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UNA FASE NUOVA ( Spadolini Giovanni , 1971 )
StampaQuotidiana ,
Un nuovo importante passo è stato compiuto sulla via dell ' integrazione europea . La regia dei colloqui fra Pompidou e Heath a Parigi è apparsa attenta e sapiente : degna della grande tradizione francese . Un po ' di suspense nel corso degli incontri , nessun comunicato ufficiale , la mancanza degli stessi ministri degli esteri al tête - à - tête fra due uomini , un capo di Stato e un capo di governo , che parlavano malissimo l ' uno la lingua dell ' altro . Alla fine una conferenza stampa , abbinata , del presidente francese e del premier inglese : quasi a rinnovare il fastoso scenario gollista ma non più sul piano dell ' « a solo » , non più sullo sfondo della gladiatoria esibizione del generale , impegnato coi giornalisti a comando a « recitare » le risposte prefabbricate a domande non meno prefabbricate . Le dichiarazioni finali di Pompidou e di Heath rispondono a un ragionevole ottimismo , dimostrano che molti angoli sono stati smussati , molti dei grossi problemi pendenti fra le due rive della Manica avviati a soluzione . Soprattutto è stato ottenuto un « disgelo » psicologico di conseguenze e di proporzioni non prevedibili . La rancune del periodo gollista è apparsa superata ; il dialogo è stato ripreso , e non più soltanto sul terreno delle differenziazioni o contrapposizioni tecnico - economiche , agricoltura , zuccheri dei Caraibi , relazioni monetarie , già affrontate e parzialmente rimosse nell ' ultima sessione della comunità europea a Bruxelles . Francia e Inghilterra hanno dimostrato di rendersi conto delle nuove prospettive mondiali , che vedono emergere un terzo grande accanto alla Russia e all ' America , la Cina ; hanno dimostrato di capire che solo la dimensione , prima economica e poi politica , di un ' Europa avviata ad un vincolo federativo è in grado di evitare la totale sommersione del vecchio continente , la sua trasformazione in oggetto passivo di una storia che si svolga al di fuori di ogni sua partecipazione , degradandola a squallido teatro di antiche grandezze . Certo le impennate tedesche sul marco hanno contribuito in modo determinante alla « svolta » di Parigi . C ' è in Francia un crescente sospetto per la politica di Bonn , e non solo per la Ostpolitik , che in generale aveva anticipato dal suo orgoglioso angolo visuale , forse anche per impedire che potesse passare nelle mani della Germania federale . Il vincolo speciale , che De Gaulle aveva creato fra Parigi e Bonn , non è stato capace di sopravvivere alla scomparsa del generale . Il successore dell ' Eliseo , interprete com ' è di un realismo francese pragmatico e un tantino disincantato , simbolo della tradizionale borghesia d ' oltralpe , ha ripreso il filone classico della Francia repubblicana di Delcassé , si è riavvicinato alla Gran Bretagna con uno spirito non troppo lontano dall ' Entente cordiale . Ma il futuro di un ' Europa integrata trascende tali punti di partenza ; il peso della Germania federale è una realtà , dalla quale sarebbe pericoloso ed assurdo prescindere . Si tratta di trovare lungo la strada gli equilibri e i contrappesi necessari a realizzare , con l ' unione economica , quella politica del continente . Pompidou non si è nascosto le difficoltà che ancora si frappongono al raggiungimento di tale obiettivo , gli ostacoli da superare . Quanto a Heath , tornando a Londra , non troverà una situazione di tutto riposo . Il quadro del Parlamento britannico non è dei più rassicuranti . Un ' ala non secondaria dei deputati conservatori , che detengono una maggioranza tutt ' altro che schiacciante alla Camera dei Comuni , è tiepida o addirittura ostile all ' Europa : quasi due terzi dell ' opposizione laborista inclina al vecchio e tenace isolazionismo britannico . Ci vorrà una intesa diretta fra il capo dell ' esecutivo e il capo dell ' opposizione ( la linea europeista di Wilson è ben nota ) per consentire di aggirare in autunno gli scogli parlamentari , che non mancheranno , al suggello e alla sanzione della ritrovata intesa fra Francia e Gran Bretagna . Senonché in questa fase di decisiva transizione molto potrebbero fare anche gli altri paesi della Comunità . A cominciare dall ' Italia : se riuscisse per un momento a mettere in sordina le miserabili beghe sull ' elezione presidenziale ( si è già aperta una polemica tanto poco edificante ) e a guardare oltre le frontiere delle divisioni domestiche e delle competizioni municipali . Anche perché l ' Europa , nell ' attuale quadro di caos e di degradazione nazionale , rimane l ' ultima speranza per noi .