StampaQuotidiana ,
Un
ristorante
chiamato
Eden
,
affacciato
sul
mare
bellissimo
,
circondato
da
terreni
abbandonati
rognosi
invasi
dai
rifiuti
.
Un
gruppo
di
camerieri
che
neppure
l
'
emergenza
e
il
rischio
della
disoccupazione
riescono
a
rendere
meno
rissosi
,
egocentrici
,
cialtroni
.
Un
gruppo
di
nuovi
padroni
riuniti
a
banchetto
,
volgarissimi
,
trucidi
,
forse
delinquenti
,
prepotenti
e
crudeli
con
i
dipendenti
.
Un
'
unica
speranza
per
i
lavoratori
:
affidata
al
caso
,
alla
vincita
al
Totocalcio
.
Sarà
mica
l
'
Italia
?
Leone
Pompucci
,
trentatré
anni
,
romano
,
ex
fotografo
,
già
autore
del
mediocre
Mille
bolle
blu
,
ha
fatto
un
film
non
senza
difetti
ma
assai
singolare
e
interessante
:
rinunciando
all
'
identificazione
complice
,
alla
facilità
,
alla
satira
compiacente
-
indulgente
,
all
'
ansia
di
piacere
abituali
della
commedia
o
della
comicità
italiane
,
ha
scelto
i
toni
d
'
un
grottesco
espressionista
aspro
,
sgradevole
e
umano
,
temperandoli
con
l
'
uso
intelligente
di
attori
popolari
bravi
e
con
la
fotografia
specialmente
bella
di
Massimo
Pau
.
Scritto
dal
regista
insieme
con
Filippo
Pichi
e
Paolo
Rossi
,
il
film
racconta
lo
squallore
brutale
d
'
una
domenica
di
alcuni
camerieri
e
un
cuoco
.
Sono
cinque
.
Paolo
Villaggio
,
magnifico
nel
personaggio
di
un
capocameriere
vanesio
e
cattivo
che
(
come
tanti
leader
della
vecchia
generazione
)
pretende
di
saper
fare
tutto
,
vanta
il
proprio
glorioso
passato
e
l
'
esperienza
,
disprezza
e
maltratta
i
più
giovani
,
ma
in
realtà
sbaglia
tutto
e
rischia
di
portare
il
gruppo
alla
rovina
.
Diego
Abatantuono
,
seducente
ex
calciatore
sedotto
dagli
oggetti
del
lusso
e
dalle
corse
dei
cani
,
giocatore
sfortunato
carico
di
debiti
,
pronto
a
derubare
donne
e
bambini
,
velleitario
ostinato
sognatore
d
'
un
futuro
radioso
.
Marco
Messeri
,
ex
suonatore
di
fisarmonica
,
artista
immaginario
e
quasi
pazzo
.
Enrico
Salimbeni
,
ragazzo
volenteroso
e
fiducioso
al
suo
primo
giorno
di
lavoro
,
sopraffatto
dalla
realtà
caotica
e
crudele
.
Antonio
Catania
,
cuoco
mitomane
,
devoto
della
Madonna
,
spietato
con
l
'
aiutante
filippino
quanto
i
padroni
sono
spietati
coi
camerieri
.
Durante
un
banchetto
di
nozze
d
'
oro
,
i
camerieri
dovrebbero
dar
prova
della
loro
perizia
ai
nuovi
padroni
che
possono
o
no
licenziarli
:
ma
sono
incapaci
,
distratti
,
casinisti
,
e
soltanto
la
fortuna
li
salverà
.
Cucce
abiette
in
cucina
per
il
sonno
dei
camerieri
,
scarafaggi
galoppanti
sul
pavimento
,
gran
discettare
sui
piedi
e
su
come
curarli
,
radio
accesa
sulle
partite
di
calcio
,
sterrati
pasoliniani
,
giochi
di
carte
,
furti
reciproci
.
E
tra
i
padroni
telefonini
,
cinismo
,
malvagità
mascherata
da
scherzo
,
turpiloquio
,
donne
scontente
ipertruccate
e
ingioiellate
,
sopraffazione
.
In
un
film
espressionista
non
è
il
caso
di
cercare
verosimiglianza
,
di
stupirsi
delle
esagerazioni
del
reale
né
di
chiedersi
come
mai
i
camerieri
quasi
mai
lavorino
:
i
difetti
stanno
piuttosto
nell
'
andamento
monocorde
senza
gran
sviluppi
drammaturgici
,
nell
'
impianto
rigidamente
teatrale
(
si
pensa
a
Nemico
di
classe
di
Nigel
o
a
Comedians
di
Griffith
nella
messa
in
scena
del
Teatro
dell
'
Elfo
con
la
regia
di
Gabriele
Salvatores
)
.
Il
capofamiglia
padrone
Carlo
Croccolo
e
suo
figlio
Antonello
Fassari
sono
efficacemente
laidi
;
Ciccio
Ingrassia
e
Sandra
Milo
,
in
brevi
apparizioni
malinconiche
,
sono
commoventi
.