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In viaggio ci si sposa davanti al capotreno ( Bianciardi Luciano , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Ogni vagone ha otto scompartimenti , con quattro cuccette ciascuno : in seconda classe , la nostra , sono di legno , incavate a culla , col materassino e il guanciale di piuma , più tardi viene un uomo a portare due lenzuola , la federa , la coperta e la traversa , cioè una striscia di stoffa che si mette fra materasso e lenzuolo inferiore . Dovremo stare qua sopra ventisette ore ; perciò organizziamoci : prendere dalle valigie quello che serve più spesso , l ' occorrente per il bagno , un libro , l ' agenda , le pantofole , mentre le scarpe siano riposte , e le valigie ben sistemate perché non ingombrino . C ' è molto spazio , sotto le cuccette e sopra la porta . Per terra tappeti , perciò attenti alla cenere , ognuno ha il suo portacicche e l ' adoperi . Le sigarette stiano pure sul tavolino , chi piglia piglia , ma il mazzetto dei dollari spostiamolo nella tasca di dietro dei calzoni . Questo è il pacchetto dei medicinali : garza , cotone idrofilo , emostatico , alcol , pomicetta solforosa per calli e duroni , tappi di cera auricolari per il troppo rumore , sia del treno sia di chi eventualmente russa , confetti lassativi per chi non va , pastiglie per la tosse e per il mal di capo , cerotti , aspirine e piramidone in caso di raffreddore . C ' è la luce centrale , al neon , quella blu per la notte , i lumini individuali a capo del letto , e sul tavolo , ampio e comodo per giocare a carte o per scrivere , la lampada col paralume . Quel bottone è per regolare il volume della radio centralizzata , dietro la porta un grande specchio , e la presa per la corrente , qui e nel corridoio . Andrà bene per le spine dei nostri rasoi elettrici ? La signora padovana ha già provato , Mariavergine , edice che vanno bene . Ogni vagone ha il distributore dell ' acqua fresca , col suo bicchiere di vetro , uno solo , e bisogna adoperarlo alla russa , l ' orlo del bicchiere appoggiato all ' attaccatura del mento , e le labbra peschino direttamente nel liquido . La prima volta ci si bagna . E c ' è anche il samovar acceso in continuazione , chi vuole tè lo può chiedere all ' inserviente , sempre . Il bagno naturalmente è in fondo a sinistra e sulla porta sta scritto , in cirillico : tualèt : più chiaro di così . Sto per entrarci , ma sta per entrarci anche un soldatino giovane giovane - dimostra sedici anni - in calzoni e canottiera celeste . Vai vai , soldatino , ma quando hai finito bussami , qui , vedi , al sette . Capisce a volo . Il guaio semmai è il lavandino : perché venga l ' acqua bisogna premere , da sotto in su , uno zipolo attaccato alla cannella , è scomodo e ci si bagna . Rientro ed ecco la sorpresa : sul cuscino c ' è la faccia barbuta , onesta e democratica , del generale Grant , stampata sul diritto della banconota da cinquanta dollari , con allegato un biglietto : chi , dove , quando . Rispondo subito : a Budapest , tra le nove e le dieci di ieri sera , mentre stavo nel bagno . Esecutore materiale , Ivano il giornalista . Risposta esatta . Brava gente , però , gli italiani , non dovremmo dirne sempre male : si sta bene con gli italiani , sanno reggere gli scherzi . E allora vuol dire che la bottiglia di grappa d ' albicocche non la porto a Milano , no , e se qualcuno trova un cavatappi ce la scoliamo noialtri italiani , ci pensa Riccio , ha già visto lo spoletino grosso col coltello a cento usi . Però vuole in compenso la sua sorsata , e neanche il soldatino russo dice di no . Comunque ne rimangono tre quarti buoni . Tutti e quattro in cuccetta , cominciano i giri , da sotto vedi comparire un braccio armato di bottiglia . Primo giro alla salute dell ' Italia : bevi fratello . Secondo giro , urrà per tutte le Russie : bevi compagno . Il terzo giro è quello della buonanotte . Buonanotte a tutti . E buonanotte ai suonatori . Anzi , ai Senatori . « Senatores boni viri . At senatus mala bestia . » Amen . Ci destiamo a giorno fatto , col mal di capo , e il treno corre nella pianura più piana del mondo , la si intravede sterminata dietro i filari di piante che , a mo ' di frangivento , fiancheggiano i binari . Ogni tanto un agglomerato di casette , di muro o di legno , coi tetti normali , non più spioventi come nelle terre di Cecco Beppe . Eppure nevica anche qui , no ? I colori sono miti , dolci , di pastello : azzurro il cielo , la campagna svaria dal verdolino all ' oro vecchio alla ruggine , senza nulla di drammatico . Dove hanno arato la terra è nerastra , non per niente questa è l ' Ucraina . Ieri sera ci hanno tenuti leggeri , col mangiare , solo un piatto di gulasch con le patate , ma stamani la colazione è robusta : pane bianco , pane nero , burro , tè , salsicciotto e ancora patate . Le due inservienti sono bionde e traccagnotte , con il grembiule nero e la crestina bianca messa un po ' storta come se non ci fossero abituate . Hanno le mani delle contadine , e sbattono le posate sui tavoli con fiera decisione . Il tè è gratis , chi vuole altri beveraggi se li paga , ma con che cosa ? Qui sul treno non si trova da cambiare . Però orientiamoci . Dunque : la birra si chiama pivo , il vino come da noi , ma con l ' accento sulla o , il tè si dice ciai , la vodka naturalmente è parola russa , mentre la voda è soltanto acqua . Il pane hlieb , le patate cartofie . Se dici spassiba rispondono pagiosfie , o roba del genere . Basterebbe per andare in capo al mondo , ma intanto , dopo colazione , facciamo un altro riposino . E dopo pranzo la dormita vera e propria , tutti d ' accordo , con il finestrino chiuso all ' ultimo momento per mandar via il fumo , le tende abbassate e i tappi nelle orecchie . Tutto a posto : Mimmo ha preso il lassativo , il tabaccaio senese ha detto che per ora sta bene e speriamo duri , con cauto ottimismo . Senatori è scomparso . Siamo un minuscolo collettivo che funziona perfettamente . Anzi , questo treno potrebbe continuare oltre Mosca , imboccare la transiberiana , menarci dritto a Vladivostok , una settimana intera , forse dieci giorni di tatum tatum tatum tatum sulle rotaie che , come è noto , hanno uno scartamento superiore al nostro , su questi vagoni ben più ammortizzati e comodi dei nostri . Sarebbe un viaggio meraviglioso : la gente mangia , beve e dorme , non ci sono preoccupazioni per l ' indomani , tempo per guardare il panorama ( unico nostro lavoro ) ce n ' è d ' avanzo , le sigarette sono di tutti , i medicinali anche , nessuno si agita invano , insomma siamo nel paese del socialismo e lo percorriamo seguendo la via italiana . Strada facendo chi non ha moglie potrebbe anche sposarsi , perché il capotreno ha l ' autorità di congiungere in legittimo nodo , tu , Mimmo , chi prenderesti ? La bolognese grassa ? E tu ? La ragazzina sovietica che cammina pari pari , che sta sulle sue , ma forse solo perché è timida ? Si chiama Natascia . O invece Svetlana , che significa Chiara , l ' altra accompagnatrice che è comparsa stamattina e sorride tanto bene ? Bisogna andare a trovare la signora Lucia , che alloggia nell ' altro vagone con la padovana barbuta , un ' altra donna e il veterinario dal pizzetto grigio . È tutta contenta perché ha saputo da Svetlana - Chiara certe cose molto , molto interessanti . Per esempio , mi dice , in Russia non c ' è più la proprietà privata , la terra non è di un padrone ma dello Stato , che la dà in conduzione alle cooperative dei contadini , che si chiamano ( ha preso appunti ) , si chiamano colcos , legge . Molto interessante . Svetlana ha anche distribuito un foglietto dell ' Inturist , dove si comunica , anzi « si ha l ' onore di comunicare » agli ospiti stranieri che sul territorio sovietico possono fotografare e cinematografare tutto quello che vogliono . Con queste eccezioni : le installazioni militari , le ferrovie , i ponti , le strade e le opere d ' arte . Vale a dire che fotograferemo gli alberi , le nuvole e le cornacchie . E invece tutti fotografano , in bianco e nero e a colori , tutto quel che vogliono , saltano fuori macchine a decine . Ormai il turista italiano si è americanizzato , in questo : anziché guardare le cose le fotografa , poi a casa sua guarderà le fotografie . Alla stazione di Kiev , Riccio s ' affaccia alla porta del vagone in pigiama , caccia un urlo da Tarzan e rimane lì a dondolarsi attaccato alle maniglie . Da ogni parte accorrono ferrovieri , poliziotti , colcosiani e ridono , con grande mostra di denti d ' acciaio , e Ivano li riprende con la macchina cinematografica . Riprende il treno fermo , noi in piedi vicino alla scritta cirillica Ciop - Mosca , Riccio che continua a fare Tarzan sulla porta del vagone , ancora noi in gruppo coi colcosiani che ridono , i cesti delle mele e delle rape , la ferrovia con la bandierina rossa . E mentre dura questo bailamme italo - ucraino all ' improvviso il treno se ne va . Pare che l ' altoparlante abbia avvertito gli italiani di salire in vettura , ma Riccio era troppo occupato a far ridere i colcosiani e non ci ha tradotto il messaggio . Ed ecco che a fare Tarzan stavolta siamo una ventina , aggrappolati sul predellino , mentre il treno riprende velocità , e ci sfila dinanzi la fumigante periferia industriale di Kiev , e poi il Dnieper grandissimo , coi barconi , i vaporetti e le barche ferme a pescare . Nessuno è rimasto a terra . Il soldatino in canottiera celeste si chiama Tolia Ivanovic , cioè , Anatolio Di Giovanni , e gli scompartimenti se lo contendono , lo intontiscono a furia di sigarette , di manate sulle spalle , di meraviglie occidentali : i rasoi a pila , l ' accendino con incorporato l ' orologio ( e funziona ! ) , le forbicette per le unghie che paiono un arnese chirurgico . Mi pare intimorito , un po ' diffidente : la ferma in Russia è di tre anni , dai diciannove ai ventidue , lui viene naturalmente da Budapest e va in licenza al paese suo , dietro gli Urali . Non vuol farsi fotografare . Capisco perché solo quando all ' improvviso domanda a Riccio se lui lavora , in Italia . Anche Mimmo lavora ? Anche Ivano ? Lavorate tutti , insomma ? Certo , soldatino , lavoriamo tutti , da noi in Italia , non c ' è il socialismo , ma chi non lavora non mangia , se è nato povero . E quelli nati ricchi non sperare di trovarli su una seconda classe Venezia - Mosca , settantaquattromila lire , poco più di cento rubli , tutto compreso . Gli spieghiamo anche i nostri mestieri : impiegato , albergatore , giornalista , pisatel ( sarei io ) . E se siamo tutti lavoratori - finito il militare lui diventerà ingegnere elettrico - fotografiamoci insieme . Più vicini , altrimenti non ci entrate , così abbracciatevi . « Mi presti il berretto ? » chiede Riccio , e glielo leva , per metterselo in capo . La tunica non me la presti ? Sicuro , se la leva , ridendo , e indossa il pigiama a righe di Riccio . I calzoni no . Coi fanti si può scherzare , ma ci sono dei limiti : dalla cintola in su . Lo ritroviamo qualche ora più tardi nel corridoio , dopo la cena , dopo l ' ultima breve siesta , dopo rifatte le valigie . Allora siamo intesi , soldato Anatolio figlio di Giovanni : saluta il padre tuo Giovanni e tutta la famiglia , là dietro gli Urali . Auguri : che venga presto il giorno del congedo che tu diventi un bravo ingegnere elettrico . E ricordati sempre che in tutto il mondo la gente lavora , anche in Italia . Se capiti dalle nostre parti , vieni a trovarci . È l ' ora degli ultimi dasvidanie , perché quel triangolo di luci sospeso nel buio è il fastigio dell ' università . Quasi si stenta a crederlo , eppure siamo arrivati a Mosca .