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Un altro modo di far politica ( Romeo Rosario , 1976 )
StampaQuotidiana ,
Con i suoi 14 milioni di voti la Dc ha dato il 20 giugno una nuova prova della sua forza elettorale . Il significato di questo successo non va sottovalutato . E ' l ' ennesima riprova che al messaggio cristiano è riservato un grande spazio tra le forze destinate a modellare la realtà in cui viviamo . In una società così fortemente competitiva come quella capitalistica , dove la solitudine esistenziale nella folla senza nome è per molti una esperienza drammatica , e dove sfide sempre nuove nascono ogni giorno dalla scienza , dalla tecnologia , dalla crisi dei vecchi valori e dalle dimensioni accresciute della vita sociale , il riferimento religioso è per molti irrinunciabile , sul piano individuale e su quello collettivo . Solidarietà e carità cristiana acquistano per i deboli e per i meno fortunati un significato che si traduce in un livello d ' impegno sociale e politico spesso ignoto alle formazioni « laiche » e che conferisce un preciso contenuto alla caratterizzazione « popolare » della Dc . Ma se queste sono realtà innegabili , va però sottolineato anche che la Dc ha riscosso il grosso dei consensi in settori della società italiana assai più estesi , che le hanno affidato la propria rappresentanza politica al di fuori di ogni motivazione religiosa . Il voto di questi settori per la Dc è solo un ' espressione della loro scelta per il modello civile occidentale , con i suoi ordinamenti economici fondati sull ' impresa e la sua esaltazione della libera personalità individuale . Non è cosa nuova , e su questa scelta la Dc ha sempre fondato le proprie fortune elettorali . Ma adesso le esigenze della società sono cresciute , e le risposte della vecchia Dc non bastano più . Un paese dove il reddito reale per abitante è tre volte superiore a quello del 1951 , con una popolazione residente nei centri con oltre 50 mila abitanti pari al 40 per cento del totale , e con un tasso di scolarità e d ' informazione incomparabilmente più alto , pone alla classe politica problemi assai diversi da quelli affrontati al tempo di De Gasperi . Più elevate disponibilità di reddito significano infatti maggiore larghezza e varietà di vita , possibilità più diversificate , attese e prospettive più ampie di accesso ai beni e ai valori del mondo : che sono poi i contenuti di una società « secolarizzata » con i quali vengono a più diretto contatto le grandi masse investite dai moderni processi di sviluppo economico . E questa Italia nuova , l ' Italia davvero europea , che alla Dc chiede oggi l ' acquisizione di un modo diverso di far politica , meno legato ai moduli della vita parrocchiale e più a quelli dell ' azienda e della produzione , e insieme meglio adatto ad accettare e a promuovere i valori e il costume che son propri della nuova realtà . Riconoscere che questa è la sfida che la Dc è chiamata a fronteggiare non significa auspicarne la trasformazione in un partito laico e « liberale » . Ci piaccia o non ci piaccia , l ' ultimo mezzo secolo di storia italiana ha relegato i partiti laici non socialisti a un ruolo minoritario e assegnato un peso determinante al partito cattolico . Ma la Dc deve ugualmente raccogliere quella sfida , se vuole restare fedele alla sua vocazione interclassista in termini adeguati alle esigenze di oggi . E potrà farlo senza chiedere nessuna rinuncia a quelli fra i suoi militanti che derivano dalla coscienza religiosa le motivazioni ultime del proprio impegno politico . Nel quadro di un ' ispirazione cristiana i valori della società libera e democratica trovano giustificazioni certamente diverse da quelle che si richiamano invece alla cultura laica : ma è proprio nell ' ispirazione religiosa che le forze più autentiche del cristianesimo hanno trovato durante gli ultimi decenni le motivazioni più profonde della loro scelta per la libertà e contro il totalitarismo , al di qua e al di là della cortina di ferro . Certo , questi sono problemi interni al mondo cattolico e , più in particolare , al partito della Dc . Ma sono problemi ai quali non può restare indifferente il mondo laico : che ha un innegabile interesse a tutto ciò che tende a conferire una fisionomia di maggiore modernità al più grande partito dello schieramento democratico , e dunque a tutto il sistema politico del paese . Nell ' ineliminabile differenza delle motivazioni ultime sul piano culturale , esiste un vasto terreno comune sul quale le forze democratiche di ogni estrazione ideologica sono chiamate a incontrarsi . Ed è stato un errore assai grave delle forze laiche non avere finora guardato con la necessaria attenzione a quei settori del mondo cattolico che sono più aperti ai valori di cui la cultura liberal - democratica si vanta di essere portatrice . Il « dialogo » con i cattolici è così rimasto monopolio dei comunisti , da sempre campioni di ineguagliata spregiudicatezza in questa materia . Non è affatto detto che questa linea risulterà vincente nella Dc . E possibile che i suoi dirigenti , dall ' alto della propria forza elettorale , ritengano invece che nulla vi sia da mutare nelle vecchie ricette politico - ideologiche ; e che di fatto esse bastino ad assicurare al partito cattolico , anche in avvenire ( se non interveranno fattori eccezionali di crisi ) , successi analoghi a quelli del passato . Resta tuttavia da vedere se un voto con valore meramente numerico , non sostenuto da quel concreto e fattivo ricambio con la società civile in cui si concreta una moderna vita politica , possa essere sufficiente oggi , quando il Pci è ormai a un soffio dal traguardo del potere .