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Perché mai il referendum? ( Bobbio Norberto , 198 )
StampaQuotidiana ,
Per giudicare della bontà di una causa , nulla è meglio che vagliare la maggiore o minore forza degli argomenti che entrambe le parti impiegano per difenderla e dei controargomenti di cui si servono per combattere gli argomenti dell ' avversario . Sgombero subito il campo da un falso argomento addotto ripetutamente dai fautori del « sí » : l ' appello al principio « la legge è eguale per tutti » . Che la legge debba essere eguale per tutti non significa affatto che tutti debbano essere trattati in modo eguale . Sarebbe un ' insensatezza . L ' unico significato certo attribuibile alla massima , che si vede scritta sui frontoni di tutti i tribunali , è che la legge , qualsiasi legge , deve essere applicata imparzialmente a tutti , ricchi e poveri , nobili e plebei . Ciò che la cosiddetta « regola di giustizia » richiede è che siano trattati egualmente gli eguali e disegualmente i diseguali . Sono forse i giudici eguali agli altri cittadini rispetto all ' estensione della responsabilità civile ? Anche i fautori del « sí » riconoscono che non lo sono : qualunque sia l ' esito del voto , la responsabilità dei giudici sarà ad ogni modo diversa da quella dei singoli cittadini . Nell ' attuale disputa la massima non c ' entra assolutamente nulla . L ' invocarla come una buona ragione per indurre a votare « sí » è uno sproposito . Atteniamoci dunque agli argomenti razionali , vale a dire alle ragioni pro o contro , addotte sulla base di giudizi di fatto controllabili , sia rispetto alle premesse sia rispetto alle conseguenze . Nonostante il profluvio di parole che si è rovesciato in questi giorni sui giornali , questi argomenti sono sempre gli stessi . Chi vada a leggere ciò che si scrisse nella primavera del 1986 quando ebbe inizio la campagna per la raccolta delle firme , si renderà conto facilmente di quel che sto dicendo , anche se possono essere cambiati alcuni interlocutori , e identici interlocutori possono oggi sostenere tesi diverse da quelle di ieri . A ragion veduta si può dire che gli argomenti addotti da una parte e dall ' altra ruotano intorno a due temi fondamentali : i ) se il quesito posto sia conforme allo scopo , che sarebbe per i promotori una giustizia più giusta ; 2 ) ammesso che il quesito sia conforme allo scopo , se a sua volta sia conforme allo scopo lo strumento adottato per risolverlo , il referendum . I fautori del « no » sostengono che ci troviamo di fronte a un caso davvero singolare di un metodo sbagliato usato per risolvere una questione mal posta . Sul primo punto alle persone di buon senso è parso sin dall ' inizio incomprensibile perché dal gran mazzo di problemi insoluti relativi alla giustizia si sia estratto il problema della responsabilità civile . Tanto più che due dei proponenti facevano parte del governo , e di governi che non erano mai stati troppo zelanti nel cercare di risolvere gli altri problemi . Sinora i fautori del « sí » non hanno fatto nulla per aiutarci a capire . Attribuire la responsabilità dei malanni della giustizia ai giudici , sarebbe come far ricadere i malanni della scuola sui professori , della sanità sui medici e , perché no ? , tutti i guai del paese soltanto sulla classe politica . Che sia utile ridiscutere il problema della responsabilità civile dei giudici , non è ancora un buon argomento per considerarlo il problema principale , da risolvere prima di tutti gli altri . Si capisce come sia potuto nascere il sospetto che la funzione del referendum fosse unicamente quella di dare una lezione ai giudici troppo inframettenti . Non è il caso di fare il processo alle intenzioni . Ma siamo proprio sicuri che non gli attribuiscano questa funzione la maggior parte dei cittadini che voteranno « sí » ? Giorni fa un tassista , che si accalorava parlandomi di una lite scoppiata tra gruppi rivali di conduttori , mi disse che il Tar aveva dato loro ragione ma gli altri erano ricorsi al Consiglio di Stato . Però , aggiunse , siccome la sentenza sarà emanata dopo il referendum , « se ci danno torto gliela faremo pagare » . Un cittadino , non sprovveduto , riteneva dunque in buona fede che dopo la « valanga » dei « sí » , chi ha torto potrà d ' ora innanzi procedere non per far rivedere la sentenza ma per punire il giudice . Rinunciamo pure a fare il processo alle intenzioni dei promotori . Ma non siamo del tutto tranquilli sulle intenzioni dei bravi cittadini che risponderanno all ' appello del « sí » . Se ne rendono conto coloro che hanno variamente contribuito a costruire questa macchina di guerra contro la magistratura italiana ? E rendendosene conto , che cosa rispondono ? Quanto al secondo punto , l ' idoneità del referendum come strumento , l ' argomento contrario è fortissimo . All ' argomento secondo cui il problema della responsabilità civile del giudice non può essere risolto con un « sí » e con un « no » , non può essere data nessuna risposta convincente , tanto è vero che neppure i fautori del « sí » cercano di darla . Dopo l ' abrogazione tutti sanno che bisognerà ricominciare da capo . Il solo argomento addotto dai promotori è stato che lo scopo del referendum non era quello di decidere ciò che un referendum non può decidere ma quello di « stimolare » il legislatore a decidere . Che il nostro Parlamento abbia bisogno di stimoli per agire , come un individuo in stato di depressione permanente , è desolante . Ma lasciamo andare . Ora che lo stimolo sembra abbia prodotto il suo effetto , e più o meno tutti , compresa la maggior parte dei magistrati , sono d ' accordo sulla riforma , tanto che nella passata legislatura pareva che il « vuoto » stesse per essere colmato prima che si formasse , che necessità c ' è che la stimolazione continui ? Anche a questa domanda non sono riuscito a trovare che risposte vaghe , forse sarebbe meglio dire nessuna risposta . Il referendum da strumento diventa fine a se stesso . Il referendum per il referendum . Ovvero : perché il referendum ? Perché sì . Concludendo : chi ritiene non sia stata sufficientemente giustificata la scelta del quesito , dovrebbe rispondere « no » . Chi invece ritiene non sia stata sufficientemente giustificata la scelta del mezzo per risolverlo dovrebbe non andare a votare . Chi ritiene che non siano state sufficientemente giustificate entrambe può scegliere di votare « no » o di non votare .