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Rispettare i morti ( Ginzburg Natalia , 1990 )
StampaQuotidiana ,
Non muovo alcun rimprovero a Lorenzo Mondo , per aver pubblicato quelle note di Pavese , qualche giorno fa . Ha aspettato quarant ' anni prima di pubblicarle ; infine ha pensato che si trattava d ' un documento e i documenti è giusto farli conoscere ; e difatti è giusto . Se fossi stata io a trovarle , non le avrei pubblicate ; ma il mio rapporto con Pavese era di stretta amicizia ; avrei troppo temuto le reazioni che potevano suscitare e forse le avrei distrutte ; non lo so . Comunque Lorenzo Mondo lo capisco e non posso dargli torto . Le ha accompagnate con un commento sommesso e discreto . Mi addolora però profondamente la gran polvere , il clamore che ne è seguito . Pavese , per quelle note , è stato chiamato fascista , filonazista . La sua figura pubblica è stata colpita a sassate da ogni parte . Qualcuno l ' ha difeso . Ma il clamore e la polvere hanno coperto ogni argomentazione pacata e sensata . I morti che ci sono cari , noi vorremmo che fossero rispettati . Rispettarli significa astenersi dal sottoporli a un processo inquisitorio . Risparmiare alla loro immagine le deduzioni malevole , giudizi affrettati e recisi , il chiasso futile e malevolo dei giornali . Ma esiste nel nostro tempo uno strano e insano piacere nell ' infierire contro la memoria dei morti . Nel fare strame della loro vita privata e pubblica , e della loro opera , quando un opera loro ci sia rimasta . Ne successo a Hemingway , a Montale , a Felice Balbo , a tanti altri in varia forma e varia misura . Succede oggi a Pavese . Prima viene fatta di loro una sorta di statua , mirabile e immobile , poi la statua viene presa a sassate . I morti , nel nostro tempo , bisogna che si aspettino o le genuflessioni che vengono tributate ai marmi sacri , o la dimenticanza , o le sassate . Non è il nostro un tempo dove i morti possano convivere felicemente coi vivi . Per quanto riguarda Montale , non c ' è dubbio che ha agito male quando ha firmato con il proprio nome le pagine scritte da un altro , ma è ben meschina , gretta e polverosa la furia che si è scatenata su questo episodio . Su Felice Balbo , anni fa , è stato costruito un castello di accuse oscure totalmente inventate , ordite chissà a quale scopo da qualche mente perversa . Era una fra le persone più limpide che ci siano mai state . Su Pavese , non è stato inventato nulla , quelle note esistono , scritte dalla sua mano . Ma la vita d ' un uomo è vasta , ed è fatta di istanti dei quali non sappiamo nulla , di atti nobili e meno nobili , di pensieri scritti in qualche lettera o in qualche quaderno , poi contraddetti da nuovi pensieri o dal comportamento nel corso degli anni . Ne fatta di colpe , di rimorsi , di sacrifici e azioni generose che a tutti resteranno per sempre ignoti . Che senso ha processare un essere umano che fino a ieri appariva senza colpa , da parte di chi non l ' ha mai conosciuto e l ' ha conosciuto poco e male , o di chi è nato molto dopo la sua morte ? E soprattutto perché tanto insano piacere nel fare strage della sua memoria , deturpare la sua immagine e renderla del tutto irriconoscibile a quanti l ' hanno amata ? Nessi ne conservano i veri connotati stampati negli occhi , e tuttavia si sentono persi , come se quei connotati non fossero mai stati veri . Pavese è morto quarant ' anni fa . Quelli che l ' hanno conosciuto nell ' intimo sono ormai pochi : una misera minoranza . Pochi ormai sono in grado di evocarne la fisionomia vera , i gesti , i passi , la voce . Una persona umana è fatta anche di questo : non soltanto delle pagine che ha scritto o delle idee che aveva . La cosa onesta che si deve fare nei riguardi d ' un morto , se era uno scrittore , è leggere le sue opere , scrutarne il significato e prediligerne le migliori ; quelle che ci sembrano le migliori . Di uno scrittore che è morto , è importante il meglio ; il peggio va accantonato in disparte . E tuttavia anche il peggio deve essere conosciuto , indagato e studiato : ma in disparte . Ne in qualche modo è lo stesso per ogni persona umana : non si capisce bene perché , ma dopo che è morta , il meglio che aveva lo vediamo salire in superficie , e il peggio calare nel buio : ed è il meglio che vogliamo ricordare di più . Quelle note di Pavese che sono state pubblicate ora mi hanno turbato , non voglio negarlo . So bene che pensava e scriveva a volte delle assurdità . La sua straordinaria intelligenza non glielo impediva . Di politica non capiva niente , e quelle note sono per la massima parte politiche . Non le ha stracciate : non stracciava mai niente . Mi ha ferito soprattutto , in quelle note , quanto lui scriveva sulla Germania di Hitler . Le atrocità dei tedeschi , dice , non sono diverse dalle atrocità compiute nella Rivoluzione francese . Scriveva così nel '42 , mentre gli ebrei morivano a milioni nei campi di sterminio , nel modo che sappiamo . Allora , sui campi di sterminio , non sapevamo tutta la verità , ma si sapeva pure che quanto stava succedendo agli ebrei in Germania era qualcosa di intollerabile per il nostro pensiero . Sul fascismo , su Mussolini , sulla guerra , dice delle frasi grottesche . Fanno un ' immensa rabbia , ma chi l ' ha conosciuto , Pavese , ricorda che era bastian contrario . L ' Italia stava perdendo la guerra , nel '42 , e lui parla di vittoria . Il fascismo , non c ' era ormai più nessuno in Italia che non ne auspicasse la fine , e lui si domanda se non era forse una cosa buona . Non le ha incluse nel suo diario , quelle note , ma non le ha stracciate . Avrà forse pensato che potevano essergli di qualche utilità per ricostruire se stesso , in un certo periodo , per osservare un giorno i percorsi capricciosi del proprio pensiero ? per conservare il peggio di se stesso ? Ma le frasi sulla Germania di Hitler , chi gli ha voluto bene le ripensa con vivo turbamento . Tuttavia chi gli ha voluto bene non gli toglie certo una sola stilla d ' affetto . Mi trovo d ' accordo con quanto ha detto di lui Luisa Sturani : era come un ragazzo : la sera s ' addormentava con un ' idea e la mattina dopo si svegliava con l ' idea opposta . Così succede ai ragazzi . Usava scrivere tutto quello che gli passava per la testa . Che sia stato fino all ' ultimo un adolescente , è sicuro . Ha portato avanti la propria esistenza in maniera assurda , con un carico di ossessioni e di fissazioni che non è mai riuscito a buttare via ; e , come fanno gli adolescenti , ubbidiva a discipline e privazioni insensate e severe , che si era imposto da sé . E riuscito a rifiutarsi ostinatamente tutto quello che desiderava , per una dolorosa difficoltà a vivere ma anche per qualche severa ingiunzione mentale : desiderava avere una moglie , una casa : e non le ebbe mai . Da giovane , diceva che si sarebbe scelto per moglie una ragazza opaca , insignificante , docile , che occupasse nella sua vita pochissimo spazio : « Una donna che , pregata , volesse dar mano alla casa » . Sono versi di Lavorare stanca . In seguito , questo sogno lo cancellò . Cadeva sempre con delle donne che lo rendevano infelice : donne forti , autoritarie , sfuggenti , nervose , radiose e tigresche : amando in verità il dolore e le bufere che scatenavano nella sua anima . E tuttavia l ' antica moglie opaca ogni tanto ricompariva nella sua immaginazione . Le donne erano al centro dei suoi pensieri : un mondo a cui non gli riusciva di accostarsi senza febbre , dolore e strazio . Chiamarlo fascista è una follia pura . Chi l ' ha conosciuto vivo , chi è in grado di evocarne la figura , i gesti , il comportamento , il senso stesso della sua esistenza , sa bene come egli fosse l ' esatto contrario di quello che il fascismo è stato . Tutto quanto formava lo spirito del fascismo era assente dalla sua persona . Lui era un uomo schivo , scontroso , amante del silenzio e dell ' ombra . Il fascismo era violento e declamatorio , vociante nelle piazze e nelle strade . Lui era solitario e taciturno ; e incapace di fare offesa alla piuma d ' un passero . Nel giudicarlo , chi legge quelle sue note e si sdegna per le storture del suo pensiero , o chi lo condanna per non essersi lui battuto durante la Resistenza e per essersi nascosto , non dovrebbe dimenticare che otto anni dopo , sette anni dopo si è ucciso : e un suicidio ha sempre infinite motivazioni , fra le quali è presente , sempre o quasi sempre , un senso di colpa , un carico insopportabile di rimorsi , giusti o ingiusti , ma sempre disperati . Perciò chi lo condanna , questo lo dovrebbe mettere in conto ; e certo ogni suicidio va contemplato a sé ; ma guardando al suicidio di Pavese mi sembra debba cadere ogni sdegno o collera , e debba essergli dato quel rispetto che è dovuto all ' estrema disperazione . Ai suoi amici , Pavese ha dato molto , e ha insegnato molto : ha insegnato o cercato d ' insegnare la serietà nel lavoro , il disinteresse , l ' indifferenza alla gloria . Ha insegnato la pietà . Chi era allora colpito da sventure , ne ricorda la dedizione , la generosità , la gentile e sconfinata pazienza . Ai suoi amici , ha anche insegnato la forza nel sopportare il dolore ; questa forza lui non l ' ha avuta , ma ne sapeva la necessità , ed essa era in qualche modo presente nelle pieghe della sua faccia , nei suoi modi , nel suo passo rapido e solitario . Tuttavia nessuno dei suoi amici l ' ha mai considerato un maestro di vita o un maestro di pensiero : troppe volte pensava delle assurdità ; e troppo lo vedevano condurre la sua propria vita in un modo ostinato , sofferente , tortuoso e maldestro : la sua grande intelligenza , matura , complicata , adulta , contrastava con l ' immaturità della sua indole , con la nativa semplicità del suo essere ; e non gli ha dato mai alcun soccorso nei rapporti col prossimo , nei sentieri dell ' esistenza : e anzi gli ha sbarrato la strada . Ne è stato un narratore e un poeta ; così è giusto e onesto che sia ricordato ; e anche è stato uno degli uomini più appassionati , più umili e meno cinici che siano mai passati su questa terra .