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Diventiamo un paese di anziani ( De Castro Diego , 1981 )
StampaQuotidiana ,
Di tanto in tanto , appare la notizia che , in Italia , la popolazione è divenuta stazionaria e qualcuno se ne rallegra , perché non ha la più vaga idea di quante conseguenze negative porti per parecchi decenni successivi il raggiungimento di un equilibrio del genere . Non credo esistano demografi e statistici italiani che non auspichino una sia pur lieve eccedenza dei nati sui morti . Il saldo negativo tra le nascite e le morti era limitato nel 1972 a poche province del Nord e a due del Centro , mentre ora si sta allargando a macchia d ' olio . Le ultime cifre ufficiali - non ancora pubblicate in dettaglio , provvisorie , ma attendibili - per i mesi dal gennaio all ' ottobre 1980 , indicano che , ormai , nell ' Italia Settentrionale , l ' eccedenza dei morti sui nati è cronica e che per i primi dieci mesi dell ' anno è stata di 31.611 unità , contro le 13.634 dei corrispondenti mesi del 1979 . In Liguria , i morti sono il doppio dei nati ; in Piemonte , si riscontra un supero di 9927 morti sui nati che sono soltanto 33.101 . In Toscana ed in Umbria le nascite sono largamente inferiori alle morti , nelle Marche sono lievemente superiori , mentre , nel Lazio , si sente nettamente l ' influsso del Meridione , con una eccedenza di 12.584 unità a favore delle nascite . L ' Italia Meridionale e le Isole realizzano un saldo attivo di 118.041 nati e l ' Italia intera di 91.197 . Forse non è male ricordare che , nel 1972 , tale saldo , per l ' Italia , era di 375.283 unità . Poiché ci siamo trasformati da Paese di emigrazione in Paese di immigrazione ed abbiamo , ormai , un saldo largamente attivo di immigrati , la popolazione dell ' Italia non corre , per ora , un pericolo grave di diminuzione : i1 Nord non produce figli , ma accoglie gente che viene o torna dall ' estero ; il Sud , dal Lazio in giù , mette al mondo nuovi nati e , seppur ormai raramente ( nel febbraio , marzo , aprile e maggio 1980 ) ha visto gli emigrati per l ' estero superare gli immigrati . Le conseguenze sono piuttosto evidenti . I settentrionali , non prolificando , fanno il possibile a che l ' Italia si meridionalizzi , poi si lagnano che ciò avvenga . Forse nessuno ricor - da che , attorno al 1950 , Torino aveva già raggiunto il risultato di avere più morti che nati e , se non fossero immigrati veneti e meridionali , essa sarebbe oggi , la metà di quella che è . Stiamo già ospitando , in Italia , più di mezzo milione di stranieri provenienti dal Terzo Mondo o da Paesi più poveri di noi . É troppo noto che , tra pochi anni , il carico degli an - ziani , dei vecchi , dei decrepiti - i novantenni sono cresciuti di sedici volte dall ' inizio del secolo - sarà spaventoso per le forze effettivamente produttive : le nuove leve di lavoro , na - te in Italia , saranno sempre più esigue e la situazione peggiorerà di anno in anno . La Francia e la Germania stanno prendendo provvedimenti di politica demografica per ovviare ad una situazione che è già leggermente peggiore della nostra ; noi stiamo a guardare . Anzi c ' è chi si compiace per le culle vuote . I non demografi non sanno che la « popolazione stazionaria » può esistere soltanto per un periodo brevissimo , perché , quando ci si mette sulla sua strada i morti tendono sempre più a crescere ed i nati sempre più a calare . Ed allora non c ' è che l ' immigrazione . Ma non tutti gli Stati europei che l ' anno sperimentata ne sono rimasti molto soddisfatti .