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In morte di Pasolini ( Rossanda Rossana , 1975 )
StampaQuotidiana ,
Con commossa unanimità di accenti , da destra e da sinistra , la stampa italiana piange Pier Paolo Pasolini , l ' intellettuale più scomodo che abbiamo avuto in questi anni . Diventato , anzi , scomodissimo . Non piaceva a nessuno , quel che negli ultimi tempi andava scrivendo . Non a noi , la sinistra , perché battagliava contro il 1968 , le femministe , l ' aborto e la disobbedienza . Non piaceva alla destra perché queste sue sortite si accompagnavano a un ' argomentazione sconcertante , per la destra inutilizzabile , sospetta . Non piaceva soprattutto agli intellettuali ; perché erano il contrario di quel che in genere essi sono , cauti distillatori di parole e di posizioni , pacifici fruitori della separazione fra " letteratura " e " vita " , anche quelli cui il 1968 aveva dato cattiva coscienza . Solo di essi , Sanguineti ha avuto , ieri , il coraggio di scrivere " finalmente ce lo siamo tolto dai piedi , questo confusionario , residuo degli anni cinquanta ". Gli anni cioè della lacerazione , apocalittici , tragici . Finalmente , per l ' intellettuale di sinistra , superati . Questa pressoché totale unanimità è certo la seconda pesante macchina che passa sul corpo di Pasolini . Come della prima , chi ha la coscienza a posto può dire : " se l ' è cercata " . Per chi non ha queste certezze è invece l ' ultimo segno di contraddizione , di questa contraddittoria creatura : una contraddizione vera , non ricomponibile in qualche artificio dialettico . Giacché se una cosa è certa è che questo improvviso riconoscersi tutti nelle sue ragioni , ora che è morto e in questo modo , è davvero l ' ultimo sbeffeggiamento che gli restituisce questo nostro mondo non amato . Non è , infatti , il tradizionale omaggio al defunto illustre , e neppure la consueta assoluzione per il defunto in vita detestato . Se tutti scrivono sullo stesso registro ( l ' Unità , in un corsivo commosso , abbozza perfino un ' autocritica , mentre il partito radicale lo iscrive post mortem ) è perché ognuno , dalle ragioni di Pasolini , pensa oggi di poter trarre il profitto suo . Non diceva che i giovani sono , ormai , come una schiuma lasciata da una mareggiata che ha distrutto i vecchi valori ? che una collettività deve darsi un ordine , un sistema di convivenza , un modello ? Su questo sono d ' accordo tutti , salvo dare ciascuno , a questo ordine e a questa denuncia , il segno che più gli conviene . Pasolini , l ' intellettuale più outsider della nostra società culturale , fornisce con la sua indecorosa morte la prova ferrea che così non si può andare avanti . Così comoda , che tutto il resto è perdonato . Penso che su questo fervore e i suoi corollari , Pasolini avrebbe - se è lecito immaginare questo gesto in un uomo così dimessamente gentile - sputato sopra . Che , se ne fosse uscito vivo , oggi sarebbe dalla parte del diciassettenne che lo ha ammazzato di botte . Maledicendole , ma con lui . E così fino all ' inevitabile , forse prevista e temuta , altra occasione di morte . Ma con lui perché era il mondo , queste le creature della sua vita più vera ( " io li conosco questi giovani , davvero , sono parte di me , della mia vita diretta , privata " ) in cui cercava , ostinatamente , una luce . In loro , non nel mondo d ' ordine , che non sono solo i commissariati di polizia . Qui tornava perché nella sua visione del mondo altre strade non c ' erano . La sua denuncia dello " sviluppo " , dei valori del consumismo , del profitto , dell ' appiattimento da essi indotto in una società preindustriale dove ancora potevano prevalere i rapporti personali , non alienati , non passivamente accolti era - come in genere è in questo filone , che ha esponenti illustri , cattolici e laici - unidimensionale come la società che criticava ; era vissuta come fine della storia , imbarbarimento , di fronte al quale soltanto cercar di arretrare . Arretrare , finché un rifiuto opposto a questo tipo di " sviluppo " - e chi può opporvisi se non il margine , o un terzo mondo non ancora arrivato a questa soglia ? - non avrebbe offerto un ' ancora di salvezza . Altrove , salvezze non vedeva , per questo Pasolini tornava , ostinatamente , in borgata e più gli sfuggiva , più vi tornava tormentosamente . Tanto più che in tutti i sensi doveva presentarglisi come una frustrazione , una contraddizione . Cercava un rapporto autentico , e non tesseva , invece , un rapporto mercificato ? cercava un rapporto libero e non ripeteva lui stesso - l ' intellettuale ricco che arriva con l ' Alfa e paga il ragazzo davanti a lui , socialmente e personalmente tanto più fragile - un rapporto fra oppressore e oppresso ? né l ' umiliazione che ne doveva ricevere in cambio ( quante prove , meno tragicamente finite , di questa sua morte deve aver vissuto ; l ' irrisione del compagno occasionale , il rifiuto , la resistenza di chi si fa usare ma si sente usato , e quindi si ribella ) poteva assolverlo dal fatto che entrava egli stesso in questo meccanismo alienante . Nel quale l ' interlocutore diventava sempre più sfuggente , più " oggetto " . Diverso da un tempo , quando il ragazzo veniva con lui ma mantenendo una sua figura , una sua dimensione non integrata , non asservibile , come il Tommaso di Una vita violenta . Oggi non era più così : il ragazzo che lo ha ucciso ha poco in comune col borgataro d ' un tempo . Dovrebbe esser rilasciato domani , ai sensi dei valori che reggono questa società ( oltre che di un ' umanità elementare ) perché non è da dubitare della testimonianza della sua borgata , e cioè che non aveva gran voglia di lavorare - e chi ce l ' ha - ma era pronto e prossimo a rientrare nell ' ordine della famiglia , solo provvisoriamente e venalmente violato . Nulla , in questa storia , è davvero uguale a quel che sembra . Non il ricco vizioso che cerca amori nascosti fra gli emarginati , giacché nessuno come Pasolini viveva più semplicemente la sua inclinazione omosessuale e avrebbe potuto soddisfarla , in una società ormai più permissiva , senza rischi di sorta . Non il giovane vizioso , che non c ' è : né come vizioso , né come delinquente , e neppure come volontariamente deviante , ribelle alla norma . Morte accidentale nell ' inseguimento di un fantasma , si potrebbe dire . Con soddisfazione per i più , con amarezza per chi di Pasolini aveva stima e rispetto . E funerali , adesso , con assunzione in gloria da parte di chi , quel fantasma , ha prima costruito e poi esorcizzato . Se Pasolini è oggi così lodato , se probabilmente in buona fede tanti si riconoscono in metà del discorso che lui faceva , è perché l ' altra metà per lui essenziale , quella in cui riponeva la sua speranza , non aveva fondamento . Quante discussioni , le poche volte che lo incontravo , e sempre le stesse ; le stesse che ripeteva puntualmente con Moravia . È vero che il capitale ci ha disumanizzato . È vero . È vero che la conformizzazione al suo modello è mostruosa . È vero che essa è così potente , da riflettersi persino in chi la nega ; nel 1968 , quando scrisse la famosa poesia sugli scontri di Valle Giulia , Pasolini vedeva nello studente il prodotto d ' un ceto che può perfino " provare " la rivoluzione , cosa che al poliziotto , figlio di bracciante meridionale , non è permessa ; e coglieva una parte di verità . È vero che oggi , e non ieri , si può parlare di aborto , e non solo perché è maturato il movimento femminista , ma la società maschile pensa a " economizzarsi " . È vero che scuola dell ' obbligo e Tv sono organismi del consenso . È vero che il fascista non è così diverso dal democratico , nei suoi modelli culturali , come era nel 1922 . Vero tutto , e tutto parziale : perché ogni volta che Pasolini toccava con mano queste scomode verità , l ' ambiguità del presente , faceva seguire un salto indietro , verso l ' umanità non ambigua di " prima " , invece che cogliere nello studente , nel femminismo , nella scolarizzazione , nella stessa conformizzazione , il principio d ' una sicuramente spuria , ma vitale via d ' uscita in avanti . L ' idea che questo itinerario si dovesse compiere fino in fondo e di qui ritrovare il filo d ' un mondo restituito all ' umanità , era in lui sempre più lontana . Avrebbe potuto essere uno scettico , diventava , in senso classico , un " reazionario " . E questo oggi viene sfruttato , questa è la seconda macchina che passa sul suo corpo . Giacché del valore dirompente , violento , di questa sua " reazione " nulla resta , nella elegia delle prime , seconde e terze pagine che gli sono dedicate . Avrà un funerale borghese , e fra qualche tempo il comune di Roma gli dedicherà una strada . Lo ammazzeranno meglio , i suoi veri nemici , che non il ragazzo dell ' altra sera . Nel quale , prima di perire , deve aver visto soltanto la via senza uscite in cui s ' era cacciato , la dimensione del suo errore . E pensare che cercava l ' angelo della passione secondo Matteo .