietositi per gli uomini , se non ci consolasse questa facoltà dell ' arte , sorella della stregoneria , di rendere toccabile , e perciò vero , il mondo dell ' ignoto in cui si dibatte la coscienza . È forse lo sforzo più duro che Fellini abbia compiuto sinora per compromettere tutto se stesso nella ricerca di sé e di quanto lo leghi agli altri . Protagonista è Guido , un regista sui quarantacinque , famoso , ricco , sposato , con un ' amante quieta , e quante altre donne vuole intorno . Dovendo fare un film , ha pensato confusamente a qualcosa di fantascienza , una nave spaziale che porti su un altro pianeta i resti dell ' umanità decimata dalla peste atomica . Una malattia , e la paura della morte , improvvisamente lo blocca . Subito un incubo : di restare soffocato nell ' automobile , e l ' umanità che assiste al lugubre spettacolo . Vola in cielo , ma qualcosa lo lega : un impegno di responsabilità , che non riesce ad affrontare , ma al quale non può sfuggire : la sua vita privata , il film , gli attori che pendono da lui , i piani di lavorazione . Come vogliono i medici , va a curarsi in una stazione termale . È il momento in cui Guido rimette tutto in discussione . È in crisi il suo talento , le idee sono nebbiose , non sa come portare avanti il film . È , a rimorchio , è in crisi la sua coscienza . Non ha mai saputo rinunziare a niente , non ha mai saputo scegliere una cosa sola e restarle fedele . Ora i rimorsi sono giunti a maturazione , lo macerano nella scontentezza e nella solitudine . Si guarda intorno : uno scrittore , chiamato a collaborare alla stesura del film , gli distrugge , con freddo razionalismo , quanto ha fatto sinora ; un amico , non più giovane , ha lasciato la moglie e , pur di sentirsi qualcuno vicino , ha preso per amante una compagna di scuola della figlia ; la gente che circola per le strade , ricca , soddisfatta , ha spento nell ' abitudine e nella finzione sociale ogni stimolo verso la verità . C ' è una bella ragazza , alla fonte , che gli porge il bicchiere , e gli fa indovinare un ideale di purezza , ma appare e scompare come un fantasma . È non sarà anch ' essa , per lui , un ' ambizione di conquista , per continuare a mentire sotto il velo di un lavacro d ' innocenza ? Arriva Carla , l ' amante di Guido , bianca di pelle , pastosa , tutta mossettine , positiva . Altre volte gli bastò rifugiarsi nella sua soda stupidità . Ora non più : se ne vergogna , la sistema in un alberghetto . A letto con lei , trasognato dal suo bianco , Guido si assopisce e si trova nella luce di un cimitero . Il padre , che torna a morire calandosi vivo nella terra ; la madre , dolente , che all ' improvviso assume il volto di Luisa , la moglie di Guido ... I ricordi , le presenze , gli si confondono e lo mordono : non è stato giusto con nessuno , non ha fatto mai nulla per gli altri . Intanto tutta la troupe del film l ' ha raggiunto : il produttore , gli attori , i tecnici premono perché spieghi cosa vuoi fare , come distribuire le parti , perché scelga e risponda . La sera , al night delle terme , un mago fa esperimenti di telepatia . Perché egli riesce a indovinare il pensiero degli altri , e Guido non sa più vedere nemmeno in se stesso ? Eppure il passato gli è vivo dinanzi : l ' infanzia nella fattoria , in Romagna , la felice sicurezza dei giochi , le mani delle donne . Forse Luisa , la moglie , può restituirgli quella pace : è un ' ancora alla quale Guido si aggrappa . Che venga , Luisa , lo raggiunga alle terme , se vuole . È intanto la ragazza della fonte gli riappare , come una tentazione . È intanto a Carla viene un febbrone , e Guido rifiuta ancora una volta di prendersi la responsabilità : sarà meglio chiamare il marito . Affascinato dal corpo di lei , ecco ora il ricordo dei primi pensieri peccaminosi . Guido è in collegio , bambino : insieme ai compagni è andato nascostamente sulla spiaggia a vedere la Saraghina , una femmina animalesca che vive tra i ruderi d ' una casamatta . Sorpreso dagli istitutori , è scosso di paura e vergogna . Fu allora , forse , che cominciò a mentire a se stesso . Non gli verrebbe una parola di consolazione dalla Chiesa ? Alle terme c ' è anche un cardinale . Guido lo interroga , ma ne ha una risposta sconsolante : « Chi ha detto che si viene al mondo per essere felici ? » . Arriva Luisa , e con lei nuovi motivi di disagio ; perché Guido le mentisce fingendo di ignorare la presenza di Carla alle terme , e la moglie si rifiuta di continuare ad accettarlo qual è , un uomo che mentisce come respira . Ancora un sogno egoista , per Guido : di vedere la moglie e l ' amante a braccetto , e poi di trovarsi intorno tutte le donne della sua vita , come in un harem festoso , e lui coccolato come un bambino e temuto come un domatore . Ma il film non procede , e tutto l ' ambiente è a rumore : insomma , cosa vuole il regista ? Gli si è seccata la vena ? Perché fa il misterioso ? Vigliacco , oltreché buffone ? È ora , che parte ha Claudia , la diva che si è aggiunta alla troupe ? In Claudia Guido identifica la ragazza della fonte e l ' attrice famosa . Sta rompendo con la moglie , sta pensando di rinunziare al cinema : Claudia può restituirgli la verginità dei sentimenti e delle parole . Ma anche questa speranza fallisce , e ormai l ' organizzazione del film è al punto da costringere Guido a pronunziarsi . Di fronte al grande traliccio costruito per il lancio dell ' astronave , il produttore convoca una conferenza - stampa . Preso d ' assalto , Guido deve confessare il proprio fallimento di regista e di uomo . Finzione e realtà ormai si confondono in lui e l ' ossessionano . Pensa di sfuggire a tutte le responsabilità col suicidio , ma mentre la folla si disperde il mago che nel night faceva gli esperimenti di telepatia lo ferma , presentandogli una realtà miracolosamente pacificata nella suprema finzione . In un lampo , Guido intuisce che il senso del film e della vita sta nell ' accettare il mondo , nel rinunziare a fuggire in un altro pianeta , nell ' abbandonarsi , sfilando tutti insieme come su una passerella , al necessario , inevitabile gioco della vita , in cui l ' egoismo di ciascuno coincide con la verità di tutti . La creatura di sogno , tutta vestita di bianco , la ritroviamo allora in noi , nell ' innocenza di noi stessi bambini . Nel suo cono di luce ci sembra di rinascere . In Otto e mezzo ( l ' ottavo film di Fellini , più Luci del varietà , firmato insieme a Lattuada ) , lo scrittore che era stato chiamato a consulto da Guido , e lo aveva duramente criticato , finisce impiccato . Questa è la sorte che Fellini riserva a chi voglia vedere , sempre , tutto chiaro , e rifiuti le confessioni che non seguano il gelido ordine razionale . D ' accordo , strangoliamo la critica se vuole obbligarci a giudicare una grande opera d ' arte come questa con i canoni cartesiani . Siamo in un ' età di transizione , dobbiamo lasciarci convincere dalla stessa indeterminatezza di un ' idea , se essa ci emoziona . Abbiamo bisogno di sentirci scaldare , di farci trasportare . Non è nemmeno quanto Fellini ci dice sul tumulto della sua vita individuale ( perché l ' identificazione fra Guido e Fellini è totale , e questo può essere un difetto del film ) , ciò che più ci interessa . Dopo tutto sono fatti suoi , e si può anche non essere d ' accordo sulla validità universale della soluzione ch ' egli ci propone , e non troppo chiaramente , a conclusione di un itinerario larghissimamente autobiografico . È il fatto che un uomo di cinema , pur dando íl suo luogo all ' astuzia , si metta nudo in piazza , si offra al dileggio , e intanto le sue carni si traducano in immagini di ineguagliabile evidenza fantastica , ciò che colpisce e mozza il fiato . La parabola pronunciata da Fellini può anche lasciarci freddi , se la isoliamo dal contesto ( e indubbiamente la contemporaneità dei tre piani narrativi e psicologici - quello che Guido è , è stato e vorrebbe essere - non è perfettamente risolta in racconto unitario ) , ma l ' eccezionalità del film sta proprio nella « bella confusione » ( questo è il titolo che Flaiano aveva proposto ) di errore e verità , di realtà e sogno , di valori stilistici e valori umani , nel totale adeguamento del linguaggio cinematografico di Fellini alle sconnesse immaginazioni di Guido . Come distinguere il regista della realtà da quello della finzione è impossibile , così i difetti di Fellíni coincidono con le ombre spirituali di Guido . L ' osmosi fra arte e vita è strabiliante . Certo siamo di fronte a un esperimento irripetibile . Da nessun altro saremmo disposti ad ammettere che « il film deve contenere errori come la vita , come la gente » : quella che per Fellíni è stata , durante la lavorazione laboriosa del film , la consapevole scelta di un rischio gravissimo , per chiunque altro potrà essere un alibi . Piuttosto dobbiamo chiederci perché un ' avventura tanto personale , talché Otto e mezzo , con i suoi rintocchi malinconici , sta fra la confessione e il testamento , raggiunga una delle vette più alte del cinema mondiale contemporaneo . Il segreto , dite pure il trucco , sta nell ' aver portato all ' estremo quella disponibilità inventiva e quella maestria tecnica grazie alle quali anche immagini sparse prendono corpo e divengono frasi di un discorso che perennemente si arrotola e si snoda sul piano della fantasia , della memoria e del sortilegio , e nell ' averle nutrite di tutte le angosce del nostro tempo . Quante volte è stato detto che Fellini è soprattutto un visionario ? Ma ormai le sue visioni sono un grido . Ormai egli proietta tutti i suoi dubbi morali su uno schermo magico , che assorbe la confessione nella visione , senza il consueto tramite della introspezione , ma il lampo gli parte dal profondo dell ' essere . È uno sdrucciolone nell ' intuizionismo se volete , ma compiuto da un umanista che resta fedele ai modi realistici : per un ' arcana operazione i valori stilistici del film sono anche quelli psicologici , e la frondosità , l ' eccesso di simbolismo , le ridondanze , tutto quanto c ' è di floreale nel regista restano nel contempo i connotati morali di un artista ossessionato , che non vuole staccarsi dal magma che gli bolle dentro , preferendo tentare di liberarsene col bruciarsi le facoltà ordinatrici , sia pure irridendo alla propria ambizione . In Otto e mezzo l ' operazione è riuscita fino allo spasimo . Non c ' è sequenza del film in cui non sia visibile questo sforzo di sincerità . Tutto il film è . un incrociarsi di ipotesi , presagi , intuizioni che assumono consistenza figurativa nell ' attimo stesso in cui sono avvertiti dalla coscienza , e la cui convinzione deriva dalla loro verità spirituale . « Qualcosa tra una sgangherata seduta psicanalitica e un disordinato esame di coscienza , in un ' atmosfera di limbo » , ha detto Fellini del suo film . Non sarà piuttosto il supremo vagheggiamento di un poeta che irrazionalmente identifica l ' arte con la vita , e le riassume , con splendida ipocrisia , nella bella favola ? Anziché una « verifica intima » , che interesserà soprattutto la storia di Fellini , Otto e mezzo è allora un canto consolatorio , sincopato tuttavia da un ritornello di autoderisione . Di qui quella vena di comico che scorre nella tragica allegoria . I motivi ( e le polemiche ) che serpeggiano nel film sono infiniti e appartengono a un repertorio già noto : è vano tentare di farne un elenco , così come degli scorci di racconto , dei ritratti e dei paesaggi umani . Ovunque qui il genio di Fellini brilla come raramente si è visto al cinema . Non c ' è ambiente , non c ' è personaggio , non c ' è situazione privi di un significato preciso sul grande palcoscenico di Otto e mezzo . Certe soluzioni registiche lasciano sbalorditi per l ' uso del bianco e nero , per l ' abilità con cui la messa in scena è chiamata a rivelare la realtà e a commuovere , per il concorso che la musica , le luci , l ' evidenza dei personaggi danno all ' evocazione di uno stato d ' animo . Entrare nei particolari è già rompere il tessuto di un film che va accettato nella sua totalità , come un acquario o un luna park vi affascina prima ancora che ne analizziate i curiosi abitanti . Diciamo soltanto che alla confusione della coscienza contemporanea Fellini risponde accettandola con l ' esprimerla negli unici modi suoi propri : quelli dell ' allucinazione e dello strazio , accentuandone l ' eco crepuscolare . Gli attori sono Mastroianni , la Cardinale ( finalmente non doppiata ) , Anouk Aimée , Sandra Milo , Rossella Falk , Caterina Boratto , Annibale Ninchi , Giuditta Rissone e moltissimi altri . Il soggetto è di Fellini e Flaiano , alla sceneggiatura hanno lavorato , oltre loro , Pinelli e Rondi . La scenografia e i costumi sono di Piero Gherardi , la fotografia di Di Venanzo , le musiche di Rota , il montaggio di Leo Cattozzo . È un nudo , ingiusto elenco di nomi , perché ciascuno meriterebbe un elogio , così vivo è stato il loro apporto al film . Ma è tutto quello che qui si può fare , vedendo gli attori e i collaboratori toccati dalla bacchetta magica di un creatore al quale nel cinema mondiale di oggi non vediamo chi possa stare vicino .