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Così ho pagato i politici ( Pansa Giampaolo , 1983 )
StampaQuotidiana ,
Torino . « Tangenti ? Be ' , io le chiamerei provvigioni , nei miei interrogatori ho sempre usato questo termine . Comunque » concede Zampini , assaporando il sigaretto « diciamo pure tangenti . Certo che ne ho pagate , per qualche miliardo . Vuole una cifra meno vaga ? Più di uno , meno di cinque . Se non le avessi pagate , le mie possibilità di lavoro si sarebbero ridotte quasi a zero . La tangente , del resto , è un investimento che frutta il cento per cento l ' anno . Ed è naturale che sia così : i politici sono gente attivissima , il loro mestiere è fare affari , la politica è appena un corollario ... » . Adriano Zampini , 34 anni , geometra , martella le parole con calma . È l ' « Alpino » dello scandalo torinese , l ' uomo nero che ha fatto crollare la giunta rossa , l ' imputato - chiave di un processo che fra pochi mesi scoperchierà molte pentole subalpine . Con lui in aula ci saranno i presunti corrotti : un mazzo di politici socialisti , democristiani , comunisti : « Se provo astio per loro ? Ma no ! Sono tutti degli amici . Li stimo come li stimavo prima . Oggi fanno il possibile per salvarsi . E per salvarsi dicono che sono un millantatore ... » . E sorride . Già , ma come sorride Zampini ? Ha un sorriso da giovane lupo , in un viso forte , con due occhi azzurro freddo , e una barba da vero alpino . È un tipo alto , ben squadrato , l ' aria terribilmente sicura di uno che s ' è conquistato tutto da solo , cominciando dal niente . Un « niente » molto lontano dal belmondo dei rampanti di Torino . La scena iniziale è la Valpolicella , provincia di Verona . Ambiente popolare , famiglia operaia - contadina . Papà Zampini fa il caporeparto in una fabbrica di casseforti . Un uomo che lavora duro e morirà a 56 anni di cancro al polmone , contratto nel verniciar forzieri per i soldi degli altri . Preso il diploma , anche l ' Adriano entra in ditta . È sveglio , ha grande iniziativa e una memoria da computer . Dopo un po ' è responsabile del servizio assistenza per gli impianti di sicurezza : « Che bella squadra eravamo ! Siamo stati i primi ad usare la lancia termica . In dieci secondi sapevamo aprire una cassaforte corazzata . Adesso però » mi avverte sornione « non so più farlo , lo scriva ... » . Un giorno arriva l ' amore . No , non è un dettaglio privato . L ' amore , infatti , è una maestrina piemontese di Villareggia , e sarà questo incontro a portar Zampini verso la fatal Torino . Una Torino che da lontano già conosce , per via del servizio di leva alla Scuola militare alpina di Aosta , dove ha preso il grado di tenente . Così , quando viene il tempo delle nozze , la scelta è fatta : via da Verona , si va ad ovest , verso la città del capitale e del lavoro . È il gennaio 1973 . A Torino , il giovane Zampini fa il rappresentante di mobili per ufficio e impara subito una verità : « Sì , imparo che vendere è molto difficile . Prima , quando aprivo le casseforti , erano i clienti ad implorarmi : venga , s ' è bloccato l ' impianto , dentro ci sono duecento milioni ! Vendere , invece , era tutt ' altra cosa . Poi , un po ' alla volta , ho capito come dovevo fare ... » . Mentre l ' Adriano comincia ad annusare il giro dei politici torinesi , la sua ditta vince ( « regolarmente ! » ) la gara per una grossa fornitura alla Regione Piemonte . Incoraggiato , Zampini decide di mettersi in proprio . Con dieci milioni in contanti , nell ' ottobre 1974 , a 25 anni , fonda la società Juppiter , mobili per ufficio e attrezzature scientifiche . Cinque anni dopo verrà la Concord , informatica e centri di calcolo . Quindi la Programma Immobiliare . Chiedo : e la Biolight di cui s ' è tanto parlato ? « Quella non l ' ho fondata io . Esisteva già quando ne son diventato l ' amministratore unico . Importava e vendeva lampade della Duro - Test Corporation , del New Jersey . Sì , fra i soci dichiarati c ' erano i fratelli Biffi - Gentili . Ma questi due io li conoscevo da molto tempo ... » . Li conosceva per comune militanza socialista ? « Macché . Io non ho mai fatto vita politica , a parte qualcosina da studente a Verona , nello PSIUP . Sì , lo scriva : PSIUP ! Altro che fascista di Ordine Nuovo ! È stato 1' " Avanti ! " a stampare questa bugia , e non ha nemmeno pubblicato la mia rettifica . Così Martelli e Intini si son meritati una querela . Ma non me la prendo . Erano i giorni degli arresti , un grande marasma , e poi il PSI è un partito che macina anche i sassi , un partito di movimento ... » . « Dopo il PSIUP niente più politica » garantisce Zampini . « Da allora ho avuto un motto solo : amico di ciascuno , fratello di nessuno . L ' uomo d ' affari dev ' essere così . Deve andare bene a tutti . Deve fare come il medico , che conforta e aiuta . Del resto , a noi piccoli imprenditori non ci serve essere impegnati politicamente . Se hai bisogno di un intervento politico , basta avere cinque milioni sull ' unghia e li hai tutti con te , pronti a farsi comprare , anche i parlamentari » . « Lavorando in proprio » continua 1'«Alpino» « ho scoperto sulla mia pelle che la strada giusta era quella di pagare . E allora son partito subito . Prima con personaggi di minimo cabotaggio , per poi , a poco a poco , salire di calibro . E così mi sono trovato in un meccanismo ben conosciuto da quelli che devono lavorare con le tangenti : una giostra dal moto perpetuo , che non ti consente né di scendere né di tornare indietro . Devo spiegarmi meglio ? Bene , da una parte c ' è l ' imprenditore che ha la giusta bramosia di buoni affari . Dall ' altra ci sono i politici con un appetito tremendo , che chiedono e chiedono , e domandano anche anticipi sugli affari futuri . Tu paghi , una volta , due , tre . Poi , a forza di pagare , ti trovi impegnato al di là del ragionevole , corri dei rischi , ti sveni , e così cerchi sempre nuovi affari con l ' aiuto di quei politici che hai pagato la prima volta » . Davvero una brutta giostra , Zampini ... L ' « Alpino » sospira : « Sì , ci si trova agganciati senza scampo . Il politico è come un drogato in crisi d ' astinenza , ha bisogno sempre di soldi , e non si disintossica se non quando l ' arrestano . Tu imprenditore devi dargli la dose , e non puoi abbandonarlo . Perché , se l ' abbandoni , perdi una montagna di soldi e poi ti fai un brutto nome sulla piazza dei partiti , una piazza importante ! » . È grazie a questo girone infernale che l ' attività di Zampini cresce . « All ' inizio , però , facevo solo operazioncine . Ero giovane , immigrato veneto , avevo una piccola azienda . Quindi ho impiegato qualche anno ad arrivare nelle vere anticamere delle stanze dei bottoni . Poi , mentre campavo con i miei lavori normali , finalmente ho incontrato gli amici giusti . E mi son reso conto anch ' io , come tanti in Italia , di un ' altra verità : i grossi affari stanno là dove c ' è il denaro pubblico e dove ci sono politici che lo gestiscono senza responsabilità . Gli amici che avevo scoperto fra il 1979 e l'80 erano così . Avevano in mano Torino . Rispetto a loro , io ero soltanto un satellite . E allora ho provato a diventare una stella . Non ci sono riuscito . Ho cominciato a volare alto , ma ho fatto la fine di Icaro » dice Zampini , con un sorriso mesto , « sì io sono un piccolo Icaro le cui ali di cera sono state bruciate da un sole : il procuratore Caccia . » Finalmente un nome pulito : Bruno Caccia , magistrato , capo della Procura di Torino , poi assassinato da mano ignota . L ' « Alpino » ne parla con ammirazione : « Come dice quel personaggio di Sciascia ? Ci sono gli uomini , i mezzi uomini , i quaraquaquà . Be ' , cari miei , Caccia quello sì che era un uomo ! Ha assistito a due miei interrogatori , alle undici di sera . Mi ha fatto pochissime domande , ma tutte centrate , centratissime ! Torniamo al mio volo . Grazie agli amici , le mie operazioni si sono fatte più grosse . E io pagavo , pagavo . Ma non era ancora niente rispetto a quello che avrebbe dovuto svolgersi nel 1983 : affari da decine di miliardi . E invece , zac ! , è caduta la mannaia dei magistrati . Hanno avuto fortuna , e così sono intervenuti al momento giusto . Ma avevano anche messo in campo la squadra vincente … » . Che vuol dire , Zampini ? « Vede , io ho fatto l ' arbitro di calcio . Prima della partita , vedendo entrare le squadre , tu capisci già da tante cose chi delle due ha la mentalità vincente . La squadra della Procura era quella giusta : giovani , preparati , con la mentalità di chi vuoi stroncare un certo giro . Pensi che quando son venuti in casa a perquisirmi , alle cinque di mattina , non ho nemmeno capito che quello che li comandava era un magistrato . Pensavo all ' Intendenza di Finanza ! Ho persino detto : guardate che il condono l ' ho fatto ! Poi ho chiesto : posso telefonare al vicesindaco Biffi per disdire un appuntamento ? E quel giudice : ma prego , faccia pure ! » . È il 2 marzo 1983 . Finita la perquisizione , l ' « Alpino » , ancora libero , va alla caserma dei carabinieri di Venaria sulla sua Alfetta con radiotelefono . Solo alle cinque del pomeriggio s ' accorge d ' avere le ali bruciate . Lo capisce leggendo l ' ordine di cattura : « Sette pagine tremende , firmate dal dottor Marzachì , con tutti i nomi . Allora ho deciso di parlare . Qualche giornale ha poi scritto che sono un pentito . Balle ! Io non mi son pentito di niente . Ho pagato le tangenti perché questo è il sistema e io dovevo lavorare ! » . Come mai ha detto tutto ? « Io ho una mentalità economica . A Venaria ho capito che mi erano sfumati affari per dieci miliardi . Dunque , perso per perso , tanto valeva difendermi raccontando quel che sapevo . Era l ' unico comportamento intelligente , me l ' ha consigliato anche il mio difensore , Graziano Masselli . E poi c ' era un ' altra ragione . Se fossi stato un uomo di partito , qualche grosso calibro pronto a soccorrermi l ' avrei trovato . Ma ero l ' uomo di nessuno , e quindi nessuno mi avrebbe difeso . Così , in quaranta giorni d ' interrogatori , ho scoperto tutti i sepolcri » . Avendoli scoperti , oggi Zampini è l ' uomo giusto per qualche domandina sulle tecniche e i misteri dell ' Italia tangentizia . Lui sorride : « Quali misteri ? È un sistema vecchio come il cucco , solo che adesso si ha il coraggio di parlarne . Ed è un sistema diffuso anche nell ' ambiente privato . Su cento lavori che prendi , per novanta devi dare la stecca . I politici la vogliono quasi tutti . Ma li capisco . Se uno spende duecento milioni per diventar deputato , si deve poi accontentare d ' andar su e giù da casa a Roma per fare il peone ? Certo , per qualcuno l ' ideologia è ancora importante . Ma gli altri stanno a Roma per far rendere i milioni spesi o , come minimo , per recuperarli ! » . Chi lavora con gli enti pubblici può fare a meno di pagar tangenti ? « Secondo me , no . Una gara la puoi anche vincere in modo pulito . Però poi scopri che l ' aggiornamento prezzi non viene , che gli stati d ' avanzamento lavori ti son pagati a uno o due anni , che delle tue forniture poche vanno bene . E allora ti devi decidere : o non partecipi più a nessun appalto , o cominci anche tu a pagare i funzionari e soprattutto i politici che li coprono » . Ma gli imprenditori che vogliono vendere beni o servizi allo Stato e agli enti locali , la pagano davvero tutti la tangente ? Zampini non ha dubbi : « Tutti quelli che conosco io sì » . E che cosa succede a chi non vuol pagare ? « Deve cambiar settore d ' attività , se no distrugge la propria azienda » . Ed è vero che le tangenti oggi vengono richieste anche sugli atti dovuti , e non più soltanto su quelli discrezionali ? L ' « Alpino » sorride ironico : « Ma in che mondo vive lei ? È soprattutto sugli atti dovuti che pretendono la tangente , perché è più facile nasconderla . L ' amministratore pubblico potrà sempre difendersi dicendo : io quella decisione l ' ho presa perché era obbligatoria ... » . Come viene pagata la tangente ? « In cash , in contanti . Questo sì che è un guaio ! Lei sa che negli istituti di credito , se uno ritira banconote per più di venti milioni , c ' è un controllo . E allora diventa una via crucis fare il giro di tante banche . Quelli che incassano hanno il problema rovesciato : suddividere i soldi neri in piccole somme , affidarle a portaborse che girino anche loro le banche a trasformare il denaro in tanti assegni circolari » . E i più affamati chi sono ? Zampini mette le mani avanti : « Sigle di partito io non ne faccio ! Le risponderò così : i più voraci sono i politici giovani . I meno affamati ? Quelli che fanno politica in sede strettamente locale , gente più anziana , che ha cominciato la militanza subito dopo la guerra , quando l ' Italia scopriva la democrazia . Per esempio , il capostazione socialista che è stato nella Resistenza . O il politico che era operaio quando ti licenziavano se avevi la tessera del sindacato . Questa gente di stecche non ne chiede . Però sono persone che operano a livelli amministrativi molto bassi » . « Appena più in su » giura Zampini « non c ' è scampo . L ' entità della tangente varia a seconda dell ' importanza dell ' incarico e del rischio che il politico corre . Ma a parte queste differenze , la prendono tutti . E sa perché ? Perché a quelli della politica gli frega poco o niente , e meno ancora degli elettori . Hanno una sola idea : arrivare ad una certa carica per farla fruttare » . Ma sono proprio tutti così ? I comunisti , per esempio , non sono diversi ? « Non sono assolutamente diversi . Però sono molto più precisi . Se lei sgarra sui tempi o sulla quantità del versamento , li perde e non li ritrova più . Ma se prendono un impegno , non ti bidonano , vanno fino in fondo . Insomma , sono più professionali . E sanno anche scegliersi gli affari . Loro non si vendono a cani e porci ... » . La tangente finanzia il partito o ingrassa il politico che la riceve ? « Finanzia i patrimoni personali dei politici e nient ' altro » . Vale anche per i comunisti ? « Rispondo di sì , ma con beneficio d ' inventario , perché bisogna vedere caso per caso . Secondo me , anche molti comunisti ormai fanno la cresta . Una prima volta gli dai cento e loro passano tutto al partito . La seconda volta gli dai cinquanta e se ne trattengono venti . Poi gettano la colpa su di te , dicendo alla casa madre : non ha versato tutto » . Fare il politico , dunque , è un mestiere che rende ? Zampini torna a sorridere da lupo : « Il politico italiano è un professionista molto ricco . E ha un unico problema : allenarsi a non far apparire i suoi soldi . Allora , ecco certe camicie un po ' lise , le scarpe consunte , il vecchio vestito , la 128 scassata ... Quella di non apparire è la loro sofferenza continua . Si concedono un unico lusso : i ristoranti costosi » . E lei , Zampini , che cos ' è : un disonesto , uno sciocco , un imprudente ? L ' « Alpino » ci pensa su : « Nessuna di queste tre cose e tutte e tre insieme . Vuole la verità ? Io sono come il novanta per cento degli imprenditori che lavorano con gli enti pubblici . Aggiungo : ultimamente non ero io a cercare i politici , mi cercavano loro . Il mio problema era rinunciare alle proposte d ' affari che mi facevano ! » . Si considera più onesto o meno onesto di loro ? Di colpo , Zampini diventa aspro : « Chi ha un ' azienda non può badare a certi princìpi , deve pensare solo alla sua attività . Ma i politici ? Loro no . Tocca a loro , non a me , badare alla moralità pubblica . E poi , io ero obbligato a versare . È tutto un sistema che campa sulla corruzione . Forse finirà quando i partiti s ' accorgeranno che , rubando , si arriva ai crolli elettorali , e i crolli fanno saltare le carriere . Ma ci vorranno molti anni » . In attesa di questo giusto finale , avremo l ' intermezzo del processo di Torino . Zampini mormora : « Io sono qui che l ' aspetto . E qualche volta ho paura . Non per oggi , ma per l ' avvenire . Anche per i politici la vendetta è un piatto da consumare freddo . Ma poi mi do coraggio e attendo di vedere gli amici in quell ' aula di tribunale . Le ho detto che ho fatto l ' arbitro , no ? Ho imparato a non tremare quando duemila persone mi gridano contro . E anche a non reagire se qualcuno mi sputa in faccia ... » .