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Paolo, Francesca e il cicerone ( Grieco Ruggero , 1952 )
StampaQuotidiana ,
La rocca di Gradara è bella , al centro e al vertice del vasto castello più volte cintato , che se ne sta su uno dei dolci colli romagnoli del Pesarese . Restaurata dai suoi proprietari , nell ' ultimo secolo , è un bel monumento medievale , che merita di essere meta di visitatori . Perciò mi compiacqui della folla che premeva la porta serrata , in un pomeriggio di agosto , mentre attendevo il mio turno per salire alla rocca . Nell ' attesa , compresi che quella folla estiva era presa da interessi meno ampi dei miei , assai limitati anzi , unilaterali , e di tipo che oserei dire istruttorio . Avrei dovuto immaginarlo ! Agosto è pazzo da noi ed eccita gli estri ; e la gente in attesa oltre il secondo cerchio delle mura del castello , era ebbra di sole , accaldata , umidiccia , discinta . Aveva altro per la testa , che la storia della rocca ! Cercava nella rocca il luogo , il segno del « fattaccio » , e la guida soddisfece la curiosità febbricitante del pubblico giovanile e di quello maturo . Io sapevo cosa ci avrebbe detto la guida , all ' ingrosso , sebbene ignorassi i misteri della rocca . Non avrei però mai immaginato cosa cercasse il pubblico giovanile e quello maturetto , discinto dalla calura sino alle esibizioni più audaci . Lo seppi mentre salivamo dal luogo dei supplizi alla camera che sta sopra , quando delle voci sommesse dietro di me , si chiesero bisbigliando : « E il letto ? Dov ' è il letto ? » . Il letto . Nella leggenda di Paolo e Francesca il letto non c ' è . Nella storia verificata dei due cognati e della loro sorte , un letto ci deve essere . Ma di esso non ci ha detto Dante , né ci hanno detto i successivi poeti minori , né gli affrescatori e gli altri dipintori della fatale passione ; e la leggenda che accogliamo è quella che Dante ha creato e ci ha trasmesso . Dapprima pensai che la ricerca del letto ( erano venuti a Gradara per questo ? ) fosse un frutto dell ' estate , che è intensa sull ' Adriatico . Ma no : la guida indicò dinanzi a me l ' alcova , il letto ; e la guida sapeva ciò che i visitatori volevano sapere . Ahimè ! Ma se i visitatori della rocca di Gradara del 1952 , infrangono così brutalmente la favola , allora vediamo come andarono veramente le cose . La leggenda dice , come è noto , che il signore di Ravenna Guido da Polenta , per suggellare la pace con i Malatesta , signori di Rimini , con i quali era in guerra da lungo tempo , concedette in sposa la sua bella figlia Francesca a Lancillotto Malatesta , deforme e sciancato e perciò soprannominato Gianciotto . Ma voi converrete che non può esservi , né vi sarà mai giovine e bella Francesca o Matilde o Filomena disposta ad andare a nozze allegramente con un uomo deforme . Infatti , nel caso di Francesca , dice la leggenda , vi fu inganno . Ecco l ' inganno . Ambasciatore malatestiano presso i Polenta fu Paolo il bello , fratello di Lancillotto , che le dame e i cavalieri della corte di Ravenna presentarono a Francesca come promesso sposo . Perché fecero questo non comprendo . I cortigiani sono stati sempre dei mascalzoni . Molto piacque a Francesca il bel figlio del signore di Rimini , e si può immaginare con quanta gioia si preparò a sposarlo , non solo dunque per la pace della propria famiglia , ma anche ( e soprattutto ) per la tranquillità del suo cuore . Ma quando , al momento delle nozze , le fu presentato il vero marito , lo sciancato , lo storpio , e la soverchieria venne rivelata , Francesca rimase di sasso . Possiamo immaginare i pianti della ragazza , il suo dolore ! Non c ' era , però , nulla da fare per infrangere la severa disciplina della corte e dei tempi . Oggi un fatto simile non accade neppure nelle corti , che pure sono sempre luoghi abietti . Non parliamo poi fra la gente del popolo ! Una ragazza alla quale scambiassero dinanzi all ' altare un Paolo con un Gianciotto , maledirebbe i defunti di tutti i responsabili e il prete , i testimoni , il sagrestano e il corteo degli amici . A quei tempi perversi , Francesca non aveva invece da fare altro che obbedire . Francesca divenne , così , la moglie di Gianciotto Malatesta . Voi state osservando che solo dei rimbambiti potevano veramente pensare che tutto sarebbe andato liscio come l ' olio , in questo losco affare . E infatti le cose volsero alla tragedia . Francesca , nelle case dei Malatesta vedeva spesso il cognato , il bel giovane Paolo , e Paolo vedeva Francesca , e tutti e due si vedevano , anche perché i giovani hanno buona vista : e così si arrivò a quello che doveva arrivare e che Dante ci ha raccontato in modo sublime . Gianciotto era partito per affari a Pesaro e i due amanti , come avviene in questi casi , profittarono della sua assenza per un incontro delizioso . Purtroppo nelle case dei Malatesta c ' era qualcuno che spiava Francesca , forse per gelosia o per pura cattiveria , ed era un terzo Malatesta , Malatestino detto dall ' occhio , perché orbo . Un occhio solo , però , basta per vedere , soprattutto a chi fa la spia ; e noi sappiamo che troppi malatestini , dall ' occhio o con due occhi , si impicciano dei fatti altrui . Malatestino aveva già avvertito il fratello della tresca e non è escluso che la partenza di Gianciotto per Pesaro fosse una finta . Gianciotto entrò , dunque , nella stanza dove erano i due amanti , li sorprese abbracciati e li uccise entrambi a pugnalate . Io condivido con voi l ' opinione dei secoli , favorevole alla causa di Paolo e Francesca , che è la causa immortale dell ' amore . Nel caso di Francesca l ' adulterio è stato giustificato nei tempi . Esso fu necessario e morale . Cosi narra la leggenda . Però la verità storica è un po ' diversa dalla leggenda . Quando Paolo e Francesca , infatti , furono soppressi violentemente da Gianciotto non erano più giovani : erano tutti e due da molti anni sposati e avevano dei figli . Paolo aveva 42 anni , non era un giovinetto . Da sedici anni era sposo di Orabile Beatrice di Ghiaggiolo , dalla quale aveva avuto due figli , Uberto e Margherita . Francesca aveva 30 anni e da dieci anni era moglie del brutto Gianciotto , dal quale aveva avuto una bella bambina di nome Concordia . Inoltre Gianciotto , lo sciancato , non era vecchio , ma di poco più anziano del fratello Paolo , forse di due o tre anni e possedeva notevole ingegno . Dopo il doppio omicidio , Gianciotto sposò una certa Zambrasina , dalla quale ebbe cinque figli . Concordia , figlia di Francesca , nonostante la sua bellezza mori nubile , e conobbe il meraviglioso e appassionato canto V dell ' Inferno dell ' Alighieri . Così stanno le cose . E stando così le cose è molto verosimile che tra i protagonisti dell ' affare vi sia pure un ' alcova o un letto . A me piace di più la versione leggendaria , ma se la gente del mio tempo è più propensa alla esattezza storica allora deve accettarla tutta e non solo in qualche dettaglio . Io , dunque , non rimprovererò la guida della rocca perché ci fece vedere « il letto » ( o per essere più esatti l ' alcova ) , sebbene debbo esprimere una mia opinione sulla opportunità del luogo ove il letto è stato collocato . Né rileverò che gli incontri tra Paolo e Francesca , e l ' incontro fatale non ebbero luogo verosimilmente alla rocca di Gradara , né in nessun ' altra di quelle rocche di Romagna che pretendono avere ospitato i celebri adulteri e l ' adulterio favoloso . Paolo e Francesca si vedevano agevolmente a Rimini , nelle antiche case malatestiane e non avevano bisogno di allontanarsene . Prego gli amici di Gradara di non dispiacersi per quanto dico , tanto più che tornerò a Gradara e dirò ai miei amici , ai miei conoscenti , soprattutto ai giovani , di recarsi a Gradara , sulle tracce dei « due cognati » , in pellegrinaggio devoto . V ' è da aggiungere che tutto induce il visitatore della rocca ad ammettere che qui e non in altro luogo ; qui , in questa fortezza piena di antri oscuri e umidi , di trabocchetti , di nascondigli , di « occhi di bue » , di sorprese ( i giovani amanti in visita stiano attenti , perché può esserci un Malatestino dall ' occhio a spiarli qui , senza che essi se ne accorgano ) ; in questo luogo , un giorno dell ' anno 1284 o del 1285 , i due fatali amanti furono sorpresi e soppressi . Ora questa fortezza antica non fa più paura . Ci hanno detto che l ' attuale proprietaria vi pranza , talora , e vi offre ricevimenti : è una rocca addomesticata , dunque ; ed è fortuna per essa non aver subito la triste rovina del tempo . Quest ' aria di casa abitata toglie alle « illustrazioni » della guida di Gradara , il carattere impressionante , truculento che essa ama dare . E poi , la illustrazione della camera dei supplizi mi par troppo minuta , e fatta per preparare l ' animo del visitatore all ' ambiente . I dettagli sull ' uso dei diversi strumenti di tortura sono senza dubbio esagerati . Ma non voglio seguire la mia guida nel suo itinerario . Gli dichiaro , però , che ho riso molto , con la complicità di qualcuno che non conosco , dinanzi all ' alcova ( « al letto » ) di Francesca . Vi immaginate voi la camera da letto della castellana incastrata tra la camera della giustizia e quella del comando militare ! E dalla camera della giustizia si scende per una botola alla camera dei supplizi ; sicché quando il boia stava accecando un povero cristo , le urla dello sventurato arrivavano nella camera di Francesca ! Non è possibile ! Ti collocamento gradariano dell ' alcova di Francesca è incompatibile con i costumi e le usanze dei signori , anche dell ' epoca alla quale ci riferiamo . Credo che persino Caterina Sforza , che aveva anima e capacità di un condottiero del Quattro o del Cinquecento , ed era crudele , anche lei avesse i suoi appartamenti privati lontani dalle armi , dagli armati e dalle camere di tortura . Del resto la guida di Gradara , che è una guida privata , non ha colpa per quello che dice . Più colpevoli sono le guide dei pubblici musei o monumenti . Questi hanno alcune nozioni , sulle quali ricamano e inventano . Andate alla Domus Aurea a Roma , e ne sentirete delle belle ! Io mi sono divertito un mondo alla Casa dei Vetii , a Pompei , a cagione di certe spiegazioni datemi da una guida del luogo la quale meriterebbe una parte in una compagnia di comici , per il suo spirito inesauribile , del quale essa non si rende conto , ciò che denota una comicità intrinseca , strutturale . Non posso raccontarvi nulla della mia visita pompeiana perché il racconto sarebbe lungo e lubrico ; e sebbene potrei trovare le parole adatte per ripetervi ciò che udì e farvi ridere sgangheratamente , me ne risparmio perché uscirei dal tema di questa noterella . Sarebbe necessario che le guide dei musei e dei monumenti fossero più colte . Si porrebbe , in tal caso , il problema della riorganizzazione del servizio dei monumenti , questo è certo . Ne guadagnerebbero , però , la cultura nazionale e anche il decoro del nostro paese .