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Così Manzoni scacciò Satana ( Ceronetti Guido , 1982 )
StampaQuotidiana ,
E il demoniaco cominciava a invadere tutto , fino alle lettere e pitture più alte e tragiche , dalla Spagna alla Siberia , da Parigi a Pietroburgo : perché non entra , da Porta Tosa , da Porta Ticinese , per i Navigli e le cloache , o giù per i camini , in Milano ? A Milano , il più grande scrittore italiano del secolo esclude il demoniaco dal suo unico romanzo come dagli altri suoi scritti , dalla sua teologia morale , dalle sue lettere , da ogni espressione del suo pensiero . Neppure Stendhal l ' aveva messo nelle sue storie ; ma Stendhal non era scrittore religioso e teologico , e neppure un allucinato romantico ; Manzoni è scrittore religioso integrale . E ' scrittore cristianissimo , e ancora al suo tempo Satana era l ' avversario di Dio nella vita interiore del credente , viveva nelle crepe metafisiche e nelle notti dei santi ; l ' Anticristo era nel timori e nelle attese del residuo messianismo cattolico : il papa poteva permettersi di nominarlo . In un altro scrittore cristiano integrale , Dostoevskij , l ' intero problema morale è gettato nel crogiuolo del demoniaco e studiato , messo in luce mentre il regno anticristico schiuma , preme , vicino . Manzoni è muto . In Manzoni molte cose sono taciute , non per questo annullate . Avendo con lui una certa pratica quotidiana , potrei tentare uno scandaglio . Manzoni fu un uomo assediato da innumerevoli terrori , non tutti spiegabili con la sua eredità nervosa . Uno dei più sottili tra i suoi terrori era quello di non riuscire a dire , sempre , la verità tutta intera , di non servirla abbastanza ... La verità morale gli appariva sotto tanti aspetti e così complicata da rendergli ogni cosa in cui dovesse impegnarsi per lei un combattimento estenuante . Si può leggere il romanzo anche come un combattimento per la verità , condotto con uno scrupolo smisurato . E poiché tutta la verità per lui si accordava perfettamente con l ' insegnamento della Chiesa , temeva continuamente che un punto gliene sfuggisse , lasciandolo scoperto , come per castigo , sospeso nel vuoto , senza più il braccio soccorritore della religione , sentita inconsciamente più implacabile che pietosa . Non poteva vivere senza quel riparo . C ' è una forte agonia cerebrale , dietro le palpebre socchiuse della sua anima pensosa : una natura predestinata alla lotta con l ' angelo di Dio , nella forma di una correzione spietata , dolorosa , perfino raffinatamente maniacale , del proprio pensiero e di ogni dottrina che contrastasse con la regola celeste che si era imposta . Per Manzoni , quel che non è morale è irrazionale . Anche in un ' ombra leggera , poteva già condannare il crimine d ' irrazionalità . Tutto l ' immaginario manzoniano , che culmina e si esaurisce nel romanzo , non solo si dispone dentro un ordine morale : è questo stesso ordine , figlio e frutto del suo tormento nervoso , etico e spirituale . Tutte le sue creature ricevono umanità dal loro essere animali morali in movimento , frammenti di morale in cerca di verità unificatrice , promessi sposi morali che anelano al matrimonio , ad un ricongiungimento sistematico , per mezzo di prove dolorose che cancellino da loro le tracce del peccato d ' origine . E ' un miracolo che Manzoni abbia saputo farne , tra molti rischi di cadute nell ' edificante ad ogni costo , realtà umane in un respiro di poesia pura . Chiusa l ' epoca del romanzo , ripiglia la sua eterna ricerca morale senza più metafore , ma con uno stile combattente che non vacillerà che al cecidere manus dei suoi ultimi giorni di vigilia sabbatica . Se il demoniaco è assente da questo romanzo del tormento e dell ' Iniziazione morale , devo pensare lo fosse interamente dall ' orizzonte manzoniano ? Mi provo a definire il demoniaco senza disturbare angeli sprofondati né il princeps tenebrarum , lasciandoli però agitarsi al di là del velo concettuale , come enti irreali misteriosamente possibili . Demoniaco è il male che , nell ' esperienza umana , produce pena e disfacimento morale e mentale : la sua dipendenza ( o non può avere questo nome ) da un principio assoluto , pone il problema della prova da parie di Dio che si fa lui stesso l ' Avversario e il persecutore occulto , o del dualismo metafisico ( se esista un principio tenebroso contrario al Bene ) . Demoniaco è il Caos primordiale ( prima e dopo tutti i Big Bangs ) riflesso nel microcosmo umano , che ne è dal giorno di assunzione nella coscienza ( la vera uscita dalla preistoria ! ) come lacerato e minutamente stigmatizzato ; e irrompe violentemente e capillarmente nella pazzia , nel crimine , nella storia , nelle costrizioni mentali ( i mind ' s manacles di Blake ) , nella morte dell ' anima , nell ' incubo , nelle passioni , ed è un fuoco inestinguibile . Ora , dai suoi effetti sovranamente calmanti , e dal suo segreto procedere rituale , si può definire lo stile manzoniano come altissimamente ed eminentemente esorcistico . Né stola , né aspersioni , né formule ... Esorcistico , alla lettera : per cacciare via , per scongiurare ... E oltre questo : esorcistico per Intima volontà demiurgica , uno stile che si elabora per mettere ordine , nel caos morale individuale e nella storta , vissuta come specchio del caos morale , regno del fuoco maledetto . Un partigiano innocente del demoniaco - i grandi romantici lo sono tutti - come Victor Hugo , sguazza felice nel caos della storia , gli scopre addirittura un proprio ordine ( demoniaco ) perfetto , che si configura in un ideale progresso , e arriva a produrre visioni compiaciute ed entusiasmanti , molto più piacevoli delle manzoniane : la Rivoluzione , Waterloo , la Parigi di Luigi XI e di Luigi Filippo ; Manzoni applica alla storia la museruola inflessibile del suo stile esorcistico , obbliga il grande serpente a sputare il suo tossico nel recipiente , mette in guardia il lettore ( il novizio , l ' iniziando ) dalle tentazioni e dalle metamorfosi del mostro . Qualunque cosa dica , in qualunque opera In versi o in prosa , Manzoni pronuncia un preciso scongiuro contro le potenze invisibili del caos , di cui ha una profonda , eterna , non domata paura . Ha i suoi grandi momenti di prova : la guerra dei Trentanni , nello scorcio satirico del romanzo , sottoposta al trattamento magnetico manzoniano , è una gorgona di demenza placata , messa sotto chiave ; e cosi la presa della Bastiglia , nel saggio senile sulla Rivoluzione . Quanto al demoni presenti nelle storie delle unzioni , sappiamo da che parte si trovino . Più sottilmente , si misuri l ' abissalità benefica dello stile manzoniano - tanta da stare alla pari con gli abissi di male che fronteggia - sia nelle magnifiche confutazioni della morale fondata sull ' utilità , che nel giudizio di Robespierre , nel dialogo dell ' Invenzione . Non piglia mai le vie facili : per Manzoni , Robespierre non è per niente un mostro , ma un mistero . Ed ecco definito , con inuguagliabile portata di stile , un uomo che ebbe certamente una parte di demoniaco e ne introdusse nella storia : « Ma un ' astrazione filosofica , una speculazione metafisica , che dominava i pensieri e le deliberazioni di quell ' infelice , spiega , se non m ' inganno , il mistero , e concilia le contraddizioni . Aveva imparato da Giangiacomo Rousseau ... » . Così , eccoci , quasi dostoevschianamente , nel demoniaco dell ' ideologia , il rinnegamento del peccato originale imparato da Rousseau fatto causa della perversione mentale e politica di Robespierre . Sappiamo bene che Sade , Necaev , Lenin , Hitler sono tutti figli di un ' astrazione filosofica . Furet , senza di cut è impossibile decifrare a fondo il fenomeno rivoluzionarlo francese , perfeziona Manzoni : « Robespierre è un profeta ... nessun contemporaneo ha interiorizzato come lui il codice ideologico della rivoluzione » . Ma per Manzoni il demoniaco ( non nominato ) di Robespierre , e di tutta la filosofia dei lumi , è nell ' ignoranza del peccato originale , in un errore metafisico . La folla , manzonianamente , è sempre demoniaca : la esorcizza energicamente con lo stile . L ' amore ... Se non lo lava in chiesa , dove deve « venir comandato e chiamarsi santo » , resta per lui essenzialmente demoniaco . Non basta procreare , riprodurre uomo anzi non è un gran bene ... Manzoni accolse Malthus , quasi unico tra i cattolici , con estremo favore . Ma anche l ' Ordine civile ( l ' autorità , lo Stato , i magistrati ) è Caos . Anche l ' amore represso ( Gertrude ) è Caos . L ' unico personaggio in cui il demoniaco è scritto in faccia in cubitali è il miserabile padre di Gertrude , un distruttore di germogli d ' amore e causa sinistra del futuro comportamento succubamente demoniaco della figlia monacata per forza . La peste , invece , non è demoniaca . La peste , sebbene rompa tutto l ' ordine morale - razionale e spalanchi le porte della città al Caos , è demiurgica e rimedio del male : il suo trionfo introduce addirittura la giustizia provvidenziale tra le leggi umane sconvolte . Manzoni la adopera come estremo e infallibile ricorso esorcistico : i monatti , la folla che lincia untori sono demoni scatenati , ma l ' eccesso del male fa sovrabbondare paolinamente la grazia , e porta al culmine la perfezione dello stile manzoniano scongiuratore e riparatore . Il gallo del lazzaretto canta : i demoni - tutti , meno la vigliaccheria tenace di don Abbondio - spariscono . La giustizia redentrice si manifesta simbolicamente nella pioggia diluviale , che si annuncia al lazzaretto , tra la polvere e i lamenti , come una figura di salvezza , e finalmente investe e inzuppa nella sua corsa solitaria fuori Milano il promesso sposo , significandogli che la prova è superata . Il resto , non è più che il graduale e ordinato spegnersi di una musica . Non si legge Manzoni per divertirsi , ma per bisogno di guarire . Dopo ogni rilettura , si resta imbevuti di calma , come liberati da una crisi isterica , da un ' idea ossessiva , da un possesso diabolico . « Una mano ferma - dice di lui Eugenio D ' Ors in Nuevo glosario - che di tra le ombre si tende verso di noi , e a cui possiamo aggrappare la nostra , nel momento in cui stavamo per scivolare , forse a perderci irremissibilmente » . Certo , Dostoevskij è infinitamente più attuale ; perché è un profeta russo , mentre Manzoni è un poeta italiano , che vide bene la storia come Caos , senza però vedere un futuro in cui il mondo umano , in preda al demoniaco , sarebbe diventato , progressivamente , come una macchina inerte : «...in qualche secolo si può a tal punto mortificare il mondo che dalla disperazione comincerà effettivamente a desiderare di esser morto » ( Taccuini del Demoni ) . Qualcosa d ' insoluto è nella sorte del castello dell ' Innominato , quando da nido insanguinato del delitto si trasforma , in asilo sicuro di afflitti , vigilando dall ' alto ( senza neppure sparare un ' archibugiata : gli basta essere entrato nell ' ordine morale - razionale ) contro il disordine cieco della guerra , che si sfoga e passa nella pianura . La conversione del famoso brigante può avere spiegazioni psicologiche , ma quella del castellaccio e di tutta la sua valle ha ancor più del miracolo , del teatro e della fiaba : perché non è un ' anima d ' uomo , è un simbolo pietrificato del disordine e del male . Un ' insegna , un ' espressione visibile del mondo infero , può così facilmente farsi l ' insegna del Bene sulla stessa altura , la Malanotte cambiarsi nell ' osteria della Buonanotte , i cattivi agire da guardiani e da infermieri conservando le stesse facce ? La grazia della palingenesi morale si estende anche all ' inanimato , al sicari , ai pugnali ? I dubbi di don Abbondio , quando va al castello , testimoniano di una interessante esitazione di Manzoni stesso : è davvero possibile che lassù tutto sia ormai eliso e salvezza ? Se adesso lì spuntasse una amanita falloide , sarebbe commestibile ? Il Male , se veramente esiste come tale , può cambiare natura ? Dietro al povero curato , pauroso cronico , il grande indagatore interroga l ' universo morale , il più difficile del mondi , perplesso .