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Liberi o austeri ( Romeo Rosario , 1977 )
StampaQuotidiana ,
Avremmo preferito una maggiore schiettezza nel discorso dell ' on. Enrico Berlinguer sull ' austerità . Le prospettive di cui egli ha parlato solo in parte , e in parte minore , nascono infatti da straordinarie circostanze , dipendenti da sviluppi internazionali o dalla interna fragilità del sistema economico italiano . In misura assai più grande la paralisi del « modello di sviluppo » finora esistente , la violenza e il disordine che attanagliano la vita del nostro paese , tutte quelle « traversie » , insomma , che il Pci si propone di trasformare in « opportunità » , sono il risultato dell ' aggressione che per anni i comunisti hanno condotto contro le istituzioni politiche e sociali della democrazia italiana , in accordo più o meno dichiarato con l ' estremismo extraparlamentare . Non si vede , del resto , perché un partito che si propone di cambiare la società debba nascondere la parte ch ' esso ha avuto nella demolizione del vecchio ordine di cose : ed è verosimile che in sede storica i comunisti non mancheranno di sottolineare questo loro contributo . Ma per adesso non si tratta di fare storia ma di sviluppare un ' azione politica in corso : e che in politica la « simulazione » e la « doppia verità » siano assai redditizie non è l ' ultimo insegnamento che i comunisti abbiano tratto dai loro sempre più stretti commerci con certo cattolicesimo « di sinistra » . Ma ciò che conta è il contenuto specifico della proposta berlingueriana . Non è impossibile vedervi , e vi si è vista , una larga coincidenza con tesi politiche che per anni sono state proprie della sinistra democratica . Una correzione dello sviluppo nel senso della destinazione di una quota sempre più ampia delle risorse disponibili agli investimenti sociali , volta a riequilibrare l ' eccessivo incremento dei consumi privati , è stata da anni riconosciuta necessaria ad assicurare alle grandi masse degli italiani una più autentica partecipazione ai vantaggi del progresso economico e civile del paese . Che ciò debba comportare il contenimento dei consumi a favore degli investimenti , e che in taluni casi possa essere opportuna l ' adozione dei meccanismi atti a soddisfare con forme sociali e collettive bisogni la cui soddisfazione su scala individuale sarebbe assai meno efficace e più costosa , è parimenti indiscusso . Ma nel pensiero democratico queste misure hanno solo un valore strumentale e subordinato al fine del migliore funzionamento di un tipo di sviluppo nel quale il consumo e il consumatore individuale rimangono i destinatari principali dei beni prodotti e delle opportunità offerte dal progresso civile . Non v ' è posto , in una concezione democratica del rapporto tra consumi individuali e consumi pubblici , per l ' erezione del momento sociale e collettivo a ideale politico e morale . Che è proprio ciò che invece caratterizza l ' austerità berlingueriana , di cui sarebbe grave errore sottovalutare le implicazioni a lungo termine in vista di parziali coincidenze con gli obiettivi delle forze democratiche nel breve e nel medio termine . L ' austerità proposta dal Pci vuol essere infatti la realizzazione di un modello di vita ispirato a una scala di valori profondamente diversa e al limite opposta a quella che presiede a ogni società libera e democratica . Tra questi valori il momento collettivo occupa un posto assai più alto del momento individuale , e finisce di fatto per coincidere col momento etico in quanto superamento dell ' individualismo , sempre qualificato come « eccessivo » ed « esasperato » : che è poi la motivazione con la quale si vorrebbero giustificare l ' indigenza e la mancanza di prospettive personali e individuali che caratterizzano i felici paesi del socialismo e della democrazia popolare . E possibile che nell ' accezione berlingueriana questi valori si colorino anche di un ' esaltazione dell ' istanza pauperistica di cui è facile individuare l ' origine , ancora una volta , nelle frequentazioni cattoliche del leader comunista : e certo , l ' insistenza sul tema del sacrificio quale connotazione etica della nuova società , in contrapposizione all ' egoismo e al materialismo che caratterizzerebbero la nostra realtà capitalistica e borghese , conferisce al programma di austerità ambizioni di riforma di grande respiro , sociale e morale : alle quali è doveroso dare risposta sullo stesso terreno . Occorre dunque ricordare che per la cultura liberale e democratica - quella autentica , rimasta fedele ai princìpi da cui è nata la libertà moderna - l ' individuo non è un disvalore ma il fine stesso alla cui esaltazione e al cui sviluppo sono ordinate tutte le attività economiche e culturali della società . Che l ' uomo abbia diritto a un proprio individuale destino e a riempire la propria vita dei contenuti che liberamente vorrà scegliere e riuscirà a conseguire è il principio sul quale si regge l ' insieme di garanzie che il mondo libero ha eretto a difesa della persona umana . In questo senso , l ' abbondanza dei beni di consumo e la possibilità della loro appropriazione individuale nella misura più larga possibile offrono una sempre più vasta e più varia gamma di alternative tra le quali si opera la libera scelta di ognuno : e quanto più ampia sarà questa possibilità di scelta tanto più concreta e più ricca di contenuti sarà la libertà di ciascuno . Gli italiani della generazione presente hanno sperimentato ciò che questo può significare per la vita dei singoli e delle collettività nel suo insieme : con la possibilità , incomparabilmente maggiore che in passato , che dopo il « miracolo economico » si è offerta a ciascuno di accedere a nuove forme di svago e di cultura , dai viaggi alle letture agli spettacoli e non meno alla possibilità di impiegare le proprie energie ' ad attività di lavoro che , nonostante tutti i discorsi sull ' alienazione , sono assai più diversificate e significative di quelle consentite nella vecchia società rurale e pauperistica . In tal senso va denunciato l ' equivoco contenuto nelle affermazioni dei Berlinguer , Lama o Barca sull ' austerità come momento caratterizzante di tutte le fasi creative della storia . Perché certo anche nell ' economia di mercato vi è un momento di « astinenza capitalistica » di smithiana memoria , nella misura in cui la limitazione del consumo è ineliminabile da ogni processo di accumulazione . Ma nella società libera , che i marxisti chiamano borghese , l ' astinenza e l ' austerità sono preliminari al conseguimento di quella abbondanza di beni al servizio dei bisogni individuali che resta la finalità ultima di tutto il processo produttivo . Non l ' austerità ma l ' edonismo » è l ' asse su cui ruotano i sistemi capitalistici : quelli attuali non meno di quelli delle origini , ai quali si deve l ' abbattimento del modo di produzione preindustriale . Edonismo da intendere nel senso , che i vecchi trattatisti ritenevano appena necessario chiarire , che i « piaceri » da soddisfare possono essere i più diversi , dai minori e triviali ai più alti . Vi sono state e vi sono , in questi sistemi , distorsioni che è doveroso correggere con misure atte ad assicurare la necessaria priorità ai bisogni riconosciuti prioritari , e ad affinare e qualificare sempre meglio i bisogni di cui la domanda presente sul mercato chiede la soddisfazione . Ma nelle società libere questo compito è affidato alle capacità di progresso interne alla società stessa , attraverso la crescita della cultura e della coscienza civile quali forze chiamate a orientarla e a dirigerla verso nuove e più alte finalità . Vi sono anche altri modi per affrontare questi problemi : quelli , per esempio , che affidano ai poteri pubblici e alle istanze collettive le scelte che le società libere riservano invece agli individui . Allora , sarà il consumatore collettivo , espresso dalle istituzioni sociali , a indicare quali beni , quali servizi o quale tipo di svaghi siano da preferire agli altri , magari designati dalle preferenze individuali . Sono modi nei quali si realizza il ricorrente bisogno di dare un ordine ( che spesso è solo la proiezione dei propri criteri e valori ) all ' apparente disordine e al caos delle molteplici scelte degli individui . Tra i due modi siamo tutti chiamati a fare , in qualche modo , la nostra scelta . Ma chi sceglie lo faccia avendo ben chiaro che l ' alternativa è tra la società libera dell ' Occidente e lo squallido universo senza speranza che abbiamo imparato a conoscere nei paesi dell ' orbe sovietico : che restano , nonostante tutte le acrobazie dialettiche , il solo e unico modello al quale siano capaci di guardare i nostri « eurocomunisti » . In nome di scelte collettive e di « austerità » destinate a realizzare un mondo migliore si sono a lungo considerati gli individui alla stregua di pietre sulle quali passa il cammino della storia . Al di là delle intenzioni personali ( che sono anche in questo caso irrilevanti ) l ' austerità berlingueriana è figlia della stessa matrice .