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Sedie filosofiche ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Mostra di sedie nel Salone dell ' « Osservatore delle Arti Industriali » . Sedie di nuovo modello , ideate , disegnate e perfezionate da specialisti , in modo che il fattore estetico e la comodità si equilibrino e si complementino . Sedie filosofiche . Sedie ottagonali , esagonali , semirigide , semiflessibili ; metalliche , lignee , miste , dure , soffici ; rosse , turchine , blu , canarino , brunastro . In quella , laggiù a sinistra ( costituita da un tripode di ferro , cui si sovrappongono lastre d ' acciaio e , finalmente , un cuscino ) , s ' intravede la collaborazione di alcuni giovani appassionati . Probabilmente , architetti . Guardandola , s ' intuisce il tormento , lo scrupolo intellettuale e morale con cui fu concepita e realizzata . Non è più una sedia . È il simbolo di una generazione che respinge ogni compromesso , ogni prodotto casuale . Sedervisi , significherebbe profanare tutto l ' illuminismo moderno . Intanto , lo scultore Francesco Messina mi racconta che quando nel 1932 si trasferì da Genova a Milano , assieme alla moglie , fu costretto , per mancanza di fondi , ad arredare un appartamento di via Boccaccio con casse da imballaggio di varia misura . Poi , pian piano , spendendo quindici o venti lire per volta , sostituì le casse con vecchie ma dignitose seggiole scovate dai rigattieri . I conoscenti trovarono geniale e di buon gusto quell ' insieme di sedie scompagnate . Tutti parlarono della « collezione » di sedie di Francesco Messina . Alcuni milionari la imitarono . La necessità diventò , anche in quel caso , virtù . Lo scultore , che attualmente abita in una casa lussuosissima , rievoca con nostalgia le sedie del '32 . È un aneddoto preistorico . Oggi le sedie obbediscono alle leggi di una società che non vuole , scompagnati , né cose né uomini . Un ignoto romano ha definito il Partito radicale : « Uno sguardo del conte ( Carandini ) » .