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L'assedio cominciò da Chiesa ( Buccini Goffredo , 1992 )
StampaQuotidiana ,
Tutto cominciò con un mariuolo . " Questo Chiesa , sbottò Craxi con i compagni , rischia di rovinarci le elezioni " . In effetti , nell ' armadio del Psi milanese quel presidente di vecchi e orfani beccato con le mani nel sacco . e con dieci miliardi in banca . era davvero uno scheletro imbarazzante . Il 5 aprile era alle porte , e l ' arresto di Mario Chiesa ( 17 febbraio ) pesava come un macigno sulla campagna elettorale : anche perche ' veniva a dar corpo a sussurri che , sul Garofano di Milano , circolavano da tempo . Ma temendo un semplice calo di voti , Bettino Craxi peccava di ottimismo . Si preparava ben altro . Si preparava un assedio che la magistratura stava studiando con cura , con la strategia d ' un von Clausewitz e con l ' accanimento d ' un Robespierre . Prima i boiardi e poi lo zar , per usare le parole del giudice Ghitti . L ' obiettivo era scardinare il sistema della corruzione . E , come tutti i buoni strateghi , i magistrati hanno cominciato attaccando i soldati semplici , per poi arrivare agli ufficiali e quindi a quello che secondo loro è il capo supremo . Sarà forse un caso , ma da mesi la Procura milanese faceva terra bruciata intorno a Bettino Craxi , faceva cadere a uno a uno tutti i suoi fedelissimi . Il primo , appunto , è stato Chiesa . Un pesce che sembra piccolo , ma che tanto piccolo non era . Come lui stesso ha fatto mettere a verbale , aveva diritto d ' accesso alla real casa e nei suoi sogni ( neanche tanto proibiti , allora ) c ' era la poltrona di sindaco . Proprio lui si era esposto per sostenere la candidatura di Bobo Craxi alle ultime amministrative . Il 2 maggio , il secondo passo di avvicinamento . Arrivano informazioni di garanzia agli ultimi due sindaci socialisti di Milano , Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri . Il primo non è proprio un uomo di Craxi ; ma il secondo del segretario socialista è addirittura il cognato . E toccare Pillitteri vuol dire , perlomeno , sfiorare Craxi . Mai la Procura aveva osato tanto . Ma non basta . Il 6 maggio finisce in galera Sergio Radaelli , consigliere della Cariplo . Al grosso pubblico il suo nome non dice niente : ma alla federazione socialista di corso Magenta , quando arriva la notizia delle manette a Radaelli , sono in molti a tremare . Radaelli è uno dei cassieri del partito , molte mazzette passano dalle sue mani . Ha l ' ufficio insieme con Pillitteri in piazza Duomo 19 : al piano di sopra c ' è lo studio di Craxi . Si rivela una mina vagante : parla subito , svela un conto plurimiliardario in Svizzera , accusa Tognoli e Pillitteri . Ormai è una valanga , che il 9 giugno porta in carcere un altro uomo di Craxi : Claudio Dini , per cinque anni presidente della Metropolitana Milanese . Dini nega tutto e , dopo due mesi a San Vittore , torna in libertà . Almeno lui non ha disseminato verbali che scottano . Questa volta ai giudici non è andata bene . Ma la manovra di accerchiamento continua : c ' è un ordine di cattura anche contro l ' architetto Silvano Larini , amico di Bettino Craxi da un trentennio . Gli si contestano le stesse mazzette che avrebbe preso Dini . Ma anche Larini non dà soddisfazione a Di Pietro e ai suoi soci : è all ' estero , e si guarda bene dal tornare . Non è l ' unico ad avere scelto la strada della fuga : suo compagno d ' avventura è Giovanni Manzi , presidente della società che gestisce gli aeroporti milanesi . Anche lui , uomo vicinissimo a Craxi . E il 26 giugno quando crollano i vertici regionali del Psi . In carcere finiscono Andrea Parini , segretario politico , e Oreste Lodigiani , segretario amministrativo . Lo stesso giorno viene firmato un avviso di garanzia per il deputato Sergio Moroni , predecessore di Parini , che poi si suiciderà . Il 30 luglio a San Vittore finisce Loris Zaffra , capogruppo a palazzo Marino , ex segretario regionale del partito , anche lui craxiano di ferro . Ma al momento dell ' arresto di Zaffra , il " botto " c ' era già stato . E del 16 luglio , infatti , la cattura dell ' ingegner Salvatore Ligresti , big della finanza italiana , padrone di imprese edili , società di assicurazioni , cliniche , alberghi , autostrade . Sono in molti a pensare che Ligresti debba la sua fortuna a Craxi e che Craxi debba almeno una parte della sua a Ligresti . " Bettino mi telefonò chiedendomi di dare un finanziamento di 300 miliardi a Ligresti " , ha detto ai giudici l ' ex presidente della Banca Nazionale del Lavoro Nerio Nesi . E solo una testimonianza dei rapporti fra l ' ingegnere e il segretario . E forse è proprio il 16 luglio che Craxi ha cominciato a sentirsi terribilmente solo .