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Portami via ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
È interessante e riuscito questo primo film del trentenne torinese Gianluca Maria Tavarelli , realizzato su una sceneggiatura vincitrice del Premio Solinas , presentato alla Mostra di Venezia 1994 : sa unire realismo sociale e sentimento individuale , desolazione invincibile e speranza possibile , alienazioni diverse e buona drammaturgia , in uno stile intenso e asciutto . Nella Torino notturna , Portami via racconta i destini incrociati di due coppie di giovani che vorrebbero un ' altra vita . Due amiche emigrate dall ' Est europeo , una russa e una bulgara , prostitute di lusso da due milioni , vessate , ricattate e malmenate dal loro sfruttatore italiano , disperate per la mancanza di libertà e di vie d ' uscita . Due amici italiani squattrinati , solitari , mortificati da esistenze prive di senso e di futuro , avviliti da lavori brutti ( uno fa senza successo il venditore di elettrodomestici ; l ' altro è terapeuta in una comunità di handicappati , senza più fiducia nella possibilità di rendersi seriamente utile ) . Le due coppie s ' incontrano in un momento drammatico , si spaventano , si aiutano . Il trauma dà a tutt ' e quattro il coraggio prima introvabile d ' andarsene , di partire verso la Francia , di tentar di vivere davvero : « Fammi provare » , « Ma sì » . Intorno a loro la città nel buio , strade deserte e locali affollati esplorati in un vagabondare in auto insoddisfacente ma inevitabile privo d ' allegria e d ' amore ( « se voglio una donna me la devo pagare » ) ; residence tetri visitati dalle due ragazze pagate da uomini grossolani e malinconici . Accanto a loro , i personaggi minori ( malati di mente , suicidi , un vicino convinto d ' un proprio prossimo trasferimento extraterrestre ) simboleggiano le tante possibili varianti del grande desiderio di fuga contemporaneo . Gli attori ben scelti e ben diretti interpretano con naturalezza e sottogliezza i loro personaggi simili a tante persone giovani , senza presente né avvenire , ridotte all ' inerzia o al dinamismo nevrotico , rese torpide dal rifiuto , dalla delusione .