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Si chiama e si firma proprio così : nei rapporti con L ' ATM , Si capisce . In una azienda così grossa capitano frequenti gli omonimi , fra i dipendenti di ieri e quelli di oggi , perciò conviene , per intendersi , dar loro un numero progressivo . Si sa per esempio di un Rossi duecentonovantasette . Lorini Quattro invece non esiste , e per adesso è lui l ' ultimo della dinastia : Lorini Due era suo padre , mentre di Lorini Uno si son perse le tracce . Ma il suo vero nome è Franco : un uomo di poco sopra i quaranta , col viso asciutto , i capelli castani , un po ' stempiato , gli occhi fermi e chiari , il sorriso difficile e un po ' stirato , come tutti quelli che soffrono allo stomaco . L ' ho incontrato in un bar vicino alla grande rimessa di Baggio , in via delle Forze Armate , e intorno altri colleghi , incuriositi , stavano a sentire , uno ha azzardato un parere , e a poco a poco tutti intervenivano a correggere , precisare , aggiungere . Mi ci ha portato un giovanotto avellinese di nome Spirito , anzi Spirito Uno , prova , se occorresse , dell ' immissione dei meridionali in questo vecchio mestiere milanese con tradizioni antiche di quasi un secolo . Spirito Uno è appunto allievo di Lorini Tre , e fa il bigliettario ( « si dice così , siete voialtri che dimenticate sempre la erre » ) ma con un mese di corso può passare guidatore , o manovratore , come sta scritto sulla targhetta , che t ' ammonisce di non parlargli , perché altrimenti si distrae . Ma è poi difficile condurre , guidare , manovrare , pilotare , comunque si dica , un tram ? In sé non è difficile , spiega Lorini , i comandi sono due , cioè il « controller » ( questo è il nome tecnico ma tra loro dicono « manetta » ) e il freno . Il campanello si suona col piede . Svoltare svolta da sé , naturalmente , questo bestione più pesante d ' un carro armato , che costa venticinque milioni , ed è mosso da quattro motori di 650 volts ciascuno . Portarlo di qui a San Siro , mettiamo , con la città sgombra , riuscirebbe facile anche a me . Le cose cambiano se pensiamo che le strade sono ingombre di mezzi e di pedoni , che la gente sale e scende , che bisogna star bene attenti agli orari . I ritardi sono giustificabili ( se c ' è un ingorgo , se manca la corrente ) ma gli anticipi , sopra il minuto , mai , allora c ' è il rapporto e la multa . Sono dalle tre alle quattro doppie corse giornaliere , in un turno di sei ore e mezza continuato , tranne che per gli anziani , ai quali tocca l ' orario speciale . Può sembrare comodo e non lo è affatto . Se ne accorgono appunto i nuovi arrivati come Spirito : hanno fatto il militare nel Nord , questi meridionali , oppure hanno sentito dire che quassù la vita è tutta rose , i salari alti , gli svaghi infiniti , la libertà , le ragazze , ma poi , quando sono entrati nell ' ATM , e agli inizi prendono cinquantamila al mese , e devono pagarsi la camera , il mangiare , la lavatura , le sigarette , allora s ' accorgono che non c ' è proprio da scialare . E nemmeno ci sono grandi possibilità di far carriera : entri bigliettario , e se non fai il corso di guidatore , bigliettario rimani . Altrimenti puoi diventare controllore , controllore capo , vice ispettore , ispettore , e qui ti fermi . Ogni passaggio è subordinato all ' esame di concorso , severo . Franco Lorini entrò nelle tranvie nell ' immediato dopoguerra . Classe 1921 , ha digerito la sua bella fetta di naja , è tornato con in tasca appena il diploma di terza avviamento , e a quei tempi trovare un posto non era facile , e poi l ' esempio paterno finì per convincerlo . Ora c ' è e ci resterà fino alla pensione , che arriva a sessant ' anni , ma se potesse tornare indietro , e avere vent ' anni con le possibilità di oggi , farebbe volentieri l ' operaio meccanico specializzato . Con moglie e un figlio , compresi gli assegni familiari , prende al netto poco più di sessantamila lire . Altri suoi colleghi si cercano un secondo lavoro , dopo il turno di servizio , ma lui no : il tempo libero lo dedica al figlio Claudio , che ha tanto bisogno di aria aperta . E potendo lo farà studiare , perché già mostra buona disposizione a imparare . Gli domando come sono , dal punto di vista suo , i rapporti col pubblico . « Prenda l ' esempio di Roma » ( sempre il solito paragone , anche lui ) . « A Roma è differente , in tram parlano tutti , così il bigliettario si sfoga , il guidatore anche . Magari ci scappa lo sfottò , il mezzo insulto , ma è roba che si scorda subito , e fa bene ai nervi . Qui invece chiacchierano poco e covano dentro , e il bigliettario incassa , il guidatore incassa . Le proteste di chi ha fretta , la muta ostinazione di chi sosta sulla piattaforma di dietro , ( e quel « portarsi avanti » che tanto mi irrita , spiega Lorini , non è per malanimo : anche se la piattaforma è sgombra , il regolamento parla chiaro , e il bigliettario deve dire sempre così , perché può essere l ' ispettore in incognito , in borghese , che annota e poi fa il suo bel rapporto ) , i clacson irritati degli automobilisti . Però sono uomini anche loro , incassano incassano , e a un certo punto sbottano e magari ne fa le spese il passeggero che aveva ragione . Ci vorrebbe più comprensione , più bonomia , certo , ma qui a Milano è facile dirlo , assai meno facile arrivarci : hanno tutti fretta , hanno tutti i guai per la testa , hanno la grana , e la grana si capisce , l ' ansia di arrivare a farla , tanta e presto , oppure poca e tutti i giorni , quella poca che serve per non andare sotto , che come risultato è lo stesso , anche per i tranvieri : ecco perché tanti casi di epatite , di mal di fegato . E poi l ' ulcera gastrica , che dipende anche dai turni , dal dovere ogni giorno mettersi in giro col pasto sullo stomaco . E poi i reumatismi e le artriti , specialmente il guidatore , che ha la porta davanti proprio a un metro dal lungo umido inverno milanese . Ma insomma , vien fatto di chiedere a Lorini Tre , ci sono aspetti positivi , qualcosa che valga la pena nel suo mestiere ? Ci pensa un po ' , con gli occhi sempre fissi , un po ' duri , e finalmente ecco . C ' è la solidarietà fra compagni di lavoro , gran bella cosa ( però il pubblico , precisa , quando scioperano sembra che non li consideri lavoratori come tutti gli altri ) , c ' è la sicurezza del lavoro e della pensione , che scoccati i sessant ' anni è pari al 92 per cento della paga . Che altro ? Un bel centro climatico a Ospedaletti , che in pratica è un albergo di lusso , purtroppo piccolo per accogliere tutti ; e infatti lui c ' è stato due volte solo . Poi le colonie per i bambini , e la banda musicale , che è fra le migliori d ' Italia , e anzi di recente si è classificata sesta a un concorso internazionale in Germania : ma qui , a parte l ' orgoglio , la soddisfazione è di chi ci suona , e ha un ' ora di abbuono giornaliero per le prove . Poi la squadra di calcio che gioca in serie D , i gruppi di pesca , di caccia , di bocce . Lo sport anzi ha sempre dato buoni frutti , all ' ATM : dai pugili dilettanti sono usciti fior di campioni , come Giancarlo Garbelli , beniamino del pubblico milanese , che un tempo puliva i tram proprio nella rimessa lì accanto . Anche Lorini un tempo faceva , e bene , dello sport : era lottatore nei pesi piuma , e poi fu per dieci anni arbitro di calcio . Oramai però basta : lo sport lo legge sui giornali ( libri purtroppo non ne compra , costano cari , dice ) , e il tempo libero lo dedica quasi tutto alla persona che gli è più cara al mondo : Claudio . Gli piacerebbe che diventasse Lorini Quattro ? No , sinceramente no .