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Quale il rimedio? ( Bobbio Norberto , 1987 )
StampaQuotidiana ,
Affrontare la questione morale partendo dall ' osservazione realistica che la corruzione non viene sempre elettoralmente punita , quasi ci fosse una tacita intesa fra corrotto e corruttore , significa non limitarsi a fare delle prediche , che sono in questa materia tanto facili quanto inutili . E un invito a conoscere meglio il fenomeno , in tutte le sue manifestazioni e ramificazioni , perché solo conoscendolo si può più facilmente correggerlo . Sulla riforma costituzionale sono state scritte intere biblioteche , già in parte diventate carta da macero . Sulla corruzione politica , che per lo sviluppo delle nostre istituzioni democratiche è problema non meno importante , le ricerche e gli studi , nel nostro paese , si contano sulle punte delle dita . Vorrei almeno segnalare il saggio del prof. Belligni della nostra università , Corruzione e scienza politica , pubblicato recentemente sull ' ultimo numero della bella rivista nata da poco ma già affermata , « Teoria politica » . Questo saggio contiene un utile rendiconto degli scritti sull ' argomento , che vengono per la maggior parte dagli Stati Uniti , e molte osservazioni stimolanti per tutti coloro che in questi giorni , ripetendosi gli arresti di uomini politici e di amministratori per scandali , si domandano e ci domandano : « Perché Torino ? » o « Perché Firenze ? » , mentre farebbero meglio a porsi la domanda più generale : « Perché la corruzione ? » Siccome è chiaro , chiarissimo , e tutti lo sanno , anche coloro che a ogni arresto fingono di cascare dalle nuvole e riscoprono la questione morale , che la corruzione politica è dovuta in gran parte al finanziamento dei partiti , può essere utile questa seconda informazione : sin dall ' agosto 1984 esiste una proposta dell ' on. Valdo Spini , socialista , sulla disciplina dell ' attività e del finanziamento dei partiti , che al suo apparire ha avuto buone accoglienze da giuristi e politologi , è stata discussa in varie pubbliche riunioni , ma non ha mai avuto neppure un inizio di discussione nella sede propria che è il Parlamento . L ' on. Spini ha avuto un notevole successo elettorale , smentendo l ' opinione che la questione morale sia politicamente irrilevante . Probabilmente di questa proposta si dovrà tornare a parlare . L ' area della corruzione è vastissima . Perché ci sia corruzione politica , da distinguersi dalla corruzione in senso generale , occorre che almeno uno dei due soggetti del rapporto sia una persona investita di un potere politico o pubblico , vale a dire del diritto di esercitare il potere di prendere decisioni a nome e per conto della collettività nazionale . Due sono le situazioni in cui si osservano abitualmente rapporti di corruzione : quella in cui il soggetto politico agisce per conquistare o conservare o non perdere il potere , e quella in cui , una volta che l ' ha acquistato e lo tiene ben fermo nelle proprie mani , se ne serve per trarne vantaggi privati . Inutile dire che le due situazioni sono strettamente connesse perché nel mercato politico democratico il potere si conquista coi voti : uno dei modi di conquistare i voti è di acquistarli e uno dei modi per rifarsi delle spese è di servirsi del potere conquistato o acquistato per ottenere benefici anche pecuniari da coloro cui l ' uso di quel potere può procurare vantaggi . Il potere costa ma rende . Se costa deve rendere . Il gioco è rischioso : talora infatti costa più di quel che rende , quando il candidato non viene eletto ; ma spesso rende più di quel che costa . Le due situazioni sono connesse ma occorre distinguerle : nella prima l ' uomo politico agisce da corruttore , nella seconda da corrotto . Dall ' altra parte del rapporto c ' è , nella prima , l ' elettore che offre potere in cambio di un compenso ; nella seconda un gruppo d ' interesse , che offre un compenso in cambio di una prestazione che solo il detentore del potere può offrire . Considerata l ' arena politica come una forma di mercato , dove tutto è merce , cioè cosa vendibile e comprabile , l ' uomo politico si presenta , in un primo momento come compratore ( del voto ) , in un secondo come venditore ( delle risorse pubbliche di cui grazie al voto è diventato potenziale dispensatore ) . Questa distinzione è importante perché i due casi sono , moralmente e anche giuridicamente , di diversa gravità . Anche se negli studi sulla corruzione politica si fa rientrare di solito il fenomeno del clientelismo , vale a dire il procacciamento dei voti attraverso l ' offerta all ' elettore di vantaggi personali , anche pecuniari , questo deve essere considerato una forma di degenerazione del rapporto elettorale , che rientra , come la corruzione , nella categoria generale della « privatizzazione del pubblico » , ma non è una forma di corruzione strettamente intesa . Altro è corrompere , o istigare il compimento di atti che implicano l ' incitamento a compiere un atto illecito ; altro sedurre , tentare , promettere a vuoto , che è l ' arte del demagogo , non molto diversa da quella dell ' imbonitore . La differenza si rivela anche nel fatto che le varie forme di procacciamento della clientela si svolgono generalmente in pubblico e possono suscitare irritazione , deplorazione , indignazione , ma non vengono perseguite giuridicamente . Offendono più il costume che il diritto o la morale . Al contrario , l ' abuso del potere per ottenerne vantaggi personali , il cui esempio più comune è la « tangente » , non si può esercitare che in segreto . Una volta scoperto , cade , o dovrebbe cadere , sotto i rigori della legge . Tutti gli studi sulla corruzione politica tendono a mettere in rilievo la vastità del fenomeno anche negli Stati democratici , e la difficoltà di eliminarlo . Vi è una scuola di rassegnati , che , ispirandosi alle teorie funzionalistiche , ritengono che alla corruzione si debba attribuire una sorta di utilità sociale , una « funzione » appunto , che sarebbe quella , metaforicamente , di ungere le ruote di una macchina che altrimenti stenterebbe a mettersi in moto . Ma la constatazione che nella sua forma propria la corruzione non può svolgersi che in segreto , mostra , più di qualsiasi altra considerazione , la sua totale estraneità all ' etica della democrazia , cioè a quella forma di governo che richiede la pubblicità degli atti di governo , in quanto si fonda sulla regola fondamentale della controllabilità ad ogni istante di chi esercita il potere non in nome proprio ma in nome di tutti , e ha messo fine per sempre alla politica degli arcana imperii , propria degli Stati autoritari di un tempo e di quelli ancor oggi esistenti . In uno Stato democratico la pubblica moralità non è solo un obbligo morale o giuridico , ma anche un obbligo politico , anzi è l ' obbligo politico per eccellenza imposto dal principio stesso che regola la vita del governo democratico , e che lo contraddistingue da tutte le altre forme di governo sinora esistite , il principio del « potere in pubblico » .