StampaQuotidiana ,
Se
scrivessi
di
avere
visto
negli
ultimi
quindici
anni
riaccendersi
il
contrasto
religioso
che
percorre
la
seconda
metà
del
'600
e
gran
parte
del
'700
tra
giansenisti
e
gesuiti
,
tra
fautori
del
rigorismo
morale
ed
assertori
dell
'
indulgenza
,
tra
sostenitori
della
porta
stretta
,
della
salvezza
dei
pochi
,
dell
'
essere
l
'
umanità
massa
dannata
,
e
chi
asserisce
che
la
Redenzione
consente
la
salvezza
di
tutti
:
ogni
lettore
penserebbe
che
sia
uscito
di
senno
.
I
più
indulgenti
accennerebbero
alla
deformazione
dell
'
uomo
di
studio
,
che
crede
di
vedere
il
mondo
riflesso
nel
piccolissimo
settore
su
cui
si
è
affisso
.
Ed
in
effetto
chiunque
sa
che
viviamo
in
un
mondo
in
cui
le
preoccupazioni
religiose
hanno
scarso
posto
,
e
solo
strette
cerchie
le
condividono
.
Se
ci
si
limita
però
a
queste
,
è
tuttavia
agevole
cogliere
che
la
posizione
di
quelli
che
si
chiamano
conservatori
rispecchia
l
'
atteggiamento
dei
giansenisti
di
tre
secoli
or
sono
:
gli
uomini
si
debbono
piegare
alla
legge
di
Dio
,
se
pure
la
trovino
dura
o
sembri
loro
irragionevole
;
e
non
possono
pretendere
sia
invece
tale
legge
a
piegarsi
alle
loro
esigenze
;
la
natura
umana
è
sostanzialmente
cattiva
,
ed
occorre
il
principio
di
autorità
per
tenerla
a
freno
;
le
passioni
vanno
rattenute
:
nulla
di
più
deleterio
del
lasciar
credere
che
il
peccato
universalmente
praticato
cessi
di
esser
tale
.
Quelli
che
sembrano
innovatori
non
pretendono
certo
ad
un
'
abrogazione
di
leggi
divine
per
volontà
umana
,
ma
ritengono
che
solo
poche
norme
fondamentali
siano
dettate
per
gli
uomini
di
ogni
tempo
e
luogo
,
ed
il
precetto
,
veramente
immutabile
,
di
carità
ed
amore
vada
tradotto
in
regole
di
condotta
diverse
secondo
i
tempi
.
E
così
che
certa
precettistica
,
che
una
volta
raggiungeva
un
fine
di
bene
,
abbia
ad
essere
abbandonata
se
si
constata
che
ottiene
oggi
un
risultato
antitetico
;
la
regola
sempre
valida
,
di
cercare
di
trarre
alla
verità
,
alla
buona
condotta
di
vita
,
i
fratelli
,
implica
metodi
di
attuazione
differenti
secondo
i
tempi
;
nello
stesso
modo
che
i
genitori
si
comportano
diversamente
verso
i
figli
a
seconda
della
loro
età
,
dei
caratteri
,
delle
crisi
che
attraversano
.
Contrasto
che
non
assume
le
note
acute
di
quello
già
ricordato
di
altri
secoli
;
ma
che
sussiste
;
ed
in
cui
sono
del
pari
rispettabili
le
posizioni
delle
due
parti
.
Non
vorrei
dispiacere
al
padre
Ernesto
Balducci
dicendogli
che
queste
considerazioni
mi
venivano
innanzi
man
mano
che
leggevo
il
suo
libro
così
bello
,
così
ricco
,
Papa
Giovanni
,
uscito
in
questi
giorni
:
che
lo
leggevo
con
vivo
consenso
.
Non
vorrei
dispiacergli
,
in
quanto
egli
ha
scritto
in
testa
al
libro
:
"
Papa
Giovanni
non
è
stato
per
me
un
pretesto
per
dire
altre
cose
...
è
così
facile
partire
da
lui
per
sviluppare
un
discorso
tutto
nostro
,
di
cui
egli
non
avrebbe
mai
accettato
la
paternità
"
;
e
potrebbe
apparire
che
io
voglia
contrastargli
.
Ma
chi
ha
vena
di
storico
non
può
non
inquadrare
;
e
l
'
uomo
più
religioso
avverte
che
nulla
si
opera
per
salti
,
che
anche
gli
eventi
che
sono
frutto
immediato
della
grazia
di
Dio
,
persino
i
miracoli
,
hanno
una
preparazione
storica
:
quella
che
porta
gli
uomini
a
comprenderli
.
Nulla
di
eterodosso
nel
dire
che
l
'
avvento
del
Messia
fu
preceduto
da
almeno
tre
secoli
che
portarono
una
spiritualizzazione
dell
'
ebraismo
,
l
'
attitudine
a
divenire
da
religione
di
un
popolo
religione
universale
,
e
,
nel
mondo
pagano
,
fecero
lievitare
l
'
idea
di
un
Dio
unico
,
dietro
lo
schermo
di
dei
troppo
simili
ad
uomini
.
Papa
Giovanni
non
poteva
nascere
nel
medioevo
;
e
se
un
neo
c
'
è
nel
libro
del
Balducci
,
è
di
lasciare
in
ombra
che
ci
furono
non
pochi
che
pur
tacendo
,
perché
in
posizioni
religiose
o
politiche
che
non
consentivano
la
critica
ad
un
Papa
,
ritennero
dannosa
la
sua
mansuetudine
,
ed
hanno
rialzato
alquanto
la
testa
dopo
la
sua
scomparsa
.
D
'
altronde
anche
padre
Balducci
,
pure
proponendosi
di
guardare
la
mirabile
vita
ed
indole
di
Angelo
Roncalli
,
e
volendo
evitare
ogni
inquadratura
storica
,
deve
ricordare
quella
che
sarebbe
stata
la
caratteristica
del
suo
pontificato
:
il
mondo
moderno
si
era
organizzato
secondo
valori
nuovi
,
"
che
la
Chiesa
misurava
più
nelle
loro
energie
di
divergenza
dalla
fede
che
nella
loro
virtualità
di
convergenza
"
;
la
teologia
sviluppava
"
un
certo
tipo
di
formulazione
,
che
ben
rispondeva
all
'
intenzionalità
polemica
che
guidava
la
Chiesa
,
ma
rendeva
sempre
meno
accessibile
all
'
uomo
laicizzato
il
patrimonio
dell
'
insegnamento
cattolico
"
;
papa
Giovanni
ha
compreso
"
che
l
'
opera
della
Chiesa
non
può
esaurirsi
nella
polemica
"
,
che
gli
errori
persistono
,
ma
hanno
perduto
gran
parte
dell
'
antica
pertinacia
e
soprattutto
la
presunzione
di
porsi
come
alternativa
alla
verità
di
Cristo
;
onde
la
Chiesa
può
piuttosto
che
arrestarsi
nella
polemica
,
"
attendere
a
riproporre
la
verità
cattolica
entro
una
formulazione
più
adatta
all
'
intelligenza
moderna
"
.
Mi
pare
quindi
si
possa
ben
dire
che
il
papato
di
Giovanni
XXIII
,
pur
essendo
la
rivelazione
di
un
uomo
che
alla
profondissima
fede
univa
la
scintilla
del
genio
,
s
'
inquadra
in
un
'
epoca
;
ha
nella
storia
la
sua
preparazione
;
sbocca
nel
riconoscere
che
molti
valori
fino
allora
oppugnati
non
sono
inconciliabili
con
la
Chiesa
,
che
questa
deve
proseguire
il
suo
cammino
,
anziché
spendere
il
meglio
delle
sue
forze
in
vecchie
polemiche
.
La
preparazione
consiste
da
una
parte
in
movimenti
interni
alla
Chiesa
,
ma
avversati
o
condannati
dalla
S
.
Sede
,
che
sono
le
varie
sinistre
cattoliche
,
e
soprattutto
i
gruppi
francesi
che
vogliono
il
colloquio
con
tutti
,
anche
e
soprattutto
con
il
mondo
comunista
,
e
(
a
ragione
od
a
torto
,
non
importa
)
sono
tratti
a
vedere
negli
atteggiamenti
antireligiosi
od
anticristiani
del
mondo
d
'
oltre
cortina
od
afroasiatico
non
connotazioni
incancellabili
,
ma
reazioni
a
posizioni
tradizionali
cattoliche
.
Per
un
'
altra
parte
questa
preparazione
si
ha
nel
pontificato
di
Pio
XII
,
in
lati
che
sfuggono
all
'
attenzione
degli
studiosi
laici
:
la
rottura
dell
'
immobilismo
,
anche
a
rischio
di
dare
scandalo
,
con
le
innovazioni
liturgiche
(
la
Messa
pomeridiana
che
trova
ancor
oggi
ripugnanze
in
chi
non
sa
disgiungere
liturgia
e
tradizione
)
e
l
'
accettazione
,
in
tema
di
interpretazione
della
parte
più
antica
,
ma
essenziale
,
del
Vecchio
Testamento
,
di
tesi
che
sarebbero
state
sicuramente
condannate
al
tempo
della
campagna
antimodernista
.
Naturalmente
non
era
questa
che
preparazione
:
che
avrebbe
pur
potuto
costituire
una
via
senza
uscita
se
non
fosse
sopravvenuto
Angelo
Roncalli
.
E
bene
nel
libro
di
padre
Balducci
si
accentua
che
con
l
'
elezione
al
pontificato
parve
nascere
un
altro
uomo
;
nunzio
in
Francia
era
stato
ritenuto
un
integralista
;
né
nunzio
né
patriarca
aveva
neppure
accennato
agli
ardimenti
che
ebbe
pontefice
.
Padre
Balducci
spiega
ciò
con
il
profondo
senso
chiesastico
,
la
completa
obbedienza
del
prelato
;
fino
a
che
in
posizione
subordinata
,
sole
sue
direttive
quelle
del
papa
regnante
;
soltanto
dopo
salito
al
soglio
pontificio
poté
imprimere
alla
Chiesa
un
impulso
diverso
da
quello
datovi
dai
suoi
predecessori
.
Pure
felicemente
il
libro
ricorda
come
nell
'
opera
di
Giovanni
XXIII
tutto
seguisse
alla
insegna
della
semplicità
:
"
Le
decisioni
più
geniali
egli
le
ha
prese
come
se
fossero
normali
provvedimenti
,
dissimulando
la
loro
effettiva
grandiosità
con
sorriso
casalingo
e
con
linguaggio
festivo
...
ha
detto
con
parole
povere
,
cose
grandi
"
.
E
pur
questo
,
del
mutato
tono
,
del
rendersi
conto
che
oggi
i
popoli
non
sono
più
portati
alla
riverenza
dallo
stile
e
dalle
forme
esteriori
,
è
stato
un
adeguamento
ai
tempi
;
ma
altresì
un
aderire
alla
posizione
ottimistica
,
che
non
giudica
gli
uomini
incapaci
a
comprendere
quel
che
può
esservi
di
grande
in
un
messaggio
,
ad
esserne
toccati
,
se
non
attraverso
la
magniloquenza
.
Un
credere
nei
fratelli
.