StampaQuotidiana ,
Interpretazione
memorabile
:
a
ventotto
anni
Sandrine
Bonnaire
ha
affrontato
il
personaggio
(
recitato
in
passato
al
cinema
da
Geraldine
Farrar
,
Renée
Falconetti
,
Simone
Genevois
,
Angela
Salloker
,
Ingrid
Bergman
,
Jean
Seberg
,
Hedy
Lamarr
,
Florence
Carrez
)
con
vera
grandezza
semplice
,
con
ammirevole
capacità
d
'
esprimere
pudicamente
ma
eloquentemente
il
mistero
religioso
e
la
possessione
fideista
,
con
una
naturalezza
fisica
perfetta
.
L
'
impresa
era
complessa
.
Tra
le
eroine
storiche
,
la
mistica
guerriera
,
mito
del
nazionalismo
francese
discusso
,
glorioso
e
usato
,
per
la
sensibilità
contemporanea
risulta
quasi
incomprensibile
:
santa
ma
portatrice
di
morte
,
armata
della
spada
e
della
croce
,
credente
nel
Re
come
in
Dio
,
ragazza
e
condottiera
,
Giovanna
d
'
Arco
ha
in
sé
tutte
le
contraddizioni
della
Chiesa
cattolica
e
delle
epoche
di
marasma
etico
-
politico
favorevoli
all
'
epifania
di
figure
miracolistiche
venute
dal
nulla
.
Il
bellissimo
film
di
Rivette
non
tenta
alcuna
interpretazione
psicologica
.
Guarda
Giovanna
agire
,
la
descrive
trasparente
e
strana
,
senza
pia
compunzione
né
arroganza
adolescente
ma
con
l
'
ostinato
rifiuto
d
'
ogni
ragionevolezza
dei
grandi
idealisti
,
pronti
a
morire
per
l
'
idea
a
cui
conservano
fede
e
fedeltà
,
destinati
a
venir
sconfitti
dal
cinismo
pragmatico
altrui
e
dal
proprio
stesso
assolutismo
.
E
la
vicenda
di
Giovanna
viene
vista
,
con
aspra
analisi
politica
,
simile
a
quella
di
tanti
eroi
guerrieri
:
esaltati
dal
potere
al
momento
della
lotta
armata
,
esautorati
al
subentrare
del
tempo
delle
trattative
e
dei
compromessi
politici
,
ripudiati
come
memoria
ingombrante
di
conflitti
ormai
spenti
.
Guidata
dal
talento
del
regista
e
dalla
propria
bravura
,
Sandrine
Bonnaire
recita
una
Giovanna
D
'
Arco
ruvida
come
la
ragazza
di
campagna
che
era
,
prepotente
come
un
bambino
,
presuntuosa
e
fragile
come
capita
alla
sua
età
(
diciassette
anni
,
diciannove
quando
morì
sul
rogo
)
.
La
prima
volta
che
una
freccia
la
ferisce
piange
e
si
spaventa
;
le
invocazioni
che
rivolge
ai
suoi
santi
(
Caterina
,
Margherita
,
Michele
Arcangelo
protettore
dei
combattenti
)
hanno
i
toni
d
'
una
esigente
urgenza
puerile
;
la
costrizione
a
smettere
la
divisa
di
guerriera
e
a
vestire
abiti
femminili
la
mortifica
come
una
ferita
all
'
orgoglio
militare
o
una
perdita
d
'
identità
.
Alla
fine
,
incatenata
al
rogo
,
rivestita
del
saio
candido
,
incappellata
d
'
un
beffardo
elmo
di
cartone
bianco
con
le
parole
«
apostata
,
eretica
»
,
quando
il
fumo
del
legno
ardente
le
arriva
alla
gola
Giovanna
D
'
Arco
fa
la
cosa
più
ovvia
:
tossisce
.
Quando
le
fiamme
arrivano
a
bruciarle
le
carni
fa
la
cosa
più
alta
:
un
fortissimo
grido
:
«
Gesù
!
»
Ma
gli
spettatori
italiani
sono
sempre
sfortunati
.
Il
kolossal
d
'
autore
di
Rivette
,
scandito
in
due
parti
(
«
Le
battaglie
»
,
«
Le
prigioni
»
)
,
lungo
oltre
cinque
ore
e
mezza
,
da
noi
è
stato
diviso
in
due
film
usciti
(
quando
sono
usciti
)
a
distanza
di
mesi
,
è
stato
tagliato
col
permesso
del
regista
di
un
'
ora
e
venti
(
quasi
l
'
equivalente
di
un
film
)
.
È
lo
stesso
sistema
adottato
per
Smoking
/
No
smoking
di
Alain
Resnais
,
negativo
oltre
che
anticulturale
:
altera
il
ritmo
e
lo
stile
,
impoverisce
o
smentisce
la
vicenda
.
Meglio
così
che
nulla
?
Forse
:
però
non
è
una
bella
alternativa
.