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Il 1° del novello anno , verso le ore 3 pom . videsi in vari punti del detto Comune un aggirarsi inquieto e minaccioso di parecchi individui armati ; e sulla via Garibaldi presero specialmente a tirarsi molte fucilate alle grida di « abbasso la leva , morte ai liberali , viva la repubblica » . Di un subito si vide anche inalberata una bandiera rossa . Il Delegato di Pubblica Sicurezza accorse coraggioso unitamente a un suo figlio , tentando colla parola ridurre al dovere i tumultuanti ; per tutta risposta ebbero tratti addosso molti colpi di fucile , e furono ben fortunati a rimanerne illesi . Accorsero a quella scarica i pochi Carabinieri Reali colà stanziati e il Giudice di Mandamento ; ma , visto voltarsi il fuoco anche contro loro , furono nella necessità d ' indietreggiare , e di ricoverarsi l ' uno in casa dei signori Coppola , e gli altri nella loro caserma . Poco dopo i medesimi Carabinieri si trovavano aggrediti , circondati , sopraffatti dal numero , disarmati nella detta caserma . I tumultuanti si dirigevano in seguito contro la casa del Comandante della Guardia Nazionale . Attaccato da presso , oppone quel prode quella resistenza che la certezza di una morte vicina sa ispirare a ' generosi . Fu sparso il suo sangue , ed insieme quello di una giovane figlia . Per mano di feroci assassini la casa andò in fiamme . Andò ugualmente in fiamme la casa della famiglia Asaro , che diede altre vittime al loro furore . Poi furono manomessi e bruciati l ' Ufficio e l ' Archivio Comunale , l ' Ufficio Doganale , la Cancelleria Mandamentale : seguì la uccisione del sig . Antonio Calandra , e l ' incendio dell ' abitazione del medico dottor Calandra ; al Percettore fu tolto il numerarlo che trovavasi in cassa di oltre a 200 ducati . Così passavasi quella luttuosa notte ; all ' alba del 2 le grida di « morte ai liberali » ricominciarono a frustare le vie . Dopo lungo stormeggiare qua e là senza freno né scopo , alle ore 10 a.m. i tumultuanti assalivano a fucilate la casa del delegato di Sicurezza Signor Fundarò , il quale , trovando inutile ogni resistenza , rendevasi vinto a quell ' orda frenetica , che con angoscioso alternare gridava morte e grazia a vicenda . Il SottoPrefetto di Alcamo , che fino a quell ' ora nessuna notizia aveva ricevuto di quelle deplorabili scene , al primo annunzio spediva persona ad indagare il vero stato delle cose , con obbligo di riferirne a ' RR . Carabinieri , Militi a cavallo e truppa di linea da cui l ' avrebbe fatto seguitare . Lungo il cammino si poté veramente conoscere come la sommossa avesse un carattere alquanto grave , e il Maresciallo de ' Carabinieri inchinava al consiglio di chi dissuadeva dal cimentarsi in sì scarso numero . Il Comandante de ' Militi a cavallo signor Varvaro , spinto a improvviso ardire , spronò con quattro de ' suoi verso la città ; sperava che la voce e la presenza di lui , nella sua qualità di pubblico ufficiale , imporrebbe a que ' tristi ; ma ne fu crudelmente deluso al suo ingresso , e pagava colla propria vita e con quella di due de ' propri compagni una troppa generosa fiducia . La Luogotenenza Generale del Re in Palermo ebbe il primo avviso degli scoppiati tumulti alle ore 5 p . m . del giorno 2 per dispaccio di Alcamo , partito da quella città alle ore 4 . E fu immantinente disposto e co ' mezzi più celeri che il battaglione di linea , il quale , reduce da Trapani , era in Calatafimi , marciasse su Alcamo e Castellammare con truppa e con a bordo il Maggior Generale Quintini , a cui si diede il comando di tutte le forze . Le truppe imbarcate sul « Monzambano » arrivarono alle 4 della mattina del 3 , ma lo sbarco non si operò che a giorno . È falso che da ' tumultuanti si fosse cercato impedirlo con due piccoli pezzi di artiglieria . Le truppe misero piede a terra senza opposizione . Avanzatesi nel paese , furono aggredite a fucilate ; si rispose vivamente ; ridottisi su per la sovrastante montagna , i tumultuanti ne furono sloggiati con alcuni colpi di cannone tratti dal « Monzambano » e dall ' « Ardita » . Nello scontro avuto fu a deplorare acerbamente la morte del bravo capitano Mazzetti , e quella di un sergente de ' bersaglieri , oltre le ferite toccate ad un uffiziale e taluni soldati . Il battaglione di Calatafimi era intanto arrivato in Alcamo verso il mezzogiorno del 3 . Non avendo preso cibo né riposo , dové fermarsi quivi alcun poco ; e partitosi non prima delle ore 2 e mezzo p . m . arrivava in Castellammare presso alle ore 6 . Il SottoPrefetto marciava colla vanguardia di quel battaglione . Giunto in Castellammare , trovò già l ' ordine ristabilito , ordinato il disarmo ; seppe inoltre che sei de ' colpevoli , presi colle armi alle mani e in atto di far fuoco contro le truppe , furono fucilati ; di costoro tre non vollero palesare il loro nome , uno fu un tristo prete imbrancatosi fra quella sanguinaria ribaldaglia . Le cure tanto del nominato SottoPrefetto che dell ' onorevole Maggior Generale Quintini si sono quindi rivolte a dare ordine e norma per le indagini politiche e per la punizione dei rei . Si è stabilita una commissione composta del giudice , del Sindaco , del Delegato , e da due altri onesti cittadini per la ricognizione di coloro che possansi lasciare rientrare impuni nel paese . Si è ordinato al Sindaco di convocare immediatamente la Giunta e il Consiglio Municipale per le operazioni richieste dalla urgenza del Comune .