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Ha capito tutto ( Fortebraccio , 1977 )
StampaQuotidiana ,
Gentile Fortebraccio ( mi accorgo che la definizione « gentile » forse le è poco confacente , e allora coraggio : Simpatico Fortebraccio ) , seguo saltuariamente i suoi corsivi ( ? ) ... corrosivi e pur non condividendo le sue posizioni ideologiche mi ci diverto perché lei è spiritoso e spesso coglie nel segno . Ultimamente mi è capitato di passare alcuni giorni a Civitavecchia dove sono stata trascinata a una conferenza al Circolo della Scuola di Guerra . Oratore , una delle sue preferite ... vittime : Indro Montanelli , il quale - mi perdoni - gode della mia simpatia non meno di lei , se pure per altri motivi . Durante il dibattito che ha seguito la conferenza animatissima sul tema : « La stampa italiana » , gli è stato chiesto un parere su Fortebraccio che non gli lesina attacchi quasi quotidiani . Ha risposto : « Preferisco tacere . Fortebraccio era un mio caro amico trent ' anni fa . Io non riesco a dimenticarlo . Lui sì » . Bene , simpatico Fortebraccio , non le sembra che il suo amico - nemico abbia segnato almeno in questa circostanza un punto a proprio favore ? Sua XY - Milano . Gentile Signora ( credo che a lei si addica proprio l ' aggettivo « gentile » e glielo dedico volentieri . Aggiungo , visto che ho aperto questa parentesi , che ho tolto dalla sua lettera due o tre riferimenti che potevano farla riconoscere , per il caso che lei tenga all ' anonimato . Ho poi saltato le ultime righe che possono non interessare i lettori : mi limiterò a dire che ricambio la sua cortesia e che spero si avveri il suo proposito ) . E ora veniamo a Indro Montanelli . Io , che lo conosco bene , lo so capace di gesti , come questo , generosi e subitanei . Ne ha compiuto un altro nei miei confronti , molti anni fa , a riparazione di una sua indiscrezione che avrebbe potuto nuocermi . È questa una delle ragioni ( non la sola né la più grave ) per cui lo detesto di più . ( Non ho detto lo odio e perché non lo odio e perché , del resto , io non odio nessuno . ) Lo detesto perché è un epilettico della morale . Gli vengono degli attacchi di perbenismo e vi soccombe , ma non ha una passione salda , ferma , sicura e costante , alla quale , come mi sforzo di fare io , a un certo punto decida di sacrificare tutto il resto , comprese le simpatie e le amicizie . È di una fragilità psichica morbosa , se fosse un umore ne sarebbe sempre sudaticcio . Ed è da questa fragilità che gli viene una attitudine non rara in certi cinici sfiniti : quella di subire le influenze più degradanti e di restare loro fedeli con ostinato accanimento , reso sempre più rabbioso , quanto più gli appare evidente che sono abiette e quanto più s ' accresce la disistima che nutrono verso chi li ha contagiati . Veda , cara Signora , l ' anticomunismo di Montanelli , e noti come esso si appiglia di preferenza ai fatti minuti , agli episodi marginali , rifuggendo quasi sempre dal peso delle questioni ideologiche , sulle quali ogni opinione è ammissibile , anche se non condivisa . E sì che il nostro uomo è dotato di ingegno e di bravura indiscutibili . Come accade dunque che Montanelli senta sempre il bisogno di presentare i comunisti piuttosto come spregevoli che come erranti e preferisca suscitare nei loro confronti di preferenza il disprezzo invece che il dissenso ? Accade per effetto delle persone che si ritrova intorno e che lo influenzano : le persone più ottuse che si possano immaginare , intese unicamente alla difesa cieca del loro benessere e alla conservazione dei loro privilegi . Io sono persuaso che Indro Montanelli , personalmente , non è venale e non è « affittabile » . Ma lo impressiona il lusso , lo convince la continuità , lo abbagliano i luccichii . Circondato da gente per la quale nutre un profondo risentimento intellettuale e morale , se ne fa portavoce con una specie di voluttà distruggitrice , pago di sentirsi loro indispensabile e legato a loro da una sola gratitudine : quella che gli viene dall ' occasione che essi gli offrono di vendicarsi . Perché Indro Montanelli , che nella sua professione è sicuramente un vittorioso , nella sua vita è un vinto . A un certo momento nessuno ha più avuto bisogno di lui . In fondo io , che lo attacco così spesso , sono quello che gli vuole più bene . Ma i comunisti , tutti gli altri comunisti , tranne me che gli resto affezionato , non se ne curano . Al « Corriere » i giovani lo hanno schiacciato . In politica gli sono rimasti De Carolis e Vittorino Colombo : frittura . Ha con sé la conservazione , dalla quale deve farsi capire . Ma lei , Signora , la conosce la conservazione milanese e ha una idea di ciò che voglia dire renderlesi intelligibili ? Significa avere a che fare con un mondo popolato di cretine e cretini supremi ai quali bisogna parlare semplice ed elementare come a dei deficienti . Nessun ragionamento li colpisce ma solo delle immagini . Essi preferirebbero , se fosse il caso , delle cartoline o degli ideogrammi . Così bisogna dire loro che i comunisti sono brutti , cattivi , malfidi , traditori , feroci , e che odiano la libertà . Ma non la libertà quella vera , quella per la quale si sono battuti i partigiani e al cui ripristino lo stesso Montanelli ha dato mano , quando non era ancora sfatto , ma la libertà di fare un bridge , di andare a Saint Moritz , di portare con sé i soldi che gli pare . La libertà di seguitare a essere ricchi e di continuare a godere . La vecchia e squisita signora Conti , quando io ero ancora democristiano , mi domandò una volta dolcemente : « Ma perché non fate una legge che sopprima le Camere del Lavoro ? » . E una sua amica , ancora più squisita di lei , disse : « Ah sì . Che barba » . Questa è la gente che Montanelli seguita a vedere , avendo , dentro di sé , capito tutto . Perché questo , cara Signora , è il punto : che Indro Montanelli ha capito tutto e vive in uno stato di dispettosa e furiosa malafede . Egli sa benissimo che quanto vi è di pulito in Italia va ricercato tra coloro che ancora non contano , o non contano abbastanza : lavoratori , impiegati , insegnanti , gente dei ceti minori , ma fa un giornale in cui lor signori si ritrovano come nei loro vestiti tagliati su misura . Quando era al « Corriere » , al « suo " Corriere " » , Montanelli , sentendosi bene installato nella cittadella della conservazione , si permetteva dei lussi che ora scrupolosamente si vieta : scriveva persino male dei ricchi , dei padroni , dei potenti ( a sfuriate , naturalmente , e mai conseguentemente ) , ma i bersagliati occasionali lo amavano ugualmente perché i signori sentono gli amici a naso , come i cani quando annusano i pantaloni dei nuovi venuti , e non hanno mai smesso , neppure per un istante , di considerare Montanelli legato alla loro causa infame . Lui lo sa e ne è infelice ( io ne sono convinto ) , ma è uno di quelli che più si convincono dell ' errore in cui versano , più vi si immergono . Questo famoso « bastian contrario » è in realtà il più inguaribile conformista che io conosca : egli sa benissimo che i comunisti sono i soli che saprebbero lavorare sul serio e pulitamente all ' edificazione di un mondo nuovo , non privo di pecche , naturalmente , ma nuovo , e questo lo fa inorridire e gli fa paura , perché Montanelli , magro com ' è , in realtà è una pianta grassa : fiorisce nell ' aria viziata . Concludo , gentile Signora . Io attacco ogni volta che mi capita Indro Montanelli con una asprezza che credo di poter definire insolita , perché sono convinto che egli sappia meglio di tutti noi come con e dietro le sinistre ( comunisti in testa ) ci sia la gente migliore , più chiara , più seria , più onesta , più degna d ' Italia , ed egli non vuole perdonarglielo . Nevrastenia e malanimo gli impediscono di riconoscere una verità , da cui si sente ferito come da un ininterrotto rimprovero . Lo aggredisco per la sua consapevolezza , insomma ; e sospetto che vi sia , sotto il mio accanimento , più amicizia da parte mia verso di lui , di quanta egli non ne conservi verso di me .