StampaQuotidiana ,
Tutto
cominciò
con
un
mariuolo
.
"
Questo
Chiesa
,
sbottò
Craxi
con
i
compagni
,
rischia
di
rovinarci
le
elezioni
"
.
In
effetti
,
nell
'
armadio
del
Psi
milanese
quel
presidente
di
vecchi
e
orfani
beccato
con
le
mani
nel
sacco
.
e
con
dieci
miliardi
in
banca
.
era
davvero
uno
scheletro
imbarazzante
.
Il
5
aprile
era
alle
porte
,
e
l
'
arresto
di
Mario
Chiesa
(
17
febbraio
)
pesava
come
un
macigno
sulla
campagna
elettorale
:
anche
perche
'
veniva
a
dar
corpo
a
sussurri
che
,
sul
Garofano
di
Milano
,
circolavano
da
tempo
.
Ma
temendo
un
semplice
calo
di
voti
,
Bettino
Craxi
peccava
di
ottimismo
.
Si
preparava
ben
altro
.
Si
preparava
un
assedio
che
la
magistratura
stava
studiando
con
cura
,
con
la
strategia
d
'
un
von
Clausewitz
e
con
l
'
accanimento
d
'
un
Robespierre
.
Prima
i
boiardi
e
poi
lo
zar
,
per
usare
le
parole
del
giudice
Ghitti
.
L
'
obiettivo
era
scardinare
il
sistema
della
corruzione
.
E
,
come
tutti
i
buoni
strateghi
,
i
magistrati
hanno
cominciato
attaccando
i
soldati
semplici
,
per
poi
arrivare
agli
ufficiali
e
quindi
a
quello
che
secondo
loro
è
il
capo
supremo
.
Sarà
forse
un
caso
,
ma
da
mesi
la
Procura
milanese
faceva
terra
bruciata
intorno
a
Bettino
Craxi
,
faceva
cadere
a
uno
a
uno
tutti
i
suoi
fedelissimi
.
Il
primo
,
appunto
,
è
stato
Chiesa
.
Un
pesce
che
sembra
piccolo
,
ma
che
tanto
piccolo
non
era
.
Come
lui
stesso
ha
fatto
mettere
a
verbale
,
aveva
diritto
d
'
accesso
alla
real
casa
e
nei
suoi
sogni
(
neanche
tanto
proibiti
,
allora
)
c
'
era
la
poltrona
di
sindaco
.
Proprio
lui
si
era
esposto
per
sostenere
la
candidatura
di
Bobo
Craxi
alle
ultime
amministrative
.
Il
2
maggio
,
il
secondo
passo
di
avvicinamento
.
Arrivano
informazioni
di
garanzia
agli
ultimi
due
sindaci
socialisti
di
Milano
,
Carlo
Tognoli
e
Paolo
Pillitteri
.
Il
primo
non
è
proprio
un
uomo
di
Craxi
;
ma
il
secondo
del
segretario
socialista
è
addirittura
il
cognato
.
E
toccare
Pillitteri
vuol
dire
,
perlomeno
,
sfiorare
Craxi
.
Mai
la
Procura
aveva
osato
tanto
.
Ma
non
basta
.
Il
6
maggio
finisce
in
galera
Sergio
Radaelli
,
consigliere
della
Cariplo
.
Al
grosso
pubblico
il
suo
nome
non
dice
niente
:
ma
alla
federazione
socialista
di
corso
Magenta
,
quando
arriva
la
notizia
delle
manette
a
Radaelli
,
sono
in
molti
a
tremare
.
Radaelli
è
uno
dei
cassieri
del
partito
,
molte
mazzette
passano
dalle
sue
mani
.
Ha
l
'
ufficio
insieme
con
Pillitteri
in
piazza
Duomo
19
:
al
piano
di
sopra
c
'
è
lo
studio
di
Craxi
.
Si
rivela
una
mina
vagante
:
parla
subito
,
svela
un
conto
plurimiliardario
in
Svizzera
,
accusa
Tognoli
e
Pillitteri
.
Ormai
è
una
valanga
,
che
il
9
giugno
porta
in
carcere
un
altro
uomo
di
Craxi
:
Claudio
Dini
,
per
cinque
anni
presidente
della
Metropolitana
Milanese
.
Dini
nega
tutto
e
,
dopo
due
mesi
a
San
Vittore
,
torna
in
libertà
.
Almeno
lui
non
ha
disseminato
verbali
che
scottano
.
Questa
volta
ai
giudici
non
è
andata
bene
.
Ma
la
manovra
di
accerchiamento
continua
:
c
'
è
un
ordine
di
cattura
anche
contro
l
'
architetto
Silvano
Larini
,
amico
di
Bettino
Craxi
da
un
trentennio
.
Gli
si
contestano
le
stesse
mazzette
che
avrebbe
preso
Dini
.
Ma
anche
Larini
non
dà
soddisfazione
a
Di
Pietro
e
ai
suoi
soci
:
è
all
'
estero
,
e
si
guarda
bene
dal
tornare
.
Non
è
l
'
unico
ad
avere
scelto
la
strada
della
fuga
:
suo
compagno
d
'
avventura
è
Giovanni
Manzi
,
presidente
della
società
che
gestisce
gli
aeroporti
milanesi
.
Anche
lui
,
uomo
vicinissimo
a
Craxi
.
E
il
26
giugno
quando
crollano
i
vertici
regionali
del
Psi
.
In
carcere
finiscono
Andrea
Parini
,
segretario
politico
,
e
Oreste
Lodigiani
,
segretario
amministrativo
.
Lo
stesso
giorno
viene
firmato
un
avviso
di
garanzia
per
il
deputato
Sergio
Moroni
,
predecessore
di
Parini
,
che
poi
si
suiciderà
.
Il
30
luglio
a
San
Vittore
finisce
Loris
Zaffra
,
capogruppo
a
palazzo
Marino
,
ex
segretario
regionale
del
partito
,
anche
lui
craxiano
di
ferro
.
Ma
al
momento
dell
'
arresto
di
Zaffra
,
il
"
botto
"
c
'
era
già
stato
.
E
del
16
luglio
,
infatti
,
la
cattura
dell
'
ingegner
Salvatore
Ligresti
,
big
della
finanza
italiana
,
padrone
di
imprese
edili
,
società
di
assicurazioni
,
cliniche
,
alberghi
,
autostrade
.
Sono
in
molti
a
pensare
che
Ligresti
debba
la
sua
fortuna
a
Craxi
e
che
Craxi
debba
almeno
una
parte
della
sua
a
Ligresti
.
"
Bettino
mi
telefonò
chiedendomi
di
dare
un
finanziamento
di
300
miliardi
a
Ligresti
"
,
ha
detto
ai
giudici
l
'
ex
presidente
della
Banca
Nazionale
del
Lavoro
Nerio
Nesi
.
E
solo
una
testimonianza
dei
rapporti
fra
l
'
ingegnere
e
il
segretario
.
E
forse
è
proprio
il
16
luglio
che
Craxi
ha
cominciato
a
sentirsi
terribilmente
solo
.