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Frankenstein di Mary Shelley ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Torna la coppia di vecchi eroi , l ' aristocratico scienziato barone Victor Frankenstein divorato dall ' ambizione di creare un essere umano e di sconfiggere la morte e la sua Creatura mostruosa e innocente , fortissima e patetica , che uccide quando viene privata d ' amore e respinta . Torna nel momento in cui domina l ' antintellettualismo , in cui s ' infittiscono le discussioni sulla bioetica e sulle manipolazioni genetiche , si ripropongono tutti gli antichi interrogativi che oppongono la religiosità alla sperimentazione scientifica : cosa vuol dire , cosa comporta creare o alterare una vita , è giusto o ingiusto , abbiamo il diritto ? Mary Shelley , calma bellezza inglese , intelligentissima figlia del pensatore William Goodwin e della femminista Mary Wollestoncraft , amante sedicenne e poi moglie del poeta Percy Bysshe Shelley , aveva meno di vent ' anni quando scrisse per scommessa nel 1816 Frankenstein o il Prometeo moderno , tragedia gotica , requiem romantico , epopea antiscientifica e antirazionalista del sapiente maledetto che vuol rubare a Dio il segreto della vita per il bene dell ' umanità e che per il suo sacrilego orgoglio intellettuale viene punito , sepolto tra blocchi di ghiaccio nel gelo dell ' Oceano Artico . Tra gli infiniti film ispirati alla coppia infelice , questo di Branagh , come indica il titolo , è quello che vuoi essere più fedele ( ma non del tutto fedele , si capisce ) al testo ottocentesco : « Avevo visto dei Frankenstein in bianco e nero , con scienziati pazzi assistiti da nani gobbi , e non m ' avevano interessato affatto . Il romanzo , invece , m ' ha affascinato : non riuscivo a capire perché nessuno avesse mai tentato l ' impresa di farne davvero un film » . Quindi ha lasciato perdere ironia , parodia , revisioni culturali , epistemologia , filtri intellettuali , psicoanalisi , aggiornamenti possibili , e ha semplicemente filmato il romanzo immergendolo in un ' atmosfera nera , avventurosa e fatale : navi prigioniere dei ghiacci come nelle vecchie illustrazioni dei romanzi di Verne , figure da spavento affioranti dal nulla nebbioso come in Nosferatu , ululati nel buio , tuoni , fulmini , saette e diluvi , immensi saloni spopolati , castelli sperduti , scalee , alte cime nevose di quelle Alpi « cattedrali della morte e del gelo » che impaurivano i turisti inglesi ottocenteschi , contadini divorati dalla miseria , folle furenti pronte ad aggredire bastonare e impiccare , esodi e cadaveri dell ' epidemia di colera . Kenneth Branagh ha filmato il romanzo senza risparmiarsi nulla né vergognarsi di niente , alla sua maniera banale e seducente . Disperazione ? I personaggi si danno pugni in testa . Felicità ? Saltano , ridono , s ' abbracciano , intrecciano balli . Dramma ? Corrono a perdifiato o galoppano a briglia sciolta . S ' era già visto in Molto rumore per nulla quanta fiducia abbia il teatrante inglese trentacinquenne , qui regista e interprete del personaggio di Frankenstein , nel dinamismo , nella velocità , nella semplificazione , nell ' energia . Lo confermano la rapidità vignettistica della narrazione e la grande scena della creazione , tra mito arcaico e anticipazione industriale , tra fiamme , binari e catene ferree , pulegge , ruote , vibrare azzurro di pulsioni elettriche e un enorme sarcofago bronzeo colmo di liquido amniotico , con Branagh - Frankenstein che si affanna quasi pazzo a torso nudo esibendo il corpo addestrato e muscolato . Ma è proprio questa visione elementare , illustrativa , a dare al film un fascino particolare , una suggestione accattivante . E poi c ' è la Creatura , naturalmente . Robert De Niro è irriconoscibile con la faccia e il corpo attraversati da grosse cuciture nere i cui punti sembrano non dover mai cadere e da cicatrici incancellabili , sfigurato da un occhio diverso dall ' altro , sussultante per una zoppia molto forte : mette meno spavento del suo personaggio in Cape Fear di Scorsese , ma anche abbrutito dal trucco - maschera arriva a comunicare il dolore della solitudine e del rifiuto . È ridicolo quando s ' intenerisce di fronte alla famigliola misera e coraggiosa spiando la quale impara a parlare e a leggere , quando la aiuta provvedendo alle necessità ( taglia e accatasta legna , strappa alla terra gelata rape e patate , mette tutto in ordine come Biancaneve nella casetta dei sette nani ) . È fantastico quando s ' infuria e uccide , quando strappa il cuore palpitante dal petto della moglie di Frankenstein , quando s ' immola morendo sul pack insieme con il suo Creatore . Molti , in un coro di rimpianti , hanno detto di preferire il vecchio Boris Karloff : ma forse è la nostalgia tenace riservata ai giocattoli perduti dell ' infanzia .