StampaQuotidiana ,
Ogni
vagone
ha
otto
scompartimenti
,
con
quattro
cuccette
ciascuno
:
in
seconda
classe
,
la
nostra
,
sono
di
legno
,
incavate
a
culla
,
col
materassino
e
il
guanciale
di
piuma
,
più
tardi
viene
un
uomo
a
portare
due
lenzuola
,
la
federa
,
la
coperta
e
la
traversa
,
cioè
una
striscia
di
stoffa
che
si
mette
fra
materasso
e
lenzuolo
inferiore
.
Dovremo
stare
qua
sopra
ventisette
ore
;
perciò
organizziamoci
:
prendere
dalle
valigie
quello
che
serve
più
spesso
,
l
'
occorrente
per
il
bagno
,
un
libro
,
l
'
agenda
,
le
pantofole
,
mentre
le
scarpe
siano
riposte
,
e
le
valigie
ben
sistemate
perché
non
ingombrino
.
C
'
è
molto
spazio
,
sotto
le
cuccette
e
sopra
la
porta
.
Per
terra
tappeti
,
perciò
attenti
alla
cenere
,
ognuno
ha
il
suo
portacicche
e
l
'
adoperi
.
Le
sigarette
stiano
pure
sul
tavolino
,
chi
piglia
piglia
,
ma
il
mazzetto
dei
dollari
spostiamolo
nella
tasca
di
dietro
dei
calzoni
.
Questo
è
il
pacchetto
dei
medicinali
:
garza
,
cotone
idrofilo
,
emostatico
,
alcol
,
pomicetta
solforosa
per
calli
e
duroni
,
tappi
di
cera
auricolari
per
il
troppo
rumore
,
sia
del
treno
sia
di
chi
eventualmente
russa
,
confetti
lassativi
per
chi
non
va
,
pastiglie
per
la
tosse
e
per
il
mal
di
capo
,
cerotti
,
aspirine
e
piramidone
in
caso
di
raffreddore
.
C
'
è
la
luce
centrale
,
al
neon
,
quella
blu
per
la
notte
,
i
lumini
individuali
a
capo
del
letto
,
e
sul
tavolo
,
ampio
e
comodo
per
giocare
a
carte
o
per
scrivere
,
la
lampada
col
paralume
.
Quel
bottone
è
per
regolare
il
volume
della
radio
centralizzata
,
dietro
la
porta
un
grande
specchio
,
e
la
presa
per
la
corrente
,
qui
e
nel
corridoio
.
Andrà
bene
per
le
spine
dei
nostri
rasoi
elettrici
?
La
signora
padovana
ha
già
provato
,
Mariavergine
,
edice
che
vanno
bene
.
Ogni
vagone
ha
il
distributore
dell
'
acqua
fresca
,
col
suo
bicchiere
di
vetro
,
uno
solo
,
e
bisogna
adoperarlo
alla
russa
,
l
'
orlo
del
bicchiere
appoggiato
all
'
attaccatura
del
mento
,
e
le
labbra
peschino
direttamente
nel
liquido
.
La
prima
volta
ci
si
bagna
.
E
c
'
è
anche
il
samovar
acceso
in
continuazione
,
chi
vuole
tè
lo
può
chiedere
all
'
inserviente
,
sempre
.
Il
bagno
naturalmente
è
in
fondo
a
sinistra
e
sulla
porta
sta
scritto
,
in
cirillico
:
tualèt
:
più
chiaro
di
così
.
Sto
per
entrarci
,
ma
sta
per
entrarci
anche
un
soldatino
giovane
giovane
-
dimostra
sedici
anni
-
in
calzoni
e
canottiera
celeste
.
Vai
vai
,
soldatino
,
ma
quando
hai
finito
bussami
,
qui
,
vedi
,
al
sette
.
Capisce
a
volo
.
Il
guaio
semmai
è
il
lavandino
:
perché
venga
l
'
acqua
bisogna
premere
,
da
sotto
in
su
,
uno
zipolo
attaccato
alla
cannella
,
è
scomodo
e
ci
si
bagna
.
Rientro
ed
ecco
la
sorpresa
:
sul
cuscino
c
'
è
la
faccia
barbuta
,
onesta
e
democratica
,
del
generale
Grant
,
stampata
sul
diritto
della
banconota
da
cinquanta
dollari
,
con
allegato
un
biglietto
:
chi
,
dove
,
quando
.
Rispondo
subito
:
a
Budapest
,
tra
le
nove
e
le
dieci
di
ieri
sera
,
mentre
stavo
nel
bagno
.
Esecutore
materiale
,
Ivano
il
giornalista
.
Risposta
esatta
.
Brava
gente
,
però
,
gli
italiani
,
non
dovremmo
dirne
sempre
male
:
si
sta
bene
con
gli
italiani
,
sanno
reggere
gli
scherzi
.
E
allora
vuol
dire
che
la
bottiglia
di
grappa
d
'
albicocche
non
la
porto
a
Milano
,
no
,
e
se
qualcuno
trova
un
cavatappi
ce
la
scoliamo
noialtri
italiani
,
ci
pensa
Riccio
,
ha
già
visto
lo
spoletino
grosso
col
coltello
a
cento
usi
.
Però
vuole
in
compenso
la
sua
sorsata
,
e
neanche
il
soldatino
russo
dice
di
no
.
Comunque
ne
rimangono
tre
quarti
buoni
.
Tutti
e
quattro
in
cuccetta
,
cominciano
i
giri
,
da
sotto
vedi
comparire
un
braccio
armato
di
bottiglia
.
Primo
giro
alla
salute
dell
'
Italia
:
bevi
fratello
.
Secondo
giro
,
urrà
per
tutte
le
Russie
:
bevi
compagno
.
Il
terzo
giro
è
quello
della
buonanotte
.
Buonanotte
a
tutti
.
E
buonanotte
ai
suonatori
.
Anzi
,
ai
Senatori
.
«
Senatores
boni
viri
.
At
senatus
mala
bestia
.
»
Amen
.
Ci
destiamo
a
giorno
fatto
,
col
mal
di
capo
,
e
il
treno
corre
nella
pianura
più
piana
del
mondo
,
la
si
intravede
sterminata
dietro
i
filari
di
piante
che
,
a
mo
'
di
frangivento
,
fiancheggiano
i
binari
.
Ogni
tanto
un
agglomerato
di
casette
,
di
muro
o
di
legno
,
coi
tetti
normali
,
non
più
spioventi
come
nelle
terre
di
Cecco
Beppe
.
Eppure
nevica
anche
qui
,
no
?
I
colori
sono
miti
,
dolci
,
di
pastello
:
azzurro
il
cielo
,
la
campagna
svaria
dal
verdolino
all
'
oro
vecchio
alla
ruggine
,
senza
nulla
di
drammatico
.
Dove
hanno
arato
la
terra
è
nerastra
,
non
per
niente
questa
è
l
'
Ucraina
.
Ieri
sera
ci
hanno
tenuti
leggeri
,
col
mangiare
,
solo
un
piatto
di
gulasch
con
le
patate
,
ma
stamani
la
colazione
è
robusta
:
pane
bianco
,
pane
nero
,
burro
,
tè
,
salsicciotto
e
ancora
patate
.
Le
due
inservienti
sono
bionde
e
traccagnotte
,
con
il
grembiule
nero
e
la
crestina
bianca
messa
un
po
'
storta
come
se
non
ci
fossero
abituate
.
Hanno
le
mani
delle
contadine
,
e
sbattono
le
posate
sui
tavoli
con
fiera
decisione
.
Il
tè
è
gratis
,
chi
vuole
altri
beveraggi
se
li
paga
,
ma
con
che
cosa
?
Qui
sul
treno
non
si
trova
da
cambiare
.
Però
orientiamoci
.
Dunque
:
la
birra
si
chiama
pivo
,
il
vino
come
da
noi
,
ma
con
l
'
accento
sulla
o
,
il
tè
si
dice
ciai
,
la
vodka
naturalmente
è
parola
russa
,
mentre
la
voda
è
soltanto
acqua
.
Il
pane
hlieb
,
le
patate
cartofie
.
Se
dici
spassiba
rispondono
pagiosfie
,
o
roba
del
genere
.
Basterebbe
per
andare
in
capo
al
mondo
,
ma
intanto
,
dopo
colazione
,
facciamo
un
altro
riposino
.
E
dopo
pranzo
la
dormita
vera
e
propria
,
tutti
d
'
accordo
,
con
il
finestrino
chiuso
all
'
ultimo
momento
per
mandar
via
il
fumo
,
le
tende
abbassate
e
i
tappi
nelle
orecchie
.
Tutto
a
posto
:
Mimmo
ha
preso
il
lassativo
,
il
tabaccaio
senese
ha
detto
che
per
ora
sta
bene
e
speriamo
duri
,
con
cauto
ottimismo
.
Senatori
è
scomparso
.
Siamo
un
minuscolo
collettivo
che
funziona
perfettamente
.
Anzi
,
questo
treno
potrebbe
continuare
oltre
Mosca
,
imboccare
la
transiberiana
,
menarci
dritto
a
Vladivostok
,
una
settimana
intera
,
forse
dieci
giorni
di
tatum
tatum
tatum
tatum
sulle
rotaie
che
,
come
è
noto
,
hanno
uno
scartamento
superiore
al
nostro
,
su
questi
vagoni
ben
più
ammortizzati
e
comodi
dei
nostri
.
Sarebbe
un
viaggio
meraviglioso
:
la
gente
mangia
,
beve
e
dorme
,
non
ci
sono
preoccupazioni
per
l
'
indomani
,
tempo
per
guardare
il
panorama
(
unico
nostro
lavoro
)
ce
n
'
è
d
'
avanzo
,
le
sigarette
sono
di
tutti
,
i
medicinali
anche
,
nessuno
si
agita
invano
,
insomma
siamo
nel
paese
del
socialismo
e
lo
percorriamo
seguendo
la
via
italiana
.
Strada
facendo
chi
non
ha
moglie
potrebbe
anche
sposarsi
,
perché
il
capotreno
ha
l
'
autorità
di
congiungere
in
legittimo
nodo
,
tu
,
Mimmo
,
chi
prenderesti
?
La
bolognese
grassa
?
E
tu
?
La
ragazzina
sovietica
che
cammina
pari
pari
,
che
sta
sulle
sue
,
ma
forse
solo
perché
è
timida
?
Si
chiama
Natascia
.
O
invece
Svetlana
,
che
significa
Chiara
,
l
'
altra
accompagnatrice
che
è
comparsa
stamattina
e
sorride
tanto
bene
?
Bisogna
andare
a
trovare
la
signora
Lucia
,
che
alloggia
nell
'
altro
vagone
con
la
padovana
barbuta
,
un
'
altra
donna
e
il
veterinario
dal
pizzetto
grigio
.
È
tutta
contenta
perché
ha
saputo
da
Svetlana
-
Chiara
certe
cose
molto
,
molto
interessanti
.
Per
esempio
,
mi
dice
,
in
Russia
non
c
'
è
più
la
proprietà
privata
,
la
terra
non
è
di
un
padrone
ma
dello
Stato
,
che
la
dà
in
conduzione
alle
cooperative
dei
contadini
,
che
si
chiamano
(
ha
preso
appunti
)
,
si
chiamano
colcos
,
legge
.
Molto
interessante
.
Svetlana
ha
anche
distribuito
un
foglietto
dell
'
Inturist
,
dove
si
comunica
,
anzi
«
si
ha
l
'
onore
di
comunicare
»
agli
ospiti
stranieri
che
sul
territorio
sovietico
possono
fotografare
e
cinematografare
tutto
quello
che
vogliono
.
Con
queste
eccezioni
:
le
installazioni
militari
,
le
ferrovie
,
i
ponti
,
le
strade
e
le
opere
d
'
arte
.
Vale
a
dire
che
fotograferemo
gli
alberi
,
le
nuvole
e
le
cornacchie
.
E
invece
tutti
fotografano
,
in
bianco
e
nero
e
a
colori
,
tutto
quel
che
vogliono
,
saltano
fuori
macchine
a
decine
.
Ormai
il
turista
italiano
si
è
americanizzato
,
in
questo
:
anziché
guardare
le
cose
le
fotografa
,
poi
a
casa
sua
guarderà
le
fotografie
.
Alla
stazione
di
Kiev
,
Riccio
s
'
affaccia
alla
porta
del
vagone
in
pigiama
,
caccia
un
urlo
da
Tarzan
e
rimane
lì
a
dondolarsi
attaccato
alle
maniglie
.
Da
ogni
parte
accorrono
ferrovieri
,
poliziotti
,
colcosiani
e
ridono
,
con
grande
mostra
di
denti
d
'
acciaio
,
e
Ivano
li
riprende
con
la
macchina
cinematografica
.
Riprende
il
treno
fermo
,
noi
in
piedi
vicino
alla
scritta
cirillica
Ciop
-
Mosca
,
Riccio
che
continua
a
fare
Tarzan
sulla
porta
del
vagone
,
ancora
noi
in
gruppo
coi
colcosiani
che
ridono
,
i
cesti
delle
mele
e
delle
rape
,
la
ferrovia
con
la
bandierina
rossa
.
E
mentre
dura
questo
bailamme
italo
-
ucraino
all
'
improvviso
il
treno
se
ne
va
.
Pare
che
l
'
altoparlante
abbia
avvertito
gli
italiani
di
salire
in
vettura
,
ma
Riccio
era
troppo
occupato
a
far
ridere
i
colcosiani
e
non
ci
ha
tradotto
il
messaggio
.
Ed
ecco
che
a
fare
Tarzan
stavolta
siamo
una
ventina
,
aggrappolati
sul
predellino
,
mentre
il
treno
riprende
velocità
,
e
ci
sfila
dinanzi
la
fumigante
periferia
industriale
di
Kiev
,
e
poi
il
Dnieper
grandissimo
,
coi
barconi
,
i
vaporetti
e
le
barche
ferme
a
pescare
.
Nessuno
è
rimasto
a
terra
.
Il
soldatino
in
canottiera
celeste
si
chiama
Tolia
Ivanovic
,
cioè
,
Anatolio
Di
Giovanni
,
e
gli
scompartimenti
se
lo
contendono
,
lo
intontiscono
a
furia
di
sigarette
,
di
manate
sulle
spalle
,
di
meraviglie
occidentali
:
i
rasoi
a
pila
,
l
'
accendino
con
incorporato
l
'
orologio
(
e
funziona
!
)
,
le
forbicette
per
le
unghie
che
paiono
un
arnese
chirurgico
.
Mi
pare
intimorito
,
un
po
'
diffidente
:
la
ferma
in
Russia
è
di
tre
anni
,
dai
diciannove
ai
ventidue
,
lui
viene
naturalmente
da
Budapest
e
va
in
licenza
al
paese
suo
,
dietro
gli
Urali
.
Non
vuol
farsi
fotografare
.
Capisco
perché
solo
quando
all
'
improvviso
domanda
a
Riccio
se
lui
lavora
,
in
Italia
.
Anche
Mimmo
lavora
?
Anche
Ivano
?
Lavorate
tutti
,
insomma
?
Certo
,
soldatino
,
lavoriamo
tutti
,
da
noi
in
Italia
,
non
c
'
è
il
socialismo
,
ma
chi
non
lavora
non
mangia
,
se
è
nato
povero
.
E
quelli
nati
ricchi
non
sperare
di
trovarli
su
una
seconda
classe
Venezia
-
Mosca
,
settantaquattromila
lire
,
poco
più
di
cento
rubli
,
tutto
compreso
.
Gli
spieghiamo
anche
i
nostri
mestieri
:
impiegato
,
albergatore
,
giornalista
,
pisatel
(
sarei
io
)
.
E
se
siamo
tutti
lavoratori
-
finito
il
militare
lui
diventerà
ingegnere
elettrico
-
fotografiamoci
insieme
.
Più
vicini
,
altrimenti
non
ci
entrate
,
così
abbracciatevi
.
«
Mi
presti
il
berretto
?
»
chiede
Riccio
,
e
glielo
leva
,
per
metterselo
in
capo
.
La
tunica
non
me
la
presti
?
Sicuro
,
se
la
leva
,
ridendo
,
e
indossa
il
pigiama
a
righe
di
Riccio
.
I
calzoni
no
.
Coi
fanti
si
può
scherzare
,
ma
ci
sono
dei
limiti
:
dalla
cintola
in
su
.
Lo
ritroviamo
qualche
ora
più
tardi
nel
corridoio
,
dopo
la
cena
,
dopo
l
'
ultima
breve
siesta
,
dopo
rifatte
le
valigie
.
Allora
siamo
intesi
,
soldato
Anatolio
figlio
di
Giovanni
:
saluta
il
padre
tuo
Giovanni
e
tutta
la
famiglia
,
là
dietro
gli
Urali
.
Auguri
:
che
venga
presto
il
giorno
del
congedo
che
tu
diventi
un
bravo
ingegnere
elettrico
.
E
ricordati
sempre
che
in
tutto
il
mondo
la
gente
lavora
,
anche
in
Italia
.
Se
capiti
dalle
nostre
parti
,
vieni
a
trovarci
.
È
l
'
ora
degli
ultimi
dasvidanie
,
perché
quel
triangolo
di
luci
sospeso
nel
buio
è
il
fastigio
dell
'
università
.
Quasi
si
stenta
a
crederlo
,
eppure
siamo
arrivati
a
Mosca
.