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EDUCAZIONE POLITICA ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Le recenti discussioni parlamentari hanno ancora una volta dimostrato se ce n ' era bisogno la inutilità , almeno nella forma attuale , e la insincerità politica del Parlamento . Se ne sarà certamente convinto anche il più strenuo difensore del diritto parlamentare , l ' on . Turati . Ma le ultime discussioni hanno dimostrato in certo qual modo e sebbene con molti sotterfugi quali e quante siano le forze in conflitto al fatto che tutti gli altri contiene e involge ; la guerra . Nel Parlamento si sono disegnate , a contorni più o meno precisi , le forze che si agitano nel paese . Abbandoniamo dunque il Parlamento , e rivolgiamo , ciò ch ' è più essenziale , i nostri sguardi al Paese , per trarne dall ' osservazione degli ultimi fenomeni politici e parlamentari provvisorie contingenti , ma reali e pratiche norme di condotta . Stiamo freschi ad attendere la orientazione dal Parlamento . È il Paese che può e deve dare la orientazione al Parlamento . Questo avviene nei paesi in cui esiste una vera e propria educazione politica . Se in questi ultimi mesi l ' opinione pubblica italiana fosse stata netta , precisa , concentrata , univoca , solida e intransigente come lo fu già alla vigilia dell ' intervento almeno da parte dei gruppi interventisti non avremmo assistito allo spettacolo del Parlamento e dei partiti parlamentari disorientati e ciechi come pazzi e ubriachi . Se la corrente interventista fosse stata animosa e precisa nel paese , la crisi voluta dai partiti parlamentari interventisti si sarebbe effettuata , e non si sarebbe data la soluzione che si è ... avuta . Io non so né voglio pesare le ragioni recondite delle ultime agitazioni parlamentari dei nostri amici . Se si sono agitati dovevano pur avere le loro buone ragioni , che sono però rimaste forse per ragioni superiori nascoste . Se le masse avessero in questi giorni avuto , come in maggio , la loro voce in capitolo , la tesi « interventista » parlamentare sarebbe stata vittoriosa , e Salandra avrebbe acceduto a Bissolati e non Bissolati a Salandra . Né con ciò vogliamo censurare la condotta inspirata anzi a motivi nobilissimi dell ' on . Bissolati e della falange da lui rappresentata ; vogliamo dire solo che su l ' anima del Capo del Governo hanno fatto forse più peso le minaccie stolide di agitazioni nel paese dei socialisti ufficiali i quali nel maggio furono squalificati che non le logiche richieste di parte nostra . Non vogliamo allarmarci troppo , e siamo anzi contenti per il momento della soluzione . Il Governo ha sentito la volontà nazionale . Il Governo va a Parigi . E oggi il Governo è che conta . Il Parlamento giunge sempre tardi , quando qualche cosa è già compiuta . Non ci allarmiamo dunque per il presente . Ma , per ogni evenienza , dobbiamo tenerci pronti . Dal maggio 1915 al marzo 1916 , vuoi per rassegnazione alle cose e agli eventi , vuoi per cieca fiducia negli uomini , vuoi per non sembrare i fautori della discordia nazionale , vuoi , sopra tutto , per l ' assenza dei nostri capi e migliori gregari , quasi tutti nell ' esercito , gli interventisti attivi del paese si sono un po ' sparpagliati , dispersi , cioè quasi annullati . Ma dal momento che i pericoli ci sono sempre , che possono presentarsi certe evenienze , che la discordia non siamo noi a porla , che già gli avversari si sono nettamente manifestati , spetta a noi di riordinarci in ischiera di combattimento . E ripeto non siamo noi che dobbiamo orientarci secondo le orientazioni che non ... ci vengono da Montecitorio , ma sono i nostri deputati che si devono rendere esecutori delle nostre volontà chiare , nette e precise . Chi avesse voluto trarne partito dai quotidiani articoli del Popolo d ' Italia e dal significativo articolo del gennaio scorso del Corriere della Sera : Alle fonti del malessere , per determinare nel paese la lotta politica ( giacché anche in guerra la buona lotta politica non cessa mai ) avrebbe potuto , e come ! , fornire materia e piattaforma al Parlamento . In complesso l ' ultimo voto ha quasi , in forma indiretta , significato adesione alla tesi dei due giornali nominati : guerra unica , guerra alla Germania ; ma siamo sempre al quasi e alla forma indiretta . Ma chi si è fatto a sostenere in paese la tesi , e prima che il Parlamento si riaprisse ? Nessuno . Dunque dobbiamo riorganizzarci e subito , e senza perdere un minuto di tempo . Oramai è chiaro che siamo entrati nel periodo decisivo della guerra europea . Bisogna che i partiti prendano posizione , e si tengano pronti a sostenere anche durante le future , lunghe , laboriose e dolorose trattative di pace TUTTE le ragioni ideali e reali della guerra e a sostenere con coraggio e a fronte alta , contro tutti gli avversari interni , le responsabilità e le conseguenze della guerra . Tutta la politica di domani , estera , interna , economica , finanziaria , scolastica , doganale , sarà dominata dall ' idea o dal fatto della guerra . Coloro che hanno voluto ieri la guerra , devono volerla anche domani , nelle conseguenze e sistemazioni finali . Altrimenti i deboli e i vigliacchi non saranno lontani da noi . Noi lasciamo e lasceremo ai socialisti l ' oramai vecchio mestiere di sfruttare come jene fameliche le conseguenze della guerra . È l ' unica loro attuale speranza di fortuna ... politica , l ' unica loro tavola di appoggio . Perduto il contatto con l ' avvenire giacché la vittoria immancabile dell ' Intesa darà ragione A NOI Si limiteranno a sfruttare indecentemente , secondo la loro solita mentalità , i residui morti del passato . Le jene si nutrono di carogne . Ma noi proprio non ci spaventiamo e non ci dobbiamo spaventare se e in quanto organizzati e coraggiosi come nel maggio 1915 delle carnevalate elettorali stile 1913 . Oramai è evidente , e solo per questo le ultime scene della commedia parlamentare hanno un grande valore di ammonimento . La lotta è già iniziata . L ' ora della Patria a parte , la discordia l ' hanno già provocata . Da una parte coloro che negarono , negano , sabotano la guerra , dall ' altra coloro che la vollero e la vogliono e fortemente la vogliono . Da un lato coloro che già per speculazione elettorale si apprestano a negare la responsabilità delle conseguenze della guerra e coerentemente AUGURANO la pace , cioè la vittoria germanica e il disastro dell ' Italia e dell ' Intesa . Dall ' altro coloro che vogliono affrontare fin da oggi tutte le responsabilità e che lavoreranno sempre per la vittoria della guerra . Dirò prossimamente , sui modi , i limiti e gli obiettivi di questa nostra organizzazione di cui mi limito oggi a indicare la imminente generica necessità . Ma non voglio chiudere senza esprimere il mio compiacimento nel notare che l ' on . Bonomi , in un articolo del Giornale del Mattino , di cui avrò modo di parlare , per quanto con criteri diversi e forse contrari , sia venuto alla stessa conclusione dell ' organizzazione delle forze interventiste NEL PAESE . L ' on . Bonomi vuole che si costituisca nel paese a simiglianza di quanto sul voto recente è avvenuto a Montecitorio , una alleanza democratica . Io dico che non il Paese deve scimmiottare il Parlamento e i fenomeni più o meno sinceri parlamentari : ma il Parlamento e i suoi partiti devono adeguarsi al Paese e alle sue reali e concrete tendenze di fatto . Brevemente , salvo a spiegarmi in seguito , io non sono per il vecchio bandierone democratico che , non meno della ideologia socialistica , è stato seppellito dalla guerra europea . Socialismo e Democrazia sono la medesima cosa . Morto l ' uno , in una certa sua forma , morta l ' altra . Alleanza democratica ! Un nome e una cosa suggestiva ! Ma toh ! chi si vede ! Ritornano a galla i cadaveri ? Ritornano i fenomeni politici che spazzammo via con un riuscito colpo di mano nelle giornate di maggio ? La piattaforma ci è data dalla piazza comiziante in maggio nel 1915 . Non facciamo passi sbagliati , e , sopra tutto , non facciamo passi indietro , non rivalorizziamo , in nome della democrazia , ciò che deponemmo nella fossa . Altro che democrazia e Alleanza democratica ! La vecchia mentalità formalistica , dommatica , canonica , massonica , teutonica - lazzariana dev ' essere credo finita . La nuova mentalità politica vuol essere , dev ' essere libera , realistica , pragmatistica , cioè veramente idealistica . Quanto idealismo senza formule , senza programmi , senza partiti , senza bandierone e nessuna congrega nelle giornate di maggio ! Furono giorni di vivida creazione ! Questo è pure mi piace il dirlo il pensiero in private conversazioni espressomi dal nostro migliore duce Benito Mussolini , assente . Non impegniamoci troppo per scadenze lontane . Vogliamo programmi concreti , PER LA VITTORIA , per il DOPO GUERRA , per questi soli concreti obiettivi . Per ora . I partiti restino pure ligi ai loro ideali per l ' anno 2000 . Fascio non vuoi dire abolizione dei « partiti » e omicidio di coloro che vogliono prestar fede alle loro care ed eterne immacolate idee . Non partiti statici , ma dinamici . Non alleanze , ma intese , fasci , unioni , leghe provvisorie , temporanee , a scadenza breve , fino a quando ( e ci vorranno anni e anni ! ) si liquiderà la guerra in sé e nelle sue complesse e connesse conseguenze . Lavoro ce n ' è per i buoni e per i sapienti . Non Alleanza democratica , ma Fascio nazionale . Non nazionalista . I nazionalisti verranno a noi . Anche perché sulla piazza in maggio furono con noi ai primi posti . Bisogna andare innanzi , ma guardarci indietro : al maggio 1915 , punto di origine della nuova storia e lotta politica italiana . DAL PAESE AL PARLAMENTO , NON VICEVERSA , on . Bonomi . E non abbiamo bisogno della democrazia . È una parola vana . Col diavolo , anche con un forcaiuolo , se vorranno la vittoria d ' Italia e se accetteranno fino alle estreme conseguenze il fatto e l ' idea della guerra . Oggi e specialmente domani . Ma ne riparleremo .