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CANTA NATALINO ( Bianciardi Luciano , 1962 )
StampaQuotidiana ,
Erano troppo distratti dal bailamme sanremese , coi suoi quarantacinque canterini , così nessuno ha parlato del ritorno ( in Alta fedeltà ) del nostro Natalino . Al secolo Codognotto Natale , classe 1913 , genovese . Me lo fece scoprire , nell ' autunno del quaranta , Carlo Del Canto , studente di veterinaria e , se non ricordo male , figlio di un grosso vinaio di Ponsacco . Faceva avanspettacolo in un cinema di corso Italia a Pisa , in coppia con una bella ragazza , chiamata Maria Jotti . L ' orchestrina la dirigeva un giovanotto lungo e magrissimo , coi baffi neri , di nome Gorni Kramer . « Dev ' essere malato » , mi sussurrava Carlo Del Canto . A quei tempi la magrezza non era mai segno di buona forma fisica , al contrario : infatti era cominciato il razionamento . Con cinque lire ogni settimana si andava a vedere film e avanspetaccolo . Ricordo che c ' erano due comici di stile quasi identico , due piccoletti agili e un poco astratti : sì chiamavano Fredo Pistoni e Renato Rascel . Hanno resistito tutti e due , con diversa fortuna : il primo lo rivediamo ogni tanto allo Smeraldo , il secondo al Lirico . Io ero per Fredo Pistoni . Senza preoccuparsi molto della guerra , i giovani di allora stavan dietro alle canzonette , proprio come i giovani d ' oggi . Tramontava una scuola canora , ne sorgeva un ' altra . Alberto Rabagliati era una stella di prima grandezza , da Teatro Verdi ; alla radio si andava imponendo un ragazzo torinese , Ernesto Bonino , amatissimo dalle giovani italiane ( quelle in camicetta bianca e gonna nera , voglio dire , quelle che avevano fatto la pubertà proprio mentre riappariva l ' impero sui colli fatali ) ; i ben pensanti preferivano il cesellatore ferrarese Oscar Carboni , i cuori solitari andavano in estasi per il baritono Giovanni Vallarino , che a dir la verità , valeva per lo meno quanto Bing Crosby . Noialtri della gioventù bruciata , tutti per Natalino Otto : siamo stati noi a scoprirlo e a lanciarlo . Già suonatore di batteria nelle orchestrino di bordo , piccolo e composto , Natalino aveva il ritmo dentro : non nei piedi , ma nella testa . Senza muovere un dito né un capello , con appena un aggrottare di sopracciglia nei passaggi più ardui , Natalino era capace di fratturare i tempi di una canzone e di ricomporteli secondo un suo estro rigoroso . Sembrava sempre svagato , distratto , e invece era preciso come un metronomo . Lo sentivi partire in un « glissando » da prima tromba , ma potevi star certo che alla fine del suo assolo sarebbe sbarcato esattissimo sulla nota giusta del ritornello . L ' altra sera rifece Polvere di stelle , identica come nell ' autunno del quaranta , quando la sala sembrava venir giù dagli applausi . E anche l ' altra sera ti veniva voglia di battergli le mani o almeno di dirgli : si faccia rivedere , signor Codognotto , perché è sempre il più bravo .