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Caro Polloni ( Montanelli Indro , 1981 )
StampaQuotidiana ,
Caro Polloni , alcuni , pochissimi , tra quegli esaltatori di Mao , sono rimasti fermi sulle loro posizioni . Continuano cioè ad affermare che il libretto rosso era un condensato di saggezza rivoluzionaria ( ammesso che i due termini siano compatibili ) , e che la rivoluzione culturale avrebbe dovuto essere proseguita , magari fino alle estreme forme che assunse nella Cambogia di Pol Pot . Gli altri sono diventati ex : sono cioè andati ad ingrossare le file , ormai nutritissime , dei « pentiti » di sinistra , provengano essi dalla chiesa moscovita o dalla chiesa pechinese . Le ragioni di pentimento non mancano . Gli esaltatori della Cina di Mao non si limitavano ad affermare che la rivoluzione comunista è una bella cosa : aggiungevano che essa aveva assunto , in Cina , forme non violente , quasi dolci , che gli avversari del progresso rosso venivano benevolmente rieducati . ( Allo stesso modo si disse che Castro aveva instaurato a Cuba un comunismo alla latina , spontaneistico e flessibile : mentre ora sappiamo bene che il castrismo ha i suoi bravi lager , i suoi spietati tribunali politici , la sua onnipresente polizia segreta . ) La Cina doveva dunque redimere il comunismo , secondo i suoi apologeti , dai vizi sovietici . Ricordo le dichiarazioni di Dario Fo al ritorno da un viaggio in Cina . Questo implacabile fustigatore del malcostume nazionale laggiù aveva visto soltanto gioia , adesione popolare , voglia di lavorare . Invece la rivoluzione culturale , ce lo raccontano i cinesi stessi , fu crudelmente persecutoria ed economicamente insensata . Ma i pentiti - quando lo sono - non dicono puramente e semplicemente : non avevamo capito niente perché siamo faziosi o sciocchi , e quindi d ' ora innanzi ci ritireremo a vita rigorosamente privata , per evitare altre profezie sbagliate , e per risparmiare ai giovani altri insegnamenti demenziali . No : dicono che le loro intenzioni erano buone , che i loro ammaestramenti erano validi , che la loro intelligenza resta luminosa , che i loro avversari sono dei poveracci , e che l ' infortunio va passato agli archivi . Dal pulpito non scendono . Al credito che altri - non noi - gli aveva dato , non rinunciano . Continuano a considerarsi maestri , e questo è ancora comprensibile , dal loro punto di visto . É invece incredibile che la loro pretesa trovi qualcuno disposto ad appoggiarla .