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L ' infanzia di Ivan giunge a proposito per farci toccare con mano il significato del congelamento reimposto da Mosca a scrittori e registi . Andrej Tarkovskij , autore del film che vinse a Venezia il « Leone d ' oro » , è fra gli artisti sospettati recentemente di eccessive simpatie per l ' Occidente , di compiacimenti formalistici e di compromissioni con le ideologie piccolo - borghesi , rivelate dal suo disimpegno nei confronti del realismo socialista . Rimproveri che già gli . erano stati mossi all ' uscita del film , sia in Russia sia da una parte della critica comunista italiana , ma dai quali Tarkovskij era stato scagionato , fra i primi , da Sartre in una lunga lettera a l ' Unità . Si tratta , in sostanza , della frangia di una antica polemica sovietica , che risale almeno agli anni Trenta : il cinema ha da essere poesia o prosa ? Per avere scelto la poesia , Tarkovskij è ora sospettato di tiepidezza ideologica . In realtà , come dicemmo parlando del film da Venezia , questo giovane regista inserisce l ' ideologia in una più ampia meditazione sulla condizione dell ' uomo . Condannare L ' infanzia di Ivan perché il dodicenne protagonista del film è privo di consapevolezza patriottica , equivale ancora una volta a strumentalizzare la coscienza . Il senso poetico dell ' opera consiste invece nel denunciare il male della guerra senza tener conto che si tratti di una guerra giusta o ingiusta . Siamo tutti abbastanza maturi per essere convinti che non esistono guerre giuste , e che esse rappresentano in ogni caso , come dice Sartre , le « perdite secche » della storia . Vedete il caso di Ivan ( interprete l ' ottimo Kolja Burljaev . I tedeschi gli hanno distrutto la famiglia , sul muro di una cella ha letto l ' ultimo appello lanciato da un gruppo di giovani russi condannati a morte : « Vendicateci » . Lo choc , per lui , è stato durissimo . Solo al mondo , ha maturato in cuore l ' odio e la vendetta , che tuttavia coesistono con slanci e turbamenti infantili : il bisogno di braccia che lo stringano , la sicurezza che nulla cambierà ormai nella sua vita , la convinzione che gli adulti mantengono le promesse . La guerra gli si configura come un impegno d ' onore , una prova di coraggio , e insieme ancora come un gioco , un ' avventura in cui poter sfrenare il rancore sorto inavvertitamente verso chi gli ha tolto le care immagini della famiglia , i sorrisi dell ' infanzia . La sua nuova famiglia saranno tre soldati di prima linea . È così fermo nei suoi propositi , e mostra una tale maturità , questo Ivan , che essi non hanno la forza di mandarlo a scuola . L ' hanno tentato ma è fuggito . Del resto ha già dato informazioni preziose come esploratore : ancora una missione , e poi il ragazzo , sarà ritirato dal fronte . L ' avvicinamento alle linee nemiche avviene in un ' alba livida , in una foresta allagata , sotto gli alberi illuminati dai razzi che solcano il cielo come stelle filanti . Ma al bambino nulla , ormai , parla più dell ' infanzia : lungo il cammino vede impiccati i due soldati che erano venuti a cercarlo , muore uno dei suoi amici , l ' insidia nemica lo sovrasta e lo esalta . I suoi compagni non sapranno se Ivan è riuscito a compiere la missione . Soltanto a guerra finita , nella sede della polizia segreta a Berlino , si troverà la fotografia del ragazzo tra i fascicoli dei civili eliminati dai tedeschi . E tuttavia Ivan avrebbe potuto essere diverso . Un ' infanzia felice , fra le braccia della madre , fra i giochi dei compagni , poteva essergli conservata . Raccontando ' a ritroso , con le sequenze dei sogni di Ivan , quello che la guerra ha tolto al ragazzo , Tarkovskij ha descritto il paradiso giustapponendolo all ' inferno . Ne è uscita una sintesi poetica dolente ma calda di speranza ; che i bambini restino bambini , e crescano uomini , non fucilati fin dall ' infanzia . Tessuta con molta finezza , in un contrappunto di realismo ( fino a inserire brani di documentario sulla fine della guerra ) e di sogno : i flash backs che nel corso del film strappano Ivan alla sua condizione di dolore e di nevrastenia , e lo riconducono alle soavità dell ' infanzia , le tenerezze della madre , le corse sulla riva del mare . Nell ' uno e nell ' altro caso il regista si è giovato di una tecnica molto raffinata , che amalgama con originalità i disparati echi culturali ( dal cinema espressionista tedesco negli interni ai decadentisti francesi fino a Resnais ) . Contrapporre l ' oscuro sfondo della guerra alla luminosità delle memorie felici era molto difficile . Tarkovskij ci è riuscito quasi sempre sospendendo anche la realtà più cruda in una luce rarefatta , nella quale Ivan vede le cose e gli uomini come in una continua scoperta della fantasia . Di fronte ai valori puramente visivi del film , il racconto passa in seconda linea , e denuncia qualche inflessione pascoliana . Ma non diremmo superflua l ' aggiunta , a quella di Ivan , di un ' altra piccola storia : il fiorire e lo spegnersi improvviso dell ' amore in una infermiera per un capitano che la porta nel bosco ; un tocco che ripete , con diverso pedale , il motivo conduttore : la crudeltà della guerra , che come ha distrutto la personalità del ragazzo , seminandogli nel cuore sentimenti da adulto , così ha soffocato quell ' aurora di incertezza amorosa che spuntava in una giovane donna di vent ' anni . E anche in questo caso la mano di Tarkovskij è così delicata che accusarlo di formalismo ci sembra immeritato . In realtà questo giovane regista ha la sobrietà di un poeta che esprime attraverso le immagini una sua tenue ma schietta ispirazione . Se esse sono talvolta troppo eleganti , non perciò mancano di espressività lirica . Parleremmo di decorativismo se i paesaggi , í giochi di luce , avessero soltanto un ' evidenza figurativa , come accade in Mamma Roma e non , come qui , sostanza di stati d ' animo . È indubitabile che il pericolo di Tarkovskij è uno stucchevole sensibilismo , ma è intempestivo muovergli quest ' accusa per un film nel quale il poeticismo è intrinseco alla natura dei due personaggi . Invece importa rilevare quanto Tarkovskij proceda rispetto anche a Quando volano le cicogne e a Pace a chi entra : il lirismo , in questo regista , galoppa verso il totale assorbimento della tematica ideologica ( e fa intuire che il migliore cinema sovietico potrà domani risolverla tutta in poesia . Né perciò , è ovvio , la svuoterà ; al più , potrà darci una poesia molto intellettualizzata ) . L ' eleganza formale , applicata soprattutto al paesaggio , è d ' altronde l ' implicita risposta di un regista moderno , che guardando indietro , al recente passato del suo Paese , ha ragione di preferire la compagnia di artisti giovani e inquieti a quella degli accademici illustratori di gesta proletarie . Tarkovskij scegliendo la via dei sentimenti , e tuttavia imboccandola con pudore ( egli stesso ha criticato l ' enfasi di Evtusenko ) , ha toccato più di quanto forse non creda una corda dalle lunghe risonanze , in Oriente e in Occidente . Vengono i brividi a pensare che un film come L ' infanzia di Ivan possa aver provocato , in Russia , polemiche sul suo contenuto . È vero che c ' è sempre chi odia il cuore dell ' uomo , e disprezza la grazia .