StampaQuotidiana ,
La
conosciamo
bene
,
la
difficoltà
di
raccontare
col
cinema
gli
scrittori
.
Una
battaglia
quasi
perennemente
perduta
:
o
lo
scrittore
ha
una
biografia
speciale
,
avventurosa
,
criminale
,
vitalista
,
e
allora
il
film
si
occupa
di
quelle
come
si
occuperebbe
d
'
ogni
altra
esistenza
interessante
,
lasciando
da
parte
l
'
opera
;
oppure
lo
scrittore
non
ha
fatto
nulla
di
straordinario
tranne
la
sua
opera
,
e
allora
il
film
affonda
tra
scrivanie
,
tasti
di
macchina
per
scrivere
,
fogli
di
carta
,
scenate
della
moglie
che
si
sente
trascurata
,
penne
,
matite
e
uffici
di
casa
editrice
.
Naturalmente
,
è
impossibile
raccontare
per
immagini
il
lavoro
creativo
dello
scrittore
:
ma
a
una
simile
realtà
il
cinema
rifiuta
d
'
arrendersi
.
Fra
i
tentativi
recenti
,
forse
due
si
salvano
,
perché
sperimentali
e
irrisolti
:
in
Il
pasto
nudo
,
David
Cronenberg
ha
affrontato
William
Burroughs
mescolandone
biografia
,
opera
e
incubi
drogati
,
visualizzandone
i
mostri
eloquenti
;
in
Malina
,
Werner
Schroeter
ha
trasposto
il
testo
più
dolorosamente
autobiografico
di
Ingeborg
Bachmann
,
espressione
della
schizofrenia
della
scrittrice
tra
natura
femminile
e
natura
maschile
,
narrazione
di
un
'
afasia
creativa
e
d
'
una
terribile
crisi
esistenziale
,
usando
alla
sua
maniera
il
barocco
e
l
'
eccesso
,
usando
l
'
intensità
nervosa
sempre
al
limite
dell
'
esplosione
di
Isabelle
Huppert
.
Alan
Rudolph
,
il
regista
americano
protegé
di
Robert
Altman
,
è
un
autore
assai
più
modesto
di
Cronenberg
o
Schroeter
:
e
non
ce
la
fa
,
in
Mrs
.
Parker
e
il
circolo
vizioso
,
a
rendere
la
storia
di
Dorothy
Parker
e
di
quel
gruppo
di
giovani
intellettuali
e
artisti
d
'
avanguardia
americani
che
si
riuniva
negli
anni
Venti
all
'
Hotel
Algonquin
di
New
York
.
Non
basta
che
uno
arrivi
gongolante
annunciando
«
O
'
Neill
ha
vinto
il
Nobel
!
»
o
che
un
'
altra
scriva
,
appallottoli
insoddisfatta
il
foglio
e
lo
getti
nel
cestino
:
anche
stavolta
gli
scrittori
risultano
degli
oziosi
e
dissipati
sbronzoni
,
dei
battutisti
che
ridono
troppo
delle
proprie
spiritosaggini
.
Se
gli
scrittori
sono
soggetti
difficili
,
gli
scrittori
spiritosi
sono
difficilissimi
:
le
battute
ricadono
grevi
come
pietre
.
Non
sempre
,
però
:
non
sono
male
«
La
tua
passione
per
l
'
infelicità
è
sconfinata
»
,
«
Non
ho
alcun
talento
nello
scrivere
,
ma
sono
troppo
famoso
per
smettere
»
;
non
è
male
la
scrittrice
Edna
Ferber
che
,
all
'
osservazione
di
un
amico
«
Sembri
un
uomo
»
,
rimbecca
pronta
:
«
Anche
tu
»
.
Va
peggio
con
la
protagonista
.
Dorothy
Rotschild
Parker
,
scrittrice
,
poetessa
,
saggista
,
critica
teatrale
e
giornalista
per
«
Vanity
Fair
»
e
«
The
New
Yorker
»
,
sceneggiatrice
a
Hollywood
in
coppia
con
il
marito
Alan
Campbell
,
morta
a
settantaquattro
anni
nel
1967
,
è
stata
una
figura
importante
della
cultura
americana
,
un
'
autrice
intelligentissima
e
anticonvenzionale
,
una
donna
promiscua
spesso
infelice
nei
rapporti
con
gli
uomini
,
un
'
alcolizzata
sempre
tentata
dal
suicidio
.
Il
suo
dono
di
leggerezza
e
di
fascino
ironico
,
lo
spirito
,
lo
stile
incantevole
e
divertente
,
il
temperamento
anticonformista
e
progressista
ne
fanno
anche
adesso
un
'
analista
dei
costumi
penetrante
e
brillante
,
capace
di
cogliere
nei
comportamenti
quotidiani
l
'
intera
crudeltà
esistenziale
e
sociale
.
Jennifer
Jason
Leigh
è
brava
,
ma
il
film
fa
del
personaggio
soprattutto
un
'
amara
scocciatrice
,
dà
agli
amanti
e
ai
mariti
un
'
importanza
sproporzionata
rispetto
al
lavoro
,
pasticcia
con
flashback
,
colore
e
bianconero
,
corse
in
avanti
e
scene
in
cui
l
'
immobile
Parker
recita
in
primo
piano
i
propri
versi
:
senza
arrivare
a
dare
un
'
idea
dell
'
eroina
,
né
del
suo
ambiente
.