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A Genova due ore di battaglia ( Madeo Alfonso , 1960 )
StampaQuotidiana ,
Genova , 30 giugno - Era prevedibile ed è accaduto . Per due ore e un quarto polizia e dimostranti antifascisti si sono dati battaglia per le strade in una successione drammatica di caroselli , assalti , corpo a corpo , sassaiole , manganellate , agguati , fughe , insulti , incendi , lanci di bombe lacrimogene . È difficile fare un bilancio esatto dei feriti e dei danni perché ci si è battuti ancora fino a tardi in via XX Settembre e nelle strade laterali . Cifre ufficiose parlano di cento feriti , alcuni dei quali con prognosi lunghe . Piazza De Ferrari , via Dante , via Petrarca , sebbene restituite ad una calma momentanea , stasera presentavano l ' aspetto di un campo di battaglia abbandonato dai contendenti . La fontana continua a gettare acqua , ma la vasca è ancora sporca di sangue ; l ' asfalto è coperto di sassi , pali , catenelle , piante , ruote di automobili , bossoli di candelotti , vetri ; in disparte fumigano le carcasse di tre camionette della Celere , rovesciate e incendiate dai dimostranti o scontratesi fra loro ; altre automobili bruciavano dietro via XX Settembre : macchine di privati che le avevano lasciate in parcheggio e che sono servite come barricate . L ' aria è appestata dai gas lacrimogeni e si circola piangendo , con i crampi allo stomaco e i fazzoletti sulla bocca ; le sirene delle autoambulanze ululano in continuazione . Lo spettacolo è impressionante . Ma più impressionante ancora è dover scrivere di Genova come di una città pervasa da fremiti rivoluzionari , esasperata , impazzita di indignazione , che grida : « Via ! Via ! » alle forze della Celere e ai missini , che sventola bandiere tricolori , che medica i suoi feriti , che applaude ai carabinieri , sebbene questi siano stati costretti , nella prima fase dei disordini , ad accorrere in aiuto degli agenti di PS che avevano letteralmente perduto il controllo della situazione . Come è accaduto ? Perché è accaduto ? Cosa esattamente è accaduto ? Il quadro degli avvenimenti non può essere facilmente ricostruito . Possiamo riferire quello che abbiamo visto e possiamo riferire quello che ufficialmente comunicano questura e Camera del Lavoro , in merito al numero delle vittime ( 30 fra le forze dell ' ordine , 70 fra i dimostranti ) , dei fermati , che sono una cinquantina , e in merito alla decisione di non far circolare fino a domani mattina gli autobus e i tram per timore che i dimostranti se ne servano per le barricate . Alle 14 comincia lo sciopero generale proclamato da comunisti , socialisti , repubblicani , socialdemocratici e radicali . Ma già da un ' ora prima , e forse più , Genova pullulava di uniformi militari . Davanti al Teatro Margherita - dove sabato si aprirà il 6° Congresso nazionale del MSI - e a fianco del sacrario dei Caduti della lotta di Liberazione , le autorità avevano schierato i carabinieri . Gli agenti della Celere vigilavano alla sommità del Ponte Monumentale , che sovrasta via XX Settembre , dalle finestre dei palazzi e in piazza De Ferrari , oltre che nelle vie laterali . Il sacrario era tutto coperto di fiori , deposti durante la mattinata dalle donne antifasciste di Genova , fra le quali alcune scampate ai campi di concentramento tedeschi . Ci sono anche le fotografie di alcune vittime dei fascisti . La questura , che ha autorizzato la manifestazione antifascista , ha lanciato due appelli dalle colonne dei quotidiani locali . « Sono proibiti gli atteggiamenti inneggianti al fascismo ; sono vietati gli assembramenti , salvo che non si tratti di riunioni , per le quali è stato chiesto il permesso in carta bollata da 100 lire » . Si abbassano le saracinesche . Si fermano gli autobus . I carabinieri piazzano otto camion davanti al Teatro Margherita . Si torna a raccomandare , da parte dei funzionari di polizia ai rappresentanti dei partiti , di far sciogliere il corteo davanti al sacrario . La prima corona di fiori che viene lasciata ai piedi del sacrario appartiene all ' Unione Cristiano - Sociale . Si levano battimani . Un organizzatore della manifestazione invita gruppetti di dimostranti a raggiungere il corteo che si sta formando in piazza dell ' Annunziata . Ogni tanto , sotto il ponte , sopraggiunge un ' automobile , sbarca una corona di fiori e riparte . Da Savona , che è scesa anch ' essa in sciopero , arrivano notizie confortanti : le cose si svolgono con ordine . Alle 16 il corteo sbuca in piazza De Ferrari , imbocca via XX Settembre a passo lento . In testa , gonfaloni , bandiere e scritte inneggianti alla Resistenza ( c ' è anche il gonfalone del Comune che , essendo retto da un commissario prefettizio , rappresenta il Governo : la DC si era astenuta dalla manifestazione ) ; poi un gruppetto di donne deportate in Germania ; poi i decorati , poi la moltitudine . Si canta , si battono le mani . Quanti saranno ? Migliaia . Forse trentamila . È una marea . Appena il tempo di sostare davanti al sacrario : la massa incalza . Allora i carabinieri capiscono che non è possibile rispettare gli ordini e incanalano i dimostranti verso piazza della Vittoria . Così si può constatare che tutta via XX Settembre stenta a contenere il corteo . Qualcuno fischia , passando davanti al Teatro Margherita . La maggioranza grida « Venduti ! » all ' indirizzo dei proprietari del teatro . Un cordone di dimostranti con la fascia tricolore al braccio fa siepe davanti ai carabinieri perché i malintenzionati non compiano gesti provocatori . « I carabinieri non si toccano » : è la parola d ' ordine a cui fa eco la folla : « Neppure le guardie di Finanza ! » Altri invece gridano : « Abbasso la Celere » . In piazza della Vittoria il corteo si scioglie . Molti si allontanano verso casa , quelli che erano venuti dalla periferia o dai centri vicini o da altre città . La maggioranza comincia a defluire ma , fatalmente , torna sui suoi passi . È una folla accaldata , già innervosita . Tuttavia , sfila davanti ai carabinieri e non succede nulla perché questi hanno avuto disposizione di lasciar correre se taluno , nell ' eccitazione , gli rivolge minacce o fischi . Si sa quanto possa essere irragionevole , a volte , la folla scatenata . Ma questa pare consapevole della situazione . Difatti , lungo tutta via XX Settembre non si verificano incidenti . È in piazza De Ferrari che si accende la rivolta : in piazza De Ferrari , dove si trovano i reparti della Celere . Nessuno saprà mai chi per primo ha preso l ' iniziativa . Probabilmente è bastato qualche fischio , qualche « abbasso » . Fatto è che , all ' improvviso , comincia il carosello delle camionette e un brivido percorre la folla immensa . Sono le 17.10 : l ' inizio delle « ore calde » a Genova . I dimostranti si raccolgono sotto i portici , alcuni sono rimasti bloccati intorno alla fontana dalla repentinità dell ' azione di polizia e adesso sono bersaglio degli idranti . Più tardi costoro saranno fermati o accompagnati al pronto soccorso . Un ufficiale , mentre tenta di acciuffarne uno , viene scaraventato in acqua e poi bastonato . In un baleno si organizzano le barricate , gettando le sedie del Caffè Borsa , le tende dei negozi vicini , i tavoli , i pali prelevati da un vicino cantiere di lavoro . La sassaiola si infittisce . Grida di dolore , grida di esasperazione . La folla scaccia dalla piazza la polizia che si rifugia in via XX Settembre . Anche le vie laterali sono già bloccate dalle barricate . Un fotografo viene malmenato dagli scioperanti . Si accendono falò , alimentati da cartelli e insegne pubbliche . La polizia torna alla carica . Si spara a scopo intimidatorio e un giovane si prende un colpo a una gamba . Tre , quattro barricate sorgono come d ' incanto lungo via XX Settembre : tuttavia è difficile sostenere che la cosa fosse preordinata . Poco prima , infatti , questa impressione era stata confortata dallo spettacolo dei dimostranti che , per sottolineare la loro protesta e in un certo modo annunciare come intendevano comportarsi il giorno dell ' apertura del congresso missino , si erano seduti per terra sotto il Ponte Monumentale davanti al Teatro Margherita e avevano intonato gli inni partigiani . I dimostranti non dispongono che di sassi presi qua e là . Essi sanno solo per istinto che quando le camionette attaccano è opportuno ripiegare nei vicoli . La tattica sembra producente . Appena la polizia però si ritirava , eccoli tutti all ' assalto . I gas lacrimogeni invadono piazze e vie , producendo fughe disastrose . Un candelotto mi esplode a un metro di distanza . Corro verso via Dante inseguito da due poliziotti . In via Dante la situazione è ancora più esasperata . Gli agenti hanno abbandonato le camionette , dopo che tre di esse si sono scontrate durante un carosello , e ingaggiano furibondi corpo a corpo con i genovesi . Tocca fuggire anche di lì perché non si respira , gli occhi lacrimano , la pelle brucia . Via Petrarca . Le barricate sono formate da tende verdi strappate ai negozi . Dietro una barricata brucia una camionetta e l ' odore di gomma si mescola al puzzo del gas . Ne risentono le conseguenze anche i poliziotti , dato che pochi sono muniti di occhiali da motociclisti ; la maggioranza si difende dalle esalazioni con i fazzoletti bagnati stretti fra i denti . In piazza De Ferrari i dimostranti catturano un ufficiale dei carabinieri . Subito dopo due di loro lo prendono in mezzo e , con bandiera bianca in testa , percorrono via XX Settembre , per riconsegnarlo . Un ragazzetto mi rotola fra i piedi sanguinante . Lo caricano su una camionetta per condurlo in questura . Urlano le sirene delle autoambulanze . Così per due ore e passa . Una rivoluzione senza mitra , senza morti . Finalmente , da via Dante , giunge a forte velocità una macchina scura con il segretario dell ' ANPI genovese a bordo . La macchina è preceduta da una camionetta che sbandiera un vessillo bianco . In questo momento i dimostranti sono accalcati in fondo a piazza De Ferrari . Il capo partigiano viene a parlamentare , per conto delle autorità . La folla applaude . È finita , come per miracolo . Ma è finita la prima fase soltanto , ché rimane la moltitudine rimasta al di là del Ponte Monumentale , dietro la siepe dei carabinieri di guardia davanti al Teatro Margherita . Della calma momentanea approfitta il prefetto per compiere un sopralluogo in piazza De Ferrari , accompagnato da alti ufficiali dei carabinieri . Ma , giunto a pochi passi dal sacrario , deve fare marcia indietro e dopo un po ' scompare . Dà l ' ordine di liberare tutta via XX Settembre . E giù candelotti fumogeni , giù altre manganellate . Riprendono i caroselli , riprendono pure le incursioni delle autoambulanze . Quando il campo è stato sgomberato , le autorità hanno fatto ritirare tutte le camionette della Celere . Non che questo abbia placato i genovesi , ma è bastato a contenere gli incidenti nella seconda fase entro limiti di tempo e di violenza . Alle 20.30 la calma è tornata al centro di Genova . Rimanevano solo in periferia isolate zone di disordine . Alle 21 , comunque , le « ore calde » sono finite . Alla Camera del Lavoro si è decisa la proclamazione di un altro sciopero generale nella giornata di sabato , data di inaugurazione del congresso missino ; dalle 6 alle 18 la città sarà paralizzata .