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Due comunisti ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Nei giorni intorno allo scorso Natale mi telefonò una persona . Mi disse che aveva da propormi un lavoro . Venne . Era uno che non avevo mai visto prima ; lo trovai molto simpatico . Parlammo a lungo e di varie cose . Di lui non so e non potrei dire nulla , se non che è molto simpatico e che lavora alla televisione . Mi chiese se volevo fare , per la televisione , un ' inchiesta sulla donna in Italia . Risposi che non sapevo fare le inchieste e che non mi piaceva per niente pensare « alla donna » , cioè pensare ai problemi delle donne isolati da quelli degli uomini . Gli dissi inoltre che non mi piaceva viaggiare . Non avrei avuto nessuna voglia di viaggiare per l ' Italia con dei fotografi . Gli dissi che l ' unica cosa che amavo al mondo era scrivere , sul divano di casa mia , tutto quello che mi passava per la testa . Mi disse che non avrei dovuto viaggiare perché altri avrebbero viaggiato per me . Io potevo restare a casa mia . Mi disse che in questo lavoro non sarei stata sola , perché un sociologo avrebbe lavorato con me . L ' idea di lavorare con un sociologo mi spaventò moltissimo e rifiutai . Non saprei parlare con un sociologo ; la sociologia è troppo lontana da me . Mi disse allora il nome del sociologo a cui avevano pensato e a cui si proponevano di scrivere per sapere se acconsentiva . Era Ardigò . Ardigò io lo conosco poco ; lo conosco però da molti anni . Ne ho stima . Mi ispira simpatia . Ho in comune con lui la memoria d ' un amico . Questo amico è Felice Balbo , morto nel '64 . Mi venne a un tratto il desiderio di vedere Ardigò che non vedo mai . Felice Balbo aveva molti amici , persone diverse fra loro e che non avevano fra loro niente in comune , se non l ' abitudine di discutere con lui fino a tarda notte . Si discuteva con lui di solito in piedi , perché lui usava stare in piedi , e la discussione diventava particolarmente appassionata sul pianerottolo al momento di salutarsi . Pensai che Balbo sarebbe forse stato contento se io e Ardigò , due suoi amici , avessimo lavorato insieme a un ' inchiesta sulla donna in Italia . Quella persona simpatica , nell ' andarsene , mi disse che m ' avrebbe fatto sapere se Ardigò accettava . Quando se ne fu andato mi accorsi che non avevo mai saputo , fino a quel momento , che Ardigò era un sociologo . In verità non mi ero mai chiesta cosa fosse Ardigò . Per me era un amico di Balbo e basta . Non tutti i suoi amici mi piacevano . Ardigò mi piaceva . La mia simpatia per lui si basava su impressioni fuggevoli , ma precise . Enumerai le cose che sapevo su Ardigò . Era simpatico . Viveva a Bologna . Aveva una sorella bionda che avevo conosciuto in montagna . Pensai che le mie nozioni sulle persone erano spesso assai rozze , limitate e confuse . E pensai che da questa mia limitazione , da questa mia miseria di nozioni , mi veniva un senso di malinconia , di miseria e di confusione . Mi veniva come una sensazione di muovermi nel vuoto . Pensai che ero l ' ultima persona al mondo che poteva fare un ' inchiesta in compagnia d ' un sociologo . Muovendomi io così spesso nel vuoto e nella nebbia , non potevo scambiar parola né con dei politici né con dei sociologi , persone che certo avevano sulla realtà uno sguardo sempre lucido , esatto , completo e puntuale . Pensai che Ardigò mi avrebbe subito disprezzato . Oppure poteva succedere anche di peggio , che cioè lui cadesse in un equivoco e mi supponesse dotata di qualità di cultura e di penetrazione sociale che io in verità non possiedo affatto . Pensai che è molto difficile essere capiti . Essere capiti vuol dire essere presi e accettati per quello che siamo . Il pericolo più triste che noi corriamo con le persone , non è tanto che non vedano o non amino le nostre qualità , ma che invece suppongano che le nostre qualità reali abbiano proliferato in noi numerose altre qualità che sono in noi assolutamente inesistenti . E pensai che la cosa più bella che aveva Felice Balbo , nel suo stare con le persone , era non travisarle mai e non guarnirle di doni che esse non possedevano , ma cercare invece nel prossimo che aveva davanti a sé il suo nucleo più vitale e profondo , scegliere e liberare il meglio che l ' altro aveva dentro di sé e quello solo , senza mai un ' ombra di sorpresa , di disprezzo o di scherno , dinanzi alle limitazioni e alle povertà dell ' altro . Egli infatti viveva con il suo prossimo nell ' unico luogo dove l ' intelligenza del suo prossimo poteva seguirlo senza limitazioni . Non usava mai cercare nel prossimo la propria immagine , essendo , quando stava con gli altri , totalmente immemore di sé . Era la persona meno narcisista che ho mai conosciuto . Indifferente a se stesso , non si sceglieva mai degli amici perché gli rassomigliavano , o perché erano il suo contrario , o perché potevano arricchirlo di nozioni o penetrazioni che lui non aveva . Semplicemente stava con persone con cui gli era possibile una qualche sorta di colloquio . Quando stava con una persona , non era mai in posizione di superiorità , né in posizione di inferiorità , era con l ' altro sempre un eguale . Conservai davanti a me nel futuro , d ' altronde assai vaga , la prospettiva di quell ' inchiesta , prospettiva in cui mi rallegrava , e insieme mi preoccupava , il nome di Ardigò , e in cui mi rallegrava il ricordo della persona molto simpatica che era venuta a casa mia quel giorno . Passò del tempo e non seppi più nulla di quel lavoro . Pensai che era sfumato come sfumano tante proposte . Però l ' altro giorno è uscita sull ' « Unità » una fotocopia d ' un foglio dattiloscritto della televisione , con una serie di proposte fra cui quella dell ' inchiesta sulla donna . C ' era il mio nome e il nome di Ardigò . Accanto , era scritta a penna un ' osservazione che esprimeva perplessità . Era scritto a penna : « Due comunisti » . La cosa mi precipitò in uno stupore profondo . Ero anche molto contenta . Perché fossi così contenta , non lo so . Dal commento dell ' « Unità » appresi che Ardigò è consigliere nazionale della Dc . A dire il vero non sapevo di lui neanche questo . Mi sono chiesta allora cosa sapevo con precisione su di me . Per quanto riguarda la politica , devo dire che non so su di me niente di preciso . L ' unica cosa che so con assoluta certezza , è che di politica io non ne capisco niente . Nella mia vita , sono stata iscritta a partiti per due volte . Una volta era il partito d ' azione . Un ' altra volta era il partito comunista . L ' una e l ' altra volta , era un errore . Siccome non capisco niente di politica , era stupido che fingessi di capirne qualcosa , che andassi alle riunioni , che avessi in mano la tessera d ' un partito . E ' bene che , finché vivo , io non appartenga mai a nessun partito . Se mi chiedessero come vorrei che fosse governato un paese , in coscienza non saprei rispondere . I miei pensieri politici sono quanto mai rozzi , imbrogliati , elementari , confusi . Per questo fatto , mi sento spesso disprezzata da persone che amo . Esse pensano che la mia povertà di pensiero , nei confronti della politica , è frivolezza , mancanza di serietà , assenteismo colpevole . Lo pensano in silenzio . Ma il peso del loro disprezzo è per me oppressivo . Se cercassi di giustificarmi in presenza di quel severo silenzio , non troverei che parole di una grottesca goffaggine e futilità . Eppure son sicura che ci deve essere un posto al mondo anche per quelli che , come me , non capiscono la politica , che se parlassero di politica direbbero solo banalità e imbecillità , perciò la cosa migliore che possono fare è non esprimere quasi mai nessuna opinione . Quasi mai . A volte , dire di sì o di no è indispensabile . Vorrei però limitarmi a dire o di sì o di no , E poiché ho parlato di Felice Balbo , dirò che gli sono grata per non avermi mai disprezzato , per non essersi mai stupito né sdegnato della mia ignoranza politica , gli sono immensamente grata per avermi sempre accettato per quello che ero e capito . Lo seguii prima nel partito comunista , poi fuori , feci tutto quello che lui faceva pensando che lui capiva la politica e io no . Pure non ebbi mai , con lui , la sensazione di sottostare a una sua superiorità , di subire una personalità più forte . Fra noi era inteso che lui capiva e sapeva un gran numero di cose , io no . Ma non aveva importanza , eravamo eguali . Nei ricordi degli anni che ho passato nel partito comunista , nei ricordi di riunioni e comizi , la sua figura è sempre presente . Forse per questo , se mi dicono comunista , sono contenta . Perché mi ricordo degli anni che io e Balbo eravamo là . Per quanto riguarda i due partiti a cui ho appartenuto , uno dei quali da tempo ha cessato di esistere , mi sembra di avere conservato con essi dei legami viscerali , oscuri e sotterranei , che non saprei chiarire con parole , che non trovano alcun fondamento nella ragione , che non hanno nessun rapporto con le scelte della ragione ma sgorgano dal profondo come gli affetti . Vorrei ancora dire che se un giorno ci fosse una rivoluzione e io dovessi fare una scelta politica , preferirei molto essere ammazzata piuttosto che ammazzare qualcuno . E questo è uno dei pochissimi pensieri politici che la mia mente possa mai formulare .