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La minaccia alle libertà ( Romeo Rosario , 1975 )
StampaQuotidiana ,
Fin da quando Stalin , nel 1936 , lanciò la politica dei fronti popolari , i comunisti hanno mostrato un ' assoluta spregiudicatezza nella ricerca di nuove alleanze . Al suo ritorno in Italia Togliatti ne diede una prima prova con la sua offerta di collaborazione con la monarchia nel governo del Sud . Manifesti con l ' invito a votare i comunisti per la difesa dell ' iniziativa privata comparvero per la prima volta non già nell ' ultima campagna elettorale ma in quella del 1948 . Più tardi il ventaglio delle offerte si allargò sino a toccare , con l ' esperimento Milazzo in Sicilia , gli stessi missini ; e anche verso le motivazioni dei giovani neofascisti Togliatti mostrò , a un certo momento , la più larga comprensione . C ' è tuttavia una radicale differenza tra la politica delle alleanze praticata dal Pci nel primo dopoguerra e quella degli ultimi anni . Allora , essa si imperniava sull ' alleanza leninista e gramsciana degli operai e dei contadini , nella quale ai contadini del Sud era riservato il compito di rovesciare , con il proprio intervento , l ' incerto equilibrio tra le due componenti , borghese e operaia , dell ' Italia industriale . Adesso , ridotta largamente dallo sviluppo economico la componente contadina della società italiana , la proposta di alleanza si rivolge soprattutto ai ceti medi , cresciuti di numero e d ' importanza negli ultimi decenni . Anche qui Gramsci agisce da supporto ideologico e da garante dell ' alleanza con le sue riflessioni sugli intellettuali e stilla egemonia , come già nella fase precedente si erano invocate le sue tesi sulla questione meridionale e sulla rivoluzione agraria mancata del Risorgimento . Ma all ' alleanza con i ceti medi manca il cemento di quella reale comunanza di obiettivi che , fino a un certo punto almeno , sosteneva il progetto di alleanza rivoluzionaria tra operai e contadini . La conquista della terra era in effetti un obiettivo reale e largamente sentito dalle masse contadine , e poteva occupare un posto di primo piano in un disegno di strategia rivoluzionaria : quanto meno per la prima fase , ché in seguito l ' esperienza mostra quale durissimo prezzo abbiano dovuto pagare i contadini in tutti i regimi che si ispirano al modello sovietico . Invece , tra le richieste di ogni sorta che i comunisti negli ultimi anni hanno dichiarato di far proprie non esiste nessuna reale omogeneità . Non è possibile , infatti , assicurare contemporaneamente salari ( e quindi consumi individuali ) più elevati , e investimenti sociali accresciuti ; maggiori retribuzioni agli occupati e incremento dell ' occupazione ; soddisfazione delle istanze corporative e settoriali e tutela dei ceti produttori ; socialismo e interessi non solo della piccola ma anche della media e persino della grande impresa privata . Questo coacervo di obiettivi , utilissimo a un partito di opposizione per raccogliere voti e consensi , reggerebbe assai poco alla prova quando dovesse misurarsi con la realtà nella concreta azione di governo . E dunque di vitale importanza , per il Pci , che questo confronto non avvenga prima che esso abbia conquistato il controllo di quegli strumenti di potere che gli consentirebbero di fronteggiare senza danni l ' ondata di delusione e le resistenze che inevitabilmente seguirebbero le sue prime prove di governo . Da ciò l ' estrema cautela della sua marcia verso il potere e lo scarso desiderio che i dirigenti comunisti mostrano di trarre vantaggio dalle molte occasioni di accelerarla che a essi si offrono fin da ora . E da ciò anche il dramma di ogni tentativo di conquista democratica del potere da parte del comunismo , condannato , prima o poi , a scontrarsi con le resistenze della maggioranza dell ' elettorato , e ad affrontare perciò la scelta tra potere e democrazia . Ma se questo è l ' interesse del Pci , è evidente l ' opposto interesse che i partiti , la stampa , la cultura democratica hanno di sollecitare questo confronto fra i programmi e le promesse del Pci e la realtà della sua azione sociale e politica . In troppi casi i comunisti si sono potuti atteggiare a restauratori di un ordine e di una buona amministrazione che essi stessi avevano in larga parte contribuito a distruggere , appoggiando le più arrischiate richieste sindacali , le iniziative dei gruppuscoli , le campagne di terrorismo ideologico volto a disorientare e paralizzare governo e opinione pubblica . Occorre che le forze democratiche sviluppino una assidua vigilanza in questa direzione , e impediscano che intimidazioni e sopraffazioni come quelle , per esempio , che hanno portato a limitare così gravemente la libertà di molti dei maggiori organi di stampa italiani possano svilupparsi per anni indisturbate , e sotto lo schermo , per di più , di battaglie per la « libertà » e l ' « obiettività » dell ' informazione . Occorre che la situazione esistente nelle scuole , nell ' università , in larghi settori del mondo del lavoro , venga proposta all ' opinione pubblica e ai cittadini nei suoi termini reali di gravissima minaccia alla vita e alla libertà di tutto il paese . Dire questo non significa invocare lo « scontro frontale » e la « spaccatura verticale » del paese . Significa però invitare il Pci a misurarsi in modo corretto sui problemi essenziali di libertà che tuttora dividono le forze democratiche dal comunismo , in maniera che il confronto suggerito da tante parti non si risolva in una prova di comodo , sui terreni e nei momenti prescelti dal Pci . Significa anche sollecitare in modo concreto lo sviluppo reale e non meramente propagandistico dei fermenti liberali di cui fa mostra il comunismo italiano , e sui quali si è tanto insistito nella grande « operazione sorriso » lanciata dal Pci nelle ultime settimane . Occorre , insomma , che la rinuncia allo « scontro frontale » si accompagni a una ripresa di iniziativa e di combattività delle forze democratiche , se non si vuole che essa si risolva , come ha ammonito anche un uomo di sinistra quale l ' on. La Malfa , nella « resa incondizionata » .