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La Proletaria suonò tutta la notte ( Gatto Alfonso , 1949 )
StampaQuotidiana ,
ERBA , 5 . - A Pavia , Fortini disse : « Io non sono un autista , io sono un guerriero , uno strano soldato , vengo dall ' Oriente e non monto destrier ... » . Scese di macchina abbassando sugli occhi la visiera del berretto . Eravamo in pieno solleone , pensai che il caldo gli avesse dato alla testa . Anche Regi si era messo a protestare : « Io sono un Regisole » . Il nostro omnibus era improvvisamente diventato una gabbia da matti . « Alla terza che mi fate - gridai - vi licenzio e ve ne andate » . Per fortuna intervenne Gavroche a portare i suoi buoni consigli . « Sei o non sei un soldato di Mao ? - chiese a Fortini . - Ebbene , in Lomellina avrai tutto il riso che vuoi ed un vero e proprio esercito di compagni . Perché vuoi interrompere la tua grande marcia ? E tu bauscia - disse poi rivolto a Regi - troverai a pochi chilometri da Sannazzaro tutto un paese che si chiama Scaldasole , è la tua vera patria » . Persuasi , i due carovanieri sembrarono tornare in senno . Così riprendemmo il viaggio e , in vista di Cava Manara , il sereno era tornato a illuminare la nostra famiglia . Ai muri delle case dei piccoli paesi che attraversammo , già ci annunciavano i manifesti e , richiamati dalla nostra tromba , si affacciavano alle porte amici e compagni , donne e bambini . La più grande festa che la Lombardia avrebbe tributato a " l ' Unità " era già nell ' aria del sabato sera : i contadini che ancora si attardavano nei campi , con le mani ci indicavano la via , come a dirci che presto ci avrebbero seguiti . Sannazzaro , che non è più dei Burgundi , ma del popolo , spuntava all ' orizzonte , eravamo presto tra le sue case e la stella rossa dalla torre del Comune scopriva come un faro il porto della piazza punteggiata di lampadine , pavesata di bandiere ed animata come una piccola città di festa , messa su in poche ore da tutti i compagni che c ' erano intorno . Si alzavano pali e macchine per i fuochi d ' artificio : il palco per il comizio era un pittoresco balconcino dal quale si affacciavano i ragazzi a parlare per burla agli amici di sotto , oratori in erba di una cittadina che interviene sempre unanime nelle decisioni per la democrazia e per la libertà e che forma nella lotta gli uomini migliori del suo governo . Bastava vedere in faccia le donne che ci venivano incontro applaudendoci e fermandoci , le famiglie che abbandonavano la cena per stringerci la mano : si vedeva un popolo liberato da ogni soggezione e rinfrancato dal sentimento della vita comune , dall ' amicizia e dalla solidarietà . Gavroche diceva : « Vorrei sollevare con le mie mani tanti paesi come questo e portarli dovunque , sulle montagne , sui laghi , sul mare , sui fiumi , sulle pianure , là dove comandano i preti e gli uomini sono come intimoriti di parlare , di farsi vedere , di essere sinceri con se stessi e con gli altri » . Mai Gavroche aveva parlato con questa passione : Fortini ne era commosso sino alle lacrime . Andavamo a trovare , nella dolce sera , i compagni e gli amici dei paesi vicini , quelli di Ferrera , quelli di Scaldasole , e nella stessa Sannazzaro ci fermavamo , di piazzetta in piazzetta , di via in via , a chiamare tutti alla festa . Dietro la nostra macchina era , ormai , un corteo di popolo , di famiglie : dovevamo farci largo a suon di trombetta . Tutti volevano toccar con mano " l ' Unità " , appuntarle sul petto una coccarda rossa , metterle un fiore tra i capelli . Una ragazza e la mamma di un caduto partigiano hanno portato sul palco cesti di garofani e di gladioli rossi . Non dimenticherò mai l ' emozione con cui questa compagna , già anziana e vestita a lutto , è salita sul palco vincendo la sua età ed il suo peso arrampicandosi ferocemente . Somigliava a mia madre , a tutte le donne che sorridono solo quando hanno compiuto una fatica e restano impacciate di per se stesse a mostrarsi . Poi due bambinetti hanno cantato Sotto il sole di Lombardia ed il compagno prof. Piovano , della Federazione di Pavia , ha presentato la carovana . Chiaramondia e Maggi e tutti gli altri amici di cui non ricordo il nome erano contenti : la festa che essi avevano preparato con tanto amore era un trionfo . Dai paesi a dalle città vicine , da Mortara , da Voghera , da Garlasco , da Pavia , persino da Alessandria e da Casale , erano venuti compagni con le famiglie , con i bambini , come le nonnette , alle quali i più giovani cedevano la propria sedia in quel buio punteggiato di silenzio . La luna si era ritirata sotto gli alberi per non disturbare la proiezione dei due documentari , che quasi tutti avevano visto , ma che volevano rivedere se non altro per salutare Togliatti , e per riascoltare la sua voce . Franco Papetti , il compagno di Ferrera , aspettava di distinguere in quella folla assiepata sullo schermo , la propria pelata , e Piera Volpi e Teresina Tartara , sedute in due su una sola sedia , ridevano come bambine . I fuochi sono saliti nel cielo : le girandole bellissime all ' improvviso scoprivano sino alle ultime file una folla di migliaia e migliaia di persone , abbagliandola di rosso , di verde e di giallo ed aprendola alla meraviglia sotto una pioggia d ' oro e d ' argento : la testata de " l ' Unità " bruciava in tutti i colori dell ' iride e rimaneva sino all ' ultimo sospesa sulla notte piena di canti e di gioia . Col ricordo di questa grande sera , abbiamo poi chiuso a Erba il " Giro di Lombardia " . C ' era la " Proletaria " , una piccola banda composta di dieci musicanti che abitavano ognuno in un paese diverso , c ' erano cantanti improvvisati e tenori di grido che si affacciavano dai dischi a rialzare le sorti del melodramma , c ' era la compagna Antonietta , tutta sale e pepe quanto a prontezza e intelligenza . E la cara Barcellona era venuta da Milano a dividere con noi la fatica e l ' onore della festa . Un buon comizio , un ottimo spettacolo all ' aperto frequentato da amici , da avversari e da nemici : una battaglia vinta in una città difficile . Non potevamo chiedere congedo migliore alla generosa terra lombarda . Una grande fotografia offerta dal compagno Piero Riva alla sezione di Erba e conservata da suo padre durante tutto il fascismo , mostra l ' Arena di Milano gremita di muratori che avevano resistito , nel 1910 , per nove giorni , ad un loro sciopero di categoria . Questa immagine nitida di lotta , dopo quarant ' anni , era viva più che mai . Dai padri ai figli , ai nipoti , la grande marcia continua .