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Lo spegnimento del roveto ( Jemolo Arturo Carlo , 1959 )
StampaQuotidiana ,
Sono uscite quasi contemporaneamente la versione italiana della Storia d ' Italia dal 1861 al 1958 di Denis Mack Smith e le memorie Dalla monarchia alla Repubblica di Giuseppe Romita , di cui ha dato ampia notizia Salvatorelli . Due libri quasi senza punti di contatto tra loro , se pur qualche pagina di Mack Smith tocchi il periodo di Romita . Ma scorrendoli sorgevano in me quasi identici pensieri . Com ' è noto , lo storico inglese ritiene che vizi costituzionali abbiano impedito all ' Italia di diventare una nazione liberale com ' era stato nelle intenzioni di alcuni tra i suoi fondatori ; e pure riconoscendo la genialità di Cavour , il suo antivedere , gl ' inestimabili servizi resi al Piemonte tra il 1850 ed il 1855 con le riforme interne , lo accusa di opportunismo e di machiavellismo ; " in teoria era pronto ad ammettere che i mazziniani fossero meno pericolosi dentro che fuori il Parlamento , ma in pratica costrinse gli estremisti al metodo della cospirazione clandestina , impedendo loro di manifestare liberamente le proprie opinioni " . Con diverse parole , qualcosa di ciò era già nell ' appellativo dato a Cavour di grande realizzatore , nel raffronto tra le figure di Cavour e di Ricasoli che tracciava quarant ' anni or sono Gentile nel suo Gino Capponi . È dato comune che Cavour , pur di profonda cultura , fu l ' antitesi del dottrinario ; mai dominato da preconcetti , da idee fisse . Ma meno si accentua il peso ch ' ebbe in tutta la sua politica l ' avversione intima a ciò che sapesse di giacobinismo e quanto nella fase decisiva , nel biennio miracoloso 1859-61 , pesassero sue preoccupazioni : quella delle gare di campanile atte a minare la unità , che lo portò a proclamare Roma capitale necessaria , ponendo i problemi che nascevano dalla riunione nella stessa città della sede pontificia e del centro della nazione , problemi che dopo un secolo appaiono più reali e complessi che mai ; ed ancora , per questo timore di vedere insidiata l ' unità a mala pena raggiunta , la diffidenza per Garibaldi , l ' affrettata unificazione legislativa ed amministrativa del Mezzogiorno : un ' altra eredità non ancora smaltita . E per quanto sappiamo che son domande che resteranno senza risposta , siamo tratti chiederci : vide sempre bene Cavour ? l ' unità avrebbe davvero pericolato se si fosse nutrita maggior fiducia in Garibaldi , non si fossero preferiti ufficiali e funzionari borbonici a garibaldini , si fosse concesso alle regioni un ragionevole ambito di attività amministrativa , non messa l ' ipoteca su Roma ? e , prima ancora , l ' unità non si sarebbe lo stesso compiuta se le azioni avessero sempre corrisposto ai programmi , se si fosse lasciata piena libertà di parola a mazziniani ed a clericali , non si fossero toccati magistrati e funzionari , che non potevano rassegnarsi a veder legiferare in materia ecclesiastica malgrado le censure pontificie ? Ebbene , analoghi pensieri vo rivolgendo nel rievocare , attraverso le memorie di Romita , il 1944-'47 . Soglio chiamarlo il periodo del roveto ardente ; perché , a parte quello ch ' esso fu per la parte migliore dei partigiani , per i capi della Resistenza , il finire della guerra segnò per i più degl ' italiani un breve stato di grazia ; qualcosa di simile al benessere della convalescenza dopo una lunga malattia , all ' empito di riconoscenza verso Dio di chi sa ora che vivrà mentre aveva visto aperta la tomba . In quel momento si sarebbe forse potuto pur ottenere dal Papa un ritocco del Concordato . Ma certo si potevano porre nuove leggi improntate ad una austerità mazziniana , operare radicali riforme del sistema fiscale , stabilire il giuramento dei redditi con le più gravi sanzioni , ribadire il principio che il funzionario è al servizio del pubblico , ritoccare in pochi giorni il codice penale , dire " basta " a certe pratiche carcerarie e di polizia , sopprimere una sequela di uffici inutili . Per questo non era necessario fare vittime , ma occorreva mutare un certo numero di capi . Nel 1849 si era creduto che per ristabilire il senso della disciplina militare occorresse fucilare il generale Ramorino ; grave errore politico , errore giudiziario , anche , pensano molti storici del Risorgimento . Nel 1945 nessuno voleva ancora sangue ; ma se qualche generale ch ' era passato nel campo opposto a quello del suo re fosse stato degradato nel cortile di una caserma , non si sarebbe ferito il senso militare come lo si ferì riammettendo tutti nei loro gradi , facendo valere per tutti la scusa della coartazione . Penso con rossore alla epurazione ; che non colpì che gli umilissimi , e salvò tutti i potenti . Bonomi aveva stabilito , facendone modesta applicazione , una dispensa per gli alti funzionari ; gli sembrava che un prefetto che aveva presieduto a tutte le manifestazioni del regime , un ambasciatore che aveva reso difficile la vita agli antifascisti esuli , non potessero continuare a coprire i loro uffici , voltando casacca . Questo era sembrato ovvio ad ogni mutamento di regime , anche seguito in circostanze meno tragiche della caduta del fascismo . Ma De Gasperi ammise una opposizione dei colpiti , attraverso cui tutti rientrarono , salvo due o tre che sdegnosi non vollero muovere un passo ( e fu brutto che non li si riammettesse d ' ufficio , ché erano i più stimabili ) . Restò così tutta la vecchia burocrazia , che aveva profondamente assimilato dal fascismo il paternalismo , il principio che non si deve mai abbandonare l ' inferiore quando pure abbia torto marcio , nonché una profonda sfiducia verso le iniziative , municipalizzazioni o cooperative , care ai socialisti del principio del secolo ; un irridere alle " anime belle " , ai moralizzatori , a chi non si rassegna al " si è sempre fatto così " . Non si ridussero università ma si creò una pletora di nuove facoltà ; non si costrinsero i professori ed i magistrati a stare in sede ; si conservò e si accrebbe lo sfarzo negli edifici pubblici , lo sperpero del danaro pubblico in rivoletti infiniti , che non irrorano né fecondano alcuna zolla . ( Creazione di nuove Corti , tribunali , preture e mancanza di ogni attrezzatura , carceri in condizioni penose ; nuove facoltà , e non fondi per le ricerche scientifiche né per stroncare l ' analfabetismo ) . Perché seguiva ciò ? per uno stato d ' animo analogo a quello con cui si conchiudeva il Risorgimento : la sfiducia , la paura . Cavour come De Gasperi pensavano che dei muri maestri sarebbero crollati se si fosse degradato un generale , o semplicemente sostituiti i prefetti ed i direttori generali con elementi non di carriera , posto un Calamandrei a capo della Cassazione ; se si fosse accordata autonomia alle regioni , se i ministri avessero preso a riconoscere pubblicamente le malefatte ( poche e rare , ammettiamolo pure ; ma qualcuna ce ne sarà sempre ) dei loro funzionari . Temevano il caos . Ebbero ragione ? ebbero torto ? inutile domanda . Alcuni di noi penseranno sempre che dove non c ' era occupazione russa il comunismo mai si sarebbe affermato , e sarebbe invece fiorita una sana democrazia . Altri penserà l ' opposto . Ma l ' epilogo dei due risorgimenti ha questo tratto in comune : la mancanza di " pazzi in Cristo " o nella fede nella libertà ; nell ' uno e nell ' altro , uomini che avevano ed avrebbero ancora rischiato la vita , dato quella dei propri figli ; ma che , sia pure pensan do non a sé bensì all ' Italia , non sapevano dire " ogni viltà convien che qui sia morta " .