Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
La crisi è permanente ( Bobbio Norberto , 1981 )
StampaQuotidiana ,
Ancora una crisi . Si è sempre detto che le crisi non dovevano essere al buio . Ma più al buio di così ? Si è ammesso che una crisi poteva essere al buio purché fosse « pilotata » . Ma c ' è il pilota ? E se c ' è , si può sapere chi è ? Dal 1968 , da quando è cominciata la degenerazione del nostro sistema politico con quattro legislature interrotte anzitempo , e una quinta , la presente , sulla cui fine naturale nessuno è disposto a giurare , anche i tempi dei governi si sono accorciati : quindici in dodici anni rispetto ai venticinque dei primi ventitrè . Mi domando se questi dati di fatto siano presenti ai nostri governanti e perché , essendo impossibile che siano a loro ignoti , non ne tengano il minimo conto . La nostra classe politica ha inventato non la rivoluzione permanente ma la crisi permanente . Mai una volta che i protagonisti si degnino di spiegare ai loro elettori , di fronte ai quali sono o dovrebbero essere responsabili dei loro atti , quali siano la ragione e la necessità di una nuova crisi che in genere scoppia improvvisa come un temporale , anche se se n ' è sentito talvolta da lontano il brontolio . Si scopre un centro di potere occulto , dove ci sono corruttori , corrotti e corrompibili ? Un governo di persone responsabili , un governo autorevole , sospende subito i ministri sospettati , prende rapidamente provvedimenti per diminuire il danno e il discredito che le istituzioni democratiche ricevono da una scoperta così scandalosa , cerca di far luce al più presto sull ' associazione segreta contraria alla Costituzione ed eventualmente la scioglie . Niente di tutto questo : il governo si dimette , apre la crisi , e quindi lascia tutti i problemi non risolti per trovarseli aggravati quando la crisi sarà finita . Un governo di persone responsabili . Responsabili di fronte a chi ? Responsabili rispetto a che cosa ? Si è discusso in questi giorni in un convegno a cui io stesso ho partecipato il tema della responsabilità politica , un tema da affrontare con spirito realistico e strumenti concettuali adeguati . Quando si dice di una persona che è responsabile si possono intendere due cose diverse : a ) che risponde delle proprie azioni di fronte a qualcuno che sta sopra di lui ; b ) che agisce rendendosi esatto conto delle conseguenze delle proprie azioni . Proviamo a verificare l ' esattezza di questi due aspetti del problema considerando il termine contrario : irresponsabile . Nel linguaggio del diritto costituzionale si dice che un organo è irresponsabile , quando essendo al vertice del sistema non ha nessuno al di sopra di sé cui rispondere delle proprie azioni politiche ( si tratta di una caratteristica tradizionale del sovrano che vale , in base all ' art. 90 della nostra Costituzione , anche per il presidente della Repubblica ) . Ma quando dico , ad esempio , che uno di quei centauri catafratti come un guerriero antico che corre all ' impazzata in una via della città con la sua motocicletta fragorosa , è un irresponsabile , voglio dire non già che non risponde della sua azione di fronte a nessuno , ma che si comporta da scriteriato , da individuo che agisce senza tener conto delle conseguenze della propria azione . La gente dice sempre più spesso che la maggior parte dei nostri uomini politici sono degli irresponsabili . Ma in che senso lo dice ? Nel senso che non rispondono di fronte a nessuno ? o nel senso che agiscono senza preoccuparsi troppo dei malanni che la loro azione produce ? Credo che nell ' opinione pubblica prevalga il secondo significato , specie di fronte alle crisi di governo , che sono giustamente percepite come una malattia del sistema , onde l ' impressione che tanto più frequenti le crisi tanto più grave il malato . Nel giudizio comune la crisi di governo è un atto che richiede ponderazione e prudenza . L ' esperienza di questi anni dovrebbe aver insegnato che crisi di governo non ponderate e imprudenti impediscono alla legislatura di arrivare sino alla fine : una legislatura non sopporta più di cinque governi , in media uno all ' anno . La presente è già giunta al quarto ( dopo due governi Cossiga e uno Forlani ) ad appena due anni dall ' inizio con un ' accelerazione senza precedenti : un governo ogni sei mesi . Dal governo annuale al governo semestrale . A quando quello mensile ? Mentre i governi si accorciano , le crisi si allungano . E quando le crisi si allungano , le legislature si accorciano . Il presidente Pertini , che non è responsabile nel primo significato del termine ma ha un alto senso di responsabilità nel secondo ( il che prova quanto i due significati debbano essere tenuti distinti ) , ha più volte dichiarato che non intende sciogliere ancora una volta il Parlamento . Ha capito benissimo che la fine prematura della legislatura sarebbe un colpo mortale inferto al sistema democratico . Ma l ' hanno capito coloro che sono responsabili , nel senso costituzionale , del governo del paese ? Quando appaiono sugli schermi della televisione questi timonieri più bravi nel pilotare le crisi che i governi , appaiono sereni , sicuri di sé , non sfiorati da dubbi sulla rotta da seguire , come se fossero già in vista del porto . Lo spettatore si domanda con un senso di angoscia : sono o non sono coscienti del lento ma inesorabile logoramento del regime democratico provocato da queste crisi , sempre brevi a parole , sempre lunghe nei fatti , tanto promettenti quando si aprono quanto deludenti quando si chiudono ? Ma se fossero davvero coscienti si comporterebbero davvero in questo modo ? Ma allora sono degli incoscienti ? A questa domanda si può rispondere soltanto prendendo in considerazione l ' altra faccia del problema e ponendosi una diversa domanda : « Verso chi sono responsabili ? » Viene la tentazione di rispondere : « Verso nessuno » . Quando debbono cadere le teste , cadono generalmente quelle degli altri . Tanto che a giudicare dalle teste che cadono , si dovrebbe concludere che la nostra classe politica conti il maggior numero di cittadini illibati e incorruttibili . Eppure in un sistema democratico non dovrebbe rispondere , la classe politica , agli elettori ? Le elezioni popolari non dovrebbero servire a discriminare i buoni dai cattivi reggitori , gli onesti dai disonesti ? Ma è proprio così ? Purtroppo non è così . La reale potenza dei partiti sta nella capacità che essi hanno di controllare i loro controllori . I risultati elettorali di questi anni sono lì a dimostrare che la cosiddetta verifica periodica del consenso in cui consiste l ' essenza della democrazia si svolge in modo da dare alla classe politica che ci ha governato sinora la tranquilla coscienza che viene dall ' aver sottoposto la propria azione al verdetto del popolo , e insieme la convinzione di aver ben meritato della salvezza della patria . Controllando i propri controllori essa finisce per essere responsabile , sì , ma solo di fronte a se stessa . In tal modo , il sistema è , almeno sino ad ora , bloccato . Ma chi è in grado di sbloccarlo ?