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LA GUERRA D'ETIOPIA ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Dopo lunghe settimane di strenua resistenza , Cheren è caduta in mano al nemico . Le nostre truppe , ha detto il corrispondente militare di Reuter , hanno combattuto a Cheren come non avevano mai combattuto finora nella nostra storia nazionale . Questo omaggio reso alle truppe italiane da una autorevole voce inglese mostra chiaramente il significato di questa lotta . Lotta che può , finché rimane sul piano umano , presentare episodi gloriosi , ma che , trasportata sul piano politico , diventa un inutile spargimento di sangue . * * * In questo punto della nostra seconda guerra d ’ Etiopia , conviene domandarsi : era dunque savio cominciare la prima , valeva dunque la pena attirarsi l ' inimicizia di 52 nazioni che votarono contro di noi le sanzioni economiche per dovere poi , poco più di un lustro dopo , per necessità non inerenti a una politica propriamente nazionale , perdere quello che si era così faticosamente guadagnato ? Prescindendo da considerazioni intrinseche alla prima guerra d ' Etiopia , conviene attualmente porre il seguente quesito : pur supponendo che la prima guerra d ' Etiopia fosse giustificata , non era logico avere una politica estera capace di farci conservare questa conquista e ricavarne i frutti ? Invece di avere una politica estera pacifica alle frontiere del nostro impero coloniale . senza nessuna necessità propriamente . nazionale , per rispettare , cioè , un ' alleanza odiosa a tutto il popolo italiano , siamo entrati in guerra . proprio contro quell ' impero . che stringeva il nostro in una morsa . Dal punto di vista strategico africano , avremmo potuto dichiarare la guerra al Perù , alla Cina o a qualsiasi altro Stato senza nessun pregiudizio : ma vi era un solo dato che , prescindendo da ragioni sentimentali e di amicizia tradizionale , avevamo non solo il dovere ma anche il preciso interesse di non attaccare : questo Stato è l ' Impero britannico . Eccone , ora , il risultato : come diceva il commentatore fascista di Radio Roaa , alcuni mesi fa , il nostro impero africano viene ora sbocconcellato a poco a poco dall ' Inghilterra . * * * Questo fatto richiama alla nostra attenzione un problema che si è troppo voluto considerare da noi come un fatto compiuto : la prima guerra d ' Etiopia . La facilità con cui , nonostante la formale opposizione della Società delle Nazioni , abbiamo conquistato l ' Impero d ' Etiopia , ci ha fatto spesso dimenticare il giudizio degli altri intorno a questa conquista . Il Governo fascista ha sempre affermato che questa conquista veniva impresa per permetterci di avere finalmente un posto al sole : poi , quando questo posto al sole l ' abbiamo avuto , quando , cioè le condizioni per inviare una massa di centinaia di migliaia di coloni sono state attuate , allora il Governo si è ricordato che sotto il sole cocente d ' Etiopia faceva troppo caldo . E invece di quel mezzo milione di coloni all ' anno , che avremmo potuto mandare in Etiopia , allo scopo di colmare , in questo modo , l ' incremento naturale della nostra popolazione , sono partite quelle poche centinaia di rurali disoccupati a cui si è mostrato che non vi era scelta che quella di andare a lavorare in Etiopia o di morire sui campi di battaglia di Spagna . Oggi , la conquista compiuta , appare chiaramente che i vantaggi promessici con la conquista dell ' impero erano illusori . Oggi , quella conquista , che la politica estera del nostro Governo non ci ha permesso di difendere contro la Nemesi storica del ritorno del Negus in Etiopia , con le sue truppe e i suoi ras , ci fa capire che l ' Etiopia è stato un peso effettivo nella politica italiana . Ci accorgiamo , cioè , che , dal momento in cui si è iniziata la guerra d ' Etiopia , siamo stati costretti ad intervenire tutte le guerre che si facevano nel mondo : ci accorgiamo ancora che abbiamo dovuto sempre per quell ' atto fatale e per l ' inimicizia da esso suscitata contro di noi fra tutti i popoli del mondo , allearci con i Governi più retrogradi e più oppressivi del mondo . Ci accorgiamo , infine , che da quando è cominciata la guerra d ' Etiopia , da quando , cioè . abbiamo tolto l ' indipendenza al popolo abissino , il popolo italiano ha sofferto di una crisi economica e sociale sempre più acuta . Dalla guerra d ' Etiopia in poi , nessuna classe sociale è stata più risparmiata . Contro tutte le classi della nazione italiana si è elevata , in questi anni dolorosi della nostra storia , una famelica plutogerarchia le cui ambizioni e la cui sete di potere politico cd economico non è stata frenata da nessun sacrificio da imporsi al resto della Nazione . Dal punto di vista interno , perciò . che è quello che massimamente ci preoccupa , dalla guerra d ' Etiopia in poi , tutto è andato a catafascio . * * * Ecco quello che ci ricorda la caduta di Cheren . Questa caduta ha , dunque , un valore non solo militare ma soprattutto politico e sentimentale . Cheren ci ricorda l ' inutilità della prima guerra d ' Etiopia . Cheren ci ricorda i sacrifici causati da questa gialla e le penose e tragiche conseguenze da essa arrecate alla nostra situazione politica , interna ed internazionale . Cheren ci ricorda che la conquista dell ' Etiopia era un sacrificio troppo grande da imporsi al popolo italiano , che non giustificava la soppressione dell ' indipendenza , neanche di un paese barbaro africano . Quando venne proclamato l ' Impero , Carlo Rosselli scrisse che quello era il momento per gli Italiani di proclamarsi : contro l ' Impero per la Nazione . Quella voce , in quel momento . rimase senza eco . Oggi , nel momento in cui l ' Impero va in rovina , non ci lasciamo abbattere da questo tragico fato . Ricordiamoci che la Nazione sempre esiste e che nulla è perduto per l ' Italia finché abbiamo fole nelle virtù del nostro popolo .