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ARRIVANO I NOSTRI «ARRABBIATI» ( De Monticelli Roberto , 1959 )
StampaQuotidiana ,
Meno male , bisogna dire che l ' essere venuti a Bologna per assistere al pallido congresso internazionale dei critici conclusosi oggi , ci ha offerto l ' occasione di ascoltare stasera al Teatro Comunale , in sede di Festival della prosa , una singolare commedia italiana , Il benessere , di Franco Brusati e Fabio Mauri , rappresentata con la regia di Luigi Squarzina dal complesso del « Teatro d ' arte italiano » . È una commedia singolare che , e per come è condotta e per quello che vuol dire , esce con un giovanile colpo di reni dal cerchio ristretto del conformismo teatrale più aggiornato , cioè del neorealismo , dal teatro - cronaca , dalla più o meno larvata intenzione dei temi e delle tecniche brechtiane . Vi si rappresentano , per due atti , il gioco cinico , l ' ambiguità festevole e , sotto sotto , disperata , d ' una coppia di coniugi che si concedono una reciproca libertà d ' esperienze amorose . Ma qualcosa li unisce e non è soltanto la complicità nel peccato , piuttosto una specie d ' amore sudicio e intenso , un legame sordido e , alla sua maniera , puro . Tutto ciò è raccontato per due atti in una serie di scene sotto la cui effettiva , intelligente comicità , sotto una spregiudicatezza persino urtante , per ciò che vi è in essa di allusivo e di ironico , si comincia tuttavia ad avvertire lo scorrere di una sotterranea freschezza ; è chiaro che l ' alba di una morale disperata sorgerà alla fine su un così desolato paesaggio umano . È il trapasso che avviene al terzo atto quando , separati , i due coniugi esperimentano l ' inferno della solitudine in un mondo ormai diventato incomprensibile , risonante di avvertimenti arcani . Il finale , con la donna che si fa ammazzare da un cameriere idiota , una specie di bruto che inconsapevolmente diventa giustiziere , è alquanto truculento , fa pensare a certi sadismi del teatro espressionista tedesco ; ma intanto , ciò che agli autori premeva di esprimere , la scoperta della coscienza da parte di due condannati alla cecità morale , viene lividamente a galla , come il relitto di un naufragio . Perché bisogna dire che questi due giovani possiedono una dote importante : la possibilità di far scaturire da un vero umorismo , tipo Osborne , il lampo dell ' insoddisfazione morale . Insomma , ci pare che , già annunciata da diverse avvisaglie , da testi per esempio come D ' amore si muore , cominci in Italia un teatro degli « arrabbiati » . Ben venga , anche con tutti i difetti e le intemperanze di una commedia come questa . I tre atti sono stati assai bene recitati da una Laura Adani scatenata in un genere di comicità che le riesce perfettamente : la buffoneria cinica , ammiccante e a suo modo romantica ; da Vittorio Sanipoli , che ha descritto con vivezza un tipo di libertino perplesso , ombroso , in conclusione disperato ; da Franco Parenti , efficacissimo in una parodia dell ' innocenza patetica e stupida . Notevole il successo . Questo è dunque l ' anno delle commedie italiane ; il primo di una serie , forse . C ' è un ' ondata che arriva , attenzione .