StampaQuotidiana ,
Le
recenti
discussioni
parlamentari
hanno
ancora
una
volta
dimostrato
se
ce
n
'
era
bisogno
la
inutilità
,
almeno
nella
forma
attuale
,
e
la
insincerità
politica
del
Parlamento
.
Se
ne
sarà
certamente
convinto
anche
il
più
strenuo
difensore
del
diritto
parlamentare
,
l
'
on
.
Turati
.
Ma
le
ultime
discussioni
hanno
dimostrato
in
certo
qual
modo
e
sebbene
con
molti
sotterfugi
quali
e
quante
siano
le
forze
in
conflitto
al
fatto
che
tutti
gli
altri
contiene
e
involge
;
la
guerra
.
Nel
Parlamento
si
sono
disegnate
,
a
contorni
più
o
meno
precisi
,
le
forze
che
si
agitano
nel
paese
.
Abbandoniamo
dunque
il
Parlamento
,
e
rivolgiamo
,
ciò
ch
'
è
più
essenziale
,
i
nostri
sguardi
al
Paese
,
per
trarne
dall
'
osservazione
degli
ultimi
fenomeni
politici
e
parlamentari
provvisorie
contingenti
,
ma
reali
e
pratiche
norme
di
condotta
.
Stiamo
freschi
ad
attendere
la
orientazione
dal
Parlamento
.
È
il
Paese
che
può
e
deve
dare
la
orientazione
al
Parlamento
.
Questo
avviene
nei
paesi
in
cui
esiste
una
vera
e
propria
educazione
politica
.
Se
in
questi
ultimi
mesi
l
'
opinione
pubblica
italiana
fosse
stata
netta
,
precisa
,
concentrata
,
univoca
,
solida
e
intransigente
come
lo
fu
già
alla
vigilia
dell
'
intervento
almeno
da
parte
dei
gruppi
interventisti
non
avremmo
assistito
allo
spettacolo
del
Parlamento
e
dei
partiti
parlamentari
disorientati
e
ciechi
come
pazzi
e
ubriachi
.
Se
la
corrente
interventista
fosse
stata
animosa
e
precisa
nel
paese
,
la
crisi
voluta
dai
partiti
parlamentari
interventisti
si
sarebbe
effettuata
,
e
non
si
sarebbe
data
la
soluzione
che
si
è
...
avuta
.
Io
non
so
né
voglio
pesare
le
ragioni
recondite
delle
ultime
agitazioni
parlamentari
dei
nostri
amici
.
Se
si
sono
agitati
dovevano
pur
avere
le
loro
buone
ragioni
,
che
sono
però
rimaste
forse
per
ragioni
superiori
nascoste
.
Se
le
masse
avessero
in
questi
giorni
avuto
,
come
in
maggio
,
la
loro
voce
in
capitolo
,
la
tesi
«
interventista
»
parlamentare
sarebbe
stata
vittoriosa
,
e
Salandra
avrebbe
acceduto
a
Bissolati
e
non
Bissolati
a
Salandra
.
Né
con
ciò
vogliamo
censurare
la
condotta
inspirata
anzi
a
motivi
nobilissimi
dell
'
on
.
Bissolati
e
della
falange
da
lui
rappresentata
;
vogliamo
dire
solo
che
su
l
'
anima
del
Capo
del
Governo
hanno
fatto
forse
più
peso
le
minaccie
stolide
di
agitazioni
nel
paese
dei
socialisti
ufficiali
i
quali
nel
maggio
furono
squalificati
che
non
le
logiche
richieste
di
parte
nostra
.
Non
vogliamo
allarmarci
troppo
,
e
siamo
anzi
contenti
per
il
momento
della
soluzione
.
Il
Governo
ha
sentito
la
volontà
nazionale
.
Il
Governo
va
a
Parigi
.
E
oggi
il
Governo
è
che
conta
.
Il
Parlamento
giunge
sempre
tardi
,
quando
qualche
cosa
è
già
compiuta
.
Non
ci
allarmiamo
dunque
per
il
presente
.
Ma
,
per
ogni
evenienza
,
dobbiamo
tenerci
pronti
.
Dal
maggio
1915
al
marzo
1916
,
vuoi
per
rassegnazione
alle
cose
e
agli
eventi
,
vuoi
per
cieca
fiducia
negli
uomini
,
vuoi
per
non
sembrare
i
fautori
della
discordia
nazionale
,
vuoi
,
sopra
tutto
,
per
l
'
assenza
dei
nostri
capi
e
migliori
gregari
,
quasi
tutti
nell
'
esercito
,
gli
interventisti
attivi
del
paese
si
sono
un
po
'
sparpagliati
,
dispersi
,
cioè
quasi
annullati
.
Ma
dal
momento
che
i
pericoli
ci
sono
sempre
,
che
possono
presentarsi
certe
evenienze
,
che
la
discordia
non
siamo
noi
a
porla
,
che
già
gli
avversari
si
sono
nettamente
manifestati
,
spetta
a
noi
di
riordinarci
in
ischiera
di
combattimento
.
E
ripeto
non
siamo
noi
che
dobbiamo
orientarci
secondo
le
orientazioni
che
non
...
ci
vengono
da
Montecitorio
,
ma
sono
i
nostri
deputati
che
si
devono
rendere
esecutori
delle
nostre
volontà
chiare
,
nette
e
precise
.
Chi
avesse
voluto
trarne
partito
dai
quotidiani
articoli
del
Popolo
d
'
Italia
e
dal
significativo
articolo
del
gennaio
scorso
del
Corriere
della
Sera
:
Alle
fonti
del
malessere
,
per
determinare
nel
paese
la
lotta
politica
(
giacché
anche
in
guerra
la
buona
lotta
politica
non
cessa
mai
)
avrebbe
potuto
,
e
come
!
,
fornire
materia
e
piattaforma
al
Parlamento
.
In
complesso
l
'
ultimo
voto
ha
quasi
,
in
forma
indiretta
,
significato
adesione
alla
tesi
dei
due
giornali
nominati
:
guerra
unica
,
guerra
alla
Germania
;
ma
siamo
sempre
al
quasi
e
alla
forma
indiretta
.
Ma
chi
si
è
fatto
a
sostenere
in
paese
la
tesi
,
e
prima
che
il
Parlamento
si
riaprisse
?
Nessuno
.
Dunque
dobbiamo
riorganizzarci
e
subito
,
e
senza
perdere
un
minuto
di
tempo
.
Oramai
è
chiaro
che
siamo
entrati
nel
periodo
decisivo
della
guerra
europea
.
Bisogna
che
i
partiti
prendano
posizione
,
e
si
tengano
pronti
a
sostenere
anche
durante
le
future
,
lunghe
,
laboriose
e
dolorose
trattative
di
pace
TUTTE
le
ragioni
ideali
e
reali
della
guerra
e
a
sostenere
con
coraggio
e
a
fronte
alta
,
contro
tutti
gli
avversari
interni
,
le
responsabilità
e
le
conseguenze
della
guerra
.
Tutta
la
politica
di
domani
,
estera
,
interna
,
economica
,
finanziaria
,
scolastica
,
doganale
,
sarà
dominata
dall
'
idea
o
dal
fatto
della
guerra
.
Coloro
che
hanno
voluto
ieri
la
guerra
,
devono
volerla
anche
domani
,
nelle
conseguenze
e
sistemazioni
finali
.
Altrimenti
i
deboli
e
i
vigliacchi
non
saranno
lontani
da
noi
.
Noi
lasciamo
e
lasceremo
ai
socialisti
l
'
oramai
vecchio
mestiere
di
sfruttare
come
jene
fameliche
le
conseguenze
della
guerra
.
È
l
'
unica
loro
attuale
speranza
di
fortuna
...
politica
,
l
'
unica
loro
tavola
di
appoggio
.
Perduto
il
contatto
con
l
'
avvenire
giacché
la
vittoria
immancabile
dell
'
Intesa
darà
ragione
A
NOI
Si
limiteranno
a
sfruttare
indecentemente
,
secondo
la
loro
solita
mentalità
,
i
residui
morti
del
passato
.
Le
jene
si
nutrono
di
carogne
.
Ma
noi
proprio
non
ci
spaventiamo
e
non
ci
dobbiamo
spaventare
se
e
in
quanto
organizzati
e
coraggiosi
come
nel
maggio
1915
delle
carnevalate
elettorali
stile
1913
.
Oramai
è
evidente
,
e
solo
per
questo
le
ultime
scene
della
commedia
parlamentare
hanno
un
grande
valore
di
ammonimento
.
La
lotta
è
già
iniziata
.
L
'
ora
della
Patria
a
parte
,
la
discordia
l
'
hanno
già
provocata
.
Da
una
parte
coloro
che
negarono
,
negano
,
sabotano
la
guerra
,
dall
'
altra
coloro
che
la
vollero
e
la
vogliono
e
fortemente
la
vogliono
.
Da
un
lato
coloro
che
già
per
speculazione
elettorale
si
apprestano
a
negare
la
responsabilità
delle
conseguenze
della
guerra
e
coerentemente
AUGURANO
la
pace
,
cioè
la
vittoria
germanica
e
il
disastro
dell
'
Italia
e
dell
'
Intesa
.
Dall
'
altro
coloro
che
vogliono
affrontare
fin
da
oggi
tutte
le
responsabilità
e
che
lavoreranno
sempre
per
la
vittoria
della
guerra
.
Dirò
prossimamente
,
sui
modi
,
i
limiti
e
gli
obiettivi
di
questa
nostra
organizzazione
di
cui
mi
limito
oggi
a
indicare
la
imminente
generica
necessità
.
Ma
non
voglio
chiudere
senza
esprimere
il
mio
compiacimento
nel
notare
che
l
'
on
.
Bonomi
,
in
un
articolo
del
Giornale
del
Mattino
,
di
cui
avrò
modo
di
parlare
,
per
quanto
con
criteri
diversi
e
forse
contrari
,
sia
venuto
alla
stessa
conclusione
dell
'
organizzazione
delle
forze
interventiste
NEL
PAESE
.
L
'
on
.
Bonomi
vuole
che
si
costituisca
nel
paese
a
simiglianza
di
quanto
sul
voto
recente
è
avvenuto
a
Montecitorio
,
una
alleanza
democratica
.
Io
dico
che
non
il
Paese
deve
scimmiottare
il
Parlamento
e
i
fenomeni
più
o
meno
sinceri
parlamentari
:
ma
il
Parlamento
e
i
suoi
partiti
devono
adeguarsi
al
Paese
e
alle
sue
reali
e
concrete
tendenze
di
fatto
.
Brevemente
,
salvo
a
spiegarmi
in
seguito
,
io
non
sono
per
il
vecchio
bandierone
democratico
che
,
non
meno
della
ideologia
socialistica
,
è
stato
seppellito
dalla
guerra
europea
.
Socialismo
e
Democrazia
sono
la
medesima
cosa
.
Morto
l
'
uno
,
in
una
certa
sua
forma
,
morta
l
'
altra
.
Alleanza
democratica
!
Un
nome
e
una
cosa
suggestiva
!
Ma
toh
!
chi
si
vede
!
Ritornano
a
galla
i
cadaveri
?
Ritornano
i
fenomeni
politici
che
spazzammo
via
con
un
riuscito
colpo
di
mano
nelle
giornate
di
maggio
?
La
piattaforma
ci
è
data
dalla
piazza
comiziante
in
maggio
nel
1915
.
Non
facciamo
passi
sbagliati
,
e
,
sopra
tutto
,
non
facciamo
passi
indietro
,
non
rivalorizziamo
,
in
nome
della
democrazia
,
ciò
che
deponemmo
nella
fossa
.
Altro
che
democrazia
e
Alleanza
democratica
!
La
vecchia
mentalità
formalistica
,
dommatica
,
canonica
,
massonica
,
teutonica
-
lazzariana
dev
'
essere
credo
finita
.
La
nuova
mentalità
politica
vuol
essere
,
dev
'
essere
libera
,
realistica
,
pragmatistica
,
cioè
veramente
idealistica
.
Quanto
idealismo
senza
formule
,
senza
programmi
,
senza
partiti
,
senza
bandierone
e
nessuna
congrega
nelle
giornate
di
maggio
!
Furono
giorni
di
vivida
creazione
!
Questo
è
pure
mi
piace
il
dirlo
il
pensiero
in
private
conversazioni
espressomi
dal
nostro
migliore
duce
Benito
Mussolini
,
assente
.
Non
impegniamoci
troppo
per
scadenze
lontane
.
Vogliamo
programmi
concreti
,
PER
LA
VITTORIA
,
per
il
DOPO
GUERRA
,
per
questi
soli
concreti
obiettivi
.
Per
ora
.
I
partiti
restino
pure
ligi
ai
loro
ideali
per
l
'
anno
2000
.
Fascio
non
vuoi
dire
abolizione
dei
«
partiti
»
e
omicidio
di
coloro
che
vogliono
prestar
fede
alle
loro
care
ed
eterne
immacolate
idee
.
Non
partiti
statici
,
ma
dinamici
.
Non
alleanze
,
ma
intese
,
fasci
,
unioni
,
leghe
provvisorie
,
temporanee
,
a
scadenza
breve
,
fino
a
quando
(
e
ci
vorranno
anni
e
anni
!
)
si
liquiderà
la
guerra
in
sé
e
nelle
sue
complesse
e
connesse
conseguenze
.
Lavoro
ce
n
'
è
per
i
buoni
e
per
i
sapienti
.
Non
Alleanza
democratica
,
ma
Fascio
nazionale
.
Non
nazionalista
.
I
nazionalisti
verranno
a
noi
.
Anche
perché
sulla
piazza
in
maggio
furono
con
noi
ai
primi
posti
.
Bisogna
andare
innanzi
,
ma
guardarci
indietro
:
al
maggio
1915
,
punto
di
origine
della
nuova
storia
e
lotta
politica
italiana
.
DAL
PAESE
AL
PARLAMENTO
,
NON
VICEVERSA
,
on
.
Bonomi
.
E
non
abbiamo
bisogno
della
democrazia
.
È
una
parola
vana
.
Col
diavolo
,
anche
con
un
forcaiuolo
,
se
vorranno
la
vittoria
d
'
Italia
e
se
accetteranno
fino
alle
estreme
conseguenze
il
fatto
e
l
'
idea
della
guerra
.
Oggi
e
specialmente
domani
.
Ma
ne
riparleremo
.