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La revisione ( Rossanda Rossana , 1997 )
StampaQuotidiana ,
Non sarà indolore accogliere l ' istanza di revisione della condanna di Sofri , Bompressi e Pietrostefani presentata dall ' avvocato Gamberini alla Corte d ' appello di Milano . Ma sarebbe ancor meno indolore respingerla . Essa compie quel salto nella lettura del rinvio a giudizio che andava fatto già al processo di prima istanza , quando i carabinieri ammisero che , prima di presentare il Marino alla magistratura milanese , lo avevano intrattenuto nottetempo per oltre due settimane . Con il colonnello Bonaventura , esperto di antiterrorismo , veniva giù da Milano a Sarzana apposta . I conciliaboli , mai verbalizzati , sarebbero rimasti segreti se un modesto prete non avesse innocentemente detto in aula di quel via vai notturno . Poiché la tesi accusatoria si fonda soltanto sulla crediblità di Marino , l ' Arma teneva a non far sapere che tanto spontaneo e improvviso il racconto dell ' uomo non era : si sarebbe potuto pensare che era stato filtrato , se non addirittura suggerito . Di questa menzogna nessuno chiese davvero conto ai carabinieri . E qui sta la seconda enormità . Perché i casi sono due : o la procura di Milano , nelle persone del dottor Pomarici e poi del dottor Lombardi , è sotto l ' inganno dei carabinieri quando ne avalla la versione nel rinvio a giudizio , oppure sa che essa è falsa ma è d ' accordo con loro nel sottrarre una prova fondamentale sulla credibilità di Marino . Nel 1988 o l ' Arma o la procura hanno mentito . E non si sono mai corretti . I carabinieri guidano Marino nel bizzarro riconoscimento dell ' appartamento dove avrebbe preparato l ' attentato , o lo inducono nei loro stessi errori sull ' identikit dell ' omicida . Il colonnello Bonaventura dichiara che per lui " andava da sé " che Lotta Continua avesse ucciso Calabresi . Da bravo sceriffo , li deve incastrare con le buone o le cattive e quando le cattive vengono alla luce neppur sente il bisogno di difendersi . Né si correggono i giudici , soltanto un ' analoga convinzione e idea di " efficacia " spiega come tutte le corti , eccezion fatta per la Cassazione nel 1992 , abbiano fatto agevolmente a meno di riscontri effettivi , abbiano screditato le testimonianze contro l ' accusa e largheggiato con le altre , spingendosi fino a stravolgere le dichiarazioni , o far dichiarare un defunto , per non parlare della calma con la quale accettano la distruzione delle prove prima del processo , e non chiedono esami e perizie che , come l ' istanza dimostra , si potevano ben fare . L ' istanza di revisione chiama finalmente con il suo nome quel che somiglia , più che a una serie di sbagli , a una montatura che una volta partita cresce su stessa , coinvolgendo un tribunale dopo l ' altro . È il riordino e la minuziosa verifica di tutti i materiali che getta una luce impressionante anche su quel che sapevamo . Il ricorso porta inoltre elementi nuovi . Non molti . Uno , enorme , la dichiarazione di una persona presente all ' attentato che inutilmente dice di aver riconosciuto l ' assassino al dottor Allegra della questura di Milano - quello dell ' interrogatorio a Pinelli - e dal suo ostinato fingere di non sentire deriva un grande spavento , durato troppo a lungo . Altri minori , ma non meno ripugnanti , come il documento d ' un tale dei Ros di Trapani che si dice convinto , in comune con la procura di Milano , che Rostagno sia stato fatto ammazzare da Sofri o i suoi amici , sempre per celare l ' assassinio di Calabresi . Brutta faccenda , fra apparati che non osano smentirsi . In che paese viviamo ? si chiede Salvatore Mannuzzu a proposito del testimone azzittito e delle prove sparite o sostituite . Sì , in che paese viviamo ? Quale idea di sé e dei propri diritti e doveri regge l ' Arma dei carabinieri e le corti giudicanti ? L ' istanza di revisione va raccolta , non solo per restituire libertà ai tre condannati , ma per restituire a noi qualche fiducia nelle istituzioni della giustizia .