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StampaQuotidiana ,
di dare a tutto il paesaggio un aspetto decrepito , lunare , irreale . Giunge l ' ora della colazione
40 ANNI DI ISRAELE ( Jesurum Stefano , 1988 )
StampaPeriodica ,
cresciuto in Cile , non userò il manganello » . Il 4 di ijar ( che , secondo il calendario lunare ebraico
StampaQuotidiana ,
) lunare come il marxismo e che se erano capitati sui bulldozer « russi » lo avevano fatto soltanto per
LE AMANTI ( SERAO MATILDE , 1894 )
Narrativa ,
ÿþLA GRANDE FIAMMA . A Rocco Pagliara . I . Nell ' ora tarda della sera , partita l ' ultima persona amica o indifferente , per la quale essa provava l ' orgogliosa e invincibile necessità di mentire , chiuse tutte le porte ermeticamente , piombata la casa nel profondo silenzio notturno , interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria , dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine , prosciolto il suo spirito dall ' obbligo della bugia e le sue labbra dall ' obbligo del sorriso , ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma . Immobile , con le palpebre socchiuse e le mani abbandonate lungo il corpo , ritta come un bianco fantasma nel mezzo della sua stanza , sentiva un flusso di calore salire alle guancie delicatamente brune e smorte , un flusso di calore vivificarle il cervello , un ' onda di lacrime calde pungerle i bellissimi grandi occhi bruni . Scorrevano taciturnamente , senza singhiozzi , le lacrime calde sulle guancie e le avvampanti guancie se le ribevevano : dal cuore e dal cervello che ardevano , si diffondeva per tutta la persona l ' impetuoso torrente di quel calore ed ella sentiva tutte le sue piccole vene palpitare nella fiamma che le dilatava . Lo scoppio della passione lungamente represso , in quel generoso organismo , assumeva la forma di febbre ad altissima temperatura : ed essa , vacillante , come se avesse smarrito il senso di ogni altra cosa che la sua febbre non fosse , si lasciava cadere sul letto , rigida , con la vestaglia bianca che si stendeva come un sudario sul broccato scuro della coltre . Così , sola , con gli occhi sbarrati ove si disseccavano le estreme lacrime , guardando il soffitto pieno di ombre , col petto sollevato da affannosi sospiri come i febbricitanti , ella abbruciava di passione per l ' assente , per il lontano : nè le sue labbra convulse osavano pronunziarne il dolce nome , temendo che le fatali sillabe pronunziate in quel silenzio , in quella solitudine , rivelassero a tutto il mondo il suo segreto . Sopra un fondo di fiamma , nella sua fantasia che vampeggiava , ella vedeva scritte le sillabe divoratrici di quel nome , in lettere nere e vive , talvolta immobili , talvolta confondentisi in una bizzarra danza ; ma non osava pronunziare quelle sillabe seduttrici ; temeva di struggersi , dicendole ; temeva di morire di dolcezza , pronunziandole . Quell ' entrata così vibrante di febbre appassionata , nelle prime ore della notte , si ripeteva due o tre volte ; pareva che ella si assopisse in un soave abbruciamento di sangue , in un seguirsi di fiammeggianti visioni , dove talvolta , accanto al nome adorato , si veniva a delineare vagamente un fiero profilo maschile , dove uno sguardo superbo e amoroso lampeggiava ; ed ella sentiva tutto il suo spirito carezzato , cullato da questa visione ; la veglia si tramutava in sopore febbrile e in sogno . Ma , ogni tanto , la visione diventava così vera , così viva , così fremente di amore che ella udiva , sì , udiva , una voce sommessa pronunziare il suo nome : ella trabalzava , ripresa da un soffocante impeto di passione , cercando con le mani , nell ' oscurità , quelle calde mani amate ; soffocava , bruciava . Si levava come un ' anima errante , andava al balcone , sollevando la pesante tenda di broccato , schiudendo le imposte di legno , appoggiando l ' acceso volto sul gelido cristallo . Era alta la notte ; nella strada non passava alcuno ; spesso , il freddo vento notturno agitava le fioche luci dei lampioni , riempiendo la via di bizzarre forme oscure ; o qualche viandante in ritardo , ignoto , a capo basso , passava senz ' accorgersi di quel balcone quietamente , mitemente , illuminato , dietro il quale stava un ' ombra immobile ; qualche malinconica carrozza notturna , vuota , dal cocchiere sonnacchioso , dal sonnacchioso cavallo , veniva lentamente dall ' alta ombra della via , si perdeva lentamente , lontana , nella bassa ombra della via . Ella guardava questo spettacolo di oscurità e di pace , con gli occhi intenti , sentendo il freddo esteriore penetrare dalla fronte , dalle guancie , dalle labbra che quasi baciavano il cristallo : la sua febbre si calmava ; le vene battenti si chetavano ; il petto , oppresso , respirava più liberamente ; macchinalmente ella si staccava dai cristalli , richiudeva le imposte , lasciava ricadere le molli , strascicanti tende di broccato , faceva un paio di giri nella sua stanza , guardando talvolta nell ' alta e stretta specchiera la sua figura bianca e i suoi occhi che bruciavano sempre . Come tutti quelli che soffrono d ' insonnia , per una forte causa morbosa o per una forte causa morale , ricoricandosi , ella sentiva come un grande refrigerio , dolcissimamente parea che si dovesse addormentare nel ricordo , nella speranza del suo amore . La passione consumatrice nell ' ora che fuggiva , si faceva tutta tenerezza letificante , diventava un fresco soffio che le alitava sulla fronte , sugli occhi , sulle labbra , sulle mani , come a vincerne il bruciore , ed ella si assopiva , nuovamente , con le labbra che si muovevano a una benedizione . Ma , ad un tratto , un incubo mostruoso , senza nome , qualche cosa come un ' orribile paura , la scuoteva , la faceva balzare sul letto , come cercando soccorso , non sapendo , non conoscendo , non pensando più nulla , vinta da uno spavento folle . Era allora che , levatasi , nella penombra , in preda a un delirante bisogno di soccorso , ella andava a buttarsi innanzi alla sacra immagine , prostrandosi sul gradino dell ' inginocchiatoio , abbassando il capo sul duro legno di quercia , dicendo rapidamente le preghiere , per non pensare , per non sentire , pregando , pregando , pregando , con un fervore di anima disperata , restando lì , attaccata a quel legno , come se fosse quello della sua salvazione . Ma sia che l ' alba la sorprendesse dietro i cristalli del suo balcone , o distesa sul letto con gli occhi spalancati , o sonnecchiante malamente , o immersa in preghiere con le labbra frementi sui grani di legno del suo rosario , certo che , a quell ' ora gelida , la sua febbre era domata , era caduta : ella tremava di freddo , pallida , con le labbra violacee , con la bocca amara , con le ossa rotte , quasi uscisse dal terribile abbraccio della terzana ; il viso le si era allungato e come pietrificato in un ' espressione di sofferenza ; i capelli le ricadevano sul collo , disciolti , prendendo certi profili tragici , che solo le chiome delle donne appassionate hanno . Invano cercava di riscaldarsi , buttando sul letto una pelliccia , facendo un gran fuoco nel caminetto , accendendo tutti i lumi della sua stanza : fra quel grande calore esteriore ella batteva i denti , si addormentava rabbrividendo , rabbrividendo , livida , con la fiamma del caminetto che crepitava , con le candele la cui fiammella strideva nel calore , col sole mattinale che entrava , scintillando , fra i velluti , i broccati e le pelliccie , non giungendo a riscaldare quel gelido corpo di donna dormiente , dalle palpebre scure e fredde come il granito , dalle labbra assottigliate e tremanti ancora di freddo . Come la mattinata scorreva , entrava la cameriera , trovando le candele che si consumavano , le legna arse che si coprivano di cenere , il sole che invadeva tutta la stanza gaiamente , e quel cadavere dormiente , che riaprendo gli occhi , rabbrividiva ancora , come se ritornasse dal gelo di un sepolcro . Ogni mattina , sopra un piatto di argento , la cameriera porgeva una lettera . Ma già la maschera umana aveva velato la sembianza della povera febbricitante : ed ella stendeva la mano , con indifferenza , a prendere quella lettera , aspettava che la cameriera avesse spento i lumi , riacceso il caminetto , spalancato le imposte al sole , aspettava , intorpidita e immobile . - Si sente male ? - diceva la cameriera , guardando il volto bruno e smorto della sua padrona che ella amava . - No : ho freddo - mormorava la padrona , stringendo la lettera d ' amore nella mano sottile e agghiacciata , senza neppure guardarne la busta , come se fosse inutile aprirla . La fanciulla devota le riassettava le molli coltri scomposte dall ' insonnia , le rialzava i cuscini disordinati su cui era abbandonata la foltezza dei capelli neri , la interrogava con una umile occhiata : ma vista la padrona tutta perduta in un pensiero , usciva discretamente dalla stanza , chiudendone la porta , aspettando di esser chiamata per ritornare . Allora soltanto , con un atto breve , quasi convulso , la smorta signora faceva saltar via la busta lacerata e leggeva la lettera tutta bruciante di passione che il suo amore le scriveva . Lettera incoerente e puerile , balbettìo talvolta bizzarro , talvolta monotono di frasi stravaganti che si ripetevano , si accavallavano , si confondevano , si affannavano sulla carta , come nell ' anima malata di chi le scriveva . Eppure egli non era nè un fanciullo , nè un pazzo , nè un infermo ; era un uomo di trent ' anni , vigoroso , completo nella sua manifestazione morale , che aveva saputo vivere , amare , soffrire . Era un forte lottatore che le aveva coraggiosamente combattute le sue battaglie , talvolta vinto , spesso vincitore , mai domato : era un sagace conoscitore di sè stesso , delle cose e degli uomini , capace di grande scetticismo e di grande entusiasmo , poichè questa è la vita , e saggio chi sa apprezzarla e viverla così . Eppure quell ' amore nato tardi , nato improvvisamente , come quei misteriosi e voluttuosi fiori del tropico che germogliano ricchi e violenti , in una notte , quell ' amore impetuoso destinato a essere soffocato sotto le apparenze fallaci della cortesia , gli faceva tremare i polsi come se lo assalisse , a ogni suo nuovo tumulto , il ribrezzo tragico dell ' agonia . In certe ore di pensiero , quando gli era concesso di dialogare con l ' anima sua , egli si stupiva della brevità di quella passione , della sua semplicità , mentre sentiva dentro sè scardinato ogni senso della realtà , mentre si sentiva preso per la vita e per la morte . Una sera , in un ballo , egli aveva scambiato poche parole con la bruna e pallida signora che ancora portava il nero vestito del lutto , dopo tre anni di vedovanza , che bizzarramente trascinava al ballo il nero vestito e la persona stanca , senza sorrisi , senza gioia : e come per un ' attrazione ipnotica , egli aveva seguito dovunque il nero strascico di velluto ondeggiante , cupo velluto bruno , simile alle acque nere di un lago che gli alberi coprono : egli aveva fissato gli occhi sedotti sopra la mezzaluna di opali lattee , scintillanti in riflessi siderali azzurrini , che mettea una luce selenitica fra i neri capelli di donna Grazia : e come la snella persona muliebre si muoveva , indolentemente , da un salone all ' altro , egli sentiva di doverla seguire , come un ' ombra . Levando lenta lenta le palpebre , essa lo guardava , ogni tanto , tacendo : e una irradiazione di fascino partiva da quei grandi occhi neri , arrivava sino a lui , intensa , vibrante , conquidendolo , a poco a poco , ma continuamente , ma sicuramente . Nè egli tentava difendersi . Aveva , in quell ' ora , il cuore arido e la vita fatta deserta , se non libera da una secreta catastrofe famigliare : la donna cui avea dato il suo nome era assente , lontana , nemica , egli era solo , in tutta la sua lunga giornata , solo . Perchè difendersi ? Si sentiva debole e misero come un fanciullo abbandonato , mentre tutti applaudivano alla sua fermezza di carattere , al suo coraggio virile , alla dignità fiera che gli aveva suggerito la risoluzione più confacente al suo onore ; egli si sentiva timido e fragile come lo stelo secco , che nelle mattinate di autunno va in cenere sotto il piede brutale del viandante , e lo sguardo di quella donna parea tremasse di tenerissima pietà , parea che gli dicesse : - Vieni . Breve romanzo e intenso , condotto fuor di loro da una mano invisibile : un giorno si erano incontrati fuori Roma , in quella umida , lugubre via Angelica , lungo il fiume tragico che ogni giorno ha il suo morto . Chi aveva strappato la dama ai suoi convegni aristocratici per mandarla a contemplare i vortici traditori del Tevere ? Chi aveva preso l ' uomo alla sua ambizione , alla sua politica , ai suoi affari ? Esiste dunque una fatalità nella passione ; o il cuore ha la sua seconda vista , che è anche qualche cosa di fatale ; o vi è nell ' anima una seconda vita latente , incosciente , sopra cui nulla può la volontà ? - È vero che mi ami ? - le aveva chiesto lui , arrossendo e impallidendo , come se quella fosse la prima volta che parlasse di amore . - Sì - ella aveva detto , senz ' altro . La virile mano dell ' uomo aveva sfiorato la sottile mano guantata di nero . Si guardavano e si sentivano bruciare di passione ; una uguale grande fiamma li ardeva . Più la reprimevano e più essa divampava internamente , consumando le loro forze in una febbre singolare . Temevano il mondo , malgrado che fossero liberi ; lo temevano con una paura di tutti i momenti , con un tremore come d ' imminente catastrofe . Niuno aveva il diritto di muovere loro un rimprovero , eppure essi temevano tutto , l ' uomo che passa e sogghigna , la donna che passa e sorride , l ' impiegato postale che consegna la lettera con uno sguardo d ' intelligenza , il servo che domanda permesso prima di entrare , l ' amico che assume un ' aria discreta , l ' amica che interroga con un cenno : la più umile , la più sciocca creatura li faceva fremere di spavento . Forse , amandosi in quella forma così rovente , sentivano di abbandonarsi a una passione tanto diversa dai miseri e fallaci amori quotidiani , da dover meritare l ' invidia , il biasimo e la calunnia ; forse , il segreto è la grande condizione dell ' intensità . Così si vedevano , alla sfuggita , ogni tanto , avendo messo nella rapida ora tanti sogni , tante speranze , tanto fuoco d ' amore , che non trovavano parole , soffocati , come coloro che hanno le vertigini degli altissimi pinnacoli ; in tre o quattro mesi , fra la primavera e l ' estate , vivendo egli a una villa sui colli albani , essa nella palazzina campestre fra gli aranci di Sorrento , si erano incontrati due volte , per due giornate , in un villaggio presso Milano , la prima volta , a Baia la seconda volta . Tutta la loro vita era sospesa a quei due giorni di passione ardente ; tutto l ' intervallo fra quei due giorni non era che una lunga aspettazione di giorni aridi e annoiati , di notti vegliate , in una rivoluzione del cuore e dei nervi . Ad ambedue , quando , per consolare le ore di lontananza , essi evocavano quelle due giornate , appariva come una grande fiamma lieta e alta e divorante ; il ricordo era vasto , immenso , vago , quale un oceano di fuoco , sopra cui qualche punta appariva , come estremo albero di nave sommersa . Insistentemente egli si rammentava il volto smorto di lei , quando ella si affacciò al vagone fermato nella stazione di Monza e , malgrado ogni suo impeto di evocazione , pur volendo fermamente rivederla col suo delicato e profondo sorriso delle ore più felici , egli continuava ad avere innanzi quella faccia pallida di donna morente . Egli cercava di rianimare tutti i suoi ricordi , di quei due giorni , come ella era vestita , la foggia della sua acconciatura , le parole che aveva dette , il tono della sua voce : ma una sola sensazione , acuta , squisita , gli ritornava , con la persistenza di un martello sull ' incudine : il profumo che avevano i guanti morbidi di Grazia e le mani sottili profumate . Quando le scriveva di quei giorni , confusamente , egli ritornava sempre a dire di quella faccia pallida allo sportello e di quelle mani odorose , di quei guanti così profumati "...che è quel profumo , dimmi , dimmi , amore , perchè io l ' ho confitto nell ' anima e ogni tanto mi fa piangere , come un fanciullo , perche il mio amore è lontano e io non posso avere , sotto le mie labbra , le sue mani inebrianti ?..." Ed ella nella fiorita campagna sorrentina , quando i villeggianti vicini , o i suoi ospiti , ritirandosi , l ' avevano lasciata sola , libera , ella voleva far riapparire fantasticamente quei due indimenticabili giorni di oasi ; ma armandosi con la stessa forza , con la stessa intensità , lo stesso inesplicabile fenomeno psicologico avveniva in lei ed ella non poteva che ricordare qualche scintilla della grande fiamma . Fra un turbine roteante d ' impressioni , rammentava soltanto , Grazia , un sorriso enigmatico alla sua domanda : e tu , perchè mi ami ? Sì , egli aveva avuto un sorriso bizzarro , lungo , pieno di un segreto profondo : ella rivedeva sempre innanzi agli occhi quel sorriso acuto , crudele , che parea le nascondesse la verità , tormentosamente . E nelle orecchie , nel cervello di Grazia restava una sensazione fissa , continua , invincibile , il ricordo della sua voce , quando la chiamava sommessamente , teneramente , dolorosamente , come se chiedesse amore e soccorso , come se invocasse pietà : Grazia , Grazia , Grazia ! ... Così identica era la loro passione nel carattere , nella profondità , nella misura che il grande sogno da realizzare nacque nelle loro fantasie esaltate , contemporaneamente , germogliando nello stesso pomeriggio autunnale , nella stessa ora di disperazione , mentre erano lontani lontani , per molte miglia . Ambedue furono colpiti dal medesimo , irresistibile desiderio , contro cui nulla più poteva difenderli ; ambedue arsero di tale desiderio come se fosse il più alto , l ' estremo delle loro anime . L ' immenso avvenire innanzi , alle loro esistenze ancora giovani , li sgomentava con la sua solitudine arida , mentre essi portavano in cuore di che riempirlo per sempre , di una strabocchevole felicità . Al punto in cui la grande fiamma che li ardeva era giunta in entrambi , era loro insopportabile vivere ancora , divisi , lontani , estranei : lo stesso cupo dolore li abbatteva . La paura del mondo , delle sue ciarle , delle sue calunnie veniva man mano scomparendo innanzi a questo bisogno di amore , di felicità che è in fondo a tutti i temperamenti umani , più freddi e più silenziosi , e che nell ' ora della passione parla di una voce che nulla fa tacere . Per chi si sacrificavano ? In nome di quale principio , di quale idea , di quale persona ? Su quale altare sconosciuto deporre l ' olocausto della loro passione ? - Io non posso più soffrire , la mia vita finisce - scriveva Grazia . - Io non posso più soffrire , il mio coraggio è esausto - scriveva Ferrante . In tale ardente impazienza , la loro sensibilità sentimentale raffinata dai sogni , dalle insonnie , dalle lettere incoerenti , si era fatta così acuta , così squisita , così fremente alla minima impressione , che quanto li circondava era complice del loro abbandono . Quando donna Grazia passeggiava sotto gli ombrosi viali della sua villa di Sorrento e fra gli aranci odorosi le arrivava il canto sottile di qualche voce innamorata , un improvviso fiotto di lacrime la inteneriva : e coloro che l ' accompagnavano , si meravigliavano . Quando ella vedeva , nella sera , dalla sua terrazza , levarsi la luna sul golfo napoletano e tutte le case intorno soffondersi di bianca luce molle , una collera le saliva alla gola , di non essere via , di non essere con lui , in quell ' ora di dolcezza , una collera contro il tempo che fuggiva , contro gli ostacoli che si frapponevano al suo amore e contro sè stessa che non sapeva vincere gli ostacoli . E a Roma , l ' autunno è apportatore di novi , profondi turbamenti alle anime già turbate : quando Ferrante portava il suo vagabondaggio a Villa Borghese , dove ancora i viali pare che conservino la appassionata fantasima di Beatrice Cenci , ogni ombra femminile , snella , dal volto pallido e bruno dietro la veletta , lo facea trasalire ; quando egli portava il suo vagabondaggio serotino a uno dei teatri , bastava che dietro alla nuca bionda di una donna , in un palchetto , si profilasse il volto di un uomo innamorato perchè egli si sentisse , a un tratto , immerso in una disperazione inguaribile . Allora , lontani , divisi , si tendevano le braccia come creature anelanti , che sanno un posto solo dove appoggiare il capo stanco : ed è questo il petto della persona che adorano , assente , lontana . E allora , confusamente , nella crisi fatale di questa passione , si venne delineando un piano di amore , imperfetto , vago , ma che conduceva a un sol desiderio : quello di rivedersi , di stare insieme , lungamente , per sempre . Ognuno di loro , invece di perdere la propria forza in vani conati di dolore , avrebbe cercato di adoperarla a vincere tutti gli ostacoli morali e materiali per potersi riunire , fra quindici , fra otto giorni , in un paese solitario , tranquillo , in un ambiente di poesia e d ' amore , dove potessero passare sconosciuti o indifferenti alla folla , o ravvolti in una comune indulgenza . Chi di loro due disse la parola : Venezia ? Chissà ! Fu così , naturalmente , che i loro cuori si fermarono su quel mite orizzonte di arte e di quiete , su quell ' ambiente di case mute e sommerse nel languore che la morte precede , su quella città dove l ' amore pare abbia la sua naturale atmosfera di pensiero , di lirica umana . Venezia , Venezia ! Fu il nome amabile , seducente , che videro brillare ogni giorno , ogni ora ; innanzi alla loro immaginazione ; parola magica che fece scomparire tutte le altre ; sillabe ravvolgenti e incantatrici da cui le loro anime prese , legate , non si potettero svincolare mai più . E man mano le loro lettere andarono perdendo tutto quel carattere d ' indefinito , tutta quella vaghezza di contorni , quel continuo agitarsi errabondo dello spirito , quella incoerenza di anime deliranti : la passione addossata al muro della realtà , era entrata in un periodo positivo , pratico , preciso . Ogni giorno , sotto la volontà inflessibile , sotto la doppia inflessibile volontà , il loro piano acquistava linea , colore , cifra ; il suo aspetto di fatto si veniva così minutamente facendo reale , che , già quasi quasi , per Grazia e per Ferrante , parea di vivere in quella realtà . Accanto a questi particolari definiti , matematici , dove la loro insofferenza si appagava , come per il fatto compiuto , ogni tanto , ma sempre più scarsamente , si veniva allogando qualche scoppio improvviso di frase amorosa : oppure una parola soltanto : Venezia . Anche l ' aspetto degli amanti era mutato . Si eran fatti , nell ' esteriore , freddi , risoluti , distratti in un pensiero o in un ' azione , sempre occupati in qualche cosa , schivando , con la freddezza , la folla degli estranei e anche quella degli amici . Parlavan poco , brevemente . Non più le belle passeggiate della penisola sorrentina vedevano comparire il bruno volto pensoso di donna Grazia : ma in una stanza accanto alla sua erano aperti tutti i bauli , tutte le valigie della casa e la cameriera , che le voleva bene , ignorava ancora la destinazione che prendeva la sua signora . Ella vedeva che ogni giorno donna Grazia veniva chiudendo , in quei bauli e quelle valigie , tutto quanto aveva di prezioso come valore e come ricordo : ella vedeva che donna Grazia si aggirava per la casa , in vestaglia di lana bianca stretta alla cintura da un mistico cordone di seta nera , guardandosi intorno come trasognata , considerando le pareti vuote e i cassetti aperti , come se volesse portare via ancora qualche cosa . - La signora parte per un lungo viaggio ? - chiese timidamente , un giorno , la fanciulla devota . - Lungo , lungo .... - mormorò vagamente , donna Grazia . - E io debbo venire ? - No .... Meglio che non veniate - soggiunse donna Grazia . - Tutta sola , un lungo viaggio ? - osò chiedere ancora la ragazza . Donna Grazia chinò il capo e non rispose : un velo di tristezza le passò sulla faccia . Tacquero . E Ferrante , come il giorno della partenza si approssimava , non andava più nei soliti ritrovi di Roma autunnale : male o bene , ma con una febbre di uomo preoccupato , aveva cercato di risolvere alcuni affari stringenti , assorbito , distratto , accettando qualunque peggiore risoluzione , purchè fosse immediata . Quando i suoi intimi lo vedevano ricomparire , per un momento , gli domandavano , sorpresi : - Ma che fai , dunque ? - Parto - rispondeva lui , pensando ad altro . - Dove vai ? Egli faceva un cenno vago , come di paese molto lontano . Per discrezione , gli intimi non chiedevano altro : sapevano quale tragedia morale avesse sconquassata la sua famiglia e molti supposero qualche improvvisa , bizzarra decisione . Anzi , la voce ne corse , avvolta in veli misteriosi . Una sera , un amico più affettuoso , più insistente , andò a casa di lui : e lo trovò solo , fumando , con le finestre aperte , ma col caminetto acceso dove buttava delle carte , dopo averle lette . Sul tavolino vi erano altri pacchi di lettere , un grosso portafoglio di pelle , tutto sdrucito , due o tre libri dalla legatura usata e un paio di minute pistole nella loro scatola che pareva quella di un gioiello . - Che fai , ti vuoi ammazzare ? - domandò ridendo l ' amico . - Forse - rispose Ferrante , ridendo un poco , ma poco . Nè dissero altro , mentre nel caminetto le lettere avvampavano allegramente . Così , nell ' alba bigia in cui donna Grazia partì da Sorrento per Napoli , mentre aveva detto ai suoi amici che sarebbe partita solamente la sera , in quell ' alba bigia , la sua devota cameriera , vedendola andar via , avvolta nel grande mantello bruno , avvolta nel bruno velo che le circondava il capo , il viso , il collo , si chinò , commossa , a baciarle la mano : - Io la rivedrò , nevvero ? - chiese , cercando di trattenere le lacrime . - Forse - disse donna Grazia , andandosene , senza voltarsi . Tanto la fatalità li aveva vinti , ambedue . Donna Grazia non vedeva nè il mite sole che rallegrava le vie di Napoli , nè le azzurrità fini del cielo e del mare , nè la folla lieta che si godeva quel giorno soave : chiusa nella carrozza da nolo , guardando ogni istante il piccolo orologio sospeso alla cintura pur senza vederne l ' ora , ella divorava lo spazio con la mente , cercava di ripetere per la millesima volta il calcolo del tempo e dello spazio , per chetare la propria impazienza . Sarebbe partita da Napoli per Roma alle due e cinquantacinque , col treno più celere , tutta sola nel suo compartimento ; sarebbe giunta a Roma alle otte e trentacinque della sera ; alla stazione avrebbe ritrovato Ferrante e dopo un ' ora e mezzo , in cui non sarebbero neppure entrati in Roma , sarebbero ripartiti , via Firenze e Bologna , per Venezia , insieme . Insieme ! Pensando , ripensando , pronunciando sottovoce questa parola , ella vedeva scomparire l ' ora , il tempo , lo spazio tutto , una nebbia le scendeva sugli occhi , una lieve vertigine le confondeva ogni moto . Insieme ! Fu macchinalmente che pagò il cocchiere , scendendo alla partenza , nella stazione , stringendo fra le mani il sacchetto dove erano i suoi valori più preziosi . La grande galleria coperta dove si prendono i biglietti era quasi vuota . Ella non vi badò . - Di prima , per Roma - disse , affannando un po ' al bigliettinaio . - Ecco - fece quello - ma si affretti , perchè il treno parte . Improvvisamente , presa da una orribile paura , ella si mise a correre , vedendo appena la sua strada , urtando le persone , lasciando appena il tempo alla guardia di tagliare il biglietto , arrivando sul terrapieno , appena a tempo per vedere il treno delle due e cinquantacinque allontanarsi lentamente . Ella tese le braccia e gridò , come se avesse potuto fermarlo . Un facchino sorrise ; mentre gli impiegati della stazione , raccolti in gruppo , la guardavano con curiosità . Alla paura ella sentì subentrare una grande angoscia e una grande vergogna : rientrò nella sala di aspetto , deserta , si andò a buttare in un cantuccio , stringendo le labbra per non singhiozzare dietro il velo , stringendo nelle mani nervose , convulsamente , il manico di cuoio della borsetta . Perdere il treno , che miseria , che disgrazia ridicola , che tragedia buffa ! Le pareva un ' avventura così sciocca , così volgare che non sembrava possibile fosse capitata proprio a lei , nel momento supremo in cui si decideva la crisi del suo amore ; era fremente di sdegno e di onta . Tanta forza di volontà , tanto impeto vincitore , tanto magnetismo trionfante di amore , tanta elettricità condensata ... e farsi buttare a terra da un orologio che non va , o da un cocchiere che non ha saputo sferzare il suo cavallo . Avrebbe pianto di collera . Vediamo , quale era la piccola , meschina causa , la causa stupida per cui tutto l ' edifizio era crollato ? E cercava , invano , di ricordarsi : se era stata la propria lentezza nell ' annodarsi il velo in casa sua , a Napoli , nel suo appartamento solitario ; o l ' esser tornata indietro , un momento , per aver dimenticato un taccuino da cui non si separava mai ; o il non aver trovato immediatamente la carrozza da nolo ; o perchè il cocchiere avea prescelto la stretta , difficoltosa e ingombra via di Forcella alla via della Marina , per andare alla stazione . Chi lo sa ! Si trattava di cinque minuti , di soli cinque minuti , cinque piccolissimi , cortissimi , brevissimi minuti , che si perdono così naturalmente , così facilmente un po ' qui , un po ' là , senza saper come : e la loro perdita , poi , equivale alla rovina di tutto un sogno ! Fu solamente dopo un ' ora di riflessioni amarissime , che ella sentì un soffio di rassegnazione penetrarle nel cuore : ma pur essendosi calmata , un ' amaritudine gliene rimase . Si levò , risolutamente : andò a leggere l ' orario , sulla parete stuccata di bianco . Avrebbe potuto partire soltanto la sera , alle dieci e quarantacinque . Circa sette ore di attesa ! Pure , non ebbe il coraggio di rientrare in città , a Napoli ; le sarebbe parsa una rinunzia completa . Avrebbe aspettato nella stazione . Non l ' avrebbero mandata via , da quella sala d ' aspetto ? Non aveva mai viaggiato sola : non sapeva niente . Il guardiano le si accostò , guardandola curiosamente . Ella gli donò subito cinque lire : si sentì meno timorosa . Cercava di ricostruire il suo piano . Bisognava , innanzi tutto , telegrafare a Ferrante - e tal pensiero la faceva arrossire , pensava che avrebbe egli detto , trovandola così sciocca , così distratta da perdere il treno . Che dirà , che dirà ? - si andava domandando , mentre girava intorno alla stazione , senza ritrovare l ' ufficio telegrafico . Alla fine lo trovò . E allora non seppe dove indirizzare il telegramma ; non seppe che cosa dire , si sentiva così irritata e umiliata , con sè stessa , col caso , che lacerò i fogli , senza riescire . Alla fine , mettendo l ' indirizzo della stazione di Roma gli telegrafò , così confusamente , che le riesciva impossibile partire prima delle dieci e quarantacinque , senza aggiungere le ragioni di questo impossibile e soggiunse , umilmente : perdonami . Lo soggiunse , poichè non potea resistere all ' idea del dolore di lui , Ferrante , non vedendola giungere alla stazione di Roma , trovando un telegramma invece della sua persona . Oh quelle sette ore di attesa ! La pallida signora , vestita di un grande mantello bruno , tutta chiusa in un grande velo di garza bruna , snella e flessuosa nella persona , dall ' andatura un po ' lenta , un po ' stanca , fu vista da per tutto , ripetutamente , nella stazione , per quel pomeriggio e per quella sera . Innanzi alle lunghe vetrine del libraio e nella sala gelida dei bagagli , camminando , fermandosi , sfogliando distrattamente un libro , aprendo un giornale illustrato ; di nuovo alla sala del telegrafo , donde telegrafò a Sorrento , a due o tre persone che non la interessavano punto ; verso le sette nella sala del buffet , dove prese un brodo e una tazza di caffè , malgrado che non avesse fame , seguendo con l ' occhio distratto i multicolori avvisi della macchina Singer , della Coca Buton e della ferrovia lombarda ai Tre laghi ; fu vista finanche fuori stazione , passeggiare in giù e in su , facendo voltare tutti quelli che la incontravano , mentre essa guardava , certo senza vederli , il malinconico giardinetto della piazza , e le carrozze da nolo disposte intorno come i raggi di un cerchio , e le insegne dondolanti degli equivoci alberghi dal fanale verde o rosso ; e da capo , come se ella non potesse stare ferma , fu incontrata al telegrafo , alla posta , nei terreni incolti della Piccola Velocità , presso il venditore di libri e di giornali , su e giù , su e giù per tutte le gallerie . Questo irrequieto fantasma muliebre vide empirsi e vuotarsi le sale di aspetto dei viaggiatori che partivano successivamente per le linee di Salerno , di Castellammare , di Foggia , di Aquila : vide fermarsi e andarsene i treni carichi di uomini , di donne , di borghesi e di contadini , che se ne andavano ai loro affari , al loro lavoro , alle loro cure . E nella ultima ora di attesa la invase una stanchezza profonda ; rincantucciata in un angolo della sala di aspetto , silenziosa , immobile , col sacchetto sulle ginocchia , ella guardava le ondeggianti fiammelle del gas che il vento della sera agitava , e fu il guardiano della sala che l ' avvertì della partenza - tanto in lei si era fatta la convinzione che era inutile più partire , che Ferrante non l ' amava più , che tutto era finito . Tutta la notte del viaggio , lunga , lenta , con le sue numerose , monotone fermate , ella la passò in una veglia dolorosa alternata da qualche torpore doloroso , tutta sola nel suo compartimento , tremando di freddo malgrado le coperte e le pelliccie . L ' alba si levò sulla severa campagna romana ; donna Grazia dormiva , ora , pallida pallida , e solo i tre lunghi , striduli fischi del treno che entrava in Roma la riscossero . Le parve di uscire da un sogno triste : il sole illuminava le prime case di Roma , e la nebbia romana , e il fumo del treno , una felicità di calore e di luce l ' avvolse , scendendo dal vagone , poggiando la sua mano sottile guantata sempre di nero in quella tremante di Ferrante . Si guardarono , così , lungamente , fra la folla , tenendosi per mano , camminando quasi portati . - Sei venuta , poi .... - mormorò lui , cercando di dominare la propria emozione , intensa , soffocante . - Credevi che non venissi più ? - chiese lei , con uno sguardo scrutatore , fermandosi un minuto . - Sì , l ' ho creduto - soggiunse lui , chinando gli occhi , confessando con quelle parole tutte le angoscie della sua serata e della sua nottata . - Mi perdoni ? - domandò lei , umilmente , dolorosamente , sentendo bene che fra loro era già sorto e consumato il primo dolore . - Non dir così : tu ti puoi dare e ti puoi ritogliere - disse fermamente lui , guardando altrove , per non far vedere che sforzo questa fermezza gli costava . Essa non rispose . Poteva dirgli che il proprio ritardo non era stata una crudele esitazione , l ' idea novamente feroce di spezzare quell ' amore : poteva semplicemente dirgli che era stata la perdita di cinque minuti , per annodare il velo del cappello , o per prendere il taccuino dimenticato e che quindi ella aveva perduto il treno . Le parve , questa ingenua narrazione , così ridicola , così volgare , che non osò farla ; e lasciò , per viltà , che perdurasse quell ' amaro malinteso , quel senso triste di sfiducia che era nato nell ' animo di Ferrante . Adesso , col facchino dietro , erano in piazza della stazione . - Dove andiamo ? - ella chiese . - Non so .... - rispose Ferrante , incerto . - Avremmo dovuto partire ieri sera . Stanotte , io non sono rientrato in casa mia , ero così turbato .... - Quando parte , il prossimo treno , per Firenze ? - diss ' ella , brevemente . - Alle dieci e mezzo , fra tre ore . - Tre ore , tre ore .... - mormorò Grazia , come pensando . - Vuoi che ti accompagni a casa mia .... non vi è nessuno .... o in albergo ? - E il verbo accompagnare era stato molto sottolineato . - No , no , a casa tua - rispose subito Grazia , con una paura nella voce . - Allora , in albergo ? - soggiunse lui , pazientemente . - .... Sì , ... ma senza entrare in Roma - e abbassò gli occhi , come vergognandosi . - Vi è il Continentale qui dietro , in Piazza Margherita , non ti stancherai molto . Seguìti dal facchino che portava le loro robe , vi andarono ; sottovoce come se indovinasse le intenzioni di Grazia , Ferrante chiese due stanze al segretario dell ' albergo ; sottovoce costui gli domandò se le voleva vicine , e Ferrante gli disse subito che non importava . Grazia saliva innanzi , chinando il capo ; alla porta della sua stanza , il segretario li salutò . Ella restò ferma , guardando Ferrante , con la mano appoggiata sulla maniglia della porta . - Rammentati , è alle dieci e mezzo : verrò a prenderti alle dieci - disse Ferrante , gelidamente . Le fece un saluto corretto e si allontanò subito . II . Ella entrò nella sua stanza e vi si chiuse , buttandosi pesantemente sopra una poltrona : si sentiva morire di tristezza , sentiva di essere disamorata , crudele con Ferrante , eppure non trovava ancora uno slancio di tenerezza , un impeto di passione per fargli dimenticare tutte quelle noie , quelle punture , quei disinganni , quelle amarezze . Ma tanta gente era loro intorno , dovunque , alla stazione , in piazza , nell ' albergo , gente estranea , è vero , ma curiosa , dall ' orecchio teso , dallo sguardo acuto ! Ella si era chiusa nella sua stanzetta , stanzetta piccola , linda , ma banale come tutte le stanze di albergo , ma fredda con tutto il lieto sole autunnale che vi entrava ; Grazia si era chiusa lì dentro , e un profondo pentimento le veniva in cuore , pel modo come aveva trattato Ferrante ; la propria ingiustizia verso quel forte e docile amante che nulla chiedeva , che non si lagnava , che cercava di allontanarsi , di ecclissarsi sempre , onestamente , correttamente , mentre nell ' anima gli ardeva la grande fiamma , questa propria ingiustizia , le faceva orrore , le sembrava un egoismo mostruoso , la crudeltà di una donna glaciale che pospone sempre il mondo all ' amore . Rivoltata contro sè stessa , si levò per chiamare , per far avvertire Ferrante di venire da lei : voleva buttarglisi alle ginocchia per farsi perdonare , poichè egli solo era buono e giusto . Ma mentre era lì per premere il campanello elettrico , udì parlare sommessamente , nella stanza attigua . Si fermò : non era sola dunque , malgrado che si fosse chiusa a chiave ? Aveva dei vicini , a destra e a sinistra , forse da tutte le parti , che , come ella udiva la loro , avrebbero udita la voce di Ferrante e la sua , parlando d ' amore ? Oh questi alberghi , che realtà , che realtà meschina , sconfortante , nauseante ! Tornò alla poltrona , vi si sedette , senza far rumore , aspettando che le voci cessassero ; forse i vicini sarebbero usciti , partiti : allora ella avrebbe chiamato Ferrante , per farsi perdonare . Ma le voci dopo qualche intervallo di silenzio , brevissima pausa , si udivano di nuovo : erano quelle di un uomo e di una donna , che discutevano pacatamente ; si afferrava ogni tanto una parola , facevano il conto del loro viaggio . Ella fremeva , si agitava sulla poltrona , sperando sempre , a ogni momento di silenzio , che i vicini se ne fossero andati : ma quietamente essi ricominciavano a chiacchierare , con un ' intonazione monotona , senza stancarsi . Per un momento Grazia si turò le orecchie quasi piangendo , al colmo di un urto nervoso che le poche ore di cattivo riposo del treno non avevano calmato : malediceva questi vicini che le rubavano quelle altre ore di felicità . Andò ad aprire la finestra della stanzetta , per sottrarsi a quell ' incubo : il sole allietava tutto il piazzale della stazione , la giornata era dolce e bella , Grazia , stette guardando come un fanciullo che un nulla distrae , le persone che passavano sulla piazza . Così assorta , non udì che la seconda volta , quando bussarono alla sua porta . Era Ferrante : ma non entrò , rispettosamente . - Andiamo ? - diss ' ella sorridendogli . - Sì - disse lui , sentendo e vedendo la luce di quel sorriso , per la prima volta . Ella mise il suo braccio sotto quello di lui : si appoggiava lievemente . Non potea dirgli nulla : ma vi era nei suoi occhi , nella sottile mano guantata , in ogni movimento della persona tanta femminile tenerezza , una così affettuosa domanda di perdono che egli dovette intenderla , in tutta la sua manifestazione : due volte , per le scale in penombra , si fermò a guardare il volto della sua donna , quasi volesse imprimersi nel cuore quella espressione così viva . Chi li vide passare di nuovo , sulla piazza , per la stazione , andando a mettersi nel vagone , in quella bionda mattinata di autunno , intese , certamente , che passava sul capo di quei due felici una silenziosa ora celestiale . Di quanto intorno ad essi avveniva , quei due più non sapevano : una macchinale coscienza , memore di altri viaggi , di altre partenze li guidava nella loro vita esteriore : una coscienza meccanica che si chetò , anch ' essa , quando il treno fu partito da Roma . Erano soli . Una parte delle tendine color di legno erano tirate , contro il sole che si avanzava ; solo da due cristalli si vedeva il paesaggio fuggente . Ferrante si era seduto accanto a Grazia : la mano di lei era fra le sue , stretta mollemente : a un certo momento ella la ritirò , ma soltanto per sollevare il suo velo bruno ; la picciola mano fedele ritornò subito fra quelle dell ' amor suo . Nè dicevano nulla . La delizia di due amanti , soli nel vagone fuggente per la campagna , fuggente innanzi ai villaggi e alle piccole città , ha poche delizie che la eguaglino : tanto è acuto il senso di libertà , di amore inconturbato , di oblìo terreno che dà quella fuga . Non esistono più nè lo spazio , nè il tempo , nè l ' uomo , nè la vita : esiste solamente l ' amore , nella sua massima condizione d ' indipendenza , trasportato lontano , lontano , dove non vi sia che amore . Che dirsi ? Ogni tanto ella sentiva che Ferrante la chiamava per nome , ripetendone due o tre volte le sillabe incantatrici : ma forse non la voce di Ferrante , era l ' anima che parlava e l ' anima di Grazia stava a sentire . Due o tre volte , a un lembo di paesaggio illuminato di sole , a un piccolo paese sospeso lungo i fianchi di una collina , innanzi a una grande pianura maestosa , i due volti si accostavano , dietro allo stesso cristallo , per vedere come era bello il mondo esteriore , non quanto quello che portavano nel cuore . Tacevano . Sentivano che era quella l ' ora invocata tante volte , nelle insonnie della notte , nelle vuote mattinate , nelle sere affannose ; sentivano che era quella la realtà del loro infinito desiderio , l ' amore nella solitudine suprema ; e sembrava loro che qualunque parola dovesse turbare questo sacro raccoglimento , questa concentrazione di felicità . Niuno sapeva più nulla di loro : essi non sapevano più nulla , di niente : e poteano dire che il mondo era scomparso , o era stato assorbito nella incommensurabile dolcezza del loro amore . Solo quando il sole cominciò a discendere sulla poetica campagna toscana , un senso di malinconia si mescolò , naturalmente , a tanta dolcezza . Era una mestizia fuor di loro , che veniva dalle cose : il paesaggio verde , i colli così pittoreschi , e le bianche case , e il fiume mormorante sul greto , e i campanili dei villaggi si fecero prima rossi , poi violacei , poi bigi : tutti i veli avvolgenti , misteriosi , malinconici del tramonto salirono dalla terra al cielo . Parve che il treno corresse meno rapidamente , come preso anch ' esso da una fiacchezza ; le voci delle stazioni erano meno vivaci , meno allegre , alcune sembravano rauche , altre fioche ; il fiume , apparendo , riapparendo , assunse un aspetto tragico , di acqua traditrice gorgogliante ; la stretta di mano di Ferrante che teneva nella sua quella sottile di Grazia , si allentò , come se lo cogliesse una improvvisa , crescente debolezza e la mano sottile si raffreddò sotto il guanto . Videro un cimitero : un piccolo cimitero di paesello a mezza costa , con quattro o cinque cipressi e poche lapidi bianche . - Beati i morti - ella disse sottovoce quasi parlasse a sè stessa . - Chissà ! - le rispose lui , sul medesimo tono . - Forse amano ancora . - Tu hai tombe , per il mondo ? - gli domandò lei , piegandosi a guardarlo , in quella penombra crepuscolare . - No : ma tutti abbiamo delle tombe , in noi . - Molte cose hai veduto morire ? - Molte cose e molte persone che son vive . - È triste , è triste - diss ' ella ributtandosi indietro , sulla spalliera . - La tristezza è in fondo alle anime : non bisogna andarla a cercare - soggiunse Ferrante , come se pronunziasse una sentenza . Tacquero . Ella aveva abbassato il velo sul viso di nuovo e il capo sul petto . Egli si levò , guardò dallo sportello opposto , nella penombra , per qualche tempo ; poi ritornò vicino ad essa , sedendosi . - Grazia ? - Ferrante ? - Che hai ? - Nulla - fece lei , con un gesto largo . - Dimmi , dimmi che hai . - Quello che hai tu - rispos ' ella , enigmaticamente . - Non parlare di me : io sono una quercia fulminata . Tu non puoi essere come me ; sei così giovane , e così bella , Grazia , e così destinata alla felicità ! - Io ho paura .... paura .... - Di che , amore , hai paura ? - Della vita . - Fole ! - egli esclamò , sorridendo nella penombra . - E della morte , della morte , assai più . - La morte è lontana - fece lui . - Taci , taci - mormorò Grazia - forse passiamo innanzi a un altro cimitero . Quasi presa da un vago ma forte terrore , ella si era stretta a lui , infantilmente , poggiandogli la guancia sulla spalla , chiudendo gli occhi . Quei due sportelli su cui non erano tirate le tendine di lana , quegli sportelli oramai neri , nella sera fitta , affascinavano la donna , come se fossero aperti sull ' infinito . Egli se ne accorse , vedendola immobile , estatica , con gli occhi sbarrati sul nero orizzonte che fuggiva dietro i cristalli : volle fare un moto per levarsi , per tirare le altre due tendine . - No , no - lo supplicò lei , stringendosi ancora , socchiudendo gli occhi . Restarono così : il lumicino ad olio del vagone tremava , pareva dovesse spegnersi ogni momento . Bizzarre ombre danzavano . sui divani : tenendola stretta a sè , bimba spaurita , Ferrante sentiva che Grazia affannava un poco . L ' aria si era raffreddata . Una angoscia li opprimeva , entrambi , angoscia ignota , angoscia di chi ha intravvisto il negro problema dell ' infinito . Due o tre volte egli volle muovere una mano per carezzarle i bruni capelli : ma ella temendo che Ferrante la lasciasse , rabbrividì di paura . Due o tre volte egli disse , sottovoce , come un soffio amoroso : - Grazia ! Grazia ! Ma ella fremeva , fremeva , e gli diceva : - Taci , taci , taci . Tanto che il lungo , sonoro fischio , triplicato fischio della vaporiera , le fece gittare un grido di spavento . - È il fischio di allarme , nevvero - domandò , piena di ambascia , quasi che non fosse possibile , in quel momento , altro che una grande catastrofe . - No , no , è Firenze . - Tre fischi , grave pericolo - balbettò lei ostinata . - È Firenze , è Firenze , cara . L ' arrivo spezzò l ' incubo . La carrozza in cui essi viaggiavano avrebbe proseguito sino a Venezia , attaccandosi , al treno in partenza da Firenze ; ma per la partenza ci voleva un ' ora e mezzo . - Scendiamo ? - Sì , sì , sì - disse lei , levandosi , subito , avida di moto , di luce . - Vuoi pranzare , nevvero , cara ? - chiese lui , trattandola infantilmente . - Sì , subito , subito - fece ella , attaccandosi al suo braccio , con un ' improvvisa disinvoltura . Ora , per il livido chiarore del gaz , nella calda sala del Doney , seduta di fronte a lui , togliendosi lentamente , con un moto seducentissimo , i lunghi guanti neri , raddrizzando i numerosi anelli delle sue mani gemmate , appoggiando le lunate spalle a un seggiolone e distendendo i piedini sopra uno sgabello , ella era ridiventata la bella , vivace signora dei convegni aristocratici , dei balli inebbrianti , dei folleggianti pique - niques . Anzi , mentre i nervi le si chetavano nel senso di riposo che dà una sala lucente , tiepida , con qualche mazzo di fiori sparso qua e là , con una folla rumorosa che si rallegra nell ' apprestamento del cibo , a questa sua bella serenità si mescolava la maliziosa soddisfazione della donna che gusta la libertà , il piacere bizzarro e pericoloso della prima , audace avventura di amore . Essere in compagnia di Ferrante che l ' amava , che ella amava , guardandosi negli occhi , sorridendosi , innanzi a molta gente e senza punto curarsi della gente , pranzando insieme , come due sposi innamorati , parlando pianissimamente , a fior di labbro , ciò costituiva per lei una nuova , acre , vivida , soddisfazione umana , quasi , che ella esercitasse una lungamente meditata vendetta , di tanti pranzi di cerimonia , noiosi , banali , fra persone indifferenti e antipatiche . Una novella impensata trasformazione si faceva in lei : ella si sentiva fatta di umana argilla , si sentiva donna , si sentiva felice di quella libertà conquistata a prezzo di tante lacrime , assaporava con lentezza raffinata la sua parte di felicità terrena . Ferrante , con lo sguardo profondo dell ' amore , le leggeva nell ' anima ; uno strano sorriso di conquista gli vagava sulle labbra ; ed ella che vedeva questo sorriso di conquista , non se ne offendeva , no , anzi ne pareva singolarmente orgogliosa . Un senso segreto ma traboccante di sfida le saliva dal cuore , ribellatosi al cervello : una sfida contro tutto quello che aveva venerato , di cui aveva avuto , sino allora , rispetto e paura : parevale sentire , in quell ' ora , la inutilità dell ' abnegazione , la vacuità del sacrificio , la ingratitudine del mondo a qualunque privazione morale fatta per esso . E come questi superbi e acri pensieri le passavano nell ' anima , corrodendone il buon metallo lucido del carattere , Ferrante seguiva questo passaggio e nel suo orgoglio di uomo si gloriava del cangiamento . Donna Grazia prese dei fiori , una grossa manciata di fiori , dalla fioraia che glieli offriva non senza timidezza : i morti fiori autunnali di cui ella adornò il suo grande mantello bruno , fra occhiello e occhiello : e dopo aver aspirato lungamente il fiore , quasi impercettibile profumo di una rosa thea , lo offrì a Ferrante con un muto cenno , con uno sguardo pieno di amore , sguardo così vibrante di elettricità che l ' uomo impallidì . Adesso passeggiavano su e giù , nella galleria di aspetto , coperta di cristalli , e curiosamente donna Grazia si fermava a tutte le piccole botteghe , dove si vendevano dei nonnulla , piccoli ricordi fiorentini , chincaglieria povera di viaggiatori sentimentali ed economici . Essa volle comprare le noci intagliate che raffigurano la cupola di Santa Maria del Fiore , le scatolette di legno d ' ulivo che vengono da Lucca e portano sul coperchio le due rondinelle fuggenti , col motto francese ; je reviendrai , le scatole da guanti , di paglia , foderate di raso azzurro o rosso . Pareva una bimba bizzarra e ingenua , al suo primo viaggio ; essa risalì nel vagone , ridendo , ridendo , buttando sui sedili i fiori , gli oggettini , andando e venendo , con le guancie un po ' calde e le belle mani che sembravano farfalle gemmate , volitanti di qua e di là . Siccome non si partiva ancora , Ferrante le chiese permesso di passeggiare sul terrapieno , per fumare una sigaretta . - Fuma pure - disse lei , crollando il capo , ridendo ancora sottovoce . Egli accese la sigaretta e si appoggiò a uno dei pilastri della tettoia , fumando silenziosamente , immobile , guardando il vagone , fisamente , come se là fosse tutta la sua vita , come se gli fosse impossibile di perderlo d ' occhio . Improvvisamente ella si era fermata , nel vano dello sportello aperto , appoggiando la testa allo stipite di legno , e guardava Ferrante che fumava . Attorno a loro i viaggiatori si arrabattavano per trovare i migliori posti , per la notte : qualcuno si fermava innanzi al vagone , di cui donna Grazia sbarrava l ' entrata , ma si ritirava subito , tanto quell ' alta e snella figura di donna pareva lei posta a guardia della carrozza . Ferrante prese ancora un ' altra sigaretta bionda , l ' accese , la fumò , imperturbabile fra il chiasso di quella partenza per la linea Bologna - Venezia . Donna Grazia si era seduta dietro lo sportello , ma teneva il busto un po ' inclinato , per guardare ancora il suo compagno di viaggio : quando gli vide gittare metà della seconda sigaretta , spenta , mormorò sommessamente : - Non vieni ? Egli dovette più che udire , intendere , tanto era fioca la voce seduttrice : fu nel vagone in un attimo , tirandosi dietro lo sportello . - Fuma anche qui : non mi fa male - disse lei , mettendosi di nuovo i guanti , mollemente . - No , no , tu devi dormire - rispose lui , con una tenerezza quasi fraterna . Ma fra le pelliccie , gli scialli , le coperte , al caldo , ella si addormentò assai tardi . Teneva gli occhi chiusi , però , lasciandosi prendere da tutta quella dolcezza dell ' amore e delle cose ; ogni tanto , con un moto adorabile di stanchezza , li schiudeva e trovava gli occhi di Ferrante fissi su lei , così teneri , così amorosi che la magnetizzavano di nuovo , nella dolcezza . - Non dormi ? - chiedeva ella , vagamente , come se parlasse in sogno . - Non ho sonno - diceva lui facendole cenno di chetarsi , sorridendo tacitamente . Solo nel mezzo della notte , ella trabalzò , scossa da un grande fragore , vedendo una gran luce rossastra . - Che è ? - gridò , levandosi a metà . - Niente , non aver paura : passiamo sul Po . Sulle rive nere del fiume , nella notte , grandi cataste di legna secca bruciavano : attorno ad esse i guardiani del fiume vegliavano e si riscaldavano , temendo l ' inondazione autunnale . - Dormi , non aver paura - soggiunse lui , lasciando ricadere la tendina , sedendosi accanto a lei , passandole lievemente la mano sui capelli , per chetarla . Quando ella si risvegliò di nuovo , all ' alba , avevano già oltrepassato Mestre , erano sulla stretta lingua di terra che attraversa la laguna . E non si vedeva altro , da tutte le parti , che una grande estensione di acqua immobile , senza che un solo soffio ne agitasse la tinta argentina , opaca . Ogni tanto una pianta acquatica , senza fiori , senza foglie , cioè un cespuglio di rami nudi e neri , irti come spini , usciva dall ' acqua : o un pilone nero , un po ' inclinato , sorgeva dal fondo . Una lieve nebbia argentina ma senza luccicori fluttuava sull ' acqua , e tutto l ' orizzonte era della stessa tinta , senza che si potesse distinguere dove l ' acqua finisse , dove cominciasse il velo di nebbia . Un vento umido e molle alitava . E il vagone parea molle di umidità , tutto il treno pareva andasse sull ' acqua dormiente , attraverso la nebbia , fra il fiato umido e soffocante . - Ecco Venezia - disse Ferrante , un po ' ansioso , guardando più il viso di Grazia che il paesaggio . - Non vi è - diss ' ella , vedendo solo la laguna e la nebbia , tremando un po ' nella voce , pallidissima . Si risedette ; due volte mise la testa fuori del cristallo , guardò attorno , lungamente ; si passò le dita sulla manica , come per sentire se fosse molle di umidità . Alla fine , fra la laguna e la nebbia , sorse qualche profilo bigio di una massa più oscura . - Ecco Venezia - ella mormorò , quasi fra sè . - Pare una tomba . Come tutte le altre mattine , fosse avvolto nella bigiastra velatura il Canal Grande e la chiesa della Salute , e lontano , laggiù , scomparisse addirittura il canale della Zuecca ; o la lenta pioggia di ottobre piovesse solingamente su quell ' acqua dormiente , su quella chiesa dormiente , su quei palazzi dormienti ; o il biondo sole illuminasse i tenui azzurri del cielo e le sagome fini della chiesa e circondasse l ' isola di San Giorgio in un ' aureola di luce ; come in qualunque mattinata , Ferrante entrando nel salotto pieno di fiori , trovò donna Grazia seduta , nel vano dello stretto e lungo balcone a ogiva , guardando vagamente il paesaggio . Ella portava sempre una delle sue vestaglie di lana bianca , dalla forma di peplo , che odoravano di violetta , poichè fra le arricciature di merletto del collo , fra le morbide pieghe del petto , alla cintura , spuntavano dei freschi mazzolini di violette . Ella guardava , con gli occhi fatti quasi più grandi e un po ' vitrei dalla lunga contemplazione . - Che hai ? - disse Ferrante , baciandole le mani . - Nulla - fece lei , con un piccolo sorriso . - Mi ami sempre ? - Sempre , sempre . E un cenno largo , come ad accennare un fatto ineluttabile , accompagnò la monotonia di quella voce dove pareva si fosse infranta ogni corda di vivacità . - Sei triste , mi pare - disse lui , chinandosi a guardarla meglio . Ella sorrise ancora , senza rispondere , gli dette , con un atto gentile , uno dei suoi mazzolini di violette ; egli lo prese , l ' odorò e poi lo rigirò fra le dita , senza parlare . - Anche tu sei triste ? - chiese ella , levando su la testa , con un gesto affettuoso . - No , cara . Venivo a chiederti se volevi uscire . - .... Sì - disse lei , dopo una pausa , - Dove andiamo ? - In giro - fece lui . - Dove tu vuoi . Invece , la voce di lui era un po ' stanca . Senza dire altro , ella si levò e passò nella sua stanza a vestirsi . Occupavano un vasto appartamento mobiliato , in uno dei magnifici palazzi del Canal Grande , dirimpetto alla chiesa di San Giorgio : appartamento mobiliato con qualche traccia del lusso antico , a cui si mescolava tutta la confusione fra comoda ed elegante del lusso moderno . Ma le stanze erano tanto grandi che parevano vuote , sempre ; le finestre , i balconi erano così piccoli che la luce vi entrava scarsamente , anche nelle più limpide giornate ; e malgrado i fiori di cui Grazia riempiva tutte le stanze , tutti gli angoli , tutti i tavolini , i saloni non si rianimavano , restavano freddi e muti come se fosse impossibile farvi risuscitare anche una finzione di vita . Grazia e Ferrante stavano sempre insieme ; spesso , lui , per discrezione , si ritirava nella sua camera , lasciava Grazia libera ; ma dopo un poco , era preso da tale insoffribile malinconia , che cercava di lei , e la trovava così insoffribilmente malinconica , che si tendevano le mani , come se l ' uno dovesse salvare l ' altro . Quando erano insieme , certo , di fronte a quel paesaggio grandioso ma dormiente , in quell ' ambiente di cose morte e di cose moribonde , fra quei colori che erano stati vivaci ed erano pallenti , fra quel silenzio grande di uomini e di fanciulli , certo , non avevano la grande giocondità delle anime intensamente felici ; ma si teneano per mano , quieti , silenziosi , senza sussulti e senza tristezza . Si ricercavano , dunque , ansiosamente , come se dovessero sempre partire per un lungo viaggio , come se dovessero iniziarsi ad un altissimo diletto spirituale , come se dovessero raccontarsi tutto un romanzo misterioso , il romanzo del proprio cuore : ma , essendo insieme , parean subito appagati , senza bisogno di dire nulla , anime che già l ' ambiente aveva impregnate di sè . Così quel giorno , come tutti i giorni , solo dopo pochi minuti di assenza , donna Grazia ritornò per uscire , vestita tutta di nero , come sempre , mentre in casa era sempre vestita di bianco : sul nero vestito , qua e là , dai merletti , dalla cintura , facevan capolino i freschi mazzolini di violette . III . Andarono , per i grandi saloni , per la scalea scuriccia : un servo aprì loro il portone che dava , per tre scalini , sulla laguna . L ' acqua appena appena fiottava , contro il marmo corroso . Il barcaiuolo che sedeva a prora della gondola , senza far nulla , aspettando , si levò subito e domandò qualche cosa , nel suo dolce dialetto : - Ha detto - spiegò Ferrante a Grazia , interrogandola - se deve togliere il felze . - Sì , sì - rispose ella subito - lo tolga pure ; lì sotto si soffoca . E aspettarono : il gondoliere , con un certo moto bizzarro , essendo entrato nella negra cabina dagli ornamenti di ferro lucido , ne sollevò con le spalle tutta la parte superiore , simigliante alla gobba nera di un dromedario , al coverchio di una lunga bara di ebano dalle intarsiature artistiche e dalle finestrine microscopiche : sempre portandola sulle spalle , la depose innanzi al portone , raccomandando al servo questo negro felze . La gondola ora aveva la sua aria di barca da passeggiata , con l ' elegante rostro lucido a prora , i due posti di divano , a poppa , foderati di panno nero , adorni di cordoni e di fiocchi di lana nera , sgabelli neri su cui appoggiare i piedi . Grazia e Ferrante vi si sedettero , senza dire nulla : e il gondoliere cominciò a remare verso il Rialto , senza aver loro chiesto nulla . Quel giorno lo scirocco era più pesante del solito e dava pena al respiro . Delle zàttere cariche di carbone andavano per il Canal Grande , con un moto così lento che pareva quasi indistinto ; l ' uomo della zàttera puntava sul fondo del canale con una lunga pertica e , facendo forza , e camminando sulla zàttera in senso inverso della corrente , la faceva avanzare . Era tutto bruno , arcuato , quasi piegato in due , e passando vicino , Grazia udì uscirgli dal petto un gemito rauco e cadenzato , quello che esce dal petto dello spaccalegna . - Questo non canta certo le ottave di Torquato Tasso , come dicono i poeti di Venezia - osservò Ferrante , nel cui cuore lo scetticismo soverchiava ogni tanto il sentimento . - Eppure questa laguna avrebbe dovuto esser fatta solo per l ' amore e per l ' arte - mormorò ella , aspirando il profumo di un mazzolino di violette - non per il duro lavoro e per la miseria . - Gli uomini guastano tutto - osservò sentenziosamente Ferrante . - Sì - approvò lei , chinando il capo . La gondola andava lentamente , fra il gorgoglìo delle acque smosse ; a un certo punto , lasciando il Canal Grande , infilò un piccolo canale , fra due alti palazzi grigio - verdastri . Così faceva sempre il gondoliero che li conduceva in giro , senza chieder loro dove volessero andare . Due o tre volte lo aveva chiesto : ma essi si erano guardati in faccia , esitanti , non sapendolo . Ora , non domandava più . A ogni voltata di piccolo canale gli usciva dal petto un grido gutturale di avvertimento ; a cui spesso rispondeva un altro grido , simile , dall ' altro gondoliere che gli veniva incontro , con la sua gondola . - Perchè le gondole sono così nere , nere dappertutto , nel panno , nel legno , nei cordoni , nei fiocchi ? - domandò distrattamente donna Grazia . - Portano il lutto della repubblica - rispose Ferrante , che aveva accesa una sigaretta e fumava . - Veramente ? - fece ella , guardandolo . - Veramente . - È triste , è triste - susurrò lei , colpita . Ma sbucavano in Cannaregio , il quartiere popolare , le cui case sono piccole , le cui finestre sono adorne del bucato familiare , le cui fondamenta sono continuamente battute dai vivaci zoccoletti delle donne : ed è un andirivieni , al sole , di bimbi biondi , di donnine dai capelli neri e ricci , a ondate fulve , di uomini piccoli e tarchiati dai mustacchi folti , ispidi e rossastri , mentre l ' allegro e lezioso dialetto forma un brusìo , dovunque . Anzi , dinnanzi a una casa , vi erano certi suonatori di chitarra , seduti per terra , mentre una donna in piedi , sotto l ' arco del portone , cantava una bizzarra melopea , gutturale , quasi orientale , chiamata la strega , che un coro di donne e di bambini riprendeva , a ogni ritornello , con voce sorda e grave . - Qui sono allegri , almeno - disse donna Grazia , un po ' rinfrancata , sollevandosi sui cuscini . - Restiamo qui , un poco . Sotto l ' arco di un ponticello , accanto al traghetto , la gondola si fermò . I due amanti tacevano , mentre il gondoliere si riposava . La canzone della strega continuava , grave , come una canzone di Costantinopoli o di Algeri : ma i suonatori e i cantanti sogguardavano spesso i due signori della barca , intimiditi , mentre la musica , a poco a poco andava diventando più debole , più bassa , come scoraggiata dalla presenza di quegli estranei . Una ragazza snella , dallo sciallino di lana rossa , che distendeva una fune da un anello ad un altro sulle fondamenta , per mettervi ad asciugare delle matasse di seta tinta , si fermò nel suo lavoro , facendo solecchio con la mano , per vedere se quei signori se ne andavano . - Andiamo via , non disturbiamo questa buona gente - disse Grazia . - Sono poco abituati ai forestieri : il Cannaregio è un quartiere di poveri , di operai - rispose Ferrante . La barca si allontanò , mentre , alle spalle , ricominciava l ' allegro brusìo del dialetto , ricominciava il ticchettìo degli zoccoletti sulle fondamenta di pietra levigata , ricominciava la canzone costantinopolitana della Strega . Andarono innanzi molto tempo , incontrando pochissime gondole , trovandosi a un tratto in un largo canale deserto : un canale così vasto , così torbido nelle sue acque immobili , così malinconicamente intonato che donna Grazia , per vincerne l ' impressione , ne chiese il nome al gondoliere . - È il Canale Orfano , eccellenza . E la gran leggenda tragica , che era durata , sinistra e tetra , per centinaia di anni , la leggenda di tutti quei condannati , innocenti o rei , che dopo aver agonizzato per giorni e mesi nelle carceri soffocanti della Repubblica , in una notte oscura , facevano l ' ultimo loro viaggio sotto il felze opprimente della gondola , per essere strangolati tacitamente e gittati nelle acque profonde del Canale Orfano , si parò innanzi alla fantasia dei due amanti , con tutti i fremiti di sgomento che tale visione truce può dare . - Il fondo deve essere coperto di scheletri - disse donna Grazia , guardando fissamente l ' acqua . - Torniamo indietro - soggiunse Ferrante con voce alterata . Tornarono : e come il gondoliere affrettava il movimento dei suoi remi , donna Grazia gli fece cenno , con la mano , di far piano : pareva che temesse di disturbare quei morti . Ancora , silenziosi , vogarono per i canali , muti , quasi stanchi , non guardandosi neppure . Il movimento della gondola , a lungo , li gittava in un intorpidimento di tutti i sensi ; tanto che neppure l ' ora fuggente aveva più valore per essi . Canali seguivano canali : l ' acqua era , dove verdastra , dove bigia , dove semplicemente torbida , dove con un ' opaca oscurità di carbone : palazzi seguivano i palazzi , portoni pesanti chiusi come da secoli , gradini corrosi dalla salsedine , alti pilastri piantati nelle acque per legarvi le gondole e che s ' inclinavano come se fossero presi da una inguaribile debolezza , finestre senza cristalli , ma le cui imposte verdi sembravano sbarrate per sempre . Ogni tanto un monastero , una chiesa , una bottega d ' infilatrice di perle ; di nuovo portoni chiusi a catenaccio e finestre serrate sino all ' ultimo piano . La linea era pura , bella , artistica : la poesia che traspirava da tutto l ' ambiente era grande , ma portava un profumo di fiori morti . E i due cadevano in un languore di mestizia che ne domava ogni entusiasmo , che ne annullava ogni impeto di vitalità . - Qui , dicono fuggisse Bianca Cappello , per andarsene con l ' amante a Firenze - disse Ferrante indicando una finestra bassa di un grande palazzo . - Oh ! ... - fece Grazia , senza aggiungere altro . E dopo un poco , sogguardando l ' uomo che amava , facendo cadere le parole , ad una ad una , gli chiese : - Tu sei stato un ' altra volta , a Venezia ? Egli intese la profondità della domanda e il pericolo della risposta : una rapida emozione gli scompose il volto . Ma fu incapace di mentire . - Sì : un ' altra volta - rispose nettamente , buttando nel canale la sigaretta spenta . - .... Molto tempo fa ? - aggiunse ella , con la freddezza e la tenacità di un giudice che interroga . - .... Non molto . Ella tirava , macchinalmente , ad una ad una , le violette dal mazzolino che teneva nelle mani e dopo averle fatte girare intorno al dito , le buttava in acqua , seguendole un momento con l ' occhio . Poche ne rimanevano , smorte , quasi appassite nella larga foglia verde che le accartocciava , penzolanti sugli stelucci . - Eri solo ? - finì d ' interrogare lei , sempre tenendogli piantati gli occhi sul volto . Egli non rispose , nè prima , nè dopo , sentendo la crescente crudeltà di quel dialogo . Non rispose e volse il capo altrove . Allora ella , con l ' aria di una persona perfettamente convinta , guardò un ' altra volta le sue ultime violette e con un atto risoluto , le buttò in laguna , tutte . Ostinatamente , per nascondere il rivolgimento del suo spirito , egli guardava dall ' altra parte ; e anch ' essa si mise a fissare un punto qualunque dell ' orizzonte . Una brutta gondola passò : le finestrine del felze , senza i soliti delicati ornamenti di ferro lucido , erano chiuse coi lucchetti , come una cassa forte . E sulla porticina del felze , a guardia , stavano seduti due carabinieri in tenuta di viaggio e coi fucili fra le gambe , immobili , in quell ' attitudine seria , pensosa , che dà loro come una nova aureola di rispetto . Era la gondola del carcere che avendo preso alla stazione i carcerati e i carabinieri , li conduceva per la laguna , alla tetra dimora . Grazia seguì con l ' occhio il nero convoglio filante sulle acque ; poi abbassò il capo sul petto , reprimendo le ardenti lacrime che le salivano agli occhi . Fu più innanzi , in un canale laterale che si lega al Canal Grande nel sestiere di Dorsoduro , che incontrarono la più tetra barca della laguna . Era tutta nera , come le altre , ma mancava di quella grazia civettuola della gondola di passeggiata : non aveva , a prua , il rostro lucido ; era più larga , più piatta ; si dondolava goffamente sulle acque : e i due gondolieri , invece del solito gabbano fra cittadino e marinaro , invece del solito berretto , portavano una giacchetta nera e un cappello a cilindro , con una coccarda nera . Stava ferma , la gondola , innanzi a un portoncino aperto ; due o tre donne erano sotto il portoncino . - Che è quella gondola ? - disse Grazia al gondoliere , scattando in piedi . - È la gondola dei morti , eccellenza : quelli sono i becchini . - Andiamo via , andiamo via , Grazia - disse Ferrante rompendo il silenzio , dolcemente , volendo infrangere il malo incantesimo di quella giornata . - No , no , voglio vedere - disse lei , duramente - gondoliere , fermati un poco . - È meglio andare , cara , è meglio - ribattè lui , umilmente , crollando il capo . Ma ella non gli dette retta . In piedi , appoggiata al divanetto di destra , guardava nel portoncino nero , donde arrivava un confuso mormorio . - Voglio vedere questo morto - disse a sè stessa , senza distogliere gli occhi dal portoncino . E quasi la sua anima desiosa di dolore , avesse avuto una forza magnetica , un tumulto si fece nell ' ombra del portoncino , e fra un piccolo gruppo di donne e di uomini , portata da due altri becchini , comparve la bara ; dietro le persiane di una finestra , al primo piano , si udiva un singhiozzo disperato e si vedeva una mano convulsa che tentava di aprirle , mentre qualcuno si opponeva , tenendole ferme . Questi volevano vedere la bara , che veniva caricata nella gondola funeraria : la piccola bara , la sottile bara , poichè era la bara di un bambino , e lassù , era certamente la madre del bimbo che singhiozzava e tentava disperatamente di aprire la finestra . A un tratto , con un moto svelto di gente pratica , i becchini gondolieri ficcarono la piccola bara sotto il felze e ne richiusero con un colpo secco la porticina . Il picciolo morto era solo , là sotto . Ai quattro lati del felze furono sospese delle povere e pallide corone di sfatti crisantemi , che una fanciulla piangente in silenzio aveva porto ai becchini . - Andiamo via , presto , presto - disse nervosamente Grazia al gondoliere , ricadendo a sedere sul divanetto . A un tratto era stata presa dall ' orribile paura di dover fare la stessa via del morticino ; e soggiungeva , mentre si allontanavano , senza voltare il capo indietro , presto , presto . Alle spalle il singhiozzo della persona che si disperava dietro la gelosia si era fatto più forte , più alto : la barca funeraria si metteva in moto . Ma era così lenta , che la gondola di Grazia e di Ferrante scomparve subito . Quando ebbero camminato per un pezzo , allora soltanto ella si voltò a guardare Ferrante , ma lo vide così travolto , così pallido , che ne ebbe orrore e pietà . E dopo un minuto di intensa riflessione , ella intuì , ella indovinò il pensiero di lui : - Tu pensi al tuo bambino ? - gli disse , sottovoce , nella faccia . Ah , questa volta , questa volta , egli non ebbe il coraggio di negare : disse di sì , semplicemente , senz ' altro . Ed ella , allargando le braccia , fece un atto di persona vinta , che lascia andare la sua vita al vortice soverchiante . Pure , nella serata , ubbidendo alla sua natura buona e generosa , ella andò a lui , nella pace fredda del grande salone e lo pregò che le perdonasse . Si umiliava , tutta confusa , sentendo sempre più grande farsi la lontananza fra loro , cercando , con la bontà , con la pietà , di riavvicinare le loro anime , nuovamente . E lo vide tremare , come essa tremava , di dolore , di tenerezza , di compassione : egli le carezzò lievemente i capelli , con quel moto affettuoso , famigliare , aggiungendo qualche vaga parola di conforto : e l ' uno voleva consolar l ' altro , a forza , come di una grande sventura ignota , di cui nessuno dei due voleva pronunziare il nome . Nell ' ombra del salone che solo la vampa del caminetto spezzava , gittando spruzzi sanguigni di luce sul vecchio tappeto veneziano , essi si tenevano per mano , frementi di dolore , balbettando incerte parole di consolazione e sembravano , insieme , in quell ' ora bruna , in quella camera , la rovina di una grande cosa , i superstiti di un naufragio dove tutto avessero perduto . Nè il sole novello , nè le miti giornate di ottobre , nè gli sforzi dei loro cuori coraggiosi e onesti , nè la paura della catastrofe che vedevano avvicinarsi e pure volevano scongiurare , potevano ridonare a Grazia e a Ferrante , ciò che era irreparabilmente fuggito . Ancora per vari giorni Venezia che tanti amori e tanti amanti ha visti e dovrà ancora vedere , per vari giorni la soave città languente di morte , vide questi due amanti nelle sue calli , nelle sue piazze , nelle sue chiese , sempre insieme , tenendosi sempre per mano , come se volessero comunicarsi un fluido che li legasse per sempre , come se volessero vincere un potere ignoto che aspirasse al dissolvimento . Incapaci di reggere alla solitudine della loro stanza segregata , della loro casa così piena di tristezza , incapaci di prolungare un dialogo solitario senza che li conducesse , istintivamente , inconscientemente , a una fatale conclusione , essi cercavano di mettere il mondo esteriore fra loro , desiderosi di quanto potesse distrarre i loro occhi e le loro anime . Quella semplice e bonaria vita esterna veneziana , li seduceva , non in sè , ma perchè li toglieva alla tetra domanda della loro coscienza ; le lunghe stazioni sotto le Procuratie , innanzi ai piccoli tavolini del caffè Florian , dove si ripetono , meno ingenue e meno piacevoli , le scene goldoniane ; le lunghe stazioni , in piazza , guardando il volo dei colombi che discendono a mangiare il miglio , buttato dalle candide mani di una fanciulla inglese , ammalata di nostalgia e di anemia ; le lunghe stazioni nella basilica dove , sotto le arcate che pare abbiano profondità infinite , i lumicini delle lampade moresche brillano innanzi alle sacre immagini cristiane , innanzi ai santi e alle sante dalla faccia nera e dal vestito di argento ; le lunghe stazioni sulla riva degli Schiavoni , nell ' ora del tramonto , in una luminosità così fine , così trasparente che nessun paese possiede , che nessun poeta ha saputo descrivere e nessun pittore dipingere ; le lunghe passeggiate per le straduccie strette che sembrano corridoi di una immensa casa , la compra di gingilli , di ricordi nelle microscopiche botteghe di Merceria e di Frezzeria ; le lunghe contemplazioni artistiche nei musei e nelle gallerie , innanzi ai capolavori umani e divini di Carpaccio e di Gian Bellino , del grande Paolo e del superbo Tiziano . Qui erano più lunghe e intanto più pericolose le loro dimore , poichè la sublime arte veneziana è così fatta di amore supremo e di amore terreno , che è impossibile non amare o non parlare di amore , per essa . Queste manifestazioni così potenti della passione , mentre li attraevano , li lasciavano turbati sino agli strati imi del cuore . Più di una notte , levandosi nella veglia affannosa , uscendo dalla sua stanza nella bianca vestaglia come un fantasma che non avrà mai requie , Grazia andava fino alla porta della stanza di Ferrante e sentiva che anche lui vegliava , passeggiando , fumando , schiudendo la sua finestra per guardare il negro Canal Grande . Due volte sentì che egli scriveva , che scriveva tanto concitatamente che la penna strideva sulla carta . E a chi scriveva ? Ella non osò mai chiamarlo , mai chiederglielo . Due volte Ferrante era uscito , solo , forse per impostare queste sue lettere ; mai era giunta una lettera di risposta . L ' angoscia che li ardeva , adesso , non era più che dolorosa : era una vampa che li consumava in una lotta contro un nemico sconosciuto che prendeva sempre più terreno , che ogni giorno guadagnava una piccola o una grande battaglia ; era una fiamma che li devastava da cima a fondo , facendo il vuoto in essi , senza che le lacrime alla tenerezza valessero a smorzarne l ' incendio . Nè l ' uno diceva all ' altro il segreto di queste veglie ardenti e desolate ; ma ognuno lo indovinava questo segreto , sul volto dell ' altro , senza parlare , anzi temendo di parlare . Ancora camminavano accanto , nella vita , tenendosi per mano : ma a un motto , a un gesto , tremavano di veder sparire l ' amata figura daccanto . La solitudine , la solitudine a cui nessun segreto resiste , la solitudine che risolve a rilento o bruscamente tutti i grandi problemi morali dello spirito , era quella che li sgomentava . Avevano deserta la casa , ora . Un giorno , sul finire di ottobre , non sapendo dove portare il loro bizzarro tormento , s ' imbarcarono sul vaporetto che porta all ' isola del Lido , un ' isola tutta verde , piena di piccole ville , che da una sponda dà sulla laguna , sul mare immobile , dormiente , dall ' altra sponda sullo squillante , fragoroso , tempestoso Adriatico . È su quella sponda che si erge il bello stabilimento di bagni marini , dove accorre tutta Venezia e vengono italiani da tutte le parti , e anche stranieri , tanta è la gaiezza estiva di quel ritrovo . Ma nulla è più stranamente malinconico della città di svernatura al mese di agosto , e delle spiaggie di bagni quando l ' estate è fuggita via , da tempo . I viali dell ' isola erano deserti e il piccolo tramvai andava e veniva , pian piano , vuoto , tanto per fare le sue corse di quel giorno . Lo stabilimento aveva tutte le porte dei suoi camerini aperte ; alcune sbattevano contro le pareti , per il vento forte del mare , le onde schiumavano rabbiose contro i pali , frangendosi . Nel grande salone - terrazza , non un ' anima ; solo il custode sonnecchiava nel suo casotto , malgrado il cattivo tempo . Grazia e Ferrante andarono ad appoggiarsi alla ringhiera , guardando quel grande mare burrascoso che li aspergeva di minute stille gelide . A un tratto una voce amica li riscosse dalla triste contemplazione : un altro solitario era , colà , un amico di entrambi , un gentiluomo meridionale , cuore profondo sotto apparenze un po ' leggiere , un po ' scettiche . Era il solo che aveva intravveduto la loro passione : e trovandoli colà non mostrò nè meraviglia nè freddezza . Per una stranezza Grazia e Ferrante oppressi dalla solitudine e dalle loro segrete torture morali , per quanto prima avevano odiato ogni contatto umano , per tanto in quel giorno furono contenti di trovare quell ' amico , quel terzo . E la conversazione , sui banchi umidi di salsedine del vuoto stabilimento , fu insolitamente cordiale , come se un misterioso vincolo legasse spiritualmente quelle tre persone . E anche Giorgio , il gran signore ricercato dei balli e delle caccie , lontano da Roma , in quel posto così deserto , in quella giornata di temporale , pareva avesse dimenticato il suo leggiadro scetticismo , pareva che una nota più sentimentale , più tenera , vibrasse nel suo cuore e nella sua voce . Grazia che lo conosceva da anni glielo disse . - È il contagio - disse Giorgio , con una velatura di sorriso . - Della persona ? - gli domandò Ferrante , serio serio . - Anche . Ma è Venezia , sovra tutto . Io non posso ritornare in questo paese , senza sentir rinascere in fondo al cuore tutte le onde soffocate di tristezza . - Anche voi ? - mormorò Grazia , abbassando gli occhi . - E perchè ci vieni ? - chiese Ferrante . - Perchè scavare in sè questi strati così amari ? I saggi sanno dimenticare . - Sei un saggio , tu ? - gli chiese ironicamente Giorgio . - No - fece l ' altro , con un senso di umiltà nella voce . - E io neanche . Ogni anno vengo qui per un pellegrinaggio .... - Religioso ? - chiese Grazia . - .... pietoso - rispose Giorgio . - Quando la vita esteriore più mi ha inaridito tutte le fonti del sentimento , quando più mi sento un freddo egoista capace di sacrificare tutto al mio piacere , quando più mi corrode la pazza vanità e la folle ambizione , allora io lascio Roma , lascio Parigi , lascio Londra e vengo qui , solo , a guarirmi , a diventar più umano , più buono . Voi ridete di me , forse ? - No , non rido - soggiunse Grazia , pensosa , guardando il mare coperto di bianca spuma . Ferrante taceva , pensando . - Venezia mi contrista e mi guarisce - disse il bel gentiluomo , con la contrizione di un penitente , passandosi la mano sulla fronte , a scacciarne le ombre che la offuscavano . Stettero in silenzio , tutti tre : ognuno era preso dal proprio pensiero e il mare mugghiante accompagnava i voli di quelle fantasie . Fu Ferrante che si risolse a rompere il silenzio per il primo , sospirando chiedendo all ' amico : - Dicci questa istoria , Giorgio . Giorgio guardò Grazia : e benchè ella non parlasse , lesse negli occhi di lei una preghiera . - Che vi può importare , una storia d ' amore ? - domandò Giorgio ad ambedue , guardandoli . Ma nuovamente vide in ambedue tanto ardente e doloroso desiderio di sapere , di conoscere , di misurare , che intravvide financo , dietro il desiderio , l ' angoscia di ambedue . Intravvide , non si spiegò : intese che come a lui era necessario , in quel momento , uno sfogo , ad essi era necessario , in quello stesso momento , l ' appagamento di quel tormentoso desiderio . - Sentite - disse . - Io ho conosciuta quella soave donna a Livorno , quattro anni fa . Era una polacca ; si chiamava Anna ; aveva un marito brutale , e che ne era molto , molto geloso . Ella era piccola , delicata , con certi lunghi e folti capelli fulvi e una salute così delicata , che il più piccolo soffio di vento la faceva tossire . Così leggiadra e così debole , io l ' ho amata più di tutte le donne opulente , trionfali , maestose , l ' ho amata più di qualunque donna abbia mai incontrata , più di qualunque donna potrò mai incontrare sul mio cammino .... - Ella vi ha amato ? - chiese ansiosamente donna Grazia . - Sì - disse Giorgio con semplicità , - Era buona e pia ; ma mi ha amato , con tanto ingenuo trasporto , che io consumato alle esaltazioni della passione , fui scosso per la prima volta . Era così geloso il marito , che non le lasciava un ' ora di libertà : qualche volta soltanto , quando ella andava in chiesa , poichè ella era cattolica e lui ateo . Bene , la cercai in chiesa : ella tremava , povera piccola , poichè diceva che questo era un sacrilegio , un ' offesa a Dio , il quale ci avrebbe puniti , nell ' amore nostro . Ma non poteva fuggirmi come io non potea trattenermi dal seguirla dovunque , dovunque .... Ferrante e Grazia , ora si guardavano . - Tanto che - soggiunse Giorgio , preso dall ' amarezza eccitante della sua narrazione - tanto che qualche cosa fu detta al marito ; e da un giorno all ' altro egli decise di partire . Oh quella notte ! Coi piedi nudi nelle pianelle , ravvolta in uno scialle , tremando di freddo e di paura , Anna ebbe il coraggio di lasciare la sua stanza , senza svegliare suo marito e di venire da me , disperata , soffocando i singhiozzi . Ogni minuto che passava , di quella notte , poteva metterci in pericolo di morte , entrambi , eppure non sapevamo dividerci , delirando di amore e di dolore . Quando dovette lasciarmi , ella s ' inginocchiò per terra e disse una breve preghiera , e sempre inginocchiata , giurò sopra un piccolo crocifisso di argento che le pendeva dal collo , che per il giorno venti di ottobre , alle dieci di sera , ella si sarebbe trovata a Venezia , ad aspettarmi : e che solo la morte avrebbe potuto impedirglielo .... - Venne ? - domandò Grazia . - Sì - riprese Giorgio - venne . - Aveva giurato . Io era da dieci giorni all ' albergo Danieli , nascosto , inquieto , folle talvolta di paura , talvolta di speranza . Venne . Ma era morente , la piccola adorata ; nè io seppi mai come aveva potuto sfuggire alla sorveglianza del marito , e quale lotta l ' aveva ridotta in quello stato . Pure fingeva di star bene , per amarmi , per amarmi assai , sempre meglio , sempre più , mentre discendeva precipitosamente alla morte .... - Una breve stagione d ' amore ? - chiese Ferrante . - Diciotto giorni . - Una sera che era andato fuori , costretto da un dovere inrecusabile , trattenendomi due o tre ore , al ritorno , non la ritrovai più . Era venuto il marito , improvvisamente , e l ' aveva portata via . Per due giorni girai Venezia come un pazzo , cercandola . Non credevo a una immediata partenza . Poi mi misi disperatamente in via per la Polonia .... - E la raggiungeste ? - disse Grazia , quasi affannando . - No - fece Giorgio - era morta per viaggio . I tre amici , come si avanzava l ' ora pomeridiana , uscirono dallo stabilimento e si avviarono lentamente verso la spiaggia lagunare dove ancorava il vaporetto che doveva ricondurli a Venezia . - Voi avete dovuto molto soffrire di quella morte - osservò mestamente Grazia che camminava fra i due uomini , rivolgendosi a Giorgio . - Molto : ma per poco tempo . Sapete che il mondo dove viviamo e la vita che facciamo , non ci permette di soffrire che intensamente . - È vero - disse Ferrante . - Però - soggiunse Giorgio - quella poveretta è stata per me la grande , fuggente , sparente , idealità , buona e pura di cui tutti abbiamo bisogno per vivere , sia essa una finzione o una realtà , una donna o un ' idea . Intendete ora perchè chiamo Venezia un pietoso pellegrinaggio ; perchè Venezia mi sembra la tomba dove è sepolta tutta la poesia della mia vita ; e perchè quando mi sento divenire perverso a furia di frivolezze e di scetticismo , io vengo qui a ricordare la dolce creatura vissuta e morta solo per l ' amore . S ' imbarcavano , soli , sul vaporino ; poichè niuno faceva più il tragitto dal Lido a Venezia . Rosso , rotondo , come disco di rame arroventato , il sole tramontava , basso sull ' orizzonte . Erano seduti tutti tre sulla terrazzina di prora e tacevano . A un tratto Grazia , scuotendosi , disse : - Povera donna ! Avrebbe potuto vivere , amare , esser felice .... - Chissà ! - disse profondamente Giorgio . - Se non fosse morta lei , sarebbe morto l ' amore . - È vero - - disse Ferrante . - È vero - disse Grazia . Nè più sino alla sera riparlarono di tal soggetto : tennero compagnia a Giorgio fino a che egli ripartì , alle dieci e mezzo per Roma , discorrendo quietamente e freddamente di arte , di poesia , di viaggi , della società romana e napoletana , cui appartenevano . Invece di prendere la gondola , per ritornare alla loro casa , in quell ' avanzata ora notturna , essi , per un tacito accordo , se ne andarono per le strette vie , a piedi , ombre rasentanti le alte muraglie dei palazzi patrizii , salienti e discendenti per i ponticelli , fermantisi ogni tanto , per tacito accordo , a contemplare le nere acque dei canali . Non si davano il braccio , non si tenevano per la mano , non si parlavano : andavano col capo chino , senza neanche guardarsi , quasi l ' uno non si accorgesse più della compagnia dell ' altro . La stazione era assai lontana , dalla loro casa ; il tragitto era lungo e camminando così vi misero più di un ' ora . Arrivati innanzi alla piccola porta di terra , con una chiave Ferrante la schiuse . Ma non entrarono : si guardarono , immobili , con una gelida occhiata . - Addio , Ferrante - ella disse , glacialmente . - Addio , amore - egli disse , glacialmente . E si allontanò , nella notte . La porticina si richiuse subito . In ambedue , la grande fiamma era spenta . TRAMONTANDO IL SOLE . A Enrico Nencioni . I . - Chiarina , ti presento un amico , Giovanni Serra - disse la padrona di casa , mentre Serra faceva un grande inchino . - Oh Anna , ma io lo conosco ! - esclamò Clara Lieti , vivacemente , stendendogli la mano con un atto famigliare . - Veramente ? E come ? - soggiunse Anna , con quel falso interesse mondano , che copre di amabilità la perfetta indifferenza . - Da vari anni .... da moltissimi anni .... da un numero infinito di anni , lo conosco - e Clara finì con una risatina squillante . - Non tanti , poi , signora Lieti - osservò Giovanni Serra , quasi facendo una correzione di pura cortesia . - Allora , tutto va bene , vi lascio insieme - concluse la gentile e frettolosa padrona di casa , allontanandosi verso gli altri gruppi che popolavano il suo salone . Serra restò in piedi , presso la signora Lieti : e taceva . Malgrado la luce bonaria dei suoi occhi azzurri , la sua fisonomia aveva qualche cosa di austero , che contrastava con la mondanità dell ' ambiente . - Non sedete ? - chiese Clara , reprimendo un breve moto d ' impazienza . Egli ebbe una fugace esitazione ; poi , si sedette in una poltroncina , accanto a lei . A poca distanza da loro , tre signorine chiacchieravano e ridevano con due giovanotti . - Perchè vi siete fatto presentare ? - domandò Clara a Serra , rompendo il silenzio , parlandogli con una intonazione più intima nella voce . - Non sono stato io . Mi ha detto , la signora Anna : venite , vi presento a una donna di spirito . - Sono io , disgraziatamente .... - Come , disgraziatamente ? - Lo spirito è una gran disgrazia , per una donna - ella sentenziò , con una di quelle tetraggini improvvise che le oscuravano la sorridente faccia . - Perchè , signora ? E un dono affascinante , un dono conquistatore .... - Per conquistare che ? - I cuori degli uomini . - Bella conquista ! - Non l ' apprezzate più ? - No , Serra - ella disse , profondamente . Egli la guardò , ma senza stupore . Si vedeva che non le credeva . Ella abbassò le palpebre , per celare un lampo d ' ira passeggiera nei suoi dolci , ma anche fieri occhi castani . - Mi duole , che vi abbiano presentato .... - mormorò , poi , quasi parlando a sè stessa . - Lo ripeto , non è colpa mia . - ... come se foste un estraneo - ella soggiunse , vagamente - mentre io ho pensato a voi .... spesso .... - Oh ! - disse lui , con una incredulità modesta e cortese . - ... molto spesso - ella terminò , senz ' aver l ' aria di accorgersi della sua negazione . - E come mai ? - domandò lui , con un po ' d ' ironia , niente altro . - Così - disse Clara tristemente e brevemente . Giovanni Serra abbassò gli occhi , quasi celando una domanda che si potea forse leggere nel suo sguardo . Di lontano , mentre attraversava il salone per pregare una signora di cantare , Anna mandò loro un sorriso : li vedea discorrere , era contenta di aver bene collocati due suoi ospiti . - Voi non credete alle voci interne dello spirito ? - ella gli chiese , guardandolo fiso , con quei suoi occhi che il pensiero rendea più oscuri . - Voi non avete inteso che io pensava a voi ? - No , signora . - Non credete a queste voci , o non ne avete inteso ? - Io ci credo , come credo purtroppo , a tutte le cose sentimentali : ma nulla mi ha detto nulla - e sorrise . - Peccato ! peccato ! - ella soggiunse , a bassa voce . Cantavano , adesso . Era una signora bionda e fine che , in giovinezza , si destinava al teatro e che un felice matrimonio aveva tolta al palcoscenico . Ma ella cantava dovunque , sempre , appena le domandavano di cantare , posando il suo manicotto o il suo ombrellino , levando la testolina dal colletto di pelliccia che ornava la sua mantellina , come un uccelletto canoro che vive del suo canto e morrebbe , se non cantasse . Tutti tacevano , nel salone : donna Clara Lieti ora guardava la cantatrice , quasi non volendo perdere una espressione di quel volto , sereno nella soddisfazione del canto . Poi , voltandosi verso Serra , pianissimo , gli disse , con un sorrisetto malizioso , tutta mutata nel viso : - Non vi siete ammogliato , poi ? - Io ? E perchè avrei dovuto ammogliarmi ? - Dicevano .... - Voi ci avete creduto ? - egli le chiese , mostrando per la prima volta una ansietà nel viso . - No , mai . - Volevo dire - replicò lui , tranquillizzato . - Mai creduto , mai - riprese Clara , sorridendo . - Poteano passar gli anni , potevate viaggiare , cambiar paese , cambiar viso , dimenticare la patria , ma ammogliarvi , no ! E le balenò il trionfo , nel viso . Egli si ritrasse : una espressione di austerità , di nuovo , gli chiuse il volto . - Siete fedele , voi - esclamò lei , ridendo . - Io , sì - replicò , a occhi bassi , duramente . - Fedele , quand même - e rideva sempre più . - Quand même , no , signora Lieti . - Vale a dire ? - Vale a dire che il fedele quand même , è l ' uomo che seguita ad amare , anche se è schernito , o vilipeso , o abbandonato . A me non è accaduto nulla di questo . - Come ? - diss ' ella , diventata grave . - Io non ho amato nessuna donna frivola o perfida .... - Oh sì , Serra , voi avete amata la più frivola e la più perfida fra le donne ! - ella esclamò , pianissimo , con un velo di lacrime negli occhi . - Che importa quella ? Io ne ho amata un ' altra - egli dichiarò pianissimo , guardando innanzi a sè , come se vedesse la visione di una creatura incorporea . - Ahimè , sono la medesima persona - Clara disse , pianissimo , con una mortale tristezza . - Per me , no . - È una illusione , Serra . Ella era cattiva , e voi avete gittato il vostro cuore . - Il mio cuore serba un divino ricordo , un ricordo ideale a cui resta fedele : e giacchè tutto si riassume e si risolve in illusione , signora , io preferisco la mia . - E la donna umana , la donna terrena , quella fatta di ossa , di carne e di nervi , quella che vi ha fatto soffrire e vi ha fatto piangere , l ' avete dimenticata , Serra ? A questa domanda così diretta , così limpida , che Clara gli faceva , con voce pianissima , ma tremante , egli rispose subito , pianissimo , ma senza tremare : - No , per molto tempo . - Per quanto tempo ? - Per cinque o sei anni , credo , portai questo tormento . Dopo , ebbi una grave malattia . Quando guarii , ero guarito anche del mio segreto tormento . - Guarito ? Completamente ? - Sì , signora , completamente . - Felice ? Felice ? - Sono come un uomo liberato da una grave e crudele croce . Quando la depone , egli si sente mortalmente stanco : e , forse , si domanda , se quella croce non era la sua vita . - Non so che farei , per vedervi felice , Serra - essa gli mormorò , pianissimo , con tenerezza . - Quando volete , sapete anche esser buona . - Non siate così amaro . È da un ' ora , che vi parlo con la più grande dolcezza . - È così strana , per me , la cosa , che non la capisco . - Perchè siete così ironico ? Non sentite che vi parlo a cuore aperto ? - Quale cuore , donna Clara ? - Il mio cuore . - Quello di dieci anni fa ? - Quello di oggi , Serra . - Io non lo conosco , donna Clara . - È un cuore pieno di umiltà e di tenerezza . - E perchè ? - Così . Perchè la gente si stanca di essere cattiva , si disgusta della propria perfidia , ha la nausea di sè stessa ! - Pare impossibile , donna Clara . - Non mi chiamate così ! - Non è il vostro nome ? Il vostro bel nome luminoso e glorioso ? - È il duro nome di altri tempi ; chiamatemi : Chiarina . - Vi chiamerò : signora . - Non siate così duro , Serra , ve ne prego . - Io non sono che rispettoso . - Il vostro rispetto è freddezza , è sarcasmo . Sapete che odio questa battaglia di freccie avvelenate . - Signora Lieti , perdonatemi , se vi ho irritata . - Non mi avete irritata , mi avete addolorata . - E da quando in qua voi soffrite , signora ? - Ah il dolore è delle più trionfanti creature , sappiatelo ! - ella disse , battendo le palpebre per diradare le sue lacrime . Giovanni Serra tacque . - Scusatemi , se vi ho detto qualche parola pungente - egli riprese , sottovoce . - Ma la vostra dolcezza , inaspettata , improvvisa , mi ha sconvolto . Perdonatemi . Nessun cuore vi è più devoto del mio , signora . Ella lo guardò . Il pallore e la tristezza di quel bel volto di cui egli aveva adorato la gaiezza , lo colpirono . Anna si avanzava , tutta contenta , attraverso la gente che discorreva un po ' qua , un po ' là , ma riunita secondo le simpatie o gli interessi . - Ebbene , sono rifioriti i ricordi ? - chiese , mostrando i suoi bei denti bianchi di donna grassottella , elegante , fredda e felice . - Rifioriti , certo - disse , levandosi , Clara . - Viole mammole ? Rose bianche ? - Crisantemi , crisantemi , Anna ! - e sulla tetra parola fece una gran risata , si licenziò con un sorriso da Serra , con una stretta di mano da Anna , attraversò il salone , salutando ancora qualcuno ed escì . Donna Clara Lieti , sotto l ' atrio del gran portone magnatizio , in piazza Santi Apostoli , sentì un gran freddo . Erano gli ultimi di febbraio : ma sovra , nel salone , il caminetto era acceso , tanta gente vi si agitava , sotto le lampade coperte dai larghi paralumi rosei . Giù la via era fredda , nella prima ora della sera : nè via Santi Apostoli è molto frequentata . Ella affrettò il passo , chiudendosi meglio nella sua giacchetta di lontra , abbassando la faccia sotto la veletta , stringendo le mani nel manicotto . Tutto quello che era accaduto , sopra , da Anna , le appariva molto confusamente in questo primo momento di solitudine ; ma a traverso il tumulto delle sue sensazioni , ella sentiva , nitidamente , tutta l ' amarezza di una delusione . Come , perchè ? Avrebbe forse preferito che Giovanni Serra le avesse parlato del passato , scherzando , come qualunque altro uomo avrebbe fatto , violando , nella realtà del presente e dell ' oblio , tutta la sentimentalità di un grande e violento amore ? No , lo scherzo l ' avrebbe offesa intimamente , dandole una delusione . Avrebbe ella preferito che Giovanni Serra , l ' uomo che ella avea ragione di stimare come il più leale che avesse incontrato mai , fingesse , innanzi a lei , un rimpianto che non sentiva ? No , ella avrebbe inteso l ' ipocrisia e ne sarebbe stata tristemente delusa . Avrebbe ella preferito che egli le facesse una scena violenta , come nei tempi in cui ella infliggeva a un amore giovane , onesto e ingenuo le torture di una glaciale civetteria e le perfidie di una fantasia muliebre mobilissima ? Chi sa ! Ella non sapeva bene che cosa avrebbe preferito , in quell ' incontro con l ' antica sua vittima , se l ' oblìo assoluto , o la menzogna gentile , o il rinfocolarsi della passione : ma quello che era accaduto , non le piaceva . Era scontenta e triste . Sentiva di aver fatto troppi passi sovra un terreno infido , su cui aveva vacillato varie volte : e si pentiva della via intrapresa , così , obbedendo a non so quale segreto impulso del cuore . E dire che da tanto tempo , nel mistero della sua anima , ella si preparava a un incontro con Giovanni Serra ; dire che aveva tanto desiderato , mitemente desiderato questo incontro e pensato con umiltà , con tenerezza , tutte le cose umili e tenere che gli avrebbe dette ; dire che ella aveva tanto creduto all ' effetto della bontà e della dolcezza , sovra un cuore che ella aveva abbeverato di fiele ! L ' incontro vi era stato , ma stupidamente combinato , senza poesia ; ella aveva detto le cose umili e le cose tenere , ma le aveva dette male ed egli non le aveva credute ; era stata buona e dolce , e non aveva fatto che tentarlo dolorosamente , rammentandogli i dolori passati . Ah come era triste , e scontenta , e affaticata , e infinitamente delusa , di tutto quello che era accaduto ! - Queste cose del passato , forse , bisogna lasciarle stare - pensò fra sè , e un sospiro le uscì dal petto . Per andare al Corso ella non aveva osato , a quell ' ora , prendere la via dell ' Archetto che è deserta e male illuminata : così , aveva attraversato tutta la via Santi Apostoli , sul marciapiede , uscendo a piazza Venezia . Pensò se non fosse meglio , per rientrare in casa sua , in via Babuino , prendere una carrozza . Ma la folla , di quell ' ora , al Corso , la rincorò : la sua vivace immaginazione ricevette una impressione , immediata , di distrazione . - Non ci pensiamo - disse ancora fra sè , sentendo in fondo all ' anima una delusione infinita . Così , camminò lungo le botteghe fulgidamente illuminate , guardando con occhio distratto le vetrine . Quanto si pentiva di essere stata così affettuosa e così dolce , con Giovanni Serra ! No , non avrebbe mai voluto apparirgli leggiera , frivola e schernitrice , come dieci anni prima ; ma avrebbe dovuto trattarlo con disinvoltura , ecco , come se nulla fosse stato . Come un altro indifferente qualunque . Quasi quasi aveva tentato di farsi fare una dichiarazione d ' amore , da lui ! Quasi quasi gliene aveva fatta una , lei ! E quello , intanto , glielo aveva detto così chiaramente , che non l ' amava più ! E tutto lo scetticismo naturale e giusto , che egli aveva alimentato nel cuore dieci anni , non era sgorgato , quando quasi quasi ella gli aveva detto di amarlo ! Ora , nella via , Clara Lieti , soffriva atrocemente nell ' orgoglio . Quasi aveva chiesto e non aveva ottenuto : quasi si era abbandonata ed era stata respinta . Un ' ira si mescolava alla delusione ; ella camminava più presto , internamente esaltata dalla ferita che aveva scoperto alla sua superbia . Poi , camminando , ad un tratto , l ' ira cadde : - Bene mi sta - pensò . - Raccolgo quel che ho seminato . Giovanni ha ragione . Un uomo la raggiunse : erano in piazza San Marcello . - Signora , buonasera .... - e si cavò il cappello , mettendosele accanto . Era Giovanni Serra . Un po ' pallido , niente altro . - Buonasera - ella rispose , con voce stanca . - Siete venuto via ? - Sì : avrei voluto scendere con voi di là .... ma siete fuggita , così .... e poi , si poteva notare .... - Oh , non importa ! - diss ' ella con un sorriso amaro . - A me , importa . La voce di Giovanni pareva meno breve , meno secca . Evitava di guardare Clara . - Posso accompagnarvi , un poco ? - le chiese , frenando il tremore di emozione che lo vinceva . - Sì , sì , anche molto . - Non seccherà nessuno ? - Chi , nessuno ? - Qualcuno che vi ami e che voi amiate . - Io non amo nessuno e nessuno mi ama , Serra - ella rispose , freddamente . - Non è possibile , signora . - Oh è possibilissimo , credetelo . - Voi mi parete una donna degna dell ' amore di tutto il mondo - e la guardò con un impeto di ammirazione , in cui parve risorgesse l ' uomo di dieci anni prima . - Siete stato sempre molto esagerato , per me , Serra - continuò ella a dire , con un freddo e triste sorriso - e mi avete abituata male . Vi assicuro che la gente fa di meno di amarmi , senza nessuno sforzo . - Non vi conoscono - egli disse , a bassa voce . - Anche chi mi conosce . Specialmente chi mi conosce . - Siete in un periodo di pessimismo , signora . - In verità , Serra , niuno pensa di me tutto il male che io ne penso . E sì che tutti mi giudicano assai mediocremente . - Non parlate così - egli mormorò . - Voi stesso , Serra . - Io ve ne domando perdono . Ero tanto turbato .... mi avete parlato in un modo così strano .... - Già : è la mia nuova maniera , quella di esser buona - disse Clara , con un sorrisetto amaro e gelido - ma mi riesce poco , come vedete . - Fare il male , vi piaceva di più ? - egli le chiese , chinandosi a guardarla attentamente , come quando gli parea intravvedere la verità di quell ' anima femminile . Ma ella schivò la confessione . Rispose , di scatto : - Piaceva di più agli altri . - La perfidia ? A chi , dunque ? - A voi . - A me ? - Proprio . Se io fossi stata una buona e affettuosa donnina e non una civetta infernale , se fossi stata un ' anima pia e tenera e non una beffarda e arida creatura , mi avreste amata ben poco , credetemi - e le lampeggiarono gli occhi , come in quei tempi in cui egli delirava per quegli occhi . - Se voi foste stata non buona , ma umana , semplicemente umana , Clara - egli disse , a voce bassa - allora , voi non avreste disfatta la mia vita . - Veramente , disfatta ? Mi sembra che stiate benissimo - e sogghignò . - Io non mi lagno , signora - rispose Serra , semplicemente , ma senza durezza - e non vi rimprovero . Ella lo guardò , in silenzio . Veramente , in quel momento , mentre attraversavano piazza Colonna tutta fulgida di lumi , Giovanni Serra le parve invecchiato . Su quegli occhi azzurri che ogni tanto aveano qualche cosa d ' infantile , parea che veli e veli di lacrime fossero passati , nell ' ombra e nella solitudine , quando l ' uomo può lasciar erompere il suo dolore , oltre le dighe della fierezza . Su quelle labbra si era posata una stanchezza che ella soltanto ora scorgeva , la stanchezza di aver invano chiamato un nome , di aver invano invocato un bacio , di aver invano singhiozzato , nelle ore solinghe dell ' abbandono . Per la prima volta , e con una intensità profonda , ella sentì che vi hanno ferite che non si chiudono mai , e sentì che il tempo può portare via una vita , ma non può portare via un dolore da un uomo vivente . - Quanti anni avete , ora , Serra ? Ella lo chiedeva , così , vagamente , tristemente . - Trentaquattro , signora . - Un uomo è giovane , a questa età . - Anche una donna - egli disse , cortesemente . Clara ebbe un lieve moto della testa . E con una infinita tristezza , soggiunse : - Io non ne ho più trentaquattro , amico mio . - No ? Non eravamo coetanei ? - Eravamo ? Non siamo più . Io ho centotrentaquattro anni , credo . È incalcolabile quanto io sia vecchia , Serra . E mentre ella si abbandonava a quest ' asserzione , piena di un vero dolore - ella soffriva moltissimo d ' invecchiare - tendeva l ' orecchio , a raccogliere la contraddizione . Ma egli non contraddisse ; disse , con un ritorno di candore ammirativo : - Per me , non sarete mai vecchia . - Vecchissima , vecchissima ! - insistette lei , a denti stretti . - Non dite questo , non lo credete : io non lo credo . - Io ho dei capelli bianchi , fra i neri . - Ma non si vedono : io non li vedo . - Perchè li nascondo o li mostro con disinvoltura . Se mi guardate bene , di giorno , ho una quantità di piccole rughe , accanto agli occhi e accanto alle labbra . - Non si vedono ; io non le vedo . - Perchè rido sempre . Ma se sono triste , non so come , i miei capelli bianchi appariscono subito e le mie rughe si vedono tutte , sottili , che tagliano leggermente la pelle , visibilissime . Che orrore ! Aveva detto questo in fretta , eccitata , come una persona che si confessa di un suo grave errore , piena di dolore , con una brutalità di particolari , che le rendean fischiante , quasi flagellante la voce . - Io vi vedrò sempre come vi ho amata , Clara - egli le rispose , con la sua buona voce consolante . - Ah io sono vecchia , Serra : nessuno mi ama più e nessuno mi amerà più ! - gemette ella , levando il manicotto , sino alla bocca , a soffocare un singhiozzo . Turbato sino al profondo del cuore , egli non trovò parole per esprimere il suo pensiero . Forse non ne aveva neppure uno preciso , in quell ' agitazione di sentimenti . Delicatamente , con una tenerezza paterna , egli le prese una mano guantata e la carezzò fra le sue : - Poveretta , poveretta ! - Se sapeste , se sapeste ! - ella balbettò , al massimo dell ' emozione . - So .... so qualche cosa .... - e il calore della piccola mano che egli sentiva , dall ' apertura del guanto , aumentava immensamente la sua confusione . - Se potessi dirvi .... amico mio .... se potessi dirvi tutto - ed affannava , come se i più terribili segreti la soffocassero . - Tacete .... non dite niente - egli le susurrò , all ' orecchio . - Che bene mi farebbe il parlare , amico mio ! ah io mi sento affogare . Da anni e da giorni , io vorrei gridare , urlare , pur di gittar via la mia pena . E lo guardava con occhi così dolorosi e così interrogativi , così invocanti un orecchio pietoso alle confidenze , che egli si arretrò . Era pallidissimo : ma Clara , nell ' egoismo della sua angoscia , non se ne accorgeva . - Non potrei ascoltarvi , Clara . - E perchè , e perchè ? - Così : non potrei . - Non mi siete amico , allora ? - Sì , vi sono amico - e parlava con un evidente sforzo . - E non vorreste confortarmi ? - Vorrei , vi giuro che lo vorrei ; ma così , non posso . - Che crudele siete ! Voi sapete che se io potessi dirvi la mia croce , essa sarebbe meno schiacciante , meno pesante ; voi sapete che se io potessi piangere accanto a voi , a lungo , a lungo , piangere immensamente , infinitamente , queste lacrime mi laverebbero da ogni torbido proposito : e mi negate questo sollievo . Ah siete un crudele ! Non eravate , crudele ! Si erano fermati all ' angolo di via Babuino , dopo aver attraversata piazza di Spagna . Egli la guardava , immobile , con gli occhi pieni di dubbio . - Ma che donna siete voi , Clara , che non dovete intendermi nè prima , nè poi ? Io , vi debbo consolare , quando tutto il tempo della vostra gioia è stato dato ad altri ? Io ? Chi sono io ? Niente , nessuno Così avete voluto che io fossi : niente e nessuno . - Avete ragione - ella disse , domata a un tratto , caduta nella rassegnazione e nell ' umiltà . - Non vi rammentate che vi ho adorata come uno schiavo e che avete battuto sul mio cuore , come si batte sul dorso di uno schiavo ? Non vi rimprovero , non mi lamento : ma voi mi domandate anche della pietà , voi che non ne avete avuta mai ! - Avete ragione - Clara ripetè , umilmente . - Vi rammentate , Clara , che vi ho voluto bene così teneramente e che non me ne avete voluto mai ? Vi ricordate che avete lasciato che io vi amassi , incoraggiandomi talvolta , talvolta avvilendomi , facendomi passare dalla gioia alla disperazione , in un giorno , e non volendomi bene mai , mai , nè prima , nè dopo , nè mai ? È vero , o no ? - È vero , è vero - ella annuì , chinando il capo , fatta quasi più piccola dall ' annichilimento , in cui la gittavano il rimorso e il rimpianto . - Vi rammentate , Clara , che ne avete amato un altro , me presente , che avete voluto che io lo sapessi , che me lo avete detto , ridendo ? - Sì , sì , è vero . - E ora , Clara , ora che sono passati dieci anni , ora che voi avete mutato il vostro cuore , come dite , ora voi siete come allora , voi volete che io vi conforti , perchè un altro vi ha lasciata . Voi siete crudele come in quel tempo , Clara : allora ridevate , adesso piangete , ecco la differenza ! - Scusatemi - ella mormorò , nel colmo dall ' avvilimento . - Ma io sono un uomo , Clara , e se posso avere spezzato il mio cuore , se posso aver vinto ogni desiderio e ogni speranza , sono sempre un uomo , e voi non mi potete raccontare i dolori , che vi ha dato l ' amore di un altro ! - Perdonatemi ! E fece l ' atto di volergli prendere la mano . Ma egli la ritrasse . - Non mi avrete capito , mai , Clara . Morirò , ma non saprete nulla di me - concluse egli , più freddamente , essendo giunto quasi a vincere la sua emozione . Così camminarono in silenzio verso la casa di Clara . Ella andava a capo basso , sentendo di avere errato ancora , di avere inutilmente violato la fierezza del proprio cuore , mostrandone il segreto dolore , a un uomo che non poteva avere pietà di lei : sentendo di avere nuovamente offeso quel cuore che era stato così intieramente suo e che ora non aveva più forza pel desiderio , avendone solo per la dignità . Più amaro crebbe in lei il rimpianto , comprendendo di essere passata accanto all ' amore , alla devozione , alla dedizione più completa , senza accorgersene , abbandonando alla solitudine , all ' angoscia questo cuore inutilmente devoto e inutilmente affezionato . Era troppo tardi , oramai , anche per far risorgere in questo cuore una mite affezione : troppo tardi , per ridare a questo cuore la bella luce della fiducia . Due volte , quasi fosse sola , ella fece un piccolo cenno definitivo , con la mano aperta che pendeva lungo la gonna e le cui dita pareva avessero lasciato andare un piccolo e prezioso tesoro . Camminavano accanto : ma ella che non aveva mai capito chi egli fosse , intendeva che le loro strade erano diverse . Quando furono innanzi al portone , si fermarono . Egli aveva l ' aspetto più stanco che mai ; ma niuna durezza vi fu nello sguardo con cui la fissò . - Buonasera - ella disse , con un ' intonazione monotona . - Buonasera - egli rispose , cavando il cappello e facendole un grande saluto . Ma non si lasciarono subito . Parea che si dovessero dire qualche altra cosa . Parea che ambedue sapessero di non doversi veder più e che una qualche cosa , più intima , più misteriosa , si dovessero dire . Ella gli stese la mano : egli la rattenne un poco fra le sue , ma senza stringerla . Ambedue sedavano a stento il tumulto delle loro anime . Poi , a un tratto , egli le domandò una cosa strana , impensata : - Che fate ora , sopra ? - Io ? Nulla . - Qualcuno vi aspetterà ? - No . Nessuno . Il tono era della più perfetta franchezza . - E voi , che fate ? - chiese ella con eguale incoscienza . - Vado a casa . - A casa ! E che ci farete ? - Non so . - Buona sera , Giovanni - ella mormorò , facendo per andarsene . Ah , quale sussulto , lo scosse ! Ella che aveva sempre trovato antipatico , brutto , volgare il suo nome di battesimo , tanto che egli aveva finito per odiarlo , ella lo pronunciava adesso , dopo dieci anni , con tanta soavità ! Egli s ' inchinò e le baciò la mano , leggermente . Si guardarono : ella volse le spalle ; pian piano entrò nel portone , cominciò a salire le scale . Non era forse incerto il passo della donna , salendo per quelle scale , alla sua casa deserta ? Il passo dell ' uomo era incerto , andando alla sua casa deserta . II . Ella lo ricercò , dopo soli tre giorni : ed egli che l ' aveva fuggita per quattro o cinque anni , da quando Clara , dopo un lungo viaggio , era ritornata in patria , egli si lasciò ricercare e tenne l ' invito . Fatalmente , Clara era troppo sola e troppo libera , adesso . Gli aveva scritto un biglietto fra il malinconico e scherzoso , per dirgli che la sera istessa sarebbe andata al vecchio teatro Argentina , dove cantavano una vecchia musica , l ' Armida , di Glück . Ella vi arrivò prima . Vi era un gran ballo , quella sera , all ' Ambasciata d ' Inghilterra , e tutta la grande società romana era colà : l ' Argentina era quasi vuota , male illuminata , freddina : pochi amatori di musica antica stavano nelle poltrone , immobili , a pregustare le melodie incantatrici . Clara era vestita di nero : stava in un palco di terza fila , di fianco , scelto apposta : una veletta nera le scendeva dal cappellino molto semplice e molto carino . Così , sembrava più piccola e più giovane . Serra tardò . Due o tre volte , ella pensò che non sarebbe venuto e si pentì di avergli scritto . Aveva la più ferma volontà di essere umile e schietta , ma il suo amor proprio dava dei sobbalzi all ' idea di un rifiuto sprezzante . Però , quando egli entrò , senza far rumore , ella chiuse gli occhi , a nascondere la gioia del suo sguardo . Ella si voltò , gli sorrise e gli stese la mano : - O ma belle ténébreuse .... - egli disse , con una certa disinvoltura . Il tono disinvolto durò così , un pochino . Poi , a lui sfuggì una frase pericolosa : - Io non voleva venire .... - E perchè ? - Mah .... per paura . - Paura di chi ? - Di voi . - Di me ? Paura ? - Me ne avete sempre fatta un poco , Clara . - Io sono una povera scema - diss ' ella , con la più perfetta umiltà - io non faccio paura a nessuno . Ed era umile e semplice , nello stesso tempo : e una gran bontà le si leggeva negli occhi , nel sorriso , trapelava nella sua voce . Gli parve piccolina , così giovane e sempre così cara ! Pure , volle dire quest ' altra cosa lui : - Credevo che non sareste venuta .... - Io ? E perchè ? - Per farmi soffrire .... - Io vorrei che foste l ' uomo più felice della terra , amico mio - esclamò ella , con una sincera convinzione . Giovanni ebbe un sorriso malinconico . Disse , di nuovo : - Sì , sì , ho creduto che non sareste venuta .... - Come avete potuto credermi così cattiva ? - Il mio animo è così combattuto dai dubbi , Clara - e il volto gli si turbò . - No , no , non parliamo di ciò - ella replicò , subito , interrompendolo . - Fa male ad ambedue . - È vero - egli consentì . Un sospiro di sollievo gli uscì dalle labbra . Ma il pessimo demonio che si annida nelle anime buone e le fa tormentate e tormentatrici , gli fece soggiungere : - Mancavate così spesso ai convegni , allora ! Ella guardò sul palcoscenico , un momento . Lo chiamò , poi : - Giovanni ? - Che volete ? - Mi fate un piacere ? - Sì , subito . - Vogliamo lasciare in pace il passato ? Vogliamo non amareggiarci qualche ora graziosa , che possiamo passare insieme ? Vogliamo essere anche per un mese , anche per una settimana , anche per una sera , due cari amici che si ritrovano , che non ricordano più i torti comuni , i torti di uno , è più giusto , e che si dànno , ingenuamente , alla serenità e alla letizia di un colloquio senza ira e senza malintesi ? Vogliamo ? - Potremo noi far questo ? - chiese Giovanni ansiosamente . - Se voi lo volete , sì . - Io lo voglio , Clara . E quetamente , tirandosi un po ' indietro , i due si posero a discorrere sottovoce , guardandosi con dolcezza , l ' uno prendendo la parola dall ' altro , senza mai alterarsi , senza mai alzare il tono della voce , mentre la soave musica glückiana che culla l ' incantesimo del cavalier Rinaldo , pareva cullasse quel dialogo così mite e così dolce . In verità , Clara fu perfetta , quella sera . Giustamente malinconica , ella seppe a tempo sorridere , perchè il loro colloquio non cadesse nella tetraggine , dove sarebbero risorti gli amarissimi ricordi del passato : e tutta una dolcezza fioriva dalla sua malinconia e dal suo sorriso , dalle sue parole come dal suo silenzio . Più , dal suo silenzio . Giacchè ella lasciò molto che parlasse lui , con le manine inguantate di nero congiunte sul suo ventaglietto a stelline d ' argento , con il viso intento dietro il sottil velo nero , con gli occhi placidi e dolci , con la bocca tranquilla e dolce che approvava , con un gentil motto delle labbra . Sovra tutto , ella non rise mai . Si rammentava che egli , dieci anni prima , nei tempi dell ' amore e del tormento , detestava quel suo riso squillante e clamoroso che le scopriva tutti i denti bianchi , che dava un non so che di feroce alle labbra rosee e che le riempiva gli occhi di scintille . Lo aveva tante volte visto fremere e impallidire , dieci anni prima , a quel mal riso beffardo e aveva sempre più riso , per ucciderlo a forza di risate , come in una leggenda ! Non rise mai , quella sera , mentre Armida cantava le sue magiche canzoni , che davano le visioni ineffabili al sonno di Rinaldo . Lo ascoltò , serena , raccolta , con un ' attenzione così dolce , che l ' animo di Giovanni , restato in grande trepidanza sino all ' entrata in teatro , si venne rassicurando , rianimando , rallegrando . Due o tre volte , involontariamente , egli alluse al passato , giacchè troppo il suo amore mancato aveva influito sulla sua esistenza , deviandola , torcendola ad altri ideali dello spirito , più alti , più inaccessibili e più tormentosi . Ma ella , dolcemente , non rispose alle allusioni che con un cenno di umiltà , abbassando il capo : ed egli si riprese subito , commosso da tanta dolcezza . Solo a vederla così , ascoltatrice intenta e cheta , tutta data alle parole che , egli le diceva , coi begli occhi limpidi nella loro nerezza , piccola , vestita di nero , senza gioielli , senza nulla che sfolgorasse , senza nulla che stridesse , egli si sentì invadere da una tale letizia dell ' anima che giammai gli parve di averne provata una simile . Ella fu , in questo , perfettissima : giacchè lasciò svolgersi quell ' alta consolazione spirituale , senza avere l ' aria di sospingerla , di provocarla , di goderne come di un trionfo : e quando lo spettacolo finì , si levò in piedi , pian piano , prendendo il suo mantello . Egli fu più lesto di lei : ed ella sentì che mentre l ' aiutava ad indossarlo , le sue mani tremavano . Allora , ella ebbe un pensiero orgoglioso , muliebre . Pensò : - Ora mi dà un bacio . Egli s ' indugiò a metterle questo mantello ed ella sentì il suo respiro , sulla sua nuca : ma Giovanni non le dette il bacio . E come Clara aveva nascosto la sua subitanea ambiziosa idea , così nascose la sua pronta delusione . Nè fu una delusione fortissima . La dolcezza di quella serata , aveva ingannato anche lei . Ella sapeva bene di fare uno sforzo su sè stessa , per reprimere gli impeti del suo temperamento bizzarro e per essere assolutamente dolce : ma sperava di poter continuare così , sempre che lo volesse seriamente . E come lui credeva di aver innanzi una creatura trasfigurata , che gli avrebbe dato le fredde , tranquille e ultime tenerezze senz ' amore , ma tenerezze sicure di un ' amicizia muliebre , così ella si lusingava di poter essere questa amica gelida , affettuosa e quieta . Però , ambedue , chiudendo gli occhi , si lasciarono andare a questa consolante fiducia . Egli cominciò a vederla più spesso . Ella era molto stanca , invincibilmente stanca della vita mondana che aveva fatta sempre : e si appartava volentieri . Se andava a una passeggiata , era in ore strane e in posti deserti : lo avvertiva , egli ci veniva . Se andava in un teatro era alle terze rappresentazioni , in serate vuote ; e dieci minuti dopo il suo arrivo , entrava lui , nel palco , si sedeva in fondo , ella si tirava indietro , un poco . Vestiva di scuro , sempre ; sapeva di piacergli così . Si può essere una semplice amica , ma si deve piacere all ' amico . Parlavano con fredda tenerezza . Molto ella ascoltava : ma quando diceva qualche parola , era sempre sapiente , detta con la più squisita cautela sentimentale . Giammai un ' allusione al proprio cuore , al proprio stato , nè diretta , nè indiretta : sempre la massima pietà per gli altri , la massima indulgenza per ogni peccato , come chi sa che è impossibile non peccare , quando si deve peccare . Egli si era mutato , però . Non poteva tenere il patto di non evocare il passato . Era la sua vita , il suo amore di dieci anni prima , e ricompariva sempre più spesso , fino a che divenne il solo soggetto dei suoi discorsi . Taceva da tanti anni e con tutti , che ora la verità di quella mortale passione sgorgava infrenabile . Ella ascoltava , stupefatta ; ma non interrompeva mai . Veramente , egli aveva ragione : Clara non aveva mai capito quanto era stata amata : ora , lo capiva . Ogni tanto , quando egli le diceva una delle sue torture ineffabili di gelosia , di allora , ella faceva un atto come per chiedere perdono , un atto in cui ella si dichiarava colpevole , sì , ma incosciente , ma ignorante , ma degna di perdono . Egli la guardava con tanta tenerezza , che , senza parlare , le diceva di averle perdonato . Quando egli si meravigliava che ella avesse potuto essere così atroce , essa gli diceva di esserne stupita , di stupirsene , lei stessa : e ciò come se si parlasse di una donna assente , di cui si compatissero gli errori . E quando egli giungeva a narrare certe ore terribili in cui avrebbe voluto morire , pure di strapparsi dal petto questo amore , ella aveva una frase di pietà profonda , intima , raumiliata , la frase del carnefice pentito innanzi alla sua vittima : - Voi siete buono . Niente altro , diceva . Ella non si difendeva mai , nè si accusava : quando egli l ' accusava , gli dava ragione , con un ' occhiata , con un triste sorriso , con un cenno espressivo della bella bocca . Vi era un ritornello , che egli pronunziava sempre , nervosamente , a traverso i suoi racconti scuciti ; un ritornello che rivelava l ' attossicamento della sua vita , in tutte le sue più pure sorgenti , l ' avvelenamento crudele di un sangue giovane e di un ' anima , resa inetta a vivere e incapace di morire così . Il ritornello : - Che veleno mi avete dato , che veleno ! Quando ella lo udiva , aveva un moto così pessimista della testa e della persona , sulla crudeltà muliebre , che egli si commoveva . Talvolta , tornava la frase : - Quanto veleno , Clara , quanto veleno ! Ella diceva , allora , umilissimamente : - Avete ragione . Ma da questa sua umiltà voluta , e poi quasi fatta naturale , nei loro colloqui , da questo suo abbassarsi nella coscienza dei suoi gravi torti , da questo non difendersi giammai , da questo dargli ragione , sempre , da questo racconto triste e violento di un amore infelicissimo , ella trasse una nuova sensazione e un nuovo sentimento . Il senso della sua colpevolezza , verso Giovanni , giganteggiò ai suoi occhi : e il sentimento della riparazione divenne acuto e ardente , quanto era stata la colpa . Così , mentre Giovanni risaliva tutta la piena della sua grande sciagura sentimentale e con la sua sensibilità fine e tenera ne approfondiva , narrandoli , tutti i dolorosi particolari , Clara che aveva un temperamento più fantastico che sensibile , esagerava , con una dura voluttà di abbassamento , contro sè stessa , la propria aridità passata e l ' atroce perfidia . Tanto che , alla fine , secondandolo e sorpassandolo ella , ambedue sembrarono accanirsi contro una persona assente , lontana , morta , che ad ambedue avesse commesso i più gravi torti . Anzi quella lunga istoria intima , tenuta chiusa nel cuore per dieci anni di esistenza triste , priva di spirituali conforti , traboccando dalle labbra di Giovanni perdeva molta amarezza , nello sfogo : e la naturale indulgenza di quel cuore virile che non sapeva dimenticare , ma sapeva perdonare , trovava delle misteriose scuse alla donna che era stata con lui senz ' amore , senza carità , senza pietà . Invece , quella medesima istoria , a Clara sembrava più lugubre e più ignobile che mai , quando ella pensava il come e il perchè della sua perfidia e della sua durezza . Internamente , ella si maltrattava , molto più che Giovanni l ' avesse maltrattata mai , nei momenti di maggior furore . Ogni tanto , quando egli le aveva descritto una delle sue sere tragiche , di quel tempo , quando egli passeggiava le serate intiere sotto la sua casa , non per vederne le finestre illuminate , giacchè ella era fuori , a ridere , a divertirsi , ma per aspettarla quando tornava , per vedere con chi tornasse , per vedere il suo bianco volto nella oscurità , per udire quel riso alto e beffardo e per allontanarsi , non salutato , non riconosciuto , non visto , non rammentato , egli , col più tenero dei rimproveri , le prendeva le mani e le chiedeva : - Come avete potuto essere così cattiva ? Ella non s ' inteneriva , col viso chiuso , con le sopracciglia aggrottate , piena d ' ira e di disprezzo contro questa Clara tanto colpevole , e rispondeva , duramente : - Io sono stata sempre cattivissima . - Chi sa .... - mormorava lui , nella semplice clemenza del suo animo - chi sa per quali strane ragioni .... - Non v ' illudete , Giovanni : per nessuna misteriosa ragione . Non vi fate di me una figura romantica . Io ero civetta , volgare e cattiva come l ' ultima delle donne , ecco tutto . - No , no , cara donna , non vi avvilite così - soggiungeva lui , colpito dai più bizzarri sentimenti , in contraddizione - io non voglio che vi avviliate . Forse , io fui ingiusto : forse , sono ingiusto ancora adesso . Chi soffre , chi ama , è così facilmente ingiusto . - Voi siete il più onesto e il più buono fra gli uomini - ella rispondeva , con gli occhi velati dalle lacrime . Tacevano . Spesso , in quel periodo acuto di reminiscenze , mentre Giovanni si lasciava andare alla immensa consolazione di parlare del suo amore passato , egli intravedeva confusamente , in queste tenere e tristi confidenze , non so quale pericolo . L ' intensa attenzione con la quale Clara lo ascoltava , la squisita furberia sentimentale con cui lo interrogava , i suoi silenzii pieni di una repressa emozione , a un tratto facevano risorgere tutti i suoi dubbii e la sua anima sofferente si rigettava indietro , sgomenta di essersi troppo abbandonata . Spesso , diffidente vagamente , egli tentava di togliere il discorso , dicendo che questi ricordi lo turbavano troppo : ma ella l ' obbligava , prima con la dolcezza , poi con una certa energia di volontà coperta di dolcezza , a ritornare alla triste istoria . Una sera , in una passeggiata al chiaro di luna , gli disse : - Ditemi tutto . Forse mai più ci potremo vedere così liberamente e così spesso : forse , fra una settimana , fra un giorno , non ci vedremo più . Dite , dite , che io sappia , che io non muoia senza aver saputo , che qualcuno mi ha veramente amata . - Potremmo non vederci più , Clara ? - La vita è oscura - ella rispose , profondamente . Forse , per questo , ella moltiplicava gli incontri , dandogli sempre dei nuovi convegni , ansiosa , affannosa , come se il tempo le fuggisse , come se ella avesse qualche misteriosa chiamata altrove e che la presentisse . Ella arrivava più presto , portando dei fiori nelle mani , come era il suo costume , un po ' pallida sempre , sotto le fini velette nere , vestita quasi sempre di nero , piccola , con un viso che si levava verso lui , esprimente una immensa ansietà negli occhi dolci che egli aveva adorato , nella bocca ancora fresca e vivida che era stata la sua adorazione . Si stringevano appena la mano e si mettevano accanto , passeggiando piano , non vedendo nessuno , andando per le vie più strane e più remote , perdendosi per ore intiere , parlando di quel passato che ella evocava , con un motto , con un gesto . E più il tempo trascorreva , più cresceva in lei , in duplice corrente spirituale , un infinito rimpianto per il passato e un acuto rimorso . Di lontano , questo amore di cui ella aveva riso , in pubblico , questo amore di cui ella si era burlata , come una pessima femminetta , questo amore per cui ella aveva avuto il più palese disprezzo , questo amore si faceva più alto , più puro , più spirituale , staccato dal tempo e dallo spazio , sciolto dalla realtà dei fatti . In certe sere , in cui lui la riaccompagnava a casa , sino al portone , non volendo mai salire sopra - non voleva salire , era inflessibile , non voleva metter piede in casa sua - dopo aver ancora chiacchierato a lungo , nell ' ombra , ella saliva sopra , così smorta che pareva svenisse . Nella casa non vi era che un sol lume , nella sua stanza da letto ; ed ella l ' attraversava , questa muta e deserta casa , all ' oscuro , a tentoni , guardando nell ' ombra . Ma quando giungeva nella sua stanza da letto , ella si gittava sul letto , col capo nascosto nei cuscini , piangendo , singhiozzando , sull ' irreparabile : - Che ho fatto , che ho fatto ! Che amore ho perduto , per sempre , per sempre ! Acuto rimpianto e acuto rimorso ! Essa , forse , nel furore contro sè stessa , esagerava , dipingendosi come l ' anima femminile più turpe comparsa nella gran falange muliebre ; ma non era men vero che la esistenza di Giovanni Serra era stata infranta da quella passione infelice , tanto che egli non aveva raggiunto , come il suo cuore e il suo talento meritavano , nè la gloria , nè la felicità : non era men vero che egli era un essere senza molla interna che lo spingesse , senza desiderii e senza speranze : non era men vero che , per questo amore , egli aveva gittato la sua salute , la sua gioventù e la sua fortuna : non era men vero che egli possedeva la più preziosa qualità umana , che è l ' onestà , e la sublime virtù che è la bontà . Come non doveva Clara piangere , nella solitudine della sua stanza , tutte le più ardenti e le più amare lacrime su questo amore perduto e su questo cuore infranto ? Come non doveva sentire in sè , temperamento mobile e violento , assetato di amore , assetato di felicità , la ribellione contro l ' irreparabile ? Invero , si trovava di fronte all ' irreparabile : ed era quello che le faceva torcere le braccia , nella notte , quando per tutta una serata ella aveva udito il mormorio dell ' amore , al suo orecchio , ma di un amore finito , morto . Giacchè ogni parola , ogni frase di Giovanni Serra , pur restando nella più fine gentilezza da uomo a donna , pur avendo la poesia della tenerezza , diceva a Clara , che egli non l ' amava più . Invano ella , con l ' animo ansioso - era questa , la sua ansietà - interrogava ogni tono di voce , scrutava il senso riposto di ogni motto , rifaceva , da sola , tutto il loro dialogo , per scoprirvi una sottil luce presente . No , non l ' amava più , malgrado la commozione che egli aveva , sempre , nel lasciarla , nel rivederla , malgrado il fascino che subiva , malgrado la gran tenerezza che dominava ogni suo atto . Amore vissuto tanto tempo e così ardentemente e ora sepolto sotto un mucchio di gelida cenere che una mano andava smovendo , mano sapiente che conosceva la storia di quel fuoco e di quella vampa e che la rievocava , sulla fredda cenere . Giovanni non parlava quasi mai del presente , con un atto di finezza d ' animo , quasi dolendogli di non poter ancora ardere come prima , quasi sembrandogli un ' offesa al suo idolo , la fiamma spenta e le ceneri gelate . Non diceva nulla , ma si capiva così chiaramente , che nulla più , più nulla , non la più piccola scintilla ardeva innanzi alla cara donna , simulacro vano della passione , morto , come la passione era morta . Ed ella , sì , singhiozzava nelle sue notti senza sonno su quella grande fiamma spenta , sentiva di essere passata accanto alla felicità senza vederla , allontanandosene per sempre , ma esclamava , fra l ' inutile pianto : - Ha ragione , di non amarmi più , ha ragione : egli soltanto ha ragione , egli che ha amato ! Ma da queste nascoste battaglie dello spirito che Clara combatteva , con tutto l ' impulso di una natura appassionata , sebbene fugace ; da questa umiliazione in cui la sua anima era caduta , tanto che parea si prostrasse innanzi a Giovanni Serra ; da questo indicibile rimpianto dell ' amore , acutissimo in una donna che aveva amato l ' amore sovra tutte le cose umane e a cui l ' età non calmava l ' anima ; da questo tormentoso rimorso che si sollevava da tutti gli istinti di giustizia e di equità offesi , sorse dentro Clara una impetuosa volontà di correggere e di vincere il destino . Ella pensò , questo : che era suo dovere morale amare Giovanni Serra , di un amore profondo e devoto che fosse l ' estremo della sua vita , e in cui ella prodigasse tutte le ultime e supreme dolcezze del suo cuore ; che non solo era suo dovere , ma che era questo il suo desiderio sentimentale più forte , più immediato , più irresistibile ; che non solo era un desiderio irresistibile , ma che era , questo amore , la più cara speranza del suo cuore che voleva lavarsi , che voleva purificarsi e diventar nuovo e candido come il cuore del Salmista ; che non solo era la sua più cara speranza , ma che era la salvazione della sua dignità di donna , l ' assoluzione dei suoi errori trascorsi , la vecchiaia percorsa senza più sentire rimorsi , aspettando serenamente la morte . Sorto dalle ire soffocate e dai profondi disprezzi di sè stessa , questo pensiero di amore l ' avea in un baleno soggiogata e tutta l ' anima ebbe il calore del metallo in fusione . Nessuna voce interna l ' avvertì di non mettersi a questo periglioso passo , nelle sue condizioni , alla sua età , con un uomo come Giovanni Serra : e se talvolta , un nero presentimento la colpì , a traverso le esaltazioni del suo entusiasmo , se il negro presentimento le susurrò che ella si avviava a un errore anche più fatale e anche più irrimediabile degli altri , ella ebbe il cenno disperato di coloro che sono ebbri di sacrificio . Giovanni non l ' amava più : è vero . Che importava ? Il suo cuore di donna che ella aveva sentito morto , duro come una pietra , per tanti anni , dentro il suo petto , ardeva di un sentimento dove tutto era elemento di ardore , il rimorso , il rimpianto , la pietà , la tenerezza , il bisogno di devozione , il bisogno di darsi , il bisogno di abbandonarsi . Che importava che Giovanni Serra non l ' amasse più ? Ella voleva amarlo così profondamente , così piamente , con tanto completo abbandono di ogni amor proprio e di ogni orgoglio , con tanto perfetto oblio di ogni vanità e di ogni altro istinto mediocre umano , che tutto il dolore passato sarebbe pagato da questa immensa abnegazione amorosa . Ella voleva espiare il suo passato , soffrendo come egli aveva sofferto , dando il suo cuore a un essere che non poteva più amarla ; voleva espiare di non avere amato , amando senza speranza , solitaria anima che recitava un monologo appassionato e doloroso . In fondo , come per tutti i grandi penitenti , la sua espiazione sarebbe stata anche il pascolo della sua anima . Oramai , la sua esistenza di donna era deserta . Aveva trentaquattro anni : e nell ' abbandono in cui era caduta , si sentiva assai più vecchia , incapace di tentare un ' altra volta l ' ignoto dell ' amore . Era stata molto amata , due o tre volte : ma fatalmente , questi amori si erano dileguati , come se mai fossero esistiti : e due volte ella aveva dato il suo cuore , e due volte era stata abbandonata . Esistenza finita , dunque , giacchè le illusioni non risorgono mai dalla loro tomba : e le stanchezze morali sono più forti di quelle fisiche . Che restava a Clara , se non questa ultima speranza di potersi dare a un sentimento vivido e duraturo , a null ' altro simile , senza fallacie e senza disfatte ? La sua espiazione , quella di voler amare Giovanni Serra , era anche la sua salvazione , giacchè ella sapeva di non poter vivere senza l ' amore , un amore qualunque , ma un amore , un amore ! Meglio , meglio , se ciò non era un ' avventura in un cuore sconosciuto , innanzi a un ' anima misteriosa , un ' avventura di incerto risultato , ma portante con sè , forse , una disperazione e un ' onta novella : meglio , se era l ' amare una creatura nota , stimata , ammirata per le sue nobilissime virtù , una creatura senza amore , è vero , ma che aveva saputo amare , ma che si sarebbe lasciata amare , dolcemente , teneramente . L ' espiazione sarebbe stata la vita della sua anima ed ella vi si sarebbe buttata con ebbrezza , giacchè quello che più temeva , per sè e intorno a sè , non era il dolore , ma era l ' aridità , non era la tortura , ma era il silenzio , non era la passione infelice , ma era l ' indifferenza . Un mese prima , ella era immersa nel marasma più profondo , moralmente così misera che non osava neppur dire a nessuno la sua miseria : ella si vedeva già finita , senz ' amore , senza amicizia , coi soli legami frivoli mondani , ritenuta per una donna senza cuore - giacchè questa , fatalmente , era la sua reputazione - e gemente intanto nel desiderio dell ' amore . Ora , ora , da quel pomeriggio in casa di Anna , ella aveva dato una sublime ragione alla sua esistenza . Dai grandi occhi spiranti uno strano turbamento , dai subitanei pallori che le coprivano il volto , quando egli appariva , dalle mani che si facevano fredde nelle sue , da certi più prolungati silenzii che regnavano fra loro , dall ' imbarazzo crudele di certi momenti , dai sussulti che ella non sapeva reprimere , a certi atti , a certe parole , Giovanni intravide che accadeva qualche grave fatto nell ' anima di Clara . Una o due volte , la interrogò : - Che avete ? - Nulla - ella diceva , chinando gli occhi , mordendosi lievemente il labbro , come quando non pronunziava la parola che voleva pronunciare . Egli credette che Clara gli nascondesse un fatto dispiacevole , forse una lettera dell ' uomo che l ' aveva abbandonata , o il suo ritorno , forse . Diventò più freddo , più riservato . Mancò a un appuntamento . Ella lo rimproverò assai , quando lo rivide . - Io vi disturbo , Clara - diss ' egli , malinconicamente . - Che vi fa pensare ciò ? - gli chiese ella , precipitosamente . - Sono stato sempre così superfluo , nella vostra vita . È sempre l ' ultimo venuto , che mi ha scacciato . Almeno , confessatemi la verità . - Non ho nulla da confessarvi , Giovanni . - Ma voi siete agitata , molto , da qualche tempo . - Sì , è vero . - E non volete dirmi perchè ? - No , non ve lo voglio dire . - Non me lo merito ? - È inutile . - Non vi posso metter rimedio ? - No - ed ella voltò la testa in là . - Nè consolazione ? - Consolazione ? Forse . - Ditemi come e lo farò . - Non qui , Giovanni . - Dove , dunque ? - Nella mia casa - ella rispose , tendendo a sè stessa , e a lui , inconsciamente , il più terribile tranello . - Sapete che non ci verrò mai - egli , disse , sgomento , sentendo il pericolo . - Ebbene , io non vi narrerò le mie pene , Giovanni - diss ' ella , tetramente . - Scrivetemi .... - No . - Parlate qui , altrove .... - Nella via , in teatro ? No , no . - Io non posso venirci , lo sapete , in casa vostra - egli mormorò , già più debole , già affascinato . - Perchè ? - Non mi obbligate a dirlo . - Ditelo . - È la casa dove avete amato un altro . - Che ve ne importa , se non mi amate più ? - ella disse , levando le spalle , amaramente . - Ah io soffro sempre , Clara , anche non amando ! - Quante volte , lo ripetete , che non amate , Giovanni ! è troppo - e il suo tono fu così lamentoso che egli s ' intenerì . - Verrò .... forse .... una sera .... Ella sorrise , nel fondo dell ' anima . III . Tre volte Giovanni Serra mancò alla sua promessa . Le diceva : verrò domani sera , alle nove . Clara lo aspettava in preda a una emozione nervosa , a cui la sua fantasia dava un carattere passionale . Ella dal pomeriggio dava ordine che nessun altro venisse introdotto e ripeteva le sue raccomandazioni , alla cameriera , con insistenza : quando l ' ora si appressava , per frenare la sua torbida impazienza , ella si metteva a riordinare delle carte , prendeva un libro , forzandosi a intendere ciò che leggeva . Giovanni non veniva . Le fresche rose che ella aveva messe nei vaselli nitidi , rientrando a casa , parea che declinassero e languissero , quasi per morte ; il fuoco si covriva di cenere , nel caminetto ; ed ella , discesa dalle esaltazioni sentimentali , cadeva in uno snervamento profondo . Alla fine di queste serate d ' inutile attesa , la parte più sincera di lei pensava che era meglio , lasciar finire , senza finirla , questa singolare avventura , che le cose morte non si vivificano e che anche per lei , Clara , così innamorata dell ' amore , era troppo tardi per tentare un ultimo fatto del cuore . Ma l ' istinto della vanità muliebre , mediocre istinto , ma che non isbaglia mai , tanto è finemente esercitato , le diceva che quegli appuntamenti mancati erano tante vittorie negative , è vero , ma vittorie , sul cuore di Giovanni : che chi non va , ha paura di andare ; e chi ha paura di andare , ha sempre il cuore debole e facile a essere trascinato , in un impeto dell ' altrui energia . Così , ella , nelle immense prostrazioni di una vivacissima speranza delusa , trovava novelle forze per ritentare l ' anima di Giovanni . Egli balbettava , inventava delle scuse magre , per colorire la sua assenza : ma ella lo vedeva molto confuso . Dietro il pretesto di un impegno dimenticato , di un ostacolo improvviso , il freddo istinto della vanità intravedeva il combattimento del cuore di Giovanni ; ed ella se ne compiaceva , dimenticando il suo nobile divisamento di amare Giovanni , senza domandargli il ricambio . Alla terza sera , ella lo aspettò dietro i cristalli del balcone ; più nervosa , più triste , più esaltata che mai , ella finì per aprire il balcone , malgrado il freddo della serata . Ebbene , all ' ora indicata , ella lo vide giungere frettolosamente , a capo basso , fermarsi due minuti sotto il portone , ed uscire di nuovo , lentamente allontanandosi . Non aveva avuto la forza di salire . Era un gran freddo nell ' aria , quella sera : ma ella rientrò con le guancie brucianti . E l ' indomani non gli fece nessun rimprovero . Sentiva che Giovanni aveva subìto una tortura segreta . Egli venne , al quarto appuntamento , quando ella non lo aspettava più , alle dieci e mezzo , invece che alle nove . Il suo orecchio fine udì il suono timido e debole del campanello , udì la voce bassa con cui egli domandava di lei , in anticamera , e il passo cheto con cui egli si avanzava , a traverso l ' appartamento . Clara soffocava per il battito del suo cuore : e l ' accoglienza che gli voleva fare , disinvolta e serena , come a un amico che venisse sempre , e le parole che gli voleva dire , tutto sparve , ed egli la trovò in mezzo alla stanza , aspettandolo con troppo palese ansietà e porgendogli una mano glaciale e tremante . Sedettero ambedue non accanto , ma dirimpetto : taciturni , imbarazzati . Clara non osava aprir bocca ; intendeva che la sua voce l ' avrebbe tradita . Egli guardava , come trasognato , i galloni rossi e azzurri che adornavano il vestito di lana bianca di Clara . - Mi volevate : - eccomi - egli disse , con un sospiro , chinando gli occhi . - Grazie - mormorò ella , semplicemente . - Chiederete voi che io faccia qualche altro sacrifizio , al vostro fascino ? - Tanto vi è costato , questo ? - Clara interrogò , ansiosamente , piegandosi verso lui . Egli si arretrò , quasi temendo la vicinanza di quel volto . Disse : - Mi è costato moltissimo . - Ma perchè ? - e aveva un tono così ingenuo , chiedendo ciò , ella ! - Proprio , non lo capite ? - No . - Questa casa mi è odiosa . E un riflesso di tetraggine gli si diffuse sul volto . Clara si guardò intorno . - Non capisco - disse . - Siamo soli .... - Siamo soli ? - Dubitate di ciò ? - ed ebbe , sulle belle labbra un riso forzato . - Io credo che vi sia possibile fare tutto - egli soggiunse , guardandola con quel misterioso terrore , come quando gli parea veder sorgere un mostro nella donna . - Tutto , che ? - Non mi domandate troppe cose , Clara : io sono molto turbato . Parlate voi , piuttosto . - Sì - ella annuì , cercando di vincere , prima di tutto , sè stessa . - Lo vedete , siamo soli . Nessuno può venire e nessuno ha diritto di entrare . Qui vi è la vostra amica , che vi aspetta da tanto tempo , che è così felice di passare un ' ora , con voi , in una stanza chiusa .... Egli guardò le porte , con una lieve ombra di diffidenza e di paura negli occhi . - Anche a voi , fanno terrore le porte socchiuse ? - ella soggiunse , infantilmente . E si levò , andò a chiudere le due porte , fra le tende . - Voi temete di vedere entrare qualcuno , sempre , è vero , Clara ? - Sì , da bimba , l ' ho sempre temuto . Se qualcuno saliva alle mie spalle , nelle scale , se qualcuno mi seguiva , in un appartamento , se una porta restava aperta , con un vano oscuro , io era assalita da uno sgomento folle , e , sentite , adesso - soggiunse , dandogli la mano - solo a parlarne , io tremo tutta .... Egli trattenne quella mano fra le sue , ma mollemente . - Sono sempre così sola ! - ella soggiunse , e gli occhi le si velarono di lacrime , mentre il volto , le si tramutava . Giovanni guardò quello scoloramento e quei begli occhi velati : impallidì leggermente . - Non sempre siete stata sola - mormorò , con un ' intonazione ironica , ma non aspra . - Oh ! - e Clara fece un gesto largo , per dire che tutto era finito . - Lo avete già dimenticato , Clara ? - Intieramente - ella rispose , con un cenno tagliente . - Dimenticate presto , mi pare . - Sì , tutto quello che non merita di esser ricordato . - Ma che meritò di essere amato , però . - Oh chi non ha errato , nelle cose del cuore ? Chi ha mai preso la via giusta , amando ? - Nessuno , avete ragione - diss ' egli , malinconicamente . - Io ho sbagliato sempre , io - e il bel volto ebbe un fremito di dolore . - Sempre ? - Sempre . Mi hanno amata poco : o male : o niente . Sarà una bella burla , alla fine della mia vita per me , che porto la reputazione di avere ispirato delle passioni folli , l ' accorgermi che nessuno mi ha amata , mai . E un doloroso , amarissimo ghigno le contrasse il viso . Clara era immensamente sincera , in quel momento . Aveva tenuto solo all ' amore , nella vita e , probabilmente , non lo aveva , nè visto nè provato mai . - Quanto siete ingiusta , Clara ! - Con chi ? - Con me . - Ah già , è vero , voi pretendete di avermi adorata - - ella soggiunse eccitata , ma schiettissima , sempre . - Chi ne sa nulla ! È una leggenda : tante leggende sono false . - Perchè dite questo ? Perchè volete negare il passato ? - Bella istoria , il passato ! Ognuno se ne inventa uno , a propria convenienza , quando il passato è passato . Chi conosce la verità ? Voi intanto , no : e io , neppure . Forse non mi avete amata mai ; e tutta la leggenda non è che una cosa buffa - e rise clamorosamente , offendendolo anche col suo riso . - Clara , io non sarei qui , se non vi avessi amata - egli disse seriamente . - Vale a dire ? - Che ci vuole una grande tenerezza , per dimenticare quello che mi avete fatto : e una grande tenerezza non viene che da un grande amore . - Bella rovina , illuminata a chiaro di luna - ella disse , non ridendo , tetramente . - Ognuno dà quello che può - Giovanni rispose , con una tristezza semplice . Clara tacque . Scherzava con un tagliacarte giapponese e se ne pungeva le dita . A un tratto , si rivolse tutta mutata : - Perdonatemi , Giovanni : ho avuto un accesso di cattiveria . - Tanto , per non cambiare - ed egli ebbe un pallido sorriso . - Sono cose che restano , a filoni , nell ' anima . Ma l ' anima è così cangiata ! - Così ? - e la tenerezza velava l ' incredulità . - Tutta quanta . Non ve ne siete accorto ? Vi sono sembrata la stessa , in questo tempo , la stessa di dieci anni , ditelo , in coscienza ? - No , non mi siete sembrata la stessa . Ma non vedo la causa del vostro cangiamento e non so lo scopo . - Al solito , voi mi supponete qualche infernale progetto ? No , Giovanni , disilludetevi . Nulla vi è di più complicato in me - e sorrise , con una mesta semplicità . - Nulla ? - Nulla : a che ? Per sedurre chi ? Voi siete inseducibile . - Vi piacerebbe sedurmi ? - Sì , moltissimo - ella esclamò , impetuosamente , con la verità sulle labbra e nel cuore . Giovanni fu scosso , da questo colpo diretto . - La cosa è già fatta - egli disse , piano , cercando una via obliqua , per ischermirsi . - La seduzione passata , Giovanni , non conta - soggiunse subito , la terribile e infelice donna , riportandolo al duello . - Era una pessima seduzione , fatta da una donna perfida e fallace , una seduzione fondata sull ' inganno , che partiva dalla malvagità e arrivava alla perversità . Non quella , non quella ! Mi sarebbe piaciuto sedurvi , mi piacerebbe sedurvi , con una seduzione nobile e alta , quella della schietta anima femminile , che si dà in tutta la sua naturale bontà , con una seduzione fondata sull ' amore , profondo , umile , segreto e pure sgorgante da ogni atto e da ogni parola ! Si era avvicinata a lui , chinata verso lui , parlandogli : e gli parlava con una voce tremante , roca , come egli non aveva mai inteso uscire da quelle labbra . Egli ebbe un atto di smarrimento : - Tacete , Clara , tacete ! - No , amico mio , non mi fate tacere , non vi ho mai detto nulla , in questo tempo , e ora muoio , se non vi dico tutto .... - Io non posso udirvi .... - e cercava sciogliere le sue mani da quelle di lei che le tenevano , nell ' affanno dell ' emozione , strettissime . - Sì , sì , potete udirmi , giacchè io nulla debbo dirvi che vi turbi , che vi offenda ! Giacchè io non voglio niente da voi , Giovanni , niente ! Voi mi avete amata , è vero , nel passato e io sono sacrilega , quando lo nego , ma anche il sacrilegio è una forma della passione , anche il calpestare è una voluttà dell ' amore ! E ora voi non mi amate più e avete ragione ; io sono stata crudele , io sono stata infame , con voi , vengono dei momenti in cui mi faccio orrore , ve lo giuro .... Mentre parlava ella , così , singhiozzava e il suo petto si sollevava , nel singulto . Qualche rara lagrima le usciva dagli occhi e Clara l ' asciugava rapidamente , col fazzoletto . Giovanni l ' ascoltava , la guardava , stupefatto , incapace di difendersi più , e incapace di sottrarsi al pericolo estremo in cui si trovava . - Ma , sentite , Giovanni , sentite con pazienza , poichè queste cose mi soffocano , sino a morirne , e le debbo dire , giacchè sono le ultime parole di passione che mi usciranno dalla bocca , in questa vita . Sì , sì , le ultime , poichè io ho trovato in questa mia anima , così maltrattata , così ingiustamente maltrattata da chi non doveva mai farlo , ho trovato una sublime speranza , Giovanni , quella di poter essere un ' altra donna , quella di poter amare con un infinito entusiasmo e una infinita devozione , quella di poter essere in una estrema tenerezza , una donna leale , pia , umile , vivente solo per voler bene , così , come una povera creatura ammalata e convalescente si innamora della vita , di nuovo ! - Illusione , illusione - balbettò lui , tentando reagire contro quella esaltazione sentimentale , che gli si comunicava , fatalmente . - Voi non potrete mai far questo , Clara ! - Io posso fare tutto quello che voglio , io lo farò - ella rispose energicamente , altieramente . - Ah ho ben visto , io , in questo tempo , nella mia anima , io vi ho letto come in un libro aperto , io so tutto , io so che una sola cosa può farmi rivivere ed è un affetto schietto e saldo , senza altri interessi morali che l ' affetto istesso , senza altro desiderio che dare uno slancio di purezza a quest ' anima , senz ' altro ideale che la redenzione di uno spirito malato e corrotto . - Non vi riescirà , non vi riescirà - egli esclamò , in preda a tale un ' agitazione e a una confusione , che gli pareva di non aver parlato lui , ma un altro . - Se questo non mi riesce , io sono perduta , Giovanni - ella soggiunse , cupamente , - Ma perchè , perduta ? - Perduta , perduta ! Questo è l ' ultimo anello che mi lega alla vita : se si spezza , cessa la ragione della mia esistenza . Ebbene , io non posso perdermi , Giovanni , io non posso morire , io sono vecchia , perchè ho vissuto troppo , è vero , ma non ho che trentaquattro anni , e sono troppo pochi per rinunziare , per morire ! Io non voglio rinunziare , io mi abbranco a questa speranza , essa mi deve aiutare a vivere , io voglio amare così , se no , sono perduta e niuno , niuno può desiderare la perdita e la morte di una creatura come me ! - Ma chi , chi volete amare ? - gridò lui , levandosi , volendo fuggire , ma non trovandone la forza . - Voi - esclamò ella , guardandolo con gli occhi sfolgoranti , con le labbra schiuse che mostravano i bianchi denti minuti , che egli aveva adorato . - Me ? me ? E perchè ? - Perchè voi solo ne siete degno - diss ' ella , aprendo le braccia , chinando il capo , con un atto di umiltà . - Clara , io sono uno sciocco , un malato , un infelice , io non merito questo - disse lui , turbatissimo , dando indietro , cercando fuggire . - Voi siete l ' anima più buona e più nobile che io abbia mai incontrata - ella disse , con un accento profondo di amore , che finì di sconvolgere Giovanni . - Clara , voi avrete con me le maggiori delusioni . Io ho sofferto , io sono stanco , sono vecchio , oh quanto più di voi , così piena di vita , di vivacità ! Clara , Clara , se sapeste quanto sono vecchio , e quanto sono stanco , non dareste al mio cuore questa tortura , questa nostalgia .... L ' ultima parola era così imprudente ! Superbamente , realizzando il suo invincibile bisogno di espiazione , ebbra di sacrificio , folle di sacrificio , ella gridò : - Che importa ? Fosse anche così , così mi piacete : fosse anche peggio , voglio amarvi così ! - È un inutile amore , Clara - egli replicò , tristissimamente . - Perchè , inutile ? L ' amore non è mai inutile ! - Inutile , lo vedrete , Clara : io non debbo ingannarvi . Io non vi amo . - Lo so : non importa - diss ' ella , crollando orgogliosamente le spalle . - Ciò che è fuggito , non ritorna più . Io non posso amarvi di nuovo . - Non importa - replicò ancora lei , giunta al culmine della superbia e dell ' umiltà sentimentale . - Clara , Clara , questo è un romanzo : io non ho le forze morali per seguirvi in questo romanzo . - Non importa : camminerò sola . Il mio cuore è saldo , quando l ' amore lo regge . - Oh Clara mia , mia amica buona , voi v ' illudete , voi non mi amate punto , voi siete in preda a un accesso di infinita bontà , voi v ' ingannate , sul vostro cuore ! - Io vi adoro - ella disse , semplicemente , sorridendo . - Non è vero . - Provate - ella soggiunse , subito , con una tal luce nello sguardo , con un tal sorriso di offerta sulle labbra , che il poveretto vacillò . - Sentite , Clara , io sono il più saggio , fra i due , e invece vi sembro il più scortese e il più crudele . Clara , restiamo amici , non tentiamo la Provvidenza , non prepariamoci un avvenire di amarissime delusioni . Guai , se vi credessi ! - Mi crederete - e sorrise , fiduciosissima di sè e dell ' amore . - Io non vi vedrò più ! - gridò lui , sentendo sfuggirgli l ' estremo suo lembo di coraggio . - Perchè , Giovanni ? Non mi amate , è vero : ma non è una dolce consuetudine di vedermi , per voi ? - Sì , sì , purtroppo .... - Non mi amate , lo so : ma non sono io , la donna che più avete amata ? Non sono io la donna con cui più avete desiderato di vivere , la sola con cui abbiate desiderato di vivere ! - La sola , la sola ! - Ebbene ? perchè mi dovreste fuggire ? Dite che siete stanco , ammalato , vecchio , e che non mi potete amare ? Quale pericolo correte , dunque ? Voi avete la gran sicurezza ; che temete ? - Nulla .... infatti .... ma dovrò fuggirvi . - No . Restiamo amici , voi volete così ? Restiamoci . Solamente , solamente io non sarò amica , ma innamorata di voi . - Clara , sarebbe una condizione insopportabile ! - Io sola , la debbo sopportare ! Che fa , a voi ? Vi amerò così quietamente , così segretamente , che quasi quasi non ve ne accorgerete neppure . Sarete buono con me , ecco tutto : mentre io fui così cattiva ! - Voi , non siete fatta per questo orribile stato di animo , che è l ' amore non corrisposto . Voi siete stata sempre una vittoriosa .... - Lasciatemi provare la dolcezza di esser vinta - disse ella tenerissimamente . - Voi finirete per odiarmi , Clara , io lo so ! - e fece un atto di disperazione . - Ma perchè combattete questa lotta inutile e inefficace , Giovanni , contro me , contro voi stesso ? Perchè mi negate il permesso di volervi bene , quando ciò non vi costa nulla e quando ciò può anche piacervi ? Perchè rinunziate , quando non vi si domanda altro che di lasciarvi amare , Giovanni ? Che vi fa ? Perchè dite di no , quando nessuno vi chiede di dir sì ? Lasciatevi amare , lasciatevi amare , è una cosa tanto confortante , tanto consolante , credetelo ! Egli non le rispose nulla . - Vedrete , amico mio , vedrete che questo mio amore , mentre sarà il segreto della mia esistenza , non turberà la vostra . Fidate in me . Io vi saprò amare così bene , che non ne avrete nè preoccupazione , nè noia . Verrete a vedermi , quando vorrete . Io non vi darò le mie ore : vi aspetterò , sempre . Sarò profondamente felice , quando vorrete darmi qualche ora del vostro tempo : e se non vi vedrò , ebbene , non uscirà un lamento dalla mia bocca . Vi scriverò . Mi permetterete di scrivervi , è vero ? Le lettere sono uno sfogo così dolce a chi ama : e non turbano colui che non ama . Giovanni , Giovanni , lasciate che io vi ami , non mi togliete questo amore , se vi sono stata cara una volta . E pian piano , dalla sedia in cui era seduta dirimpetto , gli scivolò inginocchiata , innanzi , levando il volto trasfigurato verso Giovanni Serra . Egli la sollevò , nelle sue braccia , dicendole forte , violentemente come se volesse convincerne sè stesso , mentre la stringeva a sè : - Io non ti amo .... non ti amo ! - Ne sei certo ? - ella chiese , misteriosamente , con la testa sul suo petto , col volto proteso a lui . - Non lo so - balbettò il poveretto , in un impulso di luminosa verità . E la baciò , sulle labbra . Tutta la virtù di quel cuore d ' uomo , in quel bacio , cadde . IV . Infelicissimo amore ! Immediatamente Giovanni Serra provò il confuso avvilimento della sua caduta e Clara la delusione della sua prepotenza sentimentale . Passata l ' ebbrezza singolare e pur triste della grande serata , ella si trovò di fronte a Serra , nella condizione tormentosa e misera , di una donna che ama troppo , che vuole amar troppo e che , sovra tutto , pensa e dice di amar troppo , mentre non è riamata abbastanza . Infelicissimo amore ! Giacchè nello speranzoso e baldanzoso animo di Clara , restituito ai consueti trionfi della sua beltà e della sua grazia , tolto dal fittizio ambiente di umiliazione morale , in cui ella si era collocata con amara voluttà di punizione , rimesso nella posizione solita ed orgogliosa di una donna che ha conquistato un uomo o che lo ha riconquistato , in questo animo in cui gli impeti della immaginazione erano il fondamento della passione e dove la vanità si nascondeva sotto le forme più semplici , in questo animo tramontò subito quel purissimo e inaccessibile ideale di un amore che volontariamente rinunzia alla corrispondenza , di un amore che volontariamente invoca di esser dolore e di essere espiazione . L ' imperioso cuore che si voleva dare in un immenso sacrificio , privo di premio , ritirò subito la sua offerta , quando negli occhi smarriti di Giovanni Serra vide la follia dell ' amore , quando egli si curvò a baciare quelle labbra col trasporto di un uomo che non ha mai finito di amare , che ricomincia ad amare , con la forza di dieci anni di ricordi , accumulata e repressa . Clara passò la notte seguente nella veglia deliziosa , e indescrivibilmente deliziosa di chi ha trovato , nell ' amore , quello che cercava , il gran segreto che tutte le anime sentimentali e passionali cercano : un amore eguale al proprio , la corrispondenza perfetta e l ' armonia sublime . La vita , infine , aveva dato , con dieci anni di ritardo , è vero , ma con più potenza di concentramento , alla donna innamorata dell ' amore , ciò che ella non aveva mai provato , ciò che pochi uomini e poche donne provano sulla terra : un amore schietto e profondo , così sentito e così corrisposto . Immensa delusione : e infelicissimo amore ! Poichè , quando ella rivide Giovanni e guardò nei suoi occhi , ella vi scorse un imbarazzo mortale , una tristezza mortale , come ne nascono nelle pure coscienze di coloro che caddero per una inesplicabile debolezza della volontà . Clara credeva , era certa di vedersi apparire innanzi un uomo felice , ringiovanito , ridato alla forza vincitrice degli ostacoli e ridato agli entusiasmi dell ' età più bella : e invece , Giovanni aveva l ' aspetto di un uomo che ha errato e che sente amaramente tutto il peso del suo errore . Clara era lieta e dolce , aveva rialzato i suoi capelli in un grosso nodo attraversato dagli spilloni di tartaruga , come dieci anni prima , aveva un vestito chiaro e gaio : e Giovanni la guardava , con certi occhi distratti e stupiti , dove , ogni tanto , si abbassava il velo di una malinconia intensa , dove , ogni tanto , passava la nuvola dello sgomento . - Come siete gioconda , questa sera ! - le disse , come trasognato . - Perchè ti voglio tanto bene - ella gli rispose , dolcissimamente , prendendogli le mani . Egli si turbò sempre più . - Non parliamo di questo , Clara . - Perchè ? Non mi credi ? Non mi credi ? Egli tacque . Non le credeva , infatti . Ella intese perfettamente questa sfiducia . - Che debbo fare , perchè tu creda ? - Nulla , Clara : non fare nulla . Io sono uno sventurato . - E perchè ? Non ti voglio bene , io , malgrado la tua incredulità ? Non mi vuoi bene , tu ? - Io ! - gridò lui . - No , no , non ti amo ! - E che mi hai detto ieri sera , allora ? Hai mentito ? Sei diventato bugiardo , ora ? Non eri bugiardo , prima . Giovanni Serra non rispose . Era così pallido , così disfatto ed evitava tanto di guardarla ! - Amore mio , amore mio - ella riprese , tenerissimamente , carezzandogli una mano - non tormentarti , te ne prego . Non ti dico nulla , non ti domando nulla : la mia voce e le mie parole ti agitano , lo vedo . Lascia ch ' io stia vicino a te , così , in silenzio . Era , difatti , seduta accanto a lui , sul divano , e gli aveva passato un braccio sotto il braccio ; aveva appoggiata lievemente la testa sulla sua spalla . Un lungo silenzio : ma ella , a occhi bassi , sentiva che il respiro di Giovanni diventava affannoso . Allora , pian piano , levò gli occhi , lo guardò , gli mormorò : - Mi vuoi bene ? Una così grande espressione di dolore , negli occhi di quell ' uomo ! Ella tacque , ancora un poco , legata a lui , cheta , respirando appena : poi le parve che egli le sfiorasse con le labbra i capelli : - Mi vuoi bene , amore ? - chiese , sorridendo nel fondo del cuore . Giovanni sospirò profondamente e rispose : - No . Attraversata da un impeto d ' ira , ella si staccò bruscamente da lui , si levò , esclamando : - Sei cattivo e scortese . Una scena dolorosa avvenne fra loro , dove tutta la violenza e tutta la natural tenerezza del cuore di Clara - tenerezza repressa nel periodo d ' isolamento in cui era stata - sgorgarono in parole precipitose , ardenti , innamorate e pure ingiurianti : e dove tutta la mitezza e tutto il profondo scetticismo di Giovanni si manifestarono , più dolci e più freddi , pieni delle grandi timidità di chi , avendo amato invano per tanto tempo , ha oramai una paura invincibile di amare . Due o tre volte , durante questa penosissima scena , ella lo offese in un modo crudele , poichè era avvezza a calpestare i cuori che adorava , per poi adorarli più profondamente , dopo ; ed egli sentì l ' offesa , con un amaro piacere , giacchè essa lo autorizzava non a reagire , ma ad andarsene , per non ritornare mai più . Questo , questo , era il suo intimo desiderio , innanzi a quella donna che lo affascinava e che lo terrorizzava coi tumulti strani della sua fantasia , con le singolarità di un temperamento fuggevole e pericoloso , con l ' impensato di un ' anima , nella quale la inconscienza assumeva degli aspetti terribili e dolcissimi . Nel momento in cui ella più gravemente lo ingiuriò , egli pensò che era giunta la salvazione per lui , se partiva . Ma quando ella lo vide arrivato alla soglia , quando intese che lo perdeva , così , miseramente , irrimediabilmente , lo chiamò con una voce così spezzata dal pianto , che egli si volse , venne a lei . Clara piangeva , Piangeva ! Mai l ' aveva vista piangere , Credeva che non potesse piangere , tanto il gran riso clamoroso , e il riso breve , e il sorriso , e il sogghigno le eran particolari . Clara piangeva , soffocando dai singhiozzi , con un lamento che le usciva dalle labbra , continuo . Il cuore di quell ' uomo buono s ' infranse , ed egli intese sul suo petto quel povero corpo femminile scosso dai singulti , ed essa intese da quella voce tremante e fievole la parola d ' amore , strappata dall ' essenza di quell ' anima , dolorosamente . Tali furono , sempre , le amarissime vittorie di Clara ; e procedendo oltre , il combattimento fu diversamente aspro , con forze maggiori o minori dall ' una parte e dall ' altra , ma concedenti sempre il più triste dei trionfi al soldato più energico e più ardente , più abituato alla guerra dell ' amore , più multiplo nelle sue risorse di attacco e di difesa . Giacchè appena Giovanni Serra si allontanava da Clara , dalla sua casa , dal cerchio magico in cui ella lo rinserrava , rinasceva in lui il desiderio della fuga ultima , della liberazione . Quando ella non era presente ed egli non ne vedeva le grazie delicate , e la novissima incantatrice dolcezza , e tutta la seduzione muliebre potente , Clara gli appariva come l ' aveva sempre considerata , da dieci anni : una donna attraente , perfida e fallace , a cui egli aveva gittato inutilmente il suo cuore e per la quale aveva perduto ogni fede in sè stesso e nella vita . La figura di una creatura quasi mostruosa , senza pietà femminile , senza alito di sentimento nell ' anima , senza coscienza pel bene , come pel male , formatasi in dieci anni nel suo spirito , lo signoreggiava , di nuovo , con novello impulso di ribrezzo , di orrore . Mutata , forse ? Forse . Ella era capace di tutto , anche di vestire l ' aspetto della maggior tenerezza della maggiore nobiltà spirituale , e di essere , forse , tenera e nobile veramente , per un certo tempo per ordine della propria volontà , sino a che la natura sopita si risvegliasse , e l ' onda della perfidia e della menzogna trasportasse via il bel sogno di bontà e di dolcezza . Mutata ? E che , perciò ? Anch ' egli s ' era mutato purtroppo , e dove la lava incandescente della passione aveva gorgogliato , schiumando , del fuoco , si stendeva il lapillo grigio e freddo delle devastazioni vulcaniche : dove aveva vissuto la fede nell ' anima umana e nella sua purezza , vi era il gelo di un dubbio tranquillo e non più torturante : dove avevano balzato di gioia e di voluttà gli entusiasmi giovanili , vi era l ' inazione e l ' aridità . La lealtà , il rispetto , la bontà virile rimanevano intatte in quell ' uomo che aveva avuto in dono , nella giovinezza , le qualità più nobili dello spirito : ma ciò che restava , non bastava all ' amore . Una parte di quel cuore , era veramente finita . E tutta la sensibilità che ancor viveva in lui , fremeva di sgomento all ' idea di essere stato ripreso da quel fascino ; non si sentiva più la forza morale per quelle lotte e il risultato non gli sembrava più la sua grande ambizione . Così , di lontano , egli formava sempre il disegno di non vedere mai più Clara . Ella gli scriveva delle lettere lunghe e bizzarre , con un ' incoerenza sentimentale che sarebbe stata molto interessante e molto seducente per un uomo più giovane e più vivace , meno provato dai dolori della vita , ma che gli produceva un senso di ripulsa , di maggior distacco : non rispondeva alle lettere . Ella gli mandava degli appuntamenti ; Giovanni vi mancava , due o tre volte . Perchè , alla quarta volta , egli non resisteva più e vi andava , riluttante , pieno di tutte le incertezze ? Egli non se lo spiegava : e nella sua timida immaginazione , il fascino di Clara assumeva un aspetto onnipossente ; Giovanni aveva bisogno di credere a un potere ascoso , rarissimo , unico , per spiegare la mollezza della sua volontà . Perchè , tante volte , quando egli andava da lei , ben deciso , ben risoluto , a dichiararle che quell ' amore così povero di gioie , così dubbio , così squilibrato non aveva ragione di essere e di durare , perchè Giovanni , innanzi al bel volto tranquillo e sorridente di Clara , a quelle mani che gli si tendevano affettuosamente , al suono di quella voce che ella rendeva così insinuante , per lui , perchè egli non diceva più niente , lasciandosi andare alla corrente di quel sentimento , illuso per un poco , credendo di essere amato , credendo di amare ? Perchè , nelle loro grandi scene , scoppiate improvvisamente , egli aveva provato a proclamare la sua libertà , la sua indifferenza , sempre più duramente , meravigliandosi anzi talvolta della propria durezza , ed era riescito soltanto ad esasperare Clara ; ma non aveva svincolato il proprio cuore ? Perchè , mentre egli era dei due quello che meno pensava d ' amare , che meno diceva d ' amare , che non scriveva , che rinunziava ai convegni , perchè , poi , era lui quello che più cedeva , che più si dava , che più rientrava in servitù , con ritorni di affetto che costituivano le pochissime soavità di quell ' amore ? Perchè , una volta , quando stettero quindici giorni senza vedersi ed ella continuava a scrivergli , egli non ebbe la forza di non aprire , come aveva dichiarato , le sue lettere ? E una sera , ella passava , sola , triste , pallida , per una via , rientrando nella sua casa deserta con aspetto di tale abbattimento ed infelicità , che Giovanni , vedendola innanzi a sè , non visto da lei , provò uno schianto indicibile . Ritornò a lei , subito , senza che lo avesse chiamato : e Clara stessa si stupì di questo ritorno inatteso , mentre il suo cuore si era immerso già nell ' amarezza dell ' abbandono . E ingenuamente , puerilmente , Giovanni non sapendo come spiegarsi la sua debolezza e la sua disfatta , pensava a qualche cosa d ' insolitamente affascinante , e diceva , come un bimbo : - È una strega . Ma per colei che misteriosamente lo riconduceva a sè , ogni volta , questi trionfi erano un tossico . Fermentavano dentro il suo spirito indomito le ribellioni più profonde contro questo stato di lotta che avviliva l ' idea ch ' ella si era fatta di quell ' amore e che la mortificava in tutte le sue vanità muliebri . Ella , infine , lo amava , è vero , come poteva e come sapeva , con un senso immensamente egoistico che aveva sempre dominato in quell ' anima : lo amava , perchè le faceva piacere di amare , perchè il suo stato migliore era l ' amore , perchè ella non sentiva la vita che quando era innamorata : l ' amava perchè così aveva voluto ed ora la sua volontà era più forte di lei . Ciò che la sconvolgeva , era di non sentirsi amata abbastanza , mentre ella sapeva di dare a Giovanni il meglio che restava di lei : ciò che la esasperava , era questa battaglia quotidiana che ella sosteneva , per conservare , se non l ' amore , la larva di amore che le portava quest ' uomo : ciò che la faceva delirare di collera , segretamente , era di avere ancora sbagliato , anche in quest ' ultima volta e di non potere in nessun modo metter rimedio al suo errore . Per il passato , coloro che l ' avevano amata , erano stati tipi soliti , comuni , non più buoni e non più cattivi di qualunque altro uomo , in modo che il mondo psicologico di Clara non aveva avuto sviluppo che nelle ombre della sua anima , assai più grande e assai più complessa di quelle che ella aveva avuto ai suoi piedi . Ella aveva sofferto per loro , non già per le complicazioni sentimentali , ma perchè questi due o tre erano esseri limitati , non meschini , ma limitati , a cui ella aveva creato una luminosa e inesistente aureola . Aveva sofferto di non essere amata abbastanza , disprezzando coloro cui mancava la potenza spirituale , rimpiangendo sempre Giovanni , Giovanni , ch ' ella aveva disdegnato e di cui si rammentava la violenza giovanile di passione : e lentamente , nella sua coscienza , si era formato il criterio che solo Giovanni l ' avesse amata e che solo lui , così profondo , così intimo , così squisito , avrebbe potuto amarla come ella desiderava . Gli altri , erano , infine , poveri diavoli , ai quali ella aveva dato il manto di porpora della sua immaginazione e uno scettro d ' oro , sotto cui ella medesima si era curvata ; ma l ' anima bella per sè , grande per sè , unica nella tenerezza come unica nella passione , era quella di Giovanni . Ella aveva creduto a una fatalità del destino quando , finendo la sua giovinezza , prima del tramonto , s ' erano incontrati nuovamente ed egli le aveva parlato dell ' amore passato . E in lei si erano dileguate le profonde stanchezze , mentre più vivo , più forte rinasceva il desiderio di amare eccezionalmente , di essere eccezionalmente amata . Ella si rammentava un Giovanni Serra tutto pieno di un ingenuo e vibrante ardor giovanile , che faceva dell ' amore non un breve episodio , come tutti gli altri , ma il grande affare dei suoi giorni e delle sue notti , che dava all ' amore un tesoro di intima mestizia e di gioie delicate , che portava l ' immagine dell ' amata come la sola visione degna della sua fantasia , e che ne pronunziava il nome con una emozione vivissima e candidamente mal repressa . Aveva creduto , quando egli le narrava i suoi dolori passati con sì grande senso di amarezza , che egli fosse sempre il medesimo : e che era giusto e umano l ' amarlo ; e che era una voluttà dolorosa l ' amarlo senza conforto ; e che , infine , infine , egli l ' amasse ancora , malgrado i tentativi di fuga , malgrado i dinieghi , malgrado i terrori che gli si dipingevano sul volto , malgrado che egli restasse freddo e confuso , nelle ore più calde , in cui ella più si abbandonava a questa estrema passione . E dall ' antico concetto e dal novissimo errore suo , ella traeva un veleno interno di delusione , un seguito di sconfitte inavvertite da lui , ma di cui ella provava il colpo nel fondo dell ' anima , un ricadere continuamente sulle proprie speranze e un soffrire per tutte le parti , dall ' amore all ' amor proprio , dalla delicatezza all ' orgoglio , dalla sensibilità femminile bonaria alla sensibilità femminile maligna . Come si torturava ella , per un ritardo di un ' ora , per una parola detta con troppa disinvoltura , per un voi apparso improvvisamente nel più intimo discorso : e il suo umore si cangiava , per la sottile ferita ricevuta , ed egli , che non sapeva di aver ferito , si stupiva del cangiamento , e arretrandosi , pallido , come se avesse visto un fantasma , le diceva la tetra e monotona frase : - Voi siete sempre la stessa . Sì , Clara era sempre la stessa , con un carattere mobile e pure ostinato , con una energia breve e caduca , con un disprezzo intimo e cordiale di sè , con un egoismo a cui dava le forme nobili dell ' amore , con un desiderio di vivere e di godere che non si saziava mai ; e su tutto questo fondo stravagante , e spesso perfido , e spesso capace dei più alti sagrificii , il ricordo di una vita vissuta mediocremente , il ricordo di sciocchi errori e di delusioni meschine . Era sempre la stessa , lei , ma da tutti i pianti versati nella solitudine della sua casa , da tutte le angoscie soffocate sotto la sua maschera di donna mondana , da quell ' abbandono in cui aveva passato un anno , le era venuta innanzi alla mente la grande verità , che tutti i calcoli dell ' egoismo sono sempre sbagliati , e che bisogna vivere per gli altri , per poter essere felici . Non era fatta per questo , la sua natura capricciosa ed esaltata : ma la sua volontà le imponeva di assuefarsi alla più semplice verità umana , che è la felicità altrui : ed ella giungeva con uno sforzo supremo là dove altre creature arrivano naturalmente e la sua bontà calma , la sua dolcezza ragionata , la sua serenità esteriore avevano , forse , maggior merito , poichè ella affogava in esse tutto il clamore di un ' anima ribelle . Soffriva profondamente , perchè non era amata abbastanza , perchè non era neppure certa di essere amata : dentro le vene ardeva il sangue per collere improvvise : cento volte ella sentiva la tentazione di scacciare Giovanni da sè , di non vederlo mai più . Ma il pensiero che egli , veramente , la credesse ancora una perfida femmina , capace del male per la voluttà del male , ma l ' idea di desolare ancora Giovanni , con una catastrofe spirituale , tale che per sempre ne restasse violata la sua memoria , la rigettavano nell ' amore e nel sacrificio . E più il suo spirito spasimava per la battaglia che sosteneva , più ella prodigava a Giovanni Serra i tesori della più squisita affezione . Egli , talvolta , ne restava avvilito . Ora , non le diceva più di non crederle ; nè , d ' altra parte , la fiducia nasceva in lui , bensì uno stupore malinconico . Quando ella gli dava qualche novella pruova , non chiesta , di amore , egli restava confuso e rammaricato : - Io non merito questo , Clara . Tu esageri sempre : e che sarà il nostro avvenire , così ? - Io ti amerò sempre egualmente - diceva ella , esaltata . - Quante volte l ' hai detta la parola sempre ? - Ah tu sei crudele ! - esclamava lei , abbassando il capo per nascondere il suo pallore . Sì , quell ' onest ' uomo , quell ' uomo onesto e buono era spesso crudele , con lei . Non s ' accorgeva di colpirla , così duramente : o non la credeva sensibile : o credeva che fosse necessario di colpirla , per guarirla da questo morbo spirituale che la teneva . Certi giorni , dopo un ' assenza di una settimana , le appariva innanzi quietissimo , avendo l ' aria di non vedere che ella era disfatta dall ' attesa , non dando nessuna scusa alla sua mancanza . Un dialogo freddo si stabiliva fra loro due : le labbra di lei fremevano leggiermente , perchè reprimevano lo sdegno : egli non capiva ciò e dopo un ' ora trascorsa , così , in uno strazio fine e pur terribile , egli si levava per andarsene : - Vieni domani ? - ella diceva , a occhi bassi , pallida come uno spettro , - Non so . - Dopodomani , allora ? - Non ti saprei dire : ho delle faccende noiose da sbrigare . - Ah ! - diceva lei , senz ' altro , sentendosi morire . - Ti scriverò , quando posso venire . - Va bene . E lentamente lo seguiva , mentre si avviava alla porta : gli porgeva una mano gelida ed immota . Talvolta , egli le chiedeva : - Che hai ? - Nulla - ella rispondeva con voce così mutata che egli avrebbe dovuto capire . Ma , temendo una scena , egli se ne andava , senz ' altro . Come ella correva nella sua stanza , gittandosi sul letto , mordendo i cuscini , ingiuriando la freddezza di Giovanni , imprecando alla propria viltà , esalando tutta l ' ira della sua delusione , soffocando le grida del suo cuore che insorgeva contro un dolore così atroce ! La crisi durava una notte intiera : ella si addormentava all ' alba , con gli occhi rossi di lacrime , con il petto ancora esalante sospiri . Egli non sapeva nulla di ciò . Ella temeva che Giovanni la fuggisse per sempre , se diventava troppo insistente e troppo noiosa . L ' altiera donna era giunta a credersi una seccatrice . Pure , qualche sera , quando più l ' onesto e buon ' uomo era stato crudele , ella sentiva cadere le forze della sua rassegnazione . Allora gli appariva infelice , così accasciata , così perduta in un abisso di delusioni , che l ' oscuro mistero della sua tenerezza per Clara , si svelava . Una volta , egli era andato via . Appena fuori , sulle scale , egli intese , dietro la porta ancora chiusa , un tale scoppio di singhiozzi che tornò indietro , bussò e la trovò smarrita , incapace di affogare i suoi lamenti , incapace di dominarsi più . Qual notte ! Egli le parlava ed ella , perduta in un oceano di amarezza , non gli rispondeva , mentre , come se fosse sola , si raccomandava alla Madonna ed ai santi , perchè la liberassero da quelle torture . Egli le prendeva le mani , ma ella le ritraeva , come inorridita , convulsa , per rivolgerle al cielo , per chiedere la pace , la pace , niente altro : egli cercava di abbracciarla , ma quel corpo fremente gli sfuggiva ; essa passava da un divano all ' altro , camminava al buio , per le altre stanze , parlando sola , gemendo , tutto il suo male , gemendo di dover amare così , gemendo di essere così poco amata . Notte fatale , invero : giacchè fu allora soltanto ch ' egli capì tutta la gravità del loro caso : giacchè fu in quella scena di lacrime , di convulsioni , in cui ella pareva avesse dimenticata persino la sua presenza , che egli le parlò , per una volta , come dieci anni prima , come un innamorato , come un amante . Egli s ' inginocchiò innanzi a lei e le chiese perdono della sua condotta , e la pregò che avesse pietà di lui ; la scongiurò di credergli , quando le diceva che nessun essere le era devoto come il suo , e di compatirlo se egli non sapeva amarla , se egli non sapeva ritrovare in un ' anima stanca , malata , vecchia , gli accenti e gli entusiasmi dell ' amore ; che per quanto egli poteva amare , l ' amava ; che era poco , sì , era poco , per una donna appassionata come lei ; che ella meritava un miglior innamorato , un miglior amante ; ma che lui non poteva amar meglio , ma che egli le aveva dato tutto , dieci anni prima , e che quella devastazione era opera sua . Mentre ella , sfinita , esausta , si passava ancora sugli occhi aridi il fazzoletto bagnato di lacrime , Giovanni , ai suoi piedi , le narrava ancora la sua miseria sentimentale presente , la sua morbosa sensibilità che aveva paura dell ' amore , la sua impotenza spirituale , tutta la rovina irreparabile che gli impediva di esser per lei il perfetto innamorato , il perfetto amante . Alle sue ginocchia , in una evocazione straziante , di quello che era stato il suo passato d ' amore e nello strazio della presente realtà , egli versò poche , cocenti lacrime , le più dolorose che avesse versate mai . Smorta , con gli occhi spalancati su lui , reggendosi la testa con le mani , ella che aveva gridato tutta la sua desolazione , udiva ora le parole di una ben diversa miseria , di un disfacimento umano assai più tragico del suo ; e mentre l ' alba faceva il cielo di un freddissimo biancoverdino , i due amanti si guardarono , presi da una pietà immensa , per sè stessi , e sentendo che nessuno dei due poteva consolare , giammai , giammai l ' altro . Ella , folle oramai di sacrificio , fu dimentica di sè , e si rassegnò a una forma qualsiasi dell ' amore , purchè Giovanni non l ' abbandonasse . Rinunziava alla passione , chiudendo gli occhi : ella che adorava solo la passione ! L ' amasse Giovanni , come voleva , come poteva , quando voleva : purchè quel residuo di tenerezza fosse suo ! Oramai ella diventava simile ai malati che , giorno per giorno , vanno rinunziando alle dolcezze che godono i sani e fanno un ragionamento malinconico a ogni rinunzia . Diceva , ella : - Tu , che non mi scrivi mai .... E se egli annuiva , ella frenava il suo spasimo . Giovanni , un tempo , le aveva troppo scritto : adesso non ne aveva più la forza . Altre volte diceva : - Tu non vieni ; è vero , domani sera ? Ed era perchè soffriva troppo , a udirlo dire da lui che non sarebbe venuto . Parlando dell ' amore , ella soggiungeva , con un debole sorriso : - Tu che mi vuoi bene così poco .... E lo sogguardava , ansiosamente , per osservare anche l ' espressione più fugace . Egli sorrideva , acconsentendo al fatto di amarla poco : Clara indietreggiava , disperata internamente della pruova . Qualche volta , bonariamente , ella gli tendeva un tranello : - Perchè mi ami così poco ? Io ti voglio troppo bene . - Perchè non posso di più . - Non puoi , non puoi ? Tenta . - Oh no ! - esclamava , con un tono di stanchezza , di sfiducia , di paura . - Io ti amo troppo - ella diceva , affogando di dolore , ma non mostrandolo . - È ciò che mi trafigge . Io sono un indegno , Clara . - E se non ti amassi più ? Giovanni impallidiva e taceva . Quel pallore , la rincorava . - Se non ti amassi più , di ' ? - Mi rassegnerei malinconicamente . Sono stato un grande sventurato , sempre . - Ti rassegneresti ? - e fremeva , ella . - Mi rassegnerei . - Mi riesce impossibile di non amarti , Giovanni ! - ella esclamava . - Se tu volessi , ti sarebbe facile . Credimi , non ti ho meritata prima : non ti merito adesso . Era destino ! - Parliamo d ' altro - diceva lei , brevemente , vinta . Ma si rinnovava ogni giorno , ogni sera , il duello , sopra una ben semplice frase così cara a tutti gli amanti . Quando ella era di umore più lieto , gli diceva : - Già , non ti domando se mi vuoi bene . Sarebbe inutile . - Sarebbe inutile - mormorava lui , sorridendo , cercando di scherzare . - Non mi ami affatto ? - e la voce lievemente le tremava . - Affatto . Clara taceva , incapace di scherzare più . - Che hai ? - chiedeva Giovanni . - Nulla . - Nulla ? Ti ho rattristata ? - Un poco . - Sono un infelice - diceva Giovanni , così schiettamente addolorato , che Clara non osava proseguire la discussione . Ma , talvolta , la domanda era diretta : - Mi vuoi bene ? E se lui era tranquillo , senza fremiti nella sua sensibilità , le rispondeva : - Tu lo sai . - Non so nulla . Ripeti un poco , - Quante volte lo vuoi sentire , Clara ! - Gli è che non lo dici mai , mai , mai ! - A che serve ? - Mi serve : mi serve immensamente . Te ne prego , Giovanni , Giovanni mio , mio amore , dimmi se mi vuoi bene ! - Ti voglio bene - diceva lui , a occhi bassi , quasi per forza . - Quanto ? - Quanto posso . - E poco , è vero , è poco ? - Perchè mi ricordi che sono un poverello , in fatto di amore ? Perchè mi rinfacci la mia miseria ? Perchè mi rimproveri se non ho più lena , se non ho più una scintilla di entusiasmo ? Clara , Clara , tu mi uccidi , così ! - Perdonami - diceva lei , scivolandogli inginocchiata innanzi , con un moto che le era familiare . - Io non debbo vederti più - diceva lui , come se parlasse a sè stesso . Oppure , la frase cara agli amanti riappariva in altri modi tormentosi . Talvolta , dopo un lungo silenzio , vagamente , distrattamente , come per un moto delle labbra , ella chiedeva : - Mi vuoi bene ? Giovanni non rispondeva . Immediatamente , ella diventava trepida e ansante : - Giovanni , mi vuoi bene ? Allora egli usciva dalle sue riflessioni e vagamente , distrattamente , diceva : - No . - Giovanni ? - Clara ! - Hai detto che non mi ami ? - L ' ho detto . - Ed è vero ? - È vero . Silenziosamente , ella curvava il capo , e le lacrime le discendevano sulle guancie . Giovanni la guardava , desolato : poi , le andava vicino , le carezzava una mano , le baciava le guancie bagnate di lacrime . - Ho scherzato - diceva . - Tu non ischerzi mai . - Ho scherzato . Tutto finiva , così : ma le lacrime erano state versate . E infine , sulla frase cara agli amanti , avveniva ancora questo : - Tu non mi chiedi mai , Giovanni , se ti voglio bene ! - Perchè chiedertelo ? - Non ti piace saperlo ? - No , non mi piace . - Ti tormenta , il mio amore ? - Sì , mi tormenta tanto . - Ma perchè , ma perchè ? - Perchè mi hai amato troppo tardi - esclamava lui , per la centesima volta ; - perchè io non sono più il giovanotto appassionato di dieci anni fa , ma un uomo arido e stanco , senza speranze e senza desiderii ! È tardi , è tardi , Clara . - Mai tardi , per l ' amore . - Siamo vecchi , Clara : il nostro sole tramonta . - Dio mi salvi dalla notte - ella mormorava , avvilita , senza più energia . Vi fu un giorno , però , in cui tutte le ombre malinconiche , e le incertezze , e i timori parvero dileguati . Era nella calda estate ed ella era andata ad Albano , sui colli , per fuggire l ' aria soffocante di Roma . Colà , lo aspettava pazientemente , per giornate intiere , ma egli , pur promettendo di venire a trovarla , pur scrivendole , non veniva mai . Per tre o quattro volte ella era andata alla stazione , inutilmente . Una grandissima tristezza adesso opprimeva la donna superba ; giacchè le pesava sulle spalle tutto l ' irreparabile del suo errore sentimentale . Volontariamente ella si era ingolfata in questo amore ; con ostinazione di passione ella ne aveva abbracciata la croce ; la sua fantasia l ' aveva spinta ai più duri sacrificii ; e adesso erano impegnati il suo cuore e il suo onore . Stando sola , nella freschezza dei colli albani , ella approfondiva l ' immensità del suo ultimo fallo e quel verde riposato tutt ' intorno , e quella serenità la crucciavano . Infine , un giorno egli giunse , quasi inaspettato . Era così lieto ! Le disse , subito che non era venuto , ma che aveva sofferto molto , a non venire : che l ' aveva molto amata , nella sua assenza : e le domandò , se ella lo amasse ancora . Così lieto ! Ella diventò lietissima . Andarono , insieme , sotto l ' ombrellino di Clara , a una lunga passeggiata , a braccetto , a traverso i sentieri di campagna , fra i prati fioriti . Clara aveva un vestito di seta leggiera , di un bianco avorio : e un gran cappello di merletto avorio come una cuffia . Pareva molto più giovane e così delicata che egli la chiamò , ridendo : Madame la marquise . Ella era raggiante . Si sedettero sull ' erba , all ' ombra di un elce secolare , famoso in quelle campagne , e le loro anime furono così assolutamente e perfettamente armoniose , in quella solinga e serena campagna , che essi si guardavano e indovinavano l ' un l ' altro i pensieri . Si dispersero , due volte , per la via , ridendo , scherzando , baciandosi , dietro l ' ombrello abbassato di Clara : e Madame la marquise arrossiva finemente di gioia , sotto l ' ombra bianca del suo grande cappello . Non un motto del passato : non un pensiero del domani : non un velo di amarezza , mai . Egli aveva l ' aria di un fanciullo ; strappò dei fiori di campo , odorosissimi , ne fece un gran fascio , lo portarono all ' albergo in trionfo . Là pranzarono soli , soli , in un angolo della stanza da pranzo , guardandosi negli occhi , sorridendosi , toccandosi le mani nel porgersi un bicchiere , un piatto , ebbri di una gioia di vivere che li faceva impallidire di piacere . Andarono sulla terrazza dell ' albergo , soli sempre , tenendosi per mano , tacendo , dicendosi nello sguardo innamorato quelle cose profonde e intime , che l ' amore pensa e non dice . Ogni tanto , ella chiedeva : - Mi vuoi bene ? - Sì - rispondeva lui , semplicemente , senza reticenze . - Quanto ? - Molto . - Io ti adoro - ella concludeva , arrossendo . Alla sera , ella lo ricondusse alla stazione , attaccata al suo braccio , innamoratissima di lui , mentre lui non sapeva staccare lo sguardo da quei cari occhi : si baciarono nella penombra della stazione , senza pensare a chi li guardava . Il treno si mosse , ella restava a guardare e lui si sporgeva dallo sportello , salutando . Ella gli scrisse , nei giorni successivi , otto o dieci lettere , folli : egli non rispose . Aveva giurato di ritornare : non ritornò . Ella ripartì per Roma , prima che la villeggiatura finisse . V . Vestita di bianco , con un leggiero scialletto di crespo bianco sulle spalle , Clara , in quelle ultime lunghe sere di estate , aspettava Giovanni al balcone . Prima , la solinga donna leggeva un poco , si aggirava come un fantasma per la casa deserta ; poi , verso le nove , approssimandosi l ' ora dell ' arrivo , ella esciva sul balcone , interrogando le penombre di via del Babuino . Malgrado che l ' afa di quella fine d ' agosto togliesse la gente alle case soffocanti e la spingesse per le vie , in cerca di un fantastico fresco , via del Babuino era spopolata . È lontana dal centro : ed è via di forestieri , che la popolano solo nell ' inverno . Pochissima gente l ' attraversava ; avanzandosi la sera , non più un viandante . Clara guardava l ' alto della strada , verso piazza di Spagna , donde giungeva sempre Giovanni , quando giungeva : e appena una persona svoltava l ' angolo , essa si piegava sui ferri , cercando distinguere l ' alta figura e il passo un po ' lento , a lei così noti . L ' ora serotina si svolgeva , calda , spesso attraversata da un molle soffio sciroccale ; Giovanni non compariva . Affaticata dallo stare in piedi , ella si sedeva sovra uno sgabello di legno , che era fuori sul balcone ; appoggiava la testa ai ferri , in atto di pazienza e di riposo ; talvolta , un lieve sonno la coglieva ; alle undici e mezzo , che ella sentiva suonare a Santa Maria del Popolo , si levava , rientrava , poichè Giovanni non sarebbe venuto più . Un brivido di freddo la coglieva , in casa : e si accostava alla sua scrivania , per scrivergli un biglietto , una lettera , lagnandosi che egli avesse ancora mancato alla promessa . Ma , sedutasi , si rialzava subito : a che lagnarsi ? Su sette sere della settimana , egli mancava cinque : e la lasciava , così , in una interminabile aspettativa , fuori su quel balcone , in una solitudine e in una malinconia grande , sapendo benissimo che ella lo aspettava ogni sera e che era sola , solissima . Adesso , ella non si lagnava più , giacchè le scene la stancavano e la impaurivano , perduta di energia , precipitata e giacente nella inazione spirituale di chi ha troppo amato inutilmente : e non lamentandosi lei , egli non si scusava neppure e aveva l ' aria di non rammentarsi che ella non esciva , non vedeva nessuno , per lui soltanto . Oramai , Clara non aveva più quelle crisi di violenza , in cui malediceva l ' aridità del cuore di Giovanni e la viltà del proprio cuore che non sapeva infrangere un legame così fittizio e così torturante : ella era in preda a quelle sonnolenti rassegnazioni , che abbattono tutte le persone di carattere impetuoso , dopo un periodo di passione . Sul viso altiero di Clara , dove sempre aveva brillato il sorriso trionfale della donna padrona del proprio destino , ora sedeva l ' espressione stanca e paziente della vittima . Quando Giovanni le riappariva innanzi , ella sorrideva tenuemente , gli si sedeva accanto , ma non troppo vicino , non gli faceva un rimprovero , gli parlava a voce bassa , senza ridere mai . Egli la guardava curiosamente : scrutava tutte le impressioni di quel volto mobile , di quegli occhi vivacissimi , e scorgendovi come disteso un velo d ' inesorabile e quieta tristezza , crollava il capo , senza dire nulla . Egli stesso era profondamente triste . Forse , s ' imponeva di non andare da Clara , più spesso . Forse , per una singolare contraddizione del suo spirito , quell ' aspetto di vittima , quel silenzio , quella mancanza di sorriso , lo tormentavano più di una scena furiosa . Nel settembre , egli partì per Napoli , senz ' avvertirla neanche ; ella gli scrisse , tre o quattro volte , delle lettere pacate , ma senza rampogna ; delle lettere dove tutto il fuoco dell ' anima di Clara parea fosse stato smorzato dalle lacrime . Ritornò , Giovanni , dopo dieci giorni : ed ella non gli fece nessuna interrogazione , fredda e tenera , fredda e triste , fredda e oppressa da una fatica morale che le traluceva , torbidamente , dagli occhi . - Che hai ? Che hai ? - le chiese lui , quel giorno , con ansietà , andando volontariamente incontro a una spiegazione . - Sono stanca - ella disse , chinando gli occhi . - Di me ? Ella esitò , un minuto . Disse : - No . - Finirai per odiarmi , io lo aveva preveduto - egli soggiunse , desolatamente . - E perchè , Giovanni ? Tu non hai nessuna colpa . - E tu neanche , poveretta ! - replicò lui , prendendole le mani . Ella si svincolò , dolcemente e freddamente . - Oh io , sì ! - e un vero accento di convinzione , la dichiarava colpevole di quel malinconico ultimo peccato , pieno di tante delusioni . - La colpa è delle cose , è degli anni , è della fatalità - egli spiegò . - La fatalità è la scusa dei deboli e degli sciocchi - diss ' ella brevemente . - Io ho voluto che questo fosse ; la colpa è mia . - Poveretta , poveretta ! - mormorò lui , con voce di pianto . - Mi sono ingannata , anche questa volta - ella replicò , con una freddezza di ghiaccio . L ' accenno agli amori passati , il primo che ella facesse durante un anno e mezzo di relazione con lui , la comunanza del suo amore con gli altri , nella mente di Clara , gli fece una impressione pessima . - Io non ti ho ingannata - esclamò lui offeso , contristatissimo . - Chi sa ! - ella disse . - Hai creduto di dirmi la verità : ma quando è che l ' hai detta ? - Mai , mai ti ho ingannata ! - Eppure un giorno mi dicevi d ' amarmi e un giorno lo negavi . Quando è che mentivi ? - Mai , mai , Clara ! - Vedi bene che tu stesso ignori la verità . Tu non sai niente ! - So che soffro , ecco tutto . - Anche io , molto , Giovanni , molto . - Non più di me ! - Più di te , più di te , in un modo diverso , con una intensità maggiore e diversa . Niuno ha mai espiato un peccato più immediatamente e più rigorosamente di me , credilo . - Povera Clara , io ti ho portato sfortuna ! - e la più grande tenerezza vibrava in lui . Ma queste gelide consolazioni non arrivavano a riscaldare il cuore della donna . - La fortuna o la sfortuna è in noi - rispose ella , recisamente . - In me , in me ! Sono un essere malaugurato e sventurato . - E perchè ? Non hai amato ? - Troppo presto e troppo male , Clara ! - Non sei stato amato ? - Troppo tardi , troppo tardi . - I tuoi ricordi saranno dolci , nella vecchiaia - ella soggiunse , con una glaciale tenerezza . - Io non giungerò alla vecchiaia degli anni , lo so . - Fortunato te ! Fu l ' unica parola profondamente disperata che le uscì di bocca , in quello strano duetto . Ma , adesso , i loro scarsi e rari colloqui diventavano penosi ; vi aleggiava una tristezza infinita , i loro volti erano distratti e assorbiti , un soffio di gelo chiudeva la coppia amorosa . Amorosa ? Niuna parola d ' amore , più . Ella , a poco a poco , gli scriveva meno . Egli se ne lagnò : - Perchè mi scrivi così poco ? - Ti affliggerei , scrivendoti . - Tu puoi dirmi tutto , lo sai . - Non ho da dirti nulla . Anche quando si vedevano , la conversazione si rallentava fra loro . Prima , Clara si interessava a tutta l ' esistenza di Giovanni lasciandosi narrare le sue noie e le sue soddisfazioni : adesso , ella non lo interrogava più . Se egli voleva dirle qualche cosa , lo ascoltava , ma con gli occhi velati , quasi non intendendo . - La tua anima è lontana , Clara - le disse , una sera . - Non è che malata , tanto malata - ella si lamentò . - Non speri di guarire ? - Sperare di guarire ? Questa guarigione è anche la morte . - La morte è di tutte le anime che hanno amato . - È vero - ella concluse , a capo basso . Adesso , ogni tanto , guardandola , mentre essa lo guardava , gli pareva di vedere delle lacrime negli occhi . Ma esse si dileguavano . Talvolta , ella si alzava dal suo posto , andava verso un balcone , andava nell ' altra stanza : egli indovinava che Clara rasciugava queste poche lacrime : l ' avanzo dei grandi pianti antichi , - Perchè ti viene da piangere , guardandomi ? - le domandò , infine , turbato assai di ciò , intravvedendolo . - Io ? No , non piango . - Perchè me lo nascondi ? Non sono il tuo migliore amico ? - Amico ? Io non ho amici . - Il tuo amante , allora ? - ribattè lui , dopo una esitazione . - Io non ho amanti , Giovanni . - L ' uomo che ti ama ? - Nessuno mi ama . Profondo silenzio . Le lagrime erano inaridite negli occhi di Clara : ma egli vi ritornò sopra amaramente : - Non vuoi dirmi , perchè mi guardi e i tuoi occhi si orlano di lacrime ? Ciò è così triste ! Mi pare che tu pianga un morto . - Sono tanti i modi di morire . Così , in questo ambiente di gelido dolore , di amarezze quiete e infinite , di grandi veli bigi e fitti che li avvolgevano in una nuvola di orrenda e intima malinconia , evitavano di vedersi in casa , dove soffrivano anche più . Non si davano convegno , ma si incontravano randagi pallidi , vagabondi delle vie remote di Roma , camminando accanto senza parlarsi , o scambiando qualche motto insignificante . Una volta andarono al Colosseo ; era un chiarore plenilunare bianchissimo , con un freddo vivido d ' ottobre ; ella era tutt ' avvolta in un mantello col cappuccio . Si sedette , Clara , sovra uno scalino dell ' anfiteatro ; Giovanni , si sedette più giù , vicino a lei , toccandole le ginocchia con la testa . Il grandioso circo era tutto molle e candido , sotto il raggio lunare . Ella fece un atto , e la sua mano si posò , lievissima , sulla testa di Giovanni . Tacevano : la mano restava lì , lieve , fredda , immota . Egli si volse un poco , prese la mano e la baciò sulle dita , appena appena , con una carezza casta , fugace ; la mano ricadde lungo la persona . Si guardarono negli occhi , in quella solitudine , in quella notte chiara , e quello sguardo infinitamente e rassegnatamente desolato fu inteso , da ambedue , per quel che era , per quel che diceva . L ' indomani , nelle ore tarde pomeridiane , si videro al Pincio , dove ella gli aveva dato convegno . Ella era vestita di un abito di seta grigia e aveva una giacchetta di velluto nero ; sul cappellino di velluto nero era una fine veletta nera . Egli pensò , vedendola , a quella sera di Armida , oramai lontana , nelle sensazioni e nelle memorie . Ma si forzò a scacciare ogni debolezza , tanto temeva di sè . Clara camminò un poco accanto a lui : poi guardando gli alberi di villa Borghese , dalla terrazza , gli disse la gran frase : - Dunque , si finisce ? Ah egli si era creduto più forte ! Si sentì vacillare , non potè rispondere . Che avveniva , dunque , in lui , di contradittorio , di bizzarro , che questa soluzione tanto da lui invocata , ora gli faceva orrore ? - Non mi rispondi , Giovanni ? - ed ella alzava , ogni tanto , il manicotto sino alla bocca , come a reprimere un singhiozzo , un grido . - Tu non hai pietà di me , Clara ? - Tu pensi troppo alle tue miserie , e non a quelle altrui ; io non ti chieggo pietà . - Tu sei forte . - Ero forte . - Tu sei forte . - La mia unica forza mi ha abbandonata - ella soggiunse , sempre guardando altrove . - Quale era ? - L ' amore . È finita , Giovanni - ed ebbe un cenno largo , definitivo , verso la campagna . - Non ci vedremo più , dunque ? - - egli chiese , debolissimo , tremante , come un fanciullo disperato . - A che servirebbe ? A maggiori dolori ? - Come amici .... qualche volta ? - Io non ti sono amica , Giovanni : ti ho troppo amato per esserti amica . - Io sono il più sventurato fra gli uomini - egli gridò , gittandosi sovra un banco , non reggendo più . Ella gli sedette accanto : aveva gli occhi bassi , dietro la veletta . - Giovanni , sii buono , non diminuire il mio coraggio . Vedi .... per giungere a questo , la mia anima ha dovuto fare un così lungo viaggio ! Ho detto io , la parola estrema : io ! Che ho innanzi , io ? Sai che esistenza di solitudine , d ' inutili e tardi rimpianti , di pentimenti postumi , di lacrime senza conforto ? Sai che lungo e deserto viaggio io intraprendo , sino alla morte , sola ? - Il più sventurato fra gli uomini ! - gemeva lui , con la faccia fra le mani , come un fanciullo abbandonato . - Eppure .... io , io stessa rinunzio . Tutto è stato inutile , fra noi : il tuo amore , prima ; il mio amore , dopo . - Almeno , almeno , non mi avessi amato ! - esclamò lui , in un ingenuo scoppio di dolore . - Ti ho amato , invece , molto , alla mia maniera , che è certo imperfetta , poichè tutti siamo degli esseri imperfetti . Ti ho amato .... così teneramente , così passionalmente .... ma era tardi , era tardi , era tardi ! - Ma io ti voglio bene , Clara ! - egli balbettò , smarrito , vedendo che ella era per levarsi , per andarsene . - Ne sei certo ? - gli chiese ella , duramente , come nella prima sera del loro amore . - Ne sei certo ? - Non lo so - rispose lui , annientato , ricadendo sul banco . - Addio , Giovanni ! - ella disse , innanzi a lui , pallida come una morta . - Non te ne andare , non mi lasciare ! - e tese le mani per rattenerla . Ella si trattenne in piedi , innanzi a lui . Si vedeva che non aveva la forza di fare un passo . Guardandola disperatamente negli occhi , tenendole una mano , egli la supplicava ancora , confusamente , di non lasciarlo , così , in quell ' ombra ; ed ella non rispondeva , levando il volto , mordendosi le labbra . - Giovanni , perchè vuoi che io resti ? Che ci porterà di nuovo questa sera , o il domani ? Non saremo sempre gli stessi ? Che si muta , per un discorso o per un giorno ? Avevamo strade diverse e ci siamo voluti amare : questo amore è stato il tuo cruccio , allora ; è stato il mio cruccio , adesso . Riprendiamo la via , più stanchi e più delusi di prima : Dio benedica la tua strada ! - Non te ne andare , non te ne andare ! - Addio , Giovanni - e gli toccò la mano , con la mano guantata , allontanandosi subito . Per l ' uomo che singhiozzava , lassù , sul banco del giardino solitario , come per la donna che discendeva alla città , senza vedere il sentiero , poichè le lacrime l ' acciecavano , il sole era tramontato . Intorno ad essi era la grande , lunga , infinita notte dell ' anima . L ' AMANTE SCIOCCA . A Luigi Gualdo . I . Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata , con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d ' indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore . Egli aveva realizzato , finalmente , dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati , dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali , naturalmente , o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto , dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti , più folli e più tetre dalle medesime creature , finalmente , egli aveva realizzato un suo antico desiderio : desiderio fluttuante sempre in quell ' anima , ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione , ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste , il desiderio , cioè , di amare una donna semplice e di esserne amato . Anzi , nei suoi momenti di accasciamento passionale , quando il più perfido ingranaggio psicologico e le mistificazioni dei sensi avevano esaltato i suoi nervi e il suo cuore , quando più egli aveva provato le stanchezze supreme e le nausee profonde di qualche amore complesso , impreciso ed enigmatico , egli non diceva di desiderare una donna semplice , diceva : una donna stupida . Era tale la sua ribellione a nuove avventure d ' amore dove il cuore e la persona avessero dei misteri da rivelare , delle ombre da indagare , che egli arrivava alla volgarità di certi uomini comuni , i quali vantano , per aver inteso vantare ad altri , l ' amore umile delle donne che non conoscono l ' ortografia . Paolo Spada , l ' artista squisito , narratore di storie sentimentali e crudeli , cesellatore , di versi ora sonori , ora dolenti , sempre alti , sempre nobilissimi , rassomigliava , in queste sue rivolte , a un qualunque farmacista di provincia , che dica il suo avviso sull ' amore e sulle donne , a tre o quattro amici , al lume azzurro di un boccale illuminato . E , certo , egli l ' aveva cercata , spesso , questa donna semplice , anzi questa donna stupida , per ripetere il suo sincero e brutale aggettivo : e due o tre volte egli aveva creduto di trovarla e aveva avuto dei sussulti di gioia , un senso generale di pace nel suo spirito , come un addormentamento di tutti i sottili dolori che stridevano sui suoi nervi . Era stato deluso , sempre : giacchè nella semplicità apparente e ingannatrice di queste donne , egli aveva presto ritrovato quei segreti moti , quelle illogiche azioni , quelle incoerenze talvolta leggiadre , talvolta repulsive , che danno all ' uomo innamorato l ' acuto e torturante segnale di non so quale mistero racchiuso in un carattere , in un temperamento muliebre . Fresco e lieto , egli si era abbandonato alla dolcezza di trovarsi con una creatura limpida , cristallina : invece , quasi per una ironia , troppe volte ripetuta , perchè non paresse fatta apposta , egli si trovava innanzi a un ' enigma fisiologico e psicologico . In fondo , alcune di queste donne erano forse semplici , o meno complicate : ma appena elevatesi all ' onore di essere amate da Paolo Spada e di amare Paolo Spada , subito vi era in loro , come per magica influenza , un annodarsi di pensieri , d ' idee , di sentimenti , un ravvolgersi di circostanze e di fatti , un concentrarsi di veli e di ombre , per cui pareva che cangiassero di natura . Freddamente furibondo per l ' inganno , Paolo Spada rodeva il freno di un giogo spirituale e sensuale , che lo opprimeva con una monotonia scorante . Quando veniva la liberazione , quando , cioè , l ' amore finiva , egli giurava di essere più cauto , più sagace in un ' altra prova . Così , a furia di sagacia , di cautela , di gelida pazienza , egli aveva ritrovata in Adele Cima la donna semplice , a cui il suo cuore stanco e disfatto anelava . Oh egli l ' aveva sottoposta a una quantità di prove , la giovane donna , dai belli e lunghi capelli castani che si ammassavano sulla testina , dai grandi occhi lionati che guardavano con tanta tranquillità e tanto candore , e avevano il fascino della tranquillità e del candore , dalle fini sopracciglia nere e dalla fronte un po ' breve ; e nelle prove , molto lunghe , convincenti , esaurienti , era risultato che Adele Cima era una donna assolutamente semplice e anche stupida , un pochino , non molto . La sua beltà mancava di finezza , la sua persona non aveva nè flessuosità nè opulenze , i suoi vestiti non erano elegantissimi : e , sovra tutto , ella non sapeva nulla di ciò , era giustamente persuasa di essere una donnina piacevole , era convinta di vestire come si conveniva , decentemente , era contenta di sè senza alterigia , e non aveva occhi per vedere nè il peggio , nè il meglio di quello che essa rappresentava . A Paolo Spada ella era piaciuta subito , per la sua freschezza , per non so che di nuovo e di fragrante , che era in lei , per questi indizii fisici di semplicità e anche di una certa stupidaggine , gentile , non soverchia , non urtante ; quando ebbe fatti tutti gli assaggi per conoscerne l ' anima , egli si abbandonò subito ad amare questa piccola Adele Cima . In quanto a lei , lo aveva amato immediatamente . Paolo Spada aveva fatto su lei un effetto folgorante . Il suo imbarazzo , la sua confusione , innanzi a lui , avevano qualche cosa di commovente . Le avevan detto che Paolo Spada era un illustre artista , che era un uomo celebre : ma ella non aveva letto di lui neppure una riga , e si era innamorata di lui , così , in un minuto secondo , senza rimedio . Ella si vergognava molto di questo subitaneo amore e non se lo sapeva spiegare . - Io vi amo molto : ma non so il perchè - ella gli diceva , guardandolo coi suoi buoni occhi , che ingenuamente indagavano . - Cercate bene - rispondeva lui , sorridendo teneramente . - È inutile : non so perchè vi voglio bene . Lo sapete voi , forse , che conoscete tutte le cose ? - Io ? Neppure per sogno . - Allora non vi è , questo perchè - soggiungeva lei , subito convinta . Pure , malgrado questo fulminante amore , Adele Cima era ancora la sua innamorata e non ancora la sua amante . Ella si rifiutava , debolmente , con argomenti vaghi , già quasi sedotta e trattenuta da uno sgomento che , ogni tanto , appariva nei suoi grandi occhi spalancati . - Vi faccio paura ? - le diceva Paolo Spada , un po ' scherzando , un po ' rattristandosi , - Sì - rispondeva Adele . - E perchè ? - Perchè siete una persona così diversa da me - ella diceva , con una umiltà sincera . - Non importa , non importa - era la parola indulgente e carezzosa del seduttore . Ella aveva finito per promettere di andare da lui , in quel giorno , alle due ; e Paolo Spada , in un rinnovellamento pacifico di tutte le sue forze morali , in un rigoglio di tutte le sue energie fisiche , aveva inteso una viva gioia dilatarsi in lui . Nessun dubbio lo tormentava , come in tutti gli altri primi convegni , in cui mille volte aveva temuto che l ' amata non giungesse - e gli era bene accaduto , di aspettare invano ! - che un capriccio , un caso la trattenessero : egli era certo che Adele Cima sarebbe venuta al convegno . Era troppo semplice per mancare . - Ed ella verrà anche a tempo , alle due , non prima e non dopo : forse , si tratterrà per via ; per non giungere troppo presto - egli pensò , leggendo a distanza nell ' anima della sua dilettissima stupida , come già la chiamava . In onore della semplicità di Adele Cima , egli non fece nessun preparativo nella sua casetta di via San Sebastianello , che guardava piazza di Spagna e le prime vette degli alberi del Pincio : altre volte egli bruciava dei profumi , egli comperava dei gigli , delle orchidee per piacere alle sue raffinate amanti . Un fascio di rose in un vaso di cristallo gli parve che bastasse . Del resto , le sue stanze che formavano il suo quartierino da scapolo , da amante e da scrittore , avevano in sè tale accumulamento di bizzarrie , nei mobili , nelle stoffe , nella disposizione , in ogni oggetto , che egli guardava tutto ciò , con occhio compiaciuto , pensando allo stupore della cara piccola donna sorridendo , da prima , all ' effetto che avrebbe prodotto su lei ogni cosa , dai tappeti di Smirne , a un idolo di bronzo e avorio panciuto , orribile ; dal letto che era dissimulato sotto una grande stoffa di chiesa , ai ritratti delle donne amate che guardavano dalle loro cornici di argento inglese e di cuoio impresso . E una crescente tenerezza lo invadeva , all ' idea di quella buona giovane creatura , così attraente e così nuova per lui , che veniva col suo passo quieto e misurato a dargli dell ' amore senza enigmi , senza misteri , senza noie e senza scene . Egli si decideva ad amarla molto e bene , questa povera Adele Cima , senza mai darle un dispiacere , senza mai farle intendere da quali altezze di pensiero e di sentimento egli discendesse , per raggiungere l ' umiltà di quell ' amore , senza mai comunicarle la febbre che lo ardeva , nelle sue ore di lavoro e di doloroso lavoro . Voleva amarla moltissimo e bene , giacchè egli sentiva quale grande refrigerio alle sue vene ardenti sarebbe venuto dalla freschezza di quell ' amore , quale equilibrio sereno avrebbe messo nei suoi nervi quella mitezza d ' anima muliebre , quale pace forte e vivificante avrebbe data al suo mobile e inquieto pensiero , la lentezza , la semplicità , la piccolezza del pensiero di Adele Cima . Sì , quella stupida gli sarebbe stata infinitamente cara , giacchè sarebbe stata infinitamente utile al morbo del suo spirito ! Ella venne alle due , precise . Paolo Spada che aveva gli occhi sull ' orologio , come giuocando con sè stesso , sorrise , udendo suonare alla porta . Andò ad aprire egli stesso . Adele Cima gli apparve innanzi e gli sorrise , così innamoratamente , che l ' uomo sentì vincersi da una emozione . Invece di baciarla sulle labbra , molto finemente , egli si inchinò e le baciò la mano . La trattava come una duchessa : egli si accorse subito che ella era meravigliata e confusa di ciò , cominciando a non capir nulla , da quel primo bacio . Poi , Adele Cima si distrasse immediatamente : egli l ' aveva condotta a sedere sopra un divano , dove era gittato uno scialle turco , e le toglieva lentamente un guanto , scherzando con le dita : essa stringeva ogni tanto la mano di lui , mentre si guardava intorno , incantata . Mai , aveva visto nulla di simile : e tutto le sembrava strano e incomprensibile , producendole esattamente l ' impressione che egli aveva preveduta . In sè , egli sorrise di aver perfettamente indovinato quell ' effetto . Adele Cima era come egli la vedeva , la intendeva , la supponeva , di una facilità d ' interpretazione tale , come se egli rileggesse un libro imparato a memoria nell ' infanzia e tutti i brani gli si ricostruissero nella mente . - Vi piace , qui ? - le domandò lui . - .... Sì - ella rispose , dopo un minuto di esitazione . È sempre così oscura , la casa ? - Sempre . Io odio la luce , in città . - Ah ! - ella disse , senza chiedere altro . - E ci state solo , qui ? - Ho un servo : l ' ho mandato via . - Non vi annoiate , solo ! - No , mai . Salvo quando vi aspetto . - Io sono venuta puntualmente - ella soggiunse , subito , volendosi difendere . - Sì , sì , cara - e le baciò le due mani . Paolo Spada era innamorato molto , in quell ' ora , e la piccola donna vestita di un bigio comune , di un vestito che egli le conosceva già , gli piaceva moltissimo : ella era in casa sua : lo amava , ella , perchè era venuta a lui , senza maggiori indugi , senza pretese , senza domande di fedeltà , senza patti : lo amava , tutto lo diceva in lei : eppure egli indugiava a chiederle di esser sua , così , per prolungare quei minuti , così tranquilli , sicuro oramai di lei , come della luce del sole . Adele Cima guardò le rose . Egli si alzò , e gliene dette due , le più belle . Essa non le odorò , non le mise alla cintura , le tenne mollemente fra le dita , quasi senza guardarle . - Non amate le rose ? - le chiese Paolo Spada . - .... Sì . - Forse amate qualche altro fiore , specialmente ? - No , nessun fiore , specialmente . - Io ho amato molto il giglio , una volta , poi le violette di Parma , poi le orchidee .... - Che sono , le orchidee .... - Certi fiori molto rari , molto strani .... - Non li conosco - mormorò ella , distratta . Pure , un lieve pallore l ' aveva scolorita . Egli non se ne accorse . Ora , ella si era levata e avvicinatasi a un tavolino , ne aveva preso un ritratto di donna . - Chi è questa signora ? - Quale ? Ah ! ... una russa . - Una straniera ? Siete stato in Russia , voi ? - Sì , una volta . - È lontano , è vero ? - Lontano : vi fa molto freddo . - Perchè vi andaste allora ? - Mah ! ... per seguire questa signora .... - Voi l ' amavate ? - Sì . Un silenzio si fece . Adele Cima si morsicò il labbro inferiore : poi domandò : - Come si chiamava ? - Questa russa ? Natalia . - Che bel nome ! - Vi pare ? - Il mio è così brutto , non è vero ? - disse ella venendo a lui , con una espressione di malinconia che lo turbò . - Adele ? Ma Adele vale mille volte più di Natalia - egli esclamò , volendo consolarla subito . - Eh , no ! - diss ' ella , tristemente - è un brutto nome . - A me piace immensamente , cara . - Perchè mi volete bene . - Forse per questo . - Ma è un brutto nome , non dice nulla . Si allontanò nuovamente da lui , andò a guardare gli altri ritratti ; egli la seguiva , tenendole una mano , lusingato e intenerito da quella semplicità , da quella ingenuità . Ella prese un altro ritratto e glielo porse : - Era bionda , questa ? - Sì , bionda . - Vi piacciono le bionde ? - Mi piace la donna che amo . - Più le bionde o più le brune ? - Quella che amo , quella che amo ! - replicò lui , lietamente , felice di essere amato così e di amare così , - Il castagno è uno sciocco colore di capelli - ella dichiarò a occhi bassi , come mortificata da questa inferiorità sua . - Ma no . - Me lo hanno detto , lo so . Avrei voluto esser bionda , io . - I vostri capelli sono belli . - Ma biondi , sarebbero stati bellissimi - replicò lei , ostinatamente . Egli le voltò , con un gentile atto , la testa verso lui e la baciò sui capelli . Ella sorrise , innamoratissimamente : e subito dopo , gli chiese : - Tutte queste signore sono state vostre amanti ? - Quasi tutte . - Sono molte - ella disse , abbassando gli occhi . - Io non sono più un giovanotto . - Avete avuto molte amanti ; tutti gli uomini ne hanno tante ? - Sapete .... nella nostra professione .... le occasioni sono più facili .... - Già .... è vero , voi siete uno scrittore . Siete anche un poeta ? - Sì , cara - disse lui , sorridendo . - Scrittori e poeti pare che abbiano molte amanti - e gli occhi grandi e belli le si velarono di lacrime . A quello schietto dolore , egli non resse . Le prese le mani , l ' abbracciò , cercò di consolarla con una quantità di parole vaghe , come si dicono ai bimbi per farli finire di piangere , per farli addormentare ; ella ascoltava , già subito confortata , guardandolo negli occhi , credendogli come il bimbo crede alla mamma . Egli le soggiunse che tutti quelli erano stati amori effimeri , che ella sola era l ' amata , la vera , l ' unica : e una immensa fede in queste proteste di amore si leggeva nel volto di Adele Cima . Pian piano egli l ' aveva condotta di là , nella sua stanza . Sovra una scansietta di legno scolpito , sostenuta da una gran mano di bronzo , erano , in legature fini di pergamena , tutti i volumi di prose e di poesie di Paolo Spada . L ' innamorata ne prese uno e l ' aprì : - Che bella carta .... - disse , passandovi sovra , lievemente , le dita . - Voi avete scritto tutto questo ? - Sì , cara . - È un romanzo ? - Sì , anima mia . - Deve essere bello . Io ho letto pochissimi romanzi - ella concluse , posando il libro . Guardò nuovamente i volumi nello scaffale : - Ci mettete molto tempo per scriverne uno , di libro ? - Per lo più , molto tempo . - Ah ! - ella disse , chinando nuovamente gli occhi . - E siete solo quando scrivete ? - Solissimo . Qualunque rumore mi turba . La presenza di una persona , anche silenziosa , non mi fa scrivere . - Sì ? - ella disse , con un accento fra sorpreso e sgomento . - E perchè questo ? - Così - egli rispose , un po ' brevemente , non volendo darle altre spiegazioni . Ella ebbe il contraccolpo di quella piccola durezza . Si sollevò verso lui , lo guardò , gli chiese : - Mi volete bene ? - Sì , tanto , cara . - Vi ho seccato con quella domanda sciocca ? - No , no , non potete seccarmi . - Io stessa sono una sciocca , compatitemi . - Io vi voglio bene , non posso compatirvi . - Mi volete bene , malgrado la mia stupidità ? - domandò , fra il riso e il pianto . - Malgrado la vostra stupidità , vi adoro - disse lui , lietamente e crudelmente . - Ah ! grazie . Come l ' ora cadeva , continuando a guardarsi intorno con stupore e con paurosa ammirazione , Adele Cima diventò l ' amante di Paolo Spada ; e fu senza lacrime e senza spasimi , senza proteste e senza giuramenti . Egli si sentì felicissimo , come mai . In quelle ore d ' amore egli non si tormentò a sorvegliarsi e a sorvegliare l ' anima dell ' amata : egli non s ' inchinò a misurare il pallore dell ' amata e non tese l ' orecchio a raccogliere il balbettìo della passione erompente : egli non pensò ad esser guardingo , in quell ' eterno e terribile istinto di diffidenza , che , nei maggiori trasporti , divide le anime degli amanti , insuperabilmente . Il suo cuore e i suoi nervi si trovarono di pieno accordo in un abbandono giovanile e semplice , singolare in un uomo che aveva molto e bene e male vissuto , che aveva vissuto , infine . Il beneficio che egli aspettava dall ' amore di Adele Cima , gli venne largo e completo , giacchè un cordiale , un morbidissimo senso di riposo avvolse tutte le sue forze , fece tacere ogni stridore , versò balsamo su tutte le vecchie cicatrici inciprignite : e quando ella fu per partire , e lui s ' inginocchiò innanzi a lei per baciarle devotamente la mano , un verace , un grande impeto di riconoscenza animava Paolo Spada . E lei ? Innamoratissima e timida , adorandolo già e sentendo una ignota , invincibile confusione in sè , ella fu felice e taciturna , piena di sorrisi ineffabili - il suo sorriso era più intelligente dei suoi occhi larghi e limpidi - piena di dedizioni semplici e complete , obbedendo alla legge dell ' amore con una immensa umiltà che la inebbriava . Solamente , dopo , ella continuò a dargli del voi ; e teneramente , egli la riprese di ciò : - Dammi del tu , cara .... - Non mi riesce . - E perchè ? Non oso . II . L ' improvviso e soggiogante amore di Paolo Spada per Adele Cima aveva preteso che ella venisse ad abitare con lui nella casa di San Sebastianello . La resistenza della donna era stata debole e vaga : l ' amante con facilità le aveva dimostrato che essendo ella libera e sola , nulla di meglio le restava a fare che unirsi a lui . - Io ti darò grande noia : tu sei abituato alla solitudine - aveva ella opposto , timidamente , due o tre volte . - Tu sei incapace di annoiarmi , cara - aveva sempre risposto lui , con quella tenerezza indulgente che era la nota principale del suo amore per Adele . Ella era rimasta interdetta e pensosa , come se cercasse una idea , ancora oscura nella , sua mente , e , forse , la forma per esprimerla . Finalmente , alle reiterate richieste dell ' amante , perchè si decidesse a venire da lui , definitivamente , ella ebbe il coraggio di dire questo : - E se tu , un giorno , non mi ami più ? - Io ? Ti amerò sempre , diletta . Capisci che non vi è una ragione al mondo , perchè io finisca di amarti . - Pure .... se non mi ami più ? - aveva ella replicato , incapace di entrare in nessuna delle sottigliezze , talvolta crudeli , del suo amante . - Non è possibile . Se accadesse .... rimarremmo egualmente insieme .... - Come ? - I mariti e le mogli non ci restano , forse , anche quando non si amano più ? Adele tacque : ma non era convinta . Con una espressione di rammarico , soggiunse : - Senza l ' amore , non ci vorrei restare . Ma queste brevi e innocue discussioni non potevano portare che a un sol risultato : alla vittoria della volontà di Paolo Spada su quella di Adele Cima . Ella lo amava profondamente , in una forma tutta rudimentale , cioè cieca e assoluta . Venne a stare con lui . L ' artistico quartierino non fu guastato in nulla , giacchè vi furono unite altre due stanze , accanto , che erano disponibili e dove Adele Cima trasportò i suoi semplici mobili . Un tappeto di Smirne messo innanzi a una porta della camera di Paolo , nascondeva la comunicazione tra il quartierino e le due stanze di Adele , tanto che per molto tempo , tutte le visite di Paolo Spada , amici , ammiratori , seccatori , ignorarono l ' esistenza della donnina dai morbidi e lunghi capelli castani , dai grandi occhi lionati , così sempre pieni di meraviglia . Appena ella udiva il campanello , diventava inquieta . Invano Paolo cercava di trattenerla : se un passo si avanzava , indicando che la persona era stata ammessa dal cameriere , ella si levava , spariva dietro il tappeto , senza far rumore , come un ' ombra . Gli amici di Paolo Spada le davano una soggezione grande . Dalla sua stanza , involontariamente , poichè ella si sarebbe vergognata di origliare , ella udiva elevarsi il tono della conversazione , molto forte : le dispute si accendevano da un minuto all ' altro , ed ella , non intendendone nè la causa nè lo scopo , non udendone bene le parole che non arrivavano precise sino a lei , finiva per avere una paura orribile di queste liti , di questi scoppii di voce , di questi urli . Poco a poco esse si chetavano : le voci si facevano più fioche : tacevano : passava un tempo di silenzio . Timidamente , ella sollevava il tappeto , faceva capolino : o Paolo Spada era uscito e la casa era deserta : o lo trovava sdraiato sopra un divano , sprofondato in quei trenta o quaranta piccoli cuscini di raso ripieni di piume , che gli formavano un letto di riposo , fumando una sigaretta , a occhi socchiusi , tranquillissimo : - Che avevate , a gridar tanto ? - Parlavamo d ' arte . - Ah ! e si grida così ? - Così , cara . Del resto , quando non vi era nessuno , Adele Cima stava sempre accanto a Paolo Spada . Essi pranzavano assieme ; un cuoco mandava loro il cibo , da fuori , giacchè Paolo Spada odiava l ' odore della cucina , in casa ; il cameriere li serviva a tavola . Questo pranzo fatto di pietanze cucinate alla francese , sempre un po ' fredde , un po ' monotone nella loro voluta bizzarria , servite in fretta e in silenzio , nella piccola stanza da pranzo , sotto il chiarore azzurrino , come acquitrinoso , di una gran lampada sospesa e coperta di uno strano paralume , era una delle cose che più spostava i gusti e i costumi di Adele Cima . Tutte quelle conserve , quelle mostarde di gusto inglese che Paolo Spada sovrapponeva alla cucina francese , finivano di stordirla nelle sue quietissime inclinazioni culinarie . Per far piacere al suo amante , ella gustava di tutto , con un certo coraggio , giacchè molte di quelle cose non le piacevano punto : e sorrideva a lui , con quel luminoso sorriso dove ella trasfondeva tutta la sua adorazione per Paolo . A furia di dominarsi , ella aveva quasi finito per amare il fegato d ' oca di Strasburgo , e per tollerare il caviale : ma non le riesciva di sopportare il roseo salmone , di cui egli era così ghiotto , pranzando solo con quello , talvolta , e con una tazza di tè . Egli capiva perfettamente lo stordimento di Adele , e ne godeva , e ogni volta che l ' amore compiva un ' altra di queste sorprese e un altro di questi miracoli , egli aveva un senso di trionfo nel suo animo . Non solo egli era riconoscente ad Adele Cima , che essendo una povera cara scema , cercava di seguirlo in tutte le naturali anomalie della vita delle persone di talento , ma le era anche grato che , malgrado lo stupore , malgrado l ' impressione cattiva , ella restasse quel che era , così tenera , così adorabile nella sua adorazione per lui . Egli pensava : - Ella non ama questa cosa : ama me , però : e per questo si sforza di amare la cosa che odia ; forse , non ci riesce : ma a me , che importa ? Vedo il risultato , io . Essa mi adora e divorerebbe i carboni ardenti , per me . Uscivano insieme , sempre . Ella avrebbe preferito di andare per il Corso : anzi , ella trovava via Nazionale la più bella delle vie . Viceversa , egli era un appassionato , come tutte le anime artistiche , dell ' antica Roma e più della sua solenne e poetica campagna romana . Egli non si stancava mai di ritornarvi , sebbene da anni ed anni vi andasse , figliuolo devoto dell ' augusta città , ma più delle sue vaste solitudini . Colà , egli più si raccoglieva e pensava . Quelle estensioni di terra brunastra , qua e là appena appena sparse di qualche striscia di erba , quelle ondulazioni singolari del terreno , come per sommovimento tellurico , quelle alte barriere , che dividono , non si sa perchè , quei campi infecondi , l ' uno dall ' altro , quelle rive cretose che discendono al fiume giallo inclinandovi i neri bracci stecchiti dei salici , erano il miglior orizzonte per il suo gran sogno di arte e di poesia . E , amando Adele Cima , volendola insieme , sempre , come emblema di amore e di pace , come compagnia di equilibrio e di serenità , egli la conduceva seco , spiegandole benignamente tutta la grandiosità e la bellezza di quel paesaggio , che non rassomiglia a nessun altro . Ella lo ascoltava , incantata dal suono di quella voce così toccante nella sottile velatura che la rendeva un po ' roca , incantata da quella luce di entusiasmo che rendeva più seducenti i bellissimi occhi di Paolo Spada , incantata dall ' armonia di quello che egli diceva : e chinava il capo , assentendo , diceva un monosillabo , stringendo la mano del suo amante . In verità , quella campagna romana la sgomentava ; quella solitudine , quella sterilità , quel gran fiume torbido , quei neri carri di pozzolana su cui passavano lunghi distesi , sonnecchiando , pipando , fischiando lugubremente , talvolta , i carrettieri , le opprimeva i nervi . Però , piaceva a Paolo : ciò bastava . Lo seguiva , docilmente , ogni giorno , in queste passeggiate : anche quando il tempo era bigio , plumbeo e il gran cielo così tragicamente si abbassava sulla campagna : ogni tanto egli esclamava : - Guarda , Adele , quanto è bello .... - Bellissimo - rispondeva lei , subito . Viceversa , il suo cuore era pieno di tristezza , per quell ' ambiente . Fra le altre cose , ella temeva per Paolo e anche per lei , di prendere la febbre in quei giorni di autunno , in quelle ore crepuscolari . Ella che non aveva l ' abitudine di fumare , gli chiedeva una sigaretta . Le avevano detto che la sigaretta è eccellente , contro l ' infezione della febbre romana : - Tu fumi , cara ? - Sì , sì - diceva lei , con un pallido sorriso . Ma presto la sigaretta , spenta , le cadeva dalle dita . Ella si stringeva nel suo mantello . Aveva i piedi gelati e non osava mai portare un plaid , per non dare fastidio a Paolo . Costui , assorto , taceva . Giacchè , nella consuetudine che aveva dapprima di andar solo nella campagna romana e nel gran fascino che quell ' ambiente esercitava su lui , egli si dimenticava di avere accanto Adele Cima e lasciava trascorrere il tempo , nel più profondo silenzio . Il cocchiere seguitava a far trottare il cavallo , pigramente : la carrozza andava , andava , lontano , punto nero sopra la via giallastra ; e Adele , obbliata , era presa da una voglia irresistibile di piangere . Allora , quando non ne poteva più , si voltava a Paolo , lo guardava coi suoi belli occhi grandi , sorpresi e un po ' supplici . Egli la guardava , ma non aveva l ' aria di vederla . Ella lo chiamava , piano : - Paolo .... - Che vuoi ? - Dimmi qualche cosa . - Che cosa ? E la voce sua era così strana , come di un dormiente che sogna , una voce di persona lontana , una voce di anima distaccata dal minuto presente , dallo spazio presente . Adele trasaliva : - Mi ami , Paolo ? - gli chiedeva , per il bisogno di parlare , di sottrarsi all ' incubo dell ' ambiente . - Ti adoro - rispondeva lui , con un tono di maggior sonnambulismo . Poi , un silenzio . La carrozza andava sempre . - Torniamo , Paolo ? - Ancora un po ' . - È tardi , amore .... - Non è tardi . Ma spesso , queste interruzioni dei suoi pensieri , dei suoi sogni lo turbavano molto .... Senza durezza , poichè egli amava Adele , le diceva : - Taci : lasciami pensare . - A che pensi , amore ? - Penso ; lasciami stare . - Dimmi a che .... - È inutile che tu lo sappia - rispondeva , inasprito , a un tratto . Ella aveva pianto , la prima volta che le parlò così ; ma , peggio , egli non si era accorto di quel pianto . Da allora , si era rassegnata a subire tutte le interminabili e tristi passeggiate nella campagna romana , senza parlare che quando lui la interrogava . Moriva di freddo e di tristezza , ma soffriva tutto questo per amore di Paolo . Quando rientravano in città , man mano , si veniva riscaldando : Paolo esciva dal suo silenzio . Ella sorrideva , di nuovo : e un ' altra prova era passata . D ' altronde , a questi profondi assorbimenti di Paolo ella doveva cercare di assuefarsi , poichè , in casa , lo coglievano spesso . Loquacissimo e beffardo , insieme , ma graziosamente beffardo , egli cadeva , ad un tratto , in una mestizia taciturna che scombussolava , subito , tutto l ' umore sereno e dolce di Adele Cima . Sdraiato , con la sigaretta spenta fra le dita , immerso in quei molli cuscini che erano così cari alle sue ore di riposo e di malinconia , Paolo Spada aveva l ' aspetto immobile e triste , l ' aria disfatta e triste , gli occhi socchiusi lasciavano errare uno sguardo vago e triste . Subito , Adele gli chiedeva : - Hai sonno ? - No . - Sei stanco ? - Sì . - Di che sei stanco ? Non sei uscito . - Sono stanco - mormorava lui , con quella sua voce lontana . Ella faceva trascorrere un po ' di tempo in silenzio . Indi ritornava a lui : - Ti senti male ? - No . - Vuoi qualche cosa ? - No . - Debbo andarmene ? - Resta pure : ma taci . Adele chinava gli occhi per non piangere . Le riesciva impossibile d ' intendere la causa della tristezza di Paolo Spada , sfuggendole assolutamente tutto il lavorio dell ' anima di costui . Ella non vedeva che l ' immobilità , il pallore , la taciturnità ; ella non capiva , che la risposta indifferente , o quella dura , nella loro durezza esteriore : ella intravedeva un mistero superiore dello spirito , arcano , avvolto in tali veli che giammai la sua piccola mente avrebbe potuto sollevare , e una pena acuta , intimissima , nascosta con gelosa cura la torturava , senza che ella volesse mai esprimerla , o trovasse mai parole per narrarla . Andava a prendere un suo lavoro all ' uncinetto , una di quelle interminabili coltri a rosoni , bianche , e seduta in una poltroncina , lavorava nel più grande silenzio . Talvolta , la stanchezza la sorprendeva . Ella sonnecchiava . Il capo le si abbassava sul petto . - Tu dormi ? - le dicea lui . - No , non dormo - rispondeva lei , trasalendo , scuotendosi . - Poverina , ti annoio . - Non mi annoi . - Le mie ore d ' inchiostro sono così odiose ! - Nulla di te , è odioso - ella replicava , a bassa voce . Ma questa frase ore d ' inchiostro le faceva l ' effetto di un gran buco nero nero , dove precipitassero Paolo Spada e l ' amor suo , donde ella non potesse cavar più fuori nè l ' amante , nè l ' amore . Giacchè la paura più umile , più comune , che la teneva sempre , che la tormentava in segreto , era che Paolo Spada l ' amasse poco , o non l ' amasse punto . Non sapeva , ella , per quale paese dei sogni egli partisse , in queste sue ore tetre ; neppur supponeva che vi fosse un immenso , interminabile , infinito paese dei sogni dove se ne vanno le anime dei poeti , degli artisti , dei sognatori : ma intuiva , così , semplicemente che Paolo Spada era ben lontano , lontano da lei e dal suo amore in quei momenti , e che quel corpo , abbandonato fra i cuscini , quel volto smorto e chiuso non avevano nè sentimento , nè volontà . Ella lo adorava con tutto il suo piccolo e serio cuore , con la sua piccola e limitata mente , e oltre l ' amore , per natura , per temperamento , per carattere , non poteva vedere . Beninteso che , sempre , Paolo Spada usciva da una di quelle crisi di tetraggine , per gittarsi in impeti di folle gaiezza . Allora egli colmava la sua amante di liete carezze , di adorazioni gioconde e quasi infantili : la obbligava ad entrare nei magazzini di mode , dove le comperava pazzamente delle cose che non le servivano punto ; la costringeva a seguirlo nelle grandi trattorie dove ordinava dei pranzi squisiti , sostenuti da vini generosi : la conduceva ai teatri , nelle grandi serate : e , sovra tutto , parlava con lei , rideva con lei , la corteggiava gaiamente , divertendosi di tutte le inveterate timidità della donna , delle sue ritrosie , del suo terrore del pubblico . Dappertutto , ella andava a malincuore , poichè ella preferiva , infine , la loro casa , in cui sempre l ' ambiente la sconvolgeva , ma dove , almeno erano soli . Adesso , a poco a poco Paolo Spada la veniva presentando ai suoi amici , senz ' altro nome che questo : la mia Adele , e al primo movimento di consolazione e di orgoglio che questo nome le produceva , detto così , da lui , ne subentrava uno di malinconia , sentendosi ricacciata nell ' anonimo , senza personalità , più , come una povera cosa appartenente a lui , come gli apparteneva un bastone o un fazzoletto . Questi amici di Paolo Spada erano così singolari , anche essi ! Le parevano tutti affetti da una leggiera o più grave pazzia , manifestantesi nei modi o familiari troppo , o fittiziamente freddi , nelle voci bizzarre che pronunziavano parole anche più bizzarre . Nelle loro conversazioni che ella si ostinava a voler intendere , ella non afferrava che le prime frasi , e subito la sua mente si confondeva in quei paradossi sull ' amore , sull ' arte , sulla vita , e non ci si raccapezzava più . Nei caffè , per le vie , le discussioni si prolungavano , accanite , rinascenti , giranti intorno all ' argomento , col ritorno di certi nomi , di certe frasi , di certi intercalari ; ella ascoltava , fingendo l ' attenzione , ma senza capire più nulla . Talvolta , queste discussioni erano nelle vie , di sera : Paolo Spada e qualche suo amico andavano lentamente , fermandosi ogni tanto , accalorati , ardenti , e Adele Cima imitava il loro passo , si fermava con loro , sempre taciturna , levando ogni tanto il suo bel volto bianco e sorpreso verso Paolo , quasi a pregarlo di finire , di rientrare . Ma egli non vedeva lo sguardo timido e pregante dei bei grandi occhi limpidi e semplici , e la disputa si prolungava , mentre ella cadeva dall ' oppressione in un sonno , per cui andava a casa come una sonnambula . Una notte , così , girarono per due o tre ore , intorno a piazza Navona , Paolo Spada e Massimo Dias , slanciati in una feroce discussione sull ' Ariosto ed ella , alla fine , mezza morta , non osando dire nulla , si lasciò cadere a sedere sullo scalino , presso la fontana . Fu allora che egli si decise a metterla in carrozza ed a portarla a casa , invaso da una improvvisa pietà che lo rese dolcissimo e amorosissimo verso la donna . Questi amici di Paolo Spada la trattavano anche singolarmente . Alcuni la salutavano correttamente , ma non le dirigevano la parola ; altri le indirizzavano delle frasi galanti in istile letterario ; altri la riguardavano come un camerata e usavano familiarmente con lei , a grosse strette di mano , chiamandola Adele . Con quella intuizione delle persone semplicissime , ella sentiva che sotto la correttezza di alcuni si nascondeva il disprezzo ; le galanterie in frasi fiorite la imbarazzavano e la facevano arrossire ; le familiarità la turbavano . Qualche volta , malgrado la sua timidità , aveva sorpreso qualche parola che suonava caricatura per lei e certi sorrisi le sembravano dubbi . Ne aveva parlato a Paolo Spada : - I tuoi amici mi ritengono per una stupida . - No , cara . - Credilo , è così . - Da che te ne accorgi ? Saresti diventata furba , per caso ? - Non lo so : ma per loro , sono un ' oca . - Per loro , come per me , sei una bella , buona , cara donnina , ecco tutto . Vuoi dei complimenti , a quanto pare . - Se sono un ' oca per te , non voglio essere un ' oca per gli altri - ella soggiungeva , assai più triste , convinta che Paolo Spada si vantasse della sua ocaggine . - O cara ochetta sentimentale e mesta , cara piccola oca bianca e malinconica , finirai per rassomigliare a un cigno - diceva lui , con la sua voce sonora e pure velata che la seduceva , toccandone le fibre più recondite del cuore . Avrebbe ella , forse , voluto allontanarlo , da queste conversazioni , da queste dispute con questi amici dagli occhi stralunati , dalle ciere malaticcie , che fumavano la pipa , talvolta , o che erano in una perfetta tenuta da gentiluomo , in marsina , con la pelliccia aperta , col fiore all ' occhiello , ma che avevano egualmente la ciera morbosa e gli occhi sognanti , quasi allucinati . Ma era un desiderio , niente altro : ella era fatta per seguire Paolo Spada in ogni suo vagabondaggio e per obbedirgli in ogni suo capriccio . Gli faceva qualche obbiezione , soltanto : - Ti diverti tanto , in compagnia di Massimo Dias , di D ' Arcello , di Lamberti ? - Non mi diverto punto . - E allora , perchè li cerchi tanto ? - Mi sono necessarii . - Oh ! - Le dispute riscaldano il sangue ed eccitano i nervi .... - E fan male alla salute , - Del corpo , forse . Viceversa , fanno bene alla salute dell ' anima , che è la sola interessante . - La salute dell ' anima ? La vita eterna , cioè ? - No , cara - concludeva lui , con quel sorriso d ' indulgente amore che gli spuntava . sulle labbra , quando ella diceva una sciocchezza . Bensì arrivava il tempo in cui Paolo Spada abbandonava lui gli amici , non uscendo , chiudendo la sua porta , vivendo in casa per intiere settimane , fra le sigarette , il caffè e il lavoro . Questi furori di prosa e di poesia lo assalivano improvvisamente , dopo una gita nei dintorni , dopo la lettura di un libro , dopo aver ritrovato un vecchio pacchetto di lettere , ed egli si dava tutto a quel lavoro della composizione d ' arte e della successiva scrittura , sommergendosi negli abissi della creazione e della forma , come chi da un altissimo picco si getta nel mare . Non conosceva più , Paolo Spada , in quelle sommersioni , nè misura di tempo e di spazio , nè fatti o circostanze , nè necessità o capricci , egli dimenticava l ' ora del sonno come quella dei pasti , egli volentieri restava , in pieno meriggio , con le imposte sbarrate e la lampada accesa ; inchiodato nel suo seggiolone di cuoio , chino sulla carta , levando ogni tanto , da essa , un par d ' occhi nuotanti nelle visioni , o passeggiante per la stanza da studio , rapidamente , da un capo all ' altro , a testa china , o leggendo ad alta voce , anzi declamando dei versi o della prosa , gettandosi , talvolta , da una sedia a una poltrona , ritornando al seggiolone , e , talvolta , cedendo al sonno , sul gran tavolino da scrivere , con la testa sulle braccia , come un fanciullo . L ' amore ? sparito , morto . L ' artista si trovava nel gran tumulto interno che sconvolge ogni altro affetto e che trasporta nelle ansie e nelle ebbrezze della concezione e della procreazione d ' arte , la febbre che lo ardeva aveva invaso e incendiato tutto il suo sangue , e le sue fantasime d ' arte erano più vive , innanzi agli occhi della sua fantasia , più belle , più vive , più desiderate , più amate della vivente Adele Cima , che gli sembrava un ' ombra vana e fredda . Ella si rendeva un ' ombra . Girava intorno a Paolo Spada con un passo così lieve che non si udiva , non urtava un oggetto , non faceva stridere una chiave , spariva dalle porte come se si dileguasse nell ' aria . Così ella faceva , un tempo , quando aveva assistito sua madre gravemente inferma : le pareva di essere presso un malato , tanto lo stato fisico e morale di Paolo Spada le sembrava scombussolato , tumultuario , perduto ogni senso di realtà . Obbediente come un bimbo buono , ella lo aspettava con pazienza alle ore dei pasti , non andava a letto , talvolta , che tardissimo , vegliando accanto a lui , leggendo un libro qualunque il cui senso le sfuggiva , o dicendo il suo rosario , o stando immobile , oramai abituata a questa vita di statua . Lui , che giammai aveva potuto lavorare con una persona presente nella stanza o anche nella casa , tollerava perfettamente quella di Adele Cima , tanto ella si rendeva piccola , minuta , inesistente . Anzi , la voleva presso a lui . Era come un mobile che si ama , su cui si posano gli occhi volentieri e le cui linee corrispondono a non so quale bisogno estetico interiore . Talvolta , in un brevissimo , lucido intervallo , era vinto dalla compassione : - Va a letto , cara , - No , ti aspetto . - Io ho molto da scrivere , va , va . - Che importa ? aspetto . - Creperai di noia e di sonno . - No , niente . Aspetto . Tu hai molto da scrivere ? - Moltissimo : enormemente . - Non importa , non importa . Di amore , in lui , non un atto , non una parola . Questo ella vedeva bene , e un morso le afferrava il cuore . La febbre del lavoro e di quel lavoro la colpiva solo per i suoi fenomeni morbosi ; ella non ne comprendeva nè la purissima fiamma , nè il nobile tormento , nè l ' ebbrezza del travaglio . Non si spiegava perchè un uomo giovane , sano e bello , amato , amante come Paolo Spada si desse a quella passione singolare che ne consumava i giorni , la salute , la beltà , che lo toglieva , sovra tutto , all ' amore . Ah questo , questo , ella non se lo spiegava ed era il suo cruccio più intimo e più costante ! Nel suo giudizio stretto e poetico della vita , le pareva che un ' altra donna le potesse togliere Paolo Spada , ma non già un foglio di carta bianca e una penna intinta nell ' inchiostro . Che egli scordasse i suoi baci , le sue carezze , il suo amore così saldo e così affascinante nella semplicità , per restare i giorni e le notti nella sua stanza di studio scrivendo , lacerando carte , riscrivendo , passando la penna a grandi colpi sulle linee scritte , per cassarle , leggendo , declamando , fumando , bevendo caffè , senza sole , senza luce , senz ' amore , proprio , senz ' amore , le sembrava una cosa tanto folle , tanto ingiusta e tanto crudele che , spesso , sparendo nella sua povera cameretta , se ne andava a piangere in un cantuccio , solitariamente . Per lei l ' amore era la sola passione , la sola occupazione , il solo pensiero e il solo affare , e tutto questo , molto semplicemente , in vero temperamento muliebre nato per il ristretto campo dell ' amore . Giammai , in queste sue ore di desolazione , ella trovava un pensiero contro l ' egoismo artistico di Paolo Spada , giammai ella si pentiva di essersi data a lui , di esser venuta a vivere con lui , ma si sentiva ed era una creatura perfettamente infelice . Quando era stata lungamente assente , egli la chiamava . Ella si lavava in fretta gli occhi , riappariva quasi sorridente ed egli non vedeva punto il rossore delle palpebre . - Perchè te ne vai , Adele ? - Ti disturbo , forse . - Non mi disturbi . Non ti vedo neppure . - E allora , perchè mi vuoi ? - Così , per consuetudine . Ella crollava il capo , mentre si faceva pallidissima . Paolo Spada non se ne accorgeva . Nell ' orgoglio fugace dei momenti di creazione , le diceva , esaltatamente : - Sai ? Sto scrivendo un capolavoro . - Lo credo , Paolo . Ma non gli chiedeva che fosse . Temeva di dire una stupidaggine , chiedendo . - È una novella , una lunga novella : ma un capolavoro . Si chiama : il vincitore della morte . Ti piace il titolo ? - Sì , mi piace . - Veramente , ti piace ? Di ' la verità . - Mi piace moltissimo . - Ora te ne leggo un pezzo . Ti secchi ? - No , amore , no . Egli dava di piglio alle molte cartelle dove scriveva col suo carattere lungo e sottile , e con voce tremante , mentre le dita che tenevano il manoscritto tremavano , egli cominciava la lettura . La voce si facea più ferma e ondeggiava nei periodi che si legavano l ' uno all ' altro , e si abbassava mollemente , s ' innalzava violenta . Attentissima , ella non batteva palpebra . Pure , quest ' attenzione non gli bastava : - Tu , non mi ascolti ? - T ' ascolto . - Hai l ' aria distratta . - Non è così . Leggi . Paolo riprendeva la lettura . Si arrestava , per vedere se sul volto di Adele Cima passasse qualche impressione : e la vedea mutar di colore . In verità , era quella voce dell ' amante , quella esaltazione , il rombo della lettura , che la commovevano . - Ti piace ? Ti piace ? - Moltissimo . - Dici sul serio ? - Sul serio . - Non già perchè mi vuoi bene ? - Non so : mi piace . Egli finiva la lettura , entusiasmato . - Ti piace ? - È bellissimo . - Sì , credo di aver fatto una cosa buona - diceva lui , già un po ' smontato . - Quante cartelle ne hai scritte ? - domandava Adele , dando un ' occhiata obbliqua al manoscritto . - Sessantacinque . - E quante altre te ne restano ? - Centocinquanta , più , forse . - Ah ! Si voltava in là , per non fargli osservare il suo viso , dove la pena che questa febbre ancora molto , troppo durasse , si dipingeva . L ' indomani , lo trovava tetro e disfatto . - Ho scritto delle corbellerie ignobili - le dichiarava lui . - Come ? Non ti sembravano un capolavoro ? - Mi sembravano . Ero esaltato . Sono corbellerie . - A me piacevano . - Naturalmente . - Paolo ! - era la sola rimostranza dolorosa . - Mia cara , che vuoi capire tu ? Quando piace a te , è segnale di ignobile corbelleria . - E allora , perchè leggi a me ? - Così , per sfogare : niente altro . - Perchè mi domandi il giudizio ? - Perchè gli scrittori sono delle bestie inconcludenti , deboli e vigliacche - esclamava lui , nella brutalità delle giornate di abbattimento . - Non dire questo , Paolo . - Taci , Adele . Vattene . Ebbene , ella si accorgeva che negli accasciamenti della sua febbre d ' arte , in quegli accasciamenti in cui tutti i mortali chiedono soccorso di tenerezza , ella non poteva consolarlo . Sensibilissima sentimentalmente , ella misurava col cuore timido e trepido questa sua impotenza e la esagerava . Quel male ignoto e quel dolore ignoto traevano origine da radici di profonde e sconosciute infermità morali e forse fisiche : ella poteva bene piegare il volto su quell ' ombra , il suo inesperto sguardo nulla vi potea mai distinguere . Adele si ritraeva , con un senso vivo di umiliazione sempre rinnovantesi e che le aveva omai aperto nell ' anima una fine ferita sempre sanguinante e sempre frizzante . Il silenzio era il suo rifugio , dove naturalmente , le più semplici e anche le più tormentose supposizioni la facean dubitare di sè stessa , di Paolo Spada , dell ' amore . Forse , egli era stanco di lei e non glielo diceva per gentilezza d ' animo ; forse , questo suo amore che era niente altro che amore , offerto con tanto abbandono , ma con tanta monotonia , aveva già nauseato Paolo ; forse egli pensava a quelle sue donne così raffinate , così squisite , che lo amavano in una forma complicata e straordinaria , che gli scrivevano quei pacchi di lettere da lui conservate preziosamente , da lui spesso rilette , spesso giacenti in confusione sul tavolino da scrivere - talvolta , egli si serviva di quei documenti per la sua storia d ' amore - mentre ella non aveva mai osato di scrivergli un biglietto , temendo di commettere degli errori di grammatica e di ortografia ; forse , egli già ne aveva trovata un ' altra .... ella era così sciocca , così infelicemente sciocca ! Con cura , ella nascondeva i suoi sospetti , per non torturarlo , giacchè ella gli risparmiava , amorosamente , qualunque puntura ; ma , senza volerlo , trapelavano . - Anche oggi , sei così triste , Paolo ? - Anche oggi . - Ma a che pensi ? - Mi è impossibile di narrartelo : è troppo lungo . - Dimmi , almeno , a chi pensi ? - A chi ? A nessuno , cara . - A nessuno , proprio ? A nessuna donna ? - .... No . Che pensi ? - Nulla , m ' immagino . Credevo .... perdonami . Non sei stanco di me ? - No , non ancora . - Dimmelo , quando sei stanco . - Te lo dirò , non dubitare . Ognuna delle risposte di Paolo Spada la meravigliava e la faceva soffrire . Lo credea sincero . Non amava un ' altra donna : non era stanco di lei : ella gli piaceva ancora . Ma dunque era proprio per questo terribile lavoro dello scrivere , che il suo amante l ' abbandonava , si dimenticava di lei come se non esistesse , la guardava in volto trasognato come se non l ' avesse mai vista , non le prendeva una mano , non la baciava ? Così sono , dunque , questi uomini che scrivono ? E quest ' arte , questa parola che ella udiva ripetere continuamente , senza intenderla , quest ' arte pronunziata ora enfaticamente , ora a bassa voce in tono pauroso , quest ' arte le cui quattro lettere escivano , pronunziate dalla bocca di Paolo Spada , con un ardor amoroso meglio di qualunque amorosa parola , ella aveva finito per odiarla in silenzio , con tutta la muta ribellione del suo cuore . Non era una donna l ' arte , nè aveva i capelli neri , biondi o rossi , diversi dai suoi ; non era una persona slanciata dagli occhi grandi e bruni e scintillanti , mentre i suoi erano limpidi e tranquilli e la sua persona era piccola e graziosa ; non era una donna intelligente e sapiente , mentre ella era una povera buona , ignorante : eppure Adele era gelosa di quest ' arte e la detestava , con tutto il cuore , come se fosse una creatura viva . A poco a poco i libri , le carte , il calamaio , l ' inchiostro e la penna , e tutto quello che è il corredo di chi scrive , le cominciarono a fare orrore : e gli accessi di lavoro feroce , o gli assorbimenti lunghi in vaghe contemplazioni di Paolo Spada , le davano l ' impressione d ' una sua sciagura personale , sempre respinta e sempre ricadente sul suo cuore . Un giorno , quasi fosse presa da una curiosità puerile , gli domandò : - Come ti è venuto in mente , di scrivere ? - A me ? Non me ne ricordo . - Ma infine , hai dovuto cominciare ? - Sì , ho cominciato .... non potevo far di meno di cominciare . - Perchè ? - Era il destino , cara . - Non hai mai pensato a fare un ' altra professione ? - Mai . Non avrei saputo farla . - Tu sai far tutto . Perchè non hai tentato ? - E perchè dovevo tentare ? - gli disse lui , un po ' meravigliato . - Così .... per fare quel che fanno tutti gli altri - diss ' ella , penosamente . Egli intese qualche cosa : - Ti piacerebbe , eh , che io fossi un medico ? O un impiegato ? O un ufficiale di cavalleria ? - e una lieve ironia era nella sua voce . Ella impallidì e arrossì . Subito , negò tutto : - Mi piaci come sei , Paolo . - Ma saresti più felice con un medico , m ' immagino : felicissima , con un ufficiale di cavalleria : arcifelicissima , con un impiegato , Adele . - No , no , no - esclamò lei , disperatamente - non posso esser felice che con te . - Temo .... temo che tu sia infelice .... sono così incapace di capirti .... - Non vi è bisogno , che tu mi capisca - soggiunse lui - nessuna donna capisce mai un uomo e viceversa . Io sono perfettamente felice , del resto , con te che non mi capisci : te lo assicuro . Amami e basta . Infatti , in quell ' amore , così quieto e così uniforme , in quel sentimento rudimentale che di nessun altro si addoppiava e si facea difficile , in quell ' espansione semplice quotidiana , senza grandi scene tragiche come senza troppo fini scene di commedia , in quella bontà costante e suadente , in quell ' affetto dove mancava qualunque sorta di enigma , egli trovava l ' ambiente migliore per il suo spirito stanco e per il suo cuore disgustato di eccentricità . Per troppo tempo , la donna era stata per lui elemento di curiosità vivacissima nella vita e nell ' arte ed era , quindi diventata sorgente di disordine e di squilibrio : per troppo tempo , egli aveva errato per i paesi dove il peccato era anche romanzo e dove il romanzo conduceva al peccato : per troppo tempo , egli aveva cercato nella donna il pascolo della immaginazione artistica e l ' urto obliquo e complicato dei sensi . Adele Cima era il riposo della sua stanchezza , era l ' equilibrio dell ' asse della sua vita , era la relazione posata e lunga , lunga e sicura , dove il peccato perdeva ogni tinta turpe e acquistava gentilezza mite coniugale . Mentr ' ella era fuori centro , spostata , messa a contatto di una esistenza che aveva capovolte tutte le sue poche idee , messa a contatto con un uomo cento volte a lei superiore , della cui superiorità ella era un ' adoratrice ma anche una vittima , mentre Adele Cima non giungeva più a riunire le sue forze per vivere , disperse in un ' atmosfera troppo alta per i suoi polmoni , Paolo Spada si sprofondava nella beatitudine egoistica di colui che ha trovato , per una rarissima fortuna , lo strumento più adatto alla propria felicità . Per pensare , per leggere , per lavorare , egli aveva bisogno di non aver più nè lettere amorose da scrivere o da andar a prendere alla posta ; di non aver più convegni da chiedere o da aspettare ; di non aver più sciarade da sciogliere o drammi da annodare , tutte cose che impediscono , a uno scrittore , il pensiero , la letteratura , la scrittura . Adele Cima , in quei tempi di travaglio , mentre era intorno a lui , non vi era , camminava piano , non urtava gli oggetti , non chiudeva i libri , non muoveva le carte , spariva , riappariva , senza domandare di uscire , di pranzare , di dormire : nella sua semplicità o , piuttosto , nella sua stupidaggine , era un arnese umile e perfetto di pace amorosa e di paziente tenerezza . III . A un tratto , nel cuore innamorato di Adele Cima , e battuto e mortificato dal sentimento di non essere una donna degna dell ' amore di Paolo Spada , surse una volontà improvvisa , che si maturò nell ' ombra e nel silenzio , che fu covata e si schiuse al calore della passione , di cui ella ardeva per il grand ' uomo . Ella si decise , così , senz ' altro , a diventare una donna intelligente e colta ; perchè , almeno , non tutto il mondo dove l ' artista viveva le fosse vietato ; perchè ella , almeno , potesse seguirlo in un discorso , in una divagazione , perchè ella non restasse più sola e abbandonata ad amarlo , mentre egli se ne andava negli orizzonti dei sogni e delle visioni a cui ella , misera , non partecipava . Ella concepì questo audace disegno nelle ore di solitudine e anche d ' infinita mestizia in cui cadeva , quando Paolo Spada lavorava e si scordava assolutamente di lei : ella accarezzò entusiasticamente il suo disegno , nel tempo in cui maggiormente l ' esistenza con Paolo le diventava grave e tormentosa , sentendovisi come una povera creatura perduta e senza guida ; ella ostinatamente studiò questo disegno , quanto più amara e più insopportabile le pareva la sua inferiorità . Non disse nulla a Paolo . Era taciturna , sempre : e non avendo mai trovato modo di raccontargli la sua lunga miseria , la miseria della sua stupidaggine e della sua ignoranza , non volle neppure rivelargli il rimedio che il suo cuore aveva trovato o credeva di aver trovato . Con l ' eroismo muto dei cuori che sanno amare e amare soltanto , ma che dall ' amore traggono ogni coraggio e ogni luce , ella si accinse allo scopo , sebbene lo sentisse arduo , lontano , forse inaccessibile . La prima cosa che ella tentò , per aprire la sua intelligenza , fu la lettura dei libri di Paolo Spada . Dopo pranzo , quando egli , fumate nervosamente quattro o cinque sigarette , si levava come mosso da un impulso automatico , per sedersi a scrivere , ella si levava e spariva . Nella sua borsa da lavoro , accanto al merletto all ' uncinetto , delizia borghese di altri tempi , ella aveva sempre un volume , dei varii fra romanzi e novelle scritte da Paolo Spada : e in camera sua , si metteva a leggere . Lo stile prezioso , ricercato con quella tortura mentale che era una delle grandi qualità di Paolo Spada , le produceva la prima impressione d ' incomprensibilità : vi erano delle parole che non aveva mai lette o udite e dei giri di frase , il cui senso le sfuggiva : talvolta , delle frasi ripetute le davano fastidio , come il ronzìo di un moscone nell ' orecchio . Non so come , ella aveva udito a parlare del vocabolario : e finì per ricorrervi , per conoscere il senso vero delle parole strane adoperate da Paolo Spada . Con molta gravità , teneva il libro aperto sul tavolino e con l ' altra sfogliava il vocabolario : alla ricerca della parola , lasciava perdere il filo del racconto e , dopo , non si raccapezzava più . E , spesso , il vocabolario non le spiegava bene , tutto : ella restava sospesa , pensando troppo per la sua piccola mente , affaticata , e non trovando più nulla . Se contrariamente , erano i soggetti di quei romanzi , di quelle novelle che la turbavano immensamente . Ella aveva letto , come tutte le donnine della sua levatura , dei romanzi di Montépin e di Ponson du Terrail , qualche romanzo di Dumas padre e qualcuno , italiano , di Guerrazzi : ma le istorie di Paolo Spada erano così stranamente diverse da quanto era stato il poco pascolo della sua fantasia ! Tutti i protagonisti di Spada le sembravano degli ammalati o dei pazzi : spesso la inorridivano per il cinismo : e quando s ' interessava a qualcuno , più simpatico , ecco , egli moriva . In quanto alle protagoniste , ebbene , ebbene , malgrado che qualcuna di esse fosse buona e virtuosa , malgrado che quasi tutte fossero immensamente infelici , per le lotte con sè stesse , col mondo e con l ' amore , ebbene , Adele Cima le odiava , tutte ! La innamoratissima donna leggeva i romanzi e le novelle , più col cuore che con la mente : e la sua curiosità d ' ignorante , era anche fatta di gelosia . Con quanta carezzosa voluttà Paolo Spada dipingeva certe figure di donna e Adele Cima vi ricercava , quasi , i ritratti delle donne che egli aveva amate : con quanta crudeltà egli ne disegnava delle altre ed erano forse quelle che lo avevano respinto , o , accettandolo , lo avevano reso infelice ! Ella aveva troppo partecipato alla vita di Paolo Spada e dei suoi amici artisti , per non avere capito , a forza di udirlo dire , che quanto essi raccontavano nei loro libri , era loro accaduto : non aveva visto Paolo Spada copiare le lettere di amore , nelle novelle ? Così , la lettura di questi volumi lenta , ma continua , produsse sullo spirito di Adele Cima , come una rivelazione sempre più triste , sempre più torturatrice , del passato di Paolo Spada . Ah egli aveva palpitato , e pianto , e sofferto , e spasimato , il suo amante , non per lei , ma per altre donne , egli aveva molto e troppo vissuto , il suo amante , e non con lei ; egli aveva avuto delle scene di passione e di disperazione come giammai con lei ! Quante volte in quelle eterne veglie , in cui ella aspettava che Paolo Spada si levasse dal tavolino e , chiamandola , le dicesse che era ora di riposarsi , quante volte ella posò il libro , pallida , disgustata , avvelenata , sentendo di essere giunta troppo tardi , quando già la vita aveva detto tutto al suo amante ! Quante volte ella si sentì inutile , inutile a quest ' uomo , adesso più che mai , adesso che conosceva o che le pareva di conoscere tutto il passato , e come pensò , spesso , che sarebbe stato meglio liberarlo della sua sciocca presenza ! Le si ripeteva , nell ' anima , fatidicamente , l ' impressione della prima visita , quando aveva trovato le fotografie delle altre amanti e aveva tanto sofferto : perchè non era fuggita via , in quel giorno ? Pure , un accanimento la teneva , di legger tutto , di saper tutto . Involontariamente , qualche parte del suo segreto le sfuggiva : - Perchè hai fatto morire quel povero Attilio Venturi ? - ella chiese un giorno , al suo amante . - Attilio Venturi ? Chi ? - Il protagonista del tuo racconto : L ' ucciso . - Tu hai letto il racconto ? - .... sì - diss ' ella , profondamente sconvolta . - E perchè l ' hai letto ? - Mah .... perchè era scritto da te .... - Non vi era obbligo , anima mia . - Ho fatto tanto male ? Sono dunque così sciocca , da non poter aprire un tuo libro ? - e quasi piangeva . - Non importa , cara - diss ' egli , indulgentemente - se ciò ti diverte , fa pure . Ti è proprio dispiaciuto tanto , che Attilio Venturi sia morto ? - Oh , tanto ! - Egli doveva morire - pronunziò Paolo Spada , col tono dogmatico dello scrittore . - Oh ! - mormorò ella , senz ' altro , sentendo il peso della sua ignoranza più forte , sulle spalle . Altri dialoghi simili , consecutivamente , accaddero . Un giorno , un amico di Paolo Spada aveva elogiato vivamente il volume delle Storie crudeli , in presenza di Adele Cima : e Paolo Spada aveva sorriso alle lodi . Ella riprese il discorso e arrossendo , disse : - Tutti i tuoi libri sono così belli e mi piacciono tanto , Paolo ! Ma perchè sei così cattivo , nelle Storie crudeli ? - Perchè la vita è cattiva , mia cara - disse lui , con un lieve rammarico nella voce . - Oh no , Paolo ! - Che ne sai , tu ? Tu non sai nulla . - Hai ragione - ella disse , soffocando un singhiozzo . E un ' altra volta : - Non pensavi che la vita era cattiva , Paolo , quando hai scritto L ' amore di Maria ? - Quella storia è bruttissima . - Oh , no ! - Bruttissima , ti dico . - A me è piaciuta - soggiunse ella , con timidità . - Questo è il segnale più certo della bruttezza - disse lui , duramente . Poi quando la vide piangere , cercò di consolarla , carezzandola , baciandola . - Tu leggi troppo , ti fa male , Adele . - Perchè , mi fa male ? - La tua testa è debole , non leggere tanto . - Come , neppure i tuoi libri ? - I miei meno degli altri . Già , non valgono niente . - Non dire questo , non dirlo . Perchè li hai scritti , se li disprezzi ? - Così , Adele - rispose lui , enigmaticamente , chiudendosi nel suo silenzio . Ma , oramai , il male era fatto . Nel cervello confuso di Adele Cima turbinavano le frasi e i fatti in disordine : ed ella non afferrava più il nesso delle cose , ella imbrogliava i nomi dei personaggi e delle città , ella spesso faceva a Paolo Spada delle domande , dove appariva anche più chiaramente che ella aveva letto e non aveva inteso nulla . Due o tre volte , egli la redarguì , vivamente offeso nel suo amor proprio di artista : ed Adele che non conosceva la sensibilità sempre raccapricciante delle vanità di scrittore , due o tre volte giunse a ferirlo : e il modo come egli le si rivoltò contro , modo insolito , di animale irritato e ingiusto , la sgomentò talmente che , per un pezzo ella smise di parlargli delle sue letture . Ma il male era fatto . La serenità della mente di Adele Cima era smarrita , per sempre . Ella era entrata in una via d ' intrichi e di spine che la pungevano e la soffocavano : nè conosceva più il sentiero per tornare indietro . In quella confusa e incerta rivelazione di un mondo per lei incomprensibile e in cui ella intravedeva le perfidie della menzogna , le malvagità del cuore freddo e duro , le perversità dei sensi non governati da nessuna delle schiette e fluide correnti del sentimento , la ingenua anima di Adele si arretrava , compresa di spavento : ma i suoi occhi avevano intravisto e il fiore del suo candore sentimentale era per sempre appassito . Sovra tutto , il maggior tossico le veniva da quelle donne ignote a lei , che Paolo Spada aveva conosciute e amate , che erano rimaste così impresse nella memoria dell ' uomo , che l ' artista aveva voluto renderle nelle sue storie . Tutte diversamente belle e attraenti sotto la viva penna dello scrittore , tutte dotate del fascino della vita che vibra , più forte , nei ricordi e par vita , tutte variamente strane e seducenti , tutte quante davano al cuore innamorato di Adele Cima le trafitture , e i sussulti , e i pallori , e gli scoramenti di una gelosia invincibile . Con curiosità tormentatrice , ella ritornava a rileggere quelle pagine dove la natural poesia dell ' arte ingrandiva e affinava quelle creature muliebri : e nella loro essenza , nella loro forma , Adele Cima le invidiava , sentendosi da loro così diversa , così lontana , sentendosi a loro tanto inferiore da soffrirne come per persone umane che l ' avvilissero con la loro superiorità , ogni giorno , ogni ora : - Tu hai conosciuto quell ' Angelica , del tuo romanzo ? - disse , in uno dei momenti di più forte pena . - Sì . - L ' hai amata ? - Sì . - Era molto seducente ? - Molto . La povera semplice donna tacque . Ah che egli era una persona troppo sincera , mentre avrebbe potuto risparmiarle queste verità così atroci ! - Perchè hai finito di amarla ? - Mi ha tradito . - Ah ! E se non ti tradiva ? - Io tradiva lei . - Così .... tutti questi vostri amori .... finiscono col tradimento ? - Quasi tutti . - Finirà anche il nostro , così ? - chiese lei , desolatamente , mordendosi le labbra per non iscoppiare in singhiozzi . - Speriamo di no . - Speriamo ? Non è che la speranza ? - In fatto di amore , tutto è fallace . Ma perchè continui a chiedere di cose spiacevoli ? Che ti importa ? A che scavi nel passato ? Quando mai tu hai scavato ? Amami e basta . - Anche io ho un cuore e una mente - ella mormorò , mortificata di essere sempre respinta nelle sue umili e taciturne funzioni di donna innamorata . - Credilo , il cuore ti è sufficiente - egli concluse , un po ' sul serio , un po ' ironicamente . Ella sentì l ' ironia e non sentì la serietà del consiglio . Una gran voglia di rassomigliare a qualcuna di quelle donne , di essere meno monotona , meno semplice , meno limpida , adesso le sconvolgeva l ' anima . I suoi vestiti , dapprima graziosi e carini , ma di una grande povertà d ' invenzione , cominciarono a diventare più ricercati : ella ebbe una vestaglia di lana bianca , con merletti pioventi e un grosso cordone di seta bianca che la serrava : ella portò delle camicette insaldate , da uomo , con una cravatta maschile : ella tentò di tagliarsi i capelli , ma il parrucchiere la consigliò di non farlo . Queste nuove fogge , però , la mettevano in imbarazzo e la rendevano goffa . Alle pareti quasi nude delle sue due camerette ella attaccò dei vecchi ventagli giapponesi , dei pezzetti di stoffa antica racimolati fra le cianfrusaglie del quartierino di Paolo Spada e vi sospese dei quadretti che erano stati donati a lui , e che egli aveva dichiarati orribili ; e questo scemo tentativo di adornamento artistico contrastava con la semplicità e anche con la volgarità del resto dei mobili . Adele Cima non aveva mai voluto fumare ; anzi il fumo della sigaretta e dei sigari di Paolo Spada , dei suoi amici , le dava gran fastidio . Si forzò a imparare : ebbe tre o quattro emicranie feroci , accompagnate dal mal di stomaco , ma fumò . Soltanto si scolorava come una morta , fumando : e faceva sforzi enormi per esser disinvolta . Non aveva mai bevuto liquori , con un disgusto tutto borghese : ella provò il cognac , e siccome aveva inteso parlare del gin , come di un liquore singolare , assaggiò anche quello . Paolo Spada , malgrado le sue profonde distrazioni , i suoi egoistici assorbimenti , notò a poco a poco tutte queste fittizie manifestazioni di bizzarria : e il sorriso con cui le accoglieva , aveva della bontà compassionevole . Due o tre volte , egli rise della goffaggine di Adele Cima : ed ella fu colpita da quel riso come da una pugnalata . Una sera , quando più ella era stata tentata di essere eccentrica e raffinata , e quando meno vi era riescita , quando più era stata ridicola nei suoi esperimenti , Paolo Spada , le aveva detto , con durezza : - Smetti . Ella si era fatta di mille colori e aveva abbassato gli occhi . - Non fumare più , smetti ; smetti di vestirti come ti vesti ; non bere cognac e non parlare di amore col terzo e col quarto . Smetti , smetti , Adele . - Che ho fatto di male ? - Nulla : ma sei ridicola . Chi te lo fa fare ? - Così - diss ' ella , con voce fievole , a capo basso . - Vi è una ragione , a queste stravaganze . Dilla subito . - replicò improvvisamente . - L ' idea di piacerti .... - balbettò l ' infelicissima . - Hai sbagliato . Mi dispiaci enormemente . - La paura del tuo disprezzo .... hai amato tante donne intelligenti e fini .... io sono una creatura volgare .... - Mi sei piaciuta come eri : non ti guastare . Smetti tutte queste buffonate . Tu non ti puoi cangiare . - Oh Dio ! - singhiozzò la poveretta . - E ringrazia il Signore , invece , che non ti cambia . Se ti cambiasse , non ti amerei più . - Perchè mi dici questo ? - Perchè è la verità . Ritorna alla tua semplicità , mia cara , o ci lasciamo per sempre . Come ritornarvi totalmente ? Ella obbedì , con la devozione della persona assolutamente innamorata , a quanto le aveva detto Paolo Spada ; ella ritornò , tristemente , alle sue vesti di gusto borghese e ai suoi cappellini insignificanti : ella lasciò le sigarette e il cognac : ella schiodò tutti i ventagli vecchi e tutti i brandelli scoloriti delle stoffe , dalle pareti delle sue stanzette . Ma tutti questi atti , consecutivi , le rammentavano la inanità della sua persona : le ripetevano , mandando il rosso della vergogna al viso , che ella non poteva elevarsi , in nessun modo , dalla mediocrità dove era sempre vissuta : le replicavano , in tutte le forme , che una donna semplice o anche sciocca , sempre tale rimane e che non vi era speranza , per lei , di essere considerata da Paolo Spada salvo che per una donnetta di casa , scema , ignorante , che gli dava dell ' amore senza fantasia e senza drammi , quando egli aveva voglia di essere amato . Lo scorno dell ' esperimento fatto e mancato le ritornava sempre , massime quando , era sola : ed ella chiedeva al Signore , nelle sue preghiere , per qual ragione era stata slanciata e poi chiusa in un amore dove tutte le sue facoltà soffrivano , dove soffocava nel silenzio ogni suo dolore e dove ella non avrebbe mai più trovato la felicità , giammai . Le sue sofferenze si acuivano . Ella frequentò molto la chiesa , in quel tempo . Cercava la liberazione , o cercava la pace ; ma non otteneva nè l ' una , nè l ' altra , giacchè ella era legata a Paolo Spada per la vita e per la morte , giacchè ella era sempre in un profondo spostamento morale e materiale . Paolo Spada , giusto in quel tempo , fu preso da un accesso di mondanità . Ogni sera indossava la marsina , metteva un fiore all ' occhiello , arricciava e profumava i suoi baffi e partiva . Ella lo aiutava a vestirsi , avendo per lui le cure minute di una madre : non gli chiedeva neppure dove andasse e a che ora ritornasse . Lo aspettava . Quando aveva chiusa la porta ; alle sue spalle , cominciava per Adele una lunga veglia . Ella riordinava la casa , tutta quanta , dandole il suo assetto notturno ; lavorava all ' uncinetto , alla coltre fatta a disegno di stelle , poichè aveva rinunziato alla lettura : sonnecchiava ; si addormentava sulla sedia . Talvolta si svegliava , di soprassalto , a un rumore : non era nessuno . Talvolta lo stridore della piccola chiave inglese di Paolo Spada che schiudeva la porta del quartierino , la scuoteva . Lo vedeva riapparire bene spesso pallido e stanco , senza voglia di aprir bocca . - Fai male ad aspettare - le diceva , brevemente . - Non importa , Paolo . Non le diceva più nulla , lui , assorto nella stanchezza : non le faceva una carezza non le dava un bacio : si addormentava di un sonno pesante . Ella restava sveglia , nervosa , piangendo chetamente talvolta . Vi erano notti in cui egli rientrava eccitatissimo . Le raccontava tutto , mettendo in burletta i tipi ridicoli della società , ridendo dei buffi spettacoli , elogiando fugacemente qualche donna incontrata . Adele tendeva l ' orecchio , a queste lodi : - Era molto bella , donna Maria Vargas ? - Bellissima : pareva Monna Lisa del Giocondo . L ' amante sciocca , dai capelli castani insignificanti , dai grandi occhi limpidi e meravigliati , ammutoliva . Egli continuava a chiacchierare , fumava , si faceva fare del tè che ella aveva imparato ad apprestare benissimo , mentre le mani le tremavano , nel suo ufficio di donnetta di casa . E , spesso , tornando da questa casa luminosa , da questi teatri scintillanti , dove aveva visto delle donne bellissime , dove il suo animo di artista aveva esaltato la sua ammirazione di uomo , egli era con Adele Cima così carezzoso e così appassionato che , malgrado la piccola intelligenza di lei , ignara delle mistificazioni umane dell ' amore , ella intendeva donde venisse questo rinnovellamento passionato ; e tutto il suo essere inorridiva alla mistificazione . Vagamente , ma ostinatamente , ella era gelosa di tutte queste donne mondane , signore e attrici , grandi dame e grandi avventuriere che , preso da un furore di esteriorità tutto estetico , Paolo Spada ricercava ogni giorno e ogni sera : ma Adele Cima non arrivava a precisare la propria gelosia . Non diceva nulla : ma fiotti di veleno le inondavano le vene . Si consumava , dentro , e non voleva dare un sol dolore a Paolo , sentendo anche che era inutile e dannoso fargli delle scene . Qualche indizio di tradimento , molto tenue , forse ancora ingiusto le s ' ingrandiva nel cuore appassionato , col dubbio di qualche fatto compiuto . Paolo Spada aveva cambiato fiore all ' occhiello : era una rosa bianca , adesso , quella che portava ogni giorno . Una copia dell ' Amore di Maria era partita , avvolta in una stoffa medievale , a rose bianche su fondo rosa pallido , e diretta a un indirizzo sconosciuto . Un giorno , uscendo per alcune spesuccie , aveva incontrato Paolo Spada sotto l ' atrio della Posta , a San Silvestro : egli aveva avuto innanzi ad Adele Cima , una leggiera fiamma al viso . Poi , finalmente , un giorno , Adele ebbe la prova precisa e netta del tradimento : un biglietto di convegno , di donna Maria Vargas : un biglietto cascato dalla tasca di Paolo Spada . Era impossibile il dubbio . Egli rientrò : trovò Adele Cima gittata sul letto , vestita , col viso verso la parete . - Che hai ? Ti senti male ? - Sì . - Dove hai male ? - Alla testa . - Ora ti do l ' antipirina . Vado a chiamare il medico ? - È inutile : è un male che passa . Veramente , egli aveva udito qualche cosa di cambiato nella voce di Adele Cima : ed aveva esitato a ritornare nella sua stanza . Prima di uscire , andò da lei , di nuovo : - Come vai ? - Meglio : grazie . - Vuoi qualche cosa ? - .... No - Io torno subito . - Va bene . Veramente non si era voltata a lui e la voce era più tronca e più velata che mai . Ma egli attribuì alla nevralgia tutti quei fenomeni e uscì . Quando rientrò , alle undici di sera , la trovò ancora sul letto , supina , in uno stato di abbattimento immenso , con orribili crampi allo stomaco . Aveva bevuto della morfina per avvelenarsi : l ' aveva trovata in una boccettina che Paolo Spada teneva in serbo , per iniettarsi ogni tanto . Egli non le strappò questa verità che a furia di affannose domande , di richieste strazianti , giacchè tutto l ' essere di Paolo era trangosciato all ' idea che una povera creatura umana avesse potuto morire per lui . Ella lo guardava , con occhi così disperati e amorosi , insieme , che egli non resisteva a quello sguardo . Al medico accorso Paolo non disse nulla , non seppe neppure ricordarsi la misura della morfina che Adele aveva potuto ingoiare : e tutta la notte la sciocca amante che tutto aveva sopportato , ma non aveva saputo resistere al tradimento , tutta la notte ella fu in pericolo mortale , attaccata al collo di Paolo Spada , guardandolo con gli occhi stralunati dal male e dall ' amore , toccandolo con le mani gelide e bagnate di sudore , senza poter pronunziare una parola sola , quasi strozzata , soffrendo come una dannata o cadendo in prostrazioni che parean simili alla morte . Accanto a lei , egli agonizzava . Aveva ritrovato il biglietto perduto di donna Maria Vargas , sotto l ' origliere di Adele Cima ed aveva inteso la ragione di quel suicidio , la ragione immediata e invincibile . - Perchè hai fatto questo ? Perchè ? - le gridò , indignato contro sè stesso , contro i capricci mondani e contro tutte le donne mondane . La inferma non rispose , ma lo guardò con tale espressione di silenzio ! - Non dovevi farlo . Non ne valeva la pena - le disse ancora lui , esaltatissimo . Alla morente gli occhi si sbarrarono in un infinito stupore , come se ella si meravigliasse , sentendo che un tradimento non è un tradimento . - Sei una scema ; non capisci niente ; io non amo che te ; sei una scema - le continuò a dire lui , in preda a una indomabile agitazione . Adele Cima , a quell ' aggettivo che si veniva ripetendo , con tanta ostinazione e tanta crudeltà , insieme a tanto amore , nella sua agonia , chiuse gli occhi per morire . Ma non morì . La salvarono il medico e Paolo Spada . Fu molto tempo malata , ma guarì . Il suo fu un suicidio mancato , come erano state mancate varie altre cose della sua vita . Spesso , nella convalescenza , in un effluvio di tenerezza , innamorato più che mai della sua stupidina , Paolo Spada le veniva ripetendo : - Perchè hai voluto morire ? - Per donna Maria di Vargas . - Ti giuro che non ne valeva la pena , anima mia . - Oh sì ! - No , no , sei sempre la stessa , non capisci nulla . Se morivi , vedi , Adele , era perchè non hai mai capito niente . - È vero - mormorava lei , assorta . Dopo quel tentativo di suicidio , inutile , che non le aveva dato la liberazione , ella non domandò a Dio neppure più la pace . Il suo destino era di vivere , di amare , e di soffrire per l ' amore , giacchè il Signore le aveva inflitto il castigo di amare un uomo diverso da lei per istinti , per temperamento , per carattere , giacchè sul suo amore pesava la fatalità del dissidio intellettuale , lo stato di oppressione della creatura meno nobile e meno spirituale , accanto a un ' anima che saliva nei cieli dell ' arte . Ella doveva soffrire e non doveva trovare rimedio alle sue sofferenze , giacchè le anime alte e squisite trovano mille vie per isfuggire ai contrasti della vita quotidiana , mentre le piccole anime li subiscono tutti , senza scampo e senza rifugio . Poi , più tardi , quando ella fu bene guarita e Paolo Spada fu bene sicuro che quella donna gli fosse vincolata per sempre , egli scherzò anche sul tentato suicidio . Chi manca un suicidio , non corre un ' avventura buffa ? L ' amante sciocca ne rise anche lei , per celare la vergogna di quella ridicolaggine . Più tardi ancora , Paolo Spada tornò a tradirla , come si tradisce una buona moglie fedele , con altre donne : ella lo seppe , ma non trovò la forza di voler morire , temendo troppo di esser chiamata la più scema fra le donne . Anzi , egli finì per confessarle le sue scappate , convincendola che erano necessarie alla sua vita d ' arte , ma che egli amava sempre la sua cara sciocca . La quale sciocca donna non si convinse punto , di questa necessità del tradimento : vi si rassegnò , piuttosto , poichè voleva il suo destino , così , che ella , che sarebbe stata felice con un uomo limitato e buono e onesto come lei , fosse infelicissima con un grande artista . SOGNO DI UNA NOTTE D ' ESTATE . A Roberto Bracco . Massimo era solo . L ' amico d ' infanzia , non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via , dopo il lieto riconoscimento era venuto , alle sette , a pranzare in casa di Massimo . E costui che trascinava pesantemente il fardello di un ' estate cittadina , mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno , si riprometteva una buona serata di ricordi , in compagnia dell ' amico ritrovato . Avevano , infatti , passato due ore insieme fra il pranzo , la sigaretta e i liquori , chiacchierando dei tempi antichi , cominciando tutti i loro discorsi con un ti ricordi , sorridendo vagamente alle care memorie che si affollavano alla mente , interrompendosi talvolta , dando in qualche esclamazione di rimpianto , di nostalgico desiderio . Ma nella amichevole giocondità che aveva dilatato i loro cuori , si era presto infiltrato un senso di malinconia ; avevano fatte vie diverse ed erano diventati assai diversi , in tutto ; partiti dal medesimo punto , avendo fatto gli stessi studii , l ' amico era adesso un illustre avvocato di provincia , con moglie e figli , con idee pratiche e semplici , un po ' appesantito di fibre e di spirito ; e Massimo se ne era andato per dieci o quindici anni all ' estero , di legazione in legazione , diplomatico senza passione , indolente , non facendo carriera per la sua pigrizia , contento o non malcontento del suo posto di segretario , bello come un meridionale bello , ma già appassito , coi capelli che si facevano radi sulla fronte e gli occhi smorti , non ricchissimo , ma abbastanza ricco , e adesso inchiodato da un anno a Napoli , in licenza - in penitenza , dicevano gli amici . Massimo era fine , originale , ma già consumato dalla sua esistenza , e segretamente oppresso da altre cure : l ' amico era pieno di talento , ma forte e tranquillo , rimasto un po ' grossolano , chiuso nel buon senso provinciale che chiama follia l ' originalità , e che si mortifica nel presente , per godere in un troppo tardo avvenire . Così , mentre l ' uno raccontava all ' altro la propria vita , colui che ascoltava , apprezzava , giudicava , freddamente giudicava , senza dire il suo giudizio in forma cruda , mitigando , è vero , per riguardo all ' amicizia d ' infanzia , ma facendo intendere come si trovassero lontani : e a un certo punto si guardarono in viso , perchè pensarono di essere , oramai , due estranei ; ma non lo dissero . E forse , in fondo , Massimo invidiava all ' illustre avvocato di provincia la sua limitata ambizione e il suo assiduo lavoro , e la famiglia grassa , pacifica , al sicuro delle tempeste , e la casa messa alla buona , ma la casa degli avi , la casa dei figliuoli , e quel senso di praticismo , di serietà , di equilibrio , tutte le cose , infine , che gli mancavano ; mentre l ' avvocato invidiava a Massimo la vita vagabonda ma aristocratica nelle Corti straniere , e l ' avvenire che potea essere splendido , e la libertà di scapolo , e tutte le avventure di quella esistenza fantastica , e quella casa di giovanotto elegante e squisito , visioni che avrebbero oramai turbato i suoi sonni di provincia . A un certo momento , sospirarono ambedue . La serata era calda : dal balcone aperto del salotto dove fumavano , non spirava un soffio di aria : solo un acuto profumo di gelsomini veniva di fuori . Si accorsero di essere diventati malinconici . Troppe cose del passato avevano ricordate , troppe pietre sepolcrali di persone care perdute , di amori morti avevano rimosse : tutto questo non si fa senza un triste piacere , e il piacere poi fugge , e la tristezza resta . Fumavano in silenzio , con la testa rovesciata sulla spalliera della poltroncina ; poi l ' avvocato aveva guardato l ' orologio . Per cortesia , disse a Massimo : - Vieni via con me ? Ma non si eran forse detto tutto ? E non avevan forse fatto male , a dirsi tutto ? Massimo rispose vagamente che doveva scrivere alcune lettere urgenti ; che si sarebbero veduti più tardi , alla Villa , verso le undici , senz ' altro . Freddamente , l ' avvocato promise di esserci , e si divisero , convinti che non si sarebbero riveduti quella sera , e forse mai più . Per dolce che sia il passato , esso è morto ; e fantasmi , anche soavissimi , turbano l ' animo dei più coraggiosi . Quando fu solo , Massimo si pentì di essersi condotto a casa quell ' amico : tante chiuse cicatrici avevano stillato sangue , in quelle due ore ! Mentre egli seguitava a fumare , nel salotto , udiva il suo servitore che riordinava la piccola stanza da pranzo ; e poco dopo , il giovanotto gli venne a chiedere se avesse bisogno di lui , in quella sera , chè avrebbe voluto andarsene a trovare certi amici , per fare una passeggiata , con quel caldo così grande . Massimo , con una parola , lo licenziò : la porta si richiuse ; egli era perfettamente solo . Ma la sua serata era perduta , postochè aveva voluto risalire imprudentemente il fiume del passato , in compagnia di una persona che aveva amata : il viaggio lo aveva scoraggiato , facendogli perdere quell ' ultimo resto di morale pazienza , che lo aiutava a tirare innanzi quella solitària e fastidiosa estate napoletana . In queste ore di ribellione , sdraiato , abbandonato a una mortale spossatezza esteriore , mentre dentro gli si sollevava il cuore , egli fumava assai certe stupefacienti sigarette egiziane , che per lo più finivano per stordirlo : ma in quella sera di estate le sigarette gli si sfacevano fra le labbra strette ed egli le buttava via , semispente , a pezzetti . Andò al balcone : era al terzo piano di un gran palazzo di via Gennaro Serra , ed essendo più basse le case innanzi alla sua , pel livello della via , vedeva un po ' di mare e un grande arco di cielo stellato . La notte era bellissima , con un gran palpito luminoso della Via Lattea ; ma la brezza non veniva e l ' aria opprimeva . Sentendosi avvampare la testa , solo , stanco e pure non potendo restar fermo , prese la penna e volle scrivere : ma improvvisamente , innanzi alla carta bianca , si fece in volto più bianco della carta stessa , quasi che avesse veduto apparire non so quale visione , fra le penembre della stanza . Dalla via Gennaro Serra , un continuo rumore di carrozze si udiva : tutti uscivano dalle loro case , tutti se ne andavano per le strade , a respirar meglio , a guardare le stelle , a godere la notte napoletana bella , fresca nelle ore alte . Egli si fece di nuovo al balcone , soffocando : ritornò alla scrivania , si rimise a scrivere , ma non vi riuscì . E perchè avrebbe dunque scritto ? A che servono le negre parole scritte sulla candida carta , nella effervescenza della solitudine , quando il parente , o l ' amico , o l ' amante che le riceve , le legge forse dinanzi a estranei , freddamente , ridendone ? Troppo tempo e troppe cose passano fra il momento che si scrive e quello che si legge , fra chi scrive e chi legge , perchè una lettera serva a qualche cosa . Un organetto si fermò in piazza Monte di Dio , a suonare , con un metro largo , con un tempo largo , una canzonetta assai allegra , la quale così diventava bizzarramente triste ; Massimo s ' impazientì contro quel sentimentale o stanco suonatore di organino , che mutava una tarantella in marcia funebre . Forse il suonatore era vecchio ; forse aveva fatto una magra giornata ; forse era un infelice , perciò usciva dalla sua mano quella nenia così stravagante . Massimo si abbassò sulla ringhiera del balcone , e da quell ' altezza buttò a caso una moneta da due lire al suonatore . La musica , dopo un poco , tacque : e Massimo se ne dolse ; ora si sentiva più solitario , più annoiato , più insofferente che mai della sua dimora in Napoli . Che fare , dove andare , dove portare il suo corpo e il suo spirito , con quali sciocchi ? con quali indifferenti , con quali esseri detestabili andare ? Come passare quella notte di estate ? Non avrebbe avuto riposo , lo sentiva : e sentiva che non vi era rimedio alla sua agitazione . Andava e veniva dalla scrivania al balcone , macchinalmente , quando un , sottile canto vicino lo colpì . Si fermò , ascoltando . Il canto veniva da un balcone poco discosto dal suo , anch ' esso al terzo piano : aguzzò gli occhi , vide un ' ombra bianca , era una donna che cantava una vecchia romanza del Tosti , poco nota , che è piuttosto un recitativo e che comincia così : / * Il gallo canta ; e i sogni lieti o tristi Fuggon nel grande oblìo . Torna al mondo dei sogni , onde venisti , Larva dell ' amor mio .... .... * / La voce era tenue e un po ' tremula , ma le parole si udivano distintamente . Massimo tese l ' orecchio , guardò acutamente , e si accorse che la donna si dondolava sopra una sedia , cantando , come se si cullasse ; aspettò che ella avesse finito , poi , piegandosi sulla ringhiera , chiamò : - Luisa , Luisa ? - Che volete ? - rispose una fresca e lieta voce femminile . - Buona sera : vi sto ascoltando , ma la vostra canzone è troppo triste . Perchè non ridete un poco ? - Così , per ordine vostro ? - Ve ne prego : ridete . - A che servirebbe ? - Per rallegrare la mia infinita malinconia . - Voi , malinconico ? - e diede in uno scroscio di risa fresco e limpido . - Brava , brava ! - egli esclamò , applaudendo . Lei , per parlare con lui , si era alzata dalla sedia , si era messa all ' angolo del balcone , curvandosi per veder meglio , e non li divideva che lo spazio di una stanza ; le due case erano vicine . - Vi basta ? - chiese Luisa ridendo ancora . - Mai abbastanza . Sono un uomo morto , Luisa . Ma quando sarò da quattro giorni nella tomba come Lazzaro , veniteci voi e ridete ; io risusciterò , ve lo prometto . - Ci vedremo allora , non mancherò - diss ' ella ridendo . Poi tacque improvvisamente . Massimo , per ringraziarla , si mise a cogliere dei gelsomini bianchi , odorosissimi , li raccolse in pugno , tentò due volte di buttarglieli sul balcone : ma erano così leggieri che caddero in istrada , candidi , roteanti . - Peccato , peccato ! - gridò lei , che aveva indovinato il grazioso pensiero . E restò a guardare , giù , come se potesse ancora scorgere quella pioggerella di gelsomini odorosi . A un tratto , ella diede un piccolo grido : - Che è ? - Ne ho trovato uno , per terra . Grazie ! Sul balcone di Luisa un ' ala di ventaglio si agitava ed egli ne vedeva luccicare le stelline : - Siete voi , che avete quel ventaglio ? - Sì ; perchè ? - Perchè pare un pezzo di firmamento . - Non mi burlate - disse lei un po ' seria . Parlavano così tranquillamente , come se stessero in un salotto di conversazione : ma le notti estive sono così belle a Napoli , ed è così naturale stare al balcone , o sulla terrazza o nelle vie , è così naturale la chiacchiera all ' aria aperta ! Certo l ' elegante addetto non avrebbe fatto così a Bruxelles , o a Copenaghen , dove le notti sono gelide , e i balconi hanno triplici imposte : nè con le dame della società sua , si sarebbe permesso una simile famigliarità . Appunto per questo egli trovava gusto in questa conversazioncella borghese con una semplice ragazza , da un balcone all ' altro , dimenticando la profonda noia e il disgusto che lo avevano assalito mezz ' ora prima . Adesso , sorgendo da quel poco di mare che si vedeva dai balconi , un globo rossastro si levava nel cielo , e ascendendo , impallidiva , diventava roseo .... - .... ecco la luna , signor Massimo - mormorò lei , piano . Eppure egli udì . - È una bellissima luna , Luisa - le rispose , con convinzione . - Fra poco si nasconderà dietro quelle case , e non la vedrò più - disse la fanciulla , sempre piano . Egli udiva benissimo . A un tratto , chiamò : - Luisa ? - Che volete ? - Volete uscire , a veder la luna ? - Sola ? - Con me . - .... nossignore - disse lei , dopo aver esitato . - Perchè nossignore ? - Per questo - replicò Luisa , enigmaticamente . - Venite , via . Torniamo presto . - No , non posso . - Siete cattiva , sapete . Luisa non rispose . - Se non vi decidete , vado via solo . La notte sarà magnifica e voi non la vedrete . Peggio per voi ! Sono abbastanza vecchio , per non compromettervi . Volete venire ? - .... non posso . - Buona sera . - Buona sera - mormorò ella , lentamente . In verità , rientrando nella sua stanza , per prendere il cappello e i guanti , Massimo era indispettito . Aveva trovato un diversivo alle tristezze supreme di quella serata ; la compagnia di Luisa come quella di un buon camerata , di un buon amico , lo avrebbe distratto . Ed ecco che quella sciocchina faceva la ritrosa , mentre era libera , indipendente , mentre egli non si era mai sognato di farle una linea di corte , da un anno che si conoscevano . Nervoso , abituato a superare facilmente tutte le difficoltà , il più piccolo inciampo lo inquietava : non andò di nuovo al balcone , spense tutti i lumi , e battè fortemente la porta , uscendo sul pianerottolo ; anche Luisa era una sciocca ! Ma passando innanzi a un ' altra porta che dava sullo stesso pianerottolo , la vide schiudersi un poco e il profilo bruno di Luisa apparve : - Signor Massimo ? - fece ella , guardandolo coi neri e dolci occhi , chiedendogli scusa col tono della voce , con lo sguardo . - Andate là , che non capite niente ! - esclamò lui , nascondendo un sorriso , fingendo di essere ancora in collera . - Io .... capisco - disse lei , schiudendo addirittura la porta . Ora si vedeva tutta la sua snella e alta figura , rivestita di un abito bianco di semplice mussola , con un nastro di velluto nero alla cintura : si vedeva il delicato volto ovale e bruno , dove la piccola bocca rosea si schiudeva come un fior di granato ; e le sottili sopracciglia nere e arcuate davano agli occhi neri , per sè buoni e soavi , un ' aria d ' infantile meraviglia . - Perchè avete detto di no , Luisa ? Avete così poco spirito ? Vi ho forse mai fatto la corte , io , perche dobbiate temere la mia compagnia ? - È vero , non me l ' avete mai fatta - rispose Luisa , senza sorridere , abbassando gli occhi . - O dunque ? Andiamo , prendete un cappello e una mantellina , fate una collezione di risate , e venite con me . Sarà un ' opera di misericordia spirituale : sono così infelice ! - Sì ? Tanto ? - interrogò lei , ansiosa . - Infelicissimo - confermò lui , fra il tragico e il burlesco . - Per amore , eh ? - chiese ella , arrossendo della domanda . - Nossignora , ragazza curiosa . Naturalmente , nessuna donna mi ama e io , naturalmente , non ne amo nessuna . Andate a vestirvi e fuggiamo .... Ella voltò le spalle , ubbidendo . Massimo restò appoggiato allo stipite della porta aperta , col cappello in mano , rigirando il suo bastoncino di ebano fra le dita , tranquillo adesso , abbandonandosi al minuto che passava , senza pensare ad altro . Dopo un poco , brevi passi discreti si riudirono e Luisa apparve , infilando i morbidi guanti lunghi di camoscio : aveva messo una mantellina di merletto nero a perline nere sul suo vestito bianco e un gran cappello di velo nero , una di quelle scuffie ampie e caratteristiche che stanno divinamente solo a un volto giovanile . Sorrideva , con le labbra , con gli occhi , guardando Massimo , così fresca , così luminosa di gioventù e di spirito , che egli espresse immediatamente la sua opinione . - Siete una creatura incantevole - disse , con un tono fra la galanteria e la verità , tanto che ella non seppe nè adontarsene , nè rallegrarsene . Per nascondere il proprio imbarazzo , Luisa si voltò a chiudere la porta di casa sua , mettendosene la chiave in tasca . Si avviarono , accanto , per le scale , senza che Massimo le offrisse il braccio : ella aveva un modo di camminare leggiero e spedito che le veniva dalla estrema giovinezza . - Sentite - le diceva lui , scendendo - ognuno di noi si secca .... - Io non mi secco mai . - .... non mi contraddite , voi vi seccate , come me , della solitudine . Quando state sola , che fate ? - Penso .... - E non vi viene voglia di uccidervi ? - Neppur per sogno . I miei pensieri sono dolci . - A che pensate ? Ella fu lì lì per rispondere , con sincerità : ma fortunatamente si rattenne . - Che v ' importa ? - mormorò invece , con una certa malinconia . - Ma insomma , se deviate sempre il discorso , non lo finirò mai . E vi assicuro che è grazioso , che vale la pena di udirlo , Dunque , che voi vi possiate seccare o no nella solitudine , questo non preme , ma nella solitudine mi secco io , e voi siete allegra , voi cantate , voi suonate l ' arpa , voi ridete così bene . Uniamoci insieme , fraternamente , così io non mi seccherò più , e voi , credo , vi divertirete meglio . È deciso , eh ? Come fratello e sorella , naturalmente . Un giorno o l ' altro , poi , vi mariterei a un amico che amassi molto . È deciso ? Ella rideva , rideva , sommessamente , mentre attraversavano l ' ampio portone . Una risata , però , che aveva qualche soverchio trillo nervoso . - Non volete saperne ? - disse lui , seriamente , fermandosi , sul marciapiede . - Non è mica una cattiva offerta . Sono vecchio , io , ma sono sempre un buon figliuolo : ho viaggiato , vi posso raccontare delle storielle interessanti .... pensateci bene .... - Sì .... sì .... combineremo , un giorno o l ' altro - e la fanciulla voltò la faccia in là , per non farsi scorgere . Massimo e Luisa scendevano per via Gennaro Serra incontrando una quantità di gente che saliva e scendeva , ondeggiando , a coppie , a gruppi , a crocchi , a file , con la mollezza estiva della folla napoletana . Malgrado che fossero le dieci , molte botteghe erano ancora aperte e illuminate : non vi si lavorava ; delle donne in giacchettina bianca prendevano il fresco sulla porta , chiacchierando , e dall ' Egiziaca veniva un suono di chitarre e di mandolini . La birreria Dreher , sotto i marmorei portici di San Francesco di Paola , aveva messo fuori tutti i suoi tavolini di marmo , e le tazze di birra , dalla cima schiumosa e nevosa , apparivano alte sui vassoi , portati dai camerieri , mentre i pesanti piattini di cristallo si accumulavano innanzi agli avventori . Adesso , sorgendo pallida e mancante sul lato sinistro , elevandosi sopra l ' arsenale di marina , la luna illuminava tutta piazza Plebiscito . La facciata della Prefettura , tutta chiara sotto il raggio lunare , aveva delle persone che si muovevano sui suoi grandi veroni : il Gran Caffè e i suoi tavolini , allargantisi sulla via , e i molti avventori erano avvolti in un chiarore fantastico , e le donne recavano con lentezza il cucchiaino del sorbetto alle labbra , o agitavano il ventaglio pian piano , con gli occhi sgranati , quasi sognassero . Nella piazza Plebiscito , andando lentamente nella morbida luce lunare , la gente passeggiava , sulla striscia di pietra bianca , innanzi alla fontana : e il grande getto d ' acqua , alto , sottile , pareva una piuma bianca , immobile , tutta penetrata dalla luminosità della luna . - Che bella notte ! - susurrò Luisa , affrettando il passo . - Vi è troppa gente - disse lui , buttando la sigaretta , diventato a un tratto pallido e pensoso . Luisa se ne accorse . Affettuosamente gli toccò la mano con la sua mano guantata , interrogandolo con lo sguardo ; egli non rispose , ma le fece un cenno che non chiedesse , che non voleva parlare . Per temperare questo silenzio , graziosamente le prese la manina guantata e se la passo sotto il braccio , e camminarono più presto , andando verso Santa Lucia . Qualcuno si voltava a guardare la fanciulla biancovestita , i cui occhi brillavano soavemente sotto la nera e trasparente aureola del cappello ; ma ella non vedeva nulla , si piegava ogni tanto a guardare il suo compagno , per osservare se l ' umor torvo si fosse allontanato . - Ma che avete ? - chiese , alla fine , agitata . - Vorrei .... vorrei non essere qui - proruppe lui , esprimendole tutta la sua nostalgia inguaribile . - Ah ! - - disse ella , senz ' altro , chiudendo gli occhi , mentre le labbra le tremavano . E Massimo non seppe , o gli mancò la forza di spiegare , di modificare la sua scortesia . Alta già sopra Capri , la luna imbiancava tutta la via marina di Santa Lucia , dove mille lumicini si agitavano , dove i trams , carichi di gente che andava verso Posillipo , passavano , ogni cinque minuti a suono di cornetta , dove le venditrici ambulanti di acqua sulfurea davano il loro richiamo , dove i pescatori accovacciati nelle nasse , fumavano la pipetta corta che aveva lo stesso colore della loro pelle . Appoggiati al largo parapetto che dà sulla via inferiore di Santa Lucia e sul mare , uomini e donne godevano la prima brezza notturna che si era messa al sorgere della luna ; si udiva suonare il pianoforte nel salone all ' Hotel de Rome , il salone che dà sul mare ; laggiù , laggiù , verso il Wermouth di Torino , dei cantori ambulanti cantavano . Negli equipaggi signorili , passavano le donne in abiti chiari , coi diamanti che scintillavano alle orecchie ; Dovunque gente , dovunque suoni e canti , dovunque la vitalità di un popolo che lentamente sorbisce la felicità di una notte estiva lunare . Senza dirle nulla , invece di andare verso il Chiatamone , portandosi la fanciulla a braccetto , egli le fece discendere la scala che porta alla via inferiore di Santa Lucia , donde si va ai bagni la mattina ; dove i vaporini approdano , dove approdano i barcaiuoli , con le barchette , dove sono le sorgenti dell ' acqua sulfurea : ivi , su quella lingua di terra , brulica una folla di marinai , di pescatori , di donnette popolane , e una trattoria ha le sue tavole , quasi quasi sino all ' acqua nera della riva ; i bevitori di acqua sulfurea vi mettono le loro sedie di paglia , e i bimbi vi vendono le ciambellette brusche . Pure , in quella notte , quel brulichio bruno si rallentava , quasi che il placido lume della luna quietasse tutti i movimenti , rammutolisse tutte le voci , e desse tutta la sua dolcezza alla vivace scena . Quando furono sull ' ultimo scalino dell ' ampia gradinata , Massimo e Luisa si arrestarono un minuto . - Andiamo a cena ? - domandò lui , distratto . - Oh no ! - È vero , sono una bestia . Eppure dobbiamo far qualche cosa .... andiamo per mare , allora ? - Sì - rispose lei , pensosa - andiamo . - Ma vi piace di andarvi ? non lo dite per compiacenza ? Io vi annoio terribilmente , lo so .... Ma , non è colpa mia . E poi , voi siete buona e perdonate . Se non volete andare in barchetta , rinunziamoci . - Andiamoci subito . Ed egli intese , in quelle parole , una preghiera così spontanea , che chiamò subito un barcaiuolo . Entrò prima Massimo e invece di dar la mano a Luisa , per farla discendere , mentre ella esitava , vedendo quel baratro nero , le stese le braccia , la sollevò leggermente e la depositò sul cuscino di cotonina , accanto a sè . Il barcaiuolo che aveva avuto ordine di andare verso Mergellina , vogava tacitamente . Massimo fumava : ma ogni tanto , dando uno sguardo a Luisa , la vedeva così tranquilla , così serena , così intimamente felice ; ella era così bella in quell ' abito bianco , sotto la trasparente ala del suo cappello , con le mani abbandonate in grembo , che egli non osava dire una parola , non volendo turbare quel soave spettacolo . La barchetta si allontanava in linea retta , per poi girare intorno al forte Ovo : e le case di Santa Lucia , e la collina di Pizzofalcone parea che crescessero verso il cielo , verso la luna , come attirate da quel morbido chiarore . Massimo e Luisa non scambiavano una parola , solo egli la guardava con insistenza ; tutto il delicato volto e la persona candidamente vestita , avevano in quell ' ora e in quel paesaggio un effluvio di poesia che avrebbe inebriato il cuore più freddo . Ella gli sorrideva , così , naturalmente , quasi che il suo destino , nella vita , fosse di sorridergli sempre ; e l ' ingenuo , giovanile fascino del sorriso rammentava a lui altri tempi , altre cose , vagamente , dandogli un infinito e indefinito sentimento di tenerezza . Allora , sottovoce , egli provò il bisogno di chiamarla : - Luisa . - Che dite ? - rispose ella , piegandosi per udir meglio . - Niente . Ma ancora , più tardi , mentre si allontanavano sempre più verso l ' alto mare , nel candore immacolato della luna , verso l ' orizzonte ; che si era fatto chiarissimo , egli la chiamò per nome , assai piano , come se pronunciasse quel nome per sè stesso , evocandolo , invocandolo , emblema di dolcezza nelle sue sillabe , nelle sue lettere , nel musical suono , in quello che era , in quello che rappresentava . Quando quel lieve soffio l ' animava , come una carezza , Luisa s ' inchinava , attratta , vincolata dalla voce e dalla musica ; e Massimo vedea che il viso le si tramutava , onde di sangue le fiottavano alle guancie , onde di pallore le salivano alla fronte . E non so quale acuta , spirituale voluttà lo teneva , di vedere scolorare , al suono della sua voce , quel purissimo volto giovanile : e tutta la tenerezza ch ' egli poneva nella parola Luisa , si facea più profonda , sgorgava più larga , per circondare , avvolgere , abbracciare quella persona di donna . Ma fu un punto , e la emozione di Luisa era così intensa , egli vide tale smarrimento negli occhi della fanciulla , che si fermò , e riaccendendo una sigaretta : - Perchè non cantate ? - le disse . - Voi dovete cantare , me lo avete promesso . Scherzava con quella ironia cortese che serviva a nascondere il proprio pensiero . Luisa crollò il capo , tristemente : l ' incanto si dileguava ; ella udiva un ' altra volta , mentre Massimo parlava , quella velatura di sogghigno che guastava quante affettuose cose egli dicesse . Tentò di riafferrare un minuto di dolcezza : - Chiamatemi ancora - gli disse pregandolo . - Oh Luisa , Luisa , Luisella , piccola fanciulla cara , se non cantate , io vi riporto a terra . A lei gli occhi si riempirono di lacrime ; il sangue ascese impetuosamente dal cuore agli occhi ; nonostante schiuse la bocca e con la sottile voce tremula , diede alle fragranti aure marine una vecchia canzone . Con le mani congiunte in grembo , con la testa un po ' levata , guardando il gran cielo intorno , ella cantava ; la fine bocca rosea si schiudeva ad arco , mostrando i denti bianchi , scintillanti , e ogni tanto i soavi occhi seguivano quasi il movimento molle della musica , aprendosi più grandi sul paesaggio . Massimo si era voltato verso lei , appoggiando il braccio sul bordo della barchetta , seguendo il ritmo della canzone che pareva si cullasse nel ritmo del mare . A un tratto , la voce le si velò ; ella tacque . - Che avete ? - Nulla , nulla . - Perchè siete così triste , Luisa ? - V ' ingannate , non sono triste .... sono anzi così contenta di esser qui .... credetelo .... Una emozione era in tutto quello che diceva , così sincera ! - Vi credo , Luisa . Dite un ' altra canzone .... - Sono tutte cose vecchie ! - Non importa .... - E non tutte sono liete . - Non importa .... Mi basta che le cantiate voi . - Non volevate che io ridessi ? - insistè lei . - Raccontatemi una delle vostre storielle interessanti e riderò ! - Se vi racconto una storiella , io , vi faccio piangere - e buttò la sigaretta in mare . - Allora tacete . È così dolce questa notte . Mentre il barcaiuolo vogava verso Mergellina , con un cenno largo Luisa indicò a Massimo le carezzose linee delle colline che vanno da San Martino al capo di Posillipo , tutte bagnate dalla luce lunare , con le loro case chiarissime dalle mille finestre aperte e illuminate , coi lumi che cingono l ' arco della marina napoletana come una linea di fuoco , con uno scintillio dovunque , per le vie e sulle colline . Essi attraversavano , tagliandola , la grande striscia fredda , lucente come metallo , che la luna alta metteva sul mare , dall ' orizzonte alla riva , lunghissima , occhieggiante , come mille specchietti moventisi nel raggio lunare . Massimo guardò intorno , ma i suoi occhi tornavano al purissimo viso di Luisa , come se da esso partisse quel fascio di dolcezza . Ella sostenne un minuto lo sguardo di Massimo , poi le palpebre le batterono , ammaliate , non reggenti a quel fascino : - Siete voi che siete dolce - le disse lui , all ' orecchio . Adesso avevano voltato l ' angolo di Mergellina , costeggiavano , lungo la via di Posillipo , tutta piena di ville , di osterie , di trams che passano continuamente , in tutte le ore della sera , specialmente in estate . Talvolta , tendendo l ' orecchio , si udivano dei canti venire dalla terra , affievoliti ; e le ville , piene di gente sulle terrazze , sembravano quei castelletti di carta , dai cento bucherelli , che i bambini illuminano con un solo cerino interno , giocattoli frastagliati o trasparenti dai personaggi minuscoli . Passando rasente una di esse dal giardino pensile tutto fiorito arrivarono delle risate , degli allegri strilli femminili . - Abbiamo un pubblico cortese - disse Massimo - ci prendono , per due amanti . - Ah ! - rispose lei , niente altro . Il palazzo di Donn ' Anna si delineava , nero , avanzandosi sul mare : sul suo lato destro e sul sinistro , delle trattorie popolari erano piene di banchettatori e di bevitori , ma la facciata che dà sul mare serbava il suo carattere di rovina disabitata , col mare che entrava chetamente nei suoi portoni , ormai trasformati in grotte , come quelle di Sorrento e di Capri . La luna batteva sulla facciata del palazzo , che la ricchezza e la superbia di donn ' Anna di Medina Coeli non aveva potuto finire , prima di ritornare alla Spagna natìa : e i finestroni e le finestre prendevano il chiaror lunare , fantasticamente ; la rovina pareva meno aspra , meno tetra , sotto il placido raggio . Il barcaiuolo che remava più lentamente , per riposarsi , chiese a Massimo se voleva entrare in una di quelle grotte , con la barca . - Avete forse paura ? - chiese lui a Luisa , prendendone distrattamente la mano appoggiata al bordo della barchetta . - No , non ho paura - ella rispose : eppure la voce era velata di emozione . L ' apertura della grotta era tutta bianca e l ' acqua vi fiottava sordamente , gorgogliando : ma quando la barca s ' internò in quel chiuso laghetto di acqua marina , la oscurità si fece profonda . La barca stava immobile , in un gorgoglio fresco di onda che batte alle pareti di pietra , in una gran tenebra . La mano di Luisa era restata in quella di Massimo : egli la sentiva molle , abbandonata , nella sua , quasi che non vi fosse miglior sorte , miglior destino per essa . Involontariamente , egli la strinse , e intese che la mano rispondeva alla sua stretta , fiaccamente , ma dicendo sempre : sì . Allora egli si piegò ; in quell ' ombra , per distinguere la faccia di Luisa ; il barcaiuolo remava , per uscire dalla grotta e quando furono di nuovo sull ' aperto mare , al lume della luna , egli vide due lunghe lacrime scendere da quei belli occhi e disfarsi sulle guancie . Ah ! egli non poteva veder piangere nè un bimbo , nè una donna , foss ' anche di gioia : e fu più turbato di lei . - Che avete ? Avete avuto paura , avete freddo ? - chiese precipitosamente , tenendole le mani , che erano gelide , invero , nei guanti . - No , no .... - Sì , sì , sbarchiamo , questo viaggio in mare , alla luna , vi ha gelato . Sbarchiamo , cammineremo a piedi , per riscaldarci . Presso il palazzo Donn ' Anna vi è spiaggia . Sbarcarono , in fretta , egli pagò il barcaiuolo e lo licenziò : quello gli disse delle parole di augurio ; anche lui li prendeva per due amanti . Per salire alla strada dovettero passare presso una di quelle trattorie , fra le tavolate dei mangiatori e dei bevitori , senza guardare nè a dritta nè a sinistra , egli sempre un po ' agitato , ella che lo seguiva senza badare a nulla , quasi che il suo fato fosse quello di seguirlo sempre , dovunque , senza sapere dove si andasse . I bevitori e i mangiatori ridevano e gridavano : la bianca figura di donna non ne fece voltare nessuno , tutti erano ebbri del vino , della notte , o delle chiacchiere dette , con la tanto bella e felice esaltazione meridionale . Massimo e Luisa scesero per la stretta scaletta , uno presso l ' altro , e quando si trovarono sulla via di Posillipo stettero , esitanti . - È forse tardi per voi ? Volete rientrare ? - Non so .... Voi rientrate ? - Vi accompagnerei , sì , ma senza rientrare . Non dormirò , io , stanotte .... - e voltò la faccia in là . - Allora .... allora rimarrò ancora un poco - disse fievolmente lei . - Grazie , siete buona - e le strinse la mano . Così , camminarono , senza darsi braccio , verso Posillipo , sul piccolo marciapiede rasentato dai trams che vanno e vengono : imbattendosi in gente che tornava a piedi , in piccole comitive schiamazzanti , in coppie solitarie appoggiate al parapetto , guardanti il mare . Massimo e Luisa , avanzando lentamente , non parlavano , divisi sempre da coloro che transitavano . Le ville a mezza costa , e quelle giù , al mare , avevano innanzi ai portoni delle carrozze che aspettavano : i balconi lasciavano udire la musica che vi si faceva , il sottile e immemore concerto delle notti estive napoletane : degli equipaggi , di ritorno , passavano ; le donne erano avvolte in lievi scialli bianchi . Senz ' accorgersi della via , Massimo e Luisa andavano innanzi , innanzi : la linea dei trams finì ; si fecero rare , poi sparvero , le osterie ; la gente s ' era diradata , a poco a poco , e quando ebbero voltato l ' angolo della villa Dini , la solitudine fu perfetta . Solitudine bianca , senza terrori di ombre , senza la tetraggine che ispirano la campagna e il mare , di notte . Solo un alto , lontanissimo cielo ; solitudine mite , piena di giardini in fiore tutti candidamente frastagliati dalla luce lunare , piena di parchi dai grandi alberi immersi nel chiarore , piena di vigne folte che l ' autunno aspettava , per la vendemmia , piena di orti dove ancora , come un po ' dappertutto , si udiva l ' odore del gelsomino notturno . La via era deserta , l ' ora era tarda , ormai : e solo , ogni tanto , qualche rara carrozza ritornava da villa Postiglione : tutto Posillipo , con le sue campagne , col suo mare , coi suoi rotondi piccoli golfi che sembrano , in fondo alla riva , un grande occhio azzurro divino , coi suoi profumi , pareva che appartenesse a Massimo e Luisa , Egli camminando con la testa bassa , con gli occhi bassi , giuocava con la mazzettina di ebano , urtando le pietruzze della via ; Luisa andava accanto a lui , fissando gli occhi sul mare : ma i suoi occhi avevano un velo innanzi , il suo sguardo aveva la fissità di chi non vede . Ogni tanto levava una mano alla fronte , per respingere da parte una ciocca dei suoi neri capelli che ricadeva sempre : e quel movimento aveva qualche cosa di assai leggiadro . Quanto tempo camminarono , così , senza scambiare un detto ? Nessuno di loro avrebbe potuto dirlo : presi dal loro mondo interiore , presi dall ' ambiente che li aveva vinti , mancava oramai a loro la nozione del tempo e dello spazio , erano in quell ' oblìo quieto , addormentatore , che vince tutti i cuori , dopo le emoziani che dà il sentimento , o che danno le cose . Massimo si riscosse pel primo : - Che cattivo compagno son io ! - esclamò . - Saranno due ore che non vi dico una parola . - .... Forse non avevate nulla da dirmi - azzardò lei , con un timido sorriso . - V ' ingannate : se vi dicessi tutto quello che dovrei dirvi , sarebbe un opera in - folio , in ventiquattro volumi ! - Dite , allora .... - Ci vorrebbero alquanti anni della vostra vita , per udirmi , cara : e .... credo che sia meglio non farne niente . - Ditene qualcuna , di queste cose .... - insistè lei , con un tremito nella voce . - No , no - replicò Massimo , recisamente . Ella lo guardò , così triste , che egli non potette celare un moto di dispetto . - Ma Luisa ! Ma che siete una sensitiva ? State ridendo , il che è una cosa graziosa per tutti , graziosissima per me , e basta guardarvi perchè la risata vi si spenga sulle labbra ! Sorridete , e basta che vi si dica una parola perchè sparisca il vostro sorriso ! Figliuola mia ! Vi avverto che di questo passo , ci vuol poco a essere la donna più infelice di questa terra . - Non importa , la felicità - ella rispose , con un sorriso estatico . - Bugia , bugia ! Bisogna esser felici , bisogna avere il cuore di bronzo ! Di bronzo , cara mìa bella ! - Non importa , meglio averlo aperto a ogni tenerezza - replicò con la forza del suo innocente animo . - Vi preparate un brutto avvenire , Luisa , - disse lui , glacialmente . - Non importa - ella ribattè , per la terza volta , con il supremo coraggio dei cuori buoni . Ed era così bella della sua gioventù , del suo candore , della sua abnegazione , così bella per sè , e per quello che confusamente ma fortemente sentiva , tanto nobile abbandono , tanto alto sacrificio da lei traspariva , che egli si arrestò , un po ' smarrito , ammirando quella creatura semplice e sana , che si gittava nel precipizio a occhi chiusi , sorridendo . I . - Povera Luisa - mormorò soltanto lui , carezzandole la manina inguantata che si appoggiava fidente al suo braccio . - Non mi compatite - ella rispose , crollando il capo , sorridendo a una idea - io sono più felice di voi , - Forse - disse lui , con voce breve . Adesso , dopo avere oltrepassato il ponte di Posillipo , quel largo poggiuolo che da una parte si affaccia alla collina folta di vigneti , e dall ' altra sopra , una valle che discende al mare , mollemente , lasciato il lastricato del ponte che suonava sotto i loro passi , nella notte , erano entrati in un sentiero oscuro , fra una siepe alta di more spinose , e una muraglia alta , tappezzata di edera , che serra le due ville ultime sul mare di Posillipo , la villa Postiglione e la villa Sans souci . Era sparita la luna dietro la muraglia , e sullo stretto sentiero che discendeva , essi non vedevano che un ' altissima striscia di cielo , tutta chiara , dove le pie stelle avevano un tremolìo bianco e languido . Dagli orti , di nuovo , un confuso olezzo di fiori e di erbe odoranti arrivava , dove più acuto signoreggiava il profumo del gelsomino : ed essi andavano in quell ' ombra , in quel fresco notturno , ignari della loro strada , sul molle terreno umido di brina che si faceva elastico sotto i loro passi . A un tratto , levando gli occhi , un ' immensa linea di paesaggio si schiuse loro innanzi , tutta candida sotto la luce lunare . Erano al Capo , in quel posto che la fantasia popolare ha chiamato il Paradisiello : e il gran golfo di Napoli era come una immensa conca chiarissima , cinta da lumi vividi , scintillante fin nelle borgate , scintillante fino laggiù , laggiù all ' estrema punta di Massalubrense , dove l ' abbraccio si chiude ; e da qui tutto il gran mare che bagna i Campi Flegrei e Pozzuoli e Cuma , in una curva nobilissima e poetica , in un silenzio di cose e di uomini , quasi che niuno più , dopo i greci e i romani , fosse venuto ad albergare in quel bellissimo e felice paese . Lo scoglio del Capo si avanzava fra i due golfi , bagnato di luce da una parte , oscuro dall ' altra , ma tutto il mare , dovunque , qui sotto lambente la pianura vasta dei Bagnoli , laggiù , sotto l ' isola di Nisida , e lontano lontano , era un chiarore immenso , immobile e quieto . - Dio , quanto è bello ! - ella disse , con la voce velata dalla emozione . Là innanzi , creata dalla natura , è una piattaforma quasi rotonda , una terrazza messavi dal Signore , a cui gli uomini hanno aggiunto un muretto rotondo per appoggiarvisi , per sedervisi ; di là tutto si vede . Di giorno su quella terrazza vi sono tre o quattro mendicanti , vecchie e piccine , che chiedono fastidiosamente l ' elemosina agli stranieri estatici ; ma di notte non un ' anima , non un passo . Sulla terrazza , lungo il muretto e dietro ad esso , pei greppi , cresce l ' erba selvatica odorosa e qualche piccolo fiore agreste . Essi si fermarono colà silenziosi , appoggiati al muretto , senza lasciarsi , penetrati dalla poesia ineffabile di quell ' ora , in quel paesaggio : poesia intima e profonda che misticamente li avvolgeva . - È tutta dolcezza - disse la fanciulla , la cui voce si era velata , affievolita . - Infinita dolcezza - rispose lui come un ' eco . - Chi abita in quell ' isola , lassù ? - chiese ella , levando la mano , indicando Nisida . - Una gente trista .... - e pareva non volesse continuare . - Che gente ? - insistè lei , piegando il suo bel viso chiaro verso di lui . - I galeotti : lì v ' è il bagno penale . - Una gente infelice - ella corresse , umilmente . - Ma le belle notti estive , le belle notti lunari , si levano anche per essa . - Cara Luisa .... - ripetè lui , vagamente . Ella lo guardava pronunziare il suo nome , non solo assaporandone la musicalità , ma sentendone acutamente tutto il tono , tutta la intenzione . Ogni volta che questo nome usciva dalle sue labbra , ella aveva un piccolo tremito interno : quando già il nome era stato portato via dalle onde dell ' aria , ancora in lei , nel suo cuore si allargavano più grandi , più grandi i cerchi di quel tremore .. - Guardate quelle casette , laggiù ? - continuò ella , per sfuggire alla sua crescente commozione , accennando alle casette dei Bagnoli . - Son tutte chiuse , non un lume . Tutti riposano felici , senz ' aver bisogno di ammirare la notte e la luna .... . - Gli abitanti di quelle casette videro un giorno un orribile spettacolo - rispose lui , macchinalmente - è qui che hanno fucilato Misdea . - Qui ? - Laggiù , in quella pianura . - In una notte come questa ? - No , in un ' alba freddissima . - Perchè lo hanno ucciso ? - Perchè aveva ucciso . - Voi mi dite sempre delle cose tristi - ella osservò malinconicamente , con un lagno infantile . - Ho torto - confessò lui - anche questa bell ' ora dev ' essere guastata . Scusate , cara . Vi assicurò che sono molto infelice . - E perchè ? - ella chiese , curvandosi a interrogare il suo volto . Ma gli aveva sfiorato con la guancia la spalla . - Ho scherzato - rispose Massimo , con la voce un po ' alterata . - Volete sedervi ? E le lasciò il braccio , si sedette sul parapetto e accese una sigaretta . Ella , in piedi , un po ' triste di essere stata abbandonata , con le braccia pendenti lungo la persona , lo guardava . - Volete fumare ? - No - ella disse . - Peccato ! una sigaretta è deliziosa , qui , a quest ' ora . - Se vi piace , la fumerò . Egli le offerse il portasigarette russo , di argento , aperto : ella ne prese una , di sigarette , con le dita sottili : ma mentre gli chiedeva del fuoco , Massimo , preso da un subitaneo moto di collera , le strappò la sigaretta e la buttò giù , pei greppi . - Non fumate , è una brutta cosa , somigliereste a tante donne che fumano .... tante donne .... - Come volete - disse ella , rassegnatamente . Ma avendolo visto restar torvo , seccato , cogli occhi bassi , battendo col tacco contro il muretto , ella voltò le spalle e si allontanò un poco , girovagando , discendendo verso i Bagnoli , risalendo , affacciandosi alla vallata . Egli la seguiva con lo sguardo , ombra bianca attraverso il chiaror bianco della luna , camminare senza rumore , con appena un fruscio del vestito fra le erbe ; e quando ella ritornò a lui , portava dei ramoscelli fioriti di menta selvatica . Picciolissimi fiorellini lilla sopra minutissime foglioline verdi ; ella ne odorò un ramoscello e glielo porse . Il viso di Massimo parve si rischiarasse : egli prese il ramoscello , l ' odorò lungamente e poi , invece di metterlo all ' occhiello , lo nascose nell ' apertura del soprabito , dentro , dentro , in modo che non si vedesse più , deposto e serrato sul petto . Allora ella fece un passo e con un salto leggiero gli si sedette accanto sul parapetto . Tacevano . Adesso voltavano un po ' le spalle al paesaggio marino e avevano innanzi solo la via donde erano venuti e le campagne basse di Fuorigrotta . Ma guardavano , forse , senza vedere . Erano seduti proprio accanto , le spalle e le braccia si sfioravano , ad ogni lieve movimento . Sempre fumando la sua sigaretta , egli le sollevò la mano guantata e ne arrovesciò lentamente il morbido guanto di camoscio . Pallida e sottile apparve la manina della fanciulla , col braccio rotondo e bianco . - Avete una bella mano , Luisa - disse . Le sue labbra , delicatamente si posarono sulle dita piegate della bella mano : un bacio che era un soffio . E restò a giocherellare con le dita , senza poter lasciare quella mano . Ella non poteva parlare . - Perchè non portate tutti quei cerchiolini di oro , di argento , di platino , quei braccialettini che tintinnano , salgono e scendono , continuamente , quando la donna si muove ? Sono carini , è vero ? Ella lo fissò , trasognata , come se non avesse udito che l ' armonia della sua voce , senza intendere il senso delle parole . - Sono carini .... - egli ripetè - ve li donerò io , se li volete da me ; mi piacciono tanto . Ancora scherzava con la mano , quasi attirando a sè la persona e l ' anima della fanciulla : e la bella persona e la povera e cara anima , non sapeano che piegarsi a lui . La testolina si appoggiò con la guancia alla spalla di lui , socchiudendo gli occhi ; e pian piano , delicatamente , quasi a sorreggerla , Massimo le passò un braccio dietro alla cintura , abbracciandola , reggendola . - State bene così ? - le domandò , con voce roca . Ella accennò di sì , con le palpebre , non potendo parlare . - Non vi addormentate alla luna , almeno , Luisa . La luna fa impazzire chi si addormenta al suo chiarore . Ella ebbe un sorriso così profondo , così enigmatico che lo scosse . Poi , tacquero . Passò del tempo , così . Confusamente , ogni tanto , nella mite e intima delizia di quella solitudine , di quella vicinanza , ella sentiva tremare , talvolta , nella sua , la mano di Massimo ; e talvolta , sentiva il respiro di lui affannarsi . Allora levava le palpebre a guardarlo : lo trovava intento a fissare il suo volto , intensamente , con tale un ardore concentrato di visione e di attenzione , che non aveva ella mai scorto . Il tempo passava , sulle loro teste vicine , sulle mani dalle dita intrecciate , immobilizzati in quell ' atteggiamento . E ad essa sembrava d ' immergersi in un sogno lungo , senza fine , che ricominciava sempre dal principio , dove passavano sulle sue mani dei baci leggieri come un soffio , dove carezzava i suoi capelli una mano molle e lenta , dove un acuto profumo di fiori che si appassivano , le saliva al cervello , dove una voce ripeteva il suo nome , sempre , con la profondità dell ' amore : un sogno tutto chiaro di luce lunare , in un divino paesaggio , un sogno ammorbidito dalla rugiada , dai fremiti della campagna , dal palpitare del mare sotto la luna . Invero , Massimo , reggendo la bella persona , tenendone la manina nella sua , sentendo tutta la seduzione di Luisa e delle cose , dell ' ora e del tempo , restava immobile , con gli occhi socchiusi , cercando di riunire tutti i suoi pensieri , per essere forte , per vincere il fascino immortale che ha la beltà della donna e la beltà delle cose , la innocenza della gioventù e la solenne purità della notte , nella campagna , innanzi al mare . Non lui sognava , che era uomo , che aveva vissuto , che sapeva ; ma quasi vedeva , dietro le tenui palpebre abbassate di Luisa , negli occhi pronti di dolcezza che si schiudevano levandosi a lui , vedeva il sogno d ' amore , il sogno di quella notte d ' estate distender la sua sottile e salda rete d ' argento sull ' anima della fanciulla . E ogni tanto , come il fascino di tanto muliebre candore , di tanta fede , di tanta giovinezza fragrante si faceva più alto , pareva anche a lui di smarrir la testa , partito per sempre , per la siderale , per la selenica regione del sogno . Cercò di riaversi , di riaccapezzarsi , parlando : - Dormite ? - volle dire , scherzando , a Luisa . Ma egli stesso non riconobbe la propria voce . Chi aveva pronunziato quella parola ? Ella scosse il capo , con un sorriso così dolce , che egli non vi potette reggere : - Vogliamo andar via ? - le susurrò all ' orecchio . La luna fa impazzire , Luisa , Luisa .... - Ancora un poco - ebbe la forza di dir lei , nella innocenza della sua passione . Ancora un poco . Egli abbassava il capo , soffocando le parole che gli sgorgavano dalle labbra , interdicendosi persino di carezzare più le fredde dita della fanciulla , non volendo udire il profumo di gelsomino , che veniva da lei , di quell ' unico gelsomino che ella aveva raccolto sul balcone e messo in petto , non volendo cedere alla voce di tenerezza infinita che emanava da lei e da tutte le umane cose , intorno . Sì , Massimo vedeva bene che ella sognava , oramai , il suo grande sogno , l ' unico e ultimo sogno , sotto la gelida e allettatrice luce della luna , simile a Elena , la bionda : sentiva che vincendo la ragione dell ' età , del pericolo , dell ' esperienza , che vincendo finanche il profondo segreto del suo cuore , egli stesso , per la ignota forza di sentimento che rinasce dalle sue ceneri anche nei cuori inceneriti dalla passione , egli stesso sarebbe stato trascinato dolcemente in quel sogno , perduto anche lui , come una volta , come sempre . E facendo , in quell ' atto , una delle più dolorose rinunzie della sua vita , il braccio che sosteneva Luisa si rallentò , un poco : pian piano le lasciò la mano . Ella trasalì , comprese : si levò , col volto così pallido che pareva vi si fosse infiltrato il raggio lunare , a raffreddarne per sempre il sangue e le fibre , si levò con le palpebre battenti , gli occhi smorti , come coperti da una nebbia torbida . - Andiamo - ella disse , voltandosi ancora a salutare il mare , la campagna e il cielo . Camminarono presto , vicino , senza darsi braccio ; Massimo pareva oramai colto dal freddo , con un desiderio di rientrare in casa . La via era assai lunga , mentre , al venire , non se ne erano neppure accorti : a ogni nuovo gomito che faceva la via , egli si piegava , con una certa ansietà , per vedere se erano vicini ; ella lo guardava di sottecchi , camminando presto anche lei , non osando dirgli nulla . Alla fine gli espresse il suo pensiero . - Speriamo di trovare una carrozza . - Speriamo - ripetè ella . Ma per un pezzo non ne trovarono ; la notte era altissima , tutte le ville erano chiuse e silenziose , la strada di Posillipo era deserta , la luna , salita già allo zenit sul cielo , vi batteva a picco , dandole oramai un aspetto un po ' spettrale . Egli osservò che la fanciulla si stringeva nella mantellina , trasalendo . - Avete freddo , è vero ? - Un poco . - Siamo stati troppo tempo .... laggiù .... Luisa non rispose : camminava a occhi bassi , senza voltarsi nè a destra , nè a sinistra . - Forse avete paura , cara ? - Un poco . - E di che ? - Di tutto .... la via è così deserta .... gli alberi sembrano fantasmi .... - Abbiate paura degli uomini e non dei fantasmi , cara . - È vero - ella soggiunse , umilmente . Forse egli stesso , in quell ' ora così tarda , in quella deserta campagna , dove sboccavano tante grotte di tufo dalle immani bocche nere aperte , aveva come un leggiero brivido di confuso sgomento . Erano presi dal malessere di chi ha vegliato una notte intera , in preda a una sovraeccitazione spirituale e fisica , e che ne esce stanco e infelice , malcontente di sè e del tempo che è trascorso . Ma durò questo sino a che furono arrivati alla dogana di Posillipo ; ivi una carrozza da nolo , di quelle sgangherate con un vecchio ronzino sciancato , una carrozza di notte , infine , stazionava . Dormivano il cocchiere e il cavallo ; non si risvegliarono che a metà , quando Massimo e Luisa vi salirono . - Portaci a Monte di Dio - disse Massimo al cocchiere . Costui , sempre sonnecchiando , domandò se doveva alzare il soffietto . - Sì : fa freddo - rispose secco secco Massimo . Il viaggio in carrozza si compì pure lentamente , poichè il cavallo si riaddormentava , ogni tanto : e quando era sveglio , andava con un trotterello affannoso di sciancato , facendo dei passetti corti corti . Nella carrozza Massimo e Luisa non scambiavano una parola : ma ella sentiva che l ' ora precipitava e ogni tanto i suoi occhi si rivolgevano a quelli di Massimo , interrogando . Essa voleva sapere da lui una cosa , voleva sentirgli dare risposta alla domanda che le ferveva nell ' anima , da quando erano andati soli , per le vie di Napoli , per mare , sotto la luna . E tacitamente , nell ' ombra , con gli occhi , lo pregava di dirgliela , la parola ; e lui intendeva la interrogazione continua , supplichevole , di quei cari occhi amorosi che volevano essere amati , niente altro , e si voltava in là , come distratto , cercando di sfuggire a quella muta domanda . Una amarezza , un ' inquietudine lo teneva agitato , non potendo neppure più fumare le sue eterne sigarette : ed ella sentiva che il suo sogno non era completo , se Massimo non parlava . Passava l ' ora , fuggiva l ' ora , essi ritornavano con la carrozza per la via fatta , e lui non voleva , non voleva dire .... - Che avete ? - finì per domandare lei . - Sono stanco . - Vi siete annoiato ? - chiese timidamente Luisa . - Sapete bene di no : non domandate , dunque - disse recisamente . Ella si scosse al tono un po ' duro : e con quanta tenerezza di amore poteva esservi in lei , dopo qualche minuto di silenzio , non seppe fare altro che chiamarlo : - Massimo . Che fu l ' effetto di quella voce , di quella parola ? Che gli mise innanzi , che gli ricordò ? È certo che egli quasi quasi si levò , parendo volendo buttarsi dalla carrozza , fuggendo alle prese di uno spettro : poi ricadde e con una voce fievole le disse : - Luisa , non mi chiamate più così , non pronunziate il mio nome , ve ne prego , se mi volete bene .... Ella tremò , non intese che l ' ultima frase , sorrise , con le lagrime della gioia agli occhi . Erano giunti . Salirono presto , l ' uno dietro all ' altro : si fermarono sul pianerottolo , prima di dividersi . Appoggiata al muro , come esausta , ella lo interrogava ancora con gli occhi , perchè le rispondesse . Ma egli , turbatissimo , la salutò : ognuno entrò nella propria casa , lentamente , le porte si richiusero con un rumor sordo . Faceva un po ' di freddo . Albeggiava . La notte di estate era finita . II . Per un mese di seguito Massimo e Luisa si erano riveduti spesso , ma per pochi minuti , sempre . Quando egli si affacciava al balcone , alla mattina , la trovava lavorando dietro alla persiana , e vedeva , al brillare di quegli occhi , che essa lo aspettava : quando egli rientrava alla sera , trovava la porta di Luisa socchiusa , ella dietro la porta , sorridendo , e si scambiavano qualche parola . Due volte , attirato da quell ' irresistibile fascino di giovinezza , da quella irradiazione simpatica che mette attorno a sè l ' amore , egli era andato a farle visita e contando di restar poco , era poi restato molto , tanto l ' ingenuo e profondo amore della fanciulla lo commoveva . Egli la trattava con una tenera cortesia , con un ' affettuosità repressa , e vedeva scintillare nei begli occhi tanta gratitudine , che la sua cortese tenerezza cresceva . Ma come i primi temporali di settembre ebbero spezzata , l ' aria calda , egli sparve per qualche giorno , e invano , ansiosa , impaziente , infelicissima , ella lo aveva atteso sera e mattina . Infine , una sera , a metà settembre , ella lo vide rientrare ; dalla porta socchiusa ella spiava : non osò chiamarlo , tanto le sembrò tetro il suo volto . Ma dopo un ' ora , ella non ebbe più ritegno , e andò pian piano a bussare all ' appartamento di Massimo . Il servitore , senza domandare nulla , la introdusse nel salotto : ivi , dietro la scrivania , sotto il gran paralume di seta rossa trasparente con merletti bianchi , Massimo scriveva . Era grave , pensoso , e si fermava ogni tanto a riflettere , con la penna appoggiata alle labbra : in una di queste pause , vide Luisa . - Oh cara , cara - disse , levandosi e stringendole le mani - giusto .... vi scrivevo . - A me ? Si era seduta dall ' altra parte della scrivania e lo fissava , pallidissima . - Mi scrivevate ? perchè ? - Per .... nulla - disse vigliaccamente lui . Poi , vergognandosi , soggiunse presto : - Per salutarvi . Parto . - Partite ? - esclamò lei , alzandosi a metà sulla sedia . - Sì . Parto . - Per poco ? - Per molto , invece . - Quanto tempo ? - Quattro , sei anni . - Ah ! - disse ella , chiudendo gli occhi , come se svenisse . Anche lui era smorto ; ma aveva una nervosità che lo ringiovaniva . - Dove andate ? - soggiunse ella , pigliando fiato a stento . - A Pietroburgo . - Tanto lontano , tanto .... - mormorò ella , con voce di pianto . - Già - fece lui , con indifferenza - lontano assai . - E .... non vi fa pena .... non vi dispiace andarvene ? - No - disse lui , brutalmente , sperando guarirla con la crudeltà . Ella appoggiava la testa a una mano , col gomito sulla scrivania : si nascose gli occhi coll ' altra mano e si mise a piangere zitto zitto , a lagrime lunghe che le piovevano sulle guancie , sul collo , continuamente . - Perchè piangete ? - domandò lui , nervosissimo . Essa gli fece cenno di non domandare ; seguitava a piangere , tacitamente . - Non è mica morto qualcuno .... - - tentò di scherzare lui . - Sì , sì , è morto qualcuno - - rispos ' ella , a bassa voce - veramente , veramente , è morto qualcuno . E , levando il capo , con la santa audacia della passione , gli disse : - Non ve ne andate : io vi voglio bene . - Io non merito il vostro bene , cara ; fate male a volermene . - Non posso fare diversamente ; vi voglio bene , non ve ne andate . - Io sono stanco e vecchio , e laggiù il dovere mi chiama . - Non m ' importa : se non potete restare , verrò con voi . - Cara Luisa , voi perdete la testa , figliuola mia .... - Sì , sì , è da quella notte che l ' ho perduta - ella rispose con aria smarrita . - Da quale notte ? - chiese lui , inconsciamente . Ma si pentì subito . Presa da un impeto di disperazione , essa scoppiò in singhiozzi , torcendosi le mani , battendo la testa sulla scrivania , gridando fra il pianto : - Oh Dio .... egli ha tutto dimenticato .... Signore , Signore , egli ha potuto dimenticare .... Oh Dio mio , ha dimenticato , ha dimenticato .... Sgomento innanzi all ' opera che egli aveva fatta , non trovava parole per consolarla , come il malvagio monaco medievale del poeta , che evocato il demone , non aveva poi più il motto magico per rimandarlo all ' inferno . La lasciava farneticare , impaurito e dolente , pentito e amareggiato , sentendo tutta la verità di quel dolore , sentendo ancora una volta la fatalità dell ' amore aggravarsi nella sua vita . Poi , non reggendoci più , si levò , le andò vicino , le prese le mani , la chiamò per nome e allora un novello fiotto di tenerezza invase l ' anima dell ' infelice ; ella si mise a domandargli , con una desolazione , con uno strazio di far pietà : - Oh Massimo , Massimo mio .... perchè mi lasci , perchè te ne vai ? ... come posso stare , senza di te , come posso restare sola , se ti voglio bene .... Massimo , Massimo , non andartene , non essere senza cuore .... - Luisa , ti prego , non piangere , non dirmi queste cose .... E le tenne le mani , la guardò negli occhi , ipnotizzandola , tenendola sotto la sua volontà . - Massimo .... Massimo .... - ripeteva lei , calmandosi dolcemente , come se una speranza le rinascesse nel cuore . - Se è vero che mi vuoi bene , devi farmi una promessa .... - Prometto . - .... Di esser buona , di non piangere , di ascoltare con pazienza , con rassegnazione . - Prometto - mormorò lei . - Senti , senti - riprese lui , tenendole le mani , guardandola , sempre negli occhi - te lo debbo ripetere , tu fai male ad amarmi : io non merito questo tesoro così prezioso , della tua giovinezza , del tuo cuore , io sono un uomo senza gioventù , senz ' entusiasmo e senza illusioni . Io so tutto , io ho conosciuto tutto , io ho cento anni come Faust e non vi è più Margherita che possa farmi ringiovanire . Io sono un uomo morto , Luisa . Perchè ti sei innamorata di me ? - Così - diss ' ella , con la voce monotona della disperazione . - Senza una ragione ? - Così . - Non basta , Luisa .... - Credevo ... , sì , credevo che tu mi amassi .... - Ti sei ingannata - le disse . - Io non ti ho mai amata . - Mai amata ! - fu l ' eco desolata della infelice . - Perchè hai tu creduto questo , Luisa ! Non sai tu dunque che cosa sia l ' amore ? - Ho creduto .... ho creduto .... che vuoi , ho creduto ! - disse ella , aprendo le braccia , con un gesto desolatissimo . - Tu non sai nulla , cara . - Forse non so nulla , hai ragione - replicò ella , con la umiltà dei vinti , dei perduti . E chinando il capo , volendo almeno trovare una scusa alla sua follia , cercando ancora un barlume di speranza nei ricordi , riandò tutto quel sogno di una notte di estate per cui ella aveva fissata la sua vita . E a ogni dolce particolare , a ogni piccolo e pur grande fatto che le si presentava alla memoria , ella trasaliva , ella ricadeva nella sua illusione e alla fine , rendendo tutto il suo pensiero : - Eppure tu mi hai amata , quella notte , Massimo . - Si ama sempre un poco la donna che abbiamo accanto - mormorò lui , con un ' ombra di sorriso . - Qualunque sia ? - Qualunque sia . - E dopo ? - Dopo , si dimentica subito . - Ed essa ? - Se è savia , gode del fugace momento e .... non lo rimpiange . - E se ama , se ama ? - Luisa , tu mi hai promesso di esser calma .... Ella si era alzata e gli parlava concitatamente : - Ma che ne so , io , di questa vostra ipocrisia sociale , di questa vostra galanteria mondana ; la chiamate galanteria , non è vero ? Io sono una fanciulla semplice , una sciocca , una illusa , io ti amavo già , quando , quella sera mi hai detto di venir teco . Ma quando si porta via , di notte , una donna , con le dolci parole che tu mi dicesti , costei deve credere che tu l ' ami ! Ma tu , nella barchetta , te ne ricordi ? hai passato un ' ora a chiamarmi sottovoce , come se solo le sillabe del mio nome esistessero ! Te ne rammenti ? E dopo , dopo , tu non devi averlo dimenticato , hai preso le mie mani , nell ' oscurità della grotta di donn ' Anna , tu le hai strette , domandandomi così qualche cosa , io ho risposto sì , stringendoti le mani , questo , certo , neppure lo puoi avere obliato , io l ' ho nell ' anima , quella stretta di mani .... e laggiù , laggiù , ti rammenti , ti ho dato il fiore di menta , lo hai baciato perchè aveva toccato le mie labbra , lo hai conservato gelosamente , lo hai chiuso sul tuo petto , come se volessi che appassisse colà , al calore del tuo cuore : io ho il tuo gelsomino , dove è dunque andato il fiore di menta ? Ma tu hai baciato la mano , questa qui , in questo punto , lentamente , dolcemente , con una lentezza e una dolcezza che mi parve mi facessero morire : ma tu hai tenuto la mia testa sulla tua spalla , ma tu mi hai abbracciata te ne ricordi , certamente , te ne ricordi , chi può avere scordato queste cose ? ma insieme , insieme a me tu hai sognato , abbiamo sognato laggiù , nel paradiso , il nostro paradiso . Oh angeli santi , voi stessi avete dovuto sorridere , poichè quello era l ' amore buono , l ' amore bello , l ' amore santo , poichè io amava e tu mi amavi , Massimo , non mentire , non mentire , non togliermi questa fede .... - Vi sono una quantità di cose che somigliano all ' amore e che l ' amore non sono - disse lui , glacialmente . - La sera è chiara , vi è una buona e bella fanciulla , vi è il mare , vi è la gran poesia di questo paese nostro , la notte è lunga , il cuore è malinconico - e allora un nome , chi non lo pronunzia , un fiore chi non lo chiude sul petto , un bacio chi non lo dà ? Sciocco colui che lascia sfuggire questi purissimi brevi piaceri dell ' anima e dei sensi , puri piaceri che non hanno la macchia del peccato , che non debbono portare alle lacrime , alla tragedia e che vi fanno egualmente cara una notte , un giorno ! Tutto questo non è affatto l ' amore nel suo immenso turbamento , con le sue lotte quotidiane , con la sua gelosia feroce , con la sua insaziabilità crudele e con la sua sazietà scorante ! È invece un ' altra cosa che all ' amore rassomiglia , una cosa carina , graziosa , che resta dolce nella memoria , che non lascia ferita e che imbalsama poi , col suo profumo , le ore della vecchiaia . Amore no : tenerezza , simpatia , fascino , eterna attrazione del femminile , una cosa mite e tanto cara , senza dolori , senza singhiozzi .... Luisa , Luisa , l ' amore è un ' altra cosa , è una vampa , è una vertigine , è uno sconquasso , Dio vi salvi .... - Io sono perduta - ella disse , brevemente , - perchè vi amo e non mi amate . Come egli parlava , pianamente , con quella velatura d ' ironia che rendeva triste la sua voce , con quel senso di disdegno che rivelava l ' uomo esperto delle tempeste , come egli le veniva dolorosamente dimostrando la inanità delle sue illusioni , ella aveva inteso a poco a poco mettersi fra loro due una grande distanza , quasi che Massimo fosse già partito , già in viaggio per il gelido paese nordico . Ogni parola che infrangeva le sue speranze , le s ' imprimeva nella mente , col lieve sogghigno che l ' avea accompagnato , con la intonazione sprezzante che era stata pronunziata : e un lavoro di distruzione si operava in lei , la parola di lui spegneva tutta la cieca fiducia che ella aveva avuto nel suo sogno . Illusione , illusione , il bacio , il fiore , il nome , la voce tremante , la carezza , l ' abbraccio , illusione tutto , morto tutto , finito tutto , finito . Una luce fredda le si era fatta dinanzi agli occhi della mente : egli aveva ragione , tutto quel sogno di una notte di estate , sotto il pallido , morbido raggio lunare , era una cosa graziosa , carina , niente altro , da dimenticare immediatamente , da ricordare poi più tardi , molto più tardi , con una certa soavità , anche con un po ' di gratitudine . Ella vedeva , vedeva bene , adesso . La scienza della vita le arrivava di un colpo solo , netto e preciso come quello di una mannaia che recide una mano : tutto sanguinava , ma , ella vedeva la verità . E si sentiva , perduta . Egli taceva . Era tornato al suo posto e giocherellava con la sua penna di avorio bianco : ma era scomposto nel volto . Affettava una calma che non aveva : capiva che la crisi non finiva lì e soffriva per sè e per lei , immensamente . Ma le sue burrasche passate gli davano la forza di combattere ancora . La fanciulla taceva e pensava , quasi che nulla più le restasse da dire : anzi si alzò , come per andarsene . Ma arrivò sino al balcone chiuso e appoggiò ai vetri la fronte febbricitante . Stette qualche tempo così . Poi , ritornò . Pareva tranquillizzata . Ma si passava ogni tanto la mano sulla fronte , con un gesto che faceva pena . Si sedette di nuovo . Massimo la guardava , con una certa ansietà . No , tutto non era ancora finito .... - E .... ve ne andate ? - chiese ella , cercando di rafforzare la propria voce . - Sì . - Quando ? - Domani mattina : o anche stasera .... meglio stasera . - Infatti .... meglio stasera - rispose lei , monotonamente . - E .... non mi avreste salutata ? - Vi scrivevo .... - Lasciatemi vedere - diss ' ella , pregando . Egli obbedì , dandole la carta , dove erano scritte soltanto queste poche linee . " Cara , cara Luisa - io debbo lasciare , per forza , questo caldo e bel paese , per un paese freddo e brutto . Me ne vado , pieno di ricordi della vostra bontà , me ne vado , addio , pregandovi di volermi un po ' di bene , da lontano , per quanto bene vi voglio io .... " - Come potete mentire così ? - diss ' ella , fieramente , levando la testa . - Non mento : vi voglio bene : vi ho una gratitudine immensa , mi siete carissima .... - E partite , partite ? - Parto . - Ah io non so più nulla , non so più nulla , io ho perduta la testa . Da quella notte .... - mormorò ella , nascondendosi il viso fra le mani . Ma dopo qualche minuto , ella si levò , andò vicino a Massimo , si sedette accanto a lui , con una espressione di ansietà , di angoscia sulla faccia che avrebbe impietosito il cuore più duro . - Sentite , sentite , voi non avete nessuna colpa , è vero , io non posso dire nulla contro di voi , voi non mi avete ingannata , sono io che ho voluto ingannarmi , lo confesso . Ma pure .... io vi amo , io non posso levarmi dal cuore questo amore , io non resisto al pensiero di restare sola , qui , mentre voi ve ne andate , così lontano ; morirei ; sentite , non ho mai mentito , morirei . Bisogna pur concedere qualche cosa agli illusi , agli esseri semplici . Il mio destino è di amarvi , Massimo , non vi è altro , per me . Che volete , il mio sogno continua , io non mi sveglierò che per entrare nella tomba . Sentite . Lasciatemi venir con voi : andate solo , andate triste , laggiù , in un paese ove non avete nè amici nè parenti . Io , qui , non lascio nessuno . Posso disporre della mia persona , della mia vita . Direte che vi sono sorella , nipote , governante , direte che sono la vostra serva , mi contento . Purchè io possa seguirvi , vi servirò , laggiù . Non mi vedrà nessuno ; non uscirò , non andrò in chiesa , rinunzierò al mondo , a Dio , a tutto , pure di vivere accanto a voi . Non importa , se non mi amate : portatemi via , vi amo , non posso restare qui . Laggiù , non importa se mi tratterete male , non importa se mi dimostrerete , che vi secco : io avrò pazienza , rassegnazione , come voi mi comanderete di avere . Forse , vedete , non vi nascondo la mia speranza , mi amerete un giorno ; lontano , ma può giungere , il gran giorno ! Lasciatemi aspettarlo al vostro fianco , segretamente , umilmente , piamente , con la fede degli antichi cristiani ; lasciate che io possa spendere la vita mia per voi , non posso farne altro , della mia vita . Voi siete spesso triste , una volta le mie risate vi piacevano ; vi piacevano le mie canzoni , io riderò , e canterò per voi , tacerò a una vostra parola , aspettando . Voi non mi amerete mai , forse , ma io vi amerò , sempre . Ah non mi respingete , non mi lasciate ; se incontrate di notte , un povero cane senza padrone che vi segue , malinconicamente , voi non lo cacciate via , è vero ? Perchè caccereste me ? Siete uomo , siete cristiano , avete cuore , avete pietà , non mi riducete alla disperazione , portatemi con voi , voglio morire accanto a voi , non qui , sola , non sola , per carità , portatemi con voi . E la disgraziata scivolò dalla sedia a terra , cadendogli ginocchioni davanti , con la testa convulsa fra le mani . - Luisa , Luisa , che fate ? - gridò lui , vivamente , cercando di sollevarla . - No , no , resterò qui , sino a che mi avrete fatto questa grazia - diss ' ella , resistendo . - Luisa , ve ne scongiuro , voi mi fate disperare .... - E la sollevò sorreggendola , aiutandola a risedersi : ella lo guardò supplichevole . - Ditemi la parola - mormorò abbattuta . Egli capì che l ' ora era giunta . - Non posso , Luisa . - Perchè non potete ? - Non posso tenervi nè come moglie , nè come amante . - A me non importa della mia riputazione : vi voglio bene , voglio venir con voi . - Non posso . - Ma perchè ? - Perchè non vi amo di amore ... - Non importa , vi amerò io . Egli la guardò , smarrito : l ' ora era giunta , l ' ora incalzava . - Io amo un ' altra donna ! - proclamò lui , a voce chiara . - Oh ! - ella disse , come soffocando . Egli si alzò a metà , come se volesse aiutarla . Fredda , muta , Luisa lo fermò con un gesto . E solo nel guardarla in viso con gli occhi dove il cerchio nero , intorno , era diventato così largo , con le labbra bianche e con due pieghe alle labbra , dove prima si disegnava la curva del sorriso , con dieci anni di più , infine , con quella gioventù che pareva sfiorita per sempre , egli si sentiva torturare dai rimorsi . Ah , che egli non avrebbe mai voluto pronunziarla , la fatale parola , il segreto profondo del suo cuore , la nascosta angoscia di tutta la sua esistenza ! Aveva esitato un ' ora , arretrandosi davanti agli intimi recessi dove il suo amore viveva , non sapendo violare quel mistero impenetrabile , non sapendo ferire così mortalmente quel giovane cuore sì amoroso e disperato . Giammai , giammai , egli avrebbe confessato ad alcuno che amava , se quella desolazione di anima buona appassionata , non lo avesse spinto a tentarne così una disperata salvezza : il suo segreto sarebbe rimasto chiuso nel cuore , noto solo a Dio e a colei che aveva ispirato quell ' amore , bocca umana non lo avrebbe ripetuto , orecchio umano non lo avrebbe udito , morto con lui , il segreto . Ma innanzi a quelle lacrime , a quei singhiozzi , innanzi a quella esistenza perduta , egli aveva finito per chiedersi se non era un poco colpevole , se non doveva espiare , tentando di togliere al naufragio quell ' anima , con un rimedio estremo . E aveva dischiuso il tempio dove il suo idolo si ergeva , fiero e implacabile , aveva mostrato alla disgraziata fanciulla che l ' altare aveva la sua dea , invitta , immortale . Egli , il più mistico fra i sacerdoti dell ' amore , che stava a guardia , silenzioso , immoto , del tabernacolo che niun occhio d ' uomo doveva rimirare , aveva adesso sollevato i veli sacri e mostrato all ' occhio di Luisa la immagine divina . Si sentiva adesso fiacco , senza coraggio , senza forza , come se quella parola di rivelazione , avesse vuotato a un tratto le sue vene . Aveva detto . Luisa non piangeva , non singhiozzava , non sospirava : era seduta al suo posto , con la faccia nascosta fra le mani sovrapposte , non dando segno di vita : anche le mani che avevano tremato sempre , ora erano ferme , bianche come quelle di una statua . Quando le abbassò , quando rialzò il capo e Massimo potette vedere la sua faccia , egli sentì il danno fatto . Oramai la luce di quegli occhi dolci e amorosi si era intorbidata per sempre , e li opprimeva la inguaribile mestizia delle speranze infrante : oramai le traccie del riso erano cancellate da quella delicata e giovanile fisonomia , mentre fra le sopracciglia si creavano quelle due rughe dolorose delle lunghe cogitazioni malinconiche ; oramai il sangue era fuggito da quelle fresche , fragranti labbra e il pallore della viola , fiore esangue , fiore dolente , vi si era impresso , per sempre . La disgraziata aveva parlato , nella sua ansia , nel suo abbandono , di risa , di canzoni : ma bastava guardare la serietà oramai incancellabile del suo viso , per intendere che eran finite , per sempre , le canzoni e le risate . Ah veramente , veramente , come l ' antico audace che tentò disollevare la cortina del tempio , come a Salammbo , figlia di Amilcare , che pose sul suo capo il velo di Tani , cosparso di stelle e commise il sacrilegio , così la povera umile fanciulla era stata fulminata perchè aveva tentato di schiudere un cuore , perchè aveva voluto entrare nel sacrario della dea . Invero , egli aveva in sè una pietà immensa e sterile , una pietà fiacca e triste , per quella creatura fulminata : non sapeva dirle più nulla , la fatalità sfugge alla discussione , e non ha conforti che l ' attenuino . Infatti , fu essa la prima a parlare . Era una voce senza dolcezza , senza tristezza , non velata , non roca , ma veramente spezzata : nessun sentimento vi vibrava più : infranta . Adesso le domande che faceva , stanche , lente , sembravano l ' appagamento di una mesta curiosità , un riandare sulla sventura , così , per sapere : senza che la conoscenza novella potesse mai più cangiare nulla di quello che era stato . - Voi l ' amate .... molto ? - L ' amo : quando si ama , si ama . - Lo so - - replicò ella , sempre senza fremito nella voce , sempre senza luce negli occhi . - Lo so : domandavo .... così .... per sapere . Il braccio di Luisa era disteso sulla scrivania e la mano sottile aperta sul panno scuro . E pareva così abbandonata , così bianca , che a lui sembrò vedere , veramente , una mano di persona morta . Ma salvo ad averne una infinita compassione , che cosa ci poteva fare , lui ? Ambedue soffrivano , e malgrado tutto , l ' uno non poteva aiutare l ' altro nella propria disgrazia ; essa lo amava , egli , aveva di lei una pietà grande , ma l ' uno non poteva tergere neppure una lacrima dell ' altro . Così è , l ' amore . La divina armonia di due cuori che si scelgano e che si amino , non risuona che assai raramente , nelle anime umane . E non è , invece , che una catena , l ' amore , di cui gli anelli sono di metalli diversi , male appaiati , di forme diverse , che si corrodono e si contorcono , senza potersi spezzare . Che ci poteva fare , lui ? Tutto era inutile , tutto . - Voi l ' amate da molto tempo ? - ricominciò lei , con quella intonazione d ' indifferenza , che faceva più male di uno straziante singhiozzo . - Da molto tempo . - Da quando ? - Da .... sempre . - Non avete mai amata alcun ' altra ? - No : mai . Vi è un amore che altri non ne ammette . - È vero : lo so - ella disse , chinando gli occhi . Poi , tacque , pensando . Sembrava che riflettesse a un ' altra domanda da fare , e che temesse di farla , di cui non potesse ritrovare la forma . Difatti , due o tre volte fu lì lì per parlare , quasi che la parola volesse fuggirle irresistibilmente dalle labbra ; ma si rattenne . Egli aspettava , oramai deciso a dir tutto , sempre più debole , sempre più esausto di forze morali . Invero erano due infelici creature : ma non vi era nessun rimedio . Alla fine , ella , si decise e disse : - Voi l ' amerete .... sempre ? Prima di rispondere egli si raccolse e nei brevi minuti del silenzio , ritornò su quello che era stato , su quello che era la sua passione , provò a misurare il valore e la durata di quel vincolo che gli anni , la morale e material consuetudine avevano reso profondo e non risolvibile che dalla vecchiaia o dalla morte . - Credo .... credo - egli mormorò , esaurito - che l ' amerò sempre . Sono vecchio , Luisa : e la vita non si ricomincia . Voi siete giovane .... e potete obbliare .... - Voi non avete diritto di parlarmi così - ella disse , con un amaro sorriso . - Non vi accuso , non mi lagno ; ma non cercate di consolarmi con queste vaghe parole . Io valgo meglio di questi banali conforti . - Scusatemi - egli soggiunse , inchinandosi a quell ' altero dolore , che non soffriva di essere turbato da nessuna voce , fosse pur quella della persona amata . - Era un augurio che vi facevo : vi auguro di dimenticare .... con tutto il cuore , ve lo auguro . Ella scorse il capo , senza rispondere . - Voi la raggiungete , colà ? - Sì - egli disse , a bassa voce . - Vi aspetta ? - No , non mi aspetta : ma mi ha chiamato - soggiunse lui amaramente . - E voi obbedite ? - Obbedisco sempre . Ella mi ha detto di venir qui , nell ' estate , lasciandomi senza notizie , senza lettere , senza neppure farmi sapere dove viaggiava : e sono stato qui , tre mesi per obbedirla . - Ah , va bene , ho inteso - ella disse , senz ' altro . - Adesso mi scrive due parole , dicendomi di raggiungerla , dandomi il suo indirizzo : e io parto , io attraverso l ' Europa , vado dove ella è , poichè questo , capite , è il mio destino . - Essa vi ama ? - No . - Non vi ama ? - No , niente . - Non vi ha amato ? - Mai . - Nè avete speranza ? - Nessuna . - Ma perchè non vi ama ? - Perchè vie della gente che non ama mai , Luisa - gridò lui , subitamente esaltato . - È vero , è vero - ella rispose , vagamente . - Vi è molta gente che non ama ed è forse felice . - Forse . - Ma perchè vi chiama ? - Perchè le fa piacere di avere un servo . Un lugubre silenzio si fece intorno : le due vittime si guardarono , smorte dello stesso pallore , esauste dallo stesso morbo morale ; e fu lei che per la prima , con una infinita dolcezza , gli disse : - Voi siete come me . - Come voi - mormorò l ' uomo forte , l ' uomo scettico , umilmente , dolentemente . Niente altro . Ella si sollevò dalla sedia , rimase ritta davanti alla scrivania . - Adesso me ne vado ; buona sera . - Ve ne andate ? - chiese lui , un po ' affannoso . - Sì , sì , me ne vado ; buona sera , Massimo . - Restate ancora un poco - balbettò lui . - Ditemi .... - Noi ci siamo detto tutto : non vi è nulla nel vostro cuore che io non sappia : voi sapete tutto del mio , non vi è più nulla , più nulla ; buona sera . - Ma che farete ? - egli disse . - Voglio sapere che farete ! - Niente - disse lei , voltandosi , facendo un gesto largo con le braccia . - Niente . - Non ci possiamo lasciare così - disse lui , tutto agitato . - Restate .... - Sarebbe inutile . Non dovete voi andare ? - Sì . - E io debbo restare . Addio , Massimo . - Addio , Luisa . Ella se ne andò senza voltarsi , un po ' curva , ombra tacita e dolente . Egli la vide sparire : udì aprire e chiudere due porte . E pensando che in quel minuto , rientrata nella sua casa deserta , sola col suo dolore , ella piangeva come tutte le misere creature umane , lui , misera umana creatura piegò il capo , nel silenzio , nella solitudine , nel dolore e pianse , di pietà , di rimpianto , su Luisa , su Massimo . FINE .
LEGGENDE NAPOLETANE ( SERAO MATILDE , 1881 )
Saggistica ,
raggio lunare pare diviso in sottilissimo fili d ’ argento , ride nelle vele bianche delle sue navicelle
LA VITA SUL PIANETA MARTE ( SCHIAPARELLI GIOVANNI VIRGINIO , 1893 )
Saggistica ,
diametro apparente a cui Marte può arrivare non supera 1/150 del diametro lunare , ed è necessario
GENTE IN ASPROMONTE ( ALVARO CORRADO , 1930 )
Narrativa ,
confonde col fiore su cui è posata . Sembra un mondo spento , lunare . Attraverso i letti dei torrenti , i
IL PAESE DEL MELODRAMMA ( BARILLI BRUNO , 1930 )
Saggistica ,
, la scena rappresenta un paesaggio che sprofonda e affoga nella marea lunare . Fremono le chiome basse
ROBERTA ( ZUCCOLI LUCIANO , 1919 )
Narrativa ,
I . La prima volta che Cesare Lascaris entrò in casa delle due sorelle , il cielo sfarfallava di lampi infaticabili a levante e a ponente , come per un ' alternativa di colori liquefatti e largamente diffusi sopra una cupola immensa . Roberta era stata ripresa dal suo male . Una leggera spuma rosea le era sgorgata dalla bocca , mentre innanzi alla finestra seguiva col binocolo un vapore , che all ' ultima linea delle acque passava sotto il tumulto dei lampi , sotto il cumulo più nero delle nubi . Aveva deposto sùbito il cannocchiale , e volgendosi a Emilia con la pezzuola umida di sangue , aveva detto : - Ecco ! - rispondendo alla sorda inquietudine , che dalla prima comparsa del morbo le aveva confitto gli artigli nel cuore . Il giorno , levatosi per le due giovani tranquillo come gli altri , divenne repentinamente funebre ; l ' uragano addensato fuori , parve ad ambedue il quadro naturale in cui il dramma doveva svolgersi , e l ' aria pregna di correnti elettriche , solcata dalle luci minacciose , le avvolse e le fece vibrare di spavento . L ' Implacabile risorgeva . Avevan voluto dimenticarla , fuggendo dalla città , aspirando i germi vitali nel paesello ligure inapprezzato dal capriccio misterioso della folla . Tutto della loro vita era stato tacitamente disposto per raggiungere quell ' oblio . Scorrevano ogni giorno lungo tempo sulle rocce più inoltrate nel mare , fin dove l ' onda s ' accartocciava ribollendo passeggiavano adagio , metodicamente verso il crepuscolo , dov ' era men facile incontrare i carri , che sollevavano nugoli di polvere ; la villetta era aperta sempre a finestrate di sole , a fiumi d ' aria pura . Roberta seguiva i consigli dei medici , ed Emilia si studiava d ' allontanarle ogni causa di malcontento . Se si fissavan negli occhi per leggervi il medesimo pensiero inconfessato , gli occhi tentavan sùbito d ' esprimere pensieri frivoli e pieni d ' avvenire . Il male sembrava cosa antica , pessimo sogno pessimamente interpretato dagli uomini della scienza . Guardavano innanzi a sè , lasciandosi addietro il ricordo della malattia breve e furiosa , cui Roberta s ' era sottratta per una generosità de ' suoi diciannove anni . E l ' Implacabile risorgeva ; e quella spuma sanguigna voleva dire la Morte , e quei colpi di tosse che riprendevano , erano la Morte , e tutto ; era la Morte , la Morte , la Morte nel giorno denso di luci minacciose , divenuto il primo periodo d ' un dramma del quale s ' ignoravano gli episodii futuri e s ' intuiva la fine . - Non spaventarti , - disse Emilia con la voce tronca . - Non è nulla .... Sai che non può essere nulla .... Mando a chiamare il medico ... Roberta era caduta sul divano , e nell ' ombra dell ' angolo si vedevan l ' abito turchino a merletti bianchi , il volto cereo ed ovale . Le braccia erano abbandonate lungo il corpo . Sotto l ' atteggiamento incerto , covava il terrore di chi aspetta un nuovo segno infallibile : ella attendeva un altro colpo di tosse , un rigurgito di sangue , la rottura d ' una arteria , che la soffocasse in un lago di sangue ; poichè nessuno meglio di lei conosceva tutte le possibilità spaventose d ' una soluzione certa . - Sùbito dal medico ; venga sùbito ; lasci qualunque cosa .... Hai capito ? - ordinò Emilia alla cameriera accorsa . - Sùbito , sùbito , sùbito .... Vuoi andare a letto , Roberta ? Ti aiuterò ' io .... Fatti coraggio .... E mentre parlava riprendendo il suo posto innanzi alla sciagura , si irrigidiva per resistere alla tentazione di fuggire , mandando grida laceranti .... Piegarsi , prosternarsi brutalmente alla fatalità , piangere fino al torpore e sentire il tempo uguale , infinito , passare su di lei e sopra le cose , doveva essere una voluttà divina . Ella non era creata per tener fronte alle avversità : con la morte del marito dopo un anno di matrimonio e con la prima malattia di Roberta , due volte una ribellione di inerzia era nata in lei ; il bisogno di sfuggire a sè medesima e all ' azione , era divampato così furibondo , che le era avvenuto d ' inginocchiarsi a pregare perchè fosse mutata in una statua dal gesto eterno , dalla insensibilità eterna .... Ma si riprese per quello stesso spirito di rivolta , il quale d ' ora in ora aveva forme così diverse ; allungò le mani alla sorella e l ' aiutò ad alzarsi , riuscendo a sorriderle . Sulla soglia della sua camera , Roberta si arrestò un istante sotto un nuovo attacco del male ; il fazzoletto si arrossò , una sottil bava sanguigna le scese lungo la connessura delle labbra , si ruppe .... Allora , sciogliendosi dalle mani d ' Emilia , la fanciulla corse al letto , strappò gli abiti , slacciò i cordoni delle sottovesti , gettò ogni cosa a terra , fu pronta , e si ricoverò tra le coltri , dicendo febbrilmente : - Vedi , che è proprio il male ? Vedi , che bisogna morire ? ... Non parlare , hai capito ? Non dir nulla .... Il medico , non lo voglio .... Va via , anche tu .... Emilia rimase in piedi presso il letto , fisicamenta assorta nei romori della tempesta , che dalle sbarre delle gelosie proiettava il suo livido ghigno nella camera . Così , spoglia d ' ogni attraenza materiale degli abiti , Roberta era l ' ammalata . Sotto l ' epidermide bianca , una miriade di piccoli punti rossi , qua diffusi e là raccolti in nucleo , segnava la persistenza del morbo ; il seno , questa gloria incomparabile del sesso e della giovanezza , era crivellato dai nuclei rossastri e s ' affondava , invece di protendersi esuberante .... Di quel corpo virgineo avvolto fra le lenzuola , non rimaneva attenta , vivente , perspicace , se non la testa coi capelli biondi e disordinati ; ma ancòra sotto la pelle della fronte e sulle guance , comparivano le piccole macchie rosse incancellabili . Gli occhi erano d ' un azzurro vitreo , le labbra tumide , i denti bianchissimi , il profilo netto e puro , quasi ellenico . Il resto delle sue forme non aveva linea e valore , se non corretto dalle mani scaltre delle cucitrici e lusingato dai colori festevoli o ingenui delle stoffe . Per la camera semioscura aleggiava un profumo indefinito d ' acque odorose ; i mobili modesti delle case d ' affitto variamente ricoperti e senza stile , parevano l ' avanzo di diversi addobbi ; il letto solo in mogano lucidissimo era elegante e nuovo . Sui tavolini , sui divani , s ' ammucchiavano i libri rilegati o sciolti , una collezione di romanzi , da Walter Scott agli ultimi autori russi , che Roberta leggeva senza posa e senza scelta , fino ad averne l ' emicrania . Ella era ancòra la fanciulla tipica , angariata e deliziata dai sogni un po ' umoristici del romanticismo ; si costruiva in testa una favola di principi e di re , si assegnava una parte nella favola , mutava e rimutava gli episodii , vivendo , con qualche residuo dei preconcetti acquei di collegio , in assoluto ritardo , in voluta contraddizione con tutto quanto era vita intorno a lei . Emilia , seduta a fianco del letto , tenendo fra le sue una mano di Roberta , stava sempre attenta ai romori esterni , poichè nella camera era piombato un silenzio di malattia , che la riconduceva a dieci mesi prima , richiamando a galla i terrori , le stanchezze , le disperazioni di quei giorni . Fuori , a levante e a ponente , i lampi gareggiavano ; sulla casa il tuono si trascinava con lunga eco ; di momento in momento , la camera era infiammata da una vampa lividiccia , cui seguiva il crepitio secco d ' una scarica elettrica . Roberta si drizzava a sedere , guardava Emilia negli occhi , e ricadeva sui guanciali . In quei passaggi di pesante angoscia , esse comprendevano , o chiaramente o vagamente , che nè per loro nè per altri la vita non aveva indulgenze , che i benigni non esistevano , e che la lotta non era solo in grandi giorni di battaglia , ma in tutti i meschini giorni dell ' anno , in tutte le piccole ore del giorno . - È finito ? - disse Roberta ansiosa . - Guarda se è finito .... Mi fa così male ... Emilia andò a guardare , socchiudendo le imposte . Per quanto si vedeva da quella finestra sul fianco della casa , l ' uragano pareva cominciasse allora . Il monte di Santa Croce era fosco sotto le proiezioni oscure della nuvolaglia , e la collana d ' uliveti che ne discendeva e si propagava sul versante , aveva preso il colore sinistro e scialbo dei giorni di tempesta . Le case a tinte vive , secondo il concetto degli antichi marinai , i quali da lontano volevano riconoscerle e salutarle , aspettavano silenziose la cavalcata delle nubi , illuminandosi al riflesso dei lampi .... E a un tratto , per la violenza del tuono , le nuvole si spalancarono come porte gigantesche e mostrarono il fulmine ricurvo , dorato , arme classica e divina , che si sfoderò precipitando dietro la montagna .... Susseguì il vento , la pioggia sferzò , ora verticale , ora a sghimbescio , a capriccio del vento , e l ' uragano si stabilì sopra il paese . - Siamo alla fine , - rispose Emilia , accostando le gelosie . - Come stai , cara ? Va meglio ? La sorella teneva le palpebre calate e sul volto le era scesa una maschera di sublime indifferenza per ogni cosa mortale . - Vuoi dormire ? - soggiunse Emilia con voce più cauta . Roberta scosse un poco la testa ; ad occhi chiusi sembrava assorta nell ' ascolto del male , - dava tregua o saliva di grado in grado senza ostacoli ? - e il mutismo d ' una rassegnazione interamente fisica le aveva invaso l ' anima . Emilia , rimasta a guardarla , fece un gesto perduto , a sgombrar le visioni di certezza che andavano stringendola intorno . Con le mani serrate , immobile a ' piedi del letto , ella pensava alla morte prossima ; sua sorella doveva morire , forse quello stesso giorno , soffocata dal sangue rigurgitante nelle caverne dei polmoni . La fantasia , rinforzata dalla meccanica dei racconti uditi e delle memorie , dipingeva l ' avvenimento , a grandi tratti prima , e poi ne ' particolari più minuti e dolorosi : la donna si sentiva già piangere e mormorare le parole profonde , dissennate , che echeggiano inutilmente nelle case tragiche per la morte . Aveva gli occhi fissi al letto , e lo vedeva vuoto . - Vuoi il ghiaccio ? Devo prepararlo ? - ella domandò , scuotendosi e avvicinandosi . Ma a quel ricordo della malattia antica , Roberta alzò faticosamente le palpebre e negò con la testa . Emilia le toccò il polso , la fronte , le tempia . - È fresca ; non ha febbre . Non ha mai febbre , - mormorò , quasi parlasse con le visioni di certezza ch ' erano intorno . - È la febbre , da temersi . L ' altra volta l ' aveva , ed è stata così male . Oggi non ha febbre ; è fresca .... E se avesse obbedito all ' istinto , avrebbe seguitato , gestendo contro le ombre del terrore : " - Capite , capite , che non può morire ? Si salverà pure questa volta ; continueremo la nostra via , l ' una a fianco dell ' altra , come ci siamo promesso . " . Non era passata un ' ora dalla ricomparsa della malattia , ed Emilia aveva già smarrito ogni senso della vita abituale , quasi soffrisse da mesi , da anni . La mattinata semplice e monotona s ' era dispersa tra le memorie bianche ; la giovane ritrovava in sè medesima lo stato un po ' febbrile , l ' espressione laconica , il gesto attivo e silenzioso dei momenti solenni . - Roberta , - disse con l ' inesorabile ostinazione della paura , - stai meglio ? Vuoi riposare ? L ' ammalata sbarrò gli occhi cercando per la camera : vide la sorella a ' piedi del letto e la fissò a lungo , ancòra con l ' indifferenza serena di chi è già per altre vie lontane e mute . Poi , senza tosse , senza fremiti , recò alle labbia la pezzuola , e l ' arrossò ampiamente . - Dio ! - esclamò Emilia , accorrendo a sostenerla . Il sangue sgorgava , non più roseo ma purpureo , una fontana vitale entro la catinella che Emilia teneva con una mano . - Coraggio , cara , fatti coraggio , - susurrò Emilia . - È una crisi momentanea , lo sai .... Il sangue sgorgava , e le due sorelle s ' erano avvinghiate intorno al busto tenacemente , guardando quella vita liquida , quella morte liquida , cui alcuna scienza umana non avrebbe potuto arrestare . Emilia era curva sotto un peso invisibile ; Roberta non dava segno di terrore , ma stava rigida nell ' attesa fredda e spaventevole , ritrovata fra le abitudini delle sue sofferenze . La crisi cessò , il sangue ristette . - Ti porterò il ghiaccio , - disse Emilia , posando la catinella insanguinata - Il ghiaccio ti guarisce , non è vero ? Ma non appena uscita dalla camera , traversando il gran salotto centrale , Emilia s ' aggrappò a un mobile . Libera di naufragare nella disperazione ampia , senza difese , ella vedeva immancabilmente certa la soluzione ; era destinata a seguitar tutta sola la sua strada , poichè la compagna le sarebbe caduta al fianco fra breve . E per una satanica raffinatezza della fantasia , una folla di episodii rosei le corse incontro ; e per malvagia associazione d ' idee , ella ricordò alcune pagine lette sbadatamente o alcuni discorsi distrattamente ascoltati sulla legge di selezione , sulla matematica necessità della morte precoce .... La fanciulla era senza dubbio inadatta a sostenere gli attriti dell ' esistenza , e portava in sè le mortali ferite d ' una vecchia razza esausta . Ella pareva essere stata concepita in una notte di nevrosi , per un desiderio fiacco e metodico : imperfetta opera di due creature incatenate da vincoli legali e fittizii , Roberta aveva già troppo resistito alle raffiche forti e alle acute brezze micidiali ; poichè , prima di lei , i fratelli erano stati travolti , e dopo lei , Emilia sola aveva rievocato il buon tipo originario ; e dopo Emilia , i fratelli di nuovo erano tutti scomparsi in piccola età . Ora , cotesta differenza di nervi , di muscoli , di forze , aveva più volte in Emilia risvegliato l ' antipatia latente dei sani per i malati , l ' antipatia bruta d ' un corpo vivido e fresco per un corpo fradicio e passo . " Tu ti leghi a un mostro , - le susurrava lo spirito loico . - I tuoi sforzi non serviranno se non a prolungare un ' agonia e a trasmetterti i germi , dai quali per maraviglia di natura ti sei salvata . " E alla sentenza , che sembrava macabramente scritta con le ossa d ' uno scheletro sulla via sperduta dell ' avvenire , tosto succedeva la reazione generosa , esagerata ; e per punirsene , Emilia avrebbe dato intera l ' esistenza propria , e contratto volonterosamente i germi della malattia atroce . Poichè il sordo antagonismo non giaceva soltanto in fondo alla sua coscienza ; ma con disperata tristezza erasi dovuta persuadere che anche nell ' anima di Roberta andava cristallizzandosi un rancore quasi animale contro la sanità e la procacità inconscia di lei , contro il suo avvenire , contro la facoltà di goder le gioie , cui ella , Roberta , non avrebbe avvicinato mai .... Certi misteriosi allontanamenti , certi risvegli di violenta simpatia , nei quali la fanciulla soffocava una voce imperiosa e sconsigliata , avevano quella sola spiegazione . Mai come quando le due sorelle si gettavano una nelle braccia dell ' altra , mai come allora eran così fresche reduci dall ' odio , mai come allora avevan sentito passar sulle reni una cosa viscida e molle , che si chiama ribrezzo . Anche in quel giorno in cui lo spavento rinasceva con la tenera sollecitudine , l ' istinto oscuro aveva arrestato Emilia , uscita appena dalla camera di Roberta : " Perchè ti affatichi ? - le fischiava all ' orecchio . - L ' ha detto ella stessa : il suo male ritorna e bisogna ch ' ella muoia . Vuoi contrastare il passo a una legge sovrumana ? " Una scampanellata la richiamò interamente ; doveva essere il dottor Noli , il medico del paese , che con l ' esperienza di chi ha visto innumerevoli casi d ' una stessa malattia , aveva fortificato , la sua teorica mediocre . Emilia andò ella medesima ad aprire ; la mano tremava d ' impazienza , volgendo due volte la chiave nella toppa , Sul ripiano stavano la cameriera e un uomo , che Emilia non ravvisò sùbito . - Il medico non c ' era , - disse la domestica . - È andato a Genova ; mi hanno indicato il signore ; è medico anch ' egli e si trova qui per i bagni . Ho pregato lui di accorrere ; non voleva , ma l ' ho persuaso , perchè il dottor Noli non tornerà fino a domani .... Ho fatto bene ? Le pare ? ... Mentre parlava la cameriera , Emilia aveva dato il passo all ' uomo . Cesare Lascaris entrò , mormorando un saluto . Emilia gli gettò uno sguardo : era alto , elegante , bruno in viso ; dimostrava alcuni anni più dei trenta . La giovane lo conosceva per averlo visto in paese qualche volta . - È dottore , lei ? - gli domandò bruscamente , guardandolo dritto in faccia . - Perchè non sta a Genova ? Come può essere qui in ozio , se è dottore ? ... Si tratta della vita di mia sorella .... Cesare Lascaris consegnò l ' ombrello gocciolante alla domestica , e sorrise tranquillo . - Se si tratta d ' un caso grave , sarà forse inutile perder tempo in spiegazioni che darò dopo , - rispose . - Non appena giungerà l ' amico mio dottor Noli , gli cederò il posto ; ma intanto , se si tratta d ' un caso grave ... Si fermò , annoiato di dover ripetersi , della diffidenza che l ' accoglieva , della penombra che le imposte chiuse stendevano nel salotto e che gl ' impediva di veder bene in volto la sua nemica ; ma l ' abitudine gli smorzò sùbito la voce un po ' vibrante . - S ' accomodi , - offerse Emilia , vergognosa del primo impeto . - Mia sorella ha avuto stamane uno sbocco di sangue .... Allora , innanzi di passar nella camera dell ' ammalata , Cesare Lascaris propose una serie di domande imbarazzanti su Roberta , mentre Emilia a testa bassa di fronte a lui rispondeva precisa e chiara , con una mal celata animosità contro l ' uomo , il quale aveva diritto a conoscere ogni fatto intimo della vita fisica d ' una vergine . II . Uno scoglio scabro crivellato dalle trafitte secolari dei marosi , si tuffava nel mare ardendo sotto il sole : era uno scoglio grigio , su cui il piede s ' incastrava fra le spaccature ; spesso era uno scoglio bruno , quando la spuma crepitante giungeva a superarlo , colando ai fianchi in piccoli torrenti lattei . Nella cabina drizzata a ridosso delle rocce sovrastanti alla spiaggia , Emilia vestì l ' abito pel mare ; un abito tutto candido , costellato di fioretti d ' oro con le foglioline d ' oro ; i piccoli piedi ricoverati nei sandali , ella tentò studiosamente lo scoglio che li afferrava come nel pugno d ' un innamorato ; s ' avanzò , cercò il proprio riflesso nell ' onda , si buttò a capofitto , sparve , riapparve lontana , tagliando con le braccia nude l ' acqua ritmicamente . L ' acqua ! Emilia l ' aveva sempre temuta e vi si abbandonava con un piacere non privo di fremiti .... L ' acqua che poteva essere la morte , l ' onda che aveva la forza di dieci leoni scatenati , l ' acqua e l ' onda l ' attiravano , le parlavano , la cullavano perfidamente , ed Emilia non sapeva se un giorno non si sarebbero chiuse sopra la sua testa , eternando la conquista giovanile . Il corpo di lei , peregrinando nell ' abisso tra le gòrgoni , avrebbe seguito le correnti sotto il piano del mare ; con gli occhi spalancati avrebbe visto gli scafi delle navi sommerse , i resti dei naviganti deformi e tentacolari per i filamenti delle alghe .... Laggiù avevan tomba molti cadaveri d ' uomini e di donne , ancòra paludati dalle vele entro le barche , o avviluppati ancòra tra le erbe viscide .... Ma non godevano quiete e sentivano la vita mostruosa che pullulava intorno a loro . Pel brivido che quei pensieri le scandevano sulle reni e sugli òmeri , Emilia si spinse allo scoglio , lo risalì , e in un accappatoio bianco dal cappuccio aguzzo stette a guardare la superficie maliarda , un po ' gonfia all ' orizzonte . Il sole violento bruciava lo scoglio e la spiaggia ; la donna , i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani , tornò a imbrancarsi nel gregge silente delle sue fantasie , delle memorie senza forma , delle sensazioni vibrate a un tratto nel cervello , le quali parevano uscire un attimo da una guaina di cose vissute . Emilia non era più fanciulla , ma era stata donna per così poco tempo , che i guanciali del suo letto avevan dimenticato l ' impronta d ' una testa maschile e la luce del suo corpo risplendeva nell ' alcova deserta . Era vedova da due anni ; ma il desiderio di chiudere la solitudine dell ' anima le faceva sembrar quel tempo assai lontano . Aveva gli occhi grigi ; i capelli neri avvolti intorno alla testa e attorti presso le orecchie , davano qualche riflesso d ' acciaio . Ella entrava sola nel talamo e sola riposava . Le era avvenuto forse di svegliarsi nella notte e d ' irritarsi per uno di quegli arguti sogni , che non lascian tregua , popolano la mente di fiamme , soffiano sulle carni ; le era avvenuto forse di stendere le braccia disperatamente nell ' ombra , e di piegarsi ad arco sotto lo spasimo del sogno che sfiora e sfugge .... Ma giungeva l ' alba a quietarla , e il torpore invece del sonno .... Si guardava nello specchio al mattino , e vedeva sotto gli occhi puri un livido cerchio . Anch ' ella navigava per un ampio oceano di dubbii ; non aveva mai trovato chi la guardasse senza invidia o senza libidine ; stupita che tutto ponesse capo all ' odio o all ' amore , avrebbe voluto un senso nuovo e tranquillo . I suoi pensieri sfilavano come una torma di volpi azzurre sul disco bianco della luna ; si disperdevano , s ' interrompevano , riprendevano tutto il giorno fra lo svolgersi isocrono d ' una vita femminile incapace a mutar l ' avvenire con la sola forza della propria volontà . Emilia era votata al destino , tremendo nella sua indomabile dolcezza , che aspetta la donna , bella e giovane . Nessuno avrebbe potuto dubitarne ; un altro uomo sarebbe arrivato a conquistarla poichè era giovane e bella . Doveva vivere le delizie meschine dell ' amore ; traversare le foreste millenarie della passione , che tutte le donne pari a lei hanno traversato . Ella non possedeva memorie d ' amore , le quali non fossero anche ricordi di morte . Se si chiedeva chi l ' aveva baciata , si rispondeva che chi l ' aveva baciata era morto , lasciando la sua giovanezza in mezzo a un cumulo di rovine ; una chiara fonte in un parco abbandonato . Ma da qualche tempo i sogni molestavano la sua alcova deserta , e anche sotto la selvaggia prepotenza della luce diurna , Emilia avrebbe potuto stendere le braccia e sentir fuggire nell ' aria i fantasmi quasi afferrabili , divenutile crudelmente familiari . Il corpo roseo tra la pelurie bianca dell ' accappatoio sembrava chiamar quei fantasmi , nascenti dalla mollizie del bagno , ridenti nel gorgogliare delle acque , un istante prima così funeste e minacciose . Era la vita , l ' anima incoercibile della giovanezza , da cui i raggi si espandevano con lunga chioma di luce ; sciogliendo l ' accappatoio per rivestire l ' abito da passeggio , tutto il fulgore delle membra prorompeva , saliva , stupiva ella medesima .... Quante volte non aveva sentito che la dimane era certa , e la dissoluzione aspettava ogni sua grazia mortale , così gelosamente ornata di cure assidue ? Ma il giorno era pigro , lentissimo , in quella campagna marina . Dal sorgere del sole al calar della luna sembravano passare dei secoli ; dal frinire delle cicale al gracchiar delle rane , era un giorno e un ' epopea di sensazioni . Il mare solo , il cielo solo bastavano per una sfilata gigantesca di spiriti senza nome . La folla aveva dimenticato il piccolo paese . Non v ' erano alberghi : visto dal mare era un gruppo e una distesa d ' edifici spinti fino all ' ultimo limite della terra , ove l ' acqua spaziava o si drizzava nella furia delle tempeste . Dietro il vivente ammasso di case si snodava la strada , che dall ' altro lato , verso le colline , aveva alcune ville non illustri , coi giardini grigi per il predominio degli ulivi . E tutti i giorni Emilia tornava , dal bagno alla villetta , ove l ' attendevano Roberta e le piccole cose le quali aiutano a precipitar le ore : un libro , una lettera , un discorso con Roberta appena convalescente , una passeggiata per le camere ombrose . Ma , breve come un lampo o lungo come uno spasimo , imperava il sogno sognato ad occhi aperti sopra una poltrona a dondolo ; e le due sorelle abbandonate nelle due poltrone , sognavano ad occhi aperti con le mani sulle ginocchia in atteggiamento da idoli insensibili ; mentre quel tempo precipitava , che esse dovevano piangere in avvenire per l ' ineffabile attrattiva delle cose perdute . Dì sera , il giardino era tutto una festa ; certi fiori non s ' aprivano se non nell ' umidità dell ' ombra , ed effondevano un odor vellutato , un odor misterioso di notte romantica ed antica . Fra i bassi filari degli aranci , migliaia di lucciole nottiludie trescavano , vibrando i piccoli lampi verdognoli , alternando la loro luce così , da sembrare la fosforescenza delle acque sotto i raggi di luna . Erano disposte a brevi intervalli sapienti ; volavano e lampeggiavano ad intervalli , s ' innalzavano fin sopra la casa e ritornavano ai filari degli alberelli e vibravano la luce mite , che bastava a inebbriarle co ' suoi giuochi puerili . Emilia scendeva nel giardino ad aspirare il profumo selvatico delle notti serene . Coglieva a volo nelle mani bianche e sottili qualche lucciola sperduta e la posava tra i capelli , ridendo in su , verso Roberta che guardava dalla finestra . I cani abbaiavano invisibili , sui colli neri ; i palmizii non si muovevano per alito d ' aria ; il silenzio massimo non era calato per anco sulla terra , ma già i romori s ' affievolivano a grado a grado . In breve il sonno penetrava negli umili edifizii , mentre tutte le cose non umane proseguivano il loro ciclo eterno , senza fatica . Ma innanzi al letto , Emilia si chiedeva s ' ella pure avrebbe dormito . Le pareva che inutilmente la sua alcova fosse chiusa : qualcuno vi passeggiava in ispirito ogni sera . Inutilmente celava il suo corpo sotto vesti senza linee : qualcuno l ' aveva già posseduto in ispirito e conosceva l ' arco mortifero del suo braccio , ove la testa dell ' amante avrebbe riposato presso il seno . Le vecchie regole morali che avevano fiancheggiate la sua adolescenza , e a cui Emilia ricorreva per salvezza , si rivelavano goffe come una processione di gesuiti attraverso a una folla di donna scarlatte . Altre volte , ogni formula imperativa era agevole , un sentiero diritto per una campagna senza sterpi ; ma procedendo , a poco a poco la strada invasa da viluppi d ' erba tenace , si smarriva in una palude di verde sdrucciolo . E le idee scarne assolute dei tempi rosei mutavano in una fuga di statue , a cui il cuore appendeva corone di rimpianto o di rimorso .... Così , prima che sorgesse il dramma , la giornata simmetrica si dissolveva nel circolo del tempo . III . Mentre Cesare Lascaris percorreva la strada ineguale , a piccole salite e a piccole discese , tra il villaggio e Pieve di Sori , Emilia comparve ritornando dal bagno , per un viottolo di fianco digradante al mare . Aveva un gaio abito lilla , e camminava con passo così leggero , che non avrebbe lasciato orma se il terriccio fosse stato di cera liquefatta . Portava alta la testa , un po ' indietro ; fra le labbra semichiuse apparivano i denti candidi . Ambedue i giovani eran diretti verso Pieve , a una passeggiata ; da parecchi giorni non si erano visti . Emilia gradì l ' offerta d ' accompagnarla . Imperava dovunque una molle rilassatezza . La campagna verde , a sinistra , inturgidiva sotto il calor sensuale ; oltre la strada , a destra , il mare si stendeva ampio ; e tra i due azzurri cupi del cielo e delle acque , una vela , porporina di raggi , somigliava a una svelta lingua di fuoco . Era uno di quei giorni frequenti , in cui la complessa vita d ' ogni cosa ha una solennità d ' indimenticabile concordia ; e dagli umili ai più alti gradi della scala creativa , tutto gioisce d ' un benessere il quale sembra eterno , senza possibilità di mutamenti , senza ricordi d ' altri stati meno giocondi . Nulla rammentava il tempo , la parabola triste , la decadenza , la morte ; era nell ' aria una galoppata di note ilari , un inno d ' oblio e d ' impassibilità quasi non crudele per ogni miseria . Emilia aperse il parasole bianco a merletti : intorno alla testa e alle spalle , le sfolgorò uno scudo rotondo , una parma di luce scintillante . Ella sentiva la gioia d ' essere tra quella pomposa gioia di vita ; Cesare al suo fianco , ritraendosi un poco , la studiava furtivamente . Parlarono , sul principio , di cose leggère , variazioni di temi comuni cui era troppo difficile sfuggire in quel giorno : la tranquillità della campagna , i paragoni tra la campagna e la città , furono i temi . Poi Emilia parlò di sua sorella . Percorrevano allora l ' ultimo tratto di strada nelle vicinanze di Pieve ; a destra , il muricciuolo di riparo era finito , e sul pendio scendente alla spiaggia , i pini marittimi svelti s ' arrampicavano , chiudendo tra i naturali intercolunnii le trasparenti chiazze dell ' acqua cerulea . Emilia , di tempo in tempo , guardava Cesare in volto , ed egli vedeva i due occhi grigi sotto le ale delicate delle sopracciglia fissarsi in lui con espressione di grande fiducia . Molte piccole cose significanti erano avvenute , da quando la cameriera di Emilia era corsa a cercarlo per supplire momentaneamente il dottor Noli al letto di Roberta . Cesare aveva preso vivo interesse alla malattia di questa , aveva confortato Emilia con parole d ' amicizia , le quali eran giunte strane e inaspettate a lui medesimo ; e allorchè Roberta s ' era infine potuta levare , l ' opera del buon dottor Noli era parsa alle due sorelle ancor meno efficace , ancor meno provvidenziale che il soccorso opportuno di Cesare . E , - fra le grandi cose , - dal giorno in cui la malattia aveva fatto la sua ricomparsa , qualche legame non visibile aveva aggiogato le due donne alla sorte del giovane ; l ' invitto soffio del destino aveva sfiorato le tre esistenze . - Dunque , - domandò Emilia , acuendo l ' intensità dello sguardo , - Ella non crede mortale la malattia di Roberta ? Fra tanti medici consultati , non uno mi ha detto chiaramente si trattasse d ' etisia .... Se fosse altro , una cosa semplice ? Non è possibile ? Mi dica .... Cesare pensava all ' immancabile fatalità che tutti quanti sono a fianco d ' un ammalato s ' ingannino sull ' importanza e sui progressi del morbo . Il bisogno di sperare è testardo nell ' uomo ; e Cesare aveva udito parecchie volte i consanguinei negar l ' evidenza , e gioire del miglioramento che precede di ventiquattr ' ore la morte . - È possibile , senza dubbio , - egli affermò , dopo essersi interrogato e risposto che non aveva alcun motivo a mostrarsi rudemente sincero . - La signorina Roberta è assai giovane , e , oltre questo , ogni momento s ' incontrano dei casi di guarigione spontanea . - Non è vero ? - esclamò Emilia , arrestandosi un attimo . - Essa è uscita dal letto , passeggia , si nutre volontieri ; sta proprio bene .... Come potrebbe riammalarsi ? ... Cesare lanciò alla donna uno sguardo non visto . Quella fede assurda , quell ' inganno puerile , in cui Emilia cadeva , pel solo indizio che i moribondi giacciono a letto e Roberta era in piedi , commossero l ' uomo , il quale sapeva l ' avvenire . Trovò dolce essere assurdo a sua volta e negar l ' evidenza , come una sfida al domani .... . - Non dubiti , - soggiunse , - è certo che altre crisi non si presenteranno . - Anche il dottor Noli me lo ha fatto sperare .... Sarebbe così terribile ! - mormorò Emilia , rivedendo con la memoria la giornata di sangue . - Abbiamo tanto sofferto , l ' ultima volta ! ... ed io ho accolto Lei in un modo abbastanza strano , - aggiunse mentre sorrideva quasi umilmente . Oh sì , in modo strano ; lo pensava anche Cesare , il quale per l ' abitudine di ricercar le cause , da qualche tempo andava studiando le ragioni che lo avevano indotto , a frequentare la casa delle due sorelle ; e aveva creduto trovarne una , nella orgogliosa necessità di farsi ben conoscere , di mostrarsi migliore di quanto egli non fosse , poichè ancòra gli stillava nell ' animo la ferita dell ' ingiusta diffidenza . Ma pronunziò sùbito alcune frasi comuni , per rassicurare Emilia sulla impressione di quella accoglienza ; ed egli stesso in fondo all ' animo sentiva una curiosa tenerezza per la ruvidità inabituale , che la donna aveva mostrato nel terribile giorno di paura e di sollecitudine . - Roberta è tutta la mia vita , - ella disse . - Quando non vi fossero tra me e lei così stretti vincoli di parentela , basterebbe la delicatezza della sua salute per rendermela cara , preziosa .... Per ciò , ho diritto a sapere , come una madre ; ho diritto a non essere ingannata pietosamente . Ancòra la franchezza delle parole piacque al Lascaris , quantunque fosse ben lungi dal riconoscere quel diritto , o almeno la necessità di obbedirgli . Ella taceva , guardando alcune donne , le quali andavano a rivendere , con un canestro di pesce o di frutta sulla testa ; due carri uno dietro l ' altro , a quattro o cinque cavalli in fila , romoreggiavano pesantemente , e nella discesa il freno guaiva sui toni più striduli . Cesare approfittò dell ' attenzione ch ' ella prestava allo spettacolo caratteristico , per osservare con qualche agio la sua compagna . Appariva tranquillamente superba di bellezza ; irradiato dal senso di equilibrio ch ' era in ogni cosa intorno , il volto calmo aveva particolari squisiti : gli occhi grigi a mandorla ornati di ciglia lunghe , il naso diritto con piccole narici , la bocca purissima dalle labbra vive . Conservava fresche le linee , che il male aveva atrofizzate o guaste in Roberta ; onde , la figura era snella , la elasticità delle membra era nel passo libero e ritmico , nei movimenti di grazia , nella stessa curva del braccio e della mano , con cui sosteneva l ' ombrellino presso la spalla . Infine , coi capelli neri , potenti di attrazione , ella risvegliava l ' imagine di una donna orientale , e ancòra molte imagini di obliosa mollezza in qualche stupendo gineceo . - Come si sta bene , qui ! - riprese , guardandosi in giro . - Noi volevamo partir dopo i bagni , ma il dottor Noli .... - Certo , - esclamò il Lascaris vivamente . - Sarebbe pericoloso ricondurre la signorina a Milano durante l ' inverno . - Per ciò , rimarremo . Ho già prolungato l ' affitto per tutta la stagione invernale .... Il paese è tanto tranquillo .... E s ' interruppe , aspettando ch ' egli dicesse se partiva dopo i bagni ; ma l ' uomo tacque , sembrandogli stranamente che l ' annunzio avrebbe preso un significato d ' intenzione . - Siamo a Pieve , - egli disse , con un gesto alle case , dove la piccola discesa moriva . - Vuole andare avanti ? - No ; riposo un poco , e poi ritorno . Emilia traversò la strada , scelse un rialzo coperto di spessa erba , verso il mare , e sedette . Cesare restò in piedi , contemplandola . " Com ' è bella ! " - pensò fanciullescamente . Per vent ' anni di vita vera , e per dieci di professione medica , egli non aveva conosciuto se non il piacere comune , e s ' era fatta l ' abitudine di ricevere le lettere femminili che parlassero d ' una voluttà testè morta , e ne promettessero altre per la dimane . Dell ' amore , nulla più gli era noto : non gli ostacoli stimolanti , non i contrasti gravi , non alcuna delle condizioni per le quali la necessità fisica si purifica . Egli aveva appena assaggiato qua e là , gustosamente . Ma in quell ' ora , a fianco d ' Emilia , Cesare cominciava a provare una specie di deliziosa angoscia , turbato dal presentimento del destino . - Sì , è molto tranquillo il villaggio , - egli soggiunse , - e ci si diventa molto pigri . Io non mi occupo di nulla , e non trovo tempo di scrivere agli amici . - Io pure , - disse Emilia sorridendo , - non ho che abitudini d ' ozio .... Essi erano perduti , dimenticati in fondo al paese . I treni passavano frequentissimi , trascinando gente ignota a ignote fortune ; ma in gran parte procedevano oltre , e non rimaneva nell ' aria se non l ' eco d ' un fischio stridente , e qualche latteo globo di vapore . A mezz ' ora di cammino , a Nervi , la vita era già più intensa ; la rinomanza de ' suoi alberghi e la bellezza della sua marina vi chiamavano ogni anno una varia folla di stranieri , malati d ' anima o di corpo , o abituati a climi tepenti . E intensissima , febbrile , tumultuosa , era la vita a Genova , dove Emilia , per unica distrazione , si recava spesso con Roberta . Lasciata la carrozza , le due sorelle andavano a passeggio per le grandi vie e per le viuzze stipate di botteghe , quasi ad un viaggio d ' esplorazione , su per le lunghe salite , a capriccio , felici quando arrivavan da sole a qualche altura , che dominasse la città , il porto , il mare ampio e multicolore . Non conoscevano persona , a Genova ; non capivano una parola dei dialetto serrato ed aspro ; godevano di sentirsi forestiere , e di passare a fianco d ' una folla che le ignorava ; l ' andirivieni della gente , il frastuono dei carri , la sfilata fitta dei negozii , davan loro l ' idea d ' un gran mercato sempre in tumulto ; e diversamente che a Milano , ove sapevano a memoria i nomi delle ditte principali , e credevano sapere tutte le abitudini della città , - gustavano a Genova ogni volta qualche cosa imprevista , e osservavano l ' ansia della vita romorosa , estranee come a uno spettacolo . Sul tardi riprendevano la carrozza per tornare a casa , raccomandando al cocchiere di non frustar troppo . Esse temevano un poco ; ma la gita le divertiva appunto perchè le discese ripidissime , la strada spesso parallela alla via ferrata , incutevano un ' ombra d ' attraente pericolo . Qualche volta , il treno le sopraggiungeva , rapido e formidabile ; e il cavallo , fermo innanzi alle barriere , drizzava le orecchie , volgeva la testa a guardare . Era l ' attimo più commovente della passeggiata ; le giovani si stringevano la mano , sorridendo . Il mare pompeggiava , solenne di quieta potenza ; le ville davano al paesaggio la nota leggiadra o maestosa , incensando l ' aria coi profumi dei giardini , e tagliando il cielo puro coi ricami aggrovigliati o con le punte argute degli alberi . Di frequente il sole era tramontato , e la carrozza saliva ancòra l ' ultima ascesa tra Nervi e Sant ' Erasmo ; i monelli sulle porte schiamazzavano ; qualche carro , con le ruote pesanti affondate nel terriccio , ingombrava la strada , e nella penombra risonavano gli aizzamenti gutturali degli uomini , i tintinnabuli dei muli e dei cavalli inarcati a trarre il veicolo . Arrivavano a casa , le due sorelle , quando già i fanali modesti fiammellavano sul verde cancello del giardino ; correvano , salivan presto le scale , trovavan l ' uscio spalancato e la cameriera impaziente . Sulla tavola lumeggiata da un ' alta lucerna a colonna , la tovaglia , il vasellame , le posate mandavano bagliori ; e la serata cominciava , tutta bella d ' intimità . Non v ' erano se non i radi colpi di tosse , che potessero mettere sul volto d ' Emilia una nube fugace .... - Vuole che torniamo ? - disse a un tratto la donna , alzandosi e incamminandosi . Essi ripresero la via , involuti nella sensazione della complessa irresponsabilità delle cose , la quale sovraneggiava ovunque . - I suoi amici stanno a Milano ? - riprese quindi Emilia , più audace perchè rifletteva sempre troppo tardi . - Quasi tutti , - disse Cesare . - Ma veri amici non ne ho : colleghi , compagni di studii , conoscenze : legami , infine , che non resistono alla lontananza .... Mandò un respiro di sollievo , perchè gli sembrava d ' aver detto molto con la parola legami . - " Avrà capito ? " - si chiedeva , studiando sul viso d ' Emilia l ' impressione della risposta . Ed Emilia , che camminava con lo sguardo a terra , parve ergersi più dritta , liberata da un peso invisibile ; alzò gli occhi , incontrò gli occhi del Lascaris , e si trattenne a forza per non sorridergli . " Com ' è bella ! " - ripensò questi , un po ' umiliato di non trovare altro per lei . Ella non era corpo soltanto , ma uno spirito , un pensiero , un ' anima ; e tuttavia dal cuore di lui non salivano con violento impeto , se non quelle tre parole , che l ' avrebbero fatta arrossire , s ' egli le avesse pronunziate . Emilia fu punta da un brusco rimorso . Aveva dimenticato Roberta . Perchè aveva potuto dimenticarla e parlarne tanto poco e non insistere sulla guarigione inattesa ? Disse allora , con voce tutta diversa : - Dunque , è ben certo , signor Lascaris , che possiamo considerar salva Roberta ? Non v ' è pericolo d ' una ricaduta , d ' un peggioramento subitaneo ? ... Preso all ' impensata , in mezzo a visioni così lontane dalla malattia , dalla morte , da quella giovanetta , ch ' egli considerava col dispregio compassionevole d ' un artista per un bel quadro screpolato , Cesare ebbe la tentazione abbacinante di gridare ad Emilia : " Non legarti a lei ; è condannata . Tu sei per la vita , ed ella è per la morte . Tu hai i diritti di quelli , che il genio della specie ha creato a tutela della sua purezza , e Roberta ha i doveri di rinunzia , che il suo male e il pericolo del contagio le impongono " . Esitò un lampo a rispondere , e già Emilia s ' era arrestata , esclamando con voce angosciosa : - Ma Lei non m ' inganna , dottore ? Non avrà coraggio di farmi sperare nell ' assurdo , se fra poco ? ... Non m ' inganna , non m ' inganna ? ... Il grido confermò Cesare nell ' assoluta necessità d ' ingannare . Le ansie precedenti una catastrofe sono tutte inutili , e più torturanti per l ' incertezza del giorno e del modo . S ' egli avesse detto la verità , da quell ' ora Emilia sarebbe vissuta in uno strazio continuo , col dovere continuo di portare una maschera intollerabile di fronte all ' ammalata . Quando l ' inganno non fosse stato più possibile , egli l ' avrebbe confortata , dimostrandole la carità dell ' antica menzogna . Afferrò dunque la mano stesa dalla donna quasi ad implorare , e stringendola nella sua , rispose con fermezza : - Le dò la mia parola , signora , ch ' io non dubito dell ' avvenire .... La signorina Roberta è guarita .... - Quanto le sono grata ! - esclamò Emilia , riprendendo il cammino a fianco di lui . Poscia cedettero senza rimorsi al piacere di parlar di sè , obliando un ' altra volta la fanciulla . Quando passarono innanzi al viottolo digradante al mare , pel quale Emilia era comparsa e s ' era incontrata col Lascaris , lo guardarono ambedue un istante , e trovarono bellissima la scorciatoia stretta , impedita qua e là dagli arbusti scortesi . Parlarono degli amici , figure scialbe divenute più pallide in quell ' ora di porpora . Emilia descrisse le sue conoscenti , sfiorandole con la satira femminile ; Cesare usò la satira maschile , un po ' rude , che aveva talvolta la gravita d ' un rancore ; e l ' iconografia servì a riempire qualche lacuna , accennando ai luoghi visti in tempi diversi da ambedue , e alle persone conosciute dall ' uno e dall ' altra . Infine , l ' ultimo tratto di strada fu silenzioso , angustiato dal prossimo breve distacco e dal problema d ' occupare la giornata , il cui inizio era sorto pieno di vibranti speranze , di tremanti desiderii . Ammirarono insieme il ponte della ferrovia , a cinque grandi arcate , le quali incorniciavano cinque enormi quadri d ' orizzonte , d ' azzurro , di verde e di casupole : sfida insostenibile alla meccanica arte umana . Cesare accompagnò Emilia fino all ' ingresso della villetta , spalancandole innanzi il robusto cancello che cigolava . Dall ' ombra dei palmizii uscì incontro ai due giovani la figura curva e malaticcia di Roberta ; si avanzava adagio , svogliata , trascinando seco una folla di disgusti , e fra le mani teneva un gran libro di racconti fantastici . La fosforescenza , ch ' è nel sorriso e intorno al corpo degli innamorati , si spense tosto intorno a Cesare e ad Emilia . IV . Da quel giorno , i pensieri di Cesare Lascaris si fecero così duttili e balzani , ch ' egli avrebbe potuto comporne un facile poema , se avesse avuto l ' espressione letteraria e la pazienza d ' arrestare gli scoiattoli molleggianti sulle branche della fantasia . La fantasia gli divenne più elastica , e dovunque gli presentò visioni , lo deliziò coi gesti ricordati della donna e con la melodia della voce femminile ; il paesaggio gli riapparve asservito alla bellezza di lei ; più che quadro , umile cornice . E visse tra una flora mortifera di figurazioni sensuali . Erano gli occhi grigi , ch ' egli prediligeva ? E i capelli bruni , e la giovanezza , e il corpo alto , sottile ? Sì , era tutto questo . Nell ' animo di lei voleva un ' indefinita stanchezza , come per atavismo ? Voleva quell ' ingenuo senso della vita , che disarma una donna e la dà intera all ' uomo capace di dominarla ? Sì , tutto questo voleva . Ma tutto questo era in colei , la quale il destino gli aveva offerto nella solitudine della mite campagna . La sua vista gli aveva dato una tortura insoffribile . Sarebbe dovuto passare per la solita trafila , prima di giungere a lei ? Aprirle le braccia , non doveva bastare ? Si sarebbe offesa , s ' egli le avesse chiesto un bacio senza averle mai parlato d ' amore ? La sua bellezza l ' attraeva così , ch ' egli aveva vergogna di perdersi in lunghe e successive preghiere . Perchè non comprendeva ch ' egli l ' avrebbe amata sempre ? Qualcuno intorno a lei , poteva farsi amare e rapirla ? Essa era tutti i profumi più voluttuosi , tutti i suoni di una lenta orchestra invisibile , tutta l ' iride dell ' amore , tutte le promesse dei paradisi orientali . Egli doveva dirle che per lei avrebbe dato il suo sangue , la sua vita , il suo orgoglìo ; che avrebbe abbandonato gli amici , sfidato il mondo , portato superbo il più greve giogo da lei imposto ; che avrebbe rinnegato ogni fede , e avrebbe avuto la sua sola fede , la sua religione . Sì , tutto questo doveva dirle ; farla sorridere e pensare , turbarla , agitare le sue notti con visioni ardenti . Ch ' ella non avesse più requie se non fra le sue braccia . Che gli giungesse assetata di voluttà . Il bacio dell ' uomo le avrebbe comunicato un sì lungo spasimo di piacere , da toglierle la percettibilità d ' ogni altra sensazione ; e il suo corpo si sarebbe piegato , contorto , allacciato a rosee spire sotto le labbra di lui . Non doveva essere più nulla di conosciuto , se non una splendida forma armonizzata dalla passione . Ma eran parole o intricate formule di magìa , capaci di denudare colei ? Dove le avrebbe egli scoperte , in qual lingua , fra quali documenti di anime appassionate ? Era dunque possibile che le agili e bianche dita salissero al corpetto e intonassero la sinfonia classica dei bottoni che si slacciano ? E tuttavia qualcuno l ' aveva già posseduta .... Quale uomo ? Un uomo scomparso , travolto nell ' eternità , lasciando ad altri , per altri , il fiore da lui appena schiuso e intravisto .... Ma da tempo sì lontano - ( la voluttà più astuta non lascia traccia se non in ricordi simili a pigmei , i quali corrano dove son passati i giganti ) - da tempo sì lontano , che il corpo della donna era puro , immemore , e i frutti del suo seno avevano obliato le labbra tremanti del maschio . A pranzo in casa di lei , un giorno Cesare potè contemplarla perdutamente e vivificar le limpide acque della fantasia , in cui l ' imagine d ' Emilia si rispecchiò senza più timore di venir cancellata . Fu un pranzo al chiaro di luna , perchè cominciato assai tardi aspettando il dottor Noli , che giunse nella penombra del grasso pomeriggio estivo . La luna , sorta dietro le rocce di Portofino , interamente rossa in un guazzo rosso a filamenti , era nell ' ascesa diventata a mano a mano pallida , aveva preso la sua espressione di bamboccio anemico e imbronciato . Al momento di chiuder la finestra e d ' accendere , i raggi entrarono inattesi , le lampade furono dimenticate , e il pranzo continuò tra il pulvìscolo argenteo . In faccia a Cesare , Emilia apparve quasi un busto marmoreo . Pel cielo correvano alcune nuvole fioccose ; non velavano ma attutivano il raggio , facendolo più molle e più serico . La luna restava sullo sfondo cilestrino a guardar dolente le nubi che sfilavano , disperdendosi in forme rapide e balzane . Emilia si levò , mentre sull ' astro le nuvole gettavano il velo traslucido ; e si rivolse a prendere un Trionfo d ' argento che non avevan ricordato di porre in tavola . Ritta allora così , col Trionfo carico di tonde pesche mature e di grappoli d ' uva ricadenti , la donna si fermò innanzi alla finestra , giusto nel punto in cui succedeva alla gradazione della luce pulviscolare , una più tenue e morbida . Fu illuminata intera , tra una gloria di bianco lucido , di bianco latteo , e di bianco .... ; parve più alta , la testa cinta nel diadema di nerissimi capelli , gli occhi grigi dilatati dalla notte ; una divina statua . Cesare fu preso dal bisogno istintivo di parlar sottovoce , d ' ascoltar qualche racconto strano e cadenzato , il quale , come un fresco ragnatelo d ' argento , gli avvolgesse il cuore .... Si rattenne a pena dall ' esprimere l ' idea bizzarra , per quei due , Roberta e il dottore , che continuavano a vivere la vita normale . Ma ebbe il sottil gaudio di penetrar lo spirito d ' Emilia , di sentirlo inebbriato dalla scena fantastica . Anch ' ella era lontana dalla vita normale , in quella sera avvolta nel ricco manto della luna ; quasi il pulviscolo bianco le fosse passato attraverso le carni , dando all ' anima di lei una luminosità maravigllosa , una chiara gaiezza , quasi ella sorgesse formalmente e sostanzialmente nuova da un bagno di liquidi metalli .... ; mentre il dottor Noli e Roberta parevano due livide caricature , che assistessero senza sospetto al mistero della duplice ebbrezza , spellando gravemente le turgide pesche succose .... Quella fu la scena prediletta in cui Cesare volle conservare l ' immagine di Emilia , e le limpide acque della fantasia la ritennero poi per sempre , in uno specchio senz ' appannature . V . Roberta si svegliava di notte improvvisamente e si ascoltava respirare : il respiro era tranquillo ; sotto la scapola sinistra , il dolore sordo non rodeva più . Se le piccole macchie rosse , i nuclei di macchie sul petto e su le spalle non avessero rammentato la minaccia , il gran male sarebbe parso dominato per intero . Ma erano tuttavia frequenti le notti d ' insonnia con la paura dell ' oscurità , in cui s ' annidavano i pensieri che durante il giorno non osavano prender figura e avvicinarsi . Roberta stava distesa sul letto , ad occhi aperti ; le visioni pispigliavano nell ' ombra , e se ne udiva il passo cauto o il volo maligno d ' arpia ; qualche inesplicabile romore nella camera o in giardino dava tal brivido alla fanciulla , che le tempia le s ' imperlavano di sudore , ed ella era incapace d ' allungar la mano ad accendere il lume . Talvolta , lungo tutto il litorale , per tre giorni e tre notti di sèguito urlava il vento ; soffiasse dalla montagna o sibilasse dal mare , aveva una voce straziante d ' assassinato , una voce furiosa di chi scuota la porta per ripararsi , e negli intervalli , una flebile voce di sarcasmo , la quale prometteva nuovi assalti , nuove grida , nuove violenze . La fanciulla dimenticava le proprie angosce e viveva con l ' anima al di fuori , in ispirito nella campagna , tra le chiome convulse degli alberi , che disperatamente si torcevano e ricadevano nell ' aria . Quando aveva ben teso l ' orecchio ad assicurarsi la sinfonia notturna non fosse soprannaturale , accendeva il lume e si guardava in giro . La consolavano un poco gli oggetti con le loro forme conosciute , la tavola , il divano carico di libri , il cassettone su cui posava un alto specchio ; ma a confortarsi meglio , scendeva dal letto e correva a scrutar dalla finestra . In quel mezzo - nudo virginale , l ' unica bella cosa era la camicia dalle tinte pallide , coi merletti intorno alle maniche e al collo , col monogramma dominato da una coroncina senza significato gentilizio . Sotto il tessuto azzurro si ricoverava la magrezza ch ' era quasi deformità , e fuori balzavano due spalle pungenti : due mani allacciate con forza intorno all ' esile busto della giovanetta , avrebbero potuto ritorcerlo come un virgulto . Ella guardava dalla finestra in giardino , cercando distinguere attraverso la tenebra . I confusi moti dei due palmizii rispondevano all ' urlìo più accanito del vento , al rombo più profondo del mare ; v ' era dunque la logica dei fenomeni e nessuna vittima umana rantolava presso la villa , come pareva . La cosa era semplice ma rassicurante ; e aprendo l ' uscio della propria camera , la fanciulla volgeva l ' attenzione al silenzio della casa ; di là dal gran salotto centrale , la camera d ' Emilia aveva la porta spalancata , la soglia rischiarata mollemente da una rosea lampada notturna . Emilia godeva di tale incredulità per ogni cosa non verisimile , che qualche volta Roberta n ' era offesa ; l ' equilibrio de ' suoi nervi era assoluto e le avrebbe permesso di addormentarsi alla porta d ' un cimitero ; gli usci bene assicurati , Emilia non temeva nulla di soprannaturale , e non ammetteva ciò che sfuggiva alla logica . Una notte in cui aveva udito lo scricchiolìo lento dei mobili , e il passo cauto , e il volo maligno di visioni febbrili , Roberta balzò dal letto e corse alla camera della sorella . La lampada proiettava sopra Emilia dormente un raggio opaco e calmo ; gli occhi chiusi con le nere ciglia abbassate , la bocca chiusa con le labbra raccolte a un ' immobilità statuaria , le braccia nude e composte lungo i fianchi , indicavano una pace secura , la vittoria della giovinezza su gli abituali sogni voluttuosi . Si sarebbe detto ch ' ella si fosse abbandonata al sonno quasi sopra le acque inesplorabili e serene d ' un gran fiume che conducesse al nulla .... Roberta indugiò un istante a contemplarla , tra il rispetto e l ' invidia ; ma mentre stava per tornare alla sua camera , rammentò d ' averla lasciata oscura , e si decise . - Emilia , - disse cautamente , - Emilia , Emilia .... - posando una mano sul braccio della sorella e pensando che se qualcuno avesse chiamato lei Roberta nella notte , ella avrebbe gettato un grido dì spavento . Ma Emilia si drizzò a sedere , uscendo dal sonno per entrar con agile prontezza nella realtà , senza stati intermedii . Le due punte dei seni urgevano vigorosamente la camicia , quasi visibili ; e le lenzuola abbassate scoprivano la linea del busto fino ai fianchi . - Sei tu ? - chiese con la voce velata . - Che vuoi ? ... Non ti senti bene ? ... Roberta esitò , ancòra in contemplazione di quel bianco volto sotto le trecce nerissime , di quegli òmeri giovanili e freschi ; pensò che sua sorella avrebbe potuto lasciare il letto così , vestirsi , e comparire fra la gente , senza nemmeno rinfrescarsi il viso . - Non hai udito un romore ? - disse la fanciulla . - Un romore strano ? - Quando mai ? Non è possibile : tutti gli usci sono chiusi .... Roberta crollò la testa a quell ' argomento di prammatica : Emilia non ammetteva i romori se non quali indizio di fatti comuni e di persone vive . - Avrai udito schioccar la frusta sulla strada , - ella riprese sorridendo . - A quest ' ora ci son sempre dei carri che passano .... - No .... Infine , ho paura , - dichiarò l ' altra , più inquieta per quelle ipotesi , ch ' ella aveva già fatto e aveva dovuto respingere .... - Ho una paura terribile .... Mi permetti di dormire con te ? ... Solo fino a quando si rifaccia chiaro , solo fino all ' alba .... Gli sguardi d ' Emilia non seppero dissimulare e percorsero tutto il corpo infermiccio della sorella , il corpo madido d ' un mador contagioso . L ' istinto non affievolito dalla vita diurna si ribellò all ' idea d ' un sacrificio senza ragione , per le paure infantili della ragazza . E , come a spegnere l ' espressione di turbamento , girando incerti gli occhi per la camera , Emilia rispose : - Che pazzia , cara ? Che cosa ti passa per la testa ? Sai pure che non c ' è nulla , nulla affatto a temere .... E poi , non abbiamo mai dormito insieme .... Ma Roberta aveva afferrato lo sguardo e l ' aveva compreso con la sagacità dei malati , sempre vigili a quanto può consolarli e a quanto può ferirli .... - Hai paura ? - disse con un gesto di sdegno , serrandosi nelle spalle . - Hai paura di prendere il mio male , non è vero ? ... di diventar brutta ? ... Non disturbarti : vado via .... Trovò nell ' umiliazione il coraggio per sfidare le notturne inquietudini , ed uscì prestamente , s ' inoltrò nel buiore delle altre camere , senza curar la sorella , che aveva steso un braccio a trattenerla . Emilia restò a sedere sul letto qualche tempo , meditando gli argomenti offerti dall ' istinto egoistico per giustificare il suo rifiuto : poi si vinse , e gettò da un lato la leggera coperta . Nella fretta e nel bisogno di buttarsi qualche cosa su le spalle , afferrò l ' accappatoio bianco che giaceva sopra una sedia . Aveva , l ' accappatoio , una sottil fragranza di mare e di sole ; conservava fra le pieghe i sogni luccicanti pullulati dalla mollizie del bagno ; era un emblema di salute e di vigor giovanile . Emilia lo spiegazzò fra le mani e lo indossò con furia , quasi tentasse far tacere quei ricordi carnali . Quando fu nella camera di Roberta , il singhiozzo prolungato e sommesso della ragazza la guidò fino al letto , e trovatala nel buio , si chinò ad abbracciarla . - Perdonami , - disse Emilia ; - mi hai colta nel sonno e ti ho risposto bruscamente ; non sapevo quel che rispondessi .... Vedi che sono qui , ora ? ... Ti domando scusa .... Meglio sarebbe stato il fatto di coricarsi vicino a lei , di consolarla , rassicurarla così ; ma non appena presentatosi quel pensiero , l ' istinto lo combattè con tutte le forze , come un sacrificio inutilmente dannoso e forse inapprezzato . Roberta , aggomitolata e lagrimosa , massa oscura nell ' oscurità più tenera del luogo , non disse parola ; Emilia , cercata una sedia a tastoni , la trascinò presso il capezzale , e vi si sedette , raccogliendosi intorno l ' accappatoio . Non pensò ad accendere il lume ; rimase immota , sentendo calar sul cuore l ' ingiustizia della sorella , che non le aveva aperto sùbito le braccia . I suoi occhi fissavano la giovanetta oscura e singhiozzante , o vagavano tra le forme volubili del nero , desiderando invano che il quadrato della finestra s ' illuminasse a poco a poco della tenue alba estiva . Il sonno era svanito . Emilia riprese a parlare , e le parole fluivano nel silenzio notturno , vibranti e squillanti sotto l ' onda d ' un ' irritazione contenuta . - Suvvia , Roberta , - disse , - perchè continui a piangere ? ... Perchè hai paura di tutto , come una bambina ? Bisogna essere meno deboli , più ragionevoli .... Non ti è mai venuto il dubbio d ' essere ingiusta , con me ? E tuttavia lo sei , lo sei troppo .... Io non ho fatto nulla di bene perchè conto poco sul tuo animo .... Ti ho dato solo dei consigli : ti ho pregato di condurre una vita più attiva , di non rimaner l ' intero giorno nella tua camera , di non leggere fino a indebolirti ; ti ho pregato di tante cose semplici , che pure ti avrebbero giovato .... Ma tu sorridi , quando parlo io ; la mia buona volontà si spezza contro la tua diffidenza .... Non ti sembra , Roberta , ch ' io abbia diritto a vivere una vita mia ? Ora , invece io vivo solamente della tua , mi trovo inceppata , schiava , ho sempre timore di spiacerti .... Non me ne lagno ; sarei felicissima se tutto questo avesse un resultato .... nella tua affezione , per esempio .... Quando sono rimasta vedova .... Il ricordo che le si presentava così repentino l ' arrestò a un tratto perchè le doleva crudelmente . Ella era stata moglie innamorata , più che affettuosa ; l ' amore era conseguito dal bisogno di trovare un senso nuovo intorno a sè , il quale non fosse parso desiderio volgare ; e mentre l ' uomo intendeva a crearle l ' esistenza sognata , la morte era sopraggiunta , e ogni cosa erasi ridotta a parvenza d ' un ' idealità intravista , d ' una rarità avvicinata e scomparsa ... Roberta non piangeva più , ma raddoppiando d ' attenzione , tentava figurarsi il volto e l ' atteggiamento d ' Emilia . La cercò a lungo con lo sguardo senza muoversi e scoperse infine una forma chiara , diritta ; ascoltò il rimprovero , pensando che le parole erano inutili e rimaneva il fatto , il ribrezzo mal celato ; s ' indugiò con gli occhi a quella forma quasi chiara e diritta , indovinando l ' ombra scesa sulla fronte della donna . - Quando sono rimasta vedova .... - continuò Emilia , dolorosamente colpita che Roberta non l ' avesse interrotta e l ' obbligasse a compiere la frase , - io ti ho promesso di non allontanarmi da te , e tu mi hai promesso la tua affezione più devota .... Dovevamo percorrere la nostra via insieme , veramente da sorelle .... Io non ho ancòra nulla da rimproverarmi .... E tu , Roberta ? Non hai nulla da rimproverarti ? Ti sembra di amarmi quanto ti amo io ? ... Roberta ? ... Non mi ascolti ? ... Non vuoi rispondere ? Allungò la mano vivamente , incontrò sul tavolino la candela e l ' accese .... La fanciulla appoggiava un gomito al guanciale , stando coricata di fianco sopra le coperte ; alla luce inattesa si rannicchiò dentro la camicia per nascondere le gambe smagrite . Ella andava macchinando molte ragioni da obiettare , molte dure e taglienti parole , che avrebbe pronunziato senza ritegno col favore dell ' oscurità ; ma il lume acceso le smagò l ' energia necessaria , e le ragioni e le parole si dispersero . Guardò di nuovo Emilia avvolta nell ' accappatoio bianco , da cui sorgevano il collo tornito e la testa fiorente di vitalità ; le gambe chiuse nelle calze di seta nera erano accavallate l ' una sull ' altra ; e i piccoli piedi , seminascosti in piccole pantofole rosse . Quello spettacolo di giovanezza , quella giovanezza piena , la quale pareva dicesse : - " Io sfiorisco lentamente qui , ma qui non dovrei essere , e il mio destino è più forte d ' ogni calcolo pietoso , " - riattizzarono in Roberta l ' energia per le parole amare . - Ecco , - rispose chinando la testa a osservarsi le mani , perchè non osava sostenere lo sguardo interrogativo e dolente di Emilia , - senza dubbio quanto tu dici è vero ; ma io non ti aveva chiesto di ricordarmi i tuoi beneficii .... Mi sentivo male , stasera , e avevo paura .... Sai che io sono una sciocca e non ragiono bene come te .... Avevo paura , son venuta nella tua camera , e tu mi hai mandata via .... - Ma è falso , Roberta ! - No , non è falso : mi hai mandata via .... Perchè ? Potresti dirmelo , tu che mi ami tanto , potresti dirmi il motivo pel quale non mi hai concesso di passar teco la notte ? Non è forse perchè ti faccio orrore , perchè sai che la mia malattia è probabilmente contagiosa ; perchè hai ribrezzo di tua sorella , infine ? ... - Roberta , che cosa dici ? - Hai ribrezzo di tua sorella , e sei stanca di doverle prestar le tue cure .... Tutto ciò , io l ' ho capito , l ' ho visto ne ' tuoi sguardi , non soltanto questa notte , ma da tempo , dal giorno in cui ti è venuto il dubbio ch ' io fossi tisica , tisica , tisica ! ... Nello sforzo di lanciare le terribili parole , s ' era spinta innanzi col busto , protendendo il collo scarno ; e coi capelli sciolti per le spalle , arruffati sugli occhi , sembrava una magra femmina selvaggia che gettasse un grido lugubre nella notte ; di sotto gli archi sopraccigliari saettava una corrente d ' odio . - Ascolta , Roberta .... , - disse Emilia , sgominata dalla subitanea trasformazione della giovanotta in una energia fisica , urlante di rivolta e di dolore . - No , tutto questo mi fa peggio di qualunque malattia , - seguitò Roberta senza curare l ' interruzione . - Sei venuta a rassicurarmi , dici , e resti lì , inchiodata sulla sedia , studiando di non avvicinarti .... Se ti chiedessi di stringermi forte fra le braccia , di mettere le tue labbra sulle mie , rifiuteresti inorridita .... Sei la mia condanna , tu che mi vuoi bene ... ! Ah sì , i medici mi confortano , mi dànno a sperare , ma io vedo che le loro parole sono false , perchè tu me lo fai capire ad ogni istante , me lo dici ogni giorno , ch ' io sono ammalata per sempre .... E non hai compreso , Emilia , non hai compreso che io non voglio morire ? che ho il terrore della morte , che non posso dormire per quell ' idea ? Voglio vivere , vivere , vivere , come te , come gli altri , perchè sono giovane , perchè ne ho il diritto , perchè .... E senza compiere la frase , spalancando , le braccia nell ' aria disperatamente , mandò tale un grido di rabbia e di desiderio , che Emilia balzò in piedi quasi una scudisciata le avesse lacerata le carni .... Corse a Roberta , la strinse pazzamente al seno , appoggiandone la testa sulla propria spalla . - Roberta , - mormorò quasi con febbre , - Roberta , non è vero che sei malata e ch ' io ho ribrezzo di te ! Come hai potuto supporre ? ... Vuoi le mie labbra , vuoi che ti stringa così ? Senti che ti bacio ? Senti che ti chiedo perdono , se ti ho dato , motivo a dubitare di me ? Dormirò con te questa notte , dormirò ogni notte con te , purchè tu mi creda ... ! Aspetta .... Con la mano che non sosteneva il corpo di Roberta , Emilia slacciò i cordoni dell ' accappatoio e adagiò la fanciulla per coricarsi a fianco di lei ; ma Roberta era pallida e anelante , e la donna tacque a un tratto , e si chinò a guardarla spaurita .... - Roberta , - disse , - ti sentì male ? - No , - rispose la giovanetta , - ma sono stanca : ho bisogno di riposare ; lasciami sola .... - Che paura mi hai fatto , bambina ! Perchè mi hai detto tante cose tristi ? Hai voluto punirmi ? Emilia stava in piedi accanto al letto . Roberta , aggomitolata nella camicia azzurra , fissando gli occhi in alto , coi capelli sparsi sull ' origliere ascoltava giunger di fuori il ritmo quadruplice d ' un treno , il quale passava soffiando nella tenebra dei campi , lungo la tenebra del mare . - Bisogna resistere alle cattive idee , - continuò Emilia ; - ho parlato di te l ' altro giorno al signor Lascaris : e anch ' egli mi ha detto che tu sei guarita .... Guarita , capisci ? - Oh , il signor Lascaris dirà tutto quanto vorrai , - osservò Roberta con un riso stridulo . - Il signor Lascaris non sarà mai sincero con te , ed io non credo a lui , come non credo agli altri .... Guarda , - aggiunse , facendo uno sforzo per tornare a sedersi sul letto e rimboccando una manica della camicia , - guarda come sono ridotta , come sono divorata dal male .... Ti paion queste le braccia , il petto d ' una ragazza di diciannove anni ? ... Non vedi quante macchie ? Fin che queste macchie non spariscano , io sarò malata , avrò la morte qui dentro , - e si toccava il seno con le mani febbrili . - Il signor Lascaris , il dottor Noli , tutti possono ben parlare : nessuno oserebbe dire a me o a te , ch ' io debbo morir presto .... Si raccolse per seguire a testa bassa l ' eco della frase spietata , che le risonò nell ' animo quasi non l ' avesse pronunziata ella medesima . La luce gialla della candela le stendeva sul volto una maschera cerea , in cui gli occhi vitrei diventavano traslucidi e i capelli biondi si snaturavano in un pallidissimo color d ' ambra ; la camicia cilestrina così mite e ridente sopra un corpo rigoglioso , era sinistra su quel corpo magro , pareva un drappo ilare avvoltolato per ischerno intorno a un rigido fantoccio . Emilia s ' era collocata di fianco sul letto , a viso a viso con la sorella , e la guardava inquieta . - Non agitarti di nuovo , - ella pregò , - non esaltarti , non è vero nulla di quanto tu dici .... - Morire , morire , capisci ? - continuò Roberta . - Devo morire , presto . Tu non credi alla morte ; tu l ' hai dimenticata , perchè sei sana , sei bella .... Vedi come sei bella , - proruppe in aria di corruccio , mentre , allungando le mani , apriva ad Emilia l ' accappatoio già sciolto , e le additava il collo rotondo , i seni tondi e duri , che si delineavano , perspicui sotto la camicia . Emilia si ricoperse vivamente . - E anch ' io avrei voluto essere bella , e piacere .... Ogni cosa è per voi , che siete belle e forti .... Io devo morire , morire ! La voce , dopo essere stata mordace , era divenuta sommessa , desolatamente triste , ed Emilia non osò più resistere . Ella s ' era ben detto che doveva consolar la sorella e farla sperare e vincerne i fantasmi ; ma dove trovar le parole di conforto , le quali valessero quelle parole disperate , e le superassero ? Tacque ; poi lentamente , anche la voce di Roberta s ' abbassò a un mormorìo lamentoso : - Avrei voluto essere bella , e devo morire .... Non ho più nulla per me : non posso nemmeno respirar l ' aria che respiri tu , e goder l ' ombra ; devo andare in cerca del sole .... - Fatti coraggio , Roberta ; sono , idee .... - tentò ancòra Emilia . - Ho paura della morte .... - Perchè vuoi renderci tristi ? Sei guarita .... - Ho paura della morte , e ogni giorno , essa può entrare in questa camera .... - Sei così giovane .... La giovanezza è una forza ... - Quanti muoiono giovani ! E come , come , dovrò morire ? - Roberta , Roberta , non esaltarti . - Ma sono disperata ! Non senti la disperazione nelle nostre parole ? - È la notte ; domattina tornerà la speranza . - Sarà peggio ; e la morte continuerà il suo cammino , mentre noi aspetteremo la vita .... - Silenzio , Roberta .... Pensa a domattina , col sole , col mare calmo e illuminato .... - Tutto questo è così indifferente al mio male ! E nessuno , anche i non indifferenti , potranno giovarmi : dovranno assistere alla mia morte , senza stendere la mano per allontanarla d ' un ' ora .... Nascose il volto tra i guanciali , piangendo liberamente ; Emilia le passò le braccia attorno al busto , mettendo il capo presso il capo di lei . Così piansero a lungo , rischiarate dalla luce giallastra della candela elle si consumava : e l ' alba trovò le due donne discinte , che parlavan della morte , a testa china sul medesimo , guanciale . VI . La notìzia fu annunzìata con tanto ingenua serenità , che nessuno avrebbe supposto fosse falsa . Per sospettarlo , bisognava conoscere l ' indole impulsiva di Roberta , la quale non trovava nulla così dolce quanto inventare un fatto o raccontare una bugia . Qualche volta rimaneva ella medesima colpita dalla propria abilità , dalla spontaneità incomparabile con cui repentinamente , minutissimamente , sapeva esporre una lunga favola di sua creazione ; e in un attimo stendeva una rete di menzogne inutili , sbizzarrendosi a saldar l ' allacciatura dei nodi , che potessero resistere a qualunque sforzo d ' obiezione . Spesso con Emilia aveva fatto il giuoco infantile , ma lo aveva concluso con una risata , gettando le braccia al collo de la sorella , e dicendole : - " Non è vero . Ho inventato tutto , per divertirmi . " Con Cesare Lascaris lo esperimentò un giorno in cui era piena di speranze e si sentiva bene e aveva voglia di ridere a spese di qualcuno . D ' altra parte , Cesare non le piaceva : era bruno , coi tratti del viso irregolari e forti , senza barba , ed evidentemente magro quasi quanto lei . - Mia sorella è uscita per il bagno , - ella disse non appena l ' uomo comparve in giardino . - Tornerà ' forse fra un ' ora . Poi , mentre parlavano di cose indifferenti , la fanciulla trovò modo di farvi sgusciar dentro la notizia falsa , a guisa di parentesi : - .... Lei sa che mia sorella è fidanzata , non è vero ? ... Lo sa ? ... Cesare stava fortunatamente a testa bassa , disegnando sulla sabbia una serie di circoli concentrici ; e sùbito , al colpo non atteso , ricordò che la professione medica aveva saputo creargli una maschera di calma impenetrabile , per i casi disperati . Sollevò la testa , senza batter palpebra . - Me ne congratulo sinceramente , - rispose . - Non ne dica nulla a Emilia , però . Forse mi rimprovererebbe .... E per qualche minuto la ragazza continuò a parlare , enunziando tutte le particolarità del fidanzamento . Si trattava d ' un giovane signore di Milano : il matrimonio sarebbe avvenuto nell ' ottobre prossimo , in Riviera , perchè Emilia non voleva abbandonar la sorella un sol giorno ; quanto a lei , Roberta , sarebbe rimasta presso gli sposi . Cesare ascoltava immobile , non accorgendosi che dalle mani gli era scivolato il portasigarette di tartaruga ed era caduto a terra . Guardava la ragazza , scoprendole a un tratto qualche espressione profondamente femminile , che gli era sempre sfuggita . Con una gamba sull ' altra in modo da lasciar vedere un po ' delle calze , con le braccia aperte sulla spalliera della panchetta rustica , la testa portata indietro , le ciglia socchiuse , Roberta era in quel giorno e in quell ' atto molto sessualmente femmina , emanava inconsapevole un ' acredine sensuale , eccitava una cupidigia di violenza bruta . Il giovane aveva tentato a più riprese di sviar l ' argomento ; ma Roberta era inflessibile , quantunque la mancanza d ' obiezioni da parte dell ' ascoltatore le togliesse il meglio del suo piacere ; pur tuttavia seguitò a descrivere il carattere del fidanzato , un uomo eccezionale , senza confronti . Infine , Cesare si alzò per troncare la conversazione , e mise il piede sul portasigarette , che schizzò in frantumi . Fu la sola prova di oblio completo , ma fu anche quella la quale divertì immensamente Roberta , che lanciò alcuni trilli di gioia puerile . - Che cosa fa ? Che cosa fa ? - esclamò ridendo . - È il suo astuccio ! ... Se n ' era dimenticato ? ... Guardi come l ' ha ridotto ! Le risatine perlate della ragazza lo ferirono anche peggio . Si chinò a raccogliere i frantumi , e se li rovesciò macchinalmente in tasca insieme a un po ' di ghiaia e a qualche sigaretta , mentre Roberta raddoppiava le risatine quasi maligne . - Deve star molto bene , Lei , oggi ? - domandò Cesare . - Sì .... Perchè ? - rispose la giovanetta oscurandosi subitamente in volto , - Come mi trova ? ... - Sono pallida ? Tale era l ' umile preghiera della voce , che Cesare non ardì spingere oltre la sua vendetta . - Appunto , - si affrettò a dire . - Non l ' ho mai vista meglio : ha un colorito splendido . Roberta mandò un sospiro di conforto , e Cesare si limitò a pensare : " Con una parola potrei forse ucciderti . " Ma sentì di repente che si svegliava da un sogno , e che tutte le cose intorno a lui avevano ripreso il loro aspetto comune , laddove per qualche tempo egli aveva visto il giardino grande come una foresta , e i filari degli aranci profondi come i sentieri di quella foresta . Nauseato , stava per andarsene quando Emilia sopraggiunse ; aveva il suo solito abito , lilla , e in testa portava un cappello rotondo , di grossa paglia ; le mani erano nude . Cesare la guardò appena , rifuggendo dall ' analizzare anco una volta lo spettacolo di bellezza che non era per lui ; Roberta prestamente gli gettò un ' occhiata per implorarlo a tacere ; e la conversazione s ' avviò con una svogliatezza inabituale . - Ebbene , che cosa è accaduto ? - domandò Emilia a Roberta , quando Cesare ebbe preso commiato . - Eravate così confusi tutti e due .... Roberta scoppiò a ridere . - Ha rotto il suo astuccio da sigarette , - rispose . - Null ' altro .... Poi , più tardi , in casa , non potè trattenersi e narrò ad Emilia la sua menzogna . - Sono vere sciocchezze , - osservò la donna bruscamente . - Quale intimità abbiamo noi col signor Lascaris per prendercene giuoco ? E perchè inventare una storia di genere così delicato ? È orribile , che tu non possa vivere un giorno senza dire una bugia , a qualunque costo , al primo venuto .... Parlava con voce un po ' alta , mentre andava preparando alla sorella una tazza di cioccolata di cui Roberta aveva abitudine ; ma le sue mani tremavano , e con un movimento maldestro rovesciò la tazza di porcellana e la ruppe . Per la prima volta , Roberta ebbe a pentirsi quel giorno d ' una sua favola ; perchè Emilia andò a rinchiudersi in camera e non si mostrò fino all ' ora di pranzo . Roberta non l ' aveva mai vista così agitata : fosse imaginazione o realtà , le parve che la sorella avesse pianto . VII . Si arrampicò per il monte dietro il paese , dove la straducola mancava del muro , e apparivano , come da uno squarcio , le acque , il paesaggio , il verde , il grigio . Là , Cesare sedette ; restò a guardar lo spettacolo fantastico , in una posa d ' attenzione totale , sdraiato sopra un piano d ' erba , all ' ombra d ' alcuni folti ulivi . E lo spettacolo era così raro , che l ' uomo ne fu per qualche istante tutto assorbito , e cominciò a osservar da lontano , avvicinandosi con lo sguardo a poco a poco fin dov ' egli si trovava . Da lontano , il mare in un ' invasione di luce singolarmente nebulosa e dorata , aveva smarrito la linea d ' orizzonte , unendosi col cielo dorato e nebuloso ; talchè non si sarebbe potuto dire , nella falsa rifrazione , se le vele piccoline danzassero sul mare , o non piuttosto fossero tra cielo e mare sospese . In quella sterminata dovizie di luce impalpabile o dentro le acque animate dal formidabile riverbero , due scogli neri sorgevano , apparenti e scomparenti a capriccio dell ' onda , circonvoluti da un rigoglio di spuma gialla . Le coste lontane , che nei giorni d ' aria lucida si disegnavano perdutamente , stavan celate dietro il velario d ' oro . Ma verso le rocce violette di Portofino , a levante , le acque avevan disperso il pulviscolo solare , e una violenta chiazza azzurra restituiva la solita visione col limite ben netto dell ' orizzonte . Ancòra là , otto o dieci vele bianche , l ' una accosto all ' altra , erano farfalle posate con le ale trepide sul pelo delle acque ; e due o tre , più basse , avevano una tinta bruna , quasi la luce non fosse giunta a tangerle . Così lungi , le imbarcazioni peschereccie , tenevan forma e significato di giuocattoli ; nè si poteva credere portassero uomini massicci , curvi sul liquido specchio o stesi sulle tavole umide in aspettazione . Poi , ad un tratto , diminuendo di molti gradi la lontananza prospettica , s ' apriva agli occhi di Cesare la costeggiante verzura del paese , fitta e spessa come un vello , in numerose gamme di colore , in diverse altezze , da cui s ' ergevano , i cipressi cuspidali . E ridenti di bianco o di rossiccio , le case vivevano tra quel magnifico sopore della vegetazione , che nell ' aria calda non muoveva fronda o foglia . Verso oriente era la chiesa bigia col livido campanile , cui s ' aggruppavano stretti attorno gli altri edifici , i quali a mano a mano andavan poi disseminati in mezzo al verde , spinti fino al mare , collocati più alti sul lene pendio dei colli ; e frequenti balzavan fuori tra casa e casa i ciuffi di verzura , i ciuffi argentei degli ulivi .... Dominava il grigio , per i ciuffi degli ulivi e per le lastre di ardesia che coprivano i tetti . Più qua , immediatamente sotto il piano erboso dove Cesare stava , lo spettacolo era gentile , con due lunghi rettangoli di terra , che un giardiniere coltivava a rosai ; e le rose bianche , opulenti , molte già sfatte , innalzavano un profumo carnale , potentissimo in quell ' aria pura d ' ogni altro profumo . Una cagna volgare abbaiava dietro invisibili fantasmi , correndo sulla terra grassa a calpestar le foglie di rose disperse . Alcuni romori salivan dal paese : il grido di qualche rivendugliolo , lo schioccar delle fruste , il lamentio d ' uno zufolo stonato ; così fievoli tutti , vaganti nel grande spazio , che la lontananza pareva maggiore . Lentamente le scene diverse si mutarono in imagini d ' abitudine , per Cesare che le fissava con lo sguardo pigro di chi medita cose lontane ; assorbivano la sua attenzione fisica , dando libero il corso ai pensieri . La donna amata da lui , era per altri ; la plastica di quell ' impareggiabile corpo sul quale i suoi occhi s ' eran posati nella deliziosa trepidanza dell ' intuizione , doveva svelarsi intera a un altro uomo ; in un ' alcova ignota , la voce d ' Emilia sarebbe diventata intima .... E la sinfonia classica dei bottoni che si slacciano ? La visione della donna soffusa di bianco nel pulviscolo lunare ? Egli si trovava dunque impegolato in uno di quegli amori cui il volgo definisce , tra il rammarico e lo scherno , senza speranza ; e ne derivava la necessità di gettarsi a capofitto in pieno romanticismo , o di togliersi per sempre da una strada che cominciava a diventar malagevole . Aveva sognato . Qualche particolare dei sogni che inconsciamente era andato accarezzando in quei giorni , gli tornava alla memoria . Per esempio , aveva sognato una piccola villa con molti palmizii , addossata a una falange d ' ulivi rampicanti sui colli ; e tutto in giro , la campagna esalava quella serenità , la quale giunge così crudele alle umane sventure , ed è così piacevole per gli umani egoismi : la serenità dei grandi paesaggi alpestri , o dei graziosi paesaggi sui laghi lombardi .... Entro la villa , una voce femminile risonava nell ' ombra moderata delle camere fresche .... In abito purpureo Emilia giaceva sovra un ampio divano carico di molti origlieri bizzarri ; a ' suoi piedi , egli stesso , Cesare , seguiva la voce della donna .... Uno svelto scaffale da ninnoli era coronato da un alto vaso di porcellana riboccante di fiori , che cadevan sotto uno spiraglio di luce ; il sole ne irrubinava metà , un angolo di rose e di verbene , tra cui si drizzava qualche ciuffo di vainiglia . Questa ed altre ideali concezioni d ' avvenire , erano state bruscamente travolte , poichè non nella villa con molti palmizii , ma la voce d ' Emilia sarebbe diventata intima e flessuosa in un ' alcova ignota , per un uomo ignoto .... VIII . - Senta ! Senta ! - gridava la fanciulla , rivolgendosi a Cesare e additando le ondate furibonde che si gettavano contro la spiaggia . - Sembrano colpi di cannone ! Cesare e le due donne eran giunti in riva al mare , convulso per il soffio poderoso del vento , e tutto bianco ; eran scesi dalla strada sulle rocce più eminenti , arrampicandosi dove le onde non potevano arrivare . Ascoltavano così il rimbombo sordo dell ' acqua contro le cavità degli scogli ; un fragore talmente reiterato , che a fatica si distinguevano le voci . - È bello ! è bello ! - esclamava Roberta , aspirando l ' aria , e trovando sulle labbra un impercettibile umore salino . I riccioli intorno alla fronte e al collo le si scompigliavano sotto la veemenza del vento ; le gonne le si serravano alle gambe ; ella rimaneva forte sul dosso scabro della roccia , sorridendo alla burrasca . Dietro lei , Cesare s ' era fermato a fianco d ' Emilia . Questa , meditabonda e inquieta , aveva obliato un istante le sue riflessioni affannose , per ammirare lo spettacolo ; ma la vicinanza dell ' uomo , il quale pareva triste quel giorno e d ' una tristezza di cui ella sospettava la causa , le dava un ' immensa brama di spiegarsi , di togliere a sè e a lui dal cuore le punte , che la ingenua malizia di Roberta vi aveva affondato . E pensava , quasi tremando : " Com ' è strano che Roberta stessa ci costringa a parlare ! Ella medesima ci ha offerto un argomento grave e pericoloso . Dovrò spiegare a Cesare che io non sono fidanzata ad alcuno , che non lo sarò mai , perchè mi sono votata a un ' opera di sacrificio e ho promesso la mia esistenza alla sorella ammalata . Ma come risponderà egli ? Come accoglierà la mia rinunzia ? ... La combatterà , certo , e poi non riuscendo a vincermi , - non riuscirà , - dovrà partire .... Resteremo noi due , io e Roberta , per sempre .... " Gettò uno sguardo a Roberta e a Cesare , e per la prima volta il tormento di dovere sceglier presto , inappellabilmente , le si affacciò all ' anima con tutta la sua tremenda potenza . Doveva sacrificare in eterno l ' uno all ' altra , e la scelta non le avrebbe dato mai pace , egualmente non fosse mai avvenuta ; perchè la rinunzia di lei all ' amore e alla felicità avrebbe reso più cupa la dissonanza fra il suo spirito e lo spirito di Roberta ; nè ella avrebbe potuto perdonare a questa l ' insanabile spasimo che le era costata . E con l ' orrore abituale in lei per ogni veemente dibattito , guardava in fronte l ' avvenire , il quale si presentava amarissimo , qualunque via ella avesse percorso ; e innanzi al mare fremebondo , alle ondate gigantesche , al cielo seminascosto sotto nubi tempestose , innanzi allo spettacolo ribelle , provava l ' impeto di gridar la sua disperazione , di confondere la voce del suo furore inutile con la voce assordante di quel liquido furore , che si lanciava alla spiaggia , dopo aver già forse travolto uomini e navi . - Fa bene quest ' aria , signor Lascaris , non è vero ? - domandò Roberta , sorbendo ancòra l ' aria pregna di sali . - Ma non si esponga al vento così , - osservò Cesare , mentre pensava che sotto la gioia della giovanetta si celava tuttavia la molestia d ' un ' idea roditrice . - Venga più qua ; si ripari dietro queste rocce . Alcune rocce grigiastre bucherellate formavano una specie di profonda insenatura , e drizzandosi fino all ' altezza della strada , porgevano un ricovero naturale dalle raffiche del vento . Nella insenatura profonda , le onde si scaraventavano una sull ' altra bianchissime , andavano a battere contro il fondo , si ritorcevano , ed erano risospinte dalle sopravvenienti , con vece assidua , con un ribollir di schiuma più candida del latte . Lo strepito risonava enorme . Roberta sedette molto in basso , dove giungevano talora gli spruzzi minutissimi dei flutti ; più in alto sedettero Cesare ed Emilia , e sul principio Roberta si voltò a guardarli di tanto in tanto , additando senza parlare i cavalloni , che giungevan da lungi e si precipitavano entro la piccola baia . Poi stette , assorta , e sembrò aver dimenticato i compagni , per seguire qualche suo pensiero non anco definito e infantilmente triste . - Che cosa Le ha detto , ieri , mia sorella ? - domandò Emilia , girando a un tratto la testa verso Cesare . Sorrideva , con una fuggevole vampa di rossore sul volto ; e bastaron quel sorriso , l ' espressione involontariamente carezzevole degli occhi , per segnare un passo grande sulla via delle confidenze . Emilia pensò più tardi , - quando tutto era già per sempre finito e la sua esistenza era per sempre tracollata negli abissi della disperazione , - pensò che la sventura aveva avuto origine da quel suo moto irriflessivo .... Perchè non tacere ? Perchè spiegarsi , animando le speranze dell ' uomo , più forti quanto più gravi si presentavano gli ostacoli alla lustra di felicità , cui l ' uno e l ' altra sognavano ? Ma ormai , la frase le era sfuggita dalle labbra : - Che cosa Le ha detto mia sorella ? - Non è vero ? ... - esclamò Cesare . Gli occhi gli scintillavano , e il respiro gli usciva dal petto caldo e vibrato . - Non è vero ? ... Mi ha detto che Lei è fidanzata .... Ma non è vero ? ... La donna crollò il capo , continuando a sorridere , con un senso più mesto . - Roberta , - disse , - ha voluto scherzare . Qualche volta passa il segno e commette delle fanciullaggini ; ma è allegra così di rado , che bisogna perdonargliele .... Non è vero nulla .... E Lei ha creduto ? Io non sono fidanzata ad alcuno ; non lo sarò mai , ad alcuno .... E Lei ha creduto sùbito ! Le sembra che io potrei abbandonare Roberta ? Parlava con voce debole , molto commossa , tenendo gli sguardi alla tempesta ; e Cesare le si era un poco avvicinato per non perdere sillaba . Il mare ai loro piedi ruggiva .... Spingendo l ' occhio oltre l ' insenatura , si vedevan le onde infaticate battere disordinatamente per tutta la lunghezza della spiaggia , fino a Nervi : e gli spruzzi si levavano altissimi , aprendosi a guisa di Ventaglio e ricadendo tra il bulicame della spuma . - Perchè ? - domandò Cesare stupito . - Lei non abbandonerebbe sua sorella ? Innanzi tutto , abbandonare è cosa diversa .... - Più piano , - interruppe Emilia , temendo che Roberta non udisse . Il cuore le batteva in tumulto , ascoltando le parole divenute intime , segrete , come già l ' uomo avesse confessato il suo amore e già parlasse per difendere la propria conquista . Egli aveva sentito nel fondo dell ' anima scatenarsi la malvagità egoistica , per la quale voleva ogni cosa al suo dominio e non poteva soffrire ostacolo alcuno . S ' era fatto un po ' pallido , gli occhi neri lucenti ; aveva guardato in basso , verso Roberta , con un lampo d ' odio improvviso . - Lei vuole sagrificarsi a sua sorella ? - continuò , smorzando la voce . - È impossibile , assurdo ; sarebbe mostruoso . Pensi che ciascuno ha nella vita una strada da percorrere . Nessuno può , nessuno deve mutarla a forza , per seguire il cammino d ' un altro . E a quale scopo , a chi gioverebbe ? Ella sciuperà tutta la vita in una rinunzia inutile , la quale non sarà forse nemmeno compresa .... , nemmeno compresa ! " Perchè mi parla così ? " - domandò in quel punto Emilia a sè stessa , trasalendo sotto il soffio della scomposta eloquenza . E tentando sorridere ancòra , obiettò : - Ma ciascuno ha il diritto di scegliere la via , in capo alla quale spera di trovare una sodisfazione , un riposo della coscienza .... Non Le pare ? Quella ragazza è attaccata a me , è gelosa della mia affezione , e non reggerebbe al dolore d ' una lontananza , alla rivalità di un altro , affetto .... Io la conosco .... E Lei pure sa quanto la sua salute sia debole .... Infine , ho pensato , può crederlo : e ho giudicato che questo è il mio dovere , e che posso compierlo serenamente , anche senza sacrificio .... Sì fermò . Giungeva con fragore infernale un ' ondata verdastra , alta , e incontrando i primi scogli , spumeggiò d ' un tratto senza rompersi ; poi coperse la spiaggia , si franse , s ' ingolfò entro l ' insenatura , conquistando alcuni frastagli , fin allora intatti , della roccia su cui sedeva Roberta . - Hai visto ? - gridò la fanciulla ad Emilia . - È giunta fin qua su ! - Non sei bagnata ? - domandò Emilia con una premura timorosa , la quale significò per Cesare più di tutte le spiegazioni . - No , no . Sto benissimo qui , - rispose la giovanetta . Seguì una pausa lunga . Tutti e tre guardavano la vicenda delle acque potenti e il cielo giallastro pel riflesso di un moribondo raggio solare . - Sono le illusioni solite dell ' altruismo , - riprese Cesare , con voce cauta , piena di fremiti rattenuti . - Il tempo ne fa giustizia , ma sempre troppo tardi .... E perchè mai , a un tratto , questo sacrificio ? ... Perchè non prima ? Emilia battè le palpebre ; un pudore ardente le bruciava di rossore le guance ; ella avrebbe voluto riprendere la coscienza delle cose reali e fiaccare con lo sdegno la domanda ardita ; ma dal cuore le saliva un singulto di smarrimento . Guardò l ' uomo in volto e lo vide oscurato dalla passione dolorosa ; capì ch ' egli andava dietro ai balzi del pensiero e li ripeteva , dimenticando il riserbo tenuto fino a quel giorno e i doveri che quel riserbo gli imponeva . La comprensione della sua sofferenza incontenibile turbò maggiormente la donna . - Allora , - ella disse con voce spenta , - Roberta non era ammalata . Ella viveva con noi , non aveva bisogno della mia assistenza , nè io gliel ' aveva offerta .... E d ' altra parte .... Voleva dire : e , d ' altra parte , la dissonanza delle loro anime aveva avuto principio da quel tempo , appunto ; gli occhi di Roberta , da quel tempo s ' eran fatti vigili , gelosi , cattivi ; in quel tempo , Emilia aveva dovuto nascondere la sua gioia , misurarne gli slanci , guardarsi dalla sorella .... E , - il sospetto era atroce , ma non mancavano i dati a nutrirlo e a renderlo verisimile , - ed Emilia sospettava che il giorno in cui la morte aveva visitato la sua casa , fosse stato un giorno di letizia crudele per Roberta , infine liberata d ' una presenza agghiacciante , d ' una minacciosa rivalità . Voleva dir questo ; ed esitava tra il timore di addentrarsi troppo nelle confidenze più delicate , e la paura di non arrivare a convincere .... Ma Cesare , obbedendo all ' impazienza della sua superbia , scosso dal ricordo d ' un passato che non gli apparteneva e che aveva evocato egli stesso , interruppe : - Sì , sì , tutto questo è forse vero .... E , in ogni modo , io non ho alcun diritto a sapere , non ho alcun titolo per consigliare .... Vuole perdonarmi ? ... Perchè discutiamo di queste cose tristi ? - Infatti , - ripetè Emilia , - perchè discutiamo di queste cose inutili ... La forma brusca con cui l ' uomo aveva troncato il sèguito del colloquio , le dava un cocentissimo dolore . In fondo all ' incrollabilità del suo divisamento giaceva una oscura speranza , viveva il torturante piacere d ' ascoltar le obiezioni di Cesare . Per dissimulare lo spasimo , chiamò Roberta fortemente , nell ' intervallo fra un colpo e l ' altro delle onde . - Roberta ! - disse , - vieni qua con noi . Ti esponi troppo all ' aria .... La fanciulla s ' arrampicò per la distanza che la separava , dalla sorella , e Cesare la studiò in quell ' atto , mentre s ' appoggiava all ' ombrellino chiuso , aiutandosi contro le difficoltà dello scoglio . " Non ha un anno di vita ! " - egli pensò freddamente . Poi , a voce alta osservò : - Come si è fatta svelta , signorina ! Roberta sorrise di compiacenza , e tese la mano ad afferrar la mano che Cesare le offriva , per valicare l ' ultima scabrosità della roccia . - Ho bevuto tant ' aria di mare ! - ella rispose , quando fu seduta a fianco d ' Emilia . - Il mare è mio amico ; io gli voglio molto bene , ed esso mi lascia respirare così leggermente ! ... Emilia sorrise alla sua volta , con un ' ombra di tristezza . Qualche notte prima , Roberta aveva avuto la febbre e un nuovo sbocco di sangue , non forte , appena da arrossare la pezzuola ; ma lo spavento s ' era ridestato in Emilia , più grave poichè Roberta sembrava fatalmente illusa , ricca di speranze , e faceva molti disegni per l ' avvenire . - Questa , è la prima volta che vedo il mare , - seguitò Roberta , con la stessa volubilità fanciullesca . - Ma ne sono felice . Un altr ' anno voglio andare alla montagna , in Isvizzera .... Andremo , non è vero , Emilia ? ... C ' è un piccolo paese , con un bel lago , a mille ottocento metri d ' altezza .... Come si chiama ? Cesare ascoltava , rilevando senza pietà il sintomo delle strazianti illusioni ; e Roberta continuò a fantasticare , garrula e variabile . Aveva dei luoghi lontani una visione romantica , la visione dei giorni in cui il male non le si faceva sentire , ed ella poteva svelarsi in tutta la sua giovane ignoranza della vita e della realtà . Per inconscio paganesimo , si figurava il paesaggio ancòra popoloso di creazioni mitiche ; il mare , la montagna , il lago , la pianura , la notte ed i crepuscoli , eran gli elementi delle sue predilette fantasie .... Quando la sofferenza fisica e il terror della morte non le strappavano un grido di precoce disperazione , Roberta s ' indugiava tra quei pensieri panteistici come fra uno stormo di Fauni capripedi . Ma il chiacchierio febbrile passava sull ' anima d ' Emilia non diversamente d ' una mano incauta sopra una ferita viva ; e per troncarlo , la donna interruppe : - Sarà tempo di tornare , Roberta . Il vento arriva fin qui , ed è più forte .... Il vento rabbuffava ancòra le acque , levandole attorno agli scogli in danza alterna , senza posa ; per tornare , e ripercorrere un lungo tratto delle rocce , Cesare e le due sorelle aspettavano qualche volta l ' onda si ritraesse crepitando ; Roberta salutava con esclamazioni l ' impeto dei flutti , ma procedeva a disagio sul dorso sdrucciolo ineguale dei massi , e barcollava , e di frequente doveva valersi delle mani .... - No : aiuti Roberta , - disse Emilia a Cesare , rifiutando . - Io non ho paura . Ella non aveva paura ; guardava le ondate non anco infrante , ricurve , concave , ergersi lontano , in pieno mare , correre unite in linea di battaglia , gettare un balzo , valicando i più facili scogli , ricomporsi , correre di nuovo compatte , arrivare alla spiaggia , stendersi pianamente lattiginose , echeggiar sonore contro le cavità , dissolversi , ripiegarsi , arricchir le ondate susseguenti , riattaccar gli ostacoli ; ebbrezza del mare ampio e della goccia imponderabile . Sull ' ultimo tratto , Roberta vacillò , quantunque s ' appoggiasse alla mano ferma di Cesare ; egli stava giù avendo superato una costa rigidissima , e la fanciulla , al sommo , inciampò nelle vesti , non trovò tempo a riprendersi , e cadde sul petto dell ' uomo , che dovette stringerla fra le braccia . - Sono salva ! - ella gridò , sulla spiaggia , sciogliendosi dal non forte amplesso inopinato . E rise per confortare Emilia , la quale giungeva in quel punto . Ma la donna era impallidita , alla rapida scena ; non di paura ; per un altro sentimento confuso , per un morso al cuore ; e più da quel sentimento non mai avvertito innanzi , era turbata , che non dal fatto d ' aver visto Roberta fra le braccia di Cesare . Salirono una breve scala di pietra ; poi , arrivati sulla strada presso la chiesa , s ' accostarono al parapetto a salutare di nuovo il mare tuonante . Roberta si staccò l ' ultima , e rivolgendosi mentre gli altri s ' erano , già incamminati , mandò un grido . - È orribile ! - disse . Dalla strada provinciale veniva verso la chiesa una coorte di dolenti , alcuni recando sulle spalle un feretro coperto dello strato di velluto bruno , con una gran croce d ' oro nel mezzo ; altri al sèguito , salmodiando in lunga fila , rivestiti di càmici bianchi o di ampie vesti nere , il viso tutto nascosto dal cappuccio , ad eccezione degli occhi ; altri , pigiandosi sui fianchi del corteo , in disordine ; e la nuvolaglia tempestosa e l ' ora già tarda proiettavano una lunga ombra sinistra . Roberta s ' indugiò a guardare , accasciata , fissando ostinatamente gli uomini della Confraternita procedenti in cadenza , grotteschi e solenni ; i quali ridestavano nella giovanetta il terror della morte , la memoria , di qualche incubo .... - È orribile ! - disse ancòra ad Emilia , che tentava persuaderla a seguitar la via . - Non li dimenticherò più ! ... E a Cesare , che pure la rassicurava sorridendo , rispose : - No , no , taccia ! La prego ! Lei non sa ! Lei non sa ! ... Egli non sapeva , infatti , il motivo di quello sgomento . Tra gli spettri dolorosi della fantasia inferma , Roberta aveva fissa la visione del proprio cadavere , freddo e rigido , con le braccia incrociate sul petto , sopra un catafalco ricco di drappi funerei , presso una finestra spalancata in faccia alla campagna eterna .... IX . Forse la felicità non è che la simmetria del tempo ; l ' ora , il giorno , l ' anno , eguali all ' altra ora , all ' altro giorno , all ' altro anno .... La passione è il disordine , e il disordine è il dolore . Emilia si divincolava invano sotto l ' assillo . Celava il volto in mucchi di rose rosse , fresche e simili a labbra innamorate ; si chiudeva in lunghi silenzii o prorompeva in risa febbrili .... Neppur l ' alba riusciva ormai a quietarla : neanche il torpore suppliva al sonno . Cercava i narcotici , che distendono il corpo quasi sopra nuvole di bambagia . Fuggire ! Pareva quello il sogno più caro alla sua anima .... Era il formidabile istinto di salvezza , che sul viso del soldato nuovo diffonde un pallore mortale , e lo fu guardare indietro con immenso desiderio ai piani liberi e tranquilli , mentre la massa oscura del nemico si delinea e giganteggia di minuto in minuto .... Fuggire in qualche paese straordinario , dove il suo cuore avesse potuto riprendere il battito quieto , dove le sue notti fossero potute ridiventar calme e senza sogni .... Ma il paese straordinario , il cielo iperbolico sotto il quale tacciono le miserie , non sono cogniti ad alcuno . Nella più serena plaga del mondo non s ' incontra che tenebra umana .... Ella avrebbe voluto confessarsi a qualche anima intenditrice . A fianco di lei era soltanto Roberta , una fantasima ammalata , la quale trascinava la vita sotto un altro peso , con un altro spettro .... Oh come le teste giovanili piegavano in quei giorni al soffio delle cose implacabili , al rinascere infaticato delle visioni ! La casa era piena di silenzio , e le donne camminavano in una lieve nube di sonnambulismo , senza parlarsi ; e spesse volte calava la sera e l ' ombra si faceva sempre più densa e nessuna delle due sorelle pensava a difendersi da quell ' oscurità , in cui l ' anima cercava un rifugio avidamente .... Ciascuna era assorta nelle variazioni infinite del proprio tema . Roberta , nelle variazioni sul tema della morte ; Emilia , nelle variazioni sul tema dell ' amore .... Spingevano e rivolgevano ambedue il fardello , arrivavano al culmine d ' una faticosa salita imaginaria , e il fardello ricadeva in basso , e le due condannate riprendevano a sospingerlo , indefessamente così , l ' intero giorno . Emilia era afferrata dalla follia di gettarsi ai piedi di Roberta .... ( Roberta non s ' era a lei confessata ? non le aveva detto il mistero dello spavento che la divorava ? ) .... E di gridarle : " Ascolta , ascolta ; anch ' io sono malata . Anch ' io ho bisogno d ' illudere la mia vita e di snebbiare una visione .... Ascolta la mia tortura : da notti innumerevoli , non riposo ; da giorni e da notti innumerevoli , un pensiero mi coglie di soprassalto , mi passa traverso l ' anima come una lama infuocata .... Aiutami a salvarmi , Roberta ! ... Dimmi in qual modo potremmo distruggere gli spettri della nostra vita .... Non v ' ha un paese di silenzio , di là da quell ' orizzonte ? un paese d ' oblio , dove tutti vivano in pace solenne e la vita sia una meccanica semplice , la quale non muterà mai , non sarà mai turbata dal mistero del domani ? Vuoi che viviamo laggiù ? ... Tu non temerai la morte ; io non temerò l ' amore .... Ogni cosa avrà i suoi colori ingenui , e le notti saranno calme .... Dimmi se v ' ha una terra così felice , e dovunque ella sia , noi la raggiungeremo .... Oh fuggire all ' ignoto , comprendi ? sarà la nostra salvezza .... Anche tu soffri il terrore dell ' ignoto ; anche tu ti domandi : " Quando sarà ? Sarà oggi ? Sarà domani ? Quanto manca ancòra ?..." Dobbiamo fuggire , per non interrogare l ' anima nostra .... Non v ' è un paese dove l ' anima tace ? " . Ella avrebbe voluto confessarsi , gettarsi ai piedi di Roberta e piangere con lei , come altre volte .... Ma se la furia del tormento la spingeva fino alla sorella , e se Roberta alzava gli occhi interrogativi a guardarla , Emilia sentiva le fiamme salirle alle guance e alla fronte .... Che pensava ? ... Colei era la fanciulla , era la vergine , monda nel corpo e candida nel pensiero .... Poteva dirle ? .... Poteva confessarle ? ... Poteva dirle : - " Le mie notti sono più torturanti delle tue ; la mia vita è più spaventevole della tua ; la mia giovinezza sfiorisce in un desiderio vano di sentirmi amata , nell ' agonia di trovare un affetto più caldo , più misterioso , più inebbriante del tuo affetto di sorella ? " ; Poteva confessarle : - " Non so rimanere sola ; ti ho promesso di vivere sempre al tuo fianco , e mi sono ingannata , e ti ho ingannata , perchè invoco l ' amore , perchè invoco la felicità fuori della nostra esistenza , quotidiana . E so che l ' amore esiste , e verrà a cercarmi , e dovrò rifiutare la felicità implorata ? " Nulla poteva dirle di tutto questo ; si rinchiudeva in sè e si smarriva per le solitudini del dolore .... Oh , come in quei giorni le teste giovanili piegavano al soffio della sventura prossima ! ... La catena delle abitudini s ' era spezzata , e nulla le due donne facevano , che non fosse per ingannare la tenacità del pensiero caparbio . Uscivano a passeggio , andavano al mare , camminavano pel giardino , aspiravano i profumi dei fiori , assistevano alle feste del sole , udivano le minacce degli uragani ; e lo spirito invisibile dentro di loro martellava la domanda : - " Quando sarà ? ... Quanto manca ancòra ?..." - " Non v ' è un paese dove l ' anima tace ?..." Gli episodii esterni erano indifferenti . Esse non percepivano con acutezza se non gli episodii delle proprie ossessioni , i quali erano senza fine ; poichè all ' una tutto intorno parlava della morte , e all ' altra tutto parlava d ' amore ; l ' una , in ogni filo d ' erba , in ogni albero , in ogni farfalla , vedeva qualche cosa destinata a scomparire miseramente , e presto ; l ' altra vedeva il frutto d ' un amplesso universale , necessario , sacro , divino . E dopo aver lottato per metodica resistenza , si abbandonavano perdutamente alla sciagurata voluttà delle inquietudini diuturne , quasi calando a poco a poco in un abisso pieno di raggi lunari .... X . Ella aveva passato la notte fra un corteo di sogni lubrici e maravigliosi che s ' innestavano l ' un nell ' altro , e non finivano .... Le erano sembrati la carezza d ' una mano sagace , uno sfiorar di labbra ardite , un principio di tutte le voluttà e un ' interruzione di tutte , un invito al piacere e una lusinga ingannatrice , un vellicar di piume , dalla nuca alle reni .... Da ultimo , sull ' alba , s ' era vista per una lunga amplissima scala , i cui gradi erano dissimulati con drappi vivaci così di tinte , così poderosi nel disegno , che si sarebbero creduta l ' opera di molti artisti immortali . La scala metteva capo a una porta chiusa , pesante per ornati di bronzo a cesello . Stagnava una grigia penombra .... E sugli scalini , - indimenticabile spettacolo , - seminude o nude , erano sdraiate numerose femmine di bellezza magica .... Alcune Emilia poteva ricordar tuttavia ; adagiata alla sommità era una , intensamente bionda , una bionda simile a luce d ' oro , a torrente di luce ; ed ogni sua bianchezza appariva , ogni curva , ogni delicatezza di vene azzurreggianti .... V ' era anche una bruna ridente con la grande e pur deliziosa bocca aperta a uno schianto irresistibile . , pel quale più rosse parevano le labbra schiuse a mostrar denti perfetti .... V ' era una creola , dagli occhi ingenui e larghi .... Ah quei capelli , non lunghi ma folti , dal torpido profumo , quelle ciocche selvagge che cadevan dietro le spalle , passavano per le spalle sul petto , e lo baciavano , attorcendovisi intorno , - quale illustre guanciale , quale acqua di Lete a tutte le angosce ! ... Nessuna parlava , nessuna aveva idea del tempo . Un magnifico silenzio d ' accidia sopiva le donne , viventi d ' ineffabile vita animale . Anch ' ella , Emilia , stava tra di loro .... A capo della scala o al fondo ? Non rammentava se non d ' avere visto dopo di sè , sotto di sè altri corpi femminili digradanti in basso , fino a smarrire la perspicuità delle linee , giù nella lontananza . Non rammentava se non il turbamento che le era penetrato nell ' animo quando , imbevuti gli occhi di quelle forme e i sensi di quella invincibile pigrizia , aveva richiamato lo sguardo sopra sè medesima , e si era scorta nuda , tutta nuda , tanto crudelmente nuda , ch ' ella non aveva trovato fra le compagne se non la bionda aurea la quale potesse competere con lei d ' impudicizia .... Era rimasta sgominata dalla molesta punta di verecondia ; i suoi occhi non s ' erano più vòlti a guardare in giro , e con una mano aveva nascosto infantilmente un piccolo nèo che le macchiava d ' una macchia graziosa il petto , fra i due seni . Poi , di repente , all ' orecchio le avevano susurrato una parola , qualche parola imperativa per la quale ella s ' era alzata , aveva asceso la scala fino alla sommità , movendosi , non sapeva perchè , non meno leggiadramente che se il suo corpo fosse stato protetto dalle vesti . Nessuna delle donne al suo passaggio aveva sollevato la testa a lanciarle gli sguardi invidi , che nella realtà le dilaniavano le carni . Il silenzio e la penombra incombevano dovunque . Su , a capo della scala , s ' era trovata a seguire un essere bizzarra , nè maschio , nè femmina ; il volto era infantile e le membra , come fuse nel bronzo , erano glabre , neutre . La strana guida l ' aveva condotta in una sala marmorea , radiosa di luce .... ( Emilia soffriva ancòra la sensazione del marmo freddo sotto i piedi )...., impregnata di fragranze le quali per un attimo le avevan dato le vertigini .... Un largo bagno tepido , più limpido del cristallo , si apriva nel mezzo .... Emilia v ' era accorsa , vi si era tuffata : l ' acqua emanava globi d ' odori floreali e mormorava discreta intorno al corpo della donna . Allora la strana guida accosciata presso la vasca aveva dato principio a narrare le voluttà che aspettavano Emilia . Quali parole ! ... Non mai Emilia ne aveva udito di simili ... ! Quella bocca dalle labbra piatte , dai denti aguzzi , sprigionava un fiume incandescente , soffiava un vento infuocato , così le imagini erano procaci e le parole schiumanti di lascivia .... . Ritta nell ' acqua , la quale giungevale poco oltre i fianchi , e con le braccia stese ai due lati della vasca , Emilia ascoltava : il liquido mormorìo era cessato , ma salivano ancòra i globi di profumo ; la donna aveva conservato la sensazione del suo corpo lentamente preso da un tremito di concupiscenza , e degli occhi dilatati quasi ad afferrare le imagini fluenti dalla bocca del neutro narratore .... Che cosa egli prometteva ? Che cosa raccontava ? A chi era ella destinata , a quale non comune Iddio di libidine inesausta ? Il viso di lei doveva essere purpureo di vergogna , mentre il suo corpo si dibatteva sotto la scudisciata delle cùpide visioni ; più volte l ' aveva scossa l ' impeto di balzar dall ' acqua e di fuggire ; ma la curiosità di quella facondia sensuale la tratteneva , con le braccia spalancate e le mani ferme ai due bordi della vasca .... Se il suo sguardo vagava , sotto di sè ella poteva veder nel liquido cristallino il riverbero del seno , del collo , del viso , dei capelli diffusi per le spale ; e si sorrideva , e socchiudeva le labbra ad ammirarsi i denti piccoli ed eguali . Le parole soffiavano intanto sopra la sua testa , fischiava il vento infiammato delle promesse lascive . E come avviene nei sogni in cui la personalità non è morta intera , Emilia si diceva : " Ora , tutto sparirà ; ancòra un poco e potrò risvegliarmi e rientrar nella vita ; dopo questa tortura , tutto sparirà . " Invece la forma umana che parlava , l ' aveva afferrata intorno al busto , le aveva passato sul petto , sulle reni , una mano accorta comunicandole brividi inenarrabili , con una carezza nuova , con uno sfiorar di piume sulla vibratile colonna nervosa ; onde a poco a poco entro le vene ella aveva sentito scorrere non sangue ma lava , e dalla bocca le erano sfuggiti singulti di desiderio .... Era balzata infine dall ' acqua , le membra asciutte quasi per magìa e odoranti un balsamo più intenso dei profumi che esalavano dal bagno .... Pronta per l ' amore , era uscita , s ' era ritrovata presso la gran porta chiusa , al sommo della scala ricoperta di tappeti doviziosi e di femmine o seminude o nude . Allora ( i polsi le battevano più forte , ricordando ) s ' era incontrata nell ' uomo al cui capriccio doveva sacrificarsi ; e sùbito le mani di lei avevan tentato invano di celare la nudità , ma comprendendo il malgarbo dell ' inutile movimento , era rimasta dritta in piedi , le braccia lungo i fianchi , a testa china . Ella avrebbe detto che la sua vita fisica si fosse in quell ' istante sospesa ; assorta nella trepidanza dell ' aspettazione , solo il palpito del cuore veemente aveva segnato l ' attimo d ' angoscia . " Ti guarda ! Non temere ; sei bella . " Ma alzando gli occhi , un grido le era sfuggito . L ' uomo sorridendo le aveva preso una mano appena per l ' estremità delle dita . Ella non aveva visto di lui se non lo sguardo ; ma non s ' era ingannata , o colui che doveva possederla era ben lo stesso ch ' ella amava nella realtà d ' ogni giorno . Il misterioso lavacro l ' aveva così preparata all ' amore di lui ; il canto fescennino ricco di promesse infernali le aveva trasfuso il fuoco nelle vene , perchè ella gli fosse potuta giungere assetata di voluttà , perchè non avesse più avuto requie se non fra quelle braccia , perchè il suo corpo si fosse piegato , allacciato a rosee spire sotto le labbra dell ' uomo ; perchè non fosse stata infine più nulla di cògnito , se non una splendida forma armonizzata dalla passione . Ed aveva seguìto l ' uomo con la tremante gioia di essere costretta alla felicità . Ma qual terribile cosa , quale scherno satanico era avvenuto poi ? La donna bionda , a sommità della scala , si era gettata fra le braccia dell ' amante , ed egli , sollevatala in un amplesso gagliardo , l ' aveva raccolta trasportandola via . Sulla soglia della porta invarcabile , Emilia era piombata in ginocchio , senza il conforto delle lacrime . Risvegliatasi dal sogno , ella girò gli occhi per la camera . La lampada notturna era spenta , e l ' alba entrava dalle finestre . Nella mente della donna , le inconfessabili promesse cantate al suo fianco nel bagno eran rimaste intatte , quasi scolpite sopra tavole di bronzo ; e avrebbe potuto ripeterle in un giorno di delirio ; e le davano ancòra un brividìo di cupidigia e di spavento . Ora , con le membra estenuate di fatica , dopo il sogno molle e focoso non aveva tardato a riaddormentarsi , cercando una tranquilla pace ; e sùbito avevan ripreso le figurazioni di malìa . Erale parso le si fosse aperto innanzi un libro dalle pagine smisurate , sulle quali le imagini raggiungevano quasi la dimensione delle umane sembianze ; i fogli passavano adagio , svolti da una mano occulta . Inutilmente Emilia , aveva tentato di staccarne gli sguardi . La curiosità era viva ; attraente il mistero dei gruppi figurati , e la donna aveva finito per guardare ad una ad una le pagine enormi , seguendo tutta la liturgìa d ' amore , che di foglio in foglio diveniva più mordace . I margini erano all ' intorno carichi di ornati massicci , spesse volte intrecciantisi con l ' imagine principe , avviluppandola in tale rigiro di draghi , di convolvoli , di èdere , di gigli e di grifoni , che il disegno centrale si faceva oscuro . Sfilava , in principio , una serie di ritratti femminili ; teste di donne , classiche nelle vicissitudini amorose , delineate con gagliardìa fino al busto sopra uno sfondo turchiniccio . Ognuna portava , o negli occhi , o sulle labbra , o sulla fronte , una stimate vigorosa di passione ; ognuna aveva , in diverso grado ed espressi con diversa perizia tecnica , il senso di vitalità esuberante , la luce incontenibile , palese sul volto delle donne che amano l ' amore e gli si dànno senza limiti . L ' iconografia partiva da tempi lontanissimi e procedeva attraverso tutte le epoche , attraverso tutte le nazioni . Vi erano dapprima alcuni tipi di femmine quasi selvagge , probabilmente fantasticate dall ' artista , meglio che ricordate in una qualunque storia : seguivano di mano in mano tipi più calmi ed evoluti , i quali avevano qualche legame di somiglianza con le prime , nella manifestazione di un non comune calore ; e spesso i simboli mitologici rammentavano la loro divinità , o un diadema sui capelli indicava la loro origine gentilizia o regale . Dai margini , i capricciosi avvolgimenti degli ornati concorrevano talvolta a portare una nota originale , allargandosi dietro le teste gentili a guisa di verzura iperbolica , formando con quei visi eburnei , e quei capelli bruni e fulvi uno stridulo contrasto , creando nuovi intrecci o qualche coppa non mai veduta , da cui sorgevano e la testa e il busto , sveltamente . Eran così forse passate centinaia di ritratti , ed a similitudine di rapide meteore avevan lasciato negli occhi d ' Emilia una pertinace luminosità , lo strascico di molte scintille . Concludeva la serie una figura di donna , - questa , tutta intera da capo a piedi - con intorno al corpo e sulle reni avviticchiato un mostro ributtante , verde , in forma di ragno smisurato , gli occhi fosforescenti a fior di pelle ; il quale teneva confitti i suoi tentacoli nella carne viva della femmina , passandoli sopra le spalle a serrarle anche i seni ed il ventre in un abbraccio furioso . I tentacoli possedevano un rilievo quasi tattile , e la bocca era tremenda , appoggiata alle reni della vittima , da cui suggeva sangue e midollo . Ancòra dritta e prona innanzi , la donna s ' affaticava a divincolarsi dall ' amplesso viscido , e con le braccia stillanti gocce porporine , resisteva alla stretta che la soffocava . Sul volto , l ' impronta di raccapriccio era formidabile , la bocca aveva un rictus di strazio , gli occhi schizzavano dalle orbite , e dietro la schiena la chioma nera s ' avvolgeva attorno alle branchie del mostro orrendo . Non pareva , quello , il simbolo eterno delle anime passionali ? Non era , il mostro , una cupidità salda ed ostinata ? Ma lo sgomento del dramma terrifico era sfumato in Emilia al succedersi di pagine liete , in cui una fantasia senza confini aveva trovato un ' espressione priva d ' esitanze . Le scene si svolgevano dissimili , gli abbracci strani e contorti , i gruppi numerosi . La dormente non riusciva ad afferrarli tutti . Il cuore aveva rialzato il battito , una morsa di ferro le aveva attanagliato la gola , e con gli occhi immobili nel sogno ella stava a scrutare . Che cosa avveniva ? Un caos , un turbine , lo straripare di un torrente in dirotta ; ed ogni scena pareva di prim ' acchito semplice e casta ; a ciascun foglio , si sarebbe detto che la fantasia stanca si fosse compiaciuta di un riposo , disegnando idillii ed atteggiamenti pudichi . Ma le linee si spostavano sotto gli occhi della spettatrice ; il quadro , in cui eran raccolte le cose stridenti che nella realtà si escludono e nel sogno si sposano con tranquilla inverosimiglianza , il quadro scopriva presto , il suo concetto afrodisiaco . Corpi femminei e corpi maschili , antichi mostri e simboli nuovi foggiati dall ' ingegno balzano , contorni sfrontati , figure d ' una temerità insultante , ogni creazione sfolgorava linee di demoniaca audacia . Strette le mani , stese le braccia , aggomitolato il corpo spasmodicamente , Emilia convergeva nel sogno gli sguardi immobili , la bocca un po ' schiusa al respiro tronco . No , ella non avrebbe mai supposto una sì lunga scala di secreti piaceri .... Inorridiva , e soffriva la tentazione di ridere senza fine , d ' atteggiare la fisionomia al ghigno lubrico onde si illustravano i volti degli ossessi , che le sfilavano innanzi e le si accavallavano nella memoria . Provava l ' ambascia di un solletico mortale , abbinata colla sensazione dolorosissima della nuca , ove l ' epidermide sembrava ristringersi gradatamente . Non poteva gridare , nè di spasimo nè di rivolta , e tuttavia aveva informi nel cervello lo parole , e le si aprivano le labbra e si movevano invano . La fatica greve dell ' incubo , la luce ormai chiara che , tormentandole gli occhi chiusi , arrossava anche le imagini , finirono con lo spossarla . Ella vide ancòra passar due Centauri , maschio e femmina , rapidamente in una prateria soleggiata ; dell ' una , intese con la vista una grossa treccia bionda , il petto superbo ; del Centauro , la rincorsa avida , il raggiungere , l ' impennarsi .... Poi il corpo d ' Emilia si ribellò a un tratto , inarcandosi come un vimine che brucia .... Ed ella battè due volte con le reni sul piano del letto .... XI . Sembravano due ragazzi accaniti in una gara ingenua , ed eran due odii che si cercavano , una coppia che travisava la lotta dei sessi , la quale finisce con un abbraccio , e qui non aveva speranza di finire se non con qualche impreveduta violenza . Tale era divenuta a poco a poco l ' intimità fra Cesare e Roberta , che il dottore e la fanciulla non si chiamavano più coi nomi loro , ma con nomignoli bizzarri . Cesare per Roberta era " pipistrello " , e Roberta era " cavalletta " per Cesare . Trascinato dal giuoco , egli s ' era fatto più audace di lei , ed ella doveva talora cercare un cantuccio nascosto del giardino per leggere in pace i suoi libri ; dove il Lascaris arrivava , agitando in aria un grosso ranocchio o un ispido vermiciattolo , minacciando di gettarglielo sulle vesti . Stavano in agguato delle debolezze reciproche per cavarne il tema a uno scherzo o a un ' insolenza ; si disegnavano il ritratto sopra un pezzo di carta , prodigando linee buffonesche , musi spaventevoli , capelli incolti ; le fogge di vestire non isfuggivano alla critica ; l ' inesperienza di Roberta a descrivere una scena e ad esporre un lungo racconto , offriva a Cesare l ' opportunità di contraffare la ragazza crudelmente . Sentivano nella implacabile guerriglia una attrazione quasi sensuale , aspra . Cesare aveva bisogno di tutta la sua prudenza per vigilarsi , per costringere lo scherzo entro i confini e non eccedere . Illuminata dal male , Roberta appariva certi giorni veramente bella : un viso bianco e giovanile , che già si piegava a scrutare i vuoti abissi del nulla , un corpo fragile di cui Cesare conosceva quasi intere la forma e l ' attraenza .... Poi , la giovanetta , anelante alla bellezza , si faceva di ora in ora più seduttrice , con molta incoscienza , la quale era un ' altra seduzione ; e nel giuoco sfoggiava una naturale arte femminea , dando alla voce alcuni coloriti di preghiera e d ' ironia , che vibravano a lungo e sembravano commuovere lei medesima . Si vestiva con cura minuziosa ; aveva strappato a Emilia il permesso di portare gli orecchini di brillanti e i gioielli inibiti ancòra alle ragazze . Attillata , guantata , coi cappelli fantastici allora in moda , vivificata e rosea per la piccola febbre che la distruggeva lentamente , somigliava qualche volta a sua sorella , e , predestinata dalla malattia , qualche volta era di sua sorella più capziosa . - Non Le sembra , - aveva detto a Cesare un giorno , in cui era scoppiato il temporale , e voleva ottenere ch ' egli chiudesse la finestra , alla quale ella non osava affacciarsi , - non Le sembra che La preghi deliziosamente , con una voce da sirena ? ... Aveva intrecciato le mani , composto il viso a timida umiltà , pel timore che il Lascaris non si giovasse dell ' incidente a vendicarsi delle spesse cattiverie di lei .... Ma quella sera eran giunti anche più oltre . Per difendersi dal fulmine , Cesare aveva suggerito a Roberta la consuetudine dei pusillanimi che si nascondono nudi fra due materassi .... - È un ' idea , - aveva aggiunto , incapace a frenarsi . - La provi . Supponiamo che il fulmine cada nella sua camera , mentre Lei è così al riparo ; non imagina che gioia , che trionfo ? Aveva taciuto un attimo ; quindi , pazzamente : - Badi però di non dimenticare in quale posizione Ella si trova . Sarebbe piacevole che balzasse fuori dal nascondiglio , tutta nuda , e venisse ad annunziarmi gravemente il pericolo scampato ! ... Andare da lui , tutta nuda ? L ' imagine s ' era presentata assai monca alla fantasia della giovanetta , ed ella non vi aveva visto se non la comicità o il ridicolo ; per questo , mentre Cesare già si mordeva le labbra , risuonò nella camera una lunga risata , e Roberta concluse negligentemente : - Sì , sarebbe piacevole , Pipistrello ! ... E fu tutto . Il Lascaris la tormentava con una gragnuola di proverbii , stroppiati , confusi , mescolato il capo dell ' uno con la coda dell ' altro ; e interrompeva le parole di lei per lanciare due o tre sentenze così grottescamente camuffate , ch ' ella ricordava e ripeteva .... In tal modo infilavano discorsi strani , scintillanti qua e là di qualche lampo d ' arguzia spontanea . Poi , di repente , l ' un dei due si faceva serio e parlava di cose gravi ; ciò avveniva più spesso alla presenza d ' Emilia , la quale aveva assistito in parte al nascere della confidenza inaspettata , e non sapeva giudicarla , attonita . La conversazione diventava saggia , ma variata per le immancabili puerilità di Roberta ; discutevano del matrimonio , dell ' amore , in termini poco definiti , perdendosi . Cesare non poteva esprimersi compiutamente ; Roberta non aveva dell ' amore se non l ' idea romantica ; Emilia era distratta e nervosa . Seguitavano fin che l ' abitudine della quotidiana guerriglia non li avesse ripresi , e l ' uno non avesse dichiarato l ' altra incapace a qualunque ragionamento più volgare . Ma con abili scandagli , il Lascaris era riuscito a stabilire che , sebbene romantica , l ' idea dell ' amore era completa in Roberta . Senza madre , non vigilata da Emilia se non materialmente , in dimestichezza stretta con altre fanciulle , Roberta sapeva e indovinava con una perspicacia talvolta contradditoria . Non arrossiva mai fuor di proposito ; sapeva benissimo , ad esempio , d ' essere vergine , e ignorava in che cosa la sua verginità consistesse . La conversazione seria assumeva una vivacità estrema . Cesare si levava in piedi , camminava pel salotto , parlava come innanzi a un avversario che si deve convincere . La fanciulla ascoltava e prendeva poi la parola ad esporre i suoi dubbii ; la facondia dell ' uomo le smagava i sogni e le toglieva il concetto abituale della vita . La spauriva l ' insistenza di Cesare nel definir nettamente i termini della lotta , una cosa nuova per lei , orribile nelle sue forme infinite . Ella aveva sempre considerato l ' esistenza uno scambio d ' aiuti e una gara d ' arrendevolezze ; non poteva piegarsi a credere specialmente nel male e a diffidare del bene . Le discussioni davan luogo anche a qualche episodio . Una sera in cui parlavan di matrimonio , Cesare aveva chiesto a Roberta quale sarebbe stato per lei il marito ch ' ella avrebbe idealmente scelto ; e come la fanciulla non sapeva sbrigarsene sùbito , il Lascaris seguitò , con una fievole punta d ' ironia : - Vediamo , per esempio : io so che sarei un marito eccellente . Se io , dunque , la domandassi in isposa , Lei accetterebbe ? Emilia drizzò il capo , sussultando . Roberta esitava ; nonostante la confidenza , ella soffriva sempre innanzi a Cesare un po ' d ' impaccio , e finita la febbre dello scherzo , era ripresa dalla tema d ' offenderlo . Infine , si decise : - No , - disse . - Rifiuterei . Non è abbastanza idealista . L ' osservazione fece ridere il Lascaris , forse perchè si sentiva colpito a fondo ; ma Roberta aveva nascosto una verità più cruda . Per lei , Cesare era brutto , ed ella pensava che la bellezza era quanto si doveva cercare e portare nel matrimonio .... Ah , la bellezza eterna e l ' eterna giovanezza rappresentavano la fantasia carissima fra tutte alla fanciulla ! Solo aveva sguardi per istudiare il volto degli uomini e delle donne , la maniera di vestirsi , gli atteggiamenti e le espressioni .... - Hai visto che begli occhi ? - domandava a Emilia , quando passeggiavano . - Hai visto che bella figura ? ... Cesare coglieva il momento in cui passava , qualche deforme , per chiedere alla giovanetta : - Ha visto , che bel naso ? La bellezza era il riflesso d ' una grande bontà ; le anime belle non potevano stare se non in bei corpi ; e non era questa l ' opinione più bambinesca di lei : arrivava fino alle ultime puerilità , fino a credere una persona elegante assai superiore ad una dagli abiti modesti . L ' ingegno doveva avere un paludamento visibile .... E poi , con un ' inflessione di voce , con un nonnulla nel gesto o nella posa , risaliva all ' altezza della donna e alla scienza della seduzione . Di tratto in tratto , il Lascaris aveva per l ' inconsapevole morente un lampo di vera tenerezza ; la consigliava e la correggeva , quasi una sorella .... - Andiamo , selvaggia ! Andiamo , cavalletta , si tenga bene sul busto , porti alto il capo .... Su , un poco d ' energia , Lei che vuol essere bella ! Perchè s ' incurva così ? - Non posso , mi lasci : sono malata , - rispondeva la fanciulla , ora distrattamente , ora con un ' esclamazione di strazio indimenticabile . " Sì , non ha un anno di vita , - pensava il dottore . - Perchè la tormento ? " La condanna crudele , senza scampo , dava giusto al Lascaris tanta libertà con Roberta . I suoi discorsi non interamente scettici , ma già troppo scettici per l ' inesperta ascoltatrice , la sua intimità ardita , pericolosa , la quale nessuno sapeva fin dove sarebbe giunta , avevano scosso lui medesimo ; e non si liberava dal dubbio di coscienza , se non pensando : " Muore : non ha dimane . Sarà almeno vissuta . " Salvare la fanciulla non poteva ; crescevagli l ' odio per quel fragile e infrangibile ostacolo alla sua passione ; e tuttavia avrebbe voluto accendere la moribonda giovanezza di Roberta , non lasciarla spegnere così , semplice larva . In lui , simile tentazione non era nuova ; spesso , innanzi ai casi di fatali malattie con prògnosi sfavorevole , s ' era sentito spinto ad avvertir l ' ammalato . Avrebbe detto volentieri : " Voi avete diritto a vivere diversamente da noi , che siamo sani e rappresentiamo l ' esempio e l ' avvenire . Toglietevi dal volto la maschera , gettate lungi l ' ipocrisia atavica . Siete liberi ! " E pensava al terribile spettacolo di quei morituri , che avrebbero traversato il mondo in cerca d ' una plaga serena , ove sfrenar la rabbia degli ultimi piaceri . Ma se in tutti gli altri casi l ' uomo era stato vinto dal medico , egli per Roberta non era più il dottore che compiange e passa : aveva rapito a Emilia qualche cosa delle sue ribellioni contro il male . Indi , il combattente si rialzava improvviso da quelle prostrazioni sentimentali . Egli voleva Emilia ; ogni giorno il bavaglio imposto al suo amore lo torturava vie più ; Roberta doveva morire , poichè era l ' ostacolo .... Cominciava anzi a sospettare che la fanciulla si prestasse all ' anormalità dell ' imprevista confidenza non per altro se non per distrarlo e sviarlo dalla sorella .... Lo infiammavano allora l ' inquieto egoismo , la caparbietà di raggiungere un fine con qualunque mezzo .... No : no : egli non si lasciava sviare .... La tentazione era forte , senza dubbio : si sarebbe detto che la febbrile audacia di Roberta dèsse l ' adito a tutte le speranze . Ma Cesare nelle sue inclinazioni , per indole e per sapere era normale : amava la sanità quanto la bellezza , e non poteva cader vittima d ' un inganno momentaneo dei sensi . Il giorno stesso in cui aveva secretamente fatto pervenire a Emilia una lunga lettera appassionata , fu attentissimo a Roberta , fraterno . Il cuore gli batteva in petto , da spezzarsi ; quando Emilia comparve taciturna e pallida , egli si sentì così goffamente intimidito , che non osò guardarla in volto , nè dirigerle la parola . Dovevano recarsi il giorno appresso a una gita , a Mont ' Allegro . Vi andarono , salendo da Rapallo al monte , Emilia sopra una quieta giumenta , Roberta con un asinello piagato che l ' aveva commossa sino alle lacrime , quantunque avesse poi finito col batterlo ; e Cesare a piedi . La guida , un ragazzotto esile e sciocco , li esilarò co ' suoi spropositi di storia e di lingua . Dava a Roberta il titolo di signora , credendola moglie del Lascaris , e di signorina a Emilia , ch ' egli supponeva la cognata di Cesare .... - Signora , signorina , è poi lo stesso , - egli comentava col dottore . - Io , di queste mariuolerie non m ' intendo .... La fanciulla rideva a gola spiegata ; anche Emilia trovava qualche sorriso ; Cesare stava presso la ragazza , lasciando la guida a fianco della donna . Roberta era a cavalcioni della bestia ; per un malinteso , mancava la sella acconcia , e la giovanetta aveva bravamente inforcato la sua cavalcatura . - Su , ritta : i gomiti ai fianchi ; nella staffa , appena metà del piede , - suggeriva Cesare , fingendo una partita d ' equitazione . - Non tormenti il puro sangue colle redini del morso : andiamo , trotto leggiero ! Battute giuste in sella ! ... - Oh , insomma , - gridava Roberta , irritata e ridente . - Vuol lasciarci tranquilli ? ... A poco a poco , le dolsero i ginocchi : la presenza del Lascaris la impacciava , togliendole la libertà di mutar positura . Infine , poichè l ' asinello s ' era fermato a brucar tranquillamente l ' erba , ella riprese la sua arditezza infantile e pregò Cesare d ' aiutarla a scavalcare . Fu quello l ' istante , in cui l ' abitudine mentale di considerar la giovanetta come una larva che non provava e non comunicava alcun fluido di desiderio , spinse il Lascaris alla temerità estrema . Egli cercò di trar Roberta d ' arcione afferrandola pel busto ; non vi riuscì , e la cavalcatura avviandosi in quel punto di nuovo , Cesare non esitò a passare una mano sotto le vesti della fanciulla , ad allargarne le ginocchia indolenzite , e a strapparla di sella in tal modo , rapidissimamente . Poi la sostenne in piedi , e le disse ridendo , impassibile : - Che nessuno lo sappia ! XII . Per aprire il cancello cigolante , egli approfittò del fragore d ' un treno che scivolava nell ' ombra notturna . Il vento taceva ; le cime degli alberi stavano tutte immote ; tra i filari degli aranci , le lucciole non trescavano più . Risonava di tempo in tempo la caduta d ' un frutto delle palme , o il gracidar già fievole dei ranocchi , su in alto nel serbatoio delle acque irrigue . Il giardino grigiastro susurrava con un brivido ignoto alla vita diurna , e qualche cosa placidamente singolare era fra le lucide frasche delle magnolie , fra le chiome dei palmizii , fra i cespi dei fiori .... Cesare entrò . Il passo cauto sulla ghiaia aveva risvegliato l ' attenzione del cane di guardia , che accorreva latrando . Si udiva il galoppo della bestia ; e quando gli fu vicina , Cesare la chiamò sottovoce : - Nero , silenzio ! Qui , Nero ! Il cane , un bastardo , di grandezza mediocre , nero col petto bianco , fiutò l ' uomo e tacque ; si scrollò e ripartì di galoppo , mandando ancòra qualche latrato , lontano , per chiasso . Cesare aveva anticipato di pochi istanti l ' ora del convegno . Temeva d ' incontrarsi coi figli del massaio , che lavoravan di notte al torchio in una piccola casa rustica , dietro la villa . La villa , dal chiosco ove il Lascaris era giunto , aveva contorni indefiniti , nell ' ombra , e , davanti , i due palmizii immobili sembravano proteggerne il riposo . L ' uomo si sentiva inquietamente felice ; pregustava le delizie dell ' amore che comincia , e non possedendo ricordi d ' avventure consimili , non aveva preparato nè una frase nè un gesto ; egli sapeva che la sua passione sarebbe bastata a trascinare lui e la donna nell ' ampio cerchio di luce , in cui tutte le parole sfavillano e sono grandi . A mezzanotte precisa , Emilia gli andò incontro e gli tese la mano . Teneva dall ' altra la catena di Nero , che s ' era imbattuto in lei , e ch ' ella aveva posto al guinzaglio , perchè non disturbasse oltre . - Accenda ! - disse brevemente . Cesare s ' avvide allora che sulla tavola di pietra nel mezzo del chiosco era preparata una piccola lampada . - Non tema , - aggiunse la donna . - Il giardino è deserto , questa notte : gli ulivi ci nascondono interamente . Al debole raggio della lucerna , sì guardarono . Emilia indossava un abito bruno ; per effetto della luce scialba , o per la commozione violenta , appariva di una pallidezza mortale . Seduta sopra un rozzo sgabello di legno , il cane sdraiato a ' suoi piedi , era una figura tragica , davanti alla quale i desiderii arditi dovevano svanire . Cesare ostentava una calma , che di momento in momento poteva mancargli . Il corrugare delle sopracciglia avevagli solcato la fronte d ' una linea scura . Stava in piedi ; guardava la donna con un senso di nuova inquietudine . La sola vista di lei gli richiamava anco una volta la tristezza , che mai non era giunto a dominare , avvicinando le due sorelle . Su quelle giovani , su quelle fresche esistenze , il grigio nembo del destino s ' addensava ; ed egli aveva voluto sfidarlo con loro , ed era troppo tardi per isfuggire alla solidarietà paurosa . " Chi direbbe , questo , un convegno d ' amore ? " - si domandò , mentre Emilia aveva cominciato a parlare . - Mi ha scritto che desiderava un colloquio , - ella disse , incerta nella voce . - Perchè vuole spiegarmi una cosa assurda ed inutile ? ... Non le basta avere per sempre spezzato la nostra amicizia , dandole un significato che io non posso accettare ? Egli incrociò le braccia al petto , e dichiarò : - Non è cosa assurda , il mio amore ; forse , non sarà cosa inutile . Debbo ripetervi quanto vi ho già scritto : ho bisogno di voi per vivere . - No ! - proruppe Emilia , alzando la testa a guardar , più che l ' uomo , la realtà della passione ond ' era ormai stretta e incalzata . - Io non ascolto queste frasi . Con una parola posso toglierle ogni speranza , se non le ha tutte ancora perdute .... Odio l ' amore di Lei , odio l ' amore di chiunque . Cesare fece un passo verso la leggiadra figura dolorosa , la quale parlando aggiungeva una grazia ignara al suo aspetto , e gli toglieva l ' ombra di durezza , che l ' abito aveva tentato di dargli . - Emilia , - egli disse , prendendole una mano . - Voi mi sapete incapace , per indole e per abitudini , a compor delle frasi .... Mi vedete calmo , perchè non ho esitanze , e la fine di questo convegno sarà anche la fine di lunghi tormenti .... . - Non si muore per una donna sconosciuta , - mormorò Emilia , distogliendo lo sguardo dal volto di Cesare , e liberando la mano .... - Sconosciuta ? ... - esclamò il Lascaris . - Io vi conosco . La giovane tornò a fissargli in viso gli occhi grigi , a cui la luce scialba non aveva rapito l ' espressione di smarrimento e di timida carezza . - .... E so che in questo istante nessuno è meno sincero di voi , - proseguì l ' uomo , con voce calda . - Volete ingenuamente tradire voi medesima .... Perchè non dirmi che vi sono indifferente , che non v ' ispiro la simpatia più modesta ? ... Ciò è ben possibile ! ... Ma mi dite che tutti gli amori vi sono odiosi , ed è falso , Emilia . Voi desiderate l ' amore quanto lo desidero io ; voi l ' aspettate , come vogliono la giovanezza vostra e la vostra bellezza . Siete pura , ma non fredda , nè insensibile . - Oh , ve ne prego ! ... - ella interruppe , Avvertendo una vampata di rossore salirle alle guance e alla fronte , per l ' acuta indagine , la quale pareva emergere da un di quei sogni , che non dànno tregua , e popolano la mente di fiamme , e soffian sulle carni . Cesare le afferrò di nuovo le mani , le trattenne , inginocchiato presso di lei , parlandole quasi all ' orecchio . - Ascoltami , Emilia , e rispondimi . La tua anima non ha più segreti per me ; essa vive con la mia , da lunghi giorni , da mesi .... Perchè sottrarla alla gioia ? ... Perchè odii il mio amore , se ancòra non si è espresso ? Non è una passione della quale tu debba arrossire . Non è un ingannò . Forse , colmerà la lacuna de ' tuoi sogni ... Emilia pensò in quel punto : " Davvero , dunque , la mia alcova è chiusa invano .... Qualcuno vi passeggia in ispirito ogni notte .... " Il rossore bruciante che di nuovo soffuse il volto della donna , fece pensare a Cesare : " Ah , quest ' abito nero sarà l ' ultimo , che me la tolga allo sguardo ! " Avvenne una pausa brevissima . Si guardarono negli occhi , sentendo quasi tattile il nembo del destino che li avvolgeva . Era qualche cosa tragica , fra loro , come un urlar lontano di lupi famelici , che a mandra lascino le steppe nevose , per addentrarsi ov ' è speranza di preda . Grandi visioni li turbavano , inesplicabili visioni d ' altri luoghi e d ' altri tempi . La passione quasi taceva , innanzi al mistero di due anime congiunte da ineluttabile fatalità .... Era il silenzio minaccioso , il quale precede un terribile duello ? ... Era la corrente del fascino , irradiatrice d ' ultimi bagliori , prima che i due corpi balzino , s ' allaccino , si travolgano nell ' eternità ? Ascoltavano come lo stormire di una immensa foresta . Emilia si scosse la prima , bruscamente , atterrita . Udì le parole intime dell ' uomo , e le interruppe con un grido , chinandosi su di lui : - Ma io , io , non vi conosco , Cesare ! ... Io non so chi voi siate ! ... Che cosa avete fatto di me ? - È vero , - disse il Lascaris . - Hai bisogno del mio passato , Emilia , per giudicar del nostro avvenire . - Neppur questo , - ella seguitò , con voce profonda , quasi mistica nel silenzio vivo del giardino . - Neppur questo , Cesare . I fatti son forse ben poca cosa , in paragone dei sentimenti .... Ma io non so il vostro animo .... Chi siete ? Ditemi chi siete ! Che cosa volete da me ? Vedete come sono triste ? Non vi manca il coraggio di prender parte alle mie angosce ? E perchè volete sacrificarmi il vostro avvenire ? ... Così parlando , ella non ebbe forza a trattenere un affettuoso gesto istintivo , in cui la sorella pareva confondersi con l ' amante ; e le sue mani sfiorarono i capelli del giovane , e vi s ' indugiarono in una mite carezza . - Dimmi che mi ami , prima ! - egli esclamò , stendendo le braccia a cingerle il busto , con un gioioso slancio di vittoria . Le cercò avidamente la bocca , e la risposta migrò da labbra a labbra , non udita nemmeno dalle pallide foglie immote . Ma poichè Emilia sentiva la stretta divenire ardente , e il suo cuore e il cuore dell ' uomo precipitare i battiti come nell ' ora delle supreme follie , ella aggiunse : - Lasciami ! ... Lasciami ! ... Lasciami ! ... E si scostò con un balzo . Da quel punto , tutto aveva mutato significazione . Il passato era sepolto nell ' oscurità ; non fiammeggiava di fronte ai due innamorati se non il futuro , un ' ampia via pagana , che luccicò un attimo visibilissima ai loro sguardi ; poi essa pure si spense , e Cesare ed Emilia si ritrovarono nella notte , nel chiosco , entro il circolo delle cose reali , che dovevano essere vissute ad una ad una . Nero si drizzò inquieto . Aveva udito romore e scrutava nel giardino grigiastro , le orecchie aguzze ; cominciò a ringhiare , e si slanciò fuori d ' un tratto , abbaiando distesamente . Emilia pure aveva guardato la villa , impallidendo ; e mentre Cesare la raggiungeva , ebbro di desiderii , avido di baci , ella lo arrestò con la mano . - Ve ne prego ! - disse con voce spenta . - Che cosa ho fatto ? Che cosa speri ? - Ah non pentirti di vivere ! - esclamò il Lascaris , vedendole il volto tutto bianco di sgomento . - Più tardi , più tardi , mi dirai : concedimi ancòra un lampo di felicità . E fissandola così ritta , pallida , pallidissima per l ' abito bruno , per il diadema di capelli neri , coi grigi occhi illuminati da un ' espressione in cui lottavano mille sentimenti contrarii , fissando la svelta forma , ch ' egli aveva temuto di non potere allacciar mai colle braccia , - l ' inno semplice e immortale gli sgorgò dal cuore e dalle labbra : - Come sei bella ! - proruppe , non osando quasi avvicinarla . - Come sei bella , anima mia , divina statua ! ... Come sei bella ! Emilia rabbrividì allora , al sogno : l ' uomo che sorridendo le aveva preso una mano , appena per l ' estremità delle dita , e l ' aveva condotta sulla soglia della porta invarcabile . Fuori del sogno , in quella notte estiva , Cesare era ancòra innanzi a lei , ed ella rabbrividiva di spavento e di pudore .... - Dimmi che vuoi essere mia per sempre , - egli le susurrava , prendendole una mano , timidamente , appena per l ' estremità delle dita , e chiamandola a sè . - Perchè non comprendi che io ti amerò sempre come oggi ? Io darò per te il mio sangue , la mia vita , il mio orgoglio ; abbandonerò gli amici , porterò superbo il più greve giogo che ti piaccia impormi ; rinnegherò ogni fede , e avrò la tua sola fede , la tua religione .... Quindi aggiunse , esaltato , traendola dolcemente a sedere sulle sue ginocchia , e cingendola con le braccia : - Tutto questo , io te l ' ho già detto , da molto tempo . E tu l ' hai udito , non è vero , senza che io parlassi ? Hai capito che la mia esistenza cessava , per raddoppiarsi con la , tua ? ... Abbandonata fra le braccia di lui , Emilia non osava far moto , bevendo la dolcezza dell ' inno eterno . E di repente , sollevò la testa col suo atto risoluto , e offerse il viso ai baci , perdutamente , ebbramente , avvinghiata al petto dell ' amante . Tutti i baci scesero sulla bocca di lei , sugli occhi , sui capelli , sulla gola ; ella li rese , così assetata di delizie , che non avrebbe resistito al tentativo più audace . Sotto l ' impeto della passione senz ' argini , ebbe d ' improvviso la visione della strada che conduceva a Pieve di Sori ; vide sè stessa calma in apparenza e turbata nell ' anima : vide Cesare al suo fianco ; capì come già da quel giorno tutto fosse stato predisposto .... Ella aveva resistito assai , aveva sacrificato abbastanza alla verecondia del suo sesso . Nessuno avrebbe ormai osato condannarla . - Ascoltami , - disse Cesare sottovoce . - Non mi negherai ciò che ti domanderò ? Sorrise , vedendo Emilia ritrarsi un poco , e fissarlo inquieta . - È un piccolo capriccio , - aggiunse , - una cosa puerile .... Voglio salir con te nella tua camera da letto ; voglio vedere dove tu riposi ... - No , no , no , - rispose la giovane , sgomenta . - È impossibile .... È già una pazzia riceverti qui .... Non chiedere .... Debbo rifiutare .... - Faremo così adagio , - proseguì Cesare , tranquillamente implacabile . - Saliremo all ' oscuro : tu mi condurrai . Resteremo un solo minuto ; vedrò dove tu riposi , e torneremo .... Non rifiutare , mia divina .... Voglio respirare il profumo della tua camera , un minuto solo .... Mentr ' egli parlava , la donna s ' era levata dalle ginocchia di lui , e guatava la villa piena d ' ombra . - Dov ' è la sua finestra ? - interrogò il Lascaris , ritto alle spalle d ' Emilia . - La finestra di mezzo è la sua finestra , - mormorò Emilia , immobile . - Senti che silenzio ? ... Dorme .... Non la sveglieremo .... Suvvia , anima , non rifiutare ! - Ma non capisci ? - esclamo Emilia , volgendosi a guardarlo . - Non capisci che rifuggo dal condurti nella casa dov ' ella dorme ... ? - Di che cosa siamo colpevoli , Emilia ? - rispose Cesare . - Quando vivrai dunque per te , senza spettri ? Manchi di fede a qualcuno ? Sono io legato a qualcuno ? Siamo liberi ; ci amiamo .... Perchè devi arrossire ? E camminando per il chiosco , seguitò concitato : - È dunque verO che hai rinunziato a vivere ! Non potevo credere , tanto la cosa è triste e strana ! Ti vergogni d ' amare , e ti avveleni ogni istante di gioia ! Dovrò nascondere la passione ch ' è il mio orgoglio , per lasciar dormire i tuoi scrupoli ? - Cesare ! - implorò la giovane , fermandolo e prendendogli una mano . Esitava ; guardava ora lui , ora la villa assopita coi due palmizii i quali ne vigilavano il sonno . - Vieni ! - disse rapidamente . Cesare spense la lampada sulla tavola , ed uscirono dal chiosco . Il giardino susurrava con un brivido ignoto alla vita diurna , e il gracidar delle rane era cessato ; ma certi fiori che non s ' aprono , se non nell ' umidità dell ' ombra , effondevano un profumo di notte romantica ed antica . Emilia pensò alle sere innocenti in cui scendeva ad aspirar la fragranza selvatica di quei fiori , tra i quali le lucciole nottiludie vibravano i loro piccoli lampi . - Nero ! Povero Nero ! - ella mormorò , vedendo il cane sbucar da un viale , e tornare a lei . Esso veniva cautamente , trascinandosi dietro la catena ; Emilia si chinò a staccargliela dal collare , e il cane si drizzò a ringraziare , scodinzolando . - Va , va , Nero ! - disse Cesare , a bassa voce . - È inquieto : vuol seguirci , - osservò Emilia . - Non si fida .... - Non si fida di me , - soggiunse il Lascaris , sorridendo . Emilia gli strinse la mano in silenzio . Quanto più procedeva , tanto più si smarriva di coraggio ; l ' inutile audacia di ciò che stava per fare , le sembrava enorme . - Sai quale pericolo affrontiamo ? - bisbigliò , quando giunsero a ' piedi della breve scala di marmo - .... Di notte , ella si sveglia , e qualche volta entra nella mia camera , - Perchè ? - Ha paura . - Di che cosa ? La giovane fece un gesto perduto , rabbrividendo . - E tu temi anche per questa notte ? - chiese il Lascaris , con lo stesso fremito . Emilia tacque , guardò la scala bianca , e , al sommo , la porta chiusa . - Vieni , vieni ! - ripetè febbrilmente . - Non temo nulla .... Ti ho promesso .... Parve infinita la breve scala ; parve ai due innamorati che nella oscurità qualche spirito potesse ergersi minaccioso ; sentirono il respiro affievolirsi e il battito del cuore crescere vertiginosamente . Procedettero , sapendo pure che ad ogni passo il pericolo aumentava . - Eccoci ! - susurrò a un trattò la donna , aprendo cauta un uscio . - Sei nella mia camera . - Chiudi la porta che comunica , ed accendi , accendi un lume , una lampada , - pregò Cesare , stringendo Emilia fra le braccia . - No ! No ! Sei pazzo ? - balbettò questa , tutta tremante . - Se non dorme ? ... Udrà il romore , vedrà la luce .... Ebbe un sussulto che la scosse dalla testa ai piedi . Le sembrava già di scorgerla sulla soglia , d ' ascoltarne il grido .... Come erasi potuta dimenticare così ? In brevi ore , ella s ' era mutata , compieva degli atti di cui non aveva quasi coscienza , e che in pieno giorno le sarebbero parsi d ' un ' arditezza proterva e malsana . - Perchè siam venuti qua su ? ... È una cosa spaventevole , Cesare ! - continuò , soffocata dalla paura . - Ella cammina così adagio ! ... E l ' uscio è aperto ; non si può chiuderlo ; stride . - Suvvia , anima , - tentò l ' uomo , - non pensare .... Dorme ! ... Parlavano senza vedersi , ritti ed abbracciati , con le voci morte ; a un passo da loro , non si sarebbe udito verbo . Infine , dopo una pausa d ' angoscia , Emilia dichiarò : - È impossibile resistere .... Voglio assicurarmi che dorma .... Aspettami ; non muoverti di qui ; entro nella sua camera e torno . Già si avviava decisamente ; ma Cesare la trattenne . - Vuoi andare così ? - disse . - Così vestita ? ... Se non dorme , t ' interrogherà .... Che cosa risponderai ? ... Spogliati ! ... Hai dimenticato che son le due di notte , - proseguì , sorridendo . - Spògliati , Emilia ; devi fingere di essere scesa dal letto .... Spògliati ! La voce era commossa , quasi l ' invito avesse avuto un ' altra , ben più cara significazione ; e l ' idea lo incalzava senza pietà , non venuta da lui , non meditata prima , balzata viva dalle tenebre infide . - Spògliati , - ripetè . - È oscuro ; non potrò vederti . Dubiti di me ? ... Coraggio , mia divina ; l ' uscio è aperto , ed ella può giungere . - Ah , non lo dire ! - esclamò Emilia , aggrappandosi a lui , come per sottrarsi al pericolo . Angosciata , smarrita , con un ronzìo di terrore negli orecchi , la giovane avrebbe in quell ' istante obbedito a qualunque voce imperiosa .... Girò lo sguardo nella spessa tenebra ; non uno spiraglio di luce che potesse tradirla .... Si decise . - Sì , sì , mi spoglio , - acconsentì febbrilmente , senza pensare che la parola sembrava in bocca di lei un grido di passione . - Farò come tu vuoi , Cesare .... Mi spoglio ! ... Cesare la sentì staccarsi e avventurarsi nella camera , francamente , con l ' infallibile destrezza dell ' abitudine . Egli aveva trovato il vano della finestra , e vi stava immoto . Non mai un più energico dominio di sè stesso gli era stato imposto ; si curava ben poco del pericolo , si rideva dell ' uscio aperto . A due passi da lui , l ' amante si spogliava tutta , e rivestiva la molle veste notturna . Oh , giungere alla donna invisibile , e sentirla palpitare fra le braccia ! ... Vi doveva essere un momento in cui l ' oscurità ammantava il corpo nudo di Emilia , e glie la sottraeva allo sguardo innamorato . Egli pensava alla sventura dei ciechi , profonda come un abisso . E sussultò , udendo ; la voce della donna mormorare sommessamente : - Ecco ; ora vado .... Aspettami .... Tornerò sùbito .... Egli protese le braccia nell ' ombra , bevendo , il profumo della giovane discinta ; ma non riuscì se non a sfiorare una mano di lei , che non si lasciò attrarre . - Aspettami , - disse ancòra Emilia . - Dopo , sarò più tranquilla . Cesare si calmò . Ella doveva tornare . Nessuna forza umana , allora , avrebbe potuto contenderla al suo destino . XIII . Il cane , che aveva abbaiato buona parte della notte , e che ancòra abbaiava , da lontano , da vicino , per una grande inquietudine , - non aveva permesso a Roberta di addormentarsi . Era a letto , ma leggicchiava uno de ' suoi libri romantici , alla luce di un doppiere , sul tavolino ; e le avveniva di ripetere una stessa frase , senz ' afferrarne il significato . Quando scorse Emilia varcar la soglia , stese le braccia , ed un buon sorriso le rischiarò il volto . Emilia s ' accostava , tutta chiusa in una leggera veste da camera , con un gran collare alla Stuart , i capelli crespi e lunghi snodati per le spalle . - Anche tu non dormi ? - chiese Roberta . - Nero non è mai stato così cattivo ... ! Come sei rosea ! - aggiunse , guardandola attentamente , nell ' abbracciarla . - Come sei calda ! - osservò ancòra , prendendole le mani . - Smetti di leggere , - le ordinò Emilia . - Ora dormirai , non è vero ? I suoi occhi contemplarono quasi con ostilità il volto della sorella e le forme che s ' indovinavano sotto le lenzuola . Ella tremava al pensiero che se non avesse affrontato così il pericolo , Roberta sarebbe venuta a trovarla ; e sentiva nell ' animo agitarsi il rancore per colei , la quale anche da lungi dava ombra a tutta la sua vita , e le dimezzava , le rubava un ' ora della breve felicità . Accomodò i guanciali a Roberta , e le tolse il libro . Sapeva d ' avere sulla giovanetta un impero senza confini ; la sua mano passata nei capelli di lei , per materna carezza , poteva addormentarla ; la sua presenza era più volte bastata a rassicurarla da qualunque timore . - Come sei calda ! - ripetè la fanciulla , avvertendo la carezza tra i capelli biondi . - Dormi , dormi ! - Emilia mormorò impaziente . Agiva con la tranquillità consueta ; e tuttavia , se Roberta avesse voluto oltrepassar la soglia , ella si sarebbe uccisa , piuttosto che darle il passo . - Chi sa perchè Nero , abbaia in questo modo ? - osservò Roberta , udendo ancòra il latrato del cane , sotto la finestra . - Risponde agli altri , che abbaiano nelle altre ville , - disse la giovane . - Hai paura anche del cane , stanotte ? - No , non ho paura .... Rimani fin che mi sono addormentata ? - Sì , certo ; fin che ti sei addormentata .... Roberta sorrise , e chiuse gli occhi , tossendo di tempo in tempo . " Dormi , - le imponeva la sorella col pensiero . - Io sfiorisco lentamente qui , ma qui non dovrei essere , e il mio destino è più forte d ' ogni calcolo pietoso . Dormi ; non rapirmi il tempo che è mIo , non amareggiarmi l ' ebbrezza che tu ignori , e che mi appartiene . " La guardava con uno sguardo quasi magnetico , e la sua mano non ristava dalla lenta carezza , in cui si era trasfusa una volontà imperativa , in cui vibrava un dominio nuovo e assoluto . A poco a poco , il respiro della giovanotta si fece eguale ; sotto le palpebre , gli occhi non vagarono più ; la bocca si schiuse leggiadramente ; il corpo tutto si distese in una quiete benefica e profonda . Allora Emilia ritrasse la mano ; il suo còmpito era terminato ; Roberta dormiva .... Fu , d ' un tratto , come se in un perduto villaggio di montagna risonassero inaspettate mille trombe di guerra .... Nell ' animo d ' Emilia , la quietudine della camera virginale e il proprio contegno affettuoso , non ebbero più senso ; ella si volse ad altre imagini ; una turba d ' aspettazioni gioconde la invase .... L ' intermezzo candido era finito , e la notte di fiamme la riallacciava .... Prima di spegnere il doppiere , si chinò sopra Roberta per udirne ancòra il respiro eguale , e la fissò un attimo duramente , con la crudeltà d ' un egoismo che trionfa . Poi soffiò sulle candele , uscì , accostò la porta , stette un poco in ascolto , e quasi di corsa traversò il salotto per raggiungere l ' amante . XIV . - Non dormiva , - ella disse in un tronco bisbiglio . - Ora l ' ho addormentata .... Ma , tu partirai , Cesare , non è vero ? ... È l ' alba .... - Mancano tre ore all ' alba . Non mandarmi via , adorata , - pregò Cesare , trovando la donna nell ' ombra , e abbracciandola come avesse temuto di non più rivederla . Egli , aspettando , aveva fatto il giro della camera , e nella densa oscurità poteva adesso muoversi non meno destramente d ' Emilia .... Pure aspettando , aveva udito i colpi di tosse , e aveva pensato alla fanciulla ; un confronto audace tra le due sorelle gli si era imposto allo spirito , gli aveva infiammato le vene d ' un ardore quasi cupo .... Andò all ' uscio che comunicava , e lo chiuse , senza farlo stridere , prudentemente . - Che cosa fai ? - domandò Emilia , la quale conosceva il romore . - Chiudo .... Voglio vederti .... - rispose il Lascaris , tornato a lei , riprendendola fra le braccia . - Per carità , non pensarlo .... - Voglio vederti , mia unica bellezza , coi capelli sciolti così .... Che profumo hanno i tuoi capelli ! - Non insistere , Cesare .... Appena siamo sfuggiti a un pericolo . - Dorme ; se anche si sveglia , non oserà disturbarti nuovamente . Emilia s ' accorse ch ' egli la lasciava ... - Si vedrà il lume , - disse , impaurita . - È inutile ; è tutto inutile , - esclamò il Lascaris , abbassando poi sùbito la voce imprudente . - Non resisto più a una simile tortura ; dovessi perderti per sempre , voglio vederti così , come ti ho sognata e non ti ho vista mai .... Questa notte , non ha paura , è tranquilla , - continuò , mentre s ' avvicinava al tavolino , sul quale aveva prima tastato un lungo candelabro . - Tu l ' hai rassicurata , - soggiunse . - Una forza divina ci protegge .... E accese i cinque bracci del candelabro , e si rivolse . Emilia s ' avvide che il momento era terribile ; non tanto pel pericolo di Roberta , forse , poichè ogni notte in camera era accesa la lampada pènsile , e l ' oscurità sarebbe parsa alla fanciulla più strana della luce ; quanto per l ' uomo , superbo di desiderio e di speranze . No ; Emilia doveva confessarselo : ella non lo conosceva , non aveva mai supposto d ' essere così violentemente agognata , di poter così intimamente mutarlo .... Per tutto il volto di lui raggiava un maschio tripudio ; la linea scura della fronte era scomparsa ; si sarebbe detto che la morte sola potesse arrestarlo .... Emilia lo fissava , amandolo ; e cercava un mezzo , pensava a un grido per isfuggirgli . - Non vi avvicinate ! - gli ordinò , a bassa voce . - Non vi avvicinate ! Girò lo sguardo intorno , più sgomenta di sè che di lui , non sapendo come togliersi all ' abbraccio , che presentiva invincibile . - Volete approfittare della mia debolezza e del pericolo ! - gli lanciò ancòra . - È un tranello , questo ! Cesare s ' era fermato , pallido . - Che cosa dici , Emilia ? - susurrò , - che cosa temi ? - Non avvicinatevi ! - ripetè la giovane , con lo stesso imperio nella voce . Ella ignorava d ' essere straordinariamente bella . Abbandonata sul letto , svelata dalla luce aurea in ogni linea della sua positura di battaglia e di rifiuto , dominava l ' uomo e i desiderii con uno sguardo bruciante .... Aveva chiamato a raccolta le formidabili energie di resistenza , insite nella donna ; e ormai riposava tranquilla , sapendo che così debole , così indifesa , non aveva tuttavia nulla a temere , poichè non temeva più nulla da sè medesima . Cesare capì . - Perdonatemi , - disse lentamente . - Vi ho spaventata ! , e ve ne chiedo perdòno .... Volete concedermi di baciarvi le mani ? Emilia lo lasciò avvicinare e gli diede le mani , ch ' egli si chinò a coprire d ' intensi baci ; ella lo guardava , sommesso e vinto ; ma quando Cesare allungò un braccio per cingerla intorno al busto , la donna si sciolse vivamente . - Non osate di più , - disse . - O mi alzo , e vado da Roberta , e mi vi rinchiudo . Poi , mentre il Lascaris le si sedeva ai piedi , sulla candida pelle d ' orso ch ' era stesa di fianco al letto , Emilia seguitò : - Questa , è stata una notte di pazzie .... Anche ora , siamo in mano del caso , ed io posso perdermi , da un minuto all ' altro .... Una simile notte , non tornerà più . Avete voluto sapere s ' io vi amassi .... Lo avete saputo ; ed è molto .... , ed è tutto .... - Tutto ? ... Tutto finirà qui ? - domandò Cesare angosciosamente . - Vi ho chiesto se volete essere mia per sempre .... Tu lo vedi , Emilia ; io non ho mai supposto che tu potessi essere una conquista .... Per il tuo amore , ti offro la mia vita .... . " Dove vai ? " - gridò in quel punto lo spirito loico nell ' animo dell ' uomo libero .... Ma l ' uomo non ebbe tempo a rispondersi , che già l ' attitudine d ' Emilia s ' era cangiata , e sul viso di lei tornava la chiara fiducia , e nella sua preziosa figura splendeva il gaudio d ' una felicità senza sospetto . Poi ebbe un cenno muto della testa , verso l ' uscio chiuso . - Il nostro avvenire è là , - disse . - S ' ella si oppone , siamo perduti per sempre .... - Tu non lo pensi ! - esclamò il Lascaris , levatosi in ginocchio a guardarla con intensità . - Non è possibile fidar due esistenze al capriccio d ' una fanciulla ! ... - Noi giuochiamo anche la sua vita , e tu non lo capisci ! - insistette Emilia , solcando ancòra teneramente con la mano i capelli di lui . - Tu non capisci quale strazio sarebbe per me stessa il compiere un atto che potesse amareggiarla ! ... Ma lo capirai , non è vero ? quando ti dirò che sono pronta a rinunziare , se la mia rinunzia le darà un giorno di pace .... - Siete pronta a rinunziare ? - ripetè Cesare . - E come chiamate , allora , il sentimento vostro per me ? ... Se mi amaste , non esitereste un istante a superare un ostacolo ... Si drizzò in piedi , e rimase a testa bassa , pensando .... Aveva pronunziato le ultime parole con tanto odio , che la giovane sentì un leggero , brivido correrle per le spalle . - Voi non pensate .... - egli proruppe quindi . Emilia fece un gesto di preghiera , perchè smorzasse la voce incauta ; scivolò dal letto , continuando il gesto silenzioso , e andò all ' uscio , e vi restò qualche minuto , con tutto il sangue alle tempia e al cuore .... Le era parso d ' udire un colpo secco di tosse , lontano ; poi , rassicurata dalla taciturnità successiva , s ' appressò a Cesare . - Può svegliarsi , - disse . - Non abusiamo della nostra fortuna ! ... Va ! Va ! Tornerai quest ' altra notte , mio amore ! Ma Cesare non ascoltava ; osservando l ' atto pieno di grazia , col quale ella s ' era un po ' inchinata a studiare il silenzio oltre la porta , e l ' armonìa del suo passo inavvertibile , - l ' uomo le andò incontro , di nuovo in preda a un ' esultanza veemente , l ' accolse e la serrò nel cerchio delle braccia , la ricoperse di baci vivi , sentendola tutta fremere . Fu di quegli schianti appassionati , che sfiorano i giovani corpi come folate aquilonari , e in una vita rimangono , inestinguibili . Ambedue gl ' innamorati risplendevano , per la gioia di spezzar fugacemente la catena diuturna , di riscattare il passato gelido , forse l ' avvenire temibile , con un magnifico slancio d ' oblio .... Cesare adagiò sul letto la donna , languida ; le mani di lui avevano sganciato l ' abito notturno d ' Emilia , e ancòra un gesto gli avrebbe tutta scoperta l ' amante , nuda e bianca , sotto i cinque raggi del candelabro .... E osò il gesto rapido , e la contemplò nivea fra la molle custodia della veste , e le sue labbra diedero i baci ultimi .... La scena era stata così violentemente fuggevole , che Emilia sentì quasi a un tempo il gesto e i baci .... Si sollevò d ' un balzo , si ristrinse l ' abito attorno al corpo . Era pallida del mortale pallore che aveva sgomentato Cesare , al principio del convegno .... - Ah , tu credi , - bisbigliò questi , chiamandola a posare il capo su la sua spalla , - ah tu credi ch ' io vorrò rinunziare a te ? ... È dunque così diffìcile , a voi donne , penetrare il senso della vostra propria bellezza , e comprendere ciò che potete in noi ? Nessuna forza umana , capisci ? ... arriverà a contrastare la mia passione ! ... Perchè sei così pallida , anima ? Perchè piangi ? Perchè piangi ? ... Ella piangeva , ma , dominata ed ebbra , non si staccava da lui .... Rimasero in un calmo silenzio lungamente , avvinti ; udirono nell ' aria qualche cosa eterna passare , - il tempo , l ' amore , la morte ? - e sfiorarli , e procedere incontro ad altri destini , che aspettavano . - Ancòra mi darai una notte come questa , è vero ? - mormorò Cesare timidamente . - Ancòra molte notti di gioia ? - Sì , ancòra molte notti di gioia ! - ripetè Emilia . - Non senti come tutto è strano , in questa notte ? Noi rapiremo alla sorte una grande felicità senza confine .... Bisogna vivere , vivere diversamente . Emilia rabbrividì . V ' era infatti qualche grande energia che li stimolava all ' amore quasi ad un farmaco delizioso , dalle inesauste ebbrezze ; era in loro il bisogno di vivere la doppia esistenza degli appassionati , con doppia forza , con doppia anima , per gli altri e per sè . Tutte le cose grige dovevano fondersi nel calore febbrile di molte notti misteriose , fra gli alti silenzii che vanno dispersi nel sonno . Lo stridore di una candela più breve li fece sussultare insieme . Guardarono insieme la finestra oramai chiara . - È giorno ! - disse Emilia , sciogliendosi dall ' abbraccio , e correndo smarrita alla finestra . - È giorno ! Mio Dio , come farai ? Cesare l ' aveva raggiunta e guardava l ' alba apparire , con le nuvolette rosee ; una fresca alba estiva , sotto il cui sorriso si stendeva il mare .... Mostruoso d ' ombra , solo il puntazzo di Portofino pareva ancòra addormentato . - Va presto , mia vita ! - susurrò Emilia . - Che non ti vedano ! - Non mi vedranno , - disse Cesare . - Rassicurati ; nessuno è alzato , a quest ' ora ! Emilia lo abbracciò la prima , offrendogli la bocca ; sotto gli occhi puri , un livido cerchio aveva cominciato a disegnarlesi .... - Ancòra quest ' altra notte , anima ! - le rammentò Cesare , innanzi di lasciarla presso la porta che metteva alla scala . La scala bianca di marmo era vivida nello sbozzo di luce lividiccia . - Sì , sì , ancòra una notte ; tutte le notti che vorrai , Cesare ! E appena egli fu in basso della scala , ella rientrò , corse di nuovo alla finestra , e vide Cesare traversar cauto il giardino , lungo le siepi , e dove gli alberi offrivano qualche incerta ombra . Da ultimo , nel silenzio cristallino s ' udì il cancello cigolare e richiudersi . XV . Ma no , per lungo tempo , ella rifiutò ogni altro convegno . Troppo temeva di sè , troppo di lui .... Emilia lo amava di quel formidabile amor delle vedove , che paiono spinte dai ricordi del morto fra le braccia dei vivi .... A pena , scambiavano qualche frase , congiungevano le labbra , quando Roberta non era presente . Le molte notti che la donna aveva promesso e Cesare aveva sperato di gioia , si dissolvevano oscure , senza memorie , se non di tristezza e d ' insonnia . Era succeduta la stagione media , quando il periodo dei bagni è finito , e ancòra non ha avuto inizio il periodo invernale , caro alle anime e ai corpi malati . Sul paese , la solitudine pesava ; v ' erano stati in settembre inesorabili giorni di scirocco , durante i quali l ' aria scottava e il sole pareva non dover tramontare mai . Nelle caldissime serate , salivano Cesare e le due sorelle sopra un canotto a remi , con un agile marinaio più cùpreo del rame ; e si facevan trasportar lentamente verso Nervi , verso Quinto , o a capriccio .... In mare l ' aria era ricca e buona ; ma Roberta aveva dovuto ben presto rinunziare alle fresche gite , poichè il lene ondeggiamento della barca le dava le vertigini . Se pure quelli del paese avessero supposto o mormorato , ciò importava ben poco a Cesare e ad Emilia , già ciechi per la necessaria imprudenza della passione ; ed essi continuarono ogni dopo pranzo , spesso col marinaio , soli più spesso , remando il Lascaris .... Roberta stava ad aspettarli , e qualche volta indugiava una lunga ora sulle rocce , a guardare il canotto lontano e tardo , fra la porpora del tramonto , fra le maravigliose zone di luce irrubinata .... L ' imbarcazione , minuscola nella latitudine delle acque , non poteva affondare e sparire ? Le vele bianche o rosee eran lungi , alle estremità dell ' orizzonte , dove anche un pennacchio di fumo svelava qualche invisibile vapore ; mentre dalla spiaggia la distanza era grande .... La fanciulla sentiva d ' odiare qualcuno , là dentro . E la deliziosa strada che da Nervi sale a Sant ' Ilario , s ' appiana , discende per viottoli aspri fino a sboccar di nuovo sulla strada comunale , - anche vedeva talvolta Cesare ed Emilia incontrarsi e passeggiare nella tenera oziosità di chi aspetta giorni felici e si studia a render felici i giorni comuni . Passavano per quella strada sempre le medesime persone alle medesime ore ; quando un gruppo di monache in abito bruno col soggòlo bianco , per la questua ; e quando un curiosissimo carretto tirato da un asinello grigio , guidato da un omiciattolo , che gridava a giusti intervalli , per tutta la durata del viaggio : - Aaah ! ... Iiih !...., e spingeva l ' animale , e scambiava parole coi conoscenti che incontrava . Cesare aveva chiesto all ' uomo da quanto tempo egli percorresse quella strada .... Da venti anni ; da venti anni , tutti i giorni egli scendeva a Genova a portare involti e a raccoglierne , e risaliva a Sant ' Ilario , senz ' affrettarsi , parlando col ciuco , se gli mancavano incontri .... L ' alba rischiarava il suo andare ; il tramonto salutava il suo ritorno .... - Aaah ! ... Iiih ! ... Cesare l ' aveva seguìto con l ' occhio , fino a un gomito della salita , invidiandolo .... Passione ? dolore ? desiderio ? ... Vocaboli ignoti all ' umile ; egli non si augurava se non di poter gridare : - Aaah ! ... Iiih ! ... per altri venti anni . Il Lascaris meditava così , dietro le sensazioni del momento , per qualche spettacolo semplice e fugace ; fin che non fosse comparsa Emilia , che saliva adagio , sorridendo da lungi all ' amico .... Sempre , quell ' apparizione aspettata lo toglieva dalla supina realtà d ' ogni giorno ; ma dentro l ' animo gli si risvegliava , l ' amarezza intollerante di uno che abbia sognato , che abbia sentito sul proprio corpo il contatto fresco d ' un corpo femmineo , e al risveglio si sia trovato in una camera deserta e priva di lume . In quel periodo , Cesare soffriva presso Roberta qualche molestia , quasi lo spettacolo tuttora vivissimo d ' Emilia ignuda sotto i suoi occhi , gli avesse conficcato nel cervello la cupidigia sacrilega di giungere una notte alla camera della giovanetta , di risvegliarla e dominarla come la sorella . Fra le due sessualità ancòra per lui misteriose , egli aveva dei lampi d ' esitanza . Quelle voci si rassomigliavano assai , e Cesare sussultava , udendosi chiamare da Roberta con la stessa inflessione , che gli aveva reso caro il proprio nome pronunziato dalle labbra d ' Emilia . Ambedue le donne adoperavano un solo profumo , aliante intorno ai corpi in una nube leggera ; un profumo , il quale , sorgendo dagli abiti e dalle mani di Roberta , rammentava ostinatamente all ' uomo il gesto , ch ' egli aveva osato quella notte per veder tutta Emilia , e ch ' egli avrebbe voluto osare anche più audace sopra la fanciulla gettata attraverso al letto , per rivelarla pure , fra la molle custodia dell ' abbigliamento intimo . Ambedue avevano un certo movimento risoluto del capo , e certi atti di grazia nel chinarsi fino a un fiore , nel dar la mano , nel sedersi e acconciarsi le gonne intorno . Differivan poco di gusti , e si vestivano quasi a un modo , portando gli stessi gioielli ai polsi e alle orecchie , e gli stessi monili . Non di rado , Emilia esprimeva a metà un ' idea o una sensazione , e Roberta continuava e concludeva .... Si sorridevano , allora , come se le loro anime fossero vissute un attimo nel medesimo cerchio invisibile . Ma sotto quelle e simili apparenze , restava il fenomeno , inquietante per Cesare , che l ' una completava l ' altra ; la bionda ammalata s ' era avvinta per sempre alla sorella bruna , perchè da questa pareva trarre qualche mistico alimento alla propria anima ; ed Emilia aveva contesto il filo della sua esistenza al filo tenue dell ' altra . Egli erasi interposto fra di loro , ma esse . all ' infuori di lui , seguitavano una vita comune , indissolubile per le oscure simiglianze del sangue ; erano carne d ' una medesima carne , due rami d ' un albero unico . - Perchè , - domandò Cesare una volta a Emilia , - perchè ti vesti come tua sorella ? Perchè usi del suo profumo ? Perchè da lontano io posso scambiarti con lei ? - Vi spiace ? Egli scosse la testa , incerto . - Vorrei che nessuno ti somigliasse , anche da lontano .... - Ma la somiglianza con Roberta non è cosa che possa ferirvi . Io ho forse la sua voce , e probabilmente uno stesso modo di esprimermi .... Ciò avviene quando si vive tutta la vita con una persona , tanto più se questa ci è legata da parentela . Non vi è nulla di strano o di voluto .... - Si può volere il contrario .... - Odiate Roberta al punto da non tollerar nemmeno un abito simile al suo ? - Comprendimi , Emilia .... E si arrestò . Non avrebbe potuto comprenderlo mai , perchè non sapeva il turbamento arrecatogli con quella notte di mezza voluttà ; pel quale turbamento , la pace dei sensi era scomparsa , e innanzi a Cesare s ' era spalancata la voragine dissolvitrice delle fantasie , dei sogni , delle figurazioni carnali .... - Oh lasciatemi amarla ! - esclamò Emilia , credendo d ' aver capito . - Dovrò sfuggire ogni somiglianza con Roberta , come si trattasse d ' una nemica ? Perchè odiate tanto una fanciulla , che non vi ha fatto male alcuno ? - È certo , - mormorò Cesare , trascinato in quel nuovo ordine d ' idee , - è certo che voi non capirete mai la lotta . Io non odio ; mi difendo .... Fin che il tuo cuore sarà pieno di lei , io non potrò sperare nulla da te .... Devo darti la forza di comparare e di scegliere , se la scelta sarà necessaria .... Tu ti sei chiusa nel presente e ti sei innamorata del tuo dolore ! ... - Non ammettete alcun legame . Siete un selvaggio , - disse la giovane , cercando , di sorridere per calmarlo .... Erano le cinque del pomeriggio ; avevan preso il tè , in casa , e Roberta era andata sùbito dopo a visitar la figlia del massaio , che giaceva ammalata . Il sole prorompeva dalla finestra aperta nel salotto , chiazzando d ' oro le pareti e il pavimento a mosaico . Nero latrava in giardino , allo strepito d ' un carro . E gli amanti ricordavano ; ella , la scena del chiosco , non osando spingersi fino al ricordo impudico ; egli , la scena della camera , parendogli che di là fosse cominciato il gaudio . - Non ammetto alcun legame ? - ripetè . - Vorrei poter non ammetterlo ; e sarei libero , e la mia vita riprenderebbe il suo corso tranquillo , e non aspetterei tutto il mio avvenire dalla volontà capricciosa di due bambine crudeli .... È questa , ormai , la condizione difficile in cui mi trovo : chi devo vincere ? Te , o Roberta ? Di quale animo devo essere padrone ? Del tuo , o dell ' animo di tua sorella ? Emilia si concedeva qualche atteggiamento un po ' oblioso , appena si trovavan soli ; e s ' era allungata sul divano , col gomito e la mano destra sostenendo il capo ; sottil figura , che rammentava a Cesare quel suo nèo prezioso fra i due seni , e le calze di seta nera alte fino alla coscia . Ella si raddrizzò di scatto , e restò immota , ascoltando . - Per liberarmi da questo dubbio , bisogna che la soluzione venga da noi , da te , - seguitò Cesare , il quale aveva notato e goduto l ' effetto della propria domanda . - Bisogna , infine , parlare a tua sorella , poichè la vuoi arbitra della nostra sorte .... - E se rifiuta ? Se minaccia ? - chiese Emilia . - Se mi fa comprendere che una diminuzione del mio affetto le toglierà ogni forza di vivere e di sperare ? Il Lascaris si strinse nelle spalle ; egli era innanzi al tavolino da tè , e passava macchinalmente le tazze , guardandone il fondo zuccherato , quasi a trovarvi un ' idea . - Non è probabile , - disse finalmente , per dire . - - È molto probabile , invece , che ella si opponga . Vivere con noi , adattarsi a un posto secondario nel mio cuore , cedere a te , le parranno cose assurde e spaventevoli .... Oh , continuiamo così , Cesare , fin che è possibile ! Io sono felice , ora per ora ; non cerchiamo di più , non affrettiamo nulla ! ... Tu sei troppo impaziente .... Egli obbedì a uno slancio , con le braccia tese verso la donna ; ma sùbito si vinse , e abbassò la testa . Urtava nuovamente contro a una barriera : tra il suo concetto della vita e il concetto d ' Emilia , l ' indole , la coltura , l ' esperienza , avevano scavato un abisso .... Egli era non meno sollecito della vita morale che della fisica ; il contatto femmineo , la cupidità esaltata e imprigionata , gli avevano sconvolto la mente e il cuore ; sotto la fustigazione della brama inutile , stava per sorgere l ' uomo pervertito ; ed egli lo intuiva .... Già gli era balenato il pensiero di Milano , dove si sarebbe potuto tuffare in una palude di stravizio , e aspettare coi nervi calmi . Dir questo a Emilia e perderla , doveva essere una cosa sola . Ella , come quasi tutte le donne , ignorava il fascino proprio : ignorava che , ad essere serenamente amata , doveva sodisfar prima la bramosia del maschio , eccitata da lei stessa con l ' incautela d ' una visione , con la vicinanza continua , ch ' era uno stimolo a fantasticare . Sapeva resistere , o almeno fuggir le opportunità , perchè ciò stava nel suo medesimo spirito femminile ; e non sapeva che , al contrario , cercar quelle occasioni , avversar senza posa la resistenza di lei , eran nell ' indole maschile . - Ebbene ? - chiese la donna , vedendo l ' atto di Cesare . - Non è possibile continuare a questo modo , - disse il Lascaris , rialzando la testa . La ruga profonda e dritta gli solcava ancòra la fronte . - Se tu pensassi a raddolcire la mia impazienza , se tu mi dessi qualche convegno , come quella notte , in giardino .... Emilia s ' era inavvertitamente stesa di nuovo sul divano , con un moto di voluttuosa pigrizia ; sentiva ascendere fino al suo egoismo di donna il nembo di quella preghiera incessante , e lo aspirava a guisa di profumo , trovandovi tutto il compenso alla sua resistenza tenace , tutta la ragione della sua resistenza futura . Cesare la vide , e si alzò . Ma ella ebbe appena il tempo a comporsi in un atteggiamento calmo , che sulle scale risonò il passo di Roberta . - Non partire così presto , Cesare , - disse Emilia , sottovoce . Quando Roberta entrò , scorse la sorella intenta a tagliar le pagine d ' un libro e Cesare , in piedi nel vano della finestra , parlando della prossima stagione di Nervi . La giovanetta spense immediatamente lo sguardo che aveva lanciato sui due , e s ' inoltrò con un sorriso pallido . - Lei dovrebbe visitare quella povera ragazza , - fece al Lascaris , mentre si accomodava sulla poltrona a dondolo , in faccia a Emilia . - È in cura del dottor Noli , ma il consiglio di Lei sarebbe utile .... Il tòno metallico della voce e lo studio insolito con cui Roberta spiccava le parole chiarissime , avvertirono Emilia dello stato d ' agitazione in che la sorella si trovava ; ma il Lascaris tardò a rispondere . Guardava la fanciulla , vestita come l ' amante , con una camicetta , una cintura di cuoio giallo , una sottana azzurro - mare ; la camicetta d ' Emilia era rosea ; la camicetta di Roberta , cilestre . Tutt ' e due le giovani portavano i capelli annodati in giro al capo , folti e copiosi . - Non potrebbe visitarla ? - chiese di nuovo Roberta . - No , - rispose Cesare scuotendosi . - È in cura del dottor Noli , il quale non ha bisogno di consigli .... - Soltanto un ' occhiata , passando . - È impossibile , signorina ... - Sta malissimo .... Grida , ha le convulsioni , la schiuma alla bocca .... Il dottor Noli non verrà fino a domani . - Possono chiamarlo sùbito , - osservò Emilia . - L ' ho suggerito , ma i parenti dicono , ch ' è inutile , e sanno ciò che devono fare ; è una famiglia di zotici .... E come è possibile , - seguitò Roberta verso Cesare , - come è possibile negare aiuto a un ' infelice , che è forse in pericolo ? - So di che cosa si tratta , - assicurò il Lascaris . - Me ne ha parlato il dottor Noli ; non v ' è pericolo alcuno .... E pronunziando le parole , le quali caddero in un corto silenzio susseguito , egli osservava la testa bionda e animosa di Roberta , a riscontro con la testa bruna d ' Emilia ; quella superava questa , per la venustà dell ' espressione , e una debole tinta azzurrognola sotto gli occhi , dava alla giovanetta un senso tra di ardore e tra di allettamento . - Quanti anni ha l ' ammalata ? - domandò Emilia , che , pur volendo schivare quel tema , vi era caduta meglio , d ' un colpo . - Diciannove , - rispose Roberta . - Oh , morire a questa età , è spaventoso ! La scena aveva dovuto sinistramente colpirla ; fra sè stessa e la giovane epilettica , fra il male che rodeva l ' una e il male che minava l ' altra , aveva forse trovato qualche occulta rispondenza ; e la esclamazione venutale di lancio , dal cuore , diede una scossa agli amanti . Ella recava sempre nei colloquii di loro una nota acre , un presentimento cupo ; e , partiti già da tempo dietro imagini diverse , gagliarde , quali le imagini d ' amore , essi eran di tanto in tanto soprappresi , arrestati e torturati dal richiamo aspro della fatidica . Emilia la fissò con un ' interrogativa di mite rimprovero , quasi per trattenerla ; ma ella aveva sentiti gli artigli della paura Si levò in piedi , senza curar la presenza del Lascaris , che , rivolte le spalle alla finestra , seguiva attento l ' atto della ragazza . irrequieta . - Se sapessi di dover morire fra un anno , non so che cosa farei oggi , - ella continuò intensamente . - È orribile , simile dubbio , quando la vita ci dà l ' abitudine di pensar sempre all ' avvenire , come se il presente non contasse .... Ecco un esempio , l ' esempio di quella giovane , che non ha vissuto , che non ha gioito , e che un giorno , assai presto , rimarrà vittima d ' una crisi .... Povera anima ! Povera bambina ! Cesare avvertì uno sguardo supplichevole d ' Emilia , per invitarlo a rassicurar la sorella ; ma egli non si mosse dalla sua posa consueta , le braccia incrociate al petto , gli occhi freddi sopra Roberta , che camminava concitata per la camera .... - Perdere questa bella , bella vita , perdere il sole , perdere questi spettacoli , - ella aggiunse , delineando un gesto verso l ' amplitudine del mare e dell ' orizzonte , - perdere tutto , senza aver conosciuto nulla ! ... No , io voglio ancòra vivere , dovunque , comunque , purchè viva ; non è cosa umana rassegnarci al destino , e passare così , quando ancor nessuno ci è tanto legato da poter ricordarci sempre ! ... Perchè se morissi io oggi , chi mi ricorderebbe fra dieci anni ? ... Che bene ho fatto ? ... Che cosa sono stata ? ... Allora , vedendola tutta vibrare di nervosa esaltazione , e rilevando un nuovo sguardo angosciato di Emilia , Cesare si staccò adagio dalla finestra , e andò incontro a Roberta , la prese dolcemente per un braccio , e fissàtole negli occhi gli occhi imperativi , le disse : - Basta , signorina . Che significano queste idee ? Dove le ha lette ? ... È guarita , è forte , e nulla contrasta il suo avvenire .... Tutta la colpa della sua tristezza , è in Lei medesima . Sotto lo sguardo attanagliante dell ' uomo , Roberta parve decadere da un ' alta allucinazione ; il colorito le si diffuse alle guance vivissimo , e nel punto in cui Cesare la lasciava , ella andò a sedersi , e restò a capo chino , umiliata .... - Suvvia , - finì il Lascaris con un sorriso , - la sua povera malata guarirà , e non valeva la pena di trarre deduzioni pessimiste contro il destino .... Quale comunanza poi , Ella abbia con l ' epilettica , dall ' età infuori , io non saprei ; e l ' età è poca cosa , per credere che se quella morisse , dovrebbe morire anche Lei .... Non è vero ? Mi dica che ho ragione , ... Con una fievole punta d ' ironia , egli era a bella posta passato al di là de ' suoi diritti ; s ' era compiaciuto a far sentire l ' indulgenza mordace che le debolezze di Roberta suscitavano nel suo animo , quasi le debolezze d ' una bimba .... - Sì , - ella rispose a voce bassa , levando infine lo sguardo in volto a Cesare . - Ho avuto torto . Quello spettacolo mi ha tanta commossa ! E per sottrarsi al dominio di lui , corse alba sorella , che la ricevette e la strinse fra le braccia . - Non recarti oltre , laggiù , - disse Emilia con dolcezza . - Vi andrò io , se vuoi . Tu ti lasci troppo impressionare . Innanzi alle due giovani riavvicinate e avvinte , le quali lo guardavano con occhi sì diversamente intensi , il Lascaris provò ancòra la vampa di calda sensualità che lo bruciava ormai sempre alla vista delle due sorelle ; e quell ' entrare di un tratto nel possesso spirituale di Roberta , quell ' impero ch ' egli poteva , ch ' egli avrebbe potuto stendere più ampio su di lei , col diritto del medico sull ' ammalata inconscia , gli piacquero e lo aizzarono . Un fastidioso silenzio chiuse la rapida scena . Cesare stava per tôrre commiato , quando la fanciulla lo prevenne , diede un bacio a Emilia , e salutato il Lascaris , ridiscese in giardino . - Nessuna speranza , dunque ? - egli ricominciò non appena furono soli . - Non parlerai ? Emilia era tuttavia circonfusa dalla tristezza , che Roberta sembrava aver lasciato con la sua assenza . - Chi oserebbe parlare ? - rispose . - Non vedi ? Non capisci ? È crudelmente ammalata di spirito .... Chi oserebbe parlarle , in simili condizioni ? - Ammalata di spirito ? - ripetè il Lascaris . - Io ho conosciuto parecchie fanciulle , le quali inghiottivano il sale e bevevan l ' aceto , nella ingenua speranza di morir consunte .... Sono le piccole follìe , cui poche normalissime si sottraggono ; sono i perturbamenti dell ' età .... La signorina legge forse troppi romanzi . - Cesare ! - interruppe Emilia . - Non posso lasciarvi parlare così di Roberta .... - Legge troppi romanzi , - proseguì Cesare pacatamente , nell ' atto che riprendeva la canna e il cappello . - La morte è sempre descritta nei romanzi con un lusso di particolari falòtici , che fanno ridere ; non è un fenomeno naturale e semplice , ma una trovata dello scrittore , una punizione d ' Iddio , una giustizia degli uomini , uno scioglimento di qualche terrifico dramma , che diversamente non sarebbe mai più finito .... Questo ha turbato la fantasia di tua sorella , e una contadinotta qualunque non può patir di capogiro , senza che la signorina ne preveda la morte e le esequie .... E noi , qui ad attendere che i fantasmi passino , mentre andranno sempre rinnovandosi poichè non sono formazioni esterne e occasionali , ma flora indigena , creazioni caratteristiche del suo cervello .... . - Cesare ! ... Cesare ! ... Cesare ! ... - esclamò nuovamente la donna , su tre tòni diversi . - Non vi avrei supposto tanta ingenerosità .... Essa è malata .... - Addio , Emilia , - egli rispose , prendendole ambo le mani . - Cercate di non farmi ricordare quanto può un uomo che vuole .... Cercate di parlarle .... O le parlerò io , benchè non abbia su di lei autorità alcuna . Una maschera di sarcasmo gli era scesa sul volto , e traverso le frigide parole di lui sembrava minacciare qualche imprevedibile ribellione . Emilia non consentì alla stretta delle sue mani ; e lo lasciò partire , pensando che non lo conosceva , che in fondo al cuore dell ' uomo doveva giacere una malvagità sottile , una acerba indifferenza per i mali altrui . Forse , tutto ciò ch ' egli era apparso fino allora , poteva essere stato frutto d ' ipocrisia , di quella ipocrisia non volgare , cui la lotta medesima suggerisce e insegna .... Certo , il sarcasmo , il lieve disprezzo per Roberta e probabilmente per lei stessa , rivestivano i suoi lineamenti arguti meglio assai delle altre espressioni delle quali il volto mobilissimo di Cesare era capace . Quando fu a ' piedi della scalinata marmorea , egli scorse Roberta china sopra un cespo di gaggìa , da cui staccava a uno a uno i granelli dorati e fragranti , serrandoli nel cavo della mano . Cesare avrebbe voluto scansarla ; ma ella avvertì il passo , lasciò la sua leggiadra occupazione , e andò incontro al Lascaris . - Ascolti , - gli disse . - Le grida giungono fin qui .... L ' ammalata è nel rustico .... Vada , vada a vederla .... Veramente , grida non s ' udivano , e il silenzio non era interrotto se non da un canto acutissimo sulla strada , un canto lamentoso e azzurro , che i popolani liguri trascinano in note di falsetto . - Sarebbe indelicatezza verso l ' amico mio dottor Noli , - osservò Cesare annoiato . - Non v ' è pericolo , non ve n ' è affatto .... E , d ' altra parte , io non rappresento nulla ; sono il signor Lascaris , un passante , un villeggiante qualunque . Da due anni , lo sa , ho lasciato la carriera .... Il mio intervento non può essere scusato se non da casi eccezionali . - Ero dunque ben gravemente ammalata , quando Lei è venuto a visitarmi la prima volta ? - chiese Roberta con una triste lentezza . S ' erano fermati poco lungi dalla villa , sul principio del viale che digradava fino alla verde cancellata ; ed Emilia udiva le loro voci , senza afferrar le parole .... Ricordò allora , la donna , la dubbia frase dell ' amante : " Di quale animo devo impadronirmi ? Del tuo , o dell ' animo di tua sorella ? " Un malefico intento di torturar la fanciulla nacque sùbito nello spirito affaticato dell ' uomo ; e invece di protestare , di confortare , di toglierle ogni apprensione sulla malattia d ' ieri , che poteva essere la malattia di domani , egli non rispose motto , e finse l ' impaccio di chi cerca una benevola menzogna . Gli fiammeggiava in mente la sensazione da lui medesimo definita : " Con una parola potrei forse ucciderti " e la parola stava per iscattare , rovesciando ai suoi piedi la giovane dritta e titubante . Ma fu tosto , ridestato dall ' incubo . - Abbiamo una giornata ideale , - egli disse . - Perchè non esce a passeggio ? Le gioverebbe assai più che occuparsi di quella ragazza . - Se ero tanto malata , come posso essere guarita d ' un tratto ? - soggiunse Roberta , allentando il pugno e lasciandosi sfuggire i grani odorosi della gaggìa . - E perchè Lei m ' illude ? Aveva nella voce qualche cosa umile e paziente , qualche cosa forse anco vile e trepida , non mai udita da Cesare nelle domande di lei . Ella era innanzi al giudice , al quale voleva carpire per insidia la sentenza intima e sepolta . Studiava d ' avvicinarsi alla verità , fingendo una rassegnazione consapevole ; ma sotto alla scaltra indagine , il terrore , l ' angoscia istintiva della giovanezza per la tenebra eterna , vibravano . Pur di assaporare la vita , il sole , la felicità d ' una lunga dimane , la vergine intatta nel corpo e monda nel pensiero , si sarebbe macchiata di qualunque impudicizia ; colui che avesse potuto offrirle la salvezza , avrebbe imprigionato la fanciulla in una schiavitù senza limiti , per sempre . O forse , rispondendo alla visione che balenava qualche volta alla mente di Cesare , fors ' ella si sarebbe gettata ai piaceri con la fame avida di chi vuol tutto conoscere in breve giro di tempo , con la febbre di chi alle spalle intende il galoppo macabro . - Che cosa posso dirle più di quanto non Le abbia detto ? - egli rispose freddamente . - Io non ho mai incontrato anima meno fiduciosa ... ! Ella turba la pace d ' una persona che le è cara , e rattrista un ' esistenza che non le appartiene .... Si mosse per allontanarsi , e già s ' era incamminato , quando la voce di Roberta lo richiamò tenera e sommessa : - Almeno , mi saluti , - diceva . - Almeno , mi saluti .... Un ' altra fanciulla , Cesare vide venirgli incontro , nell ' animo della quale le parole di lui secche , brevi , imperiose , avevano prodotto la reazione . Gli veniva incontro Roberta , il volto irradiato da un lampo di gioia riconoscente ; bella di fiducia , a testa alta , con la mano tesa , ormai sulla via della schiavitù assoluta , per quanto piccola sicurezza di bene egli avesse potuto offrirle . - Addio , fantastica ! - Cesare disse , stringendo quella mano , la quale già rispondeva alla sua stretta con qualche abbandono femminile . - Addio , dottore ! - ella replicò , mettendo in quell ' appellativo un arcano senso di devozione e di fede . Allora , veramente , l ' ululo della epilettica lacerò l ' aria , rompendosi in un sèguito di singulti barbari . Cesare fissò in viso Roberta ; ma questa gli sorrideva ancòra , e tutta colma di speranze egoistiche , non aveva udito . XVI . - Se lei volesse mandarci il fidanzato di sua sorella .... - pregò la vecchia . Roberta , incamminata per uscir dalla casupola , si volse bruscamente . - Il fidanzato di mia sorella ? - ripetè . - Che cosa dite ? - Sì , quel signore , il medico che viene tutt ' i giorni dalle Signorie Vostre .... La fanciulla s ' abbrancò allo stipite per non vacillare ; e rispose , impallidendo : - Va bene , glielo dirò . Poscia si fece forza , e uscita rapida in giardino , entrò in casa , risalì nella sua camera . Non aveva trovato energia per protestare . Cesare Lascaris , agli occhi di quei contadini , era il fidanzato d ' Emilia ; probabilmente , anche agli occhi delle cameriere , agli occhi di chiunque avesse voluto spiegar l ' assiduità del giovane presso le due sorelle . E fidanzato era certo l ' eufemismo che significava l ' amante . In tal modo , Roberta veniva punita della sua pietà ; poichè dal giorno della crisi , quotidianamente s ' era recata a visitar l ' epilettica . Nella famiglia de ' massai , tutti piagnucolavano , per l ' ereditaria viltà delle razze inferiori ; e tutti s ' occupavano , guadagnavano , spendevano avaramente ; tenevano a fitto la terra circostante alla villa , facevan da procaccia tra il paese e Genova , lavoravan da falegname ; e tutti piagnucolavano . Pareva che il lamentìo sommesso della schiatta si fosse impersonato nell ' avolo , un vecchio d ' ottantatrè anni , curvo e disseccato ; il quale non moveva piede , non si poneva a sedere , non girava lo sguardo , non s ' appoggiava alla lunga canna , senza trarre dal petto concavo un lagno querulo e abitudinario . Roberta s ' era lasciata cogliere , e portava cibo , vesti , danaro . Vigilava con gli occhi inteneriti la scialba fanciulla , che non sembrava notarla mai al suo fianco . E scorrendo quasi l ' intera giornata in quella casupola , tanto malinconiosa da non credersi piantata come la villa a oriente di una vaghissima costiera , - Roberta intendeva di tempo in tempo qualche allusione , o coglieva qualche sorriso , che le riuscivano strani e la facevan pensare . Senza dubbio , lievi cose ; ma l ' animo di lei , dopo aver lavorato nella vacuità del sospetto , era avido ormai d ' indizii , e cercava inconsapevole una traccia , una guida , purchè fosse . - È il cane del diavolo , cotesto , - diceva la massaia , accenando Nero , che andava a scodinzolare presso la fanciulla . - Abbaia sempre .. Vossignoria non l ' ode , qualche volta ? ... Sveglia tutti quanti , la notte .... Ma .... , di guardia ! ... Oh , se è di guardia ! Quando urla , sa perchè .... Vien qua , Nero ! ... Eh , gli piacciono i signori ! I signori , li rispetta .... Sorrideva , d ' un sorriso decisamente sciocco ; ma non sorrideva con lo sguardo , irresoluto , fuggevole ; e il piccolo corpo secco e magro della femmina pareva allungarsi ; e il collo s ' allungava di certo , aiutando la voce senile che fischiava il polifono dialetto ligure . - Una notte , perfino , mio marito è dovuto scendere a vedere .... Nero abbaiava .... Come abbaiava forte ! ... Ma sapeva perchè .... C ' era qualcuno in giardino .... - Qualcuno , di notte ? - esclamò Roberta . - Chi , dunque ? - Eh , qualcuno ! - ripetè l ' altra , seguitando il suo ghigno melenso . - Un ladro , un vagabondo , senza dubbio .... - Eh no , un ladro ... ! Qualcuno , insomma .... Basta : quando Nero abbaia , sa perchè .... Ma Roberta , guidata da una bieca luce improvvisa , aveva voluto sapere , aveva insistito , per combinar la data del trascurabile episodio con un certo suo ricordo , esso pure , fino a quel giorno , trascurabile . Poi , avvistasi della curiosità feroce cui si dava in pascolo , sentì una nausea violenta , troncò l ' interrogatorio , gettando alla femmina un involto che le aveva portato . E non essendo riuscita a definir tuttavia se la fanciulla avesse compreso o non avesse avuto bisogno di comprendere , la femmina aveva allora tentato il colpo maestro , fingendo l ' ingenuità : - Se la Signoria Vostra ci mandasse il fidanzato di sua sorella .... Roberta uscì rapida in giardino , entrò in casa , risalì nella sua camera . Ella aveva toccato il colpo , quasi piegando sopra sè medesima ; e avvertiva lo scatenarsi d ' un gran male fisico , non diversamente che ne ' suoi giorni di terrore . Il fatto prendeva nella imaginazione mobile e ignara della giovanetta le proporzioni d ' un delitto , del quale sua sorella , la sua Emilia , si fosse macchiata . Ella ritrovava nella mente la figura incomparabile della donna , chiusa in una leggera vestaglia con gran collare alla Stuart , i capelli crespi snodati e lunghi fino oltre le reni ; bella , giovane , fresca , esultante per una delizia attesa ; e finta , simularda , egoista come tutti i felici .... Era entrata nella camera di Roberta ; cosa strana , non mai avvenuta prima ; e aveva rassicurato la fanciulla , nervosa per l ' abbaiare , anche strano , di Nero ; l ' aveva così caramente ripresa delle sue inquietudini ; le aveva imposto le care mani sul volto , l ' aveva addormentata . E un uomo , nel giardino , stava ad aspettarla ! Perchè non si poteva nutrir dubbio ; e l ' aneddoto narrato dalla vecchia , rispondeva benissimo alla maraviglia interrogativa onde Roberta era stata colpita quella notte . In giardino ? La donna era scesa in giardino , con la vestaglia piena di fruscìo , coi capelli snodati ? Il cuore di Roberta cominciò a battere violentemente . Ricoveratasi nella camera , era corsa al cassettone , vi aveva appoggiato i gomiti , e secondo l ' abitudine delle sue ore meditative , vi era rimasta , guardandosi nello specchio , a pensare .... Una vampata calda di sangue le affluì al volto .... In giardino era avvenuto il convegno ? Non poteva dubitarne ; non osava , benchè tale convegno non fosse verosimile , con quell ' abbigliamento , col pericolo di essere uditi .... Ma dell ' abbigliamento ella sapeva alcuni particolari , i quali ritornatile alla memoria , le avevan chiamato tutto il sangue al volto . Sotto la vestaglia , sua sorella era indifesa .... Dunque , mentre Roberta credeva sè medesima ed Emilia serrate in un inviolabile cerchio di sventura , la donna aveva spezzato il cerchio , n ' era uscita , abbandonando la fanciulla alle sue angosce , al suo male , a ' suoi spettri .... La voce della giovanezza l ' aveva chiamata all ' amore . E la parola magica sfolgorò un gran raggio , passando traverso la mente di Roberta ; a lungo fu assorta nella contemplazione del mistero , non diversa dalla femminetta innanzi al Tabernacolo , timorosa della maestà del luogo e impaziente di varcarne la soglia , per essere inondata di luce . L ' amore , alle giovani veniva carico di promesse , ricco di secrete e di palesi delizie , invitto di superba possanza nel ridente aspetto d ' Iddio ; e nulla aveva più senso , nulla aveva più forza , nulla poteva essere d ' indugio o d ' ostacolo alla sua via trionfale . Era l ' Iddio eternamente pagano ; l ' agile sua navicella varcava insommergibile gli oceani del tempo , sfidava tutte le tempeste .... A lei , forse , povera , di sangue , attanagliata fra le branche del male senza pietà , a lei non doveva giungere l ' amore ; non mai avrebbe avuto potere di strapparla alla sua vita letargica , di lanciarla nelle spire della passione , di farle obliare i presentimenti sconsolati .... - Ebbene ? - disse Emilia , aprendo la porta . - Che fai lì , tutta sola ? Roberta sussultò , ritraendosi , e guardando la sorella . Vestiva Emilia un abito chiaro , largo di gonne , aggraziato e snellissimo di busto ; portava un cappello di paglia con qualche piuma ; attraverso il veletto , gli occhi splendevano e le labbra apparivano tumide , ingranate . - Niente , - rispose la fanciulla , sentendosi ancor tremare . - Tu esci ? - Andrò alla marina , un poco .... , verso Nervi .... Roberta notò che Emilia non la fissava negli occhi , e le sembrò di avvertire che un debole rossore salisse alla fronte della donna . Ebbe una stranissima pietà per il lieve impaccio di lei ; ebbe lo stranissimo bisogno d ' aiutarla a mentire . - Va , - disse . - È una magnifica giornata .... Avrai forse un po ' d ' emicrania ? - Sì , un po ' d ' emicrania , - confermò Emilia . - Vado ; l ' aria mi farà bene . Addio , cara . - Addio . E in preda sempre al desiderio d ' aiutarla , Roberta si mosse , andò a posare un piccolo bacio sulla fronte della donna , e stringendone la mano , le sorrise . Dall ' orrore temerario , decadeva quasi alla complicità ; dallo sdegno , si sentiva repentemente portata all ' occulta simpatia . Non riusciva a comprendere ella medesima come le fosse mancato ogni impeto di rivolta . Il suo cuore stava muto ; nulla che significasse lo sfacelo d ' un sogno , il precipitare d ' un ' illusione ; l ' abbandono d ' Emilia la lasciava fredda .... Di più ; ascoltando bene il cuore bizzarro , una voce pareva sorgerne : " Sono libera anch ' io ; debbo anch ' io procedere sola , vivere una vita mia , cercare altrove la mia strada . " Ella volse in giro lo sguardo . Come aveva potuto credere che l ' esistenza intera fosse racchiusa fra le quattro pareti della sua cameretta ? Andò a sedere sul divano , facendosi posto tra i libri ch ' erano stati i soli confidenti delle sue speranze tumultuose ; e appoggiato il capo alla spalliera , partì con l ' anima dietro una selvaggia orda di visioni , afferrando di tempio in tempo il filo d ' un ragionamento seguìto , e sùbito riperdendolo tra la baraonda . Quanto era stata ingenua ! ... Da più mesi , sua sorella amava ; sua sorella godeva le squisitezze d ' un sentimento immortale , ed ella , Roberta , l ' aveva supposta ancòra meschinamente chiusa nelle abitudini quotidiane ! Ella , Roberta , s ' era lasciata sfuggire una infinità d ' indizii preziosi , che ora le tornavano ad uno ad uno , col loro significato certo ; e v ' era stato bisogno che una contadina maligna l ' avviasse , quasi facendo i nomi , quasi offrendo le date ! Mentre il fatto era così manifesto , che Cesare Lascaris aveva tentato addormentare i sospetti , traendola a un ' amicizia bonaria , fanciullesca , mostrandosi di lei più sollecito che di Emilia . Sarebbe rimasta sola . Era ricca ; da tempo , ella poteva disporre liberamente della propria agiatezza , e alla sua inesperta fantasia , l ' indipendenza materiale sembrava il càrdine d ' una grande felicità . Aveva cancellato d ' un tratto le figure dei due amanti , e si fingeva sola . Innanzi alla finestra , fissando le acque sterminate , col mobilissimo luccichìo solare , pensava : " Tutto ciò mi è indifferente ; tutto ciò non ha ancòra senso per me . In questo decembre , Milano , la città , i teatri , le feste , mi sarebbero assai più cari . Io sono sola , e non posso godere cotesto spettacolo magnifico , ma eterno e pieno di silenzio . No ; v ' è qualche cosa pronta e facile , nella vita , che io non conosco : io non conosco i sodisfacimenti dell ' ambizione , la delizia di sentirsi ammirata , il gaudio d ' essere libera , padrona d ' oggi , di domani , arbitra di restare o di partire .... Sono bella ? " - Tornò allo specchio , e interrogò la propria imagine , un poco pallida , con gli occhi febbrili , i capelli biondi e arruffati . " Potrò essere elegante .... Ma perchè non soffro ? Mio Dio , perchè non soffro ? Non amo più Emilia ? Ci siamo ingannate ambedue , forse , imponendoci una schiavitù senza ragione . Le sorelle non si amano come noi volevamo amarci , chiusi gli occhi a tutto quanto non fosse del nostro affetto .... Emilia se n ' è avveduta la prima . Presto , ella dovrà parlarmi e confessarsi : io la stringerò fra le braccia e le dirò ch ' ella è libera , che noi siamo libere . Poi , comincerò a vivere sola , per me stessa , d ' una vita elegante .... " - E , poichè era sempre la fanciulla angariata e attratta dai sogni un po ' umoristici del romanticismo , perdette ogni nozione della realtà , cominciò a imaginare il mondo alla stregua delle sue fantasie . Vide luce , molta luce sulla strada dell ' avvenire , e vide sè medesima incedere tra quei nimbi aurati , vergine superba e intatta . Curva su gli abissi della disperazione , non aveva mai pensato all ' amore ; e lo scoperto amore d ' Emilia prendeva un significato di giocondo auspicio anche per lei . Aveva creduto morire , mentre non si moriva alla sua età ; aveva paventato che l ' amore non fosse mai per giungere , e sarebbe giunto a tutte . Ella avrebbe saputo farsi amare ed esser fedele quanto una schiava ; le sue gioie , le sue sciagure , si sarebbero confuse con un altro destino , nell ' ora dell ' incontro . Questi pensieri andò volgendo , su questi pensieri variando in gradazioni infinite . Respirava come un ' assetata d ' aria pura in una pinnacolata selva di balsamifere . Alcuni giorni squallidi ed inutili seguirono , di cui Natura non dava credito ; li contava buoni sulla bilancia , e li avrebbe fatti pagar con la morte . Il giuoco di Cesare Lascaris appariva ormai così semplice agli occhi di Roberta , ch ' ella si stupiva di non averlo compreso avanti ; e docile alla solidarietà istintiva per la sorella , per la donna innamorata , - pur rilevando ad ogni poco un cenno , uno sguardo , un fatto , i quali sempre le erano prima sembrati differenti , - si prestava all ' inganno . Le piaceva ridere ; perdeva la sensibilità onde aveva trovato tutt ' i giorni un argomento di dolore : la fanciulla irriflessiva era risorta . Non mai amicizia le era parsa più saporosa che quella di Cesare Lascaris , dell ' uomo caro alla sorella sua , destinato ad avviar l ' esistenza dell ' una e dell ' altra verso la strada piena di luce . Egli le avrebbe tolte al malaticcio incubo del reciproco obbedire , legando a sè la vita d ' Emilia , liberando Roberta di fronte all ' indomani . Già aveva liberato questa dal fantasma della morte precoce ; già la sua prima apparizione in casa loro era stata salutare , provvidenziale . Roberta gli doveva la vita , e più che la vita , la fede ; e più che la fede , l ' avvicinamento insperato d ' un sogno . Perchè dalla nuova sorte d ' Emilia , scaturiva naturale che Roberta sarebbe rimasta sola , intutelata , arbitra di tutta sè medesima . Tali vertiginose mutazioni s ' eran fatte manifeste . L ' istante venne , in cui Cesare sentì che il cuore della giovinetta era colmo di gratitudine , e ch ' egli aveva imprigionato la fanciulla in una schiavitù senza limiti , per sempre . Ancòra lontana , l ' idea dell ' amore ; limpido , il sentimento di lei ; ma ella era entrata nello stadio più favorevole alla suggestione , quando l ' anima femminile si confida , e dall ' uomo aspetta la parola che la calmi o che la inciti . Se Cesare si fosse lasciato trascinare a posar le labbra sulla bocca di Roberta , ella non si sarebbe opposta , concedendo senza sapere , forse come tributo d ' obbedienza , in un oblio fulmineo . Dopo , e invano , sarebbe venuto lo sguardo tragico , pazzo , col quale le fanciulle sedotte si risvegliano dalla colpa . Cesare palesavasi finalmlente a Roberta nel fàscino dell ' uomo freddo ; ella scopriva d ' aver creduto a lui solo , d ' avere sperato solo per opera di lui ; non alcun altro medico , non Emilia avevano osato irridere alle sue paure , al suo presentire , a ' suoi vaticinii puerili . Nessuno al mondo l ' aveva avvicinata con tanta familiarità ; a lui nemmeno era balenato il pensiero d ' adularla ; il motto piacevole e comune , la lusinga piccola , la meschina frasuccia erangli ignote . L ' aveva presa , collocata più alta delle convenzioni , dominata per maschia semplicità , combattuta e salva . Tutto ciò , nello spirito di Roberta , aveva prodotto un ' eco lenta , che saliva a poco a poco , ma tenace e prolungata ; così come gli indizii dell ' amore di Cesare per Emilia erano stati torpidi a collegarsi nello spirito di lei , e poi a poco a poco le si erano svelati agli occhi della mente con una logica sicura . E alla sua ammirazione anche la conquista d ' Emilia giungeva quale argomento . La donna pareva scusare la giovanetta ; la donna aveva tutto dimenticato ; era scesa nel giardino , formidabile di ombra , a notte alta . Roberta ammirava il romanticismo di quel colloquio , dell ' amore che a quel colloquio aveva concluso ; e comprendendo che le vicissitudini del dramma dovevano essere state per la giovane altrettante ore di dubbio , d ' angoscia , forse di rammarichi , la fanciulla fu tutta nuova intorno a lei ... - È strano , - osservò Emilia , un di quei giorni , a Cesare . - In mia sorella non trovate nulla di mutato ? Vi pare ch ' ella tema ? Non l ' ho vista mai così affettuosa , in nessun tempo .... Mi parla con dolcezza , mi ascolta con devozione , mi circonda di cure gentili .... Accennò presso all ' uomo , sopra lo scaffale da ninnoli , una leggiadra statuetta eburnea , rappresentante Diana in atto di scoccar la freccia , un grosso cane avido ed intento al suo fianco . - Ecco : ieri è andata a Genova e n ' è tornata con codesta piccola statua d ' avorio , ch ' io desiderava .... Quel mazzo di rose sulla tavola , è stato colto e messo insieme da lei ; è il suo regalo d ' ogni mattina .... V ' è , infine , un mutamento senza causa , che mi turba .... Non avete notato nulla ? - È ancòra triste ? - domandò Cesare . - No , non è più triste . Poco fa , mi diceva che vuole andare a Parigi ; ella sogna Parigi , come potrebbe sognarla una bambina , la quale non sappia che cosa sia una città . Ma una volta , io aveva parte a ' suoi disegni ; ora mi dimentica , parla di sè , quasi volesse andare a Parigi sola .... Poi , vi sono altre cose inesplicabili .... Non vi sembra , ad esempio , che da qualche tempo moltiplichi le sue assenze e le prolunghi ? Appena giungete voi , trova un pretesto per allontanarsi . Mentre la donna parlava , Cesare andava mentalmente enumerando i segni delle mutazioni che in Roberta aveva egli pure afferrato ; e sopra tutti , certi sguardi fissi , poco meno che affettuosi e caldi , i quali venivano a lui dall ' amica incapace a simulare ; e ancòra meglio , la sommissione timida che impediva a Roberta di rifarsi alla confidenza , una volta così audace , con Cesare . - Chi può indagare il significato d ' un capriccio ? - egli disse . - Forse noi diamo troppo peso alle variabilità del suo umore ; e aspettando , ci torturiamo . Suvvia , Emilia , bisogna affrontar gli ostacoli , d ' un colpo , e uscire da queste incertezze , che non muteranno nulla , poichè io non rinunzierò mai a te .... Dovessi commettere la più strana follìa , dovessi spingere il mio diritto fino alla crudeltà , non esiterei .... Io ti amo , e il mio diritto è divino . Egli aveva meditato in quei giorni , e il terrore della solitudine , che non ha grida , ma risuona dentro l ' anima in vibrazioni echeggianti , lo prendeva d ' un tratto .... Egli soffriva la responsabilità della propria solitudine ; non aveva mai saputo meritarsi una pronta amicizia , un tenero amore , una commovente solidarietà . Non aveva saputo esser nulla fra le energie simpatiche le quali attraggono ; era stato piuttosto , quando per fatalità , quando per orgoglio o per indifferenza , era stato un ' energia repulsiva , un solitario , un egoista , un nomade , un parassita , che gode la civiltà e la disprezza , che ha bisogno degli altri e non se lo confessa , che vive la vita di tutti e finge di vivere una vita speciale . Ora , tra lui e Roberta , tra l ' uomo forte , calcolatore , e la fanciulla esile , quasi moribonda , inutile , impacciante , egli non doveva essere sacrificato . - Hai inteso , anima mia ? - continuò . - Questo periodo di miraggi non sarà distrutto , qualunque cosa sia per accadere .... Io ti voglio , perchè tu devi essere la mia vita . - Te ne prego , Cesare , - interruppe Emilia , avvertendo ch ' egli dimenticava il luogo ove si trovavano e il pericolo d ' essere uditi dalle persone di servizio . Rapidamente , ella intuiva l ' uomo , passionale e cupo sotto la maschera della freddezza ; capace d ' arrivare al delitto per il chiuso egoismo del possesso , per la difesa della conquista . Se ne sentiva atterrita e sdegnata ; l ' ardore incontenibile dell ' amante le pareva brutale , e certo assai dubbio per il sèguito , quando l ' ardore fosse stato soddisfatto e Cesare non avesse saputo mitigarne la vuota fine con un sentimento più puro . - Dunque , parlerai , le annunzierai ? - egli insisteva , baciando ; le mani della donna . - Le annunzierò .... - disse Emilia . - Oggi , oggi stesso ? - Appena se ne offrirà l ' occasione , Cesare .... - No , oggi stesso , quando sarò partito .... - Ebbene , oggi , quando sarai partito .... Ella sapeva avanti che non avrebbe trovato la forza di dire una parola a Roberta . Da tempo , aveva preso l ' abitudine d ' aspettare , paurosamente ; sapeva che a toglierla da quella incerta aspettazione , solo qualche fatto non voluto e non cercato , avrebbe avuto potere .... Dopo un lampo d ' esitanza , Cesare le si avvicinò , le prese la testa che ricoperse di baci fitti e ardenti .... - E promettimi ancòra .... - egli soggiunse . - Promettimi .... Terminò la frase presso l ' orecchio di lei , sorridendo ; mentr ' ella ebbe un gesto di diniego col capo e con la mano .... - Perchè ? - implorò Cesare . - Dammi questa prova ; non tenermi in angoscia .... Vuoi ? - È inutile , - disse Emilia . - No , non è inutile , - proruppe il giovane . - quando tu mi ami .... - Ma se oggi non potessi parlarle ? - osservò la donna , risentendo , al solo pensiero di quel colloquio , battere dolorosamente il cuore . - Se vorrai , potrai parlarle .... E per ciò .... - Sta bene , - concluse Emilia . - Ti prometto anche questo . Stranamente , concepiva in quell ' ora contro il Lascaris un ' ombra di avversione ; quasi l ' insistenza di lui l ' avvertisse che non era più libera di sfuggire alle battaglie temute , e di adagiarsi nella sua bella viltà femminile . Il periodo d ' indugio veniva dunque a morire ? La dolce gioia di contemplar l ' avvenire era finita ? Ella avrebbe voluto ancòra tuffarvisi , in un fiume d ' oblio ; laddove , più rudemente , l ' uomo desiderava la realtà , avvicinava il futuro tenue e roseo , si stancava dell ' aspettazione dubbiosa , non comprendeva neppur lontanamente la delicata fragilezza di quei giorni , che non sarebbero tornati mai più . Era il maschio . Ma intanto , Cesare la ringraziava con lo slancio , che la passione faceva in lui ribollire ; chinato sulle mani della donna , le baciava minutamente . Egli così appariva , in vicenda alterna , or l ' uomo cùpido , inquieto , fosco ; ora , per una lieve speranza o per una scarsa grazia , il fanciullo entusiasta , sommesso , incurante del giogo . E vedendolo in tal modo scendere e salir dolorosamente la scala del travaglio amoroso , Emilia fu tòcca , e gli rendette i baci . Più tardi , quando ella si trovò sola , il pensiero del colloquio con Roberta sùbito l ' agghiacciò . Avrebbe dovuto addentrarsi in una difficile spiegazione ; avrebbe dovuto dire alla sorella , che aveva sull ' affetto di lei fondato ogni cara speranza : " Io amo Cesare Lascaris , e mi darò a lui per sempre ; egli terrà nel mio cuore un dominio invincibile e assoluto .... Senza interrogarti , noi abbiam disposto anche del tuo avvenire : ci seguirai ; vivrai , non più nella calda intimità della sorella tua , ma presso la moglie d ' un uomo che tu appena conosci , e che per mio consenso avrà i diritti poderosi della legge , il diritto di consiglio sopra di te , l ' autorità d ' un fratello .... Io ho deciso del mio avvenire ; e senza interrogarti , ho deciso del tuo .... " Quantunque ella sapesse che nulla in simile procedere era strano o inusitato , pure qualche cosa l ' avvertiva sottilmente come la sua potestà fosse falsa , come per Roberta le vicende future si riducessero a una diminuzione di libertà . E la critica spontanea faceva sì ch ' Emilia presentisse le obiezioni della giovinetta , contro le quali , in caso estremo , non avrebbe potuto opporre se non la volgarità della solita prudenza , i ragionamenti gretti e senza luce delle consuetudini sociali , che avevano statuito la più severa tutela per le fanciulle minorenni , quasi la differenza d ' un anno o d ' un giorno rappresentasse gran cosa in un ' indole o nelle inclinazioni d ' una giovane anima . Fu inquietissima , sentendo nascere da ' suoi stessi dubbii la necessità " d ' affrontar gli ostacoli , d ' un colpo " , perchè ella medesima non demolisse in breve le sue ragioni . Fu irrequieta , rifuggendo dalle quotidiane abitudini , andando e venendo per l ' appartamento , senza posa ; affacciandosi alle finestre , scendendo in giardino , cercando aria diversa , cielo diverso , un sèguito di diverse libertà ; arrossendo del proprio necessario egoismo , ribellandosi all ' idea antipatica di giocar non l ' esistenza sua , ma quella anche della giovanetta ignara , sopra l ' àlea d ' un amore che doveva essere di lei sola . Infine , tentò . Si diresse alla camera di Roberta ; ne spalanco l ' uscio , decisa a uscir d ' angustia , e a parlare . La fanciulla stava , tutta grave , raccolta a un suo leggiadro lavoro di uncinetto ; un gran lavoro , del quale non lasciava ad alcuno vedere il disegno complicato , del quale non diceva ad alcuno lo scopo , attendendovi instancabile ; sebbene Emilia avesse compreso che l ' opera paziente era destinata a lei . La fanciulla stava tutta raccolta , mentre viaggiava forse per qualche città d ' oro , nella sua prossima vita d ' eleganza . Una buona finestrata di sole erale intorno . Ella andava soffocando le fisiche ambasce con un ' interpretazione nuova ; soffriva nel petto un ' arsura di fiamma , le granfie d ' un dolor sordo a le spalle , per tutto il corpo la ripugnanza di vivere , di muoversi , di agire ? erano impressioni nervose , bizzarrie sensitive , fantasticaggini . Tossiva , arrossando la pezzuola portata alle labbra ? perturbazioni fuggevoli della donna . Aveva la febbre ? caldura della pelle , generata dall ' ansia di quei giorni . Si sdoppiava , facendo a un tempo da malata e da medico ingannatore ; interrogandosi e rispondendosi . - Hai bisogno di me ? - chiese , al vedere Emilia così repentemente comparsa . - Debbo parlarti .... - cominciò questa . S ' interruppe bruscamente , soggiogata dalla propria commozione . Roberta si levò , riponendo i suoi arnesi nel panierino da lavoro , e prendendo un atteggiamento non solito , quasi avesse aspettato quell ' ora , da tempo . Ma trovata infine la formula per cominciare , Emilia sentì il desiderio irresistibile di non usarne . Già era per colorir qualche pretesto ; già respirava , felice del ritardo che poteva concedersi ; già pensava a calmar l ' impazienza di Cesare ; quando , nell ' alzar lo sguardo in volto a Roberta , vide questa sorridere mitemente e stendere le braccia verso lei .... La novissima êra di libertà pareva alla fanciulla dovesse principiar da quel giorno . XVII . Con gli occhi chiusi , immobile , si fingeva addormentata .... Udì posar cautamente la bugìa sul tavolino ; alcuni passi , non più materiali che il fruscìo del velluto sul velluto .... Una pausa ; certo , Emilia la guardava dormire ; e poco dopo s ' appoggiava al letto , lievissima , e si chinava fino al volto di Roberta .... Ancòra un attimo d ' esitanza ; sopra i capelli della dormente lo sfiorar delicato delle mani d ' Emilia , il tatto appena d ' una piuma , quant ' era bastevole per richiamarla se fingeva , per non turbarla se dormiva .... Poi , sempre camminando così leggera da essere indovinata piuttosto che udita , Emilia si ritraeva , sicura ; tentava prudentemente la finestra , ad assicurarsi fosse ben chiusa ; riprendeva la bugìa sul tavolino , riaccostava l ' uscio .... Al di là , stava ancòra in ascolto ; indi , osava un passo più deciso , allontanandosi ... E tutto ripiombava nel silenzio . S ' era svelata da sè medesima , per la cautela soverchia di verificare se Roberta dormisse : e sùbito , nel pensiero di questa lampeggiò la certezza disgustosa : - " Qualcuno ancòra l ' aspetta in giardino ! " - La fanciulla si sciolse dalla immobilità forzata ; si levò a sedere sul letto , guardando con gli occhi fissi nel buio ... " Che cosa si diranno ? - pensò . - Certamente parleranno di me , faranno dei disegni per l ' avvenire ; disporranno della mia vita e della mia libertà , come di cosa loro ! " Allungò il braccio ad accendere una candela ; s ' intrattenne , fra la luce giallognola , a riflettere , sentendosi a poco a poco tutta conquidere dalla brama d ' udire , mentre numerava i pericoli di quello spionaggio , la probabilità d ' essere sorpresa , la difficoltà di raggiungere gli amanti senza incontrar Nero , che accusasse la presenza di lei , latrando . Ma pur nel tempo in cui meditava , si lasciava scivolar dal letto , e , prese le sue vesti , le indossava rapidamente . Quando si trovò vestita , la riflessione tacque ; spense il lume , ed uscì , incontro alla morte dell ' anima . XVIII . Che qualche cosa di grave fosse avvenuto , Cesare capì , non appena Emilia giunse al convegno e si liberò dalla stretta delle sue mani . - No , no ! Lasciatemi ! - ella disse . - Ascoltatemi ! La luna circondava , magnifica di tralucente azzurro , la testa e il corpo della donna , come la sera in cui Cesare aveva prima ammirato Emilia , ritta in una gloria di bianco , di bianco latteo , e di bianco e di bianco . La luna era dovunque ; batteva sui gruppi degli alberi , creava un paesaggio di tenui chiaroscuri ; illividiva la villa , massiccia ; stendeva dietro le foglie un velame cilestre a gradazioni argentee ; abbozzava sul terreno ombre leggere . - Ebbene ? - egli domandò avidamente . - Le hai parlato ? - Sì , oggi : me ne ha dato forza ella stessa , perchè s ' aspettava .... Aveva indovinato , sapeva .... E notando un atto di maraviglia nel Lascaris , aggiunse : - Oh , ci saremo traditi le mille volte ! - Ma che cosa ha risposto ? - Ah ! ... È stata una cosa orribile ! - esclamò Emilia , ancòra vibrando . - Sapeva , ed era felice ! ... Io non credeva .... Nessun rammarico , nessun dolore , nessun rimpianto per la mia affezione .... No , non imaginavo tanta facilità d ' oblio .... Mi ha parlato gravemente : ha detto che io sono libera , che noi ci siamo ingannate , supponendo di poter vivere sempre l ' una per l ' altra .... Ha espresso perfino riconoscenza a voi , che siete giunto a toglierci dalla nostra illusione .... Cesare sospirò e le andò incontro , le mani tese , il volto rischiarato di viva gioia . - Se tutto è riuscito bene , perchè non siete felice , perchè così pallida e spaurita ? - egli chiese con espressione di mite rimprovero . - Dubitate del mio amore ? - Oh , Cesare , - disse Emilia . - Non affliggetemi anche voi ; ascoltatemi .... Le sue speranze eran fondate sopra un malinteso , sopra un inganno .... - Un inganno ? - ripetè l ' uomo . - Che cosa ? - Sì ; era felice , ma per sè ; insisteva sull ' idea della mia libertà , soltanto per conquistare la propria .... Non vedeva se non questo ; non capiva , non si augurava che ogni cosa avvenisse in breve , se non per essere libera , per vivere sola , per viaggiare .... Vi fu un intervallo di pausa . Cesare guardava Emilia , trasognato e quasi sorridendo . - Per vivere sola ? - osservò poscia , decisamente sorridendo . - E tu non volevi ammettere ch ' ella leggesse troppi romanzi ! ... Sono idee trovate fra quelle pagine .... - Cesare , - disse Emilia bruscamente , - voi non capite la gravità di quanto vi narro , perchè non imaginate l ' animo di mia sorella , non sapete di che cosa è capace per una follia o per un sogno .... Quando le ho annunziato i nostri disegni , la necessità ch ' ella vivesse con noi , ha gettato un grido come cadesse da una grande altezza .... Sta male , e tutto mi atterrisce .... Tutto mi atterrisce , - seguitò con voce tremula , già prossima al pianto . - Una piccola contrarietà le ha portato altre volte conseguenze gravi , e questo è un forte dolore per lei .... Invece di proseguire , Emilia trasalì ; stette in ascolto , il busto prono , gli sguardi al limitare del chiosco , ove la luna delineava fra le macchie degli alberi un lungo viale , quant ' era lungo impolverato d ' argento . - Il romore delle foglie , - spiegò sotto voce il Lascaris , che aveva origliato a sua volta . E riprese incalzando : - Dunque ? Dunque ? ... Che cosa vuole ? - Un fruscìo , non il romore delle foglie , - osservò la donna ancòra inquieta . - Non vi può essere alcuno , Emilia ; ho girato tutto il giardino , aspettandoti .... Suvvia , dimmi .... - Certo , ella vive di quelle speranze dal primo istante in cui ci siamo traditi , - continuò la giovane . - E da allora , è vissuta per la gioia d ' essere libera , per l ' illusione di disporre a suo capriccio l ' esistenza propria ! .... - Cose incredibili ! - esclamò il Lascaris , passandosi una mano sulla fronte . - Cose folli ! - Sì , sì , chiamatele idee romantiche , assurde ; ma , ahimè , ciò non muta l ' attrazione che hanno per lei ! ... - E tu , - interruppe Cesare , prendendola per le mani , - tu non hai saputo opporre nulla , non hai saputo vincerla , non ti sei ricordata che si trattava del nostro amore , della nostra vita ! - Io ho tanto , tanto combattuto , che l ' ho vista mutarmisi innanzi ! ... Come non la conoscevo ! ... Esitò un poco , involontariamente assorta nel ricordo ; avrebbe voluto tacere , sentendo ch ' era difficile manifestare all ' uomo l ' esaltazione della fanciulla , convincerne lui , così logico e normale . Ma l ' ansietà dipinta sul viso del Lascaris , la stretta delle sue mani impazienti , la diressero : - Ah , che mi ha detto ! - riprese , affievolita dall ' angoscia indimenticabile . - Che colore aveva negli occhi ! Mi ha detto che non l ' ho amata mai , che ho cercato solo la sodisfazione del mio egoismo , che sempre l ' ho trattata e ancòra la tratterò da schiava , da cosa , disponendo di lei , della sua giovanezza , della sua volontà , del suo avvenire ! ... Come non la conoscevo ! ... Questo , ho udito dirmi ! ... Questo ho meritato con le mie cure ! ... Questo , questo , questo , ella pensava di me ! ... Si lasciò cadere sul rozzo sedile , e ruppe in lacrime convulse , le prime lacrime di disperazione che Cesare avesse mai visto sgorgar dagli occhi dell ' amata .... Egli ne fu tòcco dolorosamente ; e inginocchiandosi al suo fianco , accarezzandola con sì lieve carezza quale la donna stessa sapeva usare ne ' suoi momenti d ' abbandono , baciandola discreto con casti baci , tentò il conforto solito con la voce insolita dell ' amore : - Oh io ti amerò per ogni affetto che il mio amore ti sarà costato ! Non piangere , anima ; saremo ugualmente felici ; rimedieremo .... Vedrai ; non disperarti ! ... Ella si sciolse adagio da lui , asciugò gli occhi , rimase taciturna ; mentre nel cuore di Cesare l ' inevitabile parte d ' egoismo appariva , cercando a sua volta la consolazione . - Ed io , - mormorò , - io son venuto al nostro colloquio con tanta gioia , con tanta speranza ! Non ho voluto attendere fino a domani per ricever dalla tua bocca la notizia che nessun ostacolo ci separava più ! ... - Aggiunse , rizzandosi , movendosi nervoso entro il piccolo spazio della chiosca : - Chi si sarebbe aspettato ? ... Egli mentiva , ingannandosi senz ' averne coscienza . Al convegno s ' era recato nella sicurezza della prossima conquista , e perciò calmo , sereno , sodisfatto della liberazione dai malsani istinti carnali , che le due sorelle riavvicinate stimolavano in lui ; ben sapendo che il possesso certo d ' Emilia avrebbe fiaccato e rotto l ' incanto suggestivo di Roberta , per sempre . Il dubbio della conquista , la quale pareva , non isfuggirgli , ma allontanarsi di nuovo assai , gli dava ora fuoco nel sangue . - Chi si sarebbe aspettato una tale pazzia ? ... Lasciarla libera , lasciarla vivere sola ? - seguitò , interrogandosi . - Non ha ancòra vent ' anni ! Le manca perfin l ' ombra dell ' esperienza volgare ! E , quando pure , non è qui , non è qui il pericolo più grave .... Il pericolo più grave .... No , no , Emilia , non hai saputo parlare , non hai saputo dominarla , tu per la prima non hai sentito l ' assurdità intollerabile delle sue pretensioni ! Le si rivolgeva poco men che accigliato , egli stesso non trovando in qual modo , contro chi sfrenare lo sdegno per la forma insospettata della difficoltà .... Gli prorompeva dal cuore , infine , l ' odio non più velato , dalla perversion sessuale , ma chiaro , ma virulento , ma bramoso di frantumare e disperdere la volontà contraria . - Cesare , abbiate pietà , - implorò la donna , alzando il volto nel quale gli occhi , ancòra umidi sfavillavano un voluttuoso languore . - Perchè vuoi giudicarmi ? Ti amo , ti amo , e ho trovato tutte le parole del nostro affetto e della ragione ! S ' arrestò , prolungando il gesto supplice , che le piccole mani intrecciate volgevano al Lascaris ; tese l ' orecchio , seguì un misterioso fremito delle foglie ; poi , riprendendosi , continuò : - Mi pare che ad ogni istante qualche cosa di terribile debba avvenire .... - Sì ; sì , lo so , che hai sofferto molto , per me , per noi , - disse Cesare intensamente .... - Sì , devi aver lottato ; ma come non si è arresa all ' evidenza , come non ha capito ? Emilia aveva uno spontaneo moto di sbigottimento , passandosi le mani sul viso , sui capelli , ricco di grazia quasi infantile , che nel cuore dell ' uomo sempre risvegliava tenerezza infinita . Ella fece il gesto , e l ' amante l ' attirò a sè , stringendola al petto . - Sono arrivata fino a minacciarla , - ella rispose , fra le braccia di lui . - È stata una cosa orribile , ti dico . Ha mutato espressione , ha mutato voce ; non la riconoseevo più .... E tossiva , tossiva , senz ' arrestare la veemenza delle parole .... Un istante , l ' ho creduta pazza .... Uscì dall ' amplesso , di Cesare , e appoggiandosi alla tavola di pietra , soggiunse : - Pure , mi ha fatta dubitare di me ; e perchè dubitava , perchè non mi sentivo forte innanzi a lei , ho voluto insistere , odiosamente . - Odiosamente ? - ripetè il Lascaris . - Non potevi cedere .... La donna tacque . I suoi sguardi vagavano tra gli arabeschi delle foglie cupe sullo sfondo lunare ; e pensava , non udendo l ' altra voce , ma ancòra la voce di Roberta , ancòra punta dall ' inutile pietà della scena , rabbrividendo all ' idea di ritrovarsi domani ancor di fronte alla sorella così mutata . - Non potevi cedere a lei , o ritardare , o sacrificare la nostra felicità , - egli continuava , serrato nell ' implacabile egoismo . - Che v ' ha d ' odioso , rifiutando l ' una e l ' altra soluzione imposte ? La rinunzia ? Pensi tu sempre a rinunziare ? ... - Mi diceva , - interruppe Emilia , senza avere udito , - mi diceva che è forte e risanata ; l ' esistenza meschina di paure e di precauzioni , priva di svaghi , non è più per lei , mi diceva .... È forte , e vuol vivere ; si sente giovane , e non può acconciarsi a star nell ' ombra , sempre . Desidera conoscere il mondo , prender parte alla vita che le è intorno .... Certo , di tutto ciò non sarebbe nulla , presso noi ; forse non ci cureremmo di lei , e non potremmo occuparcene con la tenerezza che avevo io sola , quand ' ero libera .... Ella prevede questo , e la logica fredda non vale , non ha forza alcuna contro i suoi sogni .... - Ma così ? - domandò il Lascaris , inquieto . - Ti sei lasciata vincere ? Emilia , inerte presso la tavola , senza uno sguardo a lui , le braccia abbandonate , si scosse e lo fissò d ' improvviso , con durezza . Che cosa egli sapeva delle sue lotte diuturne ? Che cosa apprezzava , che cosa agognava , che cosa voleva conoscere , se non le bellezze del suo corpo , ignorandone l ' anima insanguinata ? Egli aveva sempre studiato i fenomeni materiali , i fatti , gli indizii dei fatti ; ma non gli era mai occorso di riflettere ai fluidi imponderabili dello spirito , alle delicatissime correnti tra spirito e spirito .... Per ciò , non aveva dato alcun valore alla colleganza delle due sorelle ; per ciò , Roberta era per lui un ' ammalata ; non altro ; ed egli poteva esserne il medico diligente , non l ' amico pietoso . - Ho taciuto , - disse Emilia . - Ed ora ? - insistette Cesare , attonito . - Ma voi credete ch ' io abbia taciuto alle prime obiezioni ? ... Ho taciuto quando non potevo altro .... Sono arrivata al punto .... Crollò la testa , angosciosamente .... Come sentiva , allora , che la tristezza non inganna mai ! Proseguì , decisa : - Io la teneva fra le braccia , perchè cessasse dai rimproveri che mi facevan tanto male ; e andavo pregandola di pensare , di capire .... A un tratto .... Ah , che spavento , Cesare ! ... A un tratto , m ' è sfuggita , è corsa alla finestra .... Sai che sotto la finestra , a parecchi metri , è il ripiano della scala di marmo ; e sporgendosi infuori , tutta diversa , stravolta , mi ha detto : " Non insistere , non insistere , non insistere ! Voglio essere libera per sempre .... Promettimi .... O mi getto di qui ! " Era bianca ; io vedeva il suo cuore battere attraverso il busto .... Che orrore ! ... Che orrore ! ... - E tu , e tu ? .... - incalzò Cesare , divenuto pallido . - Io ho promesso , e ho taciuto .... Non la conosci , - disse poi la donna , a un movimento avverso del Lascaris . - Ella è ben capace ! ... Sì , sì , mi sembra che qualche cosa di terribile debba avvenire ! Cesare rimase muto . L ' abitudine dottrinale di considerare i fenomeni dell ' anima in istrettissima dipendenza dai fenomeni del corpo , gli suggeriva dubbii , osservazioni , risposte , che non avrebbe osato esporre all ' amante . Rimaneva la gravità della minaccia ; e alcuni ricordi , dai più lontani , dal giorno in cui aveva visitato la prima volta Roberta , ai più vicini , alla sollecitudine per l ' epilettica , alla facilità con la quale aveva visto la fanciulla disperare e sperare senza ragione , - questi ricordi gl ' impedivano di sorridere e d ' alzar le spalle . Rimaneva la promessa strana di Emilia a Roberta . - Sì , - affermò poscia , lentamente . - Sì , tu sei libera verso di lei , e il tuo dovere è finito .... Che cosa pretende ? Abusare della tua affezione , approfittare d ' un mutamento della tua vita , per disfrenare la sua .... Hai parlato , hai pregato , hai imposto .... Non hai ottenuto nulla .... Ti ha spaurita con la violenza .... Si opporrà sempre ai nostri diritti , fin che tu non cessi dall ' opporti alle sue follie . I diritti ! ... La parola spontanea sulle labbra dell ' uomo , produceva in Emilia un senso di ripugnanza .... Egli non pareva comprendere se non questo , non vedeva in una squisita dubitanza di sentimenti e di libertà , se non un altaleno di diritti e doveri . Ella battè le palpebre , smarrita , provando la vertigine d ' essere spinta giù per una china , inesorabilmente . - Ebbene ? - domandò , guardando il Lascaris . Ma egli non osava concludere ; sedette , appoggiò le braccia alla tavola , si strinse la testa fra le mani , pensoso e freddo . - Ebbene ? - ridisse Emilia . - Che cosa dunque mi consigliate ? ... Ah , come si capisce , come si capisce che non avete affezioni ! - soggiunse amaramente . - Arrivate a credere ch ' io pensi davvero ad abbandonar mia sorella in faccia all ' ignoto , in mezzo ai pericoli ? ch ' io abbia promesso , coll ' intenzione di mantenere ? ... Per chi ? ... Per me ? Io posso sacrificarmi ! ... Per voi ? ... L ' amante alzò la testa a guardar la dolorosa , e fu colpito dalla mutazione . Rigida era la figura , tesa da un supremo sforzo , gagliarda di rilievo sulla cortina tremula del fogliame ; la piccola fronte femminea s ' era corrugata per lo sforzo d ' una volontà che sembrava incrollabile . Fissava , Emilia , il giovane con espressione ostile , forse esagerata , quasi avesse voluto abituare i proprii occhi a non più risplendere di dolcezza , a non più balenar di speranze . - Emilia ! - sclamò Cesare balzando in piedi . - Che cosa ho fatto ? Perchè mi parlate così aspramente ? Dov ' è il vostro amore ? Che significa ciò ? - Oh , non chiedetemi ! - proruppe la donna , cedendo alla nervosa tensione e singhiozzando . - Non chiedetemi nulla , non so nulla , non potrei rispondere ! ... Tutta la mia esistenza è avvelenata ; io non mi riconosco .... Soffro , soffro , soffro ! Si torceva le mani , piangendo ora fra le braccia di Cesare accorso a lei , commosso della commozione dura e illacrimante dell ' uomo . Rimasero stretti un lungo intervallo in amplesso convulso , senza parlare , e tuttavia disgiunti , opposti , nello scatenarsi d ' opposti sentimenti per una medesima persona . L ' odio , l ' odio solo , l ' odio fremeva nell ' anima di Cesare , quanto più sentiva tenerezza e dolore per l ' amante disperata ; l ' odio arrivava a fargli rammaricare d ' aver più volte soggiogato l ' impulso che lo spingeva contro la fanciulla , a fargli rammaricare di non averla martirizzata di spavento , egli che con una parola avrebbe potuto ucciderla ! Ma già Emilia , dominando la crisi , interrogava , la voce un po ' rauca per le lacrime : - Aspetteremo , è vero ? Ella capirà , più tardi ; e noi aspetteremo , ci ameremo così .... Dimmi ? - Non è cattiva , non vuol farci male ; si tratta forse d ' un capriccio improvviso , e noi avremo ancòra pazienza .... Tu mi aiuterai a vincerla ; tu sai parlare meglio di me , e a poco a poco verrà a comprendere le nostre ragioni .... Dimmi ! Il silenzio all ' intorno era solenne e poderoso ; anche il rombo del mare aveva taciuto nel grande assopimento notturno ; così che gli amanti circonfusi dalla complice sicurezza avevan di poco levato il tòno delle voci , senza bisbigli ormai , senza susurri . - Poichè non osi .... - disse il Lascaris . - Poichè non osi .... , aspetteremo ! E già in mente fermava di non aspettare oltre , di affrettare con qualunque mezzo , a qualunque costo , la soluzione . - Non oserò mai acconsentire a simile follia , che è momentanea , - dichiarò Emilia . - E se tu fossi calmo , tu stesso non oseresti consigliarmi ad abbandonare mia sorella .... Qui l ' astuzia femminile si drizzò repentina , istintiva ; perchè , nonostante l ' ambascia di quell ' ora , nonostante la tenebra in cui la sua anima era avvolta , Emilia vide a un tratto la possibilità di attirar Cesare in inganno . Proseguì , accortamente lenta , togliendosi alle braccia di lui e andando a sederglisi a viso a viso : - Sai tu stesso che la sua salute è fragile .... Questo , il vero , il grande pericolo ! ... Ella può ammalarsi di nuovo , e si troverebbe sola , sola , in quali mani ! È il pericolo peggiore d ' ogni altro .... Può ammalarsi gravemente , gravissimamente ancòra ; lo prevedi anche tu ? - Sì , certo , - rispose il Lascaris , senza difendersi , assorto nel pensiero molesto del ritardo , nel pensiero difficile di giungere tuttavia all ' amore , al possesso . - La sua , è di quelle malattie che non guariscono , - seguitava la donna , dissimulando il brivido ond ' era stata presa all ' inconsulta affermazione . - La sua malattia è orribile , senza speranze ! ... Ascolta ! ... - mormorò improvvisamente , con la voce fioca . - Che cosa è questo ? ... Un romore ! Addossato a uno dei tronchi i quali sostenevano il chiosco ai quattro angoli , il Lascaris appena gettò uno sguardo fuori , dicendo : - Sarà Nero , che passeggia .... - L ' ho messo io alla catena , Nero .... Non può essere . Ascoltarono allora tutt ' e due , guardandosi ; ma sùbito echeggiò da lungi il ritmo fragoroso d ' un treno ; veniva crescendo , si spezzò in cadenze distinte , accompagnato da un tremulo fischio ; riprese l ' onda unisona , s ' affievolì e si spense . Ancòra una pausa , ad ascoltare il silenzio susseguito ; indi , Emilia procedette decisa : - Io vorrei che per un istante dimenticassi noi e non vedessi che mia sorella ammalata . Potresti in coscienza abbandonarla senza cure , lasciarla vivere a capriccio ? ... Pensiamo a questo , Cesare ! ... Noi non saremmo felici .... Egli cadde nella rete ; con la mano tesa , inoltrò verso Emilia , e stringendone la mano : - È vero , - disse . - È vero ; non possiamo abbandonarla .... Come ho dimenticato tutti i sacri doveri della mia arte ? ... Mi sono mutato ! ... Ella deve stare presso di noi : da un giorno all ' altro , qualche grave crisi può sopraggiungerle . Il colpo arrivò così crudele alla donna , ch ' ella sentì un ronzìo nelle orecchie , e ne rimase stordita ; ma sottraendo la mano , perchè il Lascaris non ne avvertisse il tremito febbrile , ebbe la forza di non retrocedere : - Una crisi imminente .... Imminente ! ... I suoi sogni , le sue pretensioni , la triste follia che noi condannavamo senza pietà ; tutto , forse , è il sintomo del male .... E non v ' è speranza ! - ella esclamò , sussultando da capo a piedi . - Nessuna speranza ! Il medico tacque . Con lo spirito lontano dalla realtà presente , s ' interrogava ; notava attonito l ' oblio in cui era caduto sùbito , al primo divampar della passione , quell ' oblio di sè stesso , pel quale non aveva visto in Roberta se non l ' ostacolo da infrangere , la debole da vincere , la larva da distruggere . Il cuore , la mente , annebbiati dall ' egoismo senza confine degli innamorati , avevano avuto per la fanciulla contemplazioni malvage , sensi d ' odio , o fugaci desiderii perversi ; non mai uno slancio durevole di tenerezza e di casta sollecitudine ! Egli n ' era atterrito , e taceva pensando . Ma d ' improvviso , riudì la voce d ' Emilia , che mormorava : - Condannata ! ... È condannata per sempre .... - Sì , - egli proruppe , inconscio . - È condannata per sempre .... Come ho potuto odiarla ? ... È condannata .... Si fermò . Vide l ' amante sorgere in piedi , tutta bianca nel volto , tutta agitata da un brividìo convulso , muovere alcuni passi verso di lui , cercando un appoggio ; arrestarsi , barcollare .... - Un grido ! ... - ella esclamò con la voce rauca . - Ho udito un grido .... Cesare , Cesare , gridano , là fuori ! ... Chi grida ? ... Gli cadde sul petto , s ' aggrappò ai suoi abiti , ripetendo la parola di terrore , nella notte : - Chi grida ? ... Chi grida ? ... L ' uomo la sostenne fra le braccia , l ' adagiò sul sedile . E si slanciò fuori del chiosco a vedere , a cercare , per la prima volta in sua vita , anch ' egli tutto livido di spavento .... XIX . Giunta innanzi alla sorella , Roberta sentì nel cuore l ' odio aprirsi un varco fino al fondo , e il corpo gelarsi di repulsione . Fiaccata dalle paure della notte prima , Emilia era stesa sul divano , tranquilla e composta , similmente che nel riposo della morte . Di fianco a lei , sopra un tavolino era un calice d ' acqua ghiaccia , per le labbra in arsura ; insaziabile , la sete della fatica doveva torturarla . Ma nel rilassato atteggiamento conservava pur sempre la superbia della bellezza ; ma con largo ritmo il seno si alzava e s ' abbassava in un valido respiro ; ma il busto libero dalla fascetta era centrifugo e scultorio ; ma era tutta bella , la giovane , la forte , la destinata ai gaudii molteplici del vivere ; tutta bella , dalla massa robustamente cupa della capigliatura , ai piccoli piedi serrati negli alti stivaletti . Colma di grazie fisiche , era un ' arpa dalla quale poteva la passione risvegliar gli echi vibranti delle intime felicità , che inebbriano gli uomini . Dormiva ? ... Pensava ? ... Dentro la fronte , più angusta per i riccioli tenaci , chiudeva o credeva chiudere il secreto della fine prossima della sorella , con altri secreti d ' amore , con altre secrete intenzioni di voluttà e d ' avvenire . Nè mai la terribile consapevolezza del lutto imminente si sarebbe tradotta in parole ; Emilia , come il Lascaris , come i medici , come tutti , voleva perseverar nell ' inganno , fare sperar Roberta , additarle il futuro da cui la fanciulla era divisa per un abisso insuperabile . Oh , la spaventevole realtà , balzata alla gola della giovanetta quasi una tigre dal covo ! Aveva udito ; prima , aveva udito parole d ' amore , le quali non le avrebbero dato impeto alcuno di rivolta ; aveva indovinato gesti e baci , i quali avevanle svelato l ' amore come un ' inclinazione grottesca , assurda , e pur piacevole , se nessun curioso poteva notarne la forma delirante . In ultimo , dalle labbra più pronte a mentire e a ingannare , in ultimo aveva ascoltato la propria condanna , chiara , fredda , atroce ! Sì , il falso amico , l ' uomo da lei già ammirato non per altro se non per la forza prepotente del suo egoismo , colui che trattandola aveva dimenticato ogni riserbo , teneva dunque chiusa nell ' animo la certezza ch ' ella era per morire in breve ; e la beffava del suo presentire , e ne calpestava i sentimenti , e godeva a farla vibrare di speranze folli ! Divincolandosi sotto il morso feroce della realtà , ella aveva gettato un grido fievolissimo ; e s ' era messa a correre inavvertita nell ' ombra , rientrando in casa non avrebbe potuto dire in qual modo . Ma prigioniera ormai d ' un mostro dai tentacoli enormi , che le succhiava sangue e midolla ad ogni passo . Urtò a bella posta nel tavolino , per richiamar la sorella . Emilia diè un sobbalzo , levandosi repentemente sul gomito ; guardò Roberta , ancòra con lo sguardo velato dal sogno . - Vado a Nervi , - disse la fanciulla . - Tornerò per il pranzo . - Vuoi che ti faccia accompagnar dalla cameriera ? - domandò Emilia , dopo un istante in cui aveva sperato invano una parola di scusa pel modo brusco col quale Roberta l ' aveva strappata alla breve quiete . Ma tremava intanto ; sulle labbra della donna un ' altra domanda , trattenuta a forza . Poco prima , in camera di Roberta le era venuta alle mani una salvietta arrotolata quasi rabbiosamente , e largamente fradicia di sangue ; testimonio orribile del male ricomparso . Non osava parlarne , sentendo che la sorella medèsima voleva tacerne , per paura , forse per disdegno di conforto . - No . Vado sola ; devo comprar qualche cosa pel mio ricamo . Andrò sola . La voce erasi fatta rauca , incerta , con alterni suoni di metallo prossimo a fendersi . - Non fi stancherai ? - osservò timidamente Emilia . - Se tu aspettassi fino a domani ? O vuoi mandare a prendere una carrozza ? - Stancarmi ? Andare in carrozza ? - ripetè la giovanetta . - Si direbbe che tu mi credi sempre in agonia . L ' altra ebbe un tremito improvviso , rapidissimo . - Dicevo , perchè tu ritornassi più presto , - spiegò quindi col medesimo accento di sommessione . - Anche perchè c ' è molto sole ; un sole abbastanza forte .... Non irritarti .... Sarai di ritorno pel pranzo ? Io mi ero addormentata qui .... Confusa , cercava distogliere sè e la sorella dall ' argomento unico , il quale si presentava con malignità caparbia ; ma poichè s ' avvide che i loro occhi parlavano , che il pensiero si rifiutava , che qualunque parola sarebbe riuscita inutile , si tacque . Roberta era a un passo da lei ; immobile . Aveva un semplice abito grigio e tra le mani guantate portava un involto . Lo sforzo penoso d ' Emilia non le sfuggiva , avvertendola che la vita loro , con quello studio di menzogne , di dissimulazioni , con quella commedia di sorrisi e di fiducie , la vita loro diveniva intollerabile . - Vado , - ella annunzio , quasi a malincuore . - Arrivederci , Emilia . Emilia si levò , allora , d ' un colpo , e andò incontro alla sorella . Il ricordo del grido nella notte era venuto a fustigarla crudamente di nuovo ; chi aveva gridato ? Chi era nascosto a udir la rivelazione paurosa ? ... Doveva saperlo , affinchè il grido non le risonasse più nell ' orecchio , nel cervello , mentr ' era sveglia , mentre dormiva , come soffiato da mille bocche . Ma si arrestò a tempo .... Aveva detto Cesare sùbito ch ' era stata una allucinazione .... In ogni modo non poteva interrogare , non poteva confessar l ' orrore .... La fanciulla stava innanzi a lei ; pallida , irrigidita dallo spavento di una domanda . - Arrivederci , - disse Emilia , lasciandosi trascinar dal destino ; e tese la mano ardente . Roberta l ' afferrò e trasse la sorella fra le braccia . - Addio , cara , - susurrò , baciandola , stringendola al petto . - Addio ; riposa . " Che cosa è ? ... Che cosa pensa ?..." - chiese Emilia a sè stessa , nell ' atto in cui rendeva i baci . E per celare nuovamente il fremito improvviso , disse a voce alta : - Siamo tristi tutt ' e due , oggi .... Le rilucevano negli occhi le lacrime , e volse il capo , sciogliendosi presto da Roberta . - Non farmi aspettare troppo , - soggiunse . - Tornerai per il pranzo , è vero ? Avrebbe voluto vivere ora per ora , minuto per minuto , l ' esistenza della sorella ; non allontanarsene mai più , non perdere un attimo della vita di lei ; adorarla come una fragile e pura idealità , luminosa di grazia e di sventura . - Ma sì ; quante volte me lo chiedi ? - osservò Roberta con un sorriso stentato . Poi , sul limitare si rivolse : - Non impensierirti per me , - soggiunse . - Riposa . E abbozzò un saluto ultimo con la mano . Emilia , ritta in mezzo alla camera , ebbe ancòra un dubbio . - Aspetta ! - disse . - Mi vesto .... Verrò anch ' io .... Roberta aveva chiuso l ' uscio , e discendeva . Allora Emilia corse alla finestra che guardava in giardino , e vedendo la sorella passare indi a poco , mosse le labbra per ripetere la preghiera . Ma di nuovo , il destino la trascinò : " No , è inutile ; di che cosa temi ? Va a Nervi ; perchè inquietarla con le tue paure ? " E la donna , obbedendo , cadde sul divano , e scoppiò in pianto dirotto . In istrada , la prima persona che s ' offerse allo sguardo di Roberta fu Cesare Lascaris , il quale era incamminato verso la villa , quietamente , secondo l ' abitudine . L ' espressione di lui appariva serena , della serenità fredda ed energica , onde quel volto era riuscito dapprima spiacevole alla giovanetta . Cesare la scorse e la salutò ; ma poichè faceva l ' atto d ' andarle incontro , Roberta attraversò la via e passò sull ' altro marciapiede . Egli ignorava d ' averla ferita a morte con una parola ; egli ignorava d ' aver messo in quel cuore un gruppo di vipere infaticabili .... Appena vistala , aveva già forse preparato la frase di speranza e d ' inganno .... E andava da Emilia a parlar d ' avvenire ! ... " Costui potrà consolarla , - si disse Roberta . - Potranno consolarsi tutti in breve ! " - Sentì accerchiante l ' impeto di tornare indietro ella pure , di correre a casa , e di baciare Emilia e d ' abbracciarla , d ' abbracciarla furiosamente . Nè fu libera dalla suggestione se non quando accelerò il passo , e arrivata a Sant ' Erasmo , discese verso Nervi , dove i passanti eran numerosi e potevano distrarla . La giornata splendeva ; quell ' ultimo periodo di decembre recava la stupenda fragranza dei giardini tempestati di rose , le quali traboccavan fin dai muri di cinta per una catena ininterrotta di colori diversi , di diversa ricchezza . Soffiava mordace la fragranza del mare , denso di tinta , e pur tuttavia dardeggiato di raggi , che sembravano frangersi alla superficie e lasciarvisi pigramente onduleggiare . Sulla piazza di Nervi , a capo del lungo viale fiancheggiato di palme che conduce alla stazione , Roberta salì in una carrozza , ordinando di portarla a Genova ; e quando fu seduta , avvertì la greve stanchezza della notte insonne , la debolezza estrema per il sangue perduto in quello sbocco furioso . Ebbe paura ; il male poteva riprenderla , ucciderla sulla pubblica via . Ma se fosse rimasta , lo avrebbe forse fermato ? Ella aveva la mente in un cerchio di follia , e si volse d ' un tratto a guardar lo spettro che le stava alle reni , minacciandola di continuo . La carrozza partì . Roberta mise sui ginocchi l ' involto che teneva fra le mani ; era tutta la sua ricchezza , là dentro , una grossa somma in titoli dì rendita , ch ' ella aveva divisato di vendere a poco a poco ; gettandola anche a profusione , non sarebbe finita tanto presto quanto la vita di lei . Trasse una lettera , ancòra con la busta aperta ; la ripercorse con l ' occhio , temendo che il ribrezzo , l ' odio , la certezza della fine , le avessero suggerito qualche parola di rimprovero o d ' ingratitudine . Il senso ne era calmo ed affettuoso ; nessun cenno alla scoperta della notte ; perchè aggravare la disperazione d ' Emilia con la possibilità d ' un rimorso ? ... Ella non aveva se non la colpa di voler trattenere la sorella , di voler farne un oggetto miserevole su cui sfogare tutta la ferocia della sua pietà . Ma come si sentiva male ! Ardevano le tempia , ardevano le mani ; dentro il petto era insostenibile l ' artiglio della tortura ; di quando in quando , la sofferenza fisica raggiungeva tal grado da parere una voluttà calda , che le corresse le membra e le facesse ribollir le vene .... Chiudere gli occhi , oh chiudere gli occhi al sole fiammeggiante ! ... Sarebbe stato più dolce chiuderli sotto freschi baci , che avrebbero potuto placar l ' ardore delle carni . Voleva distrarsi , guardando .... La strada bianca , fra la spiaggia ilare e le ville pregne d ' effluvio , quanto era crudele di ricordi ! Ben per quella medesima strada le due sorelle tornavano un tempo dalle loro gite ; e le discese ripidissime e la prossimità della via ferrata incutevano un ' ombra d ' attraente pericolo . Qualche volta il treno le sopraggiungeva rapido e formidabile ; e il cavallo fermo innanzi alla barriera drizzava le orecchie , volgeva la testa a guardare . Era l ' attimo più commovente della passeggiata ; le giovani si stringevano la mano sorridendo . Il mare pompeggiava , solenne di quieta potenza ; le ville davano al paesaggio la nota leggiadra o maestosa , incensando l ' aria coi profumi dei giardini , e tagliando il cielo puro coi ricami aggrovigliati o con le punte argute degli alberi . Roberta ebbe così l ' imagine di quel molle passato , che portò le mani alla fronte con un gesto di sbigottimento ; poi restò attonita , gli occhi fissi sul sedile vuoto innanzi a lei , per non più vedere , per non pensare , per non obbedire alla sorda voce , che le gridava nell ' intimo , che gridava dalle cose tutte : - " Ritorna ! ritorna ! Non trascinare altri nella tua rovina ! " Solo dopo Sturla , quando la fiumana della gente , delle carrozze , dei carri , si fece più tumultuosa sotto il biondo sole , ella abbandonò il suo atteggiamento inerte ; si drizzò e finse . La vita incombeva . Roberta passava tra la vita e le speranze mostruose di quegli sconosciuti , e doveva fingere vita e speranze ella pure ; già il suo volto era insolitamente pallido e malato . Si drizzò sul busto ; trovò uno sguardo impersonale per lo stupido spettacolo . Alcuni giovanotti fermi in gruppo a chiacchierare , si volsero insieme e la fissarono .... Ah , il suo corpo e il suo animo ! Non avevano ormai se non un valore d ' effimera . L ' animo era in agonia . Volevano il corpo ? Avrebbe potuto offrirlo al primo passante cui fosse piaciuto , per distruggere anche la sua verginità inutile , per sentire una qualunque nausea degli altri e di sè stessa . Arrivata a Genova , tenne la carrozza e discese presso varii negozii , ad acquisti . Ella eseguiva automaticamente il disegno stabilito nella notte e calcolato fin nei più minuti particolari di tempo . Ai commessi parve una strana compratrice . Era molto distratta ; non osservava la merce , e faceva domande alle quali non aspettava risposta . Dal negoziante di valigie aveva dimenticato di ritirar l ' avanzo di cinquecento lire e avevan dovuto rincorrerla per consegnarglielo . I suoi occhi s ' offuscavano d ' una espressione poco men che atterrita quando qualcuno le diceva la frase abituale : - " Vedrà , signora , che questa stoffa le farà una gran durata . " . Ed era molto , molto stanca ; si sedeva appena giunta e non si alzava se non per uno sforzo visibilissimo . Dalla sua guantaia , aveva chiesto un cordiale , un po ' di liquore , e aveva trangugiato un bicchierino di cognac , ch ' era parso animarla un istante . Risalì in carrozza , e si fece condurre alla stazione di Piazza Principe . Si rammentò , in quel punto , della lettera ; pensò che , inviandola per posta , non sarebbe arrivata se non la dimane , ed Emilia avrebbe sofferto un ' altra notte di dubbii , più spaventosi di qualunque spaventosa certezza . Chiuse la busta , e quando fu alla stazione guardò il cocchiere , il quale la conosceva e aveva frequentemente servito le due sorelle . Poteva fidarsene . - Voi tornate a Nervi ? - gli domandò Roberta . - Sì , signorina , sùbito . - Sùbito ; bisogna vi andiate sùbito ; io vi pagherò il ritorno . Ma vi spingerete fino a casa mia , e consegnerete questa lettera alla signora , sapete ? l ' altra signora che è sempre con me .... Andate sùbito ; non fermatevi per via .... Fra un ' ora dovete essere lassù ! Poi , quando l ' uomo voltò briglia e traversò la piazza , stette a guardarlo fin che le si tolse alla vista .... Fra un ' ora sarebbe arrivato .... Oh , solo a vederlo comparire , solo a leggere la soprascritta della busta , Emilia avrebbe gettato un grido ! La fanciulla si strinse nervosamente le mani fino a farle scricchiolare ; diede un ' occhiata in giro ad assicurarsi nessuno avesse rilevato l ' atto ; ma non v ' erano se non viaggiatori frettolosi e portatori in attesa di bagagli . Entrò sotto il peristilio della stazione , seguendo il facchino impadronitosi degli oggetti ch ' ella aveva posato a terra . Ritirò la tessera . Contava recarsi a Nizza , verso quelle coste di Francia , ch ' ella aveva tante volte sognato , verso quella Parigi , che le sembrava chiusa da un velario d ' oro , oltre il quale erano gioie insidiose ed ebbrezze ignote . Proveniente da Milano , il treno per Ventimiglia era in ritardo di trenta minuti ; la giovanetta si recò nella sala d ' attesa . Sedette ; sentì che il male e la stanchezza precipitavano su di lei con peso inesorabile ; doveva fortemente resistere per non curvare le spalle , per tener gli occhi aperti ; ma portava spesso la mano al collo , al petto , dove un ' arsura di fuoco la divorava ; batteva la lingua contro il palato , temendo d ' assaggiar l ' orribile sapor dolciastro del sangue . Ebbe di nuovo il movimento brusco per volgersi a guardare se non le stesse alle reni uno spettro visibile ; s ' accorse di ciò che faceva , e rabbrividì pensando che aspettava la morte e poteva giungere la follia . Dove andava ? ... Non aveva scritto in fronte l ' angoscia e il terrore ? ... Perchè la guardavano tutti ? ... Che cosa diceva il suo volto ? ... A fatica si alzò e andò fino a un grande specchio nel mezzo della parete centrale . Il suo volto diceva che in un sol giorno la freschezza della giovane età era smarrita per sempre ; magre e pallide le guance , accese le labbra , cerchiati gli occhi d ' un giro lividastro ; poteva essere bella , per la straordinaria espressione di sfinitezza e per la grande ombra di malinconia . Poichè udiva dei passi , il dovere della vita la riprese , e finse d ' acconciarsi il veletto ; ritornò al divano , studiandosi d ' allargar le spalle e d ' ergere il busto . Era prudenza , forse , passar la notte a Genova e partire il giorno appresso . Cercò il facchino con lo sguardo , per consegnargli le valigie e farle recare a gualche prossimo albergo . Aveva deciso d ' essere prudente , di fermarsi a Genova , di riposare . Ma in quel punto , un impiegato gridò la partenza per Ventimiglia . - Per Ventimiglia ? - domandò il facchino , accorso a riprender gli oggetti . - Va a Ventimiglia , la signora ? - egli ripeteva . - Sì , - disse la fanciulla , ancora guardandosi intorno smarrita . - Per Ventimiglia ! Fermarsi a Genova ? Con quale scopo ? ... Essere prudente ? Per chi ? Da quell ' ora , tutte le vicende erano sue ; ella si trovava sola e libera . L ' aveva desiderata con ogni forza , quell ' ora , l ' aveva sognata ! Ed ecco , la realtà ; ecco , il sogno tramutatosi in fatto : non la visione di un ' esistenza piena di avvenimenti inaspettati e rosei ; ma la visione , più lucida che mai , del proprio cadavere freddo e rigido sopra un catafalco ricco di drappi funerei , presso una finestra spalancata in faccia alla campagna eterna ... Trovò posto in uno scompartimento di prima classe , vuoto , sperando di potere stendersi e dormire , non appena uscito il treno dalla stazione . E sentiva che già Emilia aveva udito la carrozza fermarsi avanti al cancello , che già l ' uomo aveva portato la lettera , che già la sorella aveva mandato il grido .... Ritornare ? Non trascinare altri nella rovina ? ... Cesare Lascaris avrebbe ripetuto con la voce fischiante di sarcasmo : " Lo sapevo , che la signorina legge troppi romanzi ! " Mentre sotto la tettoja annerita accendevano i bracci a gas , e mentre i viaggiatori passavano e ripassavano , - romore di treni in moto , globi di vapor bianco diffusi , cantilene d ' impiegati ad annunziare le partenze , suoni della campana ad avvertir gli arrivi , - mentre la vita fremeva , Roberta si tolse i guanti , e studiò la morte sulle pallide mani , dalle dita lunghe e affusolate , dalle unghie lucenti ; pallide mani , che narravan tutta l ' anima di lei , facile a smarrirsi , incapace a calcolare , pronta a violenze ingenue . La fanciulla piombò in una disperata tristezza così assorbente , che ella non s ' avvide come all ' ultimo , quando il treno s ' avviava a ritroso fuor della stazione , - un viaggiatore fosse salito nel suo scompartimento ; ma sollevando gli occhi , ebbe un moto involontario di stupor timoroso . L ' uomo la salutò , prese posto di fronte , l ' avvolse tutta dalla testa ai piedi in uno sguardo scrutatore , che la fanciulla non aveva mai sofferto e che la costrinse a volgere il capo , fingendo di guardar dallo sportello . Il treno si lanciava sotto la bella luce del tramonto tingente di carnicino gli edifizii dei sobborghi di Genova e poi la conca azzurra del porto , reticolata d ' alberi di navi , ingombra di barchi massicci . Chi era lo sconosciuto ? La mancanza d ' Emilia doleva con nuova forma ; Emilia sapeva bene rassicurar la sorella , diffondeva attorno a sè un ' aura di tanta fiducia , che Roberta ne viveva giorno e notte . Ora , Emilia non v ' era più . Roberta l ' aveva abbandonata , e si trovava sola di fronte ad uno sconosciuto . Una paura strana l ' afferrò ; si mise a tremare , irrigidendosi con le mani nude strette ai bracci del sedile ; se l ' uomo avesse fatto un movimento , ella avrebbe gettato un urlo , poichè senz ' altro Roberta aveva stabilito ch ' egli era un ladro e che doveva ucciderla .... Ma il viaggiatore trasse dalla valigia un libro , vi cercò la pagina segnata , e cominciò a leggere ; allora , a poco a poco , di tra le ciglia , cautamente , la giovanetta si sforzò a indovinare il titolo del volume , e quando giunse a comporre in mente le lettere , e quando scoperse ch ' era un romanzo cui ella conosceva ed amava , il cuore le battè di gioja infantile , e concluse che lo sconosciuto non era un ladro , non doveva ucciderla . Poi , con la medesima astuzia lenta , si studiò a osservare l ' uomo , inosservata . Egli era giovane ed elegante ; nel volto un poco abbronzato luccicavano gli occhi neri ed acuti ; aveva un profilo quasi rettilineo , volitivo ; la testa era bella ; la bocca pura , con labbra sensuali , coi mustacchi piegati in su . Apparteneva alla razza di quelli che mai non hanno lavorato in nessuna cosa , e mai non lavoreranno . Roberta aveva incontrato simili uomini ai bagni , ai teatri , ai concerti , ovunque s ' offriva un passatempo di moda o un trattenimento per lo spirito ; e sempre ella aveva avvertito una specie d ' attrazione verso i giovani epicurei , lasciandosi cogliere dalla forma della loro cortesia , dalla scelta della loro eleganza . Anche ora , guardando lo sconosciuto , la fanciulla si fermava all ' apparenza ; non rilevava una piega amara all ' angolo delle labbra di lui , nè sul volto l ' energia fosca di chi si getta ai piaceri passionatamente , correndo l ' alternativa d ' uscirne per un mortale disgusto , o di non uscirne se non insieme con la vita . Pareva uno di quegli uomini , cui la donna unica può arrestare , salvare , vincere e domare col dono della propria esistenza , della verginità assoluta , con la forza d ' una sincerità non attesa . Egli aveva notato nella giovanetta il destreggiar degli sguardi , e pur fingendo di leggere , si lasciava studiare ; ma quando appena s ' accorse che la compagna era tranquilla e sicura ( forse , molto aveva giovato una piccola corona , dominante due cifre intrecciate sopra la targhetta argentea della valigia ) , - egli stesso , con maggiore astuzia , non lasciandosi mai sorprendere , guardò Roberta a lungo . Fu colpito dalla bellezza malinconica di quel viso giovanissimo , prima ancòra che dall ' aspetto di sofferenza onde il viso e il corpo sembravano chiedere sollecitudine . La fanciulla sfolgorava negli occhi , pieni di febbre e tuttavia ignari di sguardi procaci e ingannevoli ; le labbra curve eran deliziose di colorito , un poco umide ; per tutto il volto , la stanchezza , la commozione , la malattia , avevan diffusa un ' ombra grave , in aperto contrasto con la palese giovanezza di Roberta . Non mai era stata così bella , e il sole morente che dallo sportello la illuminava senza darle molestia , cresceva forza al significato romantico della gentile figura . Lo sconosciuto ritornò al libro aperto , notando un ' occhiata della fanciulla , che sembrava disporsi a continuare il suo studio . In verità , il giovane attirava l ' attenzione di lei potentemente , ed ella cominciava a farsi delle domande che non trovavano risposta ; andava a Nizza egli pure ? come si chiamava ? era ammogliato ? ... Cercò sulle dita di lui il cerchietto d ' oro , ch ' ella credeva indivisibile dalle persone non più libere ; ma alla mano destra , nuda , non aveva anelli , e la sinistra era ancòra guantata . E perchè non parlava ? In molti romanzi , Roberta aveva letto i dialoghi d ' un giovane e d ' una giovane incontratisi nel treno ; e veniva poi una sfilata , di capitoli interessanti , che si rannodavano tutti a quel primo capitolo dell ' incontro . Lo sconosciuto non le parlava , non la degnava d ' uno sguardo ; credendo fare piacere , aveva tirato la cortina per toglierle il sole ultimo , e sùbito s ' era rimesso a leggere , in modo ch ' ella non aveva potuto ringraziarlo con un cenno del capo , come in quei romanzi .... Egli pure vestiva un abito grigio , calzava stivaletti di cuoio giallo , - aveva i piedi piccoli - e il collo della camicia era molto alto , con una cravatta enorme , di gusto inglese . La fronte di lui era ampia , con qualche sottilissima ruga , visibile a pena ; ma i capelli erano tutti nerissimi , naturalmente lucidi , un poco arricciati . Solo , pareva a Roberta ch ' egli fingesse di leggere , perchè non voltava mai pagina ; e a un tratto , ella s ' avvide con maraviglia , che lo sconosiciuto non poteva leggere affatto , perchè aveva ripreso il libro capovolto . Cominciò a temere di nuovo ; perchè fingeva ? a che cosa pensava ? In quel punto gli sguardi suoi s ' incontrarono con gli sguardi del giovane , e non sapendo come reggere all ' onda carezzevole di quegli occhi bruni , e sentendo d ' arrossire , Roberta cercò in fretta i guasti e cominciò a calzarli , con la testa china . Il treno si fermò a Sampierdarena lungamente . La fanciulla guardò in basso la sfilata gaja dei molti edifizi , dispersi in una pianura grigia e uniforme ; l ' ombra cominciava a scendere tristissima . Il ricordo di Emilia , la visione della villetta , l ' intuizione dello spavento cui la sorella doveva essere in preda , vennero tutti insieme a turbarla . Che cosa aveva fatto ? Dove andava ? Aveva commesso un crimine .... Fra il brusco estollersi di quei pentimenti , una cosa sola poteva consolarla ; ella si sentiva bene , d ' improvviso , quanto non s ' era ; mai sentita , e irrompeva nel suo cuore una turba di speranze magnifiche , audaci , sicure ; era tuttavia molto affaticata molto languida , ma la cosa pareva ben naturale , dopo le orribili torture . Sperava , tornava a sperare violentemente nell ' avvenire ; la giovane età avrebbe trionfato de ' suoi mali nervosi . E ritraendosi dal finestrino perchè il treno ripartiva , questa volta per una ben lunga corsa , Roberta vide gli sguardi del compagno fissi ai capelli di lei , biondi , copiosi , rutilanti sotto il raggio della lampada elettrica , la quale pendeva dall ' alto della carrozza e cominciava a dar luce non contrastata dalla luce diurna . La fanciulla gli fu riconoscente ; l ' attenzione del giovane significava l ' avvenire e la vita : egli doveva pensare a lei , non come a larva moritura , ma come a donna vibrante di calda sensibilità , ricca di delicati sentimenti . Allora , non sapendo d ' agire in modo strano , ella si abbandonò a quell ' attenzione , vi si offerse scaltramente . Perchè l ' uomo non avesse a temere d ' essere sorpreso , restò col capo inclinato , ma non così che il suo volto bianco non si vedesse , non così che i suoi occhi azzurri paressero spenti ; e si dispose un po ' in obliquo sul sedile , perchè tutta la linea dei fianchi acerbi risaltasse sopra lo sfondo grigiastro . Provò un gaudio nuovo , a quella dedizione capricciosa ; più forte , accorgendosi che il giovane si lasciava attirare , e la studiava , l ' ammirava con intensità , riusciva a definirla in quanto aveva di raro e di meno atteso : l ' incoscienza virginale e la civetteria mite .... La curiosità di lui non era volgare e momentanea , ma doveva , certo doveva risvegliare a poco a poco un sentimento , una brama di non finire così la muta avventura . Vi fu un istante , in cui Roberta osò levare il capo , e da tutto l ' atteggiamento del compagno vide perspicua la certezza ch ' egli si accingeva a parlare , a gettare la rete , la quale avrebbe involto lei , e forse non lei sola , per sempre . - Ora mi parla ! - ella pensò . Fu come un tremendo schianto , un balzo in una voragine profonda . La fanciulla avvertì di nuovo l ' orribile sapore dolciastro del sangue ; ebbe un sussulto visibilissimo , tossì seccamente due volte , e con la fronte imperlata di sudor freddo , aspettò . Poi , quando la prima spuma rosea comparve alla connessura delle labbra , portò il fazzoletto alla bocca , serrandolo contro , perchè nulla si vedesse ; ma non era un filo di schiuma , e non cessava , diffondendosi per la pezzuola , empiendole la bocca tutta , minacciando di soffocarla . Tossì ancòra ; venne ancòra il liquido vermiglio su per la gola ; e smarrendo ogni speranza , ogni senso della vita formale , Roberta balzò in piedi , afferrò le mani già tese del giovane , e rantolò con un urlo : - Muoio ! L ' impeto enorme del sangue proruppe , non più affievolito dal lieve ostacolo del fazzoletto ; e la figura bianca della vergine insanguinata , ritta fra le braccia del compagno che la sorreggeva , precipitò nella spessa ombra d ' una galleria come in una voragine profonda .
COSIMA ( DELEDDA GRAZIA , 1937 )
Narrativa ,
La casa era semplice , ma comoda : due camere per piano , grandi , un po ' basse , coi pianciti e i soffitti di legno ; imbiancate con la calce ; l ' ingresso diviso in mezzo da una parete : a destra la scala , la prima rampata di scalini di granito , il resto di ardesia ; a sinistra alcuni gradini che scendevano nella cantina . Il portoncino solido , fermato con un grosso gancio di ferro , aveva un battente che picchiava come un martello , e un catenaccio e una serratura con la chiave grande come quella di un castello . La stanza a sinistra dell ' ingresso era adibita a molti usi , con un letto alto e duro , uno scrittoio , un armadio ampio , di noce , sedie quasi rustiche , impagliate , verniciate allegramente di azzurro : quella a destra era la sala da pranzo , con un tavolo di castagno , sedie come le altre , un camino col pavimento battuto . Null ' altro . Un uscio solido pur esso e fermato da ganci e catenacci , metteva nella cucina . E la cucina era , come in tutte le case ancora patriarcali , l ' ambiente più abitato , più tiepido di vita e d ' intimità . C ' era il camino , ma anche un focolare centrale , segnato da quattro liste di pietra : e sopra , ad altezza d ' uomo , attaccato con quattro corde di pelo , alle grosse travi del soffitto di canne annerite dal fumo , un graticcio di un metro quadrato circa , sul quale stavano quasi sempre , esposte al fumo che le induriva , piccole forme di cacio pecorino , delle quali l ' odore si spandeva tutto intorno . E attaccata a sua volta a uno spigolo del graticcio , pendeva una lucerna primitiva , di ferro nero , a quattro becchi ; una specie di padellina quadrata , nel cui olio allo scoperto nuotava il lucignolo che si affacciava a uno dei becchi . Del resto tutto era semplice e antico nella cucina abbastanza grande , alta , bene illuminata da una finestra che dava sull ' orto e da uno sportello mobile dell ' uscio sul cortile . Nell ' angolo vicino alla finestra sorgeva il forno monumentale , col tubo in muratura e tre fornelli sull ' orlo : in un braciere accanto a questi si conservava , giorno e notte accesa e coperta di cenere , un po ' di brace , e sotto l ' acquaio di pietra , presso la finestra , non mancava mai , in una piccola conca di sughero , un po ' di carbone ; ma per lo più le vivande si cucinavano con la fiamma del camino o del focolare , su grossi treppiedi di ferro che potevano servire da sedili . Tutto era grande e solido , nelle masserizie della cucina ; la padella di rame accuratamente stagnate , le sedie basse intorno al camino , le panche , la scansia per le stoviglie , il mortaio di marmo per pestare il sale , la tavola e la mensola sulla quale , oltre alle pentole , stava un recipiente di legno sempre pieno di formaggio grattato , e un canestro di asfodelo col pane d ' orzo e il companatico per i servi . Gli oggetti più caratteristici erano sulla scansia ; ecco una fila di lumi di ottone , e accanto l ' oliera per riempirli , col lungo becco e simile a un arnese di alchimista : e il piccolo orcio di terra con l ' olio buono , e un armamento di caffettiere , e le antiche tazze rosse e gialle , e i piatti di stagno che parevano anch ' essi venuti da qualche scavo delle età preistoriche : e infine il tagliere pastorale , cioè un vassoio di legno , con l ' incavo , in un angolo , per il sale . Altri oggetti paesani davano all ' ambiente un colore inconfondibile : ecco una sella attaccata alla parete accanto alla porta , e accanto un lungo sacco di tessuto grezzo di lana , che serviva da mantello e da coperta al servo : e la bisaccia anch ' essa di lana , sulla quale alla notte dormiva , quando era in paese , lo stesso servo , pastore o contadino che fosse . Sull ' acquaio non mancava mai un paiolino di rame pieno d ' acqua attinta al pozzo del cortile , e su una panca l ' anfora di creta con l ' acqua potabile , faticosamente portata dalla fontana distante dall ' abitato . L ' acqua era allora un problema , e se ne misurava , d ' estate , ogni stilla ; a meno che non sopraggiungesse un buon acquazzone a riempire la tinozza collocata sotto il tubo di scolo dei tetti : eppure la pulizia più diligente , praticata a secco , rendeva piacevole tutta la casa . Dalla finestra , munita d ' inferriata , come tutte le altre del piano terreno , si vedeva il verde dell ' orto ; e fra questo verde il grigio e l ' azzurro dei monti . La porta invece , come si è detto , dava sul cortile triangolare , piuttosto lungo e occupata quasi a metà da una rustica tettoia dalla quale , per un usciolino , si andava nell ' orto . In fondo c ' era il pozzo , e , sotto il muro alto di cinta , una catasta di legna da ardere , rifugio di numerosi gatti e delle galline che vi nascondevano il nido delle uova . Un ' asse appoggiata su due ceppi , accanto al muro laterale della casa , ancora grezzo e sul quale , al primo piano , si apriva una sola finestra ( le finestre erano tutte senza persiane ) , serviva da sedile . E un grande portone fermato anch ' esso da ganci e stanghe , tinto di un color marrone scuro , dava sulla strada . Di giorno era quasi socchiuso , e , più che il portoncino della facciata , serviva per il passaggio degli abitanti e degli amici della casa . A questo portone , una mattina di maggio , si affaccia una bambina bruna , seria , con gli occhi castanei , limpidi e grandi , le mani e i piedi minuscoli , vestita di un grembiale grigiastro con le tasche , con le calze di grosso cotone grezzo e le scarpe rustiche a lacci , più paesana che borghese , e aspetta , dondolandosi , che passi qualcuno o qualcuno si affacci a una finestra di fronte , per comunicare una notizia importante . Ma la strada , stretta e sterrata , in quell ' ora fresca del mattino è ancora deserta come un sentiero di campagna , e nella vecchia casa di contro , anch ' essa con l ' alto muro di un cortile a fianco e un portone rossastro , non si vede nessuno . Questa casa è abitata da un canonico , un lungo e nero asceta taciturno , e da una sua giovane nipote intelligente , che avrebbe voluto farsi suora , ma dopo qualche mese di noviziato è stata rimandata a casa per la sua cagionevole salute . Gente per bene , semplice e austera . Il canonico si lamenta che nessuno , per la strada , lo saluti : è lui , invece , che cammina sempre ad occhi bassi e assorto nelle sue speculazioni religiose : la nipote , visto che Dio non l ' ha voluta in sposa , si compiace della corte discreta di un bel giovane ebanista , decisa però a non sposarlo perché non è un proprietario o un funzionario come converrebbe a lei . La bambina sul portone , sa queste cose , e considera i suoi vicini di casa come personaggi straordinari . Tutto , del resto , è straordinario per lei : pare venuta da un mondo diverso da quello dove vive , e la sua fantasia è piena di ricordi confusi di quel mondo di sogno , mentre la realtà di questo non le dispiace , se la guarda a modo suo , cioè anch ' esso copi colori della sua fantasia . Odori di campagna vengono dal fondo della strada ; il silenzio è profondo , e solo il rintocco delle ore e dei quarti suonati dall ' orologio della cattedrale , lo interrompono . Passano le rondini a volo , sul cielo azzurro denso , un po ' basso come nei paesaggi dei pittori spagnoli , ma anche le rondini sono silenziose . Finalmente una finestra si apre nella casa di fronte , e un viso bruno , coi grandi occhi velati dei miopi , si sporge a guardare qua e là negli sfondi della strada . È la signorina Peppina , la nipote del canonico . La bambina si solleva tutta , afferrandosi allo spigolo del portone per allungarsi meglio , e grida la notizia per lei importantissima : - Signora Peppina , abbiamo un bambino nuovo : un Sebastianino . Risultò poi che era una femmina : ma la bambina desiderava un fratellino ; e se lo era inventato , col nome e tutto . Soddisfatta , rientrò nella cucina e aspettò che la serva finisse di cuocere il latte per la colazione . Bisogna dire due parole di questa serva , che , a ricordarla , sembra anch ' essa una invenzione fuori della realtà . Si chiamava Nanna ; e adesso siede certamente alla destra di Dio , fedele ancora ai suoi padroni , nella schiera dei Patriarchi . Da venti anni era al servizio della casa , altri venti ne doveva trascorrere . Aveva allora trent ' anni ; era venuta bambina , da un tugurio di santi poveri , per badare al primo bambino dei padroni , che era morto dopo pochi mesi dalla nascita , ma lasciando il posto nella culla ad un altro . Primitiva era anche questa culla , come scavata nel tronco d ' un noce , senza veli né ornamenti , e non rimaneva mai vuota . Nanna era ancora una bella donna , con gli occhi castanei di cane buono , un mazzetto di peli all ' angolo destro della bocca , i seni lunghi e bassi delle razze schiave . Schiava non era certo , in quella casa , e tutto le veniva affidato , compresi i bambini , che dormivano con lei , e che lei si trascinava appresso quando andava per le commissioni . Se lavorava giorno e notte lo faceva volontariamente : andava a prendere l ' acqua alla fontana , a lavare i panni lontano , dove si trovasse qualche rigagnolo , puliva la farina e faceva , con la padrona , il pane di frumento e quello di orzo : andava a battere gli olivi nel podere , a cogliere ghiande per il maiale , nel bosco della montagna ; spaccava la legna , dava da mangiare al cavallo ; le toccava anche di spazzare il tratto di strada davanti alla casa , poiché il Comune non se ne incaricava ; e al tempo della vendemmia pigiava l ' uva coi suoi forti piedi nudi rivestiti d ' una pelle che sembrava conciata . E lo stipendio glielo serbava il padrone , che lo metteva a frutto : quando ella aveva avuto venti anni ed era bella e quasi bionda i maligni dicevano che il padrone aveva un debole per lei ; ma erano chiacchiere e il tempo le dissipò . Ecco adesso ella cuoce attenta il latte sul fornello sopra il forno grande : per l ' occasione del parto della padrona si è messa le scarpe , senza calze s ' intende , pronta a tutti gli ordini : una ruga le solca la fronte e le sue orecchie sono tese come quelle delle lepri . La responsabilità della casa è adesso tutta sua , ed ella profitta della sua padronanza solo per sorbirsi qualche tazzina di caffè in più , sola sua passione . I ragazzi vengono uno ad uno a prendere il caffè e latte , che ella versa nelle rotonde tazze di creta gialla e rossa : anche i più grandi , che sono maschi e frequentano già il ginnasio della piccola città . Il maggiore , Santus , è un bel ragazzo col profilo e gli occhi grandi , d ' un grigio celeste , dalla sclerotica azzurra : ha un ' aria pensosa e leale , veste già con qualche ricercatezza , e mentre beve il suo caffè e latte finisce di ripassare la lezione di latino . L ' avvenimento della casa non lo sorprende né lo turba : ne conosce il mistero e lo accetta come una cosa naturale . I suoi sensi sono calmi , quasi freddi : la fantasia misurata . Non ama le donne , non pensa che a studiare , approfondire le cose della vita , ma attraverso i libri . No , non ho fantasia , ma forse anche lui è un po ' visionario , come la sorella piccola , e viene da un mondo lontano dalla cruda realtà . Ha fretta di andare a scuola , coi libri ben legati con una cinghia , e non si preoccupa se l ' altro fratello invece ritarda e forse dorme ancora nella loro camera all ' ultimo piano che ha due finestre , una sulla facciata , l ' altra sui tetti sottostanti della dispensa e della rimessa e di altri ripostigli . E infatti prima di lui scendono le due sorelle maggiori , Enza e Giovanna , che vanno anch ' esse a scuola , piccole di statura , quasi eguali come due gemelle , con gli occhi celesti e i capelli neri stretti stretti in una treccia che finisce con un ricciolo . I loro vestiti sono davvero buffi , con la sottana larga e lunga allacciata alla vita intorno alla camicetta a sprone con le maniche abbondanti : il tutto di un tessuto a striscie colorate : della stessa stoffa è la borsa per i libri : hanno anch ' esse le calze bianche e gli scarponcini coi chiodi ; e in testa fazzoletti di seta che già però esse annodano con civetteria sulla guancia sinistra , lasciando scoperti i capelli fino a metà testa . La piccola , Cosima , che ancora non ha l ' età di andare a scuola , le guarda con ammirazione e invidia , ma anche con un certo timore , poiché esse , specialmente Enza , non solo non giocano volentieri con lei , ma le prodigano pugni , spintoni e bòtte e parolacce : tutta roba imparata dalle compagne di scuola . Più buono , con lei , è il fratello Andrea . Ecco che , quando le due sorelle sono già anch ' esse avviate a scuola , il ragazzo scende , ma disdegna di prendere il caffè e latte ; roba di donnicciuole , dice . Lui mangerebbe già una fetta di carne rossa mezzo cruda , e non essendoci questa si contenta di tirar giù il canestro dei servi e rosicchia coi suoi forti denti il pane duro e una crosta di formaggio . Nanna gli va appresso supplichevole , con la tazza colma in mano : poiché questo Andrea è il suo idolo maggiore , il suo affanno e la sua preoccupazione . - Mi sembri un pastore , - dice , mettendogli davanti la tazza . - Prendi questo ; prendi , agnello ; il maestro ti sentirà l ' odore di formaggio . - E lui , chi è ? Io sono un pastore ricco , ma lui è un povero accattone , un ubriacone pidocchioso . Così parla Andrea del suo professore di latino ; e lo dice con convinzione poiché tutta la gente che vive di lavoro intellettuale è per lui più povera dei mandriani e dei manovali . La sua mentalità è davvero da ricco pastore , che fa una vita rude ma ha bestiame , terre e denaro ; e sopra tutto libertà di azione , tanto per il bene come per il male . Anche la sua persona è tozza , squadrata , le vesti trasandate ; ma la testa è caratteristica , possente , tutta capelli nerissimi ; il profilo è camuso , con le labbra sensuali ; gli occhi d ' un grigio dorato , corruscanti come quelli del falco . Non ama lo studio , ed è felice solo quando può scappare di casa , a cavallo , come un centauro adolescente . Nessuno gli ha insegnato a cavalcare : eppure egli monta anche senza sella sui puledri indomiti , e i suoi urli per aizzarli gareggiano coi loro nitriti . Nell ' accorgersi di Cosima , che se ne stava quieta seduta su una seggiolina bassa , con la scodella in grembo , le sorrise e prima di uscire le si avvicinò dicendole sottovoce , con un accento sommesso di complicità : - Domenica ti porterò , a cavallo , al Monte : ma zitta , eh ! I grandi occhi di lei si aprirono , lucenti di gioia e di speranza : e questa promessa del fratello , piena di lusinghe e di visioni straordinarie , si mischiò alle sue fantasticherie , intorno al mistero della creatura nata quella notte in casa , venuta non si sa di dove , come , né perché . Questa nascita , inoltre , portava un certo cambiamento di vita . Le due sorelle maggiori dovevano sistemarsi nella camera alta , per lasciare posto , nel letto di Nanna , a lei Cosima , e alla piccola Beppa che ancora dormiva nella culla in camera dei genitori . Beppa aveva circa tre anni , ma ne dimostrava di meno e ancora non parlava bene perché aveva la cartilagine sotto la lingua più corta del solito : e si parlava di fare un piccolo taglio per sciogliere la lingua dal suo impaccio . Ecco che anche lei fa comparsa in cucina , portata a mano dalla nonna . La nonna non viveva con loro ma aveva passato la notte in casa per assistere , lei , col solo aiuto di Nanna , la figlia partoriente . E tutto era andato bene , senza strepiti , senza disordine . Adesso la puerpera e la bambina riposavano , e anche il padre , che aveva vegliato tutta la notte leggendo o passeggiando silenzioso nella camera attigua a quella della moglie , s ' era addormentato su un vecchio sofà . La nonna invece non sentiva il bisogno di dormire , sebbene fosse una piccolissima donna fragile , quasi nana , con mani e piedi da bambina ; e anche gli occhi color nocciola , con lunghe ciglia nere , erano pieni d ' innocenza , come mai avessero veduto l ' ombra del male . Una cuffietta di panno nero le raccoglieva i capelli già bianchi , ma qualche ricciolo scappava sulla nuca e sulle orecchie , e le dava un ' aria sbarazzina . Le nipotine la consideravano come una loro eguale , mentre avevano suggezione della madre , e Cosima provava uno strano senso di sogno quando la vedeva comparire d ' improvviso . Ma più che di sogno era un senso fisico di ricordo inafferrabile , una lieve vertigine , come un baleno sanguigno , che più tardi ella si spiegò col crederlo un affiorare e subito di nuovo sommergersi di vita anteriore rimasta o rinata nel subcosciente . La nonna , poi , le ricordava , - ma questo un po ' volontariamente , - certe donnine favolose , o piccole fate , buone o cattive secondo l ' occasione , che la leggenda popolare affermava abitassero un tempo in piccole case di pietra , scavate nella roccia , specialmente negli altipiani granitici del luogo . E queste minuscole abitazioni preistoriche esistevano ed esistono ancora , monumenti megalitici che risalgono a epoche remote , chiamati appunto le Case delle piccole Fate . La nonnina prese il caffè , fece mangiare e poi lavò la piccola , e infine mandò la serva a fare la spesa : spesa presto fatta , poiché in casa c ' erano tutte le provviste , compreso il pane , e non si trattava che di comprare la carne per il brodo , o un po ' di pesce , se per caso raro venuto dalla spiaggia orientale dell ' isola . Cosima , con la sua scodella vuota , era incerta se seguire la serva nella breve uscita mattutina , o eseguire un suo progetto . Voleva penetrare nella camera della mamma e vedere la bambina ; profittò quindi del momento in cui la nonna attingeva l ' acqua dal pozzo , per infilarsi nelle scale silenziose . Dopo la prima rampata , tutta di scalini di granito , su un piccolo pianerottolo si apriva l ' uscio di una specie di dispensa , col pavimento di legno e il soffitto , come quello della cucina , di canne che formavano un graticcio solido e fresco . Di solito l ' uscio era chiuso a chiave : questa volta , nella confusione della notte , era stato lasciato aperto . E prima di proseguire verso la sua mèta , Cosima non esitò ad esplorare la grande stanza , che anch ' essa rappresentava per lei un ripostiglio di misteri . E ce n ' era ragione : poiché le cose e gli oggetti più disparati stavano raccolti là dentro , in una vaga luce che penetrava dallo sportello di una finestra tutta d ' un pezzo , aperto su un lontano sfondo di orizzonte montuoso . Mucchi di frumento , di orzo , di mandorle , di patate , occupavano gli angoli , mentre una tavola lunga era sovraccarica di lardo e di salumi , e intorno i cestini di asfodelo pieni di fave , fagiuoli , lenticchie e ceci , facevano corte agli orci di strutto , di conserve , di pomidori secchi e salati . Ma quello che più attirava la bramosia di Cosima erano alcuni grappoli d ' uva e di pere raggrinzite che ancora pendevano da una delle travi di sostegno del soffitto : un ' ape , o una vespa che fosse , vi ronzava intorno beata , mentre a lei non era permesso di toccare un acino : sapeva però che c ' era una canna , spaccata in cima , per staccare il giunco che legava i grappolo e tirarli giù in salvamento : la trovò , dietro l ' uscio , la sollevò come lo scaccino quando accende in alto le candele : l ' ape volò via , un grappolo fu afferrato , ma a metà discesa scappò dei denti della canna , cadde , si sciolse sul pavimento come una collana rotta . Sulle prime ella si sbigottì ; poi pensò che la mamma , la più severa della casa , non poteva accorgersi del piccolo disastro ; e con una pazienza di volontà che lei sola possedeva , raccolse uno per uno gli acini , li mise dentro il suo fazzoletto , fece sparire i raspi e il giunco , ripose la canna , e quando ogni traccia del danno scomparve , pensò che sarebbe anche lei stata buona , come sentiva raccontare dai servi quando ritornavano di campagna , a commettere un furto , un abigeato , e farne sparire le traccie in modo che nessuno avrebbe mai sospettato il vero colpevole . Queste fantasie barbariche non le mancavano nella mente ; ma erano gli stessi servi e gli altri paesani che frequentavano la casa , e spesso anche i borghesi , i parenti , gli amici del babbo , gli ospiti che venivano dai paesi dei monti e delle valli , a seminarle nei fanciulli curiosi e sensibili coi racconti delle avventure brigantesche che allora fiorivano come un residuo di imprese e di guerriglie medioevali , in un raggio di chilometri e chilometri intorno . Con questi fermenti , i ragazzi però venivano su anche coraggiosi , pronti a combattere coi malviventi , e le ragazza , anche se piccole , come Cosima , avevano già istinti di amazzoni . La educazione materna , tutta religione e austerità , smorzava fin che poteva la vivezza interiore dei figli ; e più ancora avrebbe fatto quella paterna , poiché il capo della famiglia , il signor Antonio , era l ' uomo più mite e giusto della regione : ma egli era troppo occupato nei suoi affari , spinto dal bisogno di assicurare una solida agiatezza ai figli , per potersi dedicare anche alla loro ricchezza spirituale . Li mandava a scuola , è vero , e in sua presenza essi , sia per rispetto e affetto naturali verso di lui , sia per ipocrisia , si mostravano buoni e beneducati . Cosima , poi , sentiva per lui un senso sconfinato di confidenza e qualche volta anche di ammirazione . Non si preoccupò , quindi , nel vederlo apparire in alto , sul pianerottolo del primo piano , mentre ella saliva il secondo rampante delle scale . Adesso gli scalini erano di lavagna , bene illuminati dalla finestra del pianerottolo : e questo era grande come una camera , con un armadio a muro ricoperto da una tendina di percalle , la macchina da cucire e alcune sedie ; e vi si aprivano gli usci della camera matrimoniale e di un ' altra che serviva anch ' essa per gli ospiti , quando erano più di uno , il che avveniva spesso . Da questa camera , che era la meglio arredata della casa , con due finestre , una sulla strada l ' altra sul cortile , il sofà e un tavolino rotondo intarsiato di legno bianco , usciva appunto in quel momento il signor Antonio , fermandosi ad origliare all ' uscio della moglie . Nell ' accorgersi della piccola Cosima le accennò di non far rumore : ed ella si fermò appoggiata alla parte della scala , intimidita ma non troppo . Il babbo era sopra di lei ; le sembrava alto , quasi gigantesco , mentre invece era piccolo e un po ' grasso . Ma se le gambe erano corte , il busto era forte , grande , e la testa grossa , calva , con una ghirlandina di ricciolo già grigi che dalle orecchie rosee pendeva intorno alla nuca possente . E anche il viso sembrava a Cosima il più straordinario di tutti quelli che conosceva : un viso in realtà pieno di carattere , con la fronte alta , il naso corto a scarpa , la bocca piccola e stretta fra il grande labbro superiore e il mento quadrato . Glabro ma sempre con un po ' di prepotente peluria sulle guancie larghe , aveva , quel viso semplice di paesano diventato borghese , i segni e i solchi di una intelligenza e di una saggezza non comuni ; e gli occhi grigi o azzurri o verdastri secondo la luce del momento , potevano essere quelli di un santo ma anche quelli di un guerriero . In quel momento erano azzurri , quasi riflettendo il colore del cielo sopra la finestra , e ammiccavano infantilmente verso la bambina appoggiata alla parete ; ma subito si fecero grigi , poiché nella camera si udiva un vagito . Allora accennò a Cosima di salire e aprì l ' uscio . La bambina si sentì battere il cuore . Come faceva il padre a indovinare il suo desiderio ? Si trovò nella camera , dietro di lui , e rivide le note cose : il letto grande con una sopracoperta di percalle a fiori , la consolle di noce , che era il mobile più elegante della casa , i quadri , il caminetto bianco : ma tutto le parve mutato , come se una luce di miracolo avesse dato alle cose un aspetto diverso , d ' incantamento , come quando si vedono riflesse nell ' acqua od anche sui vetro spalancati di una finestra ; e quel riverbero si spandeva da una fonte straordinaria : da un canestro di asfodelo , deposto sulla pietra del camino , e dove , fra cuscini e pannolini , era la neonata . Fasciata con le manine dentro , come allora si usava , aveva la testina coperta da una cuffietta di trina rosa ; e da questa cuffietta il viso rosso , gonfio , con la bocca già spalancata al pianto , dava l ' idea di un boccio che si spacca per fiorire . Per Cosima fu una delusione : poiché ella si era immaginata la nuova sorellina già tutta ricciuta , bionda e levigata come il bambino che nel quadro sopra il letto era tenuto in braccio da un bonario e rossastri san Giuseppe , e da qualunque parte lo si guardasse volgeva gli occhioni celesti come un pargolo vivo . La madre sonnecchiava : lei sola non era cambiata , col suo pallido viso dal naso un po ' aquilino , la bocca già appassita e i capelli già grigi : né giovane né vecchia , come la bambina l ' aveva sempre conosciuta ; né allegra né triste , quasi impassibile e quasi enigmatica . Quando al padre parve che Cosima avesse soddisfatto la sua curiosità , le accennò di andarsene ; ed ella se ne andò , ma profittando sempre dell ' occasione continuò ad esplorare la casa . Visitò la camera dall ' altro lato del pianerottolo ; passò il dito sugli intarsi del vecchio sofà le cui molle si erano abbassate . Le piacevano i mobili diversi dai soliti di casa ; e invero anche le sedie imbottite , di noce e di stoffa verdastra , che completavano l ' arredamento di quella camera quasi signorile , erano interessanti ; poiché il sedile era mobile e si poteva toglierlo dal fondo della sedia per spazzolarlo con comodo . Ecco che ella ne solleva uno piano piano , osservandone l ' imbottitura interna sostenuta da striscie di grossa tela ; e pensa che se avesse qualche cosa da nascondere , quello sarebbe il posto migliore . Nascondere ! Questa , anche , era una delle sue più segrete e forti aspirazioni , e questa , anche , si spiegò più tardi , collegandola all ' istinto degli avi che vivevano sulle montagne e nascondevano le loro cose per sottrarle alla rapina dei nemici . Poi ritornò sulla scala ; altre cose interessanti , per lei , erano una finestrina vuota aperta sulla parete interna fra una rampata e l ' altra , e , affaciandovisi , ella fantasticava un precipizio , una cascata di lava soffermatasi con quei gradini azzurrognolo ; e sopra tutto una finestra più grande , segnata ma non aperta sull ' alto della parere che finiva sul soffitto . Chi aveva segnato quell ' apertura che non si apriva , quel rettangolo scavato sul muro che , se sfondato , avrebbe lasciato vedere un grande orizzonte di cielo e di lontananza ? Forse era stato un capriccio del muratore , forse si pensava a una sopraelevazione della casa , cui sarebbe stata poi utile quell ' apertura : ad ogni modo , Cosima si incantava ogni volta a guardarla ; l ' apriva con la sua fantasia , e mai in vita sua vide un orizzonte più ampio e favoloso di quello che si immaginava nello sfondo di quel segno polveroso e pieno di ragnatele . Però , anche l ' armadio a muro del pianerottolo , era della stessa famiglia ; e poiché nella camera della madre s ' era di nuovo fatto silenzio , ella ridiscese cauta , e sollevò la tendina di percalle a fiori rossi e gialli . Tante cose straordinarie arricchivano le due mensole trasversali : a quella più alta Cosima non poteva arrivarci , e doveva allontanarsi di due passi per vederci bene ; ed era giusto che le cose lassù non dovessero toccarsi , come non si toccano i sacri oggetti dell ' altare . Con l ' altare la mensola aveva qualche rassomiglianza , coi quattro candelabri in fila , due di ottone , due di rame ; e in mezzo un vaso di vetro ; ma l ' oggetto più meraviglioso era un grande piatto di cristallo , finemente inciso come nel diamante appoggiato alla parete di fondo ; Cosima non ricordava di averlo mai veduto adoperare , e neppure aveva un ' idea dell ' uso che poteva farsene ; questo lo rendeva più raro , quasi misterioso : le pareva , vagamente , un simbolo , un piatto sacro , proveniente da antichi tesori , e magari una immagine del sole , della luna , dell ' ostensorio quando il sacerdote lo innalza e lo fa vedere alle folle adoranti . E lei lo adorava davvero quel piatto , alto , intoccabile ; lo adorava , - e questo anche lo capì molto più tardi , - perché rappresentava l ' arte e la bellezza . Nella mensola di sotto c ' erano stoviglie , ampolle , e alcune tazze per caffè , bellissime anch ' esse , dipinte di rose pallide e dorature delicate ; e i relativi cucchiaini di ottone , col manico lavorato ; fin qui il dito di Cosima poteva arrivare , ma solo il dito , per sfiorare una rosellina sul candore della porcellana , come si sfiora una rosa vera che è proibito di cogliere ; poi la tenda ricade , come un sipario , su quell ' altare , su quel giardino ; ed ella ritorna sulla scala , conta i gradini , è sull ' ultimo pianerottolo , quasi eguale a quello di sotto ; ma invece dell ' armadio a muro c ' è qui un ' altra comodità : due fornelli , caso mai si dovesse un giorno servirsi di quell ' ambiente per uso di cucina . E la piccola sognatrice pensa che un giorno dovrà anche lei sposarsi , come la madre , come le zie , e abitare lassù . E in quei fornelli manipolare i cibi per sé e la famiglia . Per adesso le due camere , a destra e a sinistra , coi pavimenti di legno quasi ancora grezzo , sono le più povere della casa ; con lettini di ferro , i paglierecci pieni di foglie crepitanti di granone , una tavola , alcune sedie . Ma in quella dei ragazzi esiste pure una grande ricchezza ; uno scaffale pieno di libri : libri vecchi e libri nuovi , alcuni di scuola , altri comprati da Santus nell ' unica libreria della piccola città . Cosima non sa ancora leggere , ma capisce le figure , e sebbene anche qui sia proibito di toccare , apre piano piano un grande libro di fogli grossi , anzi di cartoni color cilestrino , tutti segnati di punti gialli , ch ' ella sa che cosa sono : sono le stelle , nell ' atlante celeste . Dopo di che non le rimane che guardare dalle finestre aperte ; una sulla strada , l ' altra sullo spazio dell ' orto e poi su degli orti attigui , fin dove questi scendono alla valle invisibile , dalla quale si sollevano i monti : monti grigi vicini , con macchie di boschi , con profili marcati di roccie , con torri di granito : monti più lontani , di calcare azzurrognolo , quasi luminosi al sole di maggio ; e altri monti ancora , più alti , più azzurri , evanescenti , monti di leggenda e di sogno . La finestra che guarda è meno pittoresca , ma anch ' essa interessante e viva . Solo un breve marciapiede corre davanti la casa : il resto della strada è selciato di ciottoli , con una cunetta centrale per lo scolo dell ' acqua piovana . Le case sono abbastanza civili ; appartengono quasi tutte ai parenti del signor Antonio . Quella in fondo è del fratello prete , don Ignazio tabaccone e trasandato ; poi viene quella di zia Paolina , vedova benestante con figli pastori e agricoltore ; poi anche quella di zia Tonia , anche lei benestante , con un figlio che studia per droghiere . Il padre di questo ragazzo è morto , tuttavia zia Tonia non è vedova ; poiché ha preso un secondo marito , ma dopo un mese di matrimonio lo ha cacciato via di casa , e infine si è separata legalmente da lui ; è una donna simpatica , energica , intelligente , e le persone più gioviali del quartiere la visitano giornalmente nelle ore di riposo ; giocano a carte , discutono , combinano burle , mascherate di carnevale , tengono allegro tutto il vicinato . La casa più importante è però quella abitata dal canonico , di fronte : un vero fortilizio , con cortili e giardini interni , uno dei quali , quasi pensile , pieno di rose , di melograni , con un gelso alto carico di piccolo frutti violetti . Di là si stende un panorama di case e casupole che formano il quartiere più caratteristico e popolare della piccola città , e il campanile bianco della chiesa del Rosario emerge sopra i tetti bassi e scuri come un faro tra gli scogli . Adesso il signor Antonio è nella stanza al pianterreno , seduto allo scrittoio , e sbriga la sua corrispondenza , adoperando certi grandi fogli a quadretti che , scritta con la sua nitida e sobria calligrafia la lettera , egli piega in modo da formare una busta e questa ferma e sigilla con certe piccole ostie colorate che sono una delle altre attrazioni di Cosima . La corrispondenza riguarda quasi tutta affari abbastanza ingenti ; una delle lettere è indirizzata a uno spedizioniere della costa , che si occupa di caricare su un battello mercantile partite di carbone vegetale e di cenere spedite dal signor Antonio ; un ' altra per un proprietario che vuol vendere un bosco , appunto per il taglio da ridurre a carbone e cenere ; un ' altra ad un capomacchia dell ' Appennino pistoiese , che deve arrivare con un nucleo di operai sul posto , specializzati per la lavorazione delle carbonaie . Ma c ' è anche una lettera di amicizia , per il signor Francesco , possidente , di un paese distante cinque ore di viaggio a cavallo dalla piccola città . Da tanti anni il signor Antonio e il signor Francesco sono amici , anzi compari , poiché il secondo ha tenuto a battesimo la piccola Cosima ; adesso l ' amico gli scrive per annunziargli la nascita dell ' ultima bambina , e lo invita per la nuova festa battesimale . Poi cominciarono ad arrivare le visite . Dapprima fu don Sebastiano , il fratello della puerpera . In quel tempo i preti sceglievano la loro carriera per non saper che altro fare ; ma lo zio Sebastiano , sebbene di famiglia povera , aveva scelta la sua per vocazione sincera . Era un uomo intelligente e anche colto , che sapeva di lettere e di latino , tanto che una volta , essendo stato a Roma , con un sacerdote polacco che non conosceva l ' italiano si erano perfettamente intesi nella lingua di Cicerone . Al contrario dell ' altro prete di famiglia , don Ignazio , fratello del signor Antonio , egli amava la povertà , era di umore allegro , e l ' unica sua debolezza era di mandar giù , fin dalla mattina , bicchierini di acquavite e di vino buono . Fu Cosima a riceverlo , poiché il padre finiva le sue lettere : egli sedette a gambe aperte , nella stanza da pranzo , tirando su la sottana sui pantaloni neri sui quali pendevano due larghe tasche colme di carte , di libri e di altre cose ; mise il cappello sulla sedia accanto e il suo viso roseo e sodo , col naso corto , s ' illuminò di gioia quando la serva gli portò un calice di vino bianco . Anche la manina piccola gli si era avvicinata con confidenza , e tirava una di quelle tasche misteriose che attiravano a lui i fanciulli come comandava Gesù : anzi , la manina di lei s ' introdusse nella spaccatura di quella specie di bisaccia , e ne trasse un piccolo dolce schiacciato nel suo involucro di carta velina . Cosima volle sgridarla ; le diede un colpettino sulla mano , ma avrebbe voluto frugare anche lei , e più a fondo , nelle tasche dello zio . Egli lasciava fare , ridendo ; poi prese entrambe le bambine fra le sue gambe e le strinse piuttosto forte , mentre traeva dolci , frutta secche e giuggiole dalla profondità delle saccocce . Ne trasse anche due numeri della Unità cattolica , il giornale listato a nero per il lutto del perduto potere temporale del pontefice , e li porse al signor Antonio , entrato in qual momento . Era il solo giornale che essi leggevano , passandoselo uno con l ' altro ; e anche quella mattina discussero l ' articolo di fondo di don Margotti , e poi la critica acerba che si faceva alla moglie di un ministro del Governo usurpatore ; poiché la signora era intervenuta ad una festa da ballo con un vestito che si diceva costasse la favolosa somma di venti mila lire . Poi andarono tutti , comprese le bambine che si attaccavano alla sottana dello zio come a quella di una donna , a vedere la puerpera . Fu , quello , un inverno lungo e crudelissimo , quale mai non s ' era conosciuto . Prima venne una gran neve che seppellì i monti e i paesi ; davanti alla casa si alzò , in una notte , oltre un metro e si dovette praticare una scia , in mezzo , per poter passare senza affondarsi . I ragazzi , sulle prime , erano felici , specialmente quelli che avevano la scusa di non andare a scuola . Andrea fece nell ' orto una grande statua monumentale , con due castagne per pupille e un berretto di pelo in testa : Santus invece tentò di andare a scuola , ma dovette tornare indietro perché le Scuole erano in un antico Convento al limite estremo della cittadina e la neve era così alta che non ci si poteva arrivare . Allora lo studente si chiuse nella camera alta , con un freddo siberiano , e si mise a studiare . Quella che più si divertiva era Cosima . Per la prima volta vedeva la neve in tutta la sua terribile bellezza , e le cose le sembravano infinitamente grandi , trasformate in nuvole . Un altro spettacolo per lei meraviglioso era il fuoco . Tutti i camini erano accesi e anche il focolare centrale della cucina ; pareva che la fiamma scaturisse naturale dal pavimento , piegandosi di qua e di là curiosa e quasi desiderosa di staccarsi e correre intorno ; il fumo saliva verso il soffitto e verso ogni apertura , ma tornava indietro come respinto dal freddo di fuori , e allora si faceva dispettoso e annoiava la gente . Per fortuna un servo era tornato il giorno prima dal seminerio , cioè dai campi ove seminava il grano , e adesso , bloccato dalla neve , restava in casa e si rendeva utile in cento modi : spezzava la legna sotto la tettoia , badava al cavallo confinato nella stalla , al maiale e alle galline rattrappite dal freddo , attizzava il fuoco , attingeva l ' acqua dal pozzo , e infine andò anche in cerca di un po ' di carne per fare il brodo ai padroni . Le altre provviste erano tutte in casa , e non c ' era da aver paura anche se la neve durava per settimane intere . Verso sera infatti ricominciò a cadere , fitta e incessante ; furono chiuse e sprangate porte e finestre , quasi contro un nemico , e nel silenzio profondo le voci della casa vibrarono come in un rifugio di montagna . Nella stanza da pranzo , c ' era anche un braciere intorno al quale sedevano la madre e le bambine : Cosima cercò di prender posto fra le sorelle , ma le due , al solito , la respinsero e la punzecchiarono , nonostante i rimproveri della madre : paziente e silenziosa ella si ritrasse e se ne andò in cucina . Lì si stava forse meglio , sebbene il fumo continuasse a velare l ' ambiente . La serva sedeva davanti al camino e già sonnecchiava , mentre il servo stava lontano dal fuoco , poiché un uomo forte non ha e non deve avere freddo , e , per spirito d ' imitazione , Andrea gli sedeva accanto , entrambi su due seggioline basse . Cosima a sua volta sedette a fianco della serva e le posò la testa sul grembo un po ' grasso e tiepido . Il servo era un uomo dei paesi : si chiamava Proto ; basso e tozzo , con una gran barba rossiccia quadrata e gli occhi verdognoli , aveva un aspetto quasi fratesco ; e infatti era molto religioso e semplice , di una innata bontà francescana ; raccontava sempre storie di Santi , sebbene Andrea e la stessa Cosima preferissero leggende o racconti briganteschi : ma questi egli li lasciava all ' altro servo , che era amico dei latitanti ed anche dei banditi : per contentare i padroncini Proto sceglieva una via di mezzo e narrava certe lunghe favole che sembravano romanzi . - Questa , - diceva quella sera , - non è inventata : è proprio vera , ed è accaduta quando io ero bambino . Al mio paese l ' inverno è più lungo e rigido di questo , perché stiamo sui monti , e i pastori devono scendere con le greggie a svernare in pianura , le donne non escono mai di casa , i mufloni scendono dalle cime in cerca di cibo . - Anche i lupi ? - domanda Andrea . - No , lupi non ce ne sono . Siamo gente buona , noi , e anche le bestie sono buone . Non c ' è animale più dolce del muflone , che è una specie di capra selvatica , ma più bello e agile della capra ; e assolutamente innocuo . I cacciatori che lo prendono , e vengono anche molto di lontano per questo , sono più crudeli del più selvatico di essi . Una volta , dunque , uno di questi buoni animali , spinto dalla fame , scese fino all ' ultima casa del paese e vi si aggirò intorno tutta la notte . Ora dovete sapere che in quella casa viveva una fanciulla il cui fidanzato , ricco pastore di pecore , era un mese avanti partito per i pascoli del sud : ma durante il viaggio si era ammalato , di polmonite , e adesso giaceva in un paese lontano , mentre i suoi servi continuavano il viaggio col gregge . Il dolore più grave opprimeva la ragazza : avrebbe voluto raggiungere il fidanzato , ma i genitori non lo permettevano . Quindi piangeva sempre e alla notte non dormiva . Sentì dunque il lieve fruscìo che il muflone destava intorno alla casa . Sulle prime si spaventò , credendo fossero i ladri ; poi pensò che forse il fidanzato era morto e il suo spirito , ritornato nei luoghi della loro felicità , la cercasse . Allora si alzò e aprì la finestra . La notte era fredda , ma serena e senza neve . La luna illuminava la china del monte , che scendeva fino alla casa : e in quel chiarore la ragazza vide il muflone , che frugava qua e là in cerca di cibo : era una graziosa bestia , col pelo color rame lucidato dal freddo , gli occhi grandi e dolci scintillanti alla luna . Ella pensò : è certamente il suo spirito , che ha preso questa forma e viene a salutarmi prima di andarsene all ' altro mondo . Scese al pian terreno e socchiuse la porta : la bestia , però , fuggì . Allora lei si mise il cappuccio e andò verso una muriccia sotto la china del monte : il muflone non tornava , ed ella si persuase che non era lo spirito . Rientrò in casa , e mise fuori della porta un canestro con fieno ed orzo : e poco dopo sentì il ruminare del muflone affamato . La notte dopo fu la stessa cosa . La terza notte ella lasciò la porta aperta e mise il canestro sulla soglia . Seduta accanto al focolare , vide la bestia avanzarsi , tornare indietro , avanzarsi ancora e mangiare . Alla quarta notte mise il canestro nell ' interno della cucina , accanto alla porta spalancata : e la bestia si fece coraggio ed entrò . Così , un po ' alla volta , divennero amici ; ed ella si affezionò talmente al suo protetto , che provò quasi sollievo alla sua pena . Lo aspettava tutte le notti , come un innamorato , e se esso tardava s ' inquietava per lui . Non raccontava a nessuno l ' avventura , per timore che qualcuno molestasse la bestia : la raccontò solo al fidanzato , quando tornò , guarito , in primavera ; e Alessio , così si chiamava il giovine , divenne stranamente geloso . Ma il muflone , adesso , non scendeva più dai monti : non aveva più fame ; inoltre , nel tempo bello la gente stava fuori e poteva dargli la caccia . La fanciulla credette di non rivederlo più : si sposò in autunno ; e ai primi d ' inverno lo sposo dovette ripartire con la greggia , i servi , i cani . Ed ecco , la notte stessa , freddissima notte di gelo , il muflone ritornò : ella lo sentì battere le corna alla porta e scese ad aprire col cuore che le pulsava come per un appuntamento clandestino . La storia ricominciò : il muflone si aggirava famigliarmente nella cucina , come un cane , si avvicinava al fuoco ; e la sposa gli raccontava sottovoce tutte le sue vicende . Ella non era superstiziosa ; non credeva , come altre donne del paese , che gli spiriti e spesso anche gli uomini vivi si trasformino in bestie , specialmente di notte : ci aveva creduto un momento , al primo apparire del muflone , quando si sentiva infelice per la malattia del fidanzato ; ma adesso che era felice pensava che la bestia per sé stessa era una creatura straordinaria , sì , ma semplicemente bestia , che le voleva bene . E anche lei gliene voleva ; avrebbe voluto tenerselo in casa ; le dispiaceva però tenerlo prigioniero e così , dopo la solita visita , gli riapriva la porta . E adesso viene la cosa importante . Per Natale tornò lo sposo . Ella fu incerta se raccontargli o no la sua avventura : però non nascose una certa inquietudine , e , come nelle prime notti , mise il canestro col fieno e l ' orzo fuori della porta . Il mattino dopo lo trovò intatto : segno che la bestia non era venuta . E non tornò , per tutte le notti che lo sposo restò in paese . Allora un senso di superstizione riprese la giovine donna . Si , certo , il muflone doveva avere qualche cosa di umano : dimostrava troppa intelligenza per essere solamente un animale selvatico . D ' altra parte ella pensava che potevano averlo ucciso , e ne provava un vago dolore . Lo sposo se ne accorgeva , e non sapeva se riderne o irritarsi : poiché qualcuno gli aveva riferito che una voce correva in paese : cioè che la sposa , sebbene da così poche settimane maritata , apriva la notte la porta a un uomo misterioso , venuto di lontano , che correva in modo da non lasciarsi distinguere . Ed ecco il giovane marito riparte ; la casetta rimane di nuovo triste senza di lui ; il paese è coperto di neve . La sposa veglia ; aspetta il suo amico , ma senza troppa speranza di rivederlo . Invece il muflone , come avvertito da un istinto sovrannaturale , ritorna : ella lo accoglie tremante , lo nutre , lo accarezza , lo sente palpitare e ansare , quasi aspetta di sentirlo parlare . E osserva che la bestia , questa volta , non ha fretta di andarsene . E ancora ella è tentata di tenerselo in casa ; che male ci sarebbe ! Finalmente si decide a riaprire la porta , e l ' amico riparte : un minuto , e di dietro dalla muriccia bianca di neve parte un colpo di fucile : la bestia cade ; nel silenzio grande si sentono i cani abbaiare e qualche finestrina si apre : la sposa ha un presentimento ; aspetta che tutto sia di nuovo quieto ; esce ; al chiarore della neve si avanza fino alla muriccia e trova il muflone ucciso , con gli occhioni spalancati che brillano ancora di dolore . Ella lo coprì di neve , con le sue mani ; poi tutta la notte pianse . Non si accennò all ' avventura ; e quando le nevi si sciolsero e fu ritrovata la spoglia del muflone lo si credette morto di fame e di assideramento . Non se ne parlò più ; neppure col marito , quando egli fu di ritorno ; ma una cosa terribile accadde . In settembre nacque alla giovane sposa un bambino : era bello , coi capelli color rame e gli occhi grandi e dolci come quelli del muflone : ma era sordomuto . La storia piacque a Cosima . Col capo appoggiato al grembo della serva , credeva di sognare : vedeva il paese di Proto , con le case coperte di assi annerite dal tempo , e i monti scintillanti di neve e di luna ; ma sopra tutto le destava una impressione profonda , quasi fisica , il mistero della favola , quel silenzio finale , grave di cose davvero grandiose e terribili , il mito di una giustizia sovrannaturale , l ' eterna storia dell ' errore , del castigo , del dolore umano . La neve durò parecchi giorni ; più disastroso fu un periodo di pioggie torrenziali che per quattordici giorni diluviarono ininterrottamente , accompagnate da raffiche di scirocco quasi calde . Adesso il fumo non tentava neppure di uscire dalla cucina ; la pioggia penetrava dalle finestre , sgocciolava dai tetti ; una vera sorgente scaturì dalla cantina e il signor Antonio dovette in fretta far costruire dal fabbro - stagnaio un tubo di ferro e prendere due uomini per scaricare l ' acqua della cantina nella strada . Anche la strada era diventata un torrente ; l ' orto uno stagno : si aveva l ' impressione di essere in una barca che faceva acqua da tutte le parti . Poi le ragazze si ammalarono : anche Cosima si sentì stringere la gola , fu assalita da una febbre altissima e cominciò a sognare le cose più strane e spaventose . Giaceva nel letto della camera a pian terreno , e nei momenti di lucidità vedeva il viso pallido della madre piegarsi sul suo e ne provava un senso di frescura come se una ninfea umida la sfiorasse : ma un giorno , il giorno di Sant ' Antonio , grosse gocce di rugiada parvero cadere da quel fiore : era ardente , però , quella rugiada ; e Cosima ne sentì anche il sapore salato : il sapore del più grande dolore che possa colpire una donna . Venne una parente , per domandare come stavano le ragazze ; entrando , per non dimostrare inquietudine , domandò con voce allegra : - Oggi è la festa del padrone di casa : farete banchetto : dov ' è il porcellino di latte ? - Il porcellino per la festa è su , in camera delle bambine , - disse la madre , con voce rauca . E la parente andò a vedere : era morta Giovanna , la più bella di tutte le cinque sorelline . Dopo la morte di Giovanna , l ' umore della mamma cambiò . Era stata sempre seria ; adesso diveniva melanconica , taciturna , chiusa in un mondo tutto suo ; badava ai figli e alle cose domestiche , ma con una freddezza quasi meccanica , con scrupoli di un dovere dal quale non si aspetta nessun premio . Era giovane ancora , bella , ben fatta , sebbene di piccola statura ; ma a volte sembrava vecchia , piegata , stanca . Forse il mistero della sua tristezza derivava dal fatto ch ' ella si era sposata senza amore , ad un uomo di venti anni più vecchio di lei , che la circondava di cure , che viveva solo per lei e la famiglia , ma non poteva darle la soddisfazione e il piacere dei quali tutte le donne giovani hanno bisogno . Ed ella non poteva procurarseli fuori del recinto domestico : non poteva , per dovere innato . Aveva una volta amato ? Si diceva che , sì , prima di sposarsi , avesse corrisposto ad un giovine povero : nessuno sapeva però chi era , e forse neppure esisteva . Ci sono mole donne che vivono del ricordo di un amore fantastico ; e l ' amore vero è per esse un mistero grande e inafferrabile come quello della divinità . Inoltre la famiglia della mamma era tutta un po ' strana . Il padre , d ' origine straniera , chi diceva genovese , chi addirittura spagnuolo , aveva fatto un po ' tutti i mestieri : in ultimo , proprietario di una casa e di un piccolo podere nella valle , si era ritirato in questo , in una capanna , e viveva da eremita , coltivando la poca terra e allevando uccelli e gatti selvatici . Eppure i figli erano venuti su bene , perché la loro piccola madre li educava santamente : uno era prete , l ' altro segretario comunale in un paese del circondario : le figlie sposate : ma tutti avevano un carattere diverso da quello degli abitanti del luogo ; mattoidi , li chiamavano , questi altri abitanti beffardi e scrutatori , mentre i figli dell ' eremita erano distratti e sognatori e quando parlavano dicevano sempre parole di tagliente verità . Fra questa gente e in questo ambiente è cresciuta dunque la piccola Cosima : adesso ha sette anni e va anche lei a scuola , con la sorella maggiore che ripete la quarta elementare . Il viaggio , per arrivare al Convento che serve da scuola , è tutto avventuroso per lei : bisogna scendere per strade anguste male selciate , attraverso casette di povera gente , fino alla piazza , dove è il quartiere aristocratico , con case alte , balconi , tende inamidate alle finestre . Siedono per terra , in un lato della piazza , le erbivendole coi loro cestini di verdura : per lo più sono serve , che vendono i prodotti degli orti dei loro padroni , e raccontano i fatti di questi ; a volte c ' è anche un carro che viene dai paesi della costa , carico di pesce , o di cocomeri e di melloni ; allora è un accorrere di compratori golosi , e lo stesso signor Antonio , se gli capita , acquista un chilogramma di cefali o un popone fragrante e lo porta a casa dentro il fazzolettone a scacchi . Dalla piazza lo stradone provinciale , che attraversa il paese , prende il nome di Via Maggiore : c ' è un lungo palazzo signorile , che con le sue logge e i suoi cornicioni forma la meraviglia di Cosima ; c ' è , più giù , il caffè con le porte vetrate e , dentro , gli specchi e i divani , altra meraviglia di Cosima : e qua e là negozi e mercerie , botteghe di panno e botteghe di commestibili : ma quella che più interessa la nostra scolaretta è la libreria del signor Carlino , dove si vendono i quaderni , l ' inchiostro , i pennini ; tutte quelle cose magiche , insomma , con le quali si può tradurre in segni la parola , e più che la parola il pensiero dell ' uomo . Qualcuno di questi segni straordinarii Cosima lo sa già tracciare , perché lo zio Sebastiano glielo ha insegnato ; in modo che ella non va alla prima , ma addirittura alla seconda elementare . Il Convento ha due ingressi , uno per i maschi e l ' altro per le femmine : a questo si sale per una breve scaletta esterna , e si entra in un lungo corridoio chiaro e pulito sul quale si aprono le aule : piccole aule che sanno ancora di odore claustrale , con le finestre munite d ' inferriata , dalle quali però si vede il verde degli orti e si sente il fruscìo dei pioppi e delle canne della valle sottostante . Uccellini verdognoli si posano sui davanzali , le nuvole color di rame dei primi giorni di ottobre passano sul ciclo basso di un azzurro intenso eppure luminoso , e la voce della maestra risona nel silenzio come quella del mandriano che su una china alpestre richiama le caprette sbandate . E delle caprette dai grandi occhi liquidi di un colore azzurrognolo , le ragazzine , una quindicina in tutto , hanno la voglia di evadere dal recinto , ove si pascola l ' erba del sapere , per precipitarsi nei meandri della valle e arrampicarsi sui pioppi lungo il torrentello ancora asciutto . Sono quasi tutte ragazzine un po ' selvatiche , sebbene alcune , come Cosima , di famiglie benestanti e quasi signorili : le sue compagne di banco sono però figlie una di pastori , l ' altra di un fabbro che venuto da un paese lontano sulle prime dovette , per la sua grande povertà , prendere alloggio in una grotta poco distante dal paese , poi a poco a poco fece fortuna e adesso ha una bella casa e un ' officina che lavora giorno e notte . Anche la maestra non è del luogo ; anzi viene di molto lontano , d ' oltre mare , e la chiamano appunto la Continentale : è una donna ancora bella , coi capelli biondi crespi , ma irascibile e nervosa . Cosima sola ha da lei una accoglienza buona e gentile : la bambina però , istintiva , prova subito un senso di diffidenza per quella signora dalla voce grossa e gli occhi vuoti , e rimane ferma , rigida , al suo posto accanto alla finestra . Per nove mesi dell ' anno ella occupò quel posto , profittando delle lezioni più di ogni altra scolaretta ; era una delle più piccole , ma la più brava , e quando veniva l ' ispettore era sempre lei l ' interrogata . E faceva bella figura , sebbene l ' uomo , con una grossa testa carducciana , scuro il viso , le destasse un brivido di spavento : ma anche di ammirazione : poiché egli era l ' arca santa del sapere , colui che davvero poteva interpretare le carte scritte e le pagine stampate come i sacerdoti i libri sacri . E Cosima aveva una gran voglia di sapere : più che i giocattoli l ' attiravano i quaderni ; e la lavagna della classe , con quei segni bianchi che la maestra vi tracciava , e che aveva per lei il fascino di una finestra aperta sull ' azzurro scuro di una notte stellata . Fu promossa senza esame : la maestra le consegno una letterina per il signor Antonio , con la fausta notizia ; ed ella la portò a casa sventolandola ogni tanto come una bandiera di trionfo ; tanto che la sorella maggiore le dava , per il dispetto , pizzicotti e spintoni ; ma quando il padre aprì il messaggio rimase piuttosto freddo , ed anzi un sorriso sarcastico gli strinse le labbra sottili : poiché la signora maestra , il cui marito era un noto ubriacone , e anche lei , si diceva , non sdegnava qualche bicchierotto di vino buono , gli chiedeva denari in prestito . Questa fu una delle prime commediole tragiche della realtà che diede a Cosima una lezione pratica della vita . Gli altri anni di scuola passarono presto : tre in tutto , poiché la quarta classe fu ripetuta , ed ella ebbe facilmente il primo premio , consistente in un libro del Tommaseo con la copertina bianca fregiata di oro . Adesso aveva dieci anni , e la sua precocità gliene accresceva qualcun altro . Due bizzarre famiglie , disordinate e forestiere tutte e due , erano intanto venute ad abitare nel piccolo quartiere ; una era quella di un armaiolo , cacciatore infaticato , che quando era in casa faceva rintronare i dintorni con gli urli contro la moglie e le figlie giovinette . Da queste ragazze , che già avevano girato un bel po ' di mondo , Cosima apprese i misteri che fanno della donna e dell ' uomo un essere solo : non ne fu molto turbata , perché i suoi sensi erano chiusi ancora in un boccio che la vita castissima della sua famiglia non tendeva certo a far fiorire . Ma le cose , specialmente della natura , le apparvero già in un barlume nuovo , come di aurora che segue l ' incerto biancore dell ' alba . Ecco , più che le confidenze a bassa voce delle sue amichette straniere , la colpiscono i diversi profumi del piccolo orto ; quello dei gigli , sopra tutto , e delle rose ; ella chiude gli occhi nel piegare il viso sui fiori appena sbocciati , e quel misterioso senso subcosciente di una vita anteriore , che prova nel vedere la nonnina , la riprende più forte . Già ella ne capiva qualche cosa , e tentava di spiegarsela , vagamente , come si cerca d ' interpretare i sogni . Anche leggendo già di nascosto i libri del fratello maggiore , e quelli che esistevano in casa , pensava a una vita lontana , diversa dalla sua , e che pure le sembrava di aver un giorno conosciuto . Così , a quell ' età , lesse i primi romanzi : uno dei quali era I Martiri di Chateaubriand , che lasciò nella sua fantasia una traccia profonda . Non è detto però che anche nel suo ambiente la vita non cominciasse a mostrarle la faccia della realtà , e gli avvenimenti non prendessero , a volte , colori e movimenti insoliti . Uno dei fatti più impressionanti e dolorosi fu la scoperta fatta un giorno dal padre , di denari che mancavano dal suo cassetto chiuso a chiave . Egli non si ingannò un attimo solo : chiamò il figlio Andrea , che allora aveva sedici anni , e lo interrogò a lungo . Andrea era rimasto un ragazzo basso e robusto , senza voglia di studiare , e frequentava altri ragazzi di famiglie paesane , benestanti e prepotenti . Alcune donne di malaffare , appollaiate in certe casupole del quartiere di San Pietro , il più schiettamente popolare della cittadina , attiravano questi giovanetti esuberanti di vita e abbandonati a se stessi . Il signor Antonio , un po ' tardi , si avvedeva di aver dato anche lui troppa libertà al ragazzo , buono e generoso in fondo , ma con tutti gli istinti di una razza ancora primitiva . Un furore muto , alimentato di rimorso , di paura per l ' avvenire , di propositi di fermezza e di repressione ad ogni costo , lo sostenne nel lungo interrogatorio che fece ad Andrea . Il giovane negava di aver preso i denari : allora il padre lo perquisì ; gli trovò alcune monete e la chiave che apriva il cassetto . Andrea continuava a negare . Allora il signor Antonio prese una corda e la lanciò ad una trave della cucina : chiuse le porte e le finestre , mandò fuori le donne . Disse con calma : - Vedi , Andrea : io stesso farò giustizia immediatamente , se tu non riconosci la tua colpa . Ti impiccherò con le mie mani . E l ' altro confessò . Tutto parve cancellato : eppure un ' ombra rimase sopra la famiglia : poiché padre e figlio erano d ' improvviso apparsi in una luce di terrore e di morte . La madre si fece ancora più triste : Cosima si piegò come uno dei suoi gigli sciupati dal vento . Ma il giovane parve immediatamente emendarsi . Dichiarò che non voleva proseguire inutilmente gli studi , e desiderava lavorare . Allora il padre pensò di associarlo ai suoi affari : lo mandò a sorvegliare le lavorazioni di carbone e di cenere che aveva sui boschi della montagna , non solo , ma lo fece partire per un viaggio d ' istruzione commerciale , con lettere di presentazione e raccomandazioni ai suoi corrispondenti di Napoli e di Livorno . Anche Santus era fuori : già da due anni frequentava il liceo di Cagliari , e prometteva di diventare un bravo dottore in lettere o in medicina . Preferì quest ' ultima , pure non abbandonando i suoi studi e i suoi gusti letterari . Quando tornava per le vacanze era un ampio respiro di nuova vita che animava la casa . Portava libri e regali , ed era vestito con modesta ma accurata eleganza . Ed era bello , col viso fine che sembrava quello di una razza diversa dalla sua , i grandi occhi chiari , trasparenti di intelligenza e di bontà . Non parlava molto , ma parlava bene , e aveva già una cultura larga e profonda , aiutata da una memoria straordinaria . E quello che più stupiva in lui era la serietà , quasi l ' austerità dei costumi : non fumava , non beveva , non guardava le donne : studiava sempre , anche durante le vacanze . Qualche volta veniva a cercarlo un suo compagno di studi ; Antonino , si chiamava , un bellissimo giovane bruno dall ' aria un po ' beffarda , vestito inappuntabilmente alla moda di allora , - cappellino di paglia con nastro di tulle e veletta all ' estate , mantello azzurro d ' inverno , drappeggiato con eleganza dannunziana , - ( almeno così Antonino dava ad intendere , chiamando fraternamente col solo nome di Gabriele il giovanissimo poeta che aveva degnato di una sua visita il paese di Cosima ) . Anche lui , Antonino , apparteneva ad una famiglia mista , fra borghese e paesana : la madre e le sorelle vestivano in costume , mentre lui e i fratelli , tutti studenti , avevano quasi un ' aria aristocratica . Il padre , veramente , era esattore d ' imposte , un uomo rude , taciturno , poco pratico della lingua italiana ( come i maggiori signori del resto ) , di mirabile animo e nobiltà . Ben caratteristica era la loro abitazione , l ' ultima del paese , costituita da fabbricati bassi che davano su un cortile chiuso , e dove , oltre la loro famiglia , vivevano altri parenti , con numerosi ragazzi : una specie di clan , ma di gente incivilita , anzi , intelligentissima . I ragazzi studiavano tutti , ed erano caustici , osservatori , beffardi . Una bella vigna che guardava sulla valle e verso i monti a nord , in dolce pendìo , era attigua alla casa : più tardi il padre di Antonino costruì in un angolo di questa vigna una casina alta , dove lo studente , nelle poche settimane che rimaneva in paese , viveva come in una torre d ' avorio , studiando , o fingendo di studiare . Fu il primo , il lungo amore di Cosima . Quando egli veniva a cercare Santus , ella si nascondeva , presa dal terrore che egli potesse rivolgerle un semplice sguardo . Ma non c ' era pericolo : egli passava accanto a lei e alle altre ragazze anche maggiori e più belle ed esperte di lei , senza neppure vederle ; e se veniva a cercare Santus era perché con lui poteva parlare delle cose e delle persone conosciute nella città dei loro studi ; e perché Santus , poi , lo attirava con la sua singolare intelligenza e la sua originalità . Adesso , poi , il futuro medico , si dedica insolitamente ad altre cose all ' infuori dei suoi studi . Costruisce , per esempio , un pallone volante , come li chiamavano allora , e riesce a meraviglia : nessuno conosce il segreto del suo apparecchio ; ma è certo che il pallone , di carta - seta , per il cui finanziamento Santus è riuscito a farsi dare qualche sussidio dalla madre , un bel giorno sale dal cortile della casa , leggero e colorato come una grande bolla di sapone ; vola sopra il paese , richiamando l ' attenzione e l ' ammirazione di tutti , sparisce , non ritorna . Qualche giorno dopo si seppe che era sceso , senza incendiarsi , in un angolo della montagna . Alcuni piccoli pastori di capre lo avevano veduto librarsi sopra le roccie , illuminato dal tramonto , credendolo una cosa sovrannaturale , e , nel vederlo scendere , si erano inginocchiati presi da terrore superstizioso , gridando : “ È lo Spirito Santo , è lo Spirito Santo ” . Lusingato da questo successo , lo studente ne tentò un altro . Costruì una ruota pirotecnica , che doveva innalzarsi come il pallone e accendersi con fuochi artificiali di sorprendente effetto . Alcuni razzi di prova riuscirono bene : guizzarono in alto , una sera di agosto , si aprirono in meravigliosi getti di fiori incandescenti : ma quando si trattò di issare e far funzionare la ruota , questa s ' incendiò , con grande spavento della famiglia , e il giovine inventore ne ebbe una mano e un braccio gravemente ustionati . L ' insuccesso e il male lo avvilirono : dovette mettersi a letto , e per placargli le sofferenze e farlo dormire , il dottore gli ordinò una miscela alla quale era mescolato del cognac . Egli si addormentò ; ma come se gli avessero propinato una bevanda magica , si svegliò stordito , e quando le sofferenze della sua scottatura lo tormentavano , si preparava la bevanda e ricadeva in sopore . Il suo umore cambiò : divenne irascibile e pigro , trascurò i suoi libri , si assentò per intere giornate da casa senza dire dove andava . Solo la compagnia di Antonino pareva piacergli : si chiudevano per lunghe ore nella camera alta della casa , e se Cosima , con la forza della curiosità e della passione , riusciva a mettersi in ascolto nel pianerottolo li sentiva leggere ad alta voce e commentare e discutere di cose letterarie . Antonino recitava i versi ultimi del suo diletto poeta : una mattina la sua voce risonò più alta del solito , e nell ' umile sereno silenzio della piccola casa patriarcale , si diffuse come una musica che raccontava di città lontane , luminose di fontane , di statue , di giardini , popolate solo di amanti , di donne bellissime , di gente felice . Quante volte , in su ' mattini chiari e tiepidi io l ' aspetto ! Ella ancora ne ' l suo letto ride ai sogni mattutini . Su la piazza Barberini s ' apre il ciel , zaffiro schietto . Il Tritone del Bernini leva il candido suo getto . Intorno a quel tempo morì la nonnina . L ' estate era certamente stagione più felice . C ' erano giornate caldissime , ma era un caldo fermo , quasi lucido , e l ' azzurro del cielo , un po ' basso , sembrava quello dei quadri di Zuloaga . Qualche servo tornava dalla mietitura , abbrustolito come da un incendio , e si buttava , febbricitante di malaria , su una stuoia nell ' angolo della tettoia : in cambio le donne che , all ' ombra del cortile , spezzavano mucchi di mandorle che un incettatore veniva tutti gli anni a comprare , ridevano e cantavano stornelli paesani che facevano un contrasto ben curioso coi rondò preziosissimi recitati da Antonino nella camera di Santus . Erano gridi di passione , profonda e ardente come quel cielo sopra la terra bruciata dal sole : e chi , di quelle donne giovani e brune che non pensavano ad altro che all ' amore , si lamentava di “ vivere in mezzo alle spine , per un solo innamorato ” : chi diceva all ' amante : a cara bellu ja ses , traitore che a Zudas : “ bello di viso , traditore come Giuda ” ; chi invitava un altro a succhiarle il sangue vivo dal cuore ; qualche volta la voce di una donna disillusa si alzava però ad ammonire le appassionate , e allora il coro femminile taceva , con una pausa quasi spaventata . L ' ammonimento diceva : Su sordadu in sa gherra nan chi s ' est , olvidadu ; no s ' ammentat , de Deus . Torrat , su corpus meu , pustis chi es , sepultadu , a sett ' unzas de terra . Il soldato , nella guerra , - dicono che si è dimenticato , - non si ricorda di Dio . - Ritorna il corpo mio , - dopo che è seppellito , - a sette oncie di terra . Verso sera , andate via le donne , raccolte entro sacchi puliti le mandorle sgusciate , la serva , le ragazze , qualche volta la madre , sedevano al fresco del cortile , sotto le grandi stelle dell ' Orsa le cui ruote viaggiavano verso un paese di sogno . Il servo malarico , riavutosi alquanto , si sollevava e prendeva parte alle chiacchiere famigliari . Era un bel giovine , lontano parente del signor Antonio , olivastro e coi denti bianchissimi : pareva un etiope , ed anche il suo modo di pensare aveva un colore barbarico . Parlava sempre di banditi e delle loro imprese brigantesche . Bisogna dire che , in quel tempo , il banditismo locale aveva ancora un carattere quasi epico . Odî di famiglia , sete di vendetta , pregiudizî di onore erano per lo più l ' origine di questi episodî di sangue che funestavano la vita del paese e di intere contrade . Il giovane servo , poi , abbelliva le avventure dei banditi con la sua fantasia , e lui stesso si lasciava travolgere da una suggestione malefica che lo spingeva a farneticare sogni di libertà , di imprese ove , più che altro , il ribelle alle leggi sociali , ha modo di spiegare il suo coraggio , la sua abilità , la sua forza d ' animo , il disprezzo per il pericolo e la morte . Era , infine , una specie di anarchico , che non potendo eguagliare la sorte degli uomini liberi e svincolarsi dal suo destino di servo , intendeva distruggere il bene degli altri e crearsi una potenza , una regola di vita diversa da quella usuale . In quel tempo , specialmente una banda di uomini armati di tutto punto , decisi a tutto , protetti anche , o per amicizia , o per complicità , o per paura , da una vasta rete di favoreggiatori , infieriva nel Circondario . I capi erano due fratelli , giovanissimi , terribili , si diceva anche feroci : la radice del loro odio contro la società era una ingiustizia da loro subita , una condanna per un reato del quale erano innocenti : condanna alla quale d ' altronde sfuggivano con la loro latitanza . Bisogna dire però che , o per istinto , o esasperati dalla loro mala sorte , non rispettavano la roba altrui ; così che in pochi anni s ' erano fatti un patrimonio : possedevano terre , case , bestiame , servi e pastori . Un giorno , durante quell ' ultima estate , una giovane donna , quasi fanciulla , si presentò di mattina nella casa del signor Antonio e chiese di parlargli . Egli la ricevette nella stanza dove sbrigava i suoi affari , e le domandò benevolmente che cosa desiderava . Ella era vestita in costume : aveva un viso pallido e fine , con due grandi ; occhi neri sormontati da sopracciglia foltissime , rivelatrici di un carattere forte . Disse , con una certa umiltà : - Lei possiede , sul Monte Orthobene , un bosco di lecci , che tutti gli anni affitta per il pascolo delle ghiande ai porci . Si vorrebbe averlo noi in affitto , questa prossima stagione . - È già affittato - dice il signor Antonio ; - per tre anni lo ha esclusivamente il proprietario di bestiame Elias Porcu . - Elias lo cederà volentieri , se vossignoria lo permette . - Non credo possa cederlo volentieri : ne ha bisogno assoluto . - Se vossignoria glielo impone , Elias lo cederà immediatamente . Calmo e fermo , col piccolo pugno bianco sul tavolo , l ' uomo replica : - Io non ho mai imposto a nessuno cosa che non fosse giusta . - Ma anche adesso sarebbe una cosa giusta . Poiché i miei fratelli hanno bisogno , per il loro branco di suini , di un pascolo di ghiande ; e tutti i proprietari dicono di averli già affittati , mentre non è vero . - Io non so quello che possono dire gli altri proprietari ; ciò che so è che il mio bosco è già affittato : e basta ! - concluse , sollevando il pugno ; ma subito lo riposò sul tavolo senza picchiarvi sopra : i suoi occhi però avevano preso la luce argentea e lucente dell ' acciaio affilato . La ragazza non cedeva : anche i suoi occhi brillarono , tuttavia cupi sotto le tempestose sopracciglia . - Vossignoria sa chi sono i miei fratelli ? - E poiché l ' altro non dimostrava curiosità , aggiunse con fierezza , quasi vantasse una parentela di eroi : - Sono i fratelli ... - e pronunziò un nome . - I banditi . Allora il signor Antonio sorrise . - Fossero pure i sette fratelli della favola , i banditi che diedero il loro nome ai monti sui quali si nascondevano , io non manco di impegno con Elias Porcu . E basta ! - ripeté ; e questa volta batté il pugno , come quando sigillava una lettera con le ostie colorate . La ragazza si alzò : non proferì una minaccia , ma se ne andò senza salutare . Il signor Antonio non disse nulla in famiglia , sebbene tutti si fossero accorti della visita e ne provassero inquietudine . E un fatto strano accadde la sera stessa , a ora tarda , quando tutti erano già a letto , e solo il padrone vegliava ancora nella stanza da pranzo , leggendo un numero arretrato della sua prediletta nerolistata Unità cattolica . D ' un tratto qualcuno bussò lievemente alla porta . Il signor Antonio aprì , e neppure per un attimo si illuse sullo scopo di quella visita insolita . La strada era buia , ma al chiarore che , per il corridoio d ' ingresso , arrivava alla porta , egli vide , nel vano di questa , come in un quadro a fondo scuro , una figura gigantesca , con un ruvido costume nero dalle brache giallastre , che aveva qualche cosa di demoniaco . Il viso color bronzo era circondato da una barba a collare , di un nero corvino , che lasciava scoperte le grosse labbra sanguigne : gli occhi , con le sopracciglia come quelle della sorella dei banditi , ma esageratamente più abbondanti , avevano la pupilla grande e la sclerotica azzurra . “ Sono perduto ” , pensò il signor Antonio , ma non finse neppure di sorridere per nascondere la sua forza . Fece entrare l ' uomo , e notò che costui , nonostante la mole massiccia della sua persona , camminava silenzioso e leggero come un daino : aveva ai grandi piedi calzari di pelle grezza , allacciati sotto le uose di orbace : calzari da uomo che usa correre furtivo e allontanarsi in poche ore dal luogo del suo misfatto , in modo da procurarsi un infallibile alibi . “ Questo , stanotte mi strozza ” , pensa il signor Antonio ; tuttavia lo fa entrare nella stanza ospitale , gli assegna il posto d ' onore davanti alla tavola , ma non si affretta a offrirgli da bere per dimostrargli la sua sicurezza . Anche prima di essere interrogato , l ' uomo comincia a parlare : la sua voce e bassa e quieta ; la parola lenta , prudente . E subito il signor Antonio respira : poiché tutto nell ' uomo , anche l ' occhio , può mentire : mai la voce , anche se egli cerchi di mascherarla . E la voce di quell ' uomo che pareva un ciclope venuto giù dai monti pietrosi per abbattere qualche cosa che non gli andava a genio , era quella di un saggio . L ' argomento era quello : l ' affitto del bosco ghiandifero ai banditi . Egli non disse che era un loro favoreggiatore , anzi un loro complice , ancora a piede libero perché troppo furbo e prudente per lasciarsi scoprire ; narrò che era un loro amico , perché i disgraziati erano pur degni di avere amici , fra tanti nemici che li perseguitavano come i cacciatori i cinghiali , colpevoli solo della loro fiera indipendenza : questi nemici arrivavano al punto di impedire ai due fratelli di far pascolare le loro greggie e i loro branchi di porci in terre di cristiani : onde il signor Antonio era pregato di aver compassione delle bestie e dei loro padroni . - Questo è il denaro : due , trecento scudi ; quello che vuole , signor Antonio . Trasse dal petto un portafogli legato con una correggia , e fece atto di toglierne il denaro : la mano bianca dell ' altro fermò la sua , e non se ne staccò , mentre gli occhi chiari del galantuomo cercavano di penetrare in quelli scuri del colosso come un fanciullo fiducioso che si avanza in un bosco spinoso certo di trovarci un sentiero . Disse : - Amico , voi sapete che la cosa è impossibile . Quel contatto , quello sguardo , sopra tutto la parola “ amico ” pronunziata in quel modo e in quel momento , operarono , come l ' uomo ebbe a dire più tardi , un vero miracolo . Egli rimise il portafogli , ma insisté nella sua richiesta , calcando , forse con sincerità da parte sua , sul bisogno assoluto che i fratelli S . avevano di protezione e di soccorso da parte delle buone persone che conoscevano le loro disavventure . - L ' unico soccorso che io posso suggerire ai due sviati , è che si costituiscano subito alle autorità , - disse il signor Antonio : - prima che sia tardi per loro , ed anche per i loro amici . L ' uomo ha un sogghigno : il suo viso rassomiglia proprio , in quel momento , a quello del diavolo . Ma l ' altro continua : - Noi un giorno ci rivedremo ; e allora mi darete ragione . Quei due giovani sono come due pietruzze staccatesi dalla cima di una roccia : cadono , ne travolgono altre , precipitano sulla china , diventano una valanga , finiscono nell ' abisso . - Certo , se nessuno li aiuta , - brontola il gigante . - È facile parlare così , seduti davanti a una tavola tranquilla , col foglio in mano . Bisogna però trovarsi nel loro covo , nelle loro difficoltà , per pensare in altro modo . E bisognerebbe parlare con loro , non coi loro ambasciatori . - Io sono disposto a parlare con loro , e convincerli a cambiare strada . Procuratemi un abboccamento , dove e quando essi vogliono ; parlerò ai due disgraziati ragazzi come fossi il padre loro . Pensando forse che essi invece , noti anche per la loro loquela impetuosa e appassionata , avrebbero convinto lui , procurandosi in tal modo un nuovo amico e “ protettore ” potente per la sua sola bontà e la fama della sua rettitudine , l ' uomo della montagna si animò insolitamente . Accettò il bicchiere di vino che l ' ospite gli offriva , e sene andò silenzioso , dopo aver promesso di tornare . Tornò , infatti , ma per il colloquio coi S . non si poté concludere nulla . I banditi erano diffidenti , e i discorsi romantici del signor Antonio li facevano ridere . Costituirsi ? Può un guerriero barbaro , che difende la sua libertà e la sua sanguigna fame di vivere , darsi prigioniero al nemico ? Eppure la profezia del signor Antonio si avverò . Di delitto in delitto , di rapina in rapina , essi e la loro banda precipitarono in un abisso . Fra gli illusi da loro travolti , vi fu anche , con dolore del signor Antonio , e di tutta la famiglia , anche il giovane servo , malarico e visionario , Juanniccu , che , senza aver commesso la più lieve colpa , solo per spirito di avventura , si unì negli ultimi tempi alla banda e fu con loro preso . In compenso l ' uomo della montagna tornò spesso dal signor Antonio , e diventò il suo “ pastore porcaro ” . Per lunghi anni fu uno dei dipendenti più fedeli e affezionati al signor Antonio . E confessò che quella notte era venuto con la sinistra intenzione di sopprimerlo , se non si piegava ai voleri dei malvagi . Giusto e buono era il signor Antonio , e tutti lo amavano . Esercitava , senza volerlo , senza accorgersene , un fascino benefico su tutti quelli che lo avvicinavano . Eppure la sua parola era semplice , disadorna ; ma il suono della sua voce che saliva profondo dall ' anima tutta fatta di verità e d ' indulgenza , era come una musica che esprimeva l ' inesprimibile . Del resto egli aveva una certa cultura , ed era , in fondo , un poeta . Aveva studiato a Cagliari , quando ancora si viaggiava da una città all ' altra a cavallo , e aveva portato i suoi libri e le sue provviste entro le bisaccie , come un pastore o un contadino che va a seminare il grano in luoghi lontani . Aveva studiato ciò che in quel tempo si chiamava Rettorica , o preso il diploma di procuratore . A dire il vero non esercitava questa nobile professione , ma molti ricorrevano a lui per consigli e consultazioni legali , profondamente persuasi della sua saggezza e sopra tutto della sua rettitudine . Il commercio lo aveva quasi arricchito . Ma , come un umanista primitivo , egli coltivava anche gli studi poetici : le sue poesie erano dialettali , tuttavia in una forma che si avvicinava alla lingua italiana . Bravo anche come poeta estemporaneo , raccoglieva a volte intorno a sé altri campioni famosi in quelle gare , e competeva coi più bravi e inspirati . E aveva iniziative geniali , anche come proprietario e come agricoltore . Tentò piantagioni di agrumi , di sommaco , di barbabietole : l ' aridità della terra rocciosa , bruciata da lunghe siccità , frustrò i suoi tentativi . Impiantò anche una piccola tipografia e stampò a sue spese un giornaletto , e le poesie sue e dei suoi amici : fallimento completo anche questo . Nelle ore di riposo , alla bella stagione , sedeva all ' ombra della casa , davanti alla porta , leggendo i giornali . Tutti quelli che passavano lo salutavano o si fermavano addirittura a conversare con lui . E se passava una donna bisognosa , egli traeva in silenzio dal taschino una moneta e gliela porgeva , accennandole , col dito sulla bocca , di non fiatare . Così , tutti si allontanavano consolati . Oltre ad Antonino , frequentava la casa un altro giovanissimo studente , già compagno di scuola di Andrea . Era un ragazzo smilzo , dal profilo rapace , gli occhi inquieti e diffidenti , orgoglioso e ambizioso , e di una serietà insolita alla sua età . Ma anche lui apparteneva ad una famiglia mista , che non era borghese ma neppure esclusivamente paesana , che anzi vantava essere di pura e antica razza locale : abitavano in una casa buia , in fondo a un cortile chiuso , quasi murato come una prigione ; e tutti della famiglia , il padre alto e già quasi vecchio , i fratelli , le sorelle , delle quali una bellissima e con rari occhi celesti , erano di una rigidità quasi tragica . Scarso il patrimonio , tanto che quando si trattò di mandare il ragazzo a studiare a Cagliari , si dovette fare sacrifici . Ma Gioanmario , lo studente , dava buone promesse . Durante quelle ultime vacanze , mentre si preparava a partire , le sue visite diventarono più frequenti . Tutte le sere cercava di Andrea , pur sapendo che l ' amico non era in casa , e coglieva tutte le scuse per attardarsi con le ragazze . I suoi discorsi le interessavano : per lo più egli riportava le notizie del paese , i pettegolezzi , le storielle di innocenti amori fra studenti e fanciulle del luogo : Cosima e sopra tutto Enza lo ascoltavano incantate . Enza era già quasi una signorina , un po ' strana , a volte taciturna a volte di una allegria insolente e isterica . Non si tardò ad accorgersi che lei e Gioanmario si erano stretti con un legame d ' amore ; trovarono il modo di vedersi in segreto e l ' opposizione della famiglia di lei , che sperava in un matrimonio più sollecito e solido , aumentò la loro passione . Fu una vera passione , alimentata dal carattere quasi violento dei due ragazzi . Gioanmario si mise a studiare con dura tenacia , e in soli due anni superò gli esami del liceo , inscrivendosi poi alla facoltà di legge . Ma lo studio , le privazioni , l ' orgoglio punto dalla persistente ostilità della famiglia di Enza , lo rendevano cupo e nervoso . A volte i suoi occhi erano venati di rosso , e la voce aspra , le parole amare . Vennero però tristi giorni anche per la famiglia di Cosima : Andrea non andava bene : si diceva che già avesse un figlio , da una bella ragazza del popolo , e che giocasse coi suoi amici scapestrati . Invano il signor Antonio cercava di richiamarlo sulla buona strada : lo mandava a sorvegliare i lavori delle carbonaie , a vigilare i poderi . Andrea obbediva ; era , come si disse , buono e molto generoso , ma anche lui trascinato da istinti di razza , sensuale e impulsivo . E anche l ' altro , il maggiore , si era , dopo la disgrazia dei fuochi artificiali , come incrinato . Incrinato : come s ' incrina ad un urto una tazza di cristallo , un vaso di porcellana . Continuava i suoi studi , all ' Università di Cagliari , mentre Antonino aveva ottenuto , poiché la sua famiglia ne aveva a sufficienza i mezzi , di andare a Roma . Forse anche la lontananza dell ' amico fu per Santus dannosa : egli cominciò a frequentare compagni meno intelligenti e fini , e a domandare denari più del necessario . Anche di lui si seppe che studiava sempre meno , e che beveva . Questo fu un grave dispiacere per tutti . Il signor Antonio divenne pensieroso ; la madre sempre più taciturna e melanconica . Che fare ? La vita segue il suo corso fluviale , inesorabile : vi sono tempi di calma e tempi torbidi , a cui nulla può mettere riparo : e invano si tenta di arginarla , di opporsi anche di traverso nella corrente per impedire che altri venga travolto . Forze occulte . Fatali , spingono l ' uomo al bene o al male ; la natura stessa , che sembra perfetta , è sconvolta dalle violenze di una sorte ineluttabile . Il signor Antonio , e più di lui la signora Francesca , si piegavano sulla china che pareva franasse sotto i piedi dei loro figliuoli : si rimproveravano , ciascuno però per conto proprio , di non aver saputo creare , con l ' educazione , l ' energia , la costanza , il sacrificio di tutte le ore , un terreno più solido e sicuro per il cammino dei loro figli : il signor Antonio aveva loro comprato terreni e greggi , la signora Francesca aveva per loro risparmiato anche il centesimo : che valeva ? Anzi valeva forse dannosamente , perché , senza il benessere e l ' avvenire assicurato , i ragazzi sarebbero stati costretti a lavorare e crearsi da loro una posizione . Fantasie , forse , anche queste : poiché c ' erano intorno esempi di gente povera , o mediocre , che tuttavia era spinta da un destino di dolore e di colpa , molto più triste di quello dei fratelli di Cosima . Se n ' era avuto un caso nel disgraziato Juanniccu . E un altro caso anche più doloroso colpì un cugino , figlio di una sorella del signor Antonio , severa e intelligentissima donna , rimasta vedova in giovine età con parecchi figli da allevare : possedeva , è vero , una certa sostanza , e non le mancava l ' aiuto dell ' altro fratello sacerdote che conviveva con lei ; ma era una donna litigiosa , che per motivi da nulla intentava causa ai suoi vicini e confinanti di terra e di domicilio , e si faceva mangiare buona parte delle sue entrate dagli avvocati e dalle spese di giustizia . Da piccoli proprietari che erano , i figli custodivano personalmente il loro patrimonio ; ma il cugino era sanguigno , ambizioso e violento , e cominciò con l ' appropriarsi di qualche capo di bestiame per aumentare il suo gregge . Scoperto , fu punito . Aveva venticinque anni : era bello , alto , robusto ; in guerra sarebbe stato un ottimo condottiero . Ma la vita , l ' ambiente , il destino , erano così . E anche nella casa di Cosima s ' era introdotto il male , subdolo , velenoso , forse inevitabile , come tutti i mali del mondo . Anche Andrea fu trascinato , una notte , ad una impresa di quelle che certi giovani facevano più per spacconeria che per malvagità . Rubarono galline : ma furono anch ' essi presi . Un lutto più che mortale ottenebrò la famiglia del signor Antonio : egli si accorò talmente che , fatto ogni più grave sforzo per salvare il figliuolo , si accasciò e si ammalò . Furono mesi e mesi di dolore rodente , quasi di disperazione . Finché l ' uomo buono , l ' uomo saggio e giusto , cadde , e la famiglia rimase come l ' umile erba tremante all ' ombra della quercia fulminata . E poiché la famiglia era in questo cerchio d ' ombra , restava rassegnata , in attesa di vederla un giorno diradare . Con la morte del padre , Andrea parve metter giudizio ; prese lui ad amministrare il patrimonio rimasto ancora in comune ; ma ne profittava largamente , in modo che rimaneva appena il tanto per aiutare negli studi l ' altro fratello , e per pagare le tasse . La madre si lamentava sempre , per queste tasse , e se ne preoccupava tanto da non dormire la notte . Per fortuna nella casa c ' era ogni provvista , e le ragazze si contentavano di nulla . Il lutto per il padre fu lungo : per mesi interi le finestre rimasero chiuse e nessuna delle donne , tranne la serva , metteva il piede fuori della porta : ma Enza si consolava scrivendo lettere interminabili al suo Gioanmario e le tre piccole , intelligentissime , leggevano sempre , chiacchierando e anche discutendo fra di loro , in perfetto accordo . Chi non andava bene era Santus . La morte del padre , invece di richiamarlo in sé , parve sprofondarlo di più nella china abissale dove di giorno in giorno precipitava . Studiò fino ad arrivare al quarto anno di medicina : ma beveva . Durante le ultime vacanze fu trascurato anche da Antonino , che non andò più a cercarlo : né lui parve preoccuparsene , chiuso sempre in una sua indifferenza da animale malato . Se ne stava nella sua camera , chiuso a chiave , - poiché Andrea s ' era stabilito in quella che doveva funzionare da salotto , - e non usciva se non per andare a cercare da bere . Del resto era innocuo ; non molestava nessuno ; nelle ore buone scendeva in cortile e fabbricava giocattoli con la ferula , per i bambini del vicinato ; tutti gli volevano bene , ma la sua ombra gravava intorno e accresceva il lutto della madre e delle sorelle . Dopo quelle ultime vacanze , verso ottobre , parve svegliarsi dal suo malefico incantesimo ; preparò i suoi libri , disse che avrebbe fatto ogni sforzo per compiere entro l ' anno scolastico il resto degli studi e laurearsi . L ' arcobaleno della speranza illuminò il grigio orizzonte della famiglia : fu raccolto il gruzzolo necessario per fa sua partenza , e la madre , anzi , gli diede i pochi risparmi che teneva nascosti per riserva , in caso di bisogni impreveduti . Fu una festa , la partenza di lui , e anche un senso di liberazione per la casa ; alla sua camera fu data aria , come a quella di uno che è morto o guarito dopo lunga malattia , e finalmente fu vista la madre sorridere e prender parte alle conversazioni animate delle ragazze . Sei notti dopo la partenza di Santus , fu sentito , sul tardi , qualcuno bussare replicatamente alla porta . Dopo mezzo secolo di vita , Cosima ricorda ancora quel picchiare come di tamburo che annunzia una disgrazia : lo sente ancora rimbombare dentro il suo cuore ; è il suono più terribile che abbia mai udito , più funebre di quello che annunzia la morte , più del suono della campana che chiama a spegnere un incendio . La buona serva si alza ; ma prima di aprire ascolta , con ansia paurosa . Chi può essere ? Un bandito , un ladro , un uomo della giustizia ? Anche un fantasma può essere , un morto che passa nella strada e bussa alle porte per avvertire i viventi che l ' inferno li aspetta . Era qualche cosa di peggio ancora : un morto vivente che annunziava l ' inferno , sì , ma prima della morte , nella vita stessa . Era Santus , con gli occhi azzurri velati , la lingua legata . Per misurare la gravità di queste disgrazie bisogna considerare anche l ' intransigenza malevola dell ' ambiente dove si svolgevano . Tutti si conoscevano , nella piccola città , tutti si giudicavano severamente , e quelli che meno avrebbero dovuto scagliare la prima pietra erano i più inesorabili . Quando si seppe del ritorno e della perdizione di Santus , fu un lungo compiacersi e sogghignare , fra i conoscenti della famiglia ; e i più cattivi erano i parenti . C ' erano due cugine della signora Francesca , due vecchie zitelle che facevano pensione a un canonico , - questo veramente santo , - e stavano sempre in chiesa . Ogni tanto si presentavano nella casa di Cosima , rigide e composte , dure come due mummie ; non parlavano molto , ma ogni loro parola era una frecciata : e di tutto , anche quando le cose andavano egregiamente , trovavano da ridire , persino se le ragazze avevano un abituccio nuovo , o si ornavano di un nastro economico ritagliato magari da un fazzoletto di seta logoro . Piombarono in casa il giorno dopo del ritorno di Santus , e fecero piangere la signora Francesca , addossandole tutta la colpa del disordine famigliare . Tutto , intorno , per loro , era una tragedia ; e lo era , sì , ma forse , almeno per le ragazze , non irreparabile . Irreparabile lo era per le due vecchie zitelle , che , istintivamente , senza precisa cattiveria , riversavano sul destino degli altri il proprio squilibrio . Una carica particolare , quasi non bastasse la prima , fu fatta contro Enza , della quale si conoscevano gli amori segreti e palesi con Gioanmario : per le due acri e sterili zie , che mai avevano conosciuto l ' amore , il romanzo innocente e in fondo melanconico dei due giovani innamorati era tragico e terribile quasi come quello di Isotta la bionda e Tristano , o di Paolo e Francesca . Predissero le cose più sinistre per l ' immorale e sfrontata ragazza , mormorarono che per causa di lei la famiglia e l ' intero parentado erano scherniti e disprezzati da tutta la gente benpensante , e che il disonore ricadeva anche sulle sorelle che mai avrebbero trovato marito . La madre piangeva : che altro poteva fare ? E , certo , neppure lei era contenta per la storia di Enza , sebbene , dopo le ultime disgrazie famigliari , la sua ostilità verso Gioanmario fosse diminuita , e pensasse che un uomo ordinato ed energico , in casa , sarebbe stato di grande aiuto : ma non rispondeva alle insinuazioni vituperose delle cugine , e tale sua quasi accondiscendenza fu quella che più esasperò Enza , la quale naturalmente origliava all ' uscio . D ' un tratto si sentirono alte grida ululanti , e il tonfo d ' un corpo che cade . Era lei , l ' infelice ragazza , presa da un attacco isterico , quasi epilettico . Allora la madre si sollevò , come la cerbiatta alla quale vien ferito il figlio , e trovò l ' energia di cacciar via le donne e di sollevare e confortare la sua bambina . Poiché tutti i figli , per lei , compreso il più traviato , anzi lui forse più degli altri , erano ancora deboli creature che il Signore avrebbe fatto crescere e rinsavire . Il risultato fu che Gioanmario fu riconosciuto come fidanzato di Enza , e si fissarono le nozze per l ' estate seguente , appena egli si fosse laureato . Nozze umili e quasi tristi ; non quali il padre aveva sognate e preparate per le sue figliuole . Ai due giovani sposi fu assegnata una modesta rendita , e concessa per abitazione una vecchia casa che la famiglia possedeva in un quartiere eccentrico della cittadina . Ma era una casa troppo grande , con una scala erta , le camere vaste dai pavimenti di legno , le finestre piccole , le pareti imbiancate con la calce ; Enza ci si immelanconì e si strapazzò a pulirla e renderla abitabile , aiutata solo da una donna a mezzo servizio . Presto cominciarono i guai . Gioanmario , entrato nello studio di un avvocato , vi rimaneva tutto il giorno , e ancora senza compenso . Il dover vivere con la piccola rendita della moglie lo umiliava e lo esasperava . Provocato dal malumore di lei cominciò a rinfacciarle la fretta di essersi voluta sposare : ella rispondeva aspra : litigi violenti scoppiavano fra di loro , seguiti da riconciliazioni che duravano poco , da fughe di lui che rimaneva assente il più possibile . Una triste mattina , la donna che andava da loro per i servizi , corse spaventata a casa dei parenti , dicendo che aveva trovato la piccola padrona stesa a letto senza sensi , fredda come una morta . L ' aveva fatta rinvenire ; ma temeva che la cosa fosse grave . La signora Francesca era sofferente anch ' essa , per un male alle reni , e le ragazze giudicarono di non spaventarla con le notizie di Enza . Cosima , che spesso andava dai giovani sposi ed era al corrente della loro disordinata e dolorosa vita , corse lei con la speranza che si trattasse di uno dei soliti disturbi nervosi della sorella . La trovò insolitamente calma , troppo calma , abbandonata sul letto pallidissima , coi grandi occhi spauriti . Non parlava , non si moveva ; ma un odore sgradevole e caldo esalava dal letto , e quando Cosima , con un coraggio superiore alla sua età , cercò di scoprire il mistero si accorse che l ' infelice Enza giaceva in una pozza di sangue nero . Arrivò il medico e disse che si trattava di un aborto . Alla meglio tentarono di riparare : ma era tardi : prima che il marito tornasse da una seduta al Tribunale , Enza era morta . Morta , senza dolore , senza coscienza , vuota di tutto il suo sangue malato e turbolento : adesso era bianca , bella , purificata , come una statua di marmo scolpita sul suo modello . Prima di avvertire la madre e le sorelle , prima ancora che Gioanmario rientrasse , Cosima , da sola , chiuse i grandi occhi vitrei di Enza , ne lavo il corpo , trasportato in un lettuccio della camera attigua a quella matrimoniale ; lo profumò ; compose i bei capelli castani intorno al viso diafano , e infine la rivestì del modesto abito bianco di sposa e le calzò anche le scarpette di raso . Agiva sotto l ' impulso di una forza quasi sovrannaturale , come in uno stato di ebbrezza . Ebbrezza di dolore , di disinganno , di spavento della vita , che , come tutte le ubriachezze violente , le lasciò un fondo di amarezza , anzi di terrore ; un terrore che non l ' abbandonò mai più , sebbene accuratamente sepolto da lei in fondo al cuore come il segreto di una colpa misteriosa e involontaria : l ' antica colpa dei primi padri , quella che attirò sul mondo il dolore e ricade indistintamente su tutti gli uomini . Adesso Cosima aveva quattordici anni , e conosceva dunque la vita nelle sue più fatali manifestazioni . Ma nonostante quella paura misteriosa della fatalità che si era annidata nel suo cuore , poiché questo cuore era poi fisicamente e moralmente forte , ella aveva ereditato dal padre e dagli avi paterni , quasi tutti agricoltori e pastori , quindi patriarcalmente unici alla terra e alla natura , un fondo di bontà , d ' intelligenza , di filosofia , e sentiva profonda la gioia di vivere . Durante l ' infanzia aveva avuto le malattie comuni a tutti i bambini , ma adesso era , sebbene gracile e magra , sana e relativamente agile e forte . Piccola di statura , con la testa piuttosto grossa , mani e piedi minuscoli , con tutte le caratteristiche fisiche sedentarie delle donne della sua razza , forse d ' origine libica , con lo stesso profilo un po ' camuso , i denti selvaggi e il labbro superiore molto allungato ; aveva però una carnagione chiara e vellutata , bellissimi capelli neri lievemente ondulati e gli occhi grandi , a mandorla , di un nero dorato e a volte verdognolo , con la grande pupilla appunto delle donne di razza camitica , che un poeta latino chiamò “ doppia pupilla ” , di un fascino passionale , irresistibile . Per la morte di Enza fu ripreso il lutto , chiuse ancora le finestre , ripresa una vita veramente claustrale . Ma un lievito di vita , un germogliare di passioni e una fioritura freschissima d ' intelligenza simile a quella dei prati cosparsi di fiori selvatici a volte più belli di quelli dei giardini , univa le tre sorelle in una specie di danza silenziosa piena di grazia e di poesia . Le due piccole , Pina e Coletta , leggevano già anch ' esse avidamente tutto quello che loro capitava in mano , e , quando erano sole con Cosima , si abbandonavano insieme a commenti e discussioni che uscivano dal loro ambiente e dalle ristrettezze della loro vita quotidiana . E Cosima , come costretta da una forza sotterranea , scriveva versi e novelle . Da sua parte Andrea aveva molti difetti , ma era anche generoso e gioviale . Forse troppo : e la sua generosità era alimentata da un po ' di amor proprio , di vanità , di boria : ma spesso era schietta e istintiva : aveva , poi , impeti di vero entusiasmo per cose che agli altri sembravano degne di poco aiuto , se non proprio di essere contrariate ; e allora gli sembrava di fare atto di giustizia mettendosi dalla parte del debole . Così , quando si venne a sapere che la sua sorellina Cosima , quella ragazzina di quattordici anni che ne dimostrava meno e sembrava selvaggia e timida come una piccola cerbiatta , era invece una specie di ribelle a tutte le abitudini , le tradizioni , gli usi della famiglia e anzi della razza , poiché s ' era messa a scrivere versi e novelle , e tutti cominciarono a guardarla con una certa stupita diffidenza , se non pure a sbeffeggiarla e prevedere per lei un quasi losco avvenire , Andrea prese a proteggerla e tentò , in modo invero molto intelligente ed efficace , ad aiutarla . Egli aveva fatto solo il ginnasio , e sebbene avesse appena ventidue anni si occupava adesso dell ' amministrazione dei beni lasciati dal padre , traendone , è vero , molto profitto per sé e per i suoi divertimenti ; ma leggeva , anche , e in certo modo era al corrente degli avvenimenti letterarî . L ' eco di questi era sempre portata alla piccola città da Antonino , lo studente di lettere del più intimo amico di Andrea . Questo fratello si chiamava Salvatore , e aveva anche lui preferito allo studio la vita beata del piccolo proprietario sempre a cavallo per i suoi campi ad aizzare il lavoro dei servi e a divertirsi poi con le belle e ardenti ragazze del paese : e si beffava , pur ammirandolo in segreto , di Antonino , che aveva le mani bianche e affusolate di donna e gli occhi pieni di sogni ; e non era buono neppure a montare sulla giumenta sulla quale balzavano d ' un salto le servette di casa per andare a prender l ' acqua alla fontana : come nei suoi eterni studi , nelle Università più celebri del Continente , spendendo tutti i risparmi della famiglia , non riusciva o non voleva riuscire a prendere la laurea . Ad ogni modo questo bellissimo , questo elegante e quasi principesco studente ( e in quei tempi e in quel luogo la parola studente significava ancora un essere superiore : un uomo al quale potevano essere assegnati i più alti e potenti destini della terra ) portava davvero nella cerchia familiare , primitiva , isolata , quasi condannata a un esilio dal mondo grande , un soffio di quella grandezza tanto più luminosa quanto più lontana . Egli parlava di Re , di Regine , di alti personaggi politici , di artisti e di letterati , come fossero tutti suoi intimi amici . Sulla figura di Gabriele d ' Annunzio , allora in tutto il suo più radioso splendore , circonfusa inoltre dall ' aureola di notizie leggendarie , egli si appoggiava sopra tutto , come il credente si appoggia alla colonna del tempio per riceverne forza e maestà . Le cose raccontate dal buono , dall ' epico Antonino , infiammavano di folli sogni il cuore del rude , ma anche lui a suo modo epico Andrea . Egli cominciò a fantasticare sulla piccola Cosima . Bisognava pertanto aiutarla . La mandò a prendere lezioni d ' italiano , poiché a dire il vero ella scriveva più in dialetto che in lingua , da un professore di ginnasio . Queste lezioni accrebbero il senso di ostilità istintiva che la piccola scrittrice provava per ogni genere di studi libreschi , a meno che non fossero romanzi o poesie . Più efficaci furono le lezioni pratiche che il fratello volonteroso le procurò facendole conoscere tipi di vecchi pastori che raccontavano storie più mirabili di quelle scritte sui libri , e portandola in giro , nei villaggi più caratteristici della contrada , alle feste campestri , agli ovili sparsi nei pascoli solitari e nascosti come nidi nelle conche boscose della montagna . Una di queste gite fu meravigliosa , anche perché fatta in buona compagnia . Oltre al fratello di Antonino , c ' erano altri amici di Andrea , quasi tutti studenti mancati , che ai tormentosi fasti del vocabolario preferivano quelli della fisarmonica e la Odissea , se la creavano da sé prendendosi a pugni per qualche bella giovane paesana e poi riconciliandosi in banchetti ove le ossa degli agnelli arrostiti alla viva fiamma si ammucchiavano ai loro piedi come sotto le mense degli eroi e conti di Re Carlo . Uno di questi banchetti fu apprestato quel giorno , nell ' ovile delle tancas paterne di Andrea e di Cosima . Ai pastori porcari , che avevano finito la loro stagione , erano seguiti quelli di pecore e di capre . Le pecore brucavano l ' asfodelo secco , i cui lunghi steli dorati scrocchiavano fra i denti delle bestie come grissini , e le capre nere , dalle teste diaboliche , si profilavano sulla madreperla delle cime rocciose . Quel giorno Cosima imparò più cose che in dieci lezioni del professore di belle lettere . Imparò a distinguere la foglia dentellata della quercia da quella lanceolata del leccio , e il fiore aromatico del tasso barbasso da quello del vilucchio . E da un castello di macigni sopra i quali volteggiavano i falchi che parevano attirati dal sole come le farfalle notturne dalle lampade , vide una grande spada luccicante messa ai piedi di una scogliera come in segno che l ' isola era stata tagliata dal continente e tale doveva restare per l ' eternità . Era il mare che Cosima vedeva per la prima volta . Certo , fu una giornata indimenticabile , come quella della cresima , quando un fanciullo che crede fermamente in Dio si sente più vicino a lui , lavato del tutto dal peccato originale . Tutto pareva straordinario a Cosima , persino il grido rapace delle ghiandaie e i cardi spinosi fra le pietre arse : ma invece di esaltarsi si sentiva piccola e umile accanto alle rocce che scintillavano come rivestite di scaglie , e ai lecci millenari che sembravano più antichi delle stesse rocce . L ' ombra era fitta , e se qualche nuvoletta solcava il cielo sembrava si afferrasse alle cime più alte , in certi piccoli squarci del bosco , come i fanciulli che guardano in fondo a un pozzo . Ma il banchetto fu servito in una radura , per terra s ' intende , tutta circondata da un colonnato di tronchi come un salone regale : per Cosima Andrea preparò con una sella e una bisaccia una comoda poltrona ; e i migliori bocconi furono per lei : per lei il rognone dell ' agnello , tenero e dolce come una sorba matura ; per lei il cocuzzolo del formaggello arrostito allo spiedo , per lei il più bel grappolo d ' uva primaticcia portata appositamente dal fratello premuroso . Si accorsero , i convitati , di queste gentilezze quasi galanti , e cominciarono a urtarsi coi gomiti ; e come se una parola d ' ordine si trasmettesse fra loro con questo gesto , un bel momento tutti sporsero verso Cosima le loro curiose forchette di stecchi di legno , e ad esse infilati pezzetti di carne , di pane , di cacio , di tutte le vivande che si trovavano sulla mensa . Ella arrossì , ma non pronunziò una parola : non aveva mai aperto bocca , del resto , durante tutto il tempo del banchetto , e pareva una estranea , sulla sua sella ricoperta dal drappo arcaico della bisaccia , coi suoi grandi occhi silenziosi , oscuri del cupo verde dell ' ombra del bosco : come una delle piccole fate ambigue , non sai se buone o cattive , che popolano le grotte del monte e da millennii vi tessono , dentro , nei loro telai d ' oro reti per imprigionare i falchi , i venti , le nuvole , i sogni degli uomini . Era un po ' stizzita , però , che il fratello l ' avesse esposta alla beffa , per quanto rispettosa , dei compagni ; e non toccò più cibo , e , appena sfuggita all ' attenzione dei convitati , si volse di fianco e parve balzare dalla sella come da un cavallo in corsa . Si allontanò rapida tra le felci della radura , sfiorandole con le braccia aperte , come una rondine che vola basso all ' avvicinarsi del temporale , e tornò poi in cima al dirupo donde si vedeva il mare . Il mare : il grande mistero , la landa di cespugli azzurri , con a riva una siepe di biancospini fioriti ; il deserto che la rondine sognava di trasvolare verso le meravigliose regioni del Continente . Se non altro ella avrebbe voluto restare lì sullo spalto dei macigni , come la castellana nel solitario maniero , a guardare l ' orizzonte in attesa che una vela vi apparisse con i segni della speranza , o sulla riva balzasse , vestito dei colori del mare , il Principe dell ' amore . Le grida dei giovani nella radura la richiamavano alla realtà : si udivano anche i fischi dei pastori che radunavano il gregge , e ogni voce , ogni suono vibrava nel grande silenzio con un ' eco limpida come in una casa di cristallo . Il sole calava dalla parte opposta , sopra le montagne di là della pianura , e già le capre , ancora arrampicate sulle vette , avevano gli occhi rossi come quelli dei falchi . Era tempo di ritornare a casa ; e ricordando le sue giornate ancora fanciullesche , rallegrate solo dalle storielle ch ' ella raccontava a sé stessa , ella si sentiva al cospetto del mare e sopra i grandi precipizi rossi di tramonto , come la capretta sulla vetta merlata della roccia , che vorrebbe imitare il volo del falco e invece , al fischio del pastore , deve ritornare allo stabbio . E , invece , un fischio , più acuto e diverso dagli altri , le arrivò come una freccia , seguito da altri che lo imitavano beffardi . Era Andrea che la chiamava , avvertendola che non bisognava abusare della sua indulgenza di guardiano : e l ' irrisione dei compagni le ricordava meglio ancora che le sue scorribande non erano sopportate che una volta sola dalle leggi della comunità dov ' ella era destinata a vivere . Allora ella si alzò , ma scosse di nuovo le braccia , verso il mare , sembrandole di sfiorare le onde come poco prima aveva sfiorato le felci della radura , quale rondine che migra , dopo l ' inverno caldo , sì , ma sterile , degli altipiani libici , verso le terre del sole , i rossi crepuscoli estivi , l ' amore che solo concede il dono dell ' eternità . Questo sogno , da allora , non l ' abbandonò mai più . Quando nelle sere d ' inverno , accanto al braciere e alla luce di due lampadine ad olio ( qualche volta ne accendeva anche tre ) , o nei mattini di primavera , nell ' orticello fiorito di rose e ronzante di mosconi , e poi d ' estate nella camera su in alto col paesaggio sonnolento dei monti alla finestra , poteva aver fra le mani una rivista illustrata , ne studiava a lungo le figure , specialmente le riproduzioni fotografiche di strade , monumenti , palazzi di grandi città . Roma era la sua mèta : lo sentiva . Non sapeva ancora come sarebbe riuscita ad andarci : non c ' era nessuna speranza , nessuna probabilità : non l ' illusione di un matrimonio che l ' avrebbe condotta laggiù : eppure sentiva che ci sarebbe arrivata . Ma non era ambizione mondana , la sua , non pensava a Roma per i suoi splendori : era una specie di città santa , Gerusalemme dell ' arte , il luogo dove si è più vicini a Dio , e alla gloria . Come giungessero fino a lei i giornali illustrati non si sa : forse era Santus , o lo stesso Andrea a procurarli : il fatto è che allora , nella capitale , dopo l ' aristocratico editore Sommaruga , era venuto su , da operaio di tipografia , un editore popolare che fra molte pubblicazioni di cattivo gusto ne aveva buone , quasi fini , e sapeva divulgarle anche nei paesi più lontani della penisola . Arrivavano anche nella casa di Cosima ; erano giornali per ragazzi , riviste agili e bene figurate , giornali di varietà e di moda . Sicuro , l ' Ultima Moda , coi suoi figurini di donna dall ' alta pettinatura imbottita , la vita sottile e il paniere prominente , l ' ombrellino grande a merletti come quello del Santissimo Sacramento , e i ventagli di piume simili a quelli del Sultano , era la gioia , il tormento , la corruzione delle ragazze . Nelle ultime pagine c ' era sempre una novella , scritta bene , spesso con una grande firma : non solo , ma il direttore del giornale era un uomo di gusto , un poeta , un letterato a quei tempi notissimo , della schiera scampata al naufragio del Sommaruga e rifugiatasi in parte nella barcaccia dell ' editore Perino . E dunque alla nostra Cosima salta nella testa chiusa ma ardita di mandare una novella al giornale di mode , con una letterina piena di graziose esibizioni , come , per esempio , la sommaria pittura della sua vita , del suo ambiente , delle sue aspirazioni , e sopra tutto con forti e prodi promesse per il suo avvenire letterario . E forse , più che la composizione letteraria , dove del resto si raccontava di una fanciulla quasi simile a lei , fu questa prima epistola ad aprirle il cuore del buon poeta che presiedeva al mondo femminile artificiosetto del giornale di mode , e con il cuore di lui le porte della fama . Fama che come una bella medaglia aveva il suo rovescio segnato da una croce dolorosa : poiché se il direttore dell ' Ultima Moda , nel pubblicare la novella presentò al mondo dell ' arte , con nobile slancio , la piccola scrittrice , e subito la invitò a mandare altri lavori , in paese la notizia che il nome di lei era apparso stampato sotto due colonne di prosa ingenuamente dialettale , e che , per maggiore scandalo , parlavano di avventure arrischiate , destò una esecrazione unanime e implacabile . Ed ecco le zie , le due vecchie zitelle , che non sapevano leggere e bruciavano i fogli con le figure di peccatori e di donne maledette , precipitarsi nella casa malaugurata , spargendovi il terrore delle loro critiche e delle peggiori profezie . Ne fu scosso persino Andrea : i suoi sogni sull ' avvenire di Cosima si velarono di vaghe paure : ad ogni modo consigliò la sorella di non scrivere più storie d ' amore , tanto più che alla sua età , con la sua poca esperienza in materia , oltre a farla passare per una ragazza precoce e già corrotta , non potevano essere del tutto verosimili . L ' estate era certamente la stagione più bella , per Cosima sopra tutto . Grande era il caldo , a giorni , ma un caldo secco , che alla notte si placava in un senso di straordinaria dolcezza . Arrivavano allora , dalla valle e dai campi mietuti , odori di stoppia , di cespugli aromatici ; e le voci delle donne accoccolate nella strada a godere il fresco risonavano con bassi accordi musicali . Lunghi erano i vesperi , rossi , glauchi , violetti sopra la montagna , e se la luna spuntava sopra le roccie il suo chiarore si fondeva con quello dell ' ultimo giorno in un crepuscolo quasi orientale . E poi era la stagione in cui Antonino tornava per le vacanze . Cosima aspettava questo ritorno come altri aspettano la primavera o il fare del giorno . Quell ' anno , poi , alla sua attesa si mischiava una vaga paura : paura che Antonino avesse saputo la grande novità , che anche lei era diventata una scrittrice , una candidata alla gloria , e che sorridesse di lei , con quel suo ironico sorriso di famiglia , velato però , in lui , da una finissima melanconia , come quella dei grandi , dei veramente grandi e forti , per i piccoli e deboli . In fondo non le importava gran che , ferma nella sua ambiziosa sicurezza di non aver bisogno di forze diverse dalle sue per andar diritta nella strada che Dio stesso le aveva tracciata : e da Antonino non sperava niente , non solo , ma non voleva niente , neppure che egli sospettasse del suo amore per lui . Amore . La parola era finalmente sbocciata , nel cuore e sopra tutto nella coscienza di lei , da quel giorno sulle rocce : come sboccia la rosa rossa e fragrante che basta a illuminare un giardino desolato . Eppure il corpo di Antonino non esisteva per lei ; e neppure il lontano desiderio , neppure per istinto , di un solo bacio di lui , le vibrava nel sangue . Di lui non conosceva che la linea , una linea quasi azzurra , poiché egli vestiva quasi sempre di colore turchino chiaro , quasi soffusa del chiarore della lontananza in cui egli le appariva , anche se in realtà la sua figura spuntava in fondo alla strada solitaria . Egli doveva attraversare per forza quella strada , per scendere dalla sua casa al centro del paese : ella lo sapeva , e lo aspettava alla finestra , ma appena la figura di lui appariva ella si nascondeva . Ma questa volta ella lo vede sotto una luce diversa , su uno sfondo che ha del fantastico . Era andata , con la sorella Pina , a trovare le loro amiche , cugine di Antonino . La serva le ha accompagnate , consegnandole alla signora Lucia , con la promessa che sarebbe andata a riprenderle verso sera . È poco , eppure è una festa per Cosima , che può respirare l ' aria del cortile e della vigna di Antonino . Come si è detto , le case delle quattro famiglie si aprono tutte su questo grande cortile arioso , lastricato bene , con panchine di granito poggiate al muro , accanto alle porte . Quella della signora Lucia è a un solo pianterreno , ma le stanze sono comode , e c ' è anche il salotto , col tavolino rotondo in mezzo , e il sofà con la spalliera ricoperta da una trina all ' uncinetto . Le ragazze vi si raccolgono e cominciano a pigolare : anche l ' amica di Cosima e quella di Pina , della stessa età , sono piccoline , brune , intelligenti e lingue lunghe . Finito di parlar male delle comuni conoscenze , cominciano a punzecchiarsi scambievolmente , con istintive malignità e derisioni . Le due ragazze M . vestono bene , perché il padre è impiegato al Tribunale ed ha una sorella a Sassari , dove spesso le ragazze passano qualche settimana e apprendono le eleganze cittadine . Oggetto della loro beffa sono quindi i goffi vestitini delle altre due , fatti dalla sarta paesana . Giallo , con guarnizioni rosse , quello di Cosima , che parrebbe ridicolo e pure dà risalto al suo viso pallido e ai folti capelli neri . - Sembri una ciliegia che comincia a maturare , - le dice l ' amica Lenedda , e Cosima arrossisce e tace , ma la sorella Pina , squadrando il vestito verde e nero dell ' altra , ribatte : - E tu sembri una vipera . L ' altra ride ; dice : - Non mi ricordavo che ti hanno tagliato il filo della lingua . Infatti era vero : da piccola Pina balbutiva poiché lo scilinguagnolo sotto la sua lingua era eccessivamente corto : e le fu tagliato ; cosa che tutti , per il resto della vita , le rinfacciarono . - A te non occorreva tagliartelo , il filo della lingua : anzi bisognerebbe ricucirlo . Risero , le ragazze , perché in fondo erano allegre e si divertivano delle loro stesse malizie : fu portato il caffè , e si riprese a parlar male delle altre cugine , le sorelle di Antonino , che spiavano dalle finestre di faccia , ma non si degnavano di venire a salutare le piccole borghesi . Poiché esse vestivano in costume , sì , ma in modo sfarzoso , ed erano più ricche delle altre , in modo che la loro madre diceva convinta : - Per le mie figlie occorrono uomini in alto , fieri e potenti . Invece la maggiore , molti anni più tardi , sposò un possidente paesano , e la minore un ricco commerciante . Quel giorno , esse non si unirono alla compagnia delle nostre ragazze neppure quando , verso il tramonto , le quattro amiche uscirono nella vigna attigua alla casa . Bellissimo era il luogo in pendìo sopra la valle , in faccia ai monti arrossati dal sole calante : un muricciuolo lo separava dal sentiero che andava a perdersi verso i pendii di un ' altra valle , a nord , e su questo muricciuolo , di contro uno sfondo di cielo abbagliante come una lamina d ' oro , sedeva , con un giornale in mano , l ' agile Antonino . Quando dal fondo del vialetto della vigna Cosima lo vide , si piegò in avanti come dovesse cadere , chiudendo gli occhi quasi con angoscia . Ella non sapeva che era tornato , come del resto non lo sapevano neppure le cugine di lui , che lo guardarono con curiosità insolente e gli corsero incontro senza salutarlo battendogli i pugni sulle ginocchia . Egli le respinse , preoccupato solo per la piega dei suoi pantaloni , e non avrebbe neppure smesso di leggere senza la presenza delle altre due ragazze . Stentò un po ' a ricordarsi chi erano , ma quando ebbe riconosciuto bene Cosima balzò in piedi e la salutò , con quel suo sorriso dolce , stanco e beffardo che gli sollevava il labbro sopra i denti luminosi . Tutto era luminoso , in lui , in quel momento , e la luce d ' oro del tramonto pareva scaturisse dai suoi occhi , dal suo viso bruno , dai capelli raggianti . Per tutta la sua vita Cosima lo ricordò così : e basta ancora che pensi a lui per sentire una gioia misteriosa , fatta di luce e di angoscia , come si prova soltanto al primo rivelarsi della vita cosciente , anche se l ' immagine della vita sorrida come in quell ' attimo sorrideva Antonino . Eppure , in fondo al suo pensiero rimaneva il ricordo delle sue prime esperienze d ' arte , e aspettava con orgoglio che il giovane accennasse alla sua novella , pronta a difendersi se gliela derideva . Ma pareva ch ' egli non sapesse nulla : o almeno non accennò nulla . Domandò solo di Santus , e disse che sarebbe andato a trovarlo . Cosima arrossì ; egli se ne accorse e non insisté . Poi le due ragazze minori essendosi allontanate , rimasero accanto al muricciuolo le due maggiori , e Lenedda cominciò a stuzzicare Antonino , permettendosi di pigliarlo in giro , per il modo con cui vestiva , e perché i capelli gli lucevano troppo . - Ti sei messo l ' olio di lentischio , come le donne di Oliena . A chi vuoi piacere , in questo paese di selvaggi ? Qui , dame non ce ne sono . Cosima abbassava gli occhi . La speranza ch ' egli volesse rispondere alla cugina , sull ' argomento scottante , le faceva battere il cuore : ma egli non badava a Lenedda più che alle pietre del muro sul quale si appoggiava : però si passava la mano bianca , con le unghie che riflettevano l ' oro del tramonto , sui capelli divisi da un lato da una sottile scriminatura candida , e se li tormentava come per dimostrare che non erano lucidi per artifizio . - E poi , perché non hai il corpetto ? L ' hai perduto ? La tua camicia sembra la camicetta di una donna . Cosima taceva , mortificata e offesa per lui , e provò una gioia cattiva quando egli allungò il giornale e lo sbatté più volte sulla testa della cuginetta insolente : ma non fu tutto : allorché Lenedda , con un piccolo salto felino tentò di tirargli i capelli , egli l ' afferrò per un braccio , la fece girare intorno a sé come una trottola , la spinse costringendola a scendere di precipizio nel vialetto in declino . Ella strillava come una ghiandaia , e lui non rideva , tutt ' altro , anzi stringeva un po ' crudelmente i denti , e continuava ad agitare il giornale , come avesse un gran caldo . Cosima stava lì quasi tramortita , e avrebbe voluto non assistere a quella scena . Poiché il suo idolo si scomponeva alquanto ; eppure se egli avesse fatto su di lei lo scempio toccato alla cugina , ne sarebbe stata paurosamente felice . Egli però le mostrava , pur con la sua indifferenza , il massimo rispetto ; non solo , ma ella aveva l ' impressione che la lezione data a Lenedda fosse in suo omaggio , per non essere diminuito agli occhi di lei . Ad ogni modo ella respirò quando egli , dopo averla salutata con un lieve cenno del capo se ne andò senza far più caso degli strilli della cugina . Ma ella doveva incontrarlo ancora in condizioni più felici , insperate e quasi favolose . Sopra la piccola città , che era già a seicento metri sul livello del mare , sulla cima dell ' Orthobene , sovrastante fra boschi di lecci e rocce di granito , poco distante dalla proprietà della famiglia di Cosima e da dove per la prima volta ella aveva veduto il mare lontano , sorgeva una piccola chiesa detta appunto Madonna del Monte , su uno spiazzo sollevato e recinto di massi . Piccole stanzette erano addossate alla chiesa , sotto lo stesso tetto , e una specie di portichetto si apriva davanti alle due porte , una a mezzodì l ' altra a ponente , con sedili in muratura tutto intorno . Nelle stanzette dimoravano i fedeli , durante il periodo della novena e della festa della piccola Madonna . La leggenda raccontava che un vescovo , forse di Pisa , nel viaggiare per la sua visita pastorale nell ' isola , colto da tempesta , aveva promesso , se il naviglio si salvava , di erigere un santuario sulla prima cima di montagna apparsa all ' orizzonte . E immediatamente il mare si era calmato , e una cima rocciosa era emersa fra le nuvole sopra l ' isola . Lo zio di Cosima , il tabaccoso prete Ignazio , che aveva una parrucca rossa con la chierica , fungeva da cappellano della chiesetta . La sorella Paola lo accompagnava : avevano per loro uso , oltre la piccola sagrestia , nel cui armadietto zia Paola nascondeva i dolci per sottrarli all ' avidità dei ragazzi , una stanzetta pulita per il prete , con una branda e il materasso , e una vasta grezza stanza col pavimento sterrato e tanti piuoli fissi al muro per attaccarvi le robe . In questo primitivo ambiente , che aveva della capanna e della caverna , e riceveva luce solo dalla porticina aperta sul bosco , Cosima quell ' anno , poiché la zia Paola l ' aveva invitata con le sorelle a trascorrere con lei il tempo della novena , passò i giorni più belli della sua vita . Fu proprio un sogno , bello , completo , pieno di cose misteriose , come i veri sogni . Il viaggio , circa due ore di salita per un sentiero appena tracciato fra i dirupi , gli avvallamenti , il basco , fu attraversato a piedi dalle ragazze pazzamente felici ed ebbre di quella meravigliosa mattina di agosto , mentre un carro tirato da buoi e carico di masserizie e provviste , le seguiva traballando sui sassi e gli sterpi . La prima sosta , breve , fatta non per stanchezza ma per divertimento , fu al cominciare del bosco fitto , sotto una strana pietra poggiata su altre e detta la tomba del gigante . Sembrava una grande bara , di granito , coperta da un drappo di musco , solenne nella vasta solitudine del luogo . Un tempo , diceva la leggenda , i giganti abitavano la montagna , e uno di essi , a turno , vigilava l ' ingresso della foresta : l ' ultimo , si stese per morire sulla pietra di confine , che si richiuse su di lui e ancora custodisce il suo corpo . Era davvero , quello , l ' ingresso al mondo degli eroi , dei forti , di quelli che non possono concepire pensieri meschini ; e Cosima toccò il masso , come in altri luoghi , abbelliti di leggende sacre , si tocca la pietra dove si sia riposato qualche santo . Il sogno confuso della fanciulla era già illuminato da un desiderio , oltre che di purezza , di cose grandi , al di sopra delle difficoltà quotidiane : e le sembrava davvero , riprendendo a salire il sentiero tra le felci e le chine già morbide di capelvenere e di sottilissime erbe di montagna , all ' ombra dei grandi elci patriarcali , di evadere dal suo piccolo mondo e ritrovarsi fra i giganti che vivono alti sino quasi al cielo , compagni dei venti , del sole e degli astri . Una seconda tappa fu alla sorgente d ' acqua pura e luminosa come il diamante , che scaturiva in una piccola conca di pietre e si spandeva modesta e quasi furtiva fra l ' erba calpestata e fangosa , in un cerchio di lecci qua e là arrampicati sulle cime azzurre . Già si sentiva il grido delle ghiandaie , e l ' aria sembrava un liquore profumato di menta . Le ragazze s ' inginocchiarono sulla pietra e si protesero a bere nella fontana : e nel piccolo specchio d ' onice dell ' acqua in ombra Cosima vide i suoi occhi che le parvero della stessa miracolosa luce : luce che scaturiva dalla profondità della sua terra e aveva un giorno riflesso davvero l ' anima assetata di divinità dei suoi avi pastori e poeti . La realtà doveva consistere nell ' abitazione che , simile alla capanna scavata fra le rocce dai medesimi avi , aspettava questa nuova tribù di fanciulle che anelavano allo spazio del mondo lontano , alle città affollate e rumorose . E le sorelle di Cosima si rivoltarono , sul principio , nel vedere che il giaciglio , in comune con la zia Paola , era steso per terra , fatto di uno strato di felci , di coperte , cuscini e grosse lenzuola ; che gli armadii erano i piuoli e , per lavarsi , c ' era in un angolo , su una panchina di pietra , accanto alla brocca per bere , un vaso di creta ; e per ribellarsi , ma anche divertirsi , cominciarono a rotolarsi sul giaciglio , scovarono la parrucca dello zio Ignazio , che viveva nella stanzetta accanto , e ne fecero scempio . Ma poi uscirono nel bosco e si confortarono con lo sfarzo del meraviglioso luogo pieno di recessi , di divani coperti di musco , di quadri e broccati mai visti così belli , dei quali erano ricchi gli sfondi . Solo Cosima non era disillusa : anzi l ' interno dell ' abitazione , col suo odore di umido e di felci , coi suoi arnesi trogloditici , con quella porticina coperta dalla tenda sul verdone del bosco , quei sedili di pietra grezza , quell ' anfora di creta e i recipienti pastorali fatti di sughero e di corno , le diedero uno strano senso di ricordanze remote , come quello che provava da bambina incosciente nel veder apparire la piccola nonna materna , - la nonnina che partecipava della natura delle fate nane della tradizione locale , che abitavano nelle casette di granito in mezzo ai monti e sugli altipiani rocciosi : - e prima di raggiungere le sorelle si diede da fare per rendere più abitabile la primordiale dimora . Cominciò con l ' appendere i pochi vestiti suoi e delle sorelle ai piuoli , coprendoli con uno scialle per preservarli dalla polvere e dalla curiosità degli estranei ; stese davanti al giaciglio , dalla parte dove avrebbero dormito loro , a mo ' di tappeto , un lungo sacco di lana che invero ne aveva lo spessore ; nascose le scarpe in un cestino , e infine , con un piccolo specchio e una mensoletta che aveva previdentemente portato da casa sua , preparò la toeletta . Intanto , fuori , il servo di zia Paola costruiva una capanna di frasche , abbastanza alta e larga , che doveva servire da cucina . Avevano portato un fornello a mano e un sacco di carbone ; ma la serva volle dietro la capanna , in un angolo riparato , una specie di focolare di pietre e dichiarò che avrebbe cucinato col fuoco di legna . E queste non mancavano davvero a portata di mano , quali erano e pronte ad accendersi come torcie . Anche alcune sedie e un tavolo erano stati portati sul carro ; e il tavolo avrebbe dovuto servire per i pasti e per scrittoio a prete Ignazio , ma egli non intendeva perdere neppure un minuto per impugnare la penna ; e così il tavolo fu collocato nella stanza grande , accanto alla luce della porta e servi , sì , per i pasti , ma anche da scrittoio a Cosima . Oh , e ben il calamaio ella aveva portato , avvolto in uno straccio nero e ficcato dentro una scarpa perché nel transito non si rovesciasse ; e trovò anche , nella primordiale dimora , una specie di nicchia , che avrebbe dovuto servire per qualche lumino e qualche immagine sacra , e della quale , invece , ella si servì per deporvi il calamaio , la penna , il suo scartafaccio e alcuni libri , formandone così un altarino per i suoi misteri d ' arte . Poi raggiunse le sorelle nel bosco ; e furono ore e poi giorni di appassionata gioia . Non fu tutto un sogno ? Uno di quei sogni che bastano a illuminare una vita , anche negli angoli più ombrosi , come il sole e la luna illuminavano , in quei favolosi giorni di agosto , la boscaglia di elci intorno alla miracolosa chiesetta . Che importava l ' umiltà e la rozza accoglienza della capanna ? Serviva di rifugio solo nella notte , e a Cosima nelle ore delle sue scritture ; il rumorio del bosco la copriva col suo suono di organo , e la luna col suo drappo d ' argento . E le ragazze dormivano cullate da quella musica che non aveva l ' eguale poiché era la musica della fanciullezza che risuona una sola volta nella vita . Ma per Cosima era qualche cosa di più grande e trepido : era tutta una rete di mistero , uno svolgersi di cose sorprendenti , come se ella galleggiasse in un fondo oceanico , circondata , non dal selvaggio bosco di elci e dalle roccie fantastiche , ma da tutte le meraviglie delle foreste sottomarine . E tutto questo , oltre la reale dolcezza del soggiorno , allietato dalla libertà e dallo spazio del luogo , dalla bellezza del paesaggio e delle lontananze e dai semplici svaghi della poca gente che dimorava intorno alla chiesetta , dipendeva dalla presenza , in una delle stanze verso la parte opposta di quella del cappellano , della famiglia di Antonino . Egli non c ' era , ma doveva pure qualche giorno venirci , come tutti gli altri giovani della città , che anche se i loro parenti non erano lassù , combinavano gite e passavano anche la notte nel luogo incantevole , accendendo grandi fuochi , combinando cene e balli , bivaccando sotto gli alberi e facendo la corte alle ragazze ; doveva arrivare ; e la sola speranza di vederlo , anche alla sfuggita , in quello sfondo che era lo sfondo stesso della Poesia , riempiva l ' animo di Cosima di una gioia senza limiti . Ma ella non andava mai dalla parte ove la famiglia di lui abitava , e ne sfuggiva le sorelle come per paura che indovinassero il suo segreto e la sbeffeggiassero , o semplicemente perché il suo segreto era per lei grande e sacro come un tabernacolo che nessuno doveva profanare . Ed ecco egli arriva davvero , un giorno : è solo , a piedi , con una fronda in una mano e il cappello di paglia nell ' altra . Cosima , che vigilava sempre sul sentiero dall ' alto di una roccia , lo vede salire un po ' stanco , frustando le felci con la sua fronda : le sembra scontento e disincantato , e pensa che , certo , il luogo , per quanto pittoresco , non è degno di lui : per lui occorrono i parchi coi viali lisci come il velluto , le scalee e le terrazze delle ville principesche , le fontane e le grotte artificiali dei giardini settecenteschi , come ella li ammirava nelle riviste illustrate . E sentì quasi pietà di lui , decisa a nascondersi per non aumentargli il malumore che doveva provare . Eppure la sola idea che egli era lì , nell ' umile portico dove le sorelle gli servivano il caffè , illuminava ancora di più , se era possibile , il paesaggio intorno : e le felci toccate da lui scintillavano come palme dorate , e il cielo era più vasto e azzurro . Incantesimi della fanciullezza , che nel ricordo dànno un ' idea di quello che debba essere un giorno , per l ' anima che ci crede e lo aspetta in ricompensa degli innumerevoli disinganni della vita , il regno di Dio sulla terra . Adesso Cosima è di nuovo nella sua casa melanconica , dove ogni cosa , dopo il ritorno dalla montagna , ha preso un aspetto più triste , quasi di decadenza , o meglio di appassimento , un colore umido di autunno , un odore funebre di crisantemi . Ella ha freddo , nell ' alta stanza dalla cui finestra si vede il Monte , già anch ' esso coperto di nebbia : il grido dei corvi annunzia l ' inverno . Ma ancora ci sono , per lei , momenti nei quali il cielo torna a spalancarsi , e un tepore primaverile le scalda il sangue . Ella scrive : piegata sul suo scartafaccio , quando le sorelle tengono a bada la madre , e Andrea è fuori in campagna , e Santus dorme uno dei suoi soliti terribili sonni , ella si slancia nel mondo delle sue fantasie , e scrive , scrive , per un bisogno fisico , come altre adolescenti corrono per i viali dei giardini , o vanno a un luogo loro proibito ; se possono , a un convegno d ' amore . Anche lei , nelle sue scritture , combina convegni di amore : è una storia , la sua , dove la protagonista è lei , il mondo è il suo , il sangue dei personaggi , la loro ingenuità , le loro innocenti follie sono le sue . Il titolo del libro non può essere che quello che è : Rosa di macchia . E un giorno , quando è finito , ella lo sente palpitare vivo fra le sue mani fredde , come un uccello che le sguscia fremente fra le dita e vola a batter le ali contro i vetri chiusi della finestra . Ella non esita a cercare il modo di liberarlo , lasciarlo andar via per gli spazi infiniti . Scrive all ' editore della rivista di mode , e l ' uomo , che ha l ' intelligenza istintiva e il cuore grande del lavoratore sbocciato dal popolo , capisce con chi ha da fare . Risponde che gli mandi il manoscritto . Cosima si stacca con dolore ed orgoglio dalla famiglia dei suoi personaggi , e la manda per il vasto mondo . Il plico del manoscritto è accuratamente involto in tela e carta , con una rete di spaghi che deve resistere al lungo viaggio di terra e di mare : ed è anche raccomandato : tutte spese che Cosima non può sopportare col suo scarno bilancio personale composto dai pochi centesimi che la madre le dà ogni domenica . Ma poiché è necessario andare avanti a tutti i costi , ecco che la scrittrice , la poetessa , la creatura delle nuvole , scende in cantina e ruba un litro d ' olio : è facile , questa ladroneria , perché lei e le sorelle , quando la madre e la serva sono occupate in cucina , e qualche donna viene a comprare olio o vino , non sdegnano di servirla . Arriva dunque la donna di servizio della famiglia del cancelliere del Tribunale , che abita da pochi giorni la casa della zia Paola , in fondo alla strada , e compra un fiasco d ' olio : Cosima riceve la somma , in piccole monete di argento da mezza lira l ' una : a lungo , andata via la donna , ella tiene quei semi bianchi entro il pugno , fino a scaldarli ; ha scrupolo , ha paura , anche un po ' di vergogna ; ma poi pensa che un familiare non esita a intascare metà del fitto del bosco e del provento delle mandorle , per sprecarlo col gioco e con le donne , e divide anche lei le monete : metà alla casa , metà alla gloria . È vero che poi rivelò il peccato al confessore , dicendo di aver rubato , senza però riferirne il motivo : e per penitenza digiunò il venerdì e il sabato . Presto arrivarono le bozze di stampa del romanzo . Cosima non sapeva con precisione di che si trattasse : credette che l ' editore le mandasse un campione , e si meravigliò che le pagine fossero lunghe come le colonne di stampa dei giornali . Le tenne lì , trovando buffo e quasi allucinante quel trasformarsi del suo lavoro . Il suo nome , in cima , sovrastante al titolo , le dava quasi soggezione : le pareva fosse troppo esposto alla curiosità del lettore . Non vedendo ritornare le bozze l ' editore scrisse quasi seccato , richiedendole corrette . Allora Cosima si decise a correggere i molti errori di stampa , e sentì la prima tortura di ricercare le doppie lettere sul frusto vocabolario che era appartenuto a suo padre e ancora aveva odore e macchie di tabacco da naso : ma le correzioni ella le fece in un modo nuovo , mai veduto , cioè non sul margine del foglio , sibbene sul corpo stesso delle parole errate ; talché ne germogliò una fioritura selvatica di sgorbi , un groviglio che terrorizzò il tipografo destinato a sbrogliarlo . L ' editore decise di non mandare le ulteriori bozze alla scrittrice , ma le richiese una fotografia da mettere sulla porta del romanzo . Di fotografie Cosima ne possedeva solo una , che era stata anch ' essa una delle prime sue disillusioni personali . S ' era voluta fotografare coi capelli sciolti , col vestito nuovo color viola di mezzo lutto e il fermaglio d ' argento al collo : ne era venuta una immagine torva , corrucciata , con gli occhi selvaggi , la bocca sdegnosa , il petto legnoso ; la prima deformazione della sua personalità spirituale , che sotto le asprezze fisiche dell ' adolescenza ella sentiva invece bella e fina . Era abbastanza vanitosa per non pensar neppure di mandare quel cupo ritratto di sé stessa ad affacciarsi all ' apertura del suo libro di sogni : ma farne un altro era un po ' difficile , ed anche dispendioso . Forza e coraggio , e sopra tutto astuzia : altri mezzi litri di olio e di vino furono sottratti al bilancio domestico : fu combinata una gita ad un orto di proprietà della famiglia , vicino alla casa del fotografo , e tutto , questa volta , riuscì bene : la testa di Cosima emergeva da un grande ventaglio di piume di struzzo nere , ch ' ella aveva con arte aperto sul suo scarno petto : emergeva come da un ' ala , che poteva anche avere un simbolo ; e gli occhi avevano il loro languore orientale , un po ' esagerato , il viso tutto dolce , sornione , un po ' per volontà di lei , un po ' per abilità del fotografo intelligente , che aveva capito a modo suo di che si trattava . Aveva capito che quell ' immagine era destinata a un amatore , a qualcuno che Cosima voleva attirare per passione , ma anche per arte : e questo primo innamorato lontano , ricco come un re e forse anche più potente , era il pubblico dei lettori , specialmente giovani , intelligenti e affini all ' anima e alle fantasie di lei . Il libro invece ebbe un successo femminile : lo lessero le fanciulle , e vi si ritrovarono , coi loro amori più libreschi che reali , coi loro convegni notturni immaginari , con le loro finte ali di struzzo che non possono volare . L ' editore mandò cento copie del volume , per tutto compenso dell ' opera : il valore non superava quello dell ' olio e del vino rubati in cantina ; e il grosso pacco piombò in casa come un bolide sconquassatore . La madre ne fu atterrita , la sera gli girò attorno con la diffidenza spaventata di un cane che vede un animale sconosciuto : per fortuna Cosima ricordò che un suo cugino in terzo grado aveva una bottega di barbiere e spacciava giornali e riviste . Era un intellettuale anche lui , a modo suo , perché mandava la corrispondenza locale al giornale del capoluogo : e la proposta di Cosima , di spacciare qualche copia del romanzo , fu da lui accolta con disinteresse assoluto . Ma per la scrittrice fu un disastro morale completo : non solo le zie inacidite , ma i ben pensanti del paese , e le donne che non sapevano leggere ma consideravano i romanzi come libri proibiti , tutti si rivoltarono contro la fanciulla : fu un rogo di malignità , di supposizioni scandalose , di profezie libertine : la voce del Battista che dalla prigione opaca della sua selvaggia castità urlava contro Erodiade era meno inesorabile . Lo stesso Andrea era scontento : non così aveva sognato la gloria della sorella : della sorella che si vedeva minacciata dal pericolo di non trovare marito . Ma a consolare l ' umiliazione sdegnosa di Cosima arrivarono le prime lettere delle sue ammiratrici , ed anche di qualche giovanissimo ammiratore , cosa che maggiormente la confortò . Uno le mandò , da Roma , - da Roma ! - una piccola poesia d ' amore , musicata , dedicata a lei . Ella aveva già un certo spirito critico per giudicare puerili e sgrammaticati i versi , - non più dei suoi , ma incoraggiò la propria vanità col credere che la musica fosse migliore ; per conto suo non conosceva una nota , e di musica aveva finora sentito quella della chitarra e della fisarmonica e quella dell ' organo della cattedrale : ma quello che più la lusingava e la cullava in una risonanza immaginaria , era il fatto che l ' omaggio veniva da un giovane , forse un ragazzo , un ragazzo che se sapeva comporre musica , oltre a poesia , doveva essere di condizione civile , di gente educata ; forse era un Antonino ancora acerbo , forse anzi in via d ' evoluzione più raffinata di quella dell ' esteta locale ; e aveva su di questi il vantaggio di essere meno indifferente , e di pensare dunque a lei , di essere all ' altra riva del solitario oceano di sogni dov ' ella viveva . Fu il suo primo amore lontano , tutto suo , poiché dell ' ignoto musicista non seppe mai l ' indirizzo , neppure il nome , - e se ne sapeva l ' età e il sesso era perché i versi li svelavano : - ed egli non scrisse , non parlò , non cantò più . Fu come un grido d ' uccello nella notte , un richiamo passeggero di usignuolo , illuso anche lui dal chiarore delle lontananze ; la serenata di un fantasma di trovatore sceso dalla foresta lunare delle pagine di un libro romantico . Questo fatto cominciò a staccarla da Antonino , tanto più che egli non diede il minimo segno di essersi accorto di quello che per lei , certo , era un avvenimento straordinario . Un filo di dispetto si intrecciò ai ricordo di lui , anzi fu come una trama che si rompe , in un tessuto prezioso , e a poco a poco tira le altre , irrimediabilmente . Poi un ' altra cosa accadde : un altro poeta si accorse di lei : e questo era vicino e accostabile : oh , anche troppo , accostabile , poiché egli faceva di tutto per esserlo . Ma , ahimè ! era un ben piccolo e triste e meschino poeta , in tutto . Era zoppo , fin dalla nascita ; non poteva studiare per mancanza di mezzi , non riusciva a trovare un posto decoroso per mancanza di studio : era il figlio illegittimo del cancelliere , quello venuto ad abitare in fondo alla strada , e , si diceva , del cancelliere stesso , che non lo riconosceva ma se lo tirava appresso , lo manteneva , gli faceva fare il copista , e gli permetteva di scrivere versi . Il cancelliere era vedovo : aveva due figlie già anziane , una tutta riccioli neri , tinti e grassi , l ' altra di un biondo di stoppia bruciata , con una guancia pelosa come quella di un gatto . Si volevano tutti bene : le ragazze sognavano un ricco matrimonio per il presunto fratello . Fortunio , si chiamava , ed esse speravano che il nome gli portasse fortuna : ed era anche bello di viso , con due grandi occhi castanei , femminei , i capelli lisci , dello stesso colore , quasi della stessa lucentezza , un non so che di carezzevole e languido in tutta la persona , anche nel modo di trascinare la gamba storta con la scarpa che pareva di ferro . Le sorelle riuscirono a fare amicizia con Cosima ; un ' amicizia un po ' sostenuta e cerimoniosa , però ; mandavano la serva a domandare quando potevano , senza disturbo , far visita , e arrivavano puntuali , coi vestiti nuovi , i cappellini che sembravano spoglie di pappagalli ; e trovavano sempre il modo di parlare di Fortunio : sì , anche Fortunio aveva pubblicato un volumetto di versi ; anche Fortunio scriveva un romanzo ; anche Fortunio riceveva e spediva tante lettere . Ne mandò una anche a lei , con la serva , e istintivamente Cosima la nascose : ma quando l ' aprì rise , un po ' delusa , poiché il collega la pregava di tradurgli in italiano una parola dialettale molto usata nella città , ma della quale egli non sapeva con precisione il significato . Ella rispose : egli scrisse ancora , ringraziando . Le loro lettere avevano le impronte oleose delle dita della serva . Poi l ' amicizia si strinse : Cosima andò con le sorelle a visitare le nuove amiche e osservò che la loro casa era povera , disordinata , quasi sudicia : e quei riccioli neri unti , quella frangia di stoppia che ricadeva fin sugli occhi bianchi della più vecchia delle zitelle , le destarono un senso di diffidenza , quasi di ripugnanza . Che si ingrandì questo senso , quando , non seppe come , le due streghe trovarono il modo di condurre le ragazze più piccole a vedere un vaso di gerani nella loggetta della casa , e nella stanzetta che serviva da pranzo e da ricevere entrò come per caso lo zoppo . Ella che s ' era piegata a guardare sul tavolo coperto da un tappeto fatto con orribili ritagli di scatole di fiammiferi , alcune di quelle immagini con paesaggi , sentì la scarpa di lui come la zampata di un cavallo che si ferma davanti ad un ostacolo : e balzò in piedi rossa e spaventata . A dire il vero anche lui arrossì e le sue labbra tremarono : ma ciò valse a far notare a Cosima che egli aveva una bella bocca , carnosa ma non sensuale , o , se mai , di una sensualità sana e attraente come quella di un frutto maturo . Per la prima volta ella ebbe la sensazione di ciò che doveva essere un bacio , la sensazione fisica ; un bacio carnale , fra due che si desiderano e sono spinti ad attaccarsi l ' uno all ' altro da una terribile forza di natura : e anche la sua bocca tremò , ma come quella di un bambino che sta per piangere e neppur lui sa perché . Fortunio fu certo , almeno in apparenza , fortunato con Cosima . Ma lo fu perché era audace e spinto , in fondo , da un misterioso senso di odio verso di lei e verso tutta la classe boriosa e orgogliosa senza motivo alla quale ella apparteneva . Ella era quasi ricca , quasi nobile , e nonostante le gravi pecche dei fratelli , considerata una ragazza di rango superiore . La sua stessa ambigua qualità di scrittrice le attirava , dopo tutto , l ' attenzione di un intero paese , e di gente più lontana ancora : e Fortunio era abbastanza intelligente per capire ch ' ella giocava una carta : poteva perdere ma poteva anche vincere . Lui sapeva benissimo , meglio di quelli del paese , che un vero artista non manca mai al suo avvenire . E in Cosima egli sentiva l ' artista ; mentre lui era diseredato in tutto , anche nelle sue velleità di intellettuale . La passione che egli cominciò a provare sul serio per lei era in parte sincera , in parte avida e interessata . Le lettere che cominciò arditamente a scriverle , facendogliele pervenire incollate nelle copertine dei libri che si scambiavano apertamente , erano belle , poetiche , sensuali ; forse le cose migliori che egli scrisse in tutta la sua , d ' altronde breve , carriera di scrittore : Cosima se le sorbiva con avidità , e le nascondeva ben bene per il terrore che venissero scoperte da Andrea : se Andrea le avesse scoperte sarebbero successi certamente dei guai . Poiché Fortunio era per lui un essere assolutamente inferiore , socialmente e fisicamente : era peggio di un servo , peggio di un suonatore ambulante , e come tale gli perdonava , anche perché nulla ancora di sospetto gli passava nella mente , le serenate che , con chitarra e relative appassionate canzoni dialettali , il giovane zoppo , con altri suoi amici , si permetteva di eseguire sotto le finestre di casa . Era un uso locale , abbastanza antico sebbene del tutto diverso da quello delle vere serenate popolari composte di cori vocali e di canzoni arcaiche , quello delle serenate diremo borghesi , combinate da studenti e giovanotti della classe non esclusivamente paesana . Canzoni semi - dotte accompagnate dalla musica della chitarra , del mandolino , anche della fisarmonica , facevano sollevare la testa dai loro guanciali quasi monastici , alle fanciulle sognanti : ma era un po ' difficile identificare a chi la voce appassionata che rompeva il silenzio notturno coi suoi richiami d ' amore , era diretta : poiché l ' amatore , per lo più ostacolato nelle sue aspirazioni amorose , per crearsi una specie di impunità non si fermava , con la sua compagnia solo sotto le finestre dell ' amata , ma sotto molte altre dove c ' erano fanciulle : così che il suo sfogo poteva passare per quello di un dilettante di serenate , di uno spirito innamorato del suo universale sogno d ' amore : o anche di un artista in esercizio di canto e di notturne melodie . Cosima non si ingannò un istante quando una notte sentì , dapprima lontana , poi sempre più vicina e quasi tempestosa e tiepida , quasi palpabile , come appunto il levarsi del vento dalle lontananze del mare e poi dalla valle , nelle notti di marzo , il vento che porta dalle terre d ' Oriente l ' annunzio della primavera , la voce di Fortunio . Bisogna dirlo , era una voce potente , calda , un po ' raffreddata come quella di un vero tenore , - e anche su questa le sorelle di Fortunio contavano , sperando di far di lui un cantante ; - ed egli sapeva scegliere , aggiustandole con anelli di sua invenzione , le poesie più adatte a penetrare come in sogno nel letto delle fanciulle , ad avvolgerle con ali d ' angelo sempre più calde , sempre più strette , fino a tramutarsi in un abbraccio umano appassionato . Cosima tenta di reagire : in fondo non è romantica e già , per tante prove crudeli , conosce la vita ; ma la monotonia dei giorni senza speranza di notevole mutamento le gravava intorno come una ingiusta condanna , - antica condanna delle donne della sua stirpe , - e lei ardeva tutta di desideri di volo , di più vasti orizzonti , di vita movimentata . Così diede ascolto alla voce lusingatrice , sebbene Fortunio le destasse diffidenza e quasi disprezzo . Un giorno , in maggio , quando le prime ebbrezze della sua avventura letteraria erano dileguate , per lasciar posto , in lei , ad uno scoraggiamento pesante , per colmo di disdetta , le arriva una lunga critica , manoscritta , della sua povera ma sincera fatica : il romanzo , la novella , persino un timido racconto per bambini pubblicato in una rivistina per ragazzi , tutto e stroncato , e non con debole malizia , ma a vigorosi colpi di accetta : tutto , con logica , con coscienza : tutto ridotto a scheggie , buone , - conclude il critico , - per accendere il fuoco del forno ove la madre di Cosima cuoce il pane . Torni , torni , la piccola grafomane , nel limite dell ' orticello paterno , a coltivare i garofani e la madreselva ; torni a fare la calza , a crescere , ad aspettare un buon marito , a prepararsi ad un avvenire sano di affetti famigliari e di maternità . Cosima piange ; di rabbia , di umiliazione : piange , ma in fondo si sente tutta scossa , ha coscienza di aver sbagliato strada , decide di ritornare davvero al chiuso esilio del suo vero destino . Strappa il foglio di condanna , e riprende i suoi lavori di ricamo , di cucina , le passeggiate con le sorelle , le gite confortevoli nelle belle campagne rallegrate dalla fastosa primavera . Ad una di queste gite presero parte anche le sorelle di Fortunio : anzi furono loro che portarono le provviste per fare una merenda sull ' erba , accanto alla sorgente dell ' acqua che scaturiva da una roccia alle falde del monte . E furono ore di schietta , innocente allegria ; e Cosima poté anche , contemplando il tramonto sulle cime opposte della valle , sopra gli oliveti sognanti , mettere da parte i tenebrosi propositi di abbandonare i suoi sogni di poesia ; la ferita si chiudeva , ed ella provava come una gioia di convalescenza , quando , a stendere un ' ombra sulla luce del suo cuore , - la sola luce ch ' ella sentiva di essere vera , limpida e dissetante come la sorgente della roccia , - apparve , sulla strada sovrastante , la figura di Fortunio . Al solito , pareva che egli fosse sopraggiunto per caso . Dall ' alto del paracarri si affacciò e parlamentò con le sorelle , che lo invitavano ad avvicinarsi , a prender parte alla merenda , con un certo diritto , poiché la roba l ' avevano portata loro : ma egli rifiutò , severo e triste , conscio , anche lui , del posto che gli spettava : affacciato al parapetto dello stradone in modo che la sua gamba storta non si vedesse , e risaltasse la bella testa con gli occhi e le vivide fresche labbra lucenti al riflesso del tramonto , guardava con tristezza lontano , e appoggiava la guancia alla mano fina , dalle unghie che parevano di alabastro rosa . A Cosima pareva una di quelle figure romantiche che le piacevano nelle vignette di qualche antica edizione di Chateaubriand , possedute da Santus ; così , un giovine sventurato , preso da una segreta passione , che si smarrisce nella solitudine di un tramonto campestre e appoggiato al riparo di un precipizio , o seduto sul tronco abbattuto di una quercia , fra tralci d ' edera e rupi coperte dal fiore del muschio , medita sulla sua triste sorte . Triste , certo , era la sorte del giovine Fortunio , e il cuore di Cosima non poteva non accoglierne l ' eco , fra le voci poetiche che le raccontavano l ' eterna poesia del dolore umano : e così , quando la comitiva prese la via del ritorno , lasciando lo sventurato poeta solo appoggiato alla roccia della sorgente , intento a sentirne anche lui il mormorio melanconico , fra le ombre già dorate del crepuscolo , ella si sbandava , a capo chino , mentre le compagne si ricorrevano nello stradone e cantavano e ridevano come figlie di contadini , al ritorno dal lavoro dei campi . Sorge la luna , fra i denti del monte , sopra i macigni che dànno l ' illusione delle rovine di un castello : il suo chiarore lilla si fonde con quello arancione dell ' orizzonte ; l ' odore della vegetazione inumidisce l ' aria tiepida ; canti lontani rispondono a quelli delle fanciulle che accompagnano e trasportano sull ' ala del loro coro la tristezza indistinta di Cosima . Che cosa vuole , Cosima ? Non lo sa bene neppure lei : vorrebbe fermarsi , non tornare nella sua casa soffocante , appoggiarsi anche lei al parapetto dello stradone , sopra la valle piena di mistero , seguire il corso della luna sul cielo sempre più chiaro e luminoso . Le compagne non badavano a lei : le sorelle , stordite dall ' allegria delle amiche , si lasciavano trascinare avanti , e lei rimaneva sola , sperduta , come dimenticata nella strada e nel mondo . Sopraggiungeva qualche carro di contadini , trainato dai buoi sonnolenti , qualche uomo a cavallo , qualche tarda donnicciuola che ritornava dall ' aver lavato i panni al torrente : le ombre si allungavano di traverso sulla strada bianca , le voci e i passi risonavano dolci nell ' aria molle e profumata . Ed ecco un passo diverso dagli altri , con qualche cosa di ambiguo , come il passo di un essere fantastico , uno gnomo , un gigante che tenta di non far rumore , o un Belfagor fatale , o un arcangelo che con un batter d ' ali può trasportarti fra le torri d ' argento e gli spalti lunari della montagna . È Fortunio : sarebbe stato più in carattere con la chitarra a tracolla , come un trovatore sceso appunto dai boschi d ' elci che circondavano gli illusorii castelli dell ' orizzonte : ad ogni buon fine aveva ancora un libro in mano : un libro che biancheggiava alla luna , con le parole magiche che aprono la porta dei sogni . Versi ; versi d ' amore . Raggiunse Cosima e le si mise a fianco , silenzioso . Ella non si stupì : tutto doveva procedere così ; e quando egli le cinse lievemente le spalle col braccio che tremava ella non protestò , non cercò di liberarsi . Tutto doveva procedere così : era una cosa ordita dalle sorelle maliziose di Fortunio , ma pareva anche un incantesimo prodotto dall ' ora , dal luogo , dalla sorte che protegge gl ' innamorati . Anche l ' ombra folta che si stendeva al margine dello stradone , in una svolta ove le rocce scendevano fino al paracarri , parve una tenda di velluto , che avvolse i due giovani poeti e permise ai loro freschi volti di formarne uno solo : il volto dell ' amore . Tutto sembrava proteggerli : il modo facile di scambiarsi le lettere , la strada in comune , la vicinanza dei loro orti . E dell ' orto di Cosima , di notte , quando si sapeva che la madre e le sorelle riposavano , la prima avvolta anche nel sonno dal suo velo di sofferenza e di preghiere , le seconde nei loro sogni ancora bianchi di innocenza , Fortunio riusciva , nonostante la sua infermità , a scavalcare il muricciuolo , e ritrovare , sinceramente ansante e appassionato , all ' ombra di un angolo protettore , la sua piccola amica che sembrava , così sbalordita e silenziosa , il fantasma di sé stessa . Ella si lasciava baciare da lui , ne sentiva il calore della persona , i fremiti e gli ànsiti di eroe incatenato , la violenza impotente con la quale egli avrebbe voluto portarsela via ; ma una fredda , quasi malvagia potenza di analisi la sosteneva in quella specie di lotta dei sensi contro sé stessa e contro l ' altro ; e ne usciva stanca , disgustata , amara di umiliazione e di rimorso . Anche di rimorso : poiché credeva , fra le altre cose , di commettere peccato : ella non avrebbe mai sposato Fortunio . Finché la vicenda non trapelò , destando una nuova ondata di scandalo fra la gente per bene del luogo . Eh ! si capiva ; Cosima sola era capace di quelle avventure , con uno storpio , un bastardo , un rinnegato dalla sorte . E un giorno Andrea disse , in pubblica piazza , che avrebbe fracassato col bastone l ' altra gamba del “ suonatore di chitarra ” ; e a Cosima somministrò una dose di schiaffi e pugni che oltre le membra le pestarono l ' anima come il sale nel mortaio . Anche questa lezione le servì per la scuola della vita ; sentì che ella davvero non rassomigliava e non doveva rassomigliare alle ragazze di “ buona famiglia ” , che commettono incoscienti ma astute i loro peccatucci d ' amore ; che Dio le aveva dato una intelligenza superiore alla comune e sopra tutto una coscienza limpida e profonda come un ' acqua nella quale si vede ogni filo di luce e di ombra , per guidarsi da sola nella strada della verità . Il castigo per il suo capriccio con Fortunio , capriccio di curiosità sentimentale , ma anche sensuale , le parve giusto ; e decise di sorvegliarsi , di vivere con una sua certa religione . Anche il pensiero per Antonino le si svelò , ad un tratto , quasi morboso . Perché perseguire una chimera inutile e , in fondo , per lei , umiliante ? Non si mise più alla finestra , per aspettare il passaggio della meteora : non andò più , con le sorelle , a far visite alle amiche ; si chiuse in un cerchio di silenzio , di rassegnazione , di lavoro . E poi la vita quotidiana incalzava , i giorni si facevano scuri e arcigni come per un inverno che doveva durare a lungo . Una notte si sentì , nella casa uno strano lamento , poi la voce di Andrea che cercava di convincere il fratello Santus a mettersi a letto e calmarsi ; ma il disgraziato si dibatteva , gridando che sotto il suo letto c ' era un uomo nero che voleva strangolarlo ; poi toccava le pareti urlando che erano piene di tarantole e di scolopendre . In un attimo la madre , la serva e le ragazze furono in piedi , circondarono i due fratelli , si avvidero che Santus , pallido , tutto preso da un tremito convulso e con gli occhi grandi , metallici , allucinati , delirava . Ma era un delirio terribile il suo ; peggiore del delirio di un moribondo o di un idrofobo : Andrea lo capiva . Un terrore mai prima conosciuto invase Cosima , come se davvero la casa fosse piena di uomini neri e abbominevoli nascosti e pronti ad ogni crudeltà , e , le pareti brulicassero di rettili velenosi . La madre credette che Santus fosse invaso dallo spirito maligno , e pensò di mandare a chiamare uno dei preti di casa per esorcizzarlo . Ma Andrea sogghignava ; riuscì a far ritornare a letto il fratello , e lo vegliò tutta la notte . Notte di angoscia indimenticabile , durante la quale Cosima conobbe un ' altra pagina del libro terribile della vita . Invece del prete venne il dottore , il quale consigliò che Santus e Andrea , il quale si offrì di sorvegliare il fratello , andassero ad abitare in una casupola che la famiglia possedeva in un orto non molto distante dalla casa . Furono riattate e ammobiliate alla meglio , le povere stanzette terrene , che di buono avevano solo alcune finestrine dalle quali si vedevano i monti lontani : e Santus vi si lasciò condurre docilmente : era buono e mite , in fondo , e il primo ad essere mortalmente triste del suo vizio , che il dottore aveva dichiarato essere null ' altro che una malattia dalla quale il paziente non può , anche con tutta la sua volontà , mai guarire , era lui . Un dolore profondo gli si leggeva negli occhi chiari : di tanto in tanto pareva sollevarsi , smetteva , e tentava di lavorare : ma poi ricadeva , come un virgulto stroncato , non ancora morto nelle radici ma irrimediabilmente inutile a se stesso e dannoso agli altri . Nella casa delle fanciulle ci fu una relativa tranquillità : ma l ' ombra del dolore la velava ; e la madre si fece ancora più silenziosa , pallida , e qualche volta inquieta , di quell ' inquietudine di uno che ha smarrito qualche cosa di prezioso . Cominciò anche a diventare un po ' strana : a volte usciva di casa furtiva , con qualche oggetto o qualche pacco nascosto sotto lo scialle : andava nella casetta dei figli ; a portar loro da mangiare e da vestirsi . Non che ad essi nulla mancasse , anzi , quando l ' altro era tranquillo , Andrea tornava a mangiare con la famiglia , ed entrambi frequentavano giornalmente la casa : ma la madre aveva paura che essi mancassero del necessario : pensava a loro come a bambini smarriti nel bosco , e andava a cercarli , e si smarriva anche lei nelle ombre di una selva pericolosa : quella della disperazione . Attiguo alla casetta dei fratelli , c ' era , anch ' esso di proprietà della famiglia , un frantoio per olive : era un lungo stanzone irregolare , scuro eppure lucido , come scavato in una montagna di schisto : nero , come unto anch ' esso , era il forte cavallo paziente che faceva girare la ruota dentro la vasca rotonda dove venivano pestate le olive : la pasta violacea di queste , versata entro sporte rotonde , la spremeva il torchio di ferro ; ma il torchio , collocato in una specie di nicchia scavata nella parete , erano gli uomini che lo manovravano , con una stanga : il mugnaio o un suo aiutante . L ' olio cadeva nero e grasso entro un grande paiuolo , e le sanse , finita di spremere la pasta , venivano buttate da una larga finestra giù nell ' orto , formando un monticello odoroso che a suo tempo veniva acquistato dallo stesso negoziante che in estate comprava le mandorle della famiglia : ed era una discreta rendita , assieme con quella dell ' olio , che i proprietari delle olive lasciavano in compenso per la manipolazione . Ma bisognava stare molto attenti , perché il mugnaio , un piccolo uomo religioso con due occhi di vero santo , che serviva da anni e anni la famiglia , e le era sinceramente affezionato , rubava a man salva , tanto ai clienti quanto ai padroni . Il luogo era sempre pieno di gente , anche perché in un angolo , tra la finestra e il torchio , ardeva sempre un grande fuoco con su un paiuolo d ' acqua bollente , dove venivano immerse e lavate le sporte : e intorno a questo fuoco si riuniva un gruppo d ' individui che , verso sera specialmente , formavano un quadro degno di Rembrandt . Erano tutti disoccupati e poveri , ma di una strana povertà dovuta più a loro stessi che alla sorte : e venivano lì a riscaldarsi , a confortarsi l ' uno col contatto dell ' altro . Capo fila era un uomo rossiccio , che era stato ricco e aveva dilapidato la sua sostanza con le donne e il vino : poi un vecchione con la barba di patriarca , anche lui decaduto , che faceva il giardiniere a tempo perso e viveva con la caccia dei gatti , dei quali si nutriva ; e altri reietti , che non sdegnavano di unirsi con i bravi contadini e i piccoli proprietari che portavano a macinare le loro olive , e lo stesso padrone del frantoio , Andrea , che capitava ogni tanto per sorvegliare il mugnaio . Santus , poi , non mancava mai , e quando appariva lui tutti si scostavano per fargli posto ; camminava anche lui nella fatale scia dei miserabili compagnoni raccolti intorno al fuoco , ma tutti ancora lo rispettavano , perché ancora la sua famiglia lo sostentava ed egli aveva un rifugio e la protezione del fratello ; anzi , sapendolo generoso , cercavano la sua amicizia per potergli spillare un po ' di quattrini ; ma egli , nonostante la torbida incoscienza in cui spesso affondava , capiva il suo stato , conosceva il cuore del prossimo , e amava solo la compagnia dei rinnegati del frantoio perché appunto si sentiva già loro compagno di fatalità . Non si creda che queste riunioni fossero melanconiche . Tutt ' altro . Quando il fuoco aveva seccato addosso i poveri vestiti , spesso bagnati dalla pioggia , di questa specie di vagabondi , e , per benignità della sorte , essi erano riusciti a bere vino , o meglio ancora acquavite , l ' allegria più infantile regnava fra loro : uno di essi arrivava a cantare pezzi d ' opera , un altro tirava fuori un pane , lo spaccava , si faceva facilmente versare sulla mollica un filo d ' olio , e lo abbrustoliva sulla brace , dividendolo poi fraternamente coi compagni . E Santus mandava a comprare un fiasco di vino , che bevevano alla salute di tutti . Salute e lunghi anni : la vita è di chi si contenta di viverla . Le giornate erano quasi sempre grigie , nel freddo mattino del tardo autunno : ma a poco a poco il cielo si schiariva e si sollevava sopra i monti che prendevano una lucentezza opaca di stagno , e sull ' alto si apriva l ' occhio , bianco prima , poi perlato del sole , come di un dormiente che dopo aver lottato con un triste sogno si sveglia ridente alla dolce realtà . Allora tutto prendeva colore ; il cielo sembrava un mare sparso d ' isolette rocciose , sui rami degli alberi le ultime foglie palpitavano come farfalle d ' oro e i monti riprendevano le loro tinte azzurre e rosee . Quando il tempo era bello capitavano nell ' orto la padrona che non sdegnava di coltivare i cavoli e i carciofi , e le “ bambine ” . Cosima aveva già venti anni ; ma a volte ne dimostrava di meno , a volte di più . Il viso bianco , corrucciato , gli occhi che sembravano selvaggi , la fronte coi capelli tirati su e stretti con la noncuranza delle donne vecchie , si aprivano e illuminavano come il cielo in quelle ambigue mattine , quando il riso schietto le sgorgava dai denti stretti con la violenza d ' un ' acqua sorgiva dalla roccia . Ora , nelle assenze di Andrea , spesso costretto a recarsi in campagna per sorvegliare chi lavorava , sapendo che di Santus il mugnaio poteva , con l ' aiuto diabolico dell ' acquavite , farne quello che voleva , ella penetrava con coraggio nel frantoio , e faceva le sue brave ispezioni . C ' era , anche nella cameruccia di Andrea , un registro dove venivano segnate le “ macinate ” delle olive ; ogni macinata sette quarti di ettolitro di olive ; compenso due litri d ' olio grezzo lasciato nel paiuolo apposito o , se il proprietario preferiva , due lire in contanti . Molti lasciavano correre il tempo , prima di pagare , e allora il conto rimaneva aperto . Ed ecco Cosima , seduta al tavolo dove c ' erano gli avanzi del pane e dei cibi dei fratelli , sfogliare l ' unto registro e segnare in fila i nomi e il numero delle macinate ; era una poesia anche quella , e il sole , che sbaragliava le ultime rocciose nuvolette e splendeva alto sui monti , dorava il foglio dove lei scriveva e lucidava i suoi capelli severi . Così ella veniva a contatto col popolo , col vero popolo , laborioso e mite , che se pure poteva , come il mugnaio , mettere le grinfie sulla piccola roba del prossimo , lo faceva con parsimonia e poi andava a confessarsene . Magari anche la confessione era un po ' fraudolenta , come quella del famoso contadino che tentò d ' ingannare il confessore dicendogli di aver rubato una corda , e alle insistenti inquisizioni dell ' uomo di Dio , finì col dire che alla corda c ' era attaccato un bue : ad ogni modo tutta gente buona : donnine rispettose e sornione , uomini che dovevano combattere con la terra ingrata e solitaria e i venti e gli uccelli e le volpi per strappare il grano e il vino , dei quali si nutrivano come il sacerdote nella Messa . Cosima li osservava , li studiava , ne imparava il linguaggio , le superstizioni , le maledizioni e le preghiere : e dal suo posto di osservazione vedeva anche il quadro e le figure del frantoio : sentiva le storielle che vi si raccontavano , le canzoni dell ' ubriaco , e se le doleva il cuore o piegava la testa umiliata nel vedere Santus , il fratello nato per grandi destini , intagliare carrettini di ferula per i bambini del mugnaio , o spolpare le ossa di un arrosto di gatto con gli altri compagnoni , pensava che solo la pietà può sollevare l ' anima piegata dal male degli altri , e portarla sulle sue ali fino alle altissime soglie di un mondo ove un giorno tutti saremo eguali nella gioia di Dio . Fra un segno e l ' altro del registro i clienti del frantoio le raccontavano i loro guai , i loro drammi : qualcuno la pregava di scrivergli una lettera o una supplica : così le venne lo spunto per un nuovo romanzo ; attinto dal vero : attinto come la pasta nera delle olive dalla vasca del frantoio , che si mutava in olio , in balsamo , in luce : e mise un titolo grigio , che sotto però nascondeva anch ' esso il seme del fuoco : lo intitolò Rami caduti . Questa volta la fortuna le arrise compiuta . Ella tentò presso un editore di una certa notorietà , che non solo accettò e pubblicò il romanzo , ma lo fece accompagnare dalla prefazione di uno scrittore illustre : ed ecco d ' un tratto la figura di Cosima balzò sull ' orizzonte letterario , circonfusa d ' un ' aureola quasi di mistero . Mistero creato dalla lontananza di lei e della sua terra , dalle vaghe notizie sulla sua vita quasi selvatica , ma sopra tutto dalla forza ingenua e nello stesso tempo vigorosa del suo racconto , dalla sua prosa scorretta e primitiva eppure efficace , e dall ' evidenza dei suoi personaggi . D ' un colpo ella diventa celebre : giornali e riviste le domandano novelle : e l ' editore manda denari . Non molti , ma tanti quanti a lei bastano per non frodare più la cantina , e comprarsi un bel vestito di setina nera a puntini d ' oro e un boa di piume di struzzo nere e bianche che ha del serpente e dell ' uccello . Quando apparve , con le sorelle alle quali aveva regalato per confortarle eleganti sciarpe di velo , alla Messa celebrata dal Vescovo , in una brillante mattina di autunno , una schiera di giovanotti , i più intellettuali e spregiudicati del luogo , che andavano in chiesa solo per sbirciare le donne , si allineò fra una navata e l ' altra della bella Cattedrale , e i loro occhi la serrarono in un nutrito fuoco di fila . Anche le donne la guardavano , alle spalle , affascinate , più che altro , dal suo vestito e dal suo boa dai colori di notte stellata , piegata sul suo libro di preghiere . Ella volava : le pareva di essere una rondine ; sentiva voglia di piangere ; era un rigurgito di gioia , di trionfo , ma anche di dolore profondo ; e se sollevava gli occhi umidi e vedeva i finestroni alti sotto la volta della chiesa , azzurri di miraggi quasi marini , pensava allo sfondo della finestra del frantoio e alle povere donne unte di olio nuovo che le raccontavano le loro pene . Allora una lieve vertigine le saliva dalle radici dell ' anima , come quando bambina l ' immagine della nonna le rimescolava nel subcosciente un mondo atavico avventuroso e fiabesco . La cerimonia e la musica accrescevano l ' incanto . Il Vescovo era alto , aristocratico ; ricordava i prelati pittoreschi dei grandi romanzi francesi dell ' Ottocento ; solo la sua voce era un po ' aspra , ma si sperdeva , col fumo dell ' incenso , nel rombare nostalgico dell ' organo , che suonava il coro del Nabucco : “ Va pensiero su l ' ali dorate ” … E tutto , luce , suoni , colori , accresceva la luminosa illusione di Cosima , che si vedeva trasportata in un mondo fantastico . Fu proprio da quei tempo che la sua vita prese un ritmo fiabesco . I giornali parlavano di lei . Arrivò persino , fino alla casa di lei , da una città lontana , un alto , grasso , biondo giornalista , la cui presenza mise in subbuglio tutto il vicinato . In Cosima quella visita suscitò il più alto orgoglio e la più cocente umiliazione . Umiliazione di doverlo ricevere in quella stanza terrena quasi povera , dove nella vecchia libreria si vedevano ancora le carte d ' affari del padre morto ; però , le sorelle avevano steso un ' antica tovaglietta di pizzo sul tavolino dove fu servito il caffè : ella aveva indossato il suo vestito di seta stellata , ma non sapeva che dire , mentre l ' uomo biondo la scrutava coi piccoli occhi verdognoli che , a guardarli di sfuggita , quasi con spavento , a lei ricordavano quelli dei gatti selvatici in agguato contro gli uccellini di primo volo . Egli però fu gentile , e nel suo giornale scrisse che la scrittrice “ pallida , piccola , nervosa , ( nervosa ? non sapeva che cosa questa parola significasse : tuttavia la lusingò ) questa fragile creatura che , senza mai essere uscita dal suo quieto nido , conosce tuttavia , in modo che fa quasi sbalordire , i misteri del cuore umano ” eccetera . ( Oh , grande uomo biondo che vivi nella metropoli , a contatto col mondo più tumultuoso , tu non saprai mai per tua esperienza quello che Cosima conosce attraverso la propria ) . L ' intervista fu commentata , riprodotta , colorita . Il libro di Cosima si vendeva ; altri articoli lo resero quasi di moda . Ella , al solito , nonostante appunto le sue esperienze e i suoi saggi propositi , ricominciò a fantasticare : perché non avrebbe potuto sposare il biondo gigante ? : l ' avrebbe portata nel turbine della vita . Gli scrisse per ringraziarlo ; egli rispose : la chiamava “ piccola grande amica ” parve farle la corte : tanto che un giorno Andrea intercettò una lettera , ma ne fu contento . Ecco uno che finalmente andava bene per la sorellina . E lei passeggiava intorno all ' orticello , come un ' aquiletta catturata , pronta a spiccare il lungo volo appena avesse potuto . L ' orticello era tutto in fiore : rose paesane , gigli e garofani vi spandevano un profumo di altare quando si celebra il mese di Maria . Anche per lei era arrivato il mese della sua gloria . Scrisse finalmente anche quel superbone di Antonino , che continuava a studiare per poter vivere in città : faceva i complimenti e gli auguri a Cosima , e le domandava anche notizie di Santus . Ella non rispose , ma conservò il biglietto di lui fra i ricordi che la seguirono nelle strade della vita . Adesso pensava all ' altro , al grande biondo dagli occhi tigreschi : e dopo una lunga ambigua corrispondenza , egli un giorno le mandò , una lettera strana , dove , fra le altre cose spiacevoli , le diceva che ella gli era sembrata quasi una nana . Pertanto le esperienze di Cosima continuavano . Vi furono giorni di nuovo fulgore . Arrivarono contemporaneamente due lettere : e una veniva di molto lontano , dal castello di un principe tedesco , col sigillo d ' argento e su impressa appunto una corona di principe . Forse era il suo segretario , che aveva letto il romanzo di Cosima e le scriveva ancora turbato , dicendole chiaramente , in ultimo “ fi amo , signorina , fi amo ” . Lo credette il segretario , poiché il nome era comune , e Cosima era corazzata di inguaribile diffidenza : ma perché non poteva esser lui , il principe ? Ella rispose , ringraziando ; ma poi , immaginandoselo anche lui biondo e alto e con gli occhi felini come il crudele giornalista , e per di più principe o granduca , non mandò la lettera . All ' altra invece rispose . Ed era anche questa di un principe di diversa specie ; era di un giovine di ventidue anni , che doveva essere molto ricco perché le scriveva che stava per partire , con mezzi suoi , per una spedizione nell ' America ancora inesplorata ; e le chiedeva il permesso di mettere il suo nome alla regione che egli avrebbe attraversata per il primo : e le dava l ' indirizzo della estrema città dell ' America del Sud ove si sarebbe fermato per formare la carovana . Ah , sì , Cosima adesso risponde , con lettera raccomandata , e non si proibisce di abbandonarsi con la fantasia , come un angelo viaggiante , al seguito dell ' avventuroso suo cavaliere . Le pare di vivere al tempo delle Crociate : egli va , col nome di lei nel cuore , a combattere contro i pagani , i pellirosse , i serpenti , le foreste vergini , le erbe che uccidono . Furono i giorni più belli della vita di Cosima , più belli ancora di quelli passati sul Monte , a respirare l ' aria che respirava Antonino . Era il sogno vivo , adesso , l ' avventura epica , alla quale ella prendeva parte cavalcando sulle nuvole rosse dell ' orizzonte , sui glauchi mari delle sere di luna . Tutto le sembrava grande e luminoso . Nella casa di faccia alla sua , essendo morto il nero canonico medioevale e sposata a un vecchio cugino la nipote , era venuto ad abitare un ricco attempato , ma ancora sanguigno e forte negoziante di scorze d ' albero e di sugheri . Era anche un cacciatore famoso e ogni tanto radunava gli amici per una partita di caccia grossa . Scalpitavano i cavalli , nella strada stupita da tanta animazione quasi guerresca , e i cavalieri , armati di tutto punto , alcuni smilzi e dritti in sella , altri , già anziani , barbuti , grassi e un po ' cascanti , ma col viso duro e deciso come di vetusti razziatori abituati a far preda , aspettavano che il gruppo fosse al completo , mentre i cani s ' incontravano e facevano , fra le zampe dei cavalli , una schermaglia rintronante di guaiti e latrati ; e appena usciva dal portone spalancato il cacciatore rosso dalle coscie possenti e dagli occhi verdi brillanti di gioia beffarda e feroce , sul suo balzano quasi ancora indomito , la comitiva si slanciava al galoppo inondando la strada come un ' orda diretta alla conquista di un luogo nemico : i passi dei cavalli risonavano a lungo , anche quando la strada ritornava deserta , e pareva uno scalpitio di treno che s ' allontanava : Cosima , alla finestra , mentre ritirava , dopo averlo sgrullato , il piccolo soppedaneo del suo lettuccio , s ' incontrava a seguire nell ' aria l ' eco della cavalcata : e pensava al suo esploratore , alla caccia dei selvaggi ; e si sentiva anche lei in corpo una smania di amazzone , un ardore di eroina da avventure audaci ; ma poi le toccava rifare i letti e pulire le camere , e , per risalire a galla da questo stagno di realtà , aspettare almeno il passaggio del portalettere . Era un uomo rude , il portalettere , anche lui rosso di pelo e di pelle ; e quando passava , con le sue grosse scarpe , battendo alle porte dei cittadini e gridando forte : “ posta , posta ” , tutti gli echi intorno si risvegliavano , persino i cani abbaiavano , l ' aria prendeva un colore di inquietudine . Per Cosima rappresentava un personaggio quasi mitologico , apportatore di bene e di male , e quando ne sentiva la voce di lontano tremava come se il destino fosse in cammino verso di lei . Era stato lui , in fatti , a portarle le lettere di gloria e di amore , di umiliazione e di speranza , e il vaglia , e i giornali col suo nome scritto come su lapidi che le parevano eterne . Adesso ella aspettava notizie da un mondo misterioso , lontano , quasi di là dai confini del mondo reale : lettere dell ' esploratore , che a quel suo mondo nuovo voleva mettere il nome di lei . Ma il portalettere passava con la borsa , che faceva un rumorino speciale , sulla cinghia di cuoio , come quello dei carnieri dei cacciatori , e picchiava con violenza il battente della porta del negoziante di scorze , traendo dalla borsa un pacco di lettere e di giornali . E a lei nulla : e la voce aspra dell ' uomo della sorte che si andava affievolendo le pareva si burlasse crudelmente di lei . Così passò la bella stagione : ella non si curava più neppure di Antonino . Di nessuno si curava , tranne che delle sue scritture , illuminate dalla luce di quel sogno che era il più bello dei romanzi che ella avrebbe mai potuto scrivere . In ottobre ci fu , come al solito , la vendemmia . No , non come al solito , poiché la madre , d ' accordo con Andrea , aveva fatto costruire una piccola casa di pietra nella vigna , sotto un pino che vigilava solitario la grande distesa quasi tutta selvaggia come una landa , e dichiarò che la voleva abitare per qualche settimana . Solo la vigna rallegrava coi suoi quadrati verdi e gialli , con qualche filare di grandi fichi bassi , la dolce triste solitudine del luogo : i monti lontani innalzavano una muraglia azzurra intorno all ' orizzonte . Un colono del Continente coltivava , fin dal tempo in cui era vivo il padre di Cosima , la vigna da lui piantata , e un grande orto che godeva di un rivolo d ' acqua raccolto in una vasca ampia come un laghetto , circondata di giunchi , canne e salici selvaggi . Il luogo era bello : una specie di oasi nella desolazione della pianura incolta e pietrosa , saettata , nell ' estate , da un sole implacabile . Ed ecco , adesso , la casetta di pietra lo rendeva più pittoresco ed ospitale : erano appena due stanze , addossate ad un ' altra , piccola , che fino a quel tempo era stata l ' abitazione del solitario colono , il quale non si moveva mai dal posto , rifornito ogni tanto di pane e altri viveri da Andrea , che di ritorno portava a casa i prodotti dell ' orto . Erano per lo più patate , legumi , verze , zucche e insalate , e qualche volta anche poponi e cocomeri . E nella stagione l ' uva , quasi tutta da vino , quel vino leggero ma saporoso che aveva aiutato Cosima a comprar francobolli e spedir manoscritti . Fu dunque mandato un carro di mobili , come si usava per andare al Monte : e Cosima si offrì ad accompagnare la madre , mentre le sorelle , che non volevano neanche sentir parlare di un luogo sperduto come quello , sarebbero rimaste a casa sotto la sorveglianza della serva fedele . Il servo che accompagnava il carro sarebbe rimasto nella vigna , e anche Andrea vi avrebbe passato la notte per maggior sicurezza delle donne . Ma il luogo era tranquillo ; non si era mai sentito parlare di vicende spiacevoli : l ' aperta e nuda pianura non permetteva neppure il passaggio di malviventi , tanto che il colono non aveva un arma , un cane . Ad ogni modo una pattuglia dl carabinieri a cavallo adibita alla sicurezza stradale , percorreva ogni giorno lo stradone comunale che attraversava quella specie di altipiano selvaggio . Cosima e la madre s ' incamminarono , a piedi , lungo lo stradone , dopo aver oltrepassato le ultime case del paese . La giornata era limpida , tiepida : un acquazzone aveva rinfrescato i campi , e gli stessi cespugli e le erbe già inariditi della distesa intorno alla vigna avevano ripreso il verde : le ginestre fiorivano ancora , ancora qualche sambuco nano , dove il terreno era umido , apriva le sue ombrella d ' argento filigranato . Il pino , sopra la casetta che ancora odorava di calce , vibrava tutto di canti d ' uccelli : ce n ' erano di ogni specie , sopra tutto di passeracei , poiché era l ' unico rifugio del luogo , e il loro chiassoso concerto strideva anche di voci di battaglia : tutti però , d ' accordo nello scavare i fichi nella vigna e a piluccare l ' uva , nonostante gli spauracchi drizzati qua e là dall ' ingegnoso colono . Del resto anche lui aveva l ' aspetto di uno spaventapasseri , alto , scarno , dinoccolato , con gli enormi piedi scalzi nodosi , i calzoni logori di fustagno rimboccati sulle caviglie rosse , e altrettanto le maniche sulle braccia che , se egli stringeva i grossi pugni , sembravano clave . Tutto il suo aspetto tra , più che di contadino , di vecchio marinaio , di “ lupo di mare ” , per il viso arso , di terracotta , i capelli irsuti di colore del sale , e come scarmigliati dal vento : ma specialmente per gli occhi piccoli , stretti , dei quali si vedeva quasi solo la pupilla verdognola . Quando arrivarono le padrone egli aiutava il servo a scaricare la roba dal carro , e non rispondeva alle domande e agli scherzi dell ' altro : pareva sordo , anzi anche muto , perché salutò solo con un cenno del capo , e non aprì la lunga bocca rientrante , quasi invisibile . In cambio parlava molto il servo , un giovinotto bruno tutto occhi e denti , che ogni tanto si aggiustava la cintura e rideva per nulla : la sua presenza metteva allegria , e quasi egli piaceva alla signorina : lo trovava per lo meno della sua razza , uno schietto contadino , figlio della stessa terra , mentre il colono , - già per il nome stesso , che gli era stato consacrato dal vecchio padrone , - rappresentava uno straniero , un lavoratore di terre lontane , d ' origine ignota se non quasi misteriosa . Infatti nessuno aveva mai saputo la sua provenienza , anche perché nessuno , dopo il tempo in cui , finita la sorveglianza della polizia , era stato assunto in servizio dal signor Antonio e confinato lì nella vigna solitaria , nessuno se ne era più curato : neppure Andrea , che come il corvo ad Elia , gli portava il pane . E infatti l ' uomo si chiamava Elia . Dopo che ebbero messo a posto , nelle due stanzette , i lettucci , due tavolini , alcune sedie , un attaccapanni e qualche arnese di cucina , i due uomini se ne andarono a lavorare , a togliere i pampini superflui alle viti , perché l ' uva finisse di maturare ; il giovine servo si mise a cantare , e la sua voce sonora ma monodica si sperdeva come nella vastità di una chiesa deserta . Allora Cosima , come già aveva fatto sul Monte , cominciò a riordinare e abbellire quella che , per far sorridere la madre , chiamava la villa . La madre non sorrideva : come sempre era taciturna e chiusa in una tutta sua segreta preoccupazione : ma gli occhi le si erano un po ' illuminati , e il da fare che si diede , per preparare un po ' di cibo nel camino della prima stanzetta , adibita a cucina , sala da pranzo e da ricevere , la distrasse . Si sarebbe potuto usufruire , per gli usi più comuni , della cameretta del colono , dove c ' era un vecchio e grande camino che tirava molto bene ; ma la padrona intendeva rispettare gli antichi privilegi del dipendente , che con la sua sola opera si era costruito quel rifugio da quando aveva assunto servizio nella vigna , e vi teneva i suoi stracci e il suo giaciglio . Cosima d ' altronde ci sentiva odore di selvatico e non le sarebbe piaciuto neppure di guardare dentro se il vecchio non avesse attirato la sua curiosa attenzione , interessata , di osservatrice di tipi fuori del comune , con la nebulosità del suo passato e la sagoma della sua figura . Egli avrebbe forse potuto , ad esplorarlo , a farlo diventare docile e confidente , raccontarle qualche cosa d ' interessante , con un colore diverso dal locale , qualche cosa da mettersi sulla carta e trasformarlo in materia d ' arte . Appena dunque l ' abitazione fu in ordine , ella andò nella vigna , dove i due uomini lavoravano , e diede ascolto ai discorsi del servo paesano , poiché l ' altro conservava il suo assoluto e impassibile mutismo . - Speriamo , - diceva il giovinotto , - che la vostra mutria si cambi in buon umore fra una settimana , quando verranno le ragazze a vendemmiare . Verranno due mie cugine : ma quelle dovete contentarvi di guardarle da lontano e di non toccarle neppure con una canna : le altre , che la padrona sceglierà di suo gusto , ve le lascio liberamente , vecchio cinghiale . Il vecchio cinghiale pareva non lo sentisse neppure : solo , all ' accenno di una donna , una vedova già anziana , che un tempo si diceva avesse avuto relazioni con l ' esiliato , i suoi occhi si allargarono un poco , ed egli scosse il mazzo di foglie di viti che teneva in mano : ma non aprì bocca , non si volse a guardare Cosima che era arrivata in mezzo al filare e lo osservava silenziosa . Né più fruttuosi furono gli altri approcci durante quella prima giornata , sebbene ai due uomini fosse servito un pasto certo per loro insolito , preparato dalla padrona , e anche lei tentasse di attaccare discorso col vecchio taciturno . Egli rispondeva sì e no alle domande di lei , riguardanti l ' orto e la vigna ; nel vederla si alzava e si piegava con segni di un rispetto quasi esagerato : null ' altro . - È un idiota , - disse il servo , quando l ' altro non poteva sentirlo . - Ma è anche malizioso , e la sa lunga . E raccontò della vedova , che un tempo veniva a trovarlo nella vigna , e accennò al lontano passato di lui . Pare che avesse tentato di derubare un suo ricchissimo parente , nelle cui terre lavorava : sebbene il parente avesse rimesso la querela , Elia era stato condannato . Poi la voce cambiava ; il parente diventava un banchiere , o addirittura una banca , che era stata svaligiata da un gruppo di ladri , dopo narcotizzato il custode , e fra i manigoldi era Elia . Disse la padrona : - Se fosse stato così , il mio povero marito non l ' avrebbe assunto al suo servizio . - Oh , il signor Antonio era buono : era un santo , di quelli che non ne nascono più , - disse il servo . Nel pomeriggio arrivò , a cavallo , Andrea . Fra le altre cose portava un giornale e una lettera per Cosima . Una lettera ! Ella la prese , come faceva sempre , trepidando : le pareva , ogni volta , di afferrare un uccello a volo , l ' uccello favoloso della fortuna e della felicità . Ma questa era una semplice lettera d ' invito a mandare i suoi libri a un giornaletto , che prometteva di parlarne ai suoi lettori . Ed ella la lasciò andare , come appunto si lascia andare un uccellino che non serve a niente . Ad ogni modo la giornata finì bene : il tramonto arrossava la vigna , la vasca e i salici scintillavano ; le distese della pianura avevano la calma e melanconica poesia della steppa , come Cosima l ' aveva intraveduta in qualche racconto russo : ma il punto centrale del paesaggio , il più bello , era il pino solitario entro il quale vibravano le fiamme del sole che pareva vi si annidasse come un grande uccello di porpora . E Cosima se ne andò per un sentiero della brughiera dove avrebbe potuto camminare finché voleva , poiché non c ' era pericolo di sperdersi , e dalla vigna potevano sorvegliarla con un solo sguardo . Le erbe sembravano colore di rosa , ogni seme , ogni fiorellino , ogni bacca , aveva come un occhio d ' oro che rispondeva al suo sguardo : e i monti lontani , color d ' acquamarina , svaporavano nel cielo arancione e verde e rosso che a poco a poco trascolorava e cambiava tinta . Una coccinella salì , da un cespuglio , sulla veste di Cosima , come su un cespuglio più alto : andò su , su , tranquilla , fino al braccio di lei , fino alla sua mano . Era un essere meraviglioso e quasi terribile : sul piccolo dorso piatto , d ' un rosso scuro di lacca , era disegnato in nero un viso umano perfetto , con gli occhi , il naso , la bocca , tutti un po ' obliqui come nelle maschere giapponesi : parve a Cosima che quegli occhi la guardassero , con la stessa meraviglia misteriosa con cui lei li guardava . Arrivata all ' estremità del dito medio , sull ' unghia rosea di tramonto , la coccinella aprì due piccole ali iridate e volò via . Cosima avrebbe voluto imitarla , ma i suoi piedi erano legati alla terra , ed ella avrebbe dovuto camminare fino all ' estremità del mondo per potersi slanciare così . Quando il sole sparì , uno stupore quasi infantile parve incantare ogni cosa : il cielo si fece trasparente come l ' acqua , e la stella che apparve sull ' orizzonte vi tremolò come appunto riflessa dal mare . Mai Cosima , neppure sul limite dei boschi e delle roccie del Monte , davanti ai sontuosi tramonti visti dall ' alto , aveva provato una malia simile a questa che l ' avvolgeva in mezzo alla terra incolta , guardata solo da Dio . Invece di sentirsi piccola , e poiché era impotente a volare , le parve di essere alta , alta fino a toccare con la fronte la stella della sera : eppure in quel momento dimenticava tutte le sue ambizioni , i suoi vani sogni , la sua attesa di avvenimenti straordinari . La vita era bella così , anche fra gli umili steli nati da sé , fra le cose create da Dio per la gioia del cuore che è vicino a lui come il cuore del bambino e quello della madre : ed ella ne ebbe quasi la prima rivelazione , e si sentì uno scalino ancora più in alto , nella scala di Giacobbe che doveva essere la sua vita . Così , per nulla : solo perché vedeva la stella della sera brillare sopra i monti non meno e non più meravigliosa della coccinella , e le erbe selvatiche odoravano al suo passaggio . Decise di non aspettare più nulla che le arrivasse dall ' esterno , dal mondo agitato degli uomini ; ma tutto da sé stessa , dal mistero della sua vita interiore . Così , ebbe fine l ' attesa delle notizie dell ' esploratore : e anche lui , del resto , non scrisse più Eppure un fatto che aveva dell ' inverosimile , le avvenne : un fatto che superò tutte le altre vicende accadute fino a quel tempo , che a lei parevano , ma forse non erano , straordinarie . Erano passati tre giorni da che si trovavano nella vigna , tutti e tre eguali , limpidi , sereni . Ella s ' era rimessa a scrivere , sul tavolinetto della camera da letto , davanti alla piccola finestra nel cui vano ronzavano le vespe senza però venire dentro . Inutile , fino a quel momento , intervistare Elia : pareva un uomo meccanico , Elia : si piegava , si sollevava , lavorando , senza muovere un muscolo del viso . E lingua in bocca , - come diceva il servo che chiacchierava per tutti e due , ma per dir frasi , proverbi , canzonette e scempiaggini che non interessavano Cosima . Solo le mani di Elia avevano , a osservarle quando egli non se ne accorgeva , una strana sensibilità : mani scure e nodose , con le falangi coperte di peli , ma piccole , per un uomo così alto e lavoratore , a volte adunche come artigli , a volte aperte e quasi molli , come snodate . Con quelle mani egli era capace ancora di fare qualsiasi lavoro che gli venisse richiesto o che gli fosse necessario . Infatti si cuciva da sé le vesti , lavava , si faceva le scarpe , gli occhiali , gli arnesi di lavoro , preparava la conserva dei pomidori e seccava i fichi , fabbricava , con una certa creta da lui scovata fra i giunchi , vasi e pentole : e lavorava anche da stagnaio e da falegname . La sua stanzetta sembrava un museo archeologico , con una raccolta persino di pietre cercate nella brughiera , che sembravano tartarughe , conchiglie , ossa fossilizzate . E stava zitto , rispondendo solo sì e no alle domande della padrona , che anche lei , del resto , cavava fuori le parole con diffidenza sospettosa , come gemme da uno scrigno . Or dunque , quale non fu la meraviglia di Cosima , quando la sera del terzo giorno , ritornando dalla solita passeggiata , sentì che i due taciturni parlavano fra di loro . Stavano nella prima delle stanzette e la madre cucinava qualche cosa nel camino . La porta era aperta , ed essi non si accorsero della presenza di Cosima , che , ferma fuori , ascoltava . Del resto il discorso era semplice : ma il suo tono amichevole , nella voce di quei due , un po ' lamentoso nella padrona , confortante in quella del servo , sorprese la fanciulla . La madre non le aveva mai parlato in quel modo : e d ' altronde era proprio di lei che si lagnava . Diceva : - Andrea tarda , stasera : speriamo non sia accaduto nulla , laggiù : ho sempre paura . E anche quella stordita che se ne va in giro come una capra . - Non abbia timore , - rispose l ' uomo , con una voce fra roca e dolce , ma anche quasi canora , che la padroncina non gli conosceva ; - c ' è Ippolito che è andato a raccogliere sterpi per il fuoco , e la sorveglia . Poi non si è quasi mai sentito niente , in questi posti . Chi vuole che veda la signorina ? E poi è tanto savia , quella : non c ' è pericolo che abbia dato appuntamento all ' innamorato . - Non si sa mai , insisteva la madre : e Cosima pensò in sua coscienza che realmente , su questo punto , si potevano elevare dubbi . - Le ragazze sono tutte stordite : quella , poi , ha certe idee in testa . Tutte quelle scritture , quei cattivi libri , quelle lettere che riceve . E non è venuto anche , a trovarla , un omaccione rosso come la volpe ? e da lontano , è venuto , e poi ha scritto di lei sui giornali ? La gente mormora . Cosima non troverà mai da sposarsi cristianamente : e anche le sorelle ne risentiranno , perché in famiglia tutto sta a sposar bene la primogenita . È vero che … - giunse con ancora più lamentosa , - ci sono anche i fratelli , che non ci fanno troppo da sostegno : oh , tu lo sai bene , Elia . Egli lo sapeva : eppure aveva una fede cieca , un attaccamento appassionato per il signorino Andrea : ed anche la sua voce tremolò quasi di pianto quando ne parlò . - No , padrona , non si lamenti troppo del signorino Andrea . È buono , posso dire , quasi quanto lo era il signor Antonio : solo , è troppo generoso ; è troppo amico di cattivi amici . Ma del resto bada alla roba , e ama le sorelle in modo particolare . - Bada alla roba ? Sì , ma per pigliarsi lui quasi tutta la rendita : e gioca , e va con le male donne . Questa la chiami bontà ? Lo chiami amore per la famiglia ? Andrea ci lascia appena il tanto per pagare i servi e le tasse . Io non dormo , un giorno o l ' altro l ' esattore verrà in casa a sequestrare : lo vedo in sogno , ne ho paura come del demonio . Oh , oh : Elia ; e tutto questo perché i miei figlioli hanno abbandonato le vie del Signore . - Lei esagera , padrona : ci sono figli peggiori : tutte le famiglie hanno la loro croce . Il signorino Andrea , dopo tutto , bada alla roba e la fa fruttare : è , dirò così , come un fattore , che si piglia la porzione maggiore . Ma poi metterà giudizio . - No , Elia , non lo spero . D ' altronde , che si fa ? Siamo povere donne sole , con quel castigo terribile di Santus : e bisogna pure appoggiarsi ad Andrea . Tante volte penso di dividere il patrimonio : a ciascun figlio il suo : ma sarebbe peggio , poiché il disgraziato Santus in pochi mesi cadrebbe nella miseria , e anche il tuo signorino Andrea si giocherebbe la sua parte . Non c ' è via di uscita : bisogna soffrire . E poi io voglio bene ai miei figli : troppo bene gli voglio ; più sono disgraziati più li amo e li compatisco . Ma quella Cosima ! È quella che più mi dà pensiero . - E invece sarà quella che più le darà consolazioni : vedrà . Ma la madre , mentre rimuginava nella padella le patate che lentamente si arrossavano e spandevano un buon odore , continuava a sospirare . - Non è questo , Elia , io non ho bisogno di consolazione : la mia strada è finita , e nulla esiste più per me tranne il bene dei miei figli . Ma essi non seguono la via giusta , quella che abbiamo percorsa io e il padre loro , benedetto sia . Sarà mia la colpa : sono una donna senza forza e senza volontà ; ma loro dovrebbero capirlo . E se parlo così con te , questa sera , Elia , è perché so che tu solo puoi compatirmi . - Oh , padrona ! - egli esclamò : e una commozione sincera , piena di sorpresa e di gratitudine , gli vibrava nella voce : probabilmente nessuno , da molto tempo , gli aveva parlato così . E intese forse quello che la padrona voleva dirgli , che anche lui aveva peccato e sofferto , ma era rientrato nella giusta via , perché aggiunse : - Le strade del Signore sono tante , ed Egli aiuta sempre i buoni cristiani . - Tu , dunque , credi in Dio ? Io , vedi , a volte , non ci credo più . - Non so : anche io non vado a messa da venti anni . Non so : non so : ma so che ad essere buoni e pazienti ci si guadagna sempre . E , dunque , padrona , coraggio . Tacquero un momento : si sentiva il friggere sommesso della padella sulla fiamma : un odore di gente umile ma rassegnata usciva da quella stanzetta solitaria . Il pino vibrava ancora di fruscii , di pigolii , di vaghi lamenti , e dallo stradone arrivava il rumore di un passo di cavallo : Andrea . Cosima sentiva voglia di appoggiarsi al muro e piangere : in quel momento avrebbe rinunziato a tutti i suoi sogni , pur di consolare la madre : pensò che bisognava almeno darle il conforto della speranza di un buon matrimonio , fra lei e un qualche bravo giovane del luogo , e passò in rassegna tutti i proprietari , i professionisti , gli impiegati di sua conoscenza . Ma essi erano tutti imbevuti del pregiudizio che ella non potesse , con quella sua passione dei libri , diventare una buona moglie : né , d ' altronde , ella voleva più umiliarsi con nessuno . E fu in quel momento che le venne l ' idea di muoversi , di uscire dal ristretto ambiente della piccola città , e andare in cerca di fortuna . Per dare consolazione alla madre . Intanto continuava a scrivere , davanti alla piccola finestra ronzante di vespe . Ma era un po ' disorientata , per le parole della madre e perché non trovava un vivo argomento ai suoi nuovi racconti . La vita le sembrava piatta , incolore , sebbene invece dentro di lei sentisse muoversi un dramma di incertezze , di scrupoli , di melanconia . Le pareva di esser già vecchia , piena di esperienza e col fiore della speranza già appassito fra le dita . Pensava fosse effetto della solitudine , della povertà del luogo e della sua stessa vita : e disperava di poter ritrovare una occasione di guardare la vita altrui , ricca di dolori , di miserie , di esaltazioni e di umanità umile e grande nello stesso tempo , come nel cerchio nero del molino di olive . Non contava più in Elia , e neppure nel movimento della vicina vendemmia , della quale aveva già conosciuto i colori d ' idillio , e li aveva anche già riversati in qualche sua novella . Invece un piccolo accidente accadde , mentre le donne venute apposta per la faccenda , spinte e pizzicate da Ippolito , coglievano l ' uva deponendola in cestini a doppia ansa , che poi trasportavano in due , dondolandoli come culle , versandone i grappoli in un carro apposito , foderato di stuoie , che appena colmo veniva portato in città per la manipolazione del vino . Una di queste donne aveva portato un bambino , che per un po ' s ' era trastullato tra i filari delle viti , poi , scomparso , s ' era ad un tratto sentito piangere e gridare . Tutti si slanciarono a cercarlo , con urli di richiamo e di spavento : solo Elia non aprì bocca , ma andò dritto alla vasca e vi si gettò , vestito , traendo il bambino che scosse e fece sgocciolare come uno straccio bagnato . Fu solo un po ' di paura : ma alla sera il vecchio ebbe qualche brivido di febbre , e si fece più rigido del solito . All ' alba però già era all ' opera nella vigna : finita la vendemmia le donne se ne andarono , ed anche la padrona dichiarò che voleva tornare a casa per presiedere alla pigiatura dell ' uva : senonché Elia s ' era d ' improvviso buttato giù sul suo giaciglio e pareva un cadavere . Non si poteva abbandonarlo così ; anzi si pensò di far venire un dottore , e se il servo si aggravava di portarlo in paese . Queste premure parvero scuoterlo e ravvivarlo . Cosima gli offrì una tazza di caffè , gli aggiustò il giaciglio , rimise in ordine la stanzetta . E ogni tanto lo guardava con occhi pietosi , senza dimostrare ripugnanza per quel lungo corpo ricoperto di stracci maleodoranti come quello di un mendicante , coi grossi piedi scalzi terrosi e tutti tagliuzzati per cicatrici di sterpi e spine , che pareva avessero camminato attraverso interminabili lande per arrivare a quel piccolo rifugio ospitale . Egli stava ad occhi chiusi ; ma d ' improvviso li aprì , un po ' febbrili e lucidi , e la guardò come un cane malato . Uno sguardo , solo , ma Cosima vide un misterioso balenìo in fondo alle pupille che non erano quelle del duro e freddo Elia , ma di un uomo disperato , che aveva paura di morire solo , abbandonato , come un vecchio cane . Gli si avvicinò e disse : - Come vi sentite ? Faremo venire il dottore , o vi porteremo a casa . Egli accennò di no , di no : per quanto solo e malato , non voleva il dottore e non voleva muoversi dalla sua tana : ma l ' occhio gli si era rischiarato , pieno di una dolcezza , quasi di un sorriso infantile . - Andate , andate pure , - disse , - Vadano pure a casa , signorina , lei e la signora padrona : bisogna pigiare l ' uva e metterla nel tino . - Eh , non la pigiamo noi , coi nostri piedi , - disse Cosima , tentando di scherzare . - C ' è poi Andrea , che ci bada : non pensateci . E poi il tempo si cambia : minaccia di piovere . Non vogliamo lasciarti così , zio Elia . Ella lo chiamava così , come si usava con tutti i vecchi servi ; ma era la prima volta che egli si sentiva accomunato agli altri , come fosse nato nella stessa terra e tutto il suo passato sprofondasse quasi in una vita anteriore . Tuttavia non parlò , non dimostrò la sua gratitudine : anzi fece un po ' indispettire la padroncina col rispondere sempre con un cenno negativo del capo a tutte le sue domande premurose . No , egli non voleva il dottore , non voleva muoversi , non voleva che nessuno si disturbasse per lui . Vecchio testardo . Pareva volesse morire solo , come solo era vissuto . Ma le padrone restarono , finché arrivò Andrea che portò del chinino : si discusse però se si doveva o no somministrarlo al malato : e del resto la discussione fu vana , perché egli dichiarò che non avrebbe preso nessuna medicina . Durante la notte si scatenò una forte bufera : la grandine mitragliava la piccola casa , e il pino urlava come un mostro . Dietro gli scurini mal connessi i vetri della finestra parvero spaccarsi e spargersi in frammenti d ' oro e d ' ametista , con un rombo spaventoso . Lampi e tuoni . Non c ' è da nascondere che Cosima aveva paura e la madre tremava come una fronda sbattuta dal vento . Storie spaventose di banditi e malfattori , che in notti simili sbucano come demoni dalla tempesta e assalgono le dimore solitarie , tornavano in mente alle donne : e il fatto che il servo e Andrea erano rimasti sul posto , non le rassicurava . Il vento gridava e piangeva nella pianura come nel mare , e solo il pino pareva potesse combattere con l ' uragano come un eroe inferocito contro un intero esercito . Nel suo giaciglio Elia , con la febbre alta , ricordava come il signor Antonio lo aveva accolto benevolmente quando lui si era presentato in cerca di lavoro , mentre nessun altro dei diffidenti proprietari del luogo aveva accettato la sua offerta ; e il padrone gli aveva affidato la vigna nuova , l ' orto , fa terra intorno . Adesso il vecchio amava questa terra con una passione tenace ; era diventata la sua nuova patria , la sua famiglia ; e il solo pensiero che i padroni giovani avrebbero potuto mandarlo via , come una vecchia bestia che non può più lavorare , lo colmava di tristezza ; non per la probabile ventura povertà , ma per l ' amore alla terra che oramai faceva parte della sua carne e del suo sangue . Ed ecco , invece , la padrona e la signorina , e lo stesso Andrea , si mostravano benevoli , fino al punto di restare vicino a lui in quella notte tempestosa mentre avrebbero potuto già essere nella loro casa tranquilla . E non lo avrebbero cacciato , no : lo sentiva ; lo aveva sentito nella voce di Cosima , e gli sembrava che questa voce fosse l ' unica medicina che potesse guarirlo . E la certezza che un giorno forse avrebbe potuto dimostrarle la sua riconoscenza , già lo alleviava dal male . All ' alba il tempo si calmò , d ' un tratto , dopo un tuono formidabile che parve un ordine militare : la battaglia doveva cessare . Solo il pino continuò in un suo lieve brontolio , quasi pensieroso . Cosima lo sentiva nel sonno lieve del mattino : e le pareva che il pino mormorasse : “ Perché tutto questo ? Si combatte , si soffre , ci si tormenta per nulla : la forza del vento è vana ; tutto è vano e vuoto ; eppure bisogna combattere perché così vuole Dio ” . Poi tacque anche l ' albero ; ma quando Cosima aprì la finestruola vide uno spettacolo indimenticabile : centinaia di uccelli svolazzavano sui rami battuti dal sole , e parevano d ' oro e d ' argento : ogni loro battere d ' ali faceva cadere goccie simili a scintille : e ad ogni ago delle foglie era infilata una perla dai colori dell ' iride . Pareva un albero magico , fatto di uccelli , di rubini , smeraldi e diamanti . E fu certo una giornata di miracolo quella . Tutto sembrava trasformato ; tutto , nell ' orto , nella vigna sebbene spoglia , nella brughiera riarsa , tutto riluceva e sorrideva . Dio era passato con un corteo di tuoni e fulmini , ma trovando gli uomini di buona volontà si placava e ritornava paterno . Andrea ripartì la mattina presto , con la promessa di tornare nel pomeriggio e passare la notte nella casetta , per sorvegliare il malato , mentre la madre e Cosima col servo sarebbero tornati in città . Cosima portò il caffè ad Elia , che si mise a sedere sul giaciglio , e prese la tazza con le mani tremanti . - Che , avete freddo ? - domandò la signorina . - Buon segno : vuol dire che la febbre passa : fatemi sentire . E gli toccò la grande orecchia destra , scura e dura come la facciata di una grotta . Al contatto della piccola mano , egli rabbrividì , come per il solletico : i suoi occhi ebbero di nuovo un balenìo d ' occhi di cane accarezzato . - Siete fresco come rosa , zio Elia : camperete ancora cento anni , quando anche la nostra memoria sarà dispersa . Egli sorbiva il caffè , versò nella tazzina quello che s ' era versato nel piattino e raschiò il residuo dello zucchero , come fanno i bambini : ma anche dopo rimase col viso piegato , guardando il fondo della chicchera come ci vedesse qualche immagine . - Dov ' è la padrona ? - domandò sottovoce . E Cosima ebbe l ' impressione che egli volesse dirle qualche cosa , ma senza pericolo di essere ascoltati . La padrona era affacendata nelle stanzette attigue : ed egli disse : - Si sarà spaventata , stanotte , povera padrona . Per colpa mia : e anche lei . - Ma no , zio Elia : anzi ho avuto quasi piacere : non avevo mai sentito un diavolìo così , e in piena campagna poi . Oh , io non sono paurosa : se in casa sento un rumore , di notte , mi alzo e scendo anche in cantina esplorando se ci sono i ladri . Ma adesso rimettetevi giù e state quieto : vi copro io , perché oggi fa freschetto . Egli si rimise giù , ma sembrava meno quieto e duro del giorno avanti : anche perché si sentiva meglio . Avrebbe voluto alzarsi e tornare al lavoro , ma Ippolito , che gli voleva bene a modo suo , minacciò di negarlo se si moveva . E la padroncina gli servì il brodo , con l ' uovo sbattuto dentro , e anche un bicchiere di vino . Egli però lasciò il bicchiere intatto , con una vespa che vi ronzava attorno incantata . Il sole era caldo ; dal finestrino si vedeva l ' orizzonte , coi monti lontani di un azzurro liquido d ' acquamarina . Una quiete profonda regnava dappertutto e dalla brughiera veniva un odore tiepido di erbe come nei meriggi di primavera . Il servo lavorava nell ' orto e la padrona era andata fino alla vasca a lavare i panni . Cosima pensò di raggiungerla e pregarla di smettere e di portare la roba sporca in paese ; nel passare davanti al finestrino di Elia guardò dentro ; e vide che il vecchio , seduto sul giaciglio , le accennava di entrare , Entrò : si accorse che egli aveva bevuto il vino e aveva il viso lievemente colorito e gli occhi insolitamente bene aperti . - Dov ' è la padrona ? - tornò nuovamente a domandare . Saputo che lavava i panni , parve indispettirsi . - Ecco , è venuta a prendere la mia camicia e la lava lei , non è bene . - Ma sì che è bene , zio Elia : la mamma si diverte : non può restare un momento in ozio , povera mamma . - Povera padrona ; con tutti quei pensieri , - egli disse , piegando la testa come aveva fatto la mattina : e si fece pensieroso . - La mamma esagera , - disse Cosima , quasi per rassicurarlo : - vede sempre nero . Invece la provvidenza non manca mai . - Lei crede alla provvidenza di Dio ? - Io sì , e come ! Allora accadde una cosa strana : egli si alzò , lungo , coi grossi piedi nudi che sembravano ceppi , e andò a chiudere il finestrino . Disse : - Queste vespe ! Via , via . Senta , io le voglio far vedere una cosa : lei però non deve dire nulla a nessuno : me lo promette ? Nulla , mai a nessuno . Ella stette incerta ; poi , più per curiosità che per altro , disse : - Ve lo prometto . Fu tutto . Il vecchio si avvicinò al camino , si piegò , raschiò con la paletta , accumulandoli nell ' angolo , la cenere e gli avanzi dei ceppi , poi con la stessa paletta sollevò il mattone centrale . Apparve , sotto il mattone , una lastra di ferro , una specie di sportellino , chiuso con un lucchetto ; ed egli si trasse dal seno una chiavetta pendente da una catenella nera , e apri il ripostiglio : la lastra si sollevò , in due piccoli battenti , ed egli introdusse la mano nel vuoto , molto in fondo , parve come slegare un sacchetto o un involto che fosse in quel fondo e ne trasse un pugno di monete : le guardò , nel cavo della mano , come si guardano le sementi per assicurarsi che sono buone , poi le fece vedere a Cosima . La sua mano concava ricordò alla fanciulla la mestola con la quale il diavolo trae dalla pentola dei tesori maledetti le monete tentatrici delle anime : si scostò d ' un passo , quasi impaurita , e guardò in viso il vecchio . E invero quel viso scuro , con gli occhi che sembravano due fessure con in fondo un ' acqua verde opaca , e quella bocca chiusa , ermetica , aveva qualche cosa di diabolico : i pensieri più cattivi e paurosi passarono in mente a Cosima : ebbe paura , guardò verso la porticina : la porticina era aperta , ed ella avrebbe potuto subito salvarsi se il vecchio tentasse farle del male . Egli dovette sentire tutte queste cose perché il suo viso cambiò maschera : si fece triste . Mai Cosima aveva veduto un viso così nobilmente triste , accigliato e severo . - Sono buone , - egli disse , tirando su con le dita dell ' altra mano le monete , e lasciandole ricadere nel pugno . Cosima lo vedeva bene : erano monete che sembravano nuove , alcune col profilo melanconico e rapace di Napoleone III , altre col grande gallo piumato della Repubblica francese : monete d ' oro , schiette , moderne , da spendersi , se si voleva , senza difficoltà . Ma non le toccò e il solo pensiero che Elia avrebbe potuto offrirgliele , sia pure per generosità o affetto , le faceva spavento : poiché ricordava le voci misteriose che correvano sul conto di lui , ed era sicura che il tesoro provenisse da una rapina . Ma egli richiuse il pugno , tornò a piegarsi sul vuoto del camino , rimise a posto ogni cosa , riaprì la finestrina , andò a sedersi sul giaciglio , piegò la testa pensieroso . La vespa da lui cacciata tornò a volteggiare e ronzare sullo sfondo d ' acquamarina dei monti lontani . Tutto s ' era svolto in pochi minuti , come in un passaggio di nuvole ; e Cosima si avvicinava alla porticina per andarsene sicura in cuor suo di saper tutto e non volersi immischiare nella pericolosa faccenda , quando il vecchio la richiamò : - Signorina , volevo dirle questo ; quando sarò morto , o anche prima se le occorre , quella roba è sua . Ella avrebbe voluto protestare , dirgli che non voleva una sola di quelle monete , gridargli che sarebbe stato meglio restituirle a chi erano appartenute ; ma vedeva la madre che risaliva dall ' orto con la camicia di Elia attorcigliata fra le mani ancora bagnate , e saltò nello spiazzo con l ' impressione di risvegliarsi da un sogno . La madre stese la camicia su una cordicella attaccata fra due pali , che appunto serviva al vecchio per asciugare i suoi stracci , poi rientrò nella casetta e cominciò a preparare le cose per la partenza . Cosima andò verso il pino e appoggiò la testa alle scaglie rossastre del tronco , come per ascoltare una voce nascosta dentro l ' albero amico , che la consigliasse , la salvasse . Poiché le sembrava di essere coinvolta in un dramma colpevole , di essere complice di un furto , forse anche di un delitto . Che doveva fare ? Accusare il vecchio ? D ' altra parte egli era da più di trent ' anni in paese , e , se reato avesse commesso , esisteva la prescrizione . E delitto di sangue non doveva esservi , se la condanna di lui fra stata solo quella del domicilio coatto . E non poteva aver rinvenuto senza colpa il tesoro ? Giusto in quei giorni i giornali parlavano dei tesoro di oltre un milione , di monete d ' oro , trovato in casa di un antiquario , e di un altro rinvenuto nello scaffale di un medico stravagante e solitario che aveva attirato gente da tutte le parti del mondo con un suo specifico che guariva i dolori reumatici . Durante l ' infanzia , e anche dopo , dai servi , dai contadini , dai pastori , Cosima aveva continuamente assorbito racconti di tesori , trovati nelle rovine dei vecchi castelli , dentro tronchi d ' alberi , in piena terra . Uno pare venisse fuori anche dal vecchio cimitero , dalla tomba scoperta di una giovine dama sepolta dal marito con tutti i suoi gioielli e un ' anfora piena di monete d ' oro . Forse si poteva sapere qualche cosa di più preciso da Elia : ma il solo pensiero di riparlare con lui le destava ripugnanza e quasi terrore . D ' altronde aveva promesso di non parlare con nessuno del segreto : e fermamente decise di non occuparsene più . Potevano anche crederla visionaria , come del resto appariva a molti ; e lei stessa non era sicura di non aver intravveduto una delle sue tante fantasie romanzesche . Ad ogni modo non ebbe occasione di trovarsi più sola , per quel giorno , col vecchio stregone ; il quale era ricaduto nel suo mutismo . Quella notte , nel letto ben riparato della sua camera alta , Cosima sognò la nonnina . La nonnina era viva , tale quale s ' era lasciata vedere l ' ultima volta , col suo bei visino di santa , tutta agghindata piccola come una nana . Come una nana . Anche nel sonno Cosima ricordava l ' offesa ; e ricordava insieme , nitidamente , l ' avventura di quel giorno e i suoi propositi eroici di non profittare mai del tesoro equivoco di Elia . Si vedrebbe se era una nana o una gigantessa . Verso la nonnina Cosima aveva un rimorso . L ' ultima volta che era venuta a far visita in casa , ella non le aveva dato il caffè , non l ' aveva quasi neppure salutata : adesso , nel sogno , si affaccendava a preparare la bevanda prediletta dalla cara vecchina , ma l ' acqua bollente rigurgitava dal cuccuma e spegneva il fuoco . “ Lascia , bambina ” , diceva la nonna , con le manine intrecciate sul grembo , i grandi occhi color nocciola e la piccola bocca circondati da raggiere di rughe ; “ oramai non ho più bisogno di nulla ” . E d ' un tratto , voltandosi , Cosima vide che la nonnina era vestita da sposa con un costume di orbace , scarlatto e broccato : il grembiale era ricamato a vivi colori , sulle punte davanti del corsetto verdeggiavano due foglie di palma . La benda che avvolgeva la piccola testa , bianca e un po ' inamidata , pareva di antico bisso . “ Come sei bella , nonnina ; adesso , sì , sembri davvero una fata ” . Ma perché la vecchina era vestita così ? “ Ho ritrovato il nonno Andrea , e adesso siamo contenti , in Paradiso , sposi in eterno ” . Il nonno Andrea , Cosima non lo aveva conosciuto , ma sapeva che anche lui era un giorno arrivato di lontano , chi diceva da Genova , chi diceva dalla Spagna , e s ' era messo a lavorare la terra ; e , anche dopo sposato , stava sempre in campagna , a lavorare i campi , in una valle aspra piena di macchie e di bestie selvatiche . Anche lui era selvatico , ma tanto buono che gli uccelli gli si posavano sul braccio , le serpi accorrevano al suo fischiare , quando alla sera si riposava davanti alla sua capanna e guardava le stelle , Anche i gatti selvatici gli facevano compagnia . La gente diceva che era un po ' matto ; ma con questo nome la gente spiega il mistero degli uomini diversi dalla normalità . Chissà che cosa vedeva il nonno Andrea , che conosceva altre terre e altri mari , negli occhi dei gatti selvatici , nelle piume iridate delle cornacchie , nella pelle argentata delle biscie che si sollevavano incantate dal suo fischio . Forse gli stessi fantastici riflessi che anche lei vedeva negli occhi degli animali , nelle foglie , nelle pietre . Adesso , nel sogno , si spiegava d ' un tratto molte cose ; lo stesso senso di vertigine , dello spalancarsi e richiudersi rapidissimo di un mondo anteriore , subcosciente , che la vista della nonnina viva le destava , adesso le appariva chiaro : era l ' apparizione dello spirito sognatore del nonno , di cui la vecchina ancora innamorata portava l ' immagine nella pupilla , e che era anche l ' immagine di lei , di Cosima sognatrice . Ma nessuno le aveva mai raccontato chiaramente donde egli era venuto ; pareva che neppure la madre lo sapesse con precisione . E nel sogno confondeva il passato del nonno con quello del vecchie Elia , provandone un ' angoscia paurosa : ma il nonno , questo ella lo sapeva benissimo , era morto povero in canna , lasciando nella sua capanna una famiglia di leprotti addomesticati ; e questo la confortava . Tuttavia volle domandare alla nonnina notizie di lui . “ Tutte fandonie ” , disse la vecchina , senza scomporsi : “ egli non è venuto né da Genova né dalla Spagna : ci saranno venuti i suoi avi , forse , ma lui no . Egli arrivava da un paese di mare , sì , dove la gente è buona , e suo padre era pescatore : Andrea però non amava il mare , perché troppo sovente si cambia in mostro e divora gli uomini vivi : e aveva anche pietà dei pesci che vengono venduti e divorati anch ' essi quasi vivi : certo , era un po ' sempliciotto , ma buono , cristiano e dolce . Giunse dunque qui , in cerca di lavoro , perché amava la terra che non tradisce e dà all ' uomo le erbe e i frutti innocenti . Persino dei fiori egli aveva compassione ; e gli uccelli e tutte le bestioline della valle , persino le bisce , persino gli scorpioni , gli diventavano amici . Questa è la sua vera storia ” . E questa storia , sebbene così semplice e raccontata in sogno , fece a Cosima un ' impressione profonda , quasi come quella che le aveva lasciato il passaggio della coccinella sulla sua persona : più che tutte le storie di tesori , di passioni e di guerre fra i popoli . Spesso si domandava se era religiosa , o superstiziosa , o visionaria e d ' animo debole : ma sentiva in fondo che la sua rettitudine era una cosa superiore a tutte le forze sovrapposte dall ' educazione e dalla crudeltà della vita . Si nasce , con questo dono di Dio , come gli uccelli nascono con la loro potenza di volo : e se ne rallegrava , pur senza leggere gli Evangeli e le laudi al Signore . Quell ' inverno , rigidissimo inverno , la fortuna parve un po ' sorridere alla famiglia così serena in apparenza , così travagliata in realtà . Beppa era allora assai fanciulla : era intelligentissima anche lei spregiudicata , allegra e lingua lunga . Trovava il lato ridicolo di tutti , cominciando da Cosima , e i suoi giudizi sul prossimo erano spietati . La madre le rinfacciava di averle tagliato il filo della lingua . Ma era bella , bianca , i capelli d ' un castaneo dorato e gli occhi azzurri . Dava l ' impressione di un fascio di fiori : rose e gigli , fioralisi e narcisi . E aveva spasimanti più che Cosima : tutti però alla larga , sempre per la triste ragione dei fratelli . Quell ' inverno però le capitò un adoratore più serio degli altri . Era niente meno che il direttore della Scuola Normale , pezzo grosso per la piccola città ; un bell ' uomo alto , roseo , già un po ' calvo ma ancora possente , con una parlantina che incantava anche i più imperterriti attaccabottoni del luogo . Organizzava poi feste da ballo , rappresentazioni , concerti e conferenze , per divertire e istruire i suoi giovani allievi , che lo adoravano . In una di queste riunioni vide Beppa , che vi era andata per un caso straordinario con la madre di uno degli studenti , e ne rimase colpito . Era un tipo diverso dalle altre ragazze del luogo : quasi sembrava della razza di lui , e forse fu questa specie di affinità che lo attiro . D ' un colpo , con una facilità che rasentava la leggerezza , strana in un personaggio che rappresentava l ' educatore , il guidatore dei futuri maestri di scuola , dichiarò a Beppa il suo amore e le chiese se voleva sposarlo . Ella rimase stordita : l ' uomo non le piaceva , anzi le destava quasi ripugnanza così massiccio e carnale com ' era , emanante dal viso , dal petto , dal ventre , già un po ' prominente , un calore animalesco : ma d ' altronde l ' occasione era ottima ; il grande sogno di poter lasciare un giorno la piccola città per una più grande e la vanità di vendicarsi dei malevoli concittadini ; e sopra tutto il pensiero di dare un conforto alla madre sempre melanconica e preoccupata . D ' altronde la fanciulla considerava anche lei la cosa con leggerezza , e senza troppo consultare i parenti accettò la proposta . L ' uomo venne in casa a far visita : portò libri , mandò regali . Lo ricevevano le ragazze , e ridevano quando egli raccontava storie allegre , non troppo adatte per loro . Andrea avrebbe desiderato una domanda ufficiale fatta con regola , magari per mezzo di un autorevole paraninfo , come d ' uso nel luogo ; ma non osava opporsi alla progettata vicenda , e in fondo sperava che tutto andasse bene . Solo minacciava di bastonare le sorelle se per un attimo avessero lasciati soli i curiosi fidanzati . Neppure Cosima era contenta : ma anche lei provava un certo piacere per gli acri commenti delle famiglie del paese , per le invidie , i pettegolezzi , le maldicenze , che la fortuna di Beppa destava nell ' intera contrada . Si cominciò a dir peste del signor Direttore : che era un libertino , che teneva in casa una bella ragazza mora , che la faceva camminare carponi sui pavimenti e l ' aizzava come una bestia : e , infine , che si burlava delle povere signorine che non avevano altra difesa che quella del selvatico fratello . L ' uomo invece pareva innamorato sul serio : faceva regali , complimentava la futura suocera , congedò la cameriera mora per far cessare le chiacchiere , fissò lui stesso la data delle nozze . In ottobre , al ritorno dalle vacanze . E tutta la rendita di quell ' anno , dai pascoli sul Monte all ' olio del frantoio , dalle mandorle al sughero , fu , con volontario sacrifizio di Andrea , dedicata al corredo . Cucivano e ricucivano , le tre sorelle , tessendo sogni candidi come i fiori delle tovaglie e delle lenzuola . Ma un giorno il grosso fidanzato , che passava le vacanze nel suo lontano paese alpino , scrisse che era stato traslocato , che in ottobre non sarebbe tornato , sibbene più tardi , per le nozze . Poi le sue lettere si fecero rade : infine un giorno si presentò alla signora Francesca un avvocato , che era stato in relazione con lui per certi affari della scuola , e domandò a quanto ascendesse la dote di Beppa . Fu un colpo : ma questo era l ' uso dei paesi del fidanzato . E , dopo tutto , la piccola dote che per l ' eredità paterna spettava alla fanciulla , se la sarebbe goduta lei con la sua futura famiglia , Risposta : sarà assegnata a Beppa la sesta , mettiamo pure la quinta parte del patrimonio : circa venticinquemila lire in terreni poco redditizi . Torna , dopo otto giorni di grigiore e d ' attesa , il messaggero flemmatico : il fidanzato si lamenta , dice che la vita è difficile , che non vuol fare cattive figure , né provocare privazioni alla futura sposina : bisogna che la dote sia almeno di cinquantamila lire , non solo , ma che ventimila siano in titoli garantiti . Andrea fu preso da un furore sanguigno . Quel bestione , dunque , quel porco grasso e vile , non era entrato in casa delle sorelle per amore , ma per interesse , e adesso tentava quasi un ricatto , poiché sapeva che il matrimonio andato a monte avrebbe maggiormente screditato le povere ragazze . Parlò di andare a scovarlo , di ammazzarlo con la lesina come un maiale vero ; ma la madre piangeva , e Cosima dichiarò che avrebbe ceduto alla sorella la sua parte di eredità . Si cercò di vendere qualche cosa , ma le offerte erano irrisorie , e d ' altronde non poteva spogliare l ' intera famiglia , già tanto impoverita e quasi bisognosa . Fu allora che Cosima , visto l ' avvilimento della madre e della stessa Beppa che deperiva per l ' umiliazione e la delusione , fu raggirata dal demonio . Pensò al tesoro di Elia , all ' offerta di lui , alla possibilità di accettarla : ma poi il solo pensiero l ' atterrì . Mai , mai : avrebbe voluto flagellarsi per scacciare anche il semplice ricordo del maledetto tesoro . Eppure la tentazione , in fondo , non l ' abbandonava : le diceva : “ Sei una stupida , una che nella vita non avrà mai bene , e mai potrà procurarlo a chi ama . E chi dice , del resto , che i denari del vecchio non siano suoi ? Va , cerca di saper meglio , indaga , cerca , cerca ... ” . Le sembrava di essere aizzata come un cane alla caccia della selvaggina : ma non si moveva , più che mai ferma nel proposito di tener la promessa fatta al vecchio , di non rivelare a nessuno il segreto di lui . Se egli era colpevole , lo era davanti a Dio , e potevano intendersela fra di loro . Per sfuggire meglio alla tentazione , rinunziò anche di andare quell ' anno alla vendemmia : persino la madre , tormentata dai pensieri della triste faccenda , stette appena tre giorni nella vigna . Il fidanzato non scriveva più , l ' avvocato non si faceva vedere : il corredo già pronto venne chiuso in una cassa , come un morto . Andrea era cupo , preoccupato , più che per il dispiacere , per il discredito della famiglia : quando veniva in casa , le sorelle si nascondevano quasi con paura , come colpevoli delle cose accadute . Ai primi di novembre Cosima rivide in sogno la piccola nonna : era sempre vestita da sposa , col rosario di madreperla fra le mani di bambina . E Cosima aveva sempre il rimorso di non averle dato il caffè , l ' ultima volta che era venuta , e si affaccendava a prepararlo : ma la bevanda rigurgitava dalla caffettiera e spegneva il fuoco “ Lascia stare ” , disse la nonnina : “ noi , di lassù non abbiamo bisogno di nulla . Sono venuta solo per un salutino , e ti porto anche i saluti di Francesco ” . Francesco era il nome del fidanzato di Beppa : pareva che la nonnina scherzasse crudelmente ; ma poi si seppe che proprio quella notte , poco prima dell ' ora del sogno di Cosima , il commendator Francesco era morto , dopo appena tre giorni di polmonite . Così secondo la misericordia divina , prendeva anche lui parte alla famiglia : e le cose questo mondo erano appianate . E fu proprio in quei giorni che Dio parve compensare Cosima in altro modo più consolante . Una grande rivista straniera domandava la traduzione del romanzo Rami caduti e offriva una discreta somma . Inoltre desiderava notizie biografiche della scrittrice , perché la traduzione doveva essere preceduta da una nota critica . Ad occhi chiusi sempre con l ' impressione di sognare , Cosima accettò . Aveva persino paura della sua fortuna : non avrebbe dovuto scontarla con altri guai ? Ed ecco arrivare la somma , e alla posta le viene pagata in monete d ' oro , simili e quelle del tesoro di Elia . Ella le guardava quasi spaventata e non osava toccarle ; fece cambiare in biglietti di banca , e parte le depositò in un libretto postale : ma quando la madre vide il denaro lo guardò quasi torva : le sembrava frutto di un peccato mortale . - Ebbene , - disse Cosima , - lo spenderò non voglio mettere più da parte niente ; e i miei guadagni se ne vadano come foglie al vento . Ed ecco l ' occasione presentarsi : una sua ammiratrice , che dirigeva una rivistina letteraria nella città di * * * , sul mare , la invitò ad andare ospite in casa sua : ed ella vi andò , nonostante i terrori della madre ed i brontolii di Andrea , che volle almeno accompagnarla per un tratto del viaggio , in ferrovia , e quando la lasciò gli parve di averla imbarcata sull ' Atlantico . In fondo anche lei si sentiva smarrita . Dove andava ? Che voleva ? Come Cappuccetto Rosso in mezzo al bosco aveva l ' impressione d ' incontrare il lupo ; ma in fondo sperava di cavarsela bene , poiché aveva la coscienza tranquilla , e l ' ombra del male era simile a quelle grandi ombre di nuvole già invernali che salivano dai monti scuri e lambivano le valli solitarie lungo le cui coste correva il trenino che sembrava un giocattolo . Il cielo era grande , di un azzurro carico , e le nuvole correnti , spinte da un caldo vento di scirocco , lo facevano apparire più alto , più turchino A Cosima , affacciata al famigliare ballatoio del treno , sembrava un cielo straniero , inospitale , mentre la terra , sotto di lei , aveva ancora l ' aspetto ma terno , ch ' ella ben conosceva : le stesse chine coperte di erba tremula , le macchie , le pietre , le quercie indurite dal dolore dei secoli e dalla loro resistenza al tempo e agli elementi . I piccoli villaggi neri , accovacciati come cornacchie sui loro nidi di roccie apparivano e sparivano nella luce cangiante della lontananza : qualche pastore con la sua greggia si profilava sull ' orlo verde di un ciglione , e le pecore si spostavano come l ' ombra delle nuvole al passare del treno : e Cosima aveva l ' impressione che tutto il paesaggio si movesse per la sorpresa di veder lei a muoversi ad andare verso una nuova vita . A misura che si scendeva verso le pianure marine il clima mutava completamente : si era ancora ai primi di autunno , laggiù ; il cielo , sgombro di nuvole , si faceva chiaro , verdognolo , e d ' un tratto Cosima lo vide riflesso in uno specchio d ' acqua che le ricordò la vasca della vigna : era uno stagno . Uccelli mai veduti , grandi , con le ali iridate , si sollevarono dallo stagno , come sgorgassero dall ' acqua e disegnarono sul cielo una specie di arcobaleno : forse un miraggio : a lei parve lieto auspicio . E la prima persona che vide , quando il treno si fermò in una stazione che pareva , col suo giardino di palme e in fondo un arco di quel luminoso cielo smeraldino , un ' oasi civilizzata , fu un giovine vestito di un color marrone dorato , con due meravigliosi baffi dello stesso colore e gli occhi lunghi orientali . La guardò come se la conoscesse , e anche a lei parve di averlo già veduto in qualche posto : dove ? non sapeva ; e dopo tanti anni provò ancora quel misterioso senso di vertigine che nell ' infanzia e meno spesso nell ' adolescenza le destava la presenza della nonna . Ma una piccola folla invadeva il marciapiede , e l ' uomo scomparve . Una signora vestita in modo quasi buffo , tutta volanti e frangie , con un cappellino a sghimbescio sui radi capelli gialli , balzò verso la fanciulla , la prese quasi a volo sul predellino del vagone , la strinse al suo petto scarno , le coprì il viso di baci : i suoi occhi di un azzurro di porcellana erano stillanti di lagrime che le colavano sul naso aquilino e si confondevano con la saliva che le schizzava dalla bocca . E con un singhiozzo convulso chiamava a voce alta la fanciulla col suo nome e cognome , tanto che Cosima si vergognò : la gente la guardava , qualcuno doveva già conoscere quel nome e quel cognome , e salutava , fra il rispetto per lei e la beffa per la sua chiassosa ospite . Avrebbe voluto risalire sul treno e tornarsene a casa : ma era destino che quel giorno ella dovesse cominciare a conoscere le tribolazioni della celebrità , perché all ' arrivo nella casa dell ' ospite , - un grazioso palazzo tutto balconi , di fronte a un giardino e a una chiesa , - lungo la scala di marmo con la ringhiera ornata di tralci verdi , vide con mite terrore una fila di bambine e giovinette , quasi tutte vestite di bianco , con mazzolini di fiori in mano . Sembrava la scala del Paradiso , vigilata da angeli senza ali , e mentre il facchino scaricava dalla carrozzella la modesta vecchia valigia di Cosima , reliquia di famiglia , e la stessa donna Maria , l ' ospite palpitante , s ' incaricava di portarla di sopra come un prezioso tesoro , le ragazzine intonarono un coro che pareva insegnato loro da un ' abile maestra . La maestra era stata donna Maria , e gli angioletti erano tutte le fanciulle che abitavano nel palazzo . A questo punto bisognava assolutamente mostrarsi commossa , e , potendolo , fare , dall ' alto della rampata della scala , un discorso di ringraziamento , Cosima si coprì il viso col fazzoletto , ma non poté piangere né parlare . E del coro , composto in suo onore , non le rimase in mente che il motivo monotono e quasi triste , che si confondeva con un rumore lontano , da lei non ancora mai bene inteso , che le pareva quello del pino nella vigna . Era il rumore del mare . Era lì , il mare , in fondo alla larga strada , che costeggiava una fila di case nuove bianche abbaglianti . Cosima aveva sempre più l ' impressione di trovarsi in una città orientale : palmizii , cactus ed altri alberi esotici si movevano pesanti su quel cielo caldo , sullo sfondo turchino del lido . Sui balconi fiorivano i garofani ; un odore di erbe aromatiche scendeva dalla collinetta coperta di pini che chiudeva l ' orizzonte di fronte alla strada . E la gente era tutta fuori , come nelle sere d ' estate ; e canti e suoni di mandolino continuavano , di fuori , il coro in onore di Cosima : così a lei sembrava , ma invece di orgoglio ne provava quasi paura . Dopo averla rimpinzata di dolci e bevande , la sua ospite , che continuava a baciarla e quasi a leccarla come un cane che ha ritrovato il padrone , la lasciò sola nell ' appartamento ov ' ella abitava col paziente marito che era impiegato in un ' azienda privata . Aveva destinato a Cosima la camera più bella , col balcone , quella appunto donde si vedeva il mare : e le lasciava libero anche il salotto , pieno di fiori di carta , di vasi incrinati , di tovagliette , di oggetti di cattivo gusto . - Qui potrai ricevere i tuoi amici , i tuoi ammiratori . Ma Cosima non aveva amici , e si atterriva al solo pensiero di averne uno solo . Di ammiratori , poi , non ne voleva : le pareva di esser già , per lunga esperienza , scottata da loro . Eppure d ' un tratto sentì suonare alla porta dell ' ingresso , e senza pensarci su tanto aprì . Era il garzone di un fioraio , che portava un grande mazzo di rose rosse , avvolte nella carta velina . Per lei ? Proprio per lei : ma non si sapeva da parte di chi . Ella stette a guardarle quasi con la sorpresa paurosa con cui aveva guardato nel pugno di Elia le monete d ' oro : e il profumo quasi violento delle rose , e il loro colore , le parvero vivi , caldi , sanguinanti : più che dal coro delle fanciulle e dal ronzio delle musiche della strada , sentì da quell ' alito quasi carnale venirle incontro la vita : ma quando si decise a prendere il mazzo dalle mani del garzone che la guardava con occhi maliziosi , si sentì pungere da una spina acuminata : e pensò che la vita anche sotto l ' illusione delle cose più belle e ricche , nasconde le unghie inesorabili . Mise le rose in uno dei vasi del salotto , e tornò al balcone : sì , era come d ' estate ; una grande luna rosea saliva dai pini dell ' altura , e il cielo e il mare , fra due palmizi che luccicavano come le palme dorate dalla stagnola , usate per la Pasqua nel paese di Cosima , si confondevano in un colore di smeraldo azzurro . I bambini , nella strada ancora bianca , giocavano al gioco dell ' ambasciatore venuto a domandare una sposa : ed ella si sentiva trasportata nel loro cerchio , come la piccola sposa richiesta dall ' ambasciatore per un misterioso grande personaggio .