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L'ora di religione ( Jemolo Arturo Carlo , 1978 )
StampaQuotidiana ,
Una delle difficoltà opposte da più di un partito alla revisione del Concordato è il mantenimento dell ' istruzione religiosa nelle scuole . Mi si consenta qualche considerazione , tutta personale . Si parla molto oggi di risveglio di religiosità tra i giovani : non sempre a proposito , ché non userei quel termine per designare qualsiasi fervore di iniziative , qualsiasi uscire da sé per pensare agli altri ( che può essere filantropia , od operare per un nuovo assetto sociale , ma non è religione ) . Di religione invece può ben parlarsi quando si crede in un « guru » , misteriosa incarnazione di un essere soprannaturale , quando ci si proclama « bambini di Dio » , quando si riesumano culti orientali o religioni del mistero , quando uscendo dalla ortodossia cattolica si formano cerchie che ritengono di imitare le prime generazioni cristiane celebrando un ' agape fraterna , col pane e col vino , ma senza la transustanziazione , senza paramenti né preghiere rituali , ma esponendo ciascuno dei presenti un proprio pensiero . Ed in questo risveglio di religiosità farei anche rientrare non solo le molte iniziative in seno alle confessioni tradizionali - gruppi di giovani ed anche di uomini e donne maturi che , senza pronunciare i voti , senza lasciare la propria famiglia né le proprie occupazioni , si assumono un compito benefico : visitare gli infermi , i vecchi , pulire le loro case , curare la loro biancheria , portare un po ' di cibo già cucinato , assumendo di farlo per amore di Dio - , ma anche quel voler ricercare nell ' intimo della propria essenza i valori tradizionali dei propri maggiori , tra cui erano quelli religiosi . Ricordo la recente notizia di una esposizione di ex voto , di vari decenni o secoli fa , in una cittadina del Mezzogiorno , e dell ' interesse con cui è stata seguita da tutti , in particolare da operai distaccatisi dalla pratica religiosa , ispirando non semplice curiosità , e meno che mai irrisione , ma un senso di ritrovamento - e ripenso alle cronache missionarie dall ' Africa ; cristianesimo dei convertiti , sì , ma senza rinnegamento del passato , senza distacco dalle generazioni che precedettero , salvando quanto si può dei vecchi riti ; ed anche in Europa il cristianesimo affermandosi nei secoli VVII , pur nella lotta contro gli idoli e le statue degli dèi , non cercò forse di far coincidere le nuove festività con le antiche , di far sorgere le chiese , specie le mete di pellegrinaggi , dove già sorgevano santuari rinomati , di rispettare nei limiti del possibile le consuetudini , le antiche tradizioni ? Ma se passiamo ad altro campo , una delle recenti indagini Doxa ci ha rivelato quanti siano gl ' incerti , cioè coloro che pur non dividendo le credenze e meno che mai le pratiche di alcuna confessione religiosa , credono tuttavia in un essere supremo , in una sopravvivenza , fosse pure sotto forma di reincarnazione ; quanti alle domande se esista un Dio che tutto muove , se credano in una sopravvivenza , rispondono « non so » . Ho l ' impressione che vi sia una larga massa che non si pone mai queste domande , perché volutamente le tiene fuori dalla propria cerchia mentale , in quanto la costringerebbero ad una dialettica , ad una ricerca di prove cui non vuole sottostare ( per quanti mai il ragionare è fatica , cui ci si sottopone solo ove si debbano cercare argomenti in difesa di un proprio interesse concreto ) ; ma che siano minoranza quelli che non esitano di fronte alla risposta negativa : - Sono certo che non c ' è alcun essere , alcuna forza , all ' infuori di quelle che i nostri sensi , la ricerca scientifica possono individuare ; sono certo che tutto finisce con la morte , che non c ' è anima che sopravviva - . Quanto a dire che non mi sembra trionfante il vecchio materialismo , che esso abbia conquistato le masse ; può aver rappresentato un agente nel distacco dalle religioni tradizionali , ma senza sostituirvi una credenza così forte com ' era la fede nei dogmi di quelle . In una tale realtà sociale , fermo sempre il principio che ciascuno ha il diritto , e direi anzi il dovere , di comunicare agli altri quelle che sono le proprie certezze , mi domando se per i genitori che certezze non hanno , non sia un dovere far conoscere obiettivamente ai propri figli che ci sono uomini che pensano in modo diverso , credenti e non credenti , che non ci sono qui buoni o cattivi , bensì persone che credono anche in ciò che la ragione umana non può accertare , e persone che credono tale ragione non conosca limiti , non vi sia nulla che possa sfuggirle , e che tra questi ultimi v ' è chi giunge a conclusioni diverse sull ' esistenza di un Essere supremo e su quella della sopravvivenza : naturalmente spiegazione graduata , secondo l ' età e l ' intelligenza del bambino . E mi sembra che in ogni tipo d ' insegnamento sia una mutilazione ( ben peggiore di quella che si rimprovera alla vecchia scuola , per ciò che non doveva mai parlarsi del sesso ) , il far scendere una cortina nera su tutto l ' agitarsi nella storia e nell ' attualità di quanto tocca il sentimento religioso ; s ' insegna una storia falsata se non si parla mai di quel che credettero le passate generazioni , si dà un quadro inesatto dell ' attualità , se si tace di quel che possa ancora la fede religiosa , le ragioni per cui si vuole distruggerla , ciò che la religione rappresenta di legami tra certi popoli , e di opposizione e fusione tra altri . Si è spesso detto che il bambino ha bisogno di certezze ; ma poi l ' esperienza ha dimostrato quanto spesso e quanto presto queste certezze svanissero , come dalle scuole che spesso le ribadivano uscissero i confutatori , i distruttori . Può darsi fosse una umanità più felice quella in cui in ogni campo le certezze si trasmettevano da generazione a generazione , e nessuno le poneva in dubbio ; ma occorre rendersi conto del presente qual è , che viviamo in un periodo in cui tutto rapidamente muta , e non a torto la pedagogia contesta il tentativo di foggiare il figlio a propria immagine e somiglianza che raramente riesce , e quando riesce rischia di fare del figlio un essere che si troverà in disarmonia con tutto quanto lo circonda . Istruzione , e non indottrinamento ; e mi pare sia il cammino su cui si stia avviando anche la Chiesa , con il rispetto per tutte le confessioni , i contatti anche con quelle che apparivano più lontane ( incontri tra cattolici e buddisti ) , la cooperazione con quelle che , pur geograficamente , incontra più da vicino , l ' ammirazione apertamente espressa per uomini che operarono incessantemente il bene , senza essere cattolici , talora non seguendo alcuna religione . Nella scuola istruzione religiosa e non indottrinamento , non inculcare certezze ; spiegare che nella vicenda umana c ' è questo elemento della religione , che ci sono stati periodi in cui la cultura , l ' arte , sono stati eminentemente religiosi , che quasi tutti i popoli hanno alla matrice della loro fondazione un dato religioso . E va da sé che , come nell ' insegnare geografia si scende più nei dettagli parlando dell ' Italia che degli altri Stati , e man mano che i Paesi descritti ci sono più lontani s ' indicano solo i dati essenziali , così il contenuto della religione tradizionale degl ' italiani , quella di Dante e di Manzoni , dovrà venire esposto più ampiamente che non quello dell ' islamismo o del buddismo . Ripeto , istruzione , e non indottrinamento ; e poi libertà di scelta ; ma non si è liberi di scegliere se si mostra il mazzo di carte in modo che se ne possa scorgere una sola .