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Scuola: grande accusata ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
StampaQuotidiana ,
La grande accusata è la scuola classica . Anzitutto dal lato politico : la scuola dei signori . Lo è stata , lo è ? Non certo per gl ' insegnanti , di solito persone che vivevano di un gramo stipendio ( ricordi di Augusto Monti : il fratello impiegato privato guadagna quasi il doppio di lui , giovane professore ; il cognato viaggiatore di commercio circa cinque volte ) ; ma neppure per gli studenti : la frequentavano convittori di collegi di orfani retti da istituti di beneficenza o mutualistici . Però era quella che dava , essa sola - oggi non è più così - accesso a tutte le facoltà universitarie ; mentre in proprio non rilasciava alcun titolo , non si usciva né ragioniere né geometra né maestro . Ma che laureato equivalesse a signore sarebbe stato difficile dimostrare . Tuttavia in un certo senso l ' appellativo aveva qualcosa di vero ; nei pochi casi in cui la scuola classica riusciva a plasmare , dava vita a quel tipo di honnéte hommi , che si riscontra nella nobiltà di toga e nella buona borghesia della Francia di Luigi XIV ; l ' uomo che si compiace dei classici , che ammira il mondo grecolatino , per cui il riposo è la lettura di Platone o di Orazio ; se passa ai moderni , si compiace di Montaigne o Pascal . La scuola classica , fuori dell ' ambito dei professori , produsse questi appassionati della classicità : il clinico Domenico Majocchi ed il grande avvocato e presidente della Banca commerciale Camillo Giussani , ad esempio . Difficile concepire uomini tali capaci di mescolarsi al popolo che trepida negli stadi o dinanzi ai televisori quando riproducono campionati , in genere di partecipare alle schiette manifestazioni di entusiasmi popolani . Ma erano rari parti della scuola classica ; io ne uscii incapace di comprendere una satira di Orazio se non edita con molte note ; altri imbottiti solo di ricordi grammaticali e sintattici . In effetto per pochi la scuola raggiungeva l ' effetto di dare la bella armoniosa visione del mondo classico , una sia pur non dettagliata comprensione del miracolo del pensiero greco , delle altezze dell ' epica omerica , di ciò che aveva rappresentato Roma nell ' arte di governare e nella creazione del diritto . Tra i sei ed i dieci anni possono impressionare episodi fiabeschi leggendari , gl ' inganni di Ulisse , Laocoonte , Polifemo , Muzio Scevola ed Orazio Coclite , ma solo prossimi ai vent ' anni giovani non eccezionali sono in grado di rendersi conto di quel che fu il mondo classico e le sue ricchezze . Gli anni ingrati in cui si percorreva il ginnasio e s ' iniziava il liceo erano i meno atti per quella comprensione ; ed il Cicerone a tutto spiano che si faceva digerire era il testo meno acconcio per raggiungere la visione della classicità . Inoltre pochi erano gl ' insegnanti , anche perché assillati dai programmi e dalla infausta traduzione dall ' italiano in latino , in grado di presiedere ad un così difficile compito . Non è a stupire che talora desse maggiori frutti l ' insegnamento del greco , iniziato più tardi , già nella prima espansione della adolescenza . Veramente il male della scuola classica era quello che sarà comune ad una scuola unica che si voglia protrarre fino alla Università , di voler preparare a tutte le vie : ciò che implica non preparare adeguatamente per nessuna . Le letterature straniere non vi avevano alcun posto ; s ' imparava una lingua straniera , ma non in grado di parlarla , e spesso su testi vecchi di tre secoli , con tempi e modi ora in disuso , sicché un romanzo contemporaneo appariva ricco di parole ignote . La matematica , la chimica , la fisica erano insegnate in modo da formare l ' uomo di discreta cultura , ma chi s ' iscriveva poi a quelle facoltà doveva ricominciare da capo . Tuttavia l ' allievo che non avesse trascorso proprio inutilmente quegli anni , si era formato un abito logico , l ' attitudine al ragionamento , buona per qualsiasi disciplina . Se ora si guarda all ' avvenire , sono persuaso che sarebbe nefasta la continuazione della scuola unica ; a meno di prolungare ancora , contro tutte le tendenze dei giovani , che oggi vogliono sposarsi presto , i corsi scolastici , con bienni pre - universitari dove finalmente si avesse una selezione . Dubito molto della riforma che consente ogni iscrizione universitaria con qualsiasi preparazione scolastica ; credo nella utilità dei licei scientifici , degl ' istituti tecnici , delle magistrali . Ma la scuola classica ha a morire ? Proprio l ' Italia deve abbandonare un ramo di studi che ha eletti cultori nelle Università americane , in quelle di lingua inglese e tedesca , che neppure la Russia ha condannato ? Considererei una vera vergogna per l ' Italia la morte della scuola media superiore classica ; ma dovrebbe cessare di essere la scuola che apre tutte le porte , divenire quella per i futuri insegnanti di greco e di latino , archeologi , studiosi di storia antica . Quindi trenta o quaranta licei classici , con cinque anni di corso , sarebbero sufficienti ; il latino si può imparare in cinque anni come il greco , specie se s ' inizia lo studio non a dieci od undici anni , ma a quattordici . Occorrerebbe però che tutta la scuola classica fosse orientata in vista di questo suo specifico fine . Due lingue moderne , ma insegnate col preciso scopo d ' insegnare a leggere lavori di storia e di critica ; non la ricchezza del vocabolario che occorre possedere per leggere un romanzo contemporaneo , non finezze grammaticali . Una matematica volta soprattutto a far comprendere la profondità , le intuizioni , lo spirito di analisi del pensiero greco ; una letteratura italiana con il continuo raffronto dei greci e dei latini , che illustri , ad esempio , quel che può ravvisarsi di comparabile al romanticismo in dati scrittori greci e romani . E storia non di soli avvenimenti , ma di quel che fu per gli antichi il senso della storia , del succedersi degli eventi umani ; la loro idea del fato ; una adeguata illustrazione delle religioni dell ' antichità , dell ' elemento eterogeneo e da respingere che furono per i romani i culti orientali . Occorrono certo insegnanti di prim ' ordine per un tale compito ; ma se i licei classici sono nel numero esiguo che ho accennato , si trovano ; penso soltanto alla Facoltà di Torino ed a quel suscitatore di passione per la romanità che è Italo Lana . L ' obiezione che prevedo è questa : può un ragazzo di quindici anni scegliere una via con così pochi sbocchi come quella che indico ? Penso che sì , e so poi che ad ogni età si possono compiere scelte sbagliate ; anche i matrimoni dei quarantenni possono contenerle . Ma il peggio nella vita è non saper mai effettuare delle scelte .