StampaQuotidiana ,
di
dare
a
tutto
il
paesaggio
un
aspetto
decrepito
,
lunare
,
irreale
.
Giunge
l
'
ora
della
colazione
StampaPeriodica ,
cresciuto
in
Cile
,
non
userò
il
manganello
»
.
Il
4
di
ijar
(
che
,
secondo
il
calendario
lunare
ebraico
StampaQuotidiana ,
)
lunare
come
il
marxismo
e
che
se
erano
capitati
sui
bulldozer
«
russi
»
lo
avevano
fatto
soltanto
per
Narrativa ,
ÿþLA
GRANDE
FIAMMA
.
A
Rocco
Pagliara
.
I
.
Nell
'
ora
tarda
della
sera
,
partita
l
'
ultima
persona
amica
o
indifferente
,
per
la
quale
essa
provava
l
'
orgogliosa
e
invincibile
necessità
di
mentire
,
chiuse
tutte
le
porte
ermeticamente
,
piombata
la
casa
nel
profondo
silenzio
notturno
,
interrogate
con
lo
sguardo
sospettoso
fin
le
fantastiche
penombre
della
sua
stanza
solitaria
,
dove
sola
vivente
era
una
pia
lampada
consumantesi
innanzi
a
una
sacra
immagine
,
prosciolto
il
suo
spirito
dall
'
obbligo
della
bugia
e
le
sue
labbra
dall
'
obbligo
del
sorriso
,
ella
si
lasciava
abbruciare
dalla
grande
fiamma
.
Immobile
,
con
le
palpebre
socchiuse
e
le
mani
abbandonate
lungo
il
corpo
,
ritta
come
un
bianco
fantasma
nel
mezzo
della
sua
stanza
,
sentiva
un
flusso
di
calore
salire
alle
guancie
delicatamente
brune
e
smorte
,
un
flusso
di
calore
vivificarle
il
cervello
,
un
'
onda
di
lacrime
calde
pungerle
i
bellissimi
grandi
occhi
bruni
.
Scorrevano
taciturnamente
,
senza
singhiozzi
,
le
lacrime
calde
sulle
guancie
e
le
avvampanti
guancie
se
le
ribevevano
:
dal
cuore
e
dal
cervello
che
ardevano
,
si
diffondeva
per
tutta
la
persona
l
'
impetuoso
torrente
di
quel
calore
ed
ella
sentiva
tutte
le
sue
piccole
vene
palpitare
nella
fiamma
che
le
dilatava
.
Lo
scoppio
della
passione
lungamente
represso
,
in
quel
generoso
organismo
,
assumeva
la
forma
di
febbre
ad
altissima
temperatura
:
ed
essa
,
vacillante
,
come
se
avesse
smarrito
il
senso
di
ogni
altra
cosa
che
la
sua
febbre
non
fosse
,
si
lasciava
cadere
sul
letto
,
rigida
,
con
la
vestaglia
bianca
che
si
stendeva
come
un
sudario
sul
broccato
scuro
della
coltre
.
Così
,
sola
,
con
gli
occhi
sbarrati
ove
si
disseccavano
le
estreme
lacrime
,
guardando
il
soffitto
pieno
di
ombre
,
col
petto
sollevato
da
affannosi
sospiri
come
i
febbricitanti
,
ella
abbruciava
di
passione
per
l
'
assente
,
per
il
lontano
:
nè
le
sue
labbra
convulse
osavano
pronunziarne
il
dolce
nome
,
temendo
che
le
fatali
sillabe
pronunziate
in
quel
silenzio
,
in
quella
solitudine
,
rivelassero
a
tutto
il
mondo
il
suo
segreto
.
Sopra
un
fondo
di
fiamma
,
nella
sua
fantasia
che
vampeggiava
,
ella
vedeva
scritte
le
sillabe
divoratrici
di
quel
nome
,
in
lettere
nere
e
vive
,
talvolta
immobili
,
talvolta
confondentisi
in
una
bizzarra
danza
;
ma
non
osava
pronunziare
quelle
sillabe
seduttrici
;
temeva
di
struggersi
,
dicendole
;
temeva
di
morire
di
dolcezza
,
pronunziandole
.
Quell
'
entrata
così
vibrante
di
febbre
appassionata
,
nelle
prime
ore
della
notte
,
si
ripeteva
due
o
tre
volte
;
pareva
che
ella
si
assopisse
in
un
soave
abbruciamento
di
sangue
,
in
un
seguirsi
di
fiammeggianti
visioni
,
dove
talvolta
,
accanto
al
nome
adorato
,
si
veniva
a
delineare
vagamente
un
fiero
profilo
maschile
,
dove
uno
sguardo
superbo
e
amoroso
lampeggiava
;
ed
ella
sentiva
tutto
il
suo
spirito
carezzato
,
cullato
da
questa
visione
;
la
veglia
si
tramutava
in
sopore
febbrile
e
in
sogno
.
Ma
,
ogni
tanto
,
la
visione
diventava
così
vera
,
così
viva
,
così
fremente
di
amore
che
ella
udiva
,
sì
,
udiva
,
una
voce
sommessa
pronunziare
il
suo
nome
:
ella
trabalzava
,
ripresa
da
un
soffocante
impeto
di
passione
,
cercando
con
le
mani
,
nell
'
oscurità
,
quelle
calde
mani
amate
;
soffocava
,
bruciava
.
Si
levava
come
un
'
anima
errante
,
andava
al
balcone
,
sollevando
la
pesante
tenda
di
broccato
,
schiudendo
le
imposte
di
legno
,
appoggiando
l
'
acceso
volto
sul
gelido
cristallo
.
Era
alta
la
notte
;
nella
strada
non
passava
alcuno
;
spesso
,
il
freddo
vento
notturno
agitava
le
fioche
luci
dei
lampioni
,
riempiendo
la
via
di
bizzarre
forme
oscure
;
o
qualche
viandante
in
ritardo
,
ignoto
,
a
capo
basso
,
passava
senz
'
accorgersi
di
quel
balcone
quietamente
,
mitemente
,
illuminato
,
dietro
il
quale
stava
un
'
ombra
immobile
;
qualche
malinconica
carrozza
notturna
,
vuota
,
dal
cocchiere
sonnacchioso
,
dal
sonnacchioso
cavallo
,
veniva
lentamente
dall
'
alta
ombra
della
via
,
si
perdeva
lentamente
,
lontana
,
nella
bassa
ombra
della
via
.
Ella
guardava
questo
spettacolo
di
oscurità
e
di
pace
,
con
gli
occhi
intenti
,
sentendo
il
freddo
esteriore
penetrare
dalla
fronte
,
dalle
guancie
,
dalle
labbra
che
quasi
baciavano
il
cristallo
:
la
sua
febbre
si
calmava
;
le
vene
battenti
si
chetavano
;
il
petto
,
oppresso
,
respirava
più
liberamente
;
macchinalmente
ella
si
staccava
dai
cristalli
,
richiudeva
le
imposte
,
lasciava
ricadere
le
molli
,
strascicanti
tende
di
broccato
,
faceva
un
paio
di
giri
nella
sua
stanza
,
guardando
talvolta
nell
'
alta
e
stretta
specchiera
la
sua
figura
bianca
e
i
suoi
occhi
che
bruciavano
sempre
.
Come
tutti
quelli
che
soffrono
d
'
insonnia
,
per
una
forte
causa
morbosa
o
per
una
forte
causa
morale
,
ricoricandosi
,
ella
sentiva
come
un
grande
refrigerio
,
dolcissimamente
parea
che
si
dovesse
addormentare
nel
ricordo
,
nella
speranza
del
suo
amore
.
La
passione
consumatrice
nell
'
ora
che
fuggiva
,
si
faceva
tutta
tenerezza
letificante
,
diventava
un
fresco
soffio
che
le
alitava
sulla
fronte
,
sugli
occhi
,
sulle
labbra
,
sulle
mani
,
come
a
vincerne
il
bruciore
,
ed
ella
si
assopiva
,
nuovamente
,
con
le
labbra
che
si
muovevano
a
una
benedizione
.
Ma
,
ad
un
tratto
,
un
incubo
mostruoso
,
senza
nome
,
qualche
cosa
come
un
'
orribile
paura
,
la
scuoteva
,
la
faceva
balzare
sul
letto
,
come
cercando
soccorso
,
non
sapendo
,
non
conoscendo
,
non
pensando
più
nulla
,
vinta
da
uno
spavento
folle
.
Era
allora
che
,
levatasi
,
nella
penombra
,
in
preda
a
un
delirante
bisogno
di
soccorso
,
ella
andava
a
buttarsi
innanzi
alla
sacra
immagine
,
prostrandosi
sul
gradino
dell
'
inginocchiatoio
,
abbassando
il
capo
sul
duro
legno
di
quercia
,
dicendo
rapidamente
le
preghiere
,
per
non
pensare
,
per
non
sentire
,
pregando
,
pregando
,
pregando
,
con
un
fervore
di
anima
disperata
,
restando
lì
,
attaccata
a
quel
legno
,
come
se
fosse
quello
della
sua
salvazione
.
Ma
sia
che
l
'
alba
la
sorprendesse
dietro
i
cristalli
del
suo
balcone
,
o
distesa
sul
letto
con
gli
occhi
spalancati
,
o
sonnecchiante
malamente
,
o
immersa
in
preghiere
con
le
labbra
frementi
sui
grani
di
legno
del
suo
rosario
,
certo
che
,
a
quell
'
ora
gelida
,
la
sua
febbre
era
domata
,
era
caduta
:
ella
tremava
di
freddo
,
pallida
,
con
le
labbra
violacee
,
con
la
bocca
amara
,
con
le
ossa
rotte
,
quasi
uscisse
dal
terribile
abbraccio
della
terzana
;
il
viso
le
si
era
allungato
e
come
pietrificato
in
un
'
espressione
di
sofferenza
;
i
capelli
le
ricadevano
sul
collo
,
disciolti
,
prendendo
certi
profili
tragici
,
che
solo
le
chiome
delle
donne
appassionate
hanno
.
Invano
cercava
di
riscaldarsi
,
buttando
sul
letto
una
pelliccia
,
facendo
un
gran
fuoco
nel
caminetto
,
accendendo
tutti
i
lumi
della
sua
stanza
:
fra
quel
grande
calore
esteriore
ella
batteva
i
denti
,
si
addormentava
rabbrividendo
,
rabbrividendo
,
livida
,
con
la
fiamma
del
caminetto
che
crepitava
,
con
le
candele
la
cui
fiammella
strideva
nel
calore
,
col
sole
mattinale
che
entrava
,
scintillando
,
fra
i
velluti
,
i
broccati
e
le
pelliccie
,
non
giungendo
a
riscaldare
quel
gelido
corpo
di
donna
dormiente
,
dalle
palpebre
scure
e
fredde
come
il
granito
,
dalle
labbra
assottigliate
e
tremanti
ancora
di
freddo
.
Come
la
mattinata
scorreva
,
entrava
la
cameriera
,
trovando
le
candele
che
si
consumavano
,
le
legna
arse
che
si
coprivano
di
cenere
,
il
sole
che
invadeva
tutta
la
stanza
gaiamente
,
e
quel
cadavere
dormiente
,
che
riaprendo
gli
occhi
,
rabbrividiva
ancora
,
come
se
ritornasse
dal
gelo
di
un
sepolcro
.
Ogni
mattina
,
sopra
un
piatto
di
argento
,
la
cameriera
porgeva
una
lettera
.
Ma
già
la
maschera
umana
aveva
velato
la
sembianza
della
povera
febbricitante
:
ed
ella
stendeva
la
mano
,
con
indifferenza
,
a
prendere
quella
lettera
,
aspettava
che
la
cameriera
avesse
spento
i
lumi
,
riacceso
il
caminetto
,
spalancato
le
imposte
al
sole
,
aspettava
,
intorpidita
e
immobile
.
-
Si
sente
male
?
-
diceva
la
cameriera
,
guardando
il
volto
bruno
e
smorto
della
sua
padrona
che
ella
amava
.
-
No
:
ho
freddo
-
mormorava
la
padrona
,
stringendo
la
lettera
d
'
amore
nella
mano
sottile
e
agghiacciata
,
senza
neppure
guardarne
la
busta
,
come
se
fosse
inutile
aprirla
.
La
fanciulla
devota
le
riassettava
le
molli
coltri
scomposte
dall
'
insonnia
,
le
rialzava
i
cuscini
disordinati
su
cui
era
abbandonata
la
foltezza
dei
capelli
neri
,
la
interrogava
con
una
umile
occhiata
:
ma
vista
la
padrona
tutta
perduta
in
un
pensiero
,
usciva
discretamente
dalla
stanza
,
chiudendone
la
porta
,
aspettando
di
esser
chiamata
per
ritornare
.
Allora
soltanto
,
con
un
atto
breve
,
quasi
convulso
,
la
smorta
signora
faceva
saltar
via
la
busta
lacerata
e
leggeva
la
lettera
tutta
bruciante
di
passione
che
il
suo
amore
le
scriveva
.
Lettera
incoerente
e
puerile
,
balbettìo
talvolta
bizzarro
,
talvolta
monotono
di
frasi
stravaganti
che
si
ripetevano
,
si
accavallavano
,
si
confondevano
,
si
affannavano
sulla
carta
,
come
nell
'
anima
malata
di
chi
le
scriveva
.
Eppure
egli
non
era
nè
un
fanciullo
,
nè
un
pazzo
,
nè
un
infermo
;
era
un
uomo
di
trent
'
anni
,
vigoroso
,
completo
nella
sua
manifestazione
morale
,
che
aveva
saputo
vivere
,
amare
,
soffrire
.
Era
un
forte
lottatore
che
le
aveva
coraggiosamente
combattute
le
sue
battaglie
,
talvolta
vinto
,
spesso
vincitore
,
mai
domato
:
era
un
sagace
conoscitore
di
sè
stesso
,
delle
cose
e
degli
uomini
,
capace
di
grande
scetticismo
e
di
grande
entusiasmo
,
poichè
questa
è
la
vita
,
e
saggio
chi
sa
apprezzarla
e
viverla
così
.
Eppure
quell
'
amore
nato
tardi
,
nato
improvvisamente
,
come
quei
misteriosi
e
voluttuosi
fiori
del
tropico
che
germogliano
ricchi
e
violenti
,
in
una
notte
,
quell
'
amore
impetuoso
destinato
a
essere
soffocato
sotto
le
apparenze
fallaci
della
cortesia
,
gli
faceva
tremare
i
polsi
come
se
lo
assalisse
,
a
ogni
suo
nuovo
tumulto
,
il
ribrezzo
tragico
dell
'
agonia
.
In
certe
ore
di
pensiero
,
quando
gli
era
concesso
di
dialogare
con
l
'
anima
sua
,
egli
si
stupiva
della
brevità
di
quella
passione
,
della
sua
semplicità
,
mentre
sentiva
dentro
sè
scardinato
ogni
senso
della
realtà
,
mentre
si
sentiva
preso
per
la
vita
e
per
la
morte
.
Una
sera
,
in
un
ballo
,
egli
aveva
scambiato
poche
parole
con
la
bruna
e
pallida
signora
che
ancora
portava
il
nero
vestito
del
lutto
,
dopo
tre
anni
di
vedovanza
,
che
bizzarramente
trascinava
al
ballo
il
nero
vestito
e
la
persona
stanca
,
senza
sorrisi
,
senza
gioia
:
e
come
per
un
'
attrazione
ipnotica
,
egli
aveva
seguito
dovunque
il
nero
strascico
di
velluto
ondeggiante
,
cupo
velluto
bruno
,
simile
alle
acque
nere
di
un
lago
che
gli
alberi
coprono
:
egli
aveva
fissato
gli
occhi
sedotti
sopra
la
mezzaluna
di
opali
lattee
,
scintillanti
in
riflessi
siderali
azzurrini
,
che
mettea
una
luce
selenitica
fra
i
neri
capelli
di
donna
Grazia
:
e
come
la
snella
persona
muliebre
si
muoveva
,
indolentemente
,
da
un
salone
all
'
altro
,
egli
sentiva
di
doverla
seguire
,
come
un
'
ombra
.
Levando
lenta
lenta
le
palpebre
,
essa
lo
guardava
,
ogni
tanto
,
tacendo
:
e
una
irradiazione
di
fascino
partiva
da
quei
grandi
occhi
neri
,
arrivava
sino
a
lui
,
intensa
,
vibrante
,
conquidendolo
,
a
poco
a
poco
,
ma
continuamente
,
ma
sicuramente
.
Nè
egli
tentava
difendersi
.
Aveva
,
in
quell
'
ora
,
il
cuore
arido
e
la
vita
fatta
deserta
,
se
non
libera
da
una
secreta
catastrofe
famigliare
:
la
donna
cui
avea
dato
il
suo
nome
era
assente
,
lontana
,
nemica
,
egli
era
solo
,
in
tutta
la
sua
lunga
giornata
,
solo
.
Perchè
difendersi
?
Si
sentiva
debole
e
misero
come
un
fanciullo
abbandonato
,
mentre
tutti
applaudivano
alla
sua
fermezza
di
carattere
,
al
suo
coraggio
virile
,
alla
dignità
fiera
che
gli
aveva
suggerito
la
risoluzione
più
confacente
al
suo
onore
;
egli
si
sentiva
timido
e
fragile
come
lo
stelo
secco
,
che
nelle
mattinate
di
autunno
va
in
cenere
sotto
il
piede
brutale
del
viandante
,
e
lo
sguardo
di
quella
donna
parea
tremasse
di
tenerissima
pietà
,
parea
che
gli
dicesse
:
-
Vieni
.
Breve
romanzo
e
intenso
,
condotto
fuor
di
loro
da
una
mano
invisibile
:
un
giorno
si
erano
incontrati
fuori
Roma
,
in
quella
umida
,
lugubre
via
Angelica
,
lungo
il
fiume
tragico
che
ogni
giorno
ha
il
suo
morto
.
Chi
aveva
strappato
la
dama
ai
suoi
convegni
aristocratici
per
mandarla
a
contemplare
i
vortici
traditori
del
Tevere
?
Chi
aveva
preso
l
'
uomo
alla
sua
ambizione
,
alla
sua
politica
,
ai
suoi
affari
?
Esiste
dunque
una
fatalità
nella
passione
;
o
il
cuore
ha
la
sua
seconda
vista
,
che
è
anche
qualche
cosa
di
fatale
;
o
vi
è
nell
'
anima
una
seconda
vita
latente
,
incosciente
,
sopra
cui
nulla
può
la
volontà
?
-
È
vero
che
mi
ami
?
-
le
aveva
chiesto
lui
,
arrossendo
e
impallidendo
,
come
se
quella
fosse
la
prima
volta
che
parlasse
di
amore
.
-
Sì
-
ella
aveva
detto
,
senz
'
altro
.
La
virile
mano
dell
'
uomo
aveva
sfiorato
la
sottile
mano
guantata
di
nero
.
Si
guardavano
e
si
sentivano
bruciare
di
passione
;
una
uguale
grande
fiamma
li
ardeva
.
Più
la
reprimevano
e
più
essa
divampava
internamente
,
consumando
le
loro
forze
in
una
febbre
singolare
.
Temevano
il
mondo
,
malgrado
che
fossero
liberi
;
lo
temevano
con
una
paura
di
tutti
i
momenti
,
con
un
tremore
come
d
'
imminente
catastrofe
.
Niuno
aveva
il
diritto
di
muovere
loro
un
rimprovero
,
eppure
essi
temevano
tutto
,
l
'
uomo
che
passa
e
sogghigna
,
la
donna
che
passa
e
sorride
,
l
'
impiegato
postale
che
consegna
la
lettera
con
uno
sguardo
d
'
intelligenza
,
il
servo
che
domanda
permesso
prima
di
entrare
,
l
'
amico
che
assume
un
'
aria
discreta
,
l
'
amica
che
interroga
con
un
cenno
:
la
più
umile
,
la
più
sciocca
creatura
li
faceva
fremere
di
spavento
.
Forse
,
amandosi
in
quella
forma
così
rovente
,
sentivano
di
abbandonarsi
a
una
passione
tanto
diversa
dai
miseri
e
fallaci
amori
quotidiani
,
da
dover
meritare
l
'
invidia
,
il
biasimo
e
la
calunnia
;
forse
,
il
segreto
è
la
grande
condizione
dell
'
intensità
.
Così
si
vedevano
,
alla
sfuggita
,
ogni
tanto
,
avendo
messo
nella
rapida
ora
tanti
sogni
,
tante
speranze
,
tanto
fuoco
d
'
amore
,
che
non
trovavano
parole
,
soffocati
,
come
coloro
che
hanno
le
vertigini
degli
altissimi
pinnacoli
;
in
tre
o
quattro
mesi
,
fra
la
primavera
e
l
'
estate
,
vivendo
egli
a
una
villa
sui
colli
albani
,
essa
nella
palazzina
campestre
fra
gli
aranci
di
Sorrento
,
si
erano
incontrati
due
volte
,
per
due
giornate
,
in
un
villaggio
presso
Milano
,
la
prima
volta
,
a
Baia
la
seconda
volta
.
Tutta
la
loro
vita
era
sospesa
a
quei
due
giorni
di
passione
ardente
;
tutto
l
'
intervallo
fra
quei
due
giorni
non
era
che
una
lunga
aspettazione
di
giorni
aridi
e
annoiati
,
di
notti
vegliate
,
in
una
rivoluzione
del
cuore
e
dei
nervi
.
Ad
ambedue
,
quando
,
per
consolare
le
ore
di
lontananza
,
essi
evocavano
quelle
due
giornate
,
appariva
come
una
grande
fiamma
lieta
e
alta
e
divorante
;
il
ricordo
era
vasto
,
immenso
,
vago
,
quale
un
oceano
di
fuoco
,
sopra
cui
qualche
punta
appariva
,
come
estremo
albero
di
nave
sommersa
.
Insistentemente
egli
si
rammentava
il
volto
smorto
di
lei
,
quando
ella
si
affacciò
al
vagone
fermato
nella
stazione
di
Monza
e
,
malgrado
ogni
suo
impeto
di
evocazione
,
pur
volendo
fermamente
rivederla
col
suo
delicato
e
profondo
sorriso
delle
ore
più
felici
,
egli
continuava
ad
avere
innanzi
quella
faccia
pallida
di
donna
morente
.
Egli
cercava
di
rianimare
tutti
i
suoi
ricordi
,
di
quei
due
giorni
,
come
ella
era
vestita
,
la
foggia
della
sua
acconciatura
,
le
parole
che
aveva
dette
,
il
tono
della
sua
voce
:
ma
una
sola
sensazione
,
acuta
,
squisita
,
gli
ritornava
,
con
la
persistenza
di
un
martello
sull
'
incudine
:
il
profumo
che
avevano
i
guanti
morbidi
di
Grazia
e
le
mani
sottili
profumate
.
Quando
le
scriveva
di
quei
giorni
,
confusamente
,
egli
ritornava
sempre
a
dire
di
quella
faccia
pallida
allo
sportello
e
di
quelle
mani
odorose
,
di
quei
guanti
così
profumati
"...che
è
quel
profumo
,
dimmi
,
dimmi
,
amore
,
perchè
io
l
'
ho
confitto
nell
'
anima
e
ogni
tanto
mi
fa
piangere
,
come
un
fanciullo
,
perche
il
mio
amore
è
lontano
e
io
non
posso
avere
,
sotto
le
mie
labbra
,
le
sue
mani
inebrianti
?..."
Ed
ella
nella
fiorita
campagna
sorrentina
,
quando
i
villeggianti
vicini
,
o
i
suoi
ospiti
,
ritirandosi
,
l
'
avevano
lasciata
sola
,
libera
,
ella
voleva
far
riapparire
fantasticamente
quei
due
indimenticabili
giorni
di
oasi
;
ma
armandosi
con
la
stessa
forza
,
con
la
stessa
intensità
,
lo
stesso
inesplicabile
fenomeno
psicologico
avveniva
in
lei
ed
ella
non
poteva
che
ricordare
qualche
scintilla
della
grande
fiamma
.
Fra
un
turbine
roteante
d
'
impressioni
,
rammentava
soltanto
,
Grazia
,
un
sorriso
enigmatico
alla
sua
domanda
:
e
tu
,
perchè
mi
ami
?
Sì
,
egli
aveva
avuto
un
sorriso
bizzarro
,
lungo
,
pieno
di
un
segreto
profondo
:
ella
rivedeva
sempre
innanzi
agli
occhi
quel
sorriso
acuto
,
crudele
,
che
parea
le
nascondesse
la
verità
,
tormentosamente
.
E
nelle
orecchie
,
nel
cervello
di
Grazia
restava
una
sensazione
fissa
,
continua
,
invincibile
,
il
ricordo
della
sua
voce
,
quando
la
chiamava
sommessamente
,
teneramente
,
dolorosamente
,
come
se
chiedesse
amore
e
soccorso
,
come
se
invocasse
pietà
:
Grazia
,
Grazia
,
Grazia
!
...
Così
identica
era
la
loro
passione
nel
carattere
,
nella
profondità
,
nella
misura
che
il
grande
sogno
da
realizzare
nacque
nelle
loro
fantasie
esaltate
,
contemporaneamente
,
germogliando
nello
stesso
pomeriggio
autunnale
,
nella
stessa
ora
di
disperazione
,
mentre
erano
lontani
lontani
,
per
molte
miglia
.
Ambedue
furono
colpiti
dal
medesimo
,
irresistibile
desiderio
,
contro
cui
nulla
più
poteva
difenderli
;
ambedue
arsero
di
tale
desiderio
come
se
fosse
il
più
alto
,
l
'
estremo
delle
loro
anime
.
L
'
immenso
avvenire
innanzi
,
alle
loro
esistenze
ancora
giovani
,
li
sgomentava
con
la
sua
solitudine
arida
,
mentre
essi
portavano
in
cuore
di
che
riempirlo
per
sempre
,
di
una
strabocchevole
felicità
.
Al
punto
in
cui
la
grande
fiamma
che
li
ardeva
era
giunta
in
entrambi
,
era
loro
insopportabile
vivere
ancora
,
divisi
,
lontani
,
estranei
:
lo
stesso
cupo
dolore
li
abbatteva
.
La
paura
del
mondo
,
delle
sue
ciarle
,
delle
sue
calunnie
veniva
man
mano
scomparendo
innanzi
a
questo
bisogno
di
amore
,
di
felicità
che
è
in
fondo
a
tutti
i
temperamenti
umani
,
più
freddi
e
più
silenziosi
,
e
che
nell
'
ora
della
passione
parla
di
una
voce
che
nulla
fa
tacere
.
Per
chi
si
sacrificavano
?
In
nome
di
quale
principio
,
di
quale
idea
,
di
quale
persona
?
Su
quale
altare
sconosciuto
deporre
l
'
olocausto
della
loro
passione
?
-
Io
non
posso
più
soffrire
,
la
mia
vita
finisce
-
scriveva
Grazia
.
-
Io
non
posso
più
soffrire
,
il
mio
coraggio
è
esausto
-
scriveva
Ferrante
.
In
tale
ardente
impazienza
,
la
loro
sensibilità
sentimentale
raffinata
dai
sogni
,
dalle
insonnie
,
dalle
lettere
incoerenti
,
si
era
fatta
così
acuta
,
così
squisita
,
così
fremente
alla
minima
impressione
,
che
quanto
li
circondava
era
complice
del
loro
abbandono
.
Quando
donna
Grazia
passeggiava
sotto
gli
ombrosi
viali
della
sua
villa
di
Sorrento
e
fra
gli
aranci
odorosi
le
arrivava
il
canto
sottile
di
qualche
voce
innamorata
,
un
improvviso
fiotto
di
lacrime
la
inteneriva
:
e
coloro
che
l
'
accompagnavano
,
si
meravigliavano
.
Quando
ella
vedeva
,
nella
sera
,
dalla
sua
terrazza
,
levarsi
la
luna
sul
golfo
napoletano
e
tutte
le
case
intorno
soffondersi
di
bianca
luce
molle
,
una
collera
le
saliva
alla
gola
,
di
non
essere
via
,
di
non
essere
con
lui
,
in
quell
'
ora
di
dolcezza
,
una
collera
contro
il
tempo
che
fuggiva
,
contro
gli
ostacoli
che
si
frapponevano
al
suo
amore
e
contro
sè
stessa
che
non
sapeva
vincere
gli
ostacoli
.
E
a
Roma
,
l
'
autunno
è
apportatore
di
novi
,
profondi
turbamenti
alle
anime
già
turbate
:
quando
Ferrante
portava
il
suo
vagabondaggio
a
Villa
Borghese
,
dove
ancora
i
viali
pare
che
conservino
la
appassionata
fantasima
di
Beatrice
Cenci
,
ogni
ombra
femminile
,
snella
,
dal
volto
pallido
e
bruno
dietro
la
veletta
,
lo
facea
trasalire
;
quando
egli
portava
il
suo
vagabondaggio
serotino
a
uno
dei
teatri
,
bastava
che
dietro
alla
nuca
bionda
di
una
donna
,
in
un
palchetto
,
si
profilasse
il
volto
di
un
uomo
innamorato
perchè
egli
si
sentisse
,
a
un
tratto
,
immerso
in
una
disperazione
inguaribile
.
Allora
,
lontani
,
divisi
,
si
tendevano
le
braccia
come
creature
anelanti
,
che
sanno
un
posto
solo
dove
appoggiare
il
capo
stanco
:
ed
è
questo
il
petto
della
persona
che
adorano
,
assente
,
lontana
.
E
allora
,
confusamente
,
nella
crisi
fatale
di
questa
passione
,
si
venne
delineando
un
piano
di
amore
,
imperfetto
,
vago
,
ma
che
conduceva
a
un
sol
desiderio
:
quello
di
rivedersi
,
di
stare
insieme
,
lungamente
,
per
sempre
.
Ognuno
di
loro
,
invece
di
perdere
la
propria
forza
in
vani
conati
di
dolore
,
avrebbe
cercato
di
adoperarla
a
vincere
tutti
gli
ostacoli
morali
e
materiali
per
potersi
riunire
,
fra
quindici
,
fra
otto
giorni
,
in
un
paese
solitario
,
tranquillo
,
in
un
ambiente
di
poesia
e
d
'
amore
,
dove
potessero
passare
sconosciuti
o
indifferenti
alla
folla
,
o
ravvolti
in
una
comune
indulgenza
.
Chi
di
loro
due
disse
la
parola
:
Venezia
?
Chissà
!
Fu
così
,
naturalmente
,
che
i
loro
cuori
si
fermarono
su
quel
mite
orizzonte
di
arte
e
di
quiete
,
su
quell
'
ambiente
di
case
mute
e
sommerse
nel
languore
che
la
morte
precede
,
su
quella
città
dove
l
'
amore
pare
abbia
la
sua
naturale
atmosfera
di
pensiero
,
di
lirica
umana
.
Venezia
,
Venezia
!
Fu
il
nome
amabile
,
seducente
,
che
videro
brillare
ogni
giorno
,
ogni
ora
;
innanzi
alla
loro
immaginazione
;
parola
magica
che
fece
scomparire
tutte
le
altre
;
sillabe
ravvolgenti
e
incantatrici
da
cui
le
loro
anime
prese
,
legate
,
non
si
potettero
svincolare
mai
più
.
E
man
mano
le
loro
lettere
andarono
perdendo
tutto
quel
carattere
d
'
indefinito
,
tutta
quella
vaghezza
di
contorni
,
quel
continuo
agitarsi
errabondo
dello
spirito
,
quella
incoerenza
di
anime
deliranti
:
la
passione
addossata
al
muro
della
realtà
,
era
entrata
in
un
periodo
positivo
,
pratico
,
preciso
.
Ogni
giorno
,
sotto
la
volontà
inflessibile
,
sotto
la
doppia
inflessibile
volontà
,
il
loro
piano
acquistava
linea
,
colore
,
cifra
;
il
suo
aspetto
di
fatto
si
veniva
così
minutamente
facendo
reale
,
che
,
già
quasi
quasi
,
per
Grazia
e
per
Ferrante
,
parea
di
vivere
in
quella
realtà
.
Accanto
a
questi
particolari
definiti
,
matematici
,
dove
la
loro
insofferenza
si
appagava
,
come
per
il
fatto
compiuto
,
ogni
tanto
,
ma
sempre
più
scarsamente
,
si
veniva
allogando
qualche
scoppio
improvviso
di
frase
amorosa
:
oppure
una
parola
soltanto
:
Venezia
.
Anche
l
'
aspetto
degli
amanti
era
mutato
.
Si
eran
fatti
,
nell
'
esteriore
,
freddi
,
risoluti
,
distratti
in
un
pensiero
o
in
un
'
azione
,
sempre
occupati
in
qualche
cosa
,
schivando
,
con
la
freddezza
,
la
folla
degli
estranei
e
anche
quella
degli
amici
.
Parlavan
poco
,
brevemente
.
Non
più
le
belle
passeggiate
della
penisola
sorrentina
vedevano
comparire
il
bruno
volto
pensoso
di
donna
Grazia
:
ma
in
una
stanza
accanto
alla
sua
erano
aperti
tutti
i
bauli
,
tutte
le
valigie
della
casa
e
la
cameriera
,
che
le
voleva
bene
,
ignorava
ancora
la
destinazione
che
prendeva
la
sua
signora
.
Ella
vedeva
che
ogni
giorno
donna
Grazia
veniva
chiudendo
,
in
quei
bauli
e
quelle
valigie
,
tutto
quanto
aveva
di
prezioso
come
valore
e
come
ricordo
:
ella
vedeva
che
donna
Grazia
si
aggirava
per
la
casa
,
in
vestaglia
di
lana
bianca
stretta
alla
cintura
da
un
mistico
cordone
di
seta
nera
,
guardandosi
intorno
come
trasognata
,
considerando
le
pareti
vuote
e
i
cassetti
aperti
,
come
se
volesse
portare
via
ancora
qualche
cosa
.
-
La
signora
parte
per
un
lungo
viaggio
?
-
chiese
timidamente
,
un
giorno
,
la
fanciulla
devota
.
-
Lungo
,
lungo
....
-
mormorò
vagamente
,
donna
Grazia
.
-
E
io
debbo
venire
?
-
No
....
Meglio
che
non
veniate
-
soggiunse
donna
Grazia
.
-
Tutta
sola
,
un
lungo
viaggio
?
-
osò
chiedere
ancora
la
ragazza
.
Donna
Grazia
chinò
il
capo
e
non
rispose
:
un
velo
di
tristezza
le
passò
sulla
faccia
.
Tacquero
.
E
Ferrante
,
come
il
giorno
della
partenza
si
approssimava
,
non
andava
più
nei
soliti
ritrovi
di
Roma
autunnale
:
male
o
bene
,
ma
con
una
febbre
di
uomo
preoccupato
,
aveva
cercato
di
risolvere
alcuni
affari
stringenti
,
assorbito
,
distratto
,
accettando
qualunque
peggiore
risoluzione
,
purchè
fosse
immediata
.
Quando
i
suoi
intimi
lo
vedevano
ricomparire
,
per
un
momento
,
gli
domandavano
,
sorpresi
:
-
Ma
che
fai
,
dunque
?
-
Parto
-
rispondeva
lui
,
pensando
ad
altro
.
-
Dove
vai
?
Egli
faceva
un
cenno
vago
,
come
di
paese
molto
lontano
.
Per
discrezione
,
gli
intimi
non
chiedevano
altro
:
sapevano
quale
tragedia
morale
avesse
sconquassata
la
sua
famiglia
e
molti
supposero
qualche
improvvisa
,
bizzarra
decisione
.
Anzi
,
la
voce
ne
corse
,
avvolta
in
veli
misteriosi
.
Una
sera
,
un
amico
più
affettuoso
,
più
insistente
,
andò
a
casa
di
lui
:
e
lo
trovò
solo
,
fumando
,
con
le
finestre
aperte
,
ma
col
caminetto
acceso
dove
buttava
delle
carte
,
dopo
averle
lette
.
Sul
tavolino
vi
erano
altri
pacchi
di
lettere
,
un
grosso
portafoglio
di
pelle
,
tutto
sdrucito
,
due
o
tre
libri
dalla
legatura
usata
e
un
paio
di
minute
pistole
nella
loro
scatola
che
pareva
quella
di
un
gioiello
.
-
Che
fai
,
ti
vuoi
ammazzare
?
-
domandò
ridendo
l
'
amico
.
-
Forse
-
rispose
Ferrante
,
ridendo
un
poco
,
ma
poco
.
Nè
dissero
altro
,
mentre
nel
caminetto
le
lettere
avvampavano
allegramente
.
Così
,
nell
'
alba
bigia
in
cui
donna
Grazia
partì
da
Sorrento
per
Napoli
,
mentre
aveva
detto
ai
suoi
amici
che
sarebbe
partita
solamente
la
sera
,
in
quell
'
alba
bigia
,
la
sua
devota
cameriera
,
vedendola
andar
via
,
avvolta
nel
grande
mantello
bruno
,
avvolta
nel
bruno
velo
che
le
circondava
il
capo
,
il
viso
,
il
collo
,
si
chinò
,
commossa
,
a
baciarle
la
mano
:
-
Io
la
rivedrò
,
nevvero
?
-
chiese
,
cercando
di
trattenere
le
lacrime
.
-
Forse
-
disse
donna
Grazia
,
andandosene
,
senza
voltarsi
.
Tanto
la
fatalità
li
aveva
vinti
,
ambedue
.
Donna
Grazia
non
vedeva
nè
il
mite
sole
che
rallegrava
le
vie
di
Napoli
,
nè
le
azzurrità
fini
del
cielo
e
del
mare
,
nè
la
folla
lieta
che
si
godeva
quel
giorno
soave
:
chiusa
nella
carrozza
da
nolo
,
guardando
ogni
istante
il
piccolo
orologio
sospeso
alla
cintura
pur
senza
vederne
l
'
ora
,
ella
divorava
lo
spazio
con
la
mente
,
cercava
di
ripetere
per
la
millesima
volta
il
calcolo
del
tempo
e
dello
spazio
,
per
chetare
la
propria
impazienza
.
Sarebbe
partita
da
Napoli
per
Roma
alle
due
e
cinquantacinque
,
col
treno
più
celere
,
tutta
sola
nel
suo
compartimento
;
sarebbe
giunta
a
Roma
alle
otte
e
trentacinque
della
sera
;
alla
stazione
avrebbe
ritrovato
Ferrante
e
dopo
un
'
ora
e
mezzo
,
in
cui
non
sarebbero
neppure
entrati
in
Roma
,
sarebbero
ripartiti
,
via
Firenze
e
Bologna
,
per
Venezia
,
insieme
.
Insieme
!
Pensando
,
ripensando
,
pronunciando
sottovoce
questa
parola
,
ella
vedeva
scomparire
l
'
ora
,
il
tempo
,
lo
spazio
tutto
,
una
nebbia
le
scendeva
sugli
occhi
,
una
lieve
vertigine
le
confondeva
ogni
moto
.
Insieme
!
Fu
macchinalmente
che
pagò
il
cocchiere
,
scendendo
alla
partenza
,
nella
stazione
,
stringendo
fra
le
mani
il
sacchetto
dove
erano
i
suoi
valori
più
preziosi
.
La
grande
galleria
coperta
dove
si
prendono
i
biglietti
era
quasi
vuota
.
Ella
non
vi
badò
.
-
Di
prima
,
per
Roma
-
disse
,
affannando
un
po
'
al
bigliettinaio
.
-
Ecco
-
fece
quello
-
ma
si
affretti
,
perchè
il
treno
parte
.
Improvvisamente
,
presa
da
una
orribile
paura
,
ella
si
mise
a
correre
,
vedendo
appena
la
sua
strada
,
urtando
le
persone
,
lasciando
appena
il
tempo
alla
guardia
di
tagliare
il
biglietto
,
arrivando
sul
terrapieno
,
appena
a
tempo
per
vedere
il
treno
delle
due
e
cinquantacinque
allontanarsi
lentamente
.
Ella
tese
le
braccia
e
gridò
,
come
se
avesse
potuto
fermarlo
.
Un
facchino
sorrise
;
mentre
gli
impiegati
della
stazione
,
raccolti
in
gruppo
,
la
guardavano
con
curiosità
.
Alla
paura
ella
sentì
subentrare
una
grande
angoscia
e
una
grande
vergogna
:
rientrò
nella
sala
di
aspetto
,
deserta
,
si
andò
a
buttare
in
un
cantuccio
,
stringendo
le
labbra
per
non
singhiozzare
dietro
il
velo
,
stringendo
nelle
mani
nervose
,
convulsamente
,
il
manico
di
cuoio
della
borsetta
.
Perdere
il
treno
,
che
miseria
,
che
disgrazia
ridicola
,
che
tragedia
buffa
!
Le
pareva
un
'
avventura
così
sciocca
,
così
volgare
che
non
sembrava
possibile
fosse
capitata
proprio
a
lei
,
nel
momento
supremo
in
cui
si
decideva
la
crisi
del
suo
amore
;
era
fremente
di
sdegno
e
di
onta
.
Tanta
forza
di
volontà
,
tanto
impeto
vincitore
,
tanto
magnetismo
trionfante
di
amore
,
tanta
elettricità
condensata
...
e
farsi
buttare
a
terra
da
un
orologio
che
non
va
,
o
da
un
cocchiere
che
non
ha
saputo
sferzare
il
suo
cavallo
.
Avrebbe
pianto
di
collera
.
Vediamo
,
quale
era
la
piccola
,
meschina
causa
,
la
causa
stupida
per
cui
tutto
l
'
edifizio
era
crollato
?
E
cercava
,
invano
,
di
ricordarsi
:
se
era
stata
la
propria
lentezza
nell
'
annodarsi
il
velo
in
casa
sua
,
a
Napoli
,
nel
suo
appartamento
solitario
;
o
l
'
esser
tornata
indietro
,
un
momento
,
per
aver
dimenticato
un
taccuino
da
cui
non
si
separava
mai
;
o
il
non
aver
trovato
immediatamente
la
carrozza
da
nolo
;
o
perchè
il
cocchiere
avea
prescelto
la
stretta
,
difficoltosa
e
ingombra
via
di
Forcella
alla
via
della
Marina
,
per
andare
alla
stazione
.
Chi
lo
sa
!
Si
trattava
di
cinque
minuti
,
di
soli
cinque
minuti
,
cinque
piccolissimi
,
cortissimi
,
brevissimi
minuti
,
che
si
perdono
così
naturalmente
,
così
facilmente
un
po
'
qui
,
un
po
'
là
,
senza
saper
come
:
e
la
loro
perdita
,
poi
,
equivale
alla
rovina
di
tutto
un
sogno
!
Fu
solamente
dopo
un
'
ora
di
riflessioni
amarissime
,
che
ella
sentì
un
soffio
di
rassegnazione
penetrarle
nel
cuore
:
ma
pur
essendosi
calmata
,
un
'
amaritudine
gliene
rimase
.
Si
levò
,
risolutamente
:
andò
a
leggere
l
'
orario
,
sulla
parete
stuccata
di
bianco
.
Avrebbe
potuto
partire
soltanto
la
sera
,
alle
dieci
e
quarantacinque
.
Circa
sette
ore
di
attesa
!
Pure
,
non
ebbe
il
coraggio
di
rientrare
in
città
,
a
Napoli
;
le
sarebbe
parsa
una
rinunzia
completa
.
Avrebbe
aspettato
nella
stazione
.
Non
l
'
avrebbero
mandata
via
,
da
quella
sala
d
'
aspetto
?
Non
aveva
mai
viaggiato
sola
:
non
sapeva
niente
.
Il
guardiano
le
si
accostò
,
guardandola
curiosamente
.
Ella
gli
donò
subito
cinque
lire
:
si
sentì
meno
timorosa
.
Cercava
di
ricostruire
il
suo
piano
.
Bisognava
,
innanzi
tutto
,
telegrafare
a
Ferrante
-
e
tal
pensiero
la
faceva
arrossire
,
pensava
che
avrebbe
egli
detto
,
trovandola
così
sciocca
,
così
distratta
da
perdere
il
treno
.
Che
dirà
,
che
dirà
?
-
si
andava
domandando
,
mentre
girava
intorno
alla
stazione
,
senza
ritrovare
l
'
ufficio
telegrafico
.
Alla
fine
lo
trovò
.
E
allora
non
seppe
dove
indirizzare
il
telegramma
;
non
seppe
che
cosa
dire
,
si
sentiva
così
irritata
e
umiliata
,
con
sè
stessa
,
col
caso
,
che
lacerò
i
fogli
,
senza
riescire
.
Alla
fine
,
mettendo
l
'
indirizzo
della
stazione
di
Roma
gli
telegrafò
,
così
confusamente
,
che
le
riesciva
impossibile
partire
prima
delle
dieci
e
quarantacinque
,
senza
aggiungere
le
ragioni
di
questo
impossibile
e
soggiunse
,
umilmente
:
perdonami
.
Lo
soggiunse
,
poichè
non
potea
resistere
all
'
idea
del
dolore
di
lui
,
Ferrante
,
non
vedendola
giungere
alla
stazione
di
Roma
,
trovando
un
telegramma
invece
della
sua
persona
.
Oh
quelle
sette
ore
di
attesa
!
La
pallida
signora
,
vestita
di
un
grande
mantello
bruno
,
tutta
chiusa
in
un
grande
velo
di
garza
bruna
,
snella
e
flessuosa
nella
persona
,
dall
'
andatura
un
po
'
lenta
,
un
po
'
stanca
,
fu
vista
da
per
tutto
,
ripetutamente
,
nella
stazione
,
per
quel
pomeriggio
e
per
quella
sera
.
Innanzi
alle
lunghe
vetrine
del
libraio
e
nella
sala
gelida
dei
bagagli
,
camminando
,
fermandosi
,
sfogliando
distrattamente
un
libro
,
aprendo
un
giornale
illustrato
;
di
nuovo
alla
sala
del
telegrafo
,
donde
telegrafò
a
Sorrento
,
a
due
o
tre
persone
che
non
la
interessavano
punto
;
verso
le
sette
nella
sala
del
buffet
,
dove
prese
un
brodo
e
una
tazza
di
caffè
,
malgrado
che
non
avesse
fame
,
seguendo
con
l
'
occhio
distratto
i
multicolori
avvisi
della
macchina
Singer
,
della
Coca
Buton
e
della
ferrovia
lombarda
ai
Tre
laghi
;
fu
vista
finanche
fuori
stazione
,
passeggiare
in
giù
e
in
su
,
facendo
voltare
tutti
quelli
che
la
incontravano
,
mentre
essa
guardava
,
certo
senza
vederli
,
il
malinconico
giardinetto
della
piazza
,
e
le
carrozze
da
nolo
disposte
intorno
come
i
raggi
di
un
cerchio
,
e
le
insegne
dondolanti
degli
equivoci
alberghi
dal
fanale
verde
o
rosso
;
e
da
capo
,
come
se
ella
non
potesse
stare
ferma
,
fu
incontrata
al
telegrafo
,
alla
posta
,
nei
terreni
incolti
della
Piccola
Velocità
,
presso
il
venditore
di
libri
e
di
giornali
,
su
e
giù
,
su
e
giù
per
tutte
le
gallerie
.
Questo
irrequieto
fantasma
muliebre
vide
empirsi
e
vuotarsi
le
sale
di
aspetto
dei
viaggiatori
che
partivano
successivamente
per
le
linee
di
Salerno
,
di
Castellammare
,
di
Foggia
,
di
Aquila
:
vide
fermarsi
e
andarsene
i
treni
carichi
di
uomini
,
di
donne
,
di
borghesi
e
di
contadini
,
che
se
ne
andavano
ai
loro
affari
,
al
loro
lavoro
,
alle
loro
cure
.
E
nella
ultima
ora
di
attesa
la
invase
una
stanchezza
profonda
;
rincantucciata
in
un
angolo
della
sala
di
aspetto
,
silenziosa
,
immobile
,
col
sacchetto
sulle
ginocchia
,
ella
guardava
le
ondeggianti
fiammelle
del
gas
che
il
vento
della
sera
agitava
,
e
fu
il
guardiano
della
sala
che
l
'
avvertì
della
partenza
-
tanto
in
lei
si
era
fatta
la
convinzione
che
era
inutile
più
partire
,
che
Ferrante
non
l
'
amava
più
,
che
tutto
era
finito
.
Tutta
la
notte
del
viaggio
,
lunga
,
lenta
,
con
le
sue
numerose
,
monotone
fermate
,
ella
la
passò
in
una
veglia
dolorosa
alternata
da
qualche
torpore
doloroso
,
tutta
sola
nel
suo
compartimento
,
tremando
di
freddo
malgrado
le
coperte
e
le
pelliccie
.
L
'
alba
si
levò
sulla
severa
campagna
romana
;
donna
Grazia
dormiva
,
ora
,
pallida
pallida
,
e
solo
i
tre
lunghi
,
striduli
fischi
del
treno
che
entrava
in
Roma
la
riscossero
.
Le
parve
di
uscire
da
un
sogno
triste
:
il
sole
illuminava
le
prime
case
di
Roma
,
e
la
nebbia
romana
,
e
il
fumo
del
treno
,
una
felicità
di
calore
e
di
luce
l
'
avvolse
,
scendendo
dal
vagone
,
poggiando
la
sua
mano
sottile
guantata
sempre
di
nero
in
quella
tremante
di
Ferrante
.
Si
guardarono
,
così
,
lungamente
,
fra
la
folla
,
tenendosi
per
mano
,
camminando
quasi
portati
.
-
Sei
venuta
,
poi
....
-
mormorò
lui
,
cercando
di
dominare
la
propria
emozione
,
intensa
,
soffocante
.
-
Credevi
che
non
venissi
più
?
-
chiese
lei
,
con
uno
sguardo
scrutatore
,
fermandosi
un
minuto
.
-
Sì
,
l
'
ho
creduto
-
soggiunse
lui
,
chinando
gli
occhi
,
confessando
con
quelle
parole
tutte
le
angoscie
della
sua
serata
e
della
sua
nottata
.
-
Mi
perdoni
?
-
domandò
lei
,
umilmente
,
dolorosamente
,
sentendo
bene
che
fra
loro
era
già
sorto
e
consumato
il
primo
dolore
.
-
Non
dir
così
:
tu
ti
puoi
dare
e
ti
puoi
ritogliere
-
disse
fermamente
lui
,
guardando
altrove
,
per
non
far
vedere
che
sforzo
questa
fermezza
gli
costava
.
Essa
non
rispose
.
Poteva
dirgli
che
il
proprio
ritardo
non
era
stata
una
crudele
esitazione
,
l
'
idea
novamente
feroce
di
spezzare
quell
'
amore
:
poteva
semplicemente
dirgli
che
era
stata
la
perdita
di
cinque
minuti
,
per
annodare
il
velo
del
cappello
,
o
per
prendere
il
taccuino
dimenticato
e
che
quindi
ella
aveva
perduto
il
treno
.
Le
parve
,
questa
ingenua
narrazione
,
così
ridicola
,
così
volgare
,
che
non
osò
farla
;
e
lasciò
,
per
viltà
,
che
perdurasse
quell
'
amaro
malinteso
,
quel
senso
triste
di
sfiducia
che
era
nato
nell
'
animo
di
Ferrante
.
Adesso
,
col
facchino
dietro
,
erano
in
piazza
della
stazione
.
-
Dove
andiamo
?
-
ella
chiese
.
-
Non
so
....
-
rispose
Ferrante
,
incerto
.
-
Avremmo
dovuto
partire
ieri
sera
.
Stanotte
,
io
non
sono
rientrato
in
casa
mia
,
ero
così
turbato
....
-
Quando
parte
,
il
prossimo
treno
,
per
Firenze
?
-
diss
'
ella
,
brevemente
.
-
Alle
dieci
e
mezzo
,
fra
tre
ore
.
-
Tre
ore
,
tre
ore
....
-
mormorò
Grazia
,
come
pensando
.
-
Vuoi
che
ti
accompagni
a
casa
mia
....
non
vi
è
nessuno
....
o
in
albergo
?
-
E
il
verbo
accompagnare
era
stato
molto
sottolineato
.
-
No
,
no
,
a
casa
tua
-
rispose
subito
Grazia
,
con
una
paura
nella
voce
.
-
Allora
,
in
albergo
?
-
soggiunse
lui
,
pazientemente
.
-
....
Sì
,
...
ma
senza
entrare
in
Roma
-
e
abbassò
gli
occhi
,
come
vergognandosi
.
-
Vi
è
il
Continentale
qui
dietro
,
in
Piazza
Margherita
,
non
ti
stancherai
molto
.
Seguìti
dal
facchino
che
portava
le
loro
robe
,
vi
andarono
;
sottovoce
come
se
indovinasse
le
intenzioni
di
Grazia
,
Ferrante
chiese
due
stanze
al
segretario
dell
'
albergo
;
sottovoce
costui
gli
domandò
se
le
voleva
vicine
,
e
Ferrante
gli
disse
subito
che
non
importava
.
Grazia
saliva
innanzi
,
chinando
il
capo
;
alla
porta
della
sua
stanza
,
il
segretario
li
salutò
.
Ella
restò
ferma
,
guardando
Ferrante
,
con
la
mano
appoggiata
sulla
maniglia
della
porta
.
-
Rammentati
,
è
alle
dieci
e
mezzo
:
verrò
a
prenderti
alle
dieci
-
disse
Ferrante
,
gelidamente
.
Le
fece
un
saluto
corretto
e
si
allontanò
subito
.
II
.
Ella
entrò
nella
sua
stanza
e
vi
si
chiuse
,
buttandosi
pesantemente
sopra
una
poltrona
:
si
sentiva
morire
di
tristezza
,
sentiva
di
essere
disamorata
,
crudele
con
Ferrante
,
eppure
non
trovava
ancora
uno
slancio
di
tenerezza
,
un
impeto
di
passione
per
fargli
dimenticare
tutte
quelle
noie
,
quelle
punture
,
quei
disinganni
,
quelle
amarezze
.
Ma
tanta
gente
era
loro
intorno
,
dovunque
,
alla
stazione
,
in
piazza
,
nell
'
albergo
,
gente
estranea
,
è
vero
,
ma
curiosa
,
dall
'
orecchio
teso
,
dallo
sguardo
acuto
!
Ella
si
era
chiusa
nella
sua
stanzetta
,
stanzetta
piccola
,
linda
,
ma
banale
come
tutte
le
stanze
di
albergo
,
ma
fredda
con
tutto
il
lieto
sole
autunnale
che
vi
entrava
;
Grazia
si
era
chiusa
lì
dentro
,
e
un
profondo
pentimento
le
veniva
in
cuore
,
pel
modo
come
aveva
trattato
Ferrante
;
la
propria
ingiustizia
verso
quel
forte
e
docile
amante
che
nulla
chiedeva
,
che
non
si
lagnava
,
che
cercava
di
allontanarsi
,
di
ecclissarsi
sempre
,
onestamente
,
correttamente
,
mentre
nell
'
anima
gli
ardeva
la
grande
fiamma
,
questa
propria
ingiustizia
,
le
faceva
orrore
,
le
sembrava
un
egoismo
mostruoso
,
la
crudeltà
di
una
donna
glaciale
che
pospone
sempre
il
mondo
all
'
amore
.
Rivoltata
contro
sè
stessa
,
si
levò
per
chiamare
,
per
far
avvertire
Ferrante
di
venire
da
lei
:
voleva
buttarglisi
alle
ginocchia
per
farsi
perdonare
,
poichè
egli
solo
era
buono
e
giusto
.
Ma
mentre
era
lì
per
premere
il
campanello
elettrico
,
udì
parlare
sommessamente
,
nella
stanza
attigua
.
Si
fermò
:
non
era
sola
dunque
,
malgrado
che
si
fosse
chiusa
a
chiave
?
Aveva
dei
vicini
,
a
destra
e
a
sinistra
,
forse
da
tutte
le
parti
,
che
,
come
ella
udiva
la
loro
,
avrebbero
udita
la
voce
di
Ferrante
e
la
sua
,
parlando
d
'
amore
?
Oh
questi
alberghi
,
che
realtà
,
che
realtà
meschina
,
sconfortante
,
nauseante
!
Tornò
alla
poltrona
,
vi
si
sedette
,
senza
far
rumore
,
aspettando
che
le
voci
cessassero
;
forse
i
vicini
sarebbero
usciti
,
partiti
:
allora
ella
avrebbe
chiamato
Ferrante
,
per
farsi
perdonare
.
Ma
le
voci
dopo
qualche
intervallo
di
silenzio
,
brevissima
pausa
,
si
udivano
di
nuovo
:
erano
quelle
di
un
uomo
e
di
una
donna
,
che
discutevano
pacatamente
;
si
afferrava
ogni
tanto
una
parola
,
facevano
il
conto
del
loro
viaggio
.
Ella
fremeva
,
si
agitava
sulla
poltrona
,
sperando
sempre
,
a
ogni
momento
di
silenzio
,
che
i
vicini
se
ne
fossero
andati
:
ma
quietamente
essi
ricominciavano
a
chiacchierare
,
con
un
'
intonazione
monotona
,
senza
stancarsi
.
Per
un
momento
Grazia
si
turò
le
orecchie
quasi
piangendo
,
al
colmo
di
un
urto
nervoso
che
le
poche
ore
di
cattivo
riposo
del
treno
non
avevano
calmato
:
malediceva
questi
vicini
che
le
rubavano
quelle
altre
ore
di
felicità
.
Andò
ad
aprire
la
finestra
della
stanzetta
,
per
sottrarsi
a
quell
'
incubo
:
il
sole
allietava
tutto
il
piazzale
della
stazione
,
la
giornata
era
dolce
e
bella
,
Grazia
,
stette
guardando
come
un
fanciullo
che
un
nulla
distrae
,
le
persone
che
passavano
sulla
piazza
.
Così
assorta
,
non
udì
che
la
seconda
volta
,
quando
bussarono
alla
sua
porta
.
Era
Ferrante
:
ma
non
entrò
,
rispettosamente
.
-
Andiamo
?
-
diss
'
ella
sorridendogli
.
-
Sì
-
disse
lui
,
sentendo
e
vedendo
la
luce
di
quel
sorriso
,
per
la
prima
volta
.
Ella
mise
il
suo
braccio
sotto
quello
di
lui
:
si
appoggiava
lievemente
.
Non
potea
dirgli
nulla
:
ma
vi
era
nei
suoi
occhi
,
nella
sottile
mano
guantata
,
in
ogni
movimento
della
persona
tanta
femminile
tenerezza
,
una
così
affettuosa
domanda
di
perdono
che
egli
dovette
intenderla
,
in
tutta
la
sua
manifestazione
:
due
volte
,
per
le
scale
in
penombra
,
si
fermò
a
guardare
il
volto
della
sua
donna
,
quasi
volesse
imprimersi
nel
cuore
quella
espressione
così
viva
.
Chi
li
vide
passare
di
nuovo
,
sulla
piazza
,
per
la
stazione
,
andando
a
mettersi
nel
vagone
,
in
quella
bionda
mattinata
di
autunno
,
intese
,
certamente
,
che
passava
sul
capo
di
quei
due
felici
una
silenziosa
ora
celestiale
.
Di
quanto
intorno
ad
essi
avveniva
,
quei
due
più
non
sapevano
:
una
macchinale
coscienza
,
memore
di
altri
viaggi
,
di
altre
partenze
li
guidava
nella
loro
vita
esteriore
:
una
coscienza
meccanica
che
si
chetò
,
anch
'
essa
,
quando
il
treno
fu
partito
da
Roma
.
Erano
soli
.
Una
parte
delle
tendine
color
di
legno
erano
tirate
,
contro
il
sole
che
si
avanzava
;
solo
da
due
cristalli
si
vedeva
il
paesaggio
fuggente
.
Ferrante
si
era
seduto
accanto
a
Grazia
:
la
mano
di
lei
era
fra
le
sue
,
stretta
mollemente
:
a
un
certo
momento
ella
la
ritirò
,
ma
soltanto
per
sollevare
il
suo
velo
bruno
;
la
picciola
mano
fedele
ritornò
subito
fra
quelle
dell
'
amor
suo
.
Nè
dicevano
nulla
.
La
delizia
di
due
amanti
,
soli
nel
vagone
fuggente
per
la
campagna
,
fuggente
innanzi
ai
villaggi
e
alle
piccole
città
,
ha
poche
delizie
che
la
eguaglino
:
tanto
è
acuto
il
senso
di
libertà
,
di
amore
inconturbato
,
di
oblìo
terreno
che
dà
quella
fuga
.
Non
esistono
più
nè
lo
spazio
,
nè
il
tempo
,
nè
l
'
uomo
,
nè
la
vita
:
esiste
solamente
l
'
amore
,
nella
sua
massima
condizione
d
'
indipendenza
,
trasportato
lontano
,
lontano
,
dove
non
vi
sia
che
amore
.
Che
dirsi
?
Ogni
tanto
ella
sentiva
che
Ferrante
la
chiamava
per
nome
,
ripetendone
due
o
tre
volte
le
sillabe
incantatrici
:
ma
forse
non
la
voce
di
Ferrante
,
era
l
'
anima
che
parlava
e
l
'
anima
di
Grazia
stava
a
sentire
.
Due
o
tre
volte
,
a
un
lembo
di
paesaggio
illuminato
di
sole
,
a
un
piccolo
paese
sospeso
lungo
i
fianchi
di
una
collina
,
innanzi
a
una
grande
pianura
maestosa
,
i
due
volti
si
accostavano
,
dietro
allo
stesso
cristallo
,
per
vedere
come
era
bello
il
mondo
esteriore
,
non
quanto
quello
che
portavano
nel
cuore
.
Tacevano
.
Sentivano
che
era
quella
l
'
ora
invocata
tante
volte
,
nelle
insonnie
della
notte
,
nelle
vuote
mattinate
,
nelle
sere
affannose
;
sentivano
che
era
quella
la
realtà
del
loro
infinito
desiderio
,
l
'
amore
nella
solitudine
suprema
;
e
sembrava
loro
che
qualunque
parola
dovesse
turbare
questo
sacro
raccoglimento
,
questa
concentrazione
di
felicità
.
Niuno
sapeva
più
nulla
di
loro
:
essi
non
sapevano
più
nulla
,
di
niente
:
e
poteano
dire
che
il
mondo
era
scomparso
,
o
era
stato
assorbito
nella
incommensurabile
dolcezza
del
loro
amore
.
Solo
quando
il
sole
cominciò
a
discendere
sulla
poetica
campagna
toscana
,
un
senso
di
malinconia
si
mescolò
,
naturalmente
,
a
tanta
dolcezza
.
Era
una
mestizia
fuor
di
loro
,
che
veniva
dalle
cose
:
il
paesaggio
verde
,
i
colli
così
pittoreschi
,
e
le
bianche
case
,
e
il
fiume
mormorante
sul
greto
,
e
i
campanili
dei
villaggi
si
fecero
prima
rossi
,
poi
violacei
,
poi
bigi
:
tutti
i
veli
avvolgenti
,
misteriosi
,
malinconici
del
tramonto
salirono
dalla
terra
al
cielo
.
Parve
che
il
treno
corresse
meno
rapidamente
,
come
preso
anch
'
esso
da
una
fiacchezza
;
le
voci
delle
stazioni
erano
meno
vivaci
,
meno
allegre
,
alcune
sembravano
rauche
,
altre
fioche
;
il
fiume
,
apparendo
,
riapparendo
,
assunse
un
aspetto
tragico
,
di
acqua
traditrice
gorgogliante
;
la
stretta
di
mano
di
Ferrante
che
teneva
nella
sua
quella
sottile
di
Grazia
,
si
allentò
,
come
se
lo
cogliesse
una
improvvisa
,
crescente
debolezza
e
la
mano
sottile
si
raffreddò
sotto
il
guanto
.
Videro
un
cimitero
:
un
piccolo
cimitero
di
paesello
a
mezza
costa
,
con
quattro
o
cinque
cipressi
e
poche
lapidi
bianche
.
-
Beati
i
morti
-
ella
disse
sottovoce
quasi
parlasse
a
sè
stessa
.
-
Chissà
!
-
le
rispose
lui
,
sul
medesimo
tono
.
-
Forse
amano
ancora
.
-
Tu
hai
tombe
,
per
il
mondo
?
-
gli
domandò
lei
,
piegandosi
a
guardarlo
,
in
quella
penombra
crepuscolare
.
-
No
:
ma
tutti
abbiamo
delle
tombe
,
in
noi
.
-
Molte
cose
hai
veduto
morire
?
-
Molte
cose
e
molte
persone
che
son
vive
.
-
È
triste
,
è
triste
-
diss
'
ella
ributtandosi
indietro
,
sulla
spalliera
.
-
La
tristezza
è
in
fondo
alle
anime
:
non
bisogna
andarla
a
cercare
-
soggiunse
Ferrante
,
come
se
pronunziasse
una
sentenza
.
Tacquero
.
Ella
aveva
abbassato
il
velo
sul
viso
di
nuovo
e
il
capo
sul
petto
.
Egli
si
levò
,
guardò
dallo
sportello
opposto
,
nella
penombra
,
per
qualche
tempo
;
poi
ritornò
vicino
ad
essa
,
sedendosi
.
-
Grazia
?
-
Ferrante
?
-
Che
hai
?
-
Nulla
-
fece
lei
,
con
un
gesto
largo
.
-
Dimmi
,
dimmi
che
hai
.
-
Quello
che
hai
tu
-
rispos
'
ella
,
enigmaticamente
.
-
Non
parlare
di
me
:
io
sono
una
quercia
fulminata
.
Tu
non
puoi
essere
come
me
;
sei
così
giovane
,
e
così
bella
,
Grazia
,
e
così
destinata
alla
felicità
!
-
Io
ho
paura
....
paura
....
-
Di
che
,
amore
,
hai
paura
?
-
Della
vita
.
-
Fole
!
-
egli
esclamò
,
sorridendo
nella
penombra
.
-
E
della
morte
,
della
morte
,
assai
più
.
-
La
morte
è
lontana
-
fece
lui
.
-
Taci
,
taci
-
mormorò
Grazia
-
forse
passiamo
innanzi
a
un
altro
cimitero
.
Quasi
presa
da
un
vago
ma
forte
terrore
,
ella
si
era
stretta
a
lui
,
infantilmente
,
poggiandogli
la
guancia
sulla
spalla
,
chiudendo
gli
occhi
.
Quei
due
sportelli
su
cui
non
erano
tirate
le
tendine
di
lana
,
quegli
sportelli
oramai
neri
,
nella
sera
fitta
,
affascinavano
la
donna
,
come
se
fossero
aperti
sull
'
infinito
.
Egli
se
ne
accorse
,
vedendola
immobile
,
estatica
,
con
gli
occhi
sbarrati
sul
nero
orizzonte
che
fuggiva
dietro
i
cristalli
:
volle
fare
un
moto
per
levarsi
,
per
tirare
le
altre
due
tendine
.
-
No
,
no
-
lo
supplicò
lei
,
stringendosi
ancora
,
socchiudendo
gli
occhi
.
Restarono
così
:
il
lumicino
ad
olio
del
vagone
tremava
,
pareva
dovesse
spegnersi
ogni
momento
.
Bizzarre
ombre
danzavano
.
sui
divani
:
tenendola
stretta
a
sè
,
bimba
spaurita
,
Ferrante
sentiva
che
Grazia
affannava
un
poco
.
L
'
aria
si
era
raffreddata
.
Una
angoscia
li
opprimeva
,
entrambi
,
angoscia
ignota
,
angoscia
di
chi
ha
intravvisto
il
negro
problema
dell
'
infinito
.
Due
o
tre
volte
egli
volle
muovere
una
mano
per
carezzarle
i
bruni
capelli
:
ma
ella
temendo
che
Ferrante
la
lasciasse
,
rabbrividì
di
paura
.
Due
o
tre
volte
egli
disse
,
sottovoce
,
come
un
soffio
amoroso
:
-
Grazia
!
Grazia
!
Ma
ella
fremeva
,
fremeva
,
e
gli
diceva
:
-
Taci
,
taci
,
taci
.
Tanto
che
il
lungo
,
sonoro
fischio
,
triplicato
fischio
della
vaporiera
,
le
fece
gittare
un
grido
di
spavento
.
-
È
il
fischio
di
allarme
,
nevvero
-
domandò
,
piena
di
ambascia
,
quasi
che
non
fosse
possibile
,
in
quel
momento
,
altro
che
una
grande
catastrofe
.
-
No
,
no
,
è
Firenze
.
-
Tre
fischi
,
grave
pericolo
-
balbettò
lei
ostinata
.
-
È
Firenze
,
è
Firenze
,
cara
.
L
'
arrivo
spezzò
l
'
incubo
.
La
carrozza
in
cui
essi
viaggiavano
avrebbe
proseguito
sino
a
Venezia
,
attaccandosi
,
al
treno
in
partenza
da
Firenze
;
ma
per
la
partenza
ci
voleva
un
'
ora
e
mezzo
.
-
Scendiamo
?
-
Sì
,
sì
,
sì
-
disse
lei
,
levandosi
,
subito
,
avida
di
moto
,
di
luce
.
-
Vuoi
pranzare
,
nevvero
,
cara
?
-
chiese
lui
,
trattandola
infantilmente
.
-
Sì
,
subito
,
subito
-
fece
ella
,
attaccandosi
al
suo
braccio
,
con
un
'
improvvisa
disinvoltura
.
Ora
,
per
il
livido
chiarore
del
gaz
,
nella
calda
sala
del
Doney
,
seduta
di
fronte
a
lui
,
togliendosi
lentamente
,
con
un
moto
seducentissimo
,
i
lunghi
guanti
neri
,
raddrizzando
i
numerosi
anelli
delle
sue
mani
gemmate
,
appoggiando
le
lunate
spalle
a
un
seggiolone
e
distendendo
i
piedini
sopra
uno
sgabello
,
ella
era
ridiventata
la
bella
,
vivace
signora
dei
convegni
aristocratici
,
dei
balli
inebbrianti
,
dei
folleggianti
pique
-
niques
.
Anzi
,
mentre
i
nervi
le
si
chetavano
nel
senso
di
riposo
che
dà
una
sala
lucente
,
tiepida
,
con
qualche
mazzo
di
fiori
sparso
qua
e
là
,
con
una
folla
rumorosa
che
si
rallegra
nell
'
apprestamento
del
cibo
,
a
questa
sua
bella
serenità
si
mescolava
la
maliziosa
soddisfazione
della
donna
che
gusta
la
libertà
,
il
piacere
bizzarro
e
pericoloso
della
prima
,
audace
avventura
di
amore
.
Essere
in
compagnia
di
Ferrante
che
l
'
amava
,
che
ella
amava
,
guardandosi
negli
occhi
,
sorridendosi
,
innanzi
a
molta
gente
e
senza
punto
curarsi
della
gente
,
pranzando
insieme
,
come
due
sposi
innamorati
,
parlando
pianissimamente
,
a
fior
di
labbro
,
ciò
costituiva
per
lei
una
nuova
,
acre
,
vivida
,
soddisfazione
umana
,
quasi
,
che
ella
esercitasse
una
lungamente
meditata
vendetta
,
di
tanti
pranzi
di
cerimonia
,
noiosi
,
banali
,
fra
persone
indifferenti
e
antipatiche
.
Una
novella
impensata
trasformazione
si
faceva
in
lei
:
ella
si
sentiva
fatta
di
umana
argilla
,
si
sentiva
donna
,
si
sentiva
felice
di
quella
libertà
conquistata
a
prezzo
di
tante
lacrime
,
assaporava
con
lentezza
raffinata
la
sua
parte
di
felicità
terrena
.
Ferrante
,
con
lo
sguardo
profondo
dell
'
amore
,
le
leggeva
nell
'
anima
;
uno
strano
sorriso
di
conquista
gli
vagava
sulle
labbra
;
ed
ella
che
vedeva
questo
sorriso
di
conquista
,
non
se
ne
offendeva
,
no
,
anzi
ne
pareva
singolarmente
orgogliosa
.
Un
senso
segreto
ma
traboccante
di
sfida
le
saliva
dal
cuore
,
ribellatosi
al
cervello
:
una
sfida
contro
tutto
quello
che
aveva
venerato
,
di
cui
aveva
avuto
,
sino
allora
,
rispetto
e
paura
:
parevale
sentire
,
in
quell
'
ora
,
la
inutilità
dell
'
abnegazione
,
la
vacuità
del
sacrificio
,
la
ingratitudine
del
mondo
a
qualunque
privazione
morale
fatta
per
esso
.
E
come
questi
superbi
e
acri
pensieri
le
passavano
nell
'
anima
,
corrodendone
il
buon
metallo
lucido
del
carattere
,
Ferrante
seguiva
questo
passaggio
e
nel
suo
orgoglio
di
uomo
si
gloriava
del
cangiamento
.
Donna
Grazia
prese
dei
fiori
,
una
grossa
manciata
di
fiori
,
dalla
fioraia
che
glieli
offriva
non
senza
timidezza
:
i
morti
fiori
autunnali
di
cui
ella
adornò
il
suo
grande
mantello
bruno
,
fra
occhiello
e
occhiello
:
e
dopo
aver
aspirato
lungamente
il
fiore
,
quasi
impercettibile
profumo
di
una
rosa
thea
,
lo
offrì
a
Ferrante
con
un
muto
cenno
,
con
uno
sguardo
pieno
di
amore
,
sguardo
così
vibrante
di
elettricità
che
l
'
uomo
impallidì
.
Adesso
passeggiavano
su
e
giù
,
nella
galleria
di
aspetto
,
coperta
di
cristalli
,
e
curiosamente
donna
Grazia
si
fermava
a
tutte
le
piccole
botteghe
,
dove
si
vendevano
dei
nonnulla
,
piccoli
ricordi
fiorentini
,
chincaglieria
povera
di
viaggiatori
sentimentali
ed
economici
.
Essa
volle
comprare
le
noci
intagliate
che
raffigurano
la
cupola
di
Santa
Maria
del
Fiore
,
le
scatolette
di
legno
d
'
ulivo
che
vengono
da
Lucca
e
portano
sul
coperchio
le
due
rondinelle
fuggenti
,
col
motto
francese
;
je
reviendrai
,
le
scatole
da
guanti
,
di
paglia
,
foderate
di
raso
azzurro
o
rosso
.
Pareva
una
bimba
bizzarra
e
ingenua
,
al
suo
primo
viaggio
;
essa
risalì
nel
vagone
,
ridendo
,
ridendo
,
buttando
sui
sedili
i
fiori
,
gli
oggettini
,
andando
e
venendo
,
con
le
guancie
un
po
'
calde
e
le
belle
mani
che
sembravano
farfalle
gemmate
,
volitanti
di
qua
e
di
là
.
Siccome
non
si
partiva
ancora
,
Ferrante
le
chiese
permesso
di
passeggiare
sul
terrapieno
,
per
fumare
una
sigaretta
.
-
Fuma
pure
-
disse
lei
,
crollando
il
capo
,
ridendo
ancora
sottovoce
.
Egli
accese
la
sigaretta
e
si
appoggiò
a
uno
dei
pilastri
della
tettoia
,
fumando
silenziosamente
,
immobile
,
guardando
il
vagone
,
fisamente
,
come
se
là
fosse
tutta
la
sua
vita
,
come
se
gli
fosse
impossibile
di
perderlo
d
'
occhio
.
Improvvisamente
ella
si
era
fermata
,
nel
vano
dello
sportello
aperto
,
appoggiando
la
testa
allo
stipite
di
legno
,
e
guardava
Ferrante
che
fumava
.
Attorno
a
loro
i
viaggiatori
si
arrabattavano
per
trovare
i
migliori
posti
,
per
la
notte
:
qualcuno
si
fermava
innanzi
al
vagone
,
di
cui
donna
Grazia
sbarrava
l
'
entrata
,
ma
si
ritirava
subito
,
tanto
quell
'
alta
e
snella
figura
di
donna
pareva
lei
posta
a
guardia
della
carrozza
.
Ferrante
prese
ancora
un
'
altra
sigaretta
bionda
,
l
'
accese
,
la
fumò
,
imperturbabile
fra
il
chiasso
di
quella
partenza
per
la
linea
Bologna
-
Venezia
.
Donna
Grazia
si
era
seduta
dietro
lo
sportello
,
ma
teneva
il
busto
un
po
'
inclinato
,
per
guardare
ancora
il
suo
compagno
di
viaggio
:
quando
gli
vide
gittare
metà
della
seconda
sigaretta
,
spenta
,
mormorò
sommessamente
:
-
Non
vieni
?
Egli
dovette
più
che
udire
,
intendere
,
tanto
era
fioca
la
voce
seduttrice
:
fu
nel
vagone
in
un
attimo
,
tirandosi
dietro
lo
sportello
.
-
Fuma
anche
qui
:
non
mi
fa
male
-
disse
lei
,
mettendosi
di
nuovo
i
guanti
,
mollemente
.
-
No
,
no
,
tu
devi
dormire
-
rispose
lui
,
con
una
tenerezza
quasi
fraterna
.
Ma
fra
le
pelliccie
,
gli
scialli
,
le
coperte
,
al
caldo
,
ella
si
addormentò
assai
tardi
.
Teneva
gli
occhi
chiusi
,
però
,
lasciandosi
prendere
da
tutta
quella
dolcezza
dell
'
amore
e
delle
cose
;
ogni
tanto
,
con
un
moto
adorabile
di
stanchezza
,
li
schiudeva
e
trovava
gli
occhi
di
Ferrante
fissi
su
lei
,
così
teneri
,
così
amorosi
che
la
magnetizzavano
di
nuovo
,
nella
dolcezza
.
-
Non
dormi
?
-
chiedeva
ella
,
vagamente
,
come
se
parlasse
in
sogno
.
-
Non
ho
sonno
-
diceva
lui
facendole
cenno
di
chetarsi
,
sorridendo
tacitamente
.
Solo
nel
mezzo
della
notte
,
ella
trabalzò
,
scossa
da
un
grande
fragore
,
vedendo
una
gran
luce
rossastra
.
-
Che
è
?
-
gridò
,
levandosi
a
metà
.
-
Niente
,
non
aver
paura
:
passiamo
sul
Po
.
Sulle
rive
nere
del
fiume
,
nella
notte
,
grandi
cataste
di
legna
secca
bruciavano
:
attorno
ad
esse
i
guardiani
del
fiume
vegliavano
e
si
riscaldavano
,
temendo
l
'
inondazione
autunnale
.
-
Dormi
,
non
aver
paura
-
soggiunse
lui
,
lasciando
ricadere
la
tendina
,
sedendosi
accanto
a
lei
,
passandole
lievemente
la
mano
sui
capelli
,
per
chetarla
.
Quando
ella
si
risvegliò
di
nuovo
,
all
'
alba
,
avevano
già
oltrepassato
Mestre
,
erano
sulla
stretta
lingua
di
terra
che
attraversa
la
laguna
.
E
non
si
vedeva
altro
,
da
tutte
le
parti
,
che
una
grande
estensione
di
acqua
immobile
,
senza
che
un
solo
soffio
ne
agitasse
la
tinta
argentina
,
opaca
.
Ogni
tanto
una
pianta
acquatica
,
senza
fiori
,
senza
foglie
,
cioè
un
cespuglio
di
rami
nudi
e
neri
,
irti
come
spini
,
usciva
dall
'
acqua
:
o
un
pilone
nero
,
un
po
'
inclinato
,
sorgeva
dal
fondo
.
Una
lieve
nebbia
argentina
ma
senza
luccicori
fluttuava
sull
'
acqua
,
e
tutto
l
'
orizzonte
era
della
stessa
tinta
,
senza
che
si
potesse
distinguere
dove
l
'
acqua
finisse
,
dove
cominciasse
il
velo
di
nebbia
.
Un
vento
umido
e
molle
alitava
.
E
il
vagone
parea
molle
di
umidità
,
tutto
il
treno
pareva
andasse
sull
'
acqua
dormiente
,
attraverso
la
nebbia
,
fra
il
fiato
umido
e
soffocante
.
-
Ecco
Venezia
-
disse
Ferrante
,
un
po
'
ansioso
,
guardando
più
il
viso
di
Grazia
che
il
paesaggio
.
-
Non
vi
è
-
diss
'
ella
,
vedendo
solo
la
laguna
e
la
nebbia
,
tremando
un
po
'
nella
voce
,
pallidissima
.
Si
risedette
;
due
volte
mise
la
testa
fuori
del
cristallo
,
guardò
attorno
,
lungamente
;
si
passò
le
dita
sulla
manica
,
come
per
sentire
se
fosse
molle
di
umidità
.
Alla
fine
,
fra
la
laguna
e
la
nebbia
,
sorse
qualche
profilo
bigio
di
una
massa
più
oscura
.
-
Ecco
Venezia
-
ella
mormorò
,
quasi
fra
sè
.
-
Pare
una
tomba
.
Come
tutte
le
altre
mattine
,
fosse
avvolto
nella
bigiastra
velatura
il
Canal
Grande
e
la
chiesa
della
Salute
,
e
lontano
,
laggiù
,
scomparisse
addirittura
il
canale
della
Zuecca
;
o
la
lenta
pioggia
di
ottobre
piovesse
solingamente
su
quell
'
acqua
dormiente
,
su
quella
chiesa
dormiente
,
su
quei
palazzi
dormienti
;
o
il
biondo
sole
illuminasse
i
tenui
azzurri
del
cielo
e
le
sagome
fini
della
chiesa
e
circondasse
l
'
isola
di
San
Giorgio
in
un
'
aureola
di
luce
;
come
in
qualunque
mattinata
,
Ferrante
entrando
nel
salotto
pieno
di
fiori
,
trovò
donna
Grazia
seduta
,
nel
vano
dello
stretto
e
lungo
balcone
a
ogiva
,
guardando
vagamente
il
paesaggio
.
Ella
portava
sempre
una
delle
sue
vestaglie
di
lana
bianca
,
dalla
forma
di
peplo
,
che
odoravano
di
violetta
,
poichè
fra
le
arricciature
di
merletto
del
collo
,
fra
le
morbide
pieghe
del
petto
,
alla
cintura
,
spuntavano
dei
freschi
mazzolini
di
violette
.
Ella
guardava
,
con
gli
occhi
fatti
quasi
più
grandi
e
un
po
'
vitrei
dalla
lunga
contemplazione
.
-
Che
hai
?
-
disse
Ferrante
,
baciandole
le
mani
.
-
Nulla
-
fece
lei
,
con
un
piccolo
sorriso
.
-
Mi
ami
sempre
?
-
Sempre
,
sempre
.
E
un
cenno
largo
,
come
ad
accennare
un
fatto
ineluttabile
,
accompagnò
la
monotonia
di
quella
voce
dove
pareva
si
fosse
infranta
ogni
corda
di
vivacità
.
-
Sei
triste
,
mi
pare
-
disse
lui
,
chinandosi
a
guardarla
meglio
.
Ella
sorrise
ancora
,
senza
rispondere
,
gli
dette
,
con
un
atto
gentile
,
uno
dei
suoi
mazzolini
di
violette
;
egli
lo
prese
,
l
'
odorò
e
poi
lo
rigirò
fra
le
dita
,
senza
parlare
.
-
Anche
tu
sei
triste
?
-
chiese
ella
,
levando
su
la
testa
,
con
un
gesto
affettuoso
.
-
No
,
cara
.
Venivo
a
chiederti
se
volevi
uscire
.
-
....
Sì
-
disse
lei
,
dopo
una
pausa
,
-
Dove
andiamo
?
-
In
giro
-
fece
lui
.
-
Dove
tu
vuoi
.
Invece
,
la
voce
di
lui
era
un
po
'
stanca
.
Senza
dire
altro
,
ella
si
levò
e
passò
nella
sua
stanza
a
vestirsi
.
Occupavano
un
vasto
appartamento
mobiliato
,
in
uno
dei
magnifici
palazzi
del
Canal
Grande
,
dirimpetto
alla
chiesa
di
San
Giorgio
:
appartamento
mobiliato
con
qualche
traccia
del
lusso
antico
,
a
cui
si
mescolava
tutta
la
confusione
fra
comoda
ed
elegante
del
lusso
moderno
.
Ma
le
stanze
erano
tanto
grandi
che
parevano
vuote
,
sempre
;
le
finestre
,
i
balconi
erano
così
piccoli
che
la
luce
vi
entrava
scarsamente
,
anche
nelle
più
limpide
giornate
;
e
malgrado
i
fiori
di
cui
Grazia
riempiva
tutte
le
stanze
,
tutti
gli
angoli
,
tutti
i
tavolini
,
i
saloni
non
si
rianimavano
,
restavano
freddi
e
muti
come
se
fosse
impossibile
farvi
risuscitare
anche
una
finzione
di
vita
.
Grazia
e
Ferrante
stavano
sempre
insieme
;
spesso
,
lui
,
per
discrezione
,
si
ritirava
nella
sua
camera
,
lasciava
Grazia
libera
;
ma
dopo
un
poco
,
era
preso
da
tale
insoffribile
malinconia
,
che
cercava
di
lei
,
e
la
trovava
così
insoffribilmente
malinconica
,
che
si
tendevano
le
mani
,
come
se
l
'
uno
dovesse
salvare
l
'
altro
.
Quando
erano
insieme
,
certo
,
di
fronte
a
quel
paesaggio
grandioso
ma
dormiente
,
in
quell
'
ambiente
di
cose
morte
e
di
cose
moribonde
,
fra
quei
colori
che
erano
stati
vivaci
ed
erano
pallenti
,
fra
quel
silenzio
grande
di
uomini
e
di
fanciulli
,
certo
,
non
avevano
la
grande
giocondità
delle
anime
intensamente
felici
;
ma
si
teneano
per
mano
,
quieti
,
silenziosi
,
senza
sussulti
e
senza
tristezza
.
Si
ricercavano
,
dunque
,
ansiosamente
,
come
se
dovessero
sempre
partire
per
un
lungo
viaggio
,
come
se
dovessero
iniziarsi
ad
un
altissimo
diletto
spirituale
,
come
se
dovessero
raccontarsi
tutto
un
romanzo
misterioso
,
il
romanzo
del
proprio
cuore
:
ma
,
essendo
insieme
,
parean
subito
appagati
,
senza
bisogno
di
dire
nulla
,
anime
che
già
l
'
ambiente
aveva
impregnate
di
sè
.
Così
quel
giorno
,
come
tutti
i
giorni
,
solo
dopo
pochi
minuti
di
assenza
,
donna
Grazia
ritornò
per
uscire
,
vestita
tutta
di
nero
,
come
sempre
,
mentre
in
casa
era
sempre
vestita
di
bianco
:
sul
nero
vestito
,
qua
e
là
,
dai
merletti
,
dalla
cintura
,
facevan
capolino
i
freschi
mazzolini
di
violette
.
III
.
Andarono
,
per
i
grandi
saloni
,
per
la
scalea
scuriccia
:
un
servo
aprì
loro
il
portone
che
dava
,
per
tre
scalini
,
sulla
laguna
.
L
'
acqua
appena
appena
fiottava
,
contro
il
marmo
corroso
.
Il
barcaiuolo
che
sedeva
a
prora
della
gondola
,
senza
far
nulla
,
aspettando
,
si
levò
subito
e
domandò
qualche
cosa
,
nel
suo
dolce
dialetto
:
-
Ha
detto
-
spiegò
Ferrante
a
Grazia
,
interrogandola
-
se
deve
togliere
il
felze
.
-
Sì
,
sì
-
rispose
ella
subito
-
lo
tolga
pure
;
lì
sotto
si
soffoca
.
E
aspettarono
:
il
gondoliere
,
con
un
certo
moto
bizzarro
,
essendo
entrato
nella
negra
cabina
dagli
ornamenti
di
ferro
lucido
,
ne
sollevò
con
le
spalle
tutta
la
parte
superiore
,
simigliante
alla
gobba
nera
di
un
dromedario
,
al
coverchio
di
una
lunga
bara
di
ebano
dalle
intarsiature
artistiche
e
dalle
finestrine
microscopiche
:
sempre
portandola
sulle
spalle
,
la
depose
innanzi
al
portone
,
raccomandando
al
servo
questo
negro
felze
.
La
gondola
ora
aveva
la
sua
aria
di
barca
da
passeggiata
,
con
l
'
elegante
rostro
lucido
a
prora
,
i
due
posti
di
divano
,
a
poppa
,
foderati
di
panno
nero
,
adorni
di
cordoni
e
di
fiocchi
di
lana
nera
,
sgabelli
neri
su
cui
appoggiare
i
piedi
.
Grazia
e
Ferrante
vi
si
sedettero
,
senza
dire
nulla
:
e
il
gondoliere
cominciò
a
remare
verso
il
Rialto
,
senza
aver
loro
chiesto
nulla
.
Quel
giorno
lo
scirocco
era
più
pesante
del
solito
e
dava
pena
al
respiro
.
Delle
zàttere
cariche
di
carbone
andavano
per
il
Canal
Grande
,
con
un
moto
così
lento
che
pareva
quasi
indistinto
;
l
'
uomo
della
zàttera
puntava
sul
fondo
del
canale
con
una
lunga
pertica
e
,
facendo
forza
,
e
camminando
sulla
zàttera
in
senso
inverso
della
corrente
,
la
faceva
avanzare
.
Era
tutto
bruno
,
arcuato
,
quasi
piegato
in
due
,
e
passando
vicino
,
Grazia
udì
uscirgli
dal
petto
un
gemito
rauco
e
cadenzato
,
quello
che
esce
dal
petto
dello
spaccalegna
.
-
Questo
non
canta
certo
le
ottave
di
Torquato
Tasso
,
come
dicono
i
poeti
di
Venezia
-
osservò
Ferrante
,
nel
cui
cuore
lo
scetticismo
soverchiava
ogni
tanto
il
sentimento
.
-
Eppure
questa
laguna
avrebbe
dovuto
esser
fatta
solo
per
l
'
amore
e
per
l
'
arte
-
mormorò
ella
,
aspirando
il
profumo
di
un
mazzolino
di
violette
-
non
per
il
duro
lavoro
e
per
la
miseria
.
-
Gli
uomini
guastano
tutto
-
osservò
sentenziosamente
Ferrante
.
-
Sì
-
approvò
lei
,
chinando
il
capo
.
La
gondola
andava
lentamente
,
fra
il
gorgoglìo
delle
acque
smosse
;
a
un
certo
punto
,
lasciando
il
Canal
Grande
,
infilò
un
piccolo
canale
,
fra
due
alti
palazzi
grigio
-
verdastri
.
Così
faceva
sempre
il
gondoliero
che
li
conduceva
in
giro
,
senza
chieder
loro
dove
volessero
andare
.
Due
o
tre
volte
lo
aveva
chiesto
:
ma
essi
si
erano
guardati
in
faccia
,
esitanti
,
non
sapendolo
.
Ora
,
non
domandava
più
.
A
ogni
voltata
di
piccolo
canale
gli
usciva
dal
petto
un
grido
gutturale
di
avvertimento
;
a
cui
spesso
rispondeva
un
altro
grido
,
simile
,
dall
'
altro
gondoliere
che
gli
veniva
incontro
,
con
la
sua
gondola
.
-
Perchè
le
gondole
sono
così
nere
,
nere
dappertutto
,
nel
panno
,
nel
legno
,
nei
cordoni
,
nei
fiocchi
?
-
domandò
distrattamente
donna
Grazia
.
-
Portano
il
lutto
della
repubblica
-
rispose
Ferrante
,
che
aveva
accesa
una
sigaretta
e
fumava
.
-
Veramente
?
-
fece
ella
,
guardandolo
.
-
Veramente
.
-
È
triste
,
è
triste
-
susurrò
lei
,
colpita
.
Ma
sbucavano
in
Cannaregio
,
il
quartiere
popolare
,
le
cui
case
sono
piccole
,
le
cui
finestre
sono
adorne
del
bucato
familiare
,
le
cui
fondamenta
sono
continuamente
battute
dai
vivaci
zoccoletti
delle
donne
:
ed
è
un
andirivieni
,
al
sole
,
di
bimbi
biondi
,
di
donnine
dai
capelli
neri
e
ricci
,
a
ondate
fulve
,
di
uomini
piccoli
e
tarchiati
dai
mustacchi
folti
,
ispidi
e
rossastri
,
mentre
l
'
allegro
e
lezioso
dialetto
forma
un
brusìo
,
dovunque
.
Anzi
,
dinnanzi
a
una
casa
,
vi
erano
certi
suonatori
di
chitarra
,
seduti
per
terra
,
mentre
una
donna
in
piedi
,
sotto
l
'
arco
del
portone
,
cantava
una
bizzarra
melopea
,
gutturale
,
quasi
orientale
,
chiamata
la
strega
,
che
un
coro
di
donne
e
di
bambini
riprendeva
,
a
ogni
ritornello
,
con
voce
sorda
e
grave
.
-
Qui
sono
allegri
,
almeno
-
disse
donna
Grazia
,
un
po
'
rinfrancata
,
sollevandosi
sui
cuscini
.
-
Restiamo
qui
,
un
poco
.
Sotto
l
'
arco
di
un
ponticello
,
accanto
al
traghetto
,
la
gondola
si
fermò
.
I
due
amanti
tacevano
,
mentre
il
gondoliere
si
riposava
.
La
canzone
della
strega
continuava
,
grave
,
come
una
canzone
di
Costantinopoli
o
di
Algeri
:
ma
i
suonatori
e
i
cantanti
sogguardavano
spesso
i
due
signori
della
barca
,
intimiditi
,
mentre
la
musica
,
a
poco
a
poco
andava
diventando
più
debole
,
più
bassa
,
come
scoraggiata
dalla
presenza
di
quegli
estranei
.
Una
ragazza
snella
,
dallo
sciallino
di
lana
rossa
,
che
distendeva
una
fune
da
un
anello
ad
un
altro
sulle
fondamenta
,
per
mettervi
ad
asciugare
delle
matasse
di
seta
tinta
,
si
fermò
nel
suo
lavoro
,
facendo
solecchio
con
la
mano
,
per
vedere
se
quei
signori
se
ne
andavano
.
-
Andiamo
via
,
non
disturbiamo
questa
buona
gente
-
disse
Grazia
.
-
Sono
poco
abituati
ai
forestieri
:
il
Cannaregio
è
un
quartiere
di
poveri
,
di
operai
-
rispose
Ferrante
.
La
barca
si
allontanò
,
mentre
,
alle
spalle
,
ricominciava
l
'
allegro
brusìo
del
dialetto
,
ricominciava
il
ticchettìo
degli
zoccoletti
sulle
fondamenta
di
pietra
levigata
,
ricominciava
la
canzone
costantinopolitana
della
Strega
.
Andarono
innanzi
molto
tempo
,
incontrando
pochissime
gondole
,
trovandosi
a
un
tratto
in
un
largo
canale
deserto
:
un
canale
così
vasto
,
così
torbido
nelle
sue
acque
immobili
,
così
malinconicamente
intonato
che
donna
Grazia
,
per
vincerne
l
'
impressione
,
ne
chiese
il
nome
al
gondoliere
.
-
È
il
Canale
Orfano
,
eccellenza
.
E
la
gran
leggenda
tragica
,
che
era
durata
,
sinistra
e
tetra
,
per
centinaia
di
anni
,
la
leggenda
di
tutti
quei
condannati
,
innocenti
o
rei
,
che
dopo
aver
agonizzato
per
giorni
e
mesi
nelle
carceri
soffocanti
della
Repubblica
,
in
una
notte
oscura
,
facevano
l
'
ultimo
loro
viaggio
sotto
il
felze
opprimente
della
gondola
,
per
essere
strangolati
tacitamente
e
gittati
nelle
acque
profonde
del
Canale
Orfano
,
si
parò
innanzi
alla
fantasia
dei
due
amanti
,
con
tutti
i
fremiti
di
sgomento
che
tale
visione
truce
può
dare
.
-
Il
fondo
deve
essere
coperto
di
scheletri
-
disse
donna
Grazia
,
guardando
fissamente
l
'
acqua
.
-
Torniamo
indietro
-
soggiunse
Ferrante
con
voce
alterata
.
Tornarono
:
e
come
il
gondoliere
affrettava
il
movimento
dei
suoi
remi
,
donna
Grazia
gli
fece
cenno
,
con
la
mano
,
di
far
piano
:
pareva
che
temesse
di
disturbare
quei
morti
.
Ancora
,
silenziosi
,
vogarono
per
i
canali
,
muti
,
quasi
stanchi
,
non
guardandosi
neppure
.
Il
movimento
della
gondola
,
a
lungo
,
li
gittava
in
un
intorpidimento
di
tutti
i
sensi
;
tanto
che
neppure
l
'
ora
fuggente
aveva
più
valore
per
essi
.
Canali
seguivano
canali
:
l
'
acqua
era
,
dove
verdastra
,
dove
bigia
,
dove
semplicemente
torbida
,
dove
con
un
'
opaca
oscurità
di
carbone
:
palazzi
seguivano
i
palazzi
,
portoni
pesanti
chiusi
come
da
secoli
,
gradini
corrosi
dalla
salsedine
,
alti
pilastri
piantati
nelle
acque
per
legarvi
le
gondole
e
che
s
'
inclinavano
come
se
fossero
presi
da
una
inguaribile
debolezza
,
finestre
senza
cristalli
,
ma
le
cui
imposte
verdi
sembravano
sbarrate
per
sempre
.
Ogni
tanto
un
monastero
,
una
chiesa
,
una
bottega
d
'
infilatrice
di
perle
;
di
nuovo
portoni
chiusi
a
catenaccio
e
finestre
serrate
sino
all
'
ultimo
piano
.
La
linea
era
pura
,
bella
,
artistica
:
la
poesia
che
traspirava
da
tutto
l
'
ambiente
era
grande
,
ma
portava
un
profumo
di
fiori
morti
.
E
i
due
cadevano
in
un
languore
di
mestizia
che
ne
domava
ogni
entusiasmo
,
che
ne
annullava
ogni
impeto
di
vitalità
.
-
Qui
,
dicono
fuggisse
Bianca
Cappello
,
per
andarsene
con
l
'
amante
a
Firenze
-
disse
Ferrante
indicando
una
finestra
bassa
di
un
grande
palazzo
.
-
Oh
!
...
-
fece
Grazia
,
senza
aggiungere
altro
.
E
dopo
un
poco
,
sogguardando
l
'
uomo
che
amava
,
facendo
cadere
le
parole
,
ad
una
ad
una
,
gli
chiese
:
-
Tu
sei
stato
un
'
altra
volta
,
a
Venezia
?
Egli
intese
la
profondità
della
domanda
e
il
pericolo
della
risposta
:
una
rapida
emozione
gli
scompose
il
volto
.
Ma
fu
incapace
di
mentire
.
-
Sì
:
un
'
altra
volta
-
rispose
nettamente
,
buttando
nel
canale
la
sigaretta
spenta
.
-
....
Molto
tempo
fa
?
-
aggiunse
ella
,
con
la
freddezza
e
la
tenacità
di
un
giudice
che
interroga
.
-
....
Non
molto
.
Ella
tirava
,
macchinalmente
,
ad
una
ad
una
,
le
violette
dal
mazzolino
che
teneva
nelle
mani
e
dopo
averle
fatte
girare
intorno
al
dito
,
le
buttava
in
acqua
,
seguendole
un
momento
con
l
'
occhio
.
Poche
ne
rimanevano
,
smorte
,
quasi
appassite
nella
larga
foglia
verde
che
le
accartocciava
,
penzolanti
sugli
stelucci
.
-
Eri
solo
?
-
finì
d
'
interrogare
lei
,
sempre
tenendogli
piantati
gli
occhi
sul
volto
.
Egli
non
rispose
,
nè
prima
,
nè
dopo
,
sentendo
la
crescente
crudeltà
di
quel
dialogo
.
Non
rispose
e
volse
il
capo
altrove
.
Allora
ella
,
con
l
'
aria
di
una
persona
perfettamente
convinta
,
guardò
un
'
altra
volta
le
sue
ultime
violette
e
con
un
atto
risoluto
,
le
buttò
in
laguna
,
tutte
.
Ostinatamente
,
per
nascondere
il
rivolgimento
del
suo
spirito
,
egli
guardava
dall
'
altra
parte
;
e
anch
'
essa
si
mise
a
fissare
un
punto
qualunque
dell
'
orizzonte
.
Una
brutta
gondola
passò
:
le
finestrine
del
felze
,
senza
i
soliti
delicati
ornamenti
di
ferro
lucido
,
erano
chiuse
coi
lucchetti
,
come
una
cassa
forte
.
E
sulla
porticina
del
felze
,
a
guardia
,
stavano
seduti
due
carabinieri
in
tenuta
di
viaggio
e
coi
fucili
fra
le
gambe
,
immobili
,
in
quell
'
attitudine
seria
,
pensosa
,
che
dà
loro
come
una
nova
aureola
di
rispetto
.
Era
la
gondola
del
carcere
che
avendo
preso
alla
stazione
i
carcerati
e
i
carabinieri
,
li
conduceva
per
la
laguna
,
alla
tetra
dimora
.
Grazia
seguì
con
l
'
occhio
il
nero
convoglio
filante
sulle
acque
;
poi
abbassò
il
capo
sul
petto
,
reprimendo
le
ardenti
lacrime
che
le
salivano
agli
occhi
.
Fu
più
innanzi
,
in
un
canale
laterale
che
si
lega
al
Canal
Grande
nel
sestiere
di
Dorsoduro
,
che
incontrarono
la
più
tetra
barca
della
laguna
.
Era
tutta
nera
,
come
le
altre
,
ma
mancava
di
quella
grazia
civettuola
della
gondola
di
passeggiata
:
non
aveva
,
a
prua
,
il
rostro
lucido
;
era
più
larga
,
più
piatta
;
si
dondolava
goffamente
sulle
acque
:
e
i
due
gondolieri
,
invece
del
solito
gabbano
fra
cittadino
e
marinaro
,
invece
del
solito
berretto
,
portavano
una
giacchetta
nera
e
un
cappello
a
cilindro
,
con
una
coccarda
nera
.
Stava
ferma
,
la
gondola
,
innanzi
a
un
portoncino
aperto
;
due
o
tre
donne
erano
sotto
il
portoncino
.
-
Che
è
quella
gondola
?
-
disse
Grazia
al
gondoliere
,
scattando
in
piedi
.
-
È
la
gondola
dei
morti
,
eccellenza
:
quelli
sono
i
becchini
.
-
Andiamo
via
,
andiamo
via
,
Grazia
-
disse
Ferrante
rompendo
il
silenzio
,
dolcemente
,
volendo
infrangere
il
malo
incantesimo
di
quella
giornata
.
-
No
,
no
,
voglio
vedere
-
disse
lei
,
duramente
-
gondoliere
,
fermati
un
poco
.
-
È
meglio
andare
,
cara
,
è
meglio
-
ribattè
lui
,
umilmente
,
crollando
il
capo
.
Ma
ella
non
gli
dette
retta
.
In
piedi
,
appoggiata
al
divanetto
di
destra
,
guardava
nel
portoncino
nero
,
donde
arrivava
un
confuso
mormorio
.
-
Voglio
vedere
questo
morto
-
disse
a
sè
stessa
,
senza
distogliere
gli
occhi
dal
portoncino
.
E
quasi
la
sua
anima
desiosa
di
dolore
,
avesse
avuto
una
forza
magnetica
,
un
tumulto
si
fece
nell
'
ombra
del
portoncino
,
e
fra
un
piccolo
gruppo
di
donne
e
di
uomini
,
portata
da
due
altri
becchini
,
comparve
la
bara
;
dietro
le
persiane
di
una
finestra
,
al
primo
piano
,
si
udiva
un
singhiozzo
disperato
e
si
vedeva
una
mano
convulsa
che
tentava
di
aprirle
,
mentre
qualcuno
si
opponeva
,
tenendole
ferme
.
Questi
volevano
vedere
la
bara
,
che
veniva
caricata
nella
gondola
funeraria
:
la
piccola
bara
,
la
sottile
bara
,
poichè
era
la
bara
di
un
bambino
,
e
lassù
,
era
certamente
la
madre
del
bimbo
che
singhiozzava
e
tentava
disperatamente
di
aprire
la
finestra
.
A
un
tratto
,
con
un
moto
svelto
di
gente
pratica
,
i
becchini
gondolieri
ficcarono
la
piccola
bara
sotto
il
felze
e
ne
richiusero
con
un
colpo
secco
la
porticina
.
Il
picciolo
morto
era
solo
,
là
sotto
.
Ai
quattro
lati
del
felze
furono
sospese
delle
povere
e
pallide
corone
di
sfatti
crisantemi
,
che
una
fanciulla
piangente
in
silenzio
aveva
porto
ai
becchini
.
-
Andiamo
via
,
presto
,
presto
-
disse
nervosamente
Grazia
al
gondoliere
,
ricadendo
a
sedere
sul
divanetto
.
A
un
tratto
era
stata
presa
dall
'
orribile
paura
di
dover
fare
la
stessa
via
del
morticino
;
e
soggiungeva
,
mentre
si
allontanavano
,
senza
voltare
il
capo
indietro
,
presto
,
presto
.
Alle
spalle
il
singhiozzo
della
persona
che
si
disperava
dietro
la
gelosia
si
era
fatto
più
forte
,
più
alto
:
la
barca
funeraria
si
metteva
in
moto
.
Ma
era
così
lenta
,
che
la
gondola
di
Grazia
e
di
Ferrante
scomparve
subito
.
Quando
ebbero
camminato
per
un
pezzo
,
allora
soltanto
ella
si
voltò
a
guardare
Ferrante
,
ma
lo
vide
così
travolto
,
così
pallido
,
che
ne
ebbe
orrore
e
pietà
.
E
dopo
un
minuto
di
intensa
riflessione
,
ella
intuì
,
ella
indovinò
il
pensiero
di
lui
:
-
Tu
pensi
al
tuo
bambino
?
-
gli
disse
,
sottovoce
,
nella
faccia
.
Ah
,
questa
volta
,
questa
volta
,
egli
non
ebbe
il
coraggio
di
negare
:
disse
di
sì
,
semplicemente
,
senz
'
altro
.
Ed
ella
,
allargando
le
braccia
,
fece
un
atto
di
persona
vinta
,
che
lascia
andare
la
sua
vita
al
vortice
soverchiante
.
Pure
,
nella
serata
,
ubbidendo
alla
sua
natura
buona
e
generosa
,
ella
andò
a
lui
,
nella
pace
fredda
del
grande
salone
e
lo
pregò
che
le
perdonasse
.
Si
umiliava
,
tutta
confusa
,
sentendo
sempre
più
grande
farsi
la
lontananza
fra
loro
,
cercando
,
con
la
bontà
,
con
la
pietà
,
di
riavvicinare
le
loro
anime
,
nuovamente
.
E
lo
vide
tremare
,
come
essa
tremava
,
di
dolore
,
di
tenerezza
,
di
compassione
:
egli
le
carezzò
lievemente
i
capelli
,
con
quel
moto
affettuoso
,
famigliare
,
aggiungendo
qualche
vaga
parola
di
conforto
:
e
l
'
uno
voleva
consolar
l
'
altro
,
a
forza
,
come
di
una
grande
sventura
ignota
,
di
cui
nessuno
dei
due
voleva
pronunziare
il
nome
.
Nell
'
ombra
del
salone
che
solo
la
vampa
del
caminetto
spezzava
,
gittando
spruzzi
sanguigni
di
luce
sul
vecchio
tappeto
veneziano
,
essi
si
tenevano
per
mano
,
frementi
di
dolore
,
balbettando
incerte
parole
di
consolazione
e
sembravano
,
insieme
,
in
quell
'
ora
bruna
,
in
quella
camera
,
la
rovina
di
una
grande
cosa
,
i
superstiti
di
un
naufragio
dove
tutto
avessero
perduto
.
Nè
il
sole
novello
,
nè
le
miti
giornate
di
ottobre
,
nè
gli
sforzi
dei
loro
cuori
coraggiosi
e
onesti
,
nè
la
paura
della
catastrofe
che
vedevano
avvicinarsi
e
pure
volevano
scongiurare
,
potevano
ridonare
a
Grazia
e
a
Ferrante
,
ciò
che
era
irreparabilmente
fuggito
.
Ancora
per
vari
giorni
Venezia
che
tanti
amori
e
tanti
amanti
ha
visti
e
dovrà
ancora
vedere
,
per
vari
giorni
la
soave
città
languente
di
morte
,
vide
questi
due
amanti
nelle
sue
calli
,
nelle
sue
piazze
,
nelle
sue
chiese
,
sempre
insieme
,
tenendosi
sempre
per
mano
,
come
se
volessero
comunicarsi
un
fluido
che
li
legasse
per
sempre
,
come
se
volessero
vincere
un
potere
ignoto
che
aspirasse
al
dissolvimento
.
Incapaci
di
reggere
alla
solitudine
della
loro
stanza
segregata
,
della
loro
casa
così
piena
di
tristezza
,
incapaci
di
prolungare
un
dialogo
solitario
senza
che
li
conducesse
,
istintivamente
,
inconscientemente
,
a
una
fatale
conclusione
,
essi
cercavano
di
mettere
il
mondo
esteriore
fra
loro
,
desiderosi
di
quanto
potesse
distrarre
i
loro
occhi
e
le
loro
anime
.
Quella
semplice
e
bonaria
vita
esterna
veneziana
,
li
seduceva
,
non
in
sè
,
ma
perchè
li
toglieva
alla
tetra
domanda
della
loro
coscienza
;
le
lunghe
stazioni
sotto
le
Procuratie
,
innanzi
ai
piccoli
tavolini
del
caffè
Florian
,
dove
si
ripetono
,
meno
ingenue
e
meno
piacevoli
,
le
scene
goldoniane
;
le
lunghe
stazioni
,
in
piazza
,
guardando
il
volo
dei
colombi
che
discendono
a
mangiare
il
miglio
,
buttato
dalle
candide
mani
di
una
fanciulla
inglese
,
ammalata
di
nostalgia
e
di
anemia
;
le
lunghe
stazioni
nella
basilica
dove
,
sotto
le
arcate
che
pare
abbiano
profondità
infinite
,
i
lumicini
delle
lampade
moresche
brillano
innanzi
alle
sacre
immagini
cristiane
,
innanzi
ai
santi
e
alle
sante
dalla
faccia
nera
e
dal
vestito
di
argento
;
le
lunghe
stazioni
sulla
riva
degli
Schiavoni
,
nell
'
ora
del
tramonto
,
in
una
luminosità
così
fine
,
così
trasparente
che
nessun
paese
possiede
,
che
nessun
poeta
ha
saputo
descrivere
e
nessun
pittore
dipingere
;
le
lunghe
passeggiate
per
le
straduccie
strette
che
sembrano
corridoi
di
una
immensa
casa
,
la
compra
di
gingilli
,
di
ricordi
nelle
microscopiche
botteghe
di
Merceria
e
di
Frezzeria
;
le
lunghe
contemplazioni
artistiche
nei
musei
e
nelle
gallerie
,
innanzi
ai
capolavori
umani
e
divini
di
Carpaccio
e
di
Gian
Bellino
,
del
grande
Paolo
e
del
superbo
Tiziano
.
Qui
erano
più
lunghe
e
intanto
più
pericolose
le
loro
dimore
,
poichè
la
sublime
arte
veneziana
è
così
fatta
di
amore
supremo
e
di
amore
terreno
,
che
è
impossibile
non
amare
o
non
parlare
di
amore
,
per
essa
.
Queste
manifestazioni
così
potenti
della
passione
,
mentre
li
attraevano
,
li
lasciavano
turbati
sino
agli
strati
imi
del
cuore
.
Più
di
una
notte
,
levandosi
nella
veglia
affannosa
,
uscendo
dalla
sua
stanza
nella
bianca
vestaglia
come
un
fantasma
che
non
avrà
mai
requie
,
Grazia
andava
fino
alla
porta
della
stanza
di
Ferrante
e
sentiva
che
anche
lui
vegliava
,
passeggiando
,
fumando
,
schiudendo
la
sua
finestra
per
guardare
il
negro
Canal
Grande
.
Due
volte
sentì
che
egli
scriveva
,
che
scriveva
tanto
concitatamente
che
la
penna
strideva
sulla
carta
.
E
a
chi
scriveva
?
Ella
non
osò
mai
chiamarlo
,
mai
chiederglielo
.
Due
volte
Ferrante
era
uscito
,
solo
,
forse
per
impostare
queste
sue
lettere
;
mai
era
giunta
una
lettera
di
risposta
.
L
'
angoscia
che
li
ardeva
,
adesso
,
non
era
più
che
dolorosa
:
era
una
vampa
che
li
consumava
in
una
lotta
contro
un
nemico
sconosciuto
che
prendeva
sempre
più
terreno
,
che
ogni
giorno
guadagnava
una
piccola
o
una
grande
battaglia
;
era
una
fiamma
che
li
devastava
da
cima
a
fondo
,
facendo
il
vuoto
in
essi
,
senza
che
le
lacrime
alla
tenerezza
valessero
a
smorzarne
l
'
incendio
.
Nè
l
'
uno
diceva
all
'
altro
il
segreto
di
queste
veglie
ardenti
e
desolate
;
ma
ognuno
lo
indovinava
questo
segreto
,
sul
volto
dell
'
altro
,
senza
parlare
,
anzi
temendo
di
parlare
.
Ancora
camminavano
accanto
,
nella
vita
,
tenendosi
per
mano
:
ma
a
un
motto
,
a
un
gesto
,
tremavano
di
veder
sparire
l
'
amata
figura
daccanto
.
La
solitudine
,
la
solitudine
a
cui
nessun
segreto
resiste
,
la
solitudine
che
risolve
a
rilento
o
bruscamente
tutti
i
grandi
problemi
morali
dello
spirito
,
era
quella
che
li
sgomentava
.
Avevano
deserta
la
casa
,
ora
.
Un
giorno
,
sul
finire
di
ottobre
,
non
sapendo
dove
portare
il
loro
bizzarro
tormento
,
s
'
imbarcarono
sul
vaporetto
che
porta
all
'
isola
del
Lido
,
un
'
isola
tutta
verde
,
piena
di
piccole
ville
,
che
da
una
sponda
dà
sulla
laguna
,
sul
mare
immobile
,
dormiente
,
dall
'
altra
sponda
sullo
squillante
,
fragoroso
,
tempestoso
Adriatico
.
È
su
quella
sponda
che
si
erge
il
bello
stabilimento
di
bagni
marini
,
dove
accorre
tutta
Venezia
e
vengono
italiani
da
tutte
le
parti
,
e
anche
stranieri
,
tanta
è
la
gaiezza
estiva
di
quel
ritrovo
.
Ma
nulla
è
più
stranamente
malinconico
della
città
di
svernatura
al
mese
di
agosto
,
e
delle
spiaggie
di
bagni
quando
l
'
estate
è
fuggita
via
,
da
tempo
.
I
viali
dell
'
isola
erano
deserti
e
il
piccolo
tramvai
andava
e
veniva
,
pian
piano
,
vuoto
,
tanto
per
fare
le
sue
corse
di
quel
giorno
.
Lo
stabilimento
aveva
tutte
le
porte
dei
suoi
camerini
aperte
;
alcune
sbattevano
contro
le
pareti
,
per
il
vento
forte
del
mare
,
le
onde
schiumavano
rabbiose
contro
i
pali
,
frangendosi
.
Nel
grande
salone
-
terrazza
,
non
un
'
anima
;
solo
il
custode
sonnecchiava
nel
suo
casotto
,
malgrado
il
cattivo
tempo
.
Grazia
e
Ferrante
andarono
ad
appoggiarsi
alla
ringhiera
,
guardando
quel
grande
mare
burrascoso
che
li
aspergeva
di
minute
stille
gelide
.
A
un
tratto
una
voce
amica
li
riscosse
dalla
triste
contemplazione
:
un
altro
solitario
era
,
colà
,
un
amico
di
entrambi
,
un
gentiluomo
meridionale
,
cuore
profondo
sotto
apparenze
un
po
'
leggiere
,
un
po
'
scettiche
.
Era
il
solo
che
aveva
intravveduto
la
loro
passione
:
e
trovandoli
colà
non
mostrò
nè
meraviglia
nè
freddezza
.
Per
una
stranezza
Grazia
e
Ferrante
oppressi
dalla
solitudine
e
dalle
loro
segrete
torture
morali
,
per
quanto
prima
avevano
odiato
ogni
contatto
umano
,
per
tanto
in
quel
giorno
furono
contenti
di
trovare
quell
'
amico
,
quel
terzo
.
E
la
conversazione
,
sui
banchi
umidi
di
salsedine
del
vuoto
stabilimento
,
fu
insolitamente
cordiale
,
come
se
un
misterioso
vincolo
legasse
spiritualmente
quelle
tre
persone
.
E
anche
Giorgio
,
il
gran
signore
ricercato
dei
balli
e
delle
caccie
,
lontano
da
Roma
,
in
quel
posto
così
deserto
,
in
quella
giornata
di
temporale
,
pareva
avesse
dimenticato
il
suo
leggiadro
scetticismo
,
pareva
che
una
nota
più
sentimentale
,
più
tenera
,
vibrasse
nel
suo
cuore
e
nella
sua
voce
.
Grazia
che
lo
conosceva
da
anni
glielo
disse
.
-
È
il
contagio
-
disse
Giorgio
,
con
una
velatura
di
sorriso
.
-
Della
persona
?
-
gli
domandò
Ferrante
,
serio
serio
.
-
Anche
.
Ma
è
Venezia
,
sovra
tutto
.
Io
non
posso
ritornare
in
questo
paese
,
senza
sentir
rinascere
in
fondo
al
cuore
tutte
le
onde
soffocate
di
tristezza
.
-
Anche
voi
?
-
mormorò
Grazia
,
abbassando
gli
occhi
.
-
E
perchè
ci
vieni
?
-
chiese
Ferrante
.
-
Perchè
scavare
in
sè
questi
strati
così
amari
?
I
saggi
sanno
dimenticare
.
-
Sei
un
saggio
,
tu
?
-
gli
chiese
ironicamente
Giorgio
.
-
No
-
fece
l
'
altro
,
con
un
senso
di
umiltà
nella
voce
.
-
E
io
neanche
.
Ogni
anno
vengo
qui
per
un
pellegrinaggio
....
-
Religioso
?
-
chiese
Grazia
.
-
....
pietoso
-
rispose
Giorgio
.
-
Quando
la
vita
esteriore
più
mi
ha
inaridito
tutte
le
fonti
del
sentimento
,
quando
più
mi
sento
un
freddo
egoista
capace
di
sacrificare
tutto
al
mio
piacere
,
quando
più
mi
corrode
la
pazza
vanità
e
la
folle
ambizione
,
allora
io
lascio
Roma
,
lascio
Parigi
,
lascio
Londra
e
vengo
qui
,
solo
,
a
guarirmi
,
a
diventar
più
umano
,
più
buono
.
Voi
ridete
di
me
,
forse
?
-
No
,
non
rido
-
soggiunse
Grazia
,
pensosa
,
guardando
il
mare
coperto
di
bianca
spuma
.
Ferrante
taceva
,
pensando
.
-
Venezia
mi
contrista
e
mi
guarisce
-
disse
il
bel
gentiluomo
,
con
la
contrizione
di
un
penitente
,
passandosi
la
mano
sulla
fronte
,
a
scacciarne
le
ombre
che
la
offuscavano
.
Stettero
in
silenzio
,
tutti
tre
:
ognuno
era
preso
dal
proprio
pensiero
e
il
mare
mugghiante
accompagnava
i
voli
di
quelle
fantasie
.
Fu
Ferrante
che
si
risolse
a
rompere
il
silenzio
per
il
primo
,
sospirando
chiedendo
all
'
amico
:
-
Dicci
questa
istoria
,
Giorgio
.
Giorgio
guardò
Grazia
:
e
benchè
ella
non
parlasse
,
lesse
negli
occhi
di
lei
una
preghiera
.
-
Che
vi
può
importare
,
una
storia
d
'
amore
?
-
domandò
Giorgio
ad
ambedue
,
guardandoli
.
Ma
nuovamente
vide
in
ambedue
tanto
ardente
e
doloroso
desiderio
di
sapere
,
di
conoscere
,
di
misurare
,
che
intravvide
financo
,
dietro
il
desiderio
,
l
'
angoscia
di
ambedue
.
Intravvide
,
non
si
spiegò
:
intese
che
come
a
lui
era
necessario
,
in
quel
momento
,
uno
sfogo
,
ad
essi
era
necessario
,
in
quello
stesso
momento
,
l
'
appagamento
di
quel
tormentoso
desiderio
.
-
Sentite
-
disse
.
-
Io
ho
conosciuta
quella
soave
donna
a
Livorno
,
quattro
anni
fa
.
Era
una
polacca
;
si
chiamava
Anna
;
aveva
un
marito
brutale
,
e
che
ne
era
molto
,
molto
geloso
.
Ella
era
piccola
,
delicata
,
con
certi
lunghi
e
folti
capelli
fulvi
e
una
salute
così
delicata
,
che
il
più
piccolo
soffio
di
vento
la
faceva
tossire
.
Così
leggiadra
e
così
debole
,
io
l
'
ho
amata
più
di
tutte
le
donne
opulente
,
trionfali
,
maestose
,
l
'
ho
amata
più
di
qualunque
donna
abbia
mai
incontrata
,
più
di
qualunque
donna
potrò
mai
incontrare
sul
mio
cammino
....
-
Ella
vi
ha
amato
?
-
chiese
ansiosamente
donna
Grazia
.
-
Sì
-
disse
Giorgio
con
semplicità
,
-
Era
buona
e
pia
;
ma
mi
ha
amato
,
con
tanto
ingenuo
trasporto
,
che
io
consumato
alle
esaltazioni
della
passione
,
fui
scosso
per
la
prima
volta
.
Era
così
geloso
il
marito
,
che
non
le
lasciava
un
'
ora
di
libertà
:
qualche
volta
soltanto
,
quando
ella
andava
in
chiesa
,
poichè
ella
era
cattolica
e
lui
ateo
.
Bene
,
la
cercai
in
chiesa
:
ella
tremava
,
povera
piccola
,
poichè
diceva
che
questo
era
un
sacrilegio
,
un
'
offesa
a
Dio
,
il
quale
ci
avrebbe
puniti
,
nell
'
amore
nostro
.
Ma
non
poteva
fuggirmi
come
io
non
potea
trattenermi
dal
seguirla
dovunque
,
dovunque
....
Ferrante
e
Grazia
,
ora
si
guardavano
.
-
Tanto
che
-
soggiunse
Giorgio
,
preso
dall
'
amarezza
eccitante
della
sua
narrazione
-
tanto
che
qualche
cosa
fu
detta
al
marito
;
e
da
un
giorno
all
'
altro
egli
decise
di
partire
.
Oh
quella
notte
!
Coi
piedi
nudi
nelle
pianelle
,
ravvolta
in
uno
scialle
,
tremando
di
freddo
e
di
paura
,
Anna
ebbe
il
coraggio
di
lasciare
la
sua
stanza
,
senza
svegliare
suo
marito
e
di
venire
da
me
,
disperata
,
soffocando
i
singhiozzi
.
Ogni
minuto
che
passava
,
di
quella
notte
,
poteva
metterci
in
pericolo
di
morte
,
entrambi
,
eppure
non
sapevamo
dividerci
,
delirando
di
amore
e
di
dolore
.
Quando
dovette
lasciarmi
,
ella
s
'
inginocchiò
per
terra
e
disse
una
breve
preghiera
,
e
sempre
inginocchiata
,
giurò
sopra
un
piccolo
crocifisso
di
argento
che
le
pendeva
dal
collo
,
che
per
il
giorno
venti
di
ottobre
,
alle
dieci
di
sera
,
ella
si
sarebbe
trovata
a
Venezia
,
ad
aspettarmi
:
e
che
solo
la
morte
avrebbe
potuto
impedirglielo
....
-
Venne
?
-
domandò
Grazia
.
-
Sì
-
riprese
Giorgio
-
venne
.
-
Aveva
giurato
.
Io
era
da
dieci
giorni
all
'
albergo
Danieli
,
nascosto
,
inquieto
,
folle
talvolta
di
paura
,
talvolta
di
speranza
.
Venne
.
Ma
era
morente
,
la
piccola
adorata
;
nè
io
seppi
mai
come
aveva
potuto
sfuggire
alla
sorveglianza
del
marito
,
e
quale
lotta
l
'
aveva
ridotta
in
quello
stato
.
Pure
fingeva
di
star
bene
,
per
amarmi
,
per
amarmi
assai
,
sempre
meglio
,
sempre
più
,
mentre
discendeva
precipitosamente
alla
morte
....
-
Una
breve
stagione
d
'
amore
?
-
chiese
Ferrante
.
-
Diciotto
giorni
.
-
Una
sera
che
era
andato
fuori
,
costretto
da
un
dovere
inrecusabile
,
trattenendomi
due
o
tre
ore
,
al
ritorno
,
non
la
ritrovai
più
.
Era
venuto
il
marito
,
improvvisamente
,
e
l
'
aveva
portata
via
.
Per
due
giorni
girai
Venezia
come
un
pazzo
,
cercandola
.
Non
credevo
a
una
immediata
partenza
.
Poi
mi
misi
disperatamente
in
via
per
la
Polonia
....
-
E
la
raggiungeste
?
-
disse
Grazia
,
quasi
affannando
.
-
No
-
fece
Giorgio
-
era
morta
per
viaggio
.
I
tre
amici
,
come
si
avanzava
l
'
ora
pomeridiana
,
uscirono
dallo
stabilimento
e
si
avviarono
lentamente
verso
la
spiaggia
lagunare
dove
ancorava
il
vaporetto
che
doveva
ricondurli
a
Venezia
.
-
Voi
avete
dovuto
molto
soffrire
di
quella
morte
-
osservò
mestamente
Grazia
che
camminava
fra
i
due
uomini
,
rivolgendosi
a
Giorgio
.
-
Molto
:
ma
per
poco
tempo
.
Sapete
che
il
mondo
dove
viviamo
e
la
vita
che
facciamo
,
non
ci
permette
di
soffrire
che
intensamente
.
-
È
vero
-
disse
Ferrante
.
-
Però
-
soggiunse
Giorgio
-
quella
poveretta
è
stata
per
me
la
grande
,
fuggente
,
sparente
,
idealità
,
buona
e
pura
di
cui
tutti
abbiamo
bisogno
per
vivere
,
sia
essa
una
finzione
o
una
realtà
,
una
donna
o
un
'
idea
.
Intendete
ora
perchè
chiamo
Venezia
un
pietoso
pellegrinaggio
;
perchè
Venezia
mi
sembra
la
tomba
dove
è
sepolta
tutta
la
poesia
della
mia
vita
;
e
perchè
quando
mi
sento
divenire
perverso
a
furia
di
frivolezze
e
di
scetticismo
,
io
vengo
qui
a
ricordare
la
dolce
creatura
vissuta
e
morta
solo
per
l
'
amore
.
S
'
imbarcavano
,
soli
,
sul
vaporino
;
poichè
niuno
faceva
più
il
tragitto
dal
Lido
a
Venezia
.
Rosso
,
rotondo
,
come
disco
di
rame
arroventato
,
il
sole
tramontava
,
basso
sull
'
orizzonte
.
Erano
seduti
tutti
tre
sulla
terrazzina
di
prora
e
tacevano
.
A
un
tratto
Grazia
,
scuotendosi
,
disse
:
-
Povera
donna
!
Avrebbe
potuto
vivere
,
amare
,
esser
felice
....
-
Chissà
!
-
disse
profondamente
Giorgio
.
-
Se
non
fosse
morta
lei
,
sarebbe
morto
l
'
amore
.
-
È
vero
-
-
disse
Ferrante
.
-
È
vero
-
disse
Grazia
.
Nè
più
sino
alla
sera
riparlarono
di
tal
soggetto
:
tennero
compagnia
a
Giorgio
fino
a
che
egli
ripartì
,
alle
dieci
e
mezzo
per
Roma
,
discorrendo
quietamente
e
freddamente
di
arte
,
di
poesia
,
di
viaggi
,
della
società
romana
e
napoletana
,
cui
appartenevano
.
Invece
di
prendere
la
gondola
,
per
ritornare
alla
loro
casa
,
in
quell
'
avanzata
ora
notturna
,
essi
,
per
un
tacito
accordo
,
se
ne
andarono
per
le
strette
vie
,
a
piedi
,
ombre
rasentanti
le
alte
muraglie
dei
palazzi
patrizii
,
salienti
e
discendenti
per
i
ponticelli
,
fermantisi
ogni
tanto
,
per
tacito
accordo
,
a
contemplare
le
nere
acque
dei
canali
.
Non
si
davano
il
braccio
,
non
si
tenevano
per
la
mano
,
non
si
parlavano
:
andavano
col
capo
chino
,
senza
neanche
guardarsi
,
quasi
l
'
uno
non
si
accorgesse
più
della
compagnia
dell
'
altro
.
La
stazione
era
assai
lontana
,
dalla
loro
casa
;
il
tragitto
era
lungo
e
camminando
così
vi
misero
più
di
un
'
ora
.
Arrivati
innanzi
alla
piccola
porta
di
terra
,
con
una
chiave
Ferrante
la
schiuse
.
Ma
non
entrarono
:
si
guardarono
,
immobili
,
con
una
gelida
occhiata
.
-
Addio
,
Ferrante
-
ella
disse
,
glacialmente
.
-
Addio
,
amore
-
egli
disse
,
glacialmente
.
E
si
allontanò
,
nella
notte
.
La
porticina
si
richiuse
subito
.
In
ambedue
,
la
grande
fiamma
era
spenta
.
TRAMONTANDO
IL
SOLE
.
A
Enrico
Nencioni
.
I
.
-
Chiarina
,
ti
presento
un
amico
,
Giovanni
Serra
-
disse
la
padrona
di
casa
,
mentre
Serra
faceva
un
grande
inchino
.
-
Oh
Anna
,
ma
io
lo
conosco
!
-
esclamò
Clara
Lieti
,
vivacemente
,
stendendogli
la
mano
con
un
atto
famigliare
.
-
Veramente
?
E
come
?
-
soggiunse
Anna
,
con
quel
falso
interesse
mondano
,
che
copre
di
amabilità
la
perfetta
indifferenza
.
-
Da
vari
anni
....
da
moltissimi
anni
....
da
un
numero
infinito
di
anni
,
lo
conosco
-
e
Clara
finì
con
una
risatina
squillante
.
-
Non
tanti
,
poi
,
signora
Lieti
-
osservò
Giovanni
Serra
,
quasi
facendo
una
correzione
di
pura
cortesia
.
-
Allora
,
tutto
va
bene
,
vi
lascio
insieme
-
concluse
la
gentile
e
frettolosa
padrona
di
casa
,
allontanandosi
verso
gli
altri
gruppi
che
popolavano
il
suo
salone
.
Serra
restò
in
piedi
,
presso
la
signora
Lieti
:
e
taceva
.
Malgrado
la
luce
bonaria
dei
suoi
occhi
azzurri
,
la
sua
fisonomia
aveva
qualche
cosa
di
austero
,
che
contrastava
con
la
mondanità
dell
'
ambiente
.
-
Non
sedete
?
-
chiese
Clara
,
reprimendo
un
breve
moto
d
'
impazienza
.
Egli
ebbe
una
fugace
esitazione
;
poi
,
si
sedette
in
una
poltroncina
,
accanto
a
lei
.
A
poca
distanza
da
loro
,
tre
signorine
chiacchieravano
e
ridevano
con
due
giovanotti
.
-
Perchè
vi
siete
fatto
presentare
?
-
domandò
Clara
a
Serra
,
rompendo
il
silenzio
,
parlandogli
con
una
intonazione
più
intima
nella
voce
.
-
Non
sono
stato
io
.
Mi
ha
detto
,
la
signora
Anna
:
venite
,
vi
presento
a
una
donna
di
spirito
.
-
Sono
io
,
disgraziatamente
....
-
Come
,
disgraziatamente
?
-
Lo
spirito
è
una
gran
disgrazia
,
per
una
donna
-
ella
sentenziò
,
con
una
di
quelle
tetraggini
improvvise
che
le
oscuravano
la
sorridente
faccia
.
-
Perchè
,
signora
?
E
un
dono
affascinante
,
un
dono
conquistatore
....
-
Per
conquistare
che
?
-
I
cuori
degli
uomini
.
-
Bella
conquista
!
-
Non
l
'
apprezzate
più
?
-
No
,
Serra
-
ella
disse
,
profondamente
.
Egli
la
guardò
,
ma
senza
stupore
.
Si
vedeva
che
non
le
credeva
.
Ella
abbassò
le
palpebre
,
per
celare
un
lampo
d
'
ira
passeggiera
nei
suoi
dolci
,
ma
anche
fieri
occhi
castani
.
-
Mi
duole
,
che
vi
abbiano
presentato
....
-
mormorò
,
poi
,
quasi
parlando
a
sè
stessa
.
-
Lo
ripeto
,
non
è
colpa
mia
.
-
...
come
se
foste
un
estraneo
-
ella
soggiunse
,
vagamente
-
mentre
io
ho
pensato
a
voi
....
spesso
....
-
Oh
!
-
disse
lui
,
con
una
incredulità
modesta
e
cortese
.
-
...
molto
spesso
-
ella
terminò
,
senz
'
aver
l
'
aria
di
accorgersi
della
sua
negazione
.
-
E
come
mai
?
-
domandò
lui
,
con
un
po
'
d
'
ironia
,
niente
altro
.
-
Così
-
disse
Clara
tristemente
e
brevemente
.
Giovanni
Serra
abbassò
gli
occhi
,
quasi
celando
una
domanda
che
si
potea
forse
leggere
nel
suo
sguardo
.
Di
lontano
,
mentre
attraversava
il
salone
per
pregare
una
signora
di
cantare
,
Anna
mandò
loro
un
sorriso
:
li
vedea
discorrere
,
era
contenta
di
aver
bene
collocati
due
suoi
ospiti
.
-
Voi
non
credete
alle
voci
interne
dello
spirito
?
-
ella
gli
chiese
,
guardandolo
fiso
,
con
quei
suoi
occhi
che
il
pensiero
rendea
più
oscuri
.
-
Voi
non
avete
inteso
che
io
pensava
a
voi
?
-
No
,
signora
.
-
Non
credete
a
queste
voci
,
o
non
ne
avete
inteso
?
-
Io
ci
credo
,
come
credo
purtroppo
,
a
tutte
le
cose
sentimentali
:
ma
nulla
mi
ha
detto
nulla
-
e
sorrise
.
-
Peccato
!
peccato
!
-
ella
soggiunse
,
a
bassa
voce
.
Cantavano
,
adesso
.
Era
una
signora
bionda
e
fine
che
,
in
giovinezza
,
si
destinava
al
teatro
e
che
un
felice
matrimonio
aveva
tolta
al
palcoscenico
.
Ma
ella
cantava
dovunque
,
sempre
,
appena
le
domandavano
di
cantare
,
posando
il
suo
manicotto
o
il
suo
ombrellino
,
levando
la
testolina
dal
colletto
di
pelliccia
che
ornava
la
sua
mantellina
,
come
un
uccelletto
canoro
che
vive
del
suo
canto
e
morrebbe
,
se
non
cantasse
.
Tutti
tacevano
,
nel
salone
:
donna
Clara
Lieti
ora
guardava
la
cantatrice
,
quasi
non
volendo
perdere
una
espressione
di
quel
volto
,
sereno
nella
soddisfazione
del
canto
.
Poi
,
voltandosi
verso
Serra
,
pianissimo
,
gli
disse
,
con
un
sorrisetto
malizioso
,
tutta
mutata
nel
viso
:
-
Non
vi
siete
ammogliato
,
poi
?
-
Io
?
E
perchè
avrei
dovuto
ammogliarmi
?
-
Dicevano
....
-
Voi
ci
avete
creduto
?
-
egli
le
chiese
,
mostrando
per
la
prima
volta
una
ansietà
nel
viso
.
-
No
,
mai
.
-
Volevo
dire
-
replicò
lui
,
tranquillizzato
.
-
Mai
creduto
,
mai
-
riprese
Clara
,
sorridendo
.
-
Poteano
passar
gli
anni
,
potevate
viaggiare
,
cambiar
paese
,
cambiar
viso
,
dimenticare
la
patria
,
ma
ammogliarvi
,
no
!
E
le
balenò
il
trionfo
,
nel
viso
.
Egli
si
ritrasse
:
una
espressione
di
austerità
,
di
nuovo
,
gli
chiuse
il
volto
.
-
Siete
fedele
,
voi
-
esclamò
lei
,
ridendo
.
-
Io
,
sì
-
replicò
,
a
occhi
bassi
,
duramente
.
-
Fedele
,
quand
même
-
e
rideva
sempre
più
.
-
Quand
même
,
no
,
signora
Lieti
.
-
Vale
a
dire
?
-
Vale
a
dire
che
il
fedele
quand
même
,
è
l
'
uomo
che
seguita
ad
amare
,
anche
se
è
schernito
,
o
vilipeso
,
o
abbandonato
.
A
me
non
è
accaduto
nulla
di
questo
.
-
Come
?
-
diss
'
ella
,
diventata
grave
.
-
Io
non
ho
amato
nessuna
donna
frivola
o
perfida
....
-
Oh
sì
,
Serra
,
voi
avete
amata
la
più
frivola
e
la
più
perfida
fra
le
donne
!
-
ella
esclamò
,
pianissimo
,
con
un
velo
di
lacrime
negli
occhi
.
-
Che
importa
quella
?
Io
ne
ho
amata
un
'
altra
-
egli
dichiarò
pianissimo
,
guardando
innanzi
a
sè
,
come
se
vedesse
la
visione
di
una
creatura
incorporea
.
-
Ahimè
,
sono
la
medesima
persona
-
Clara
disse
,
pianissimo
,
con
una
mortale
tristezza
.
-
Per
me
,
no
.
-
È
una
illusione
,
Serra
.
Ella
era
cattiva
,
e
voi
avete
gittato
il
vostro
cuore
.
-
Il
mio
cuore
serba
un
divino
ricordo
,
un
ricordo
ideale
a
cui
resta
fedele
:
e
giacchè
tutto
si
riassume
e
si
risolve
in
illusione
,
signora
,
io
preferisco
la
mia
.
-
E
la
donna
umana
,
la
donna
terrena
,
quella
fatta
di
ossa
,
di
carne
e
di
nervi
,
quella
che
vi
ha
fatto
soffrire
e
vi
ha
fatto
piangere
,
l
'
avete
dimenticata
,
Serra
?
A
questa
domanda
così
diretta
,
così
limpida
,
che
Clara
gli
faceva
,
con
voce
pianissima
,
ma
tremante
,
egli
rispose
subito
,
pianissimo
,
ma
senza
tremare
:
-
No
,
per
molto
tempo
.
-
Per
quanto
tempo
?
-
Per
cinque
o
sei
anni
,
credo
,
portai
questo
tormento
.
Dopo
,
ebbi
una
grave
malattia
.
Quando
guarii
,
ero
guarito
anche
del
mio
segreto
tormento
.
-
Guarito
?
Completamente
?
-
Sì
,
signora
,
completamente
.
-
Felice
?
Felice
?
-
Sono
come
un
uomo
liberato
da
una
grave
e
crudele
croce
.
Quando
la
depone
,
egli
si
sente
mortalmente
stanco
:
e
,
forse
,
si
domanda
,
se
quella
croce
non
era
la
sua
vita
.
-
Non
so
che
farei
,
per
vedervi
felice
,
Serra
-
essa
gli
mormorò
,
pianissimo
,
con
tenerezza
.
-
Quando
volete
,
sapete
anche
esser
buona
.
-
Non
siate
così
amaro
.
È
da
un
'
ora
,
che
vi
parlo
con
la
più
grande
dolcezza
.
-
È
così
strana
,
per
me
,
la
cosa
,
che
non
la
capisco
.
-
Perchè
siete
così
ironico
?
Non
sentite
che
vi
parlo
a
cuore
aperto
?
-
Quale
cuore
,
donna
Clara
?
-
Il
mio
cuore
.
-
Quello
di
dieci
anni
fa
?
-
Quello
di
oggi
,
Serra
.
-
Io
non
lo
conosco
,
donna
Clara
.
-
È
un
cuore
pieno
di
umiltà
e
di
tenerezza
.
-
E
perchè
?
-
Così
.
Perchè
la
gente
si
stanca
di
essere
cattiva
,
si
disgusta
della
propria
perfidia
,
ha
la
nausea
di
sè
stessa
!
-
Pare
impossibile
,
donna
Clara
.
-
Non
mi
chiamate
così
!
-
Non
è
il
vostro
nome
?
Il
vostro
bel
nome
luminoso
e
glorioso
?
-
È
il
duro
nome
di
altri
tempi
;
chiamatemi
:
Chiarina
.
-
Vi
chiamerò
:
signora
.
-
Non
siate
così
duro
,
Serra
,
ve
ne
prego
.
-
Io
non
sono
che
rispettoso
.
-
Il
vostro
rispetto
è
freddezza
,
è
sarcasmo
.
Sapete
che
odio
questa
battaglia
di
freccie
avvelenate
.
-
Signora
Lieti
,
perdonatemi
,
se
vi
ho
irritata
.
-
Non
mi
avete
irritata
,
mi
avete
addolorata
.
-
E
da
quando
in
qua
voi
soffrite
,
signora
?
-
Ah
il
dolore
è
delle
più
trionfanti
creature
,
sappiatelo
!
-
ella
disse
,
battendo
le
palpebre
per
diradare
le
sue
lacrime
.
Giovanni
Serra
tacque
.
-
Scusatemi
,
se
vi
ho
detto
qualche
parola
pungente
-
egli
riprese
,
sottovoce
.
-
Ma
la
vostra
dolcezza
,
inaspettata
,
improvvisa
,
mi
ha
sconvolto
.
Perdonatemi
.
Nessun
cuore
vi
è
più
devoto
del
mio
,
signora
.
Ella
lo
guardò
.
Il
pallore
e
la
tristezza
di
quel
bel
volto
di
cui
egli
aveva
adorato
la
gaiezza
,
lo
colpirono
.
Anna
si
avanzava
,
tutta
contenta
,
attraverso
la
gente
che
discorreva
un
po
'
qua
,
un
po
'
là
,
ma
riunita
secondo
le
simpatie
o
gli
interessi
.
-
Ebbene
,
sono
rifioriti
i
ricordi
?
-
chiese
,
mostrando
i
suoi
bei
denti
bianchi
di
donna
grassottella
,
elegante
,
fredda
e
felice
.
-
Rifioriti
,
certo
-
disse
,
levandosi
,
Clara
.
-
Viole
mammole
?
Rose
bianche
?
-
Crisantemi
,
crisantemi
,
Anna
!
-
e
sulla
tetra
parola
fece
una
gran
risata
,
si
licenziò
con
un
sorriso
da
Serra
,
con
una
stretta
di
mano
da
Anna
,
attraversò
il
salone
,
salutando
ancora
qualcuno
ed
escì
.
Donna
Clara
Lieti
,
sotto
l
'
atrio
del
gran
portone
magnatizio
,
in
piazza
Santi
Apostoli
,
sentì
un
gran
freddo
.
Erano
gli
ultimi
di
febbraio
:
ma
sovra
,
nel
salone
,
il
caminetto
era
acceso
,
tanta
gente
vi
si
agitava
,
sotto
le
lampade
coperte
dai
larghi
paralumi
rosei
.
Giù
la
via
era
fredda
,
nella
prima
ora
della
sera
:
nè
via
Santi
Apostoli
è
molto
frequentata
.
Ella
affrettò
il
passo
,
chiudendosi
meglio
nella
sua
giacchetta
di
lontra
,
abbassando
la
faccia
sotto
la
veletta
,
stringendo
le
mani
nel
manicotto
.
Tutto
quello
che
era
accaduto
,
sopra
,
da
Anna
,
le
appariva
molto
confusamente
in
questo
primo
momento
di
solitudine
;
ma
a
traverso
il
tumulto
delle
sue
sensazioni
,
ella
sentiva
,
nitidamente
,
tutta
l
'
amarezza
di
una
delusione
.
Come
,
perchè
?
Avrebbe
forse
preferito
che
Giovanni
Serra
le
avesse
parlato
del
passato
,
scherzando
,
come
qualunque
altro
uomo
avrebbe
fatto
,
violando
,
nella
realtà
del
presente
e
dell
'
oblio
,
tutta
la
sentimentalità
di
un
grande
e
violento
amore
?
No
,
lo
scherzo
l
'
avrebbe
offesa
intimamente
,
dandole
una
delusione
.
Avrebbe
ella
preferito
che
Giovanni
Serra
,
l
'
uomo
che
ella
avea
ragione
di
stimare
come
il
più
leale
che
avesse
incontrato
mai
,
fingesse
,
innanzi
a
lei
,
un
rimpianto
che
non
sentiva
?
No
,
ella
avrebbe
inteso
l
'
ipocrisia
e
ne
sarebbe
stata
tristemente
delusa
.
Avrebbe
ella
preferito
che
egli
le
facesse
una
scena
violenta
,
come
nei
tempi
in
cui
ella
infliggeva
a
un
amore
giovane
,
onesto
e
ingenuo
le
torture
di
una
glaciale
civetteria
e
le
perfidie
di
una
fantasia
muliebre
mobilissima
?
Chi
sa
!
Ella
non
sapeva
bene
che
cosa
avrebbe
preferito
,
in
quell
'
incontro
con
l
'
antica
sua
vittima
,
se
l
'
oblìo
assoluto
,
o
la
menzogna
gentile
,
o
il
rinfocolarsi
della
passione
:
ma
quello
che
era
accaduto
,
non
le
piaceva
.
Era
scontenta
e
triste
.
Sentiva
di
aver
fatto
troppi
passi
sovra
un
terreno
infido
,
su
cui
aveva
vacillato
varie
volte
:
e
si
pentiva
della
via
intrapresa
,
così
,
obbedendo
a
non
so
quale
segreto
impulso
del
cuore
.
E
dire
che
da
tanto
tempo
,
nel
mistero
della
sua
anima
,
ella
si
preparava
a
un
incontro
con
Giovanni
Serra
;
dire
che
aveva
tanto
desiderato
,
mitemente
desiderato
questo
incontro
e
pensato
con
umiltà
,
con
tenerezza
,
tutte
le
cose
umili
e
tenere
che
gli
avrebbe
dette
;
dire
che
ella
aveva
tanto
creduto
all
'
effetto
della
bontà
e
della
dolcezza
,
sovra
un
cuore
che
ella
aveva
abbeverato
di
fiele
!
L
'
incontro
vi
era
stato
,
ma
stupidamente
combinato
,
senza
poesia
;
ella
aveva
detto
le
cose
umili
e
le
cose
tenere
,
ma
le
aveva
dette
male
ed
egli
non
le
aveva
credute
;
era
stata
buona
e
dolce
,
e
non
aveva
fatto
che
tentarlo
dolorosamente
,
rammentandogli
i
dolori
passati
.
Ah
come
era
triste
,
e
scontenta
,
e
affaticata
,
e
infinitamente
delusa
,
di
tutto
quello
che
era
accaduto
!
-
Queste
cose
del
passato
,
forse
,
bisogna
lasciarle
stare
-
pensò
fra
sè
,
e
un
sospiro
le
uscì
dal
petto
.
Per
andare
al
Corso
ella
non
aveva
osato
,
a
quell
'
ora
,
prendere
la
via
dell
'
Archetto
che
è
deserta
e
male
illuminata
:
così
,
aveva
attraversato
tutta
la
via
Santi
Apostoli
,
sul
marciapiede
,
uscendo
a
piazza
Venezia
.
Pensò
se
non
fosse
meglio
,
per
rientrare
in
casa
sua
,
in
via
Babuino
,
prendere
una
carrozza
.
Ma
la
folla
,
di
quell
'
ora
,
al
Corso
,
la
rincorò
:
la
sua
vivace
immaginazione
ricevette
una
impressione
,
immediata
,
di
distrazione
.
-
Non
ci
pensiamo
-
disse
ancora
fra
sè
,
sentendo
in
fondo
all
'
anima
una
delusione
infinita
.
Così
,
camminò
lungo
le
botteghe
fulgidamente
illuminate
,
guardando
con
occhio
distratto
le
vetrine
.
Quanto
si
pentiva
di
essere
stata
così
affettuosa
e
così
dolce
,
con
Giovanni
Serra
!
No
,
non
avrebbe
mai
voluto
apparirgli
leggiera
,
frivola
e
schernitrice
,
come
dieci
anni
prima
;
ma
avrebbe
dovuto
trattarlo
con
disinvoltura
,
ecco
,
come
se
nulla
fosse
stato
.
Come
un
altro
indifferente
qualunque
.
Quasi
quasi
aveva
tentato
di
farsi
fare
una
dichiarazione
d
'
amore
,
da
lui
!
Quasi
quasi
gliene
aveva
fatta
una
,
lei
!
E
quello
,
intanto
,
glielo
aveva
detto
così
chiaramente
,
che
non
l
'
amava
più
!
E
tutto
lo
scetticismo
naturale
e
giusto
,
che
egli
aveva
alimentato
nel
cuore
dieci
anni
,
non
era
sgorgato
,
quando
quasi
quasi
ella
gli
aveva
detto
di
amarlo
!
Ora
,
nella
via
,
Clara
Lieti
,
soffriva
atrocemente
nell
'
orgoglio
.
Quasi
aveva
chiesto
e
non
aveva
ottenuto
:
quasi
si
era
abbandonata
ed
era
stata
respinta
.
Un
'
ira
si
mescolava
alla
delusione
;
ella
camminava
più
presto
,
internamente
esaltata
dalla
ferita
che
aveva
scoperto
alla
sua
superbia
.
Poi
,
camminando
,
ad
un
tratto
,
l
'
ira
cadde
:
-
Bene
mi
sta
-
pensò
.
-
Raccolgo
quel
che
ho
seminato
.
Giovanni
ha
ragione
.
Un
uomo
la
raggiunse
:
erano
in
piazza
San
Marcello
.
-
Signora
,
buonasera
....
-
e
si
cavò
il
cappello
,
mettendosele
accanto
.
Era
Giovanni
Serra
.
Un
po
'
pallido
,
niente
altro
.
-
Buonasera
-
ella
rispose
,
con
voce
stanca
.
-
Siete
venuto
via
?
-
Sì
:
avrei
voluto
scendere
con
voi
di
là
....
ma
siete
fuggita
,
così
....
e
poi
,
si
poteva
notare
....
-
Oh
,
non
importa
!
-
diss
'
ella
con
un
sorriso
amaro
.
-
A
me
,
importa
.
La
voce
di
Giovanni
pareva
meno
breve
,
meno
secca
.
Evitava
di
guardare
Clara
.
-
Posso
accompagnarvi
,
un
poco
?
-
le
chiese
,
frenando
il
tremore
di
emozione
che
lo
vinceva
.
-
Sì
,
sì
,
anche
molto
.
-
Non
seccherà
nessuno
?
-
Chi
,
nessuno
?
-
Qualcuno
che
vi
ami
e
che
voi
amiate
.
-
Io
non
amo
nessuno
e
nessuno
mi
ama
,
Serra
-
ella
rispose
,
freddamente
.
-
Non
è
possibile
,
signora
.
-
Oh
è
possibilissimo
,
credetelo
.
-
Voi
mi
parete
una
donna
degna
dell
'
amore
di
tutto
il
mondo
-
e
la
guardò
con
un
impeto
di
ammirazione
,
in
cui
parve
risorgesse
l
'
uomo
di
dieci
anni
prima
.
-
Siete
stato
sempre
molto
esagerato
,
per
me
,
Serra
-
continuò
ella
a
dire
,
con
un
freddo
e
triste
sorriso
-
e
mi
avete
abituata
male
.
Vi
assicuro
che
la
gente
fa
di
meno
di
amarmi
,
senza
nessuno
sforzo
.
-
Non
vi
conoscono
-
egli
disse
,
a
bassa
voce
.
-
Anche
chi
mi
conosce
.
Specialmente
chi
mi
conosce
.
-
Siete
in
un
periodo
di
pessimismo
,
signora
.
-
In
verità
,
Serra
,
niuno
pensa
di
me
tutto
il
male
che
io
ne
penso
.
E
sì
che
tutti
mi
giudicano
assai
mediocremente
.
-
Non
parlate
così
-
egli
mormorò
.
-
Voi
stesso
,
Serra
.
-
Io
ve
ne
domando
perdono
.
Ero
tanto
turbato
....
mi
avete
parlato
in
un
modo
così
strano
....
-
Già
:
è
la
mia
nuova
maniera
,
quella
di
esser
buona
-
disse
Clara
,
con
un
sorrisetto
amaro
e
gelido
-
ma
mi
riesce
poco
,
come
vedete
.
-
Fare
il
male
,
vi
piaceva
di
più
?
-
egli
le
chiese
,
chinandosi
a
guardarla
attentamente
,
come
quando
gli
parea
intravvedere
la
verità
di
quell
'
anima
femminile
.
Ma
ella
schivò
la
confessione
.
Rispose
,
di
scatto
:
-
Piaceva
di
più
agli
altri
.
-
La
perfidia
?
A
chi
,
dunque
?
-
A
voi
.
-
A
me
?
-
Proprio
.
Se
io
fossi
stata
una
buona
e
affettuosa
donnina
e
non
una
civetta
infernale
,
se
fossi
stata
un
'
anima
pia
e
tenera
e
non
una
beffarda
e
arida
creatura
,
mi
avreste
amata
ben
poco
,
credetemi
-
e
le
lampeggiarono
gli
occhi
,
come
in
quei
tempi
in
cui
egli
delirava
per
quegli
occhi
.
-
Se
voi
foste
stata
non
buona
,
ma
umana
,
semplicemente
umana
,
Clara
-
egli
disse
,
a
voce
bassa
-
allora
,
voi
non
avreste
disfatta
la
mia
vita
.
-
Veramente
,
disfatta
?
Mi
sembra
che
stiate
benissimo
-
e
sogghignò
.
-
Io
non
mi
lagno
,
signora
-
rispose
Serra
,
semplicemente
,
ma
senza
durezza
-
e
non
vi
rimprovero
.
Ella
lo
guardò
,
in
silenzio
.
Veramente
,
in
quel
momento
,
mentre
attraversavano
piazza
Colonna
tutta
fulgida
di
lumi
,
Giovanni
Serra
le
parve
invecchiato
.
Su
quegli
occhi
azzurri
che
ogni
tanto
aveano
qualche
cosa
d
'
infantile
,
parea
che
veli
e
veli
di
lacrime
fossero
passati
,
nell
'
ombra
e
nella
solitudine
,
quando
l
'
uomo
può
lasciar
erompere
il
suo
dolore
,
oltre
le
dighe
della
fierezza
.
Su
quelle
labbra
si
era
posata
una
stanchezza
che
ella
soltanto
ora
scorgeva
,
la
stanchezza
di
aver
invano
chiamato
un
nome
,
di
aver
invano
invocato
un
bacio
,
di
aver
invano
singhiozzato
,
nelle
ore
solinghe
dell
'
abbandono
.
Per
la
prima
volta
,
e
con
una
intensità
profonda
,
ella
sentì
che
vi
hanno
ferite
che
non
si
chiudono
mai
,
e
sentì
che
il
tempo
può
portare
via
una
vita
,
ma
non
può
portare
via
un
dolore
da
un
uomo
vivente
.
-
Quanti
anni
avete
,
ora
,
Serra
?
Ella
lo
chiedeva
,
così
,
vagamente
,
tristemente
.
-
Trentaquattro
,
signora
.
-
Un
uomo
è
giovane
,
a
questa
età
.
-
Anche
una
donna
-
egli
disse
,
cortesemente
.
Clara
ebbe
un
lieve
moto
della
testa
.
E
con
una
infinita
tristezza
,
soggiunse
:
-
Io
non
ne
ho
più
trentaquattro
,
amico
mio
.
-
No
?
Non
eravamo
coetanei
?
-
Eravamo
?
Non
siamo
più
.
Io
ho
centotrentaquattro
anni
,
credo
.
È
incalcolabile
quanto
io
sia
vecchia
,
Serra
.
E
mentre
ella
si
abbandonava
a
quest
'
asserzione
,
piena
di
un
vero
dolore
-
ella
soffriva
moltissimo
d
'
invecchiare
-
tendeva
l
'
orecchio
,
a
raccogliere
la
contraddizione
.
Ma
egli
non
contraddisse
;
disse
,
con
un
ritorno
di
candore
ammirativo
:
-
Per
me
,
non
sarete
mai
vecchia
.
-
Vecchissima
,
vecchissima
!
-
insistette
lei
,
a
denti
stretti
.
-
Non
dite
questo
,
non
lo
credete
:
io
non
lo
credo
.
-
Io
ho
dei
capelli
bianchi
,
fra
i
neri
.
-
Ma
non
si
vedono
:
io
non
li
vedo
.
-
Perchè
li
nascondo
o
li
mostro
con
disinvoltura
.
Se
mi
guardate
bene
,
di
giorno
,
ho
una
quantità
di
piccole
rughe
,
accanto
agli
occhi
e
accanto
alle
labbra
.
-
Non
si
vedono
;
io
non
le
vedo
.
-
Perchè
rido
sempre
.
Ma
se
sono
triste
,
non
so
come
,
i
miei
capelli
bianchi
appariscono
subito
e
le
mie
rughe
si
vedono
tutte
,
sottili
,
che
tagliano
leggermente
la
pelle
,
visibilissime
.
Che
orrore
!
Aveva
detto
questo
in
fretta
,
eccitata
,
come
una
persona
che
si
confessa
di
un
suo
grave
errore
,
piena
di
dolore
,
con
una
brutalità
di
particolari
,
che
le
rendean
fischiante
,
quasi
flagellante
la
voce
.
-
Io
vi
vedrò
sempre
come
vi
ho
amata
,
Clara
-
egli
le
rispose
,
con
la
sua
buona
voce
consolante
.
-
Ah
io
sono
vecchia
,
Serra
:
nessuno
mi
ama
più
e
nessuno
mi
amerà
più
!
-
gemette
ella
,
levando
il
manicotto
,
sino
alla
bocca
,
a
soffocare
un
singhiozzo
.
Turbato
sino
al
profondo
del
cuore
,
egli
non
trovò
parole
per
esprimere
il
suo
pensiero
.
Forse
non
ne
aveva
neppure
uno
preciso
,
in
quell
'
agitazione
di
sentimenti
.
Delicatamente
,
con
una
tenerezza
paterna
,
egli
le
prese
una
mano
guantata
e
la
carezzò
fra
le
sue
:
-
Poveretta
,
poveretta
!
-
Se
sapeste
,
se
sapeste
!
-
ella
balbettò
,
al
massimo
dell
'
emozione
.
-
So
....
so
qualche
cosa
....
-
e
il
calore
della
piccola
mano
che
egli
sentiva
,
dall
'
apertura
del
guanto
,
aumentava
immensamente
la
sua
confusione
.
-
Se
potessi
dirvi
....
amico
mio
....
se
potessi
dirvi
tutto
-
ed
affannava
,
come
se
i
più
terribili
segreti
la
soffocassero
.
-
Tacete
....
non
dite
niente
-
egli
le
susurrò
,
all
'
orecchio
.
-
Che
bene
mi
farebbe
il
parlare
,
amico
mio
!
ah
io
mi
sento
affogare
.
Da
anni
e
da
giorni
,
io
vorrei
gridare
,
urlare
,
pur
di
gittar
via
la
mia
pena
.
E
lo
guardava
con
occhi
così
dolorosi
e
così
interrogativi
,
così
invocanti
un
orecchio
pietoso
alle
confidenze
,
che
egli
si
arretrò
.
Era
pallidissimo
:
ma
Clara
,
nell
'
egoismo
della
sua
angoscia
,
non
se
ne
accorgeva
.
-
Non
potrei
ascoltarvi
,
Clara
.
-
E
perchè
,
e
perchè
?
-
Così
:
non
potrei
.
-
Non
mi
siete
amico
,
allora
?
-
Sì
,
vi
sono
amico
-
e
parlava
con
un
evidente
sforzo
.
-
E
non
vorreste
confortarmi
?
-
Vorrei
,
vi
giuro
che
lo
vorrei
;
ma
così
,
non
posso
.
-
Che
crudele
siete
!
Voi
sapete
che
se
io
potessi
dirvi
la
mia
croce
,
essa
sarebbe
meno
schiacciante
,
meno
pesante
;
voi
sapete
che
se
io
potessi
piangere
accanto
a
voi
,
a
lungo
,
a
lungo
,
piangere
immensamente
,
infinitamente
,
queste
lacrime
mi
laverebbero
da
ogni
torbido
proposito
:
e
mi
negate
questo
sollievo
.
Ah
siete
un
crudele
!
Non
eravate
,
crudele
!
Si
erano
fermati
all
'
angolo
di
via
Babuino
,
dopo
aver
attraversata
piazza
di
Spagna
.
Egli
la
guardava
,
immobile
,
con
gli
occhi
pieni
di
dubbio
.
-
Ma
che
donna
siete
voi
,
Clara
,
che
non
dovete
intendermi
nè
prima
,
nè
poi
?
Io
,
vi
debbo
consolare
,
quando
tutto
il
tempo
della
vostra
gioia
è
stato
dato
ad
altri
?
Io
?
Chi
sono
io
?
Niente
,
nessuno
Così
avete
voluto
che
io
fossi
:
niente
e
nessuno
.
-
Avete
ragione
-
ella
disse
,
domata
a
un
tratto
,
caduta
nella
rassegnazione
e
nell
'
umiltà
.
-
Non
vi
rammentate
che
vi
ho
adorata
come
uno
schiavo
e
che
avete
battuto
sul
mio
cuore
,
come
si
batte
sul
dorso
di
uno
schiavo
?
Non
vi
rimprovero
,
non
mi
lamento
:
ma
voi
mi
domandate
anche
della
pietà
,
voi
che
non
ne
avete
avuta
mai
!
-
Avete
ragione
-
Clara
ripetè
,
umilmente
.
-
Vi
rammentate
,
Clara
,
che
vi
ho
voluto
bene
così
teneramente
e
che
non
me
ne
avete
voluto
mai
?
Vi
ricordate
che
avete
lasciato
che
io
vi
amassi
,
incoraggiandomi
talvolta
,
talvolta
avvilendomi
,
facendomi
passare
dalla
gioia
alla
disperazione
,
in
un
giorno
,
e
non
volendomi
bene
mai
,
mai
,
nè
prima
,
nè
dopo
,
nè
mai
?
È
vero
,
o
no
?
-
È
vero
,
è
vero
-
ella
annuì
,
chinando
il
capo
,
fatta
quasi
più
piccola
dall
'
annichilimento
,
in
cui
la
gittavano
il
rimorso
e
il
rimpianto
.
-
Vi
rammentate
,
Clara
,
che
ne
avete
amato
un
altro
,
me
presente
,
che
avete
voluto
che
io
lo
sapessi
,
che
me
lo
avete
detto
,
ridendo
?
-
Sì
,
sì
,
è
vero
.
-
E
ora
,
Clara
,
ora
che
sono
passati
dieci
anni
,
ora
che
voi
avete
mutato
il
vostro
cuore
,
come
dite
,
ora
voi
siete
come
allora
,
voi
volete
che
io
vi
conforti
,
perchè
un
altro
vi
ha
lasciata
.
Voi
siete
crudele
come
in
quel
tempo
,
Clara
:
allora
ridevate
,
adesso
piangete
,
ecco
la
differenza
!
-
Scusatemi
-
ella
mormorò
,
nel
colmo
dall
'
avvilimento
.
-
Ma
io
sono
un
uomo
,
Clara
,
e
se
posso
avere
spezzato
il
mio
cuore
,
se
posso
aver
vinto
ogni
desiderio
e
ogni
speranza
,
sono
sempre
un
uomo
,
e
voi
non
mi
potete
raccontare
i
dolori
,
che
vi
ha
dato
l
'
amore
di
un
altro
!
-
Perdonatemi
!
E
fece
l
'
atto
di
volergli
prendere
la
mano
.
Ma
egli
la
ritrasse
.
-
Non
mi
avrete
capito
,
mai
,
Clara
.
Morirò
,
ma
non
saprete
nulla
di
me
-
concluse
egli
,
più
freddamente
,
essendo
giunto
quasi
a
vincere
la
sua
emozione
.
Così
camminarono
in
silenzio
verso
la
casa
di
Clara
.
Ella
andava
a
capo
basso
,
sentendo
di
avere
errato
ancora
,
di
avere
inutilmente
violato
la
fierezza
del
proprio
cuore
,
mostrandone
il
segreto
dolore
,
a
un
uomo
che
non
poteva
avere
pietà
di
lei
:
sentendo
di
avere
nuovamente
offeso
quel
cuore
che
era
stato
così
intieramente
suo
e
che
ora
non
aveva
più
forza
pel
desiderio
,
avendone
solo
per
la
dignità
.
Più
amaro
crebbe
in
lei
il
rimpianto
,
comprendendo
di
essere
passata
accanto
all
'
amore
,
alla
devozione
,
alla
dedizione
più
completa
,
senza
accorgersene
,
abbandonando
alla
solitudine
,
all
'
angoscia
questo
cuore
inutilmente
devoto
e
inutilmente
affezionato
.
Era
troppo
tardi
,
oramai
,
anche
per
far
risorgere
in
questo
cuore
una
mite
affezione
:
troppo
tardi
,
per
ridare
a
questo
cuore
la
bella
luce
della
fiducia
.
Due
volte
,
quasi
fosse
sola
,
ella
fece
un
piccolo
cenno
definitivo
,
con
la
mano
aperta
che
pendeva
lungo
la
gonna
e
le
cui
dita
pareva
avessero
lasciato
andare
un
piccolo
e
prezioso
tesoro
.
Camminavano
accanto
:
ma
ella
che
non
aveva
mai
capito
chi
egli
fosse
,
intendeva
che
le
loro
strade
erano
diverse
.
Quando
furono
innanzi
al
portone
,
si
fermarono
.
Egli
aveva
l
'
aspetto
più
stanco
che
mai
;
ma
niuna
durezza
vi
fu
nello
sguardo
con
cui
la
fissò
.
-
Buonasera
-
ella
disse
,
con
un
'
intonazione
monotona
.
-
Buonasera
-
egli
rispose
,
cavando
il
cappello
e
facendole
un
grande
saluto
.
Ma
non
si
lasciarono
subito
.
Parea
che
si
dovessero
dire
qualche
altra
cosa
.
Parea
che
ambedue
sapessero
di
non
doversi
veder
più
e
che
una
qualche
cosa
,
più
intima
,
più
misteriosa
,
si
dovessero
dire
.
Ella
gli
stese
la
mano
:
egli
la
rattenne
un
poco
fra
le
sue
,
ma
senza
stringerla
.
Ambedue
sedavano
a
stento
il
tumulto
delle
loro
anime
.
Poi
,
a
un
tratto
,
egli
le
domandò
una
cosa
strana
,
impensata
:
-
Che
fate
ora
,
sopra
?
-
Io
?
Nulla
.
-
Qualcuno
vi
aspetterà
?
-
No
.
Nessuno
.
Il
tono
era
della
più
perfetta
franchezza
.
-
E
voi
,
che
fate
?
-
chiese
ella
con
eguale
incoscienza
.
-
Vado
a
casa
.
-
A
casa
!
E
che
ci
farete
?
-
Non
so
.
-
Buona
sera
,
Giovanni
-
ella
mormorò
,
facendo
per
andarsene
.
Ah
,
quale
sussulto
,
lo
scosse
!
Ella
che
aveva
sempre
trovato
antipatico
,
brutto
,
volgare
il
suo
nome
di
battesimo
,
tanto
che
egli
aveva
finito
per
odiarlo
,
ella
lo
pronunciava
adesso
,
dopo
dieci
anni
,
con
tanta
soavità
!
Egli
s
'
inchinò
e
le
baciò
la
mano
,
leggermente
.
Si
guardarono
:
ella
volse
le
spalle
;
pian
piano
entrò
nel
portone
,
cominciò
a
salire
le
scale
.
Non
era
forse
incerto
il
passo
della
donna
,
salendo
per
quelle
scale
,
alla
sua
casa
deserta
?
Il
passo
dell
'
uomo
era
incerto
,
andando
alla
sua
casa
deserta
.
II
.
Ella
lo
ricercò
,
dopo
soli
tre
giorni
:
ed
egli
che
l
'
aveva
fuggita
per
quattro
o
cinque
anni
,
da
quando
Clara
,
dopo
un
lungo
viaggio
,
era
ritornata
in
patria
,
egli
si
lasciò
ricercare
e
tenne
l
'
invito
.
Fatalmente
,
Clara
era
troppo
sola
e
troppo
libera
,
adesso
.
Gli
aveva
scritto
un
biglietto
fra
il
malinconico
e
scherzoso
,
per
dirgli
che
la
sera
istessa
sarebbe
andata
al
vecchio
teatro
Argentina
,
dove
cantavano
una
vecchia
musica
,
l
'
Armida
,
di
Glück
.
Ella
vi
arrivò
prima
.
Vi
era
un
gran
ballo
,
quella
sera
,
all
'
Ambasciata
d
'
Inghilterra
,
e
tutta
la
grande
società
romana
era
colà
:
l
'
Argentina
era
quasi
vuota
,
male
illuminata
,
freddina
:
pochi
amatori
di
musica
antica
stavano
nelle
poltrone
,
immobili
,
a
pregustare
le
melodie
incantatrici
.
Clara
era
vestita
di
nero
:
stava
in
un
palco
di
terza
fila
,
di
fianco
,
scelto
apposta
:
una
veletta
nera
le
scendeva
dal
cappellino
molto
semplice
e
molto
carino
.
Così
,
sembrava
più
piccola
e
più
giovane
.
Serra
tardò
.
Due
o
tre
volte
,
ella
pensò
che
non
sarebbe
venuto
e
si
pentì
di
avergli
scritto
.
Aveva
la
più
ferma
volontà
di
essere
umile
e
schietta
,
ma
il
suo
amor
proprio
dava
dei
sobbalzi
all
'
idea
di
un
rifiuto
sprezzante
.
Però
,
quando
egli
entrò
,
senza
far
rumore
,
ella
chiuse
gli
occhi
,
a
nascondere
la
gioia
del
suo
sguardo
.
Ella
si
voltò
,
gli
sorrise
e
gli
stese
la
mano
:
-
O
ma
belle
ténébreuse
....
-
egli
disse
,
con
una
certa
disinvoltura
.
Il
tono
disinvolto
durò
così
,
un
pochino
.
Poi
,
a
lui
sfuggì
una
frase
pericolosa
:
-
Io
non
voleva
venire
....
-
E
perchè
?
-
Mah
....
per
paura
.
-
Paura
di
chi
?
-
Di
voi
.
-
Di
me
?
Paura
?
-
Me
ne
avete
sempre
fatta
un
poco
,
Clara
.
-
Io
sono
una
povera
scema
-
diss
'
ella
,
con
la
più
perfetta
umiltà
-
io
non
faccio
paura
a
nessuno
.
Ed
era
umile
e
semplice
,
nello
stesso
tempo
:
e
una
gran
bontà
le
si
leggeva
negli
occhi
,
nel
sorriso
,
trapelava
nella
sua
voce
.
Gli
parve
piccolina
,
così
giovane
e
sempre
così
cara
!
Pure
,
volle
dire
quest
'
altra
cosa
lui
:
-
Credevo
che
non
sareste
venuta
....
-
Io
?
E
perchè
?
-
Per
farmi
soffrire
....
-
Io
vorrei
che
foste
l
'
uomo
più
felice
della
terra
,
amico
mio
-
esclamò
ella
,
con
una
sincera
convinzione
.
Giovanni
ebbe
un
sorriso
malinconico
.
Disse
,
di
nuovo
:
-
Sì
,
sì
,
ho
creduto
che
non
sareste
venuta
....
-
Come
avete
potuto
credermi
così
cattiva
?
-
Il
mio
animo
è
così
combattuto
dai
dubbi
,
Clara
-
e
il
volto
gli
si
turbò
.
-
No
,
no
,
non
parliamo
di
ciò
-
ella
replicò
,
subito
,
interrompendolo
.
-
Fa
male
ad
ambedue
.
-
È
vero
-
egli
consentì
.
Un
sospiro
di
sollievo
gli
uscì
dalle
labbra
.
Ma
il
pessimo
demonio
che
si
annida
nelle
anime
buone
e
le
fa
tormentate
e
tormentatrici
,
gli
fece
soggiungere
:
-
Mancavate
così
spesso
ai
convegni
,
allora
!
Ella
guardò
sul
palcoscenico
,
un
momento
.
Lo
chiamò
,
poi
:
-
Giovanni
?
-
Che
volete
?
-
Mi
fate
un
piacere
?
-
Sì
,
subito
.
-
Vogliamo
lasciare
in
pace
il
passato
?
Vogliamo
non
amareggiarci
qualche
ora
graziosa
,
che
possiamo
passare
insieme
?
Vogliamo
essere
anche
per
un
mese
,
anche
per
una
settimana
,
anche
per
una
sera
,
due
cari
amici
che
si
ritrovano
,
che
non
ricordano
più
i
torti
comuni
,
i
torti
di
uno
,
è
più
giusto
,
e
che
si
dànno
,
ingenuamente
,
alla
serenità
e
alla
letizia
di
un
colloquio
senza
ira
e
senza
malintesi
?
Vogliamo
?
-
Potremo
noi
far
questo
?
-
chiese
Giovanni
ansiosamente
.
-
Se
voi
lo
volete
,
sì
.
-
Io
lo
voglio
,
Clara
.
E
quetamente
,
tirandosi
un
po
'
indietro
,
i
due
si
posero
a
discorrere
sottovoce
,
guardandosi
con
dolcezza
,
l
'
uno
prendendo
la
parola
dall
'
altro
,
senza
mai
alterarsi
,
senza
mai
alzare
il
tono
della
voce
,
mentre
la
soave
musica
glückiana
che
culla
l
'
incantesimo
del
cavalier
Rinaldo
,
pareva
cullasse
quel
dialogo
così
mite
e
così
dolce
.
In
verità
,
Clara
fu
perfetta
,
quella
sera
.
Giustamente
malinconica
,
ella
seppe
a
tempo
sorridere
,
perchè
il
loro
colloquio
non
cadesse
nella
tetraggine
,
dove
sarebbero
risorti
gli
amarissimi
ricordi
del
passato
:
e
tutta
una
dolcezza
fioriva
dalla
sua
malinconia
e
dal
suo
sorriso
,
dalle
sue
parole
come
dal
suo
silenzio
.
Più
,
dal
suo
silenzio
.
Giacchè
ella
lasciò
molto
che
parlasse
lui
,
con
le
manine
inguantate
di
nero
congiunte
sul
suo
ventaglietto
a
stelline
d
'
argento
,
con
il
viso
intento
dietro
il
sottil
velo
nero
,
con
gli
occhi
placidi
e
dolci
,
con
la
bocca
tranquilla
e
dolce
che
approvava
,
con
un
gentil
motto
delle
labbra
.
Sovra
tutto
,
ella
non
rise
mai
.
Si
rammentava
che
egli
,
dieci
anni
prima
,
nei
tempi
dell
'
amore
e
del
tormento
,
detestava
quel
suo
riso
squillante
e
clamoroso
che
le
scopriva
tutti
i
denti
bianchi
,
che
dava
un
non
so
che
di
feroce
alle
labbra
rosee
e
che
le
riempiva
gli
occhi
di
scintille
.
Lo
aveva
tante
volte
visto
fremere
e
impallidire
,
dieci
anni
prima
,
a
quel
mal
riso
beffardo
e
aveva
sempre
più
riso
,
per
ucciderlo
a
forza
di
risate
,
come
in
una
leggenda
!
Non
rise
mai
,
quella
sera
,
mentre
Armida
cantava
le
sue
magiche
canzoni
,
che
davano
le
visioni
ineffabili
al
sonno
di
Rinaldo
.
Lo
ascoltò
,
serena
,
raccolta
,
con
un
'
attenzione
così
dolce
,
che
l
'
animo
di
Giovanni
,
restato
in
grande
trepidanza
sino
all
'
entrata
in
teatro
,
si
venne
rassicurando
,
rianimando
,
rallegrando
.
Due
o
tre
volte
,
involontariamente
,
egli
alluse
al
passato
,
giacchè
troppo
il
suo
amore
mancato
aveva
influito
sulla
sua
esistenza
,
deviandola
,
torcendola
ad
altri
ideali
dello
spirito
,
più
alti
,
più
inaccessibili
e
più
tormentosi
.
Ma
ella
,
dolcemente
,
non
rispose
alle
allusioni
che
con
un
cenno
di
umiltà
,
abbassando
il
capo
:
ed
egli
si
riprese
subito
,
commosso
da
tanta
dolcezza
.
Solo
a
vederla
così
,
ascoltatrice
intenta
e
cheta
,
tutta
data
alle
parole
che
,
egli
le
diceva
,
coi
begli
occhi
limpidi
nella
loro
nerezza
,
piccola
,
vestita
di
nero
,
senza
gioielli
,
senza
nulla
che
sfolgorasse
,
senza
nulla
che
stridesse
,
egli
si
sentì
invadere
da
una
tale
letizia
dell
'
anima
che
giammai
gli
parve
di
averne
provata
una
simile
.
Ella
fu
,
in
questo
,
perfettissima
:
giacchè
lasciò
svolgersi
quell
'
alta
consolazione
spirituale
,
senza
avere
l
'
aria
di
sospingerla
,
di
provocarla
,
di
goderne
come
di
un
trionfo
:
e
quando
lo
spettacolo
finì
,
si
levò
in
piedi
,
pian
piano
,
prendendo
il
suo
mantello
.
Egli
fu
più
lesto
di
lei
:
ed
ella
sentì
che
mentre
l
'
aiutava
ad
indossarlo
,
le
sue
mani
tremavano
.
Allora
,
ella
ebbe
un
pensiero
orgoglioso
,
muliebre
.
Pensò
:
-
Ora
mi
dà
un
bacio
.
Egli
s
'
indugiò
a
metterle
questo
mantello
ed
ella
sentì
il
suo
respiro
,
sulla
sua
nuca
:
ma
Giovanni
non
le
dette
il
bacio
.
E
come
Clara
aveva
nascosto
la
sua
subitanea
ambiziosa
idea
,
così
nascose
la
sua
pronta
delusione
.
Nè
fu
una
delusione
fortissima
.
La
dolcezza
di
quella
serata
,
aveva
ingannato
anche
lei
.
Ella
sapeva
bene
di
fare
uno
sforzo
su
sè
stessa
,
per
reprimere
gli
impeti
del
suo
temperamento
bizzarro
e
per
essere
assolutamente
dolce
:
ma
sperava
di
poter
continuare
così
,
sempre
che
lo
volesse
seriamente
.
E
come
lui
credeva
di
aver
innanzi
una
creatura
trasfigurata
,
che
gli
avrebbe
dato
le
fredde
,
tranquille
e
ultime
tenerezze
senz
'
amore
,
ma
tenerezze
sicure
di
un
'
amicizia
muliebre
,
così
ella
si
lusingava
di
poter
essere
questa
amica
gelida
,
affettuosa
e
quieta
.
Però
,
ambedue
,
chiudendo
gli
occhi
,
si
lasciarono
andare
a
questa
consolante
fiducia
.
Egli
cominciò
a
vederla
più
spesso
.
Ella
era
molto
stanca
,
invincibilmente
stanca
della
vita
mondana
che
aveva
fatta
sempre
:
e
si
appartava
volentieri
.
Se
andava
a
una
passeggiata
,
era
in
ore
strane
e
in
posti
deserti
:
lo
avvertiva
,
egli
ci
veniva
.
Se
andava
in
un
teatro
era
alle
terze
rappresentazioni
,
in
serate
vuote
;
e
dieci
minuti
dopo
il
suo
arrivo
,
entrava
lui
,
nel
palco
,
si
sedeva
in
fondo
,
ella
si
tirava
indietro
,
un
poco
.
Vestiva
di
scuro
,
sempre
;
sapeva
di
piacergli
così
.
Si
può
essere
una
semplice
amica
,
ma
si
deve
piacere
all
'
amico
.
Parlavano
con
fredda
tenerezza
.
Molto
ella
ascoltava
:
ma
quando
diceva
qualche
parola
,
era
sempre
sapiente
,
detta
con
la
più
squisita
cautela
sentimentale
.
Giammai
un
'
allusione
al
proprio
cuore
,
al
proprio
stato
,
nè
diretta
,
nè
indiretta
:
sempre
la
massima
pietà
per
gli
altri
,
la
massima
indulgenza
per
ogni
peccato
,
come
chi
sa
che
è
impossibile
non
peccare
,
quando
si
deve
peccare
.
Egli
si
era
mutato
,
però
.
Non
poteva
tenere
il
patto
di
non
evocare
il
passato
.
Era
la
sua
vita
,
il
suo
amore
di
dieci
anni
prima
,
e
ricompariva
sempre
più
spesso
,
fino
a
che
divenne
il
solo
soggetto
dei
suoi
discorsi
.
Taceva
da
tanti
anni
e
con
tutti
,
che
ora
la
verità
di
quella
mortale
passione
sgorgava
infrenabile
.
Ella
ascoltava
,
stupefatta
;
ma
non
interrompeva
mai
.
Veramente
,
egli
aveva
ragione
:
Clara
non
aveva
mai
capito
quanto
era
stata
amata
:
ora
,
lo
capiva
.
Ogni
tanto
,
quando
egli
le
diceva
una
delle
sue
torture
ineffabili
di
gelosia
,
di
allora
,
ella
faceva
un
atto
come
per
chiedere
perdono
,
un
atto
in
cui
ella
si
dichiarava
colpevole
,
sì
,
ma
incosciente
,
ma
ignorante
,
ma
degna
di
perdono
.
Egli
la
guardava
con
tanta
tenerezza
,
che
,
senza
parlare
,
le
diceva
di
averle
perdonato
.
Quando
egli
si
meravigliava
che
ella
avesse
potuto
essere
così
atroce
,
essa
gli
diceva
di
esserne
stupita
,
di
stupirsene
,
lei
stessa
:
e
ciò
come
se
si
parlasse
di
una
donna
assente
,
di
cui
si
compatissero
gli
errori
.
E
quando
egli
giungeva
a
narrare
certe
ore
terribili
in
cui
avrebbe
voluto
morire
,
pure
di
strapparsi
dal
petto
questo
amore
,
ella
aveva
una
frase
di
pietà
profonda
,
intima
,
raumiliata
,
la
frase
del
carnefice
pentito
innanzi
alla
sua
vittima
:
-
Voi
siete
buono
.
Niente
altro
,
diceva
.
Ella
non
si
difendeva
mai
,
nè
si
accusava
:
quando
egli
l
'
accusava
,
gli
dava
ragione
,
con
un
'
occhiata
,
con
un
triste
sorriso
,
con
un
cenno
espressivo
della
bella
bocca
.
Vi
era
un
ritornello
,
che
egli
pronunziava
sempre
,
nervosamente
,
a
traverso
i
suoi
racconti
scuciti
;
un
ritornello
che
rivelava
l
'
attossicamento
della
sua
vita
,
in
tutte
le
sue
più
pure
sorgenti
,
l
'
avvelenamento
crudele
di
un
sangue
giovane
e
di
un
'
anima
,
resa
inetta
a
vivere
e
incapace
di
morire
così
.
Il
ritornello
:
-
Che
veleno
mi
avete
dato
,
che
veleno
!
Quando
ella
lo
udiva
,
aveva
un
moto
così
pessimista
della
testa
e
della
persona
,
sulla
crudeltà
muliebre
,
che
egli
si
commoveva
.
Talvolta
,
tornava
la
frase
:
-
Quanto
veleno
,
Clara
,
quanto
veleno
!
Ella
diceva
,
allora
,
umilissimamente
:
-
Avete
ragione
.
Ma
da
questa
sua
umiltà
voluta
,
e
poi
quasi
fatta
naturale
,
nei
loro
colloqui
,
da
questo
suo
abbassarsi
nella
coscienza
dei
suoi
gravi
torti
,
da
questo
non
difendersi
giammai
,
da
questo
dargli
ragione
,
sempre
,
da
questo
racconto
triste
e
violento
di
un
amore
infelicissimo
,
ella
trasse
una
nuova
sensazione
e
un
nuovo
sentimento
.
Il
senso
della
sua
colpevolezza
,
verso
Giovanni
,
giganteggiò
ai
suoi
occhi
:
e
il
sentimento
della
riparazione
divenne
acuto
e
ardente
,
quanto
era
stata
la
colpa
.
Così
,
mentre
Giovanni
risaliva
tutta
la
piena
della
sua
grande
sciagura
sentimentale
e
con
la
sua
sensibilità
fine
e
tenera
ne
approfondiva
,
narrandoli
,
tutti
i
dolorosi
particolari
,
Clara
che
aveva
un
temperamento
più
fantastico
che
sensibile
,
esagerava
,
con
una
dura
voluttà
di
abbassamento
,
contro
sè
stessa
,
la
propria
aridità
passata
e
l
'
atroce
perfidia
.
Tanto
che
,
alla
fine
,
secondandolo
e
sorpassandolo
ella
,
ambedue
sembrarono
accanirsi
contro
una
persona
assente
,
lontana
,
morta
,
che
ad
ambedue
avesse
commesso
i
più
gravi
torti
.
Anzi
quella
lunga
istoria
intima
,
tenuta
chiusa
nel
cuore
per
dieci
anni
di
esistenza
triste
,
priva
di
spirituali
conforti
,
traboccando
dalle
labbra
di
Giovanni
perdeva
molta
amarezza
,
nello
sfogo
:
e
la
naturale
indulgenza
di
quel
cuore
virile
che
non
sapeva
dimenticare
,
ma
sapeva
perdonare
,
trovava
delle
misteriose
scuse
alla
donna
che
era
stata
con
lui
senz
'
amore
,
senza
carità
,
senza
pietà
.
Invece
,
quella
medesima
istoria
,
a
Clara
sembrava
più
lugubre
e
più
ignobile
che
mai
,
quando
ella
pensava
il
come
e
il
perchè
della
sua
perfidia
e
della
sua
durezza
.
Internamente
,
ella
si
maltrattava
,
molto
più
che
Giovanni
l
'
avesse
maltrattata
mai
,
nei
momenti
di
maggior
furore
.
Ogni
tanto
,
quando
egli
le
aveva
descritto
una
delle
sue
sere
tragiche
,
di
quel
tempo
,
quando
egli
passeggiava
le
serate
intiere
sotto
la
sua
casa
,
non
per
vederne
le
finestre
illuminate
,
giacchè
ella
era
fuori
,
a
ridere
,
a
divertirsi
,
ma
per
aspettarla
quando
tornava
,
per
vedere
con
chi
tornasse
,
per
vedere
il
suo
bianco
volto
nella
oscurità
,
per
udire
quel
riso
alto
e
beffardo
e
per
allontanarsi
,
non
salutato
,
non
riconosciuto
,
non
visto
,
non
rammentato
,
egli
,
col
più
tenero
dei
rimproveri
,
le
prendeva
le
mani
e
le
chiedeva
:
-
Come
avete
potuto
essere
così
cattiva
?
Ella
non
s
'
inteneriva
,
col
viso
chiuso
,
con
le
sopracciglia
aggrottate
,
piena
d
'
ira
e
di
disprezzo
contro
questa
Clara
tanto
colpevole
,
e
rispondeva
,
duramente
:
-
Io
sono
stata
sempre
cattivissima
.
-
Chi
sa
....
-
mormorava
lui
,
nella
semplice
clemenza
del
suo
animo
-
chi
sa
per
quali
strane
ragioni
....
-
Non
v
'
illudete
,
Giovanni
:
per
nessuna
misteriosa
ragione
.
Non
vi
fate
di
me
una
figura
romantica
.
Io
ero
civetta
,
volgare
e
cattiva
come
l
'
ultima
delle
donne
,
ecco
tutto
.
-
No
,
no
,
cara
donna
,
non
vi
avvilite
così
-
soggiungeva
lui
,
colpito
dai
più
bizzarri
sentimenti
,
in
contraddizione
-
io
non
voglio
che
vi
avviliate
.
Forse
,
io
fui
ingiusto
:
forse
,
sono
ingiusto
ancora
adesso
.
Chi
soffre
,
chi
ama
,
è
così
facilmente
ingiusto
.
-
Voi
siete
il
più
onesto
e
il
più
buono
fra
gli
uomini
-
ella
rispondeva
,
con
gli
occhi
velati
dalle
lacrime
.
Tacevano
.
Spesso
,
in
quel
periodo
acuto
di
reminiscenze
,
mentre
Giovanni
si
lasciava
andare
alla
immensa
consolazione
di
parlare
del
suo
amore
passato
,
egli
intravedeva
confusamente
,
in
queste
tenere
e
tristi
confidenze
,
non
so
quale
pericolo
.
L
'
intensa
attenzione
con
la
quale
Clara
lo
ascoltava
,
la
squisita
furberia
sentimentale
con
cui
lo
interrogava
,
i
suoi
silenzii
pieni
di
una
repressa
emozione
,
a
un
tratto
facevano
risorgere
tutti
i
suoi
dubbii
e
la
sua
anima
sofferente
si
rigettava
indietro
,
sgomenta
di
essersi
troppo
abbandonata
.
Spesso
,
diffidente
vagamente
,
egli
tentava
di
togliere
il
discorso
,
dicendo
che
questi
ricordi
lo
turbavano
troppo
:
ma
ella
l
'
obbligava
,
prima
con
la
dolcezza
,
poi
con
una
certa
energia
di
volontà
coperta
di
dolcezza
,
a
ritornare
alla
triste
istoria
.
Una
sera
,
in
una
passeggiata
al
chiaro
di
luna
,
gli
disse
:
-
Ditemi
tutto
.
Forse
mai
più
ci
potremo
vedere
così
liberamente
e
così
spesso
:
forse
,
fra
una
settimana
,
fra
un
giorno
,
non
ci
vedremo
più
.
Dite
,
dite
,
che
io
sappia
,
che
io
non
muoia
senza
aver
saputo
,
che
qualcuno
mi
ha
veramente
amata
.
-
Potremmo
non
vederci
più
,
Clara
?
-
La
vita
è
oscura
-
ella
rispose
,
profondamente
.
Forse
,
per
questo
,
ella
moltiplicava
gli
incontri
,
dandogli
sempre
dei
nuovi
convegni
,
ansiosa
,
affannosa
,
come
se
il
tempo
le
fuggisse
,
come
se
ella
avesse
qualche
misteriosa
chiamata
altrove
e
che
la
presentisse
.
Ella
arrivava
più
presto
,
portando
dei
fiori
nelle
mani
,
come
era
il
suo
costume
,
un
po
'
pallida
sempre
,
sotto
le
fini
velette
nere
,
vestita
quasi
sempre
di
nero
,
piccola
,
con
un
viso
che
si
levava
verso
lui
,
esprimente
una
immensa
ansietà
negli
occhi
dolci
che
egli
aveva
adorato
,
nella
bocca
ancora
fresca
e
vivida
che
era
stata
la
sua
adorazione
.
Si
stringevano
appena
la
mano
e
si
mettevano
accanto
,
passeggiando
piano
,
non
vedendo
nessuno
,
andando
per
le
vie
più
strane
e
più
remote
,
perdendosi
per
ore
intiere
,
parlando
di
quel
passato
che
ella
evocava
,
con
un
motto
,
con
un
gesto
.
E
più
il
tempo
trascorreva
,
più
cresceva
in
lei
,
in
duplice
corrente
spirituale
,
un
infinito
rimpianto
per
il
passato
e
un
acuto
rimorso
.
Di
lontano
,
questo
amore
di
cui
ella
aveva
riso
,
in
pubblico
,
questo
amore
di
cui
ella
si
era
burlata
,
come
una
pessima
femminetta
,
questo
amore
per
cui
ella
aveva
avuto
il
più
palese
disprezzo
,
questo
amore
si
faceva
più
alto
,
più
puro
,
più
spirituale
,
staccato
dal
tempo
e
dallo
spazio
,
sciolto
dalla
realtà
dei
fatti
.
In
certe
sere
,
in
cui
lui
la
riaccompagnava
a
casa
,
sino
al
portone
,
non
volendo
mai
salire
sopra
-
non
voleva
salire
,
era
inflessibile
,
non
voleva
metter
piede
in
casa
sua
-
dopo
aver
ancora
chiacchierato
a
lungo
,
nell
'
ombra
,
ella
saliva
sopra
,
così
smorta
che
pareva
svenisse
.
Nella
casa
non
vi
era
che
un
sol
lume
,
nella
sua
stanza
da
letto
;
ed
ella
l
'
attraversava
,
questa
muta
e
deserta
casa
,
all
'
oscuro
,
a
tentoni
,
guardando
nell
'
ombra
.
Ma
quando
giungeva
nella
sua
stanza
da
letto
,
ella
si
gittava
sul
letto
,
col
capo
nascosto
nei
cuscini
,
piangendo
,
singhiozzando
,
sull
'
irreparabile
:
-
Che
ho
fatto
,
che
ho
fatto
!
Che
amore
ho
perduto
,
per
sempre
,
per
sempre
!
Acuto
rimpianto
e
acuto
rimorso
!
Essa
,
forse
,
nel
furore
contro
sè
stessa
,
esagerava
,
dipingendosi
come
l
'
anima
femminile
più
turpe
comparsa
nella
gran
falange
muliebre
;
ma
non
era
men
vero
che
la
esistenza
di
Giovanni
Serra
era
stata
infranta
da
quella
passione
infelice
,
tanto
che
egli
non
aveva
raggiunto
,
come
il
suo
cuore
e
il
suo
talento
meritavano
,
nè
la
gloria
,
nè
la
felicità
:
non
era
men
vero
che
egli
era
un
essere
senza
molla
interna
che
lo
spingesse
,
senza
desiderii
e
senza
speranze
:
non
era
men
vero
che
,
per
questo
amore
,
egli
aveva
gittato
la
sua
salute
,
la
sua
gioventù
e
la
sua
fortuna
:
non
era
men
vero
che
egli
possedeva
la
più
preziosa
qualità
umana
,
che
è
l
'
onestà
,
e
la
sublime
virtù
che
è
la
bontà
.
Come
non
doveva
Clara
piangere
,
nella
solitudine
della
sua
stanza
,
tutte
le
più
ardenti
e
le
più
amare
lacrime
su
questo
amore
perduto
e
su
questo
cuore
infranto
?
Come
non
doveva
sentire
in
sè
,
temperamento
mobile
e
violento
,
assetato
di
amore
,
assetato
di
felicità
,
la
ribellione
contro
l
'
irreparabile
?
Invero
,
si
trovava
di
fronte
all
'
irreparabile
:
ed
era
quello
che
le
faceva
torcere
le
braccia
,
nella
notte
,
quando
per
tutta
una
serata
ella
aveva
udito
il
mormorio
dell
'
amore
,
al
suo
orecchio
,
ma
di
un
amore
finito
,
morto
.
Giacchè
ogni
parola
,
ogni
frase
di
Giovanni
Serra
,
pur
restando
nella
più
fine
gentilezza
da
uomo
a
donna
,
pur
avendo
la
poesia
della
tenerezza
,
diceva
a
Clara
,
che
egli
non
l
'
amava
più
.
Invano
ella
,
con
l
'
animo
ansioso
-
era
questa
,
la
sua
ansietà
-
interrogava
ogni
tono
di
voce
,
scrutava
il
senso
riposto
di
ogni
motto
,
rifaceva
,
da
sola
,
tutto
il
loro
dialogo
,
per
scoprirvi
una
sottil
luce
presente
.
No
,
non
l
'
amava
più
,
malgrado
la
commozione
che
egli
aveva
,
sempre
,
nel
lasciarla
,
nel
rivederla
,
malgrado
il
fascino
che
subiva
,
malgrado
la
gran
tenerezza
che
dominava
ogni
suo
atto
.
Amore
vissuto
tanto
tempo
e
così
ardentemente
e
ora
sepolto
sotto
un
mucchio
di
gelida
cenere
che
una
mano
andava
smovendo
,
mano
sapiente
che
conosceva
la
storia
di
quel
fuoco
e
di
quella
vampa
e
che
la
rievocava
,
sulla
fredda
cenere
.
Giovanni
non
parlava
quasi
mai
del
presente
,
con
un
atto
di
finezza
d
'
animo
,
quasi
dolendogli
di
non
poter
ancora
ardere
come
prima
,
quasi
sembrandogli
un
'
offesa
al
suo
idolo
,
la
fiamma
spenta
e
le
ceneri
gelate
.
Non
diceva
nulla
,
ma
si
capiva
così
chiaramente
,
che
nulla
più
,
più
nulla
,
non
la
più
piccola
scintilla
ardeva
innanzi
alla
cara
donna
,
simulacro
vano
della
passione
,
morto
,
come
la
passione
era
morta
.
Ed
ella
,
sì
,
singhiozzava
nelle
sue
notti
senza
sonno
su
quella
grande
fiamma
spenta
,
sentiva
di
essere
passata
accanto
alla
felicità
senza
vederla
,
allontanandosene
per
sempre
,
ma
esclamava
,
fra
l
'
inutile
pianto
:
-
Ha
ragione
,
di
non
amarmi
più
,
ha
ragione
:
egli
soltanto
ha
ragione
,
egli
che
ha
amato
!
Ma
da
queste
nascoste
battaglie
dello
spirito
che
Clara
combatteva
,
con
tutto
l
'
impulso
di
una
natura
appassionata
,
sebbene
fugace
;
da
questa
umiliazione
in
cui
la
sua
anima
era
caduta
,
tanto
che
parea
si
prostrasse
innanzi
a
Giovanni
Serra
;
da
questo
indicibile
rimpianto
dell
'
amore
,
acutissimo
in
una
donna
che
aveva
amato
l
'
amore
sovra
tutte
le
cose
umane
e
a
cui
l
'
età
non
calmava
l
'
anima
;
da
questo
tormentoso
rimorso
che
si
sollevava
da
tutti
gli
istinti
di
giustizia
e
di
equità
offesi
,
sorse
dentro
Clara
una
impetuosa
volontà
di
correggere
e
di
vincere
il
destino
.
Ella
pensò
,
questo
:
che
era
suo
dovere
morale
amare
Giovanni
Serra
,
di
un
amore
profondo
e
devoto
che
fosse
l
'
estremo
della
sua
vita
,
e
in
cui
ella
prodigasse
tutte
le
ultime
e
supreme
dolcezze
del
suo
cuore
;
che
non
solo
era
suo
dovere
,
ma
che
era
questo
il
suo
desiderio
sentimentale
più
forte
,
più
immediato
,
più
irresistibile
;
che
non
solo
era
un
desiderio
irresistibile
,
ma
che
era
,
questo
amore
,
la
più
cara
speranza
del
suo
cuore
che
voleva
lavarsi
,
che
voleva
purificarsi
e
diventar
nuovo
e
candido
come
il
cuore
del
Salmista
;
che
non
solo
era
la
sua
più
cara
speranza
,
ma
che
era
la
salvazione
della
sua
dignità
di
donna
,
l
'
assoluzione
dei
suoi
errori
trascorsi
,
la
vecchiaia
percorsa
senza
più
sentire
rimorsi
,
aspettando
serenamente
la
morte
.
Sorto
dalle
ire
soffocate
e
dai
profondi
disprezzi
di
sè
stessa
,
questo
pensiero
di
amore
l
'
avea
in
un
baleno
soggiogata
e
tutta
l
'
anima
ebbe
il
calore
del
metallo
in
fusione
.
Nessuna
voce
interna
l
'
avvertì
di
non
mettersi
a
questo
periglioso
passo
,
nelle
sue
condizioni
,
alla
sua
età
,
con
un
uomo
come
Giovanni
Serra
:
e
se
talvolta
,
un
nero
presentimento
la
colpì
,
a
traverso
le
esaltazioni
del
suo
entusiasmo
,
se
il
negro
presentimento
le
susurrò
che
ella
si
avviava
a
un
errore
anche
più
fatale
e
anche
più
irrimediabile
degli
altri
,
ella
ebbe
il
cenno
disperato
di
coloro
che
sono
ebbri
di
sacrificio
.
Giovanni
non
l
'
amava
più
:
è
vero
.
Che
importava
?
Il
suo
cuore
di
donna
che
ella
aveva
sentito
morto
,
duro
come
una
pietra
,
per
tanti
anni
,
dentro
il
suo
petto
,
ardeva
di
un
sentimento
dove
tutto
era
elemento
di
ardore
,
il
rimorso
,
il
rimpianto
,
la
pietà
,
la
tenerezza
,
il
bisogno
di
devozione
,
il
bisogno
di
darsi
,
il
bisogno
di
abbandonarsi
.
Che
importava
che
Giovanni
Serra
non
l
'
amasse
più
?
Ella
voleva
amarlo
così
profondamente
,
così
piamente
,
con
tanto
completo
abbandono
di
ogni
amor
proprio
e
di
ogni
orgoglio
,
con
tanto
perfetto
oblio
di
ogni
vanità
e
di
ogni
altro
istinto
mediocre
umano
,
che
tutto
il
dolore
passato
sarebbe
pagato
da
questa
immensa
abnegazione
amorosa
.
Ella
voleva
espiare
il
suo
passato
,
soffrendo
come
egli
aveva
sofferto
,
dando
il
suo
cuore
a
un
essere
che
non
poteva
più
amarla
;
voleva
espiare
di
non
avere
amato
,
amando
senza
speranza
,
solitaria
anima
che
recitava
un
monologo
appassionato
e
doloroso
.
In
fondo
,
come
per
tutti
i
grandi
penitenti
,
la
sua
espiazione
sarebbe
stata
anche
il
pascolo
della
sua
anima
.
Oramai
,
la
sua
esistenza
di
donna
era
deserta
.
Aveva
trentaquattro
anni
:
e
nell
'
abbandono
in
cui
era
caduta
,
si
sentiva
assai
più
vecchia
,
incapace
di
tentare
un
'
altra
volta
l
'
ignoto
dell
'
amore
.
Era
stata
molto
amata
,
due
o
tre
volte
:
ma
fatalmente
,
questi
amori
si
erano
dileguati
,
come
se
mai
fossero
esistiti
:
e
due
volte
ella
aveva
dato
il
suo
cuore
,
e
due
volte
era
stata
abbandonata
.
Esistenza
finita
,
dunque
,
giacchè
le
illusioni
non
risorgono
mai
dalla
loro
tomba
:
e
le
stanchezze
morali
sono
più
forti
di
quelle
fisiche
.
Che
restava
a
Clara
,
se
non
questa
ultima
speranza
di
potersi
dare
a
un
sentimento
vivido
e
duraturo
,
a
null
'
altro
simile
,
senza
fallacie
e
senza
disfatte
?
La
sua
espiazione
,
quella
di
voler
amare
Giovanni
Serra
,
era
anche
la
sua
salvazione
,
giacchè
ella
sapeva
di
non
poter
vivere
senza
l
'
amore
,
un
amore
qualunque
,
ma
un
amore
,
un
amore
!
Meglio
,
meglio
,
se
ciò
non
era
un
'
avventura
in
un
cuore
sconosciuto
,
innanzi
a
un
'
anima
misteriosa
,
un
'
avventura
di
incerto
risultato
,
ma
portante
con
sè
,
forse
,
una
disperazione
e
un
'
onta
novella
:
meglio
,
se
era
l
'
amare
una
creatura
nota
,
stimata
,
ammirata
per
le
sue
nobilissime
virtù
,
una
creatura
senza
amore
,
è
vero
,
ma
che
aveva
saputo
amare
,
ma
che
si
sarebbe
lasciata
amare
,
dolcemente
,
teneramente
.
L
'
espiazione
sarebbe
stata
la
vita
della
sua
anima
ed
ella
vi
si
sarebbe
buttata
con
ebbrezza
,
giacchè
quello
che
più
temeva
,
per
sè
e
intorno
a
sè
,
non
era
il
dolore
,
ma
era
l
'
aridità
,
non
era
la
tortura
,
ma
era
il
silenzio
,
non
era
la
passione
infelice
,
ma
era
l
'
indifferenza
.
Un
mese
prima
,
ella
era
immersa
nel
marasma
più
profondo
,
moralmente
così
misera
che
non
osava
neppur
dire
a
nessuno
la
sua
miseria
:
ella
si
vedeva
già
finita
,
senz
'
amore
,
senza
amicizia
,
coi
soli
legami
frivoli
mondani
,
ritenuta
per
una
donna
senza
cuore
-
giacchè
questa
,
fatalmente
,
era
la
sua
reputazione
-
e
gemente
intanto
nel
desiderio
dell
'
amore
.
Ora
,
ora
,
da
quel
pomeriggio
in
casa
di
Anna
,
ella
aveva
dato
una
sublime
ragione
alla
sua
esistenza
.
Dai
grandi
occhi
spiranti
uno
strano
turbamento
,
dai
subitanei
pallori
che
le
coprivano
il
volto
,
quando
egli
appariva
,
dalle
mani
che
si
facevano
fredde
nelle
sue
,
da
certi
più
prolungati
silenzii
che
regnavano
fra
loro
,
dall
'
imbarazzo
crudele
di
certi
momenti
,
dai
sussulti
che
ella
non
sapeva
reprimere
,
a
certi
atti
,
a
certe
parole
,
Giovanni
intravide
che
accadeva
qualche
grave
fatto
nell
'
anima
di
Clara
.
Una
o
due
volte
,
la
interrogò
:
-
Che
avete
?
-
Nulla
-
ella
diceva
,
chinando
gli
occhi
,
mordendosi
lievemente
il
labbro
,
come
quando
non
pronunziava
la
parola
che
voleva
pronunciare
.
Egli
credette
che
Clara
gli
nascondesse
un
fatto
dispiacevole
,
forse
una
lettera
dell
'
uomo
che
l
'
aveva
abbandonata
,
o
il
suo
ritorno
,
forse
.
Diventò
più
freddo
,
più
riservato
.
Mancò
a
un
appuntamento
.
Ella
lo
rimproverò
assai
,
quando
lo
rivide
.
-
Io
vi
disturbo
,
Clara
-
diss
'
egli
,
malinconicamente
.
-
Che
vi
fa
pensare
ciò
?
-
gli
chiese
ella
,
precipitosamente
.
-
Sono
stato
sempre
così
superfluo
,
nella
vostra
vita
.
È
sempre
l
'
ultimo
venuto
,
che
mi
ha
scacciato
.
Almeno
,
confessatemi
la
verità
.
-
Non
ho
nulla
da
confessarvi
,
Giovanni
.
-
Ma
voi
siete
agitata
,
molto
,
da
qualche
tempo
.
-
Sì
,
è
vero
.
-
E
non
volete
dirmi
perchè
?
-
No
,
non
ve
lo
voglio
dire
.
-
Non
me
lo
merito
?
-
È
inutile
.
-
Non
vi
posso
metter
rimedio
?
-
No
-
ed
ella
voltò
la
testa
in
là
.
-
Nè
consolazione
?
-
Consolazione
?
Forse
.
-
Ditemi
come
e
lo
farò
.
-
Non
qui
,
Giovanni
.
-
Dove
,
dunque
?
-
Nella
mia
casa
-
ella
rispose
,
tendendo
a
sè
stessa
,
e
a
lui
,
inconsciamente
,
il
più
terribile
tranello
.
-
Sapete
che
non
ci
verrò
mai
-
egli
,
disse
,
sgomento
,
sentendo
il
pericolo
.
-
Ebbene
,
io
non
vi
narrerò
le
mie
pene
,
Giovanni
-
diss
'
ella
,
tetramente
.
-
Scrivetemi
....
-
No
.
-
Parlate
qui
,
altrove
....
-
Nella
via
,
in
teatro
?
No
,
no
.
-
Io
non
posso
venirci
,
lo
sapete
,
in
casa
vostra
-
egli
mormorò
,
già
più
debole
,
già
affascinato
.
-
Perchè
?
-
Non
mi
obbligate
a
dirlo
.
-
Ditelo
.
-
È
la
casa
dove
avete
amato
un
altro
.
-
Che
ve
ne
importa
,
se
non
mi
amate
più
?
-
ella
disse
,
levando
le
spalle
,
amaramente
.
-
Ah
io
soffro
sempre
,
Clara
,
anche
non
amando
!
-
Quante
volte
,
lo
ripetete
,
che
non
amate
,
Giovanni
!
è
troppo
-
e
il
suo
tono
fu
così
lamentoso
che
egli
s
'
intenerì
.
-
Verrò
....
forse
....
una
sera
....
Ella
sorrise
,
nel
fondo
dell
'
anima
.
III
.
Tre
volte
Giovanni
Serra
mancò
alla
sua
promessa
.
Le
diceva
:
verrò
domani
sera
,
alle
nove
.
Clara
lo
aspettava
in
preda
a
una
emozione
nervosa
,
a
cui
la
sua
fantasia
dava
un
carattere
passionale
.
Ella
dal
pomeriggio
dava
ordine
che
nessun
altro
venisse
introdotto
e
ripeteva
le
sue
raccomandazioni
,
alla
cameriera
,
con
insistenza
:
quando
l
'
ora
si
appressava
,
per
frenare
la
sua
torbida
impazienza
,
ella
si
metteva
a
riordinare
delle
carte
,
prendeva
un
libro
,
forzandosi
a
intendere
ciò
che
leggeva
.
Giovanni
non
veniva
.
Le
fresche
rose
che
ella
aveva
messe
nei
vaselli
nitidi
,
rientrando
a
casa
,
parea
che
declinassero
e
languissero
,
quasi
per
morte
;
il
fuoco
si
covriva
di
cenere
,
nel
caminetto
;
ed
ella
,
discesa
dalle
esaltazioni
sentimentali
,
cadeva
in
uno
snervamento
profondo
.
Alla
fine
di
queste
serate
d
'
inutile
attesa
,
la
parte
più
sincera
di
lei
pensava
che
era
meglio
,
lasciar
finire
,
senza
finirla
,
questa
singolare
avventura
,
che
le
cose
morte
non
si
vivificano
e
che
anche
per
lei
,
Clara
,
così
innamorata
dell
'
amore
,
era
troppo
tardi
per
tentare
un
ultimo
fatto
del
cuore
.
Ma
l
'
istinto
della
vanità
muliebre
,
mediocre
istinto
,
ma
che
non
isbaglia
mai
,
tanto
è
finemente
esercitato
,
le
diceva
che
quegli
appuntamenti
mancati
erano
tante
vittorie
negative
,
è
vero
,
ma
vittorie
,
sul
cuore
di
Giovanni
:
che
chi
non
va
,
ha
paura
di
andare
;
e
chi
ha
paura
di
andare
,
ha
sempre
il
cuore
debole
e
facile
a
essere
trascinato
,
in
un
impeto
dell
'
altrui
energia
.
Così
,
ella
,
nelle
immense
prostrazioni
di
una
vivacissima
speranza
delusa
,
trovava
novelle
forze
per
ritentare
l
'
anima
di
Giovanni
.
Egli
balbettava
,
inventava
delle
scuse
magre
,
per
colorire
la
sua
assenza
:
ma
ella
lo
vedeva
molto
confuso
.
Dietro
il
pretesto
di
un
impegno
dimenticato
,
di
un
ostacolo
improvviso
,
il
freddo
istinto
della
vanità
intravedeva
il
combattimento
del
cuore
di
Giovanni
;
ed
ella
se
ne
compiaceva
,
dimenticando
il
suo
nobile
divisamento
di
amare
Giovanni
,
senza
domandargli
il
ricambio
.
Alla
terza
sera
,
ella
lo
aspettò
dietro
i
cristalli
del
balcone
;
più
nervosa
,
più
triste
,
più
esaltata
che
mai
,
ella
finì
per
aprire
il
balcone
,
malgrado
il
freddo
della
serata
.
Ebbene
,
all
'
ora
indicata
,
ella
lo
vide
giungere
frettolosamente
,
a
capo
basso
,
fermarsi
due
minuti
sotto
il
portone
,
ed
uscire
di
nuovo
,
lentamente
allontanandosi
.
Non
aveva
avuto
la
forza
di
salire
.
Era
un
gran
freddo
nell
'
aria
,
quella
sera
:
ma
ella
rientrò
con
le
guancie
brucianti
.
E
l
'
indomani
non
gli
fece
nessun
rimprovero
.
Sentiva
che
Giovanni
aveva
subìto
una
tortura
segreta
.
Egli
venne
,
al
quarto
appuntamento
,
quando
ella
non
lo
aspettava
più
,
alle
dieci
e
mezzo
,
invece
che
alle
nove
.
Il
suo
orecchio
fine
udì
il
suono
timido
e
debole
del
campanello
,
udì
la
voce
bassa
con
cui
egli
domandava
di
lei
,
in
anticamera
,
e
il
passo
cheto
con
cui
egli
si
avanzava
,
a
traverso
l
'
appartamento
.
Clara
soffocava
per
il
battito
del
suo
cuore
:
e
l
'
accoglienza
che
gli
voleva
fare
,
disinvolta
e
serena
,
come
a
un
amico
che
venisse
sempre
,
e
le
parole
che
gli
voleva
dire
,
tutto
sparve
,
ed
egli
la
trovò
in
mezzo
alla
stanza
,
aspettandolo
con
troppo
palese
ansietà
e
porgendogli
una
mano
glaciale
e
tremante
.
Sedettero
ambedue
non
accanto
,
ma
dirimpetto
:
taciturni
,
imbarazzati
.
Clara
non
osava
aprir
bocca
;
intendeva
che
la
sua
voce
l
'
avrebbe
tradita
.
Egli
guardava
,
come
trasognato
,
i
galloni
rossi
e
azzurri
che
adornavano
il
vestito
di
lana
bianca
di
Clara
.
-
Mi
volevate
:
-
eccomi
-
egli
disse
,
con
un
sospiro
,
chinando
gli
occhi
.
-
Grazie
-
mormorò
ella
,
semplicemente
.
-
Chiederete
voi
che
io
faccia
qualche
altro
sacrifizio
,
al
vostro
fascino
?
-
Tanto
vi
è
costato
,
questo
?
-
Clara
interrogò
,
ansiosamente
,
piegandosi
verso
lui
.
Egli
si
arretrò
,
quasi
temendo
la
vicinanza
di
quel
volto
.
Disse
:
-
Mi
è
costato
moltissimo
.
-
Ma
perchè
?
-
e
aveva
un
tono
così
ingenuo
,
chiedendo
ciò
,
ella
!
-
Proprio
,
non
lo
capite
?
-
No
.
-
Questa
casa
mi
è
odiosa
.
E
un
riflesso
di
tetraggine
gli
si
diffuse
sul
volto
.
Clara
si
guardò
intorno
.
-
Non
capisco
-
disse
.
-
Siamo
soli
....
-
Siamo
soli
?
-
Dubitate
di
ciò
?
-
ed
ebbe
,
sulle
belle
labbra
un
riso
forzato
.
-
Io
credo
che
vi
sia
possibile
fare
tutto
-
egli
soggiunse
,
guardandola
con
quel
misterioso
terrore
,
come
quando
gli
parea
veder
sorgere
un
mostro
nella
donna
.
-
Tutto
,
che
?
-
Non
mi
domandate
troppe
cose
,
Clara
:
io
sono
molto
turbato
.
Parlate
voi
,
piuttosto
.
-
Sì
-
ella
annuì
,
cercando
di
vincere
,
prima
di
tutto
,
sè
stessa
.
-
Lo
vedete
,
siamo
soli
.
Nessuno
può
venire
e
nessuno
ha
diritto
di
entrare
.
Qui
vi
è
la
vostra
amica
,
che
vi
aspetta
da
tanto
tempo
,
che
è
così
felice
di
passare
un
'
ora
,
con
voi
,
in
una
stanza
chiusa
....
Egli
guardò
le
porte
,
con
una
lieve
ombra
di
diffidenza
e
di
paura
negli
occhi
.
-
Anche
a
voi
,
fanno
terrore
le
porte
socchiuse
?
-
ella
soggiunse
,
infantilmente
.
E
si
levò
,
andò
a
chiudere
le
due
porte
,
fra
le
tende
.
-
Voi
temete
di
vedere
entrare
qualcuno
,
sempre
,
è
vero
,
Clara
?
-
Sì
,
da
bimba
,
l
'
ho
sempre
temuto
.
Se
qualcuno
saliva
alle
mie
spalle
,
nelle
scale
,
se
qualcuno
mi
seguiva
,
in
un
appartamento
,
se
una
porta
restava
aperta
,
con
un
vano
oscuro
,
io
era
assalita
da
uno
sgomento
folle
,
e
,
sentite
,
adesso
-
soggiunse
,
dandogli
la
mano
-
solo
a
parlarne
,
io
tremo
tutta
....
Egli
trattenne
quella
mano
fra
le
sue
,
ma
mollemente
.
-
Sono
sempre
così
sola
!
-
ella
soggiunse
,
e
gli
occhi
le
si
velarono
di
lacrime
,
mentre
il
volto
,
le
si
tramutava
.
Giovanni
guardò
quello
scoloramento
e
quei
begli
occhi
velati
:
impallidì
leggermente
.
-
Non
sempre
siete
stata
sola
-
mormorò
,
con
un
'
intonazione
ironica
,
ma
non
aspra
.
-
Oh
!
-
e
Clara
fece
un
gesto
largo
,
per
dire
che
tutto
era
finito
.
-
Lo
avete
già
dimenticato
,
Clara
?
-
Intieramente
-
ella
rispose
,
con
un
cenno
tagliente
.
-
Dimenticate
presto
,
mi
pare
.
-
Sì
,
tutto
quello
che
non
merita
di
esser
ricordato
.
-
Ma
che
meritò
di
essere
amato
,
però
.
-
Oh
chi
non
ha
errato
,
nelle
cose
del
cuore
?
Chi
ha
mai
preso
la
via
giusta
,
amando
?
-
Nessuno
,
avete
ragione
-
diss
'
egli
,
malinconicamente
.
-
Io
ho
sbagliato
sempre
,
io
-
e
il
bel
volto
ebbe
un
fremito
di
dolore
.
-
Sempre
?
-
Sempre
.
Mi
hanno
amata
poco
:
o
male
:
o
niente
.
Sarà
una
bella
burla
,
alla
fine
della
mia
vita
per
me
,
che
porto
la
reputazione
di
avere
ispirato
delle
passioni
folli
,
l
'
accorgermi
che
nessuno
mi
ha
amata
,
mai
.
E
un
doloroso
,
amarissimo
ghigno
le
contrasse
il
viso
.
Clara
era
immensamente
sincera
,
in
quel
momento
.
Aveva
tenuto
solo
all
'
amore
,
nella
vita
e
,
probabilmente
,
non
lo
aveva
,
nè
visto
nè
provato
mai
.
-
Quanto
siete
ingiusta
,
Clara
!
-
Con
chi
?
-
Con
me
.
-
Ah
già
,
è
vero
,
voi
pretendete
di
avermi
adorata
-
-
ella
soggiunse
eccitata
,
ma
schiettissima
,
sempre
.
-
Chi
ne
sa
nulla
!
È
una
leggenda
:
tante
leggende
sono
false
.
-
Perchè
dite
questo
?
Perchè
volete
negare
il
passato
?
-
Bella
istoria
,
il
passato
!
Ognuno
se
ne
inventa
uno
,
a
propria
convenienza
,
quando
il
passato
è
passato
.
Chi
conosce
la
verità
?
Voi
intanto
,
no
:
e
io
,
neppure
.
Forse
non
mi
avete
amata
mai
;
e
tutta
la
leggenda
non
è
che
una
cosa
buffa
-
e
rise
clamorosamente
,
offendendolo
anche
col
suo
riso
.
-
Clara
,
io
non
sarei
qui
,
se
non
vi
avessi
amata
-
egli
disse
seriamente
.
-
Vale
a
dire
?
-
Che
ci
vuole
una
grande
tenerezza
,
per
dimenticare
quello
che
mi
avete
fatto
:
e
una
grande
tenerezza
non
viene
che
da
un
grande
amore
.
-
Bella
rovina
,
illuminata
a
chiaro
di
luna
-
ella
disse
,
non
ridendo
,
tetramente
.
-
Ognuno
dà
quello
che
può
-
Giovanni
rispose
,
con
una
tristezza
semplice
.
Clara
tacque
.
Scherzava
con
un
tagliacarte
giapponese
e
se
ne
pungeva
le
dita
.
A
un
tratto
,
si
rivolse
tutta
mutata
:
-
Perdonatemi
,
Giovanni
:
ho
avuto
un
accesso
di
cattiveria
.
-
Tanto
,
per
non
cambiare
-
ed
egli
ebbe
un
pallido
sorriso
.
-
Sono
cose
che
restano
,
a
filoni
,
nell
'
anima
.
Ma
l
'
anima
è
così
cangiata
!
-
Così
?
-
e
la
tenerezza
velava
l
'
incredulità
.
-
Tutta
quanta
.
Non
ve
ne
siete
accorto
?
Vi
sono
sembrata
la
stessa
,
in
questo
tempo
,
la
stessa
di
dieci
anni
,
ditelo
,
in
coscienza
?
-
No
,
non
mi
siete
sembrata
la
stessa
.
Ma
non
vedo
la
causa
del
vostro
cangiamento
e
non
so
lo
scopo
.
-
Al
solito
,
voi
mi
supponete
qualche
infernale
progetto
?
No
,
Giovanni
,
disilludetevi
.
Nulla
vi
è
di
più
complicato
in
me
-
e
sorrise
,
con
una
mesta
semplicità
.
-
Nulla
?
-
Nulla
:
a
che
?
Per
sedurre
chi
?
Voi
siete
inseducibile
.
-
Vi
piacerebbe
sedurmi
?
-
Sì
,
moltissimo
-
ella
esclamò
,
impetuosamente
,
con
la
verità
sulle
labbra
e
nel
cuore
.
Giovanni
fu
scosso
,
da
questo
colpo
diretto
.
-
La
cosa
è
già
fatta
-
egli
disse
,
piano
,
cercando
una
via
obliqua
,
per
ischermirsi
.
-
La
seduzione
passata
,
Giovanni
,
non
conta
-
soggiunse
subito
,
la
terribile
e
infelice
donna
,
riportandolo
al
duello
.
-
Era
una
pessima
seduzione
,
fatta
da
una
donna
perfida
e
fallace
,
una
seduzione
fondata
sull
'
inganno
,
che
partiva
dalla
malvagità
e
arrivava
alla
perversità
.
Non
quella
,
non
quella
!
Mi
sarebbe
piaciuto
sedurvi
,
mi
piacerebbe
sedurvi
,
con
una
seduzione
nobile
e
alta
,
quella
della
schietta
anima
femminile
,
che
si
dà
in
tutta
la
sua
naturale
bontà
,
con
una
seduzione
fondata
sull
'
amore
,
profondo
,
umile
,
segreto
e
pure
sgorgante
da
ogni
atto
e
da
ogni
parola
!
Si
era
avvicinata
a
lui
,
chinata
verso
lui
,
parlandogli
:
e
gli
parlava
con
una
voce
tremante
,
roca
,
come
egli
non
aveva
mai
inteso
uscire
da
quelle
labbra
.
Egli
ebbe
un
atto
di
smarrimento
:
-
Tacete
,
Clara
,
tacete
!
-
No
,
amico
mio
,
non
mi
fate
tacere
,
non
vi
ho
mai
detto
nulla
,
in
questo
tempo
,
e
ora
muoio
,
se
non
vi
dico
tutto
....
-
Io
non
posso
udirvi
....
-
e
cercava
sciogliere
le
sue
mani
da
quelle
di
lei
che
le
tenevano
,
nell
'
affanno
dell
'
emozione
,
strettissime
.
-
Sì
,
sì
,
potete
udirmi
,
giacchè
io
nulla
debbo
dirvi
che
vi
turbi
,
che
vi
offenda
!
Giacchè
io
non
voglio
niente
da
voi
,
Giovanni
,
niente
!
Voi
mi
avete
amata
,
è
vero
,
nel
passato
e
io
sono
sacrilega
,
quando
lo
nego
,
ma
anche
il
sacrilegio
è
una
forma
della
passione
,
anche
il
calpestare
è
una
voluttà
dell
'
amore
!
E
ora
voi
non
mi
amate
più
e
avete
ragione
;
io
sono
stata
crudele
,
io
sono
stata
infame
,
con
voi
,
vengono
dei
momenti
in
cui
mi
faccio
orrore
,
ve
lo
giuro
....
Mentre
parlava
ella
,
così
,
singhiozzava
e
il
suo
petto
si
sollevava
,
nel
singulto
.
Qualche
rara
lagrima
le
usciva
dagli
occhi
e
Clara
l
'
asciugava
rapidamente
,
col
fazzoletto
.
Giovanni
l
'
ascoltava
,
la
guardava
,
stupefatto
,
incapace
di
difendersi
più
,
e
incapace
di
sottrarsi
al
pericolo
estremo
in
cui
si
trovava
.
-
Ma
,
sentite
,
Giovanni
,
sentite
con
pazienza
,
poichè
queste
cose
mi
soffocano
,
sino
a
morirne
,
e
le
debbo
dire
,
giacchè
sono
le
ultime
parole
di
passione
che
mi
usciranno
dalla
bocca
,
in
questa
vita
.
Sì
,
sì
,
le
ultime
,
poichè
io
ho
trovato
in
questa
mia
anima
,
così
maltrattata
,
così
ingiustamente
maltrattata
da
chi
non
doveva
mai
farlo
,
ho
trovato
una
sublime
speranza
,
Giovanni
,
quella
di
poter
essere
un
'
altra
donna
,
quella
di
poter
amare
con
un
infinito
entusiasmo
e
una
infinita
devozione
,
quella
di
poter
essere
in
una
estrema
tenerezza
,
una
donna
leale
,
pia
,
umile
,
vivente
solo
per
voler
bene
,
così
,
come
una
povera
creatura
ammalata
e
convalescente
si
innamora
della
vita
,
di
nuovo
!
-
Illusione
,
illusione
-
balbettò
lui
,
tentando
reagire
contro
quella
esaltazione
sentimentale
,
che
gli
si
comunicava
,
fatalmente
.
-
Voi
non
potrete
mai
far
questo
,
Clara
!
-
Io
posso
fare
tutto
quello
che
voglio
,
io
lo
farò
-
ella
rispose
energicamente
,
altieramente
.
-
Ah
ho
ben
visto
,
io
,
in
questo
tempo
,
nella
mia
anima
,
io
vi
ho
letto
come
in
un
libro
aperto
,
io
so
tutto
,
io
so
che
una
sola
cosa
può
farmi
rivivere
ed
è
un
affetto
schietto
e
saldo
,
senza
altri
interessi
morali
che
l
'
affetto
istesso
,
senza
altro
desiderio
che
dare
uno
slancio
di
purezza
a
quest
'
anima
,
senz
'
altro
ideale
che
la
redenzione
di
uno
spirito
malato
e
corrotto
.
-
Non
vi
riescirà
,
non
vi
riescirà
-
egli
esclamò
,
in
preda
a
tale
un
'
agitazione
e
a
una
confusione
,
che
gli
pareva
di
non
aver
parlato
lui
,
ma
un
altro
.
-
Se
questo
non
mi
riesce
,
io
sono
perduta
,
Giovanni
-
ella
soggiunse
,
cupamente
,
-
Ma
perchè
,
perduta
?
-
Perduta
,
perduta
!
Questo
è
l
'
ultimo
anello
che
mi
lega
alla
vita
:
se
si
spezza
,
cessa
la
ragione
della
mia
esistenza
.
Ebbene
,
io
non
posso
perdermi
,
Giovanni
,
io
non
posso
morire
,
io
sono
vecchia
,
perchè
ho
vissuto
troppo
,
è
vero
,
ma
non
ho
che
trentaquattro
anni
,
e
sono
troppo
pochi
per
rinunziare
,
per
morire
!
Io
non
voglio
rinunziare
,
io
mi
abbranco
a
questa
speranza
,
essa
mi
deve
aiutare
a
vivere
,
io
voglio
amare
così
,
se
no
,
sono
perduta
e
niuno
,
niuno
può
desiderare
la
perdita
e
la
morte
di
una
creatura
come
me
!
-
Ma
chi
,
chi
volete
amare
?
-
gridò
lui
,
levandosi
,
volendo
fuggire
,
ma
non
trovandone
la
forza
.
-
Voi
-
esclamò
ella
,
guardandolo
con
gli
occhi
sfolgoranti
,
con
le
labbra
schiuse
che
mostravano
i
bianchi
denti
minuti
,
che
egli
aveva
adorato
.
-
Me
?
me
?
E
perchè
?
-
Perchè
voi
solo
ne
siete
degno
-
diss
'
ella
,
aprendo
le
braccia
,
chinando
il
capo
,
con
un
atto
di
umiltà
.
-
Clara
,
io
sono
uno
sciocco
,
un
malato
,
un
infelice
,
io
non
merito
questo
-
disse
lui
,
turbatissimo
,
dando
indietro
,
cercando
fuggire
.
-
Voi
siete
l
'
anima
più
buona
e
più
nobile
che
io
abbia
mai
incontrata
-
ella
disse
,
con
un
accento
profondo
di
amore
,
che
finì
di
sconvolgere
Giovanni
.
-
Clara
,
voi
avrete
con
me
le
maggiori
delusioni
.
Io
ho
sofferto
,
io
sono
stanco
,
sono
vecchio
,
oh
quanto
più
di
voi
,
così
piena
di
vita
,
di
vivacità
!
Clara
,
Clara
,
se
sapeste
quanto
sono
vecchio
,
e
quanto
sono
stanco
,
non
dareste
al
mio
cuore
questa
tortura
,
questa
nostalgia
....
L
'
ultima
parola
era
così
imprudente
!
Superbamente
,
realizzando
il
suo
invincibile
bisogno
di
espiazione
,
ebbra
di
sacrificio
,
folle
di
sacrificio
,
ella
gridò
:
-
Che
importa
?
Fosse
anche
così
,
così
mi
piacete
:
fosse
anche
peggio
,
voglio
amarvi
così
!
-
È
un
inutile
amore
,
Clara
-
egli
replicò
,
tristissimamente
.
-
Perchè
,
inutile
?
L
'
amore
non
è
mai
inutile
!
-
Inutile
,
lo
vedrete
,
Clara
:
io
non
debbo
ingannarvi
.
Io
non
vi
amo
.
-
Lo
so
:
non
importa
-
diss
'
ella
,
crollando
orgogliosamente
le
spalle
.
-
Ciò
che
è
fuggito
,
non
ritorna
più
.
Io
non
posso
amarvi
di
nuovo
.
-
Non
importa
-
replicò
ancora
lei
,
giunta
al
culmine
della
superbia
e
dell
'
umiltà
sentimentale
.
-
Clara
,
Clara
,
questo
è
un
romanzo
:
io
non
ho
le
forze
morali
per
seguirvi
in
questo
romanzo
.
-
Non
importa
:
camminerò
sola
.
Il
mio
cuore
è
saldo
,
quando
l
'
amore
lo
regge
.
-
Oh
Clara
mia
,
mia
amica
buona
,
voi
v
'
illudete
,
voi
non
mi
amate
punto
,
voi
siete
in
preda
a
un
accesso
di
infinita
bontà
,
voi
v
'
ingannate
,
sul
vostro
cuore
!
-
Io
vi
adoro
-
ella
disse
,
semplicemente
,
sorridendo
.
-
Non
è
vero
.
-
Provate
-
ella
soggiunse
,
subito
,
con
una
tal
luce
nello
sguardo
,
con
un
tal
sorriso
di
offerta
sulle
labbra
,
che
il
poveretto
vacillò
.
-
Sentite
,
Clara
,
io
sono
il
più
saggio
,
fra
i
due
,
e
invece
vi
sembro
il
più
scortese
e
il
più
crudele
.
Clara
,
restiamo
amici
,
non
tentiamo
la
Provvidenza
,
non
prepariamoci
un
avvenire
di
amarissime
delusioni
.
Guai
,
se
vi
credessi
!
-
Mi
crederete
-
e
sorrise
,
fiduciosissima
di
sè
e
dell
'
amore
.
-
Io
non
vi
vedrò
più
!
-
gridò
lui
,
sentendo
sfuggirgli
l
'
estremo
suo
lembo
di
coraggio
.
-
Perchè
,
Giovanni
?
Non
mi
amate
,
è
vero
:
ma
non
è
una
dolce
consuetudine
di
vedermi
,
per
voi
?
-
Sì
,
sì
,
purtroppo
....
-
Non
mi
amate
,
lo
so
:
ma
non
sono
io
,
la
donna
che
più
avete
amata
?
Non
sono
io
la
donna
con
cui
più
avete
desiderato
di
vivere
,
la
sola
con
cui
abbiate
desiderato
di
vivere
!
-
La
sola
,
la
sola
!
-
Ebbene
?
perchè
mi
dovreste
fuggire
?
Dite
che
siete
stanco
,
ammalato
,
vecchio
,
e
che
non
mi
potete
amare
?
Quale
pericolo
correte
,
dunque
?
Voi
avete
la
gran
sicurezza
;
che
temete
?
-
Nulla
....
infatti
....
ma
dovrò
fuggirvi
.
-
No
.
Restiamo
amici
,
voi
volete
così
?
Restiamoci
.
Solamente
,
solamente
io
non
sarò
amica
,
ma
innamorata
di
voi
.
-
Clara
,
sarebbe
una
condizione
insopportabile
!
-
Io
sola
,
la
debbo
sopportare
!
Che
fa
,
a
voi
?
Vi
amerò
così
quietamente
,
così
segretamente
,
che
quasi
quasi
non
ve
ne
accorgerete
neppure
.
Sarete
buono
con
me
,
ecco
tutto
:
mentre
io
fui
così
cattiva
!
-
Voi
,
non
siete
fatta
per
questo
orribile
stato
di
animo
,
che
è
l
'
amore
non
corrisposto
.
Voi
siete
stata
sempre
una
vittoriosa
....
-
Lasciatemi
provare
la
dolcezza
di
esser
vinta
-
disse
ella
tenerissimamente
.
-
Voi
finirete
per
odiarmi
,
Clara
,
io
lo
so
!
-
e
fece
un
atto
di
disperazione
.
-
Ma
perchè
combattete
questa
lotta
inutile
e
inefficace
,
Giovanni
,
contro
me
,
contro
voi
stesso
?
Perchè
mi
negate
il
permesso
di
volervi
bene
,
quando
ciò
non
vi
costa
nulla
e
quando
ciò
può
anche
piacervi
?
Perchè
rinunziate
,
quando
non
vi
si
domanda
altro
che
di
lasciarvi
amare
,
Giovanni
?
Che
vi
fa
?
Perchè
dite
di
no
,
quando
nessuno
vi
chiede
di
dir
sì
?
Lasciatevi
amare
,
lasciatevi
amare
,
è
una
cosa
tanto
confortante
,
tanto
consolante
,
credetelo
!
Egli
non
le
rispose
nulla
.
-
Vedrete
,
amico
mio
,
vedrete
che
questo
mio
amore
,
mentre
sarà
il
segreto
della
mia
esistenza
,
non
turberà
la
vostra
.
Fidate
in
me
.
Io
vi
saprò
amare
così
bene
,
che
non
ne
avrete
nè
preoccupazione
,
nè
noia
.
Verrete
a
vedermi
,
quando
vorrete
.
Io
non
vi
darò
le
mie
ore
:
vi
aspetterò
,
sempre
.
Sarò
profondamente
felice
,
quando
vorrete
darmi
qualche
ora
del
vostro
tempo
:
e
se
non
vi
vedrò
,
ebbene
,
non
uscirà
un
lamento
dalla
mia
bocca
.
Vi
scriverò
.
Mi
permetterete
di
scrivervi
,
è
vero
?
Le
lettere
sono
uno
sfogo
così
dolce
a
chi
ama
:
e
non
turbano
colui
che
non
ama
.
Giovanni
,
Giovanni
,
lasciate
che
io
vi
ami
,
non
mi
togliete
questo
amore
,
se
vi
sono
stata
cara
una
volta
.
E
pian
piano
,
dalla
sedia
in
cui
era
seduta
dirimpetto
,
gli
scivolò
inginocchiata
,
innanzi
,
levando
il
volto
trasfigurato
verso
Giovanni
Serra
.
Egli
la
sollevò
,
nelle
sue
braccia
,
dicendole
forte
,
violentemente
come
se
volesse
convincerne
sè
stesso
,
mentre
la
stringeva
a
sè
:
-
Io
non
ti
amo
....
non
ti
amo
!
-
Ne
sei
certo
?
-
ella
chiese
,
misteriosamente
,
con
la
testa
sul
suo
petto
,
col
volto
proteso
a
lui
.
-
Non
lo
so
-
balbettò
il
poveretto
,
in
un
impulso
di
luminosa
verità
.
E
la
baciò
,
sulle
labbra
.
Tutta
la
virtù
di
quel
cuore
d
'
uomo
,
in
quel
bacio
,
cadde
.
IV
.
Infelicissimo
amore
!
Immediatamente
Giovanni
Serra
provò
il
confuso
avvilimento
della
sua
caduta
e
Clara
la
delusione
della
sua
prepotenza
sentimentale
.
Passata
l
'
ebbrezza
singolare
e
pur
triste
della
grande
serata
,
ella
si
trovò
di
fronte
a
Serra
,
nella
condizione
tormentosa
e
misera
,
di
una
donna
che
ama
troppo
,
che
vuole
amar
troppo
e
che
,
sovra
tutto
,
pensa
e
dice
di
amar
troppo
,
mentre
non
è
riamata
abbastanza
.
Infelicissimo
amore
!
Giacchè
nello
speranzoso
e
baldanzoso
animo
di
Clara
,
restituito
ai
consueti
trionfi
della
sua
beltà
e
della
sua
grazia
,
tolto
dal
fittizio
ambiente
di
umiliazione
morale
,
in
cui
ella
si
era
collocata
con
amara
voluttà
di
punizione
,
rimesso
nella
posizione
solita
ed
orgogliosa
di
una
donna
che
ha
conquistato
un
uomo
o
che
lo
ha
riconquistato
,
in
questo
animo
in
cui
gli
impeti
della
immaginazione
erano
il
fondamento
della
passione
e
dove
la
vanità
si
nascondeva
sotto
le
forme
più
semplici
,
in
questo
animo
tramontò
subito
quel
purissimo
e
inaccessibile
ideale
di
un
amore
che
volontariamente
rinunzia
alla
corrispondenza
,
di
un
amore
che
volontariamente
invoca
di
esser
dolore
e
di
essere
espiazione
.
L
'
imperioso
cuore
che
si
voleva
dare
in
un
immenso
sacrificio
,
privo
di
premio
,
ritirò
subito
la
sua
offerta
,
quando
negli
occhi
smarriti
di
Giovanni
Serra
vide
la
follia
dell
'
amore
,
quando
egli
si
curvò
a
baciare
quelle
labbra
col
trasporto
di
un
uomo
che
non
ha
mai
finito
di
amare
,
che
ricomincia
ad
amare
,
con
la
forza
di
dieci
anni
di
ricordi
,
accumulata
e
repressa
.
Clara
passò
la
notte
seguente
nella
veglia
deliziosa
,
e
indescrivibilmente
deliziosa
di
chi
ha
trovato
,
nell
'
amore
,
quello
che
cercava
,
il
gran
segreto
che
tutte
le
anime
sentimentali
e
passionali
cercano
:
un
amore
eguale
al
proprio
,
la
corrispondenza
perfetta
e
l
'
armonia
sublime
.
La
vita
,
infine
,
aveva
dato
,
con
dieci
anni
di
ritardo
,
è
vero
,
ma
con
più
potenza
di
concentramento
,
alla
donna
innamorata
dell
'
amore
,
ciò
che
ella
non
aveva
mai
provato
,
ciò
che
pochi
uomini
e
poche
donne
provano
sulla
terra
:
un
amore
schietto
e
profondo
,
così
sentito
e
così
corrisposto
.
Immensa
delusione
:
e
infelicissimo
amore
!
Poichè
,
quando
ella
rivide
Giovanni
e
guardò
nei
suoi
occhi
,
ella
vi
scorse
un
imbarazzo
mortale
,
una
tristezza
mortale
,
come
ne
nascono
nelle
pure
coscienze
di
coloro
che
caddero
per
una
inesplicabile
debolezza
della
volontà
.
Clara
credeva
,
era
certa
di
vedersi
apparire
innanzi
un
uomo
felice
,
ringiovanito
,
ridato
alla
forza
vincitrice
degli
ostacoli
e
ridato
agli
entusiasmi
dell
'
età
più
bella
:
e
invece
,
Giovanni
aveva
l
'
aspetto
di
un
uomo
che
ha
errato
e
che
sente
amaramente
tutto
il
peso
del
suo
errore
.
Clara
era
lieta
e
dolce
,
aveva
rialzato
i
suoi
capelli
in
un
grosso
nodo
attraversato
dagli
spilloni
di
tartaruga
,
come
dieci
anni
prima
,
aveva
un
vestito
chiaro
e
gaio
:
e
Giovanni
la
guardava
,
con
certi
occhi
distratti
e
stupiti
,
dove
,
ogni
tanto
,
si
abbassava
il
velo
di
una
malinconia
intensa
,
dove
,
ogni
tanto
,
passava
la
nuvola
dello
sgomento
.
-
Come
siete
gioconda
,
questa
sera
!
-
le
disse
,
come
trasognato
.
-
Perchè
ti
voglio
tanto
bene
-
ella
gli
rispose
,
dolcissimamente
,
prendendogli
le
mani
.
Egli
si
turbò
sempre
più
.
-
Non
parliamo
di
questo
,
Clara
.
-
Perchè
?
Non
mi
credi
?
Non
mi
credi
?
Egli
tacque
.
Non
le
credeva
,
infatti
.
Ella
intese
perfettamente
questa
sfiducia
.
-
Che
debbo
fare
,
perchè
tu
creda
?
-
Nulla
,
Clara
:
non
fare
nulla
.
Io
sono
uno
sventurato
.
-
E
perchè
?
Non
ti
voglio
bene
,
io
,
malgrado
la
tua
incredulità
?
Non
mi
vuoi
bene
,
tu
?
-
Io
!
-
gridò
lui
.
-
No
,
no
,
non
ti
amo
!
-
E
che
mi
hai
detto
ieri
sera
,
allora
?
Hai
mentito
?
Sei
diventato
bugiardo
,
ora
?
Non
eri
bugiardo
,
prima
.
Giovanni
Serra
non
rispose
.
Era
così
pallido
,
così
disfatto
ed
evitava
tanto
di
guardarla
!
-
Amore
mio
,
amore
mio
-
ella
riprese
,
tenerissimamente
,
carezzandogli
una
mano
-
non
tormentarti
,
te
ne
prego
.
Non
ti
dico
nulla
,
non
ti
domando
nulla
:
la
mia
voce
e
le
mie
parole
ti
agitano
,
lo
vedo
.
Lascia
ch
'
io
stia
vicino
a
te
,
così
,
in
silenzio
.
Era
,
difatti
,
seduta
accanto
a
lui
,
sul
divano
,
e
gli
aveva
passato
un
braccio
sotto
il
braccio
;
aveva
appoggiata
lievemente
la
testa
sulla
sua
spalla
.
Un
lungo
silenzio
:
ma
ella
,
a
occhi
bassi
,
sentiva
che
il
respiro
di
Giovanni
diventava
affannoso
.
Allora
,
pian
piano
,
levò
gli
occhi
,
lo
guardò
,
gli
mormorò
:
-
Mi
vuoi
bene
?
Una
così
grande
espressione
di
dolore
,
negli
occhi
di
quell
'
uomo
!
Ella
tacque
,
ancora
un
poco
,
legata
a
lui
,
cheta
,
respirando
appena
:
poi
le
parve
che
egli
le
sfiorasse
con
le
labbra
i
capelli
:
-
Mi
vuoi
bene
,
amore
?
-
chiese
,
sorridendo
nel
fondo
del
cuore
.
Giovanni
sospirò
profondamente
e
rispose
:
-
No
.
Attraversata
da
un
impeto
d
'
ira
,
ella
si
staccò
bruscamente
da
lui
,
si
levò
,
esclamando
:
-
Sei
cattivo
e
scortese
.
Una
scena
dolorosa
avvenne
fra
loro
,
dove
tutta
la
violenza
e
tutta
la
natural
tenerezza
del
cuore
di
Clara
-
tenerezza
repressa
nel
periodo
d
'
isolamento
in
cui
era
stata
-
sgorgarono
in
parole
precipitose
,
ardenti
,
innamorate
e
pure
ingiurianti
:
e
dove
tutta
la
mitezza
e
tutto
il
profondo
scetticismo
di
Giovanni
si
manifestarono
,
più
dolci
e
più
freddi
,
pieni
delle
grandi
timidità
di
chi
,
avendo
amato
invano
per
tanto
tempo
,
ha
oramai
una
paura
invincibile
di
amare
.
Due
o
tre
volte
,
durante
questa
penosissima
scena
,
ella
lo
offese
in
un
modo
crudele
,
poichè
era
avvezza
a
calpestare
i
cuori
che
adorava
,
per
poi
adorarli
più
profondamente
,
dopo
;
ed
egli
sentì
l
'
offesa
,
con
un
amaro
piacere
,
giacchè
essa
lo
autorizzava
non
a
reagire
,
ma
ad
andarsene
,
per
non
ritornare
mai
più
.
Questo
,
questo
,
era
il
suo
intimo
desiderio
,
innanzi
a
quella
donna
che
lo
affascinava
e
che
lo
terrorizzava
coi
tumulti
strani
della
sua
fantasia
,
con
le
singolarità
di
un
temperamento
fuggevole
e
pericoloso
,
con
l
'
impensato
di
un
'
anima
,
nella
quale
la
inconscienza
assumeva
degli
aspetti
terribili
e
dolcissimi
.
Nel
momento
in
cui
ella
più
gravemente
lo
ingiuriò
,
egli
pensò
che
era
giunta
la
salvazione
per
lui
,
se
partiva
.
Ma
quando
ella
lo
vide
arrivato
alla
soglia
,
quando
intese
che
lo
perdeva
,
così
,
miseramente
,
irrimediabilmente
,
lo
chiamò
con
una
voce
così
spezzata
dal
pianto
,
che
egli
si
volse
,
venne
a
lei
.
Clara
piangeva
,
Piangeva
!
Mai
l
'
aveva
vista
piangere
,
Credeva
che
non
potesse
piangere
,
tanto
il
gran
riso
clamoroso
,
e
il
riso
breve
,
e
il
sorriso
,
e
il
sogghigno
le
eran
particolari
.
Clara
piangeva
,
soffocando
dai
singhiozzi
,
con
un
lamento
che
le
usciva
dalle
labbra
,
continuo
.
Il
cuore
di
quell
'
uomo
buono
s
'
infranse
,
ed
egli
intese
sul
suo
petto
quel
povero
corpo
femminile
scosso
dai
singulti
,
ed
essa
intese
da
quella
voce
tremante
e
fievole
la
parola
d
'
amore
,
strappata
dall
'
essenza
di
quell
'
anima
,
dolorosamente
.
Tali
furono
,
sempre
,
le
amarissime
vittorie
di
Clara
;
e
procedendo
oltre
,
il
combattimento
fu
diversamente
aspro
,
con
forze
maggiori
o
minori
dall
'
una
parte
e
dall
'
altra
,
ma
concedenti
sempre
il
più
triste
dei
trionfi
al
soldato
più
energico
e
più
ardente
,
più
abituato
alla
guerra
dell
'
amore
,
più
multiplo
nelle
sue
risorse
di
attacco
e
di
difesa
.
Giacchè
appena
Giovanni
Serra
si
allontanava
da
Clara
,
dalla
sua
casa
,
dal
cerchio
magico
in
cui
ella
lo
rinserrava
,
rinasceva
in
lui
il
desiderio
della
fuga
ultima
,
della
liberazione
.
Quando
ella
non
era
presente
ed
egli
non
ne
vedeva
le
grazie
delicate
,
e
la
novissima
incantatrice
dolcezza
,
e
tutta
la
seduzione
muliebre
potente
,
Clara
gli
appariva
come
l
'
aveva
sempre
considerata
,
da
dieci
anni
:
una
donna
attraente
,
perfida
e
fallace
,
a
cui
egli
aveva
gittato
inutilmente
il
suo
cuore
e
per
la
quale
aveva
perduto
ogni
fede
in
sè
stesso
e
nella
vita
.
La
figura
di
una
creatura
quasi
mostruosa
,
senza
pietà
femminile
,
senza
alito
di
sentimento
nell
'
anima
,
senza
coscienza
pel
bene
,
come
pel
male
,
formatasi
in
dieci
anni
nel
suo
spirito
,
lo
signoreggiava
,
di
nuovo
,
con
novello
impulso
di
ribrezzo
,
di
orrore
.
Mutata
,
forse
?
Forse
.
Ella
era
capace
di
tutto
,
anche
di
vestire
l
'
aspetto
della
maggior
tenerezza
della
maggiore
nobiltà
spirituale
,
e
di
essere
,
forse
,
tenera
e
nobile
veramente
,
per
un
certo
tempo
per
ordine
della
propria
volontà
,
sino
a
che
la
natura
sopita
si
risvegliasse
,
e
l
'
onda
della
perfidia
e
della
menzogna
trasportasse
via
il
bel
sogno
di
bontà
e
di
dolcezza
.
Mutata
?
E
che
,
perciò
?
Anch
'
egli
s
'
era
mutato
purtroppo
,
e
dove
la
lava
incandescente
della
passione
aveva
gorgogliato
,
schiumando
,
del
fuoco
,
si
stendeva
il
lapillo
grigio
e
freddo
delle
devastazioni
vulcaniche
:
dove
aveva
vissuto
la
fede
nell
'
anima
umana
e
nella
sua
purezza
,
vi
era
il
gelo
di
un
dubbio
tranquillo
e
non
più
torturante
:
dove
avevano
balzato
di
gioia
e
di
voluttà
gli
entusiasmi
giovanili
,
vi
era
l
'
inazione
e
l
'
aridità
.
La
lealtà
,
il
rispetto
,
la
bontà
virile
rimanevano
intatte
in
quell
'
uomo
che
aveva
avuto
in
dono
,
nella
giovinezza
,
le
qualità
più
nobili
dello
spirito
:
ma
ciò
che
restava
,
non
bastava
all
'
amore
.
Una
parte
di
quel
cuore
,
era
veramente
finita
.
E
tutta
la
sensibilità
che
ancor
viveva
in
lui
,
fremeva
di
sgomento
all
'
idea
di
essere
stato
ripreso
da
quel
fascino
;
non
si
sentiva
più
la
forza
morale
per
quelle
lotte
e
il
risultato
non
gli
sembrava
più
la
sua
grande
ambizione
.
Così
,
di
lontano
,
egli
formava
sempre
il
disegno
di
non
vedere
mai
più
Clara
.
Ella
gli
scriveva
delle
lettere
lunghe
e
bizzarre
,
con
un
'
incoerenza
sentimentale
che
sarebbe
stata
molto
interessante
e
molto
seducente
per
un
uomo
più
giovane
e
più
vivace
,
meno
provato
dai
dolori
della
vita
,
ma
che
gli
produceva
un
senso
di
ripulsa
,
di
maggior
distacco
:
non
rispondeva
alle
lettere
.
Ella
gli
mandava
degli
appuntamenti
;
Giovanni
vi
mancava
,
due
o
tre
volte
.
Perchè
,
alla
quarta
volta
,
egli
non
resisteva
più
e
vi
andava
,
riluttante
,
pieno
di
tutte
le
incertezze
?
Egli
non
se
lo
spiegava
:
e
nella
sua
timida
immaginazione
,
il
fascino
di
Clara
assumeva
un
aspetto
onnipossente
;
Giovanni
aveva
bisogno
di
credere
a
un
potere
ascoso
,
rarissimo
,
unico
,
per
spiegare
la
mollezza
della
sua
volontà
.
Perchè
,
tante
volte
,
quando
egli
andava
da
lei
,
ben
deciso
,
ben
risoluto
,
a
dichiararle
che
quell
'
amore
così
povero
di
gioie
,
così
dubbio
,
così
squilibrato
non
aveva
ragione
di
essere
e
di
durare
,
perchè
Giovanni
,
innanzi
al
bel
volto
tranquillo
e
sorridente
di
Clara
,
a
quelle
mani
che
gli
si
tendevano
affettuosamente
,
al
suono
di
quella
voce
che
ella
rendeva
così
insinuante
,
per
lui
,
perchè
egli
non
diceva
più
niente
,
lasciandosi
andare
alla
corrente
di
quel
sentimento
,
illuso
per
un
poco
,
credendo
di
essere
amato
,
credendo
di
amare
?
Perchè
,
nelle
loro
grandi
scene
,
scoppiate
improvvisamente
,
egli
aveva
provato
a
proclamare
la
sua
libertà
,
la
sua
indifferenza
,
sempre
più
duramente
,
meravigliandosi
anzi
talvolta
della
propria
durezza
,
ed
era
riescito
soltanto
ad
esasperare
Clara
;
ma
non
aveva
svincolato
il
proprio
cuore
?
Perchè
,
mentre
egli
era
dei
due
quello
che
meno
pensava
d
'
amare
,
che
meno
diceva
d
'
amare
,
che
non
scriveva
,
che
rinunziava
ai
convegni
,
perchè
,
poi
,
era
lui
quello
che
più
cedeva
,
che
più
si
dava
,
che
più
rientrava
in
servitù
,
con
ritorni
di
affetto
che
costituivano
le
pochissime
soavità
di
quell
'
amore
?
Perchè
,
una
volta
,
quando
stettero
quindici
giorni
senza
vedersi
ed
ella
continuava
a
scrivergli
,
egli
non
ebbe
la
forza
di
non
aprire
,
come
aveva
dichiarato
,
le
sue
lettere
?
E
una
sera
,
ella
passava
,
sola
,
triste
,
pallida
,
per
una
via
,
rientrando
nella
sua
casa
deserta
con
aspetto
di
tale
abbattimento
ed
infelicità
,
che
Giovanni
,
vedendola
innanzi
a
sè
,
non
visto
da
lei
,
provò
uno
schianto
indicibile
.
Ritornò
a
lei
,
subito
,
senza
che
lo
avesse
chiamato
:
e
Clara
stessa
si
stupì
di
questo
ritorno
inatteso
,
mentre
il
suo
cuore
si
era
immerso
già
nell
'
amarezza
dell
'
abbandono
.
E
ingenuamente
,
puerilmente
,
Giovanni
non
sapendo
come
spiegarsi
la
sua
debolezza
e
la
sua
disfatta
,
pensava
a
qualche
cosa
d
'
insolitamente
affascinante
,
e
diceva
,
come
un
bimbo
:
-
È
una
strega
.
Ma
per
colei
che
misteriosamente
lo
riconduceva
a
sè
,
ogni
volta
,
questi
trionfi
erano
un
tossico
.
Fermentavano
dentro
il
suo
spirito
indomito
le
ribellioni
più
profonde
contro
questo
stato
di
lotta
che
avviliva
l
'
idea
ch
'
ella
si
era
fatta
di
quell
'
amore
e
che
la
mortificava
in
tutte
le
sue
vanità
muliebri
.
Ella
,
infine
,
lo
amava
,
è
vero
,
come
poteva
e
come
sapeva
,
con
un
senso
immensamente
egoistico
che
aveva
sempre
dominato
in
quell
'
anima
:
lo
amava
,
perchè
le
faceva
piacere
di
amare
,
perchè
il
suo
stato
migliore
era
l
'
amore
,
perchè
ella
non
sentiva
la
vita
che
quando
era
innamorata
:
l
'
amava
perchè
così
aveva
voluto
ed
ora
la
sua
volontà
era
più
forte
di
lei
.
Ciò
che
la
sconvolgeva
,
era
di
non
sentirsi
amata
abbastanza
,
mentre
ella
sapeva
di
dare
a
Giovanni
il
meglio
che
restava
di
lei
:
ciò
che
la
esasperava
,
era
questa
battaglia
quotidiana
che
ella
sosteneva
,
per
conservare
,
se
non
l
'
amore
,
la
larva
di
amore
che
le
portava
quest
'
uomo
:
ciò
che
la
faceva
delirare
di
collera
,
segretamente
,
era
di
avere
ancora
sbagliato
,
anche
in
quest
'
ultima
volta
e
di
non
potere
in
nessun
modo
metter
rimedio
al
suo
errore
.
Per
il
passato
,
coloro
che
l
'
avevano
amata
,
erano
stati
tipi
soliti
,
comuni
,
non
più
buoni
e
non
più
cattivi
di
qualunque
altro
uomo
,
in
modo
che
il
mondo
psicologico
di
Clara
non
aveva
avuto
sviluppo
che
nelle
ombre
della
sua
anima
,
assai
più
grande
e
assai
più
complessa
di
quelle
che
ella
aveva
avuto
ai
suoi
piedi
.
Ella
aveva
sofferto
per
loro
,
non
già
per
le
complicazioni
sentimentali
,
ma
perchè
questi
due
o
tre
erano
esseri
limitati
,
non
meschini
,
ma
limitati
,
a
cui
ella
aveva
creato
una
luminosa
e
inesistente
aureola
.
Aveva
sofferto
di
non
essere
amata
abbastanza
,
disprezzando
coloro
cui
mancava
la
potenza
spirituale
,
rimpiangendo
sempre
Giovanni
,
Giovanni
,
ch
'
ella
aveva
disdegnato
e
di
cui
si
rammentava
la
violenza
giovanile
di
passione
:
e
lentamente
,
nella
sua
coscienza
,
si
era
formato
il
criterio
che
solo
Giovanni
l
'
avesse
amata
e
che
solo
lui
,
così
profondo
,
così
intimo
,
così
squisito
,
avrebbe
potuto
amarla
come
ella
desiderava
.
Gli
altri
,
erano
,
infine
,
poveri
diavoli
,
ai
quali
ella
aveva
dato
il
manto
di
porpora
della
sua
immaginazione
e
uno
scettro
d
'
oro
,
sotto
cui
ella
medesima
si
era
curvata
;
ma
l
'
anima
bella
per
sè
,
grande
per
sè
,
unica
nella
tenerezza
come
unica
nella
passione
,
era
quella
di
Giovanni
.
Ella
aveva
creduto
a
una
fatalità
del
destino
quando
,
finendo
la
sua
giovinezza
,
prima
del
tramonto
,
s
'
erano
incontrati
nuovamente
ed
egli
le
aveva
parlato
dell
'
amore
passato
.
E
in
lei
si
erano
dileguate
le
profonde
stanchezze
,
mentre
più
vivo
,
più
forte
rinasceva
il
desiderio
di
amare
eccezionalmente
,
di
essere
eccezionalmente
amata
.
Ella
si
rammentava
un
Giovanni
Serra
tutto
pieno
di
un
ingenuo
e
vibrante
ardor
giovanile
,
che
faceva
dell
'
amore
non
un
breve
episodio
,
come
tutti
gli
altri
,
ma
il
grande
affare
dei
suoi
giorni
e
delle
sue
notti
,
che
dava
all
'
amore
un
tesoro
di
intima
mestizia
e
di
gioie
delicate
,
che
portava
l
'
immagine
dell
'
amata
come
la
sola
visione
degna
della
sua
fantasia
,
e
che
ne
pronunziava
il
nome
con
una
emozione
vivissima
e
candidamente
mal
repressa
.
Aveva
creduto
,
quando
egli
le
narrava
i
suoi
dolori
passati
con
sì
grande
senso
di
amarezza
,
che
egli
fosse
sempre
il
medesimo
:
e
che
era
giusto
e
umano
l
'
amarlo
;
e
che
era
una
voluttà
dolorosa
l
'
amarlo
senza
conforto
;
e
che
,
infine
,
infine
,
egli
l
'
amasse
ancora
,
malgrado
i
tentativi
di
fuga
,
malgrado
i
dinieghi
,
malgrado
i
terrori
che
gli
si
dipingevano
sul
volto
,
malgrado
che
egli
restasse
freddo
e
confuso
,
nelle
ore
più
calde
,
in
cui
ella
più
si
abbandonava
a
questa
estrema
passione
.
E
dall
'
antico
concetto
e
dal
novissimo
errore
suo
,
ella
traeva
un
veleno
interno
di
delusione
,
un
seguito
di
sconfitte
inavvertite
da
lui
,
ma
di
cui
ella
provava
il
colpo
nel
fondo
dell
'
anima
,
un
ricadere
continuamente
sulle
proprie
speranze
e
un
soffrire
per
tutte
le
parti
,
dall
'
amore
all
'
amor
proprio
,
dalla
delicatezza
all
'
orgoglio
,
dalla
sensibilità
femminile
bonaria
alla
sensibilità
femminile
maligna
.
Come
si
torturava
ella
,
per
un
ritardo
di
un
'
ora
,
per
una
parola
detta
con
troppa
disinvoltura
,
per
un
voi
apparso
improvvisamente
nel
più
intimo
discorso
:
e
il
suo
umore
si
cangiava
,
per
la
sottile
ferita
ricevuta
,
ed
egli
,
che
non
sapeva
di
aver
ferito
,
si
stupiva
del
cangiamento
,
e
arretrandosi
,
pallido
,
come
se
avesse
visto
un
fantasma
,
le
diceva
la
tetra
e
monotona
frase
:
-
Voi
siete
sempre
la
stessa
.
Sì
,
Clara
era
sempre
la
stessa
,
con
un
carattere
mobile
e
pure
ostinato
,
con
una
energia
breve
e
caduca
,
con
un
disprezzo
intimo
e
cordiale
di
sè
,
con
un
egoismo
a
cui
dava
le
forme
nobili
dell
'
amore
,
con
un
desiderio
di
vivere
e
di
godere
che
non
si
saziava
mai
;
e
su
tutto
questo
fondo
stravagante
,
e
spesso
perfido
,
e
spesso
capace
dei
più
alti
sagrificii
,
il
ricordo
di
una
vita
vissuta
mediocremente
,
il
ricordo
di
sciocchi
errori
e
di
delusioni
meschine
.
Era
sempre
la
stessa
,
lei
,
ma
da
tutti
i
pianti
versati
nella
solitudine
della
sua
casa
,
da
tutte
le
angoscie
soffocate
sotto
la
sua
maschera
di
donna
mondana
,
da
quell
'
abbandono
in
cui
aveva
passato
un
anno
,
le
era
venuta
innanzi
alla
mente
la
grande
verità
,
che
tutti
i
calcoli
dell
'
egoismo
sono
sempre
sbagliati
,
e
che
bisogna
vivere
per
gli
altri
,
per
poter
essere
felici
.
Non
era
fatta
per
questo
,
la
sua
natura
capricciosa
ed
esaltata
:
ma
la
sua
volontà
le
imponeva
di
assuefarsi
alla
più
semplice
verità
umana
,
che
è
la
felicità
altrui
:
ed
ella
giungeva
con
uno
sforzo
supremo
là
dove
altre
creature
arrivano
naturalmente
e
la
sua
bontà
calma
,
la
sua
dolcezza
ragionata
,
la
sua
serenità
esteriore
avevano
,
forse
,
maggior
merito
,
poichè
ella
affogava
in
esse
tutto
il
clamore
di
un
'
anima
ribelle
.
Soffriva
profondamente
,
perchè
non
era
amata
abbastanza
,
perchè
non
era
neppure
certa
di
essere
amata
:
dentro
le
vene
ardeva
il
sangue
per
collere
improvvise
:
cento
volte
ella
sentiva
la
tentazione
di
scacciare
Giovanni
da
sè
,
di
non
vederlo
mai
più
.
Ma
il
pensiero
che
egli
,
veramente
,
la
credesse
ancora
una
perfida
femmina
,
capace
del
male
per
la
voluttà
del
male
,
ma
l
'
idea
di
desolare
ancora
Giovanni
,
con
una
catastrofe
spirituale
,
tale
che
per
sempre
ne
restasse
violata
la
sua
memoria
,
la
rigettavano
nell
'
amore
e
nel
sacrificio
.
E
più
il
suo
spirito
spasimava
per
la
battaglia
che
sosteneva
,
più
ella
prodigava
a
Giovanni
Serra
i
tesori
della
più
squisita
affezione
.
Egli
,
talvolta
,
ne
restava
avvilito
.
Ora
,
non
le
diceva
più
di
non
crederle
;
nè
,
d
'
altra
parte
,
la
fiducia
nasceva
in
lui
,
bensì
uno
stupore
malinconico
.
Quando
ella
gli
dava
qualche
novella
pruova
,
non
chiesta
,
di
amore
,
egli
restava
confuso
e
rammaricato
:
-
Io
non
merito
questo
,
Clara
.
Tu
esageri
sempre
:
e
che
sarà
il
nostro
avvenire
,
così
?
-
Io
ti
amerò
sempre
egualmente
-
diceva
ella
,
esaltata
.
-
Quante
volte
l
'
hai
detta
la
parola
sempre
?
-
Ah
tu
sei
crudele
!
-
esclamava
lei
,
abbassando
il
capo
per
nascondere
il
suo
pallore
.
Sì
,
quell
'
onest
'
uomo
,
quell
'
uomo
onesto
e
buono
era
spesso
crudele
,
con
lei
.
Non
s
'
accorgeva
di
colpirla
,
così
duramente
:
o
non
la
credeva
sensibile
:
o
credeva
che
fosse
necessario
di
colpirla
,
per
guarirla
da
questo
morbo
spirituale
che
la
teneva
.
Certi
giorni
,
dopo
un
'
assenza
di
una
settimana
,
le
appariva
innanzi
quietissimo
,
avendo
l
'
aria
di
non
vedere
che
ella
era
disfatta
dall
'
attesa
,
non
dando
nessuna
scusa
alla
sua
mancanza
.
Un
dialogo
freddo
si
stabiliva
fra
loro
due
:
le
labbra
di
lei
fremevano
leggiermente
,
perchè
reprimevano
lo
sdegno
:
egli
non
capiva
ciò
e
dopo
un
'
ora
trascorsa
,
così
,
in
uno
strazio
fine
e
pur
terribile
,
egli
si
levava
per
andarsene
:
-
Vieni
domani
?
-
ella
diceva
,
a
occhi
bassi
,
pallida
come
uno
spettro
,
-
Non
so
.
-
Dopodomani
,
allora
?
-
Non
ti
saprei
dire
:
ho
delle
faccende
noiose
da
sbrigare
.
-
Ah
!
-
diceva
lei
,
senz
'
altro
,
sentendosi
morire
.
-
Ti
scriverò
,
quando
posso
venire
.
-
Va
bene
.
E
lentamente
lo
seguiva
,
mentre
si
avviava
alla
porta
:
gli
porgeva
una
mano
gelida
ed
immota
.
Talvolta
,
egli
le
chiedeva
:
-
Che
hai
?
-
Nulla
-
ella
rispondeva
con
voce
così
mutata
che
egli
avrebbe
dovuto
capire
.
Ma
,
temendo
una
scena
,
egli
se
ne
andava
,
senz
'
altro
.
Come
ella
correva
nella
sua
stanza
,
gittandosi
sul
letto
,
mordendo
i
cuscini
,
ingiuriando
la
freddezza
di
Giovanni
,
imprecando
alla
propria
viltà
,
esalando
tutta
l
'
ira
della
sua
delusione
,
soffocando
le
grida
del
suo
cuore
che
insorgeva
contro
un
dolore
così
atroce
!
La
crisi
durava
una
notte
intiera
:
ella
si
addormentava
all
'
alba
,
con
gli
occhi
rossi
di
lacrime
,
con
il
petto
ancora
esalante
sospiri
.
Egli
non
sapeva
nulla
di
ciò
.
Ella
temeva
che
Giovanni
la
fuggisse
per
sempre
,
se
diventava
troppo
insistente
e
troppo
noiosa
.
L
'
altiera
donna
era
giunta
a
credersi
una
seccatrice
.
Pure
,
qualche
sera
,
quando
più
l
'
onesto
e
buon
'
uomo
era
stato
crudele
,
ella
sentiva
cadere
le
forze
della
sua
rassegnazione
.
Allora
gli
appariva
infelice
,
così
accasciata
,
così
perduta
in
un
abisso
di
delusioni
,
che
l
'
oscuro
mistero
della
sua
tenerezza
per
Clara
,
si
svelava
.
Una
volta
,
egli
era
andato
via
.
Appena
fuori
,
sulle
scale
,
egli
intese
,
dietro
la
porta
ancora
chiusa
,
un
tale
scoppio
di
singhiozzi
che
tornò
indietro
,
bussò
e
la
trovò
smarrita
,
incapace
di
affogare
i
suoi
lamenti
,
incapace
di
dominarsi
più
.
Qual
notte
!
Egli
le
parlava
ed
ella
,
perduta
in
un
oceano
di
amarezza
,
non
gli
rispondeva
,
mentre
,
come
se
fosse
sola
,
si
raccomandava
alla
Madonna
ed
ai
santi
,
perchè
la
liberassero
da
quelle
torture
.
Egli
le
prendeva
le
mani
,
ma
ella
le
ritraeva
,
come
inorridita
,
convulsa
,
per
rivolgerle
al
cielo
,
per
chiedere
la
pace
,
la
pace
,
niente
altro
:
egli
cercava
di
abbracciarla
,
ma
quel
corpo
fremente
gli
sfuggiva
;
essa
passava
da
un
divano
all
'
altro
,
camminava
al
buio
,
per
le
altre
stanze
,
parlando
sola
,
gemendo
,
tutto
il
suo
male
,
gemendo
di
dover
amare
così
,
gemendo
di
essere
così
poco
amata
.
Notte
fatale
,
invero
:
giacchè
fu
allora
soltanto
ch
'
egli
capì
tutta
la
gravità
del
loro
caso
:
giacchè
fu
in
quella
scena
di
lacrime
,
di
convulsioni
,
in
cui
ella
pareva
avesse
dimenticata
persino
la
sua
presenza
,
che
egli
le
parlò
,
per
una
volta
,
come
dieci
anni
prima
,
come
un
innamorato
,
come
un
amante
.
Egli
s
'
inginocchiò
innanzi
a
lei
e
le
chiese
perdono
della
sua
condotta
,
e
la
pregò
che
avesse
pietà
di
lui
;
la
scongiurò
di
credergli
,
quando
le
diceva
che
nessun
essere
le
era
devoto
come
il
suo
,
e
di
compatirlo
se
egli
non
sapeva
amarla
,
se
egli
non
sapeva
ritrovare
in
un
'
anima
stanca
,
malata
,
vecchia
,
gli
accenti
e
gli
entusiasmi
dell
'
amore
;
che
per
quanto
egli
poteva
amare
,
l
'
amava
;
che
era
poco
,
sì
,
era
poco
,
per
una
donna
appassionata
come
lei
;
che
ella
meritava
un
miglior
innamorato
,
un
miglior
amante
;
ma
che
lui
non
poteva
amar
meglio
,
ma
che
egli
le
aveva
dato
tutto
,
dieci
anni
prima
,
e
che
quella
devastazione
era
opera
sua
.
Mentre
ella
,
sfinita
,
esausta
,
si
passava
ancora
sugli
occhi
aridi
il
fazzoletto
bagnato
di
lacrime
,
Giovanni
,
ai
suoi
piedi
,
le
narrava
ancora
la
sua
miseria
sentimentale
presente
,
la
sua
morbosa
sensibilità
che
aveva
paura
dell
'
amore
,
la
sua
impotenza
spirituale
,
tutta
la
rovina
irreparabile
che
gli
impediva
di
esser
per
lei
il
perfetto
innamorato
,
il
perfetto
amante
.
Alle
sue
ginocchia
,
in
una
evocazione
straziante
,
di
quello
che
era
stato
il
suo
passato
d
'
amore
e
nello
strazio
della
presente
realtà
,
egli
versò
poche
,
cocenti
lacrime
,
le
più
dolorose
che
avesse
versate
mai
.
Smorta
,
con
gli
occhi
spalancati
su
lui
,
reggendosi
la
testa
con
le
mani
,
ella
che
aveva
gridato
tutta
la
sua
desolazione
,
udiva
ora
le
parole
di
una
ben
diversa
miseria
,
di
un
disfacimento
umano
assai
più
tragico
del
suo
;
e
mentre
l
'
alba
faceva
il
cielo
di
un
freddissimo
biancoverdino
,
i
due
amanti
si
guardarono
,
presi
da
una
pietà
immensa
,
per
sè
stessi
,
e
sentendo
che
nessuno
dei
due
poteva
consolare
,
giammai
,
giammai
l
'
altro
.
Ella
,
folle
oramai
di
sacrificio
,
fu
dimentica
di
sè
,
e
si
rassegnò
a
una
forma
qualsiasi
dell
'
amore
,
purchè
Giovanni
non
l
'
abbandonasse
.
Rinunziava
alla
passione
,
chiudendo
gli
occhi
:
ella
che
adorava
solo
la
passione
!
L
'
amasse
Giovanni
,
come
voleva
,
come
poteva
,
quando
voleva
:
purchè
quel
residuo
di
tenerezza
fosse
suo
!
Oramai
ella
diventava
simile
ai
malati
che
,
giorno
per
giorno
,
vanno
rinunziando
alle
dolcezze
che
godono
i
sani
e
fanno
un
ragionamento
malinconico
a
ogni
rinunzia
.
Diceva
,
ella
:
-
Tu
,
che
non
mi
scrivi
mai
....
E
se
egli
annuiva
,
ella
frenava
il
suo
spasimo
.
Giovanni
,
un
tempo
,
le
aveva
troppo
scritto
:
adesso
non
ne
aveva
più
la
forza
.
Altre
volte
diceva
:
-
Tu
non
vieni
;
è
vero
,
domani
sera
?
Ed
era
perchè
soffriva
troppo
,
a
udirlo
dire
da
lui
che
non
sarebbe
venuto
.
Parlando
dell
'
amore
,
ella
soggiungeva
,
con
un
debole
sorriso
:
-
Tu
che
mi
vuoi
bene
così
poco
....
E
lo
sogguardava
,
ansiosamente
,
per
osservare
anche
l
'
espressione
più
fugace
.
Egli
sorrideva
,
acconsentendo
al
fatto
di
amarla
poco
:
Clara
indietreggiava
,
disperata
internamente
della
pruova
.
Qualche
volta
,
bonariamente
,
ella
gli
tendeva
un
tranello
:
-
Perchè
mi
ami
così
poco
?
Io
ti
voglio
troppo
bene
.
-
Perchè
non
posso
di
più
.
-
Non
puoi
,
non
puoi
?
Tenta
.
-
Oh
no
!
-
esclamava
,
con
un
tono
di
stanchezza
,
di
sfiducia
,
di
paura
.
-
Io
ti
amo
troppo
-
ella
diceva
,
affogando
di
dolore
,
ma
non
mostrandolo
.
-
È
ciò
che
mi
trafigge
.
Io
sono
un
indegno
,
Clara
.
-
E
se
non
ti
amassi
più
?
Giovanni
impallidiva
e
taceva
.
Quel
pallore
,
la
rincorava
.
-
Se
non
ti
amassi
più
,
di
'
?
-
Mi
rassegnerei
malinconicamente
.
Sono
stato
un
grande
sventurato
,
sempre
.
-
Ti
rassegneresti
?
-
e
fremeva
,
ella
.
-
Mi
rassegnerei
.
-
Mi
riesce
impossibile
di
non
amarti
,
Giovanni
!
-
ella
esclamava
.
-
Se
tu
volessi
,
ti
sarebbe
facile
.
Credimi
,
non
ti
ho
meritata
prima
:
non
ti
merito
adesso
.
Era
destino
!
-
Parliamo
d
'
altro
-
diceva
lei
,
brevemente
,
vinta
.
Ma
si
rinnovava
ogni
giorno
,
ogni
sera
,
il
duello
,
sopra
una
ben
semplice
frase
così
cara
a
tutti
gli
amanti
.
Quando
ella
era
di
umore
più
lieto
,
gli
diceva
:
-
Già
,
non
ti
domando
se
mi
vuoi
bene
.
Sarebbe
inutile
.
-
Sarebbe
inutile
-
mormorava
lui
,
sorridendo
,
cercando
di
scherzare
.
-
Non
mi
ami
affatto
?
-
e
la
voce
lievemente
le
tremava
.
-
Affatto
.
Clara
taceva
,
incapace
di
scherzare
più
.
-
Che
hai
?
-
chiedeva
Giovanni
.
-
Nulla
.
-
Nulla
?
Ti
ho
rattristata
?
-
Un
poco
.
-
Sono
un
infelice
-
diceva
Giovanni
,
così
schiettamente
addolorato
,
che
Clara
non
osava
proseguire
la
discussione
.
Ma
,
talvolta
,
la
domanda
era
diretta
:
-
Mi
vuoi
bene
?
E
se
lui
era
tranquillo
,
senza
fremiti
nella
sua
sensibilità
,
le
rispondeva
:
-
Tu
lo
sai
.
-
Non
so
nulla
.
Ripeti
un
poco
,
-
Quante
volte
lo
vuoi
sentire
,
Clara
!
-
Gli
è
che
non
lo
dici
mai
,
mai
,
mai
!
-
A
che
serve
?
-
Mi
serve
:
mi
serve
immensamente
.
Te
ne
prego
,
Giovanni
,
Giovanni
mio
,
mio
amore
,
dimmi
se
mi
vuoi
bene
!
-
Ti
voglio
bene
-
diceva
lui
,
a
occhi
bassi
,
quasi
per
forza
.
-
Quanto
?
-
Quanto
posso
.
-
E
poco
,
è
vero
,
è
poco
?
-
Perchè
mi
ricordi
che
sono
un
poverello
,
in
fatto
di
amore
?
Perchè
mi
rinfacci
la
mia
miseria
?
Perchè
mi
rimproveri
se
non
ho
più
lena
,
se
non
ho
più
una
scintilla
di
entusiasmo
?
Clara
,
Clara
,
tu
mi
uccidi
,
così
!
-
Perdonami
-
diceva
lei
,
scivolandogli
inginocchiata
innanzi
,
con
un
moto
che
le
era
familiare
.
-
Io
non
debbo
vederti
più
-
diceva
lui
,
come
se
parlasse
a
sè
stesso
.
Oppure
,
la
frase
cara
agli
amanti
riappariva
in
altri
modi
tormentosi
.
Talvolta
,
dopo
un
lungo
silenzio
,
vagamente
,
distrattamente
,
come
per
un
moto
delle
labbra
,
ella
chiedeva
:
-
Mi
vuoi
bene
?
Giovanni
non
rispondeva
.
Immediatamente
,
ella
diventava
trepida
e
ansante
:
-
Giovanni
,
mi
vuoi
bene
?
Allora
egli
usciva
dalle
sue
riflessioni
e
vagamente
,
distrattamente
,
diceva
:
-
No
.
-
Giovanni
?
-
Clara
!
-
Hai
detto
che
non
mi
ami
?
-
L
'
ho
detto
.
-
Ed
è
vero
?
-
È
vero
.
Silenziosamente
,
ella
curvava
il
capo
,
e
le
lacrime
le
discendevano
sulle
guancie
.
Giovanni
la
guardava
,
desolato
:
poi
,
le
andava
vicino
,
le
carezzava
una
mano
,
le
baciava
le
guancie
bagnate
di
lacrime
.
-
Ho
scherzato
-
diceva
.
-
Tu
non
ischerzi
mai
.
-
Ho
scherzato
.
Tutto
finiva
,
così
:
ma
le
lacrime
erano
state
versate
.
E
infine
,
sulla
frase
cara
agli
amanti
,
avveniva
ancora
questo
:
-
Tu
non
mi
chiedi
mai
,
Giovanni
,
se
ti
voglio
bene
!
-
Perchè
chiedertelo
?
-
Non
ti
piace
saperlo
?
-
No
,
non
mi
piace
.
-
Ti
tormenta
,
il
mio
amore
?
-
Sì
,
mi
tormenta
tanto
.
-
Ma
perchè
,
ma
perchè
?
-
Perchè
mi
hai
amato
troppo
tardi
-
esclamava
lui
,
per
la
centesima
volta
;
-
perchè
io
non
sono
più
il
giovanotto
appassionato
di
dieci
anni
fa
,
ma
un
uomo
arido
e
stanco
,
senza
speranze
e
senza
desiderii
!
È
tardi
,
è
tardi
,
Clara
.
-
Mai
tardi
,
per
l
'
amore
.
-
Siamo
vecchi
,
Clara
:
il
nostro
sole
tramonta
.
-
Dio
mi
salvi
dalla
notte
-
ella
mormorava
,
avvilita
,
senza
più
energia
.
Vi
fu
un
giorno
,
però
,
in
cui
tutte
le
ombre
malinconiche
,
e
le
incertezze
,
e
i
timori
parvero
dileguati
.
Era
nella
calda
estate
ed
ella
era
andata
ad
Albano
,
sui
colli
,
per
fuggire
l
'
aria
soffocante
di
Roma
.
Colà
,
lo
aspettava
pazientemente
,
per
giornate
intiere
,
ma
egli
,
pur
promettendo
di
venire
a
trovarla
,
pur
scrivendole
,
non
veniva
mai
.
Per
tre
o
quattro
volte
ella
era
andata
alla
stazione
,
inutilmente
.
Una
grandissima
tristezza
adesso
opprimeva
la
donna
superba
;
giacchè
le
pesava
sulle
spalle
tutto
l
'
irreparabile
del
suo
errore
sentimentale
.
Volontariamente
ella
si
era
ingolfata
in
questo
amore
;
con
ostinazione
di
passione
ella
ne
aveva
abbracciata
la
croce
;
la
sua
fantasia
l
'
aveva
spinta
ai
più
duri
sacrificii
;
e
adesso
erano
impegnati
il
suo
cuore
e
il
suo
onore
.
Stando
sola
,
nella
freschezza
dei
colli
albani
,
ella
approfondiva
l
'
immensità
del
suo
ultimo
fallo
e
quel
verde
riposato
tutt
'
intorno
,
e
quella
serenità
la
crucciavano
.
Infine
,
un
giorno
egli
giunse
,
quasi
inaspettato
.
Era
così
lieto
!
Le
disse
,
subito
che
non
era
venuto
,
ma
che
aveva
sofferto
molto
,
a
non
venire
:
che
l
'
aveva
molto
amata
,
nella
sua
assenza
:
e
le
domandò
,
se
ella
lo
amasse
ancora
.
Così
lieto
!
Ella
diventò
lietissima
.
Andarono
,
insieme
,
sotto
l
'
ombrellino
di
Clara
,
a
una
lunga
passeggiata
,
a
braccetto
,
a
traverso
i
sentieri
di
campagna
,
fra
i
prati
fioriti
.
Clara
aveva
un
vestito
di
seta
leggiera
,
di
un
bianco
avorio
:
e
un
gran
cappello
di
merletto
avorio
come
una
cuffia
.
Pareva
molto
più
giovane
e
così
delicata
che
egli
la
chiamò
,
ridendo
:
Madame
la
marquise
.
Ella
era
raggiante
.
Si
sedettero
sull
'
erba
,
all
'
ombra
di
un
elce
secolare
,
famoso
in
quelle
campagne
,
e
le
loro
anime
furono
così
assolutamente
e
perfettamente
armoniose
,
in
quella
solinga
e
serena
campagna
,
che
essi
si
guardavano
e
indovinavano
l
'
un
l
'
altro
i
pensieri
.
Si
dispersero
,
due
volte
,
per
la
via
,
ridendo
,
scherzando
,
baciandosi
,
dietro
l
'
ombrello
abbassato
di
Clara
:
e
Madame
la
marquise
arrossiva
finemente
di
gioia
,
sotto
l
'
ombra
bianca
del
suo
grande
cappello
.
Non
un
motto
del
passato
:
non
un
pensiero
del
domani
:
non
un
velo
di
amarezza
,
mai
.
Egli
aveva
l
'
aria
di
un
fanciullo
;
strappò
dei
fiori
di
campo
,
odorosissimi
,
ne
fece
un
gran
fascio
,
lo
portarono
all
'
albergo
in
trionfo
.
Là
pranzarono
soli
,
soli
,
in
un
angolo
della
stanza
da
pranzo
,
guardandosi
negli
occhi
,
sorridendosi
,
toccandosi
le
mani
nel
porgersi
un
bicchiere
,
un
piatto
,
ebbri
di
una
gioia
di
vivere
che
li
faceva
impallidire
di
piacere
.
Andarono
sulla
terrazza
dell
'
albergo
,
soli
sempre
,
tenendosi
per
mano
,
tacendo
,
dicendosi
nello
sguardo
innamorato
quelle
cose
profonde
e
intime
,
che
l
'
amore
pensa
e
non
dice
.
Ogni
tanto
,
ella
chiedeva
:
-
Mi
vuoi
bene
?
-
Sì
-
rispondeva
lui
,
semplicemente
,
senza
reticenze
.
-
Quanto
?
-
Molto
.
-
Io
ti
adoro
-
ella
concludeva
,
arrossendo
.
Alla
sera
,
ella
lo
ricondusse
alla
stazione
,
attaccata
al
suo
braccio
,
innamoratissima
di
lui
,
mentre
lui
non
sapeva
staccare
lo
sguardo
da
quei
cari
occhi
:
si
baciarono
nella
penombra
della
stazione
,
senza
pensare
a
chi
li
guardava
.
Il
treno
si
mosse
,
ella
restava
a
guardare
e
lui
si
sporgeva
dallo
sportello
,
salutando
.
Ella
gli
scrisse
,
nei
giorni
successivi
,
otto
o
dieci
lettere
,
folli
:
egli
non
rispose
.
Aveva
giurato
di
ritornare
:
non
ritornò
.
Ella
ripartì
per
Roma
,
prima
che
la
villeggiatura
finisse
.
V
.
Vestita
di
bianco
,
con
un
leggiero
scialletto
di
crespo
bianco
sulle
spalle
,
Clara
,
in
quelle
ultime
lunghe
sere
di
estate
,
aspettava
Giovanni
al
balcone
.
Prima
,
la
solinga
donna
leggeva
un
poco
,
si
aggirava
come
un
fantasma
per
la
casa
deserta
;
poi
,
verso
le
nove
,
approssimandosi
l
'
ora
dell
'
arrivo
,
ella
esciva
sul
balcone
,
interrogando
le
penombre
di
via
del
Babuino
.
Malgrado
che
l
'
afa
di
quella
fine
d
'
agosto
togliesse
la
gente
alle
case
soffocanti
e
la
spingesse
per
le
vie
,
in
cerca
di
un
fantastico
fresco
,
via
del
Babuino
era
spopolata
.
È
lontana
dal
centro
:
ed
è
via
di
forestieri
,
che
la
popolano
solo
nell
'
inverno
.
Pochissima
gente
l
'
attraversava
;
avanzandosi
la
sera
,
non
più
un
viandante
.
Clara
guardava
l
'
alto
della
strada
,
verso
piazza
di
Spagna
,
donde
giungeva
sempre
Giovanni
,
quando
giungeva
:
e
appena
una
persona
svoltava
l
'
angolo
,
essa
si
piegava
sui
ferri
,
cercando
distinguere
l
'
alta
figura
e
il
passo
un
po
'
lento
,
a
lei
così
noti
.
L
'
ora
serotina
si
svolgeva
,
calda
,
spesso
attraversata
da
un
molle
soffio
sciroccale
;
Giovanni
non
compariva
.
Affaticata
dallo
stare
in
piedi
,
ella
si
sedeva
sovra
uno
sgabello
di
legno
,
che
era
fuori
sul
balcone
;
appoggiava
la
testa
ai
ferri
,
in
atto
di
pazienza
e
di
riposo
;
talvolta
,
un
lieve
sonno
la
coglieva
;
alle
undici
e
mezzo
,
che
ella
sentiva
suonare
a
Santa
Maria
del
Popolo
,
si
levava
,
rientrava
,
poichè
Giovanni
non
sarebbe
venuto
più
.
Un
brivido
di
freddo
la
coglieva
,
in
casa
:
e
si
accostava
alla
sua
scrivania
,
per
scrivergli
un
biglietto
,
una
lettera
,
lagnandosi
che
egli
avesse
ancora
mancato
alla
promessa
.
Ma
,
sedutasi
,
si
rialzava
subito
:
a
che
lagnarsi
?
Su
sette
sere
della
settimana
,
egli
mancava
cinque
:
e
la
lasciava
,
così
,
in
una
interminabile
aspettativa
,
fuori
su
quel
balcone
,
in
una
solitudine
e
in
una
malinconia
grande
,
sapendo
benissimo
che
ella
lo
aspettava
ogni
sera
e
che
era
sola
,
solissima
.
Adesso
,
ella
non
si
lagnava
più
,
giacchè
le
scene
la
stancavano
e
la
impaurivano
,
perduta
di
energia
,
precipitata
e
giacente
nella
inazione
spirituale
di
chi
ha
troppo
amato
inutilmente
:
e
non
lamentandosi
lei
,
egli
non
si
scusava
neppure
e
aveva
l
'
aria
di
non
rammentarsi
che
ella
non
esciva
,
non
vedeva
nessuno
,
per
lui
soltanto
.
Oramai
,
Clara
non
aveva
più
quelle
crisi
di
violenza
,
in
cui
malediceva
l
'
aridità
del
cuore
di
Giovanni
e
la
viltà
del
proprio
cuore
che
non
sapeva
infrangere
un
legame
così
fittizio
e
così
torturante
:
ella
era
in
preda
a
quelle
sonnolenti
rassegnazioni
,
che
abbattono
tutte
le
persone
di
carattere
impetuoso
,
dopo
un
periodo
di
passione
.
Sul
viso
altiero
di
Clara
,
dove
sempre
aveva
brillato
il
sorriso
trionfale
della
donna
padrona
del
proprio
destino
,
ora
sedeva
l
'
espressione
stanca
e
paziente
della
vittima
.
Quando
Giovanni
le
riappariva
innanzi
,
ella
sorrideva
tenuemente
,
gli
si
sedeva
accanto
,
ma
non
troppo
vicino
,
non
gli
faceva
un
rimprovero
,
gli
parlava
a
voce
bassa
,
senza
ridere
mai
.
Egli
la
guardava
curiosamente
:
scrutava
tutte
le
impressioni
di
quel
volto
mobile
,
di
quegli
occhi
vivacissimi
,
e
scorgendovi
come
disteso
un
velo
d
'
inesorabile
e
quieta
tristezza
,
crollava
il
capo
,
senza
dire
nulla
.
Egli
stesso
era
profondamente
triste
.
Forse
,
s
'
imponeva
di
non
andare
da
Clara
,
più
spesso
.
Forse
,
per
una
singolare
contraddizione
del
suo
spirito
,
quell
'
aspetto
di
vittima
,
quel
silenzio
,
quella
mancanza
di
sorriso
,
lo
tormentavano
più
di
una
scena
furiosa
.
Nel
settembre
,
egli
partì
per
Napoli
,
senz
'
avvertirla
neanche
;
ella
gli
scrisse
,
tre
o
quattro
volte
,
delle
lettere
pacate
,
ma
senza
rampogna
;
delle
lettere
dove
tutto
il
fuoco
dell
'
anima
di
Clara
parea
fosse
stato
smorzato
dalle
lacrime
.
Ritornò
,
Giovanni
,
dopo
dieci
giorni
:
ed
ella
non
gli
fece
nessuna
interrogazione
,
fredda
e
tenera
,
fredda
e
triste
,
fredda
e
oppressa
da
una
fatica
morale
che
le
traluceva
,
torbidamente
,
dagli
occhi
.
-
Che
hai
?
Che
hai
?
-
le
chiese
lui
,
quel
giorno
,
con
ansietà
,
andando
volontariamente
incontro
a
una
spiegazione
.
-
Sono
stanca
-
ella
disse
,
chinando
gli
occhi
.
-
Di
me
?
Ella
esitò
,
un
minuto
.
Disse
:
-
No
.
-
Finirai
per
odiarmi
,
io
lo
aveva
preveduto
-
egli
soggiunse
,
desolatamente
.
-
E
perchè
,
Giovanni
?
Tu
non
hai
nessuna
colpa
.
-
E
tu
neanche
,
poveretta
!
-
replicò
lui
,
prendendole
le
mani
.
Ella
si
svincolò
,
dolcemente
e
freddamente
.
-
Oh
io
,
sì
!
-
e
un
vero
accento
di
convinzione
,
la
dichiarava
colpevole
di
quel
malinconico
ultimo
peccato
,
pieno
di
tante
delusioni
.
-
La
colpa
è
delle
cose
,
è
degli
anni
,
è
della
fatalità
-
egli
spiegò
.
-
La
fatalità
è
la
scusa
dei
deboli
e
degli
sciocchi
-
diss
'
ella
brevemente
.
-
Io
ho
voluto
che
questo
fosse
;
la
colpa
è
mia
.
-
Poveretta
,
poveretta
!
-
mormorò
lui
,
con
voce
di
pianto
.
-
Mi
sono
ingannata
,
anche
questa
volta
-
ella
replicò
,
con
una
freddezza
di
ghiaccio
.
L
'
accenno
agli
amori
passati
,
il
primo
che
ella
facesse
durante
un
anno
e
mezzo
di
relazione
con
lui
,
la
comunanza
del
suo
amore
con
gli
altri
,
nella
mente
di
Clara
,
gli
fece
una
impressione
pessima
.
-
Io
non
ti
ho
ingannata
-
esclamò
lui
offeso
,
contristatissimo
.
-
Chi
sa
!
-
ella
disse
.
-
Hai
creduto
di
dirmi
la
verità
:
ma
quando
è
che
l
'
hai
detta
?
-
Mai
,
mai
ti
ho
ingannata
!
-
Eppure
un
giorno
mi
dicevi
d
'
amarmi
e
un
giorno
lo
negavi
.
Quando
è
che
mentivi
?
-
Mai
,
mai
,
Clara
!
-
Vedi
bene
che
tu
stesso
ignori
la
verità
.
Tu
non
sai
niente
!
-
So
che
soffro
,
ecco
tutto
.
-
Anche
io
,
molto
,
Giovanni
,
molto
.
-
Non
più
di
me
!
-
Più
di
te
,
più
di
te
,
in
un
modo
diverso
,
con
una
intensità
maggiore
e
diversa
.
Niuno
ha
mai
espiato
un
peccato
più
immediatamente
e
più
rigorosamente
di
me
,
credilo
.
-
Povera
Clara
,
io
ti
ho
portato
sfortuna
!
-
e
la
più
grande
tenerezza
vibrava
in
lui
.
Ma
queste
gelide
consolazioni
non
arrivavano
a
riscaldare
il
cuore
della
donna
.
-
La
fortuna
o
la
sfortuna
è
in
noi
-
rispose
ella
,
recisamente
.
-
In
me
,
in
me
!
Sono
un
essere
malaugurato
e
sventurato
.
-
E
perchè
?
Non
hai
amato
?
-
Troppo
presto
e
troppo
male
,
Clara
!
-
Non
sei
stato
amato
?
-
Troppo
tardi
,
troppo
tardi
.
-
I
tuoi
ricordi
saranno
dolci
,
nella
vecchiaia
-
ella
soggiunse
,
con
una
glaciale
tenerezza
.
-
Io
non
giungerò
alla
vecchiaia
degli
anni
,
lo
so
.
-
Fortunato
te
!
Fu
l
'
unica
parola
profondamente
disperata
che
le
uscì
di
bocca
,
in
quello
strano
duetto
.
Ma
,
adesso
,
i
loro
scarsi
e
rari
colloqui
diventavano
penosi
;
vi
aleggiava
una
tristezza
infinita
,
i
loro
volti
erano
distratti
e
assorbiti
,
un
soffio
di
gelo
chiudeva
la
coppia
amorosa
.
Amorosa
?
Niuna
parola
d
'
amore
,
più
.
Ella
,
a
poco
a
poco
,
gli
scriveva
meno
.
Egli
se
ne
lagnò
:
-
Perchè
mi
scrivi
così
poco
?
-
Ti
affliggerei
,
scrivendoti
.
-
Tu
puoi
dirmi
tutto
,
lo
sai
.
-
Non
ho
da
dirti
nulla
.
Anche
quando
si
vedevano
,
la
conversazione
si
rallentava
fra
loro
.
Prima
,
Clara
si
interessava
a
tutta
l
'
esistenza
di
Giovanni
lasciandosi
narrare
le
sue
noie
e
le
sue
soddisfazioni
:
adesso
,
ella
non
lo
interrogava
più
.
Se
egli
voleva
dirle
qualche
cosa
,
lo
ascoltava
,
ma
con
gli
occhi
velati
,
quasi
non
intendendo
.
-
La
tua
anima
è
lontana
,
Clara
-
le
disse
,
una
sera
.
-
Non
è
che
malata
,
tanto
malata
-
ella
si
lamentò
.
-
Non
speri
di
guarire
?
-
Sperare
di
guarire
?
Questa
guarigione
è
anche
la
morte
.
-
La
morte
è
di
tutte
le
anime
che
hanno
amato
.
-
È
vero
-
ella
concluse
,
a
capo
basso
.
Adesso
,
ogni
tanto
,
guardandola
,
mentre
essa
lo
guardava
,
gli
pareva
di
vedere
delle
lacrime
negli
occhi
.
Ma
esse
si
dileguavano
.
Talvolta
,
ella
si
alzava
dal
suo
posto
,
andava
verso
un
balcone
,
andava
nell
'
altra
stanza
:
egli
indovinava
che
Clara
rasciugava
queste
poche
lacrime
:
l
'
avanzo
dei
grandi
pianti
antichi
,
-
Perchè
ti
viene
da
piangere
,
guardandomi
?
-
le
domandò
,
infine
,
turbato
assai
di
ciò
,
intravvedendolo
.
-
Io
?
No
,
non
piango
.
-
Perchè
me
lo
nascondi
?
Non
sono
il
tuo
migliore
amico
?
-
Amico
?
Io
non
ho
amici
.
-
Il
tuo
amante
,
allora
?
-
ribattè
lui
,
dopo
una
esitazione
.
-
Io
non
ho
amanti
,
Giovanni
.
-
L
'
uomo
che
ti
ama
?
-
Nessuno
mi
ama
.
Profondo
silenzio
.
Le
lagrime
erano
inaridite
negli
occhi
di
Clara
:
ma
egli
vi
ritornò
sopra
amaramente
:
-
Non
vuoi
dirmi
,
perchè
mi
guardi
e
i
tuoi
occhi
si
orlano
di
lacrime
?
Ciò
è
così
triste
!
Mi
pare
che
tu
pianga
un
morto
.
-
Sono
tanti
i
modi
di
morire
.
Così
,
in
questo
ambiente
di
gelido
dolore
,
di
amarezze
quiete
e
infinite
,
di
grandi
veli
bigi
e
fitti
che
li
avvolgevano
in
una
nuvola
di
orrenda
e
intima
malinconia
,
evitavano
di
vedersi
in
casa
,
dove
soffrivano
anche
più
.
Non
si
davano
convegno
,
ma
si
incontravano
randagi
pallidi
,
vagabondi
delle
vie
remote
di
Roma
,
camminando
accanto
senza
parlarsi
,
o
scambiando
qualche
motto
insignificante
.
Una
volta
andarono
al
Colosseo
;
era
un
chiarore
plenilunare
bianchissimo
,
con
un
freddo
vivido
d
'
ottobre
;
ella
era
tutt
'
avvolta
in
un
mantello
col
cappuccio
.
Si
sedette
,
Clara
,
sovra
uno
scalino
dell
'
anfiteatro
;
Giovanni
,
si
sedette
più
giù
,
vicino
a
lei
,
toccandole
le
ginocchia
con
la
testa
.
Il
grandioso
circo
era
tutto
molle
e
candido
,
sotto
il
raggio
lunare
.
Ella
fece
un
atto
,
e
la
sua
mano
si
posò
,
lievissima
,
sulla
testa
di
Giovanni
.
Tacevano
:
la
mano
restava
lì
,
lieve
,
fredda
,
immota
.
Egli
si
volse
un
poco
,
prese
la
mano
e
la
baciò
sulle
dita
,
appena
appena
,
con
una
carezza
casta
,
fugace
;
la
mano
ricadde
lungo
la
persona
.
Si
guardarono
negli
occhi
,
in
quella
solitudine
,
in
quella
notte
chiara
,
e
quello
sguardo
infinitamente
e
rassegnatamente
desolato
fu
inteso
,
da
ambedue
,
per
quel
che
era
,
per
quel
che
diceva
.
L
'
indomani
,
nelle
ore
tarde
pomeridiane
,
si
videro
al
Pincio
,
dove
ella
gli
aveva
dato
convegno
.
Ella
era
vestita
di
un
abito
di
seta
grigia
e
aveva
una
giacchetta
di
velluto
nero
;
sul
cappellino
di
velluto
nero
era
una
fine
veletta
nera
.
Egli
pensò
,
vedendola
,
a
quella
sera
di
Armida
,
oramai
lontana
,
nelle
sensazioni
e
nelle
memorie
.
Ma
si
forzò
a
scacciare
ogni
debolezza
,
tanto
temeva
di
sè
.
Clara
camminò
un
poco
accanto
a
lui
:
poi
guardando
gli
alberi
di
villa
Borghese
,
dalla
terrazza
,
gli
disse
la
gran
frase
:
-
Dunque
,
si
finisce
?
Ah
egli
si
era
creduto
più
forte
!
Si
sentì
vacillare
,
non
potè
rispondere
.
Che
avveniva
,
dunque
,
in
lui
,
di
contradittorio
,
di
bizzarro
,
che
questa
soluzione
tanto
da
lui
invocata
,
ora
gli
faceva
orrore
?
-
Non
mi
rispondi
,
Giovanni
?
-
ed
ella
alzava
,
ogni
tanto
,
il
manicotto
sino
alla
bocca
,
come
a
reprimere
un
singhiozzo
,
un
grido
.
-
Tu
non
hai
pietà
di
me
,
Clara
?
-
Tu
pensi
troppo
alle
tue
miserie
,
e
non
a
quelle
altrui
;
io
non
ti
chieggo
pietà
.
-
Tu
sei
forte
.
-
Ero
forte
.
-
Tu
sei
forte
.
-
La
mia
unica
forza
mi
ha
abbandonata
-
ella
soggiunse
,
sempre
guardando
altrove
.
-
Quale
era
?
-
L
'
amore
.
È
finita
,
Giovanni
-
ed
ebbe
un
cenno
largo
,
definitivo
,
verso
la
campagna
.
-
Non
ci
vedremo
più
,
dunque
?
-
-
egli
chiese
,
debolissimo
,
tremante
,
come
un
fanciullo
disperato
.
-
A
che
servirebbe
?
A
maggiori
dolori
?
-
Come
amici
....
qualche
volta
?
-
Io
non
ti
sono
amica
,
Giovanni
:
ti
ho
troppo
amato
per
esserti
amica
.
-
Io
sono
il
più
sventurato
fra
gli
uomini
-
egli
gridò
,
gittandosi
sovra
un
banco
,
non
reggendo
più
.
Ella
gli
sedette
accanto
:
aveva
gli
occhi
bassi
,
dietro
la
veletta
.
-
Giovanni
,
sii
buono
,
non
diminuire
il
mio
coraggio
.
Vedi
....
per
giungere
a
questo
,
la
mia
anima
ha
dovuto
fare
un
così
lungo
viaggio
!
Ho
detto
io
,
la
parola
estrema
:
io
!
Che
ho
innanzi
,
io
?
Sai
che
esistenza
di
solitudine
,
d
'
inutili
e
tardi
rimpianti
,
di
pentimenti
postumi
,
di
lacrime
senza
conforto
?
Sai
che
lungo
e
deserto
viaggio
io
intraprendo
,
sino
alla
morte
,
sola
?
-
Il
più
sventurato
fra
gli
uomini
!
-
gemeva
lui
,
con
la
faccia
fra
le
mani
,
come
un
fanciullo
abbandonato
.
-
Eppure
....
io
,
io
stessa
rinunzio
.
Tutto
è
stato
inutile
,
fra
noi
:
il
tuo
amore
,
prima
;
il
mio
amore
,
dopo
.
-
Almeno
,
almeno
,
non
mi
avessi
amato
!
-
esclamò
lui
,
in
un
ingenuo
scoppio
di
dolore
.
-
Ti
ho
amato
,
invece
,
molto
,
alla
mia
maniera
,
che
è
certo
imperfetta
,
poichè
tutti
siamo
degli
esseri
imperfetti
.
Ti
ho
amato
....
così
teneramente
,
così
passionalmente
....
ma
era
tardi
,
era
tardi
,
era
tardi
!
-
Ma
io
ti
voglio
bene
,
Clara
!
-
egli
balbettò
,
smarrito
,
vedendo
che
ella
era
per
levarsi
,
per
andarsene
.
-
Ne
sei
certo
?
-
gli
chiese
ella
,
duramente
,
come
nella
prima
sera
del
loro
amore
.
-
Ne
sei
certo
?
-
Non
lo
so
-
rispose
lui
,
annientato
,
ricadendo
sul
banco
.
-
Addio
,
Giovanni
!
-
ella
disse
,
innanzi
a
lui
,
pallida
come
una
morta
.
-
Non
te
ne
andare
,
non
mi
lasciare
!
-
e
tese
le
mani
per
rattenerla
.
Ella
si
trattenne
in
piedi
,
innanzi
a
lui
.
Si
vedeva
che
non
aveva
la
forza
di
fare
un
passo
.
Guardandola
disperatamente
negli
occhi
,
tenendole
una
mano
,
egli
la
supplicava
ancora
,
confusamente
,
di
non
lasciarlo
,
così
,
in
quell
'
ombra
;
ed
ella
non
rispondeva
,
levando
il
volto
,
mordendosi
le
labbra
.
-
Giovanni
,
perchè
vuoi
che
io
resti
?
Che
ci
porterà
di
nuovo
questa
sera
,
o
il
domani
?
Non
saremo
sempre
gli
stessi
?
Che
si
muta
,
per
un
discorso
o
per
un
giorno
?
Avevamo
strade
diverse
e
ci
siamo
voluti
amare
:
questo
amore
è
stato
il
tuo
cruccio
,
allora
;
è
stato
il
mio
cruccio
,
adesso
.
Riprendiamo
la
via
,
più
stanchi
e
più
delusi
di
prima
:
Dio
benedica
la
tua
strada
!
-
Non
te
ne
andare
,
non
te
ne
andare
!
-
Addio
,
Giovanni
-
e
gli
toccò
la
mano
,
con
la
mano
guantata
,
allontanandosi
subito
.
Per
l
'
uomo
che
singhiozzava
,
lassù
,
sul
banco
del
giardino
solitario
,
come
per
la
donna
che
discendeva
alla
città
,
senza
vedere
il
sentiero
,
poichè
le
lacrime
l
'
acciecavano
,
il
sole
era
tramontato
.
Intorno
ad
essi
era
la
grande
,
lunga
,
infinita
notte
dell
'
anima
.
L
'
AMANTE
SCIOCCA
.
A
Luigi
Gualdo
.
I
.
Paolo
Spada
aspettava
la
sua
nuova
innamorata
,
con
una
vivace
curiosità
mescolata
a
una
certa
tenerezza
piena
d
'
indulgenza
e
a
movimenti
improvvisi
e
insoliti
di
buon
umore
.
Egli
aveva
realizzato
,
finalmente
,
dopo
alcuni
anni
vissuti
fra
i
tormentosi
piaceri
di
amori
inconsciamente
complicati
,
dopo
aver
adorato
delle
bizzarre
e
inquietanti
creature
che
eran
tali
,
naturalmente
,
o
che
si
affrettavano
a
diventare
bizzarre
e
inquietanti
al
suo
contatto
,
dopo
essere
stato
adorato
nelle
forme
più
turbolenti
,
più
folli
e
più
tetre
dalle
medesime
creature
,
finalmente
,
egli
aveva
realizzato
un
suo
antico
desiderio
:
desiderio
fluttuante
sempre
in
quell
'
anima
,
ora
sommersa
in
fondo
al
naufragio
di
qualche
stravagante
passione
,
ora
galleggiante
sul
mare
cheto
che
segue
le
tempeste
,
il
desiderio
,
cioè
,
di
amare
una
donna
semplice
e
di
esserne
amato
.
Anzi
,
nei
suoi
momenti
di
accasciamento
passionale
,
quando
il
più
perfido
ingranaggio
psicologico
e
le
mistificazioni
dei
sensi
avevano
esaltato
i
suoi
nervi
e
il
suo
cuore
,
quando
più
egli
aveva
provato
le
stanchezze
supreme
e
le
nausee
profonde
di
qualche
amore
complesso
,
impreciso
ed
enigmatico
,
egli
non
diceva
di
desiderare
una
donna
semplice
,
diceva
:
una
donna
stupida
.
Era
tale
la
sua
ribellione
a
nuove
avventure
d
'
amore
dove
il
cuore
e
la
persona
avessero
dei
misteri
da
rivelare
,
delle
ombre
da
indagare
,
che
egli
arrivava
alla
volgarità
di
certi
uomini
comuni
,
i
quali
vantano
,
per
aver
inteso
vantare
ad
altri
,
l
'
amore
umile
delle
donne
che
non
conoscono
l
'
ortografia
.
Paolo
Spada
,
l
'
artista
squisito
,
narratore
di
storie
sentimentali
e
crudeli
,
cesellatore
,
di
versi
ora
sonori
,
ora
dolenti
,
sempre
alti
,
sempre
nobilissimi
,
rassomigliava
,
in
queste
sue
rivolte
,
a
un
qualunque
farmacista
di
provincia
,
che
dica
il
suo
avviso
sull
'
amore
e
sulle
donne
,
a
tre
o
quattro
amici
,
al
lume
azzurro
di
un
boccale
illuminato
.
E
,
certo
,
egli
l
'
aveva
cercata
,
spesso
,
questa
donna
semplice
,
anzi
questa
donna
stupida
,
per
ripetere
il
suo
sincero
e
brutale
aggettivo
:
e
due
o
tre
volte
egli
aveva
creduto
di
trovarla
e
aveva
avuto
dei
sussulti
di
gioia
,
un
senso
generale
di
pace
nel
suo
spirito
,
come
un
addormentamento
di
tutti
i
sottili
dolori
che
stridevano
sui
suoi
nervi
.
Era
stato
deluso
,
sempre
:
giacchè
nella
semplicità
apparente
e
ingannatrice
di
queste
donne
,
egli
aveva
presto
ritrovato
quei
segreti
moti
,
quelle
illogiche
azioni
,
quelle
incoerenze
talvolta
leggiadre
,
talvolta
repulsive
,
che
danno
all
'
uomo
innamorato
l
'
acuto
e
torturante
segnale
di
non
so
quale
mistero
racchiuso
in
un
carattere
,
in
un
temperamento
muliebre
.
Fresco
e
lieto
,
egli
si
era
abbandonato
alla
dolcezza
di
trovarsi
con
una
creatura
limpida
,
cristallina
:
invece
,
quasi
per
una
ironia
,
troppe
volte
ripetuta
,
perchè
non
paresse
fatta
apposta
,
egli
si
trovava
innanzi
a
un
'
enigma
fisiologico
e
psicologico
.
In
fondo
,
alcune
di
queste
donne
erano
forse
semplici
,
o
meno
complicate
:
ma
appena
elevatesi
all
'
onore
di
essere
amate
da
Paolo
Spada
e
di
amare
Paolo
Spada
,
subito
vi
era
in
loro
,
come
per
magica
influenza
,
un
annodarsi
di
pensieri
,
d
'
idee
,
di
sentimenti
,
un
ravvolgersi
di
circostanze
e
di
fatti
,
un
concentrarsi
di
veli
e
di
ombre
,
per
cui
pareva
che
cangiassero
di
natura
.
Freddamente
furibondo
per
l
'
inganno
,
Paolo
Spada
rodeva
il
freno
di
un
giogo
spirituale
e
sensuale
,
che
lo
opprimeva
con
una
monotonia
scorante
.
Quando
veniva
la
liberazione
,
quando
,
cioè
,
l
'
amore
finiva
,
egli
giurava
di
essere
più
cauto
,
più
sagace
in
un
'
altra
prova
.
Così
,
a
furia
di
sagacia
,
di
cautela
,
di
gelida
pazienza
,
egli
aveva
ritrovata
in
Adele
Cima
la
donna
semplice
,
a
cui
il
suo
cuore
stanco
e
disfatto
anelava
.
Oh
egli
l
'
aveva
sottoposta
a
una
quantità
di
prove
,
la
giovane
donna
,
dai
belli
e
lunghi
capelli
castani
che
si
ammassavano
sulla
testina
,
dai
grandi
occhi
lionati
che
guardavano
con
tanta
tranquillità
e
tanto
candore
,
e
avevano
il
fascino
della
tranquillità
e
del
candore
,
dalle
fini
sopracciglia
nere
e
dalla
fronte
un
po
'
breve
;
e
nelle
prove
,
molto
lunghe
,
convincenti
,
esaurienti
,
era
risultato
che
Adele
Cima
era
una
donna
assolutamente
semplice
e
anche
stupida
,
un
pochino
,
non
molto
.
La
sua
beltà
mancava
di
finezza
,
la
sua
persona
non
aveva
nè
flessuosità
nè
opulenze
,
i
suoi
vestiti
non
erano
elegantissimi
:
e
,
sovra
tutto
,
ella
non
sapeva
nulla
di
ciò
,
era
giustamente
persuasa
di
essere
una
donnina
piacevole
,
era
convinta
di
vestire
come
si
conveniva
,
decentemente
,
era
contenta
di
sè
senza
alterigia
,
e
non
aveva
occhi
per
vedere
nè
il
peggio
,
nè
il
meglio
di
quello
che
essa
rappresentava
.
A
Paolo
Spada
ella
era
piaciuta
subito
,
per
la
sua
freschezza
,
per
non
so
che
di
nuovo
e
di
fragrante
,
che
era
in
lei
,
per
questi
indizii
fisici
di
semplicità
e
anche
di
una
certa
stupidaggine
,
gentile
,
non
soverchia
,
non
urtante
;
quando
ebbe
fatti
tutti
gli
assaggi
per
conoscerne
l
'
anima
,
egli
si
abbandonò
subito
ad
amare
questa
piccola
Adele
Cima
.
In
quanto
a
lei
,
lo
aveva
amato
immediatamente
.
Paolo
Spada
aveva
fatto
su
lei
un
effetto
folgorante
.
Il
suo
imbarazzo
,
la
sua
confusione
,
innanzi
a
lui
,
avevano
qualche
cosa
di
commovente
.
Le
avevan
detto
che
Paolo
Spada
era
un
illustre
artista
,
che
era
un
uomo
celebre
:
ma
ella
non
aveva
letto
di
lui
neppure
una
riga
,
e
si
era
innamorata
di
lui
,
così
,
in
un
minuto
secondo
,
senza
rimedio
.
Ella
si
vergognava
molto
di
questo
subitaneo
amore
e
non
se
lo
sapeva
spiegare
.
-
Io
vi
amo
molto
:
ma
non
so
il
perchè
-
ella
gli
diceva
,
guardandolo
coi
suoi
buoni
occhi
,
che
ingenuamente
indagavano
.
-
Cercate
bene
-
rispondeva
lui
,
sorridendo
teneramente
.
-
È
inutile
:
non
so
perchè
vi
voglio
bene
.
Lo
sapete
voi
,
forse
,
che
conoscete
tutte
le
cose
?
-
Io
?
Neppure
per
sogno
.
-
Allora
non
vi
è
,
questo
perchè
-
soggiungeva
lei
,
subito
convinta
.
Pure
,
malgrado
questo
fulminante
amore
,
Adele
Cima
era
ancora
la
sua
innamorata
e
non
ancora
la
sua
amante
.
Ella
si
rifiutava
,
debolmente
,
con
argomenti
vaghi
,
già
quasi
sedotta
e
trattenuta
da
uno
sgomento
che
,
ogni
tanto
,
appariva
nei
suoi
grandi
occhi
spalancati
.
-
Vi
faccio
paura
?
-
le
diceva
Paolo
Spada
,
un
po
'
scherzando
,
un
po
'
rattristandosi
,
-
Sì
-
rispondeva
Adele
.
-
E
perchè
?
-
Perchè
siete
una
persona
così
diversa
da
me
-
ella
diceva
,
con
una
umiltà
sincera
.
-
Non
importa
,
non
importa
-
era
la
parola
indulgente
e
carezzosa
del
seduttore
.
Ella
aveva
finito
per
promettere
di
andare
da
lui
,
in
quel
giorno
,
alle
due
;
e
Paolo
Spada
,
in
un
rinnovellamento
pacifico
di
tutte
le
sue
forze
morali
,
in
un
rigoglio
di
tutte
le
sue
energie
fisiche
,
aveva
inteso
una
viva
gioia
dilatarsi
in
lui
.
Nessun
dubbio
lo
tormentava
,
come
in
tutti
gli
altri
primi
convegni
,
in
cui
mille
volte
aveva
temuto
che
l
'
amata
non
giungesse
-
e
gli
era
bene
accaduto
,
di
aspettare
invano
!
-
che
un
capriccio
,
un
caso
la
trattenessero
:
egli
era
certo
che
Adele
Cima
sarebbe
venuta
al
convegno
.
Era
troppo
semplice
per
mancare
.
-
Ed
ella
verrà
anche
a
tempo
,
alle
due
,
non
prima
e
non
dopo
:
forse
,
si
tratterrà
per
via
;
per
non
giungere
troppo
presto
-
egli
pensò
,
leggendo
a
distanza
nell
'
anima
della
sua
dilettissima
stupida
,
come
già
la
chiamava
.
In
onore
della
semplicità
di
Adele
Cima
,
egli
non
fece
nessun
preparativo
nella
sua
casetta
di
via
San
Sebastianello
,
che
guardava
piazza
di
Spagna
e
le
prime
vette
degli
alberi
del
Pincio
:
altre
volte
egli
bruciava
dei
profumi
,
egli
comperava
dei
gigli
,
delle
orchidee
per
piacere
alle
sue
raffinate
amanti
.
Un
fascio
di
rose
in
un
vaso
di
cristallo
gli
parve
che
bastasse
.
Del
resto
,
le
sue
stanze
che
formavano
il
suo
quartierino
da
scapolo
,
da
amante
e
da
scrittore
,
avevano
in
sè
tale
accumulamento
di
bizzarrie
,
nei
mobili
,
nelle
stoffe
,
nella
disposizione
,
in
ogni
oggetto
,
che
egli
guardava
tutto
ciò
,
con
occhio
compiaciuto
,
pensando
allo
stupore
della
cara
piccola
donna
sorridendo
,
da
prima
,
all
'
effetto
che
avrebbe
prodotto
su
lei
ogni
cosa
,
dai
tappeti
di
Smirne
,
a
un
idolo
di
bronzo
e
avorio
panciuto
,
orribile
;
dal
letto
che
era
dissimulato
sotto
una
grande
stoffa
di
chiesa
,
ai
ritratti
delle
donne
amate
che
guardavano
dalle
loro
cornici
di
argento
inglese
e
di
cuoio
impresso
.
E
una
crescente
tenerezza
lo
invadeva
,
all
'
idea
di
quella
buona
giovane
creatura
,
così
attraente
e
così
nuova
per
lui
,
che
veniva
col
suo
passo
quieto
e
misurato
a
dargli
dell
'
amore
senza
enigmi
,
senza
misteri
,
senza
noie
e
senza
scene
.
Egli
si
decideva
ad
amarla
molto
e
bene
,
questa
povera
Adele
Cima
,
senza
mai
darle
un
dispiacere
,
senza
mai
farle
intendere
da
quali
altezze
di
pensiero
e
di
sentimento
egli
discendesse
,
per
raggiungere
l
'
umiltà
di
quell
'
amore
,
senza
mai
comunicarle
la
febbre
che
lo
ardeva
,
nelle
sue
ore
di
lavoro
e
di
doloroso
lavoro
.
Voleva
amarla
moltissimo
e
bene
,
giacchè
egli
sentiva
quale
grande
refrigerio
alle
sue
vene
ardenti
sarebbe
venuto
dalla
freschezza
di
quell
'
amore
,
quale
equilibrio
sereno
avrebbe
messo
nei
suoi
nervi
quella
mitezza
d
'
anima
muliebre
,
quale
pace
forte
e
vivificante
avrebbe
data
al
suo
mobile
e
inquieto
pensiero
,
la
lentezza
,
la
semplicità
,
la
piccolezza
del
pensiero
di
Adele
Cima
.
Sì
,
quella
stupida
gli
sarebbe
stata
infinitamente
cara
,
giacchè
sarebbe
stata
infinitamente
utile
al
morbo
del
suo
spirito
!
Ella
venne
alle
due
,
precise
.
Paolo
Spada
che
aveva
gli
occhi
sull
'
orologio
,
come
giuocando
con
sè
stesso
,
sorrise
,
udendo
suonare
alla
porta
.
Andò
ad
aprire
egli
stesso
.
Adele
Cima
gli
apparve
innanzi
e
gli
sorrise
,
così
innamoratamente
,
che
l
'
uomo
sentì
vincersi
da
una
emozione
.
Invece
di
baciarla
sulle
labbra
,
molto
finemente
,
egli
si
inchinò
e
le
baciò
la
mano
.
La
trattava
come
una
duchessa
:
egli
si
accorse
subito
che
ella
era
meravigliata
e
confusa
di
ciò
,
cominciando
a
non
capir
nulla
,
da
quel
primo
bacio
.
Poi
,
Adele
Cima
si
distrasse
immediatamente
:
egli
l
'
aveva
condotta
a
sedere
sopra
un
divano
,
dove
era
gittato
uno
scialle
turco
,
e
le
toglieva
lentamente
un
guanto
,
scherzando
con
le
dita
:
essa
stringeva
ogni
tanto
la
mano
di
lui
,
mentre
si
guardava
intorno
,
incantata
.
Mai
,
aveva
visto
nulla
di
simile
:
e
tutto
le
sembrava
strano
e
incomprensibile
,
producendole
esattamente
l
'
impressione
che
egli
aveva
preveduta
.
In
sè
,
egli
sorrise
di
aver
perfettamente
indovinato
quell
'
effetto
.
Adele
Cima
era
come
egli
la
vedeva
,
la
intendeva
,
la
supponeva
,
di
una
facilità
d
'
interpretazione
tale
,
come
se
egli
rileggesse
un
libro
imparato
a
memoria
nell
'
infanzia
e
tutti
i
brani
gli
si
ricostruissero
nella
mente
.
-
Vi
piace
,
qui
?
-
le
domandò
lui
.
-
....
Sì
-
ella
rispose
,
dopo
un
minuto
di
esitazione
.
È
sempre
così
oscura
,
la
casa
?
-
Sempre
.
Io
odio
la
luce
,
in
città
.
-
Ah
!
-
ella
disse
,
senza
chiedere
altro
.
-
E
ci
state
solo
,
qui
?
-
Ho
un
servo
:
l
'
ho
mandato
via
.
-
Non
vi
annoiate
,
solo
!
-
No
,
mai
.
Salvo
quando
vi
aspetto
.
-
Io
sono
venuta
puntualmente
-
ella
soggiunse
,
subito
,
volendosi
difendere
.
-
Sì
,
sì
,
cara
-
e
le
baciò
le
due
mani
.
Paolo
Spada
era
innamorato
molto
,
in
quell
'
ora
,
e
la
piccola
donna
vestita
di
un
bigio
comune
,
di
un
vestito
che
egli
le
conosceva
già
,
gli
piaceva
moltissimo
:
ella
era
in
casa
sua
:
lo
amava
,
ella
,
perchè
era
venuta
a
lui
,
senza
maggiori
indugi
,
senza
pretese
,
senza
domande
di
fedeltà
,
senza
patti
:
lo
amava
,
tutto
lo
diceva
in
lei
:
eppure
egli
indugiava
a
chiederle
di
esser
sua
,
così
,
per
prolungare
quei
minuti
,
così
tranquilli
,
sicuro
oramai
di
lei
,
come
della
luce
del
sole
.
Adele
Cima
guardò
le
rose
.
Egli
si
alzò
,
e
gliene
dette
due
,
le
più
belle
.
Essa
non
le
odorò
,
non
le
mise
alla
cintura
,
le
tenne
mollemente
fra
le
dita
,
quasi
senza
guardarle
.
-
Non
amate
le
rose
?
-
le
chiese
Paolo
Spada
.
-
....
Sì
.
-
Forse
amate
qualche
altro
fiore
,
specialmente
?
-
No
,
nessun
fiore
,
specialmente
.
-
Io
ho
amato
molto
il
giglio
,
una
volta
,
poi
le
violette
di
Parma
,
poi
le
orchidee
....
-
Che
sono
,
le
orchidee
....
-
Certi
fiori
molto
rari
,
molto
strani
....
-
Non
li
conosco
-
mormorò
ella
,
distratta
.
Pure
,
un
lieve
pallore
l
'
aveva
scolorita
.
Egli
non
se
ne
accorse
.
Ora
,
ella
si
era
levata
e
avvicinatasi
a
un
tavolino
,
ne
aveva
preso
un
ritratto
di
donna
.
-
Chi
è
questa
signora
?
-
Quale
?
Ah
!
...
una
russa
.
-
Una
straniera
?
Siete
stato
in
Russia
,
voi
?
-
Sì
,
una
volta
.
-
È
lontano
,
è
vero
?
-
Lontano
:
vi
fa
molto
freddo
.
-
Perchè
vi
andaste
allora
?
-
Mah
!
...
per
seguire
questa
signora
....
-
Voi
l
'
amavate
?
-
Sì
.
Un
silenzio
si
fece
.
Adele
Cima
si
morsicò
il
labbro
inferiore
:
poi
domandò
:
-
Come
si
chiamava
?
-
Questa
russa
?
Natalia
.
-
Che
bel
nome
!
-
Vi
pare
?
-
Il
mio
è
così
brutto
,
non
è
vero
?
-
disse
ella
venendo
a
lui
,
con
una
espressione
di
malinconia
che
lo
turbò
.
-
Adele
?
Ma
Adele
vale
mille
volte
più
di
Natalia
-
egli
esclamò
,
volendo
consolarla
subito
.
-
Eh
,
no
!
-
diss
'
ella
,
tristemente
-
è
un
brutto
nome
.
-
A
me
piace
immensamente
,
cara
.
-
Perchè
mi
volete
bene
.
-
Forse
per
questo
.
-
Ma
è
un
brutto
nome
,
non
dice
nulla
.
Si
allontanò
nuovamente
da
lui
,
andò
a
guardare
gli
altri
ritratti
;
egli
la
seguiva
,
tenendole
una
mano
,
lusingato
e
intenerito
da
quella
semplicità
,
da
quella
ingenuità
.
Ella
prese
un
altro
ritratto
e
glielo
porse
:
-
Era
bionda
,
questa
?
-
Sì
,
bionda
.
-
Vi
piacciono
le
bionde
?
-
Mi
piace
la
donna
che
amo
.
-
Più
le
bionde
o
più
le
brune
?
-
Quella
che
amo
,
quella
che
amo
!
-
replicò
lui
,
lietamente
,
felice
di
essere
amato
così
e
di
amare
così
,
-
Il
castagno
è
uno
sciocco
colore
di
capelli
-
ella
dichiarò
a
occhi
bassi
,
come
mortificata
da
questa
inferiorità
sua
.
-
Ma
no
.
-
Me
lo
hanno
detto
,
lo
so
.
Avrei
voluto
esser
bionda
,
io
.
-
I
vostri
capelli
sono
belli
.
-
Ma
biondi
,
sarebbero
stati
bellissimi
-
replicò
lei
,
ostinatamente
.
Egli
le
voltò
,
con
un
gentile
atto
,
la
testa
verso
lui
e
la
baciò
sui
capelli
.
Ella
sorrise
,
innamoratissimamente
:
e
subito
dopo
,
gli
chiese
:
-
Tutte
queste
signore
sono
state
vostre
amanti
?
-
Quasi
tutte
.
-
Sono
molte
-
ella
disse
,
abbassando
gli
occhi
.
-
Io
non
sono
più
un
giovanotto
.
-
Avete
avuto
molte
amanti
;
tutti
gli
uomini
ne
hanno
tante
?
-
Sapete
....
nella
nostra
professione
....
le
occasioni
sono
più
facili
....
-
Già
....
è
vero
,
voi
siete
uno
scrittore
.
Siete
anche
un
poeta
?
-
Sì
,
cara
-
disse
lui
,
sorridendo
.
-
Scrittori
e
poeti
pare
che
abbiano
molte
amanti
-
e
gli
occhi
grandi
e
belli
le
si
velarono
di
lacrime
.
A
quello
schietto
dolore
,
egli
non
resse
.
Le
prese
le
mani
,
l
'
abbracciò
,
cercò
di
consolarla
con
una
quantità
di
parole
vaghe
,
come
si
dicono
ai
bimbi
per
farli
finire
di
piangere
,
per
farli
addormentare
;
ella
ascoltava
,
già
subito
confortata
,
guardandolo
negli
occhi
,
credendogli
come
il
bimbo
crede
alla
mamma
.
Egli
le
soggiunse
che
tutti
quelli
erano
stati
amori
effimeri
,
che
ella
sola
era
l
'
amata
,
la
vera
,
l
'
unica
:
e
una
immensa
fede
in
queste
proteste
di
amore
si
leggeva
nel
volto
di
Adele
Cima
.
Pian
piano
egli
l
'
aveva
condotta
di
là
,
nella
sua
stanza
.
Sovra
una
scansietta
di
legno
scolpito
,
sostenuta
da
una
gran
mano
di
bronzo
,
erano
,
in
legature
fini
di
pergamena
,
tutti
i
volumi
di
prose
e
di
poesie
di
Paolo
Spada
.
L
'
innamorata
ne
prese
uno
e
l
'
aprì
:
-
Che
bella
carta
....
-
disse
,
passandovi
sovra
,
lievemente
,
le
dita
.
-
Voi
avete
scritto
tutto
questo
?
-
Sì
,
cara
.
-
È
un
romanzo
?
-
Sì
,
anima
mia
.
-
Deve
essere
bello
.
Io
ho
letto
pochissimi
romanzi
-
ella
concluse
,
posando
il
libro
.
Guardò
nuovamente
i
volumi
nello
scaffale
:
-
Ci
mettete
molto
tempo
per
scriverne
uno
,
di
libro
?
-
Per
lo
più
,
molto
tempo
.
-
Ah
!
-
ella
disse
,
chinando
nuovamente
gli
occhi
.
-
E
siete
solo
quando
scrivete
?
-
Solissimo
.
Qualunque
rumore
mi
turba
.
La
presenza
di
una
persona
,
anche
silenziosa
,
non
mi
fa
scrivere
.
-
Sì
?
-
ella
disse
,
con
un
accento
fra
sorpreso
e
sgomento
.
-
E
perchè
questo
?
-
Così
-
egli
rispose
,
un
po
'
brevemente
,
non
volendo
darle
altre
spiegazioni
.
Ella
ebbe
il
contraccolpo
di
quella
piccola
durezza
.
Si
sollevò
verso
lui
,
lo
guardò
,
gli
chiese
:
-
Mi
volete
bene
?
-
Sì
,
tanto
,
cara
.
-
Vi
ho
seccato
con
quella
domanda
sciocca
?
-
No
,
no
,
non
potete
seccarmi
.
-
Io
stessa
sono
una
sciocca
,
compatitemi
.
-
Io
vi
voglio
bene
,
non
posso
compatirvi
.
-
Mi
volete
bene
,
malgrado
la
mia
stupidità
?
-
domandò
,
fra
il
riso
e
il
pianto
.
-
Malgrado
la
vostra
stupidità
,
vi
adoro
-
disse
lui
,
lietamente
e
crudelmente
.
-
Ah
!
grazie
.
Come
l
'
ora
cadeva
,
continuando
a
guardarsi
intorno
con
stupore
e
con
paurosa
ammirazione
,
Adele
Cima
diventò
l
'
amante
di
Paolo
Spada
;
e
fu
senza
lacrime
e
senza
spasimi
,
senza
proteste
e
senza
giuramenti
.
Egli
si
sentì
felicissimo
,
come
mai
.
In
quelle
ore
d
'
amore
egli
non
si
tormentò
a
sorvegliarsi
e
a
sorvegliare
l
'
anima
dell
'
amata
:
egli
non
s
'
inchinò
a
misurare
il
pallore
dell
'
amata
e
non
tese
l
'
orecchio
a
raccogliere
il
balbettìo
della
passione
erompente
:
egli
non
pensò
ad
esser
guardingo
,
in
quell
'
eterno
e
terribile
istinto
di
diffidenza
,
che
,
nei
maggiori
trasporti
,
divide
le
anime
degli
amanti
,
insuperabilmente
.
Il
suo
cuore
e
i
suoi
nervi
si
trovarono
di
pieno
accordo
in
un
abbandono
giovanile
e
semplice
,
singolare
in
un
uomo
che
aveva
molto
e
bene
e
male
vissuto
,
che
aveva
vissuto
,
infine
.
Il
beneficio
che
egli
aspettava
dall
'
amore
di
Adele
Cima
,
gli
venne
largo
e
completo
,
giacchè
un
cordiale
,
un
morbidissimo
senso
di
riposo
avvolse
tutte
le
sue
forze
,
fece
tacere
ogni
stridore
,
versò
balsamo
su
tutte
le
vecchie
cicatrici
inciprignite
:
e
quando
ella
fu
per
partire
,
e
lui
s
'
inginocchiò
innanzi
a
lei
per
baciarle
devotamente
la
mano
,
un
verace
,
un
grande
impeto
di
riconoscenza
animava
Paolo
Spada
.
E
lei
?
Innamoratissima
e
timida
,
adorandolo
già
e
sentendo
una
ignota
,
invincibile
confusione
in
sè
,
ella
fu
felice
e
taciturna
,
piena
di
sorrisi
ineffabili
-
il
suo
sorriso
era
più
intelligente
dei
suoi
occhi
larghi
e
limpidi
-
piena
di
dedizioni
semplici
e
complete
,
obbedendo
alla
legge
dell
'
amore
con
una
immensa
umiltà
che
la
inebbriava
.
Solamente
,
dopo
,
ella
continuò
a
dargli
del
voi
;
e
teneramente
,
egli
la
riprese
di
ciò
:
-
Dammi
del
tu
,
cara
....
-
Non
mi
riesce
.
-
E
perchè
?
Non
oso
.
II
.
L
'
improvviso
e
soggiogante
amore
di
Paolo
Spada
per
Adele
Cima
aveva
preteso
che
ella
venisse
ad
abitare
con
lui
nella
casa
di
San
Sebastianello
.
La
resistenza
della
donna
era
stata
debole
e
vaga
:
l
'
amante
con
facilità
le
aveva
dimostrato
che
essendo
ella
libera
e
sola
,
nulla
di
meglio
le
restava
a
fare
che
unirsi
a
lui
.
-
Io
ti
darò
grande
noia
:
tu
sei
abituato
alla
solitudine
-
aveva
ella
opposto
,
timidamente
,
due
o
tre
volte
.
-
Tu
sei
incapace
di
annoiarmi
,
cara
-
aveva
sempre
risposto
lui
,
con
quella
tenerezza
indulgente
che
era
la
nota
principale
del
suo
amore
per
Adele
.
Ella
era
rimasta
interdetta
e
pensosa
,
come
se
cercasse
una
idea
,
ancora
oscura
nella
,
sua
mente
,
e
,
forse
,
la
forma
per
esprimerla
.
Finalmente
,
alle
reiterate
richieste
dell
'
amante
,
perchè
si
decidesse
a
venire
da
lui
,
definitivamente
,
ella
ebbe
il
coraggio
di
dire
questo
:
-
E
se
tu
,
un
giorno
,
non
mi
ami
più
?
-
Io
?
Ti
amerò
sempre
,
diletta
.
Capisci
che
non
vi
è
una
ragione
al
mondo
,
perchè
io
finisca
di
amarti
.
-
Pure
....
se
non
mi
ami
più
?
-
aveva
ella
replicato
,
incapace
di
entrare
in
nessuna
delle
sottigliezze
,
talvolta
crudeli
,
del
suo
amante
.
-
Non
è
possibile
.
Se
accadesse
....
rimarremmo
egualmente
insieme
....
-
Come
?
-
I
mariti
e
le
mogli
non
ci
restano
,
forse
,
anche
quando
non
si
amano
più
?
Adele
tacque
:
ma
non
era
convinta
.
Con
una
espressione
di
rammarico
,
soggiunse
:
-
Senza
l
'
amore
,
non
ci
vorrei
restare
.
Ma
queste
brevi
e
innocue
discussioni
non
potevano
portare
che
a
un
sol
risultato
:
alla
vittoria
della
volontà
di
Paolo
Spada
su
quella
di
Adele
Cima
.
Ella
lo
amava
profondamente
,
in
una
forma
tutta
rudimentale
,
cioè
cieca
e
assoluta
.
Venne
a
stare
con
lui
.
L
'
artistico
quartierino
non
fu
guastato
in
nulla
,
giacchè
vi
furono
unite
altre
due
stanze
,
accanto
,
che
erano
disponibili
e
dove
Adele
Cima
trasportò
i
suoi
semplici
mobili
.
Un
tappeto
di
Smirne
messo
innanzi
a
una
porta
della
camera
di
Paolo
,
nascondeva
la
comunicazione
tra
il
quartierino
e
le
due
stanze
di
Adele
,
tanto
che
per
molto
tempo
,
tutte
le
visite
di
Paolo
Spada
,
amici
,
ammiratori
,
seccatori
,
ignorarono
l
'
esistenza
della
donnina
dai
morbidi
e
lunghi
capelli
castani
,
dai
grandi
occhi
lionati
,
così
sempre
pieni
di
meraviglia
.
Appena
ella
udiva
il
campanello
,
diventava
inquieta
.
Invano
Paolo
cercava
di
trattenerla
:
se
un
passo
si
avanzava
,
indicando
che
la
persona
era
stata
ammessa
dal
cameriere
,
ella
si
levava
,
spariva
dietro
il
tappeto
,
senza
far
rumore
,
come
un
'
ombra
.
Gli
amici
di
Paolo
Spada
le
davano
una
soggezione
grande
.
Dalla
sua
stanza
,
involontariamente
,
poichè
ella
si
sarebbe
vergognata
di
origliare
,
ella
udiva
elevarsi
il
tono
della
conversazione
,
molto
forte
:
le
dispute
si
accendevano
da
un
minuto
all
'
altro
,
ed
ella
,
non
intendendone
nè
la
causa
nè
lo
scopo
,
non
udendone
bene
le
parole
che
non
arrivavano
precise
sino
a
lei
,
finiva
per
avere
una
paura
orribile
di
queste
liti
,
di
questi
scoppii
di
voce
,
di
questi
urli
.
Poco
a
poco
esse
si
chetavano
:
le
voci
si
facevano
più
fioche
:
tacevano
:
passava
un
tempo
di
silenzio
.
Timidamente
,
ella
sollevava
il
tappeto
,
faceva
capolino
:
o
Paolo
Spada
era
uscito
e
la
casa
era
deserta
:
o
lo
trovava
sdraiato
sopra
un
divano
,
sprofondato
in
quei
trenta
o
quaranta
piccoli
cuscini
di
raso
ripieni
di
piume
,
che
gli
formavano
un
letto
di
riposo
,
fumando
una
sigaretta
,
a
occhi
socchiusi
,
tranquillissimo
:
-
Che
avevate
,
a
gridar
tanto
?
-
Parlavamo
d
'
arte
.
-
Ah
!
e
si
grida
così
?
-
Così
,
cara
.
Del
resto
,
quando
non
vi
era
nessuno
,
Adele
Cima
stava
sempre
accanto
a
Paolo
Spada
.
Essi
pranzavano
assieme
;
un
cuoco
mandava
loro
il
cibo
,
da
fuori
,
giacchè
Paolo
Spada
odiava
l
'
odore
della
cucina
,
in
casa
;
il
cameriere
li
serviva
a
tavola
.
Questo
pranzo
fatto
di
pietanze
cucinate
alla
francese
,
sempre
un
po
'
fredde
,
un
po
'
monotone
nella
loro
voluta
bizzarria
,
servite
in
fretta
e
in
silenzio
,
nella
piccola
stanza
da
pranzo
,
sotto
il
chiarore
azzurrino
,
come
acquitrinoso
,
di
una
gran
lampada
sospesa
e
coperta
di
uno
strano
paralume
,
era
una
delle
cose
che
più
spostava
i
gusti
e
i
costumi
di
Adele
Cima
.
Tutte
quelle
conserve
,
quelle
mostarde
di
gusto
inglese
che
Paolo
Spada
sovrapponeva
alla
cucina
francese
,
finivano
di
stordirla
nelle
sue
quietissime
inclinazioni
culinarie
.
Per
far
piacere
al
suo
amante
,
ella
gustava
di
tutto
,
con
un
certo
coraggio
,
giacchè
molte
di
quelle
cose
non
le
piacevano
punto
:
e
sorrideva
a
lui
,
con
quel
luminoso
sorriso
dove
ella
trasfondeva
tutta
la
sua
adorazione
per
Paolo
.
A
furia
di
dominarsi
,
ella
aveva
quasi
finito
per
amare
il
fegato
d
'
oca
di
Strasburgo
,
e
per
tollerare
il
caviale
:
ma
non
le
riesciva
di
sopportare
il
roseo
salmone
,
di
cui
egli
era
così
ghiotto
,
pranzando
solo
con
quello
,
talvolta
,
e
con
una
tazza
di
tè
.
Egli
capiva
perfettamente
lo
stordimento
di
Adele
,
e
ne
godeva
,
e
ogni
volta
che
l
'
amore
compiva
un
'
altra
di
queste
sorprese
e
un
altro
di
questi
miracoli
,
egli
aveva
un
senso
di
trionfo
nel
suo
animo
.
Non
solo
egli
era
riconoscente
ad
Adele
Cima
,
che
essendo
una
povera
cara
scema
,
cercava
di
seguirlo
in
tutte
le
naturali
anomalie
della
vita
delle
persone
di
talento
,
ma
le
era
anche
grato
che
,
malgrado
lo
stupore
,
malgrado
l
'
impressione
cattiva
,
ella
restasse
quel
che
era
,
così
tenera
,
così
adorabile
nella
sua
adorazione
per
lui
.
Egli
pensava
:
-
Ella
non
ama
questa
cosa
:
ama
me
,
però
:
e
per
questo
si
sforza
di
amare
la
cosa
che
odia
;
forse
,
non
ci
riesce
:
ma
a
me
,
che
importa
?
Vedo
il
risultato
,
io
.
Essa
mi
adora
e
divorerebbe
i
carboni
ardenti
,
per
me
.
Uscivano
insieme
,
sempre
.
Ella
avrebbe
preferito
di
andare
per
il
Corso
:
anzi
,
ella
trovava
via
Nazionale
la
più
bella
delle
vie
.
Viceversa
,
egli
era
un
appassionato
,
come
tutte
le
anime
artistiche
,
dell
'
antica
Roma
e
più
della
sua
solenne
e
poetica
campagna
romana
.
Egli
non
si
stancava
mai
di
ritornarvi
,
sebbene
da
anni
ed
anni
vi
andasse
,
figliuolo
devoto
dell
'
augusta
città
,
ma
più
delle
sue
vaste
solitudini
.
Colà
,
egli
più
si
raccoglieva
e
pensava
.
Quelle
estensioni
di
terra
brunastra
,
qua
e
là
appena
appena
sparse
di
qualche
striscia
di
erba
,
quelle
ondulazioni
singolari
del
terreno
,
come
per
sommovimento
tellurico
,
quelle
alte
barriere
,
che
dividono
,
non
si
sa
perchè
,
quei
campi
infecondi
,
l
'
uno
dall
'
altro
,
quelle
rive
cretose
che
discendono
al
fiume
giallo
inclinandovi
i
neri
bracci
stecchiti
dei
salici
,
erano
il
miglior
orizzonte
per
il
suo
gran
sogno
di
arte
e
di
poesia
.
E
,
amando
Adele
Cima
,
volendola
insieme
,
sempre
,
come
emblema
di
amore
e
di
pace
,
come
compagnia
di
equilibrio
e
di
serenità
,
egli
la
conduceva
seco
,
spiegandole
benignamente
tutta
la
grandiosità
e
la
bellezza
di
quel
paesaggio
,
che
non
rassomiglia
a
nessun
altro
.
Ella
lo
ascoltava
,
incantata
dal
suono
di
quella
voce
così
toccante
nella
sottile
velatura
che
la
rendeva
un
po
'
roca
,
incantata
da
quella
luce
di
entusiasmo
che
rendeva
più
seducenti
i
bellissimi
occhi
di
Paolo
Spada
,
incantata
dall
'
armonia
di
quello
che
egli
diceva
:
e
chinava
il
capo
,
assentendo
,
diceva
un
monosillabo
,
stringendo
la
mano
del
suo
amante
.
In
verità
,
quella
campagna
romana
la
sgomentava
;
quella
solitudine
,
quella
sterilità
,
quel
gran
fiume
torbido
,
quei
neri
carri
di
pozzolana
su
cui
passavano
lunghi
distesi
,
sonnecchiando
,
pipando
,
fischiando
lugubremente
,
talvolta
,
i
carrettieri
,
le
opprimeva
i
nervi
.
Però
,
piaceva
a
Paolo
:
ciò
bastava
.
Lo
seguiva
,
docilmente
,
ogni
giorno
,
in
queste
passeggiate
:
anche
quando
il
tempo
era
bigio
,
plumbeo
e
il
gran
cielo
così
tragicamente
si
abbassava
sulla
campagna
:
ogni
tanto
egli
esclamava
:
-
Guarda
,
Adele
,
quanto
è
bello
....
-
Bellissimo
-
rispondeva
lei
,
subito
.
Viceversa
,
il
suo
cuore
era
pieno
di
tristezza
,
per
quell
'
ambiente
.
Fra
le
altre
cose
,
ella
temeva
per
Paolo
e
anche
per
lei
,
di
prendere
la
febbre
in
quei
giorni
di
autunno
,
in
quelle
ore
crepuscolari
.
Ella
che
non
aveva
l
'
abitudine
di
fumare
,
gli
chiedeva
una
sigaretta
.
Le
avevano
detto
che
la
sigaretta
è
eccellente
,
contro
l
'
infezione
della
febbre
romana
:
-
Tu
fumi
,
cara
?
-
Sì
,
sì
-
diceva
lei
,
con
un
pallido
sorriso
.
Ma
presto
la
sigaretta
,
spenta
,
le
cadeva
dalle
dita
.
Ella
si
stringeva
nel
suo
mantello
.
Aveva
i
piedi
gelati
e
non
osava
mai
portare
un
plaid
,
per
non
dare
fastidio
a
Paolo
.
Costui
,
assorto
,
taceva
.
Giacchè
,
nella
consuetudine
che
aveva
dapprima
di
andar
solo
nella
campagna
romana
e
nel
gran
fascino
che
quell
'
ambiente
esercitava
su
lui
,
egli
si
dimenticava
di
avere
accanto
Adele
Cima
e
lasciava
trascorrere
il
tempo
,
nel
più
profondo
silenzio
.
Il
cocchiere
seguitava
a
far
trottare
il
cavallo
,
pigramente
:
la
carrozza
andava
,
andava
,
lontano
,
punto
nero
sopra
la
via
giallastra
;
e
Adele
,
obbliata
,
era
presa
da
una
voglia
irresistibile
di
piangere
.
Allora
,
quando
non
ne
poteva
più
,
si
voltava
a
Paolo
,
lo
guardava
coi
suoi
belli
occhi
grandi
,
sorpresi
e
un
po
'
supplici
.
Egli
la
guardava
,
ma
non
aveva
l
'
aria
di
vederla
.
Ella
lo
chiamava
,
piano
:
-
Paolo
....
-
Che
vuoi
?
-
Dimmi
qualche
cosa
.
-
Che
cosa
?
E
la
voce
sua
era
così
strana
,
come
di
un
dormiente
che
sogna
,
una
voce
di
persona
lontana
,
una
voce
di
anima
distaccata
dal
minuto
presente
,
dallo
spazio
presente
.
Adele
trasaliva
:
-
Mi
ami
,
Paolo
?
-
gli
chiedeva
,
per
il
bisogno
di
parlare
,
di
sottrarsi
all
'
incubo
dell
'
ambiente
.
-
Ti
adoro
-
rispondeva
lui
,
con
un
tono
di
maggior
sonnambulismo
.
Poi
,
un
silenzio
.
La
carrozza
andava
sempre
.
-
Torniamo
,
Paolo
?
-
Ancora
un
po
'
.
-
È
tardi
,
amore
....
-
Non
è
tardi
.
Ma
spesso
,
queste
interruzioni
dei
suoi
pensieri
,
dei
suoi
sogni
lo
turbavano
molto
....
Senza
durezza
,
poichè
egli
amava
Adele
,
le
diceva
:
-
Taci
:
lasciami
pensare
.
-
A
che
pensi
,
amore
?
-
Penso
;
lasciami
stare
.
-
Dimmi
a
che
....
-
È
inutile
che
tu
lo
sappia
-
rispondeva
,
inasprito
,
a
un
tratto
.
Ella
aveva
pianto
,
la
prima
volta
che
le
parlò
così
;
ma
,
peggio
,
egli
non
si
era
accorto
di
quel
pianto
.
Da
allora
,
si
era
rassegnata
a
subire
tutte
le
interminabili
e
tristi
passeggiate
nella
campagna
romana
,
senza
parlare
che
quando
lui
la
interrogava
.
Moriva
di
freddo
e
di
tristezza
,
ma
soffriva
tutto
questo
per
amore
di
Paolo
.
Quando
rientravano
in
città
,
man
mano
,
si
veniva
riscaldando
:
Paolo
esciva
dal
suo
silenzio
.
Ella
sorrideva
,
di
nuovo
:
e
un
'
altra
prova
era
passata
.
D
'
altronde
,
a
questi
profondi
assorbimenti
di
Paolo
ella
doveva
cercare
di
assuefarsi
,
poichè
,
in
casa
,
lo
coglievano
spesso
.
Loquacissimo
e
beffardo
,
insieme
,
ma
graziosamente
beffardo
,
egli
cadeva
,
ad
un
tratto
,
in
una
mestizia
taciturna
che
scombussolava
,
subito
,
tutto
l
'
umore
sereno
e
dolce
di
Adele
Cima
.
Sdraiato
,
con
la
sigaretta
spenta
fra
le
dita
,
immerso
in
quei
molli
cuscini
che
erano
così
cari
alle
sue
ore
di
riposo
e
di
malinconia
,
Paolo
Spada
aveva
l
'
aspetto
immobile
e
triste
,
l
'
aria
disfatta
e
triste
,
gli
occhi
socchiusi
lasciavano
errare
uno
sguardo
vago
e
triste
.
Subito
,
Adele
gli
chiedeva
:
-
Hai
sonno
?
-
No
.
-
Sei
stanco
?
-
Sì
.
-
Di
che
sei
stanco
?
Non
sei
uscito
.
-
Sono
stanco
-
mormorava
lui
,
con
quella
sua
voce
lontana
.
Ella
faceva
trascorrere
un
po
'
di
tempo
in
silenzio
.
Indi
ritornava
a
lui
:
-
Ti
senti
male
?
-
No
.
-
Vuoi
qualche
cosa
?
-
No
.
-
Debbo
andarmene
?
-
Resta
pure
:
ma
taci
.
Adele
chinava
gli
occhi
per
non
piangere
.
Le
riesciva
impossibile
d
'
intendere
la
causa
della
tristezza
di
Paolo
Spada
,
sfuggendole
assolutamente
tutto
il
lavorio
dell
'
anima
di
costui
.
Ella
non
vedeva
che
l
'
immobilità
,
il
pallore
,
la
taciturnità
;
ella
non
capiva
,
che
la
risposta
indifferente
,
o
quella
dura
,
nella
loro
durezza
esteriore
:
ella
intravedeva
un
mistero
superiore
dello
spirito
,
arcano
,
avvolto
in
tali
veli
che
giammai
la
sua
piccola
mente
avrebbe
potuto
sollevare
,
e
una
pena
acuta
,
intimissima
,
nascosta
con
gelosa
cura
la
torturava
,
senza
che
ella
volesse
mai
esprimerla
,
o
trovasse
mai
parole
per
narrarla
.
Andava
a
prendere
un
suo
lavoro
all
'
uncinetto
,
una
di
quelle
interminabili
coltri
a
rosoni
,
bianche
,
e
seduta
in
una
poltroncina
,
lavorava
nel
più
grande
silenzio
.
Talvolta
,
la
stanchezza
la
sorprendeva
.
Ella
sonnecchiava
.
Il
capo
le
si
abbassava
sul
petto
.
-
Tu
dormi
?
-
le
dicea
lui
.
-
No
,
non
dormo
-
rispondeva
lei
,
trasalendo
,
scuotendosi
.
-
Poverina
,
ti
annoio
.
-
Non
mi
annoi
.
-
Le
mie
ore
d
'
inchiostro
sono
così
odiose
!
-
Nulla
di
te
,
è
odioso
-
ella
replicava
,
a
bassa
voce
.
Ma
questa
frase
ore
d
'
inchiostro
le
faceva
l
'
effetto
di
un
gran
buco
nero
nero
,
dove
precipitassero
Paolo
Spada
e
l
'
amor
suo
,
donde
ella
non
potesse
cavar
più
fuori
nè
l
'
amante
,
nè
l
'
amore
.
Giacchè
la
paura
più
umile
,
più
comune
,
che
la
teneva
sempre
,
che
la
tormentava
in
segreto
,
era
che
Paolo
Spada
l
'
amasse
poco
,
o
non
l
'
amasse
punto
.
Non
sapeva
,
ella
,
per
quale
paese
dei
sogni
egli
partisse
,
in
queste
sue
ore
tetre
;
neppur
supponeva
che
vi
fosse
un
immenso
,
interminabile
,
infinito
paese
dei
sogni
dove
se
ne
vanno
le
anime
dei
poeti
,
degli
artisti
,
dei
sognatori
:
ma
intuiva
,
così
,
semplicemente
che
Paolo
Spada
era
ben
lontano
,
lontano
da
lei
e
dal
suo
amore
in
quei
momenti
,
e
che
quel
corpo
,
abbandonato
fra
i
cuscini
,
quel
volto
smorto
e
chiuso
non
avevano
nè
sentimento
,
nè
volontà
.
Ella
lo
adorava
con
tutto
il
suo
piccolo
e
serio
cuore
,
con
la
sua
piccola
e
limitata
mente
,
e
oltre
l
'
amore
,
per
natura
,
per
temperamento
,
per
carattere
,
non
poteva
vedere
.
Beninteso
che
,
sempre
,
Paolo
Spada
usciva
da
una
di
quelle
crisi
di
tetraggine
,
per
gittarsi
in
impeti
di
folle
gaiezza
.
Allora
egli
colmava
la
sua
amante
di
liete
carezze
,
di
adorazioni
gioconde
e
quasi
infantili
:
la
obbligava
ad
entrare
nei
magazzini
di
mode
,
dove
le
comperava
pazzamente
delle
cose
che
non
le
servivano
punto
;
la
costringeva
a
seguirlo
nelle
grandi
trattorie
dove
ordinava
dei
pranzi
squisiti
,
sostenuti
da
vini
generosi
:
la
conduceva
ai
teatri
,
nelle
grandi
serate
:
e
,
sovra
tutto
,
parlava
con
lei
,
rideva
con
lei
,
la
corteggiava
gaiamente
,
divertendosi
di
tutte
le
inveterate
timidità
della
donna
,
delle
sue
ritrosie
,
del
suo
terrore
del
pubblico
.
Dappertutto
,
ella
andava
a
malincuore
,
poichè
ella
preferiva
,
infine
,
la
loro
casa
,
in
cui
sempre
l
'
ambiente
la
sconvolgeva
,
ma
dove
,
almeno
erano
soli
.
Adesso
,
a
poco
a
poco
Paolo
Spada
la
veniva
presentando
ai
suoi
amici
,
senz
'
altro
nome
che
questo
:
la
mia
Adele
,
e
al
primo
movimento
di
consolazione
e
di
orgoglio
che
questo
nome
le
produceva
,
detto
così
,
da
lui
,
ne
subentrava
uno
di
malinconia
,
sentendosi
ricacciata
nell
'
anonimo
,
senza
personalità
,
più
,
come
una
povera
cosa
appartenente
a
lui
,
come
gli
apparteneva
un
bastone
o
un
fazzoletto
.
Questi
amici
di
Paolo
Spada
erano
così
singolari
,
anche
essi
!
Le
parevano
tutti
affetti
da
una
leggiera
o
più
grave
pazzia
,
manifestantesi
nei
modi
o
familiari
troppo
,
o
fittiziamente
freddi
,
nelle
voci
bizzarre
che
pronunziavano
parole
anche
più
bizzarre
.
Nelle
loro
conversazioni
che
ella
si
ostinava
a
voler
intendere
,
ella
non
afferrava
che
le
prime
frasi
,
e
subito
la
sua
mente
si
confondeva
in
quei
paradossi
sull
'
amore
,
sull
'
arte
,
sulla
vita
,
e
non
ci
si
raccapezzava
più
.
Nei
caffè
,
per
le
vie
,
le
discussioni
si
prolungavano
,
accanite
,
rinascenti
,
giranti
intorno
all
'
argomento
,
col
ritorno
di
certi
nomi
,
di
certe
frasi
,
di
certi
intercalari
;
ella
ascoltava
,
fingendo
l
'
attenzione
,
ma
senza
capire
più
nulla
.
Talvolta
,
queste
discussioni
erano
nelle
vie
,
di
sera
:
Paolo
Spada
e
qualche
suo
amico
andavano
lentamente
,
fermandosi
ogni
tanto
,
accalorati
,
ardenti
,
e
Adele
Cima
imitava
il
loro
passo
,
si
fermava
con
loro
,
sempre
taciturna
,
levando
ogni
tanto
il
suo
bel
volto
bianco
e
sorpreso
verso
Paolo
,
quasi
a
pregarlo
di
finire
,
di
rientrare
.
Ma
egli
non
vedeva
lo
sguardo
timido
e
pregante
dei
bei
grandi
occhi
limpidi
e
semplici
,
e
la
disputa
si
prolungava
,
mentre
ella
cadeva
dall
'
oppressione
in
un
sonno
,
per
cui
andava
a
casa
come
una
sonnambula
.
Una
notte
,
così
,
girarono
per
due
o
tre
ore
,
intorno
a
piazza
Navona
,
Paolo
Spada
e
Massimo
Dias
,
slanciati
in
una
feroce
discussione
sull
'
Ariosto
ed
ella
,
alla
fine
,
mezza
morta
,
non
osando
dire
nulla
,
si
lasciò
cadere
a
sedere
sullo
scalino
,
presso
la
fontana
.
Fu
allora
che
egli
si
decise
a
metterla
in
carrozza
ed
a
portarla
a
casa
,
invaso
da
una
improvvisa
pietà
che
lo
rese
dolcissimo
e
amorosissimo
verso
la
donna
.
Questi
amici
di
Paolo
Spada
la
trattavano
anche
singolarmente
.
Alcuni
la
salutavano
correttamente
,
ma
non
le
dirigevano
la
parola
;
altri
le
indirizzavano
delle
frasi
galanti
in
istile
letterario
;
altri
la
riguardavano
come
un
camerata
e
usavano
familiarmente
con
lei
,
a
grosse
strette
di
mano
,
chiamandola
Adele
.
Con
quella
intuizione
delle
persone
semplicissime
,
ella
sentiva
che
sotto
la
correttezza
di
alcuni
si
nascondeva
il
disprezzo
;
le
galanterie
in
frasi
fiorite
la
imbarazzavano
e
la
facevano
arrossire
;
le
familiarità
la
turbavano
.
Qualche
volta
,
malgrado
la
sua
timidità
,
aveva
sorpreso
qualche
parola
che
suonava
caricatura
per
lei
e
certi
sorrisi
le
sembravano
dubbi
.
Ne
aveva
parlato
a
Paolo
Spada
:
-
I
tuoi
amici
mi
ritengono
per
una
stupida
.
-
No
,
cara
.
-
Credilo
,
è
così
.
-
Da
che
te
ne
accorgi
?
Saresti
diventata
furba
,
per
caso
?
-
Non
lo
so
:
ma
per
loro
,
sono
un
'
oca
.
-
Per
loro
,
come
per
me
,
sei
una
bella
,
buona
,
cara
donnina
,
ecco
tutto
.
Vuoi
dei
complimenti
,
a
quanto
pare
.
-
Se
sono
un
'
oca
per
te
,
non
voglio
essere
un
'
oca
per
gli
altri
-
ella
soggiungeva
,
assai
più
triste
,
convinta
che
Paolo
Spada
si
vantasse
della
sua
ocaggine
.
-
O
cara
ochetta
sentimentale
e
mesta
,
cara
piccola
oca
bianca
e
malinconica
,
finirai
per
rassomigliare
a
un
cigno
-
diceva
lui
,
con
la
sua
voce
sonora
e
pure
velata
che
la
seduceva
,
toccandone
le
fibre
più
recondite
del
cuore
.
Avrebbe
ella
,
forse
,
voluto
allontanarlo
,
da
queste
conversazioni
,
da
queste
dispute
con
questi
amici
dagli
occhi
stralunati
,
dalle
ciere
malaticcie
,
che
fumavano
la
pipa
,
talvolta
,
o
che
erano
in
una
perfetta
tenuta
da
gentiluomo
,
in
marsina
,
con
la
pelliccia
aperta
,
col
fiore
all
'
occhiello
,
ma
che
avevano
egualmente
la
ciera
morbosa
e
gli
occhi
sognanti
,
quasi
allucinati
.
Ma
era
un
desiderio
,
niente
altro
:
ella
era
fatta
per
seguire
Paolo
Spada
in
ogni
suo
vagabondaggio
e
per
obbedirgli
in
ogni
suo
capriccio
.
Gli
faceva
qualche
obbiezione
,
soltanto
:
-
Ti
diverti
tanto
,
in
compagnia
di
Massimo
Dias
,
di
D
'
Arcello
,
di
Lamberti
?
-
Non
mi
diverto
punto
.
-
E
allora
,
perchè
li
cerchi
tanto
?
-
Mi
sono
necessarii
.
-
Oh
!
-
Le
dispute
riscaldano
il
sangue
ed
eccitano
i
nervi
....
-
E
fan
male
alla
salute
,
-
Del
corpo
,
forse
.
Viceversa
,
fanno
bene
alla
salute
dell
'
anima
,
che
è
la
sola
interessante
.
-
La
salute
dell
'
anima
?
La
vita
eterna
,
cioè
?
-
No
,
cara
-
concludeva
lui
,
con
quel
sorriso
d
'
indulgente
amore
che
gli
spuntava
.
sulle
labbra
,
quando
ella
diceva
una
sciocchezza
.
Bensì
arrivava
il
tempo
in
cui
Paolo
Spada
abbandonava
lui
gli
amici
,
non
uscendo
,
chiudendo
la
sua
porta
,
vivendo
in
casa
per
intiere
settimane
,
fra
le
sigarette
,
il
caffè
e
il
lavoro
.
Questi
furori
di
prosa
e
di
poesia
lo
assalivano
improvvisamente
,
dopo
una
gita
nei
dintorni
,
dopo
la
lettura
di
un
libro
,
dopo
aver
ritrovato
un
vecchio
pacchetto
di
lettere
,
ed
egli
si
dava
tutto
a
quel
lavoro
della
composizione
d
'
arte
e
della
successiva
scrittura
,
sommergendosi
negli
abissi
della
creazione
e
della
forma
,
come
chi
da
un
altissimo
picco
si
getta
nel
mare
.
Non
conosceva
più
,
Paolo
Spada
,
in
quelle
sommersioni
,
nè
misura
di
tempo
e
di
spazio
,
nè
fatti
o
circostanze
,
nè
necessità
o
capricci
,
egli
dimenticava
l
'
ora
del
sonno
come
quella
dei
pasti
,
egli
volentieri
restava
,
in
pieno
meriggio
,
con
le
imposte
sbarrate
e
la
lampada
accesa
;
inchiodato
nel
suo
seggiolone
di
cuoio
,
chino
sulla
carta
,
levando
ogni
tanto
,
da
essa
,
un
par
d
'
occhi
nuotanti
nelle
visioni
,
o
passeggiante
per
la
stanza
da
studio
,
rapidamente
,
da
un
capo
all
'
altro
,
a
testa
china
,
o
leggendo
ad
alta
voce
,
anzi
declamando
dei
versi
o
della
prosa
,
gettandosi
,
talvolta
,
da
una
sedia
a
una
poltrona
,
ritornando
al
seggiolone
,
e
,
talvolta
,
cedendo
al
sonno
,
sul
gran
tavolino
da
scrivere
,
con
la
testa
sulle
braccia
,
come
un
fanciullo
.
L
'
amore
?
sparito
,
morto
.
L
'
artista
si
trovava
nel
gran
tumulto
interno
che
sconvolge
ogni
altro
affetto
e
che
trasporta
nelle
ansie
e
nelle
ebbrezze
della
concezione
e
della
procreazione
d
'
arte
,
la
febbre
che
lo
ardeva
aveva
invaso
e
incendiato
tutto
il
suo
sangue
,
e
le
sue
fantasime
d
'
arte
erano
più
vive
,
innanzi
agli
occhi
della
sua
fantasia
,
più
belle
,
più
vive
,
più
desiderate
,
più
amate
della
vivente
Adele
Cima
,
che
gli
sembrava
un
'
ombra
vana
e
fredda
.
Ella
si
rendeva
un
'
ombra
.
Girava
intorno
a
Paolo
Spada
con
un
passo
così
lieve
che
non
si
udiva
,
non
urtava
un
oggetto
,
non
faceva
stridere
una
chiave
,
spariva
dalle
porte
come
se
si
dileguasse
nell
'
aria
.
Così
ella
faceva
,
un
tempo
,
quando
aveva
assistito
sua
madre
gravemente
inferma
:
le
pareva
di
essere
presso
un
malato
,
tanto
lo
stato
fisico
e
morale
di
Paolo
Spada
le
sembrava
scombussolato
,
tumultuario
,
perduto
ogni
senso
di
realtà
.
Obbediente
come
un
bimbo
buono
,
ella
lo
aspettava
con
pazienza
alle
ore
dei
pasti
,
non
andava
a
letto
,
talvolta
,
che
tardissimo
,
vegliando
accanto
a
lui
,
leggendo
un
libro
qualunque
il
cui
senso
le
sfuggiva
,
o
dicendo
il
suo
rosario
,
o
stando
immobile
,
oramai
abituata
a
questa
vita
di
statua
.
Lui
,
che
giammai
aveva
potuto
lavorare
con
una
persona
presente
nella
stanza
o
anche
nella
casa
,
tollerava
perfettamente
quella
di
Adele
Cima
,
tanto
ella
si
rendeva
piccola
,
minuta
,
inesistente
.
Anzi
,
la
voleva
presso
a
lui
.
Era
come
un
mobile
che
si
ama
,
su
cui
si
posano
gli
occhi
volentieri
e
le
cui
linee
corrispondono
a
non
so
quale
bisogno
estetico
interiore
.
Talvolta
,
in
un
brevissimo
,
lucido
intervallo
,
era
vinto
dalla
compassione
:
-
Va
a
letto
,
cara
,
-
No
,
ti
aspetto
.
-
Io
ho
molto
da
scrivere
,
va
,
va
.
-
Che
importa
?
aspetto
.
-
Creperai
di
noia
e
di
sonno
.
-
No
,
niente
.
Aspetto
.
Tu
hai
molto
da
scrivere
?
-
Moltissimo
:
enormemente
.
-
Non
importa
,
non
importa
.
Di
amore
,
in
lui
,
non
un
atto
,
non
una
parola
.
Questo
ella
vedeva
bene
,
e
un
morso
le
afferrava
il
cuore
.
La
febbre
del
lavoro
e
di
quel
lavoro
la
colpiva
solo
per
i
suoi
fenomeni
morbosi
;
ella
non
ne
comprendeva
nè
la
purissima
fiamma
,
nè
il
nobile
tormento
,
nè
l
'
ebbrezza
del
travaglio
.
Non
si
spiegava
perchè
un
uomo
giovane
,
sano
e
bello
,
amato
,
amante
come
Paolo
Spada
si
desse
a
quella
passione
singolare
che
ne
consumava
i
giorni
,
la
salute
,
la
beltà
,
che
lo
toglieva
,
sovra
tutto
,
all
'
amore
.
Ah
questo
,
questo
,
ella
non
se
lo
spiegava
ed
era
il
suo
cruccio
più
intimo
e
più
costante
!
Nel
suo
giudizio
stretto
e
poetico
della
vita
,
le
pareva
che
un
'
altra
donna
le
potesse
togliere
Paolo
Spada
,
ma
non
già
un
foglio
di
carta
bianca
e
una
penna
intinta
nell
'
inchiostro
.
Che
egli
scordasse
i
suoi
baci
,
le
sue
carezze
,
il
suo
amore
così
saldo
e
così
affascinante
nella
semplicità
,
per
restare
i
giorni
e
le
notti
nella
sua
stanza
di
studio
scrivendo
,
lacerando
carte
,
riscrivendo
,
passando
la
penna
a
grandi
colpi
sulle
linee
scritte
,
per
cassarle
,
leggendo
,
declamando
,
fumando
,
bevendo
caffè
,
senza
sole
,
senza
luce
,
senz
'
amore
,
proprio
,
senz
'
amore
,
le
sembrava
una
cosa
tanto
folle
,
tanto
ingiusta
e
tanto
crudele
che
,
spesso
,
sparendo
nella
sua
povera
cameretta
,
se
ne
andava
a
piangere
in
un
cantuccio
,
solitariamente
.
Per
lei
l
'
amore
era
la
sola
passione
,
la
sola
occupazione
,
il
solo
pensiero
e
il
solo
affare
,
e
tutto
questo
,
molto
semplicemente
,
in
vero
temperamento
muliebre
nato
per
il
ristretto
campo
dell
'
amore
.
Giammai
,
in
queste
sue
ore
di
desolazione
,
ella
trovava
un
pensiero
contro
l
'
egoismo
artistico
di
Paolo
Spada
,
giammai
ella
si
pentiva
di
essersi
data
a
lui
,
di
esser
venuta
a
vivere
con
lui
,
ma
si
sentiva
ed
era
una
creatura
perfettamente
infelice
.
Quando
era
stata
lungamente
assente
,
egli
la
chiamava
.
Ella
si
lavava
in
fretta
gli
occhi
,
riappariva
quasi
sorridente
ed
egli
non
vedeva
punto
il
rossore
delle
palpebre
.
-
Perchè
te
ne
vai
,
Adele
?
-
Ti
disturbo
,
forse
.
-
Non
mi
disturbi
.
Non
ti
vedo
neppure
.
-
E
allora
,
perchè
mi
vuoi
?
-
Così
,
per
consuetudine
.
Ella
crollava
il
capo
,
mentre
si
faceva
pallidissima
.
Paolo
Spada
non
se
ne
accorgeva
.
Nell
'
orgoglio
fugace
dei
momenti
di
creazione
,
le
diceva
,
esaltatamente
:
-
Sai
?
Sto
scrivendo
un
capolavoro
.
-
Lo
credo
,
Paolo
.
Ma
non
gli
chiedeva
che
fosse
.
Temeva
di
dire
una
stupidaggine
,
chiedendo
.
-
È
una
novella
,
una
lunga
novella
:
ma
un
capolavoro
.
Si
chiama
:
il
vincitore
della
morte
.
Ti
piace
il
titolo
?
-
Sì
,
mi
piace
.
-
Veramente
,
ti
piace
?
Di
'
la
verità
.
-
Mi
piace
moltissimo
.
-
Ora
te
ne
leggo
un
pezzo
.
Ti
secchi
?
-
No
,
amore
,
no
.
Egli
dava
di
piglio
alle
molte
cartelle
dove
scriveva
col
suo
carattere
lungo
e
sottile
,
e
con
voce
tremante
,
mentre
le
dita
che
tenevano
il
manoscritto
tremavano
,
egli
cominciava
la
lettura
.
La
voce
si
facea
più
ferma
e
ondeggiava
nei
periodi
che
si
legavano
l
'
uno
all
'
altro
,
e
si
abbassava
mollemente
,
s
'
innalzava
violenta
.
Attentissima
,
ella
non
batteva
palpebra
.
Pure
,
quest
'
attenzione
non
gli
bastava
:
-
Tu
,
non
mi
ascolti
?
-
T
'
ascolto
.
-
Hai
l
'
aria
distratta
.
-
Non
è
così
.
Leggi
.
Paolo
riprendeva
la
lettura
.
Si
arrestava
,
per
vedere
se
sul
volto
di
Adele
Cima
passasse
qualche
impressione
:
e
la
vedea
mutar
di
colore
.
In
verità
,
era
quella
voce
dell
'
amante
,
quella
esaltazione
,
il
rombo
della
lettura
,
che
la
commovevano
.
-
Ti
piace
?
Ti
piace
?
-
Moltissimo
.
-
Dici
sul
serio
?
-
Sul
serio
.
-
Non
già
perchè
mi
vuoi
bene
?
-
Non
so
:
mi
piace
.
Egli
finiva
la
lettura
,
entusiasmato
.
-
Ti
piace
?
-
È
bellissimo
.
-
Sì
,
credo
di
aver
fatto
una
cosa
buona
-
diceva
lui
,
già
un
po
'
smontato
.
-
Quante
cartelle
ne
hai
scritte
?
-
domandava
Adele
,
dando
un
'
occhiata
obbliqua
al
manoscritto
.
-
Sessantacinque
.
-
E
quante
altre
te
ne
restano
?
-
Centocinquanta
,
più
,
forse
.
-
Ah
!
Si
voltava
in
là
,
per
non
fargli
osservare
il
suo
viso
,
dove
la
pena
che
questa
febbre
ancora
molto
,
troppo
durasse
,
si
dipingeva
.
L
'
indomani
,
lo
trovava
tetro
e
disfatto
.
-
Ho
scritto
delle
corbellerie
ignobili
-
le
dichiarava
lui
.
-
Come
?
Non
ti
sembravano
un
capolavoro
?
-
Mi
sembravano
.
Ero
esaltato
.
Sono
corbellerie
.
-
A
me
piacevano
.
-
Naturalmente
.
-
Paolo
!
-
era
la
sola
rimostranza
dolorosa
.
-
Mia
cara
,
che
vuoi
capire
tu
?
Quando
piace
a
te
,
è
segnale
di
ignobile
corbelleria
.
-
E
allora
,
perchè
leggi
a
me
?
-
Così
,
per
sfogare
:
niente
altro
.
-
Perchè
mi
domandi
il
giudizio
?
-
Perchè
gli
scrittori
sono
delle
bestie
inconcludenti
,
deboli
e
vigliacche
-
esclamava
lui
,
nella
brutalità
delle
giornate
di
abbattimento
.
-
Non
dire
questo
,
Paolo
.
-
Taci
,
Adele
.
Vattene
.
Ebbene
,
ella
si
accorgeva
che
negli
accasciamenti
della
sua
febbre
d
'
arte
,
in
quegli
accasciamenti
in
cui
tutti
i
mortali
chiedono
soccorso
di
tenerezza
,
ella
non
poteva
consolarlo
.
Sensibilissima
sentimentalmente
,
ella
misurava
col
cuore
timido
e
trepido
questa
sua
impotenza
e
la
esagerava
.
Quel
male
ignoto
e
quel
dolore
ignoto
traevano
origine
da
radici
di
profonde
e
sconosciute
infermità
morali
e
forse
fisiche
:
ella
poteva
bene
piegare
il
volto
su
quell
'
ombra
,
il
suo
inesperto
sguardo
nulla
vi
potea
mai
distinguere
.
Adele
si
ritraeva
,
con
un
senso
vivo
di
umiliazione
sempre
rinnovantesi
e
che
le
aveva
omai
aperto
nell
'
anima
una
fine
ferita
sempre
sanguinante
e
sempre
frizzante
.
Il
silenzio
era
il
suo
rifugio
,
dove
naturalmente
,
le
più
semplici
e
anche
le
più
tormentose
supposizioni
la
facean
dubitare
di
sè
stessa
,
di
Paolo
Spada
,
dell
'
amore
.
Forse
,
egli
era
stanco
di
lei
e
non
glielo
diceva
per
gentilezza
d
'
animo
;
forse
,
questo
suo
amore
che
era
niente
altro
che
amore
,
offerto
con
tanto
abbandono
,
ma
con
tanta
monotonia
,
aveva
già
nauseato
Paolo
;
forse
egli
pensava
a
quelle
sue
donne
così
raffinate
,
così
squisite
,
che
lo
amavano
in
una
forma
complicata
e
straordinaria
,
che
gli
scrivevano
quei
pacchi
di
lettere
da
lui
conservate
preziosamente
,
da
lui
spesso
rilette
,
spesso
giacenti
in
confusione
sul
tavolino
da
scrivere
-
talvolta
,
egli
si
serviva
di
quei
documenti
per
la
sua
storia
d
'
amore
-
mentre
ella
non
aveva
mai
osato
di
scrivergli
un
biglietto
,
temendo
di
commettere
degli
errori
di
grammatica
e
di
ortografia
;
forse
,
egli
già
ne
aveva
trovata
un
'
altra
....
ella
era
così
sciocca
,
così
infelicemente
sciocca
!
Con
cura
,
ella
nascondeva
i
suoi
sospetti
,
per
non
torturarlo
,
giacchè
ella
gli
risparmiava
,
amorosamente
,
qualunque
puntura
;
ma
,
senza
volerlo
,
trapelavano
.
-
Anche
oggi
,
sei
così
triste
,
Paolo
?
-
Anche
oggi
.
-
Ma
a
che
pensi
?
-
Mi
è
impossibile
di
narrartelo
:
è
troppo
lungo
.
-
Dimmi
,
almeno
,
a
chi
pensi
?
-
A
chi
?
A
nessuno
,
cara
.
-
A
nessuno
,
proprio
?
A
nessuna
donna
?
-
....
No
.
Che
pensi
?
-
Nulla
,
m
'
immagino
.
Credevo
....
perdonami
.
Non
sei
stanco
di
me
?
-
No
,
non
ancora
.
-
Dimmelo
,
quando
sei
stanco
.
-
Te
lo
dirò
,
non
dubitare
.
Ognuna
delle
risposte
di
Paolo
Spada
la
meravigliava
e
la
faceva
soffrire
.
Lo
credea
sincero
.
Non
amava
un
'
altra
donna
:
non
era
stanco
di
lei
:
ella
gli
piaceva
ancora
.
Ma
dunque
era
proprio
per
questo
terribile
lavoro
dello
scrivere
,
che
il
suo
amante
l
'
abbandonava
,
si
dimenticava
di
lei
come
se
non
esistesse
,
la
guardava
in
volto
trasognato
come
se
non
l
'
avesse
mai
vista
,
non
le
prendeva
una
mano
,
non
la
baciava
?
Così
sono
,
dunque
,
questi
uomini
che
scrivono
?
E
quest
'
arte
,
questa
parola
che
ella
udiva
ripetere
continuamente
,
senza
intenderla
,
quest
'
arte
pronunziata
ora
enfaticamente
,
ora
a
bassa
voce
in
tono
pauroso
,
quest
'
arte
le
cui
quattro
lettere
escivano
,
pronunziate
dalla
bocca
di
Paolo
Spada
,
con
un
ardor
amoroso
meglio
di
qualunque
amorosa
parola
,
ella
aveva
finito
per
odiarla
in
silenzio
,
con
tutta
la
muta
ribellione
del
suo
cuore
.
Non
era
una
donna
l
'
arte
,
nè
aveva
i
capelli
neri
,
biondi
o
rossi
,
diversi
dai
suoi
;
non
era
una
persona
slanciata
dagli
occhi
grandi
e
bruni
e
scintillanti
,
mentre
i
suoi
erano
limpidi
e
tranquilli
e
la
sua
persona
era
piccola
e
graziosa
;
non
era
una
donna
intelligente
e
sapiente
,
mentre
ella
era
una
povera
buona
,
ignorante
:
eppure
Adele
era
gelosa
di
quest
'
arte
e
la
detestava
,
con
tutto
il
cuore
,
come
se
fosse
una
creatura
viva
.
A
poco
a
poco
i
libri
,
le
carte
,
il
calamaio
,
l
'
inchiostro
e
la
penna
,
e
tutto
quello
che
è
il
corredo
di
chi
scrive
,
le
cominciarono
a
fare
orrore
:
e
gli
accessi
di
lavoro
feroce
,
o
gli
assorbimenti
lunghi
in
vaghe
contemplazioni
di
Paolo
Spada
,
le
davano
l
'
impressione
d
'
una
sua
sciagura
personale
,
sempre
respinta
e
sempre
ricadente
sul
suo
cuore
.
Un
giorno
,
quasi
fosse
presa
da
una
curiosità
puerile
,
gli
domandò
:
-
Come
ti
è
venuto
in
mente
,
di
scrivere
?
-
A
me
?
Non
me
ne
ricordo
.
-
Ma
infine
,
hai
dovuto
cominciare
?
-
Sì
,
ho
cominciato
....
non
potevo
far
di
meno
di
cominciare
.
-
Perchè
?
-
Era
il
destino
,
cara
.
-
Non
hai
mai
pensato
a
fare
un
'
altra
professione
?
-
Mai
.
Non
avrei
saputo
farla
.
-
Tu
sai
far
tutto
.
Perchè
non
hai
tentato
?
-
E
perchè
dovevo
tentare
?
-
gli
disse
lui
,
un
po
'
meravigliato
.
-
Così
....
per
fare
quel
che
fanno
tutti
gli
altri
-
diss
'
ella
,
penosamente
.
Egli
intese
qualche
cosa
:
-
Ti
piacerebbe
,
eh
,
che
io
fossi
un
medico
?
O
un
impiegato
?
O
un
ufficiale
di
cavalleria
?
-
e
una
lieve
ironia
era
nella
sua
voce
.
Ella
impallidì
e
arrossì
.
Subito
,
negò
tutto
:
-
Mi
piaci
come
sei
,
Paolo
.
-
Ma
saresti
più
felice
con
un
medico
,
m
'
immagino
:
felicissima
,
con
un
ufficiale
di
cavalleria
:
arcifelicissima
,
con
un
impiegato
,
Adele
.
-
No
,
no
,
no
-
esclamò
lei
,
disperatamente
-
non
posso
esser
felice
che
con
te
.
-
Temo
....
temo
che
tu
sia
infelice
....
sono
così
incapace
di
capirti
....
-
Non
vi
è
bisogno
,
che
tu
mi
capisca
-
soggiunse
lui
-
nessuna
donna
capisce
mai
un
uomo
e
viceversa
.
Io
sono
perfettamente
felice
,
del
resto
,
con
te
che
non
mi
capisci
:
te
lo
assicuro
.
Amami
e
basta
.
Infatti
,
in
quell
'
amore
,
così
quieto
e
così
uniforme
,
in
quel
sentimento
rudimentale
che
di
nessun
altro
si
addoppiava
e
si
facea
difficile
,
in
quell
'
espansione
semplice
quotidiana
,
senza
grandi
scene
tragiche
come
senza
troppo
fini
scene
di
commedia
,
in
quella
bontà
costante
e
suadente
,
in
quell
'
affetto
dove
mancava
qualunque
sorta
di
enigma
,
egli
trovava
l
'
ambiente
migliore
per
il
suo
spirito
stanco
e
per
il
suo
cuore
disgustato
di
eccentricità
.
Per
troppo
tempo
,
la
donna
era
stata
per
lui
elemento
di
curiosità
vivacissima
nella
vita
e
nell
'
arte
ed
era
,
quindi
diventata
sorgente
di
disordine
e
di
squilibrio
:
per
troppo
tempo
,
egli
aveva
errato
per
i
paesi
dove
il
peccato
era
anche
romanzo
e
dove
il
romanzo
conduceva
al
peccato
:
per
troppo
tempo
,
egli
aveva
cercato
nella
donna
il
pascolo
della
immaginazione
artistica
e
l
'
urto
obliquo
e
complicato
dei
sensi
.
Adele
Cima
era
il
riposo
della
sua
stanchezza
,
era
l
'
equilibrio
dell
'
asse
della
sua
vita
,
era
la
relazione
posata
e
lunga
,
lunga
e
sicura
,
dove
il
peccato
perdeva
ogni
tinta
turpe
e
acquistava
gentilezza
mite
coniugale
.
Mentr
'
ella
era
fuori
centro
,
spostata
,
messa
a
contatto
di
una
esistenza
che
aveva
capovolte
tutte
le
sue
poche
idee
,
messa
a
contatto
con
un
uomo
cento
volte
a
lei
superiore
,
della
cui
superiorità
ella
era
un
'
adoratrice
ma
anche
una
vittima
,
mentre
Adele
Cima
non
giungeva
più
a
riunire
le
sue
forze
per
vivere
,
disperse
in
un
'
atmosfera
troppo
alta
per
i
suoi
polmoni
,
Paolo
Spada
si
sprofondava
nella
beatitudine
egoistica
di
colui
che
ha
trovato
,
per
una
rarissima
fortuna
,
lo
strumento
più
adatto
alla
propria
felicità
.
Per
pensare
,
per
leggere
,
per
lavorare
,
egli
aveva
bisogno
di
non
aver
più
nè
lettere
amorose
da
scrivere
o
da
andar
a
prendere
alla
posta
;
di
non
aver
più
convegni
da
chiedere
o
da
aspettare
;
di
non
aver
più
sciarade
da
sciogliere
o
drammi
da
annodare
,
tutte
cose
che
impediscono
,
a
uno
scrittore
,
il
pensiero
,
la
letteratura
,
la
scrittura
.
Adele
Cima
,
in
quei
tempi
di
travaglio
,
mentre
era
intorno
a
lui
,
non
vi
era
,
camminava
piano
,
non
urtava
gli
oggetti
,
non
chiudeva
i
libri
,
non
muoveva
le
carte
,
spariva
,
riappariva
,
senza
domandare
di
uscire
,
di
pranzare
,
di
dormire
:
nella
sua
semplicità
o
,
piuttosto
,
nella
sua
stupidaggine
,
era
un
arnese
umile
e
perfetto
di
pace
amorosa
e
di
paziente
tenerezza
.
III
.
A
un
tratto
,
nel
cuore
innamorato
di
Adele
Cima
,
e
battuto
e
mortificato
dal
sentimento
di
non
essere
una
donna
degna
dell
'
amore
di
Paolo
Spada
,
surse
una
volontà
improvvisa
,
che
si
maturò
nell
'
ombra
e
nel
silenzio
,
che
fu
covata
e
si
schiuse
al
calore
della
passione
,
di
cui
ella
ardeva
per
il
grand
'
uomo
.
Ella
si
decise
,
così
,
senz
'
altro
,
a
diventare
una
donna
intelligente
e
colta
;
perchè
,
almeno
,
non
tutto
il
mondo
dove
l
'
artista
viveva
le
fosse
vietato
;
perchè
ella
,
almeno
,
potesse
seguirlo
in
un
discorso
,
in
una
divagazione
,
perchè
ella
non
restasse
più
sola
e
abbandonata
ad
amarlo
,
mentre
egli
se
ne
andava
negli
orizzonti
dei
sogni
e
delle
visioni
a
cui
ella
,
misera
,
non
partecipava
.
Ella
concepì
questo
audace
disegno
nelle
ore
di
solitudine
e
anche
d
'
infinita
mestizia
in
cui
cadeva
,
quando
Paolo
Spada
lavorava
e
si
scordava
assolutamente
di
lei
:
ella
accarezzò
entusiasticamente
il
suo
disegno
,
nel
tempo
in
cui
maggiormente
l
'
esistenza
con
Paolo
le
diventava
grave
e
tormentosa
,
sentendovisi
come
una
povera
creatura
perduta
e
senza
guida
;
ella
ostinatamente
studiò
questo
disegno
,
quanto
più
amara
e
più
insopportabile
le
pareva
la
sua
inferiorità
.
Non
disse
nulla
a
Paolo
.
Era
taciturna
,
sempre
:
e
non
avendo
mai
trovato
modo
di
raccontargli
la
sua
lunga
miseria
,
la
miseria
della
sua
stupidaggine
e
della
sua
ignoranza
,
non
volle
neppure
rivelargli
il
rimedio
che
il
suo
cuore
aveva
trovato
o
credeva
di
aver
trovato
.
Con
l
'
eroismo
muto
dei
cuori
che
sanno
amare
e
amare
soltanto
,
ma
che
dall
'
amore
traggono
ogni
coraggio
e
ogni
luce
,
ella
si
accinse
allo
scopo
,
sebbene
lo
sentisse
arduo
,
lontano
,
forse
inaccessibile
.
La
prima
cosa
che
ella
tentò
,
per
aprire
la
sua
intelligenza
,
fu
la
lettura
dei
libri
di
Paolo
Spada
.
Dopo
pranzo
,
quando
egli
,
fumate
nervosamente
quattro
o
cinque
sigarette
,
si
levava
come
mosso
da
un
impulso
automatico
,
per
sedersi
a
scrivere
,
ella
si
levava
e
spariva
.
Nella
sua
borsa
da
lavoro
,
accanto
al
merletto
all
'
uncinetto
,
delizia
borghese
di
altri
tempi
,
ella
aveva
sempre
un
volume
,
dei
varii
fra
romanzi
e
novelle
scritte
da
Paolo
Spada
:
e
in
camera
sua
,
si
metteva
a
leggere
.
Lo
stile
prezioso
,
ricercato
con
quella
tortura
mentale
che
era
una
delle
grandi
qualità
di
Paolo
Spada
,
le
produceva
la
prima
impressione
d
'
incomprensibilità
:
vi
erano
delle
parole
che
non
aveva
mai
lette
o
udite
e
dei
giri
di
frase
,
il
cui
senso
le
sfuggiva
:
talvolta
,
delle
frasi
ripetute
le
davano
fastidio
,
come
il
ronzìo
di
un
moscone
nell
'
orecchio
.
Non
so
come
,
ella
aveva
udito
a
parlare
del
vocabolario
:
e
finì
per
ricorrervi
,
per
conoscere
il
senso
vero
delle
parole
strane
adoperate
da
Paolo
Spada
.
Con
molta
gravità
,
teneva
il
libro
aperto
sul
tavolino
e
con
l
'
altra
sfogliava
il
vocabolario
:
alla
ricerca
della
parola
,
lasciava
perdere
il
filo
del
racconto
e
,
dopo
,
non
si
raccapezzava
più
.
E
,
spesso
,
il
vocabolario
non
le
spiegava
bene
,
tutto
:
ella
restava
sospesa
,
pensando
troppo
per
la
sua
piccola
mente
,
affaticata
,
e
non
trovando
più
nulla
.
Se
contrariamente
,
erano
i
soggetti
di
quei
romanzi
,
di
quelle
novelle
che
la
turbavano
immensamente
.
Ella
aveva
letto
,
come
tutte
le
donnine
della
sua
levatura
,
dei
romanzi
di
Montépin
e
di
Ponson
du
Terrail
,
qualche
romanzo
di
Dumas
padre
e
qualcuno
,
italiano
,
di
Guerrazzi
:
ma
le
istorie
di
Paolo
Spada
erano
così
stranamente
diverse
da
quanto
era
stato
il
poco
pascolo
della
sua
fantasia
!
Tutti
i
protagonisti
di
Spada
le
sembravano
degli
ammalati
o
dei
pazzi
:
spesso
la
inorridivano
per
il
cinismo
:
e
quando
s
'
interessava
a
qualcuno
,
più
simpatico
,
ecco
,
egli
moriva
.
In
quanto
alle
protagoniste
,
ebbene
,
ebbene
,
malgrado
che
qualcuna
di
esse
fosse
buona
e
virtuosa
,
malgrado
che
quasi
tutte
fossero
immensamente
infelici
,
per
le
lotte
con
sè
stesse
,
col
mondo
e
con
l
'
amore
,
ebbene
,
Adele
Cima
le
odiava
,
tutte
!
La
innamoratissima
donna
leggeva
i
romanzi
e
le
novelle
,
più
col
cuore
che
con
la
mente
:
e
la
sua
curiosità
d
'
ignorante
,
era
anche
fatta
di
gelosia
.
Con
quanta
carezzosa
voluttà
Paolo
Spada
dipingeva
certe
figure
di
donna
e
Adele
Cima
vi
ricercava
,
quasi
,
i
ritratti
delle
donne
che
egli
aveva
amate
:
con
quanta
crudeltà
egli
ne
disegnava
delle
altre
ed
erano
forse
quelle
che
lo
avevano
respinto
,
o
,
accettandolo
,
lo
avevano
reso
infelice
!
Ella
aveva
troppo
partecipato
alla
vita
di
Paolo
Spada
e
dei
suoi
amici
artisti
,
per
non
avere
capito
,
a
forza
di
udirlo
dire
,
che
quanto
essi
raccontavano
nei
loro
libri
,
era
loro
accaduto
:
non
aveva
visto
Paolo
Spada
copiare
le
lettere
di
amore
,
nelle
novelle
?
Così
,
la
lettura
di
questi
volumi
lenta
,
ma
continua
,
produsse
sullo
spirito
di
Adele
Cima
,
come
una
rivelazione
sempre
più
triste
,
sempre
più
torturatrice
,
del
passato
di
Paolo
Spada
.
Ah
egli
aveva
palpitato
,
e
pianto
,
e
sofferto
,
e
spasimato
,
il
suo
amante
,
non
per
lei
,
ma
per
altre
donne
,
egli
aveva
molto
e
troppo
vissuto
,
il
suo
amante
,
e
non
con
lei
;
egli
aveva
avuto
delle
scene
di
passione
e
di
disperazione
come
giammai
con
lei
!
Quante
volte
in
quelle
eterne
veglie
,
in
cui
ella
aspettava
che
Paolo
Spada
si
levasse
dal
tavolino
e
,
chiamandola
,
le
dicesse
che
era
ora
di
riposarsi
,
quante
volte
ella
posò
il
libro
,
pallida
,
disgustata
,
avvelenata
,
sentendo
di
essere
giunta
troppo
tardi
,
quando
già
la
vita
aveva
detto
tutto
al
suo
amante
!
Quante
volte
ella
si
sentì
inutile
,
inutile
a
quest
'
uomo
,
adesso
più
che
mai
,
adesso
che
conosceva
o
che
le
pareva
di
conoscere
tutto
il
passato
,
e
come
pensò
,
spesso
,
che
sarebbe
stato
meglio
liberarlo
della
sua
sciocca
presenza
!
Le
si
ripeteva
,
nell
'
anima
,
fatidicamente
,
l
'
impressione
della
prima
visita
,
quando
aveva
trovato
le
fotografie
delle
altre
amanti
e
aveva
tanto
sofferto
:
perchè
non
era
fuggita
via
,
in
quel
giorno
?
Pure
,
un
accanimento
la
teneva
,
di
legger
tutto
,
di
saper
tutto
.
Involontariamente
,
qualche
parte
del
suo
segreto
le
sfuggiva
:
-
Perchè
hai
fatto
morire
quel
povero
Attilio
Venturi
?
-
ella
chiese
un
giorno
,
al
suo
amante
.
-
Attilio
Venturi
?
Chi
?
-
Il
protagonista
del
tuo
racconto
:
L
'
ucciso
.
-
Tu
hai
letto
il
racconto
?
-
....
sì
-
diss
'
ella
,
profondamente
sconvolta
.
-
E
perchè
l
'
hai
letto
?
-
Mah
....
perchè
era
scritto
da
te
....
-
Non
vi
era
obbligo
,
anima
mia
.
-
Ho
fatto
tanto
male
?
Sono
dunque
così
sciocca
,
da
non
poter
aprire
un
tuo
libro
?
-
e
quasi
piangeva
.
-
Non
importa
,
cara
-
diss
'
egli
,
indulgentemente
-
se
ciò
ti
diverte
,
fa
pure
.
Ti
è
proprio
dispiaciuto
tanto
,
che
Attilio
Venturi
sia
morto
?
-
Oh
,
tanto
!
-
Egli
doveva
morire
-
pronunziò
Paolo
Spada
,
col
tono
dogmatico
dello
scrittore
.
-
Oh
!
-
mormorò
ella
,
senz
'
altro
,
sentendo
il
peso
della
sua
ignoranza
più
forte
,
sulle
spalle
.
Altri
dialoghi
simili
,
consecutivamente
,
accaddero
.
Un
giorno
,
un
amico
di
Paolo
Spada
aveva
elogiato
vivamente
il
volume
delle
Storie
crudeli
,
in
presenza
di
Adele
Cima
:
e
Paolo
Spada
aveva
sorriso
alle
lodi
.
Ella
riprese
il
discorso
e
arrossendo
,
disse
:
-
Tutti
i
tuoi
libri
sono
così
belli
e
mi
piacciono
tanto
,
Paolo
!
Ma
perchè
sei
così
cattivo
,
nelle
Storie
crudeli
?
-
Perchè
la
vita
è
cattiva
,
mia
cara
-
disse
lui
,
con
un
lieve
rammarico
nella
voce
.
-
Oh
no
,
Paolo
!
-
Che
ne
sai
,
tu
?
Tu
non
sai
nulla
.
-
Hai
ragione
-
ella
disse
,
soffocando
un
singhiozzo
.
E
un
'
altra
volta
:
-
Non
pensavi
che
la
vita
era
cattiva
,
Paolo
,
quando
hai
scritto
L
'
amore
di
Maria
?
-
Quella
storia
è
bruttissima
.
-
Oh
,
no
!
-
Bruttissima
,
ti
dico
.
-
A
me
è
piaciuta
-
soggiunse
ella
,
con
timidità
.
-
Questo
è
il
segnale
più
certo
della
bruttezza
-
disse
lui
,
duramente
.
Poi
quando
la
vide
piangere
,
cercò
di
consolarla
,
carezzandola
,
baciandola
.
-
Tu
leggi
troppo
,
ti
fa
male
,
Adele
.
-
Perchè
,
mi
fa
male
?
-
La
tua
testa
è
debole
,
non
leggere
tanto
.
-
Come
,
neppure
i
tuoi
libri
?
-
I
miei
meno
degli
altri
.
Già
,
non
valgono
niente
.
-
Non
dire
questo
,
non
dirlo
.
Perchè
li
hai
scritti
,
se
li
disprezzi
?
-
Così
,
Adele
-
rispose
lui
,
enigmaticamente
,
chiudendosi
nel
suo
silenzio
.
Ma
,
oramai
,
il
male
era
fatto
.
Nel
cervello
confuso
di
Adele
Cima
turbinavano
le
frasi
e
i
fatti
in
disordine
:
ed
ella
non
afferrava
più
il
nesso
delle
cose
,
ella
imbrogliava
i
nomi
dei
personaggi
e
delle
città
,
ella
spesso
faceva
a
Paolo
Spada
delle
domande
,
dove
appariva
anche
più
chiaramente
che
ella
aveva
letto
e
non
aveva
inteso
nulla
.
Due
o
tre
volte
,
egli
la
redarguì
,
vivamente
offeso
nel
suo
amor
proprio
di
artista
:
ed
Adele
che
non
conosceva
la
sensibilità
sempre
raccapricciante
delle
vanità
di
scrittore
,
due
o
tre
volte
giunse
a
ferirlo
:
e
il
modo
come
egli
le
si
rivoltò
contro
,
modo
insolito
,
di
animale
irritato
e
ingiusto
,
la
sgomentò
talmente
che
,
per
un
pezzo
ella
smise
di
parlargli
delle
sue
letture
.
Ma
il
male
era
fatto
.
La
serenità
della
mente
di
Adele
Cima
era
smarrita
,
per
sempre
.
Ella
era
entrata
in
una
via
d
'
intrichi
e
di
spine
che
la
pungevano
e
la
soffocavano
:
nè
conosceva
più
il
sentiero
per
tornare
indietro
.
In
quella
confusa
e
incerta
rivelazione
di
un
mondo
per
lei
incomprensibile
e
in
cui
ella
intravedeva
le
perfidie
della
menzogna
,
le
malvagità
del
cuore
freddo
e
duro
,
le
perversità
dei
sensi
non
governati
da
nessuna
delle
schiette
e
fluide
correnti
del
sentimento
,
la
ingenua
anima
di
Adele
si
arretrava
,
compresa
di
spavento
:
ma
i
suoi
occhi
avevano
intravisto
e
il
fiore
del
suo
candore
sentimentale
era
per
sempre
appassito
.
Sovra
tutto
,
il
maggior
tossico
le
veniva
da
quelle
donne
ignote
a
lei
,
che
Paolo
Spada
aveva
conosciute
e
amate
,
che
erano
rimaste
così
impresse
nella
memoria
dell
'
uomo
,
che
l
'
artista
aveva
voluto
renderle
nelle
sue
storie
.
Tutte
diversamente
belle
e
attraenti
sotto
la
viva
penna
dello
scrittore
,
tutte
dotate
del
fascino
della
vita
che
vibra
,
più
forte
,
nei
ricordi
e
par
vita
,
tutte
variamente
strane
e
seducenti
,
tutte
quante
davano
al
cuore
innamorato
di
Adele
Cima
le
trafitture
,
e
i
sussulti
,
e
i
pallori
,
e
gli
scoramenti
di
una
gelosia
invincibile
.
Con
curiosità
tormentatrice
,
ella
ritornava
a
rileggere
quelle
pagine
dove
la
natural
poesia
dell
'
arte
ingrandiva
e
affinava
quelle
creature
muliebri
:
e
nella
loro
essenza
,
nella
loro
forma
,
Adele
Cima
le
invidiava
,
sentendosi
da
loro
così
diversa
,
così
lontana
,
sentendosi
a
loro
tanto
inferiore
da
soffrirne
come
per
persone
umane
che
l
'
avvilissero
con
la
loro
superiorità
,
ogni
giorno
,
ogni
ora
:
-
Tu
hai
conosciuto
quell
'
Angelica
,
del
tuo
romanzo
?
-
disse
,
in
uno
dei
momenti
di
più
forte
pena
.
-
Sì
.
-
L
'
hai
amata
?
-
Sì
.
-
Era
molto
seducente
?
-
Molto
.
La
povera
semplice
donna
tacque
.
Ah
che
egli
era
una
persona
troppo
sincera
,
mentre
avrebbe
potuto
risparmiarle
queste
verità
così
atroci
!
-
Perchè
hai
finito
di
amarla
?
-
Mi
ha
tradito
.
-
Ah
!
E
se
non
ti
tradiva
?
-
Io
tradiva
lei
.
-
Così
....
tutti
questi
vostri
amori
....
finiscono
col
tradimento
?
-
Quasi
tutti
.
-
Finirà
anche
il
nostro
,
così
?
-
chiese
lei
,
desolatamente
,
mordendosi
le
labbra
per
non
iscoppiare
in
singhiozzi
.
-
Speriamo
di
no
.
-
Speriamo
?
Non
è
che
la
speranza
?
-
In
fatto
di
amore
,
tutto
è
fallace
.
Ma
perchè
continui
a
chiedere
di
cose
spiacevoli
?
Che
ti
importa
?
A
che
scavi
nel
passato
?
Quando
mai
tu
hai
scavato
?
Amami
e
basta
.
-
Anche
io
ho
un
cuore
e
una
mente
-
ella
mormorò
,
mortificata
di
essere
sempre
respinta
nelle
sue
umili
e
taciturne
funzioni
di
donna
innamorata
.
-
Credilo
,
il
cuore
ti
è
sufficiente
-
egli
concluse
,
un
po
'
sul
serio
,
un
po
'
ironicamente
.
Ella
sentì
l
'
ironia
e
non
sentì
la
serietà
del
consiglio
.
Una
gran
voglia
di
rassomigliare
a
qualcuna
di
quelle
donne
,
di
essere
meno
monotona
,
meno
semplice
,
meno
limpida
,
adesso
le
sconvolgeva
l
'
anima
.
I
suoi
vestiti
,
dapprima
graziosi
e
carini
,
ma
di
una
grande
povertà
d
'
invenzione
,
cominciarono
a
diventare
più
ricercati
:
ella
ebbe
una
vestaglia
di
lana
bianca
,
con
merletti
pioventi
e
un
grosso
cordone
di
seta
bianca
che
la
serrava
:
ella
portò
delle
camicette
insaldate
,
da
uomo
,
con
una
cravatta
maschile
:
ella
tentò
di
tagliarsi
i
capelli
,
ma
il
parrucchiere
la
consigliò
di
non
farlo
.
Queste
nuove
fogge
,
però
,
la
mettevano
in
imbarazzo
e
la
rendevano
goffa
.
Alle
pareti
quasi
nude
delle
sue
due
camerette
ella
attaccò
dei
vecchi
ventagli
giapponesi
,
dei
pezzetti
di
stoffa
antica
racimolati
fra
le
cianfrusaglie
del
quartierino
di
Paolo
Spada
e
vi
sospese
dei
quadretti
che
erano
stati
donati
a
lui
,
e
che
egli
aveva
dichiarati
orribili
;
e
questo
scemo
tentativo
di
adornamento
artistico
contrastava
con
la
semplicità
e
anche
con
la
volgarità
del
resto
dei
mobili
.
Adele
Cima
non
aveva
mai
voluto
fumare
;
anzi
il
fumo
della
sigaretta
e
dei
sigari
di
Paolo
Spada
,
dei
suoi
amici
,
le
dava
gran
fastidio
.
Si
forzò
a
imparare
:
ebbe
tre
o
quattro
emicranie
feroci
,
accompagnate
dal
mal
di
stomaco
,
ma
fumò
.
Soltanto
si
scolorava
come
una
morta
,
fumando
:
e
faceva
sforzi
enormi
per
esser
disinvolta
.
Non
aveva
mai
bevuto
liquori
,
con
un
disgusto
tutto
borghese
:
ella
provò
il
cognac
,
e
siccome
aveva
inteso
parlare
del
gin
,
come
di
un
liquore
singolare
,
assaggiò
anche
quello
.
Paolo
Spada
,
malgrado
le
sue
profonde
distrazioni
,
i
suoi
egoistici
assorbimenti
,
notò
a
poco
a
poco
tutte
queste
fittizie
manifestazioni
di
bizzarria
:
e
il
sorriso
con
cui
le
accoglieva
,
aveva
della
bontà
compassionevole
.
Due
o
tre
volte
,
egli
rise
della
goffaggine
di
Adele
Cima
:
ed
ella
fu
colpita
da
quel
riso
come
da
una
pugnalata
.
Una
sera
,
quando
più
ella
era
stata
tentata
di
essere
eccentrica
e
raffinata
,
e
quando
meno
vi
era
riescita
,
quando
più
era
stata
ridicola
nei
suoi
esperimenti
,
Paolo
Spada
,
le
aveva
detto
,
con
durezza
:
-
Smetti
.
Ella
si
era
fatta
di
mille
colori
e
aveva
abbassato
gli
occhi
.
-
Non
fumare
più
,
smetti
;
smetti
di
vestirti
come
ti
vesti
;
non
bere
cognac
e
non
parlare
di
amore
col
terzo
e
col
quarto
.
Smetti
,
smetti
,
Adele
.
-
Che
ho
fatto
di
male
?
-
Nulla
:
ma
sei
ridicola
.
Chi
te
lo
fa
fare
?
-
Così
-
diss
'
ella
,
con
voce
fievole
,
a
capo
basso
.
-
Vi
è
una
ragione
,
a
queste
stravaganze
.
Dilla
subito
.
-
replicò
improvvisamente
.
-
L
'
idea
di
piacerti
....
-
balbettò
l
'
infelicissima
.
-
Hai
sbagliato
.
Mi
dispiaci
enormemente
.
-
La
paura
del
tuo
disprezzo
....
hai
amato
tante
donne
intelligenti
e
fini
....
io
sono
una
creatura
volgare
....
-
Mi
sei
piaciuta
come
eri
:
non
ti
guastare
.
Smetti
tutte
queste
buffonate
.
Tu
non
ti
puoi
cangiare
.
-
Oh
Dio
!
-
singhiozzò
la
poveretta
.
-
E
ringrazia
il
Signore
,
invece
,
che
non
ti
cambia
.
Se
ti
cambiasse
,
non
ti
amerei
più
.
-
Perchè
mi
dici
questo
?
-
Perchè
è
la
verità
.
Ritorna
alla
tua
semplicità
,
mia
cara
,
o
ci
lasciamo
per
sempre
.
Come
ritornarvi
totalmente
?
Ella
obbedì
,
con
la
devozione
della
persona
assolutamente
innamorata
,
a
quanto
le
aveva
detto
Paolo
Spada
;
ella
ritornò
,
tristemente
,
alle
sue
vesti
di
gusto
borghese
e
ai
suoi
cappellini
insignificanti
:
ella
lasciò
le
sigarette
e
il
cognac
:
ella
schiodò
tutti
i
ventagli
vecchi
e
tutti
i
brandelli
scoloriti
delle
stoffe
,
dalle
pareti
delle
sue
stanzette
.
Ma
tutti
questi
atti
,
consecutivi
,
le
rammentavano
la
inanità
della
sua
persona
:
le
ripetevano
,
mandando
il
rosso
della
vergogna
al
viso
,
che
ella
non
poteva
elevarsi
,
in
nessun
modo
,
dalla
mediocrità
dove
era
sempre
vissuta
:
le
replicavano
,
in
tutte
le
forme
,
che
una
donna
semplice
o
anche
sciocca
,
sempre
tale
rimane
e
che
non
vi
era
speranza
,
per
lei
,
di
essere
considerata
da
Paolo
Spada
salvo
che
per
una
donnetta
di
casa
,
scema
,
ignorante
,
che
gli
dava
dell
'
amore
senza
fantasia
e
senza
drammi
,
quando
egli
aveva
voglia
di
essere
amato
.
Lo
scorno
dell
'
esperimento
fatto
e
mancato
le
ritornava
sempre
,
massime
quando
,
era
sola
:
ed
ella
chiedeva
al
Signore
,
nelle
sue
preghiere
,
per
qual
ragione
era
stata
slanciata
e
poi
chiusa
in
un
amore
dove
tutte
le
sue
facoltà
soffrivano
,
dove
soffocava
nel
silenzio
ogni
suo
dolore
e
dove
ella
non
avrebbe
mai
più
trovato
la
felicità
,
giammai
.
Le
sue
sofferenze
si
acuivano
.
Ella
frequentò
molto
la
chiesa
,
in
quel
tempo
.
Cercava
la
liberazione
,
o
cercava
la
pace
;
ma
non
otteneva
nè
l
'
una
,
nè
l
'
altra
,
giacchè
ella
era
legata
a
Paolo
Spada
per
la
vita
e
per
la
morte
,
giacchè
ella
era
sempre
in
un
profondo
spostamento
morale
e
materiale
.
Paolo
Spada
,
giusto
in
quel
tempo
,
fu
preso
da
un
accesso
di
mondanità
.
Ogni
sera
indossava
la
marsina
,
metteva
un
fiore
all
'
occhiello
,
arricciava
e
profumava
i
suoi
baffi
e
partiva
.
Ella
lo
aiutava
a
vestirsi
,
avendo
per
lui
le
cure
minute
di
una
madre
:
non
gli
chiedeva
neppure
dove
andasse
e
a
che
ora
ritornasse
.
Lo
aspettava
.
Quando
aveva
chiusa
la
porta
;
alle
sue
spalle
,
cominciava
per
Adele
una
lunga
veglia
.
Ella
riordinava
la
casa
,
tutta
quanta
,
dandole
il
suo
assetto
notturno
;
lavorava
all
'
uncinetto
,
alla
coltre
fatta
a
disegno
di
stelle
,
poichè
aveva
rinunziato
alla
lettura
:
sonnecchiava
;
si
addormentava
sulla
sedia
.
Talvolta
si
svegliava
,
di
soprassalto
,
a
un
rumore
:
non
era
nessuno
.
Talvolta
lo
stridore
della
piccola
chiave
inglese
di
Paolo
Spada
che
schiudeva
la
porta
del
quartierino
,
la
scuoteva
.
Lo
vedeva
riapparire
bene
spesso
pallido
e
stanco
,
senza
voglia
di
aprir
bocca
.
-
Fai
male
ad
aspettare
-
le
diceva
,
brevemente
.
-
Non
importa
,
Paolo
.
Non
le
diceva
più
nulla
,
lui
,
assorto
nella
stanchezza
:
non
le
faceva
una
carezza
non
le
dava
un
bacio
:
si
addormentava
di
un
sonno
pesante
.
Ella
restava
sveglia
,
nervosa
,
piangendo
chetamente
talvolta
.
Vi
erano
notti
in
cui
egli
rientrava
eccitatissimo
.
Le
raccontava
tutto
,
mettendo
in
burletta
i
tipi
ridicoli
della
società
,
ridendo
dei
buffi
spettacoli
,
elogiando
fugacemente
qualche
donna
incontrata
.
Adele
tendeva
l
'
orecchio
,
a
queste
lodi
:
-
Era
molto
bella
,
donna
Maria
Vargas
?
-
Bellissima
:
pareva
Monna
Lisa
del
Giocondo
.
L
'
amante
sciocca
,
dai
capelli
castani
insignificanti
,
dai
grandi
occhi
limpidi
e
meravigliati
,
ammutoliva
.
Egli
continuava
a
chiacchierare
,
fumava
,
si
faceva
fare
del
tè
che
ella
aveva
imparato
ad
apprestare
benissimo
,
mentre
le
mani
le
tremavano
,
nel
suo
ufficio
di
donnetta
di
casa
.
E
,
spesso
,
tornando
da
questa
casa
luminosa
,
da
questi
teatri
scintillanti
,
dove
aveva
visto
delle
donne
bellissime
,
dove
il
suo
animo
di
artista
aveva
esaltato
la
sua
ammirazione
di
uomo
,
egli
era
con
Adele
Cima
così
carezzoso
e
così
appassionato
che
,
malgrado
la
piccola
intelligenza
di
lei
,
ignara
delle
mistificazioni
umane
dell
'
amore
,
ella
intendeva
donde
venisse
questo
rinnovellamento
passionato
;
e
tutto
il
suo
essere
inorridiva
alla
mistificazione
.
Vagamente
,
ma
ostinatamente
,
ella
era
gelosa
di
tutte
queste
donne
mondane
,
signore
e
attrici
,
grandi
dame
e
grandi
avventuriere
che
,
preso
da
un
furore
di
esteriorità
tutto
estetico
,
Paolo
Spada
ricercava
ogni
giorno
e
ogni
sera
:
ma
Adele
Cima
non
arrivava
a
precisare
la
propria
gelosia
.
Non
diceva
nulla
:
ma
fiotti
di
veleno
le
inondavano
le
vene
.
Si
consumava
,
dentro
,
e
non
voleva
dare
un
sol
dolore
a
Paolo
,
sentendo
anche
che
era
inutile
e
dannoso
fargli
delle
scene
.
Qualche
indizio
di
tradimento
,
molto
tenue
,
forse
ancora
ingiusto
le
s
'
ingrandiva
nel
cuore
appassionato
,
col
dubbio
di
qualche
fatto
compiuto
.
Paolo
Spada
aveva
cambiato
fiore
all
'
occhiello
:
era
una
rosa
bianca
,
adesso
,
quella
che
portava
ogni
giorno
.
Una
copia
dell
'
Amore
di
Maria
era
partita
,
avvolta
in
una
stoffa
medievale
,
a
rose
bianche
su
fondo
rosa
pallido
,
e
diretta
a
un
indirizzo
sconosciuto
.
Un
giorno
,
uscendo
per
alcune
spesuccie
,
aveva
incontrato
Paolo
Spada
sotto
l
'
atrio
della
Posta
,
a
San
Silvestro
:
egli
aveva
avuto
innanzi
ad
Adele
Cima
,
una
leggiera
fiamma
al
viso
.
Poi
,
finalmente
,
un
giorno
,
Adele
ebbe
la
prova
precisa
e
netta
del
tradimento
:
un
biglietto
di
convegno
,
di
donna
Maria
Vargas
:
un
biglietto
cascato
dalla
tasca
di
Paolo
Spada
.
Era
impossibile
il
dubbio
.
Egli
rientrò
:
trovò
Adele
Cima
gittata
sul
letto
,
vestita
,
col
viso
verso
la
parete
.
-
Che
hai
?
Ti
senti
male
?
-
Sì
.
-
Dove
hai
male
?
-
Alla
testa
.
-
Ora
ti
do
l
'
antipirina
.
Vado
a
chiamare
il
medico
?
-
È
inutile
:
è
un
male
che
passa
.
Veramente
,
egli
aveva
udito
qualche
cosa
di
cambiato
nella
voce
di
Adele
Cima
:
ed
aveva
esitato
a
ritornare
nella
sua
stanza
.
Prima
di
uscire
,
andò
da
lei
,
di
nuovo
:
-
Come
vai
?
-
Meglio
:
grazie
.
-
Vuoi
qualche
cosa
?
-
....
No
-
Io
torno
subito
.
-
Va
bene
.
Veramente
non
si
era
voltata
a
lui
e
la
voce
era
più
tronca
e
più
velata
che
mai
.
Ma
egli
attribuì
alla
nevralgia
tutti
quei
fenomeni
e
uscì
.
Quando
rientrò
,
alle
undici
di
sera
,
la
trovò
ancora
sul
letto
,
supina
,
in
uno
stato
di
abbattimento
immenso
,
con
orribili
crampi
allo
stomaco
.
Aveva
bevuto
della
morfina
per
avvelenarsi
:
l
'
aveva
trovata
in
una
boccettina
che
Paolo
Spada
teneva
in
serbo
,
per
iniettarsi
ogni
tanto
.
Egli
non
le
strappò
questa
verità
che
a
furia
di
affannose
domande
,
di
richieste
strazianti
,
giacchè
tutto
l
'
essere
di
Paolo
era
trangosciato
all
'
idea
che
una
povera
creatura
umana
avesse
potuto
morire
per
lui
.
Ella
lo
guardava
,
con
occhi
così
disperati
e
amorosi
,
insieme
,
che
egli
non
resisteva
a
quello
sguardo
.
Al
medico
accorso
Paolo
non
disse
nulla
,
non
seppe
neppure
ricordarsi
la
misura
della
morfina
che
Adele
aveva
potuto
ingoiare
:
e
tutta
la
notte
la
sciocca
amante
che
tutto
aveva
sopportato
,
ma
non
aveva
saputo
resistere
al
tradimento
,
tutta
la
notte
ella
fu
in
pericolo
mortale
,
attaccata
al
collo
di
Paolo
Spada
,
guardandolo
con
gli
occhi
stralunati
dal
male
e
dall
'
amore
,
toccandolo
con
le
mani
gelide
e
bagnate
di
sudore
,
senza
poter
pronunziare
una
parola
sola
,
quasi
strozzata
,
soffrendo
come
una
dannata
o
cadendo
in
prostrazioni
che
parean
simili
alla
morte
.
Accanto
a
lei
,
egli
agonizzava
.
Aveva
ritrovato
il
biglietto
perduto
di
donna
Maria
Vargas
,
sotto
l
'
origliere
di
Adele
Cima
ed
aveva
inteso
la
ragione
di
quel
suicidio
,
la
ragione
immediata
e
invincibile
.
-
Perchè
hai
fatto
questo
?
Perchè
?
-
le
gridò
,
indignato
contro
sè
stesso
,
contro
i
capricci
mondani
e
contro
tutte
le
donne
mondane
.
La
inferma
non
rispose
,
ma
lo
guardò
con
tale
espressione
di
silenzio
!
-
Non
dovevi
farlo
.
Non
ne
valeva
la
pena
-
le
disse
ancora
lui
,
esaltatissimo
.
Alla
morente
gli
occhi
si
sbarrarono
in
un
infinito
stupore
,
come
se
ella
si
meravigliasse
,
sentendo
che
un
tradimento
non
è
un
tradimento
.
-
Sei
una
scema
;
non
capisci
niente
;
io
non
amo
che
te
;
sei
una
scema
-
le
continuò
a
dire
lui
,
in
preda
a
una
indomabile
agitazione
.
Adele
Cima
,
a
quell
'
aggettivo
che
si
veniva
ripetendo
,
con
tanta
ostinazione
e
tanta
crudeltà
,
insieme
a
tanto
amore
,
nella
sua
agonia
,
chiuse
gli
occhi
per
morire
.
Ma
non
morì
.
La
salvarono
il
medico
e
Paolo
Spada
.
Fu
molto
tempo
malata
,
ma
guarì
.
Il
suo
fu
un
suicidio
mancato
,
come
erano
state
mancate
varie
altre
cose
della
sua
vita
.
Spesso
,
nella
convalescenza
,
in
un
effluvio
di
tenerezza
,
innamorato
più
che
mai
della
sua
stupidina
,
Paolo
Spada
le
veniva
ripetendo
:
-
Perchè
hai
voluto
morire
?
-
Per
donna
Maria
di
Vargas
.
-
Ti
giuro
che
non
ne
valeva
la
pena
,
anima
mia
.
-
Oh
sì
!
-
No
,
no
,
sei
sempre
la
stessa
,
non
capisci
nulla
.
Se
morivi
,
vedi
,
Adele
,
era
perchè
non
hai
mai
capito
niente
.
-
È
vero
-
mormorava
lei
,
assorta
.
Dopo
quel
tentativo
di
suicidio
,
inutile
,
che
non
le
aveva
dato
la
liberazione
,
ella
non
domandò
a
Dio
neppure
più
la
pace
.
Il
suo
destino
era
di
vivere
,
di
amare
,
e
di
soffrire
per
l
'
amore
,
giacchè
il
Signore
le
aveva
inflitto
il
castigo
di
amare
un
uomo
diverso
da
lei
per
istinti
,
per
temperamento
,
per
carattere
,
giacchè
sul
suo
amore
pesava
la
fatalità
del
dissidio
intellettuale
,
lo
stato
di
oppressione
della
creatura
meno
nobile
e
meno
spirituale
,
accanto
a
un
'
anima
che
saliva
nei
cieli
dell
'
arte
.
Ella
doveva
soffrire
e
non
doveva
trovare
rimedio
alle
sue
sofferenze
,
giacchè
le
anime
alte
e
squisite
trovano
mille
vie
per
isfuggire
ai
contrasti
della
vita
quotidiana
,
mentre
le
piccole
anime
li
subiscono
tutti
,
senza
scampo
e
senza
rifugio
.
Poi
,
più
tardi
,
quando
ella
fu
bene
guarita
e
Paolo
Spada
fu
bene
sicuro
che
quella
donna
gli
fosse
vincolata
per
sempre
,
egli
scherzò
anche
sul
tentato
suicidio
.
Chi
manca
un
suicidio
,
non
corre
un
'
avventura
buffa
?
L
'
amante
sciocca
ne
rise
anche
lei
,
per
celare
la
vergogna
di
quella
ridicolaggine
.
Più
tardi
ancora
,
Paolo
Spada
tornò
a
tradirla
,
come
si
tradisce
una
buona
moglie
fedele
,
con
altre
donne
:
ella
lo
seppe
,
ma
non
trovò
la
forza
di
voler
morire
,
temendo
troppo
di
esser
chiamata
la
più
scema
fra
le
donne
.
Anzi
,
egli
finì
per
confessarle
le
sue
scappate
,
convincendola
che
erano
necessarie
alla
sua
vita
d
'
arte
,
ma
che
egli
amava
sempre
la
sua
cara
sciocca
.
La
quale
sciocca
donna
non
si
convinse
punto
,
di
questa
necessità
del
tradimento
:
vi
si
rassegnò
,
piuttosto
,
poichè
voleva
il
suo
destino
,
così
,
che
ella
,
che
sarebbe
stata
felice
con
un
uomo
limitato
e
buono
e
onesto
come
lei
,
fosse
infelicissima
con
un
grande
artista
.
SOGNO
DI
UNA
NOTTE
D
'
ESTATE
.
A
Roberto
Bracco
.
Massimo
era
solo
.
L
'
amico
d
'
infanzia
,
non
veduto
da
anni
e
poi
incontrato
improvvisamente
per
la
via
,
dopo
il
lieto
riconoscimento
era
venuto
,
alle
sette
,
a
pranzare
in
casa
di
Massimo
.
E
costui
che
trascinava
pesantemente
il
fardello
di
un
'
estate
cittadina
,
mentre
tutti
gli
altri
anni
era
partito
nel
mese
di
giugno
,
si
riprometteva
una
buona
serata
di
ricordi
,
in
compagnia
dell
'
amico
ritrovato
.
Avevano
,
infatti
,
passato
due
ore
insieme
fra
il
pranzo
,
la
sigaretta
e
i
liquori
,
chiacchierando
dei
tempi
antichi
,
cominciando
tutti
i
loro
discorsi
con
un
ti
ricordi
,
sorridendo
vagamente
alle
care
memorie
che
si
affollavano
alla
mente
,
interrompendosi
talvolta
,
dando
in
qualche
esclamazione
di
rimpianto
,
di
nostalgico
desiderio
.
Ma
nella
amichevole
giocondità
che
aveva
dilatato
i
loro
cuori
,
si
era
presto
infiltrato
un
senso
di
malinconia
;
avevano
fatte
vie
diverse
ed
erano
diventati
assai
diversi
,
in
tutto
;
partiti
dal
medesimo
punto
,
avendo
fatto
gli
stessi
studii
,
l
'
amico
era
adesso
un
illustre
avvocato
di
provincia
,
con
moglie
e
figli
,
con
idee
pratiche
e
semplici
,
un
po
'
appesantito
di
fibre
e
di
spirito
;
e
Massimo
se
ne
era
andato
per
dieci
o
quindici
anni
all
'
estero
,
di
legazione
in
legazione
,
diplomatico
senza
passione
,
indolente
,
non
facendo
carriera
per
la
sua
pigrizia
,
contento
o
non
malcontento
del
suo
posto
di
segretario
,
bello
come
un
meridionale
bello
,
ma
già
appassito
,
coi
capelli
che
si
facevano
radi
sulla
fronte
e
gli
occhi
smorti
,
non
ricchissimo
,
ma
abbastanza
ricco
,
e
adesso
inchiodato
da
un
anno
a
Napoli
,
in
licenza
-
in
penitenza
,
dicevano
gli
amici
.
Massimo
era
fine
,
originale
,
ma
già
consumato
dalla
sua
esistenza
,
e
segretamente
oppresso
da
altre
cure
:
l
'
amico
era
pieno
di
talento
,
ma
forte
e
tranquillo
,
rimasto
un
po
'
grossolano
,
chiuso
nel
buon
senso
provinciale
che
chiama
follia
l
'
originalità
,
e
che
si
mortifica
nel
presente
,
per
godere
in
un
troppo
tardo
avvenire
.
Così
,
mentre
l
'
uno
raccontava
all
'
altro
la
propria
vita
,
colui
che
ascoltava
,
apprezzava
,
giudicava
,
freddamente
giudicava
,
senza
dire
il
suo
giudizio
in
forma
cruda
,
mitigando
,
è
vero
,
per
riguardo
all
'
amicizia
d
'
infanzia
,
ma
facendo
intendere
come
si
trovassero
lontani
:
e
a
un
certo
punto
si
guardarono
in
viso
,
perchè
pensarono
di
essere
,
oramai
,
due
estranei
;
ma
non
lo
dissero
.
E
forse
,
in
fondo
,
Massimo
invidiava
all
'
illustre
avvocato
di
provincia
la
sua
limitata
ambizione
e
il
suo
assiduo
lavoro
,
e
la
famiglia
grassa
,
pacifica
,
al
sicuro
delle
tempeste
,
e
la
casa
messa
alla
buona
,
ma
la
casa
degli
avi
,
la
casa
dei
figliuoli
,
e
quel
senso
di
praticismo
,
di
serietà
,
di
equilibrio
,
tutte
le
cose
,
infine
,
che
gli
mancavano
;
mentre
l
'
avvocato
invidiava
a
Massimo
la
vita
vagabonda
ma
aristocratica
nelle
Corti
straniere
,
e
l
'
avvenire
che
potea
essere
splendido
,
e
la
libertà
di
scapolo
,
e
tutte
le
avventure
di
quella
esistenza
fantastica
,
e
quella
casa
di
giovanotto
elegante
e
squisito
,
visioni
che
avrebbero
oramai
turbato
i
suoi
sonni
di
provincia
.
A
un
certo
momento
,
sospirarono
ambedue
.
La
serata
era
calda
:
dal
balcone
aperto
del
salotto
dove
fumavano
,
non
spirava
un
soffio
di
aria
:
solo
un
acuto
profumo
di
gelsomini
veniva
di
fuori
.
Si
accorsero
di
essere
diventati
malinconici
.
Troppe
cose
del
passato
avevano
ricordate
,
troppe
pietre
sepolcrali
di
persone
care
perdute
,
di
amori
morti
avevano
rimosse
:
tutto
questo
non
si
fa
senza
un
triste
piacere
,
e
il
piacere
poi
fugge
,
e
la
tristezza
resta
.
Fumavano
in
silenzio
,
con
la
testa
rovesciata
sulla
spalliera
della
poltroncina
;
poi
l
'
avvocato
aveva
guardato
l
'
orologio
.
Per
cortesia
,
disse
a
Massimo
:
-
Vieni
via
con
me
?
Ma
non
si
eran
forse
detto
tutto
?
E
non
avevan
forse
fatto
male
,
a
dirsi
tutto
?
Massimo
rispose
vagamente
che
doveva
scrivere
alcune
lettere
urgenti
;
che
si
sarebbero
veduti
più
tardi
,
alla
Villa
,
verso
le
undici
,
senz
'
altro
.
Freddamente
,
l
'
avvocato
promise
di
esserci
,
e
si
divisero
,
convinti
che
non
si
sarebbero
riveduti
quella
sera
,
e
forse
mai
più
.
Per
dolce
che
sia
il
passato
,
esso
è
morto
;
e
fantasmi
,
anche
soavissimi
,
turbano
l
'
animo
dei
più
coraggiosi
.
Quando
fu
solo
,
Massimo
si
pentì
di
essersi
condotto
a
casa
quell
'
amico
:
tante
chiuse
cicatrici
avevano
stillato
sangue
,
in
quelle
due
ore
!
Mentre
egli
seguitava
a
fumare
,
nel
salotto
,
udiva
il
suo
servitore
che
riordinava
la
piccola
stanza
da
pranzo
;
e
poco
dopo
,
il
giovanotto
gli
venne
a
chiedere
se
avesse
bisogno
di
lui
,
in
quella
sera
,
chè
avrebbe
voluto
andarsene
a
trovare
certi
amici
,
per
fare
una
passeggiata
,
con
quel
caldo
così
grande
.
Massimo
,
con
una
parola
,
lo
licenziò
:
la
porta
si
richiuse
;
egli
era
perfettamente
solo
.
Ma
la
sua
serata
era
perduta
,
postochè
aveva
voluto
risalire
imprudentemente
il
fiume
del
passato
,
in
compagnia
di
una
persona
che
aveva
amata
:
il
viaggio
lo
aveva
scoraggiato
,
facendogli
perdere
quell
'
ultimo
resto
di
morale
pazienza
,
che
lo
aiutava
a
tirare
innanzi
quella
solitària
e
fastidiosa
estate
napoletana
.
In
queste
ore
di
ribellione
,
sdraiato
,
abbandonato
a
una
mortale
spossatezza
esteriore
,
mentre
dentro
gli
si
sollevava
il
cuore
,
egli
fumava
assai
certe
stupefacienti
sigarette
egiziane
,
che
per
lo
più
finivano
per
stordirlo
:
ma
in
quella
sera
di
estate
le
sigarette
gli
si
sfacevano
fra
le
labbra
strette
ed
egli
le
buttava
via
,
semispente
,
a
pezzetti
.
Andò
al
balcone
:
era
al
terzo
piano
di
un
gran
palazzo
di
via
Gennaro
Serra
,
ed
essendo
più
basse
le
case
innanzi
alla
sua
,
pel
livello
della
via
,
vedeva
un
po
'
di
mare
e
un
grande
arco
di
cielo
stellato
.
La
notte
era
bellissima
,
con
un
gran
palpito
luminoso
della
Via
Lattea
;
ma
la
brezza
non
veniva
e
l
'
aria
opprimeva
.
Sentendosi
avvampare
la
testa
,
solo
,
stanco
e
pure
non
potendo
restar
fermo
,
prese
la
penna
e
volle
scrivere
:
ma
improvvisamente
,
innanzi
alla
carta
bianca
,
si
fece
in
volto
più
bianco
della
carta
stessa
,
quasi
che
avesse
veduto
apparire
non
so
quale
visione
,
fra
le
penembre
della
stanza
.
Dalla
via
Gennaro
Serra
,
un
continuo
rumore
di
carrozze
si
udiva
:
tutti
uscivano
dalle
loro
case
,
tutti
se
ne
andavano
per
le
strade
,
a
respirar
meglio
,
a
guardare
le
stelle
,
a
godere
la
notte
napoletana
bella
,
fresca
nelle
ore
alte
.
Egli
si
fece
di
nuovo
al
balcone
,
soffocando
:
ritornò
alla
scrivania
,
si
rimise
a
scrivere
,
ma
non
vi
riuscì
.
E
perchè
avrebbe
dunque
scritto
?
A
che
servono
le
negre
parole
scritte
sulla
candida
carta
,
nella
effervescenza
della
solitudine
,
quando
il
parente
,
o
l
'
amico
,
o
l
'
amante
che
le
riceve
,
le
legge
forse
dinanzi
a
estranei
,
freddamente
,
ridendone
?
Troppo
tempo
e
troppe
cose
passano
fra
il
momento
che
si
scrive
e
quello
che
si
legge
,
fra
chi
scrive
e
chi
legge
,
perchè
una
lettera
serva
a
qualche
cosa
.
Un
organetto
si
fermò
in
piazza
Monte
di
Dio
,
a
suonare
,
con
un
metro
largo
,
con
un
tempo
largo
,
una
canzonetta
assai
allegra
,
la
quale
così
diventava
bizzarramente
triste
;
Massimo
s
'
impazientì
contro
quel
sentimentale
o
stanco
suonatore
di
organino
,
che
mutava
una
tarantella
in
marcia
funebre
.
Forse
il
suonatore
era
vecchio
;
forse
aveva
fatto
una
magra
giornata
;
forse
era
un
infelice
,
perciò
usciva
dalla
sua
mano
quella
nenia
così
stravagante
.
Massimo
si
abbassò
sulla
ringhiera
del
balcone
,
e
da
quell
'
altezza
buttò
a
caso
una
moneta
da
due
lire
al
suonatore
.
La
musica
,
dopo
un
poco
,
tacque
:
e
Massimo
se
ne
dolse
;
ora
si
sentiva
più
solitario
,
più
annoiato
,
più
insofferente
che
mai
della
sua
dimora
in
Napoli
.
Che
fare
,
dove
andare
,
dove
portare
il
suo
corpo
e
il
suo
spirito
,
con
quali
sciocchi
?
con
quali
indifferenti
,
con
quali
esseri
detestabili
andare
?
Come
passare
quella
notte
di
estate
?
Non
avrebbe
avuto
riposo
,
lo
sentiva
:
e
sentiva
che
non
vi
era
rimedio
alla
sua
agitazione
.
Andava
e
veniva
dalla
scrivania
al
balcone
,
macchinalmente
,
quando
un
,
sottile
canto
vicino
lo
colpì
.
Si
fermò
,
ascoltando
.
Il
canto
veniva
da
un
balcone
poco
discosto
dal
suo
,
anch
'
esso
al
terzo
piano
:
aguzzò
gli
occhi
,
vide
un
'
ombra
bianca
,
era
una
donna
che
cantava
una
vecchia
romanza
del
Tosti
,
poco
nota
,
che
è
piuttosto
un
recitativo
e
che
comincia
così
:
/
*
Il
gallo
canta
;
e
i
sogni
lieti
o
tristi
Fuggon
nel
grande
oblìo
.
Torna
al
mondo
dei
sogni
,
onde
venisti
,
Larva
dell
'
amor
mio
....
....
*
/
La
voce
era
tenue
e
un
po
'
tremula
,
ma
le
parole
si
udivano
distintamente
.
Massimo
tese
l
'
orecchio
,
guardò
acutamente
,
e
si
accorse
che
la
donna
si
dondolava
sopra
una
sedia
,
cantando
,
come
se
si
cullasse
;
aspettò
che
ella
avesse
finito
,
poi
,
piegandosi
sulla
ringhiera
,
chiamò
:
-
Luisa
,
Luisa
?
-
Che
volete
?
-
rispose
una
fresca
e
lieta
voce
femminile
.
-
Buona
sera
:
vi
sto
ascoltando
,
ma
la
vostra
canzone
è
troppo
triste
.
Perchè
non
ridete
un
poco
?
-
Così
,
per
ordine
vostro
?
-
Ve
ne
prego
:
ridete
.
-
A
che
servirebbe
?
-
Per
rallegrare
la
mia
infinita
malinconia
.
-
Voi
,
malinconico
?
-
e
diede
in
uno
scroscio
di
risa
fresco
e
limpido
.
-
Brava
,
brava
!
-
egli
esclamò
,
applaudendo
.
Lei
,
per
parlare
con
lui
,
si
era
alzata
dalla
sedia
,
si
era
messa
all
'
angolo
del
balcone
,
curvandosi
per
veder
meglio
,
e
non
li
divideva
che
lo
spazio
di
una
stanza
;
le
due
case
erano
vicine
.
-
Vi
basta
?
-
chiese
Luisa
ridendo
ancora
.
-
Mai
abbastanza
.
Sono
un
uomo
morto
,
Luisa
.
Ma
quando
sarò
da
quattro
giorni
nella
tomba
come
Lazzaro
,
veniteci
voi
e
ridete
;
io
risusciterò
,
ve
lo
prometto
.
-
Ci
vedremo
allora
,
non
mancherò
-
diss
'
ella
ridendo
.
Poi
tacque
improvvisamente
.
Massimo
,
per
ringraziarla
,
si
mise
a
cogliere
dei
gelsomini
bianchi
,
odorosissimi
,
li
raccolse
in
pugno
,
tentò
due
volte
di
buttarglieli
sul
balcone
:
ma
erano
così
leggieri
che
caddero
in
istrada
,
candidi
,
roteanti
.
-
Peccato
,
peccato
!
-
gridò
lei
,
che
aveva
indovinato
il
grazioso
pensiero
.
E
restò
a
guardare
,
giù
,
come
se
potesse
ancora
scorgere
quella
pioggerella
di
gelsomini
odorosi
.
A
un
tratto
,
ella
diede
un
piccolo
grido
:
-
Che
è
?
-
Ne
ho
trovato
uno
,
per
terra
.
Grazie
!
Sul
balcone
di
Luisa
un
'
ala
di
ventaglio
si
agitava
ed
egli
ne
vedeva
luccicare
le
stelline
:
-
Siete
voi
,
che
avete
quel
ventaglio
?
-
Sì
;
perchè
?
-
Perchè
pare
un
pezzo
di
firmamento
.
-
Non
mi
burlate
-
disse
lei
un
po
'
seria
.
Parlavano
così
tranquillamente
,
come
se
stessero
in
un
salotto
di
conversazione
:
ma
le
notti
estive
sono
così
belle
a
Napoli
,
ed
è
così
naturale
stare
al
balcone
,
o
sulla
terrazza
o
nelle
vie
,
è
così
naturale
la
chiacchiera
all
'
aria
aperta
!
Certo
l
'
elegante
addetto
non
avrebbe
fatto
così
a
Bruxelles
,
o
a
Copenaghen
,
dove
le
notti
sono
gelide
,
e
i
balconi
hanno
triplici
imposte
:
nè
con
le
dame
della
società
sua
,
si
sarebbe
permesso
una
simile
famigliarità
.
Appunto
per
questo
egli
trovava
gusto
in
questa
conversazioncella
borghese
con
una
semplice
ragazza
,
da
un
balcone
all
'
altro
,
dimenticando
la
profonda
noia
e
il
disgusto
che
lo
avevano
assalito
mezz
'
ora
prima
.
Adesso
,
sorgendo
da
quel
poco
di
mare
che
si
vedeva
dai
balconi
,
un
globo
rossastro
si
levava
nel
cielo
,
e
ascendendo
,
impallidiva
,
diventava
roseo
....
-
....
ecco
la
luna
,
signor
Massimo
-
mormorò
lei
,
piano
.
Eppure
egli
udì
.
-
È
una
bellissima
luna
,
Luisa
-
le
rispose
,
con
convinzione
.
-
Fra
poco
si
nasconderà
dietro
quelle
case
,
e
non
la
vedrò
più
-
disse
la
fanciulla
,
sempre
piano
.
Egli
udiva
benissimo
.
A
un
tratto
,
chiamò
:
-
Luisa
?
-
Che
volete
?
-
Volete
uscire
,
a
veder
la
luna
?
-
Sola
?
-
Con
me
.
-
....
nossignore
-
disse
lei
,
dopo
aver
esitato
.
-
Perchè
nossignore
?
-
Per
questo
-
replicò
Luisa
,
enigmaticamente
.
-
Venite
,
via
.
Torniamo
presto
.
-
No
,
non
posso
.
-
Siete
cattiva
,
sapete
.
Luisa
non
rispose
.
-
Se
non
vi
decidete
,
vado
via
solo
.
La
notte
sarà
magnifica
e
voi
non
la
vedrete
.
Peggio
per
voi
!
Sono
abbastanza
vecchio
,
per
non
compromettervi
.
Volete
venire
?
-
....
non
posso
.
-
Buona
sera
.
-
Buona
sera
-
mormorò
ella
,
lentamente
.
In
verità
,
rientrando
nella
sua
stanza
,
per
prendere
il
cappello
e
i
guanti
,
Massimo
era
indispettito
.
Aveva
trovato
un
diversivo
alle
tristezze
supreme
di
quella
serata
;
la
compagnia
di
Luisa
come
quella
di
un
buon
camerata
,
di
un
buon
amico
,
lo
avrebbe
distratto
.
Ed
ecco
che
quella
sciocchina
faceva
la
ritrosa
,
mentre
era
libera
,
indipendente
,
mentre
egli
non
si
era
mai
sognato
di
farle
una
linea
di
corte
,
da
un
anno
che
si
conoscevano
.
Nervoso
,
abituato
a
superare
facilmente
tutte
le
difficoltà
,
il
più
piccolo
inciampo
lo
inquietava
:
non
andò
di
nuovo
al
balcone
,
spense
tutti
i
lumi
,
e
battè
fortemente
la
porta
,
uscendo
sul
pianerottolo
;
anche
Luisa
era
una
sciocca
!
Ma
passando
innanzi
a
un
'
altra
porta
che
dava
sullo
stesso
pianerottolo
,
la
vide
schiudersi
un
poco
e
il
profilo
bruno
di
Luisa
apparve
:
-
Signor
Massimo
?
-
fece
ella
,
guardandolo
coi
neri
e
dolci
occhi
,
chiedendogli
scusa
col
tono
della
voce
,
con
lo
sguardo
.
-
Andate
là
,
che
non
capite
niente
!
-
esclamò
lui
,
nascondendo
un
sorriso
,
fingendo
di
essere
ancora
in
collera
.
-
Io
....
capisco
-
disse
lei
,
schiudendo
addirittura
la
porta
.
Ora
si
vedeva
tutta
la
sua
snella
e
alta
figura
,
rivestita
di
un
abito
bianco
di
semplice
mussola
,
con
un
nastro
di
velluto
nero
alla
cintura
:
si
vedeva
il
delicato
volto
ovale
e
bruno
,
dove
la
piccola
bocca
rosea
si
schiudeva
come
un
fior
di
granato
;
e
le
sottili
sopracciglia
nere
e
arcuate
davano
agli
occhi
neri
,
per
sè
buoni
e
soavi
,
un
'
aria
d
'
infantile
meraviglia
.
-
Perchè
avete
detto
di
no
,
Luisa
?
Avete
così
poco
spirito
?
Vi
ho
forse
mai
fatto
la
corte
,
io
,
perche
dobbiate
temere
la
mia
compagnia
?
-
È
vero
,
non
me
l
'
avete
mai
fatta
-
rispose
Luisa
,
senza
sorridere
,
abbassando
gli
occhi
.
-
O
dunque
?
Andiamo
,
prendete
un
cappello
e
una
mantellina
,
fate
una
collezione
di
risate
,
e
venite
con
me
.
Sarà
un
'
opera
di
misericordia
spirituale
:
sono
così
infelice
!
-
Sì
?
Tanto
?
-
interrogò
lei
,
ansiosa
.
-
Infelicissimo
-
confermò
lui
,
fra
il
tragico
e
il
burlesco
.
-
Per
amore
,
eh
?
-
chiese
ella
,
arrossendo
della
domanda
.
-
Nossignora
,
ragazza
curiosa
.
Naturalmente
,
nessuna
donna
mi
ama
e
io
,
naturalmente
,
non
ne
amo
nessuna
.
Andate
a
vestirvi
e
fuggiamo
....
Ella
voltò
le
spalle
,
ubbidendo
.
Massimo
restò
appoggiato
allo
stipite
della
porta
aperta
,
col
cappello
in
mano
,
rigirando
il
suo
bastoncino
di
ebano
fra
le
dita
,
tranquillo
adesso
,
abbandonandosi
al
minuto
che
passava
,
senza
pensare
ad
altro
.
Dopo
un
poco
,
brevi
passi
discreti
si
riudirono
e
Luisa
apparve
,
infilando
i
morbidi
guanti
lunghi
di
camoscio
:
aveva
messo
una
mantellina
di
merletto
nero
a
perline
nere
sul
suo
vestito
bianco
e
un
gran
cappello
di
velo
nero
,
una
di
quelle
scuffie
ampie
e
caratteristiche
che
stanno
divinamente
solo
a
un
volto
giovanile
.
Sorrideva
,
con
le
labbra
,
con
gli
occhi
,
guardando
Massimo
,
così
fresca
,
così
luminosa
di
gioventù
e
di
spirito
,
che
egli
espresse
immediatamente
la
sua
opinione
.
-
Siete
una
creatura
incantevole
-
disse
,
con
un
tono
fra
la
galanteria
e
la
verità
,
tanto
che
ella
non
seppe
nè
adontarsene
,
nè
rallegrarsene
.
Per
nascondere
il
proprio
imbarazzo
,
Luisa
si
voltò
a
chiudere
la
porta
di
casa
sua
,
mettendosene
la
chiave
in
tasca
.
Si
avviarono
,
accanto
,
per
le
scale
,
senza
che
Massimo
le
offrisse
il
braccio
:
ella
aveva
un
modo
di
camminare
leggiero
e
spedito
che
le
veniva
dalla
estrema
giovinezza
.
-
Sentite
-
le
diceva
lui
,
scendendo
-
ognuno
di
noi
si
secca
....
-
Io
non
mi
secco
mai
.
-
....
non
mi
contraddite
,
voi
vi
seccate
,
come
me
,
della
solitudine
.
Quando
state
sola
,
che
fate
?
-
Penso
....
-
E
non
vi
viene
voglia
di
uccidervi
?
-
Neppur
per
sogno
.
I
miei
pensieri
sono
dolci
.
-
A
che
pensate
?
Ella
fu
lì
lì
per
rispondere
,
con
sincerità
:
ma
fortunatamente
si
rattenne
.
-
Che
v
'
importa
?
-
mormorò
invece
,
con
una
certa
malinconia
.
-
Ma
insomma
,
se
deviate
sempre
il
discorso
,
non
lo
finirò
mai
.
E
vi
assicuro
che
è
grazioso
,
che
vale
la
pena
di
udirlo
,
Dunque
,
che
voi
vi
possiate
seccare
o
no
nella
solitudine
,
questo
non
preme
,
ma
nella
solitudine
mi
secco
io
,
e
voi
siete
allegra
,
voi
cantate
,
voi
suonate
l
'
arpa
,
voi
ridete
così
bene
.
Uniamoci
insieme
,
fraternamente
,
così
io
non
mi
seccherò
più
,
e
voi
,
credo
,
vi
divertirete
meglio
.
È
deciso
,
eh
?
Come
fratello
e
sorella
,
naturalmente
.
Un
giorno
o
l
'
altro
,
poi
,
vi
mariterei
a
un
amico
che
amassi
molto
.
È
deciso
?
Ella
rideva
,
rideva
,
sommessamente
,
mentre
attraversavano
l
'
ampio
portone
.
Una
risata
,
però
,
che
aveva
qualche
soverchio
trillo
nervoso
.
-
Non
volete
saperne
?
-
disse
lui
,
seriamente
,
fermandosi
,
sul
marciapiede
.
-
Non
è
mica
una
cattiva
offerta
.
Sono
vecchio
,
io
,
ma
sono
sempre
un
buon
figliuolo
:
ho
viaggiato
,
vi
posso
raccontare
delle
storielle
interessanti
....
pensateci
bene
....
-
Sì
....
sì
....
combineremo
,
un
giorno
o
l
'
altro
-
e
la
fanciulla
voltò
la
faccia
in
là
,
per
non
farsi
scorgere
.
Massimo
e
Luisa
scendevano
per
via
Gennaro
Serra
incontrando
una
quantità
di
gente
che
saliva
e
scendeva
,
ondeggiando
,
a
coppie
,
a
gruppi
,
a
crocchi
,
a
file
,
con
la
mollezza
estiva
della
folla
napoletana
.
Malgrado
che
fossero
le
dieci
,
molte
botteghe
erano
ancora
aperte
e
illuminate
:
non
vi
si
lavorava
;
delle
donne
in
giacchettina
bianca
prendevano
il
fresco
sulla
porta
,
chiacchierando
,
e
dall
'
Egiziaca
veniva
un
suono
di
chitarre
e
di
mandolini
.
La
birreria
Dreher
,
sotto
i
marmorei
portici
di
San
Francesco
di
Paola
,
aveva
messo
fuori
tutti
i
suoi
tavolini
di
marmo
,
e
le
tazze
di
birra
,
dalla
cima
schiumosa
e
nevosa
,
apparivano
alte
sui
vassoi
,
portati
dai
camerieri
,
mentre
i
pesanti
piattini
di
cristallo
si
accumulavano
innanzi
agli
avventori
.
Adesso
,
sorgendo
pallida
e
mancante
sul
lato
sinistro
,
elevandosi
sopra
l
'
arsenale
di
marina
,
la
luna
illuminava
tutta
piazza
Plebiscito
.
La
facciata
della
Prefettura
,
tutta
chiara
sotto
il
raggio
lunare
,
aveva
delle
persone
che
si
muovevano
sui
suoi
grandi
veroni
:
il
Gran
Caffè
e
i
suoi
tavolini
,
allargantisi
sulla
via
,
e
i
molti
avventori
erano
avvolti
in
un
chiarore
fantastico
,
e
le
donne
recavano
con
lentezza
il
cucchiaino
del
sorbetto
alle
labbra
,
o
agitavano
il
ventaglio
pian
piano
,
con
gli
occhi
sgranati
,
quasi
sognassero
.
Nella
piazza
Plebiscito
,
andando
lentamente
nella
morbida
luce
lunare
,
la
gente
passeggiava
,
sulla
striscia
di
pietra
bianca
,
innanzi
alla
fontana
:
e
il
grande
getto
d
'
acqua
,
alto
,
sottile
,
pareva
una
piuma
bianca
,
immobile
,
tutta
penetrata
dalla
luminosità
della
luna
.
-
Che
bella
notte
!
-
susurrò
Luisa
,
affrettando
il
passo
.
-
Vi
è
troppa
gente
-
disse
lui
,
buttando
la
sigaretta
,
diventato
a
un
tratto
pallido
e
pensoso
.
Luisa
se
ne
accorse
.
Affettuosamente
gli
toccò
la
mano
con
la
sua
mano
guantata
,
interrogandolo
con
lo
sguardo
;
egli
non
rispose
,
ma
le
fece
un
cenno
che
non
chiedesse
,
che
non
voleva
parlare
.
Per
temperare
questo
silenzio
,
graziosamente
le
prese
la
manina
guantata
e
se
la
passo
sotto
il
braccio
,
e
camminarono
più
presto
,
andando
verso
Santa
Lucia
.
Qualcuno
si
voltava
a
guardare
la
fanciulla
biancovestita
,
i
cui
occhi
brillavano
soavemente
sotto
la
nera
e
trasparente
aureola
del
cappello
;
ma
ella
non
vedeva
nulla
,
si
piegava
ogni
tanto
a
guardare
il
suo
compagno
,
per
osservare
se
l
'
umor
torvo
si
fosse
allontanato
.
-
Ma
che
avete
?
-
chiese
,
alla
fine
,
agitata
.
-
Vorrei
....
vorrei
non
essere
qui
-
proruppe
lui
,
esprimendole
tutta
la
sua
nostalgia
inguaribile
.
-
Ah
!
-
-
disse
ella
,
senz
'
altro
,
chiudendo
gli
occhi
,
mentre
le
labbra
le
tremavano
.
E
Massimo
non
seppe
,
o
gli
mancò
la
forza
di
spiegare
,
di
modificare
la
sua
scortesia
.
Alta
già
sopra
Capri
,
la
luna
imbiancava
tutta
la
via
marina
di
Santa
Lucia
,
dove
mille
lumicini
si
agitavano
,
dove
i
trams
,
carichi
di
gente
che
andava
verso
Posillipo
,
passavano
,
ogni
cinque
minuti
a
suono
di
cornetta
,
dove
le
venditrici
ambulanti
di
acqua
sulfurea
davano
il
loro
richiamo
,
dove
i
pescatori
accovacciati
nelle
nasse
,
fumavano
la
pipetta
corta
che
aveva
lo
stesso
colore
della
loro
pelle
.
Appoggiati
al
largo
parapetto
che
dà
sulla
via
inferiore
di
Santa
Lucia
e
sul
mare
,
uomini
e
donne
godevano
la
prima
brezza
notturna
che
si
era
messa
al
sorgere
della
luna
;
si
udiva
suonare
il
pianoforte
nel
salone
all
'
Hotel
de
Rome
,
il
salone
che
dà
sul
mare
;
laggiù
,
laggiù
,
verso
il
Wermouth
di
Torino
,
dei
cantori
ambulanti
cantavano
.
Negli
equipaggi
signorili
,
passavano
le
donne
in
abiti
chiari
,
coi
diamanti
che
scintillavano
alle
orecchie
;
Dovunque
gente
,
dovunque
suoni
e
canti
,
dovunque
la
vitalità
di
un
popolo
che
lentamente
sorbisce
la
felicità
di
una
notte
estiva
lunare
.
Senza
dirle
nulla
,
invece
di
andare
verso
il
Chiatamone
,
portandosi
la
fanciulla
a
braccetto
,
egli
le
fece
discendere
la
scala
che
porta
alla
via
inferiore
di
Santa
Lucia
,
donde
si
va
ai
bagni
la
mattina
;
dove
i
vaporini
approdano
,
dove
approdano
i
barcaiuoli
,
con
le
barchette
,
dove
sono
le
sorgenti
dell
'
acqua
sulfurea
:
ivi
,
su
quella
lingua
di
terra
,
brulica
una
folla
di
marinai
,
di
pescatori
,
di
donnette
popolane
,
e
una
trattoria
ha
le
sue
tavole
,
quasi
quasi
sino
all
'
acqua
nera
della
riva
;
i
bevitori
di
acqua
sulfurea
vi
mettono
le
loro
sedie
di
paglia
,
e
i
bimbi
vi
vendono
le
ciambellette
brusche
.
Pure
,
in
quella
notte
,
quel
brulichio
bruno
si
rallentava
,
quasi
che
il
placido
lume
della
luna
quietasse
tutti
i
movimenti
,
rammutolisse
tutte
le
voci
,
e
desse
tutta
la
sua
dolcezza
alla
vivace
scena
.
Quando
furono
sull
'
ultimo
scalino
dell
'
ampia
gradinata
,
Massimo
e
Luisa
si
arrestarono
un
minuto
.
-
Andiamo
a
cena
?
-
domandò
lui
,
distratto
.
-
Oh
no
!
-
È
vero
,
sono
una
bestia
.
Eppure
dobbiamo
far
qualche
cosa
....
andiamo
per
mare
,
allora
?
-
Sì
-
rispose
lei
,
pensosa
-
andiamo
.
-
Ma
vi
piace
di
andarvi
?
non
lo
dite
per
compiacenza
?
Io
vi
annoio
terribilmente
,
lo
so
....
Ma
,
non
è
colpa
mia
.
E
poi
,
voi
siete
buona
e
perdonate
.
Se
non
volete
andare
in
barchetta
,
rinunziamoci
.
-
Andiamoci
subito
.
Ed
egli
intese
,
in
quelle
parole
,
una
preghiera
così
spontanea
,
che
chiamò
subito
un
barcaiuolo
.
Entrò
prima
Massimo
e
invece
di
dar
la
mano
a
Luisa
,
per
farla
discendere
,
mentre
ella
esitava
,
vedendo
quel
baratro
nero
,
le
stese
le
braccia
,
la
sollevò
leggermente
e
la
depositò
sul
cuscino
di
cotonina
,
accanto
a
sè
.
Il
barcaiuolo
che
aveva
avuto
ordine
di
andare
verso
Mergellina
,
vogava
tacitamente
.
Massimo
fumava
:
ma
ogni
tanto
,
dando
uno
sguardo
a
Luisa
,
la
vedeva
così
tranquilla
,
così
serena
,
così
intimamente
felice
;
ella
era
così
bella
in
quell
'
abito
bianco
,
sotto
la
trasparente
ala
del
suo
cappello
,
con
le
mani
abbandonate
in
grembo
,
che
egli
non
osava
dire
una
parola
,
non
volendo
turbare
quel
soave
spettacolo
.
La
barchetta
si
allontanava
in
linea
retta
,
per
poi
girare
intorno
al
forte
Ovo
:
e
le
case
di
Santa
Lucia
,
e
la
collina
di
Pizzofalcone
parea
che
crescessero
verso
il
cielo
,
verso
la
luna
,
come
attirate
da
quel
morbido
chiarore
.
Massimo
e
Luisa
non
scambiavano
una
parola
,
solo
egli
la
guardava
con
insistenza
;
tutto
il
delicato
volto
e
la
persona
candidamente
vestita
,
avevano
in
quell
'
ora
e
in
quel
paesaggio
un
effluvio
di
poesia
che
avrebbe
inebriato
il
cuore
più
freddo
.
Ella
gli
sorrideva
,
così
,
naturalmente
,
quasi
che
il
suo
destino
,
nella
vita
,
fosse
di
sorridergli
sempre
;
e
l
'
ingenuo
,
giovanile
fascino
del
sorriso
rammentava
a
lui
altri
tempi
,
altre
cose
,
vagamente
,
dandogli
un
infinito
e
indefinito
sentimento
di
tenerezza
.
Allora
,
sottovoce
,
egli
provò
il
bisogno
di
chiamarla
:
-
Luisa
.
-
Che
dite
?
-
rispose
ella
,
piegandosi
per
udir
meglio
.
-
Niente
.
Ma
ancora
,
più
tardi
,
mentre
si
allontanavano
sempre
più
verso
l
'
alto
mare
,
nel
candore
immacolato
della
luna
,
verso
l
'
orizzonte
;
che
si
era
fatto
chiarissimo
,
egli
la
chiamò
per
nome
,
assai
piano
,
come
se
pronunciasse
quel
nome
per
sè
stesso
,
evocandolo
,
invocandolo
,
emblema
di
dolcezza
nelle
sue
sillabe
,
nelle
sue
lettere
,
nel
musical
suono
,
in
quello
che
era
,
in
quello
che
rappresentava
.
Quando
quel
lieve
soffio
l
'
animava
,
come
una
carezza
,
Luisa
s
'
inchinava
,
attratta
,
vincolata
dalla
voce
e
dalla
musica
;
e
Massimo
vedea
che
il
viso
le
si
tramutava
,
onde
di
sangue
le
fiottavano
alle
guancie
,
onde
di
pallore
le
salivano
alla
fronte
.
E
non
so
quale
acuta
,
spirituale
voluttà
lo
teneva
,
di
vedere
scolorare
,
al
suono
della
sua
voce
,
quel
purissimo
volto
giovanile
:
e
tutta
la
tenerezza
ch
'
egli
poneva
nella
parola
Luisa
,
si
facea
più
profonda
,
sgorgava
più
larga
,
per
circondare
,
avvolgere
,
abbracciare
quella
persona
di
donna
.
Ma
fu
un
punto
,
e
la
emozione
di
Luisa
era
così
intensa
,
egli
vide
tale
smarrimento
negli
occhi
della
fanciulla
,
che
si
fermò
,
e
riaccendendo
una
sigaretta
:
-
Perchè
non
cantate
?
-
le
disse
.
-
Voi
dovete
cantare
,
me
lo
avete
promesso
.
Scherzava
con
quella
ironia
cortese
che
serviva
a
nascondere
il
proprio
pensiero
.
Luisa
crollò
il
capo
,
tristemente
:
l
'
incanto
si
dileguava
;
ella
udiva
un
'
altra
volta
,
mentre
Massimo
parlava
,
quella
velatura
di
sogghigno
che
guastava
quante
affettuose
cose
egli
dicesse
.
Tentò
di
riafferrare
un
minuto
di
dolcezza
:
-
Chiamatemi
ancora
-
gli
disse
pregandolo
.
-
Oh
Luisa
,
Luisa
,
Luisella
,
piccola
fanciulla
cara
,
se
non
cantate
,
io
vi
riporto
a
terra
.
A
lei
gli
occhi
si
riempirono
di
lacrime
;
il
sangue
ascese
impetuosamente
dal
cuore
agli
occhi
;
nonostante
schiuse
la
bocca
e
con
la
sottile
voce
tremula
,
diede
alle
fragranti
aure
marine
una
vecchia
canzone
.
Con
le
mani
congiunte
in
grembo
,
con
la
testa
un
po
'
levata
,
guardando
il
gran
cielo
intorno
,
ella
cantava
;
la
fine
bocca
rosea
si
schiudeva
ad
arco
,
mostrando
i
denti
bianchi
,
scintillanti
,
e
ogni
tanto
i
soavi
occhi
seguivano
quasi
il
movimento
molle
della
musica
,
aprendosi
più
grandi
sul
paesaggio
.
Massimo
si
era
voltato
verso
lei
,
appoggiando
il
braccio
sul
bordo
della
barchetta
,
seguendo
il
ritmo
della
canzone
che
pareva
si
cullasse
nel
ritmo
del
mare
.
A
un
tratto
,
la
voce
le
si
velò
;
ella
tacque
.
-
Che
avete
?
-
Nulla
,
nulla
.
-
Perchè
siete
così
triste
,
Luisa
?
-
V
'
ingannate
,
non
sono
triste
....
sono
anzi
così
contenta
di
esser
qui
....
credetelo
....
Una
emozione
era
in
tutto
quello
che
diceva
,
così
sincera
!
-
Vi
credo
,
Luisa
.
Dite
un
'
altra
canzone
....
-
Sono
tutte
cose
vecchie
!
-
Non
importa
....
-
E
non
tutte
sono
liete
.
-
Non
importa
....
Mi
basta
che
le
cantiate
voi
.
-
Non
volevate
che
io
ridessi
?
-
insistè
lei
.
-
Raccontatemi
una
delle
vostre
storielle
interessanti
e
riderò
!
-
Se
vi
racconto
una
storiella
,
io
,
vi
faccio
piangere
-
e
buttò
la
sigaretta
in
mare
.
-
Allora
tacete
.
È
così
dolce
questa
notte
.
Mentre
il
barcaiuolo
vogava
verso
Mergellina
,
con
un
cenno
largo
Luisa
indicò
a
Massimo
le
carezzose
linee
delle
colline
che
vanno
da
San
Martino
al
capo
di
Posillipo
,
tutte
bagnate
dalla
luce
lunare
,
con
le
loro
case
chiarissime
dalle
mille
finestre
aperte
e
illuminate
,
coi
lumi
che
cingono
l
'
arco
della
marina
napoletana
come
una
linea
di
fuoco
,
con
uno
scintillio
dovunque
,
per
le
vie
e
sulle
colline
.
Essi
attraversavano
,
tagliandola
,
la
grande
striscia
fredda
,
lucente
come
metallo
,
che
la
luna
alta
metteva
sul
mare
,
dall
'
orizzonte
alla
riva
,
lunghissima
,
occhieggiante
,
come
mille
specchietti
moventisi
nel
raggio
lunare
.
Massimo
guardò
intorno
,
ma
i
suoi
occhi
tornavano
al
purissimo
viso
di
Luisa
,
come
se
da
esso
partisse
quel
fascio
di
dolcezza
.
Ella
sostenne
un
minuto
lo
sguardo
di
Massimo
,
poi
le
palpebre
le
batterono
,
ammaliate
,
non
reggenti
a
quel
fascino
:
-
Siete
voi
che
siete
dolce
-
le
disse
lui
,
all
'
orecchio
.
Adesso
avevano
voltato
l
'
angolo
di
Mergellina
,
costeggiavano
,
lungo
la
via
di
Posillipo
,
tutta
piena
di
ville
,
di
osterie
,
di
trams
che
passano
continuamente
,
in
tutte
le
ore
della
sera
,
specialmente
in
estate
.
Talvolta
,
tendendo
l
'
orecchio
,
si
udivano
dei
canti
venire
dalla
terra
,
affievoliti
;
e
le
ville
,
piene
di
gente
sulle
terrazze
,
sembravano
quei
castelletti
di
carta
,
dai
cento
bucherelli
,
che
i
bambini
illuminano
con
un
solo
cerino
interno
,
giocattoli
frastagliati
o
trasparenti
dai
personaggi
minuscoli
.
Passando
rasente
una
di
esse
dal
giardino
pensile
tutto
fiorito
arrivarono
delle
risate
,
degli
allegri
strilli
femminili
.
-
Abbiamo
un
pubblico
cortese
-
disse
Massimo
-
ci
prendono
,
per
due
amanti
.
-
Ah
!
-
rispose
lei
,
niente
altro
.
Il
palazzo
di
Donn
'
Anna
si
delineava
,
nero
,
avanzandosi
sul
mare
:
sul
suo
lato
destro
e
sul
sinistro
,
delle
trattorie
popolari
erano
piene
di
banchettatori
e
di
bevitori
,
ma
la
facciata
che
dà
sul
mare
serbava
il
suo
carattere
di
rovina
disabitata
,
col
mare
che
entrava
chetamente
nei
suoi
portoni
,
ormai
trasformati
in
grotte
,
come
quelle
di
Sorrento
e
di
Capri
.
La
luna
batteva
sulla
facciata
del
palazzo
,
che
la
ricchezza
e
la
superbia
di
donn
'
Anna
di
Medina
Coeli
non
aveva
potuto
finire
,
prima
di
ritornare
alla
Spagna
natìa
:
e
i
finestroni
e
le
finestre
prendevano
il
chiaror
lunare
,
fantasticamente
;
la
rovina
pareva
meno
aspra
,
meno
tetra
,
sotto
il
placido
raggio
.
Il
barcaiuolo
che
remava
più
lentamente
,
per
riposarsi
,
chiese
a
Massimo
se
voleva
entrare
in
una
di
quelle
grotte
,
con
la
barca
.
-
Avete
forse
paura
?
-
chiese
lui
a
Luisa
,
prendendone
distrattamente
la
mano
appoggiata
al
bordo
della
barchetta
.
-
No
,
non
ho
paura
-
ella
rispose
:
eppure
la
voce
era
velata
di
emozione
.
L
'
apertura
della
grotta
era
tutta
bianca
e
l
'
acqua
vi
fiottava
sordamente
,
gorgogliando
:
ma
quando
la
barca
s
'
internò
in
quel
chiuso
laghetto
di
acqua
marina
,
la
oscurità
si
fece
profonda
.
La
barca
stava
immobile
,
in
un
gorgoglio
fresco
di
onda
che
batte
alle
pareti
di
pietra
,
in
una
gran
tenebra
.
La
mano
di
Luisa
era
restata
in
quella
di
Massimo
:
egli
la
sentiva
molle
,
abbandonata
,
nella
sua
,
quasi
che
non
vi
fosse
miglior
sorte
,
miglior
destino
per
essa
.
Involontariamente
,
egli
la
strinse
,
e
intese
che
la
mano
rispondeva
alla
sua
stretta
,
fiaccamente
,
ma
dicendo
sempre
:
sì
.
Allora
egli
si
piegò
;
in
quell
'
ombra
,
per
distinguere
la
faccia
di
Luisa
;
il
barcaiuolo
remava
,
per
uscire
dalla
grotta
e
quando
furono
di
nuovo
sull
'
aperto
mare
,
al
lume
della
luna
,
egli
vide
due
lunghe
lacrime
scendere
da
quei
belli
occhi
e
disfarsi
sulle
guancie
.
Ah
!
egli
non
poteva
veder
piangere
nè
un
bimbo
,
nè
una
donna
,
foss
'
anche
di
gioia
:
e
fu
più
turbato
di
lei
.
-
Che
avete
?
Avete
avuto
paura
,
avete
freddo
?
-
chiese
precipitosamente
,
tenendole
le
mani
,
che
erano
gelide
,
invero
,
nei
guanti
.
-
No
,
no
....
-
Sì
,
sì
,
sbarchiamo
,
questo
viaggio
in
mare
,
alla
luna
,
vi
ha
gelato
.
Sbarchiamo
,
cammineremo
a
piedi
,
per
riscaldarci
.
Presso
il
palazzo
Donn
'
Anna
vi
è
spiaggia
.
Sbarcarono
,
in
fretta
,
egli
pagò
il
barcaiuolo
e
lo
licenziò
:
quello
gli
disse
delle
parole
di
augurio
;
anche
lui
li
prendeva
per
due
amanti
.
Per
salire
alla
strada
dovettero
passare
presso
una
di
quelle
trattorie
,
fra
le
tavolate
dei
mangiatori
e
dei
bevitori
,
senza
guardare
nè
a
dritta
nè
a
sinistra
,
egli
sempre
un
po
'
agitato
,
ella
che
lo
seguiva
senza
badare
a
nulla
,
quasi
che
il
suo
fato
fosse
quello
di
seguirlo
sempre
,
dovunque
,
senza
sapere
dove
si
andasse
.
I
bevitori
e
i
mangiatori
ridevano
e
gridavano
:
la
bianca
figura
di
donna
non
ne
fece
voltare
nessuno
,
tutti
erano
ebbri
del
vino
,
della
notte
,
o
delle
chiacchiere
dette
,
con
la
tanto
bella
e
felice
esaltazione
meridionale
.
Massimo
e
Luisa
scesero
per
la
stretta
scaletta
,
uno
presso
l
'
altro
,
e
quando
si
trovarono
sulla
via
di
Posillipo
stettero
,
esitanti
.
-
È
forse
tardi
per
voi
?
Volete
rientrare
?
-
Non
so
....
Voi
rientrate
?
-
Vi
accompagnerei
,
sì
,
ma
senza
rientrare
.
Non
dormirò
,
io
,
stanotte
....
-
e
voltò
la
faccia
in
là
.
-
Allora
....
allora
rimarrò
ancora
un
poco
-
disse
fievolmente
lei
.
-
Grazie
,
siete
buona
-
e
le
strinse
la
mano
.
Così
,
camminarono
,
senza
darsi
braccio
,
verso
Posillipo
,
sul
piccolo
marciapiede
rasentato
dai
trams
che
vanno
e
vengono
:
imbattendosi
in
gente
che
tornava
a
piedi
,
in
piccole
comitive
schiamazzanti
,
in
coppie
solitarie
appoggiate
al
parapetto
,
guardanti
il
mare
.
Massimo
e
Luisa
,
avanzando
lentamente
,
non
parlavano
,
divisi
sempre
da
coloro
che
transitavano
.
Le
ville
a
mezza
costa
,
e
quelle
giù
,
al
mare
,
avevano
innanzi
ai
portoni
delle
carrozze
che
aspettavano
:
i
balconi
lasciavano
udire
la
musica
che
vi
si
faceva
,
il
sottile
e
immemore
concerto
delle
notti
estive
napoletane
:
degli
equipaggi
,
di
ritorno
,
passavano
;
le
donne
erano
avvolte
in
lievi
scialli
bianchi
.
Senz
'
accorgersi
della
via
,
Massimo
e
Luisa
andavano
innanzi
,
innanzi
:
la
linea
dei
trams
finì
;
si
fecero
rare
,
poi
sparvero
,
le
osterie
;
la
gente
s
'
era
diradata
,
a
poco
a
poco
,
e
quando
ebbero
voltato
l
'
angolo
della
villa
Dini
,
la
solitudine
fu
perfetta
.
Solitudine
bianca
,
senza
terrori
di
ombre
,
senza
la
tetraggine
che
ispirano
la
campagna
e
il
mare
,
di
notte
.
Solo
un
alto
,
lontanissimo
cielo
;
solitudine
mite
,
piena
di
giardini
in
fiore
tutti
candidamente
frastagliati
dalla
luce
lunare
,
piena
di
parchi
dai
grandi
alberi
immersi
nel
chiarore
,
piena
di
vigne
folte
che
l
'
autunno
aspettava
,
per
la
vendemmia
,
piena
di
orti
dove
ancora
,
come
un
po
'
dappertutto
,
si
udiva
l
'
odore
del
gelsomino
notturno
.
La
via
era
deserta
,
l
'
ora
era
tarda
,
ormai
:
e
solo
,
ogni
tanto
,
qualche
rara
carrozza
ritornava
da
villa
Postiglione
:
tutto
Posillipo
,
con
le
sue
campagne
,
col
suo
mare
,
coi
suoi
rotondi
piccoli
golfi
che
sembrano
,
in
fondo
alla
riva
,
un
grande
occhio
azzurro
divino
,
coi
suoi
profumi
,
pareva
che
appartenesse
a
Massimo
e
Luisa
,
Egli
camminando
con
la
testa
bassa
,
con
gli
occhi
bassi
,
giuocava
con
la
mazzettina
di
ebano
,
urtando
le
pietruzze
della
via
;
Luisa
andava
accanto
a
lui
,
fissando
gli
occhi
sul
mare
:
ma
i
suoi
occhi
avevano
un
velo
innanzi
,
il
suo
sguardo
aveva
la
fissità
di
chi
non
vede
.
Ogni
tanto
levava
una
mano
alla
fronte
,
per
respingere
da
parte
una
ciocca
dei
suoi
neri
capelli
che
ricadeva
sempre
:
e
quel
movimento
aveva
qualche
cosa
di
assai
leggiadro
.
Quanto
tempo
camminarono
,
così
,
senza
scambiare
un
detto
?
Nessuno
di
loro
avrebbe
potuto
dirlo
:
presi
dal
loro
mondo
interiore
,
presi
dall
'
ambiente
che
li
aveva
vinti
,
mancava
oramai
a
loro
la
nozione
del
tempo
e
dello
spazio
,
erano
in
quell
'
oblìo
quieto
,
addormentatore
,
che
vince
tutti
i
cuori
,
dopo
le
emoziani
che
dà
il
sentimento
,
o
che
danno
le
cose
.
Massimo
si
riscosse
pel
primo
:
-
Che
cattivo
compagno
son
io
!
-
esclamò
.
-
Saranno
due
ore
che
non
vi
dico
una
parola
.
-
....
Forse
non
avevate
nulla
da
dirmi
-
azzardò
lei
,
con
un
timido
sorriso
.
-
V
'
ingannate
:
se
vi
dicessi
tutto
quello
che
dovrei
dirvi
,
sarebbe
un
opera
in
-
folio
,
in
ventiquattro
volumi
!
-
Dite
,
allora
....
-
Ci
vorrebbero
alquanti
anni
della
vostra
vita
,
per
udirmi
,
cara
:
e
....
credo
che
sia
meglio
non
farne
niente
.
-
Ditene
qualcuna
,
di
queste
cose
....
-
insistè
lei
,
con
un
tremito
nella
voce
.
-
No
,
no
-
replicò
Massimo
,
recisamente
.
Ella
lo
guardò
,
così
triste
,
che
egli
non
potette
celare
un
moto
di
dispetto
.
-
Ma
Luisa
!
Ma
che
siete
una
sensitiva
?
State
ridendo
,
il
che
è
una
cosa
graziosa
per
tutti
,
graziosissima
per
me
,
e
basta
guardarvi
perchè
la
risata
vi
si
spenga
sulle
labbra
!
Sorridete
,
e
basta
che
vi
si
dica
una
parola
perchè
sparisca
il
vostro
sorriso
!
Figliuola
mia
!
Vi
avverto
che
di
questo
passo
,
ci
vuol
poco
a
essere
la
donna
più
infelice
di
questa
terra
.
-
Non
importa
,
la
felicità
-
ella
rispose
,
con
un
sorriso
estatico
.
-
Bugia
,
bugia
!
Bisogna
esser
felici
,
bisogna
avere
il
cuore
di
bronzo
!
Di
bronzo
,
cara
mìa
bella
!
-
Non
importa
,
meglio
averlo
aperto
a
ogni
tenerezza
-
replicò
con
la
forza
del
suo
innocente
animo
.
-
Vi
preparate
un
brutto
avvenire
,
Luisa
,
-
disse
lui
,
glacialmente
.
-
Non
importa
-
ella
ribattè
,
per
la
terza
volta
,
con
il
supremo
coraggio
dei
cuori
buoni
.
Ed
era
così
bella
della
sua
gioventù
,
del
suo
candore
,
della
sua
abnegazione
,
così
bella
per
sè
,
e
per
quello
che
confusamente
ma
fortemente
sentiva
,
tanto
nobile
abbandono
,
tanto
alto
sacrificio
da
lei
traspariva
,
che
egli
si
arrestò
,
un
po
'
smarrito
,
ammirando
quella
creatura
semplice
e
sana
,
che
si
gittava
nel
precipizio
a
occhi
chiusi
,
sorridendo
.
I
.
-
Povera
Luisa
-
mormorò
soltanto
lui
,
carezzandole
la
manina
inguantata
che
si
appoggiava
fidente
al
suo
braccio
.
-
Non
mi
compatite
-
ella
rispose
,
crollando
il
capo
,
sorridendo
a
una
idea
-
io
sono
più
felice
di
voi
,
-
Forse
-
disse
lui
,
con
voce
breve
.
Adesso
,
dopo
avere
oltrepassato
il
ponte
di
Posillipo
,
quel
largo
poggiuolo
che
da
una
parte
si
affaccia
alla
collina
folta
di
vigneti
,
e
dall
'
altra
sopra
,
una
valle
che
discende
al
mare
,
mollemente
,
lasciato
il
lastricato
del
ponte
che
suonava
sotto
i
loro
passi
,
nella
notte
,
erano
entrati
in
un
sentiero
oscuro
,
fra
una
siepe
alta
di
more
spinose
,
e
una
muraglia
alta
,
tappezzata
di
edera
,
che
serra
le
due
ville
ultime
sul
mare
di
Posillipo
,
la
villa
Postiglione
e
la
villa
Sans
souci
.
Era
sparita
la
luna
dietro
la
muraglia
,
e
sullo
stretto
sentiero
che
discendeva
,
essi
non
vedevano
che
un
'
altissima
striscia
di
cielo
,
tutta
chiara
,
dove
le
pie
stelle
avevano
un
tremolìo
bianco
e
languido
.
Dagli
orti
,
di
nuovo
,
un
confuso
olezzo
di
fiori
e
di
erbe
odoranti
arrivava
,
dove
più
acuto
signoreggiava
il
profumo
del
gelsomino
:
ed
essi
andavano
in
quell
'
ombra
,
in
quel
fresco
notturno
,
ignari
della
loro
strada
,
sul
molle
terreno
umido
di
brina
che
si
faceva
elastico
sotto
i
loro
passi
.
A
un
tratto
,
levando
gli
occhi
,
un
'
immensa
linea
di
paesaggio
si
schiuse
loro
innanzi
,
tutta
candida
sotto
la
luce
lunare
.
Erano
al
Capo
,
in
quel
posto
che
la
fantasia
popolare
ha
chiamato
il
Paradisiello
:
e
il
gran
golfo
di
Napoli
era
come
una
immensa
conca
chiarissima
,
cinta
da
lumi
vividi
,
scintillante
fin
nelle
borgate
,
scintillante
fino
laggiù
,
laggiù
all
'
estrema
punta
di
Massalubrense
,
dove
l
'
abbraccio
si
chiude
;
e
da
qui
tutto
il
gran
mare
che
bagna
i
Campi
Flegrei
e
Pozzuoli
e
Cuma
,
in
una
curva
nobilissima
e
poetica
,
in
un
silenzio
di
cose
e
di
uomini
,
quasi
che
niuno
più
,
dopo
i
greci
e
i
romani
,
fosse
venuto
ad
albergare
in
quel
bellissimo
e
felice
paese
.
Lo
scoglio
del
Capo
si
avanzava
fra
i
due
golfi
,
bagnato
di
luce
da
una
parte
,
oscuro
dall
'
altra
,
ma
tutto
il
mare
,
dovunque
,
qui
sotto
lambente
la
pianura
vasta
dei
Bagnoli
,
laggiù
,
sotto
l
'
isola
di
Nisida
,
e
lontano
lontano
,
era
un
chiarore
immenso
,
immobile
e
quieto
.
-
Dio
,
quanto
è
bello
!
-
ella
disse
,
con
la
voce
velata
dalla
emozione
.
Là
innanzi
,
creata
dalla
natura
,
è
una
piattaforma
quasi
rotonda
,
una
terrazza
messavi
dal
Signore
,
a
cui
gli
uomini
hanno
aggiunto
un
muretto
rotondo
per
appoggiarvisi
,
per
sedervisi
;
di
là
tutto
si
vede
.
Di
giorno
su
quella
terrazza
vi
sono
tre
o
quattro
mendicanti
,
vecchie
e
piccine
,
che
chiedono
fastidiosamente
l
'
elemosina
agli
stranieri
estatici
;
ma
di
notte
non
un
'
anima
,
non
un
passo
.
Sulla
terrazza
,
lungo
il
muretto
e
dietro
ad
esso
,
pei
greppi
,
cresce
l
'
erba
selvatica
odorosa
e
qualche
piccolo
fiore
agreste
.
Essi
si
fermarono
colà
silenziosi
,
appoggiati
al
muretto
,
senza
lasciarsi
,
penetrati
dalla
poesia
ineffabile
di
quell
'
ora
,
in
quel
paesaggio
:
poesia
intima
e
profonda
che
misticamente
li
avvolgeva
.
-
È
tutta
dolcezza
-
disse
la
fanciulla
,
la
cui
voce
si
era
velata
,
affievolita
.
-
Infinita
dolcezza
-
rispose
lui
come
un
'
eco
.
-
Chi
abita
in
quell
'
isola
,
lassù
?
-
chiese
ella
,
levando
la
mano
,
indicando
Nisida
.
-
Una
gente
trista
....
-
e
pareva
non
volesse
continuare
.
-
Che
gente
?
-
insistè
lei
,
piegando
il
suo
bel
viso
chiaro
verso
di
lui
.
-
I
galeotti
:
lì
v
'
è
il
bagno
penale
.
-
Una
gente
infelice
-
ella
corresse
,
umilmente
.
-
Ma
le
belle
notti
estive
,
le
belle
notti
lunari
,
si
levano
anche
per
essa
.
-
Cara
Luisa
....
-
ripetè
lui
,
vagamente
.
Ella
lo
guardava
pronunziare
il
suo
nome
,
non
solo
assaporandone
la
musicalità
,
ma
sentendone
acutamente
tutto
il
tono
,
tutta
la
intenzione
.
Ogni
volta
che
questo
nome
usciva
dalle
sue
labbra
,
ella
aveva
un
piccolo
tremito
interno
:
quando
già
il
nome
era
stato
portato
via
dalle
onde
dell
'
aria
,
ancora
in
lei
,
nel
suo
cuore
si
allargavano
più
grandi
,
più
grandi
i
cerchi
di
quel
tremore
..
-
Guardate
quelle
casette
,
laggiù
?
-
continuò
ella
,
per
sfuggire
alla
sua
crescente
commozione
,
accennando
alle
casette
dei
Bagnoli
.
-
Son
tutte
chiuse
,
non
un
lume
.
Tutti
riposano
felici
,
senz
'
aver
bisogno
di
ammirare
la
notte
e
la
luna
....
.
-
Gli
abitanti
di
quelle
casette
videro
un
giorno
un
orribile
spettacolo
-
rispose
lui
,
macchinalmente
-
è
qui
che
hanno
fucilato
Misdea
.
-
Qui
?
-
Laggiù
,
in
quella
pianura
.
-
In
una
notte
come
questa
?
-
No
,
in
un
'
alba
freddissima
.
-
Perchè
lo
hanno
ucciso
?
-
Perchè
aveva
ucciso
.
-
Voi
mi
dite
sempre
delle
cose
tristi
-
ella
osservò
malinconicamente
,
con
un
lagno
infantile
.
-
Ho
torto
-
confessò
lui
-
anche
questa
bell
'
ora
dev
'
essere
guastata
.
Scusate
,
cara
.
Vi
assicurò
che
sono
molto
infelice
.
-
E
perchè
?
-
ella
chiese
,
curvandosi
a
interrogare
il
suo
volto
.
Ma
gli
aveva
sfiorato
con
la
guancia
la
spalla
.
-
Ho
scherzato
-
rispose
Massimo
,
con
la
voce
un
po
'
alterata
.
-
Volete
sedervi
?
E
le
lasciò
il
braccio
,
si
sedette
sul
parapetto
e
accese
una
sigaretta
.
Ella
,
in
piedi
,
un
po
'
triste
di
essere
stata
abbandonata
,
con
le
braccia
pendenti
lungo
la
persona
,
lo
guardava
.
-
Volete
fumare
?
-
No
-
ella
disse
.
-
Peccato
!
una
sigaretta
è
deliziosa
,
qui
,
a
quest
'
ora
.
-
Se
vi
piace
,
la
fumerò
.
Egli
le
offerse
il
portasigarette
russo
,
di
argento
,
aperto
:
ella
ne
prese
una
,
di
sigarette
,
con
le
dita
sottili
:
ma
mentre
gli
chiedeva
del
fuoco
,
Massimo
,
preso
da
un
subitaneo
moto
di
collera
,
le
strappò
la
sigaretta
e
la
buttò
giù
,
pei
greppi
.
-
Non
fumate
,
è
una
brutta
cosa
,
somigliereste
a
tante
donne
che
fumano
....
tante
donne
....
-
Come
volete
-
disse
ella
,
rassegnatamente
.
Ma
avendolo
visto
restar
torvo
,
seccato
,
cogli
occhi
bassi
,
battendo
col
tacco
contro
il
muretto
,
ella
voltò
le
spalle
e
si
allontanò
un
poco
,
girovagando
,
discendendo
verso
i
Bagnoli
,
risalendo
,
affacciandosi
alla
vallata
.
Egli
la
seguiva
con
lo
sguardo
,
ombra
bianca
attraverso
il
chiaror
bianco
della
luna
,
camminare
senza
rumore
,
con
appena
un
fruscio
del
vestito
fra
le
erbe
;
e
quando
ella
ritornò
a
lui
,
portava
dei
ramoscelli
fioriti
di
menta
selvatica
.
Picciolissimi
fiorellini
lilla
sopra
minutissime
foglioline
verdi
;
ella
ne
odorò
un
ramoscello
e
glielo
porse
.
Il
viso
di
Massimo
parve
si
rischiarasse
:
egli
prese
il
ramoscello
,
l
'
odorò
lungamente
e
poi
,
invece
di
metterlo
all
'
occhiello
,
lo
nascose
nell
'
apertura
del
soprabito
,
dentro
,
dentro
,
in
modo
che
non
si
vedesse
più
,
deposto
e
serrato
sul
petto
.
Allora
ella
fece
un
passo
e
con
un
salto
leggiero
gli
si
sedette
accanto
sul
parapetto
.
Tacevano
.
Adesso
voltavano
un
po
'
le
spalle
al
paesaggio
marino
e
avevano
innanzi
solo
la
via
donde
erano
venuti
e
le
campagne
basse
di
Fuorigrotta
.
Ma
guardavano
,
forse
,
senza
vedere
.
Erano
seduti
proprio
accanto
,
le
spalle
e
le
braccia
si
sfioravano
,
ad
ogni
lieve
movimento
.
Sempre
fumando
la
sua
sigaretta
,
egli
le
sollevò
la
mano
guantata
e
ne
arrovesciò
lentamente
il
morbido
guanto
di
camoscio
.
Pallida
e
sottile
apparve
la
manina
della
fanciulla
,
col
braccio
rotondo
e
bianco
.
-
Avete
una
bella
mano
,
Luisa
-
disse
.
Le
sue
labbra
,
delicatamente
si
posarono
sulle
dita
piegate
della
bella
mano
:
un
bacio
che
era
un
soffio
.
E
restò
a
giocherellare
con
le
dita
,
senza
poter
lasciare
quella
mano
.
Ella
non
poteva
parlare
.
-
Perchè
non
portate
tutti
quei
cerchiolini
di
oro
,
di
argento
,
di
platino
,
quei
braccialettini
che
tintinnano
,
salgono
e
scendono
,
continuamente
,
quando
la
donna
si
muove
?
Sono
carini
,
è
vero
?
Ella
lo
fissò
,
trasognata
,
come
se
non
avesse
udito
che
l
'
armonia
della
sua
voce
,
senza
intendere
il
senso
delle
parole
.
-
Sono
carini
....
-
egli
ripetè
-
ve
li
donerò
io
,
se
li
volete
da
me
;
mi
piacciono
tanto
.
Ancora
scherzava
con
la
mano
,
quasi
attirando
a
sè
la
persona
e
l
'
anima
della
fanciulla
:
e
la
bella
persona
e
la
povera
e
cara
anima
,
non
sapeano
che
piegarsi
a
lui
.
La
testolina
si
appoggiò
con
la
guancia
alla
spalla
di
lui
,
socchiudendo
gli
occhi
;
e
pian
piano
,
delicatamente
,
quasi
a
sorreggerla
,
Massimo
le
passò
un
braccio
dietro
alla
cintura
,
abbracciandola
,
reggendola
.
-
State
bene
così
?
-
le
domandò
,
con
voce
roca
.
Ella
accennò
di
sì
,
con
le
palpebre
,
non
potendo
parlare
.
-
Non
vi
addormentate
alla
luna
,
almeno
,
Luisa
.
La
luna
fa
impazzire
chi
si
addormenta
al
suo
chiarore
.
Ella
ebbe
un
sorriso
così
profondo
,
così
enigmatico
che
lo
scosse
.
Poi
,
tacquero
.
Passò
del
tempo
,
così
.
Confusamente
,
ogni
tanto
,
nella
mite
e
intima
delizia
di
quella
solitudine
,
di
quella
vicinanza
,
ella
sentiva
tremare
,
talvolta
,
nella
sua
,
la
mano
di
Massimo
;
e
talvolta
,
sentiva
il
respiro
di
lui
affannarsi
.
Allora
levava
le
palpebre
a
guardarlo
:
lo
trovava
intento
a
fissare
il
suo
volto
,
intensamente
,
con
tale
un
ardore
concentrato
di
visione
e
di
attenzione
,
che
non
aveva
ella
mai
scorto
.
Il
tempo
passava
,
sulle
loro
teste
vicine
,
sulle
mani
dalle
dita
intrecciate
,
immobilizzati
in
quell
'
atteggiamento
.
E
ad
essa
sembrava
d
'
immergersi
in
un
sogno
lungo
,
senza
fine
,
che
ricominciava
sempre
dal
principio
,
dove
passavano
sulle
sue
mani
dei
baci
leggieri
come
un
soffio
,
dove
carezzava
i
suoi
capelli
una
mano
molle
e
lenta
,
dove
un
acuto
profumo
di
fiori
che
si
appassivano
,
le
saliva
al
cervello
,
dove
una
voce
ripeteva
il
suo
nome
,
sempre
,
con
la
profondità
dell
'
amore
:
un
sogno
tutto
chiaro
di
luce
lunare
,
in
un
divino
paesaggio
,
un
sogno
ammorbidito
dalla
rugiada
,
dai
fremiti
della
campagna
,
dal
palpitare
del
mare
sotto
la
luna
.
Invero
,
Massimo
,
reggendo
la
bella
persona
,
tenendone
la
manina
nella
sua
,
sentendo
tutta
la
seduzione
di
Luisa
e
delle
cose
,
dell
'
ora
e
del
tempo
,
restava
immobile
,
con
gli
occhi
socchiusi
,
cercando
di
riunire
tutti
i
suoi
pensieri
,
per
essere
forte
,
per
vincere
il
fascino
immortale
che
ha
la
beltà
della
donna
e
la
beltà
delle
cose
,
la
innocenza
della
gioventù
e
la
solenne
purità
della
notte
,
nella
campagna
,
innanzi
al
mare
.
Non
lui
sognava
,
che
era
uomo
,
che
aveva
vissuto
,
che
sapeva
;
ma
quasi
vedeva
,
dietro
le
tenui
palpebre
abbassate
di
Luisa
,
negli
occhi
pronti
di
dolcezza
che
si
schiudevano
levandosi
a
lui
,
vedeva
il
sogno
d
'
amore
,
il
sogno
di
quella
notte
d
'
estate
distender
la
sua
sottile
e
salda
rete
d
'
argento
sull
'
anima
della
fanciulla
.
E
ogni
tanto
,
come
il
fascino
di
tanto
muliebre
candore
,
di
tanta
fede
,
di
tanta
giovinezza
fragrante
si
faceva
più
alto
,
pareva
anche
a
lui
di
smarrir
la
testa
,
partito
per
sempre
,
per
la
siderale
,
per
la
selenica
regione
del
sogno
.
Cercò
di
riaversi
,
di
riaccapezzarsi
,
parlando
:
-
Dormite
?
-
volle
dire
,
scherzando
,
a
Luisa
.
Ma
egli
stesso
non
riconobbe
la
propria
voce
.
Chi
aveva
pronunziato
quella
parola
?
Ella
scosse
il
capo
,
con
un
sorriso
così
dolce
,
che
egli
non
vi
potette
reggere
:
-
Vogliamo
andar
via
?
-
le
susurrò
all
'
orecchio
.
La
luna
fa
impazzire
,
Luisa
,
Luisa
....
-
Ancora
un
poco
-
ebbe
la
forza
di
dir
lei
,
nella
innocenza
della
sua
passione
.
Ancora
un
poco
.
Egli
abbassava
il
capo
,
soffocando
le
parole
che
gli
sgorgavano
dalle
labbra
,
interdicendosi
persino
di
carezzare
più
le
fredde
dita
della
fanciulla
,
non
volendo
udire
il
profumo
di
gelsomino
,
che
veniva
da
lei
,
di
quell
'
unico
gelsomino
che
ella
aveva
raccolto
sul
balcone
e
messo
in
petto
,
non
volendo
cedere
alla
voce
di
tenerezza
infinita
che
emanava
da
lei
e
da
tutte
le
umane
cose
,
intorno
.
Sì
,
Massimo
vedeva
bene
che
ella
sognava
,
oramai
,
il
suo
grande
sogno
,
l
'
unico
e
ultimo
sogno
,
sotto
la
gelida
e
allettatrice
luce
della
luna
,
simile
a
Elena
,
la
bionda
:
sentiva
che
vincendo
la
ragione
dell
'
età
,
del
pericolo
,
dell
'
esperienza
,
che
vincendo
finanche
il
profondo
segreto
del
suo
cuore
,
egli
stesso
,
per
la
ignota
forza
di
sentimento
che
rinasce
dalle
sue
ceneri
anche
nei
cuori
inceneriti
dalla
passione
,
egli
stesso
sarebbe
stato
trascinato
dolcemente
in
quel
sogno
,
perduto
anche
lui
,
come
una
volta
,
come
sempre
.
E
facendo
,
in
quell
'
atto
,
una
delle
più
dolorose
rinunzie
della
sua
vita
,
il
braccio
che
sosteneva
Luisa
si
rallentò
,
un
poco
:
pian
piano
le
lasciò
la
mano
.
Ella
trasalì
,
comprese
:
si
levò
,
col
volto
così
pallido
che
pareva
vi
si
fosse
infiltrato
il
raggio
lunare
,
a
raffreddarne
per
sempre
il
sangue
e
le
fibre
,
si
levò
con
le
palpebre
battenti
,
gli
occhi
smorti
,
come
coperti
da
una
nebbia
torbida
.
-
Andiamo
-
ella
disse
,
voltandosi
ancora
a
salutare
il
mare
,
la
campagna
e
il
cielo
.
Camminarono
presto
,
vicino
,
senza
darsi
braccio
;
Massimo
pareva
oramai
colto
dal
freddo
,
con
un
desiderio
di
rientrare
in
casa
.
La
via
era
assai
lunga
,
mentre
,
al
venire
,
non
se
ne
erano
neppure
accorti
:
a
ogni
nuovo
gomito
che
faceva
la
via
,
egli
si
piegava
,
con
una
certa
ansietà
,
per
vedere
se
erano
vicini
;
ella
lo
guardava
di
sottecchi
,
camminando
presto
anche
lei
,
non
osando
dirgli
nulla
.
Alla
fine
gli
espresse
il
suo
pensiero
.
-
Speriamo
di
trovare
una
carrozza
.
-
Speriamo
-
ripetè
ella
.
Ma
per
un
pezzo
non
ne
trovarono
;
la
notte
era
altissima
,
tutte
le
ville
erano
chiuse
e
silenziose
,
la
strada
di
Posillipo
era
deserta
,
la
luna
,
salita
già
allo
zenit
sul
cielo
,
vi
batteva
a
picco
,
dandole
oramai
un
aspetto
un
po
'
spettrale
.
Egli
osservò
che
la
fanciulla
si
stringeva
nella
mantellina
,
trasalendo
.
-
Avete
freddo
,
è
vero
?
-
Un
poco
.
-
Siamo
stati
troppo
tempo
....
laggiù
....
Luisa
non
rispose
:
camminava
a
occhi
bassi
,
senza
voltarsi
nè
a
destra
,
nè
a
sinistra
.
-
Forse
avete
paura
,
cara
?
-
Un
poco
.
-
E
di
che
?
-
Di
tutto
....
la
via
è
così
deserta
....
gli
alberi
sembrano
fantasmi
....
-
Abbiate
paura
degli
uomini
e
non
dei
fantasmi
,
cara
.
-
È
vero
-
ella
soggiunse
,
umilmente
.
Forse
egli
stesso
,
in
quell
'
ora
così
tarda
,
in
quella
deserta
campagna
,
dove
sboccavano
tante
grotte
di
tufo
dalle
immani
bocche
nere
aperte
,
aveva
come
un
leggiero
brivido
di
confuso
sgomento
.
Erano
presi
dal
malessere
di
chi
ha
vegliato
una
notte
intera
,
in
preda
a
una
sovraeccitazione
spirituale
e
fisica
,
e
che
ne
esce
stanco
e
infelice
,
malcontente
di
sè
e
del
tempo
che
è
trascorso
.
Ma
durò
questo
sino
a
che
furono
arrivati
alla
dogana
di
Posillipo
;
ivi
una
carrozza
da
nolo
,
di
quelle
sgangherate
con
un
vecchio
ronzino
sciancato
,
una
carrozza
di
notte
,
infine
,
stazionava
.
Dormivano
il
cocchiere
e
il
cavallo
;
non
si
risvegliarono
che
a
metà
,
quando
Massimo
e
Luisa
vi
salirono
.
-
Portaci
a
Monte
di
Dio
-
disse
Massimo
al
cocchiere
.
Costui
,
sempre
sonnecchiando
,
domandò
se
doveva
alzare
il
soffietto
.
-
Sì
:
fa
freddo
-
rispose
secco
secco
Massimo
.
Il
viaggio
in
carrozza
si
compì
pure
lentamente
,
poichè
il
cavallo
si
riaddormentava
,
ogni
tanto
:
e
quando
era
sveglio
,
andava
con
un
trotterello
affannoso
di
sciancato
,
facendo
dei
passetti
corti
corti
.
Nella
carrozza
Massimo
e
Luisa
non
scambiavano
una
parola
:
ma
ella
sentiva
che
l
'
ora
precipitava
e
ogni
tanto
i
suoi
occhi
si
rivolgevano
a
quelli
di
Massimo
,
interrogando
.
Essa
voleva
sapere
da
lui
una
cosa
,
voleva
sentirgli
dare
risposta
alla
domanda
che
le
ferveva
nell
'
anima
,
da
quando
erano
andati
soli
,
per
le
vie
di
Napoli
,
per
mare
,
sotto
la
luna
.
E
tacitamente
,
nell
'
ombra
,
con
gli
occhi
,
lo
pregava
di
dirgliela
,
la
parola
;
e
lui
intendeva
la
interrogazione
continua
,
supplichevole
,
di
quei
cari
occhi
amorosi
che
volevano
essere
amati
,
niente
altro
,
e
si
voltava
in
là
,
come
distratto
,
cercando
di
sfuggire
a
quella
muta
domanda
.
Una
amarezza
,
un
'
inquietudine
lo
teneva
agitato
,
non
potendo
neppure
più
fumare
le
sue
eterne
sigarette
:
ed
ella
sentiva
che
il
suo
sogno
non
era
completo
,
se
Massimo
non
parlava
.
Passava
l
'
ora
,
fuggiva
l
'
ora
,
essi
ritornavano
con
la
carrozza
per
la
via
fatta
,
e
lui
non
voleva
,
non
voleva
dire
....
-
Che
avete
?
-
finì
per
domandare
lei
.
-
Sono
stanco
.
-
Vi
siete
annoiato
?
-
chiese
timidamente
Luisa
.
-
Sapete
bene
di
no
:
non
domandate
,
dunque
-
disse
recisamente
.
Ella
si
scosse
al
tono
un
po
'
duro
:
e
con
quanta
tenerezza
di
amore
poteva
esservi
in
lei
,
dopo
qualche
minuto
di
silenzio
,
non
seppe
fare
altro
che
chiamarlo
:
-
Massimo
.
Che
fu
l
'
effetto
di
quella
voce
,
di
quella
parola
?
Che
gli
mise
innanzi
,
che
gli
ricordò
?
È
certo
che
egli
quasi
quasi
si
levò
,
parendo
volendo
buttarsi
dalla
carrozza
,
fuggendo
alle
prese
di
uno
spettro
:
poi
ricadde
e
con
una
voce
fievole
le
disse
:
-
Luisa
,
non
mi
chiamate
più
così
,
non
pronunziate
il
mio
nome
,
ve
ne
prego
,
se
mi
volete
bene
....
Ella
tremò
,
non
intese
che
l
'
ultima
frase
,
sorrise
,
con
le
lagrime
della
gioia
agli
occhi
.
Erano
giunti
.
Salirono
presto
,
l
'
uno
dietro
all
'
altro
:
si
fermarono
sul
pianerottolo
,
prima
di
dividersi
.
Appoggiata
al
muro
,
come
esausta
,
ella
lo
interrogava
ancora
con
gli
occhi
,
perchè
le
rispondesse
.
Ma
egli
,
turbatissimo
,
la
salutò
:
ognuno
entrò
nella
propria
casa
,
lentamente
,
le
porte
si
richiusero
con
un
rumor
sordo
.
Faceva
un
po
'
di
freddo
.
Albeggiava
.
La
notte
di
estate
era
finita
.
II
.
Per
un
mese
di
seguito
Massimo
e
Luisa
si
erano
riveduti
spesso
,
ma
per
pochi
minuti
,
sempre
.
Quando
egli
si
affacciava
al
balcone
,
alla
mattina
,
la
trovava
lavorando
dietro
alla
persiana
,
e
vedeva
,
al
brillare
di
quegli
occhi
,
che
essa
lo
aspettava
:
quando
egli
rientrava
alla
sera
,
trovava
la
porta
di
Luisa
socchiusa
,
ella
dietro
la
porta
,
sorridendo
,
e
si
scambiavano
qualche
parola
.
Due
volte
,
attirato
da
quell
'
irresistibile
fascino
di
giovinezza
,
da
quella
irradiazione
simpatica
che
mette
attorno
a
sè
l
'
amore
,
egli
era
andato
a
farle
visita
e
contando
di
restar
poco
,
era
poi
restato
molto
,
tanto
l
'
ingenuo
e
profondo
amore
della
fanciulla
lo
commoveva
.
Egli
la
trattava
con
una
tenera
cortesia
,
con
un
'
affettuosità
repressa
,
e
vedeva
scintillare
nei
begli
occhi
tanta
gratitudine
,
che
la
sua
cortese
tenerezza
cresceva
.
Ma
come
i
primi
temporali
di
settembre
ebbero
spezzata
,
l
'
aria
calda
,
egli
sparve
per
qualche
giorno
,
e
invano
,
ansiosa
,
impaziente
,
infelicissima
,
ella
lo
aveva
atteso
sera
e
mattina
.
Infine
,
una
sera
,
a
metà
settembre
,
ella
lo
vide
rientrare
;
dalla
porta
socchiusa
ella
spiava
:
non
osò
chiamarlo
,
tanto
le
sembrò
tetro
il
suo
volto
.
Ma
dopo
un
'
ora
,
ella
non
ebbe
più
ritegno
,
e
andò
pian
piano
a
bussare
all
'
appartamento
di
Massimo
.
Il
servitore
,
senza
domandare
nulla
,
la
introdusse
nel
salotto
:
ivi
,
dietro
la
scrivania
,
sotto
il
gran
paralume
di
seta
rossa
trasparente
con
merletti
bianchi
,
Massimo
scriveva
.
Era
grave
,
pensoso
,
e
si
fermava
ogni
tanto
a
riflettere
,
con
la
penna
appoggiata
alle
labbra
:
in
una
di
queste
pause
,
vide
Luisa
.
-
Oh
cara
,
cara
-
disse
,
levandosi
e
stringendole
le
mani
-
giusto
....
vi
scrivevo
.
-
A
me
?
Si
era
seduta
dall
'
altra
parte
della
scrivania
e
lo
fissava
,
pallidissima
.
-
Mi
scrivevate
?
perchè
?
-
Per
....
nulla
-
disse
vigliaccamente
lui
.
Poi
,
vergognandosi
,
soggiunse
presto
:
-
Per
salutarvi
.
Parto
.
-
Partite
?
-
esclamò
lei
,
alzandosi
a
metà
sulla
sedia
.
-
Sì
.
Parto
.
-
Per
poco
?
-
Per
molto
,
invece
.
-
Quanto
tempo
?
-
Quattro
,
sei
anni
.
-
Ah
!
-
disse
ella
,
chiudendo
gli
occhi
,
come
se
svenisse
.
Anche
lui
era
smorto
;
ma
aveva
una
nervosità
che
lo
ringiovaniva
.
-
Dove
andate
?
-
soggiunse
ella
,
pigliando
fiato
a
stento
.
-
A
Pietroburgo
.
-
Tanto
lontano
,
tanto
....
-
mormorò
ella
,
con
voce
di
pianto
.
-
Già
-
fece
lui
,
con
indifferenza
-
lontano
assai
.
-
E
....
non
vi
fa
pena
....
non
vi
dispiace
andarvene
?
-
No
-
disse
lui
,
brutalmente
,
sperando
guarirla
con
la
crudeltà
.
Ella
appoggiava
la
testa
a
una
mano
,
col
gomito
sulla
scrivania
:
si
nascose
gli
occhi
coll
'
altra
mano
e
si
mise
a
piangere
zitto
zitto
,
a
lagrime
lunghe
che
le
piovevano
sulle
guancie
,
sul
collo
,
continuamente
.
-
Perchè
piangete
?
-
domandò
lui
,
nervosissimo
.
Essa
gli
fece
cenno
di
non
domandare
;
seguitava
a
piangere
,
tacitamente
.
-
Non
è
mica
morto
qualcuno
....
-
-
tentò
di
scherzare
lui
.
-
Sì
,
sì
,
è
morto
qualcuno
-
-
rispos
'
ella
,
a
bassa
voce
-
veramente
,
veramente
,
è
morto
qualcuno
.
E
,
levando
il
capo
,
con
la
santa
audacia
della
passione
,
gli
disse
:
-
Non
ve
ne
andate
:
io
vi
voglio
bene
.
-
Io
non
merito
il
vostro
bene
,
cara
;
fate
male
a
volermene
.
-
Non
posso
fare
diversamente
;
vi
voglio
bene
,
non
ve
ne
andate
.
-
Io
sono
stanco
e
vecchio
,
e
laggiù
il
dovere
mi
chiama
.
-
Non
m
'
importa
:
se
non
potete
restare
,
verrò
con
voi
.
-
Cara
Luisa
,
voi
perdete
la
testa
,
figliuola
mia
....
-
Sì
,
sì
,
è
da
quella
notte
che
l
'
ho
perduta
-
ella
rispose
con
aria
smarrita
.
-
Da
quale
notte
?
-
chiese
lui
,
inconsciamente
.
Ma
si
pentì
subito
.
Presa
da
un
impeto
di
disperazione
,
essa
scoppiò
in
singhiozzi
,
torcendosi
le
mani
,
battendo
la
testa
sulla
scrivania
,
gridando
fra
il
pianto
:
-
Oh
Dio
....
egli
ha
tutto
dimenticato
....
Signore
,
Signore
,
egli
ha
potuto
dimenticare
....
Oh
Dio
mio
,
ha
dimenticato
,
ha
dimenticato
....
Sgomento
innanzi
all
'
opera
che
egli
aveva
fatta
,
non
trovava
parole
per
consolarla
,
come
il
malvagio
monaco
medievale
del
poeta
,
che
evocato
il
demone
,
non
aveva
poi
più
il
motto
magico
per
rimandarlo
all
'
inferno
.
La
lasciava
farneticare
,
impaurito
e
dolente
,
pentito
e
amareggiato
,
sentendo
tutta
la
verità
di
quel
dolore
,
sentendo
ancora
una
volta
la
fatalità
dell
'
amore
aggravarsi
nella
sua
vita
.
Poi
,
non
reggendoci
più
,
si
levò
,
le
andò
vicino
,
le
prese
le
mani
,
la
chiamò
per
nome
e
allora
un
novello
fiotto
di
tenerezza
invase
l
'
anima
dell
'
infelice
;
ella
si
mise
a
domandargli
,
con
una
desolazione
,
con
uno
strazio
di
far
pietà
:
-
Oh
Massimo
,
Massimo
mio
....
perchè
mi
lasci
,
perchè
te
ne
vai
?
...
come
posso
stare
,
senza
di
te
,
come
posso
restare
sola
,
se
ti
voglio
bene
....
Massimo
,
Massimo
,
non
andartene
,
non
essere
senza
cuore
....
-
Luisa
,
ti
prego
,
non
piangere
,
non
dirmi
queste
cose
....
E
le
tenne
le
mani
,
la
guardò
negli
occhi
,
ipnotizzandola
,
tenendola
sotto
la
sua
volontà
.
-
Massimo
....
Massimo
....
-
ripeteva
lei
,
calmandosi
dolcemente
,
come
se
una
speranza
le
rinascesse
nel
cuore
.
-
Se
è
vero
che
mi
vuoi
bene
,
devi
farmi
una
promessa
....
-
Prometto
.
-
....
Di
esser
buona
,
di
non
piangere
,
di
ascoltare
con
pazienza
,
con
rassegnazione
.
-
Prometto
-
mormorò
lei
.
-
Senti
,
senti
-
riprese
lui
,
tenendole
le
mani
,
guardandola
,
sempre
negli
occhi
-
te
lo
debbo
ripetere
,
tu
fai
male
ad
amarmi
:
io
non
merito
questo
tesoro
così
prezioso
,
della
tua
giovinezza
,
del
tuo
cuore
,
io
sono
un
uomo
senza
gioventù
,
senz
'
entusiasmo
e
senza
illusioni
.
Io
so
tutto
,
io
ho
conosciuto
tutto
,
io
ho
cento
anni
come
Faust
e
non
vi
è
più
Margherita
che
possa
farmi
ringiovanire
.
Io
sono
un
uomo
morto
,
Luisa
.
Perchè
ti
sei
innamorata
di
me
?
-
Così
-
diss
'
ella
,
con
la
voce
monotona
della
disperazione
.
-
Senza
una
ragione
?
-
Così
.
-
Non
basta
,
Luisa
....
-
Credevo
...
,
sì
,
credevo
che
tu
mi
amassi
....
-
Ti
sei
ingannata
-
le
disse
.
-
Io
non
ti
ho
mai
amata
.
-
Mai
amata
!
-
fu
l
'
eco
desolata
della
infelice
.
-
Perchè
hai
tu
creduto
questo
,
Luisa
!
Non
sai
tu
dunque
che
cosa
sia
l
'
amore
?
-
Ho
creduto
....
ho
creduto
....
che
vuoi
,
ho
creduto
!
-
disse
ella
,
aprendo
le
braccia
,
con
un
gesto
desolatissimo
.
-
Tu
non
sai
nulla
,
cara
.
-
Forse
non
so
nulla
,
hai
ragione
-
replicò
ella
,
con
la
umiltà
dei
vinti
,
dei
perduti
.
E
chinando
il
capo
,
volendo
almeno
trovare
una
scusa
alla
sua
follia
,
cercando
ancora
un
barlume
di
speranza
nei
ricordi
,
riandò
tutto
quel
sogno
di
una
notte
di
estate
per
cui
ella
aveva
fissata
la
sua
vita
.
E
a
ogni
dolce
particolare
,
a
ogni
piccolo
e
pur
grande
fatto
che
le
si
presentava
alla
memoria
,
ella
trasaliva
,
ella
ricadeva
nella
sua
illusione
e
alla
fine
,
rendendo
tutto
il
suo
pensiero
:
-
Eppure
tu
mi
hai
amata
,
quella
notte
,
Massimo
.
-
Si
ama
sempre
un
poco
la
donna
che
abbiamo
accanto
-
mormorò
lui
,
con
un
'
ombra
di
sorriso
.
-
Qualunque
sia
?
-
Qualunque
sia
.
-
E
dopo
?
-
Dopo
,
si
dimentica
subito
.
-
Ed
essa
?
-
Se
è
savia
,
gode
del
fugace
momento
e
....
non
lo
rimpiange
.
-
E
se
ama
,
se
ama
?
-
Luisa
,
tu
mi
hai
promesso
di
esser
calma
....
Ella
si
era
alzata
e
gli
parlava
concitatamente
:
-
Ma
che
ne
so
,
io
,
di
questa
vostra
ipocrisia
sociale
,
di
questa
vostra
galanteria
mondana
;
la
chiamate
galanteria
,
non
è
vero
?
Io
sono
una
fanciulla
semplice
,
una
sciocca
,
una
illusa
,
io
ti
amavo
già
,
quando
,
quella
sera
mi
hai
detto
di
venir
teco
.
Ma
quando
si
porta
via
,
di
notte
,
una
donna
,
con
le
dolci
parole
che
tu
mi
dicesti
,
costei
deve
credere
che
tu
l
'
ami
!
Ma
tu
,
nella
barchetta
,
te
ne
ricordi
?
hai
passato
un
'
ora
a
chiamarmi
sottovoce
,
come
se
solo
le
sillabe
del
mio
nome
esistessero
!
Te
ne
rammenti
?
E
dopo
,
dopo
,
tu
non
devi
averlo
dimenticato
,
hai
preso
le
mie
mani
,
nell
'
oscurità
della
grotta
di
donn
'
Anna
,
tu
le
hai
strette
,
domandandomi
così
qualche
cosa
,
io
ho
risposto
sì
,
stringendoti
le
mani
,
questo
,
certo
,
neppure
lo
puoi
avere
obliato
,
io
l
'
ho
nell
'
anima
,
quella
stretta
di
mani
....
e
laggiù
,
laggiù
,
ti
rammenti
,
ti
ho
dato
il
fiore
di
menta
,
lo
hai
baciato
perchè
aveva
toccato
le
mie
labbra
,
lo
hai
conservato
gelosamente
,
lo
hai
chiuso
sul
tuo
petto
,
come
se
volessi
che
appassisse
colà
,
al
calore
del
tuo
cuore
:
io
ho
il
tuo
gelsomino
,
dove
è
dunque
andato
il
fiore
di
menta
?
Ma
tu
hai
baciato
la
mano
,
questa
qui
,
in
questo
punto
,
lentamente
,
dolcemente
,
con
una
lentezza
e
una
dolcezza
che
mi
parve
mi
facessero
morire
:
ma
tu
hai
tenuto
la
mia
testa
sulla
tua
spalla
,
ma
tu
mi
hai
abbracciata
te
ne
ricordi
,
certamente
,
te
ne
ricordi
,
chi
può
avere
scordato
queste
cose
?
ma
insieme
,
insieme
a
me
tu
hai
sognato
,
abbiamo
sognato
laggiù
,
nel
paradiso
,
il
nostro
paradiso
.
Oh
angeli
santi
,
voi
stessi
avete
dovuto
sorridere
,
poichè
quello
era
l
'
amore
buono
,
l
'
amore
bello
,
l
'
amore
santo
,
poichè
io
amava
e
tu
mi
amavi
,
Massimo
,
non
mentire
,
non
mentire
,
non
togliermi
questa
fede
....
-
Vi
sono
una
quantità
di
cose
che
somigliano
all
'
amore
e
che
l
'
amore
non
sono
-
disse
lui
,
glacialmente
.
-
La
sera
è
chiara
,
vi
è
una
buona
e
bella
fanciulla
,
vi
è
il
mare
,
vi
è
la
gran
poesia
di
questo
paese
nostro
,
la
notte
è
lunga
,
il
cuore
è
malinconico
-
e
allora
un
nome
,
chi
non
lo
pronunzia
,
un
fiore
chi
non
lo
chiude
sul
petto
,
un
bacio
chi
non
lo
dà
?
Sciocco
colui
che
lascia
sfuggire
questi
purissimi
brevi
piaceri
dell
'
anima
e
dei
sensi
,
puri
piaceri
che
non
hanno
la
macchia
del
peccato
,
che
non
debbono
portare
alle
lacrime
,
alla
tragedia
e
che
vi
fanno
egualmente
cara
una
notte
,
un
giorno
!
Tutto
questo
non
è
affatto
l
'
amore
nel
suo
immenso
turbamento
,
con
le
sue
lotte
quotidiane
,
con
la
sua
gelosia
feroce
,
con
la
sua
insaziabilità
crudele
e
con
la
sua
sazietà
scorante
!
È
invece
un
'
altra
cosa
che
all
'
amore
rassomiglia
,
una
cosa
carina
,
graziosa
,
che
resta
dolce
nella
memoria
,
che
non
lascia
ferita
e
che
imbalsama
poi
,
col
suo
profumo
,
le
ore
della
vecchiaia
.
Amore
no
:
tenerezza
,
simpatia
,
fascino
,
eterna
attrazione
del
femminile
,
una
cosa
mite
e
tanto
cara
,
senza
dolori
,
senza
singhiozzi
....
Luisa
,
Luisa
,
l
'
amore
è
un
'
altra
cosa
,
è
una
vampa
,
è
una
vertigine
,
è
uno
sconquasso
,
Dio
vi
salvi
....
-
Io
sono
perduta
-
ella
disse
,
brevemente
,
-
perchè
vi
amo
e
non
mi
amate
.
Come
egli
parlava
,
pianamente
,
con
quella
velatura
d
'
ironia
che
rendeva
triste
la
sua
voce
,
con
quel
senso
di
disdegno
che
rivelava
l
'
uomo
esperto
delle
tempeste
,
come
egli
le
veniva
dolorosamente
dimostrando
la
inanità
delle
sue
illusioni
,
ella
aveva
inteso
a
poco
a
poco
mettersi
fra
loro
due
una
grande
distanza
,
quasi
che
Massimo
fosse
già
partito
,
già
in
viaggio
per
il
gelido
paese
nordico
.
Ogni
parola
che
infrangeva
le
sue
speranze
,
le
s
'
imprimeva
nella
mente
,
col
lieve
sogghigno
che
l
'
avea
accompagnato
,
con
la
intonazione
sprezzante
che
era
stata
pronunziata
:
e
un
lavoro
di
distruzione
si
operava
in
lei
,
la
parola
di
lui
spegneva
tutta
la
cieca
fiducia
che
ella
aveva
avuto
nel
suo
sogno
.
Illusione
,
illusione
,
il
bacio
,
il
fiore
,
il
nome
,
la
voce
tremante
,
la
carezza
,
l
'
abbraccio
,
illusione
tutto
,
morto
tutto
,
finito
tutto
,
finito
.
Una
luce
fredda
le
si
era
fatta
dinanzi
agli
occhi
della
mente
:
egli
aveva
ragione
,
tutto
quel
sogno
di
una
notte
di
estate
,
sotto
il
pallido
,
morbido
raggio
lunare
,
era
una
cosa
graziosa
,
carina
,
niente
altro
,
da
dimenticare
immediatamente
,
da
ricordare
poi
più
tardi
,
molto
più
tardi
,
con
una
certa
soavità
,
anche
con
un
po
'
di
gratitudine
.
Ella
vedeva
,
vedeva
bene
,
adesso
.
La
scienza
della
vita
le
arrivava
di
un
colpo
solo
,
netto
e
preciso
come
quello
di
una
mannaia
che
recide
una
mano
:
tutto
sanguinava
,
ma
,
ella
vedeva
la
verità
.
E
si
sentiva
,
perduta
.
Egli
taceva
.
Era
tornato
al
suo
posto
e
giocherellava
con
la
sua
penna
di
avorio
bianco
:
ma
era
scomposto
nel
volto
.
Affettava
una
calma
che
non
aveva
:
capiva
che
la
crisi
non
finiva
lì
e
soffriva
per
sè
e
per
lei
,
immensamente
.
Ma
le
sue
burrasche
passate
gli
davano
la
forza
di
combattere
ancora
.
La
fanciulla
taceva
e
pensava
,
quasi
che
nulla
più
le
restasse
da
dire
:
anzi
si
alzò
,
come
per
andarsene
.
Ma
arrivò
sino
al
balcone
chiuso
e
appoggiò
ai
vetri
la
fronte
febbricitante
.
Stette
qualche
tempo
così
.
Poi
,
ritornò
.
Pareva
tranquillizzata
.
Ma
si
passava
ogni
tanto
la
mano
sulla
fronte
,
con
un
gesto
che
faceva
pena
.
Si
sedette
di
nuovo
.
Massimo
la
guardava
,
con
una
certa
ansietà
.
No
,
tutto
non
era
ancora
finito
....
-
E
....
ve
ne
andate
?
-
chiese
ella
,
cercando
di
rafforzare
la
propria
voce
.
-
Sì
.
-
Quando
?
-
Domani
mattina
:
o
anche
stasera
....
meglio
stasera
.
-
Infatti
....
meglio
stasera
-
rispose
lei
,
monotonamente
.
-
E
....
non
mi
avreste
salutata
?
-
Vi
scrivevo
....
-
Lasciatemi
vedere
-
diss
'
ella
,
pregando
.
Egli
obbedì
,
dandole
la
carta
,
dove
erano
scritte
soltanto
queste
poche
linee
.
"
Cara
,
cara
Luisa
-
io
debbo
lasciare
,
per
forza
,
questo
caldo
e
bel
paese
,
per
un
paese
freddo
e
brutto
.
Me
ne
vado
,
pieno
di
ricordi
della
vostra
bontà
,
me
ne
vado
,
addio
,
pregandovi
di
volermi
un
po
'
di
bene
,
da
lontano
,
per
quanto
bene
vi
voglio
io
....
"
-
Come
potete
mentire
così
?
-
diss
'
ella
,
fieramente
,
levando
la
testa
.
-
Non
mento
:
vi
voglio
bene
:
vi
ho
una
gratitudine
immensa
,
mi
siete
carissima
....
-
E
partite
,
partite
?
-
Parto
.
-
Ah
io
non
so
più
nulla
,
non
so
più
nulla
,
io
ho
perduta
la
testa
.
Da
quella
notte
....
-
mormorò
ella
,
nascondendosi
il
viso
fra
le
mani
.
Ma
dopo
qualche
minuto
,
ella
si
levò
,
andò
vicino
a
Massimo
,
si
sedette
accanto
a
lui
,
con
una
espressione
di
ansietà
,
di
angoscia
sulla
faccia
che
avrebbe
impietosito
il
cuore
più
duro
.
-
Sentite
,
sentite
,
voi
non
avete
nessuna
colpa
,
è
vero
,
io
non
posso
dire
nulla
contro
di
voi
,
voi
non
mi
avete
ingannata
,
sono
io
che
ho
voluto
ingannarmi
,
lo
confesso
.
Ma
pure
....
io
vi
amo
,
io
non
posso
levarmi
dal
cuore
questo
amore
,
io
non
resisto
al
pensiero
di
restare
sola
,
qui
,
mentre
voi
ve
ne
andate
,
così
lontano
;
morirei
;
sentite
,
non
ho
mai
mentito
,
morirei
.
Bisogna
pur
concedere
qualche
cosa
agli
illusi
,
agli
esseri
semplici
.
Il
mio
destino
è
di
amarvi
,
Massimo
,
non
vi
è
altro
,
per
me
.
Che
volete
,
il
mio
sogno
continua
,
io
non
mi
sveglierò
che
per
entrare
nella
tomba
.
Sentite
.
Lasciatemi
venir
con
voi
:
andate
solo
,
andate
triste
,
laggiù
,
in
un
paese
ove
non
avete
nè
amici
nè
parenti
.
Io
,
qui
,
non
lascio
nessuno
.
Posso
disporre
della
mia
persona
,
della
mia
vita
.
Direte
che
vi
sono
sorella
,
nipote
,
governante
,
direte
che
sono
la
vostra
serva
,
mi
contento
.
Purchè
io
possa
seguirvi
,
vi
servirò
,
laggiù
.
Non
mi
vedrà
nessuno
;
non
uscirò
,
non
andrò
in
chiesa
,
rinunzierò
al
mondo
,
a
Dio
,
a
tutto
,
pure
di
vivere
accanto
a
voi
.
Non
importa
,
se
non
mi
amate
:
portatemi
via
,
vi
amo
,
non
posso
restare
qui
.
Laggiù
,
non
importa
se
mi
tratterete
male
,
non
importa
se
mi
dimostrerete
,
che
vi
secco
:
io
avrò
pazienza
,
rassegnazione
,
come
voi
mi
comanderete
di
avere
.
Forse
,
vedete
,
non
vi
nascondo
la
mia
speranza
,
mi
amerete
un
giorno
;
lontano
,
ma
può
giungere
,
il
gran
giorno
!
Lasciatemi
aspettarlo
al
vostro
fianco
,
segretamente
,
umilmente
,
piamente
,
con
la
fede
degli
antichi
cristiani
;
lasciate
che
io
possa
spendere
la
vita
mia
per
voi
,
non
posso
farne
altro
,
della
mia
vita
.
Voi
siete
spesso
triste
,
una
volta
le
mie
risate
vi
piacevano
;
vi
piacevano
le
mie
canzoni
,
io
riderò
,
e
canterò
per
voi
,
tacerò
a
una
vostra
parola
,
aspettando
.
Voi
non
mi
amerete
mai
,
forse
,
ma
io
vi
amerò
,
sempre
.
Ah
non
mi
respingete
,
non
mi
lasciate
;
se
incontrate
di
notte
,
un
povero
cane
senza
padrone
che
vi
segue
,
malinconicamente
,
voi
non
lo
cacciate
via
,
è
vero
?
Perchè
caccereste
me
?
Siete
uomo
,
siete
cristiano
,
avete
cuore
,
avete
pietà
,
non
mi
riducete
alla
disperazione
,
portatemi
con
voi
,
voglio
morire
accanto
a
voi
,
non
qui
,
sola
,
non
sola
,
per
carità
,
portatemi
con
voi
.
E
la
disgraziata
scivolò
dalla
sedia
a
terra
,
cadendogli
ginocchioni
davanti
,
con
la
testa
convulsa
fra
le
mani
.
-
Luisa
,
Luisa
,
che
fate
?
-
gridò
lui
,
vivamente
,
cercando
di
sollevarla
.
-
No
,
no
,
resterò
qui
,
sino
a
che
mi
avrete
fatto
questa
grazia
-
diss
'
ella
,
resistendo
.
-
Luisa
,
ve
ne
scongiuro
,
voi
mi
fate
disperare
....
-
E
la
sollevò
sorreggendola
,
aiutandola
a
risedersi
:
ella
lo
guardò
supplichevole
.
-
Ditemi
la
parola
-
mormorò
abbattuta
.
Egli
capì
che
l
'
ora
era
giunta
.
-
Non
posso
,
Luisa
.
-
Perchè
non
potete
?
-
Non
posso
tenervi
nè
come
moglie
,
nè
come
amante
.
-
A
me
non
importa
della
mia
riputazione
:
vi
voglio
bene
,
voglio
venir
con
voi
.
-
Non
posso
.
-
Ma
perchè
?
-
Perchè
non
vi
amo
di
amore
...
-
Non
importa
,
vi
amerò
io
.
Egli
la
guardò
,
smarrito
:
l
'
ora
era
giunta
,
l
'
ora
incalzava
.
-
Io
amo
un
'
altra
donna
!
-
proclamò
lui
,
a
voce
chiara
.
-
Oh
!
-
ella
disse
,
come
soffocando
.
Egli
si
alzò
a
metà
,
come
se
volesse
aiutarla
.
Fredda
,
muta
,
Luisa
lo
fermò
con
un
gesto
.
E
solo
nel
guardarla
in
viso
con
gli
occhi
dove
il
cerchio
nero
,
intorno
,
era
diventato
così
largo
,
con
le
labbra
bianche
e
con
due
pieghe
alle
labbra
,
dove
prima
si
disegnava
la
curva
del
sorriso
,
con
dieci
anni
di
più
,
infine
,
con
quella
gioventù
che
pareva
sfiorita
per
sempre
,
egli
si
sentiva
torturare
dai
rimorsi
.
Ah
,
che
egli
non
avrebbe
mai
voluto
pronunziarla
,
la
fatale
parola
,
il
segreto
profondo
del
suo
cuore
,
la
nascosta
angoscia
di
tutta
la
sua
esistenza
!
Aveva
esitato
un
'
ora
,
arretrandosi
davanti
agli
intimi
recessi
dove
il
suo
amore
viveva
,
non
sapendo
violare
quel
mistero
impenetrabile
,
non
sapendo
ferire
così
mortalmente
quel
giovane
cuore
sì
amoroso
e
disperato
.
Giammai
,
giammai
,
egli
avrebbe
confessato
ad
alcuno
che
amava
,
se
quella
desolazione
di
anima
buona
appassionata
,
non
lo
avesse
spinto
a
tentarne
così
una
disperata
salvezza
:
il
suo
segreto
sarebbe
rimasto
chiuso
nel
cuore
,
noto
solo
a
Dio
e
a
colei
che
aveva
ispirato
quell
'
amore
,
bocca
umana
non
lo
avrebbe
ripetuto
,
orecchio
umano
non
lo
avrebbe
udito
,
morto
con
lui
,
il
segreto
.
Ma
innanzi
a
quelle
lacrime
,
a
quei
singhiozzi
,
innanzi
a
quella
esistenza
perduta
,
egli
aveva
finito
per
chiedersi
se
non
era
un
poco
colpevole
,
se
non
doveva
espiare
,
tentando
di
togliere
al
naufragio
quell
'
anima
,
con
un
rimedio
estremo
.
E
aveva
dischiuso
il
tempio
dove
il
suo
idolo
si
ergeva
,
fiero
e
implacabile
,
aveva
mostrato
alla
disgraziata
fanciulla
che
l
'
altare
aveva
la
sua
dea
,
invitta
,
immortale
.
Egli
,
il
più
mistico
fra
i
sacerdoti
dell
'
amore
,
che
stava
a
guardia
,
silenzioso
,
immoto
,
del
tabernacolo
che
niun
occhio
d
'
uomo
doveva
rimirare
,
aveva
adesso
sollevato
i
veli
sacri
e
mostrato
all
'
occhio
di
Luisa
la
immagine
divina
.
Si
sentiva
adesso
fiacco
,
senza
coraggio
,
senza
forza
,
come
se
quella
parola
di
rivelazione
,
avesse
vuotato
a
un
tratto
le
sue
vene
.
Aveva
detto
.
Luisa
non
piangeva
,
non
singhiozzava
,
non
sospirava
:
era
seduta
al
suo
posto
,
con
la
faccia
nascosta
fra
le
mani
sovrapposte
,
non
dando
segno
di
vita
:
anche
le
mani
che
avevano
tremato
sempre
,
ora
erano
ferme
,
bianche
come
quelle
di
una
statua
.
Quando
le
abbassò
,
quando
rialzò
il
capo
e
Massimo
potette
vedere
la
sua
faccia
,
egli
sentì
il
danno
fatto
.
Oramai
la
luce
di
quegli
occhi
dolci
e
amorosi
si
era
intorbidata
per
sempre
,
e
li
opprimeva
la
inguaribile
mestizia
delle
speranze
infrante
:
oramai
le
traccie
del
riso
erano
cancellate
da
quella
delicata
e
giovanile
fisonomia
,
mentre
fra
le
sopracciglia
si
creavano
quelle
due
rughe
dolorose
delle
lunghe
cogitazioni
malinconiche
;
oramai
il
sangue
era
fuggito
da
quelle
fresche
,
fragranti
labbra
e
il
pallore
della
viola
,
fiore
esangue
,
fiore
dolente
,
vi
si
era
impresso
,
per
sempre
.
La
disgraziata
aveva
parlato
,
nella
sua
ansia
,
nel
suo
abbandono
,
di
risa
,
di
canzoni
:
ma
bastava
guardare
la
serietà
oramai
incancellabile
del
suo
viso
,
per
intendere
che
eran
finite
,
per
sempre
,
le
canzoni
e
le
risate
.
Ah
veramente
,
veramente
,
come
l
'
antico
audace
che
tentò
disollevare
la
cortina
del
tempio
,
come
a
Salammbo
,
figlia
di
Amilcare
,
che
pose
sul
suo
capo
il
velo
di
Tani
,
cosparso
di
stelle
e
commise
il
sacrilegio
,
così
la
povera
umile
fanciulla
era
stata
fulminata
perchè
aveva
tentato
di
schiudere
un
cuore
,
perchè
aveva
voluto
entrare
nel
sacrario
della
dea
.
Invero
,
egli
aveva
in
sè
una
pietà
immensa
e
sterile
,
una
pietà
fiacca
e
triste
,
per
quella
creatura
fulminata
:
non
sapeva
dirle
più
nulla
,
la
fatalità
sfugge
alla
discussione
,
e
non
ha
conforti
che
l
'
attenuino
.
Infatti
,
fu
essa
la
prima
a
parlare
.
Era
una
voce
senza
dolcezza
,
senza
tristezza
,
non
velata
,
non
roca
,
ma
veramente
spezzata
:
nessun
sentimento
vi
vibrava
più
:
infranta
.
Adesso
le
domande
che
faceva
,
stanche
,
lente
,
sembravano
l
'
appagamento
di
una
mesta
curiosità
,
un
riandare
sulla
sventura
,
così
,
per
sapere
:
senza
che
la
conoscenza
novella
potesse
mai
più
cangiare
nulla
di
quello
che
era
stato
.
-
Voi
l
'
amate
....
molto
?
-
L
'
amo
:
quando
si
ama
,
si
ama
.
-
Lo
so
-
-
replicò
ella
,
sempre
senza
fremito
nella
voce
,
sempre
senza
luce
negli
occhi
.
-
Lo
so
:
domandavo
....
così
....
per
sapere
.
Il
braccio
di
Luisa
era
disteso
sulla
scrivania
e
la
mano
sottile
aperta
sul
panno
scuro
.
E
pareva
così
abbandonata
,
così
bianca
,
che
a
lui
sembrò
vedere
,
veramente
,
una
mano
di
persona
morta
.
Ma
salvo
ad
averne
una
infinita
compassione
,
che
cosa
ci
poteva
fare
,
lui
?
Ambedue
soffrivano
,
e
malgrado
tutto
,
l
'
uno
non
poteva
aiutare
l
'
altro
nella
propria
disgrazia
;
essa
lo
amava
,
egli
,
aveva
di
lei
una
pietà
grande
,
ma
l
'
uno
non
poteva
tergere
neppure
una
lacrima
dell
'
altro
.
Così
è
,
l
'
amore
.
La
divina
armonia
di
due
cuori
che
si
scelgano
e
che
si
amino
,
non
risuona
che
assai
raramente
,
nelle
anime
umane
.
E
non
è
,
invece
,
che
una
catena
,
l
'
amore
,
di
cui
gli
anelli
sono
di
metalli
diversi
,
male
appaiati
,
di
forme
diverse
,
che
si
corrodono
e
si
contorcono
,
senza
potersi
spezzare
.
Che
ci
poteva
fare
,
lui
?
Tutto
era
inutile
,
tutto
.
-
Voi
l
'
amate
da
molto
tempo
?
-
ricominciò
lei
,
con
quella
intonazione
d
'
indifferenza
,
che
faceva
più
male
di
uno
straziante
singhiozzo
.
-
Da
molto
tempo
.
-
Da
quando
?
-
Da
....
sempre
.
-
Non
avete
mai
amata
alcun
'
altra
?
-
No
:
mai
.
Vi
è
un
amore
che
altri
non
ne
ammette
.
-
È
vero
:
lo
so
-
ella
disse
,
chinando
gli
occhi
.
Poi
,
tacque
,
pensando
.
Sembrava
che
riflettesse
a
un
'
altra
domanda
da
fare
,
e
che
temesse
di
farla
,
di
cui
non
potesse
ritrovare
la
forma
.
Difatti
,
due
o
tre
volte
fu
lì
lì
per
parlare
,
quasi
che
la
parola
volesse
fuggirle
irresistibilmente
dalle
labbra
;
ma
si
rattenne
.
Egli
aspettava
,
oramai
deciso
a
dir
tutto
,
sempre
più
debole
,
sempre
più
esausto
di
forze
morali
.
Invero
erano
due
infelici
creature
:
ma
non
vi
era
nessun
rimedio
.
Alla
fine
,
ella
,
si
decise
e
disse
:
-
Voi
l
'
amerete
....
sempre
?
Prima
di
rispondere
egli
si
raccolse
e
nei
brevi
minuti
del
silenzio
,
ritornò
su
quello
che
era
stato
,
su
quello
che
era
la
sua
passione
,
provò
a
misurare
il
valore
e
la
durata
di
quel
vincolo
che
gli
anni
,
la
morale
e
material
consuetudine
avevano
reso
profondo
e
non
risolvibile
che
dalla
vecchiaia
o
dalla
morte
.
-
Credo
....
credo
-
egli
mormorò
,
esaurito
-
che
l
'
amerò
sempre
.
Sono
vecchio
,
Luisa
:
e
la
vita
non
si
ricomincia
.
Voi
siete
giovane
....
e
potete
obbliare
....
-
Voi
non
avete
diritto
di
parlarmi
così
-
ella
disse
,
con
un
amaro
sorriso
.
-
Non
vi
accuso
,
non
mi
lagno
;
ma
non
cercate
di
consolarmi
con
queste
vaghe
parole
.
Io
valgo
meglio
di
questi
banali
conforti
.
-
Scusatemi
-
egli
soggiunse
,
inchinandosi
a
quell
'
altero
dolore
,
che
non
soffriva
di
essere
turbato
da
nessuna
voce
,
fosse
pur
quella
della
persona
amata
.
-
Era
un
augurio
che
vi
facevo
:
vi
auguro
di
dimenticare
....
con
tutto
il
cuore
,
ve
lo
auguro
.
Ella
scorse
il
capo
,
senza
rispondere
.
-
Voi
la
raggiungete
,
colà
?
-
Sì
-
egli
disse
,
a
bassa
voce
.
-
Vi
aspetta
?
-
No
,
non
mi
aspetta
:
ma
mi
ha
chiamato
-
soggiunse
lui
amaramente
.
-
E
voi
obbedite
?
-
Obbedisco
sempre
.
Ella
mi
ha
detto
di
venir
qui
,
nell
'
estate
,
lasciandomi
senza
notizie
,
senza
lettere
,
senza
neppure
farmi
sapere
dove
viaggiava
:
e
sono
stato
qui
,
tre
mesi
per
obbedirla
.
-
Ah
,
va
bene
,
ho
inteso
-
ella
disse
,
senz
'
altro
.
-
Adesso
mi
scrive
due
parole
,
dicendomi
di
raggiungerla
,
dandomi
il
suo
indirizzo
:
e
io
parto
,
io
attraverso
l
'
Europa
,
vado
dove
ella
è
,
poichè
questo
,
capite
,
è
il
mio
destino
.
-
Essa
vi
ama
?
-
No
.
-
Non
vi
ama
?
-
No
,
niente
.
-
Non
vi
ha
amato
?
-
Mai
.
-
Nè
avete
speranza
?
-
Nessuna
.
-
Ma
perchè
non
vi
ama
?
-
Perchè
vie
della
gente
che
non
ama
mai
,
Luisa
-
gridò
lui
,
subitamente
esaltato
.
-
È
vero
,
è
vero
-
ella
rispose
,
vagamente
.
-
Vi
è
molta
gente
che
non
ama
ed
è
forse
felice
.
-
Forse
.
-
Ma
perchè
vi
chiama
?
-
Perchè
le
fa
piacere
di
avere
un
servo
.
Un
lugubre
silenzio
si
fece
intorno
:
le
due
vittime
si
guardarono
,
smorte
dello
stesso
pallore
,
esauste
dallo
stesso
morbo
morale
;
e
fu
lei
che
per
la
prima
,
con
una
infinita
dolcezza
,
gli
disse
:
-
Voi
siete
come
me
.
-
Come
voi
-
mormorò
l
'
uomo
forte
,
l
'
uomo
scettico
,
umilmente
,
dolentemente
.
Niente
altro
.
Ella
si
sollevò
dalla
sedia
,
rimase
ritta
davanti
alla
scrivania
.
-
Adesso
me
ne
vado
;
buona
sera
.
-
Ve
ne
andate
?
-
chiese
lui
,
un
po
'
affannoso
.
-
Sì
,
sì
,
me
ne
vado
;
buona
sera
,
Massimo
.
-
Restate
ancora
un
poco
-
balbettò
lui
.
-
Ditemi
....
-
Noi
ci
siamo
detto
tutto
:
non
vi
è
nulla
nel
vostro
cuore
che
io
non
sappia
:
voi
sapete
tutto
del
mio
,
non
vi
è
più
nulla
,
più
nulla
;
buona
sera
.
-
Ma
che
farete
?
-
egli
disse
.
-
Voglio
sapere
che
farete
!
-
Niente
-
disse
lei
,
voltandosi
,
facendo
un
gesto
largo
con
le
braccia
.
-
Niente
.
-
Non
ci
possiamo
lasciare
così
-
disse
lui
,
tutto
agitato
.
-
Restate
....
-
Sarebbe
inutile
.
Non
dovete
voi
andare
?
-
Sì
.
-
E
io
debbo
restare
.
Addio
,
Massimo
.
-
Addio
,
Luisa
.
Ella
se
ne
andò
senza
voltarsi
,
un
po
'
curva
,
ombra
tacita
e
dolente
.
Egli
la
vide
sparire
:
udì
aprire
e
chiudere
due
porte
.
E
pensando
che
in
quel
minuto
,
rientrata
nella
sua
casa
deserta
,
sola
col
suo
dolore
,
ella
piangeva
come
tutte
le
misere
creature
umane
,
lui
,
misera
umana
creatura
piegò
il
capo
,
nel
silenzio
,
nella
solitudine
,
nel
dolore
e
pianse
,
di
pietà
,
di
rimpianto
,
su
Luisa
,
su
Massimo
.
FINE
.
Saggistica ,
raggio
lunare
pare
diviso
in
sottilissimo
fili
d
argento
,
ride
nelle
vele
bianche
delle
sue
navicelle
Saggistica ,
diametro
apparente
a
cui
Marte
può
arrivare
non
supera
1/150
del
diametro
lunare
,
ed
è
necessario
Narrativa ,
confonde
col
fiore
su
cui
è
posata
.
Sembra
un
mondo
spento
,
lunare
.
Attraverso
i
letti
dei
torrenti
,
i
Saggistica ,
,
la
scena
rappresenta
un
paesaggio
che
sprofonda
e
affoga
nella
marea
lunare
.
Fremono
le
chiome
basse
Narrativa ,
I
.
La
prima
volta
che
Cesare
Lascaris
entrò
in
casa
delle
due
sorelle
,
il
cielo
sfarfallava
di
lampi
infaticabili
a
levante
e
a
ponente
,
come
per
un
'
alternativa
di
colori
liquefatti
e
largamente
diffusi
sopra
una
cupola
immensa
.
Roberta
era
stata
ripresa
dal
suo
male
.
Una
leggera
spuma
rosea
le
era
sgorgata
dalla
bocca
,
mentre
innanzi
alla
finestra
seguiva
col
binocolo
un
vapore
,
che
all
'
ultima
linea
delle
acque
passava
sotto
il
tumulto
dei
lampi
,
sotto
il
cumulo
più
nero
delle
nubi
.
Aveva
deposto
sùbito
il
cannocchiale
,
e
volgendosi
a
Emilia
con
la
pezzuola
umida
di
sangue
,
aveva
detto
:
-
Ecco
!
-
rispondendo
alla
sorda
inquietudine
,
che
dalla
prima
comparsa
del
morbo
le
aveva
confitto
gli
artigli
nel
cuore
.
Il
giorno
,
levatosi
per
le
due
giovani
tranquillo
come
gli
altri
,
divenne
repentinamente
funebre
;
l
'
uragano
addensato
fuori
,
parve
ad
ambedue
il
quadro
naturale
in
cui
il
dramma
doveva
svolgersi
,
e
l
'
aria
pregna
di
correnti
elettriche
,
solcata
dalle
luci
minacciose
,
le
avvolse
e
le
fece
vibrare
di
spavento
.
L
'
Implacabile
risorgeva
.
Avevan
voluto
dimenticarla
,
fuggendo
dalla
città
,
aspirando
i
germi
vitali
nel
paesello
ligure
inapprezzato
dal
capriccio
misterioso
della
folla
.
Tutto
della
loro
vita
era
stato
tacitamente
disposto
per
raggiungere
quell
'
oblio
.
Scorrevano
ogni
giorno
lungo
tempo
sulle
rocce
più
inoltrate
nel
mare
,
fin
dove
l
'
onda
s
'
accartocciava
ribollendo
passeggiavano
adagio
,
metodicamente
verso
il
crepuscolo
,
dov
'
era
men
facile
incontrare
i
carri
,
che
sollevavano
nugoli
di
polvere
;
la
villetta
era
aperta
sempre
a
finestrate
di
sole
,
a
fiumi
d
'
aria
pura
.
Roberta
seguiva
i
consigli
dei
medici
,
ed
Emilia
si
studiava
d
'
allontanarle
ogni
causa
di
malcontento
.
Se
si
fissavan
negli
occhi
per
leggervi
il
medesimo
pensiero
inconfessato
,
gli
occhi
tentavan
sùbito
d
'
esprimere
pensieri
frivoli
e
pieni
d
'
avvenire
.
Il
male
sembrava
cosa
antica
,
pessimo
sogno
pessimamente
interpretato
dagli
uomini
della
scienza
.
Guardavano
innanzi
a
sè
,
lasciandosi
addietro
il
ricordo
della
malattia
breve
e
furiosa
,
cui
Roberta
s
'
era
sottratta
per
una
generosità
de
'
suoi
diciannove
anni
.
E
l
'
Implacabile
risorgeva
;
e
quella
spuma
sanguigna
voleva
dire
la
Morte
,
e
quei
colpi
di
tosse
che
riprendevano
,
erano
la
Morte
,
e
tutto
;
era
la
Morte
,
la
Morte
,
la
Morte
nel
giorno
denso
di
luci
minacciose
,
divenuto
il
primo
periodo
d
'
un
dramma
del
quale
s
'
ignoravano
gli
episodii
futuri
e
s
'
intuiva
la
fine
.
-
Non
spaventarti
,
-
disse
Emilia
con
la
voce
tronca
.
-
Non
è
nulla
....
Sai
che
non
può
essere
nulla
....
Mando
a
chiamare
il
medico
...
Roberta
era
caduta
sul
divano
,
e
nell
'
ombra
dell
'
angolo
si
vedevan
l
'
abito
turchino
a
merletti
bianchi
,
il
volto
cereo
ed
ovale
.
Le
braccia
erano
abbandonate
lungo
il
corpo
.
Sotto
l
'
atteggiamento
incerto
,
covava
il
terrore
di
chi
aspetta
un
nuovo
segno
infallibile
:
ella
attendeva
un
altro
colpo
di
tosse
,
un
rigurgito
di
sangue
,
la
rottura
d
'
una
arteria
,
che
la
soffocasse
in
un
lago
di
sangue
;
poichè
nessuno
meglio
di
lei
conosceva
tutte
le
possibilità
spaventose
d
'
una
soluzione
certa
.
-
Sùbito
dal
medico
;
venga
sùbito
;
lasci
qualunque
cosa
....
Hai
capito
?
-
ordinò
Emilia
alla
cameriera
accorsa
.
-
Sùbito
,
sùbito
,
sùbito
....
Vuoi
andare
a
letto
,
Roberta
?
Ti
aiuterò
'
io
....
Fatti
coraggio
....
E
mentre
parlava
riprendendo
il
suo
posto
innanzi
alla
sciagura
,
si
irrigidiva
per
resistere
alla
tentazione
di
fuggire
,
mandando
grida
laceranti
....
Piegarsi
,
prosternarsi
brutalmente
alla
fatalità
,
piangere
fino
al
torpore
e
sentire
il
tempo
uguale
,
infinito
,
passare
su
di
lei
e
sopra
le
cose
,
doveva
essere
una
voluttà
divina
.
Ella
non
era
creata
per
tener
fronte
alle
avversità
:
con
la
morte
del
marito
dopo
un
anno
di
matrimonio
e
con
la
prima
malattia
di
Roberta
,
due
volte
una
ribellione
di
inerzia
era
nata
in
lei
;
il
bisogno
di
sfuggire
a
sè
medesima
e
all
'
azione
,
era
divampato
così
furibondo
,
che
le
era
avvenuto
d
'
inginocchiarsi
a
pregare
perchè
fosse
mutata
in
una
statua
dal
gesto
eterno
,
dalla
insensibilità
eterna
....
Ma
si
riprese
per
quello
stesso
spirito
di
rivolta
,
il
quale
d
'
ora
in
ora
aveva
forme
così
diverse
;
allungò
le
mani
alla
sorella
e
l
'
aiutò
ad
alzarsi
,
riuscendo
a
sorriderle
.
Sulla
soglia
della
sua
camera
,
Roberta
si
arrestò
un
istante
sotto
un
nuovo
attacco
del
male
;
il
fazzoletto
si
arrossò
,
una
sottil
bava
sanguigna
le
scese
lungo
la
connessura
delle
labbra
,
si
ruppe
....
Allora
,
sciogliendosi
dalle
mani
d
'
Emilia
,
la
fanciulla
corse
al
letto
,
strappò
gli
abiti
,
slacciò
i
cordoni
delle
sottovesti
,
gettò
ogni
cosa
a
terra
,
fu
pronta
,
e
si
ricoverò
tra
le
coltri
,
dicendo
febbrilmente
:
-
Vedi
,
che
è
proprio
il
male
?
Vedi
,
che
bisogna
morire
?
...
Non
parlare
,
hai
capito
?
Non
dir
nulla
....
Il
medico
,
non
lo
voglio
....
Va
via
,
anche
tu
....
Emilia
rimase
in
piedi
presso
il
letto
,
fisicamenta
assorta
nei
romori
della
tempesta
,
che
dalle
sbarre
delle
gelosie
proiettava
il
suo
livido
ghigno
nella
camera
.
Così
,
spoglia
d
'
ogni
attraenza
materiale
degli
abiti
,
Roberta
era
l
'
ammalata
.
Sotto
l
'
epidermide
bianca
,
una
miriade
di
piccoli
punti
rossi
,
qua
diffusi
e
là
raccolti
in
nucleo
,
segnava
la
persistenza
del
morbo
;
il
seno
,
questa
gloria
incomparabile
del
sesso
e
della
giovanezza
,
era
crivellato
dai
nuclei
rossastri
e
s
'
affondava
,
invece
di
protendersi
esuberante
....
Di
quel
corpo
virgineo
avvolto
fra
le
lenzuola
,
non
rimaneva
attenta
,
vivente
,
perspicace
,
se
non
la
testa
coi
capelli
biondi
e
disordinati
;
ma
ancòra
sotto
la
pelle
della
fronte
e
sulle
guance
,
comparivano
le
piccole
macchie
rosse
incancellabili
.
Gli
occhi
erano
d
'
un
azzurro
vitreo
,
le
labbra
tumide
,
i
denti
bianchissimi
,
il
profilo
netto
e
puro
,
quasi
ellenico
.
Il
resto
delle
sue
forme
non
aveva
linea
e
valore
,
se
non
corretto
dalle
mani
scaltre
delle
cucitrici
e
lusingato
dai
colori
festevoli
o
ingenui
delle
stoffe
.
Per
la
camera
semioscura
aleggiava
un
profumo
indefinito
d
'
acque
odorose
;
i
mobili
modesti
delle
case
d
'
affitto
variamente
ricoperti
e
senza
stile
,
parevano
l
'
avanzo
di
diversi
addobbi
;
il
letto
solo
in
mogano
lucidissimo
era
elegante
e
nuovo
.
Sui
tavolini
,
sui
divani
,
s
'
ammucchiavano
i
libri
rilegati
o
sciolti
,
una
collezione
di
romanzi
,
da
Walter
Scott
agli
ultimi
autori
russi
,
che
Roberta
leggeva
senza
posa
e
senza
scelta
,
fino
ad
averne
l
'
emicrania
.
Ella
era
ancòra
la
fanciulla
tipica
,
angariata
e
deliziata
dai
sogni
un
po
'
umoristici
del
romanticismo
;
si
costruiva
in
testa
una
favola
di
principi
e
di
re
,
si
assegnava
una
parte
nella
favola
,
mutava
e
rimutava
gli
episodii
,
vivendo
,
con
qualche
residuo
dei
preconcetti
acquei
di
collegio
,
in
assoluto
ritardo
,
in
voluta
contraddizione
con
tutto
quanto
era
vita
intorno
a
lei
.
Emilia
,
seduta
a
fianco
del
letto
,
tenendo
fra
le
sue
una
mano
di
Roberta
,
stava
sempre
attenta
ai
romori
esterni
,
poichè
nella
camera
era
piombato
un
silenzio
di
malattia
,
che
la
riconduceva
a
dieci
mesi
prima
,
richiamando
a
galla
i
terrori
,
le
stanchezze
,
le
disperazioni
di
quei
giorni
.
Fuori
,
a
levante
e
a
ponente
,
i
lampi
gareggiavano
;
sulla
casa
il
tuono
si
trascinava
con
lunga
eco
;
di
momento
in
momento
,
la
camera
era
infiammata
da
una
vampa
lividiccia
,
cui
seguiva
il
crepitio
secco
d
'
una
scarica
elettrica
.
Roberta
si
drizzava
a
sedere
,
guardava
Emilia
negli
occhi
,
e
ricadeva
sui
guanciali
.
In
quei
passaggi
di
pesante
angoscia
,
esse
comprendevano
,
o
chiaramente
o
vagamente
,
che
nè
per
loro
nè
per
altri
la
vita
non
aveva
indulgenze
,
che
i
benigni
non
esistevano
,
e
che
la
lotta
non
era
solo
in
grandi
giorni
di
battaglia
,
ma
in
tutti
i
meschini
giorni
dell
'
anno
,
in
tutte
le
piccole
ore
del
giorno
.
-
È
finito
?
-
disse
Roberta
ansiosa
.
-
Guarda
se
è
finito
....
Mi
fa
così
male
...
Emilia
andò
a
guardare
,
socchiudendo
le
imposte
.
Per
quanto
si
vedeva
da
quella
finestra
sul
fianco
della
casa
,
l
'
uragano
pareva
cominciasse
allora
.
Il
monte
di
Santa
Croce
era
fosco
sotto
le
proiezioni
oscure
della
nuvolaglia
,
e
la
collana
d
'
uliveti
che
ne
discendeva
e
si
propagava
sul
versante
,
aveva
preso
il
colore
sinistro
e
scialbo
dei
giorni
di
tempesta
.
Le
case
a
tinte
vive
,
secondo
il
concetto
degli
antichi
marinai
,
i
quali
da
lontano
volevano
riconoscerle
e
salutarle
,
aspettavano
silenziose
la
cavalcata
delle
nubi
,
illuminandosi
al
riflesso
dei
lampi
....
E
a
un
tratto
,
per
la
violenza
del
tuono
,
le
nuvole
si
spalancarono
come
porte
gigantesche
e
mostrarono
il
fulmine
ricurvo
,
dorato
,
arme
classica
e
divina
,
che
si
sfoderò
precipitando
dietro
la
montagna
....
Susseguì
il
vento
,
la
pioggia
sferzò
,
ora
verticale
,
ora
a
sghimbescio
,
a
capriccio
del
vento
,
e
l
'
uragano
si
stabilì
sopra
il
paese
.
-
Siamo
alla
fine
,
-
rispose
Emilia
,
accostando
le
gelosie
.
-
Come
stai
,
cara
?
Va
meglio
?
La
sorella
teneva
le
palpebre
calate
e
sul
volto
le
era
scesa
una
maschera
di
sublime
indifferenza
per
ogni
cosa
mortale
.
-
Vuoi
dormire
?
-
soggiunse
Emilia
con
voce
più
cauta
.
Roberta
scosse
un
poco
la
testa
;
ad
occhi
chiusi
sembrava
assorta
nell
'
ascolto
del
male
,
-
dava
tregua
o
saliva
di
grado
in
grado
senza
ostacoli
?
-
e
il
mutismo
d
'
una
rassegnazione
interamente
fisica
le
aveva
invaso
l
'
anima
.
Emilia
,
rimasta
a
guardarla
,
fece
un
gesto
perduto
,
a
sgombrar
le
visioni
di
certezza
che
andavano
stringendola
intorno
.
Con
le
mani
serrate
,
immobile
a
'
piedi
del
letto
,
ella
pensava
alla
morte
prossima
;
sua
sorella
doveva
morire
,
forse
quello
stesso
giorno
,
soffocata
dal
sangue
rigurgitante
nelle
caverne
dei
polmoni
.
La
fantasia
,
rinforzata
dalla
meccanica
dei
racconti
uditi
e
delle
memorie
,
dipingeva
l
'
avvenimento
,
a
grandi
tratti
prima
,
e
poi
ne
'
particolari
più
minuti
e
dolorosi
:
la
donna
si
sentiva
già
piangere
e
mormorare
le
parole
profonde
,
dissennate
,
che
echeggiano
inutilmente
nelle
case
tragiche
per
la
morte
.
Aveva
gli
occhi
fissi
al
letto
,
e
lo
vedeva
vuoto
.
-
Vuoi
il
ghiaccio
?
Devo
prepararlo
?
-
ella
domandò
,
scuotendosi
e
avvicinandosi
.
Ma
a
quel
ricordo
della
malattia
antica
,
Roberta
alzò
faticosamente
le
palpebre
e
negò
con
la
testa
.
Emilia
le
toccò
il
polso
,
la
fronte
,
le
tempia
.
-
È
fresca
;
non
ha
febbre
.
Non
ha
mai
febbre
,
-
mormorò
,
quasi
parlasse
con
le
visioni
di
certezza
ch
'
erano
intorno
.
-
È
la
febbre
,
da
temersi
.
L
'
altra
volta
l
'
aveva
,
ed
è
stata
così
male
.
Oggi
non
ha
febbre
;
è
fresca
....
E
se
avesse
obbedito
all
'
istinto
,
avrebbe
seguitato
,
gestendo
contro
le
ombre
del
terrore
:
"
-
Capite
,
capite
,
che
non
può
morire
?
Si
salverà
pure
questa
volta
;
continueremo
la
nostra
via
,
l
'
una
a
fianco
dell
'
altra
,
come
ci
siamo
promesso
.
"
.
Non
era
passata
un
'
ora
dalla
ricomparsa
della
malattia
,
ed
Emilia
aveva
già
smarrito
ogni
senso
della
vita
abituale
,
quasi
soffrisse
da
mesi
,
da
anni
.
La
mattinata
semplice
e
monotona
s
'
era
dispersa
tra
le
memorie
bianche
;
la
giovane
ritrovava
in
sè
medesima
lo
stato
un
po
'
febbrile
,
l
'
espressione
laconica
,
il
gesto
attivo
e
silenzioso
dei
momenti
solenni
.
-
Roberta
,
-
disse
con
l
'
inesorabile
ostinazione
della
paura
,
-
stai
meglio
?
Vuoi
riposare
?
L
'
ammalata
sbarrò
gli
occhi
cercando
per
la
camera
:
vide
la
sorella
a
'
piedi
del
letto
e
la
fissò
a
lungo
,
ancòra
con
l
'
indifferenza
serena
di
chi
è
già
per
altre
vie
lontane
e
mute
.
Poi
,
senza
tosse
,
senza
fremiti
,
recò
alle
labbia
la
pezzuola
,
e
l
'
arrossò
ampiamente
.
-
Dio
!
-
esclamò
Emilia
,
accorrendo
a
sostenerla
.
Il
sangue
sgorgava
,
non
più
roseo
ma
purpureo
,
una
fontana
vitale
entro
la
catinella
che
Emilia
teneva
con
una
mano
.
-
Coraggio
,
cara
,
fatti
coraggio
,
-
susurrò
Emilia
.
-
È
una
crisi
momentanea
,
lo
sai
....
Il
sangue
sgorgava
,
e
le
due
sorelle
s
'
erano
avvinghiate
intorno
al
busto
tenacemente
,
guardando
quella
vita
liquida
,
quella
morte
liquida
,
cui
alcuna
scienza
umana
non
avrebbe
potuto
arrestare
.
Emilia
era
curva
sotto
un
peso
invisibile
;
Roberta
non
dava
segno
di
terrore
,
ma
stava
rigida
nell
'
attesa
fredda
e
spaventevole
,
ritrovata
fra
le
abitudini
delle
sue
sofferenze
.
La
crisi
cessò
,
il
sangue
ristette
.
-
Ti
porterò
il
ghiaccio
,
-
disse
Emilia
,
posando
la
catinella
insanguinata
-
Il
ghiaccio
ti
guarisce
,
non
è
vero
?
Ma
non
appena
uscita
dalla
camera
,
traversando
il
gran
salotto
centrale
,
Emilia
s
'
aggrappò
a
un
mobile
.
Libera
di
naufragare
nella
disperazione
ampia
,
senza
difese
,
ella
vedeva
immancabilmente
certa
la
soluzione
;
era
destinata
a
seguitar
tutta
sola
la
sua
strada
,
poichè
la
compagna
le
sarebbe
caduta
al
fianco
fra
breve
.
E
per
una
satanica
raffinatezza
della
fantasia
,
una
folla
di
episodii
rosei
le
corse
incontro
;
e
per
malvagia
associazione
d
'
idee
,
ella
ricordò
alcune
pagine
lette
sbadatamente
o
alcuni
discorsi
distrattamente
ascoltati
sulla
legge
di
selezione
,
sulla
matematica
necessità
della
morte
precoce
....
La
fanciulla
era
senza
dubbio
inadatta
a
sostenere
gli
attriti
dell
'
esistenza
,
e
portava
in
sè
le
mortali
ferite
d
'
una
vecchia
razza
esausta
.
Ella
pareva
essere
stata
concepita
in
una
notte
di
nevrosi
,
per
un
desiderio
fiacco
e
metodico
:
imperfetta
opera
di
due
creature
incatenate
da
vincoli
legali
e
fittizii
,
Roberta
aveva
già
troppo
resistito
alle
raffiche
forti
e
alle
acute
brezze
micidiali
;
poichè
,
prima
di
lei
,
i
fratelli
erano
stati
travolti
,
e
dopo
lei
,
Emilia
sola
aveva
rievocato
il
buon
tipo
originario
;
e
dopo
Emilia
,
i
fratelli
di
nuovo
erano
tutti
scomparsi
in
piccola
età
.
Ora
,
cotesta
differenza
di
nervi
,
di
muscoli
,
di
forze
,
aveva
più
volte
in
Emilia
risvegliato
l
'
antipatia
latente
dei
sani
per
i
malati
,
l
'
antipatia
bruta
d
'
un
corpo
vivido
e
fresco
per
un
corpo
fradicio
e
passo
.
"
Tu
ti
leghi
a
un
mostro
,
-
le
susurrava
lo
spirito
loico
.
-
I
tuoi
sforzi
non
serviranno
se
non
a
prolungare
un
'
agonia
e
a
trasmetterti
i
germi
,
dai
quali
per
maraviglia
di
natura
ti
sei
salvata
.
"
E
alla
sentenza
,
che
sembrava
macabramente
scritta
con
le
ossa
d
'
uno
scheletro
sulla
via
sperduta
dell
'
avvenire
,
tosto
succedeva
la
reazione
generosa
,
esagerata
;
e
per
punirsene
,
Emilia
avrebbe
dato
intera
l
'
esistenza
propria
,
e
contratto
volonterosamente
i
germi
della
malattia
atroce
.
Poichè
il
sordo
antagonismo
non
giaceva
soltanto
in
fondo
alla
sua
coscienza
;
ma
con
disperata
tristezza
erasi
dovuta
persuadere
che
anche
nell
'
anima
di
Roberta
andava
cristallizzandosi
un
rancore
quasi
animale
contro
la
sanità
e
la
procacità
inconscia
di
lei
,
contro
il
suo
avvenire
,
contro
la
facoltà
di
goder
le
gioie
,
cui
ella
,
Roberta
,
non
avrebbe
avvicinato
mai
....
Certi
misteriosi
allontanamenti
,
certi
risvegli
di
violenta
simpatia
,
nei
quali
la
fanciulla
soffocava
una
voce
imperiosa
e
sconsigliata
,
avevano
quella
sola
spiegazione
.
Mai
come
quando
le
due
sorelle
si
gettavano
una
nelle
braccia
dell
'
altra
,
mai
come
allora
eran
così
fresche
reduci
dall
'
odio
,
mai
come
allora
avevan
sentito
passar
sulle
reni
una
cosa
viscida
e
molle
,
che
si
chiama
ribrezzo
.
Anche
in
quel
giorno
in
cui
lo
spavento
rinasceva
con
la
tenera
sollecitudine
,
l
'
istinto
oscuro
aveva
arrestato
Emilia
,
uscita
appena
dalla
camera
di
Roberta
:
"
Perchè
ti
affatichi
?
-
le
fischiava
all
'
orecchio
.
-
L
'
ha
detto
ella
stessa
:
il
suo
male
ritorna
e
bisogna
ch
'
ella
muoia
.
Vuoi
contrastare
il
passo
a
una
legge
sovrumana
?
"
Una
scampanellata
la
richiamò
interamente
;
doveva
essere
il
dottor
Noli
,
il
medico
del
paese
,
che
con
l
'
esperienza
di
chi
ha
visto
innumerevoli
casi
d
'
una
stessa
malattia
,
aveva
fortificato
,
la
sua
teorica
mediocre
.
Emilia
andò
ella
medesima
ad
aprire
;
la
mano
tremava
d
'
impazienza
,
volgendo
due
volte
la
chiave
nella
toppa
,
Sul
ripiano
stavano
la
cameriera
e
un
uomo
,
che
Emilia
non
ravvisò
sùbito
.
-
Il
medico
non
c
'
era
,
-
disse
la
domestica
.
-
È
andato
a
Genova
;
mi
hanno
indicato
il
signore
;
è
medico
anch
'
egli
e
si
trova
qui
per
i
bagni
.
Ho
pregato
lui
di
accorrere
;
non
voleva
,
ma
l
'
ho
persuaso
,
perchè
il
dottor
Noli
non
tornerà
fino
a
domani
....
Ho
fatto
bene
?
Le
pare
?
...
Mentre
parlava
la
cameriera
,
Emilia
aveva
dato
il
passo
all
'
uomo
.
Cesare
Lascaris
entrò
,
mormorando
un
saluto
.
Emilia
gli
gettò
uno
sguardo
:
era
alto
,
elegante
,
bruno
in
viso
;
dimostrava
alcuni
anni
più
dei
trenta
.
La
giovane
lo
conosceva
per
averlo
visto
in
paese
qualche
volta
.
-
È
dottore
,
lei
?
-
gli
domandò
bruscamente
,
guardandolo
dritto
in
faccia
.
-
Perchè
non
sta
a
Genova
?
Come
può
essere
qui
in
ozio
,
se
è
dottore
?
...
Si
tratta
della
vita
di
mia
sorella
....
Cesare
Lascaris
consegnò
l
'
ombrello
gocciolante
alla
domestica
,
e
sorrise
tranquillo
.
-
Se
si
tratta
d
'
un
caso
grave
,
sarà
forse
inutile
perder
tempo
in
spiegazioni
che
darò
dopo
,
-
rispose
.
-
Non
appena
giungerà
l
'
amico
mio
dottor
Noli
,
gli
cederò
il
posto
;
ma
intanto
,
se
si
tratta
d
'
un
caso
grave
...
Si
fermò
,
annoiato
di
dover
ripetersi
,
della
diffidenza
che
l
'
accoglieva
,
della
penombra
che
le
imposte
chiuse
stendevano
nel
salotto
e
che
gl
'
impediva
di
veder
bene
in
volto
la
sua
nemica
;
ma
l
'
abitudine
gli
smorzò
sùbito
la
voce
un
po
'
vibrante
.
-
S
'
accomodi
,
-
offerse
Emilia
,
vergognosa
del
primo
impeto
.
-
Mia
sorella
ha
avuto
stamane
uno
sbocco
di
sangue
....
Allora
,
innanzi
di
passar
nella
camera
dell
'
ammalata
,
Cesare
Lascaris
propose
una
serie
di
domande
imbarazzanti
su
Roberta
,
mentre
Emilia
a
testa
bassa
di
fronte
a
lui
rispondeva
precisa
e
chiara
,
con
una
mal
celata
animosità
contro
l
'
uomo
,
il
quale
aveva
diritto
a
conoscere
ogni
fatto
intimo
della
vita
fisica
d
'
una
vergine
.
II
.
Uno
scoglio
scabro
crivellato
dalle
trafitte
secolari
dei
marosi
,
si
tuffava
nel
mare
ardendo
sotto
il
sole
:
era
uno
scoglio
grigio
,
su
cui
il
piede
s
'
incastrava
fra
le
spaccature
;
spesso
era
uno
scoglio
bruno
,
quando
la
spuma
crepitante
giungeva
a
superarlo
,
colando
ai
fianchi
in
piccoli
torrenti
lattei
.
Nella
cabina
drizzata
a
ridosso
delle
rocce
sovrastanti
alla
spiaggia
,
Emilia
vestì
l
'
abito
pel
mare
;
un
abito
tutto
candido
,
costellato
di
fioretti
d
'
oro
con
le
foglioline
d
'
oro
;
i
piccoli
piedi
ricoverati
nei
sandali
,
ella
tentò
studiosamente
lo
scoglio
che
li
afferrava
come
nel
pugno
d
'
un
innamorato
;
s
'
avanzò
,
cercò
il
proprio
riflesso
nell
'
onda
,
si
buttò
a
capofitto
,
sparve
,
riapparve
lontana
,
tagliando
con
le
braccia
nude
l
'
acqua
ritmicamente
.
L
'
acqua
!
Emilia
l
'
aveva
sempre
temuta
e
vi
si
abbandonava
con
un
piacere
non
privo
di
fremiti
....
L
'
acqua
che
poteva
essere
la
morte
,
l
'
onda
che
aveva
la
forza
di
dieci
leoni
scatenati
,
l
'
acqua
e
l
'
onda
l
'
attiravano
,
le
parlavano
,
la
cullavano
perfidamente
,
ed
Emilia
non
sapeva
se
un
giorno
non
si
sarebbero
chiuse
sopra
la
sua
testa
,
eternando
la
conquista
giovanile
.
Il
corpo
di
lei
,
peregrinando
nell
'
abisso
tra
le
gòrgoni
,
avrebbe
seguito
le
correnti
sotto
il
piano
del
mare
;
con
gli
occhi
spalancati
avrebbe
visto
gli
scafi
delle
navi
sommerse
,
i
resti
dei
naviganti
deformi
e
tentacolari
per
i
filamenti
delle
alghe
....
Laggiù
avevan
tomba
molti
cadaveri
d
'
uomini
e
di
donne
,
ancòra
paludati
dalle
vele
entro
le
barche
,
o
avviluppati
ancòra
tra
le
erbe
viscide
....
Ma
non
godevano
quiete
e
sentivano
la
vita
mostruosa
che
pullulava
intorno
a
loro
.
Pel
brivido
che
quei
pensieri
le
scandevano
sulle
reni
e
sugli
òmeri
,
Emilia
si
spinse
allo
scoglio
,
lo
risalì
,
e
in
un
accappatoio
bianco
dal
cappuccio
aguzzo
stette
a
guardare
la
superficie
maliarda
,
un
po
'
gonfia
all
'
orizzonte
.
Il
sole
violento
bruciava
lo
scoglio
e
la
spiaggia
;
la
donna
,
i
gomiti
sulle
ginocchia
e
la
testa
fra
le
mani
,
tornò
a
imbrancarsi
nel
gregge
silente
delle
sue
fantasie
,
delle
memorie
senza
forma
,
delle
sensazioni
vibrate
a
un
tratto
nel
cervello
,
le
quali
parevano
uscire
un
attimo
da
una
guaina
di
cose
vissute
.
Emilia
non
era
più
fanciulla
,
ma
era
stata
donna
per
così
poco
tempo
,
che
i
guanciali
del
suo
letto
avevan
dimenticato
l
'
impronta
d
'
una
testa
maschile
e
la
luce
del
suo
corpo
risplendeva
nell
'
alcova
deserta
.
Era
vedova
da
due
anni
;
ma
il
desiderio
di
chiudere
la
solitudine
dell
'
anima
le
faceva
sembrar
quel
tempo
assai
lontano
.
Aveva
gli
occhi
grigi
;
i
capelli
neri
avvolti
intorno
alla
testa
e
attorti
presso
le
orecchie
,
davano
qualche
riflesso
d
'
acciaio
.
Ella
entrava
sola
nel
talamo
e
sola
riposava
.
Le
era
avvenuto
forse
di
svegliarsi
nella
notte
e
d
'
irritarsi
per
uno
di
quegli
arguti
sogni
,
che
non
lascian
tregua
,
popolano
la
mente
di
fiamme
,
soffiano
sulle
carni
;
le
era
avvenuto
forse
di
stendere
le
braccia
disperatamente
nell
'
ombra
,
e
di
piegarsi
ad
arco
sotto
lo
spasimo
del
sogno
che
sfiora
e
sfugge
....
Ma
giungeva
l
'
alba
a
quietarla
,
e
il
torpore
invece
del
sonno
....
Si
guardava
nello
specchio
al
mattino
,
e
vedeva
sotto
gli
occhi
puri
un
livido
cerchio
.
Anch
'
ella
navigava
per
un
ampio
oceano
di
dubbii
;
non
aveva
mai
trovato
chi
la
guardasse
senza
invidia
o
senza
libidine
;
stupita
che
tutto
ponesse
capo
all
'
odio
o
all
'
amore
,
avrebbe
voluto
un
senso
nuovo
e
tranquillo
.
I
suoi
pensieri
sfilavano
come
una
torma
di
volpi
azzurre
sul
disco
bianco
della
luna
;
si
disperdevano
,
s
'
interrompevano
,
riprendevano
tutto
il
giorno
fra
lo
svolgersi
isocrono
d
'
una
vita
femminile
incapace
a
mutar
l
'
avvenire
con
la
sola
forza
della
propria
volontà
.
Emilia
era
votata
al
destino
,
tremendo
nella
sua
indomabile
dolcezza
,
che
aspetta
la
donna
,
bella
e
giovane
.
Nessuno
avrebbe
potuto
dubitarne
;
un
altro
uomo
sarebbe
arrivato
a
conquistarla
poichè
era
giovane
e
bella
.
Doveva
vivere
le
delizie
meschine
dell
'
amore
;
traversare
le
foreste
millenarie
della
passione
,
che
tutte
le
donne
pari
a
lei
hanno
traversato
.
Ella
non
possedeva
memorie
d
'
amore
,
le
quali
non
fossero
anche
ricordi
di
morte
.
Se
si
chiedeva
chi
l
'
aveva
baciata
,
si
rispondeva
che
chi
l
'
aveva
baciata
era
morto
,
lasciando
la
sua
giovanezza
in
mezzo
a
un
cumulo
di
rovine
;
una
chiara
fonte
in
un
parco
abbandonato
.
Ma
da
qualche
tempo
i
sogni
molestavano
la
sua
alcova
deserta
,
e
anche
sotto
la
selvaggia
prepotenza
della
luce
diurna
,
Emilia
avrebbe
potuto
stendere
le
braccia
e
sentir
fuggire
nell
'
aria
i
fantasmi
quasi
afferrabili
,
divenutile
crudelmente
familiari
.
Il
corpo
roseo
tra
la
pelurie
bianca
dell
'
accappatoio
sembrava
chiamar
quei
fantasmi
,
nascenti
dalla
mollizie
del
bagno
,
ridenti
nel
gorgogliare
delle
acque
,
un
istante
prima
così
funeste
e
minacciose
.
Era
la
vita
,
l
'
anima
incoercibile
della
giovanezza
,
da
cui
i
raggi
si
espandevano
con
lunga
chioma
di
luce
;
sciogliendo
l
'
accappatoio
per
rivestire
l
'
abito
da
passeggio
,
tutto
il
fulgore
delle
membra
prorompeva
,
saliva
,
stupiva
ella
medesima
....
Quante
volte
non
aveva
sentito
che
la
dimane
era
certa
,
e
la
dissoluzione
aspettava
ogni
sua
grazia
mortale
,
così
gelosamente
ornata
di
cure
assidue
?
Ma
il
giorno
era
pigro
,
lentissimo
,
in
quella
campagna
marina
.
Dal
sorgere
del
sole
al
calar
della
luna
sembravano
passare
dei
secoli
;
dal
frinire
delle
cicale
al
gracchiar
delle
rane
,
era
un
giorno
e
un
'
epopea
di
sensazioni
.
Il
mare
solo
,
il
cielo
solo
bastavano
per
una
sfilata
gigantesca
di
spiriti
senza
nome
.
La
folla
aveva
dimenticato
il
piccolo
paese
.
Non
v
'
erano
alberghi
:
visto
dal
mare
era
un
gruppo
e
una
distesa
d
'
edifici
spinti
fino
all
'
ultimo
limite
della
terra
,
ove
l
'
acqua
spaziava
o
si
drizzava
nella
furia
delle
tempeste
.
Dietro
il
vivente
ammasso
di
case
si
snodava
la
strada
,
che
dall
'
altro
lato
,
verso
le
colline
,
aveva
alcune
ville
non
illustri
,
coi
giardini
grigi
per
il
predominio
degli
ulivi
.
E
tutti
i
giorni
Emilia
tornava
,
dal
bagno
alla
villetta
,
ove
l
'
attendevano
Roberta
e
le
piccole
cose
le
quali
aiutano
a
precipitar
le
ore
:
un
libro
,
una
lettera
,
un
discorso
con
Roberta
appena
convalescente
,
una
passeggiata
per
le
camere
ombrose
.
Ma
,
breve
come
un
lampo
o
lungo
come
uno
spasimo
,
imperava
il
sogno
sognato
ad
occhi
aperti
sopra
una
poltrona
a
dondolo
;
e
le
due
sorelle
abbandonate
nelle
due
poltrone
,
sognavano
ad
occhi
aperti
con
le
mani
sulle
ginocchia
in
atteggiamento
da
idoli
insensibili
;
mentre
quel
tempo
precipitava
,
che
esse
dovevano
piangere
in
avvenire
per
l
'
ineffabile
attrattiva
delle
cose
perdute
.
Dì
sera
,
il
giardino
era
tutto
una
festa
;
certi
fiori
non
s
'
aprivano
se
non
nell
'
umidità
dell
'
ombra
,
ed
effondevano
un
odor
vellutato
,
un
odor
misterioso
di
notte
romantica
ed
antica
.
Fra
i
bassi
filari
degli
aranci
,
migliaia
di
lucciole
nottiludie
trescavano
,
vibrando
i
piccoli
lampi
verdognoli
,
alternando
la
loro
luce
così
,
da
sembrare
la
fosforescenza
delle
acque
sotto
i
raggi
di
luna
.
Erano
disposte
a
brevi
intervalli
sapienti
;
volavano
e
lampeggiavano
ad
intervalli
,
s
'
innalzavano
fin
sopra
la
casa
e
ritornavano
ai
filari
degli
alberelli
e
vibravano
la
luce
mite
,
che
bastava
a
inebbriarle
co
'
suoi
giuochi
puerili
.
Emilia
scendeva
nel
giardino
ad
aspirare
il
profumo
selvatico
delle
notti
serene
.
Coglieva
a
volo
nelle
mani
bianche
e
sottili
qualche
lucciola
sperduta
e
la
posava
tra
i
capelli
,
ridendo
in
su
,
verso
Roberta
che
guardava
dalla
finestra
.
I
cani
abbaiavano
invisibili
,
sui
colli
neri
;
i
palmizii
non
si
muovevano
per
alito
d
'
aria
;
il
silenzio
massimo
non
era
calato
per
anco
sulla
terra
,
ma
già
i
romori
s
'
affievolivano
a
grado
a
grado
.
In
breve
il
sonno
penetrava
negli
umili
edifizii
,
mentre
tutte
le
cose
non
umane
proseguivano
il
loro
ciclo
eterno
,
senza
fatica
.
Ma
innanzi
al
letto
,
Emilia
si
chiedeva
s
'
ella
pure
avrebbe
dormito
.
Le
pareva
che
inutilmente
la
sua
alcova
fosse
chiusa
:
qualcuno
vi
passeggiava
in
ispirito
ogni
sera
.
Inutilmente
celava
il
suo
corpo
sotto
vesti
senza
linee
:
qualcuno
l
'
aveva
già
posseduto
in
ispirito
e
conosceva
l
'
arco
mortifero
del
suo
braccio
,
ove
la
testa
dell
'
amante
avrebbe
riposato
presso
il
seno
.
Le
vecchie
regole
morali
che
avevano
fiancheggiate
la
sua
adolescenza
,
e
a
cui
Emilia
ricorreva
per
salvezza
,
si
rivelavano
goffe
come
una
processione
di
gesuiti
attraverso
a
una
folla
di
donna
scarlatte
.
Altre
volte
,
ogni
formula
imperativa
era
agevole
,
un
sentiero
diritto
per
una
campagna
senza
sterpi
;
ma
procedendo
,
a
poco
a
poco
la
strada
invasa
da
viluppi
d
'
erba
tenace
,
si
smarriva
in
una
palude
di
verde
sdrucciolo
.
E
le
idee
scarne
assolute
dei
tempi
rosei
mutavano
in
una
fuga
di
statue
,
a
cui
il
cuore
appendeva
corone
di
rimpianto
o
di
rimorso
....
Così
,
prima
che
sorgesse
il
dramma
,
la
giornata
simmetrica
si
dissolveva
nel
circolo
del
tempo
.
III
.
Mentre
Cesare
Lascaris
percorreva
la
strada
ineguale
,
a
piccole
salite
e
a
piccole
discese
,
tra
il
villaggio
e
Pieve
di
Sori
,
Emilia
comparve
ritornando
dal
bagno
,
per
un
viottolo
di
fianco
digradante
al
mare
.
Aveva
un
gaio
abito
lilla
,
e
camminava
con
passo
così
leggero
,
che
non
avrebbe
lasciato
orma
se
il
terriccio
fosse
stato
di
cera
liquefatta
.
Portava
alta
la
testa
,
un
po
'
indietro
;
fra
le
labbra
semichiuse
apparivano
i
denti
candidi
.
Ambedue
i
giovani
eran
diretti
verso
Pieve
,
a
una
passeggiata
;
da
parecchi
giorni
non
si
erano
visti
.
Emilia
gradì
l
'
offerta
d
'
accompagnarla
.
Imperava
dovunque
una
molle
rilassatezza
.
La
campagna
verde
,
a
sinistra
,
inturgidiva
sotto
il
calor
sensuale
;
oltre
la
strada
,
a
destra
,
il
mare
si
stendeva
ampio
;
e
tra
i
due
azzurri
cupi
del
cielo
e
delle
acque
,
una
vela
,
porporina
di
raggi
,
somigliava
a
una
svelta
lingua
di
fuoco
.
Era
uno
di
quei
giorni
frequenti
,
in
cui
la
complessa
vita
d
'
ogni
cosa
ha
una
solennità
d
'
indimenticabile
concordia
;
e
dagli
umili
ai
più
alti
gradi
della
scala
creativa
,
tutto
gioisce
d
'
un
benessere
il
quale
sembra
eterno
,
senza
possibilità
di
mutamenti
,
senza
ricordi
d
'
altri
stati
meno
giocondi
.
Nulla
rammentava
il
tempo
,
la
parabola
triste
,
la
decadenza
,
la
morte
;
era
nell
'
aria
una
galoppata
di
note
ilari
,
un
inno
d
'
oblio
e
d
'
impassibilità
quasi
non
crudele
per
ogni
miseria
.
Emilia
aperse
il
parasole
bianco
a
merletti
:
intorno
alla
testa
e
alle
spalle
,
le
sfolgorò
uno
scudo
rotondo
,
una
parma
di
luce
scintillante
.
Ella
sentiva
la
gioia
d
'
essere
tra
quella
pomposa
gioia
di
vita
;
Cesare
al
suo
fianco
,
ritraendosi
un
poco
,
la
studiava
furtivamente
.
Parlarono
,
sul
principio
,
di
cose
leggère
,
variazioni
di
temi
comuni
cui
era
troppo
difficile
sfuggire
in
quel
giorno
:
la
tranquillità
della
campagna
,
i
paragoni
tra
la
campagna
e
la
città
,
furono
i
temi
.
Poi
Emilia
parlò
di
sua
sorella
.
Percorrevano
allora
l
'
ultimo
tratto
di
strada
nelle
vicinanze
di
Pieve
;
a
destra
,
il
muricciuolo
di
riparo
era
finito
,
e
sul
pendio
scendente
alla
spiaggia
,
i
pini
marittimi
svelti
s
'
arrampicavano
,
chiudendo
tra
i
naturali
intercolunnii
le
trasparenti
chiazze
dell
'
acqua
cerulea
.
Emilia
,
di
tempo
in
tempo
,
guardava
Cesare
in
volto
,
ed
egli
vedeva
i
due
occhi
grigi
sotto
le
ale
delicate
delle
sopracciglia
fissarsi
in
lui
con
espressione
di
grande
fiducia
.
Molte
piccole
cose
significanti
erano
avvenute
,
da
quando
la
cameriera
di
Emilia
era
corsa
a
cercarlo
per
supplire
momentaneamente
il
dottor
Noli
al
letto
di
Roberta
.
Cesare
aveva
preso
vivo
interesse
alla
malattia
di
questa
,
aveva
confortato
Emilia
con
parole
d
'
amicizia
,
le
quali
eran
giunte
strane
e
inaspettate
a
lui
medesimo
;
e
allorchè
Roberta
s
'
era
infine
potuta
levare
,
l
'
opera
del
buon
dottor
Noli
era
parsa
alle
due
sorelle
ancor
meno
efficace
,
ancor
meno
provvidenziale
che
il
soccorso
opportuno
di
Cesare
.
E
,
-
fra
le
grandi
cose
,
-
dal
giorno
in
cui
la
malattia
aveva
fatto
la
sua
ricomparsa
,
qualche
legame
non
visibile
aveva
aggiogato
le
due
donne
alla
sorte
del
giovane
;
l
'
invitto
soffio
del
destino
aveva
sfiorato
le
tre
esistenze
.
-
Dunque
,
-
domandò
Emilia
,
acuendo
l
'
intensità
dello
sguardo
,
-
Ella
non
crede
mortale
la
malattia
di
Roberta
?
Fra
tanti
medici
consultati
,
non
uno
mi
ha
detto
chiaramente
si
trattasse
d
'
etisia
....
Se
fosse
altro
,
una
cosa
semplice
?
Non
è
possibile
?
Mi
dica
....
Cesare
pensava
all
'
immancabile
fatalità
che
tutti
quanti
sono
a
fianco
d
'
un
ammalato
s
'
ingannino
sull
'
importanza
e
sui
progressi
del
morbo
.
Il
bisogno
di
sperare
è
testardo
nell
'
uomo
;
e
Cesare
aveva
udito
parecchie
volte
i
consanguinei
negar
l
'
evidenza
,
e
gioire
del
miglioramento
che
precede
di
ventiquattr
'
ore
la
morte
.
-
È
possibile
,
senza
dubbio
,
-
egli
affermò
,
dopo
essersi
interrogato
e
risposto
che
non
aveva
alcun
motivo
a
mostrarsi
rudemente
sincero
.
-
La
signorina
Roberta
è
assai
giovane
,
e
,
oltre
questo
,
ogni
momento
s
'
incontrano
dei
casi
di
guarigione
spontanea
.
-
Non
è
vero
?
-
esclamò
Emilia
,
arrestandosi
un
attimo
.
-
Essa
è
uscita
dal
letto
,
passeggia
,
si
nutre
volontieri
;
sta
proprio
bene
....
Come
potrebbe
riammalarsi
?
...
Cesare
lanciò
alla
donna
uno
sguardo
non
visto
.
Quella
fede
assurda
,
quell
'
inganno
puerile
,
in
cui
Emilia
cadeva
,
pel
solo
indizio
che
i
moribondi
giacciono
a
letto
e
Roberta
era
in
piedi
,
commossero
l
'
uomo
,
il
quale
sapeva
l
'
avvenire
.
Trovò
dolce
essere
assurdo
a
sua
volta
e
negar
l
'
evidenza
,
come
una
sfida
al
domani
....
.
-
Non
dubiti
,
-
soggiunse
,
-
è
certo
che
altre
crisi
non
si
presenteranno
.
-
Anche
il
dottor
Noli
me
lo
ha
fatto
sperare
....
Sarebbe
così
terribile
!
-
mormorò
Emilia
,
rivedendo
con
la
memoria
la
giornata
di
sangue
.
-
Abbiamo
tanto
sofferto
,
l
'
ultima
volta
!
...
ed
io
ho
accolto
Lei
in
un
modo
abbastanza
strano
,
-
aggiunse
mentre
sorrideva
quasi
umilmente
.
Oh
sì
,
in
modo
strano
;
lo
pensava
anche
Cesare
,
il
quale
per
l
'
abitudine
di
ricercar
le
cause
,
da
qualche
tempo
andava
studiando
le
ragioni
che
lo
avevano
indotto
,
a
frequentare
la
casa
delle
due
sorelle
;
e
aveva
creduto
trovarne
una
,
nella
orgogliosa
necessità
di
farsi
ben
conoscere
,
di
mostrarsi
migliore
di
quanto
egli
non
fosse
,
poichè
ancòra
gli
stillava
nell
'
animo
la
ferita
dell
'
ingiusta
diffidenza
.
Ma
pronunziò
sùbito
alcune
frasi
comuni
,
per
rassicurare
Emilia
sulla
impressione
di
quella
accoglienza
;
ed
egli
stesso
in
fondo
all
'
animo
sentiva
una
curiosa
tenerezza
per
la
ruvidità
inabituale
,
che
la
donna
aveva
mostrato
nel
terribile
giorno
di
paura
e
di
sollecitudine
.
-
Roberta
è
tutta
la
mia
vita
,
-
ella
disse
.
-
Quando
non
vi
fossero
tra
me
e
lei
così
stretti
vincoli
di
parentela
,
basterebbe
la
delicatezza
della
sua
salute
per
rendermela
cara
,
preziosa
....
Per
ciò
,
ho
diritto
a
sapere
,
come
una
madre
;
ho
diritto
a
non
essere
ingannata
pietosamente
.
Ancòra
la
franchezza
delle
parole
piacque
al
Lascaris
,
quantunque
fosse
ben
lungi
dal
riconoscere
quel
diritto
,
o
almeno
la
necessità
di
obbedirgli
.
Ella
taceva
,
guardando
alcune
donne
,
le
quali
andavano
a
rivendere
,
con
un
canestro
di
pesce
o
di
frutta
sulla
testa
;
due
carri
uno
dietro
l
'
altro
,
a
quattro
o
cinque
cavalli
in
fila
,
romoreggiavano
pesantemente
,
e
nella
discesa
il
freno
guaiva
sui
toni
più
striduli
.
Cesare
approfittò
dell
'
attenzione
ch
'
ella
prestava
allo
spettacolo
caratteristico
,
per
osservare
con
qualche
agio
la
sua
compagna
.
Appariva
tranquillamente
superba
di
bellezza
;
irradiato
dal
senso
di
equilibrio
ch
'
era
in
ogni
cosa
intorno
,
il
volto
calmo
aveva
particolari
squisiti
:
gli
occhi
grigi
a
mandorla
ornati
di
ciglia
lunghe
,
il
naso
diritto
con
piccole
narici
,
la
bocca
purissima
dalle
labbra
vive
.
Conservava
fresche
le
linee
,
che
il
male
aveva
atrofizzate
o
guaste
in
Roberta
;
onde
,
la
figura
era
snella
,
la
elasticità
delle
membra
era
nel
passo
libero
e
ritmico
,
nei
movimenti
di
grazia
,
nella
stessa
curva
del
braccio
e
della
mano
,
con
cui
sosteneva
l
'
ombrellino
presso
la
spalla
.
Infine
,
coi
capelli
neri
,
potenti
di
attrazione
,
ella
risvegliava
l
'
imagine
di
una
donna
orientale
,
e
ancòra
molte
imagini
di
obliosa
mollezza
in
qualche
stupendo
gineceo
.
-
Come
si
sta
bene
,
qui
!
-
riprese
,
guardandosi
in
giro
.
-
Noi
volevamo
partir
dopo
i
bagni
,
ma
il
dottor
Noli
....
-
Certo
,
-
esclamò
il
Lascaris
vivamente
.
-
Sarebbe
pericoloso
ricondurre
la
signorina
a
Milano
durante
l
'
inverno
.
-
Per
ciò
,
rimarremo
.
Ho
già
prolungato
l
'
affitto
per
tutta
la
stagione
invernale
....
Il
paese
è
tanto
tranquillo
....
E
s
'
interruppe
,
aspettando
ch
'
egli
dicesse
se
partiva
dopo
i
bagni
;
ma
l
'
uomo
tacque
,
sembrandogli
stranamente
che
l
'
annunzio
avrebbe
preso
un
significato
d
'
intenzione
.
-
Siamo
a
Pieve
,
-
egli
disse
,
con
un
gesto
alle
case
,
dove
la
piccola
discesa
moriva
.
-
Vuole
andare
avanti
?
-
No
;
riposo
un
poco
,
e
poi
ritorno
.
Emilia
traversò
la
strada
,
scelse
un
rialzo
coperto
di
spessa
erba
,
verso
il
mare
,
e
sedette
.
Cesare
restò
in
piedi
,
contemplandola
.
"
Com
'
è
bella
!
"
-
pensò
fanciullescamente
.
Per
vent
'
anni
di
vita
vera
,
e
per
dieci
di
professione
medica
,
egli
non
aveva
conosciuto
se
non
il
piacere
comune
,
e
s
'
era
fatta
l
'
abitudine
di
ricevere
le
lettere
femminili
che
parlassero
d
'
una
voluttà
testè
morta
,
e
ne
promettessero
altre
per
la
dimane
.
Dell
'
amore
,
nulla
più
gli
era
noto
:
non
gli
ostacoli
stimolanti
,
non
i
contrasti
gravi
,
non
alcuna
delle
condizioni
per
le
quali
la
necessità
fisica
si
purifica
.
Egli
aveva
appena
assaggiato
qua
e
là
,
gustosamente
.
Ma
in
quell
'
ora
,
a
fianco
d
'
Emilia
,
Cesare
cominciava
a
provare
una
specie
di
deliziosa
angoscia
,
turbato
dal
presentimento
del
destino
.
-
Sì
,
è
molto
tranquillo
il
villaggio
,
-
egli
soggiunse
,
-
e
ci
si
diventa
molto
pigri
.
Io
non
mi
occupo
di
nulla
,
e
non
trovo
tempo
di
scrivere
agli
amici
.
-
Io
pure
,
-
disse
Emilia
sorridendo
,
-
non
ho
che
abitudini
d
'
ozio
....
Essi
erano
perduti
,
dimenticati
in
fondo
al
paese
.
I
treni
passavano
frequentissimi
,
trascinando
gente
ignota
a
ignote
fortune
;
ma
in
gran
parte
procedevano
oltre
,
e
non
rimaneva
nell
'
aria
se
non
l
'
eco
d
'
un
fischio
stridente
,
e
qualche
latteo
globo
di
vapore
.
A
mezz
'
ora
di
cammino
,
a
Nervi
,
la
vita
era
già
più
intensa
;
la
rinomanza
de
'
suoi
alberghi
e
la
bellezza
della
sua
marina
vi
chiamavano
ogni
anno
una
varia
folla
di
stranieri
,
malati
d
'
anima
o
di
corpo
,
o
abituati
a
climi
tepenti
.
E
intensissima
,
febbrile
,
tumultuosa
,
era
la
vita
a
Genova
,
dove
Emilia
,
per
unica
distrazione
,
si
recava
spesso
con
Roberta
.
Lasciata
la
carrozza
,
le
due
sorelle
andavano
a
passeggio
per
le
grandi
vie
e
per
le
viuzze
stipate
di
botteghe
,
quasi
ad
un
viaggio
d
'
esplorazione
,
su
per
le
lunghe
salite
,
a
capriccio
,
felici
quando
arrivavan
da
sole
a
qualche
altura
,
che
dominasse
la
città
,
il
porto
,
il
mare
ampio
e
multicolore
.
Non
conoscevano
persona
,
a
Genova
;
non
capivano
una
parola
dei
dialetto
serrato
ed
aspro
;
godevano
di
sentirsi
forestiere
,
e
di
passare
a
fianco
d
'
una
folla
che
le
ignorava
;
l
'
andirivieni
della
gente
,
il
frastuono
dei
carri
,
la
sfilata
fitta
dei
negozii
,
davan
loro
l
'
idea
d
'
un
gran
mercato
sempre
in
tumulto
;
e
diversamente
che
a
Milano
,
ove
sapevano
a
memoria
i
nomi
delle
ditte
principali
,
e
credevano
sapere
tutte
le
abitudini
della
città
,
-
gustavano
a
Genova
ogni
volta
qualche
cosa
imprevista
,
e
osservavano
l
'
ansia
della
vita
romorosa
,
estranee
come
a
uno
spettacolo
.
Sul
tardi
riprendevano
la
carrozza
per
tornare
a
casa
,
raccomandando
al
cocchiere
di
non
frustar
troppo
.
Esse
temevano
un
poco
;
ma
la
gita
le
divertiva
appunto
perchè
le
discese
ripidissime
,
la
strada
spesso
parallela
alla
via
ferrata
,
incutevano
un
'
ombra
d
'
attraente
pericolo
.
Qualche
volta
,
il
treno
le
sopraggiungeva
,
rapido
e
formidabile
;
e
il
cavallo
,
fermo
innanzi
alle
barriere
,
drizzava
le
orecchie
,
volgeva
la
testa
a
guardare
.
Era
l
'
attimo
più
commovente
della
passeggiata
;
le
giovani
si
stringevano
la
mano
,
sorridendo
.
Il
mare
pompeggiava
,
solenne
di
quieta
potenza
;
le
ville
davano
al
paesaggio
la
nota
leggiadra
o
maestosa
,
incensando
l
'
aria
coi
profumi
dei
giardini
,
e
tagliando
il
cielo
puro
coi
ricami
aggrovigliati
o
con
le
punte
argute
degli
alberi
.
Di
frequente
il
sole
era
tramontato
,
e
la
carrozza
saliva
ancòra
l
'
ultima
ascesa
tra
Nervi
e
Sant
'
Erasmo
;
i
monelli
sulle
porte
schiamazzavano
;
qualche
carro
,
con
le
ruote
pesanti
affondate
nel
terriccio
,
ingombrava
la
strada
,
e
nella
penombra
risonavano
gli
aizzamenti
gutturali
degli
uomini
,
i
tintinnabuli
dei
muli
e
dei
cavalli
inarcati
a
trarre
il
veicolo
.
Arrivavano
a
casa
,
le
due
sorelle
,
quando
già
i
fanali
modesti
fiammellavano
sul
verde
cancello
del
giardino
;
correvano
,
salivan
presto
le
scale
,
trovavan
l
'
uscio
spalancato
e
la
cameriera
impaziente
.
Sulla
tavola
lumeggiata
da
un
'
alta
lucerna
a
colonna
,
la
tovaglia
,
il
vasellame
,
le
posate
mandavano
bagliori
;
e
la
serata
cominciava
,
tutta
bella
d
'
intimità
.
Non
v
'
erano
se
non
i
radi
colpi
di
tosse
,
che
potessero
mettere
sul
volto
d
'
Emilia
una
nube
fugace
....
-
Vuole
che
torniamo
?
-
disse
a
un
tratto
la
donna
,
alzandosi
e
incamminandosi
.
Essi
ripresero
la
via
,
involuti
nella
sensazione
della
complessa
irresponsabilità
delle
cose
,
la
quale
sovraneggiava
ovunque
.
-
I
suoi
amici
stanno
a
Milano
?
-
riprese
quindi
Emilia
,
più
audace
perchè
rifletteva
sempre
troppo
tardi
.
-
Quasi
tutti
,
-
disse
Cesare
.
-
Ma
veri
amici
non
ne
ho
:
colleghi
,
compagni
di
studii
,
conoscenze
:
legami
,
infine
,
che
non
resistono
alla
lontananza
....
Mandò
un
respiro
di
sollievo
,
perchè
gli
sembrava
d
'
aver
detto
molto
con
la
parola
legami
.
-
"
Avrà
capito
?
"
-
si
chiedeva
,
studiando
sul
viso
d
'
Emilia
l
'
impressione
della
risposta
.
Ed
Emilia
,
che
camminava
con
lo
sguardo
a
terra
,
parve
ergersi
più
dritta
,
liberata
da
un
peso
invisibile
;
alzò
gli
occhi
,
incontrò
gli
occhi
del
Lascaris
,
e
si
trattenne
a
forza
per
non
sorridergli
.
"
Com
'
è
bella
!
"
-
ripensò
questi
,
un
po
'
umiliato
di
non
trovare
altro
per
lei
.
Ella
non
era
corpo
soltanto
,
ma
uno
spirito
,
un
pensiero
,
un
'
anima
;
e
tuttavia
dal
cuore
di
lui
non
salivano
con
violento
impeto
,
se
non
quelle
tre
parole
,
che
l
'
avrebbero
fatta
arrossire
,
s
'
egli
le
avesse
pronunziate
.
Emilia
fu
punta
da
un
brusco
rimorso
.
Aveva
dimenticato
Roberta
.
Perchè
aveva
potuto
dimenticarla
e
parlarne
tanto
poco
e
non
insistere
sulla
guarigione
inattesa
?
Disse
allora
,
con
voce
tutta
diversa
:
-
Dunque
,
è
ben
certo
,
signor
Lascaris
,
che
possiamo
considerar
salva
Roberta
?
Non
v
'
è
pericolo
d
'
una
ricaduta
,
d
'
un
peggioramento
subitaneo
?
...
Preso
all
'
impensata
,
in
mezzo
a
visioni
così
lontane
dalla
malattia
,
dalla
morte
,
da
quella
giovanetta
,
ch
'
egli
considerava
col
dispregio
compassionevole
d
'
un
artista
per
un
bel
quadro
screpolato
,
Cesare
ebbe
la
tentazione
abbacinante
di
gridare
ad
Emilia
:
"
Non
legarti
a
lei
;
è
condannata
.
Tu
sei
per
la
vita
,
ed
ella
è
per
la
morte
.
Tu
hai
i
diritti
di
quelli
,
che
il
genio
della
specie
ha
creato
a
tutela
della
sua
purezza
,
e
Roberta
ha
i
doveri
di
rinunzia
,
che
il
suo
male
e
il
pericolo
del
contagio
le
impongono
"
.
Esitò
un
lampo
a
rispondere
,
e
già
Emilia
s
'
era
arrestata
,
esclamando
con
voce
angosciosa
:
-
Ma
Lei
non
m
'
inganna
,
dottore
?
Non
avrà
coraggio
di
farmi
sperare
nell
'
assurdo
,
se
fra
poco
?
...
Non
m
'
inganna
,
non
m
'
inganna
?
...
Il
grido
confermò
Cesare
nell
'
assoluta
necessità
d
'
ingannare
.
Le
ansie
precedenti
una
catastrofe
sono
tutte
inutili
,
e
più
torturanti
per
l
'
incertezza
del
giorno
e
del
modo
.
S
'
egli
avesse
detto
la
verità
,
da
quell
'
ora
Emilia
sarebbe
vissuta
in
uno
strazio
continuo
,
col
dovere
continuo
di
portare
una
maschera
intollerabile
di
fronte
all
'
ammalata
.
Quando
l
'
inganno
non
fosse
stato
più
possibile
,
egli
l
'
avrebbe
confortata
,
dimostrandole
la
carità
dell
'
antica
menzogna
.
Afferrò
dunque
la
mano
stesa
dalla
donna
quasi
ad
implorare
,
e
stringendola
nella
sua
,
rispose
con
fermezza
:
-
Le
dò
la
mia
parola
,
signora
,
ch
'
io
non
dubito
dell
'
avvenire
....
La
signorina
Roberta
è
guarita
....
-
Quanto
le
sono
grata
!
-
esclamò
Emilia
,
riprendendo
il
cammino
a
fianco
di
lui
.
Poscia
cedettero
senza
rimorsi
al
piacere
di
parlar
di
sè
,
obliando
un
'
altra
volta
la
fanciulla
.
Quando
passarono
innanzi
al
viottolo
digradante
al
mare
,
pel
quale
Emilia
era
comparsa
e
s
'
era
incontrata
col
Lascaris
,
lo
guardarono
ambedue
un
istante
,
e
trovarono
bellissima
la
scorciatoia
stretta
,
impedita
qua
e
là
dagli
arbusti
scortesi
.
Parlarono
degli
amici
,
figure
scialbe
divenute
più
pallide
in
quell
'
ora
di
porpora
.
Emilia
descrisse
le
sue
conoscenti
,
sfiorandole
con
la
satira
femminile
;
Cesare
usò
la
satira
maschile
,
un
po
'
rude
,
che
aveva
talvolta
la
gravita
d
'
un
rancore
;
e
l
'
iconografia
servì
a
riempire
qualche
lacuna
,
accennando
ai
luoghi
visti
in
tempi
diversi
da
ambedue
,
e
alle
persone
conosciute
dall
'
uno
e
dall
'
altra
.
Infine
,
l
'
ultimo
tratto
di
strada
fu
silenzioso
,
angustiato
dal
prossimo
breve
distacco
e
dal
problema
d
'
occupare
la
giornata
,
il
cui
inizio
era
sorto
pieno
di
vibranti
speranze
,
di
tremanti
desiderii
.
Ammirarono
insieme
il
ponte
della
ferrovia
,
a
cinque
grandi
arcate
,
le
quali
incorniciavano
cinque
enormi
quadri
d
'
orizzonte
,
d
'
azzurro
,
di
verde
e
di
casupole
:
sfida
insostenibile
alla
meccanica
arte
umana
.
Cesare
accompagnò
Emilia
fino
all
'
ingresso
della
villetta
,
spalancandole
innanzi
il
robusto
cancello
che
cigolava
.
Dall
'
ombra
dei
palmizii
uscì
incontro
ai
due
giovani
la
figura
curva
e
malaticcia
di
Roberta
;
si
avanzava
adagio
,
svogliata
,
trascinando
seco
una
folla
di
disgusti
,
e
fra
le
mani
teneva
un
gran
libro
di
racconti
fantastici
.
La
fosforescenza
,
ch
'
è
nel
sorriso
e
intorno
al
corpo
degli
innamorati
,
si
spense
tosto
intorno
a
Cesare
e
ad
Emilia
.
IV
.
Da
quel
giorno
,
i
pensieri
di
Cesare
Lascaris
si
fecero
così
duttili
e
balzani
,
ch
'
egli
avrebbe
potuto
comporne
un
facile
poema
,
se
avesse
avuto
l
'
espressione
letteraria
e
la
pazienza
d
'
arrestare
gli
scoiattoli
molleggianti
sulle
branche
della
fantasia
.
La
fantasia
gli
divenne
più
elastica
,
e
dovunque
gli
presentò
visioni
,
lo
deliziò
coi
gesti
ricordati
della
donna
e
con
la
melodia
della
voce
femminile
;
il
paesaggio
gli
riapparve
asservito
alla
bellezza
di
lei
;
più
che
quadro
,
umile
cornice
.
E
visse
tra
una
flora
mortifera
di
figurazioni
sensuali
.
Erano
gli
occhi
grigi
,
ch
'
egli
prediligeva
?
E
i
capelli
bruni
,
e
la
giovanezza
,
e
il
corpo
alto
,
sottile
?
Sì
,
era
tutto
questo
.
Nell
'
animo
di
lei
voleva
un
'
indefinita
stanchezza
,
come
per
atavismo
?
Voleva
quell
'
ingenuo
senso
della
vita
,
che
disarma
una
donna
e
la
dà
intera
all
'
uomo
capace
di
dominarla
?
Sì
,
tutto
questo
voleva
.
Ma
tutto
questo
era
in
colei
,
la
quale
il
destino
gli
aveva
offerto
nella
solitudine
della
mite
campagna
.
La
sua
vista
gli
aveva
dato
una
tortura
insoffribile
.
Sarebbe
dovuto
passare
per
la
solita
trafila
,
prima
di
giungere
a
lei
?
Aprirle
le
braccia
,
non
doveva
bastare
?
Si
sarebbe
offesa
,
s
'
egli
le
avesse
chiesto
un
bacio
senza
averle
mai
parlato
d
'
amore
?
La
sua
bellezza
l
'
attraeva
così
,
ch
'
egli
aveva
vergogna
di
perdersi
in
lunghe
e
successive
preghiere
.
Perchè
non
comprendeva
ch
'
egli
l
'
avrebbe
amata
sempre
?
Qualcuno
intorno
a
lei
,
poteva
farsi
amare
e
rapirla
?
Essa
era
tutti
i
profumi
più
voluttuosi
,
tutti
i
suoni
di
una
lenta
orchestra
invisibile
,
tutta
l
'
iride
dell
'
amore
,
tutte
le
promesse
dei
paradisi
orientali
.
Egli
doveva
dirle
che
per
lei
avrebbe
dato
il
suo
sangue
,
la
sua
vita
,
il
suo
orgoglìo
;
che
avrebbe
abbandonato
gli
amici
,
sfidato
il
mondo
,
portato
superbo
il
più
greve
giogo
da
lei
imposto
;
che
avrebbe
rinnegato
ogni
fede
,
e
avrebbe
avuto
la
sua
sola
fede
,
la
sua
religione
.
Sì
,
tutto
questo
doveva
dirle
;
farla
sorridere
e
pensare
,
turbarla
,
agitare
le
sue
notti
con
visioni
ardenti
.
Ch
'
ella
non
avesse
più
requie
se
non
fra
le
sue
braccia
.
Che
gli
giungesse
assetata
di
voluttà
.
Il
bacio
dell
'
uomo
le
avrebbe
comunicato
un
sì
lungo
spasimo
di
piacere
,
da
toglierle
la
percettibilità
d
'
ogni
altra
sensazione
;
e
il
suo
corpo
si
sarebbe
piegato
,
contorto
,
allacciato
a
rosee
spire
sotto
le
labbra
di
lui
.
Non
doveva
essere
più
nulla
di
conosciuto
,
se
non
una
splendida
forma
armonizzata
dalla
passione
.
Ma
eran
parole
o
intricate
formule
di
magìa
,
capaci
di
denudare
colei
?
Dove
le
avrebbe
egli
scoperte
,
in
qual
lingua
,
fra
quali
documenti
di
anime
appassionate
?
Era
dunque
possibile
che
le
agili
e
bianche
dita
salissero
al
corpetto
e
intonassero
la
sinfonia
classica
dei
bottoni
che
si
slacciano
?
E
tuttavia
qualcuno
l
'
aveva
già
posseduta
....
Quale
uomo
?
Un
uomo
scomparso
,
travolto
nell
'
eternità
,
lasciando
ad
altri
,
per
altri
,
il
fiore
da
lui
appena
schiuso
e
intravisto
....
Ma
da
tempo
sì
lontano
-
(
la
voluttà
più
astuta
non
lascia
traccia
se
non
in
ricordi
simili
a
pigmei
,
i
quali
corrano
dove
son
passati
i
giganti
)
-
da
tempo
sì
lontano
,
che
il
corpo
della
donna
era
puro
,
immemore
,
e
i
frutti
del
suo
seno
avevano
obliato
le
labbra
tremanti
del
maschio
.
A
pranzo
in
casa
di
lei
,
un
giorno
Cesare
potè
contemplarla
perdutamente
e
vivificar
le
limpide
acque
della
fantasia
,
in
cui
l
'
imagine
d
'
Emilia
si
rispecchiò
senza
più
timore
di
venir
cancellata
.
Fu
un
pranzo
al
chiaro
di
luna
,
perchè
cominciato
assai
tardi
aspettando
il
dottor
Noli
,
che
giunse
nella
penombra
del
grasso
pomeriggio
estivo
.
La
luna
,
sorta
dietro
le
rocce
di
Portofino
,
interamente
rossa
in
un
guazzo
rosso
a
filamenti
,
era
nell
'
ascesa
diventata
a
mano
a
mano
pallida
,
aveva
preso
la
sua
espressione
di
bamboccio
anemico
e
imbronciato
.
Al
momento
di
chiuder
la
finestra
e
d
'
accendere
,
i
raggi
entrarono
inattesi
,
le
lampade
furono
dimenticate
,
e
il
pranzo
continuò
tra
il
pulvìscolo
argenteo
.
In
faccia
a
Cesare
,
Emilia
apparve
quasi
un
busto
marmoreo
.
Pel
cielo
correvano
alcune
nuvole
fioccose
;
non
velavano
ma
attutivano
il
raggio
,
facendolo
più
molle
e
più
serico
.
La
luna
restava
sullo
sfondo
cilestrino
a
guardar
dolente
le
nubi
che
sfilavano
,
disperdendosi
in
forme
rapide
e
balzane
.
Emilia
si
levò
,
mentre
sull
'
astro
le
nuvole
gettavano
il
velo
traslucido
;
e
si
rivolse
a
prendere
un
Trionfo
d
'
argento
che
non
avevan
ricordato
di
porre
in
tavola
.
Ritta
allora
così
,
col
Trionfo
carico
di
tonde
pesche
mature
e
di
grappoli
d
'
uva
ricadenti
,
la
donna
si
fermò
innanzi
alla
finestra
,
giusto
nel
punto
in
cui
succedeva
alla
gradazione
della
luce
pulviscolare
,
una
più
tenue
e
morbida
.
Fu
illuminata
intera
,
tra
una
gloria
di
bianco
lucido
,
di
bianco
latteo
,
e
di
bianco
....
;
parve
più
alta
,
la
testa
cinta
nel
diadema
di
nerissimi
capelli
,
gli
occhi
grigi
dilatati
dalla
notte
;
una
divina
statua
.
Cesare
fu
preso
dal
bisogno
istintivo
di
parlar
sottovoce
,
d
'
ascoltar
qualche
racconto
strano
e
cadenzato
,
il
quale
,
come
un
fresco
ragnatelo
d
'
argento
,
gli
avvolgesse
il
cuore
....
Si
rattenne
a
pena
dall
'
esprimere
l
'
idea
bizzarra
,
per
quei
due
,
Roberta
e
il
dottore
,
che
continuavano
a
vivere
la
vita
normale
.
Ma
ebbe
il
sottil
gaudio
di
penetrar
lo
spirito
d
'
Emilia
,
di
sentirlo
inebbriato
dalla
scena
fantastica
.
Anch
'
ella
era
lontana
dalla
vita
normale
,
in
quella
sera
avvolta
nel
ricco
manto
della
luna
;
quasi
il
pulviscolo
bianco
le
fosse
passato
attraverso
le
carni
,
dando
all
'
anima
di
lei
una
luminosità
maravigllosa
,
una
chiara
gaiezza
,
quasi
ella
sorgesse
formalmente
e
sostanzialmente
nuova
da
un
bagno
di
liquidi
metalli
....
;
mentre
il
dottor
Noli
e
Roberta
parevano
due
livide
caricature
,
che
assistessero
senza
sospetto
al
mistero
della
duplice
ebbrezza
,
spellando
gravemente
le
turgide
pesche
succose
....
Quella
fu
la
scena
prediletta
in
cui
Cesare
volle
conservare
l
'
immagine
di
Emilia
,
e
le
limpide
acque
della
fantasia
la
ritennero
poi
per
sempre
,
in
uno
specchio
senz
'
appannature
.
V
.
Roberta
si
svegliava
di
notte
improvvisamente
e
si
ascoltava
respirare
:
il
respiro
era
tranquillo
;
sotto
la
scapola
sinistra
,
il
dolore
sordo
non
rodeva
più
.
Se
le
piccole
macchie
rosse
,
i
nuclei
di
macchie
sul
petto
e
su
le
spalle
non
avessero
rammentato
la
minaccia
,
il
gran
male
sarebbe
parso
dominato
per
intero
.
Ma
erano
tuttavia
frequenti
le
notti
d
'
insonnia
con
la
paura
dell
'
oscurità
,
in
cui
s
'
annidavano
i
pensieri
che
durante
il
giorno
non
osavano
prender
figura
e
avvicinarsi
.
Roberta
stava
distesa
sul
letto
,
ad
occhi
aperti
;
le
visioni
pispigliavano
nell
'
ombra
,
e
se
ne
udiva
il
passo
cauto
o
il
volo
maligno
d
'
arpia
;
qualche
inesplicabile
romore
nella
camera
o
in
giardino
dava
tal
brivido
alla
fanciulla
,
che
le
tempia
le
s
'
imperlavano
di
sudore
,
ed
ella
era
incapace
d
'
allungar
la
mano
ad
accendere
il
lume
.
Talvolta
,
lungo
tutto
il
litorale
,
per
tre
giorni
e
tre
notti
di
sèguito
urlava
il
vento
;
soffiasse
dalla
montagna
o
sibilasse
dal
mare
,
aveva
una
voce
straziante
d
'
assassinato
,
una
voce
furiosa
di
chi
scuota
la
porta
per
ripararsi
,
e
negli
intervalli
,
una
flebile
voce
di
sarcasmo
,
la
quale
prometteva
nuovi
assalti
,
nuove
grida
,
nuove
violenze
.
La
fanciulla
dimenticava
le
proprie
angosce
e
viveva
con
l
'
anima
al
di
fuori
,
in
ispirito
nella
campagna
,
tra
le
chiome
convulse
degli
alberi
,
che
disperatamente
si
torcevano
e
ricadevano
nell
'
aria
.
Quando
aveva
ben
teso
l
'
orecchio
ad
assicurarsi
la
sinfonia
notturna
non
fosse
soprannaturale
,
accendeva
il
lume
e
si
guardava
in
giro
.
La
consolavano
un
poco
gli
oggetti
con
le
loro
forme
conosciute
,
la
tavola
,
il
divano
carico
di
libri
,
il
cassettone
su
cui
posava
un
alto
specchio
;
ma
a
confortarsi
meglio
,
scendeva
dal
letto
e
correva
a
scrutar
dalla
finestra
.
In
quel
mezzo
-
nudo
virginale
,
l
'
unica
bella
cosa
era
la
camicia
dalle
tinte
pallide
,
coi
merletti
intorno
alle
maniche
e
al
collo
,
col
monogramma
dominato
da
una
coroncina
senza
significato
gentilizio
.
Sotto
il
tessuto
azzurro
si
ricoverava
la
magrezza
ch
'
era
quasi
deformità
,
e
fuori
balzavano
due
spalle
pungenti
:
due
mani
allacciate
con
forza
intorno
all
'
esile
busto
della
giovanetta
,
avrebbero
potuto
ritorcerlo
come
un
virgulto
.
Ella
guardava
dalla
finestra
in
giardino
,
cercando
distinguere
attraverso
la
tenebra
.
I
confusi
moti
dei
due
palmizii
rispondevano
all
'
urlìo
più
accanito
del
vento
,
al
rombo
più
profondo
del
mare
;
v
'
era
dunque
la
logica
dei
fenomeni
e
nessuna
vittima
umana
rantolava
presso
la
villa
,
come
pareva
.
La
cosa
era
semplice
ma
rassicurante
;
e
aprendo
l
'
uscio
della
propria
camera
,
la
fanciulla
volgeva
l
'
attenzione
al
silenzio
della
casa
;
di
là
dal
gran
salotto
centrale
,
la
camera
d
'
Emilia
aveva
la
porta
spalancata
,
la
soglia
rischiarata
mollemente
da
una
rosea
lampada
notturna
.
Emilia
godeva
di
tale
incredulità
per
ogni
cosa
non
verisimile
,
che
qualche
volta
Roberta
n
'
era
offesa
;
l
'
equilibrio
de
'
suoi
nervi
era
assoluto
e
le
avrebbe
permesso
di
addormentarsi
alla
porta
d
'
un
cimitero
;
gli
usci
bene
assicurati
,
Emilia
non
temeva
nulla
di
soprannaturale
,
e
non
ammetteva
ciò
che
sfuggiva
alla
logica
.
Una
notte
in
cui
aveva
udito
lo
scricchiolìo
lento
dei
mobili
,
e
il
passo
cauto
,
e
il
volo
maligno
di
visioni
febbrili
,
Roberta
balzò
dal
letto
e
corse
alla
camera
della
sorella
.
La
lampada
proiettava
sopra
Emilia
dormente
un
raggio
opaco
e
calmo
;
gli
occhi
chiusi
con
le
nere
ciglia
abbassate
,
la
bocca
chiusa
con
le
labbra
raccolte
a
un
'
immobilità
statuaria
,
le
braccia
nude
e
composte
lungo
i
fianchi
,
indicavano
una
pace
secura
,
la
vittoria
della
giovinezza
su
gli
abituali
sogni
voluttuosi
.
Si
sarebbe
detto
ch
'
ella
si
fosse
abbandonata
al
sonno
quasi
sopra
le
acque
inesplorabili
e
serene
d
'
un
gran
fiume
che
conducesse
al
nulla
....
Roberta
indugiò
un
istante
a
contemplarla
,
tra
il
rispetto
e
l
'
invidia
;
ma
mentre
stava
per
tornare
alla
sua
camera
,
rammentò
d
'
averla
lasciata
oscura
,
e
si
decise
.
-
Emilia
,
-
disse
cautamente
,
-
Emilia
,
Emilia
....
-
posando
una
mano
sul
braccio
della
sorella
e
pensando
che
se
qualcuno
avesse
chiamato
lei
Roberta
nella
notte
,
ella
avrebbe
gettato
un
grido
dì
spavento
.
Ma
Emilia
si
drizzò
a
sedere
,
uscendo
dal
sonno
per
entrar
con
agile
prontezza
nella
realtà
,
senza
stati
intermedii
.
Le
due
punte
dei
seni
urgevano
vigorosamente
la
camicia
,
quasi
visibili
;
e
le
lenzuola
abbassate
scoprivano
la
linea
del
busto
fino
ai
fianchi
.
-
Sei
tu
?
-
chiese
con
la
voce
velata
.
-
Che
vuoi
?
...
Non
ti
senti
bene
?
...
Roberta
esitò
,
ancòra
in
contemplazione
di
quel
bianco
volto
sotto
le
trecce
nerissime
,
di
quegli
òmeri
giovanili
e
freschi
;
pensò
che
sua
sorella
avrebbe
potuto
lasciare
il
letto
così
,
vestirsi
,
e
comparire
fra
la
gente
,
senza
nemmeno
rinfrescarsi
il
viso
.
-
Non
hai
udito
un
romore
?
-
disse
la
fanciulla
.
-
Un
romore
strano
?
-
Quando
mai
?
Non
è
possibile
:
tutti
gli
usci
sono
chiusi
....
Roberta
crollò
la
testa
a
quell
'
argomento
di
prammatica
:
Emilia
non
ammetteva
i
romori
se
non
quali
indizio
di
fatti
comuni
e
di
persone
vive
.
-
Avrai
udito
schioccar
la
frusta
sulla
strada
,
-
ella
riprese
sorridendo
.
-
A
quest
'
ora
ci
son
sempre
dei
carri
che
passano
....
-
No
....
Infine
,
ho
paura
,
-
dichiarò
l
'
altra
,
più
inquieta
per
quelle
ipotesi
,
ch
'
ella
aveva
già
fatto
e
aveva
dovuto
respingere
....
-
Ho
una
paura
terribile
....
Mi
permetti
di
dormire
con
te
?
...
Solo
fino
a
quando
si
rifaccia
chiaro
,
solo
fino
all
'
alba
....
Gli
sguardi
d
'
Emilia
non
seppero
dissimulare
e
percorsero
tutto
il
corpo
infermiccio
della
sorella
,
il
corpo
madido
d
'
un
mador
contagioso
.
L
'
istinto
non
affievolito
dalla
vita
diurna
si
ribellò
all
'
idea
d
'
un
sacrificio
senza
ragione
,
per
le
paure
infantili
della
ragazza
.
E
,
come
a
spegnere
l
'
espressione
di
turbamento
,
girando
incerti
gli
occhi
per
la
camera
,
Emilia
rispose
:
-
Che
pazzia
,
cara
?
Che
cosa
ti
passa
per
la
testa
?
Sai
pure
che
non
c
'
è
nulla
,
nulla
affatto
a
temere
....
E
poi
,
non
abbiamo
mai
dormito
insieme
....
Ma
Roberta
aveva
afferrato
lo
sguardo
e
l
'
aveva
compreso
con
la
sagacità
dei
malati
,
sempre
vigili
a
quanto
può
consolarli
e
a
quanto
può
ferirli
....
-
Hai
paura
?
-
disse
con
un
gesto
di
sdegno
,
serrandosi
nelle
spalle
.
-
Hai
paura
di
prendere
il
mio
male
,
non
è
vero
?
...
di
diventar
brutta
?
...
Non
disturbarti
:
vado
via
....
Trovò
nell
'
umiliazione
il
coraggio
per
sfidare
le
notturne
inquietudini
,
ed
uscì
prestamente
,
s
'
inoltrò
nel
buiore
delle
altre
camere
,
senza
curar
la
sorella
,
che
aveva
steso
un
braccio
a
trattenerla
.
Emilia
restò
a
sedere
sul
letto
qualche
tempo
,
meditando
gli
argomenti
offerti
dall
'
istinto
egoistico
per
giustificare
il
suo
rifiuto
:
poi
si
vinse
,
e
gettò
da
un
lato
la
leggera
coperta
.
Nella
fretta
e
nel
bisogno
di
buttarsi
qualche
cosa
su
le
spalle
,
afferrò
l
'
accappatoio
bianco
che
giaceva
sopra
una
sedia
.
Aveva
,
l
'
accappatoio
,
una
sottil
fragranza
di
mare
e
di
sole
;
conservava
fra
le
pieghe
i
sogni
luccicanti
pullulati
dalla
mollizie
del
bagno
;
era
un
emblema
di
salute
e
di
vigor
giovanile
.
Emilia
lo
spiegazzò
fra
le
mani
e
lo
indossò
con
furia
,
quasi
tentasse
far
tacere
quei
ricordi
carnali
.
Quando
fu
nella
camera
di
Roberta
,
il
singhiozzo
prolungato
e
sommesso
della
ragazza
la
guidò
fino
al
letto
,
e
trovatala
nel
buio
,
si
chinò
ad
abbracciarla
.
-
Perdonami
,
-
disse
Emilia
;
-
mi
hai
colta
nel
sonno
e
ti
ho
risposto
bruscamente
;
non
sapevo
quel
che
rispondessi
....
Vedi
che
sono
qui
,
ora
?
...
Ti
domando
scusa
....
Meglio
sarebbe
stato
il
fatto
di
coricarsi
vicino
a
lei
,
di
consolarla
,
rassicurarla
così
;
ma
non
appena
presentatosi
quel
pensiero
,
l
'
istinto
lo
combattè
con
tutte
le
forze
,
come
un
sacrificio
inutilmente
dannoso
e
forse
inapprezzato
.
Roberta
,
aggomitolata
e
lagrimosa
,
massa
oscura
nell
'
oscurità
più
tenera
del
luogo
,
non
disse
parola
;
Emilia
,
cercata
una
sedia
a
tastoni
,
la
trascinò
presso
il
capezzale
,
e
vi
si
sedette
,
raccogliendosi
intorno
l
'
accappatoio
.
Non
pensò
ad
accendere
il
lume
;
rimase
immota
,
sentendo
calar
sul
cuore
l
'
ingiustizia
della
sorella
,
che
non
le
aveva
aperto
sùbito
le
braccia
.
I
suoi
occhi
fissavano
la
giovanetta
oscura
e
singhiozzante
,
o
vagavano
tra
le
forme
volubili
del
nero
,
desiderando
invano
che
il
quadrato
della
finestra
s
'
illuminasse
a
poco
a
poco
della
tenue
alba
estiva
.
Il
sonno
era
svanito
.
Emilia
riprese
a
parlare
,
e
le
parole
fluivano
nel
silenzio
notturno
,
vibranti
e
squillanti
sotto
l
'
onda
d
'
un
'
irritazione
contenuta
.
-
Suvvia
,
Roberta
,
-
disse
,
-
perchè
continui
a
piangere
?
...
Perchè
hai
paura
di
tutto
,
come
una
bambina
?
Bisogna
essere
meno
deboli
,
più
ragionevoli
....
Non
ti
è
mai
venuto
il
dubbio
d
'
essere
ingiusta
,
con
me
?
E
tuttavia
lo
sei
,
lo
sei
troppo
....
Io
non
ho
fatto
nulla
di
bene
perchè
conto
poco
sul
tuo
animo
....
Ti
ho
dato
solo
dei
consigli
:
ti
ho
pregato
di
condurre
una
vita
più
attiva
,
di
non
rimaner
l
'
intero
giorno
nella
tua
camera
,
di
non
leggere
fino
a
indebolirti
;
ti
ho
pregato
di
tante
cose
semplici
,
che
pure
ti
avrebbero
giovato
....
Ma
tu
sorridi
,
quando
parlo
io
;
la
mia
buona
volontà
si
spezza
contro
la
tua
diffidenza
....
Non
ti
sembra
,
Roberta
,
ch
'
io
abbia
diritto
a
vivere
una
vita
mia
?
Ora
,
invece
io
vivo
solamente
della
tua
,
mi
trovo
inceppata
,
schiava
,
ho
sempre
timore
di
spiacerti
....
Non
me
ne
lagno
;
sarei
felicissima
se
tutto
questo
avesse
un
resultato
....
nella
tua
affezione
,
per
esempio
....
Quando
sono
rimasta
vedova
....
Il
ricordo
che
le
si
presentava
così
repentino
l
'
arrestò
a
un
tratto
perchè
le
doleva
crudelmente
.
Ella
era
stata
moglie
innamorata
,
più
che
affettuosa
;
l
'
amore
era
conseguito
dal
bisogno
di
trovare
un
senso
nuovo
intorno
a
sè
,
il
quale
non
fosse
parso
desiderio
volgare
;
e
mentre
l
'
uomo
intendeva
a
crearle
l
'
esistenza
sognata
,
la
morte
era
sopraggiunta
,
e
ogni
cosa
erasi
ridotta
a
parvenza
d
'
un
'
idealità
intravista
,
d
'
una
rarità
avvicinata
e
scomparsa
...
Roberta
non
piangeva
più
,
ma
raddoppiando
d
'
attenzione
,
tentava
figurarsi
il
volto
e
l
'
atteggiamento
d
'
Emilia
.
La
cercò
a
lungo
con
lo
sguardo
senza
muoversi
e
scoperse
infine
una
forma
chiara
,
diritta
;
ascoltò
il
rimprovero
,
pensando
che
le
parole
erano
inutili
e
rimaneva
il
fatto
,
il
ribrezzo
mal
celato
;
s
'
indugiò
con
gli
occhi
a
quella
forma
quasi
chiara
e
diritta
,
indovinando
l
'
ombra
scesa
sulla
fronte
della
donna
.
-
Quando
sono
rimasta
vedova
....
-
continuò
Emilia
,
dolorosamente
colpita
che
Roberta
non
l
'
avesse
interrotta
e
l
'
obbligasse
a
compiere
la
frase
,
-
io
ti
ho
promesso
di
non
allontanarmi
da
te
,
e
tu
mi
hai
promesso
la
tua
affezione
più
devota
....
Dovevamo
percorrere
la
nostra
via
insieme
,
veramente
da
sorelle
....
Io
non
ho
ancòra
nulla
da
rimproverarmi
....
E
tu
,
Roberta
?
Non
hai
nulla
da
rimproverarti
?
Ti
sembra
di
amarmi
quanto
ti
amo
io
?
...
Roberta
?
...
Non
mi
ascolti
?
...
Non
vuoi
rispondere
?
Allungò
la
mano
vivamente
,
incontrò
sul
tavolino
la
candela
e
l
'
accese
....
La
fanciulla
appoggiava
un
gomito
al
guanciale
,
stando
coricata
di
fianco
sopra
le
coperte
;
alla
luce
inattesa
si
rannicchiò
dentro
la
camicia
per
nascondere
le
gambe
smagrite
.
Ella
andava
macchinando
molte
ragioni
da
obiettare
,
molte
dure
e
taglienti
parole
,
che
avrebbe
pronunziato
senza
ritegno
col
favore
dell
'
oscurità
;
ma
il
lume
acceso
le
smagò
l
'
energia
necessaria
,
e
le
ragioni
e
le
parole
si
dispersero
.
Guardò
di
nuovo
Emilia
avvolta
nell
'
accappatoio
bianco
,
da
cui
sorgevano
il
collo
tornito
e
la
testa
fiorente
di
vitalità
;
le
gambe
chiuse
nelle
calze
di
seta
nera
erano
accavallate
l
'
una
sull
'
altra
;
e
i
piccoli
piedi
,
seminascosti
in
piccole
pantofole
rosse
.
Quello
spettacolo
di
giovanezza
,
quella
giovanezza
piena
,
la
quale
pareva
dicesse
:
-
"
Io
sfiorisco
lentamente
qui
,
ma
qui
non
dovrei
essere
,
e
il
mio
destino
è
più
forte
d
'
ogni
calcolo
pietoso
,
"
-
riattizzarono
in
Roberta
l
'
energia
per
le
parole
amare
.
-
Ecco
,
-
rispose
chinando
la
testa
a
osservarsi
le
mani
,
perchè
non
osava
sostenere
lo
sguardo
interrogativo
e
dolente
di
Emilia
,
-
senza
dubbio
quanto
tu
dici
è
vero
;
ma
io
non
ti
aveva
chiesto
di
ricordarmi
i
tuoi
beneficii
....
Mi
sentivo
male
,
stasera
,
e
avevo
paura
....
Sai
che
io
sono
una
sciocca
e
non
ragiono
bene
come
te
....
Avevo
paura
,
son
venuta
nella
tua
camera
,
e
tu
mi
hai
mandata
via
....
-
Ma
è
falso
,
Roberta
!
-
No
,
non
è
falso
:
mi
hai
mandata
via
....
Perchè
?
Potresti
dirmelo
,
tu
che
mi
ami
tanto
,
potresti
dirmi
il
motivo
pel
quale
non
mi
hai
concesso
di
passar
teco
la
notte
?
Non
è
forse
perchè
ti
faccio
orrore
,
perchè
sai
che
la
mia
malattia
è
probabilmente
contagiosa
;
perchè
hai
ribrezzo
di
tua
sorella
,
infine
?
...
-
Roberta
,
che
cosa
dici
?
-
Hai
ribrezzo
di
tua
sorella
,
e
sei
stanca
di
doverle
prestar
le
tue
cure
....
Tutto
ciò
,
io
l
'
ho
capito
,
l
'
ho
visto
ne
'
tuoi
sguardi
,
non
soltanto
questa
notte
,
ma
da
tempo
,
dal
giorno
in
cui
ti
è
venuto
il
dubbio
ch
'
io
fossi
tisica
,
tisica
,
tisica
!
...
Nello
sforzo
di
lanciare
le
terribili
parole
,
s
'
era
spinta
innanzi
col
busto
,
protendendo
il
collo
scarno
;
e
coi
capelli
sciolti
per
le
spalle
,
arruffati
sugli
occhi
,
sembrava
una
magra
femmina
selvaggia
che
gettasse
un
grido
lugubre
nella
notte
;
di
sotto
gli
archi
sopraccigliari
saettava
una
corrente
d
'
odio
.
-
Ascolta
,
Roberta
....
,
-
disse
Emilia
,
sgominata
dalla
subitanea
trasformazione
della
giovanotta
in
una
energia
fisica
,
urlante
di
rivolta
e
di
dolore
.
-
No
,
tutto
questo
mi
fa
peggio
di
qualunque
malattia
,
-
seguitò
Roberta
senza
curare
l
'
interruzione
.
-
Sei
venuta
a
rassicurarmi
,
dici
,
e
resti
lì
,
inchiodata
sulla
sedia
,
studiando
di
non
avvicinarti
....
Se
ti
chiedessi
di
stringermi
forte
fra
le
braccia
,
di
mettere
le
tue
labbra
sulle
mie
,
rifiuteresti
inorridita
....
Sei
la
mia
condanna
,
tu
che
mi
vuoi
bene
...
!
Ah
sì
,
i
medici
mi
confortano
,
mi
dànno
a
sperare
,
ma
io
vedo
che
le
loro
parole
sono
false
,
perchè
tu
me
lo
fai
capire
ad
ogni
istante
,
me
lo
dici
ogni
giorno
,
ch
'
io
sono
ammalata
per
sempre
....
E
non
hai
compreso
,
Emilia
,
non
hai
compreso
che
io
non
voglio
morire
?
che
ho
il
terrore
della
morte
,
che
non
posso
dormire
per
quell
'
idea
?
Voglio
vivere
,
vivere
,
vivere
,
come
te
,
come
gli
altri
,
perchè
sono
giovane
,
perchè
ne
ho
il
diritto
,
perchè
....
E
senza
compiere
la
frase
,
spalancando
,
le
braccia
nell
'
aria
disperatamente
,
mandò
tale
un
grido
di
rabbia
e
di
desiderio
,
che
Emilia
balzò
in
piedi
quasi
una
scudisciata
le
avesse
lacerata
le
carni
....
Corse
a
Roberta
,
la
strinse
pazzamente
al
seno
,
appoggiandone
la
testa
sulla
propria
spalla
.
-
Roberta
,
-
mormorò
quasi
con
febbre
,
-
Roberta
,
non
è
vero
che
sei
malata
e
ch
'
io
ho
ribrezzo
di
te
!
Come
hai
potuto
supporre
?
...
Vuoi
le
mie
labbra
,
vuoi
che
ti
stringa
così
?
Senti
che
ti
bacio
?
Senti
che
ti
chiedo
perdono
,
se
ti
ho
dato
,
motivo
a
dubitare
di
me
?
Dormirò
con
te
questa
notte
,
dormirò
ogni
notte
con
te
,
purchè
tu
mi
creda
...
!
Aspetta
....
Con
la
mano
che
non
sosteneva
il
corpo
di
Roberta
,
Emilia
slacciò
i
cordoni
dell
'
accappatoio
e
adagiò
la
fanciulla
per
coricarsi
a
fianco
di
lei
;
ma
Roberta
era
pallida
e
anelante
,
e
la
donna
tacque
a
un
tratto
,
e
si
chinò
a
guardarla
spaurita
....
-
Roberta
,
-
disse
,
-
ti
sentì
male
?
-
No
,
-
rispose
la
giovanetta
,
-
ma
sono
stanca
:
ho
bisogno
di
riposare
;
lasciami
sola
....
-
Che
paura
mi
hai
fatto
,
bambina
!
Perchè
mi
hai
detto
tante
cose
tristi
?
Hai
voluto
punirmi
?
Emilia
stava
in
piedi
accanto
al
letto
.
Roberta
,
aggomitolata
nella
camicia
azzurra
,
fissando
gli
occhi
in
alto
,
coi
capelli
sparsi
sull
'
origliere
ascoltava
giunger
di
fuori
il
ritmo
quadruplice
d
'
un
treno
,
il
quale
passava
soffiando
nella
tenebra
dei
campi
,
lungo
la
tenebra
del
mare
.
-
Bisogna
resistere
alle
cattive
idee
,
-
continuò
Emilia
;
-
ho
parlato
di
te
l
'
altro
giorno
al
signor
Lascaris
:
e
anch
'
egli
mi
ha
detto
che
tu
sei
guarita
....
Guarita
,
capisci
?
-
Oh
,
il
signor
Lascaris
dirà
tutto
quanto
vorrai
,
-
osservò
Roberta
con
un
riso
stridulo
.
-
Il
signor
Lascaris
non
sarà
mai
sincero
con
te
,
ed
io
non
credo
a
lui
,
come
non
credo
agli
altri
....
Guarda
,
-
aggiunse
,
facendo
uno
sforzo
per
tornare
a
sedersi
sul
letto
e
rimboccando
una
manica
della
camicia
,
-
guarda
come
sono
ridotta
,
come
sono
divorata
dal
male
....
Ti
paion
queste
le
braccia
,
il
petto
d
'
una
ragazza
di
diciannove
anni
?
...
Non
vedi
quante
macchie
?
Fin
che
queste
macchie
non
spariscano
,
io
sarò
malata
,
avrò
la
morte
qui
dentro
,
-
e
si
toccava
il
seno
con
le
mani
febbrili
.
-
Il
signor
Lascaris
,
il
dottor
Noli
,
tutti
possono
ben
parlare
:
nessuno
oserebbe
dire
a
me
o
a
te
,
ch
'
io
debbo
morir
presto
....
Si
raccolse
per
seguire
a
testa
bassa
l
'
eco
della
frase
spietata
,
che
le
risonò
nell
'
animo
quasi
non
l
'
avesse
pronunziata
ella
medesima
.
La
luce
gialla
della
candela
le
stendeva
sul
volto
una
maschera
cerea
,
in
cui
gli
occhi
vitrei
diventavano
traslucidi
e
i
capelli
biondi
si
snaturavano
in
un
pallidissimo
color
d
'
ambra
;
la
camicia
cilestrina
così
mite
e
ridente
sopra
un
corpo
rigoglioso
,
era
sinistra
su
quel
corpo
magro
,
pareva
un
drappo
ilare
avvoltolato
per
ischerno
intorno
a
un
rigido
fantoccio
.
Emilia
s
'
era
collocata
di
fianco
sul
letto
,
a
viso
a
viso
con
la
sorella
,
e
la
guardava
inquieta
.
-
Non
agitarti
di
nuovo
,
-
ella
pregò
,
-
non
esaltarti
,
non
è
vero
nulla
di
quanto
tu
dici
....
-
Morire
,
morire
,
capisci
?
-
continuò
Roberta
.
-
Devo
morire
,
presto
.
Tu
non
credi
alla
morte
;
tu
l
'
hai
dimenticata
,
perchè
sei
sana
,
sei
bella
....
Vedi
come
sei
bella
,
-
proruppe
in
aria
di
corruccio
,
mentre
,
allungando
le
mani
,
apriva
ad
Emilia
l
'
accappatoio
già
sciolto
,
e
le
additava
il
collo
rotondo
,
i
seni
tondi
e
duri
,
che
si
delineavano
,
perspicui
sotto
la
camicia
.
Emilia
si
ricoperse
vivamente
.
-
E
anch
'
io
avrei
voluto
essere
bella
,
e
piacere
....
Ogni
cosa
è
per
voi
,
che
siete
belle
e
forti
....
Io
devo
morire
,
morire
!
La
voce
,
dopo
essere
stata
mordace
,
era
divenuta
sommessa
,
desolatamente
triste
,
ed
Emilia
non
osò
più
resistere
.
Ella
s
'
era
ben
detto
che
doveva
consolar
la
sorella
e
farla
sperare
e
vincerne
i
fantasmi
;
ma
dove
trovar
le
parole
di
conforto
,
le
quali
valessero
quelle
parole
disperate
,
e
le
superassero
?
Tacque
;
poi
lentamente
,
anche
la
voce
di
Roberta
s
'
abbassò
a
un
mormorìo
lamentoso
:
-
Avrei
voluto
essere
bella
,
e
devo
morire
....
Non
ho
più
nulla
per
me
:
non
posso
nemmeno
respirar
l
'
aria
che
respiri
tu
,
e
goder
l
'
ombra
;
devo
andare
in
cerca
del
sole
....
-
Fatti
coraggio
,
Roberta
;
sono
,
idee
....
-
tentò
ancòra
Emilia
.
-
Ho
paura
della
morte
....
-
Perchè
vuoi
renderci
tristi
?
Sei
guarita
....
-
Ho
paura
della
morte
,
e
ogni
giorno
,
essa
può
entrare
in
questa
camera
....
-
Sei
così
giovane
....
La
giovanezza
è
una
forza
...
-
Quanti
muoiono
giovani
!
E
come
,
come
,
dovrò
morire
?
-
Roberta
,
Roberta
,
non
esaltarti
.
-
Ma
sono
disperata
!
Non
senti
la
disperazione
nelle
nostre
parole
?
-
È
la
notte
;
domattina
tornerà
la
speranza
.
-
Sarà
peggio
;
e
la
morte
continuerà
il
suo
cammino
,
mentre
noi
aspetteremo
la
vita
....
-
Silenzio
,
Roberta
....
Pensa
a
domattina
,
col
sole
,
col
mare
calmo
e
illuminato
....
-
Tutto
questo
è
così
indifferente
al
mio
male
!
E
nessuno
,
anche
i
non
indifferenti
,
potranno
giovarmi
:
dovranno
assistere
alla
mia
morte
,
senza
stendere
la
mano
per
allontanarla
d
'
un
'
ora
....
Nascose
il
volto
tra
i
guanciali
,
piangendo
liberamente
;
Emilia
le
passò
le
braccia
attorno
al
busto
,
mettendo
il
capo
presso
il
capo
di
lei
.
Così
piansero
a
lungo
,
rischiarate
dalla
luce
giallastra
della
candela
elle
si
consumava
:
e
l
'
alba
trovò
le
due
donne
discinte
,
che
parlavan
della
morte
,
a
testa
china
sul
medesimo
,
guanciale
.
VI
.
La
notìzia
fu
annunzìata
con
tanto
ingenua
serenità
,
che
nessuno
avrebbe
supposto
fosse
falsa
.
Per
sospettarlo
,
bisognava
conoscere
l
'
indole
impulsiva
di
Roberta
,
la
quale
non
trovava
nulla
così
dolce
quanto
inventare
un
fatto
o
raccontare
una
bugia
.
Qualche
volta
rimaneva
ella
medesima
colpita
dalla
propria
abilità
,
dalla
spontaneità
incomparabile
con
cui
repentinamente
,
minutissimamente
,
sapeva
esporre
una
lunga
favola
di
sua
creazione
;
e
in
un
attimo
stendeva
una
rete
di
menzogne
inutili
,
sbizzarrendosi
a
saldar
l
'
allacciatura
dei
nodi
,
che
potessero
resistere
a
qualunque
sforzo
d
'
obiezione
.
Spesso
con
Emilia
aveva
fatto
il
giuoco
infantile
,
ma
lo
aveva
concluso
con
una
risata
,
gettando
le
braccia
al
collo
de
la
sorella
,
e
dicendole
:
-
"
Non
è
vero
.
Ho
inventato
tutto
,
per
divertirmi
.
"
Con
Cesare
Lascaris
lo
esperimentò
un
giorno
in
cui
era
piena
di
speranze
e
si
sentiva
bene
e
aveva
voglia
di
ridere
a
spese
di
qualcuno
.
D
'
altra
parte
,
Cesare
non
le
piaceva
:
era
bruno
,
coi
tratti
del
viso
irregolari
e
forti
,
senza
barba
,
ed
evidentemente
magro
quasi
quanto
lei
.
-
Mia
sorella
è
uscita
per
il
bagno
,
-
ella
disse
non
appena
l
'
uomo
comparve
in
giardino
.
-
Tornerà
'
forse
fra
un
'
ora
.
Poi
,
mentre
parlavano
di
cose
indifferenti
,
la
fanciulla
trovò
modo
di
farvi
sgusciar
dentro
la
notizia
falsa
,
a
guisa
di
parentesi
:
-
....
Lei
sa
che
mia
sorella
è
fidanzata
,
non
è
vero
?
...
Lo
sa
?
...
Cesare
stava
fortunatamente
a
testa
bassa
,
disegnando
sulla
sabbia
una
serie
di
circoli
concentrici
;
e
sùbito
,
al
colpo
non
atteso
,
ricordò
che
la
professione
medica
aveva
saputo
creargli
una
maschera
di
calma
impenetrabile
,
per
i
casi
disperati
.
Sollevò
la
testa
,
senza
batter
palpebra
.
-
Me
ne
congratulo
sinceramente
,
-
rispose
.
-
Non
ne
dica
nulla
a
Emilia
,
però
.
Forse
mi
rimprovererebbe
....
E
per
qualche
minuto
la
ragazza
continuò
a
parlare
,
enunziando
tutte
le
particolarità
del
fidanzamento
.
Si
trattava
d
'
un
giovane
signore
di
Milano
:
il
matrimonio
sarebbe
avvenuto
nell
'
ottobre
prossimo
,
in
Riviera
,
perchè
Emilia
non
voleva
abbandonar
la
sorella
un
sol
giorno
;
quanto
a
lei
,
Roberta
,
sarebbe
rimasta
presso
gli
sposi
.
Cesare
ascoltava
immobile
,
non
accorgendosi
che
dalle
mani
gli
era
scivolato
il
portasigarette
di
tartaruga
ed
era
caduto
a
terra
.
Guardava
la
ragazza
,
scoprendole
a
un
tratto
qualche
espressione
profondamente
femminile
,
che
gli
era
sempre
sfuggita
.
Con
una
gamba
sull
'
altra
in
modo
da
lasciar
vedere
un
po
'
delle
calze
,
con
le
braccia
aperte
sulla
spalliera
della
panchetta
rustica
,
la
testa
portata
indietro
,
le
ciglia
socchiuse
,
Roberta
era
in
quel
giorno
e
in
quell
'
atto
molto
sessualmente
femmina
,
emanava
inconsapevole
un
'
acredine
sensuale
,
eccitava
una
cupidigia
di
violenza
bruta
.
Il
giovane
aveva
tentato
a
più
riprese
di
sviar
l
'
argomento
;
ma
Roberta
era
inflessibile
,
quantunque
la
mancanza
d
'
obiezioni
da
parte
dell
'
ascoltatore
le
togliesse
il
meglio
del
suo
piacere
;
pur
tuttavia
seguitò
a
descrivere
il
carattere
del
fidanzato
,
un
uomo
eccezionale
,
senza
confronti
.
Infine
,
Cesare
si
alzò
per
troncare
la
conversazione
,
e
mise
il
piede
sul
portasigarette
,
che
schizzò
in
frantumi
.
Fu
la
sola
prova
di
oblio
completo
,
ma
fu
anche
quella
la
quale
divertì
immensamente
Roberta
,
che
lanciò
alcuni
trilli
di
gioia
puerile
.
-
Che
cosa
fa
?
Che
cosa
fa
?
-
esclamò
ridendo
.
-
È
il
suo
astuccio
!
...
Se
n
'
era
dimenticato
?
...
Guardi
come
l
'
ha
ridotto
!
Le
risatine
perlate
della
ragazza
lo
ferirono
anche
peggio
.
Si
chinò
a
raccogliere
i
frantumi
,
e
se
li
rovesciò
macchinalmente
in
tasca
insieme
a
un
po
'
di
ghiaia
e
a
qualche
sigaretta
,
mentre
Roberta
raddoppiava
le
risatine
quasi
maligne
.
-
Deve
star
molto
bene
,
Lei
,
oggi
?
-
domandò
Cesare
.
-
Sì
....
Perchè
?
-
rispose
la
giovanetta
oscurandosi
subitamente
in
volto
,
-
Come
mi
trova
?
...
-
Sono
pallida
?
Tale
era
l
'
umile
preghiera
della
voce
,
che
Cesare
non
ardì
spingere
oltre
la
sua
vendetta
.
-
Appunto
,
-
si
affrettò
a
dire
.
-
Non
l
'
ho
mai
vista
meglio
:
ha
un
colorito
splendido
.
Roberta
mandò
un
sospiro
di
conforto
,
e
Cesare
si
limitò
a
pensare
:
"
Con
una
parola
potrei
forse
ucciderti
.
"
Ma
sentì
di
repente
che
si
svegliava
da
un
sogno
,
e
che
tutte
le
cose
intorno
a
lui
avevano
ripreso
il
loro
aspetto
comune
,
laddove
per
qualche
tempo
egli
aveva
visto
il
giardino
grande
come
una
foresta
,
e
i
filari
degli
aranci
profondi
come
i
sentieri
di
quella
foresta
.
Nauseato
,
stava
per
andarsene
quando
Emilia
sopraggiunse
;
aveva
il
suo
solito
abito
,
lilla
,
e
in
testa
portava
un
cappello
rotondo
,
di
grossa
paglia
;
le
mani
erano
nude
.
Cesare
la
guardò
appena
,
rifuggendo
dall
'
analizzare
anco
una
volta
lo
spettacolo
di
bellezza
che
non
era
per
lui
;
Roberta
prestamente
gli
gettò
un
'
occhiata
per
implorarlo
a
tacere
;
e
la
conversazione
s
'
avviò
con
una
svogliatezza
inabituale
.
-
Ebbene
,
che
cosa
è
accaduto
?
-
domandò
Emilia
a
Roberta
,
quando
Cesare
ebbe
preso
commiato
.
-
Eravate
così
confusi
tutti
e
due
....
Roberta
scoppiò
a
ridere
.
-
Ha
rotto
il
suo
astuccio
da
sigarette
,
-
rispose
.
-
Null
'
altro
....
Poi
,
più
tardi
,
in
casa
,
non
potè
trattenersi
e
narrò
ad
Emilia
la
sua
menzogna
.
-
Sono
vere
sciocchezze
,
-
osservò
la
donna
bruscamente
.
-
Quale
intimità
abbiamo
noi
col
signor
Lascaris
per
prendercene
giuoco
?
E
perchè
inventare
una
storia
di
genere
così
delicato
?
È
orribile
,
che
tu
non
possa
vivere
un
giorno
senza
dire
una
bugia
,
a
qualunque
costo
,
al
primo
venuto
....
Parlava
con
voce
un
po
'
alta
,
mentre
andava
preparando
alla
sorella
una
tazza
di
cioccolata
di
cui
Roberta
aveva
abitudine
;
ma
le
sue
mani
tremavano
,
e
con
un
movimento
maldestro
rovesciò
la
tazza
di
porcellana
e
la
ruppe
.
Per
la
prima
volta
,
Roberta
ebbe
a
pentirsi
quel
giorno
d
'
una
sua
favola
;
perchè
Emilia
andò
a
rinchiudersi
in
camera
e
non
si
mostrò
fino
all
'
ora
di
pranzo
.
Roberta
non
l
'
aveva
mai
vista
così
agitata
:
fosse
imaginazione
o
realtà
,
le
parve
che
la
sorella
avesse
pianto
.
VII
.
Si
arrampicò
per
il
monte
dietro
il
paese
,
dove
la
straducola
mancava
del
muro
,
e
apparivano
,
come
da
uno
squarcio
,
le
acque
,
il
paesaggio
,
il
verde
,
il
grigio
.
Là
,
Cesare
sedette
;
restò
a
guardar
lo
spettacolo
fantastico
,
in
una
posa
d
'
attenzione
totale
,
sdraiato
sopra
un
piano
d
'
erba
,
all
'
ombra
d
'
alcuni
folti
ulivi
.
E
lo
spettacolo
era
così
raro
,
che
l
'
uomo
ne
fu
per
qualche
istante
tutto
assorbito
,
e
cominciò
a
osservar
da
lontano
,
avvicinandosi
con
lo
sguardo
a
poco
a
poco
fin
dov
'
egli
si
trovava
.
Da
lontano
,
il
mare
in
un
'
invasione
di
luce
singolarmente
nebulosa
e
dorata
,
aveva
smarrito
la
linea
d
'
orizzonte
,
unendosi
col
cielo
dorato
e
nebuloso
;
talchè
non
si
sarebbe
potuto
dire
,
nella
falsa
rifrazione
,
se
le
vele
piccoline
danzassero
sul
mare
,
o
non
piuttosto
fossero
tra
cielo
e
mare
sospese
.
In
quella
sterminata
dovizie
di
luce
impalpabile
o
dentro
le
acque
animate
dal
formidabile
riverbero
,
due
scogli
neri
sorgevano
,
apparenti
e
scomparenti
a
capriccio
dell
'
onda
,
circonvoluti
da
un
rigoglio
di
spuma
gialla
.
Le
coste
lontane
,
che
nei
giorni
d
'
aria
lucida
si
disegnavano
perdutamente
,
stavan
celate
dietro
il
velario
d
'
oro
.
Ma
verso
le
rocce
violette
di
Portofino
,
a
levante
,
le
acque
avevan
disperso
il
pulviscolo
solare
,
e
una
violenta
chiazza
azzurra
restituiva
la
solita
visione
col
limite
ben
netto
dell
'
orizzonte
.
Ancòra
là
,
otto
o
dieci
vele
bianche
,
l
'
una
accosto
all
'
altra
,
erano
farfalle
posate
con
le
ale
trepide
sul
pelo
delle
acque
;
e
due
o
tre
,
più
basse
,
avevano
una
tinta
bruna
,
quasi
la
luce
non
fosse
giunta
a
tangerle
.
Così
lungi
,
le
imbarcazioni
peschereccie
,
tenevan
forma
e
significato
di
giuocattoli
;
nè
si
poteva
credere
portassero
uomini
massicci
,
curvi
sul
liquido
specchio
o
stesi
sulle
tavole
umide
in
aspettazione
.
Poi
,
ad
un
tratto
,
diminuendo
di
molti
gradi
la
lontananza
prospettica
,
s
'
apriva
agli
occhi
di
Cesare
la
costeggiante
verzura
del
paese
,
fitta
e
spessa
come
un
vello
,
in
numerose
gamme
di
colore
,
in
diverse
altezze
,
da
cui
s
'
ergevano
,
i
cipressi
cuspidali
.
E
ridenti
di
bianco
o
di
rossiccio
,
le
case
vivevano
tra
quel
magnifico
sopore
della
vegetazione
,
che
nell
'
aria
calda
non
muoveva
fronda
o
foglia
.
Verso
oriente
era
la
chiesa
bigia
col
livido
campanile
,
cui
s
'
aggruppavano
stretti
attorno
gli
altri
edifici
,
i
quali
a
mano
a
mano
andavan
poi
disseminati
in
mezzo
al
verde
,
spinti
fino
al
mare
,
collocati
più
alti
sul
lene
pendio
dei
colli
;
e
frequenti
balzavan
fuori
tra
casa
e
casa
i
ciuffi
di
verzura
,
i
ciuffi
argentei
degli
ulivi
....
Dominava
il
grigio
,
per
i
ciuffi
degli
ulivi
e
per
le
lastre
di
ardesia
che
coprivano
i
tetti
.
Più
qua
,
immediatamente
sotto
il
piano
erboso
dove
Cesare
stava
,
lo
spettacolo
era
gentile
,
con
due
lunghi
rettangoli
di
terra
,
che
un
giardiniere
coltivava
a
rosai
;
e
le
rose
bianche
,
opulenti
,
molte
già
sfatte
,
innalzavano
un
profumo
carnale
,
potentissimo
in
quell
'
aria
pura
d
'
ogni
altro
profumo
.
Una
cagna
volgare
abbaiava
dietro
invisibili
fantasmi
,
correndo
sulla
terra
grassa
a
calpestar
le
foglie
di
rose
disperse
.
Alcuni
romori
salivan
dal
paese
:
il
grido
di
qualche
rivendugliolo
,
lo
schioccar
delle
fruste
,
il
lamentio
d
'
uno
zufolo
stonato
;
così
fievoli
tutti
,
vaganti
nel
grande
spazio
,
che
la
lontananza
pareva
maggiore
.
Lentamente
le
scene
diverse
si
mutarono
in
imagini
d
'
abitudine
,
per
Cesare
che
le
fissava
con
lo
sguardo
pigro
di
chi
medita
cose
lontane
;
assorbivano
la
sua
attenzione
fisica
,
dando
libero
il
corso
ai
pensieri
.
La
donna
amata
da
lui
,
era
per
altri
;
la
plastica
di
quell
'
impareggiabile
corpo
sul
quale
i
suoi
occhi
s
'
eran
posati
nella
deliziosa
trepidanza
dell
'
intuizione
,
doveva
svelarsi
intera
a
un
altro
uomo
;
in
un
'
alcova
ignota
,
la
voce
d
'
Emilia
sarebbe
diventata
intima
....
E
la
sinfonia
classica
dei
bottoni
che
si
slacciano
?
La
visione
della
donna
soffusa
di
bianco
nel
pulviscolo
lunare
?
Egli
si
trovava
dunque
impegolato
in
uno
di
quegli
amori
cui
il
volgo
definisce
,
tra
il
rammarico
e
lo
scherno
,
senza
speranza
;
e
ne
derivava
la
necessità
di
gettarsi
a
capofitto
in
pieno
romanticismo
,
o
di
togliersi
per
sempre
da
una
strada
che
cominciava
a
diventar
malagevole
.
Aveva
sognato
.
Qualche
particolare
dei
sogni
che
inconsciamente
era
andato
accarezzando
in
quei
giorni
,
gli
tornava
alla
memoria
.
Per
esempio
,
aveva
sognato
una
piccola
villa
con
molti
palmizii
,
addossata
a
una
falange
d
'
ulivi
rampicanti
sui
colli
;
e
tutto
in
giro
,
la
campagna
esalava
quella
serenità
,
la
quale
giunge
così
crudele
alle
umane
sventure
,
ed
è
così
piacevole
per
gli
umani
egoismi
:
la
serenità
dei
grandi
paesaggi
alpestri
,
o
dei
graziosi
paesaggi
sui
laghi
lombardi
....
Entro
la
villa
,
una
voce
femminile
risonava
nell
'
ombra
moderata
delle
camere
fresche
....
In
abito
purpureo
Emilia
giaceva
sovra
un
ampio
divano
carico
di
molti
origlieri
bizzarri
;
a
'
suoi
piedi
,
egli
stesso
,
Cesare
,
seguiva
la
voce
della
donna
....
Uno
svelto
scaffale
da
ninnoli
era
coronato
da
un
alto
vaso
di
porcellana
riboccante
di
fiori
,
che
cadevan
sotto
uno
spiraglio
di
luce
;
il
sole
ne
irrubinava
metà
,
un
angolo
di
rose
e
di
verbene
,
tra
cui
si
drizzava
qualche
ciuffo
di
vainiglia
.
Questa
ed
altre
ideali
concezioni
d
'
avvenire
,
erano
state
bruscamente
travolte
,
poichè
non
nella
villa
con
molti
palmizii
,
ma
la
voce
d
'
Emilia
sarebbe
diventata
intima
e
flessuosa
in
un
'
alcova
ignota
,
per
un
uomo
ignoto
....
VIII
.
-
Senta
!
Senta
!
-
gridava
la
fanciulla
,
rivolgendosi
a
Cesare
e
additando
le
ondate
furibonde
che
si
gettavano
contro
la
spiaggia
.
-
Sembrano
colpi
di
cannone
!
Cesare
e
le
due
donne
eran
giunti
in
riva
al
mare
,
convulso
per
il
soffio
poderoso
del
vento
,
e
tutto
bianco
;
eran
scesi
dalla
strada
sulle
rocce
più
eminenti
,
arrampicandosi
dove
le
onde
non
potevano
arrivare
.
Ascoltavano
così
il
rimbombo
sordo
dell
'
acqua
contro
le
cavità
degli
scogli
;
un
fragore
talmente
reiterato
,
che
a
fatica
si
distinguevano
le
voci
.
-
È
bello
!
è
bello
!
-
esclamava
Roberta
,
aspirando
l
'
aria
,
e
trovando
sulle
labbra
un
impercettibile
umore
salino
.
I
riccioli
intorno
alla
fronte
e
al
collo
le
si
scompigliavano
sotto
la
veemenza
del
vento
;
le
gonne
le
si
serravano
alle
gambe
;
ella
rimaneva
forte
sul
dosso
scabro
della
roccia
,
sorridendo
alla
burrasca
.
Dietro
lei
,
Cesare
s
'
era
fermato
a
fianco
d
'
Emilia
.
Questa
,
meditabonda
e
inquieta
,
aveva
obliato
un
istante
le
sue
riflessioni
affannose
,
per
ammirare
lo
spettacolo
;
ma
la
vicinanza
dell
'
uomo
,
il
quale
pareva
triste
quel
giorno
e
d
'
una
tristezza
di
cui
ella
sospettava
la
causa
,
le
dava
un
'
immensa
brama
di
spiegarsi
,
di
togliere
a
sè
e
a
lui
dal
cuore
le
punte
,
che
la
ingenua
malizia
di
Roberta
vi
aveva
affondato
.
E
pensava
,
quasi
tremando
:
"
Com
'
è
strano
che
Roberta
stessa
ci
costringa
a
parlare
!
Ella
medesima
ci
ha
offerto
un
argomento
grave
e
pericoloso
.
Dovrò
spiegare
a
Cesare
che
io
non
sono
fidanzata
ad
alcuno
,
che
non
lo
sarò
mai
,
perchè
mi
sono
votata
a
un
'
opera
di
sacrificio
e
ho
promesso
la
mia
esistenza
alla
sorella
ammalata
.
Ma
come
risponderà
egli
?
Come
accoglierà
la
mia
rinunzia
?
...
La
combatterà
,
certo
,
e
poi
non
riuscendo
a
vincermi
,
-
non
riuscirà
,
-
dovrà
partire
....
Resteremo
noi
due
,
io
e
Roberta
,
per
sempre
....
"
Gettò
uno
sguardo
a
Roberta
e
a
Cesare
,
e
per
la
prima
volta
il
tormento
di
dovere
sceglier
presto
,
inappellabilmente
,
le
si
affacciò
all
'
anima
con
tutta
la
sua
tremenda
potenza
.
Doveva
sacrificare
in
eterno
l
'
uno
all
'
altra
,
e
la
scelta
non
le
avrebbe
dato
mai
pace
,
egualmente
non
fosse
mai
avvenuta
;
perchè
la
rinunzia
di
lei
all
'
amore
e
alla
felicità
avrebbe
reso
più
cupa
la
dissonanza
fra
il
suo
spirito
e
lo
spirito
di
Roberta
;
nè
ella
avrebbe
potuto
perdonare
a
questa
l
'
insanabile
spasimo
che
le
era
costata
.
E
con
l
'
orrore
abituale
in
lei
per
ogni
veemente
dibattito
,
guardava
in
fronte
l
'
avvenire
,
il
quale
si
presentava
amarissimo
,
qualunque
via
ella
avesse
percorso
;
e
innanzi
al
mare
fremebondo
,
alle
ondate
gigantesche
,
al
cielo
seminascosto
sotto
nubi
tempestose
,
innanzi
allo
spettacolo
ribelle
,
provava
l
'
impeto
di
gridar
la
sua
disperazione
,
di
confondere
la
voce
del
suo
furore
inutile
con
la
voce
assordante
di
quel
liquido
furore
,
che
si
lanciava
alla
spiaggia
,
dopo
aver
già
forse
travolto
uomini
e
navi
.
-
Fa
bene
quest
'
aria
,
signor
Lascaris
,
non
è
vero
?
-
domandò
Roberta
,
sorbendo
ancòra
l
'
aria
pregna
di
sali
.
-
Ma
non
si
esponga
al
vento
così
,
-
osservò
Cesare
,
mentre
pensava
che
sotto
la
gioia
della
giovanetta
si
celava
tuttavia
la
molestia
d
'
un
'
idea
roditrice
.
-
Venga
più
qua
;
si
ripari
dietro
queste
rocce
.
Alcune
rocce
grigiastre
bucherellate
formavano
una
specie
di
profonda
insenatura
,
e
drizzandosi
fino
all
'
altezza
della
strada
,
porgevano
un
ricovero
naturale
dalle
raffiche
del
vento
.
Nella
insenatura
profonda
,
le
onde
si
scaraventavano
una
sull
'
altra
bianchissime
,
andavano
a
battere
contro
il
fondo
,
si
ritorcevano
,
ed
erano
risospinte
dalle
sopravvenienti
,
con
vece
assidua
,
con
un
ribollir
di
schiuma
più
candida
del
latte
.
Lo
strepito
risonava
enorme
.
Roberta
sedette
molto
in
basso
,
dove
giungevano
talora
gli
spruzzi
minutissimi
dei
flutti
;
più
in
alto
sedettero
Cesare
ed
Emilia
,
e
sul
principio
Roberta
si
voltò
a
guardarli
di
tanto
in
tanto
,
additando
senza
parlare
i
cavalloni
,
che
giungevan
da
lungi
e
si
precipitavano
entro
la
piccola
baia
.
Poi
stette
,
assorta
,
e
sembrò
aver
dimenticato
i
compagni
,
per
seguire
qualche
suo
pensiero
non
anco
definito
e
infantilmente
triste
.
-
Che
cosa
Le
ha
detto
,
ieri
,
mia
sorella
?
-
domandò
Emilia
,
girando
a
un
tratto
la
testa
verso
Cesare
.
Sorrideva
,
con
una
fuggevole
vampa
di
rossore
sul
volto
;
e
bastaron
quel
sorriso
,
l
'
espressione
involontariamente
carezzevole
degli
occhi
,
per
segnare
un
passo
grande
sulla
via
delle
confidenze
.
Emilia
pensò
più
tardi
,
-
quando
tutto
era
già
per
sempre
finito
e
la
sua
esistenza
era
per
sempre
tracollata
negli
abissi
della
disperazione
,
-
pensò
che
la
sventura
aveva
avuto
origine
da
quel
suo
moto
irriflessivo
....
Perchè
non
tacere
?
Perchè
spiegarsi
,
animando
le
speranze
dell
'
uomo
,
più
forti
quanto
più
gravi
si
presentavano
gli
ostacoli
alla
lustra
di
felicità
,
cui
l
'
uno
e
l
'
altra
sognavano
?
Ma
ormai
,
la
frase
le
era
sfuggita
dalle
labbra
:
-
Che
cosa
Le
ha
detto
mia
sorella
?
-
Non
è
vero
?
...
-
esclamò
Cesare
.
Gli
occhi
gli
scintillavano
,
e
il
respiro
gli
usciva
dal
petto
caldo
e
vibrato
.
-
Non
è
vero
?
...
Mi
ha
detto
che
Lei
è
fidanzata
....
Ma
non
è
vero
?
...
La
donna
crollò
il
capo
,
continuando
a
sorridere
,
con
un
senso
più
mesto
.
-
Roberta
,
-
disse
,
-
ha
voluto
scherzare
.
Qualche
volta
passa
il
segno
e
commette
delle
fanciullaggini
;
ma
è
allegra
così
di
rado
,
che
bisogna
perdonargliele
....
Non
è
vero
nulla
....
E
Lei
ha
creduto
?
Io
non
sono
fidanzata
ad
alcuno
;
non
lo
sarò
mai
,
ad
alcuno
....
E
Lei
ha
creduto
sùbito
!
Le
sembra
che
io
potrei
abbandonare
Roberta
?
Parlava
con
voce
debole
,
molto
commossa
,
tenendo
gli
sguardi
alla
tempesta
;
e
Cesare
le
si
era
un
poco
avvicinato
per
non
perdere
sillaba
.
Il
mare
ai
loro
piedi
ruggiva
....
Spingendo
l
'
occhio
oltre
l
'
insenatura
,
si
vedevan
le
onde
infaticate
battere
disordinatamente
per
tutta
la
lunghezza
della
spiaggia
,
fino
a
Nervi
:
e
gli
spruzzi
si
levavano
altissimi
,
aprendosi
a
guisa
di
Ventaglio
e
ricadendo
tra
il
bulicame
della
spuma
.
-
Perchè
?
-
domandò
Cesare
stupito
.
-
Lei
non
abbandonerebbe
sua
sorella
?
Innanzi
tutto
,
abbandonare
è
cosa
diversa
....
-
Più
piano
,
-
interruppe
Emilia
,
temendo
che
Roberta
non
udisse
.
Il
cuore
le
batteva
in
tumulto
,
ascoltando
le
parole
divenute
intime
,
segrete
,
come
già
l
'
uomo
avesse
confessato
il
suo
amore
e
già
parlasse
per
difendere
la
propria
conquista
.
Egli
aveva
sentito
nel
fondo
dell
'
anima
scatenarsi
la
malvagità
egoistica
,
per
la
quale
voleva
ogni
cosa
al
suo
dominio
e
non
poteva
soffrire
ostacolo
alcuno
.
S
'
era
fatto
un
po
'
pallido
,
gli
occhi
neri
lucenti
;
aveva
guardato
in
basso
,
verso
Roberta
,
con
un
lampo
d
'
odio
improvviso
.
-
Lei
vuole
sagrificarsi
a
sua
sorella
?
-
continuò
,
smorzando
la
voce
.
-
È
impossibile
,
assurdo
;
sarebbe
mostruoso
.
Pensi
che
ciascuno
ha
nella
vita
una
strada
da
percorrere
.
Nessuno
può
,
nessuno
deve
mutarla
a
forza
,
per
seguire
il
cammino
d
'
un
altro
.
E
a
quale
scopo
,
a
chi
gioverebbe
?
Ella
sciuperà
tutta
la
vita
in
una
rinunzia
inutile
,
la
quale
non
sarà
forse
nemmeno
compresa
....
,
nemmeno
compresa
!
"
Perchè
mi
parla
così
?
"
-
domandò
in
quel
punto
Emilia
a
sè
stessa
,
trasalendo
sotto
il
soffio
della
scomposta
eloquenza
.
E
tentando
sorridere
ancòra
,
obiettò
:
-
Ma
ciascuno
ha
il
diritto
di
scegliere
la
via
,
in
capo
alla
quale
spera
di
trovare
una
sodisfazione
,
un
riposo
della
coscienza
....
Non
Le
pare
?
Quella
ragazza
è
attaccata
a
me
,
è
gelosa
della
mia
affezione
,
e
non
reggerebbe
al
dolore
d
'
una
lontananza
,
alla
rivalità
di
un
altro
,
affetto
....
Io
la
conosco
....
E
Lei
pure
sa
quanto
la
sua
salute
sia
debole
....
Infine
,
ho
pensato
,
può
crederlo
:
e
ho
giudicato
che
questo
è
il
mio
dovere
,
e
che
posso
compierlo
serenamente
,
anche
senza
sacrificio
....
Sì
fermò
.
Giungeva
con
fragore
infernale
un
'
ondata
verdastra
,
alta
,
e
incontrando
i
primi
scogli
,
spumeggiò
d
'
un
tratto
senza
rompersi
;
poi
coperse
la
spiaggia
,
si
franse
,
s
'
ingolfò
entro
l
'
insenatura
,
conquistando
alcuni
frastagli
,
fin
allora
intatti
,
della
roccia
su
cui
sedeva
Roberta
.
-
Hai
visto
?
-
gridò
la
fanciulla
ad
Emilia
.
-
È
giunta
fin
qua
su
!
-
Non
sei
bagnata
?
-
domandò
Emilia
con
una
premura
timorosa
,
la
quale
significò
per
Cesare
più
di
tutte
le
spiegazioni
.
-
No
,
no
.
Sto
benissimo
qui
,
-
rispose
la
giovanetta
.
Seguì
una
pausa
lunga
.
Tutti
e
tre
guardavano
la
vicenda
delle
acque
potenti
e
il
cielo
giallastro
pel
riflesso
di
un
moribondo
raggio
solare
.
-
Sono
le
illusioni
solite
dell
'
altruismo
,
-
riprese
Cesare
,
con
voce
cauta
,
piena
di
fremiti
rattenuti
.
-
Il
tempo
ne
fa
giustizia
,
ma
sempre
troppo
tardi
....
E
perchè
mai
,
a
un
tratto
,
questo
sacrificio
?
...
Perchè
non
prima
?
Emilia
battè
le
palpebre
;
un
pudore
ardente
le
bruciava
di
rossore
le
guance
;
ella
avrebbe
voluto
riprendere
la
coscienza
delle
cose
reali
e
fiaccare
con
lo
sdegno
la
domanda
ardita
;
ma
dal
cuore
le
saliva
un
singulto
di
smarrimento
.
Guardò
l
'
uomo
in
volto
e
lo
vide
oscurato
dalla
passione
dolorosa
;
capì
ch
'
egli
andava
dietro
ai
balzi
del
pensiero
e
li
ripeteva
,
dimenticando
il
riserbo
tenuto
fino
a
quel
giorno
e
i
doveri
che
quel
riserbo
gli
imponeva
.
La
comprensione
della
sua
sofferenza
incontenibile
turbò
maggiormente
la
donna
.
-
Allora
,
-
ella
disse
con
voce
spenta
,
-
Roberta
non
era
ammalata
.
Ella
viveva
con
noi
,
non
aveva
bisogno
della
mia
assistenza
,
nè
io
gliel
'
aveva
offerta
....
E
d
'
altra
parte
....
Voleva
dire
:
e
,
d
'
altra
parte
,
la
dissonanza
delle
loro
anime
aveva
avuto
principio
da
quel
tempo
,
appunto
;
gli
occhi
di
Roberta
,
da
quel
tempo
s
'
eran
fatti
vigili
,
gelosi
,
cattivi
;
in
quel
tempo
,
Emilia
aveva
dovuto
nascondere
la
sua
gioia
,
misurarne
gli
slanci
,
guardarsi
dalla
sorella
....
E
,
-
il
sospetto
era
atroce
,
ma
non
mancavano
i
dati
a
nutrirlo
e
a
renderlo
verisimile
,
-
ed
Emilia
sospettava
che
il
giorno
in
cui
la
morte
aveva
visitato
la
sua
casa
,
fosse
stato
un
giorno
di
letizia
crudele
per
Roberta
,
infine
liberata
d
'
una
presenza
agghiacciante
,
d
'
una
minacciosa
rivalità
.
Voleva
dir
questo
;
ed
esitava
tra
il
timore
di
addentrarsi
troppo
nelle
confidenze
più
delicate
,
e
la
paura
di
non
arrivare
a
convincere
....
Ma
Cesare
,
obbedendo
all
'
impazienza
della
sua
superbia
,
scosso
dal
ricordo
d
'
un
passato
che
non
gli
apparteneva
e
che
aveva
evocato
egli
stesso
,
interruppe
:
-
Sì
,
sì
,
tutto
questo
è
forse
vero
....
E
,
in
ogni
modo
,
io
non
ho
alcun
diritto
a
sapere
,
non
ho
alcun
titolo
per
consigliare
....
Vuole
perdonarmi
?
...
Perchè
discutiamo
di
queste
cose
tristi
?
-
Infatti
,
-
ripetè
Emilia
,
-
perchè
discutiamo
di
queste
cose
inutili
...
La
forma
brusca
con
cui
l
'
uomo
aveva
troncato
il
sèguito
del
colloquio
,
le
dava
un
cocentissimo
dolore
.
In
fondo
all
'
incrollabilità
del
suo
divisamento
giaceva
una
oscura
speranza
,
viveva
il
torturante
piacere
d
'
ascoltar
le
obiezioni
di
Cesare
.
Per
dissimulare
lo
spasimo
,
chiamò
Roberta
fortemente
,
nell
'
intervallo
fra
un
colpo
e
l
'
altro
delle
onde
.
-
Roberta
!
-
disse
,
-
vieni
qua
con
noi
.
Ti
esponi
troppo
all
'
aria
....
La
fanciulla
s
'
arrampicò
per
la
distanza
che
la
separava
,
dalla
sorella
,
e
Cesare
la
studiò
in
quell
'
atto
,
mentre
s
'
appoggiava
all
'
ombrellino
chiuso
,
aiutandosi
contro
le
difficoltà
dello
scoglio
.
"
Non
ha
un
anno
di
vita
!
"
-
egli
pensò
freddamente
.
Poi
,
a
voce
alta
osservò
:
-
Come
si
è
fatta
svelta
,
signorina
!
Roberta
sorrise
di
compiacenza
,
e
tese
la
mano
ad
afferrar
la
mano
che
Cesare
le
offriva
,
per
valicare
l
'
ultima
scabrosità
della
roccia
.
-
Ho
bevuto
tant
'
aria
di
mare
!
-
ella
rispose
,
quando
fu
seduta
a
fianco
d
'
Emilia
.
-
Il
mare
è
mio
amico
;
io
gli
voglio
molto
bene
,
ed
esso
mi
lascia
respirare
così
leggermente
!
...
Emilia
sorrise
alla
sua
volta
,
con
un
'
ombra
di
tristezza
.
Qualche
notte
prima
,
Roberta
aveva
avuto
la
febbre
e
un
nuovo
sbocco
di
sangue
,
non
forte
,
appena
da
arrossare
la
pezzuola
;
ma
lo
spavento
s
'
era
ridestato
in
Emilia
,
più
grave
poichè
Roberta
sembrava
fatalmente
illusa
,
ricca
di
speranze
,
e
faceva
molti
disegni
per
l
'
avvenire
.
-
Questa
,
è
la
prima
volta
che
vedo
il
mare
,
-
seguitò
Roberta
,
con
la
stessa
volubilità
fanciullesca
.
-
Ma
ne
sono
felice
.
Un
altr
'
anno
voglio
andare
alla
montagna
,
in
Isvizzera
....
Andremo
,
non
è
vero
,
Emilia
?
...
C
'
è
un
piccolo
paese
,
con
un
bel
lago
,
a
mille
ottocento
metri
d
'
altezza
....
Come
si
chiama
?
Cesare
ascoltava
,
rilevando
senza
pietà
il
sintomo
delle
strazianti
illusioni
;
e
Roberta
continuò
a
fantasticare
,
garrula
e
variabile
.
Aveva
dei
luoghi
lontani
una
visione
romantica
,
la
visione
dei
giorni
in
cui
il
male
non
le
si
faceva
sentire
,
ed
ella
poteva
svelarsi
in
tutta
la
sua
giovane
ignoranza
della
vita
e
della
realtà
.
Per
inconscio
paganesimo
,
si
figurava
il
paesaggio
ancòra
popoloso
di
creazioni
mitiche
;
il
mare
,
la
montagna
,
il
lago
,
la
pianura
,
la
notte
ed
i
crepuscoli
,
eran
gli
elementi
delle
sue
predilette
fantasie
....
Quando
la
sofferenza
fisica
e
il
terror
della
morte
non
le
strappavano
un
grido
di
precoce
disperazione
,
Roberta
s
'
indugiava
tra
quei
pensieri
panteistici
come
fra
uno
stormo
di
Fauni
capripedi
.
Ma
il
chiacchierio
febbrile
passava
sull
'
anima
d
'
Emilia
non
diversamente
d
'
una
mano
incauta
sopra
una
ferita
viva
;
e
per
troncarlo
,
la
donna
interruppe
:
-
Sarà
tempo
di
tornare
,
Roberta
.
Il
vento
arriva
fin
qui
,
ed
è
più
forte
....
Il
vento
rabbuffava
ancòra
le
acque
,
levandole
attorno
agli
scogli
in
danza
alterna
,
senza
posa
;
per
tornare
,
e
ripercorrere
un
lungo
tratto
delle
rocce
,
Cesare
e
le
due
sorelle
aspettavano
qualche
volta
l
'
onda
si
ritraesse
crepitando
;
Roberta
salutava
con
esclamazioni
l
'
impeto
dei
flutti
,
ma
procedeva
a
disagio
sul
dorso
sdrucciolo
ineguale
dei
massi
,
e
barcollava
,
e
di
frequente
doveva
valersi
delle
mani
....
-
No
:
aiuti
Roberta
,
-
disse
Emilia
a
Cesare
,
rifiutando
.
-
Io
non
ho
paura
.
Ella
non
aveva
paura
;
guardava
le
ondate
non
anco
infrante
,
ricurve
,
concave
,
ergersi
lontano
,
in
pieno
mare
,
correre
unite
in
linea
di
battaglia
,
gettare
un
balzo
,
valicando
i
più
facili
scogli
,
ricomporsi
,
correre
di
nuovo
compatte
,
arrivare
alla
spiaggia
,
stendersi
pianamente
lattiginose
,
echeggiar
sonore
contro
le
cavità
,
dissolversi
,
ripiegarsi
,
arricchir
le
ondate
susseguenti
,
riattaccar
gli
ostacoli
;
ebbrezza
del
mare
ampio
e
della
goccia
imponderabile
.
Sull
'
ultimo
tratto
,
Roberta
vacillò
,
quantunque
s
'
appoggiasse
alla
mano
ferma
di
Cesare
;
egli
stava
giù
avendo
superato
una
costa
rigidissima
,
e
la
fanciulla
,
al
sommo
,
inciampò
nelle
vesti
,
non
trovò
tempo
a
riprendersi
,
e
cadde
sul
petto
dell
'
uomo
,
che
dovette
stringerla
fra
le
braccia
.
-
Sono
salva
!
-
ella
gridò
,
sulla
spiaggia
,
sciogliendosi
dal
non
forte
amplesso
inopinato
.
E
rise
per
confortare
Emilia
,
la
quale
giungeva
in
quel
punto
.
Ma
la
donna
era
impallidita
,
alla
rapida
scena
;
non
di
paura
;
per
un
altro
sentimento
confuso
,
per
un
morso
al
cuore
;
e
più
da
quel
sentimento
non
mai
avvertito
innanzi
,
era
turbata
,
che
non
dal
fatto
d
'
aver
visto
Roberta
fra
le
braccia
di
Cesare
.
Salirono
una
breve
scala
di
pietra
;
poi
,
arrivati
sulla
strada
presso
la
chiesa
,
s
'
accostarono
al
parapetto
a
salutare
di
nuovo
il
mare
tuonante
.
Roberta
si
staccò
l
'
ultima
,
e
rivolgendosi
mentre
gli
altri
s
'
erano
,
già
incamminati
,
mandò
un
grido
.
-
È
orribile
!
-
disse
.
Dalla
strada
provinciale
veniva
verso
la
chiesa
una
coorte
di
dolenti
,
alcuni
recando
sulle
spalle
un
feretro
coperto
dello
strato
di
velluto
bruno
,
con
una
gran
croce
d
'
oro
nel
mezzo
;
altri
al
sèguito
,
salmodiando
in
lunga
fila
,
rivestiti
di
càmici
bianchi
o
di
ampie
vesti
nere
,
il
viso
tutto
nascosto
dal
cappuccio
,
ad
eccezione
degli
occhi
;
altri
,
pigiandosi
sui
fianchi
del
corteo
,
in
disordine
;
e
la
nuvolaglia
tempestosa
e
l
'
ora
già
tarda
proiettavano
una
lunga
ombra
sinistra
.
Roberta
s
'
indugiò
a
guardare
,
accasciata
,
fissando
ostinatamente
gli
uomini
della
Confraternita
procedenti
in
cadenza
,
grotteschi
e
solenni
;
i
quali
ridestavano
nella
giovanetta
il
terror
della
morte
,
la
memoria
,
di
qualche
incubo
....
-
È
orribile
!
-
disse
ancòra
ad
Emilia
,
che
tentava
persuaderla
a
seguitar
la
via
.
-
Non
li
dimenticherò
più
!
...
E
a
Cesare
,
che
pure
la
rassicurava
sorridendo
,
rispose
:
-
No
,
no
,
taccia
!
La
prego
!
Lei
non
sa
!
Lei
non
sa
!
...
Egli
non
sapeva
,
infatti
,
il
motivo
di
quello
sgomento
.
Tra
gli
spettri
dolorosi
della
fantasia
inferma
,
Roberta
aveva
fissa
la
visione
del
proprio
cadavere
,
freddo
e
rigido
,
con
le
braccia
incrociate
sul
petto
,
sopra
un
catafalco
ricco
di
drappi
funerei
,
presso
una
finestra
spalancata
in
faccia
alla
campagna
eterna
....
IX
.
Forse
la
felicità
non
è
che
la
simmetria
del
tempo
;
l
'
ora
,
il
giorno
,
l
'
anno
,
eguali
all
'
altra
ora
,
all
'
altro
giorno
,
all
'
altro
anno
....
La
passione
è
il
disordine
,
e
il
disordine
è
il
dolore
.
Emilia
si
divincolava
invano
sotto
l
'
assillo
.
Celava
il
volto
in
mucchi
di
rose
rosse
,
fresche
e
simili
a
labbra
innamorate
;
si
chiudeva
in
lunghi
silenzii
o
prorompeva
in
risa
febbrili
....
Neppur
l
'
alba
riusciva
ormai
a
quietarla
:
neanche
il
torpore
suppliva
al
sonno
.
Cercava
i
narcotici
,
che
distendono
il
corpo
quasi
sopra
nuvole
di
bambagia
.
Fuggire
!
Pareva
quello
il
sogno
più
caro
alla
sua
anima
....
Era
il
formidabile
istinto
di
salvezza
,
che
sul
viso
del
soldato
nuovo
diffonde
un
pallore
mortale
,
e
lo
fu
guardare
indietro
con
immenso
desiderio
ai
piani
liberi
e
tranquilli
,
mentre
la
massa
oscura
del
nemico
si
delinea
e
giganteggia
di
minuto
in
minuto
....
Fuggire
in
qualche
paese
straordinario
,
dove
il
suo
cuore
avesse
potuto
riprendere
il
battito
quieto
,
dove
le
sue
notti
fossero
potute
ridiventar
calme
e
senza
sogni
....
Ma
il
paese
straordinario
,
il
cielo
iperbolico
sotto
il
quale
tacciono
le
miserie
,
non
sono
cogniti
ad
alcuno
.
Nella
più
serena
plaga
del
mondo
non
s
'
incontra
che
tenebra
umana
....
Ella
avrebbe
voluto
confessarsi
a
qualche
anima
intenditrice
.
A
fianco
di
lei
era
soltanto
Roberta
,
una
fantasima
ammalata
,
la
quale
trascinava
la
vita
sotto
un
altro
peso
,
con
un
altro
spettro
....
Oh
come
le
teste
giovanili
piegavano
in
quei
giorni
al
soffio
delle
cose
implacabili
,
al
rinascere
infaticato
delle
visioni
!
La
casa
era
piena
di
silenzio
,
e
le
donne
camminavano
in
una
lieve
nube
di
sonnambulismo
,
senza
parlarsi
;
e
spesse
volte
calava
la
sera
e
l
'
ombra
si
faceva
sempre
più
densa
e
nessuna
delle
due
sorelle
pensava
a
difendersi
da
quell
'
oscurità
,
in
cui
l
'
anima
cercava
un
rifugio
avidamente
....
Ciascuna
era
assorta
nelle
variazioni
infinite
del
proprio
tema
.
Roberta
,
nelle
variazioni
sul
tema
della
morte
;
Emilia
,
nelle
variazioni
sul
tema
dell
'
amore
....
Spingevano
e
rivolgevano
ambedue
il
fardello
,
arrivavano
al
culmine
d
'
una
faticosa
salita
imaginaria
,
e
il
fardello
ricadeva
in
basso
,
e
le
due
condannate
riprendevano
a
sospingerlo
,
indefessamente
così
,
l
'
intero
giorno
.
Emilia
era
afferrata
dalla
follia
di
gettarsi
ai
piedi
di
Roberta
....
(
Roberta
non
s
'
era
a
lei
confessata
?
non
le
aveva
detto
il
mistero
dello
spavento
che
la
divorava
?
)
....
E
di
gridarle
:
"
Ascolta
,
ascolta
;
anch
'
io
sono
malata
.
Anch
'
io
ho
bisogno
d
'
illudere
la
mia
vita
e
di
snebbiare
una
visione
....
Ascolta
la
mia
tortura
:
da
notti
innumerevoli
,
non
riposo
;
da
giorni
e
da
notti
innumerevoli
,
un
pensiero
mi
coglie
di
soprassalto
,
mi
passa
traverso
l
'
anima
come
una
lama
infuocata
....
Aiutami
a
salvarmi
,
Roberta
!
...
Dimmi
in
qual
modo
potremmo
distruggere
gli
spettri
della
nostra
vita
....
Non
v
'
ha
un
paese
di
silenzio
,
di
là
da
quell
'
orizzonte
?
un
paese
d
'
oblio
,
dove
tutti
vivano
in
pace
solenne
e
la
vita
sia
una
meccanica
semplice
,
la
quale
non
muterà
mai
,
non
sarà
mai
turbata
dal
mistero
del
domani
?
Vuoi
che
viviamo
laggiù
?
...
Tu
non
temerai
la
morte
;
io
non
temerò
l
'
amore
....
Ogni
cosa
avrà
i
suoi
colori
ingenui
,
e
le
notti
saranno
calme
....
Dimmi
se
v
'
ha
una
terra
così
felice
,
e
dovunque
ella
sia
,
noi
la
raggiungeremo
....
Oh
fuggire
all
'
ignoto
,
comprendi
?
sarà
la
nostra
salvezza
....
Anche
tu
soffri
il
terrore
dell
'
ignoto
;
anche
tu
ti
domandi
:
"
Quando
sarà
?
Sarà
oggi
?
Sarà
domani
?
Quanto
manca
ancòra
?..."
Dobbiamo
fuggire
,
per
non
interrogare
l
'
anima
nostra
....
Non
v
'
è
un
paese
dove
l
'
anima
tace
?
"
.
Ella
avrebbe
voluto
confessarsi
,
gettarsi
ai
piedi
di
Roberta
e
piangere
con
lei
,
come
altre
volte
....
Ma
se
la
furia
del
tormento
la
spingeva
fino
alla
sorella
,
e
se
Roberta
alzava
gli
occhi
interrogativi
a
guardarla
,
Emilia
sentiva
le
fiamme
salirle
alle
guance
e
alla
fronte
....
Che
pensava
?
...
Colei
era
la
fanciulla
,
era
la
vergine
,
monda
nel
corpo
e
candida
nel
pensiero
....
Poteva
dirle
?
....
Poteva
confessarle
?
...
Poteva
dirle
:
-
"
Le
mie
notti
sono
più
torturanti
delle
tue
;
la
mia
vita
è
più
spaventevole
della
tua
;
la
mia
giovinezza
sfiorisce
in
un
desiderio
vano
di
sentirmi
amata
,
nell
'
agonia
di
trovare
un
affetto
più
caldo
,
più
misterioso
,
più
inebbriante
del
tuo
affetto
di
sorella
?
"
;
Poteva
confessarle
:
-
"
Non
so
rimanere
sola
;
ti
ho
promesso
di
vivere
sempre
al
tuo
fianco
,
e
mi
sono
ingannata
,
e
ti
ho
ingannata
,
perchè
invoco
l
'
amore
,
perchè
invoco
la
felicità
fuori
della
nostra
esistenza
,
quotidiana
.
E
so
che
l
'
amore
esiste
,
e
verrà
a
cercarmi
,
e
dovrò
rifiutare
la
felicità
implorata
?
"
Nulla
poteva
dirle
di
tutto
questo
;
si
rinchiudeva
in
sè
e
si
smarriva
per
le
solitudini
del
dolore
....
Oh
,
come
in
quei
giorni
le
teste
giovanili
piegavano
al
soffio
della
sventura
prossima
!
...
La
catena
delle
abitudini
s
'
era
spezzata
,
e
nulla
le
due
donne
facevano
,
che
non
fosse
per
ingannare
la
tenacità
del
pensiero
caparbio
.
Uscivano
a
passeggio
,
andavano
al
mare
,
camminavano
pel
giardino
,
aspiravano
i
profumi
dei
fiori
,
assistevano
alle
feste
del
sole
,
udivano
le
minacce
degli
uragani
;
e
lo
spirito
invisibile
dentro
di
loro
martellava
la
domanda
:
-
"
Quando
sarà
?
...
Quanto
manca
ancòra
?..."
-
"
Non
v
'
è
un
paese
dove
l
'
anima
tace
?..."
Gli
episodii
esterni
erano
indifferenti
.
Esse
non
percepivano
con
acutezza
se
non
gli
episodii
delle
proprie
ossessioni
,
i
quali
erano
senza
fine
;
poichè
all
'
una
tutto
intorno
parlava
della
morte
,
e
all
'
altra
tutto
parlava
d
'
amore
;
l
'
una
,
in
ogni
filo
d
'
erba
,
in
ogni
albero
,
in
ogni
farfalla
,
vedeva
qualche
cosa
destinata
a
scomparire
miseramente
,
e
presto
;
l
'
altra
vedeva
il
frutto
d
'
un
amplesso
universale
,
necessario
,
sacro
,
divino
.
E
dopo
aver
lottato
per
metodica
resistenza
,
si
abbandonavano
perdutamente
alla
sciagurata
voluttà
delle
inquietudini
diuturne
,
quasi
calando
a
poco
a
poco
in
un
abisso
pieno
di
raggi
lunari
....
X
.
Ella
aveva
passato
la
notte
fra
un
corteo
di
sogni
lubrici
e
maravigliosi
che
s
'
innestavano
l
'
un
nell
'
altro
,
e
non
finivano
....
Le
erano
sembrati
la
carezza
d
'
una
mano
sagace
,
uno
sfiorar
di
labbra
ardite
,
un
principio
di
tutte
le
voluttà
e
un
'
interruzione
di
tutte
,
un
invito
al
piacere
e
una
lusinga
ingannatrice
,
un
vellicar
di
piume
,
dalla
nuca
alle
reni
....
Da
ultimo
,
sull
'
alba
,
s
'
era
vista
per
una
lunga
amplissima
scala
,
i
cui
gradi
erano
dissimulati
con
drappi
vivaci
così
di
tinte
,
così
poderosi
nel
disegno
,
che
si
sarebbero
creduta
l
'
opera
di
molti
artisti
immortali
.
La
scala
metteva
capo
a
una
porta
chiusa
,
pesante
per
ornati
di
bronzo
a
cesello
.
Stagnava
una
grigia
penombra
....
E
sugli
scalini
,
-
indimenticabile
spettacolo
,
-
seminude
o
nude
,
erano
sdraiate
numerose
femmine
di
bellezza
magica
....
Alcune
Emilia
poteva
ricordar
tuttavia
;
adagiata
alla
sommità
era
una
,
intensamente
bionda
,
una
bionda
simile
a
luce
d
'
oro
,
a
torrente
di
luce
;
ed
ogni
sua
bianchezza
appariva
,
ogni
curva
,
ogni
delicatezza
di
vene
azzurreggianti
....
V
'
era
anche
una
bruna
ridente
con
la
grande
e
pur
deliziosa
bocca
aperta
a
uno
schianto
irresistibile
.
,
pel
quale
più
rosse
parevano
le
labbra
schiuse
a
mostrar
denti
perfetti
....
V
'
era
una
creola
,
dagli
occhi
ingenui
e
larghi
....
Ah
quei
capelli
,
non
lunghi
ma
folti
,
dal
torpido
profumo
,
quelle
ciocche
selvagge
che
cadevan
dietro
le
spalle
,
passavano
per
le
spalle
sul
petto
,
e
lo
baciavano
,
attorcendovisi
intorno
,
-
quale
illustre
guanciale
,
quale
acqua
di
Lete
a
tutte
le
angosce
!
...
Nessuna
parlava
,
nessuna
aveva
idea
del
tempo
.
Un
magnifico
silenzio
d
'
accidia
sopiva
le
donne
,
viventi
d
'
ineffabile
vita
animale
.
Anch
'
ella
,
Emilia
,
stava
tra
di
loro
....
A
capo
della
scala
o
al
fondo
?
Non
rammentava
se
non
d
'
avere
visto
dopo
di
sè
,
sotto
di
sè
altri
corpi
femminili
digradanti
in
basso
,
fino
a
smarrire
la
perspicuità
delle
linee
,
giù
nella
lontananza
.
Non
rammentava
se
non
il
turbamento
che
le
era
penetrato
nell
'
animo
quando
,
imbevuti
gli
occhi
di
quelle
forme
e
i
sensi
di
quella
invincibile
pigrizia
,
aveva
richiamato
lo
sguardo
sopra
sè
medesima
,
e
si
era
scorta
nuda
,
tutta
nuda
,
tanto
crudelmente
nuda
,
ch
'
ella
non
aveva
trovato
fra
le
compagne
se
non
la
bionda
aurea
la
quale
potesse
competere
con
lei
d
'
impudicizia
....
Era
rimasta
sgominata
dalla
molesta
punta
di
verecondia
;
i
suoi
occhi
non
s
'
erano
più
vòlti
a
guardare
in
giro
,
e
con
una
mano
aveva
nascosto
infantilmente
un
piccolo
nèo
che
le
macchiava
d
'
una
macchia
graziosa
il
petto
,
fra
i
due
seni
.
Poi
,
di
repente
,
all
'
orecchio
le
avevano
susurrato
una
parola
,
qualche
parola
imperativa
per
la
quale
ella
s
'
era
alzata
,
aveva
asceso
la
scala
fino
alla
sommità
,
movendosi
,
non
sapeva
perchè
,
non
meno
leggiadramente
che
se
il
suo
corpo
fosse
stato
protetto
dalle
vesti
.
Nessuna
delle
donne
al
suo
passaggio
aveva
sollevato
la
testa
a
lanciarle
gli
sguardi
invidi
,
che
nella
realtà
le
dilaniavano
le
carni
.
Il
silenzio
e
la
penombra
incombevano
dovunque
.
Su
,
a
capo
della
scala
,
s
'
era
trovata
a
seguire
un
essere
bizzarra
,
nè
maschio
,
nè
femmina
;
il
volto
era
infantile
e
le
membra
,
come
fuse
nel
bronzo
,
erano
glabre
,
neutre
.
La
strana
guida
l
'
aveva
condotta
in
una
sala
marmorea
,
radiosa
di
luce
....
(
Emilia
soffriva
ancòra
la
sensazione
del
marmo
freddo
sotto
i
piedi
)....,
impregnata
di
fragranze
le
quali
per
un
attimo
le
avevan
dato
le
vertigini
....
Un
largo
bagno
tepido
,
più
limpido
del
cristallo
,
si
apriva
nel
mezzo
....
Emilia
v
'
era
accorsa
,
vi
si
era
tuffata
:
l
'
acqua
emanava
globi
d
'
odori
floreali
e
mormorava
discreta
intorno
al
corpo
della
donna
.
Allora
la
strana
guida
accosciata
presso
la
vasca
aveva
dato
principio
a
narrare
le
voluttà
che
aspettavano
Emilia
.
Quali
parole
!
...
Non
mai
Emilia
ne
aveva
udito
di
simili
...
!
Quella
bocca
dalle
labbra
piatte
,
dai
denti
aguzzi
,
sprigionava
un
fiume
incandescente
,
soffiava
un
vento
infuocato
,
così
le
imagini
erano
procaci
e
le
parole
schiumanti
di
lascivia
....
.
Ritta
nell
'
acqua
,
la
quale
giungevale
poco
oltre
i
fianchi
,
e
con
le
braccia
stese
ai
due
lati
della
vasca
,
Emilia
ascoltava
:
il
liquido
mormorìo
era
cessato
,
ma
salivano
ancòra
i
globi
di
profumo
;
la
donna
aveva
conservato
la
sensazione
del
suo
corpo
lentamente
preso
da
un
tremito
di
concupiscenza
,
e
degli
occhi
dilatati
quasi
ad
afferrare
le
imagini
fluenti
dalla
bocca
del
neutro
narratore
....
Che
cosa
egli
prometteva
?
Che
cosa
raccontava
?
A
chi
era
ella
destinata
,
a
quale
non
comune
Iddio
di
libidine
inesausta
?
Il
viso
di
lei
doveva
essere
purpureo
di
vergogna
,
mentre
il
suo
corpo
si
dibatteva
sotto
la
scudisciata
delle
cùpide
visioni
;
più
volte
l
'
aveva
scossa
l
'
impeto
di
balzar
dall
'
acqua
e
di
fuggire
;
ma
la
curiosità
di
quella
facondia
sensuale
la
tratteneva
,
con
le
braccia
spalancate
e
le
mani
ferme
ai
due
bordi
della
vasca
....
Se
il
suo
sguardo
vagava
,
sotto
di
sè
ella
poteva
veder
nel
liquido
cristallino
il
riverbero
del
seno
,
del
collo
,
del
viso
,
dei
capelli
diffusi
per
le
spale
;
e
si
sorrideva
,
e
socchiudeva
le
labbra
ad
ammirarsi
i
denti
piccoli
ed
eguali
.
Le
parole
soffiavano
intanto
sopra
la
sua
testa
,
fischiava
il
vento
infiammato
delle
promesse
lascive
.
E
come
avviene
nei
sogni
in
cui
la
personalità
non
è
morta
intera
,
Emilia
si
diceva
:
"
Ora
,
tutto
sparirà
;
ancòra
un
poco
e
potrò
risvegliarmi
e
rientrar
nella
vita
;
dopo
questa
tortura
,
tutto
sparirà
.
"
Invece
la
forma
umana
che
parlava
,
l
'
aveva
afferrata
intorno
al
busto
,
le
aveva
passato
sul
petto
,
sulle
reni
,
una
mano
accorta
comunicandole
brividi
inenarrabili
,
con
una
carezza
nuova
,
con
uno
sfiorar
di
piume
sulla
vibratile
colonna
nervosa
;
onde
a
poco
a
poco
entro
le
vene
ella
aveva
sentito
scorrere
non
sangue
ma
lava
,
e
dalla
bocca
le
erano
sfuggiti
singulti
di
desiderio
....
Era
balzata
infine
dall
'
acqua
,
le
membra
asciutte
quasi
per
magìa
e
odoranti
un
balsamo
più
intenso
dei
profumi
che
esalavano
dal
bagno
....
Pronta
per
l
'
amore
,
era
uscita
,
s
'
era
ritrovata
presso
la
gran
porta
chiusa
,
al
sommo
della
scala
ricoperta
di
tappeti
doviziosi
e
di
femmine
o
seminude
o
nude
.
Allora
(
i
polsi
le
battevano
più
forte
,
ricordando
)
s
'
era
incontrata
nell
'
uomo
al
cui
capriccio
doveva
sacrificarsi
;
e
sùbito
le
mani
di
lei
avevan
tentato
invano
di
celare
la
nudità
,
ma
comprendendo
il
malgarbo
dell
'
inutile
movimento
,
era
rimasta
dritta
in
piedi
,
le
braccia
lungo
i
fianchi
,
a
testa
china
.
Ella
avrebbe
detto
che
la
sua
vita
fisica
si
fosse
in
quell
'
istante
sospesa
;
assorta
nella
trepidanza
dell
'
aspettazione
,
solo
il
palpito
del
cuore
veemente
aveva
segnato
l
'
attimo
d
'
angoscia
.
"
Ti
guarda
!
Non
temere
;
sei
bella
.
"
Ma
alzando
gli
occhi
,
un
grido
le
era
sfuggito
.
L
'
uomo
sorridendo
le
aveva
preso
una
mano
appena
per
l
'
estremità
delle
dita
.
Ella
non
aveva
visto
di
lui
se
non
lo
sguardo
;
ma
non
s
'
era
ingannata
,
o
colui
che
doveva
possederla
era
ben
lo
stesso
ch
'
ella
amava
nella
realtà
d
'
ogni
giorno
.
Il
misterioso
lavacro
l
'
aveva
così
preparata
all
'
amore
di
lui
;
il
canto
fescennino
ricco
di
promesse
infernali
le
aveva
trasfuso
il
fuoco
nelle
vene
,
perchè
ella
gli
fosse
potuta
giungere
assetata
di
voluttà
,
perchè
non
avesse
più
avuto
requie
se
non
fra
quelle
braccia
,
perchè
il
suo
corpo
si
fosse
piegato
,
allacciato
a
rosee
spire
sotto
le
labbra
dell
'
uomo
;
perchè
non
fosse
stata
infine
più
nulla
di
cògnito
,
se
non
una
splendida
forma
armonizzata
dalla
passione
.
Ed
aveva
seguìto
l
'
uomo
con
la
tremante
gioia
di
essere
costretta
alla
felicità
.
Ma
qual
terribile
cosa
,
quale
scherno
satanico
era
avvenuto
poi
?
La
donna
bionda
,
a
sommità
della
scala
,
si
era
gettata
fra
le
braccia
dell
'
amante
,
ed
egli
,
sollevatala
in
un
amplesso
gagliardo
,
l
'
aveva
raccolta
trasportandola
via
.
Sulla
soglia
della
porta
invarcabile
,
Emilia
era
piombata
in
ginocchio
,
senza
il
conforto
delle
lacrime
.
Risvegliatasi
dal
sogno
,
ella
girò
gli
occhi
per
la
camera
.
La
lampada
notturna
era
spenta
,
e
l
'
alba
entrava
dalle
finestre
.
Nella
mente
della
donna
,
le
inconfessabili
promesse
cantate
al
suo
fianco
nel
bagno
eran
rimaste
intatte
,
quasi
scolpite
sopra
tavole
di
bronzo
;
e
avrebbe
potuto
ripeterle
in
un
giorno
di
delirio
;
e
le
davano
ancòra
un
brividìo
di
cupidigia
e
di
spavento
.
Ora
,
con
le
membra
estenuate
di
fatica
,
dopo
il
sogno
molle
e
focoso
non
aveva
tardato
a
riaddormentarsi
,
cercando
una
tranquilla
pace
;
e
sùbito
avevan
ripreso
le
figurazioni
di
malìa
.
Erale
parso
le
si
fosse
aperto
innanzi
un
libro
dalle
pagine
smisurate
,
sulle
quali
le
imagini
raggiungevano
quasi
la
dimensione
delle
umane
sembianze
;
i
fogli
passavano
adagio
,
svolti
da
una
mano
occulta
.
Inutilmente
Emilia
,
aveva
tentato
di
staccarne
gli
sguardi
.
La
curiosità
era
viva
;
attraente
il
mistero
dei
gruppi
figurati
,
e
la
donna
aveva
finito
per
guardare
ad
una
ad
una
le
pagine
enormi
,
seguendo
tutta
la
liturgìa
d
'
amore
,
che
di
foglio
in
foglio
diveniva
più
mordace
.
I
margini
erano
all
'
intorno
carichi
di
ornati
massicci
,
spesse
volte
intrecciantisi
con
l
'
imagine
principe
,
avviluppandola
in
tale
rigiro
di
draghi
,
di
convolvoli
,
di
èdere
,
di
gigli
e
di
grifoni
,
che
il
disegno
centrale
si
faceva
oscuro
.
Sfilava
,
in
principio
,
una
serie
di
ritratti
femminili
;
teste
di
donne
,
classiche
nelle
vicissitudini
amorose
,
delineate
con
gagliardìa
fino
al
busto
sopra
uno
sfondo
turchiniccio
.
Ognuna
portava
,
o
negli
occhi
,
o
sulle
labbra
,
o
sulla
fronte
,
una
stimate
vigorosa
di
passione
;
ognuna
aveva
,
in
diverso
grado
ed
espressi
con
diversa
perizia
tecnica
,
il
senso
di
vitalità
esuberante
,
la
luce
incontenibile
,
palese
sul
volto
delle
donne
che
amano
l
'
amore
e
gli
si
dànno
senza
limiti
.
L
'
iconografia
partiva
da
tempi
lontanissimi
e
procedeva
attraverso
tutte
le
epoche
,
attraverso
tutte
le
nazioni
.
Vi
erano
dapprima
alcuni
tipi
di
femmine
quasi
selvagge
,
probabilmente
fantasticate
dall
'
artista
,
meglio
che
ricordate
in
una
qualunque
storia
:
seguivano
di
mano
in
mano
tipi
più
calmi
ed
evoluti
,
i
quali
avevano
qualche
legame
di
somiglianza
con
le
prime
,
nella
manifestazione
di
un
non
comune
calore
;
e
spesso
i
simboli
mitologici
rammentavano
la
loro
divinità
,
o
un
diadema
sui
capelli
indicava
la
loro
origine
gentilizia
o
regale
.
Dai
margini
,
i
capricciosi
avvolgimenti
degli
ornati
concorrevano
talvolta
a
portare
una
nota
originale
,
allargandosi
dietro
le
teste
gentili
a
guisa
di
verzura
iperbolica
,
formando
con
quei
visi
eburnei
,
e
quei
capelli
bruni
e
fulvi
uno
stridulo
contrasto
,
creando
nuovi
intrecci
o
qualche
coppa
non
mai
veduta
,
da
cui
sorgevano
e
la
testa
e
il
busto
,
sveltamente
.
Eran
così
forse
passate
centinaia
di
ritratti
,
ed
a
similitudine
di
rapide
meteore
avevan
lasciato
negli
occhi
d
'
Emilia
una
pertinace
luminosità
,
lo
strascico
di
molte
scintille
.
Concludeva
la
serie
una
figura
di
donna
,
-
questa
,
tutta
intera
da
capo
a
piedi
-
con
intorno
al
corpo
e
sulle
reni
avviticchiato
un
mostro
ributtante
,
verde
,
in
forma
di
ragno
smisurato
,
gli
occhi
fosforescenti
a
fior
di
pelle
;
il
quale
teneva
confitti
i
suoi
tentacoli
nella
carne
viva
della
femmina
,
passandoli
sopra
le
spalle
a
serrarle
anche
i
seni
ed
il
ventre
in
un
abbraccio
furioso
.
I
tentacoli
possedevano
un
rilievo
quasi
tattile
,
e
la
bocca
era
tremenda
,
appoggiata
alle
reni
della
vittima
,
da
cui
suggeva
sangue
e
midollo
.
Ancòra
dritta
e
prona
innanzi
,
la
donna
s
'
affaticava
a
divincolarsi
dall
'
amplesso
viscido
,
e
con
le
braccia
stillanti
gocce
porporine
,
resisteva
alla
stretta
che
la
soffocava
.
Sul
volto
,
l
'
impronta
di
raccapriccio
era
formidabile
,
la
bocca
aveva
un
rictus
di
strazio
,
gli
occhi
schizzavano
dalle
orbite
,
e
dietro
la
schiena
la
chioma
nera
s
'
avvolgeva
attorno
alle
branchie
del
mostro
orrendo
.
Non
pareva
,
quello
,
il
simbolo
eterno
delle
anime
passionali
?
Non
era
,
il
mostro
,
una
cupidità
salda
ed
ostinata
?
Ma
lo
sgomento
del
dramma
terrifico
era
sfumato
in
Emilia
al
succedersi
di
pagine
liete
,
in
cui
una
fantasia
senza
confini
aveva
trovato
un
'
espressione
priva
d
'
esitanze
.
Le
scene
si
svolgevano
dissimili
,
gli
abbracci
strani
e
contorti
,
i
gruppi
numerosi
.
La
dormente
non
riusciva
ad
afferrarli
tutti
.
Il
cuore
aveva
rialzato
il
battito
,
una
morsa
di
ferro
le
aveva
attanagliato
la
gola
,
e
con
gli
occhi
immobili
nel
sogno
ella
stava
a
scrutare
.
Che
cosa
avveniva
?
Un
caos
,
un
turbine
,
lo
straripare
di
un
torrente
in
dirotta
;
ed
ogni
scena
pareva
di
prim
'
acchito
semplice
e
casta
;
a
ciascun
foglio
,
si
sarebbe
detto
che
la
fantasia
stanca
si
fosse
compiaciuta
di
un
riposo
,
disegnando
idillii
ed
atteggiamenti
pudichi
.
Ma
le
linee
si
spostavano
sotto
gli
occhi
della
spettatrice
;
il
quadro
,
in
cui
eran
raccolte
le
cose
stridenti
che
nella
realtà
si
escludono
e
nel
sogno
si
sposano
con
tranquilla
inverosimiglianza
,
il
quadro
scopriva
presto
,
il
suo
concetto
afrodisiaco
.
Corpi
femminei
e
corpi
maschili
,
antichi
mostri
e
simboli
nuovi
foggiati
dall
'
ingegno
balzano
,
contorni
sfrontati
,
figure
d
'
una
temerità
insultante
,
ogni
creazione
sfolgorava
linee
di
demoniaca
audacia
.
Strette
le
mani
,
stese
le
braccia
,
aggomitolato
il
corpo
spasmodicamente
,
Emilia
convergeva
nel
sogno
gli
sguardi
immobili
,
la
bocca
un
po
'
schiusa
al
respiro
tronco
.
No
,
ella
non
avrebbe
mai
supposto
una
sì
lunga
scala
di
secreti
piaceri
....
Inorridiva
,
e
soffriva
la
tentazione
di
ridere
senza
fine
,
d
'
atteggiare
la
fisionomia
al
ghigno
lubrico
onde
si
illustravano
i
volti
degli
ossessi
,
che
le
sfilavano
innanzi
e
le
si
accavallavano
nella
memoria
.
Provava
l
'
ambascia
di
un
solletico
mortale
,
abbinata
colla
sensazione
dolorosissima
della
nuca
,
ove
l
'
epidermide
sembrava
ristringersi
gradatamente
.
Non
poteva
gridare
,
nè
di
spasimo
nè
di
rivolta
,
e
tuttavia
aveva
informi
nel
cervello
lo
parole
,
e
le
si
aprivano
le
labbra
e
si
movevano
invano
.
La
fatica
greve
dell
'
incubo
,
la
luce
ormai
chiara
che
,
tormentandole
gli
occhi
chiusi
,
arrossava
anche
le
imagini
,
finirono
con
lo
spossarla
.
Ella
vide
ancòra
passar
due
Centauri
,
maschio
e
femmina
,
rapidamente
in
una
prateria
soleggiata
;
dell
'
una
,
intese
con
la
vista
una
grossa
treccia
bionda
,
il
petto
superbo
;
del
Centauro
,
la
rincorsa
avida
,
il
raggiungere
,
l
'
impennarsi
....
Poi
il
corpo
d
'
Emilia
si
ribellò
a
un
tratto
,
inarcandosi
come
un
vimine
che
brucia
....
Ed
ella
battè
due
volte
con
le
reni
sul
piano
del
letto
....
XI
.
Sembravano
due
ragazzi
accaniti
in
una
gara
ingenua
,
ed
eran
due
odii
che
si
cercavano
,
una
coppia
che
travisava
la
lotta
dei
sessi
,
la
quale
finisce
con
un
abbraccio
,
e
qui
non
aveva
speranza
di
finire
se
non
con
qualche
impreveduta
violenza
.
Tale
era
divenuta
a
poco
a
poco
l
'
intimità
fra
Cesare
e
Roberta
,
che
il
dottore
e
la
fanciulla
non
si
chiamavano
più
coi
nomi
loro
,
ma
con
nomignoli
bizzarri
.
Cesare
per
Roberta
era
"
pipistrello
"
,
e
Roberta
era
"
cavalletta
"
per
Cesare
.
Trascinato
dal
giuoco
,
egli
s
'
era
fatto
più
audace
di
lei
,
ed
ella
doveva
talora
cercare
un
cantuccio
nascosto
del
giardino
per
leggere
in
pace
i
suoi
libri
;
dove
il
Lascaris
arrivava
,
agitando
in
aria
un
grosso
ranocchio
o
un
ispido
vermiciattolo
,
minacciando
di
gettarglielo
sulle
vesti
.
Stavano
in
agguato
delle
debolezze
reciproche
per
cavarne
il
tema
a
uno
scherzo
o
a
un
'
insolenza
;
si
disegnavano
il
ritratto
sopra
un
pezzo
di
carta
,
prodigando
linee
buffonesche
,
musi
spaventevoli
,
capelli
incolti
;
le
fogge
di
vestire
non
isfuggivano
alla
critica
;
l
'
inesperienza
di
Roberta
a
descrivere
una
scena
e
ad
esporre
un
lungo
racconto
,
offriva
a
Cesare
l
'
opportunità
di
contraffare
la
ragazza
crudelmente
.
Sentivano
nella
implacabile
guerriglia
una
attrazione
quasi
sensuale
,
aspra
.
Cesare
aveva
bisogno
di
tutta
la
sua
prudenza
per
vigilarsi
,
per
costringere
lo
scherzo
entro
i
confini
e
non
eccedere
.
Illuminata
dal
male
,
Roberta
appariva
certi
giorni
veramente
bella
:
un
viso
bianco
e
giovanile
,
che
già
si
piegava
a
scrutare
i
vuoti
abissi
del
nulla
,
un
corpo
fragile
di
cui
Cesare
conosceva
quasi
intere
la
forma
e
l
'
attraenza
....
Poi
,
la
giovanetta
,
anelante
alla
bellezza
,
si
faceva
di
ora
in
ora
più
seduttrice
,
con
molta
incoscienza
,
la
quale
era
un
'
altra
seduzione
;
e
nel
giuoco
sfoggiava
una
naturale
arte
femminea
,
dando
alla
voce
alcuni
coloriti
di
preghiera
e
d
'
ironia
,
che
vibravano
a
lungo
e
sembravano
commuovere
lei
medesima
.
Si
vestiva
con
cura
minuziosa
;
aveva
strappato
a
Emilia
il
permesso
di
portare
gli
orecchini
di
brillanti
e
i
gioielli
inibiti
ancòra
alle
ragazze
.
Attillata
,
guantata
,
coi
cappelli
fantastici
allora
in
moda
,
vivificata
e
rosea
per
la
piccola
febbre
che
la
distruggeva
lentamente
,
somigliava
qualche
volta
a
sua
sorella
,
e
,
predestinata
dalla
malattia
,
qualche
volta
era
di
sua
sorella
più
capziosa
.
-
Non
Le
sembra
,
-
aveva
detto
a
Cesare
un
giorno
,
in
cui
era
scoppiato
il
temporale
,
e
voleva
ottenere
ch
'
egli
chiudesse
la
finestra
,
alla
quale
ella
non
osava
affacciarsi
,
-
non
Le
sembra
che
La
preghi
deliziosamente
,
con
una
voce
da
sirena
?
...
Aveva
intrecciato
le
mani
,
composto
il
viso
a
timida
umiltà
,
pel
timore
che
il
Lascaris
non
si
giovasse
dell
'
incidente
a
vendicarsi
delle
spesse
cattiverie
di
lei
....
Ma
quella
sera
eran
giunti
anche
più
oltre
.
Per
difendersi
dal
fulmine
,
Cesare
aveva
suggerito
a
Roberta
la
consuetudine
dei
pusillanimi
che
si
nascondono
nudi
fra
due
materassi
....
-
È
un
'
idea
,
-
aveva
aggiunto
,
incapace
a
frenarsi
.
-
La
provi
.
Supponiamo
che
il
fulmine
cada
nella
sua
camera
,
mentre
Lei
è
così
al
riparo
;
non
imagina
che
gioia
,
che
trionfo
?
Aveva
taciuto
un
attimo
;
quindi
,
pazzamente
:
-
Badi
però
di
non
dimenticare
in
quale
posizione
Ella
si
trova
.
Sarebbe
piacevole
che
balzasse
fuori
dal
nascondiglio
,
tutta
nuda
,
e
venisse
ad
annunziarmi
gravemente
il
pericolo
scampato
!
...
Andare
da
lui
,
tutta
nuda
?
L
'
imagine
s
'
era
presentata
assai
monca
alla
fantasia
della
giovanetta
,
ed
ella
non
vi
aveva
visto
se
non
la
comicità
o
il
ridicolo
;
per
questo
,
mentre
Cesare
già
si
mordeva
le
labbra
,
risuonò
nella
camera
una
lunga
risata
,
e
Roberta
concluse
negligentemente
:
-
Sì
,
sarebbe
piacevole
,
Pipistrello
!
...
E
fu
tutto
.
Il
Lascaris
la
tormentava
con
una
gragnuola
di
proverbii
,
stroppiati
,
confusi
,
mescolato
il
capo
dell
'
uno
con
la
coda
dell
'
altro
;
e
interrompeva
le
parole
di
lei
per
lanciare
due
o
tre
sentenze
così
grottescamente
camuffate
,
ch
'
ella
ricordava
e
ripeteva
....
In
tal
modo
infilavano
discorsi
strani
,
scintillanti
qua
e
là
di
qualche
lampo
d
'
arguzia
spontanea
.
Poi
,
di
repente
,
l
'
un
dei
due
si
faceva
serio
e
parlava
di
cose
gravi
;
ciò
avveniva
più
spesso
alla
presenza
d
'
Emilia
,
la
quale
aveva
assistito
in
parte
al
nascere
della
confidenza
inaspettata
,
e
non
sapeva
giudicarla
,
attonita
.
La
conversazione
diventava
saggia
,
ma
variata
per
le
immancabili
puerilità
di
Roberta
;
discutevano
del
matrimonio
,
dell
'
amore
,
in
termini
poco
definiti
,
perdendosi
.
Cesare
non
poteva
esprimersi
compiutamente
;
Roberta
non
aveva
dell
'
amore
se
non
l
'
idea
romantica
;
Emilia
era
distratta
e
nervosa
.
Seguitavano
fin
che
l
'
abitudine
della
quotidiana
guerriglia
non
li
avesse
ripresi
,
e
l
'
uno
non
avesse
dichiarato
l
'
altra
incapace
a
qualunque
ragionamento
più
volgare
.
Ma
con
abili
scandagli
,
il
Lascaris
era
riuscito
a
stabilire
che
,
sebbene
romantica
,
l
'
idea
dell
'
amore
era
completa
in
Roberta
.
Senza
madre
,
non
vigilata
da
Emilia
se
non
materialmente
,
in
dimestichezza
stretta
con
altre
fanciulle
,
Roberta
sapeva
e
indovinava
con
una
perspicacia
talvolta
contradditoria
.
Non
arrossiva
mai
fuor
di
proposito
;
sapeva
benissimo
,
ad
esempio
,
d
'
essere
vergine
,
e
ignorava
in
che
cosa
la
sua
verginità
consistesse
.
La
conversazione
seria
assumeva
una
vivacità
estrema
.
Cesare
si
levava
in
piedi
,
camminava
pel
salotto
,
parlava
come
innanzi
a
un
avversario
che
si
deve
convincere
.
La
fanciulla
ascoltava
e
prendeva
poi
la
parola
ad
esporre
i
suoi
dubbii
;
la
facondia
dell
'
uomo
le
smagava
i
sogni
e
le
toglieva
il
concetto
abituale
della
vita
.
La
spauriva
l
'
insistenza
di
Cesare
nel
definir
nettamente
i
termini
della
lotta
,
una
cosa
nuova
per
lei
,
orribile
nelle
sue
forme
infinite
.
Ella
aveva
sempre
considerato
l
'
esistenza
uno
scambio
d
'
aiuti
e
una
gara
d
'
arrendevolezze
;
non
poteva
piegarsi
a
credere
specialmente
nel
male
e
a
diffidare
del
bene
.
Le
discussioni
davan
luogo
anche
a
qualche
episodio
.
Una
sera
in
cui
parlavan
di
matrimonio
,
Cesare
aveva
chiesto
a
Roberta
quale
sarebbe
stato
per
lei
il
marito
ch
'
ella
avrebbe
idealmente
scelto
;
e
come
la
fanciulla
non
sapeva
sbrigarsene
sùbito
,
il
Lascaris
seguitò
,
con
una
fievole
punta
d
'
ironia
:
-
Vediamo
,
per
esempio
:
io
so
che
sarei
un
marito
eccellente
.
Se
io
,
dunque
,
la
domandassi
in
isposa
,
Lei
accetterebbe
?
Emilia
drizzò
il
capo
,
sussultando
.
Roberta
esitava
;
nonostante
la
confidenza
,
ella
soffriva
sempre
innanzi
a
Cesare
un
po
'
d
'
impaccio
,
e
finita
la
febbre
dello
scherzo
,
era
ripresa
dalla
tema
d
'
offenderlo
.
Infine
,
si
decise
:
-
No
,
-
disse
.
-
Rifiuterei
.
Non
è
abbastanza
idealista
.
L
'
osservazione
fece
ridere
il
Lascaris
,
forse
perchè
si
sentiva
colpito
a
fondo
;
ma
Roberta
aveva
nascosto
una
verità
più
cruda
.
Per
lei
,
Cesare
era
brutto
,
ed
ella
pensava
che
la
bellezza
era
quanto
si
doveva
cercare
e
portare
nel
matrimonio
....
Ah
,
la
bellezza
eterna
e
l
'
eterna
giovanezza
rappresentavano
la
fantasia
carissima
fra
tutte
alla
fanciulla
!
Solo
aveva
sguardi
per
istudiare
il
volto
degli
uomini
e
delle
donne
,
la
maniera
di
vestirsi
,
gli
atteggiamenti
e
le
espressioni
....
-
Hai
visto
che
begli
occhi
?
-
domandava
a
Emilia
,
quando
passeggiavano
.
-
Hai
visto
che
bella
figura
?
...
Cesare
coglieva
il
momento
in
cui
passava
,
qualche
deforme
,
per
chiedere
alla
giovanetta
:
-
Ha
visto
,
che
bel
naso
?
La
bellezza
era
il
riflesso
d
'
una
grande
bontà
;
le
anime
belle
non
potevano
stare
se
non
in
bei
corpi
;
e
non
era
questa
l
'
opinione
più
bambinesca
di
lei
:
arrivava
fino
alle
ultime
puerilità
,
fino
a
credere
una
persona
elegante
assai
superiore
ad
una
dagli
abiti
modesti
.
L
'
ingegno
doveva
avere
un
paludamento
visibile
....
E
poi
,
con
un
'
inflessione
di
voce
,
con
un
nonnulla
nel
gesto
o
nella
posa
,
risaliva
all
'
altezza
della
donna
e
alla
scienza
della
seduzione
.
Di
tratto
in
tratto
,
il
Lascaris
aveva
per
l
'
inconsapevole
morente
un
lampo
di
vera
tenerezza
;
la
consigliava
e
la
correggeva
,
quasi
una
sorella
....
-
Andiamo
,
selvaggia
!
Andiamo
,
cavalletta
,
si
tenga
bene
sul
busto
,
porti
alto
il
capo
....
Su
,
un
poco
d
'
energia
,
Lei
che
vuol
essere
bella
!
Perchè
s
'
incurva
così
?
-
Non
posso
,
mi
lasci
:
sono
malata
,
-
rispondeva
la
fanciulla
,
ora
distrattamente
,
ora
con
un
'
esclamazione
di
strazio
indimenticabile
.
"
Sì
,
non
ha
un
anno
di
vita
,
-
pensava
il
dottore
.
-
Perchè
la
tormento
?
"
La
condanna
crudele
,
senza
scampo
,
dava
giusto
al
Lascaris
tanta
libertà
con
Roberta
.
I
suoi
discorsi
non
interamente
scettici
,
ma
già
troppo
scettici
per
l
'
inesperta
ascoltatrice
,
la
sua
intimità
ardita
,
pericolosa
,
la
quale
nessuno
sapeva
fin
dove
sarebbe
giunta
,
avevano
scosso
lui
medesimo
;
e
non
si
liberava
dal
dubbio
di
coscienza
,
se
non
pensando
:
"
Muore
:
non
ha
dimane
.
Sarà
almeno
vissuta
.
"
Salvare
la
fanciulla
non
poteva
;
crescevagli
l
'
odio
per
quel
fragile
e
infrangibile
ostacolo
alla
sua
passione
;
e
tuttavia
avrebbe
voluto
accendere
la
moribonda
giovanezza
di
Roberta
,
non
lasciarla
spegnere
così
,
semplice
larva
.
In
lui
,
simile
tentazione
non
era
nuova
;
spesso
,
innanzi
ai
casi
di
fatali
malattie
con
prògnosi
sfavorevole
,
s
'
era
sentito
spinto
ad
avvertir
l
'
ammalato
.
Avrebbe
detto
volentieri
:
"
Voi
avete
diritto
a
vivere
diversamente
da
noi
,
che
siamo
sani
e
rappresentiamo
l
'
esempio
e
l
'
avvenire
.
Toglietevi
dal
volto
la
maschera
,
gettate
lungi
l
'
ipocrisia
atavica
.
Siete
liberi
!
"
E
pensava
al
terribile
spettacolo
di
quei
morituri
,
che
avrebbero
traversato
il
mondo
in
cerca
d
'
una
plaga
serena
,
ove
sfrenar
la
rabbia
degli
ultimi
piaceri
.
Ma
se
in
tutti
gli
altri
casi
l
'
uomo
era
stato
vinto
dal
medico
,
egli
per
Roberta
non
era
più
il
dottore
che
compiange
e
passa
:
aveva
rapito
a
Emilia
qualche
cosa
delle
sue
ribellioni
contro
il
male
.
Indi
,
il
combattente
si
rialzava
improvviso
da
quelle
prostrazioni
sentimentali
.
Egli
voleva
Emilia
;
ogni
giorno
il
bavaglio
imposto
al
suo
amore
lo
torturava
vie
più
;
Roberta
doveva
morire
,
poichè
era
l
'
ostacolo
....
Cominciava
anzi
a
sospettare
che
la
fanciulla
si
prestasse
all
'
anormalità
dell
'
imprevista
confidenza
non
per
altro
se
non
per
distrarlo
e
sviarlo
dalla
sorella
....
Lo
infiammavano
allora
l
'
inquieto
egoismo
,
la
caparbietà
di
raggiungere
un
fine
con
qualunque
mezzo
....
No
:
no
:
egli
non
si
lasciava
sviare
....
La
tentazione
era
forte
,
senza
dubbio
:
si
sarebbe
detto
che
la
febbrile
audacia
di
Roberta
dèsse
l
'
adito
a
tutte
le
speranze
.
Ma
Cesare
nelle
sue
inclinazioni
,
per
indole
e
per
sapere
era
normale
:
amava
la
sanità
quanto
la
bellezza
,
e
non
poteva
cader
vittima
d
'
un
inganno
momentaneo
dei
sensi
.
Il
giorno
stesso
in
cui
aveva
secretamente
fatto
pervenire
a
Emilia
una
lunga
lettera
appassionata
,
fu
attentissimo
a
Roberta
,
fraterno
.
Il
cuore
gli
batteva
in
petto
,
da
spezzarsi
;
quando
Emilia
comparve
taciturna
e
pallida
,
egli
si
sentì
così
goffamente
intimidito
,
che
non
osò
guardarla
in
volto
,
nè
dirigerle
la
parola
.
Dovevano
recarsi
il
giorno
appresso
a
una
gita
,
a
Mont
'
Allegro
.
Vi
andarono
,
salendo
da
Rapallo
al
monte
,
Emilia
sopra
una
quieta
giumenta
,
Roberta
con
un
asinello
piagato
che
l
'
aveva
commossa
sino
alle
lacrime
,
quantunque
avesse
poi
finito
col
batterlo
;
e
Cesare
a
piedi
.
La
guida
,
un
ragazzotto
esile
e
sciocco
,
li
esilarò
co
'
suoi
spropositi
di
storia
e
di
lingua
.
Dava
a
Roberta
il
titolo
di
signora
,
credendola
moglie
del
Lascaris
,
e
di
signorina
a
Emilia
,
ch
'
egli
supponeva
la
cognata
di
Cesare
....
-
Signora
,
signorina
,
è
poi
lo
stesso
,
-
egli
comentava
col
dottore
.
-
Io
,
di
queste
mariuolerie
non
m
'
intendo
....
La
fanciulla
rideva
a
gola
spiegata
;
anche
Emilia
trovava
qualche
sorriso
;
Cesare
stava
presso
la
ragazza
,
lasciando
la
guida
a
fianco
della
donna
.
Roberta
era
a
cavalcioni
della
bestia
;
per
un
malinteso
,
mancava
la
sella
acconcia
,
e
la
giovanetta
aveva
bravamente
inforcato
la
sua
cavalcatura
.
-
Su
,
ritta
:
i
gomiti
ai
fianchi
;
nella
staffa
,
appena
metà
del
piede
,
-
suggeriva
Cesare
,
fingendo
una
partita
d
'
equitazione
.
-
Non
tormenti
il
puro
sangue
colle
redini
del
morso
:
andiamo
,
trotto
leggiero
!
Battute
giuste
in
sella
!
...
-
Oh
,
insomma
,
-
gridava
Roberta
,
irritata
e
ridente
.
-
Vuol
lasciarci
tranquilli
?
...
A
poco
a
poco
,
le
dolsero
i
ginocchi
:
la
presenza
del
Lascaris
la
impacciava
,
togliendole
la
libertà
di
mutar
positura
.
Infine
,
poichè
l
'
asinello
s
'
era
fermato
a
brucar
tranquillamente
l
'
erba
,
ella
riprese
la
sua
arditezza
infantile
e
pregò
Cesare
d
'
aiutarla
a
scavalcare
.
Fu
quello
l
'
istante
,
in
cui
l
'
abitudine
mentale
di
considerar
la
giovanetta
come
una
larva
che
non
provava
e
non
comunicava
alcun
fluido
di
desiderio
,
spinse
il
Lascaris
alla
temerità
estrema
.
Egli
cercò
di
trar
Roberta
d
'
arcione
afferrandola
pel
busto
;
non
vi
riuscì
,
e
la
cavalcatura
avviandosi
in
quel
punto
di
nuovo
,
Cesare
non
esitò
a
passare
una
mano
sotto
le
vesti
della
fanciulla
,
ad
allargarne
le
ginocchia
indolenzite
,
e
a
strapparla
di
sella
in
tal
modo
,
rapidissimamente
.
Poi
la
sostenne
in
piedi
,
e
le
disse
ridendo
,
impassibile
:
-
Che
nessuno
lo
sappia
!
XII
.
Per
aprire
il
cancello
cigolante
,
egli
approfittò
del
fragore
d
'
un
treno
che
scivolava
nell
'
ombra
notturna
.
Il
vento
taceva
;
le
cime
degli
alberi
stavano
tutte
immote
;
tra
i
filari
degli
aranci
,
le
lucciole
non
trescavano
più
.
Risonava
di
tempo
in
tempo
la
caduta
d
'
un
frutto
delle
palme
,
o
il
gracidar
già
fievole
dei
ranocchi
,
su
in
alto
nel
serbatoio
delle
acque
irrigue
.
Il
giardino
grigiastro
susurrava
con
un
brivido
ignoto
alla
vita
diurna
,
e
qualche
cosa
placidamente
singolare
era
fra
le
lucide
frasche
delle
magnolie
,
fra
le
chiome
dei
palmizii
,
fra
i
cespi
dei
fiori
....
Cesare
entrò
.
Il
passo
cauto
sulla
ghiaia
aveva
risvegliato
l
'
attenzione
del
cane
di
guardia
,
che
accorreva
latrando
.
Si
udiva
il
galoppo
della
bestia
;
e
quando
gli
fu
vicina
,
Cesare
la
chiamò
sottovoce
:
-
Nero
,
silenzio
!
Qui
,
Nero
!
Il
cane
,
un
bastardo
,
di
grandezza
mediocre
,
nero
col
petto
bianco
,
fiutò
l
'
uomo
e
tacque
;
si
scrollò
e
ripartì
di
galoppo
,
mandando
ancòra
qualche
latrato
,
lontano
,
per
chiasso
.
Cesare
aveva
anticipato
di
pochi
istanti
l
'
ora
del
convegno
.
Temeva
d
'
incontrarsi
coi
figli
del
massaio
,
che
lavoravan
di
notte
al
torchio
in
una
piccola
casa
rustica
,
dietro
la
villa
.
La
villa
,
dal
chiosco
ove
il
Lascaris
era
giunto
,
aveva
contorni
indefiniti
,
nell
'
ombra
,
e
,
davanti
,
i
due
palmizii
immobili
sembravano
proteggerne
il
riposo
.
L
'
uomo
si
sentiva
inquietamente
felice
;
pregustava
le
delizie
dell
'
amore
che
comincia
,
e
non
possedendo
ricordi
d
'
avventure
consimili
,
non
aveva
preparato
nè
una
frase
nè
un
gesto
;
egli
sapeva
che
la
sua
passione
sarebbe
bastata
a
trascinare
lui
e
la
donna
nell
'
ampio
cerchio
di
luce
,
in
cui
tutte
le
parole
sfavillano
e
sono
grandi
.
A
mezzanotte
precisa
,
Emilia
gli
andò
incontro
e
gli
tese
la
mano
.
Teneva
dall
'
altra
la
catena
di
Nero
,
che
s
'
era
imbattuto
in
lei
,
e
ch
'
ella
aveva
posto
al
guinzaglio
,
perchè
non
disturbasse
oltre
.
-
Accenda
!
-
disse
brevemente
.
Cesare
s
'
avvide
allora
che
sulla
tavola
di
pietra
nel
mezzo
del
chiosco
era
preparata
una
piccola
lampada
.
-
Non
tema
,
-
aggiunse
la
donna
.
-
Il
giardino
è
deserto
,
questa
notte
:
gli
ulivi
ci
nascondono
interamente
.
Al
debole
raggio
della
lucerna
,
sì
guardarono
.
Emilia
indossava
un
abito
bruno
;
per
effetto
della
luce
scialba
,
o
per
la
commozione
violenta
,
appariva
di
una
pallidezza
mortale
.
Seduta
sopra
un
rozzo
sgabello
di
legno
,
il
cane
sdraiato
a
'
suoi
piedi
,
era
una
figura
tragica
,
davanti
alla
quale
i
desiderii
arditi
dovevano
svanire
.
Cesare
ostentava
una
calma
,
che
di
momento
in
momento
poteva
mancargli
.
Il
corrugare
delle
sopracciglia
avevagli
solcato
la
fronte
d
'
una
linea
scura
.
Stava
in
piedi
;
guardava
la
donna
con
un
senso
di
nuova
inquietudine
.
La
sola
vista
di
lei
gli
richiamava
anco
una
volta
la
tristezza
,
che
mai
non
era
giunto
a
dominare
,
avvicinando
le
due
sorelle
.
Su
quelle
giovani
,
su
quelle
fresche
esistenze
,
il
grigio
nembo
del
destino
s
'
addensava
;
ed
egli
aveva
voluto
sfidarlo
con
loro
,
ed
era
troppo
tardi
per
isfuggire
alla
solidarietà
paurosa
.
"
Chi
direbbe
,
questo
,
un
convegno
d
'
amore
?
"
-
si
domandò
,
mentre
Emilia
aveva
cominciato
a
parlare
.
-
Mi
ha
scritto
che
desiderava
un
colloquio
,
-
ella
disse
,
incerta
nella
voce
.
-
Perchè
vuole
spiegarmi
una
cosa
assurda
ed
inutile
?
...
Non
le
basta
avere
per
sempre
spezzato
la
nostra
amicizia
,
dandole
un
significato
che
io
non
posso
accettare
?
Egli
incrociò
le
braccia
al
petto
,
e
dichiarò
:
-
Non
è
cosa
assurda
,
il
mio
amore
;
forse
,
non
sarà
cosa
inutile
.
Debbo
ripetervi
quanto
vi
ho
già
scritto
:
ho
bisogno
di
voi
per
vivere
.
-
No
!
-
proruppe
Emilia
,
alzando
la
testa
a
guardar
,
più
che
l
'
uomo
,
la
realtà
della
passione
ond
'
era
ormai
stretta
e
incalzata
.
-
Io
non
ascolto
queste
frasi
.
Con
una
parola
posso
toglierle
ogni
speranza
,
se
non
le
ha
tutte
ancora
perdute
....
Odio
l
'
amore
di
Lei
,
odio
l
'
amore
di
chiunque
.
Cesare
fece
un
passo
verso
la
leggiadra
figura
dolorosa
,
la
quale
parlando
aggiungeva
una
grazia
ignara
al
suo
aspetto
,
e
gli
toglieva
l
'
ombra
di
durezza
,
che
l
'
abito
aveva
tentato
di
dargli
.
-
Emilia
,
-
egli
disse
,
prendendole
una
mano
.
-
Voi
mi
sapete
incapace
,
per
indole
e
per
abitudini
,
a
compor
delle
frasi
....
Mi
vedete
calmo
,
perchè
non
ho
esitanze
,
e
la
fine
di
questo
convegno
sarà
anche
la
fine
di
lunghi
tormenti
....
.
-
Non
si
muore
per
una
donna
sconosciuta
,
-
mormorò
Emilia
,
distogliendo
lo
sguardo
dal
volto
di
Cesare
,
e
liberando
la
mano
....
-
Sconosciuta
?
...
-
esclamò
il
Lascaris
.
-
Io
vi
conosco
.
La
giovane
tornò
a
fissargli
in
viso
gli
occhi
grigi
,
a
cui
la
luce
scialba
non
aveva
rapito
l
'
espressione
di
smarrimento
e
di
timida
carezza
.
-
....
E
so
che
in
questo
istante
nessuno
è
meno
sincero
di
voi
,
-
proseguì
l
'
uomo
,
con
voce
calda
.
-
Volete
ingenuamente
tradire
voi
medesima
....
Perchè
non
dirmi
che
vi
sono
indifferente
,
che
non
v
'
ispiro
la
simpatia
più
modesta
?
...
Ciò
è
ben
possibile
!
...
Ma
mi
dite
che
tutti
gli
amori
vi
sono
odiosi
,
ed
è
falso
,
Emilia
.
Voi
desiderate
l
'
amore
quanto
lo
desidero
io
;
voi
l
'
aspettate
,
come
vogliono
la
giovanezza
vostra
e
la
vostra
bellezza
.
Siete
pura
,
ma
non
fredda
,
nè
insensibile
.
-
Oh
,
ve
ne
prego
!
...
-
ella
interruppe
,
Avvertendo
una
vampata
di
rossore
salirle
alle
guance
e
alla
fronte
,
per
l
'
acuta
indagine
,
la
quale
pareva
emergere
da
un
di
quei
sogni
,
che
non
dànno
tregua
,
e
popolano
la
mente
di
fiamme
,
e
soffian
sulle
carni
.
Cesare
le
afferrò
di
nuovo
le
mani
,
le
trattenne
,
inginocchiato
presso
di
lei
,
parlandole
quasi
all
'
orecchio
.
-
Ascoltami
,
Emilia
,
e
rispondimi
.
La
tua
anima
non
ha
più
segreti
per
me
;
essa
vive
con
la
mia
,
da
lunghi
giorni
,
da
mesi
....
Perchè
sottrarla
alla
gioia
?
...
Perchè
odii
il
mio
amore
,
se
ancòra
non
si
è
espresso
?
Non
è
una
passione
della
quale
tu
debba
arrossire
.
Non
è
un
ingannò
.
Forse
,
colmerà
la
lacuna
de
'
tuoi
sogni
...
Emilia
pensò
in
quel
punto
:
"
Davvero
,
dunque
,
la
mia
alcova
è
chiusa
invano
....
Qualcuno
vi
passeggia
in
ispirito
ogni
notte
....
"
Il
rossore
bruciante
che
di
nuovo
soffuse
il
volto
della
donna
,
fece
pensare
a
Cesare
:
"
Ah
,
quest
'
abito
nero
sarà
l
'
ultimo
,
che
me
la
tolga
allo
sguardo
!
"
Avvenne
una
pausa
brevissima
.
Si
guardarono
negli
occhi
,
sentendo
quasi
tattile
il
nembo
del
destino
che
li
avvolgeva
.
Era
qualche
cosa
tragica
,
fra
loro
,
come
un
urlar
lontano
di
lupi
famelici
,
che
a
mandra
lascino
le
steppe
nevose
,
per
addentrarsi
ov
'
è
speranza
di
preda
.
Grandi
visioni
li
turbavano
,
inesplicabili
visioni
d
'
altri
luoghi
e
d
'
altri
tempi
.
La
passione
quasi
taceva
,
innanzi
al
mistero
di
due
anime
congiunte
da
ineluttabile
fatalità
....
Era
il
silenzio
minaccioso
,
il
quale
precede
un
terribile
duello
?
...
Era
la
corrente
del
fascino
,
irradiatrice
d
'
ultimi
bagliori
,
prima
che
i
due
corpi
balzino
,
s
'
allaccino
,
si
travolgano
nell
'
eternità
?
Ascoltavano
come
lo
stormire
di
una
immensa
foresta
.
Emilia
si
scosse
la
prima
,
bruscamente
,
atterrita
.
Udì
le
parole
intime
dell
'
uomo
,
e
le
interruppe
con
un
grido
,
chinandosi
su
di
lui
:
-
Ma
io
,
io
,
non
vi
conosco
,
Cesare
!
...
Io
non
so
chi
voi
siate
!
...
Che
cosa
avete
fatto
di
me
?
-
È
vero
,
-
disse
il
Lascaris
.
-
Hai
bisogno
del
mio
passato
,
Emilia
,
per
giudicar
del
nostro
avvenire
.
-
Neppur
questo
,
-
ella
seguitò
,
con
voce
profonda
,
quasi
mistica
nel
silenzio
vivo
del
giardino
.
-
Neppur
questo
,
Cesare
.
I
fatti
son
forse
ben
poca
cosa
,
in
paragone
dei
sentimenti
....
Ma
io
non
so
il
vostro
animo
....
Chi
siete
?
Ditemi
chi
siete
!
Che
cosa
volete
da
me
?
Vedete
come
sono
triste
?
Non
vi
manca
il
coraggio
di
prender
parte
alle
mie
angosce
?
E
perchè
volete
sacrificarmi
il
vostro
avvenire
?
...
Così
parlando
,
ella
non
ebbe
forza
a
trattenere
un
affettuoso
gesto
istintivo
,
in
cui
la
sorella
pareva
confondersi
con
l
'
amante
;
e
le
sue
mani
sfiorarono
i
capelli
del
giovane
,
e
vi
s
'
indugiarono
in
una
mite
carezza
.
-
Dimmi
che
mi
ami
,
prima
!
-
egli
esclamò
,
stendendo
le
braccia
a
cingerle
il
busto
,
con
un
gioioso
slancio
di
vittoria
.
Le
cercò
avidamente
la
bocca
,
e
la
risposta
migrò
da
labbra
a
labbra
,
non
udita
nemmeno
dalle
pallide
foglie
immote
.
Ma
poichè
Emilia
sentiva
la
stretta
divenire
ardente
,
e
il
suo
cuore
e
il
cuore
dell
'
uomo
precipitare
i
battiti
come
nell
'
ora
delle
supreme
follie
,
ella
aggiunse
:
-
Lasciami
!
...
Lasciami
!
...
Lasciami
!
...
E
si
scostò
con
un
balzo
.
Da
quel
punto
,
tutto
aveva
mutato
significazione
.
Il
passato
era
sepolto
nell
'
oscurità
;
non
fiammeggiava
di
fronte
ai
due
innamorati
se
non
il
futuro
,
un
'
ampia
via
pagana
,
che
luccicò
un
attimo
visibilissima
ai
loro
sguardi
;
poi
essa
pure
si
spense
,
e
Cesare
ed
Emilia
si
ritrovarono
nella
notte
,
nel
chiosco
,
entro
il
circolo
delle
cose
reali
,
che
dovevano
essere
vissute
ad
una
ad
una
.
Nero
si
drizzò
inquieto
.
Aveva
udito
romore
e
scrutava
nel
giardino
grigiastro
,
le
orecchie
aguzze
;
cominciò
a
ringhiare
,
e
si
slanciò
fuori
d
'
un
tratto
,
abbaiando
distesamente
.
Emilia
pure
aveva
guardato
la
villa
,
impallidendo
;
e
mentre
Cesare
la
raggiungeva
,
ebbro
di
desiderii
,
avido
di
baci
,
ella
lo
arrestò
con
la
mano
.
-
Ve
ne
prego
!
-
disse
con
voce
spenta
.
-
Che
cosa
ho
fatto
?
Che
cosa
speri
?
-
Ah
non
pentirti
di
vivere
!
-
esclamò
il
Lascaris
,
vedendole
il
volto
tutto
bianco
di
sgomento
.
-
Più
tardi
,
più
tardi
,
mi
dirai
:
concedimi
ancòra
un
lampo
di
felicità
.
E
fissandola
così
ritta
,
pallida
,
pallidissima
per
l
'
abito
bruno
,
per
il
diadema
di
capelli
neri
,
coi
grigi
occhi
illuminati
da
un
'
espressione
in
cui
lottavano
mille
sentimenti
contrarii
,
fissando
la
svelta
forma
,
ch
'
egli
aveva
temuto
di
non
potere
allacciar
mai
colle
braccia
,
-
l
'
inno
semplice
e
immortale
gli
sgorgò
dal
cuore
e
dalle
labbra
:
-
Come
sei
bella
!
-
proruppe
,
non
osando
quasi
avvicinarla
.
-
Come
sei
bella
,
anima
mia
,
divina
statua
!
...
Come
sei
bella
!
Emilia
rabbrividì
allora
,
al
sogno
:
l
'
uomo
che
sorridendo
le
aveva
preso
una
mano
,
appena
per
l
'
estremità
delle
dita
,
e
l
'
aveva
condotta
sulla
soglia
della
porta
invarcabile
.
Fuori
del
sogno
,
in
quella
notte
estiva
,
Cesare
era
ancòra
innanzi
a
lei
,
ed
ella
rabbrividiva
di
spavento
e
di
pudore
....
-
Dimmi
che
vuoi
essere
mia
per
sempre
,
-
egli
le
susurrava
,
prendendole
una
mano
,
timidamente
,
appena
per
l
'
estremità
delle
dita
,
e
chiamandola
a
sè
.
-
Perchè
non
comprendi
che
io
ti
amerò
sempre
come
oggi
?
Io
darò
per
te
il
mio
sangue
,
la
mia
vita
,
il
mio
orgoglio
;
abbandonerò
gli
amici
,
porterò
superbo
il
più
greve
giogo
che
ti
piaccia
impormi
;
rinnegherò
ogni
fede
,
e
avrò
la
tua
sola
fede
,
la
tua
religione
....
Quindi
aggiunse
,
esaltato
,
traendola
dolcemente
a
sedere
sulle
sue
ginocchia
,
e
cingendola
con
le
braccia
:
-
Tutto
questo
,
io
te
l
'
ho
già
detto
,
da
molto
tempo
.
E
tu
l
'
hai
udito
,
non
è
vero
,
senza
che
io
parlassi
?
Hai
capito
che
la
mia
esistenza
cessava
,
per
raddoppiarsi
con
la
,
tua
?
...
Abbandonata
fra
le
braccia
di
lui
,
Emilia
non
osava
far
moto
,
bevendo
la
dolcezza
dell
'
inno
eterno
.
E
di
repente
,
sollevò
la
testa
col
suo
atto
risoluto
,
e
offerse
il
viso
ai
baci
,
perdutamente
,
ebbramente
,
avvinghiata
al
petto
dell
'
amante
.
Tutti
i
baci
scesero
sulla
bocca
di
lei
,
sugli
occhi
,
sui
capelli
,
sulla
gola
;
ella
li
rese
,
così
assetata
di
delizie
,
che
non
avrebbe
resistito
al
tentativo
più
audace
.
Sotto
l
'
impeto
della
passione
senz
'
argini
,
ebbe
d
'
improvviso
la
visione
della
strada
che
conduceva
a
Pieve
di
Sori
;
vide
sè
stessa
calma
in
apparenza
e
turbata
nell
'
anima
:
vide
Cesare
al
suo
fianco
;
capì
come
già
da
quel
giorno
tutto
fosse
stato
predisposto
....
Ella
aveva
resistito
assai
,
aveva
sacrificato
abbastanza
alla
verecondia
del
suo
sesso
.
Nessuno
avrebbe
ormai
osato
condannarla
.
-
Ascoltami
,
-
disse
Cesare
sottovoce
.
-
Non
mi
negherai
ciò
che
ti
domanderò
?
Sorrise
,
vedendo
Emilia
ritrarsi
un
poco
,
e
fissarlo
inquieta
.
-
È
un
piccolo
capriccio
,
-
aggiunse
,
-
una
cosa
puerile
....
Voglio
salir
con
te
nella
tua
camera
da
letto
;
voglio
vedere
dove
tu
riposi
...
-
No
,
no
,
no
,
-
rispose
la
giovane
,
sgomenta
.
-
È
impossibile
....
È
già
una
pazzia
riceverti
qui
....
Non
chiedere
....
Debbo
rifiutare
....
-
Faremo
così
adagio
,
-
proseguì
Cesare
,
tranquillamente
implacabile
.
-
Saliremo
all
'
oscuro
:
tu
mi
condurrai
.
Resteremo
un
solo
minuto
;
vedrò
dove
tu
riposi
,
e
torneremo
....
Non
rifiutare
,
mia
divina
....
Voglio
respirare
il
profumo
della
tua
camera
,
un
minuto
solo
....
Mentr
'
egli
parlava
,
la
donna
s
'
era
levata
dalle
ginocchia
di
lui
,
e
guatava
la
villa
piena
d
'
ombra
.
-
Dov
'
è
la
sua
finestra
?
-
interrogò
il
Lascaris
,
ritto
alle
spalle
d
'
Emilia
.
-
La
finestra
di
mezzo
è
la
sua
finestra
,
-
mormorò
Emilia
,
immobile
.
-
Senti
che
silenzio
?
...
Dorme
....
Non
la
sveglieremo
....
Suvvia
,
anima
,
non
rifiutare
!
-
Ma
non
capisci
?
-
esclamo
Emilia
,
volgendosi
a
guardarlo
.
-
Non
capisci
che
rifuggo
dal
condurti
nella
casa
dov
'
ella
dorme
...
?
-
Di
che
cosa
siamo
colpevoli
,
Emilia
?
-
rispose
Cesare
.
-
Quando
vivrai
dunque
per
te
,
senza
spettri
?
Manchi
di
fede
a
qualcuno
?
Sono
io
legato
a
qualcuno
?
Siamo
liberi
;
ci
amiamo
....
Perchè
devi
arrossire
?
E
camminando
per
il
chiosco
,
seguitò
concitato
:
-
È
dunque
verO
che
hai
rinunziato
a
vivere
!
Non
potevo
credere
,
tanto
la
cosa
è
triste
e
strana
!
Ti
vergogni
d
'
amare
,
e
ti
avveleni
ogni
istante
di
gioia
!
Dovrò
nascondere
la
passione
ch
'
è
il
mio
orgoglio
,
per
lasciar
dormire
i
tuoi
scrupoli
?
-
Cesare
!
-
implorò
la
giovane
,
fermandolo
e
prendendogli
una
mano
.
Esitava
;
guardava
ora
lui
,
ora
la
villa
assopita
coi
due
palmizii
i
quali
ne
vigilavano
il
sonno
.
-
Vieni
!
-
disse
rapidamente
.
Cesare
spense
la
lampada
sulla
tavola
,
ed
uscirono
dal
chiosco
.
Il
giardino
susurrava
con
un
brivido
ignoto
alla
vita
diurna
,
e
il
gracidar
delle
rane
era
cessato
;
ma
certi
fiori
che
non
s
'
aprono
,
se
non
nell
'
umidità
dell
'
ombra
,
effondevano
un
profumo
di
notte
romantica
ed
antica
.
Emilia
pensò
alle
sere
innocenti
in
cui
scendeva
ad
aspirar
la
fragranza
selvatica
di
quei
fiori
,
tra
i
quali
le
lucciole
nottiludie
vibravano
i
loro
piccoli
lampi
.
-
Nero
!
Povero
Nero
!
-
ella
mormorò
,
vedendo
il
cane
sbucar
da
un
viale
,
e
tornare
a
lei
.
Esso
veniva
cautamente
,
trascinandosi
dietro
la
catena
;
Emilia
si
chinò
a
staccargliela
dal
collare
,
e
il
cane
si
drizzò
a
ringraziare
,
scodinzolando
.
-
Va
,
va
,
Nero
!
-
disse
Cesare
,
a
bassa
voce
.
-
È
inquieto
:
vuol
seguirci
,
-
osservò
Emilia
.
-
Non
si
fida
....
-
Non
si
fida
di
me
,
-
soggiunse
il
Lascaris
,
sorridendo
.
Emilia
gli
strinse
la
mano
in
silenzio
.
Quanto
più
procedeva
,
tanto
più
si
smarriva
di
coraggio
;
l
'
inutile
audacia
di
ciò
che
stava
per
fare
,
le
sembrava
enorme
.
-
Sai
quale
pericolo
affrontiamo
?
-
bisbigliò
,
quando
giunsero
a
'
piedi
della
breve
scala
di
marmo
-
....
Di
notte
,
ella
si
sveglia
,
e
qualche
volta
entra
nella
mia
camera
,
-
Perchè
?
-
Ha
paura
.
-
Di
che
cosa
?
La
giovane
fece
un
gesto
perduto
,
rabbrividendo
.
-
E
tu
temi
anche
per
questa
notte
?
-
chiese
il
Lascaris
,
con
lo
stesso
fremito
.
Emilia
tacque
,
guardò
la
scala
bianca
,
e
,
al
sommo
,
la
porta
chiusa
.
-
Vieni
,
vieni
!
-
ripetè
febbrilmente
.
-
Non
temo
nulla
....
Ti
ho
promesso
....
Parve
infinita
la
breve
scala
;
parve
ai
due
innamorati
che
nella
oscurità
qualche
spirito
potesse
ergersi
minaccioso
;
sentirono
il
respiro
affievolirsi
e
il
battito
del
cuore
crescere
vertiginosamente
.
Procedettero
,
sapendo
pure
che
ad
ogni
passo
il
pericolo
aumentava
.
-
Eccoci
!
-
susurrò
a
un
trattò
la
donna
,
aprendo
cauta
un
uscio
.
-
Sei
nella
mia
camera
.
-
Chiudi
la
porta
che
comunica
,
ed
accendi
,
accendi
un
lume
,
una
lampada
,
-
pregò
Cesare
,
stringendo
Emilia
fra
le
braccia
.
-
No
!
No
!
Sei
pazzo
?
-
balbettò
questa
,
tutta
tremante
.
-
Se
non
dorme
?
...
Udrà
il
romore
,
vedrà
la
luce
....
Ebbe
un
sussulto
che
la
scosse
dalla
testa
ai
piedi
.
Le
sembrava
già
di
scorgerla
sulla
soglia
,
d
'
ascoltarne
il
grido
....
Come
erasi
potuta
dimenticare
così
?
In
brevi
ore
,
ella
s
'
era
mutata
,
compieva
degli
atti
di
cui
non
aveva
quasi
coscienza
,
e
che
in
pieno
giorno
le
sarebbero
parsi
d
'
un
'
arditezza
proterva
e
malsana
.
-
Perchè
siam
venuti
qua
su
?
...
È
una
cosa
spaventevole
,
Cesare
!
-
continuò
,
soffocata
dalla
paura
.
-
Ella
cammina
così
adagio
!
...
E
l
'
uscio
è
aperto
;
non
si
può
chiuderlo
;
stride
.
-
Suvvia
,
anima
,
-
tentò
l
'
uomo
,
-
non
pensare
....
Dorme
!
...
Parlavano
senza
vedersi
,
ritti
ed
abbracciati
,
con
le
voci
morte
;
a
un
passo
da
loro
,
non
si
sarebbe
udito
verbo
.
Infine
,
dopo
una
pausa
d
'
angoscia
,
Emilia
dichiarò
:
-
È
impossibile
resistere
....
Voglio
assicurarmi
che
dorma
....
Aspettami
;
non
muoverti
di
qui
;
entro
nella
sua
camera
e
torno
.
Già
si
avviava
decisamente
;
ma
Cesare
la
trattenne
.
-
Vuoi
andare
così
?
-
disse
.
-
Così
vestita
?
...
Se
non
dorme
,
t
'
interrogherà
....
Che
cosa
risponderai
?
...
Spogliati
!
...
Hai
dimenticato
che
son
le
due
di
notte
,
-
proseguì
,
sorridendo
.
-
Spògliati
,
Emilia
;
devi
fingere
di
essere
scesa
dal
letto
....
Spògliati
!
La
voce
era
commossa
,
quasi
l
'
invito
avesse
avuto
un
'
altra
,
ben
più
cara
significazione
;
e
l
'
idea
lo
incalzava
senza
pietà
,
non
venuta
da
lui
,
non
meditata
prima
,
balzata
viva
dalle
tenebre
infide
.
-
Spògliati
,
-
ripetè
.
-
È
oscuro
;
non
potrò
vederti
.
Dubiti
di
me
?
...
Coraggio
,
mia
divina
;
l
'
uscio
è
aperto
,
ed
ella
può
giungere
.
-
Ah
,
non
lo
dire
!
-
esclamò
Emilia
,
aggrappandosi
a
lui
,
come
per
sottrarsi
al
pericolo
.
Angosciata
,
smarrita
,
con
un
ronzìo
di
terrore
negli
orecchi
,
la
giovane
avrebbe
in
quell
'
istante
obbedito
a
qualunque
voce
imperiosa
....
Girò
lo
sguardo
nella
spessa
tenebra
;
non
uno
spiraglio
di
luce
che
potesse
tradirla
....
Si
decise
.
-
Sì
,
sì
,
mi
spoglio
,
-
acconsentì
febbrilmente
,
senza
pensare
che
la
parola
sembrava
in
bocca
di
lei
un
grido
di
passione
.
-
Farò
come
tu
vuoi
,
Cesare
....
Mi
spoglio
!
...
Cesare
la
sentì
staccarsi
e
avventurarsi
nella
camera
,
francamente
,
con
l
'
infallibile
destrezza
dell
'
abitudine
.
Egli
aveva
trovato
il
vano
della
finestra
,
e
vi
stava
immoto
.
Non
mai
un
più
energico
dominio
di
sè
stesso
gli
era
stato
imposto
;
si
curava
ben
poco
del
pericolo
,
si
rideva
dell
'
uscio
aperto
.
A
due
passi
da
lui
,
l
'
amante
si
spogliava
tutta
,
e
rivestiva
la
molle
veste
notturna
.
Oh
,
giungere
alla
donna
invisibile
,
e
sentirla
palpitare
fra
le
braccia
!
...
Vi
doveva
essere
un
momento
in
cui
l
'
oscurità
ammantava
il
corpo
nudo
di
Emilia
,
e
glie
la
sottraeva
allo
sguardo
innamorato
.
Egli
pensava
alla
sventura
dei
ciechi
,
profonda
come
un
abisso
.
E
sussultò
,
udendo
;
la
voce
della
donna
mormorare
sommessamente
:
-
Ecco
;
ora
vado
....
Aspettami
....
Tornerò
sùbito
....
Egli
protese
le
braccia
nell
'
ombra
,
bevendo
,
il
profumo
della
giovane
discinta
;
ma
non
riuscì
se
non
a
sfiorare
una
mano
di
lei
,
che
non
si
lasciò
attrarre
.
-
Aspettami
,
-
disse
ancòra
Emilia
.
-
Dopo
,
sarò
più
tranquilla
.
Cesare
si
calmò
.
Ella
doveva
tornare
.
Nessuna
forza
umana
,
allora
,
avrebbe
potuto
contenderla
al
suo
destino
.
XIII
.
Il
cane
,
che
aveva
abbaiato
buona
parte
della
notte
,
e
che
ancòra
abbaiava
,
da
lontano
,
da
vicino
,
per
una
grande
inquietudine
,
-
non
aveva
permesso
a
Roberta
di
addormentarsi
.
Era
a
letto
,
ma
leggicchiava
uno
de
'
suoi
libri
romantici
,
alla
luce
di
un
doppiere
,
sul
tavolino
;
e
le
avveniva
di
ripetere
una
stessa
frase
,
senz
'
afferrarne
il
significato
.
Quando
scorse
Emilia
varcar
la
soglia
,
stese
le
braccia
,
ed
un
buon
sorriso
le
rischiarò
il
volto
.
Emilia
s
'
accostava
,
tutta
chiusa
in
una
leggera
veste
da
camera
,
con
un
gran
collare
alla
Stuart
,
i
capelli
crespi
e
lunghi
snodati
per
le
spalle
.
-
Anche
tu
non
dormi
?
-
chiese
Roberta
.
-
Nero
non
è
mai
stato
così
cattivo
...
!
Come
sei
rosea
!
-
aggiunse
,
guardandola
attentamente
,
nell
'
abbracciarla
.
-
Come
sei
calda
!
-
osservò
ancòra
,
prendendole
le
mani
.
-
Smetti
di
leggere
,
-
le
ordinò
Emilia
.
-
Ora
dormirai
,
non
è
vero
?
I
suoi
occhi
contemplarono
quasi
con
ostilità
il
volto
della
sorella
e
le
forme
che
s
'
indovinavano
sotto
le
lenzuola
.
Ella
tremava
al
pensiero
che
se
non
avesse
affrontato
così
il
pericolo
,
Roberta
sarebbe
venuta
a
trovarla
;
e
sentiva
nell
'
animo
agitarsi
il
rancore
per
colei
,
la
quale
anche
da
lungi
dava
ombra
a
tutta
la
sua
vita
,
e
le
dimezzava
,
le
rubava
un
'
ora
della
breve
felicità
.
Accomodò
i
guanciali
a
Roberta
,
e
le
tolse
il
libro
.
Sapeva
d
'
avere
sulla
giovanetta
un
impero
senza
confini
;
la
sua
mano
passata
nei
capelli
di
lei
,
per
materna
carezza
,
poteva
addormentarla
;
la
sua
presenza
era
più
volte
bastata
a
rassicurarla
da
qualunque
timore
.
-
Come
sei
calda
!
-
ripetè
la
fanciulla
,
avvertendo
la
carezza
tra
i
capelli
biondi
.
-
Dormi
,
dormi
!
-
Emilia
mormorò
impaziente
.
Agiva
con
la
tranquillità
consueta
;
e
tuttavia
,
se
Roberta
avesse
voluto
oltrepassar
la
soglia
,
ella
si
sarebbe
uccisa
,
piuttosto
che
darle
il
passo
.
-
Chi
sa
perchè
Nero
,
abbaia
in
questo
modo
?
-
osservò
Roberta
,
udendo
ancòra
il
latrato
del
cane
,
sotto
la
finestra
.
-
Risponde
agli
altri
,
che
abbaiano
nelle
altre
ville
,
-
disse
la
giovane
.
-
Hai
paura
anche
del
cane
,
stanotte
?
-
No
,
non
ho
paura
....
Rimani
fin
che
mi
sono
addormentata
?
-
Sì
,
certo
;
fin
che
ti
sei
addormentata
....
Roberta
sorrise
,
e
chiuse
gli
occhi
,
tossendo
di
tempo
in
tempo
.
"
Dormi
,
-
le
imponeva
la
sorella
col
pensiero
.
-
Io
sfiorisco
lentamente
qui
,
ma
qui
non
dovrei
essere
,
e
il
mio
destino
è
più
forte
d
'
ogni
calcolo
pietoso
.
Dormi
;
non
rapirmi
il
tempo
che
è
mIo
,
non
amareggiarmi
l
'
ebbrezza
che
tu
ignori
,
e
che
mi
appartiene
.
"
La
guardava
con
uno
sguardo
quasi
magnetico
,
e
la
sua
mano
non
ristava
dalla
lenta
carezza
,
in
cui
si
era
trasfusa
una
volontà
imperativa
,
in
cui
vibrava
un
dominio
nuovo
e
assoluto
.
A
poco
a
poco
,
il
respiro
della
giovanotta
si
fece
eguale
;
sotto
le
palpebre
,
gli
occhi
non
vagarono
più
;
la
bocca
si
schiuse
leggiadramente
;
il
corpo
tutto
si
distese
in
una
quiete
benefica
e
profonda
.
Allora
Emilia
ritrasse
la
mano
;
il
suo
còmpito
era
terminato
;
Roberta
dormiva
....
Fu
,
d
'
un
tratto
,
come
se
in
un
perduto
villaggio
di
montagna
risonassero
inaspettate
mille
trombe
di
guerra
....
Nell
'
animo
d
'
Emilia
,
la
quietudine
della
camera
virginale
e
il
proprio
contegno
affettuoso
,
non
ebbero
più
senso
;
ella
si
volse
ad
altre
imagini
;
una
turba
d
'
aspettazioni
gioconde
la
invase
....
L
'
intermezzo
candido
era
finito
,
e
la
notte
di
fiamme
la
riallacciava
....
Prima
di
spegnere
il
doppiere
,
si
chinò
sopra
Roberta
per
udirne
ancòra
il
respiro
eguale
,
e
la
fissò
un
attimo
duramente
,
con
la
crudeltà
d
'
un
egoismo
che
trionfa
.
Poi
soffiò
sulle
candele
,
uscì
,
accostò
la
porta
,
stette
un
poco
in
ascolto
,
e
quasi
di
corsa
traversò
il
salotto
per
raggiungere
l
'
amante
.
XIV
.
-
Non
dormiva
,
-
ella
disse
in
un
tronco
bisbiglio
.
-
Ora
l
'
ho
addormentata
....
Ma
,
tu
partirai
,
Cesare
,
non
è
vero
?
...
È
l
'
alba
....
-
Mancano
tre
ore
all
'
alba
.
Non
mandarmi
via
,
adorata
,
-
pregò
Cesare
,
trovando
la
donna
nell
'
ombra
,
e
abbracciandola
come
avesse
temuto
di
non
più
rivederla
.
Egli
,
aspettando
,
aveva
fatto
il
giro
della
camera
,
e
nella
densa
oscurità
poteva
adesso
muoversi
non
meno
destramente
d
'
Emilia
....
Pure
aspettando
,
aveva
udito
i
colpi
di
tosse
,
e
aveva
pensato
alla
fanciulla
;
un
confronto
audace
tra
le
due
sorelle
gli
si
era
imposto
allo
spirito
,
gli
aveva
infiammato
le
vene
d
'
un
ardore
quasi
cupo
....
Andò
all
'
uscio
che
comunicava
,
e
lo
chiuse
,
senza
farlo
stridere
,
prudentemente
.
-
Che
cosa
fai
?
-
domandò
Emilia
,
la
quale
conosceva
il
romore
.
-
Chiudo
....
Voglio
vederti
....
-
rispose
il
Lascaris
,
tornato
a
lei
,
riprendendola
fra
le
braccia
.
-
Per
carità
,
non
pensarlo
....
-
Voglio
vederti
,
mia
unica
bellezza
,
coi
capelli
sciolti
così
....
Che
profumo
hanno
i
tuoi
capelli
!
-
Non
insistere
,
Cesare
....
Appena
siamo
sfuggiti
a
un
pericolo
.
-
Dorme
;
se
anche
si
sveglia
,
non
oserà
disturbarti
nuovamente
.
Emilia
s
'
accorse
ch
'
egli
la
lasciava
...
-
Si
vedrà
il
lume
,
-
disse
,
impaurita
.
-
È
inutile
;
è
tutto
inutile
,
-
esclamò
il
Lascaris
,
abbassando
poi
sùbito
la
voce
imprudente
.
-
Non
resisto
più
a
una
simile
tortura
;
dovessi
perderti
per
sempre
,
voglio
vederti
così
,
come
ti
ho
sognata
e
non
ti
ho
vista
mai
....
Questa
notte
,
non
ha
paura
,
è
tranquilla
,
-
continuò
,
mentre
s
'
avvicinava
al
tavolino
,
sul
quale
aveva
prima
tastato
un
lungo
candelabro
.
-
Tu
l
'
hai
rassicurata
,
-
soggiunse
.
-
Una
forza
divina
ci
protegge
....
E
accese
i
cinque
bracci
del
candelabro
,
e
si
rivolse
.
Emilia
s
'
avvide
che
il
momento
era
terribile
;
non
tanto
pel
pericolo
di
Roberta
,
forse
,
poichè
ogni
notte
in
camera
era
accesa
la
lampada
pènsile
,
e
l
'
oscurità
sarebbe
parsa
alla
fanciulla
più
strana
della
luce
;
quanto
per
l
'
uomo
,
superbo
di
desiderio
e
di
speranze
.
No
;
Emilia
doveva
confessarselo
:
ella
non
lo
conosceva
,
non
aveva
mai
supposto
d
'
essere
così
violentemente
agognata
,
di
poter
così
intimamente
mutarlo
....
Per
tutto
il
volto
di
lui
raggiava
un
maschio
tripudio
;
la
linea
scura
della
fronte
era
scomparsa
;
si
sarebbe
detto
che
la
morte
sola
potesse
arrestarlo
....
Emilia
lo
fissava
,
amandolo
;
e
cercava
un
mezzo
,
pensava
a
un
grido
per
isfuggirgli
.
-
Non
vi
avvicinate
!
-
gli
ordinò
,
a
bassa
voce
.
-
Non
vi
avvicinate
!
Girò
lo
sguardo
intorno
,
più
sgomenta
di
sè
che
di
lui
,
non
sapendo
come
togliersi
all
'
abbraccio
,
che
presentiva
invincibile
.
-
Volete
approfittare
della
mia
debolezza
e
del
pericolo
!
-
gli
lanciò
ancòra
.
-
È
un
tranello
,
questo
!
Cesare
s
'
era
fermato
,
pallido
.
-
Che
cosa
dici
,
Emilia
?
-
susurrò
,
-
che
cosa
temi
?
-
Non
avvicinatevi
!
-
ripetè
la
giovane
,
con
lo
stesso
imperio
nella
voce
.
Ella
ignorava
d
'
essere
straordinariamente
bella
.
Abbandonata
sul
letto
,
svelata
dalla
luce
aurea
in
ogni
linea
della
sua
positura
di
battaglia
e
di
rifiuto
,
dominava
l
'
uomo
e
i
desiderii
con
uno
sguardo
bruciante
....
Aveva
chiamato
a
raccolta
le
formidabili
energie
di
resistenza
,
insite
nella
donna
;
e
ormai
riposava
tranquilla
,
sapendo
che
così
debole
,
così
indifesa
,
non
aveva
tuttavia
nulla
a
temere
,
poichè
non
temeva
più
nulla
da
sè
medesima
.
Cesare
capì
.
-
Perdonatemi
,
-
disse
lentamente
.
-
Vi
ho
spaventata
!
,
e
ve
ne
chiedo
perdòno
....
Volete
concedermi
di
baciarvi
le
mani
?
Emilia
lo
lasciò
avvicinare
e
gli
diede
le
mani
,
ch
'
egli
si
chinò
a
coprire
d
'
intensi
baci
;
ella
lo
guardava
,
sommesso
e
vinto
;
ma
quando
Cesare
allungò
un
braccio
per
cingerla
intorno
al
busto
,
la
donna
si
sciolse
vivamente
.
-
Non
osate
di
più
,
-
disse
.
-
O
mi
alzo
,
e
vado
da
Roberta
,
e
mi
vi
rinchiudo
.
Poi
,
mentre
il
Lascaris
le
si
sedeva
ai
piedi
,
sulla
candida
pelle
d
'
orso
ch
'
era
stesa
di
fianco
al
letto
,
Emilia
seguitò
:
-
Questa
,
è
stata
una
notte
di
pazzie
....
Anche
ora
,
siamo
in
mano
del
caso
,
ed
io
posso
perdermi
,
da
un
minuto
all
'
altro
....
Una
simile
notte
,
non
tornerà
più
.
Avete
voluto
sapere
s
'
io
vi
amassi
....
Lo
avete
saputo
;
ed
è
molto
....
,
ed
è
tutto
....
-
Tutto
?
...
Tutto
finirà
qui
?
-
domandò
Cesare
angosciosamente
.
-
Vi
ho
chiesto
se
volete
essere
mia
per
sempre
....
Tu
lo
vedi
,
Emilia
;
io
non
ho
mai
supposto
che
tu
potessi
essere
una
conquista
....
Per
il
tuo
amore
,
ti
offro
la
mia
vita
....
.
"
Dove
vai
?
"
-
gridò
in
quel
punto
lo
spirito
loico
nell
'
animo
dell
'
uomo
libero
....
Ma
l
'
uomo
non
ebbe
tempo
a
rispondersi
,
che
già
l
'
attitudine
d
'
Emilia
s
'
era
cangiata
,
e
sul
viso
di
lei
tornava
la
chiara
fiducia
,
e
nella
sua
preziosa
figura
splendeva
il
gaudio
d
'
una
felicità
senza
sospetto
.
Poi
ebbe
un
cenno
muto
della
testa
,
verso
l
'
uscio
chiuso
.
-
Il
nostro
avvenire
è
là
,
-
disse
.
-
S
'
ella
si
oppone
,
siamo
perduti
per
sempre
....
-
Tu
non
lo
pensi
!
-
esclamò
il
Lascaris
,
levatosi
in
ginocchio
a
guardarla
con
intensità
.
-
Non
è
possibile
fidar
due
esistenze
al
capriccio
d
'
una
fanciulla
!
...
-
Noi
giuochiamo
anche
la
sua
vita
,
e
tu
non
lo
capisci
!
-
insistette
Emilia
,
solcando
ancòra
teneramente
con
la
mano
i
capelli
di
lui
.
-
Tu
non
capisci
quale
strazio
sarebbe
per
me
stessa
il
compiere
un
atto
che
potesse
amareggiarla
!
...
Ma
lo
capirai
,
non
è
vero
?
quando
ti
dirò
che
sono
pronta
a
rinunziare
,
se
la
mia
rinunzia
le
darà
un
giorno
di
pace
....
-
Siete
pronta
a
rinunziare
?
-
ripetè
Cesare
.
-
E
come
chiamate
,
allora
,
il
sentimento
vostro
per
me
?
...
Se
mi
amaste
,
non
esitereste
un
istante
a
superare
un
ostacolo
...
Si
drizzò
in
piedi
,
e
rimase
a
testa
bassa
,
pensando
....
Aveva
pronunziato
le
ultime
parole
con
tanto
odio
,
che
la
giovane
sentì
un
leggero
,
brivido
correrle
per
le
spalle
.
-
Voi
non
pensate
....
-
egli
proruppe
quindi
.
Emilia
fece
un
gesto
di
preghiera
,
perchè
smorzasse
la
voce
incauta
;
scivolò
dal
letto
,
continuando
il
gesto
silenzioso
,
e
andò
all
'
uscio
,
e
vi
restò
qualche
minuto
,
con
tutto
il
sangue
alle
tempia
e
al
cuore
....
Le
era
parso
d
'
udire
un
colpo
secco
di
tosse
,
lontano
;
poi
,
rassicurata
dalla
taciturnità
successiva
,
s
'
appressò
a
Cesare
.
-
Può
svegliarsi
,
-
disse
.
-
Non
abusiamo
della
nostra
fortuna
!
...
Va
!
Va
!
Tornerai
quest
'
altra
notte
,
mio
amore
!
Ma
Cesare
non
ascoltava
;
osservando
l
'
atto
pieno
di
grazia
,
col
quale
ella
s
'
era
un
po
'
inchinata
a
studiare
il
silenzio
oltre
la
porta
,
e
l
'
armonìa
del
suo
passo
inavvertibile
,
-
l
'
uomo
le
andò
incontro
,
di
nuovo
in
preda
a
un
'
esultanza
veemente
,
l
'
accolse
e
la
serrò
nel
cerchio
delle
braccia
,
la
ricoperse
di
baci
vivi
,
sentendola
tutta
fremere
.
Fu
di
quegli
schianti
appassionati
,
che
sfiorano
i
giovani
corpi
come
folate
aquilonari
,
e
in
una
vita
rimangono
,
inestinguibili
.
Ambedue
gl
'
innamorati
risplendevano
,
per
la
gioia
di
spezzar
fugacemente
la
catena
diuturna
,
di
riscattare
il
passato
gelido
,
forse
l
'
avvenire
temibile
,
con
un
magnifico
slancio
d
'
oblio
....
Cesare
adagiò
sul
letto
la
donna
,
languida
;
le
mani
di
lui
avevano
sganciato
l
'
abito
notturno
d
'
Emilia
,
e
ancòra
un
gesto
gli
avrebbe
tutta
scoperta
l
'
amante
,
nuda
e
bianca
,
sotto
i
cinque
raggi
del
candelabro
....
E
osò
il
gesto
rapido
,
e
la
contemplò
nivea
fra
la
molle
custodia
della
veste
,
e
le
sue
labbra
diedero
i
baci
ultimi
....
La
scena
era
stata
così
violentemente
fuggevole
,
che
Emilia
sentì
quasi
a
un
tempo
il
gesto
e
i
baci
....
Si
sollevò
d
'
un
balzo
,
si
ristrinse
l
'
abito
attorno
al
corpo
.
Era
pallida
del
mortale
pallore
che
aveva
sgomentato
Cesare
,
al
principio
del
convegno
....
-
Ah
,
tu
credi
,
-
bisbigliò
questi
,
chiamandola
a
posare
il
capo
su
la
sua
spalla
,
-
ah
tu
credi
ch
'
io
vorrò
rinunziare
a
te
?
...
È
dunque
così
diffìcile
,
a
voi
donne
,
penetrare
il
senso
della
vostra
propria
bellezza
,
e
comprendere
ciò
che
potete
in
noi
?
Nessuna
forza
umana
,
capisci
?
...
arriverà
a
contrastare
la
mia
passione
!
...
Perchè
sei
così
pallida
,
anima
?
Perchè
piangi
?
Perchè
piangi
?
...
Ella
piangeva
,
ma
,
dominata
ed
ebbra
,
non
si
staccava
da
lui
....
Rimasero
in
un
calmo
silenzio
lungamente
,
avvinti
;
udirono
nell
'
aria
qualche
cosa
eterna
passare
,
-
il
tempo
,
l
'
amore
,
la
morte
?
-
e
sfiorarli
,
e
procedere
incontro
ad
altri
destini
,
che
aspettavano
.
-
Ancòra
mi
darai
una
notte
come
questa
,
è
vero
?
-
mormorò
Cesare
timidamente
.
-
Ancòra
molte
notti
di
gioia
?
-
Sì
,
ancòra
molte
notti
di
gioia
!
-
ripetè
Emilia
.
-
Non
senti
come
tutto
è
strano
,
in
questa
notte
?
Noi
rapiremo
alla
sorte
una
grande
felicità
senza
confine
....
Bisogna
vivere
,
vivere
diversamente
.
Emilia
rabbrividì
.
V
'
era
infatti
qualche
grande
energia
che
li
stimolava
all
'
amore
quasi
ad
un
farmaco
delizioso
,
dalle
inesauste
ebbrezze
;
era
in
loro
il
bisogno
di
vivere
la
doppia
esistenza
degli
appassionati
,
con
doppia
forza
,
con
doppia
anima
,
per
gli
altri
e
per
sè
.
Tutte
le
cose
grige
dovevano
fondersi
nel
calore
febbrile
di
molte
notti
misteriose
,
fra
gli
alti
silenzii
che
vanno
dispersi
nel
sonno
.
Lo
stridore
di
una
candela
più
breve
li
fece
sussultare
insieme
.
Guardarono
insieme
la
finestra
oramai
chiara
.
-
È
giorno
!
-
disse
Emilia
,
sciogliendosi
dall
'
abbraccio
,
e
correndo
smarrita
alla
finestra
.
-
È
giorno
!
Mio
Dio
,
come
farai
?
Cesare
l
'
aveva
raggiunta
e
guardava
l
'
alba
apparire
,
con
le
nuvolette
rosee
;
una
fresca
alba
estiva
,
sotto
il
cui
sorriso
si
stendeva
il
mare
....
Mostruoso
d
'
ombra
,
solo
il
puntazzo
di
Portofino
pareva
ancòra
addormentato
.
-
Va
presto
,
mia
vita
!
-
susurrò
Emilia
.
-
Che
non
ti
vedano
!
-
Non
mi
vedranno
,
-
disse
Cesare
.
-
Rassicurati
;
nessuno
è
alzato
,
a
quest
'
ora
!
Emilia
lo
abbracciò
la
prima
,
offrendogli
la
bocca
;
sotto
gli
occhi
puri
,
un
livido
cerchio
aveva
cominciato
a
disegnarlesi
....
-
Ancòra
quest
'
altra
notte
,
anima
!
-
le
rammentò
Cesare
,
innanzi
di
lasciarla
presso
la
porta
che
metteva
alla
scala
.
La
scala
bianca
di
marmo
era
vivida
nello
sbozzo
di
luce
lividiccia
.
-
Sì
,
sì
,
ancòra
una
notte
;
tutte
le
notti
che
vorrai
,
Cesare
!
E
appena
egli
fu
in
basso
della
scala
,
ella
rientrò
,
corse
di
nuovo
alla
finestra
,
e
vide
Cesare
traversar
cauto
il
giardino
,
lungo
le
siepi
,
e
dove
gli
alberi
offrivano
qualche
incerta
ombra
.
Da
ultimo
,
nel
silenzio
cristallino
s
'
udì
il
cancello
cigolare
e
richiudersi
.
XV
.
Ma
no
,
per
lungo
tempo
,
ella
rifiutò
ogni
altro
convegno
.
Troppo
temeva
di
sè
,
troppo
di
lui
....
Emilia
lo
amava
di
quel
formidabile
amor
delle
vedove
,
che
paiono
spinte
dai
ricordi
del
morto
fra
le
braccia
dei
vivi
....
A
pena
,
scambiavano
qualche
frase
,
congiungevano
le
labbra
,
quando
Roberta
non
era
presente
.
Le
molte
notti
che
la
donna
aveva
promesso
e
Cesare
aveva
sperato
di
gioia
,
si
dissolvevano
oscure
,
senza
memorie
,
se
non
di
tristezza
e
d
'
insonnia
.
Era
succeduta
la
stagione
media
,
quando
il
periodo
dei
bagni
è
finito
,
e
ancòra
non
ha
avuto
inizio
il
periodo
invernale
,
caro
alle
anime
e
ai
corpi
malati
.
Sul
paese
,
la
solitudine
pesava
;
v
'
erano
stati
in
settembre
inesorabili
giorni
di
scirocco
,
durante
i
quali
l
'
aria
scottava
e
il
sole
pareva
non
dover
tramontare
mai
.
Nelle
caldissime
serate
,
salivano
Cesare
e
le
due
sorelle
sopra
un
canotto
a
remi
,
con
un
agile
marinaio
più
cùpreo
del
rame
;
e
si
facevan
trasportar
lentamente
verso
Nervi
,
verso
Quinto
,
o
a
capriccio
....
In
mare
l
'
aria
era
ricca
e
buona
;
ma
Roberta
aveva
dovuto
ben
presto
rinunziare
alle
fresche
gite
,
poichè
il
lene
ondeggiamento
della
barca
le
dava
le
vertigini
.
Se
pure
quelli
del
paese
avessero
supposto
o
mormorato
,
ciò
importava
ben
poco
a
Cesare
e
ad
Emilia
,
già
ciechi
per
la
necessaria
imprudenza
della
passione
;
ed
essi
continuarono
ogni
dopo
pranzo
,
spesso
col
marinaio
,
soli
più
spesso
,
remando
il
Lascaris
....
Roberta
stava
ad
aspettarli
,
e
qualche
volta
indugiava
una
lunga
ora
sulle
rocce
,
a
guardare
il
canotto
lontano
e
tardo
,
fra
la
porpora
del
tramonto
,
fra
le
maravigliose
zone
di
luce
irrubinata
....
L
'
imbarcazione
,
minuscola
nella
latitudine
delle
acque
,
non
poteva
affondare
e
sparire
?
Le
vele
bianche
o
rosee
eran
lungi
,
alle
estremità
dell
'
orizzonte
,
dove
anche
un
pennacchio
di
fumo
svelava
qualche
invisibile
vapore
;
mentre
dalla
spiaggia
la
distanza
era
grande
....
La
fanciulla
sentiva
d
'
odiare
qualcuno
,
là
dentro
.
E
la
deliziosa
strada
che
da
Nervi
sale
a
Sant
'
Ilario
,
s
'
appiana
,
discende
per
viottoli
aspri
fino
a
sboccar
di
nuovo
sulla
strada
comunale
,
-
anche
vedeva
talvolta
Cesare
ed
Emilia
incontrarsi
e
passeggiare
nella
tenera
oziosità
di
chi
aspetta
giorni
felici
e
si
studia
a
render
felici
i
giorni
comuni
.
Passavano
per
quella
strada
sempre
le
medesime
persone
alle
medesime
ore
;
quando
un
gruppo
di
monache
in
abito
bruno
col
soggòlo
bianco
,
per
la
questua
;
e
quando
un
curiosissimo
carretto
tirato
da
un
asinello
grigio
,
guidato
da
un
omiciattolo
,
che
gridava
a
giusti
intervalli
,
per
tutta
la
durata
del
viaggio
:
-
Aaah
!
...
Iiih
!....,
e
spingeva
l
'
animale
,
e
scambiava
parole
coi
conoscenti
che
incontrava
.
Cesare
aveva
chiesto
all
'
uomo
da
quanto
tempo
egli
percorresse
quella
strada
....
Da
venti
anni
;
da
venti
anni
,
tutti
i
giorni
egli
scendeva
a
Genova
a
portare
involti
e
a
raccoglierne
,
e
risaliva
a
Sant
'
Ilario
,
senz
'
affrettarsi
,
parlando
col
ciuco
,
se
gli
mancavano
incontri
....
L
'
alba
rischiarava
il
suo
andare
;
il
tramonto
salutava
il
suo
ritorno
....
-
Aaah
!
...
Iiih
!
...
Cesare
l
'
aveva
seguìto
con
l
'
occhio
,
fino
a
un
gomito
della
salita
,
invidiandolo
....
Passione
?
dolore
?
desiderio
?
...
Vocaboli
ignoti
all
'
umile
;
egli
non
si
augurava
se
non
di
poter
gridare
:
-
Aaah
!
...
Iiih
!
...
per
altri
venti
anni
.
Il
Lascaris
meditava
così
,
dietro
le
sensazioni
del
momento
,
per
qualche
spettacolo
semplice
e
fugace
;
fin
che
non
fosse
comparsa
Emilia
,
che
saliva
adagio
,
sorridendo
da
lungi
all
'
amico
....
Sempre
,
quell
'
apparizione
aspettata
lo
toglieva
dalla
supina
realtà
d
'
ogni
giorno
;
ma
dentro
l
'
animo
gli
si
risvegliava
,
l
'
amarezza
intollerante
di
uno
che
abbia
sognato
,
che
abbia
sentito
sul
proprio
corpo
il
contatto
fresco
d
'
un
corpo
femmineo
,
e
al
risveglio
si
sia
trovato
in
una
camera
deserta
e
priva
di
lume
.
In
quel
periodo
,
Cesare
soffriva
presso
Roberta
qualche
molestia
,
quasi
lo
spettacolo
tuttora
vivissimo
d
'
Emilia
ignuda
sotto
i
suoi
occhi
,
gli
avesse
conficcato
nel
cervello
la
cupidigia
sacrilega
di
giungere
una
notte
alla
camera
della
giovanetta
,
di
risvegliarla
e
dominarla
come
la
sorella
.
Fra
le
due
sessualità
ancòra
per
lui
misteriose
,
egli
aveva
dei
lampi
d
'
esitanza
.
Quelle
voci
si
rassomigliavano
assai
,
e
Cesare
sussultava
,
udendosi
chiamare
da
Roberta
con
la
stessa
inflessione
,
che
gli
aveva
reso
caro
il
proprio
nome
pronunziato
dalle
labbra
d
'
Emilia
.
Ambedue
le
donne
adoperavano
un
solo
profumo
,
aliante
intorno
ai
corpi
in
una
nube
leggera
;
un
profumo
,
il
quale
,
sorgendo
dagli
abiti
e
dalle
mani
di
Roberta
,
rammentava
ostinatamente
all
'
uomo
il
gesto
,
ch
'
egli
aveva
osato
quella
notte
per
veder
tutta
Emilia
,
e
ch
'
egli
avrebbe
voluto
osare
anche
più
audace
sopra
la
fanciulla
gettata
attraverso
al
letto
,
per
rivelarla
pure
,
fra
la
molle
custodia
dell
'
abbigliamento
intimo
.
Ambedue
avevano
un
certo
movimento
risoluto
del
capo
,
e
certi
atti
di
grazia
nel
chinarsi
fino
a
un
fiore
,
nel
dar
la
mano
,
nel
sedersi
e
acconciarsi
le
gonne
intorno
.
Differivan
poco
di
gusti
,
e
si
vestivano
quasi
a
un
modo
,
portando
gli
stessi
gioielli
ai
polsi
e
alle
orecchie
,
e
gli
stessi
monili
.
Non
di
rado
,
Emilia
esprimeva
a
metà
un
'
idea
o
una
sensazione
,
e
Roberta
continuava
e
concludeva
....
Si
sorridevano
,
allora
,
come
se
le
loro
anime
fossero
vissute
un
attimo
nel
medesimo
cerchio
invisibile
.
Ma
sotto
quelle
e
simili
apparenze
,
restava
il
fenomeno
,
inquietante
per
Cesare
,
che
l
'
una
completava
l
'
altra
;
la
bionda
ammalata
s
'
era
avvinta
per
sempre
alla
sorella
bruna
,
perchè
da
questa
pareva
trarre
qualche
mistico
alimento
alla
propria
anima
;
ed
Emilia
aveva
contesto
il
filo
della
sua
esistenza
al
filo
tenue
dell
'
altra
.
Egli
erasi
interposto
fra
di
loro
,
ma
esse
.
all
'
infuori
di
lui
,
seguitavano
una
vita
comune
,
indissolubile
per
le
oscure
simiglianze
del
sangue
;
erano
carne
d
'
una
medesima
carne
,
due
rami
d
'
un
albero
unico
.
-
Perchè
,
-
domandò
Cesare
una
volta
a
Emilia
,
-
perchè
ti
vesti
come
tua
sorella
?
Perchè
usi
del
suo
profumo
?
Perchè
da
lontano
io
posso
scambiarti
con
lei
?
-
Vi
spiace
?
Egli
scosse
la
testa
,
incerto
.
-
Vorrei
che
nessuno
ti
somigliasse
,
anche
da
lontano
....
-
Ma
la
somiglianza
con
Roberta
non
è
cosa
che
possa
ferirvi
.
Io
ho
forse
la
sua
voce
,
e
probabilmente
uno
stesso
modo
di
esprimermi
....
Ciò
avviene
quando
si
vive
tutta
la
vita
con
una
persona
,
tanto
più
se
questa
ci
è
legata
da
parentela
.
Non
vi
è
nulla
di
strano
o
di
voluto
....
-
Si
può
volere
il
contrario
....
-
Odiate
Roberta
al
punto
da
non
tollerar
nemmeno
un
abito
simile
al
suo
?
-
Comprendimi
,
Emilia
....
E
si
arrestò
.
Non
avrebbe
potuto
comprenderlo
mai
,
perchè
non
sapeva
il
turbamento
arrecatogli
con
quella
notte
di
mezza
voluttà
;
pel
quale
turbamento
,
la
pace
dei
sensi
era
scomparsa
,
e
innanzi
a
Cesare
s
'
era
spalancata
la
voragine
dissolvitrice
delle
fantasie
,
dei
sogni
,
delle
figurazioni
carnali
....
-
Oh
lasciatemi
amarla
!
-
esclamò
Emilia
,
credendo
d
'
aver
capito
.
-
Dovrò
sfuggire
ogni
somiglianza
con
Roberta
,
come
si
trattasse
d
'
una
nemica
?
Perchè
odiate
tanto
una
fanciulla
,
che
non
vi
ha
fatto
male
alcuno
?
-
È
certo
,
-
mormorò
Cesare
,
trascinato
in
quel
nuovo
ordine
d
'
idee
,
-
è
certo
che
voi
non
capirete
mai
la
lotta
.
Io
non
odio
;
mi
difendo
....
Fin
che
il
tuo
cuore
sarà
pieno
di
lei
,
io
non
potrò
sperare
nulla
da
te
....
Devo
darti
la
forza
di
comparare
e
di
scegliere
,
se
la
scelta
sarà
necessaria
....
Tu
ti
sei
chiusa
nel
presente
e
ti
sei
innamorata
del
tuo
dolore
!
...
-
Non
ammettete
alcun
legame
.
Siete
un
selvaggio
,
-
disse
la
giovane
,
cercando
,
di
sorridere
per
calmarlo
....
Erano
le
cinque
del
pomeriggio
;
avevan
preso
il
tè
,
in
casa
,
e
Roberta
era
andata
sùbito
dopo
a
visitar
la
figlia
del
massaio
,
che
giaceva
ammalata
.
Il
sole
prorompeva
dalla
finestra
aperta
nel
salotto
,
chiazzando
d
'
oro
le
pareti
e
il
pavimento
a
mosaico
.
Nero
latrava
in
giardino
,
allo
strepito
d
'
un
carro
.
E
gli
amanti
ricordavano
;
ella
,
la
scena
del
chiosco
,
non
osando
spingersi
fino
al
ricordo
impudico
;
egli
,
la
scena
della
camera
,
parendogli
che
di
là
fosse
cominciato
il
gaudio
.
-
Non
ammetto
alcun
legame
?
-
ripetè
.
-
Vorrei
poter
non
ammetterlo
;
e
sarei
libero
,
e
la
mia
vita
riprenderebbe
il
suo
corso
tranquillo
,
e
non
aspetterei
tutto
il
mio
avvenire
dalla
volontà
capricciosa
di
due
bambine
crudeli
....
È
questa
,
ormai
,
la
condizione
difficile
in
cui
mi
trovo
:
chi
devo
vincere
?
Te
,
o
Roberta
?
Di
quale
animo
devo
essere
padrone
?
Del
tuo
,
o
dell
'
animo
di
tua
sorella
?
Emilia
si
concedeva
qualche
atteggiamento
un
po
'
oblioso
,
appena
si
trovavan
soli
;
e
s
'
era
allungata
sul
divano
,
col
gomito
e
la
mano
destra
sostenendo
il
capo
;
sottil
figura
,
che
rammentava
a
Cesare
quel
suo
nèo
prezioso
fra
i
due
seni
,
e
le
calze
di
seta
nera
alte
fino
alla
coscia
.
Ella
si
raddrizzò
di
scatto
,
e
restò
immota
,
ascoltando
.
-
Per
liberarmi
da
questo
dubbio
,
bisogna
che
la
soluzione
venga
da
noi
,
da
te
,
-
seguitò
Cesare
,
il
quale
aveva
notato
e
goduto
l
'
effetto
della
propria
domanda
.
-
Bisogna
,
infine
,
parlare
a
tua
sorella
,
poichè
la
vuoi
arbitra
della
nostra
sorte
....
-
E
se
rifiuta
?
Se
minaccia
?
-
chiese
Emilia
.
-
Se
mi
fa
comprendere
che
una
diminuzione
del
mio
affetto
le
toglierà
ogni
forza
di
vivere
e
di
sperare
?
Il
Lascaris
si
strinse
nelle
spalle
;
egli
era
innanzi
al
tavolino
da
tè
,
e
passava
macchinalmente
le
tazze
,
guardandone
il
fondo
zuccherato
,
quasi
a
trovarvi
un
'
idea
.
-
Non
è
probabile
,
-
disse
finalmente
,
per
dire
.
-
-
È
molto
probabile
,
invece
,
che
ella
si
opponga
.
Vivere
con
noi
,
adattarsi
a
un
posto
secondario
nel
mio
cuore
,
cedere
a
te
,
le
parranno
cose
assurde
e
spaventevoli
....
Oh
,
continuiamo
così
,
Cesare
,
fin
che
è
possibile
!
Io
sono
felice
,
ora
per
ora
;
non
cerchiamo
di
più
,
non
affrettiamo
nulla
!
...
Tu
sei
troppo
impaziente
....
Egli
obbedì
a
uno
slancio
,
con
le
braccia
tese
verso
la
donna
;
ma
sùbito
si
vinse
,
e
abbassò
la
testa
.
Urtava
nuovamente
contro
a
una
barriera
:
tra
il
suo
concetto
della
vita
e
il
concetto
d
'
Emilia
,
l
'
indole
,
la
coltura
,
l
'
esperienza
,
avevano
scavato
un
abisso
....
Egli
era
non
meno
sollecito
della
vita
morale
che
della
fisica
;
il
contatto
femmineo
,
la
cupidità
esaltata
e
imprigionata
,
gli
avevano
sconvolto
la
mente
e
il
cuore
;
sotto
la
fustigazione
della
brama
inutile
,
stava
per
sorgere
l
'
uomo
pervertito
;
ed
egli
lo
intuiva
....
Già
gli
era
balenato
il
pensiero
di
Milano
,
dove
si
sarebbe
potuto
tuffare
in
una
palude
di
stravizio
,
e
aspettare
coi
nervi
calmi
.
Dir
questo
a
Emilia
e
perderla
,
doveva
essere
una
cosa
sola
.
Ella
,
come
quasi
tutte
le
donne
,
ignorava
il
fascino
proprio
:
ignorava
che
,
ad
essere
serenamente
amata
,
doveva
sodisfar
prima
la
bramosia
del
maschio
,
eccitata
da
lei
stessa
con
l
'
incautela
d
'
una
visione
,
con
la
vicinanza
continua
,
ch
'
era
uno
stimolo
a
fantasticare
.
Sapeva
resistere
,
o
almeno
fuggir
le
opportunità
,
perchè
ciò
stava
nel
suo
medesimo
spirito
femminile
;
e
non
sapeva
che
,
al
contrario
,
cercar
quelle
occasioni
,
avversar
senza
posa
la
resistenza
di
lei
,
eran
nell
'
indole
maschile
.
-
Ebbene
?
-
chiese
la
donna
,
vedendo
l
'
atto
di
Cesare
.
-
Non
è
possibile
continuare
a
questo
modo
,
-
disse
il
Lascaris
,
rialzando
la
testa
.
La
ruga
profonda
e
dritta
gli
solcava
ancòra
la
fronte
.
-
Se
tu
pensassi
a
raddolcire
la
mia
impazienza
,
se
tu
mi
dessi
qualche
convegno
,
come
quella
notte
,
in
giardino
....
Emilia
s
'
era
inavvertitamente
stesa
di
nuovo
sul
divano
,
con
un
moto
di
voluttuosa
pigrizia
;
sentiva
ascendere
fino
al
suo
egoismo
di
donna
il
nembo
di
quella
preghiera
incessante
,
e
lo
aspirava
a
guisa
di
profumo
,
trovandovi
tutto
il
compenso
alla
sua
resistenza
tenace
,
tutta
la
ragione
della
sua
resistenza
futura
.
Cesare
la
vide
,
e
si
alzò
.
Ma
ella
ebbe
appena
il
tempo
a
comporsi
in
un
atteggiamento
calmo
,
che
sulle
scale
risonò
il
passo
di
Roberta
.
-
Non
partire
così
presto
,
Cesare
,
-
disse
Emilia
,
sottovoce
.
Quando
Roberta
entrò
,
scorse
la
sorella
intenta
a
tagliar
le
pagine
d
'
un
libro
e
Cesare
,
in
piedi
nel
vano
della
finestra
,
parlando
della
prossima
stagione
di
Nervi
.
La
giovanetta
spense
immediatamente
lo
sguardo
che
aveva
lanciato
sui
due
,
e
s
'
inoltrò
con
un
sorriso
pallido
.
-
Lei
dovrebbe
visitare
quella
povera
ragazza
,
-
fece
al
Lascaris
,
mentre
si
accomodava
sulla
poltrona
a
dondolo
,
in
faccia
a
Emilia
.
-
È
in
cura
del
dottor
Noli
,
ma
il
consiglio
di
Lei
sarebbe
utile
....
Il
tòno
metallico
della
voce
e
lo
studio
insolito
con
cui
Roberta
spiccava
le
parole
chiarissime
,
avvertirono
Emilia
dello
stato
d
'
agitazione
in
che
la
sorella
si
trovava
;
ma
il
Lascaris
tardò
a
rispondere
.
Guardava
la
fanciulla
,
vestita
come
l
'
amante
,
con
una
camicetta
,
una
cintura
di
cuoio
giallo
,
una
sottana
azzurro
-
mare
;
la
camicetta
d
'
Emilia
era
rosea
;
la
camicetta
di
Roberta
,
cilestre
.
Tutt
'
e
due
le
giovani
portavano
i
capelli
annodati
in
giro
al
capo
,
folti
e
copiosi
.
-
Non
potrebbe
visitarla
?
-
chiese
di
nuovo
Roberta
.
-
No
,
-
rispose
Cesare
scuotendosi
.
-
È
in
cura
del
dottor
Noli
,
il
quale
non
ha
bisogno
di
consigli
....
-
Soltanto
un
'
occhiata
,
passando
.
-
È
impossibile
,
signorina
...
-
Sta
malissimo
....
Grida
,
ha
le
convulsioni
,
la
schiuma
alla
bocca
....
Il
dottor
Noli
non
verrà
fino
a
domani
.
-
Possono
chiamarlo
sùbito
,
-
osservò
Emilia
.
-
L
'
ho
suggerito
,
ma
i
parenti
dicono
,
ch
'
è
inutile
,
e
sanno
ciò
che
devono
fare
;
è
una
famiglia
di
zotici
....
E
come
è
possibile
,
-
seguitò
Roberta
verso
Cesare
,
-
come
è
possibile
negare
aiuto
a
un
'
infelice
,
che
è
forse
in
pericolo
?
-
So
di
che
cosa
si
tratta
,
-
assicurò
il
Lascaris
.
-
Me
ne
ha
parlato
il
dottor
Noli
;
non
v
'
è
pericolo
alcuno
....
E
pronunziando
le
parole
,
le
quali
caddero
in
un
corto
silenzio
susseguito
,
egli
osservava
la
testa
bionda
e
animosa
di
Roberta
,
a
riscontro
con
la
testa
bruna
d
'
Emilia
;
quella
superava
questa
,
per
la
venustà
dell
'
espressione
,
e
una
debole
tinta
azzurrognola
sotto
gli
occhi
,
dava
alla
giovanetta
un
senso
tra
di
ardore
e
tra
di
allettamento
.
-
Quanti
anni
ha
l
'
ammalata
?
-
domandò
Emilia
,
che
,
pur
volendo
schivare
quel
tema
,
vi
era
caduta
meglio
,
d
'
un
colpo
.
-
Diciannove
,
-
rispose
Roberta
.
-
Oh
,
morire
a
questa
età
,
è
spaventoso
!
La
scena
aveva
dovuto
sinistramente
colpirla
;
fra
sè
stessa
e
la
giovane
epilettica
,
fra
il
male
che
rodeva
l
'
una
e
il
male
che
minava
l
'
altra
,
aveva
forse
trovato
qualche
occulta
rispondenza
;
e
la
esclamazione
venutale
di
lancio
,
dal
cuore
,
diede
una
scossa
agli
amanti
.
Ella
recava
sempre
nei
colloquii
di
loro
una
nota
acre
,
un
presentimento
cupo
;
e
,
partiti
già
da
tempo
dietro
imagini
diverse
,
gagliarde
,
quali
le
imagini
d
'
amore
,
essi
eran
di
tanto
in
tanto
soprappresi
,
arrestati
e
torturati
dal
richiamo
aspro
della
fatidica
.
Emilia
la
fissò
con
un
'
interrogativa
di
mite
rimprovero
,
quasi
per
trattenerla
;
ma
ella
aveva
sentiti
gli
artigli
della
paura
Si
levò
in
piedi
,
senza
curar
la
presenza
del
Lascaris
,
che
,
rivolte
le
spalle
alla
finestra
,
seguiva
attento
l
'
atto
della
ragazza
.
irrequieta
.
-
Se
sapessi
di
dover
morire
fra
un
anno
,
non
so
che
cosa
farei
oggi
,
-
ella
continuò
intensamente
.
-
È
orribile
,
simile
dubbio
,
quando
la
vita
ci
dà
l
'
abitudine
di
pensar
sempre
all
'
avvenire
,
come
se
il
presente
non
contasse
....
Ecco
un
esempio
,
l
'
esempio
di
quella
giovane
,
che
non
ha
vissuto
,
che
non
ha
gioito
,
e
che
un
giorno
,
assai
presto
,
rimarrà
vittima
d
'
una
crisi
....
Povera
anima
!
Povera
bambina
!
Cesare
avvertì
uno
sguardo
supplichevole
d
'
Emilia
,
per
invitarlo
a
rassicurar
la
sorella
;
ma
egli
non
si
mosse
dalla
sua
posa
consueta
,
le
braccia
incrociate
al
petto
,
gli
occhi
freddi
sopra
Roberta
,
che
camminava
concitata
per
la
camera
....
-
Perdere
questa
bella
,
bella
vita
,
perdere
il
sole
,
perdere
questi
spettacoli
,
-
ella
aggiunse
,
delineando
un
gesto
verso
l
'
amplitudine
del
mare
e
dell
'
orizzonte
,
-
perdere
tutto
,
senza
aver
conosciuto
nulla
!
...
No
,
io
voglio
ancòra
vivere
,
dovunque
,
comunque
,
purchè
viva
;
non
è
cosa
umana
rassegnarci
al
destino
,
e
passare
così
,
quando
ancor
nessuno
ci
è
tanto
legato
da
poter
ricordarci
sempre
!
...
Perchè
se
morissi
io
oggi
,
chi
mi
ricorderebbe
fra
dieci
anni
?
...
Che
bene
ho
fatto
?
...
Che
cosa
sono
stata
?
...
Allora
,
vedendola
tutta
vibrare
di
nervosa
esaltazione
,
e
rilevando
un
nuovo
sguardo
angosciato
di
Emilia
,
Cesare
si
staccò
adagio
dalla
finestra
,
e
andò
incontro
a
Roberta
,
la
prese
dolcemente
per
un
braccio
,
e
fissàtole
negli
occhi
gli
occhi
imperativi
,
le
disse
:
-
Basta
,
signorina
.
Che
significano
queste
idee
?
Dove
le
ha
lette
?
...
È
guarita
,
è
forte
,
e
nulla
contrasta
il
suo
avvenire
....
Tutta
la
colpa
della
sua
tristezza
,
è
in
Lei
medesima
.
Sotto
lo
sguardo
attanagliante
dell
'
uomo
,
Roberta
parve
decadere
da
un
'
alta
allucinazione
;
il
colorito
le
si
diffuse
alle
guance
vivissimo
,
e
nel
punto
in
cui
Cesare
la
lasciava
,
ella
andò
a
sedersi
,
e
restò
a
capo
chino
,
umiliata
....
-
Suvvia
,
-
finì
il
Lascaris
con
un
sorriso
,
-
la
sua
povera
malata
guarirà
,
e
non
valeva
la
pena
di
trarre
deduzioni
pessimiste
contro
il
destino
....
Quale
comunanza
poi
,
Ella
abbia
con
l
'
epilettica
,
dall
'
età
infuori
,
io
non
saprei
;
e
l
'
età
è
poca
cosa
,
per
credere
che
se
quella
morisse
,
dovrebbe
morire
anche
Lei
....
Non
è
vero
?
Mi
dica
che
ho
ragione
,
...
Con
una
fievole
punta
d
'
ironia
,
egli
era
a
bella
posta
passato
al
di
là
de
'
suoi
diritti
;
s
'
era
compiaciuto
a
far
sentire
l
'
indulgenza
mordace
che
le
debolezze
di
Roberta
suscitavano
nel
suo
animo
,
quasi
le
debolezze
d
'
una
bimba
....
-
Sì
,
-
ella
rispose
a
voce
bassa
,
levando
infine
lo
sguardo
in
volto
a
Cesare
.
-
Ho
avuto
torto
.
Quello
spettacolo
mi
ha
tanta
commossa
!
E
per
sottrarsi
al
dominio
di
lui
,
corse
alba
sorella
,
che
la
ricevette
e
la
strinse
fra
le
braccia
.
-
Non
recarti
oltre
,
laggiù
,
-
disse
Emilia
con
dolcezza
.
-
Vi
andrò
io
,
se
vuoi
.
Tu
ti
lasci
troppo
impressionare
.
Innanzi
alle
due
giovani
riavvicinate
e
avvinte
,
le
quali
lo
guardavano
con
occhi
sì
diversamente
intensi
,
il
Lascaris
provò
ancòra
la
vampa
di
calda
sensualità
che
lo
bruciava
ormai
sempre
alla
vista
delle
due
sorelle
;
e
quell
'
entrare
di
un
tratto
nel
possesso
spirituale
di
Roberta
,
quell
'
impero
ch
'
egli
poteva
,
ch
'
egli
avrebbe
potuto
stendere
più
ampio
su
di
lei
,
col
diritto
del
medico
sull
'
ammalata
inconscia
,
gli
piacquero
e
lo
aizzarono
.
Un
fastidioso
silenzio
chiuse
la
rapida
scena
.
Cesare
stava
per
tôrre
commiato
,
quando
la
fanciulla
lo
prevenne
,
diede
un
bacio
a
Emilia
,
e
salutato
il
Lascaris
,
ridiscese
in
giardino
.
-
Nessuna
speranza
,
dunque
?
-
egli
ricominciò
non
appena
furono
soli
.
-
Non
parlerai
?
Emilia
era
tuttavia
circonfusa
dalla
tristezza
,
che
Roberta
sembrava
aver
lasciato
con
la
sua
assenza
.
-
Chi
oserebbe
parlare
?
-
rispose
.
-
Non
vedi
?
Non
capisci
?
È
crudelmente
ammalata
di
spirito
....
Chi
oserebbe
parlarle
,
in
simili
condizioni
?
-
Ammalata
di
spirito
?
-
ripetè
il
Lascaris
.
-
Io
ho
conosciuto
parecchie
fanciulle
,
le
quali
inghiottivano
il
sale
e
bevevan
l
'
aceto
,
nella
ingenua
speranza
di
morir
consunte
....
Sono
le
piccole
follìe
,
cui
poche
normalissime
si
sottraggono
;
sono
i
perturbamenti
dell
'
età
....
La
signorina
legge
forse
troppi
romanzi
.
-
Cesare
!
-
interruppe
Emilia
.
-
Non
posso
lasciarvi
parlare
così
di
Roberta
....
-
Legge
troppi
romanzi
,
-
proseguì
Cesare
pacatamente
,
nell
'
atto
che
riprendeva
la
canna
e
il
cappello
.
-
La
morte
è
sempre
descritta
nei
romanzi
con
un
lusso
di
particolari
falòtici
,
che
fanno
ridere
;
non
è
un
fenomeno
naturale
e
semplice
,
ma
una
trovata
dello
scrittore
,
una
punizione
d
'
Iddio
,
una
giustizia
degli
uomini
,
uno
scioglimento
di
qualche
terrifico
dramma
,
che
diversamente
non
sarebbe
mai
più
finito
....
Questo
ha
turbato
la
fantasia
di
tua
sorella
,
e
una
contadinotta
qualunque
non
può
patir
di
capogiro
,
senza
che
la
signorina
ne
preveda
la
morte
e
le
esequie
....
E
noi
,
qui
ad
attendere
che
i
fantasmi
passino
,
mentre
andranno
sempre
rinnovandosi
poichè
non
sono
formazioni
esterne
e
occasionali
,
ma
flora
indigena
,
creazioni
caratteristiche
del
suo
cervello
....
.
-
Cesare
!
...
Cesare
!
...
Cesare
!
...
-
esclamò
nuovamente
la
donna
,
su
tre
tòni
diversi
.
-
Non
vi
avrei
supposto
tanta
ingenerosità
....
Essa
è
malata
....
-
Addio
,
Emilia
,
-
egli
rispose
,
prendendole
ambo
le
mani
.
-
Cercate
di
non
farmi
ricordare
quanto
può
un
uomo
che
vuole
....
Cercate
di
parlarle
....
O
le
parlerò
io
,
benchè
non
abbia
su
di
lei
autorità
alcuna
.
Una
maschera
di
sarcasmo
gli
era
scesa
sul
volto
,
e
traverso
le
frigide
parole
di
lui
sembrava
minacciare
qualche
imprevedibile
ribellione
.
Emilia
non
consentì
alla
stretta
delle
sue
mani
;
e
lo
lasciò
partire
,
pensando
che
non
lo
conosceva
,
che
in
fondo
al
cuore
dell
'
uomo
doveva
giacere
una
malvagità
sottile
,
una
acerba
indifferenza
per
i
mali
altrui
.
Forse
,
tutto
ciò
ch
'
egli
era
apparso
fino
allora
,
poteva
essere
stato
frutto
d
'
ipocrisia
,
di
quella
ipocrisia
non
volgare
,
cui
la
lotta
medesima
suggerisce
e
insegna
....
Certo
,
il
sarcasmo
,
il
lieve
disprezzo
per
Roberta
e
probabilmente
per
lei
stessa
,
rivestivano
i
suoi
lineamenti
arguti
meglio
assai
delle
altre
espressioni
delle
quali
il
volto
mobilissimo
di
Cesare
era
capace
.
Quando
fu
a
'
piedi
della
scalinata
marmorea
,
egli
scorse
Roberta
china
sopra
un
cespo
di
gaggìa
,
da
cui
staccava
a
uno
a
uno
i
granelli
dorati
e
fragranti
,
serrandoli
nel
cavo
della
mano
.
Cesare
avrebbe
voluto
scansarla
;
ma
ella
avvertì
il
passo
,
lasciò
la
sua
leggiadra
occupazione
,
e
andò
incontro
al
Lascaris
.
-
Ascolti
,
-
gli
disse
.
-
Le
grida
giungono
fin
qui
....
L
'
ammalata
è
nel
rustico
....
Vada
,
vada
a
vederla
....
Veramente
,
grida
non
s
'
udivano
,
e
il
silenzio
non
era
interrotto
se
non
da
un
canto
acutissimo
sulla
strada
,
un
canto
lamentoso
e
azzurro
,
che
i
popolani
liguri
trascinano
in
note
di
falsetto
.
-
Sarebbe
indelicatezza
verso
l
'
amico
mio
dottor
Noli
,
-
osservò
Cesare
annoiato
.
-
Non
v
'
è
pericolo
,
non
ve
n
'
è
affatto
....
E
,
d
'
altra
parte
,
io
non
rappresento
nulla
;
sono
il
signor
Lascaris
,
un
passante
,
un
villeggiante
qualunque
.
Da
due
anni
,
lo
sa
,
ho
lasciato
la
carriera
....
Il
mio
intervento
non
può
essere
scusato
se
non
da
casi
eccezionali
.
-
Ero
dunque
ben
gravemente
ammalata
,
quando
Lei
è
venuto
a
visitarmi
la
prima
volta
?
-
chiese
Roberta
con
una
triste
lentezza
.
S
'
erano
fermati
poco
lungi
dalla
villa
,
sul
principio
del
viale
che
digradava
fino
alla
verde
cancellata
;
ed
Emilia
udiva
le
loro
voci
,
senza
afferrar
le
parole
....
Ricordò
allora
,
la
donna
,
la
dubbia
frase
dell
'
amante
:
"
Di
quale
animo
devo
impadronirmi
?
Del
tuo
,
o
dell
'
animo
di
tua
sorella
?
"
Un
malefico
intento
di
torturar
la
fanciulla
nacque
sùbito
nello
spirito
affaticato
dell
'
uomo
;
e
invece
di
protestare
,
di
confortare
,
di
toglierle
ogni
apprensione
sulla
malattia
d
'
ieri
,
che
poteva
essere
la
malattia
di
domani
,
egli
non
rispose
motto
,
e
finse
l
'
impaccio
di
chi
cerca
una
benevola
menzogna
.
Gli
fiammeggiava
in
mente
la
sensazione
da
lui
medesimo
definita
:
"
Con
una
parola
potrei
forse
ucciderti
"
e
la
parola
stava
per
iscattare
,
rovesciando
ai
suoi
piedi
la
giovane
dritta
e
titubante
.
Ma
fu
tosto
,
ridestato
dall
'
incubo
.
-
Abbiamo
una
giornata
ideale
,
-
egli
disse
.
-
Perchè
non
esce
a
passeggio
?
Le
gioverebbe
assai
più
che
occuparsi
di
quella
ragazza
.
-
Se
ero
tanto
malata
,
come
posso
essere
guarita
d
'
un
tratto
?
-
soggiunse
Roberta
,
allentando
il
pugno
e
lasciandosi
sfuggire
i
grani
odorosi
della
gaggìa
.
-
E
perchè
Lei
m
'
illude
?
Aveva
nella
voce
qualche
cosa
umile
e
paziente
,
qualche
cosa
forse
anco
vile
e
trepida
,
non
mai
udita
da
Cesare
nelle
domande
di
lei
.
Ella
era
innanzi
al
giudice
,
al
quale
voleva
carpire
per
insidia
la
sentenza
intima
e
sepolta
.
Studiava
d
'
avvicinarsi
alla
verità
,
fingendo
una
rassegnazione
consapevole
;
ma
sotto
alla
scaltra
indagine
,
il
terrore
,
l
'
angoscia
istintiva
della
giovanezza
per
la
tenebra
eterna
,
vibravano
.
Pur
di
assaporare
la
vita
,
il
sole
,
la
felicità
d
'
una
lunga
dimane
,
la
vergine
intatta
nel
corpo
e
monda
nel
pensiero
,
si
sarebbe
macchiata
di
qualunque
impudicizia
;
colui
che
avesse
potuto
offrirle
la
salvezza
,
avrebbe
imprigionato
la
fanciulla
in
una
schiavitù
senza
limiti
,
per
sempre
.
O
forse
,
rispondendo
alla
visione
che
balenava
qualche
volta
alla
mente
di
Cesare
,
fors
'
ella
si
sarebbe
gettata
ai
piaceri
con
la
fame
avida
di
chi
vuol
tutto
conoscere
in
breve
giro
di
tempo
,
con
la
febbre
di
chi
alle
spalle
intende
il
galoppo
macabro
.
-
Che
cosa
posso
dirle
più
di
quanto
non
Le
abbia
detto
?
-
egli
rispose
freddamente
.
-
Io
non
ho
mai
incontrato
anima
meno
fiduciosa
...
!
Ella
turba
la
pace
d
'
una
persona
che
le
è
cara
,
e
rattrista
un
'
esistenza
che
non
le
appartiene
....
Si
mosse
per
allontanarsi
,
e
già
s
'
era
incamminato
,
quando
la
voce
di
Roberta
lo
richiamò
tenera
e
sommessa
:
-
Almeno
,
mi
saluti
,
-
diceva
.
-
Almeno
,
mi
saluti
....
Un
'
altra
fanciulla
,
Cesare
vide
venirgli
incontro
,
nell
'
animo
della
quale
le
parole
di
lui
secche
,
brevi
,
imperiose
,
avevano
prodotto
la
reazione
.
Gli
veniva
incontro
Roberta
,
il
volto
irradiato
da
un
lampo
di
gioia
riconoscente
;
bella
di
fiducia
,
a
testa
alta
,
con
la
mano
tesa
,
ormai
sulla
via
della
schiavitù
assoluta
,
per
quanto
piccola
sicurezza
di
bene
egli
avesse
potuto
offrirle
.
-
Addio
,
fantastica
!
-
Cesare
disse
,
stringendo
quella
mano
,
la
quale
già
rispondeva
alla
sua
stretta
con
qualche
abbandono
femminile
.
-
Addio
,
dottore
!
-
ella
replicò
,
mettendo
in
quell
'
appellativo
un
arcano
senso
di
devozione
e
di
fede
.
Allora
,
veramente
,
l
'
ululo
della
epilettica
lacerò
l
'
aria
,
rompendosi
in
un
sèguito
di
singulti
barbari
.
Cesare
fissò
in
viso
Roberta
;
ma
questa
gli
sorrideva
ancòra
,
e
tutta
colma
di
speranze
egoistiche
,
non
aveva
udito
.
XVI
.
-
Se
lei
volesse
mandarci
il
fidanzato
di
sua
sorella
....
-
pregò
la
vecchia
.
Roberta
,
incamminata
per
uscir
dalla
casupola
,
si
volse
bruscamente
.
-
Il
fidanzato
di
mia
sorella
?
-
ripetè
.
-
Che
cosa
dite
?
-
Sì
,
quel
signore
,
il
medico
che
viene
tutt
'
i
giorni
dalle
Signorie
Vostre
....
La
fanciulla
s
'
abbrancò
allo
stipite
per
non
vacillare
;
e
rispose
,
impallidendo
:
-
Va
bene
,
glielo
dirò
.
Poscia
si
fece
forza
,
e
uscita
rapida
in
giardino
,
entrò
in
casa
,
risalì
nella
sua
camera
.
Non
aveva
trovato
energia
per
protestare
.
Cesare
Lascaris
,
agli
occhi
di
quei
contadini
,
era
il
fidanzato
d
'
Emilia
;
probabilmente
,
anche
agli
occhi
delle
cameriere
,
agli
occhi
di
chiunque
avesse
voluto
spiegar
l
'
assiduità
del
giovane
presso
le
due
sorelle
.
E
fidanzato
era
certo
l
'
eufemismo
che
significava
l
'
amante
.
In
tal
modo
,
Roberta
veniva
punita
della
sua
pietà
;
poichè
dal
giorno
della
crisi
,
quotidianamente
s
'
era
recata
a
visitar
l
'
epilettica
.
Nella
famiglia
de
'
massai
,
tutti
piagnucolavano
,
per
l
'
ereditaria
viltà
delle
razze
inferiori
;
e
tutti
s
'
occupavano
,
guadagnavano
,
spendevano
avaramente
;
tenevano
a
fitto
la
terra
circostante
alla
villa
,
facevan
da
procaccia
tra
il
paese
e
Genova
,
lavoravan
da
falegname
;
e
tutti
piagnucolavano
.
Pareva
che
il
lamentìo
sommesso
della
schiatta
si
fosse
impersonato
nell
'
avolo
,
un
vecchio
d
'
ottantatrè
anni
,
curvo
e
disseccato
;
il
quale
non
moveva
piede
,
non
si
poneva
a
sedere
,
non
girava
lo
sguardo
,
non
s
'
appoggiava
alla
lunga
canna
,
senza
trarre
dal
petto
concavo
un
lagno
querulo
e
abitudinario
.
Roberta
s
'
era
lasciata
cogliere
,
e
portava
cibo
,
vesti
,
danaro
.
Vigilava
con
gli
occhi
inteneriti
la
scialba
fanciulla
,
che
non
sembrava
notarla
mai
al
suo
fianco
.
E
scorrendo
quasi
l
'
intera
giornata
in
quella
casupola
,
tanto
malinconiosa
da
non
credersi
piantata
come
la
villa
a
oriente
di
una
vaghissima
costiera
,
-
Roberta
intendeva
di
tempo
in
tempo
qualche
allusione
,
o
coglieva
qualche
sorriso
,
che
le
riuscivano
strani
e
la
facevan
pensare
.
Senza
dubbio
,
lievi
cose
;
ma
l
'
animo
di
lei
,
dopo
aver
lavorato
nella
vacuità
del
sospetto
,
era
avido
ormai
d
'
indizii
,
e
cercava
inconsapevole
una
traccia
,
una
guida
,
purchè
fosse
.
-
È
il
cane
del
diavolo
,
cotesto
,
-
diceva
la
massaia
,
accenando
Nero
,
che
andava
a
scodinzolare
presso
la
fanciulla
.
-
Abbaia
sempre
..
Vossignoria
non
l
'
ode
,
qualche
volta
?
...
Sveglia
tutti
quanti
,
la
notte
....
Ma
....
,
di
guardia
!
...
Oh
,
se
è
di
guardia
!
Quando
urla
,
sa
perchè
....
Vien
qua
,
Nero
!
...
Eh
,
gli
piacciono
i
signori
!
I
signori
,
li
rispetta
....
Sorrideva
,
d
'
un
sorriso
decisamente
sciocco
;
ma
non
sorrideva
con
lo
sguardo
,
irresoluto
,
fuggevole
;
e
il
piccolo
corpo
secco
e
magro
della
femmina
pareva
allungarsi
;
e
il
collo
s
'
allungava
di
certo
,
aiutando
la
voce
senile
che
fischiava
il
polifono
dialetto
ligure
.
-
Una
notte
,
perfino
,
mio
marito
è
dovuto
scendere
a
vedere
....
Nero
abbaiava
....
Come
abbaiava
forte
!
...
Ma
sapeva
perchè
....
C
'
era
qualcuno
in
giardino
....
-
Qualcuno
,
di
notte
?
-
esclamò
Roberta
.
-
Chi
,
dunque
?
-
Eh
,
qualcuno
!
-
ripetè
l
'
altra
,
seguitando
il
suo
ghigno
melenso
.
-
Un
ladro
,
un
vagabondo
,
senza
dubbio
....
-
Eh
no
,
un
ladro
...
!
Qualcuno
,
insomma
....
Basta
:
quando
Nero
abbaia
,
sa
perchè
....
Ma
Roberta
,
guidata
da
una
bieca
luce
improvvisa
,
aveva
voluto
sapere
,
aveva
insistito
,
per
combinar
la
data
del
trascurabile
episodio
con
un
certo
suo
ricordo
,
esso
pure
,
fino
a
quel
giorno
,
trascurabile
.
Poi
,
avvistasi
della
curiosità
feroce
cui
si
dava
in
pascolo
,
sentì
una
nausea
violenta
,
troncò
l
'
interrogatorio
,
gettando
alla
femmina
un
involto
che
le
aveva
portato
.
E
non
essendo
riuscita
a
definir
tuttavia
se
la
fanciulla
avesse
compreso
o
non
avesse
avuto
bisogno
di
comprendere
,
la
femmina
aveva
allora
tentato
il
colpo
maestro
,
fingendo
l
'
ingenuità
:
-
Se
la
Signoria
Vostra
ci
mandasse
il
fidanzato
di
sua
sorella
....
Roberta
uscì
rapida
in
giardino
,
entrò
in
casa
,
risalì
nella
sua
camera
.
Ella
aveva
toccato
il
colpo
,
quasi
piegando
sopra
sè
medesima
;
e
avvertiva
lo
scatenarsi
d
'
un
gran
male
fisico
,
non
diversamente
che
ne
'
suoi
giorni
di
terrore
.
Il
fatto
prendeva
nella
imaginazione
mobile
e
ignara
della
giovanetta
le
proporzioni
d
'
un
delitto
,
del
quale
sua
sorella
,
la
sua
Emilia
,
si
fosse
macchiata
.
Ella
ritrovava
nella
mente
la
figura
incomparabile
della
donna
,
chiusa
in
una
leggera
vestaglia
con
gran
collare
alla
Stuart
,
i
capelli
crespi
snodati
e
lunghi
fino
oltre
le
reni
;
bella
,
giovane
,
fresca
,
esultante
per
una
delizia
attesa
;
e
finta
,
simularda
,
egoista
come
tutti
i
felici
....
Era
entrata
nella
camera
di
Roberta
;
cosa
strana
,
non
mai
avvenuta
prima
;
e
aveva
rassicurato
la
fanciulla
,
nervosa
per
l
'
abbaiare
,
anche
strano
,
di
Nero
;
l
'
aveva
così
caramente
ripresa
delle
sue
inquietudini
;
le
aveva
imposto
le
care
mani
sul
volto
,
l
'
aveva
addormentata
.
E
un
uomo
,
nel
giardino
,
stava
ad
aspettarla
!
Perchè
non
si
poteva
nutrir
dubbio
;
e
l
'
aneddoto
narrato
dalla
vecchia
,
rispondeva
benissimo
alla
maraviglia
interrogativa
onde
Roberta
era
stata
colpita
quella
notte
.
In
giardino
?
La
donna
era
scesa
in
giardino
,
con
la
vestaglia
piena
di
fruscìo
,
coi
capelli
snodati
?
Il
cuore
di
Roberta
cominciò
a
battere
violentemente
.
Ricoveratasi
nella
camera
,
era
corsa
al
cassettone
,
vi
aveva
appoggiato
i
gomiti
,
e
secondo
l
'
abitudine
delle
sue
ore
meditative
,
vi
era
rimasta
,
guardandosi
nello
specchio
,
a
pensare
....
Una
vampata
calda
di
sangue
le
affluì
al
volto
....
In
giardino
era
avvenuto
il
convegno
?
Non
poteva
dubitarne
;
non
osava
,
benchè
tale
convegno
non
fosse
verosimile
,
con
quell
'
abbigliamento
,
col
pericolo
di
essere
uditi
....
Ma
dell
'
abbigliamento
ella
sapeva
alcuni
particolari
,
i
quali
ritornatile
alla
memoria
,
le
avevan
chiamato
tutto
il
sangue
al
volto
.
Sotto
la
vestaglia
,
sua
sorella
era
indifesa
....
Dunque
,
mentre
Roberta
credeva
sè
medesima
ed
Emilia
serrate
in
un
inviolabile
cerchio
di
sventura
,
la
donna
aveva
spezzato
il
cerchio
,
n
'
era
uscita
,
abbandonando
la
fanciulla
alle
sue
angosce
,
al
suo
male
,
a
'
suoi
spettri
....
La
voce
della
giovanezza
l
'
aveva
chiamata
all
'
amore
.
E
la
parola
magica
sfolgorò
un
gran
raggio
,
passando
traverso
la
mente
di
Roberta
;
a
lungo
fu
assorta
nella
contemplazione
del
mistero
,
non
diversa
dalla
femminetta
innanzi
al
Tabernacolo
,
timorosa
della
maestà
del
luogo
e
impaziente
di
varcarne
la
soglia
,
per
essere
inondata
di
luce
.
L
'
amore
,
alle
giovani
veniva
carico
di
promesse
,
ricco
di
secrete
e
di
palesi
delizie
,
invitto
di
superba
possanza
nel
ridente
aspetto
d
'
Iddio
;
e
nulla
aveva
più
senso
,
nulla
aveva
più
forza
,
nulla
poteva
essere
d
'
indugio
o
d
'
ostacolo
alla
sua
via
trionfale
.
Era
l
'
Iddio
eternamente
pagano
;
l
'
agile
sua
navicella
varcava
insommergibile
gli
oceani
del
tempo
,
sfidava
tutte
le
tempeste
....
A
lei
,
forse
,
povera
,
di
sangue
,
attanagliata
fra
le
branche
del
male
senza
pietà
,
a
lei
non
doveva
giungere
l
'
amore
;
non
mai
avrebbe
avuto
potere
di
strapparla
alla
sua
vita
letargica
,
di
lanciarla
nelle
spire
della
passione
,
di
farle
obliare
i
presentimenti
sconsolati
....
-
Ebbene
?
-
disse
Emilia
,
aprendo
la
porta
.
-
Che
fai
lì
,
tutta
sola
?
Roberta
sussultò
,
ritraendosi
,
e
guardando
la
sorella
.
Vestiva
Emilia
un
abito
chiaro
,
largo
di
gonne
,
aggraziato
e
snellissimo
di
busto
;
portava
un
cappello
di
paglia
con
qualche
piuma
;
attraverso
il
veletto
,
gli
occhi
splendevano
e
le
labbra
apparivano
tumide
,
ingranate
.
-
Niente
,
-
rispose
la
fanciulla
,
sentendosi
ancor
tremare
.
-
Tu
esci
?
-
Andrò
alla
marina
,
un
poco
....
,
verso
Nervi
....
Roberta
notò
che
Emilia
non
la
fissava
negli
occhi
,
e
le
sembrò
di
avvertire
che
un
debole
rossore
salisse
alla
fronte
della
donna
.
Ebbe
una
stranissima
pietà
per
il
lieve
impaccio
di
lei
;
ebbe
lo
stranissimo
bisogno
d
'
aiutarla
a
mentire
.
-
Va
,
-
disse
.
-
È
una
magnifica
giornata
....
Avrai
forse
un
po
'
d
'
emicrania
?
-
Sì
,
un
po
'
d
'
emicrania
,
-
confermò
Emilia
.
-
Vado
;
l
'
aria
mi
farà
bene
.
Addio
,
cara
.
-
Addio
.
E
in
preda
sempre
al
desiderio
d
'
aiutarla
,
Roberta
si
mosse
,
andò
a
posare
un
piccolo
bacio
sulla
fronte
della
donna
,
e
stringendone
la
mano
,
le
sorrise
.
Dall
'
orrore
temerario
,
decadeva
quasi
alla
complicità
;
dallo
sdegno
,
si
sentiva
repentemente
portata
all
'
occulta
simpatia
.
Non
riusciva
a
comprendere
ella
medesima
come
le
fosse
mancato
ogni
impeto
di
rivolta
.
Il
suo
cuore
stava
muto
;
nulla
che
significasse
lo
sfacelo
d
'
un
sogno
,
il
precipitare
d
'
un
'
illusione
;
l
'
abbandono
d
'
Emilia
la
lasciava
fredda
....
Di
più
;
ascoltando
bene
il
cuore
bizzarro
,
una
voce
pareva
sorgerne
:
"
Sono
libera
anch
'
io
;
debbo
anch
'
io
procedere
sola
,
vivere
una
vita
mia
,
cercare
altrove
la
mia
strada
.
"
Ella
volse
in
giro
lo
sguardo
.
Come
aveva
potuto
credere
che
l
'
esistenza
intera
fosse
racchiusa
fra
le
quattro
pareti
della
sua
cameretta
?
Andò
a
sedere
sul
divano
,
facendosi
posto
tra
i
libri
ch
'
erano
stati
i
soli
confidenti
delle
sue
speranze
tumultuose
;
e
appoggiato
il
capo
alla
spalliera
,
partì
con
l
'
anima
dietro
una
selvaggia
orda
di
visioni
,
afferrando
di
tempio
in
tempo
il
filo
d
'
un
ragionamento
seguìto
,
e
sùbito
riperdendolo
tra
la
baraonda
.
Quanto
era
stata
ingenua
!
...
Da
più
mesi
,
sua
sorella
amava
;
sua
sorella
godeva
le
squisitezze
d
'
un
sentimento
immortale
,
ed
ella
,
Roberta
,
l
'
aveva
supposta
ancòra
meschinamente
chiusa
nelle
abitudini
quotidiane
!
Ella
,
Roberta
,
s
'
era
lasciata
sfuggire
una
infinità
d
'
indizii
preziosi
,
che
ora
le
tornavano
ad
uno
ad
uno
,
col
loro
significato
certo
;
e
v
'
era
stato
bisogno
che
una
contadina
maligna
l
'
avviasse
,
quasi
facendo
i
nomi
,
quasi
offrendo
le
date
!
Mentre
il
fatto
era
così
manifesto
,
che
Cesare
Lascaris
aveva
tentato
addormentare
i
sospetti
,
traendola
a
un
'
amicizia
bonaria
,
fanciullesca
,
mostrandosi
di
lei
più
sollecito
che
di
Emilia
.
Sarebbe
rimasta
sola
.
Era
ricca
;
da
tempo
,
ella
poteva
disporre
liberamente
della
propria
agiatezza
,
e
alla
sua
inesperta
fantasia
,
l
'
indipendenza
materiale
sembrava
il
càrdine
d
'
una
grande
felicità
.
Aveva
cancellato
d
'
un
tratto
le
figure
dei
due
amanti
,
e
si
fingeva
sola
.
Innanzi
alla
finestra
,
fissando
le
acque
sterminate
,
col
mobilissimo
luccichìo
solare
,
pensava
:
"
Tutto
ciò
mi
è
indifferente
;
tutto
ciò
non
ha
ancòra
senso
per
me
.
In
questo
decembre
,
Milano
,
la
città
,
i
teatri
,
le
feste
,
mi
sarebbero
assai
più
cari
.
Io
sono
sola
,
e
non
posso
godere
cotesto
spettacolo
magnifico
,
ma
eterno
e
pieno
di
silenzio
.
No
;
v
'
è
qualche
cosa
pronta
e
facile
,
nella
vita
,
che
io
non
conosco
:
io
non
conosco
i
sodisfacimenti
dell
'
ambizione
,
la
delizia
di
sentirsi
ammirata
,
il
gaudio
d
'
essere
libera
,
padrona
d
'
oggi
,
di
domani
,
arbitra
di
restare
o
di
partire
....
Sono
bella
?
"
-
Tornò
allo
specchio
,
e
interrogò
la
propria
imagine
,
un
poco
pallida
,
con
gli
occhi
febbrili
,
i
capelli
biondi
e
arruffati
.
"
Potrò
essere
elegante
....
Ma
perchè
non
soffro
?
Mio
Dio
,
perchè
non
soffro
?
Non
amo
più
Emilia
?
Ci
siamo
ingannate
ambedue
,
forse
,
imponendoci
una
schiavitù
senza
ragione
.
Le
sorelle
non
si
amano
come
noi
volevamo
amarci
,
chiusi
gli
occhi
a
tutto
quanto
non
fosse
del
nostro
affetto
....
Emilia
se
n
'
è
avveduta
la
prima
.
Presto
,
ella
dovrà
parlarmi
e
confessarsi
:
io
la
stringerò
fra
le
braccia
e
le
dirò
ch
'
ella
è
libera
,
che
noi
siamo
libere
.
Poi
,
comincerò
a
vivere
sola
,
per
me
stessa
,
d
'
una
vita
elegante
....
"
-
E
,
poichè
era
sempre
la
fanciulla
angariata
e
attratta
dai
sogni
un
po
'
umoristici
del
romanticismo
,
perdette
ogni
nozione
della
realtà
,
cominciò
a
imaginare
il
mondo
alla
stregua
delle
sue
fantasie
.
Vide
luce
,
molta
luce
sulla
strada
dell
'
avvenire
,
e
vide
sè
medesima
incedere
tra
quei
nimbi
aurati
,
vergine
superba
e
intatta
.
Curva
su
gli
abissi
della
disperazione
,
non
aveva
mai
pensato
all
'
amore
;
e
lo
scoperto
amore
d
'
Emilia
prendeva
un
significato
di
giocondo
auspicio
anche
per
lei
.
Aveva
creduto
morire
,
mentre
non
si
moriva
alla
sua
età
;
aveva
paventato
che
l
'
amore
non
fosse
mai
per
giungere
,
e
sarebbe
giunto
a
tutte
.
Ella
avrebbe
saputo
farsi
amare
ed
esser
fedele
quanto
una
schiava
;
le
sue
gioie
,
le
sue
sciagure
,
si
sarebbero
confuse
con
un
altro
destino
,
nell
'
ora
dell
'
incontro
.
Questi
pensieri
andò
volgendo
,
su
questi
pensieri
variando
in
gradazioni
infinite
.
Respirava
come
un
'
assetata
d
'
aria
pura
in
una
pinnacolata
selva
di
balsamifere
.
Alcuni
giorni
squallidi
ed
inutili
seguirono
,
di
cui
Natura
non
dava
credito
;
li
contava
buoni
sulla
bilancia
,
e
li
avrebbe
fatti
pagar
con
la
morte
.
Il
giuoco
di
Cesare
Lascaris
appariva
ormai
così
semplice
agli
occhi
di
Roberta
,
ch
'
ella
si
stupiva
di
non
averlo
compreso
avanti
;
e
docile
alla
solidarietà
istintiva
per
la
sorella
,
per
la
donna
innamorata
,
-
pur
rilevando
ad
ogni
poco
un
cenno
,
uno
sguardo
,
un
fatto
,
i
quali
sempre
le
erano
prima
sembrati
differenti
,
-
si
prestava
all
'
inganno
.
Le
piaceva
ridere
;
perdeva
la
sensibilità
onde
aveva
trovato
tutt
'
i
giorni
un
argomento
di
dolore
:
la
fanciulla
irriflessiva
era
risorta
.
Non
mai
amicizia
le
era
parsa
più
saporosa
che
quella
di
Cesare
Lascaris
,
dell
'
uomo
caro
alla
sorella
sua
,
destinato
ad
avviar
l
'
esistenza
dell
'
una
e
dell
'
altra
verso
la
strada
piena
di
luce
.
Egli
le
avrebbe
tolte
al
malaticcio
incubo
del
reciproco
obbedire
,
legando
a
sè
la
vita
d
'
Emilia
,
liberando
Roberta
di
fronte
all
'
indomani
.
Già
aveva
liberato
questa
dal
fantasma
della
morte
precoce
;
già
la
sua
prima
apparizione
in
casa
loro
era
stata
salutare
,
provvidenziale
.
Roberta
gli
doveva
la
vita
,
e
più
che
la
vita
,
la
fede
;
e
più
che
la
fede
,
l
'
avvicinamento
insperato
d
'
un
sogno
.
Perchè
dalla
nuova
sorte
d
'
Emilia
,
scaturiva
naturale
che
Roberta
sarebbe
rimasta
sola
,
intutelata
,
arbitra
di
tutta
sè
medesima
.
Tali
vertiginose
mutazioni
s
'
eran
fatte
manifeste
.
L
'
istante
venne
,
in
cui
Cesare
sentì
che
il
cuore
della
giovinetta
era
colmo
di
gratitudine
,
e
ch
'
egli
aveva
imprigionato
la
fanciulla
in
una
schiavitù
senza
limiti
,
per
sempre
.
Ancòra
lontana
,
l
'
idea
dell
'
amore
;
limpido
,
il
sentimento
di
lei
;
ma
ella
era
entrata
nello
stadio
più
favorevole
alla
suggestione
,
quando
l
'
anima
femminile
si
confida
,
e
dall
'
uomo
aspetta
la
parola
che
la
calmi
o
che
la
inciti
.
Se
Cesare
si
fosse
lasciato
trascinare
a
posar
le
labbra
sulla
bocca
di
Roberta
,
ella
non
si
sarebbe
opposta
,
concedendo
senza
sapere
,
forse
come
tributo
d
'
obbedienza
,
in
un
oblio
fulmineo
.
Dopo
,
e
invano
,
sarebbe
venuto
lo
sguardo
tragico
,
pazzo
,
col
quale
le
fanciulle
sedotte
si
risvegliano
dalla
colpa
.
Cesare
palesavasi
finalmlente
a
Roberta
nel
fàscino
dell
'
uomo
freddo
;
ella
scopriva
d
'
aver
creduto
a
lui
solo
,
d
'
avere
sperato
solo
per
opera
di
lui
;
non
alcun
altro
medico
,
non
Emilia
avevano
osato
irridere
alle
sue
paure
,
al
suo
presentire
,
a
'
suoi
vaticinii
puerili
.
Nessuno
al
mondo
l
'
aveva
avvicinata
con
tanta
familiarità
;
a
lui
nemmeno
era
balenato
il
pensiero
d
'
adularla
;
il
motto
piacevole
e
comune
,
la
lusinga
piccola
,
la
meschina
frasuccia
erangli
ignote
.
L
'
aveva
presa
,
collocata
più
alta
delle
convenzioni
,
dominata
per
maschia
semplicità
,
combattuta
e
salva
.
Tutto
ciò
,
nello
spirito
di
Roberta
,
aveva
prodotto
un
'
eco
lenta
,
che
saliva
a
poco
a
poco
,
ma
tenace
e
prolungata
;
così
come
gli
indizii
dell
'
amore
di
Cesare
per
Emilia
erano
stati
torpidi
a
collegarsi
nello
spirito
di
lei
,
e
poi
a
poco
a
poco
le
si
erano
svelati
agli
occhi
della
mente
con
una
logica
sicura
.
E
alla
sua
ammirazione
anche
la
conquista
d
'
Emilia
giungeva
quale
argomento
.
La
donna
pareva
scusare
la
giovanetta
;
la
donna
aveva
tutto
dimenticato
;
era
scesa
nel
giardino
,
formidabile
di
ombra
,
a
notte
alta
.
Roberta
ammirava
il
romanticismo
di
quel
colloquio
,
dell
'
amore
che
a
quel
colloquio
aveva
concluso
;
e
comprendendo
che
le
vicissitudini
del
dramma
dovevano
essere
state
per
la
giovane
altrettante
ore
di
dubbio
,
d
'
angoscia
,
forse
di
rammarichi
,
la
fanciulla
fu
tutta
nuova
intorno
a
lei
...
-
È
strano
,
-
osservò
Emilia
,
un
di
quei
giorni
,
a
Cesare
.
-
In
mia
sorella
non
trovate
nulla
di
mutato
?
Vi
pare
ch
'
ella
tema
?
Non
l
'
ho
vista
mai
così
affettuosa
,
in
nessun
tempo
....
Mi
parla
con
dolcezza
,
mi
ascolta
con
devozione
,
mi
circonda
di
cure
gentili
....
Accennò
presso
all
'
uomo
,
sopra
lo
scaffale
da
ninnoli
,
una
leggiadra
statuetta
eburnea
,
rappresentante
Diana
in
atto
di
scoccar
la
freccia
,
un
grosso
cane
avido
ed
intento
al
suo
fianco
.
-
Ecco
:
ieri
è
andata
a
Genova
e
n
'
è
tornata
con
codesta
piccola
statua
d
'
avorio
,
ch
'
io
desiderava
....
Quel
mazzo
di
rose
sulla
tavola
,
è
stato
colto
e
messo
insieme
da
lei
;
è
il
suo
regalo
d
'
ogni
mattina
....
V
'
è
,
infine
,
un
mutamento
senza
causa
,
che
mi
turba
....
Non
avete
notato
nulla
?
-
È
ancòra
triste
?
-
domandò
Cesare
.
-
No
,
non
è
più
triste
.
Poco
fa
,
mi
diceva
che
vuole
andare
a
Parigi
;
ella
sogna
Parigi
,
come
potrebbe
sognarla
una
bambina
,
la
quale
non
sappia
che
cosa
sia
una
città
.
Ma
una
volta
,
io
aveva
parte
a
'
suoi
disegni
;
ora
mi
dimentica
,
parla
di
sè
,
quasi
volesse
andare
a
Parigi
sola
....
Poi
,
vi
sono
altre
cose
inesplicabili
....
Non
vi
sembra
,
ad
esempio
,
che
da
qualche
tempo
moltiplichi
le
sue
assenze
e
le
prolunghi
?
Appena
giungete
voi
,
trova
un
pretesto
per
allontanarsi
.
Mentre
la
donna
parlava
,
Cesare
andava
mentalmente
enumerando
i
segni
delle
mutazioni
che
in
Roberta
aveva
egli
pure
afferrato
;
e
sopra
tutti
,
certi
sguardi
fissi
,
poco
meno
che
affettuosi
e
caldi
,
i
quali
venivano
a
lui
dall
'
amica
incapace
a
simulare
;
e
ancòra
meglio
,
la
sommissione
timida
che
impediva
a
Roberta
di
rifarsi
alla
confidenza
,
una
volta
così
audace
,
con
Cesare
.
-
Chi
può
indagare
il
significato
d
'
un
capriccio
?
-
egli
disse
.
-
Forse
noi
diamo
troppo
peso
alle
variabilità
del
suo
umore
;
e
aspettando
,
ci
torturiamo
.
Suvvia
,
Emilia
,
bisogna
affrontar
gli
ostacoli
,
d
'
un
colpo
,
e
uscire
da
queste
incertezze
,
che
non
muteranno
nulla
,
poichè
io
non
rinunzierò
mai
a
te
....
Dovessi
commettere
la
più
strana
follìa
,
dovessi
spingere
il
mio
diritto
fino
alla
crudeltà
,
non
esiterei
....
Io
ti
amo
,
e
il
mio
diritto
è
divino
.
Egli
aveva
meditato
in
quei
giorni
,
e
il
terrore
della
solitudine
,
che
non
ha
grida
,
ma
risuona
dentro
l
'
anima
in
vibrazioni
echeggianti
,
lo
prendeva
d
'
un
tratto
....
Egli
soffriva
la
responsabilità
della
propria
solitudine
;
non
aveva
mai
saputo
meritarsi
una
pronta
amicizia
,
un
tenero
amore
,
una
commovente
solidarietà
.
Non
aveva
saputo
esser
nulla
fra
le
energie
simpatiche
le
quali
attraggono
;
era
stato
piuttosto
,
quando
per
fatalità
,
quando
per
orgoglio
o
per
indifferenza
,
era
stato
un
'
energia
repulsiva
,
un
solitario
,
un
egoista
,
un
nomade
,
un
parassita
,
che
gode
la
civiltà
e
la
disprezza
,
che
ha
bisogno
degli
altri
e
non
se
lo
confessa
,
che
vive
la
vita
di
tutti
e
finge
di
vivere
una
vita
speciale
.
Ora
,
tra
lui
e
Roberta
,
tra
l
'
uomo
forte
,
calcolatore
,
e
la
fanciulla
esile
,
quasi
moribonda
,
inutile
,
impacciante
,
egli
non
doveva
essere
sacrificato
.
-
Hai
inteso
,
anima
mia
?
-
continuò
.
-
Questo
periodo
di
miraggi
non
sarà
distrutto
,
qualunque
cosa
sia
per
accadere
....
Io
ti
voglio
,
perchè
tu
devi
essere
la
mia
vita
.
-
Te
ne
prego
,
Cesare
,
-
interruppe
Emilia
,
avvertendo
ch
'
egli
dimenticava
il
luogo
ove
si
trovavano
e
il
pericolo
d
'
essere
uditi
dalle
persone
di
servizio
.
Rapidamente
,
ella
intuiva
l
'
uomo
,
passionale
e
cupo
sotto
la
maschera
della
freddezza
;
capace
d
'
arrivare
al
delitto
per
il
chiuso
egoismo
del
possesso
,
per
la
difesa
della
conquista
.
Se
ne
sentiva
atterrita
e
sdegnata
;
l
'
ardore
incontenibile
dell
'
amante
le
pareva
brutale
,
e
certo
assai
dubbio
per
il
sèguito
,
quando
l
'
ardore
fosse
stato
soddisfatto
e
Cesare
non
avesse
saputo
mitigarne
la
vuota
fine
con
un
sentimento
più
puro
.
-
Dunque
,
parlerai
,
le
annunzierai
?
-
egli
insisteva
,
baciando
;
le
mani
della
donna
.
-
Le
annunzierò
....
-
disse
Emilia
.
-
Oggi
,
oggi
stesso
?
-
Appena
se
ne
offrirà
l
'
occasione
,
Cesare
....
-
No
,
oggi
stesso
,
quando
sarò
partito
....
-
Ebbene
,
oggi
,
quando
sarai
partito
....
Ella
sapeva
avanti
che
non
avrebbe
trovato
la
forza
di
dire
una
parola
a
Roberta
.
Da
tempo
,
aveva
preso
l
'
abitudine
d
'
aspettare
,
paurosamente
;
sapeva
che
a
toglierla
da
quella
incerta
aspettazione
,
solo
qualche
fatto
non
voluto
e
non
cercato
,
avrebbe
avuto
potere
....
Dopo
un
lampo
d
'
esitanza
,
Cesare
le
si
avvicinò
,
le
prese
la
testa
che
ricoperse
di
baci
fitti
e
ardenti
....
-
E
promettimi
ancòra
....
-
egli
soggiunse
.
-
Promettimi
....
Terminò
la
frase
presso
l
'
orecchio
di
lei
,
sorridendo
;
mentr
'
ella
ebbe
un
gesto
di
diniego
col
capo
e
con
la
mano
....
-
Perchè
?
-
implorò
Cesare
.
-
Dammi
questa
prova
;
non
tenermi
in
angoscia
....
Vuoi
?
-
È
inutile
,
-
disse
Emilia
.
-
No
,
non
è
inutile
,
-
proruppe
il
giovane
.
-
quando
tu
mi
ami
....
-
Ma
se
oggi
non
potessi
parlarle
?
-
osservò
la
donna
,
risentendo
,
al
solo
pensiero
di
quel
colloquio
,
battere
dolorosamente
il
cuore
.
-
Se
vorrai
,
potrai
parlarle
....
E
per
ciò
....
-
Sta
bene
,
-
concluse
Emilia
.
-
Ti
prometto
anche
questo
.
Stranamente
,
concepiva
in
quell
'
ora
contro
il
Lascaris
un
'
ombra
di
avversione
;
quasi
l
'
insistenza
di
lui
l
'
avvertisse
che
non
era
più
libera
di
sfuggire
alle
battaglie
temute
,
e
di
adagiarsi
nella
sua
bella
viltà
femminile
.
Il
periodo
d
'
indugio
veniva
dunque
a
morire
?
La
dolce
gioia
di
contemplar
l
'
avvenire
era
finita
?
Ella
avrebbe
voluto
ancòra
tuffarvisi
,
in
un
fiume
d
'
oblio
;
laddove
,
più
rudemente
,
l
'
uomo
desiderava
la
realtà
,
avvicinava
il
futuro
tenue
e
roseo
,
si
stancava
dell
'
aspettazione
dubbiosa
,
non
comprendeva
neppur
lontanamente
la
delicata
fragilezza
di
quei
giorni
,
che
non
sarebbero
tornati
mai
più
.
Era
il
maschio
.
Ma
intanto
,
Cesare
la
ringraziava
con
lo
slancio
,
che
la
passione
faceva
in
lui
ribollire
;
chinato
sulle
mani
della
donna
,
le
baciava
minutamente
.
Egli
così
appariva
,
in
vicenda
alterna
,
or
l
'
uomo
cùpido
,
inquieto
,
fosco
;
ora
,
per
una
lieve
speranza
o
per
una
scarsa
grazia
,
il
fanciullo
entusiasta
,
sommesso
,
incurante
del
giogo
.
E
vedendolo
in
tal
modo
scendere
e
salir
dolorosamente
la
scala
del
travaglio
amoroso
,
Emilia
fu
tòcca
,
e
gli
rendette
i
baci
.
Più
tardi
,
quando
ella
si
trovò
sola
,
il
pensiero
del
colloquio
con
Roberta
sùbito
l
'
agghiacciò
.
Avrebbe
dovuto
addentrarsi
in
una
difficile
spiegazione
;
avrebbe
dovuto
dire
alla
sorella
,
che
aveva
sull
'
affetto
di
lei
fondato
ogni
cara
speranza
:
"
Io
amo
Cesare
Lascaris
,
e
mi
darò
a
lui
per
sempre
;
egli
terrà
nel
mio
cuore
un
dominio
invincibile
e
assoluto
....
Senza
interrogarti
,
noi
abbiam
disposto
anche
del
tuo
avvenire
:
ci
seguirai
;
vivrai
,
non
più
nella
calda
intimità
della
sorella
tua
,
ma
presso
la
moglie
d
'
un
uomo
che
tu
appena
conosci
,
e
che
per
mio
consenso
avrà
i
diritti
poderosi
della
legge
,
il
diritto
di
consiglio
sopra
di
te
,
l
'
autorità
d
'
un
fratello
....
Io
ho
deciso
del
mio
avvenire
;
e
senza
interrogarti
,
ho
deciso
del
tuo
....
"
Quantunque
ella
sapesse
che
nulla
in
simile
procedere
era
strano
o
inusitato
,
pure
qualche
cosa
l
'
avvertiva
sottilmente
come
la
sua
potestà
fosse
falsa
,
come
per
Roberta
le
vicende
future
si
riducessero
a
una
diminuzione
di
libertà
.
E
la
critica
spontanea
faceva
sì
ch
'
Emilia
presentisse
le
obiezioni
della
giovinetta
,
contro
le
quali
,
in
caso
estremo
,
non
avrebbe
potuto
opporre
se
non
la
volgarità
della
solita
prudenza
,
i
ragionamenti
gretti
e
senza
luce
delle
consuetudini
sociali
,
che
avevano
statuito
la
più
severa
tutela
per
le
fanciulle
minorenni
,
quasi
la
differenza
d
'
un
anno
o
d
'
un
giorno
rappresentasse
gran
cosa
in
un
'
indole
o
nelle
inclinazioni
d
'
una
giovane
anima
.
Fu
inquietissima
,
sentendo
nascere
da
'
suoi
stessi
dubbii
la
necessità
"
d
'
affrontar
gli
ostacoli
,
d
'
un
colpo
"
,
perchè
ella
medesima
non
demolisse
in
breve
le
sue
ragioni
.
Fu
irrequieta
,
rifuggendo
dalle
quotidiane
abitudini
,
andando
e
venendo
per
l
'
appartamento
,
senza
posa
;
affacciandosi
alle
finestre
,
scendendo
in
giardino
,
cercando
aria
diversa
,
cielo
diverso
,
un
sèguito
di
diverse
libertà
;
arrossendo
del
proprio
necessario
egoismo
,
ribellandosi
all
'
idea
antipatica
di
giocar
non
l
'
esistenza
sua
,
ma
quella
anche
della
giovanetta
ignara
,
sopra
l
'
àlea
d
'
un
amore
che
doveva
essere
di
lei
sola
.
Infine
,
tentò
.
Si
diresse
alla
camera
di
Roberta
;
ne
spalanco
l
'
uscio
,
decisa
a
uscir
d
'
angustia
,
e
a
parlare
.
La
fanciulla
stava
,
tutta
grave
,
raccolta
a
un
suo
leggiadro
lavoro
di
uncinetto
;
un
gran
lavoro
,
del
quale
non
lasciava
ad
alcuno
vedere
il
disegno
complicato
,
del
quale
non
diceva
ad
alcuno
lo
scopo
,
attendendovi
instancabile
;
sebbene
Emilia
avesse
compreso
che
l
'
opera
paziente
era
destinata
a
lei
.
La
fanciulla
stava
tutta
raccolta
,
mentre
viaggiava
forse
per
qualche
città
d
'
oro
,
nella
sua
prossima
vita
d
'
eleganza
.
Una
buona
finestrata
di
sole
erale
intorno
.
Ella
andava
soffocando
le
fisiche
ambasce
con
un
'
interpretazione
nuova
;
soffriva
nel
petto
un
'
arsura
di
fiamma
,
le
granfie
d
'
un
dolor
sordo
a
le
spalle
,
per
tutto
il
corpo
la
ripugnanza
di
vivere
,
di
muoversi
,
di
agire
?
erano
impressioni
nervose
,
bizzarrie
sensitive
,
fantasticaggini
.
Tossiva
,
arrossando
la
pezzuola
portata
alle
labbra
?
perturbazioni
fuggevoli
della
donna
.
Aveva
la
febbre
?
caldura
della
pelle
,
generata
dall
'
ansia
di
quei
giorni
.
Si
sdoppiava
,
facendo
a
un
tempo
da
malata
e
da
medico
ingannatore
;
interrogandosi
e
rispondendosi
.
-
Hai
bisogno
di
me
?
-
chiese
,
al
vedere
Emilia
così
repentemente
comparsa
.
-
Debbo
parlarti
....
-
cominciò
questa
.
S
'
interruppe
bruscamente
,
soggiogata
dalla
propria
commozione
.
Roberta
si
levò
,
riponendo
i
suoi
arnesi
nel
panierino
da
lavoro
,
e
prendendo
un
atteggiamento
non
solito
,
quasi
avesse
aspettato
quell
'
ora
,
da
tempo
.
Ma
trovata
infine
la
formula
per
cominciare
,
Emilia
sentì
il
desiderio
irresistibile
di
non
usarne
.
Già
era
per
colorir
qualche
pretesto
;
già
respirava
,
felice
del
ritardo
che
poteva
concedersi
;
già
pensava
a
calmar
l
'
impazienza
di
Cesare
;
quando
,
nell
'
alzar
lo
sguardo
in
volto
a
Roberta
,
vide
questa
sorridere
mitemente
e
stendere
le
braccia
verso
lei
....
La
novissima
êra
di
libertà
pareva
alla
fanciulla
dovesse
principiar
da
quel
giorno
.
XVII
.
Con
gli
occhi
chiusi
,
immobile
,
si
fingeva
addormentata
....
Udì
posar
cautamente
la
bugìa
sul
tavolino
;
alcuni
passi
,
non
più
materiali
che
il
fruscìo
del
velluto
sul
velluto
....
Una
pausa
;
certo
,
Emilia
la
guardava
dormire
;
e
poco
dopo
s
'
appoggiava
al
letto
,
lievissima
,
e
si
chinava
fino
al
volto
di
Roberta
....
Ancòra
un
attimo
d
'
esitanza
;
sopra
i
capelli
della
dormente
lo
sfiorar
delicato
delle
mani
d
'
Emilia
,
il
tatto
appena
d
'
una
piuma
,
quant
'
era
bastevole
per
richiamarla
se
fingeva
,
per
non
turbarla
se
dormiva
....
Poi
,
sempre
camminando
così
leggera
da
essere
indovinata
piuttosto
che
udita
,
Emilia
si
ritraeva
,
sicura
;
tentava
prudentemente
la
finestra
,
ad
assicurarsi
fosse
ben
chiusa
;
riprendeva
la
bugìa
sul
tavolino
,
riaccostava
l
'
uscio
....
Al
di
là
,
stava
ancòra
in
ascolto
;
indi
,
osava
un
passo
più
deciso
,
allontanandosi
...
E
tutto
ripiombava
nel
silenzio
.
S
'
era
svelata
da
sè
medesima
,
per
la
cautela
soverchia
di
verificare
se
Roberta
dormisse
:
e
sùbito
,
nel
pensiero
di
questa
lampeggiò
la
certezza
disgustosa
:
-
"
Qualcuno
ancòra
l
'
aspetta
in
giardino
!
"
-
La
fanciulla
si
sciolse
dalla
immobilità
forzata
;
si
levò
a
sedere
sul
letto
,
guardando
con
gli
occhi
fissi
nel
buio
...
"
Che
cosa
si
diranno
?
-
pensò
.
-
Certamente
parleranno
di
me
,
faranno
dei
disegni
per
l
'
avvenire
;
disporranno
della
mia
vita
e
della
mia
libertà
,
come
di
cosa
loro
!
"
Allungò
il
braccio
ad
accendere
una
candela
;
s
'
intrattenne
,
fra
la
luce
giallognola
,
a
riflettere
,
sentendosi
a
poco
a
poco
tutta
conquidere
dalla
brama
d
'
udire
,
mentre
numerava
i
pericoli
di
quello
spionaggio
,
la
probabilità
d
'
essere
sorpresa
,
la
difficoltà
di
raggiungere
gli
amanti
senza
incontrar
Nero
,
che
accusasse
la
presenza
di
lei
,
latrando
.
Ma
pur
nel
tempo
in
cui
meditava
,
si
lasciava
scivolar
dal
letto
,
e
,
prese
le
sue
vesti
,
le
indossava
rapidamente
.
Quando
si
trovò
vestita
,
la
riflessione
tacque
;
spense
il
lume
,
ed
uscì
,
incontro
alla
morte
dell
'
anima
.
XVIII
.
Che
qualche
cosa
di
grave
fosse
avvenuto
,
Cesare
capì
,
non
appena
Emilia
giunse
al
convegno
e
si
liberò
dalla
stretta
delle
sue
mani
.
-
No
,
no
!
Lasciatemi
!
-
ella
disse
.
-
Ascoltatemi
!
La
luna
circondava
,
magnifica
di
tralucente
azzurro
,
la
testa
e
il
corpo
della
donna
,
come
la
sera
in
cui
Cesare
aveva
prima
ammirato
Emilia
,
ritta
in
una
gloria
di
bianco
,
di
bianco
latteo
,
e
di
bianco
e
di
bianco
.
La
luna
era
dovunque
;
batteva
sui
gruppi
degli
alberi
,
creava
un
paesaggio
di
tenui
chiaroscuri
;
illividiva
la
villa
,
massiccia
;
stendeva
dietro
le
foglie
un
velame
cilestre
a
gradazioni
argentee
;
abbozzava
sul
terreno
ombre
leggere
.
-
Ebbene
?
-
egli
domandò
avidamente
.
-
Le
hai
parlato
?
-
Sì
,
oggi
:
me
ne
ha
dato
forza
ella
stessa
,
perchè
s
'
aspettava
....
Aveva
indovinato
,
sapeva
....
E
notando
un
atto
di
maraviglia
nel
Lascaris
,
aggiunse
:
-
Oh
,
ci
saremo
traditi
le
mille
volte
!
-
Ma
che
cosa
ha
risposto
?
-
Ah
!
...
È
stata
una
cosa
orribile
!
-
esclamò
Emilia
,
ancòra
vibrando
.
-
Sapeva
,
ed
era
felice
!
...
Io
non
credeva
....
Nessun
rammarico
,
nessun
dolore
,
nessun
rimpianto
per
la
mia
affezione
....
No
,
non
imaginavo
tanta
facilità
d
'
oblio
....
Mi
ha
parlato
gravemente
:
ha
detto
che
io
sono
libera
,
che
noi
ci
siamo
ingannate
,
supponendo
di
poter
vivere
sempre
l
'
una
per
l
'
altra
....
Ha
espresso
perfino
riconoscenza
a
voi
,
che
siete
giunto
a
toglierci
dalla
nostra
illusione
....
Cesare
sospirò
e
le
andò
incontro
,
le
mani
tese
,
il
volto
rischiarato
di
viva
gioia
.
-
Se
tutto
è
riuscito
bene
,
perchè
non
siete
felice
,
perchè
così
pallida
e
spaurita
?
-
egli
chiese
con
espressione
di
mite
rimprovero
.
-
Dubitate
del
mio
amore
?
-
Oh
,
Cesare
,
-
disse
Emilia
.
-
Non
affliggetemi
anche
voi
;
ascoltatemi
....
Le
sue
speranze
eran
fondate
sopra
un
malinteso
,
sopra
un
inganno
....
-
Un
inganno
?
-
ripetè
l
'
uomo
.
-
Che
cosa
?
-
Sì
;
era
felice
,
ma
per
sè
;
insisteva
sull
'
idea
della
mia
libertà
,
soltanto
per
conquistare
la
propria
....
Non
vedeva
se
non
questo
;
non
capiva
,
non
si
augurava
che
ogni
cosa
avvenisse
in
breve
,
se
non
per
essere
libera
,
per
vivere
sola
,
per
viaggiare
....
Vi
fu
un
intervallo
di
pausa
.
Cesare
guardava
Emilia
,
trasognato
e
quasi
sorridendo
.
-
Per
vivere
sola
?
-
osservò
poscia
,
decisamente
sorridendo
.
-
E
tu
non
volevi
ammettere
ch
'
ella
leggesse
troppi
romanzi
!
...
Sono
idee
trovate
fra
quelle
pagine
....
-
Cesare
,
-
disse
Emilia
bruscamente
,
-
voi
non
capite
la
gravità
di
quanto
vi
narro
,
perchè
non
imaginate
l
'
animo
di
mia
sorella
,
non
sapete
di
che
cosa
è
capace
per
una
follia
o
per
un
sogno
....
Quando
le
ho
annunziato
i
nostri
disegni
,
la
necessità
ch
'
ella
vivesse
con
noi
,
ha
gettato
un
grido
come
cadesse
da
una
grande
altezza
....
Sta
male
,
e
tutto
mi
atterrisce
....
Tutto
mi
atterrisce
,
-
seguitò
con
voce
tremula
,
già
prossima
al
pianto
.
-
Una
piccola
contrarietà
le
ha
portato
altre
volte
conseguenze
gravi
,
e
questo
è
un
forte
dolore
per
lei
....
Invece
di
proseguire
,
Emilia
trasalì
;
stette
in
ascolto
,
il
busto
prono
,
gli
sguardi
al
limitare
del
chiosco
,
ove
la
luna
delineava
fra
le
macchie
degli
alberi
un
lungo
viale
,
quant
'
era
lungo
impolverato
d
'
argento
.
-
Il
romore
delle
foglie
,
-
spiegò
sotto
voce
il
Lascaris
,
che
aveva
origliato
a
sua
volta
.
E
riprese
incalzando
:
-
Dunque
?
Dunque
?
...
Che
cosa
vuole
?
-
Un
fruscìo
,
non
il
romore
delle
foglie
,
-
osservò
la
donna
ancòra
inquieta
.
-
Non
vi
può
essere
alcuno
,
Emilia
;
ho
girato
tutto
il
giardino
,
aspettandoti
....
Suvvia
,
dimmi
....
-
Certo
,
ella
vive
di
quelle
speranze
dal
primo
istante
in
cui
ci
siamo
traditi
,
-
continuò
la
giovane
.
-
E
da
allora
,
è
vissuta
per
la
gioia
d
'
essere
libera
,
per
l
'
illusione
di
disporre
a
suo
capriccio
l
'
esistenza
propria
!
....
-
Cose
incredibili
!
-
esclamò
il
Lascaris
,
passandosi
una
mano
sulla
fronte
.
-
Cose
folli
!
-
Sì
,
sì
,
chiamatele
idee
romantiche
,
assurde
;
ma
,
ahimè
,
ciò
non
muta
l
'
attrazione
che
hanno
per
lei
!
...
-
E
tu
,
-
interruppe
Cesare
,
prendendola
per
le
mani
,
-
tu
non
hai
saputo
opporre
nulla
,
non
hai
saputo
vincerla
,
non
ti
sei
ricordata
che
si
trattava
del
nostro
amore
,
della
nostra
vita
!
-
Io
ho
tanto
,
tanto
combattuto
,
che
l
'
ho
vista
mutarmisi
innanzi
!
...
Come
non
la
conoscevo
!
...
Esitò
un
poco
,
involontariamente
assorta
nel
ricordo
;
avrebbe
voluto
tacere
,
sentendo
ch
'
era
difficile
manifestare
all
'
uomo
l
'
esaltazione
della
fanciulla
,
convincerne
lui
,
così
logico
e
normale
.
Ma
l
'
ansietà
dipinta
sul
viso
del
Lascaris
,
la
stretta
delle
sue
mani
impazienti
,
la
diressero
:
-
Ah
,
che
mi
ha
detto
!
-
riprese
,
affievolita
dall
'
angoscia
indimenticabile
.
-
Che
colore
aveva
negli
occhi
!
Mi
ha
detto
che
non
l
'
ho
amata
mai
,
che
ho
cercato
solo
la
sodisfazione
del
mio
egoismo
,
che
sempre
l
'
ho
trattata
e
ancòra
la
tratterò
da
schiava
,
da
cosa
,
disponendo
di
lei
,
della
sua
giovanezza
,
della
sua
volontà
,
del
suo
avvenire
!
...
Come
non
la
conoscevo
!
...
Questo
,
ho
udito
dirmi
!
...
Questo
ho
meritato
con
le
mie
cure
!
...
Questo
,
questo
,
questo
,
ella
pensava
di
me
!
...
Si
lasciò
cadere
sul
rozzo
sedile
,
e
ruppe
in
lacrime
convulse
,
le
prime
lacrime
di
disperazione
che
Cesare
avesse
mai
visto
sgorgar
dagli
occhi
dell
'
amata
....
Egli
ne
fu
tòcco
dolorosamente
;
e
inginocchiandosi
al
suo
fianco
,
accarezzandola
con
sì
lieve
carezza
quale
la
donna
stessa
sapeva
usare
ne
'
suoi
momenti
d
'
abbandono
,
baciandola
discreto
con
casti
baci
,
tentò
il
conforto
solito
con
la
voce
insolita
dell
'
amore
:
-
Oh
io
ti
amerò
per
ogni
affetto
che
il
mio
amore
ti
sarà
costato
!
Non
piangere
,
anima
;
saremo
ugualmente
felici
;
rimedieremo
....
Vedrai
;
non
disperarti
!
...
Ella
si
sciolse
adagio
da
lui
,
asciugò
gli
occhi
,
rimase
taciturna
;
mentre
nel
cuore
di
Cesare
l
'
inevitabile
parte
d
'
egoismo
appariva
,
cercando
a
sua
volta
la
consolazione
.
-
Ed
io
,
-
mormorò
,
-
io
son
venuto
al
nostro
colloquio
con
tanta
gioia
,
con
tanta
speranza
!
Non
ho
voluto
attendere
fino
a
domani
per
ricever
dalla
tua
bocca
la
notizia
che
nessun
ostacolo
ci
separava
più
!
...
-
Aggiunse
,
rizzandosi
,
movendosi
nervoso
entro
il
piccolo
spazio
della
chiosca
:
-
Chi
si
sarebbe
aspettato
?
...
Egli
mentiva
,
ingannandosi
senz
'
averne
coscienza
.
Al
convegno
s
'
era
recato
nella
sicurezza
della
prossima
conquista
,
e
perciò
calmo
,
sereno
,
sodisfatto
della
liberazione
dai
malsani
istinti
carnali
,
che
le
due
sorelle
riavvicinate
stimolavano
in
lui
;
ben
sapendo
che
il
possesso
certo
d
'
Emilia
avrebbe
fiaccato
e
rotto
l
'
incanto
suggestivo
di
Roberta
,
per
sempre
.
Il
dubbio
della
conquista
,
la
quale
pareva
,
non
isfuggirgli
,
ma
allontanarsi
di
nuovo
assai
,
gli
dava
ora
fuoco
nel
sangue
.
-
Chi
si
sarebbe
aspettato
una
tale
pazzia
?
...
Lasciarla
libera
,
lasciarla
vivere
sola
?
-
seguitò
,
interrogandosi
.
-
Non
ha
ancòra
vent
'
anni
!
Le
manca
perfin
l
'
ombra
dell
'
esperienza
volgare
!
E
,
quando
pure
,
non
è
qui
,
non
è
qui
il
pericolo
più
grave
....
Il
pericolo
più
grave
....
No
,
no
,
Emilia
,
non
hai
saputo
parlare
,
non
hai
saputo
dominarla
,
tu
per
la
prima
non
hai
sentito
l
'
assurdità
intollerabile
delle
sue
pretensioni
!
Le
si
rivolgeva
poco
men
che
accigliato
,
egli
stesso
non
trovando
in
qual
modo
,
contro
chi
sfrenare
lo
sdegno
per
la
forma
insospettata
della
difficoltà
....
Gli
prorompeva
dal
cuore
,
infine
,
l
'
odio
non
più
velato
,
dalla
perversion
sessuale
,
ma
chiaro
,
ma
virulento
,
ma
bramoso
di
frantumare
e
disperdere
la
volontà
contraria
.
-
Cesare
,
abbiate
pietà
,
-
implorò
la
donna
,
alzando
il
volto
nel
quale
gli
occhi
,
ancòra
umidi
sfavillavano
un
voluttuoso
languore
.
-
Perchè
vuoi
giudicarmi
?
Ti
amo
,
ti
amo
,
e
ho
trovato
tutte
le
parole
del
nostro
affetto
e
della
ragione
!
S
'
arrestò
,
prolungando
il
gesto
supplice
,
che
le
piccole
mani
intrecciate
volgevano
al
Lascaris
;
tese
l
'
orecchio
,
seguì
un
misterioso
fremito
delle
foglie
;
poi
,
riprendendosi
,
continuò
:
-
Mi
pare
che
ad
ogni
istante
qualche
cosa
di
terribile
debba
avvenire
....
-
Sì
;
sì
,
lo
so
,
che
hai
sofferto
molto
,
per
me
,
per
noi
,
-
disse
Cesare
intensamente
....
-
Sì
,
devi
aver
lottato
;
ma
come
non
si
è
arresa
all
'
evidenza
,
come
non
ha
capito
?
Emilia
aveva
uno
spontaneo
moto
di
sbigottimento
,
passandosi
le
mani
sul
viso
,
sui
capelli
,
ricco
di
grazia
quasi
infantile
,
che
nel
cuore
dell
'
uomo
sempre
risvegliava
tenerezza
infinita
.
Ella
fece
il
gesto
,
e
l
'
amante
l
'
attirò
a
sè
,
stringendola
al
petto
.
-
Sono
arrivata
fino
a
minacciarla
,
-
ella
rispose
,
fra
le
braccia
di
lui
.
-
È
stata
una
cosa
orribile
,
ti
dico
.
Ha
mutato
espressione
,
ha
mutato
voce
;
non
la
riconoseevo
più
....
E
tossiva
,
tossiva
,
senz
'
arrestare
la
veemenza
delle
parole
....
Un
istante
,
l
'
ho
creduta
pazza
....
Uscì
dall
'
amplesso
,
di
Cesare
,
e
appoggiandosi
alla
tavola
di
pietra
,
soggiunse
:
-
Pure
,
mi
ha
fatta
dubitare
di
me
;
e
perchè
dubitava
,
perchè
non
mi
sentivo
forte
innanzi
a
lei
,
ho
voluto
insistere
,
odiosamente
.
-
Odiosamente
?
-
ripetè
il
Lascaris
.
-
Non
potevi
cedere
....
La
donna
tacque
.
I
suoi
sguardi
vagavano
tra
gli
arabeschi
delle
foglie
cupe
sullo
sfondo
lunare
;
e
pensava
,
non
udendo
l
'
altra
voce
,
ma
ancòra
la
voce
di
Roberta
,
ancòra
punta
dall
'
inutile
pietà
della
scena
,
rabbrividendo
all
'
idea
di
ritrovarsi
domani
ancor
di
fronte
alla
sorella
così
mutata
.
-
Non
potevi
cedere
a
lei
,
o
ritardare
,
o
sacrificare
la
nostra
felicità
,
-
egli
continuava
,
serrato
nell
'
implacabile
egoismo
.
-
Che
v
'
ha
d
'
odioso
,
rifiutando
l
'
una
e
l
'
altra
soluzione
imposte
?
La
rinunzia
?
Pensi
tu
sempre
a
rinunziare
?
...
-
Mi
diceva
,
-
interruppe
Emilia
,
senza
avere
udito
,
-
mi
diceva
che
è
forte
e
risanata
;
l
'
esistenza
meschina
di
paure
e
di
precauzioni
,
priva
di
svaghi
,
non
è
più
per
lei
,
mi
diceva
....
È
forte
,
e
vuol
vivere
;
si
sente
giovane
,
e
non
può
acconciarsi
a
star
nell
'
ombra
,
sempre
.
Desidera
conoscere
il
mondo
,
prender
parte
alla
vita
che
le
è
intorno
....
Certo
,
di
tutto
ciò
non
sarebbe
nulla
,
presso
noi
;
forse
non
ci
cureremmo
di
lei
,
e
non
potremmo
occuparcene
con
la
tenerezza
che
avevo
io
sola
,
quand
'
ero
libera
....
Ella
prevede
questo
,
e
la
logica
fredda
non
vale
,
non
ha
forza
alcuna
contro
i
suoi
sogni
....
-
Ma
così
?
-
domandò
il
Lascaris
,
inquieto
.
-
Ti
sei
lasciata
vincere
?
Emilia
,
inerte
presso
la
tavola
,
senza
uno
sguardo
a
lui
,
le
braccia
abbandonate
,
si
scosse
e
lo
fissò
d
'
improvviso
,
con
durezza
.
Che
cosa
egli
sapeva
delle
sue
lotte
diuturne
?
Che
cosa
apprezzava
,
che
cosa
agognava
,
che
cosa
voleva
conoscere
,
se
non
le
bellezze
del
suo
corpo
,
ignorandone
l
'
anima
insanguinata
?
Egli
aveva
sempre
studiato
i
fenomeni
materiali
,
i
fatti
,
gli
indizii
dei
fatti
;
ma
non
gli
era
mai
occorso
di
riflettere
ai
fluidi
imponderabili
dello
spirito
,
alle
delicatissime
correnti
tra
spirito
e
spirito
....
Per
ciò
,
non
aveva
dato
alcun
valore
alla
colleganza
delle
due
sorelle
;
per
ciò
,
Roberta
era
per
lui
un
'
ammalata
;
non
altro
;
ed
egli
poteva
esserne
il
medico
diligente
,
non
l
'
amico
pietoso
.
-
Ho
taciuto
,
-
disse
Emilia
.
-
Ed
ora
?
-
insistette
Cesare
,
attonito
.
-
Ma
voi
credete
ch
'
io
abbia
taciuto
alle
prime
obiezioni
?
...
Ho
taciuto
quando
non
potevo
altro
....
Sono
arrivata
al
punto
....
Crollò
la
testa
,
angosciosamente
....
Come
sentiva
,
allora
,
che
la
tristezza
non
inganna
mai
!
Proseguì
,
decisa
:
-
Io
la
teneva
fra
le
braccia
,
perchè
cessasse
dai
rimproveri
che
mi
facevan
tanto
male
;
e
andavo
pregandola
di
pensare
,
di
capire
....
A
un
tratto
....
Ah
,
che
spavento
,
Cesare
!
...
A
un
tratto
,
m
'
è
sfuggita
,
è
corsa
alla
finestra
....
Sai
che
sotto
la
finestra
,
a
parecchi
metri
,
è
il
ripiano
della
scala
di
marmo
;
e
sporgendosi
infuori
,
tutta
diversa
,
stravolta
,
mi
ha
detto
:
"
Non
insistere
,
non
insistere
,
non
insistere
!
Voglio
essere
libera
per
sempre
....
Promettimi
....
O
mi
getto
di
qui
!
"
Era
bianca
;
io
vedeva
il
suo
cuore
battere
attraverso
il
busto
....
Che
orrore
!
...
Che
orrore
!
...
-
E
tu
,
e
tu
?
....
-
incalzò
Cesare
,
divenuto
pallido
.
-
Io
ho
promesso
,
e
ho
taciuto
....
Non
la
conosci
,
-
disse
poi
la
donna
,
a
un
movimento
avverso
del
Lascaris
.
-
Ella
è
ben
capace
!
...
Sì
,
sì
,
mi
sembra
che
qualche
cosa
di
terribile
debba
avvenire
!
Cesare
rimase
muto
.
L
'
abitudine
dottrinale
di
considerare
i
fenomeni
dell
'
anima
in
istrettissima
dipendenza
dai
fenomeni
del
corpo
,
gli
suggeriva
dubbii
,
osservazioni
,
risposte
,
che
non
avrebbe
osato
esporre
all
'
amante
.
Rimaneva
la
gravità
della
minaccia
;
e
alcuni
ricordi
,
dai
più
lontani
,
dal
giorno
in
cui
aveva
visitato
la
prima
volta
Roberta
,
ai
più
vicini
,
alla
sollecitudine
per
l
'
epilettica
,
alla
facilità
con
la
quale
aveva
visto
la
fanciulla
disperare
e
sperare
senza
ragione
,
-
questi
ricordi
gl
'
impedivano
di
sorridere
e
d
'
alzar
le
spalle
.
Rimaneva
la
promessa
strana
di
Emilia
a
Roberta
.
-
Sì
,
-
affermò
poscia
,
lentamente
.
-
Sì
,
tu
sei
libera
verso
di
lei
,
e
il
tuo
dovere
è
finito
....
Che
cosa
pretende
?
Abusare
della
tua
affezione
,
approfittare
d
'
un
mutamento
della
tua
vita
,
per
disfrenare
la
sua
....
Hai
parlato
,
hai
pregato
,
hai
imposto
....
Non
hai
ottenuto
nulla
....
Ti
ha
spaurita
con
la
violenza
....
Si
opporrà
sempre
ai
nostri
diritti
,
fin
che
tu
non
cessi
dall
'
opporti
alle
sue
follie
.
I
diritti
!
...
La
parola
spontanea
sulle
labbra
dell
'
uomo
,
produceva
in
Emilia
un
senso
di
ripugnanza
....
Egli
non
pareva
comprendere
se
non
questo
,
non
vedeva
in
una
squisita
dubitanza
di
sentimenti
e
di
libertà
,
se
non
un
altaleno
di
diritti
e
doveri
.
Ella
battè
le
palpebre
,
smarrita
,
provando
la
vertigine
d
'
essere
spinta
giù
per
una
china
,
inesorabilmente
.
-
Ebbene
?
-
domandò
,
guardando
il
Lascaris
.
Ma
egli
non
osava
concludere
;
sedette
,
appoggiò
le
braccia
alla
tavola
,
si
strinse
la
testa
fra
le
mani
,
pensoso
e
freddo
.
-
Ebbene
?
-
ridisse
Emilia
.
-
Che
cosa
dunque
mi
consigliate
?
...
Ah
,
come
si
capisce
,
come
si
capisce
che
non
avete
affezioni
!
-
soggiunse
amaramente
.
-
Arrivate
a
credere
ch
'
io
pensi
davvero
ad
abbandonar
mia
sorella
in
faccia
all
'
ignoto
,
in
mezzo
ai
pericoli
?
ch
'
io
abbia
promesso
,
coll
'
intenzione
di
mantenere
?
...
Per
chi
?
...
Per
me
?
Io
posso
sacrificarmi
!
...
Per
voi
?
...
L
'
amante
alzò
la
testa
a
guardar
la
dolorosa
,
e
fu
colpito
dalla
mutazione
.
Rigida
era
la
figura
,
tesa
da
un
supremo
sforzo
,
gagliarda
di
rilievo
sulla
cortina
tremula
del
fogliame
;
la
piccola
fronte
femminea
s
'
era
corrugata
per
lo
sforzo
d
'
una
volontà
che
sembrava
incrollabile
.
Fissava
,
Emilia
,
il
giovane
con
espressione
ostile
,
forse
esagerata
,
quasi
avesse
voluto
abituare
i
proprii
occhi
a
non
più
risplendere
di
dolcezza
,
a
non
più
balenar
di
speranze
.
-
Emilia
!
-
sclamò
Cesare
balzando
in
piedi
.
-
Che
cosa
ho
fatto
?
Perchè
mi
parlate
così
aspramente
?
Dov
'
è
il
vostro
amore
?
Che
significa
ciò
?
-
Oh
,
non
chiedetemi
!
-
proruppe
la
donna
,
cedendo
alla
nervosa
tensione
e
singhiozzando
.
-
Non
chiedetemi
nulla
,
non
so
nulla
,
non
potrei
rispondere
!
...
Tutta
la
mia
esistenza
è
avvelenata
;
io
non
mi
riconosco
....
Soffro
,
soffro
,
soffro
!
Si
torceva
le
mani
,
piangendo
ora
fra
le
braccia
di
Cesare
accorso
a
lei
,
commosso
della
commozione
dura
e
illacrimante
dell
'
uomo
.
Rimasero
stretti
un
lungo
intervallo
in
amplesso
convulso
,
senza
parlare
,
e
tuttavia
disgiunti
,
opposti
,
nello
scatenarsi
d
'
opposti
sentimenti
per
una
medesima
persona
.
L
'
odio
,
l
'
odio
solo
,
l
'
odio
fremeva
nell
'
anima
di
Cesare
,
quanto
più
sentiva
tenerezza
e
dolore
per
l
'
amante
disperata
;
l
'
odio
arrivava
a
fargli
rammaricare
d
'
aver
più
volte
soggiogato
l
'
impulso
che
lo
spingeva
contro
la
fanciulla
,
a
fargli
rammaricare
di
non
averla
martirizzata
di
spavento
,
egli
che
con
una
parola
avrebbe
potuto
ucciderla
!
Ma
già
Emilia
,
dominando
la
crisi
,
interrogava
,
la
voce
un
po
'
rauca
per
le
lacrime
:
-
Aspetteremo
,
è
vero
?
Ella
capirà
,
più
tardi
;
e
noi
aspetteremo
,
ci
ameremo
così
....
Dimmi
?
-
Non
è
cattiva
,
non
vuol
farci
male
;
si
tratta
forse
d
'
un
capriccio
improvviso
,
e
noi
avremo
ancòra
pazienza
....
Tu
mi
aiuterai
a
vincerla
;
tu
sai
parlare
meglio
di
me
,
e
a
poco
a
poco
verrà
a
comprendere
le
nostre
ragioni
....
Dimmi
!
Il
silenzio
all
'
intorno
era
solenne
e
poderoso
;
anche
il
rombo
del
mare
aveva
taciuto
nel
grande
assopimento
notturno
;
così
che
gli
amanti
circonfusi
dalla
complice
sicurezza
avevan
di
poco
levato
il
tòno
delle
voci
,
senza
bisbigli
ormai
,
senza
susurri
.
-
Poichè
non
osi
....
-
disse
il
Lascaris
.
-
Poichè
non
osi
....
,
aspetteremo
!
E
già
in
mente
fermava
di
non
aspettare
oltre
,
di
affrettare
con
qualunque
mezzo
,
a
qualunque
costo
,
la
soluzione
.
-
Non
oserò
mai
acconsentire
a
simile
follia
,
che
è
momentanea
,
-
dichiarò
Emilia
.
-
E
se
tu
fossi
calmo
,
tu
stesso
non
oseresti
consigliarmi
ad
abbandonare
mia
sorella
....
Qui
l
'
astuzia
femminile
si
drizzò
repentina
,
istintiva
;
perchè
,
nonostante
l
'
ambascia
di
quell
'
ora
,
nonostante
la
tenebra
in
cui
la
sua
anima
era
avvolta
,
Emilia
vide
a
un
tratto
la
possibilità
di
attirar
Cesare
in
inganno
.
Proseguì
,
accortamente
lenta
,
togliendosi
alle
braccia
di
lui
e
andando
a
sederglisi
a
viso
a
viso
:
-
Sai
tu
stesso
che
la
sua
salute
è
fragile
....
Questo
,
il
vero
,
il
grande
pericolo
!
...
Ella
può
ammalarsi
di
nuovo
,
e
si
troverebbe
sola
,
sola
,
in
quali
mani
!
È
il
pericolo
peggiore
d
'
ogni
altro
....
Può
ammalarsi
gravemente
,
gravissimamente
ancòra
;
lo
prevedi
anche
tu
?
-
Sì
,
certo
,
-
rispose
il
Lascaris
,
senza
difendersi
,
assorto
nel
pensiero
molesto
del
ritardo
,
nel
pensiero
difficile
di
giungere
tuttavia
all
'
amore
,
al
possesso
.
-
La
sua
,
è
di
quelle
malattie
che
non
guariscono
,
-
seguitava
la
donna
,
dissimulando
il
brivido
ond
'
era
stata
presa
all
'
inconsulta
affermazione
.
-
La
sua
malattia
è
orribile
,
senza
speranze
!
...
Ascolta
!
...
-
mormorò
improvvisamente
,
con
la
voce
fioca
.
-
Che
cosa
è
questo
?
...
Un
romore
!
Addossato
a
uno
dei
tronchi
i
quali
sostenevano
il
chiosco
ai
quattro
angoli
,
il
Lascaris
appena
gettò
uno
sguardo
fuori
,
dicendo
:
-
Sarà
Nero
,
che
passeggia
....
-
L
'
ho
messo
io
alla
catena
,
Nero
....
Non
può
essere
.
Ascoltarono
allora
tutt
'
e
due
,
guardandosi
;
ma
sùbito
echeggiò
da
lungi
il
ritmo
fragoroso
d
'
un
treno
;
veniva
crescendo
,
si
spezzò
in
cadenze
distinte
,
accompagnato
da
un
tremulo
fischio
;
riprese
l
'
onda
unisona
,
s
'
affievolì
e
si
spense
.
Ancòra
una
pausa
,
ad
ascoltare
il
silenzio
susseguito
;
indi
,
Emilia
procedette
decisa
:
-
Io
vorrei
che
per
un
istante
dimenticassi
noi
e
non
vedessi
che
mia
sorella
ammalata
.
Potresti
in
coscienza
abbandonarla
senza
cure
,
lasciarla
vivere
a
capriccio
?
...
Pensiamo
a
questo
,
Cesare
!
...
Noi
non
saremmo
felici
....
Egli
cadde
nella
rete
;
con
la
mano
tesa
,
inoltrò
verso
Emilia
,
e
stringendone
la
mano
:
-
È
vero
,
-
disse
.
-
È
vero
;
non
possiamo
abbandonarla
....
Come
ho
dimenticato
tutti
i
sacri
doveri
della
mia
arte
?
...
Mi
sono
mutato
!
...
Ella
deve
stare
presso
di
noi
:
da
un
giorno
all
'
altro
,
qualche
grave
crisi
può
sopraggiungerle
.
Il
colpo
arrivò
così
crudele
alla
donna
,
ch
'
ella
sentì
un
ronzìo
nelle
orecchie
,
e
ne
rimase
stordita
;
ma
sottraendo
la
mano
,
perchè
il
Lascaris
non
ne
avvertisse
il
tremito
febbrile
,
ebbe
la
forza
di
non
retrocedere
:
-
Una
crisi
imminente
....
Imminente
!
...
I
suoi
sogni
,
le
sue
pretensioni
,
la
triste
follia
che
noi
condannavamo
senza
pietà
;
tutto
,
forse
,
è
il
sintomo
del
male
....
E
non
v
'
è
speranza
!
-
ella
esclamò
,
sussultando
da
capo
a
piedi
.
-
Nessuna
speranza
!
Il
medico
tacque
.
Con
lo
spirito
lontano
dalla
realtà
presente
,
s
'
interrogava
;
notava
attonito
l
'
oblio
in
cui
era
caduto
sùbito
,
al
primo
divampar
della
passione
,
quell
'
oblio
di
sè
stesso
,
pel
quale
non
aveva
visto
in
Roberta
se
non
l
'
ostacolo
da
infrangere
,
la
debole
da
vincere
,
la
larva
da
distruggere
.
Il
cuore
,
la
mente
,
annebbiati
dall
'
egoismo
senza
confine
degli
innamorati
,
avevano
avuto
per
la
fanciulla
contemplazioni
malvage
,
sensi
d
'
odio
,
o
fugaci
desiderii
perversi
;
non
mai
uno
slancio
durevole
di
tenerezza
e
di
casta
sollecitudine
!
Egli
n
'
era
atterrito
,
e
taceva
pensando
.
Ma
d
'
improvviso
,
riudì
la
voce
d
'
Emilia
,
che
mormorava
:
-
Condannata
!
...
È
condannata
per
sempre
....
-
Sì
,
-
egli
proruppe
,
inconscio
.
-
È
condannata
per
sempre
....
Come
ho
potuto
odiarla
?
...
È
condannata
....
Si
fermò
.
Vide
l
'
amante
sorgere
in
piedi
,
tutta
bianca
nel
volto
,
tutta
agitata
da
un
brividìo
convulso
,
muovere
alcuni
passi
verso
di
lui
,
cercando
un
appoggio
;
arrestarsi
,
barcollare
....
-
Un
grido
!
...
-
ella
esclamò
con
la
voce
rauca
.
-
Ho
udito
un
grido
....
Cesare
,
Cesare
,
gridano
,
là
fuori
!
...
Chi
grida
?
...
Gli
cadde
sul
petto
,
s
'
aggrappò
ai
suoi
abiti
,
ripetendo
la
parola
di
terrore
,
nella
notte
:
-
Chi
grida
?
...
Chi
grida
?
...
L
'
uomo
la
sostenne
fra
le
braccia
,
l
'
adagiò
sul
sedile
.
E
si
slanciò
fuori
del
chiosco
a
vedere
,
a
cercare
,
per
la
prima
volta
in
sua
vita
,
anch
'
egli
tutto
livido
di
spavento
....
XIX
.
Giunta
innanzi
alla
sorella
,
Roberta
sentì
nel
cuore
l
'
odio
aprirsi
un
varco
fino
al
fondo
,
e
il
corpo
gelarsi
di
repulsione
.
Fiaccata
dalle
paure
della
notte
prima
,
Emilia
era
stesa
sul
divano
,
tranquilla
e
composta
,
similmente
che
nel
riposo
della
morte
.
Di
fianco
a
lei
,
sopra
un
tavolino
era
un
calice
d
'
acqua
ghiaccia
,
per
le
labbra
in
arsura
;
insaziabile
,
la
sete
della
fatica
doveva
torturarla
.
Ma
nel
rilassato
atteggiamento
conservava
pur
sempre
la
superbia
della
bellezza
;
ma
con
largo
ritmo
il
seno
si
alzava
e
s
'
abbassava
in
un
valido
respiro
;
ma
il
busto
libero
dalla
fascetta
era
centrifugo
e
scultorio
;
ma
era
tutta
bella
,
la
giovane
,
la
forte
,
la
destinata
ai
gaudii
molteplici
del
vivere
;
tutta
bella
,
dalla
massa
robustamente
cupa
della
capigliatura
,
ai
piccoli
piedi
serrati
negli
alti
stivaletti
.
Colma
di
grazie
fisiche
,
era
un
'
arpa
dalla
quale
poteva
la
passione
risvegliar
gli
echi
vibranti
delle
intime
felicità
,
che
inebbriano
gli
uomini
.
Dormiva
?
...
Pensava
?
...
Dentro
la
fronte
,
più
angusta
per
i
riccioli
tenaci
,
chiudeva
o
credeva
chiudere
il
secreto
della
fine
prossima
della
sorella
,
con
altri
secreti
d
'
amore
,
con
altre
secrete
intenzioni
di
voluttà
e
d
'
avvenire
.
Nè
mai
la
terribile
consapevolezza
del
lutto
imminente
si
sarebbe
tradotta
in
parole
;
Emilia
,
come
il
Lascaris
,
come
i
medici
,
come
tutti
,
voleva
perseverar
nell
'
inganno
,
fare
sperar
Roberta
,
additarle
il
futuro
da
cui
la
fanciulla
era
divisa
per
un
abisso
insuperabile
.
Oh
,
la
spaventevole
realtà
,
balzata
alla
gola
della
giovanetta
quasi
una
tigre
dal
covo
!
Aveva
udito
;
prima
,
aveva
udito
parole
d
'
amore
,
le
quali
non
le
avrebbero
dato
impeto
alcuno
di
rivolta
;
aveva
indovinato
gesti
e
baci
,
i
quali
avevanle
svelato
l
'
amore
come
un
'
inclinazione
grottesca
,
assurda
,
e
pur
piacevole
,
se
nessun
curioso
poteva
notarne
la
forma
delirante
.
In
ultimo
,
dalle
labbra
più
pronte
a
mentire
e
a
ingannare
,
in
ultimo
aveva
ascoltato
la
propria
condanna
,
chiara
,
fredda
,
atroce
!
Sì
,
il
falso
amico
,
l
'
uomo
da
lei
già
ammirato
non
per
altro
se
non
per
la
forza
prepotente
del
suo
egoismo
,
colui
che
trattandola
aveva
dimenticato
ogni
riserbo
,
teneva
dunque
chiusa
nell
'
animo
la
certezza
ch
'
ella
era
per
morire
in
breve
;
e
la
beffava
del
suo
presentire
,
e
ne
calpestava
i
sentimenti
,
e
godeva
a
farla
vibrare
di
speranze
folli
!
Divincolandosi
sotto
il
morso
feroce
della
realtà
,
ella
aveva
gettato
un
grido
fievolissimo
;
e
s
'
era
messa
a
correre
inavvertita
nell
'
ombra
,
rientrando
in
casa
non
avrebbe
potuto
dire
in
qual
modo
.
Ma
prigioniera
ormai
d
'
un
mostro
dai
tentacoli
enormi
,
che
le
succhiava
sangue
e
midolla
ad
ogni
passo
.
Urtò
a
bella
posta
nel
tavolino
,
per
richiamar
la
sorella
.
Emilia
diè
un
sobbalzo
,
levandosi
repentemente
sul
gomito
;
guardò
Roberta
,
ancòra
con
lo
sguardo
velato
dal
sogno
.
-
Vado
a
Nervi
,
-
disse
la
fanciulla
.
-
Tornerò
per
il
pranzo
.
-
Vuoi
che
ti
faccia
accompagnar
dalla
cameriera
?
-
domandò
Emilia
,
dopo
un
istante
in
cui
aveva
sperato
invano
una
parola
di
scusa
pel
modo
brusco
col
quale
Roberta
l
'
aveva
strappata
alla
breve
quiete
.
Ma
tremava
intanto
;
sulle
labbra
della
donna
un
'
altra
domanda
,
trattenuta
a
forza
.
Poco
prima
,
in
camera
di
Roberta
le
era
venuta
alle
mani
una
salvietta
arrotolata
quasi
rabbiosamente
,
e
largamente
fradicia
di
sangue
;
testimonio
orribile
del
male
ricomparso
.
Non
osava
parlarne
,
sentendo
che
la
sorella
medèsima
voleva
tacerne
,
per
paura
,
forse
per
disdegno
di
conforto
.
-
No
.
Vado
sola
;
devo
comprar
qualche
cosa
pel
mio
ricamo
.
Andrò
sola
.
La
voce
erasi
fatta
rauca
,
incerta
,
con
alterni
suoni
di
metallo
prossimo
a
fendersi
.
-
Non
fi
stancherai
?
-
osservò
timidamente
Emilia
.
-
Se
tu
aspettassi
fino
a
domani
?
O
vuoi
mandare
a
prendere
una
carrozza
?
-
Stancarmi
?
Andare
in
carrozza
?
-
ripetè
la
giovanetta
.
-
Si
direbbe
che
tu
mi
credi
sempre
in
agonia
.
L
'
altra
ebbe
un
tremito
improvviso
,
rapidissimo
.
-
Dicevo
,
perchè
tu
ritornassi
più
presto
,
-
spiegò
quindi
col
medesimo
accento
di
sommessione
.
-
Anche
perchè
c
'
è
molto
sole
;
un
sole
abbastanza
forte
....
Non
irritarti
....
Sarai
di
ritorno
pel
pranzo
?
Io
mi
ero
addormentata
qui
....
Confusa
,
cercava
distogliere
sè
e
la
sorella
dall
'
argomento
unico
,
il
quale
si
presentava
con
malignità
caparbia
;
ma
poichè
s
'
avvide
che
i
loro
occhi
parlavano
,
che
il
pensiero
si
rifiutava
,
che
qualunque
parola
sarebbe
riuscita
inutile
,
si
tacque
.
Roberta
era
a
un
passo
da
lei
;
immobile
.
Aveva
un
semplice
abito
grigio
e
tra
le
mani
guantate
portava
un
involto
.
Lo
sforzo
penoso
d
'
Emilia
non
le
sfuggiva
,
avvertendola
che
la
vita
loro
,
con
quello
studio
di
menzogne
,
di
dissimulazioni
,
con
quella
commedia
di
sorrisi
e
di
fiducie
,
la
vita
loro
diveniva
intollerabile
.
-
Vado
,
-
ella
annunzio
,
quasi
a
malincuore
.
-
Arrivederci
,
Emilia
.
Emilia
si
levò
,
allora
,
d
'
un
colpo
,
e
andò
incontro
alla
sorella
.
Il
ricordo
del
grido
nella
notte
era
venuto
a
fustigarla
crudamente
di
nuovo
;
chi
aveva
gridato
?
Chi
era
nascosto
a
udir
la
rivelazione
paurosa
?
...
Doveva
saperlo
,
affinchè
il
grido
non
le
risonasse
più
nell
'
orecchio
,
nel
cervello
,
mentr
'
era
sveglia
,
mentre
dormiva
,
come
soffiato
da
mille
bocche
.
Ma
si
arrestò
a
tempo
....
Aveva
detto
Cesare
sùbito
ch
'
era
stata
una
allucinazione
....
In
ogni
modo
non
poteva
interrogare
,
non
poteva
confessar
l
'
orrore
....
La
fanciulla
stava
innanzi
a
lei
;
pallida
,
irrigidita
dallo
spavento
di
una
domanda
.
-
Arrivederci
,
-
disse
Emilia
,
lasciandosi
trascinar
dal
destino
;
e
tese
la
mano
ardente
.
Roberta
l
'
afferrò
e
trasse
la
sorella
fra
le
braccia
.
-
Addio
,
cara
,
-
susurrò
,
baciandola
,
stringendola
al
petto
.
-
Addio
;
riposa
.
"
Che
cosa
è
?
...
Che
cosa
pensa
?..."
-
chiese
Emilia
a
sè
stessa
,
nell
'
atto
in
cui
rendeva
i
baci
.
E
per
celare
nuovamente
il
fremito
improvviso
,
disse
a
voce
alta
:
-
Siamo
tristi
tutt
'
e
due
,
oggi
....
Le
rilucevano
negli
occhi
le
lacrime
,
e
volse
il
capo
,
sciogliendosi
presto
da
Roberta
.
-
Non
farmi
aspettare
troppo
,
-
soggiunse
.
-
Tornerai
per
il
pranzo
,
è
vero
?
Avrebbe
voluto
vivere
ora
per
ora
,
minuto
per
minuto
,
l
'
esistenza
della
sorella
;
non
allontanarsene
mai
più
,
non
perdere
un
attimo
della
vita
di
lei
;
adorarla
come
una
fragile
e
pura
idealità
,
luminosa
di
grazia
e
di
sventura
.
-
Ma
sì
;
quante
volte
me
lo
chiedi
?
-
osservò
Roberta
con
un
sorriso
stentato
.
Poi
,
sul
limitare
si
rivolse
:
-
Non
impensierirti
per
me
,
-
soggiunse
.
-
Riposa
.
E
abbozzò
un
saluto
ultimo
con
la
mano
.
Emilia
,
ritta
in
mezzo
alla
camera
,
ebbe
ancòra
un
dubbio
.
-
Aspetta
!
-
disse
.
-
Mi
vesto
....
Verrò
anch
'
io
....
Roberta
aveva
chiuso
l
'
uscio
,
e
discendeva
.
Allora
Emilia
corse
alla
finestra
che
guardava
in
giardino
,
e
vedendo
la
sorella
passare
indi
a
poco
,
mosse
le
labbra
per
ripetere
la
preghiera
.
Ma
di
nuovo
,
il
destino
la
trascinò
:
"
No
,
è
inutile
;
di
che
cosa
temi
?
Va
a
Nervi
;
perchè
inquietarla
con
le
tue
paure
?
"
E
la
donna
,
obbedendo
,
cadde
sul
divano
,
e
scoppiò
in
pianto
dirotto
.
In
istrada
,
la
prima
persona
che
s
'
offerse
allo
sguardo
di
Roberta
fu
Cesare
Lascaris
,
il
quale
era
incamminato
verso
la
villa
,
quietamente
,
secondo
l
'
abitudine
.
L
'
espressione
di
lui
appariva
serena
,
della
serenità
fredda
ed
energica
,
onde
quel
volto
era
riuscito
dapprima
spiacevole
alla
giovanetta
.
Cesare
la
scorse
e
la
salutò
;
ma
poichè
faceva
l
'
atto
d
'
andarle
incontro
,
Roberta
attraversò
la
via
e
passò
sull
'
altro
marciapiede
.
Egli
ignorava
d
'
averla
ferita
a
morte
con
una
parola
;
egli
ignorava
d
'
aver
messo
in
quel
cuore
un
gruppo
di
vipere
infaticabili
....
Appena
vistala
,
aveva
già
forse
preparato
la
frase
di
speranza
e
d
'
inganno
....
E
andava
da
Emilia
a
parlar
d
'
avvenire
!
...
"
Costui
potrà
consolarla
,
-
si
disse
Roberta
.
-
Potranno
consolarsi
tutti
in
breve
!
"
-
Sentì
accerchiante
l
'
impeto
di
tornare
indietro
ella
pure
,
di
correre
a
casa
,
e
di
baciare
Emilia
e
d
'
abbracciarla
,
d
'
abbracciarla
furiosamente
.
Nè
fu
libera
dalla
suggestione
se
non
quando
accelerò
il
passo
,
e
arrivata
a
Sant
'
Erasmo
,
discese
verso
Nervi
,
dove
i
passanti
eran
numerosi
e
potevano
distrarla
.
La
giornata
splendeva
;
quell
'
ultimo
periodo
di
decembre
recava
la
stupenda
fragranza
dei
giardini
tempestati
di
rose
,
le
quali
traboccavan
fin
dai
muri
di
cinta
per
una
catena
ininterrotta
di
colori
diversi
,
di
diversa
ricchezza
.
Soffiava
mordace
la
fragranza
del
mare
,
denso
di
tinta
,
e
pur
tuttavia
dardeggiato
di
raggi
,
che
sembravano
frangersi
alla
superficie
e
lasciarvisi
pigramente
onduleggiare
.
Sulla
piazza
di
Nervi
,
a
capo
del
lungo
viale
fiancheggiato
di
palme
che
conduce
alla
stazione
,
Roberta
salì
in
una
carrozza
,
ordinando
di
portarla
a
Genova
;
e
quando
fu
seduta
,
avvertì
la
greve
stanchezza
della
notte
insonne
,
la
debolezza
estrema
per
il
sangue
perduto
in
quello
sbocco
furioso
.
Ebbe
paura
;
il
male
poteva
riprenderla
,
ucciderla
sulla
pubblica
via
.
Ma
se
fosse
rimasta
,
lo
avrebbe
forse
fermato
?
Ella
aveva
la
mente
in
un
cerchio
di
follia
,
e
si
volse
d
'
un
tratto
a
guardar
lo
spettro
che
le
stava
alle
reni
,
minacciandola
di
continuo
.
La
carrozza
partì
.
Roberta
mise
sui
ginocchi
l
'
involto
che
teneva
fra
le
mani
;
era
tutta
la
sua
ricchezza
,
là
dentro
,
una
grossa
somma
in
titoli
dì
rendita
,
ch
'
ella
aveva
divisato
di
vendere
a
poco
a
poco
;
gettandola
anche
a
profusione
,
non
sarebbe
finita
tanto
presto
quanto
la
vita
di
lei
.
Trasse
una
lettera
,
ancòra
con
la
busta
aperta
;
la
ripercorse
con
l
'
occhio
,
temendo
che
il
ribrezzo
,
l
'
odio
,
la
certezza
della
fine
,
le
avessero
suggerito
qualche
parola
di
rimprovero
o
d
'
ingratitudine
.
Il
senso
ne
era
calmo
ed
affettuoso
;
nessun
cenno
alla
scoperta
della
notte
;
perchè
aggravare
la
disperazione
d
'
Emilia
con
la
possibilità
d
'
un
rimorso
?
...
Ella
non
aveva
se
non
la
colpa
di
voler
trattenere
la
sorella
,
di
voler
farne
un
oggetto
miserevole
su
cui
sfogare
tutta
la
ferocia
della
sua
pietà
.
Ma
come
si
sentiva
male
!
Ardevano
le
tempia
,
ardevano
le
mani
;
dentro
il
petto
era
insostenibile
l
'
artiglio
della
tortura
;
di
quando
in
quando
,
la
sofferenza
fisica
raggiungeva
tal
grado
da
parere
una
voluttà
calda
,
che
le
corresse
le
membra
e
le
facesse
ribollir
le
vene
....
Chiudere
gli
occhi
,
oh
chiudere
gli
occhi
al
sole
fiammeggiante
!
...
Sarebbe
stato
più
dolce
chiuderli
sotto
freschi
baci
,
che
avrebbero
potuto
placar
l
'
ardore
delle
carni
.
Voleva
distrarsi
,
guardando
....
La
strada
bianca
,
fra
la
spiaggia
ilare
e
le
ville
pregne
d
'
effluvio
,
quanto
era
crudele
di
ricordi
!
Ben
per
quella
medesima
strada
le
due
sorelle
tornavano
un
tempo
dalle
loro
gite
;
e
le
discese
ripidissime
e
la
prossimità
della
via
ferrata
incutevano
un
'
ombra
d
'
attraente
pericolo
.
Qualche
volta
il
treno
le
sopraggiungeva
rapido
e
formidabile
;
e
il
cavallo
fermo
innanzi
alla
barriera
drizzava
le
orecchie
,
volgeva
la
testa
a
guardare
.
Era
l
'
attimo
più
commovente
della
passeggiata
;
le
giovani
si
stringevano
la
mano
sorridendo
.
Il
mare
pompeggiava
,
solenne
di
quieta
potenza
;
le
ville
davano
al
paesaggio
la
nota
leggiadra
o
maestosa
,
incensando
l
'
aria
coi
profumi
dei
giardini
,
e
tagliando
il
cielo
puro
coi
ricami
aggrovigliati
o
con
le
punte
argute
degli
alberi
.
Roberta
ebbe
così
l
'
imagine
di
quel
molle
passato
,
che
portò
le
mani
alla
fronte
con
un
gesto
di
sbigottimento
;
poi
restò
attonita
,
gli
occhi
fissi
sul
sedile
vuoto
innanzi
a
lei
,
per
non
più
vedere
,
per
non
pensare
,
per
non
obbedire
alla
sorda
voce
,
che
le
gridava
nell
'
intimo
,
che
gridava
dalle
cose
tutte
:
-
"
Ritorna
!
ritorna
!
Non
trascinare
altri
nella
tua
rovina
!
"
Solo
dopo
Sturla
,
quando
la
fiumana
della
gente
,
delle
carrozze
,
dei
carri
,
si
fece
più
tumultuosa
sotto
il
biondo
sole
,
ella
abbandonò
il
suo
atteggiamento
inerte
;
si
drizzò
e
finse
.
La
vita
incombeva
.
Roberta
passava
tra
la
vita
e
le
speranze
mostruose
di
quegli
sconosciuti
,
e
doveva
fingere
vita
e
speranze
ella
pure
;
già
il
suo
volto
era
insolitamente
pallido
e
malato
.
Si
drizzò
sul
busto
;
trovò
uno
sguardo
impersonale
per
lo
stupido
spettacolo
.
Alcuni
giovanotti
fermi
in
gruppo
a
chiacchierare
,
si
volsero
insieme
e
la
fissarono
....
Ah
,
il
suo
corpo
e
il
suo
animo
!
Non
avevano
ormai
se
non
un
valore
d
'
effimera
.
L
'
animo
era
in
agonia
.
Volevano
il
corpo
?
Avrebbe
potuto
offrirlo
al
primo
passante
cui
fosse
piaciuto
,
per
distruggere
anche
la
sua
verginità
inutile
,
per
sentire
una
qualunque
nausea
degli
altri
e
di
sè
stessa
.
Arrivata
a
Genova
,
tenne
la
carrozza
e
discese
presso
varii
negozii
,
ad
acquisti
.
Ella
eseguiva
automaticamente
il
disegno
stabilito
nella
notte
e
calcolato
fin
nei
più
minuti
particolari
di
tempo
.
Ai
commessi
parve
una
strana
compratrice
.
Era
molto
distratta
;
non
osservava
la
merce
,
e
faceva
domande
alle
quali
non
aspettava
risposta
.
Dal
negoziante
di
valigie
aveva
dimenticato
di
ritirar
l
'
avanzo
di
cinquecento
lire
e
avevan
dovuto
rincorrerla
per
consegnarglielo
.
I
suoi
occhi
s
'
offuscavano
d
'
una
espressione
poco
men
che
atterrita
quando
qualcuno
le
diceva
la
frase
abituale
:
-
"
Vedrà
,
signora
,
che
questa
stoffa
le
farà
una
gran
durata
.
"
.
Ed
era
molto
,
molto
stanca
;
si
sedeva
appena
giunta
e
non
si
alzava
se
non
per
uno
sforzo
visibilissimo
.
Dalla
sua
guantaia
,
aveva
chiesto
un
cordiale
,
un
po
'
di
liquore
,
e
aveva
trangugiato
un
bicchierino
di
cognac
,
ch
'
era
parso
animarla
un
istante
.
Risalì
in
carrozza
,
e
si
fece
condurre
alla
stazione
di
Piazza
Principe
.
Si
rammentò
,
in
quel
punto
,
della
lettera
;
pensò
che
,
inviandola
per
posta
,
non
sarebbe
arrivata
se
non
la
dimane
,
ed
Emilia
avrebbe
sofferto
un
'
altra
notte
di
dubbii
,
più
spaventosi
di
qualunque
spaventosa
certezza
.
Chiuse
la
busta
,
e
quando
fu
alla
stazione
guardò
il
cocchiere
,
il
quale
la
conosceva
e
aveva
frequentemente
servito
le
due
sorelle
.
Poteva
fidarsene
.
-
Voi
tornate
a
Nervi
?
-
gli
domandò
Roberta
.
-
Sì
,
signorina
,
sùbito
.
-
Sùbito
;
bisogna
vi
andiate
sùbito
;
io
vi
pagherò
il
ritorno
.
Ma
vi
spingerete
fino
a
casa
mia
,
e
consegnerete
questa
lettera
alla
signora
,
sapete
?
l
'
altra
signora
che
è
sempre
con
me
....
Andate
sùbito
;
non
fermatevi
per
via
....
Fra
un
'
ora
dovete
essere
lassù
!
Poi
,
quando
l
'
uomo
voltò
briglia
e
traversò
la
piazza
,
stette
a
guardarlo
fin
che
le
si
tolse
alla
vista
....
Fra
un
'
ora
sarebbe
arrivato
....
Oh
,
solo
a
vederlo
comparire
,
solo
a
leggere
la
soprascritta
della
busta
,
Emilia
avrebbe
gettato
un
grido
!
La
fanciulla
si
strinse
nervosamente
le
mani
fino
a
farle
scricchiolare
;
diede
un
'
occhiata
in
giro
ad
assicurarsi
nessuno
avesse
rilevato
l
'
atto
;
ma
non
v
'
erano
se
non
viaggiatori
frettolosi
e
portatori
in
attesa
di
bagagli
.
Entrò
sotto
il
peristilio
della
stazione
,
seguendo
il
facchino
impadronitosi
degli
oggetti
ch
'
ella
aveva
posato
a
terra
.
Ritirò
la
tessera
.
Contava
recarsi
a
Nizza
,
verso
quelle
coste
di
Francia
,
ch
'
ella
aveva
tante
volte
sognato
,
verso
quella
Parigi
,
che
le
sembrava
chiusa
da
un
velario
d
'
oro
,
oltre
il
quale
erano
gioie
insidiose
ed
ebbrezze
ignote
.
Proveniente
da
Milano
,
il
treno
per
Ventimiglia
era
in
ritardo
di
trenta
minuti
;
la
giovanetta
si
recò
nella
sala
d
'
attesa
.
Sedette
;
sentì
che
il
male
e
la
stanchezza
precipitavano
su
di
lei
con
peso
inesorabile
;
doveva
fortemente
resistere
per
non
curvare
le
spalle
,
per
tener
gli
occhi
aperti
;
ma
portava
spesso
la
mano
al
collo
,
al
petto
,
dove
un
'
arsura
di
fuoco
la
divorava
;
batteva
la
lingua
contro
il
palato
,
temendo
d
'
assaggiar
l
'
orribile
sapor
dolciastro
del
sangue
.
Ebbe
di
nuovo
il
movimento
brusco
per
volgersi
a
guardare
se
non
le
stesse
alle
reni
uno
spettro
visibile
;
s
'
accorse
di
ciò
che
faceva
,
e
rabbrividì
pensando
che
aspettava
la
morte
e
poteva
giungere
la
follia
.
Dove
andava
?
...
Non
aveva
scritto
in
fronte
l
'
angoscia
e
il
terrore
?
...
Perchè
la
guardavano
tutti
?
...
Che
cosa
diceva
il
suo
volto
?
...
A
fatica
si
alzò
e
andò
fino
a
un
grande
specchio
nel
mezzo
della
parete
centrale
.
Il
suo
volto
diceva
che
in
un
sol
giorno
la
freschezza
della
giovane
età
era
smarrita
per
sempre
;
magre
e
pallide
le
guance
,
accese
le
labbra
,
cerchiati
gli
occhi
d
'
un
giro
lividastro
;
poteva
essere
bella
,
per
la
straordinaria
espressione
di
sfinitezza
e
per
la
grande
ombra
di
malinconia
.
Poichè
udiva
dei
passi
,
il
dovere
della
vita
la
riprese
,
e
finse
d
'
acconciarsi
il
veletto
;
ritornò
al
divano
,
studiandosi
d
'
allargar
le
spalle
e
d
'
ergere
il
busto
.
Era
prudenza
,
forse
,
passar
la
notte
a
Genova
e
partire
il
giorno
appresso
.
Cercò
il
facchino
con
lo
sguardo
,
per
consegnargli
le
valigie
e
farle
recare
a
gualche
prossimo
albergo
.
Aveva
deciso
d
'
essere
prudente
,
di
fermarsi
a
Genova
,
di
riposare
.
Ma
in
quel
punto
,
un
impiegato
gridò
la
partenza
per
Ventimiglia
.
-
Per
Ventimiglia
?
-
domandò
il
facchino
,
accorso
a
riprender
gli
oggetti
.
-
Va
a
Ventimiglia
,
la
signora
?
-
egli
ripeteva
.
-
Sì
,
-
disse
la
fanciulla
,
ancora
guardandosi
intorno
smarrita
.
-
Per
Ventimiglia
!
Fermarsi
a
Genova
?
Con
quale
scopo
?
...
Essere
prudente
?
Per
chi
?
Da
quell
'
ora
,
tutte
le
vicende
erano
sue
;
ella
si
trovava
sola
e
libera
.
L
'
aveva
desiderata
con
ogni
forza
,
quell
'
ora
,
l
'
aveva
sognata
!
Ed
ecco
,
la
realtà
;
ecco
,
il
sogno
tramutatosi
in
fatto
:
non
la
visione
di
un
'
esistenza
piena
di
avvenimenti
inaspettati
e
rosei
;
ma
la
visione
,
più
lucida
che
mai
,
del
proprio
cadavere
freddo
e
rigido
sopra
un
catafalco
ricco
di
drappi
funerei
,
presso
una
finestra
spalancata
in
faccia
alla
campagna
eterna
...
Trovò
posto
in
uno
scompartimento
di
prima
classe
,
vuoto
,
sperando
di
potere
stendersi
e
dormire
,
non
appena
uscito
il
treno
dalla
stazione
.
E
sentiva
che
già
Emilia
aveva
udito
la
carrozza
fermarsi
avanti
al
cancello
,
che
già
l
'
uomo
aveva
portato
la
lettera
,
che
già
la
sorella
aveva
mandato
il
grido
....
Ritornare
?
Non
trascinare
altri
nella
rovina
?
...
Cesare
Lascaris
avrebbe
ripetuto
con
la
voce
fischiante
di
sarcasmo
:
"
Lo
sapevo
,
che
la
signorina
legge
troppi
romanzi
!
"
Mentre
sotto
la
tettoja
annerita
accendevano
i
bracci
a
gas
,
e
mentre
i
viaggiatori
passavano
e
ripassavano
,
-
romore
di
treni
in
moto
,
globi
di
vapor
bianco
diffusi
,
cantilene
d
'
impiegati
ad
annunziare
le
partenze
,
suoni
della
campana
ad
avvertir
gli
arrivi
,
-
mentre
la
vita
fremeva
,
Roberta
si
tolse
i
guanti
,
e
studiò
la
morte
sulle
pallide
mani
,
dalle
dita
lunghe
e
affusolate
,
dalle
unghie
lucenti
;
pallide
mani
,
che
narravan
tutta
l
'
anima
di
lei
,
facile
a
smarrirsi
,
incapace
a
calcolare
,
pronta
a
violenze
ingenue
.
La
fanciulla
piombò
in
una
disperata
tristezza
così
assorbente
,
che
ella
non
s
'
avvide
come
all
'
ultimo
,
quando
il
treno
s
'
avviava
a
ritroso
fuor
della
stazione
,
-
un
viaggiatore
fosse
salito
nel
suo
scompartimento
;
ma
sollevando
gli
occhi
,
ebbe
un
moto
involontario
di
stupor
timoroso
.
L
'
uomo
la
salutò
,
prese
posto
di
fronte
,
l
'
avvolse
tutta
dalla
testa
ai
piedi
in
uno
sguardo
scrutatore
,
che
la
fanciulla
non
aveva
mai
sofferto
e
che
la
costrinse
a
volgere
il
capo
,
fingendo
di
guardar
dallo
sportello
.
Il
treno
si
lanciava
sotto
la
bella
luce
del
tramonto
tingente
di
carnicino
gli
edifizii
dei
sobborghi
di
Genova
e
poi
la
conca
azzurra
del
porto
,
reticolata
d
'
alberi
di
navi
,
ingombra
di
barchi
massicci
.
Chi
era
lo
sconosciuto
?
La
mancanza
d
'
Emilia
doleva
con
nuova
forma
;
Emilia
sapeva
bene
rassicurar
la
sorella
,
diffondeva
attorno
a
sè
un
'
aura
di
tanta
fiducia
,
che
Roberta
ne
viveva
giorno
e
notte
.
Ora
,
Emilia
non
v
'
era
più
.
Roberta
l
'
aveva
abbandonata
,
e
si
trovava
sola
di
fronte
ad
uno
sconosciuto
.
Una
paura
strana
l
'
afferrò
;
si
mise
a
tremare
,
irrigidendosi
con
le
mani
nude
strette
ai
bracci
del
sedile
;
se
l
'
uomo
avesse
fatto
un
movimento
,
ella
avrebbe
gettato
un
urlo
,
poichè
senz
'
altro
Roberta
aveva
stabilito
ch
'
egli
era
un
ladro
e
che
doveva
ucciderla
....
Ma
il
viaggiatore
trasse
dalla
valigia
un
libro
,
vi
cercò
la
pagina
segnata
,
e
cominciò
a
leggere
;
allora
,
a
poco
a
poco
,
di
tra
le
ciglia
,
cautamente
,
la
giovanetta
si
sforzò
a
indovinare
il
titolo
del
volume
,
e
quando
giunse
a
comporre
in
mente
le
lettere
,
e
quando
scoperse
ch
'
era
un
romanzo
cui
ella
conosceva
ed
amava
,
il
cuore
le
battè
di
gioja
infantile
,
e
concluse
che
lo
sconosciuto
non
era
un
ladro
,
non
doveva
ucciderla
.
Poi
,
con
la
medesima
astuzia
lenta
,
si
studiò
a
osservare
l
'
uomo
,
inosservata
.
Egli
era
giovane
ed
elegante
;
nel
volto
un
poco
abbronzato
luccicavano
gli
occhi
neri
ed
acuti
;
aveva
un
profilo
quasi
rettilineo
,
volitivo
;
la
testa
era
bella
;
la
bocca
pura
,
con
labbra
sensuali
,
coi
mustacchi
piegati
in
su
.
Apparteneva
alla
razza
di
quelli
che
mai
non
hanno
lavorato
in
nessuna
cosa
,
e
mai
non
lavoreranno
.
Roberta
aveva
incontrato
simili
uomini
ai
bagni
,
ai
teatri
,
ai
concerti
,
ovunque
s
'
offriva
un
passatempo
di
moda
o
un
trattenimento
per
lo
spirito
;
e
sempre
ella
aveva
avvertito
una
specie
d
'
attrazione
verso
i
giovani
epicurei
,
lasciandosi
cogliere
dalla
forma
della
loro
cortesia
,
dalla
scelta
della
loro
eleganza
.
Anche
ora
,
guardando
lo
sconosciuto
,
la
fanciulla
si
fermava
all
'
apparenza
;
non
rilevava
una
piega
amara
all
'
angolo
delle
labbra
di
lui
,
nè
sul
volto
l
'
energia
fosca
di
chi
si
getta
ai
piaceri
passionatamente
,
correndo
l
'
alternativa
d
'
uscirne
per
un
mortale
disgusto
,
o
di
non
uscirne
se
non
insieme
con
la
vita
.
Pareva
uno
di
quegli
uomini
,
cui
la
donna
unica
può
arrestare
,
salvare
,
vincere
e
domare
col
dono
della
propria
esistenza
,
della
verginità
assoluta
,
con
la
forza
d
'
una
sincerità
non
attesa
.
Egli
aveva
notato
nella
giovanetta
il
destreggiar
degli
sguardi
,
e
pur
fingendo
di
leggere
,
si
lasciava
studiare
;
ma
quando
appena
s
'
accorse
che
la
compagna
era
tranquilla
e
sicura
(
forse
,
molto
aveva
giovato
una
piccola
corona
,
dominante
due
cifre
intrecciate
sopra
la
targhetta
argentea
della
valigia
)
,
-
egli
stesso
,
con
maggiore
astuzia
,
non
lasciandosi
mai
sorprendere
,
guardò
Roberta
a
lungo
.
Fu
colpito
dalla
bellezza
malinconica
di
quel
viso
giovanissimo
,
prima
ancòra
che
dall
'
aspetto
di
sofferenza
onde
il
viso
e
il
corpo
sembravano
chiedere
sollecitudine
.
La
fanciulla
sfolgorava
negli
occhi
,
pieni
di
febbre
e
tuttavia
ignari
di
sguardi
procaci
e
ingannevoli
;
le
labbra
curve
eran
deliziose
di
colorito
,
un
poco
umide
;
per
tutto
il
volto
,
la
stanchezza
,
la
commozione
,
la
malattia
,
avevan
diffusa
un
'
ombra
grave
,
in
aperto
contrasto
con
la
palese
giovanezza
di
Roberta
.
Non
mai
era
stata
così
bella
,
e
il
sole
morente
che
dallo
sportello
la
illuminava
senza
darle
molestia
,
cresceva
forza
al
significato
romantico
della
gentile
figura
.
Lo
sconosciuto
ritornò
al
libro
aperto
,
notando
un
'
occhiata
della
fanciulla
,
che
sembrava
disporsi
a
continuare
il
suo
studio
.
In
verità
,
il
giovane
attirava
l
'
attenzione
di
lei
potentemente
,
ed
ella
cominciava
a
farsi
delle
domande
che
non
trovavano
risposta
;
andava
a
Nizza
egli
pure
?
come
si
chiamava
?
era
ammogliato
?
...
Cercò
sulle
dita
di
lui
il
cerchietto
d
'
oro
,
ch
'
ella
credeva
indivisibile
dalle
persone
non
più
libere
;
ma
alla
mano
destra
,
nuda
,
non
aveva
anelli
,
e
la
sinistra
era
ancòra
guantata
.
E
perchè
non
parlava
?
In
molti
romanzi
,
Roberta
aveva
letto
i
dialoghi
d
'
un
giovane
e
d
'
una
giovane
incontratisi
nel
treno
;
e
veniva
poi
una
sfilata
,
di
capitoli
interessanti
,
che
si
rannodavano
tutti
a
quel
primo
capitolo
dell
'
incontro
.
Lo
sconosciuto
non
le
parlava
,
non
la
degnava
d
'
uno
sguardo
;
credendo
fare
piacere
,
aveva
tirato
la
cortina
per
toglierle
il
sole
ultimo
,
e
sùbito
s
'
era
rimesso
a
leggere
,
in
modo
ch
'
ella
non
aveva
potuto
ringraziarlo
con
un
cenno
del
capo
,
come
in
quei
romanzi
....
Egli
pure
vestiva
un
abito
grigio
,
calzava
stivaletti
di
cuoio
giallo
,
-
aveva
i
piedi
piccoli
-
e
il
collo
della
camicia
era
molto
alto
,
con
una
cravatta
enorme
,
di
gusto
inglese
.
La
fronte
di
lui
era
ampia
,
con
qualche
sottilissima
ruga
,
visibile
a
pena
;
ma
i
capelli
erano
tutti
nerissimi
,
naturalmente
lucidi
,
un
poco
arricciati
.
Solo
,
pareva
a
Roberta
ch
'
egli
fingesse
di
leggere
,
perchè
non
voltava
mai
pagina
;
e
a
un
tratto
,
ella
s
'
avvide
con
maraviglia
,
che
lo
sconosiciuto
non
poteva
leggere
affatto
,
perchè
aveva
ripreso
il
libro
capovolto
.
Cominciò
a
temere
di
nuovo
;
perchè
fingeva
?
a
che
cosa
pensava
?
In
quel
punto
gli
sguardi
suoi
s
'
incontrarono
con
gli
sguardi
del
giovane
,
e
non
sapendo
come
reggere
all
'
onda
carezzevole
di
quegli
occhi
bruni
,
e
sentendo
d
'
arrossire
,
Roberta
cercò
in
fretta
i
guasti
e
cominciò
a
calzarli
,
con
la
testa
china
.
Il
treno
si
fermò
a
Sampierdarena
lungamente
.
La
fanciulla
guardò
in
basso
la
sfilata
gaja
dei
molti
edifizi
,
dispersi
in
una
pianura
grigia
e
uniforme
;
l
'
ombra
cominciava
a
scendere
tristissima
.
Il
ricordo
di
Emilia
,
la
visione
della
villetta
,
l
'
intuizione
dello
spavento
cui
la
sorella
doveva
essere
in
preda
,
vennero
tutti
insieme
a
turbarla
.
Che
cosa
aveva
fatto
?
Dove
andava
?
Aveva
commesso
un
crimine
....
Fra
il
brusco
estollersi
di
quei
pentimenti
,
una
cosa
sola
poteva
consolarla
;
ella
si
sentiva
bene
,
d
'
improvviso
,
quanto
non
s
'
era
;
mai
sentita
,
e
irrompeva
nel
suo
cuore
una
turba
di
speranze
magnifiche
,
audaci
,
sicure
;
era
tuttavia
molto
affaticata
molto
languida
,
ma
la
cosa
pareva
ben
naturale
,
dopo
le
orribili
torture
.
Sperava
,
tornava
a
sperare
violentemente
nell
'
avvenire
;
la
giovane
età
avrebbe
trionfato
de
'
suoi
mali
nervosi
.
E
ritraendosi
dal
finestrino
perchè
il
treno
ripartiva
,
questa
volta
per
una
ben
lunga
corsa
,
Roberta
vide
gli
sguardi
del
compagno
fissi
ai
capelli
di
lei
,
biondi
,
copiosi
,
rutilanti
sotto
il
raggio
della
lampada
elettrica
,
la
quale
pendeva
dall
'
alto
della
carrozza
e
cominciava
a
dar
luce
non
contrastata
dalla
luce
diurna
.
La
fanciulla
gli
fu
riconoscente
;
l
'
attenzione
del
giovane
significava
l
'
avvenire
e
la
vita
:
egli
doveva
pensare
a
lei
,
non
come
a
larva
moritura
,
ma
come
a
donna
vibrante
di
calda
sensibilità
,
ricca
di
delicati
sentimenti
.
Allora
,
non
sapendo
d
'
agire
in
modo
strano
,
ella
si
abbandonò
a
quell
'
attenzione
,
vi
si
offerse
scaltramente
.
Perchè
l
'
uomo
non
avesse
a
temere
d
'
essere
sorpreso
,
restò
col
capo
inclinato
,
ma
non
così
che
il
suo
volto
bianco
non
si
vedesse
,
non
così
che
i
suoi
occhi
azzurri
paressero
spenti
;
e
si
dispose
un
po
'
in
obliquo
sul
sedile
,
perchè
tutta
la
linea
dei
fianchi
acerbi
risaltasse
sopra
lo
sfondo
grigiastro
.
Provò
un
gaudio
nuovo
,
a
quella
dedizione
capricciosa
;
più
forte
,
accorgendosi
che
il
giovane
si
lasciava
attirare
,
e
la
studiava
,
l
'
ammirava
con
intensità
,
riusciva
a
definirla
in
quanto
aveva
di
raro
e
di
meno
atteso
:
l
'
incoscienza
virginale
e
la
civetteria
mite
....
La
curiosità
di
lui
non
era
volgare
e
momentanea
,
ma
doveva
,
certo
doveva
risvegliare
a
poco
a
poco
un
sentimento
,
una
brama
di
non
finire
così
la
muta
avventura
.
Vi
fu
un
istante
,
in
cui
Roberta
osò
levare
il
capo
,
e
da
tutto
l
'
atteggiamento
del
compagno
vide
perspicua
la
certezza
ch
'
egli
si
accingeva
a
parlare
,
a
gettare
la
rete
,
la
quale
avrebbe
involto
lei
,
e
forse
non
lei
sola
,
per
sempre
.
-
Ora
mi
parla
!
-
ella
pensò
.
Fu
come
un
tremendo
schianto
,
un
balzo
in
una
voragine
profonda
.
La
fanciulla
avvertì
di
nuovo
l
'
orribile
sapore
dolciastro
del
sangue
;
ebbe
un
sussulto
visibilissimo
,
tossì
seccamente
due
volte
,
e
con
la
fronte
imperlata
di
sudor
freddo
,
aspettò
.
Poi
,
quando
la
prima
spuma
rosea
comparve
alla
connessura
delle
labbra
,
portò
il
fazzoletto
alla
bocca
,
serrandolo
contro
,
perchè
nulla
si
vedesse
;
ma
non
era
un
filo
di
schiuma
,
e
non
cessava
,
diffondendosi
per
la
pezzuola
,
empiendole
la
bocca
tutta
,
minacciando
di
soffocarla
.
Tossì
ancòra
;
venne
ancòra
il
liquido
vermiglio
su
per
la
gola
;
e
smarrendo
ogni
speranza
,
ogni
senso
della
vita
formale
,
Roberta
balzò
in
piedi
,
afferrò
le
mani
già
tese
del
giovane
,
e
rantolò
con
un
urlo
:
-
Muoio
!
L
'
impeto
enorme
del
sangue
proruppe
,
non
più
affievolito
dal
lieve
ostacolo
del
fazzoletto
;
e
la
figura
bianca
della
vergine
insanguinata
,
ritta
fra
le
braccia
del
compagno
che
la
sorreggeva
,
precipitò
nella
spessa
ombra
d
'
una
galleria
come
in
una
voragine
profonda
.
COSIMA ( DELEDDA GRAZIA , 1937 )
Narrativa ,
La
casa
era
semplice
,
ma
comoda
:
due
camere
per
piano
,
grandi
,
un
po
'
basse
,
coi
pianciti
e
i
soffitti
di
legno
;
imbiancate
con
la
calce
;
l
'
ingresso
diviso
in
mezzo
da
una
parete
:
a
destra
la
scala
,
la
prima
rampata
di
scalini
di
granito
,
il
resto
di
ardesia
;
a
sinistra
alcuni
gradini
che
scendevano
nella
cantina
.
Il
portoncino
solido
,
fermato
con
un
grosso
gancio
di
ferro
,
aveva
un
battente
che
picchiava
come
un
martello
,
e
un
catenaccio
e
una
serratura
con
la
chiave
grande
come
quella
di
un
castello
.
La
stanza
a
sinistra
dell
'
ingresso
era
adibita
a
molti
usi
,
con
un
letto
alto
e
duro
,
uno
scrittoio
,
un
armadio
ampio
,
di
noce
,
sedie
quasi
rustiche
,
impagliate
,
verniciate
allegramente
di
azzurro
:
quella
a
destra
era
la
sala
da
pranzo
,
con
un
tavolo
di
castagno
,
sedie
come
le
altre
,
un
camino
col
pavimento
battuto
.
Null
'
altro
.
Un
uscio
solido
pur
esso
e
fermato
da
ganci
e
catenacci
,
metteva
nella
cucina
.
E
la
cucina
era
,
come
in
tutte
le
case
ancora
patriarcali
,
l
'
ambiente
più
abitato
,
più
tiepido
di
vita
e
d
'
intimità
.
C
'
era
il
camino
,
ma
anche
un
focolare
centrale
,
segnato
da
quattro
liste
di
pietra
:
e
sopra
,
ad
altezza
d
'
uomo
,
attaccato
con
quattro
corde
di
pelo
,
alle
grosse
travi
del
soffitto
di
canne
annerite
dal
fumo
,
un
graticcio
di
un
metro
quadrato
circa
,
sul
quale
stavano
quasi
sempre
,
esposte
al
fumo
che
le
induriva
,
piccole
forme
di
cacio
pecorino
,
delle
quali
l
'
odore
si
spandeva
tutto
intorno
.
E
attaccata
a
sua
volta
a
uno
spigolo
del
graticcio
,
pendeva
una
lucerna
primitiva
,
di
ferro
nero
,
a
quattro
becchi
;
una
specie
di
padellina
quadrata
,
nel
cui
olio
allo
scoperto
nuotava
il
lucignolo
che
si
affacciava
a
uno
dei
becchi
.
Del
resto
tutto
era
semplice
e
antico
nella
cucina
abbastanza
grande
,
alta
,
bene
illuminata
da
una
finestra
che
dava
sull
'
orto
e
da
uno
sportello
mobile
dell
'
uscio
sul
cortile
.
Nell
'
angolo
vicino
alla
finestra
sorgeva
il
forno
monumentale
,
col
tubo
in
muratura
e
tre
fornelli
sull
'
orlo
:
in
un
braciere
accanto
a
questi
si
conservava
,
giorno
e
notte
accesa
e
coperta
di
cenere
,
un
po
'
di
brace
,
e
sotto
l
'
acquaio
di
pietra
,
presso
la
finestra
,
non
mancava
mai
,
in
una
piccola
conca
di
sughero
,
un
po
'
di
carbone
;
ma
per
lo
più
le
vivande
si
cucinavano
con
la
fiamma
del
camino
o
del
focolare
,
su
grossi
treppiedi
di
ferro
che
potevano
servire
da
sedili
.
Tutto
era
grande
e
solido
,
nelle
masserizie
della
cucina
;
la
padella
di
rame
accuratamente
stagnate
,
le
sedie
basse
intorno
al
camino
,
le
panche
,
la
scansia
per
le
stoviglie
,
il
mortaio
di
marmo
per
pestare
il
sale
,
la
tavola
e
la
mensola
sulla
quale
,
oltre
alle
pentole
,
stava
un
recipiente
di
legno
sempre
pieno
di
formaggio
grattato
,
e
un
canestro
di
asfodelo
col
pane
d
'
orzo
e
il
companatico
per
i
servi
.
Gli
oggetti
più
caratteristici
erano
sulla
scansia
;
ecco
una
fila
di
lumi
di
ottone
,
e
accanto
l
'
oliera
per
riempirli
,
col
lungo
becco
e
simile
a
un
arnese
di
alchimista
:
e
il
piccolo
orcio
di
terra
con
l
'
olio
buono
,
e
un
armamento
di
caffettiere
,
e
le
antiche
tazze
rosse
e
gialle
,
e
i
piatti
di
stagno
che
parevano
anch
'
essi
venuti
da
qualche
scavo
delle
età
preistoriche
:
e
infine
il
tagliere
pastorale
,
cioè
un
vassoio
di
legno
,
con
l
'
incavo
,
in
un
angolo
,
per
il
sale
.
Altri
oggetti
paesani
davano
all
'
ambiente
un
colore
inconfondibile
:
ecco
una
sella
attaccata
alla
parete
accanto
alla
porta
,
e
accanto
un
lungo
sacco
di
tessuto
grezzo
di
lana
,
che
serviva
da
mantello
e
da
coperta
al
servo
:
e
la
bisaccia
anch
'
essa
di
lana
,
sulla
quale
alla
notte
dormiva
,
quando
era
in
paese
,
lo
stesso
servo
,
pastore
o
contadino
che
fosse
.
Sull
'
acquaio
non
mancava
mai
un
paiolino
di
rame
pieno
d
'
acqua
attinta
al
pozzo
del
cortile
,
e
su
una
panca
l
'
anfora
di
creta
con
l
'
acqua
potabile
,
faticosamente
portata
dalla
fontana
distante
dall
'
abitato
.
L
'
acqua
era
allora
un
problema
,
e
se
ne
misurava
,
d
'
estate
,
ogni
stilla
;
a
meno
che
non
sopraggiungesse
un
buon
acquazzone
a
riempire
la
tinozza
collocata
sotto
il
tubo
di
scolo
dei
tetti
:
eppure
la
pulizia
più
diligente
,
praticata
a
secco
,
rendeva
piacevole
tutta
la
casa
.
Dalla
finestra
,
munita
d
'
inferriata
,
come
tutte
le
altre
del
piano
terreno
,
si
vedeva
il
verde
dell
'
orto
;
e
fra
questo
verde
il
grigio
e
l
'
azzurro
dei
monti
.
La
porta
invece
,
come
si
è
detto
,
dava
sul
cortile
triangolare
,
piuttosto
lungo
e
occupata
quasi
a
metà
da
una
rustica
tettoia
dalla
quale
,
per
un
usciolino
,
si
andava
nell
'
orto
.
In
fondo
c
'
era
il
pozzo
,
e
,
sotto
il
muro
alto
di
cinta
,
una
catasta
di
legna
da
ardere
,
rifugio
di
numerosi
gatti
e
delle
galline
che
vi
nascondevano
il
nido
delle
uova
.
Un
'
asse
appoggiata
su
due
ceppi
,
accanto
al
muro
laterale
della
casa
,
ancora
grezzo
e
sul
quale
,
al
primo
piano
,
si
apriva
una
sola
finestra
(
le
finestre
erano
tutte
senza
persiane
)
,
serviva
da
sedile
.
E
un
grande
portone
fermato
anch
'
esso
da
ganci
e
stanghe
,
tinto
di
un
color
marrone
scuro
,
dava
sulla
strada
.
Di
giorno
era
quasi
socchiuso
,
e
,
più
che
il
portoncino
della
facciata
,
serviva
per
il
passaggio
degli
abitanti
e
degli
amici
della
casa
.
A
questo
portone
,
una
mattina
di
maggio
,
si
affaccia
una
bambina
bruna
,
seria
,
con
gli
occhi
castanei
,
limpidi
e
grandi
,
le
mani
e
i
piedi
minuscoli
,
vestita
di
un
grembiale
grigiastro
con
le
tasche
,
con
le
calze
di
grosso
cotone
grezzo
e
le
scarpe
rustiche
a
lacci
,
più
paesana
che
borghese
,
e
aspetta
,
dondolandosi
,
che
passi
qualcuno
o
qualcuno
si
affacci
a
una
finestra
di
fronte
,
per
comunicare
una
notizia
importante
.
Ma
la
strada
,
stretta
e
sterrata
,
in
quell
'
ora
fresca
del
mattino
è
ancora
deserta
come
un
sentiero
di
campagna
,
e
nella
vecchia
casa
di
contro
,
anch
'
essa
con
l
'
alto
muro
di
un
cortile
a
fianco
e
un
portone
rossastro
,
non
si
vede
nessuno
.
Questa
casa
è
abitata
da
un
canonico
,
un
lungo
e
nero
asceta
taciturno
,
e
da
una
sua
giovane
nipote
intelligente
,
che
avrebbe
voluto
farsi
suora
,
ma
dopo
qualche
mese
di
noviziato
è
stata
rimandata
a
casa
per
la
sua
cagionevole
salute
.
Gente
per
bene
,
semplice
e
austera
.
Il
canonico
si
lamenta
che
nessuno
,
per
la
strada
,
lo
saluti
:
è
lui
,
invece
,
che
cammina
sempre
ad
occhi
bassi
e
assorto
nelle
sue
speculazioni
religiose
:
la
nipote
,
visto
che
Dio
non
l
'
ha
voluta
in
sposa
,
si
compiace
della
corte
discreta
di
un
bel
giovane
ebanista
,
decisa
però
a
non
sposarlo
perché
non
è
un
proprietario
o
un
funzionario
come
converrebbe
a
lei
.
La
bambina
sul
portone
,
sa
queste
cose
,
e
considera
i
suoi
vicini
di
casa
come
personaggi
straordinari
.
Tutto
,
del
resto
,
è
straordinario
per
lei
:
pare
venuta
da
un
mondo
diverso
da
quello
dove
vive
,
e
la
sua
fantasia
è
piena
di
ricordi
confusi
di
quel
mondo
di
sogno
,
mentre
la
realtà
di
questo
non
le
dispiace
,
se
la
guarda
a
modo
suo
,
cioè
anch
'
esso
copi
colori
della
sua
fantasia
.
Odori
di
campagna
vengono
dal
fondo
della
strada
;
il
silenzio
è
profondo
,
e
solo
il
rintocco
delle
ore
e
dei
quarti
suonati
dall
'
orologio
della
cattedrale
,
lo
interrompono
.
Passano
le
rondini
a
volo
,
sul
cielo
azzurro
denso
,
un
po
'
basso
come
nei
paesaggi
dei
pittori
spagnoli
,
ma
anche
le
rondini
sono
silenziose
.
Finalmente
una
finestra
si
apre
nella
casa
di
fronte
,
e
un
viso
bruno
,
coi
grandi
occhi
velati
dei
miopi
,
si
sporge
a
guardare
qua
e
là
negli
sfondi
della
strada
.
È
la
signorina
Peppina
,
la
nipote
del
canonico
.
La
bambina
si
solleva
tutta
,
afferrandosi
allo
spigolo
del
portone
per
allungarsi
meglio
,
e
grida
la
notizia
per
lei
importantissima
:
-
Signora
Peppina
,
abbiamo
un
bambino
nuovo
:
un
Sebastianino
.
Risultò
poi
che
era
una
femmina
:
ma
la
bambina
desiderava
un
fratellino
;
e
se
lo
era
inventato
,
col
nome
e
tutto
.
Soddisfatta
,
rientrò
nella
cucina
e
aspettò
che
la
serva
finisse
di
cuocere
il
latte
per
la
colazione
.
Bisogna
dire
due
parole
di
questa
serva
,
che
,
a
ricordarla
,
sembra
anch
'
essa
una
invenzione
fuori
della
realtà
.
Si
chiamava
Nanna
;
e
adesso
siede
certamente
alla
destra
di
Dio
,
fedele
ancora
ai
suoi
padroni
,
nella
schiera
dei
Patriarchi
.
Da
venti
anni
era
al
servizio
della
casa
,
altri
venti
ne
doveva
trascorrere
.
Aveva
allora
trent
'
anni
;
era
venuta
bambina
,
da
un
tugurio
di
santi
poveri
,
per
badare
al
primo
bambino
dei
padroni
,
che
era
morto
dopo
pochi
mesi
dalla
nascita
,
ma
lasciando
il
posto
nella
culla
ad
un
altro
.
Primitiva
era
anche
questa
culla
,
come
scavata
nel
tronco
d
'
un
noce
,
senza
veli
né
ornamenti
,
e
non
rimaneva
mai
vuota
.
Nanna
era
ancora
una
bella
donna
,
con
gli
occhi
castanei
di
cane
buono
,
un
mazzetto
di
peli
all
'
angolo
destro
della
bocca
,
i
seni
lunghi
e
bassi
delle
razze
schiave
.
Schiava
non
era
certo
,
in
quella
casa
,
e
tutto
le
veniva
affidato
,
compresi
i
bambini
,
che
dormivano
con
lei
,
e
che
lei
si
trascinava
appresso
quando
andava
per
le
commissioni
.
Se
lavorava
giorno
e
notte
lo
faceva
volontariamente
:
andava
a
prendere
l
'
acqua
alla
fontana
,
a
lavare
i
panni
lontano
,
dove
si
trovasse
qualche
rigagnolo
,
puliva
la
farina
e
faceva
,
con
la
padrona
,
il
pane
di
frumento
e
quello
di
orzo
:
andava
a
battere
gli
olivi
nel
podere
,
a
cogliere
ghiande
per
il
maiale
,
nel
bosco
della
montagna
;
spaccava
la
legna
,
dava
da
mangiare
al
cavallo
;
le
toccava
anche
di
spazzare
il
tratto
di
strada
davanti
alla
casa
,
poiché
il
Comune
non
se
ne
incaricava
;
e
al
tempo
della
vendemmia
pigiava
l
'
uva
coi
suoi
forti
piedi
nudi
rivestiti
d
'
una
pelle
che
sembrava
conciata
.
E
lo
stipendio
glielo
serbava
il
padrone
,
che
lo
metteva
a
frutto
:
quando
ella
aveva
avuto
venti
anni
ed
era
bella
e
quasi
bionda
i
maligni
dicevano
che
il
padrone
aveva
un
debole
per
lei
;
ma
erano
chiacchiere
e
il
tempo
le
dissipò
.
Ecco
adesso
ella
cuoce
attenta
il
latte
sul
fornello
sopra
il
forno
grande
:
per
l
'
occasione
del
parto
della
padrona
si
è
messa
le
scarpe
,
senza
calze
s
'
intende
,
pronta
a
tutti
gli
ordini
:
una
ruga
le
solca
la
fronte
e
le
sue
orecchie
sono
tese
come
quelle
delle
lepri
.
La
responsabilità
della
casa
è
adesso
tutta
sua
,
ed
ella
profitta
della
sua
padronanza
solo
per
sorbirsi
qualche
tazzina
di
caffè
in
più
,
sola
sua
passione
.
I
ragazzi
vengono
uno
ad
uno
a
prendere
il
caffè
e
latte
,
che
ella
versa
nelle
rotonde
tazze
di
creta
gialla
e
rossa
:
anche
i
più
grandi
,
che
sono
maschi
e
frequentano
già
il
ginnasio
della
piccola
città
.
Il
maggiore
,
Santus
,
è
un
bel
ragazzo
col
profilo
e
gli
occhi
grandi
,
d
'
un
grigio
celeste
,
dalla
sclerotica
azzurra
:
ha
un
'
aria
pensosa
e
leale
,
veste
già
con
qualche
ricercatezza
,
e
mentre
beve
il
suo
caffè
e
latte
finisce
di
ripassare
la
lezione
di
latino
.
L
'
avvenimento
della
casa
non
lo
sorprende
né
lo
turba
:
ne
conosce
il
mistero
e
lo
accetta
come
una
cosa
naturale
.
I
suoi
sensi
sono
calmi
,
quasi
freddi
:
la
fantasia
misurata
.
Non
ama
le
donne
,
non
pensa
che
a
studiare
,
approfondire
le
cose
della
vita
,
ma
attraverso
i
libri
.
No
,
non
ho
fantasia
,
ma
forse
anche
lui
è
un
po
'
visionario
,
come
la
sorella
piccola
,
e
viene
da
un
mondo
lontano
dalla
cruda
realtà
.
Ha
fretta
di
andare
a
scuola
,
coi
libri
ben
legati
con
una
cinghia
,
e
non
si
preoccupa
se
l
'
altro
fratello
invece
ritarda
e
forse
dorme
ancora
nella
loro
camera
all
'
ultimo
piano
che
ha
due
finestre
,
una
sulla
facciata
,
l
'
altra
sui
tetti
sottostanti
della
dispensa
e
della
rimessa
e
di
altri
ripostigli
.
E
infatti
prima
di
lui
scendono
le
due
sorelle
maggiori
,
Enza
e
Giovanna
,
che
vanno
anch
'
esse
a
scuola
,
piccole
di
statura
,
quasi
eguali
come
due
gemelle
,
con
gli
occhi
celesti
e
i
capelli
neri
stretti
stretti
in
una
treccia
che
finisce
con
un
ricciolo
.
I
loro
vestiti
sono
davvero
buffi
,
con
la
sottana
larga
e
lunga
allacciata
alla
vita
intorno
alla
camicetta
a
sprone
con
le
maniche
abbondanti
:
il
tutto
di
un
tessuto
a
striscie
colorate
:
della
stessa
stoffa
è
la
borsa
per
i
libri
:
hanno
anch
'
esse
le
calze
bianche
e
gli
scarponcini
coi
chiodi
;
e
in
testa
fazzoletti
di
seta
che
già
però
esse
annodano
con
civetteria
sulla
guancia
sinistra
,
lasciando
scoperti
i
capelli
fino
a
metà
testa
.
La
piccola
,
Cosima
,
che
ancora
non
ha
l
'
età
di
andare
a
scuola
,
le
guarda
con
ammirazione
e
invidia
,
ma
anche
con
un
certo
timore
,
poiché
esse
,
specialmente
Enza
,
non
solo
non
giocano
volentieri
con
lei
,
ma
le
prodigano
pugni
,
spintoni
e
bòtte
e
parolacce
:
tutta
roba
imparata
dalle
compagne
di
scuola
.
Più
buono
,
con
lei
,
è
il
fratello
Andrea
.
Ecco
che
,
quando
le
due
sorelle
sono
già
anch
'
esse
avviate
a
scuola
,
il
ragazzo
scende
,
ma
disdegna
di
prendere
il
caffè
e
latte
;
roba
di
donnicciuole
,
dice
.
Lui
mangerebbe
già
una
fetta
di
carne
rossa
mezzo
cruda
,
e
non
essendoci
questa
si
contenta
di
tirar
giù
il
canestro
dei
servi
e
rosicchia
coi
suoi
forti
denti
il
pane
duro
e
una
crosta
di
formaggio
.
Nanna
gli
va
appresso
supplichevole
,
con
la
tazza
colma
in
mano
:
poiché
questo
Andrea
è
il
suo
idolo
maggiore
,
il
suo
affanno
e
la
sua
preoccupazione
.
-
Mi
sembri
un
pastore
,
-
dice
,
mettendogli
davanti
la
tazza
.
-
Prendi
questo
;
prendi
,
agnello
;
il
maestro
ti
sentirà
l
'
odore
di
formaggio
.
-
E
lui
,
chi
è
?
Io
sono
un
pastore
ricco
,
ma
lui
è
un
povero
accattone
,
un
ubriacone
pidocchioso
.
Così
parla
Andrea
del
suo
professore
di
latino
;
e
lo
dice
con
convinzione
poiché
tutta
la
gente
che
vive
di
lavoro
intellettuale
è
per
lui
più
povera
dei
mandriani
e
dei
manovali
.
La
sua
mentalità
è
davvero
da
ricco
pastore
,
che
fa
una
vita
rude
ma
ha
bestiame
,
terre
e
denaro
;
e
sopra
tutto
libertà
di
azione
,
tanto
per
il
bene
come
per
il
male
.
Anche
la
sua
persona
è
tozza
,
squadrata
,
le
vesti
trasandate
;
ma
la
testa
è
caratteristica
,
possente
,
tutta
capelli
nerissimi
;
il
profilo
è
camuso
,
con
le
labbra
sensuali
;
gli
occhi
d
'
un
grigio
dorato
,
corruscanti
come
quelli
del
falco
.
Non
ama
lo
studio
,
ed
è
felice
solo
quando
può
scappare
di
casa
,
a
cavallo
,
come
un
centauro
adolescente
.
Nessuno
gli
ha
insegnato
a
cavalcare
:
eppure
egli
monta
anche
senza
sella
sui
puledri
indomiti
,
e
i
suoi
urli
per
aizzarli
gareggiano
coi
loro
nitriti
.
Nell
'
accorgersi
di
Cosima
,
che
se
ne
stava
quieta
seduta
su
una
seggiolina
bassa
,
con
la
scodella
in
grembo
,
le
sorrise
e
prima
di
uscire
le
si
avvicinò
dicendole
sottovoce
,
con
un
accento
sommesso
di
complicità
:
-
Domenica
ti
porterò
,
a
cavallo
,
al
Monte
:
ma
zitta
,
eh
!
I
grandi
occhi
di
lei
si
aprirono
,
lucenti
di
gioia
e
di
speranza
:
e
questa
promessa
del
fratello
,
piena
di
lusinghe
e
di
visioni
straordinarie
,
si
mischiò
alle
sue
fantasticherie
,
intorno
al
mistero
della
creatura
nata
quella
notte
in
casa
,
venuta
non
si
sa
di
dove
,
come
,
né
perché
.
Questa
nascita
,
inoltre
,
portava
un
certo
cambiamento
di
vita
.
Le
due
sorelle
maggiori
dovevano
sistemarsi
nella
camera
alta
,
per
lasciare
posto
,
nel
letto
di
Nanna
,
a
lei
Cosima
,
e
alla
piccola
Beppa
che
ancora
dormiva
nella
culla
in
camera
dei
genitori
.
Beppa
aveva
circa
tre
anni
,
ma
ne
dimostrava
di
meno
e
ancora
non
parlava
bene
perché
aveva
la
cartilagine
sotto
la
lingua
più
corta
del
solito
:
e
si
parlava
di
fare
un
piccolo
taglio
per
sciogliere
la
lingua
dal
suo
impaccio
.
Ecco
che
anche
lei
fa
comparsa
in
cucina
,
portata
a
mano
dalla
nonna
.
La
nonna
non
viveva
con
loro
ma
aveva
passato
la
notte
in
casa
per
assistere
,
lei
,
col
solo
aiuto
di
Nanna
,
la
figlia
partoriente
.
E
tutto
era
andato
bene
,
senza
strepiti
,
senza
disordine
.
Adesso
la
puerpera
e
la
bambina
riposavano
,
e
anche
il
padre
,
che
aveva
vegliato
tutta
la
notte
leggendo
o
passeggiando
silenzioso
nella
camera
attigua
a
quella
della
moglie
,
s
'
era
addormentato
su
un
vecchio
sofà
.
La
nonna
invece
non
sentiva
il
bisogno
di
dormire
,
sebbene
fosse
una
piccolissima
donna
fragile
,
quasi
nana
,
con
mani
e
piedi
da
bambina
;
e
anche
gli
occhi
color
nocciola
,
con
lunghe
ciglia
nere
,
erano
pieni
d
'
innocenza
,
come
mai
avessero
veduto
l
'
ombra
del
male
.
Una
cuffietta
di
panno
nero
le
raccoglieva
i
capelli
già
bianchi
,
ma
qualche
ricciolo
scappava
sulla
nuca
e
sulle
orecchie
,
e
le
dava
un
'
aria
sbarazzina
.
Le
nipotine
la
consideravano
come
una
loro
eguale
,
mentre
avevano
suggezione
della
madre
,
e
Cosima
provava
uno
strano
senso
di
sogno
quando
la
vedeva
comparire
d
'
improvviso
.
Ma
più
che
di
sogno
era
un
senso
fisico
di
ricordo
inafferrabile
,
una
lieve
vertigine
,
come
un
baleno
sanguigno
,
che
più
tardi
ella
si
spiegò
col
crederlo
un
affiorare
e
subito
di
nuovo
sommergersi
di
vita
anteriore
rimasta
o
rinata
nel
subcosciente
.
La
nonna
,
poi
,
le
ricordava
,
-
ma
questo
un
po
'
volontariamente
,
-
certe
donnine
favolose
,
o
piccole
fate
,
buone
o
cattive
secondo
l
'
occasione
,
che
la
leggenda
popolare
affermava
abitassero
un
tempo
in
piccole
case
di
pietra
,
scavate
nella
roccia
,
specialmente
negli
altipiani
granitici
del
luogo
.
E
queste
minuscole
abitazioni
preistoriche
esistevano
ed
esistono
ancora
,
monumenti
megalitici
che
risalgono
a
epoche
remote
,
chiamati
appunto
le
Case
delle
piccole
Fate
.
La
nonnina
prese
il
caffè
,
fece
mangiare
e
poi
lavò
la
piccola
,
e
infine
mandò
la
serva
a
fare
la
spesa
:
spesa
presto
fatta
,
poiché
in
casa
c
'
erano
tutte
le
provviste
,
compreso
il
pane
,
e
non
si
trattava
che
di
comprare
la
carne
per
il
brodo
,
o
un
po
'
di
pesce
,
se
per
caso
raro
venuto
dalla
spiaggia
orientale
dell
'
isola
.
Cosima
,
con
la
sua
scodella
vuota
,
era
incerta
se
seguire
la
serva
nella
breve
uscita
mattutina
,
o
eseguire
un
suo
progetto
.
Voleva
penetrare
nella
camera
della
mamma
e
vedere
la
bambina
;
profittò
quindi
del
momento
in
cui
la
nonna
attingeva
l
'
acqua
dal
pozzo
,
per
infilarsi
nelle
scale
silenziose
.
Dopo
la
prima
rampata
,
tutta
di
scalini
di
granito
,
su
un
piccolo
pianerottolo
si
apriva
l
'
uscio
di
una
specie
di
dispensa
,
col
pavimento
di
legno
e
il
soffitto
,
come
quello
della
cucina
,
di
canne
che
formavano
un
graticcio
solido
e
fresco
.
Di
solito
l
'
uscio
era
chiuso
a
chiave
:
questa
volta
,
nella
confusione
della
notte
,
era
stato
lasciato
aperto
.
E
prima
di
proseguire
verso
la
sua
mèta
,
Cosima
non
esitò
ad
esplorare
la
grande
stanza
,
che
anch
'
essa
rappresentava
per
lei
un
ripostiglio
di
misteri
.
E
ce
n
'
era
ragione
:
poiché
le
cose
e
gli
oggetti
più
disparati
stavano
raccolti
là
dentro
,
in
una
vaga
luce
che
penetrava
dallo
sportello
di
una
finestra
tutta
d
'
un
pezzo
,
aperto
su
un
lontano
sfondo
di
orizzonte
montuoso
.
Mucchi
di
frumento
,
di
orzo
,
di
mandorle
,
di
patate
,
occupavano
gli
angoli
,
mentre
una
tavola
lunga
era
sovraccarica
di
lardo
e
di
salumi
,
e
intorno
i
cestini
di
asfodelo
pieni
di
fave
,
fagiuoli
,
lenticchie
e
ceci
,
facevano
corte
agli
orci
di
strutto
,
di
conserve
,
di
pomidori
secchi
e
salati
.
Ma
quello
che
più
attirava
la
bramosia
di
Cosima
erano
alcuni
grappoli
d
'
uva
e
di
pere
raggrinzite
che
ancora
pendevano
da
una
delle
travi
di
sostegno
del
soffitto
:
un
'
ape
,
o
una
vespa
che
fosse
,
vi
ronzava
intorno
beata
,
mentre
a
lei
non
era
permesso
di
toccare
un
acino
:
sapeva
però
che
c
'
era
una
canna
,
spaccata
in
cima
,
per
staccare
il
giunco
che
legava
i
grappolo
e
tirarli
giù
in
salvamento
:
la
trovò
,
dietro
l
'
uscio
,
la
sollevò
come
lo
scaccino
quando
accende
in
alto
le
candele
:
l
'
ape
volò
via
,
un
grappolo
fu
afferrato
,
ma
a
metà
discesa
scappò
dei
denti
della
canna
,
cadde
,
si
sciolse
sul
pavimento
come
una
collana
rotta
.
Sulle
prime
ella
si
sbigottì
;
poi
pensò
che
la
mamma
,
la
più
severa
della
casa
,
non
poteva
accorgersi
del
piccolo
disastro
;
e
con
una
pazienza
di
volontà
che
lei
sola
possedeva
,
raccolse
uno
per
uno
gli
acini
,
li
mise
dentro
il
suo
fazzoletto
,
fece
sparire
i
raspi
e
il
giunco
,
ripose
la
canna
,
e
quando
ogni
traccia
del
danno
scomparve
,
pensò
che
sarebbe
anche
lei
stata
buona
,
come
sentiva
raccontare
dai
servi
quando
ritornavano
di
campagna
,
a
commettere
un
furto
,
un
abigeato
,
e
farne
sparire
le
traccie
in
modo
che
nessuno
avrebbe
mai
sospettato
il
vero
colpevole
.
Queste
fantasie
barbariche
non
le
mancavano
nella
mente
;
ma
erano
gli
stessi
servi
e
gli
altri
paesani
che
frequentavano
la
casa
,
e
spesso
anche
i
borghesi
,
i
parenti
,
gli
amici
del
babbo
,
gli
ospiti
che
venivano
dai
paesi
dei
monti
e
delle
valli
,
a
seminarle
nei
fanciulli
curiosi
e
sensibili
coi
racconti
delle
avventure
brigantesche
che
allora
fiorivano
come
un
residuo
di
imprese
e
di
guerriglie
medioevali
,
in
un
raggio
di
chilometri
e
chilometri
intorno
.
Con
questi
fermenti
,
i
ragazzi
però
venivano
su
anche
coraggiosi
,
pronti
a
combattere
coi
malviventi
,
e
le
ragazza
,
anche
se
piccole
,
come
Cosima
,
avevano
già
istinti
di
amazzoni
.
La
educazione
materna
,
tutta
religione
e
austerità
,
smorzava
fin
che
poteva
la
vivezza
interiore
dei
figli
;
e
più
ancora
avrebbe
fatto
quella
paterna
,
poiché
il
capo
della
famiglia
,
il
signor
Antonio
,
era
l
'
uomo
più
mite
e
giusto
della
regione
:
ma
egli
era
troppo
occupato
nei
suoi
affari
,
spinto
dal
bisogno
di
assicurare
una
solida
agiatezza
ai
figli
,
per
potersi
dedicare
anche
alla
loro
ricchezza
spirituale
.
Li
mandava
a
scuola
,
è
vero
,
e
in
sua
presenza
essi
,
sia
per
rispetto
e
affetto
naturali
verso
di
lui
,
sia
per
ipocrisia
,
si
mostravano
buoni
e
beneducati
.
Cosima
,
poi
,
sentiva
per
lui
un
senso
sconfinato
di
confidenza
e
qualche
volta
anche
di
ammirazione
.
Non
si
preoccupò
,
quindi
,
nel
vederlo
apparire
in
alto
,
sul
pianerottolo
del
primo
piano
,
mentre
ella
saliva
il
secondo
rampante
delle
scale
.
Adesso
gli
scalini
erano
di
lavagna
,
bene
illuminati
dalla
finestra
del
pianerottolo
:
e
questo
era
grande
come
una
camera
,
con
un
armadio
a
muro
ricoperto
da
una
tendina
di
percalle
,
la
macchina
da
cucire
e
alcune
sedie
;
e
vi
si
aprivano
gli
usci
della
camera
matrimoniale
e
di
un
'
altra
che
serviva
anch
'
essa
per
gli
ospiti
,
quando
erano
più
di
uno
,
il
che
avveniva
spesso
.
Da
questa
camera
,
che
era
la
meglio
arredata
della
casa
,
con
due
finestre
,
una
sulla
strada
l
'
altra
sul
cortile
,
il
sofà
e
un
tavolino
rotondo
intarsiato
di
legno
bianco
,
usciva
appunto
in
quel
momento
il
signor
Antonio
,
fermandosi
ad
origliare
all
'
uscio
della
moglie
.
Nell
'
accorgersi
della
piccola
Cosima
le
accennò
di
non
far
rumore
:
ed
ella
si
fermò
appoggiata
alla
parte
della
scala
,
intimidita
ma
non
troppo
.
Il
babbo
era
sopra
di
lei
;
le
sembrava
alto
,
quasi
gigantesco
,
mentre
invece
era
piccolo
e
un
po
'
grasso
.
Ma
se
le
gambe
erano
corte
,
il
busto
era
forte
,
grande
,
e
la
testa
grossa
,
calva
,
con
una
ghirlandina
di
ricciolo
già
grigi
che
dalle
orecchie
rosee
pendeva
intorno
alla
nuca
possente
.
E
anche
il
viso
sembrava
a
Cosima
il
più
straordinario
di
tutti
quelli
che
conosceva
:
un
viso
in
realtà
pieno
di
carattere
,
con
la
fronte
alta
,
il
naso
corto
a
scarpa
,
la
bocca
piccola
e
stretta
fra
il
grande
labbro
superiore
e
il
mento
quadrato
.
Glabro
ma
sempre
con
un
po
'
di
prepotente
peluria
sulle
guancie
larghe
,
aveva
,
quel
viso
semplice
di
paesano
diventato
borghese
,
i
segni
e
i
solchi
di
una
intelligenza
e
di
una
saggezza
non
comuni
;
e
gli
occhi
grigi
o
azzurri
o
verdastri
secondo
la
luce
del
momento
,
potevano
essere
quelli
di
un
santo
ma
anche
quelli
di
un
guerriero
.
In
quel
momento
erano
azzurri
,
quasi
riflettendo
il
colore
del
cielo
sopra
la
finestra
,
e
ammiccavano
infantilmente
verso
la
bambina
appoggiata
alla
parete
;
ma
subito
si
fecero
grigi
,
poiché
nella
camera
si
udiva
un
vagito
.
Allora
accennò
a
Cosima
di
salire
e
aprì
l
'
uscio
.
La
bambina
si
sentì
battere
il
cuore
.
Come
faceva
il
padre
a
indovinare
il
suo
desiderio
?
Si
trovò
nella
camera
,
dietro
di
lui
,
e
rivide
le
note
cose
:
il
letto
grande
con
una
sopracoperta
di
percalle
a
fiori
,
la
consolle
di
noce
,
che
era
il
mobile
più
elegante
della
casa
,
i
quadri
,
il
caminetto
bianco
:
ma
tutto
le
parve
mutato
,
come
se
una
luce
di
miracolo
avesse
dato
alle
cose
un
aspetto
diverso
,
d
'
incantamento
,
come
quando
si
vedono
riflesse
nell
'
acqua
od
anche
sui
vetro
spalancati
di
una
finestra
;
e
quel
riverbero
si
spandeva
da
una
fonte
straordinaria
:
da
un
canestro
di
asfodelo
,
deposto
sulla
pietra
del
camino
,
e
dove
,
fra
cuscini
e
pannolini
,
era
la
neonata
.
Fasciata
con
le
manine
dentro
,
come
allora
si
usava
,
aveva
la
testina
coperta
da
una
cuffietta
di
trina
rosa
;
e
da
questa
cuffietta
il
viso
rosso
,
gonfio
,
con
la
bocca
già
spalancata
al
pianto
,
dava
l
'
idea
di
un
boccio
che
si
spacca
per
fiorire
.
Per
Cosima
fu
una
delusione
:
poiché
ella
si
era
immaginata
la
nuova
sorellina
già
tutta
ricciuta
,
bionda
e
levigata
come
il
bambino
che
nel
quadro
sopra
il
letto
era
tenuto
in
braccio
da
un
bonario
e
rossastri
san
Giuseppe
,
e
da
qualunque
parte
lo
si
guardasse
volgeva
gli
occhioni
celesti
come
un
pargolo
vivo
.
La
madre
sonnecchiava
:
lei
sola
non
era
cambiata
,
col
suo
pallido
viso
dal
naso
un
po
'
aquilino
,
la
bocca
già
appassita
e
i
capelli
già
grigi
:
né
giovane
né
vecchia
,
come
la
bambina
l
'
aveva
sempre
conosciuta
;
né
allegra
né
triste
,
quasi
impassibile
e
quasi
enigmatica
.
Quando
al
padre
parve
che
Cosima
avesse
soddisfatto
la
sua
curiosità
,
le
accennò
di
andarsene
;
ed
ella
se
ne
andò
,
ma
profittando
sempre
dell
'
occasione
continuò
ad
esplorare
la
casa
.
Visitò
la
camera
dall
'
altro
lato
del
pianerottolo
;
passò
il
dito
sugli
intarsi
del
vecchio
sofà
le
cui
molle
si
erano
abbassate
.
Le
piacevano
i
mobili
diversi
dai
soliti
di
casa
;
e
invero
anche
le
sedie
imbottite
,
di
noce
e
di
stoffa
verdastra
,
che
completavano
l
'
arredamento
di
quella
camera
quasi
signorile
,
erano
interessanti
;
poiché
il
sedile
era
mobile
e
si
poteva
toglierlo
dal
fondo
della
sedia
per
spazzolarlo
con
comodo
.
Ecco
che
ella
ne
solleva
uno
piano
piano
,
osservandone
l
'
imbottitura
interna
sostenuta
da
striscie
di
grossa
tela
;
e
pensa
che
se
avesse
qualche
cosa
da
nascondere
,
quello
sarebbe
il
posto
migliore
.
Nascondere
!
Questa
,
anche
,
era
una
delle
sue
più
segrete
e
forti
aspirazioni
,
e
questa
,
anche
,
si
spiegò
più
tardi
,
collegandola
all
'
istinto
degli
avi
che
vivevano
sulle
montagne
e
nascondevano
le
loro
cose
per
sottrarle
alla
rapina
dei
nemici
.
Poi
ritornò
sulla
scala
;
altre
cose
interessanti
,
per
lei
,
erano
una
finestrina
vuota
aperta
sulla
parete
interna
fra
una
rampata
e
l
'
altra
,
e
,
affaciandovisi
,
ella
fantasticava
un
precipizio
,
una
cascata
di
lava
soffermatasi
con
quei
gradini
azzurrognolo
;
e
sopra
tutto
una
finestra
più
grande
,
segnata
ma
non
aperta
sull
'
alto
della
parere
che
finiva
sul
soffitto
.
Chi
aveva
segnato
quell
'
apertura
che
non
si
apriva
,
quel
rettangolo
scavato
sul
muro
che
,
se
sfondato
,
avrebbe
lasciato
vedere
un
grande
orizzonte
di
cielo
e
di
lontananza
?
Forse
era
stato
un
capriccio
del
muratore
,
forse
si
pensava
a
una
sopraelevazione
della
casa
,
cui
sarebbe
stata
poi
utile
quell
'
apertura
:
ad
ogni
modo
,
Cosima
si
incantava
ogni
volta
a
guardarla
;
l
'
apriva
con
la
sua
fantasia
,
e
mai
in
vita
sua
vide
un
orizzonte
più
ampio
e
favoloso
di
quello
che
si
immaginava
nello
sfondo
di
quel
segno
polveroso
e
pieno
di
ragnatele
.
Però
,
anche
l
'
armadio
a
muro
del
pianerottolo
,
era
della
stessa
famiglia
;
e
poiché
nella
camera
della
madre
s
'
era
di
nuovo
fatto
silenzio
,
ella
ridiscese
cauta
,
e
sollevò
la
tendina
di
percalle
a
fiori
rossi
e
gialli
.
Tante
cose
straordinarie
arricchivano
le
due
mensole
trasversali
:
a
quella
più
alta
Cosima
non
poteva
arrivarci
,
e
doveva
allontanarsi
di
due
passi
per
vederci
bene
;
ed
era
giusto
che
le
cose
lassù
non
dovessero
toccarsi
,
come
non
si
toccano
i
sacri
oggetti
dell
'
altare
.
Con
l
'
altare
la
mensola
aveva
qualche
rassomiglianza
,
coi
quattro
candelabri
in
fila
,
due
di
ottone
,
due
di
rame
;
e
in
mezzo
un
vaso
di
vetro
;
ma
l
'
oggetto
più
meraviglioso
era
un
grande
piatto
di
cristallo
,
finemente
inciso
come
nel
diamante
appoggiato
alla
parete
di
fondo
;
Cosima
non
ricordava
di
averlo
mai
veduto
adoperare
,
e
neppure
aveva
un
'
idea
dell
'
uso
che
poteva
farsene
;
questo
lo
rendeva
più
raro
,
quasi
misterioso
:
le
pareva
,
vagamente
,
un
simbolo
,
un
piatto
sacro
,
proveniente
da
antichi
tesori
,
e
magari
una
immagine
del
sole
,
della
luna
,
dell
'
ostensorio
quando
il
sacerdote
lo
innalza
e
lo
fa
vedere
alle
folle
adoranti
.
E
lei
lo
adorava
davvero
quel
piatto
,
alto
,
intoccabile
;
lo
adorava
,
-
e
questo
anche
lo
capì
molto
più
tardi
,
-
perché
rappresentava
l
'
arte
e
la
bellezza
.
Nella
mensola
di
sotto
c
'
erano
stoviglie
,
ampolle
,
e
alcune
tazze
per
caffè
,
bellissime
anch
'
esse
,
dipinte
di
rose
pallide
e
dorature
delicate
;
e
i
relativi
cucchiaini
di
ottone
,
col
manico
lavorato
;
fin
qui
il
dito
di
Cosima
poteva
arrivare
,
ma
solo
il
dito
,
per
sfiorare
una
rosellina
sul
candore
della
porcellana
,
come
si
sfiora
una
rosa
vera
che
è
proibito
di
cogliere
;
poi
la
tenda
ricade
,
come
un
sipario
,
su
quell
'
altare
,
su
quel
giardino
;
ed
ella
ritorna
sulla
scala
,
conta
i
gradini
,
è
sull
'
ultimo
pianerottolo
,
quasi
eguale
a
quello
di
sotto
;
ma
invece
dell
'
armadio
a
muro
c
'
è
qui
un
'
altra
comodità
:
due
fornelli
,
caso
mai
si
dovesse
un
giorno
servirsi
di
quell
'
ambiente
per
uso
di
cucina
.
E
la
piccola
sognatrice
pensa
che
un
giorno
dovrà
anche
lei
sposarsi
,
come
la
madre
,
come
le
zie
,
e
abitare
lassù
.
E
in
quei
fornelli
manipolare
i
cibi
per
sé
e
la
famiglia
.
Per
adesso
le
due
camere
,
a
destra
e
a
sinistra
,
coi
pavimenti
di
legno
quasi
ancora
grezzo
,
sono
le
più
povere
della
casa
;
con
lettini
di
ferro
,
i
paglierecci
pieni
di
foglie
crepitanti
di
granone
,
una
tavola
,
alcune
sedie
.
Ma
in
quella
dei
ragazzi
esiste
pure
una
grande
ricchezza
;
uno
scaffale
pieno
di
libri
:
libri
vecchi
e
libri
nuovi
,
alcuni
di
scuola
,
altri
comprati
da
Santus
nell
'
unica
libreria
della
piccola
città
.
Cosima
non
sa
ancora
leggere
,
ma
capisce
le
figure
,
e
sebbene
anche
qui
sia
proibito
di
toccare
,
apre
piano
piano
un
grande
libro
di
fogli
grossi
,
anzi
di
cartoni
color
cilestrino
,
tutti
segnati
di
punti
gialli
,
ch
'
ella
sa
che
cosa
sono
:
sono
le
stelle
,
nell
'
atlante
celeste
.
Dopo
di
che
non
le
rimane
che
guardare
dalle
finestre
aperte
;
una
sulla
strada
,
l
'
altra
sullo
spazio
dell
'
orto
e
poi
su
degli
orti
attigui
,
fin
dove
questi
scendono
alla
valle
invisibile
,
dalla
quale
si
sollevano
i
monti
:
monti
grigi
vicini
,
con
macchie
di
boschi
,
con
profili
marcati
di
roccie
,
con
torri
di
granito
:
monti
più
lontani
,
di
calcare
azzurrognolo
,
quasi
luminosi
al
sole
di
maggio
;
e
altri
monti
ancora
,
più
alti
,
più
azzurri
,
evanescenti
,
monti
di
leggenda
e
di
sogno
.
La
finestra
che
guarda
è
meno
pittoresca
,
ma
anch
'
essa
interessante
e
viva
.
Solo
un
breve
marciapiede
corre
davanti
la
casa
:
il
resto
della
strada
è
selciato
di
ciottoli
,
con
una
cunetta
centrale
per
lo
scolo
dell
'
acqua
piovana
.
Le
case
sono
abbastanza
civili
;
appartengono
quasi
tutte
ai
parenti
del
signor
Antonio
.
Quella
in
fondo
è
del
fratello
prete
,
don
Ignazio
tabaccone
e
trasandato
;
poi
viene
quella
di
zia
Paolina
,
vedova
benestante
con
figli
pastori
e
agricoltore
;
poi
anche
quella
di
zia
Tonia
,
anche
lei
benestante
,
con
un
figlio
che
studia
per
droghiere
.
Il
padre
di
questo
ragazzo
è
morto
,
tuttavia
zia
Tonia
non
è
vedova
;
poiché
ha
preso
un
secondo
marito
,
ma
dopo
un
mese
di
matrimonio
lo
ha
cacciato
via
di
casa
,
e
infine
si
è
separata
legalmente
da
lui
;
è
una
donna
simpatica
,
energica
,
intelligente
,
e
le
persone
più
gioviali
del
quartiere
la
visitano
giornalmente
nelle
ore
di
riposo
;
giocano
a
carte
,
discutono
,
combinano
burle
,
mascherate
di
carnevale
,
tengono
allegro
tutto
il
vicinato
.
La
casa
più
importante
è
però
quella
abitata
dal
canonico
,
di
fronte
:
un
vero
fortilizio
,
con
cortili
e
giardini
interni
,
uno
dei
quali
,
quasi
pensile
,
pieno
di
rose
,
di
melograni
,
con
un
gelso
alto
carico
di
piccolo
frutti
violetti
.
Di
là
si
stende
un
panorama
di
case
e
casupole
che
formano
il
quartiere
più
caratteristico
e
popolare
della
piccola
città
,
e
il
campanile
bianco
della
chiesa
del
Rosario
emerge
sopra
i
tetti
bassi
e
scuri
come
un
faro
tra
gli
scogli
.
Adesso
il
signor
Antonio
è
nella
stanza
al
pianterreno
,
seduto
allo
scrittoio
,
e
sbriga
la
sua
corrispondenza
,
adoperando
certi
grandi
fogli
a
quadretti
che
,
scritta
con
la
sua
nitida
e
sobria
calligrafia
la
lettera
,
egli
piega
in
modo
da
formare
una
busta
e
questa
ferma
e
sigilla
con
certe
piccole
ostie
colorate
che
sono
una
delle
altre
attrazioni
di
Cosima
.
La
corrispondenza
riguarda
quasi
tutta
affari
abbastanza
ingenti
;
una
delle
lettere
è
indirizzata
a
uno
spedizioniere
della
costa
,
che
si
occupa
di
caricare
su
un
battello
mercantile
partite
di
carbone
vegetale
e
di
cenere
spedite
dal
signor
Antonio
;
un
'
altra
per
un
proprietario
che
vuol
vendere
un
bosco
,
appunto
per
il
taglio
da
ridurre
a
carbone
e
cenere
;
un
'
altra
ad
un
capomacchia
dell
'
Appennino
pistoiese
,
che
deve
arrivare
con
un
nucleo
di
operai
sul
posto
,
specializzati
per
la
lavorazione
delle
carbonaie
.
Ma
c
'
è
anche
una
lettera
di
amicizia
,
per
il
signor
Francesco
,
possidente
,
di
un
paese
distante
cinque
ore
di
viaggio
a
cavallo
dalla
piccola
città
.
Da
tanti
anni
il
signor
Antonio
e
il
signor
Francesco
sono
amici
,
anzi
compari
,
poiché
il
secondo
ha
tenuto
a
battesimo
la
piccola
Cosima
;
adesso
l
'
amico
gli
scrive
per
annunziargli
la
nascita
dell
'
ultima
bambina
,
e
lo
invita
per
la
nuova
festa
battesimale
.
Poi
cominciarono
ad
arrivare
le
visite
.
Dapprima
fu
don
Sebastiano
,
il
fratello
della
puerpera
.
In
quel
tempo
i
preti
sceglievano
la
loro
carriera
per
non
saper
che
altro
fare
;
ma
lo
zio
Sebastiano
,
sebbene
di
famiglia
povera
,
aveva
scelta
la
sua
per
vocazione
sincera
.
Era
un
uomo
intelligente
e
anche
colto
,
che
sapeva
di
lettere
e
di
latino
,
tanto
che
una
volta
,
essendo
stato
a
Roma
,
con
un
sacerdote
polacco
che
non
conosceva
l
'
italiano
si
erano
perfettamente
intesi
nella
lingua
di
Cicerone
.
Al
contrario
dell
'
altro
prete
di
famiglia
,
don
Ignazio
,
fratello
del
signor
Antonio
,
egli
amava
la
povertà
,
era
di
umore
allegro
,
e
l
'
unica
sua
debolezza
era
di
mandar
giù
,
fin
dalla
mattina
,
bicchierini
di
acquavite
e
di
vino
buono
.
Fu
Cosima
a
riceverlo
,
poiché
il
padre
finiva
le
sue
lettere
:
egli
sedette
a
gambe
aperte
,
nella
stanza
da
pranzo
,
tirando
su
la
sottana
sui
pantaloni
neri
sui
quali
pendevano
due
larghe
tasche
colme
di
carte
,
di
libri
e
di
altre
cose
;
mise
il
cappello
sulla
sedia
accanto
e
il
suo
viso
roseo
e
sodo
,
col
naso
corto
,
s
'
illuminò
di
gioia
quando
la
serva
gli
portò
un
calice
di
vino
bianco
.
Anche
la
manina
piccola
gli
si
era
avvicinata
con
confidenza
,
e
tirava
una
di
quelle
tasche
misteriose
che
attiravano
a
lui
i
fanciulli
come
comandava
Gesù
:
anzi
,
la
manina
di
lei
s
'
introdusse
nella
spaccatura
di
quella
specie
di
bisaccia
,
e
ne
trasse
un
piccolo
dolce
schiacciato
nel
suo
involucro
di
carta
velina
.
Cosima
volle
sgridarla
;
le
diede
un
colpettino
sulla
mano
,
ma
avrebbe
voluto
frugare
anche
lei
,
e
più
a
fondo
,
nelle
tasche
dello
zio
.
Egli
lasciava
fare
,
ridendo
;
poi
prese
entrambe
le
bambine
fra
le
sue
gambe
e
le
strinse
piuttosto
forte
,
mentre
traeva
dolci
,
frutta
secche
e
giuggiole
dalla
profondità
delle
saccocce
.
Ne
trasse
anche
due
numeri
della
Unità
cattolica
,
il
giornale
listato
a
nero
per
il
lutto
del
perduto
potere
temporale
del
pontefice
,
e
li
porse
al
signor
Antonio
,
entrato
in
qual
momento
.
Era
il
solo
giornale
che
essi
leggevano
,
passandoselo
uno
con
l
'
altro
;
e
anche
quella
mattina
discussero
l
'
articolo
di
fondo
di
don
Margotti
,
e
poi
la
critica
acerba
che
si
faceva
alla
moglie
di
un
ministro
del
Governo
usurpatore
;
poiché
la
signora
era
intervenuta
ad
una
festa
da
ballo
con
un
vestito
che
si
diceva
costasse
la
favolosa
somma
di
venti
mila
lire
.
Poi
andarono
tutti
,
comprese
le
bambine
che
si
attaccavano
alla
sottana
dello
zio
come
a
quella
di
una
donna
,
a
vedere
la
puerpera
.
Fu
,
quello
,
un
inverno
lungo
e
crudelissimo
,
quale
mai
non
s
'
era
conosciuto
.
Prima
venne
una
gran
neve
che
seppellì
i
monti
e
i
paesi
;
davanti
alla
casa
si
alzò
,
in
una
notte
,
oltre
un
metro
e
si
dovette
praticare
una
scia
,
in
mezzo
,
per
poter
passare
senza
affondarsi
.
I
ragazzi
,
sulle
prime
,
erano
felici
,
specialmente
quelli
che
avevano
la
scusa
di
non
andare
a
scuola
.
Andrea
fece
nell
'
orto
una
grande
statua
monumentale
,
con
due
castagne
per
pupille
e
un
berretto
di
pelo
in
testa
:
Santus
invece
tentò
di
andare
a
scuola
,
ma
dovette
tornare
indietro
perché
le
Scuole
erano
in
un
antico
Convento
al
limite
estremo
della
cittadina
e
la
neve
era
così
alta
che
non
ci
si
poteva
arrivare
.
Allora
lo
studente
si
chiuse
nella
camera
alta
,
con
un
freddo
siberiano
,
e
si
mise
a
studiare
.
Quella
che
più
si
divertiva
era
Cosima
.
Per
la
prima
volta
vedeva
la
neve
in
tutta
la
sua
terribile
bellezza
,
e
le
cose
le
sembravano
infinitamente
grandi
,
trasformate
in
nuvole
.
Un
altro
spettacolo
per
lei
meraviglioso
era
il
fuoco
.
Tutti
i
camini
erano
accesi
e
anche
il
focolare
centrale
della
cucina
;
pareva
che
la
fiamma
scaturisse
naturale
dal
pavimento
,
piegandosi
di
qua
e
di
là
curiosa
e
quasi
desiderosa
di
staccarsi
e
correre
intorno
;
il
fumo
saliva
verso
il
soffitto
e
verso
ogni
apertura
,
ma
tornava
indietro
come
respinto
dal
freddo
di
fuori
,
e
allora
si
faceva
dispettoso
e
annoiava
la
gente
.
Per
fortuna
un
servo
era
tornato
il
giorno
prima
dal
seminerio
,
cioè
dai
campi
ove
seminava
il
grano
,
e
adesso
,
bloccato
dalla
neve
,
restava
in
casa
e
si
rendeva
utile
in
cento
modi
:
spezzava
la
legna
sotto
la
tettoia
,
badava
al
cavallo
confinato
nella
stalla
,
al
maiale
e
alle
galline
rattrappite
dal
freddo
,
attizzava
il
fuoco
,
attingeva
l
'
acqua
dal
pozzo
,
e
infine
andò
anche
in
cerca
di
un
po
'
di
carne
per
fare
il
brodo
ai
padroni
.
Le
altre
provviste
erano
tutte
in
casa
,
e
non
c
'
era
da
aver
paura
anche
se
la
neve
durava
per
settimane
intere
.
Verso
sera
infatti
ricominciò
a
cadere
,
fitta
e
incessante
;
furono
chiuse
e
sprangate
porte
e
finestre
,
quasi
contro
un
nemico
,
e
nel
silenzio
profondo
le
voci
della
casa
vibrarono
come
in
un
rifugio
di
montagna
.
Nella
stanza
da
pranzo
,
c
'
era
anche
un
braciere
intorno
al
quale
sedevano
la
madre
e
le
bambine
:
Cosima
cercò
di
prender
posto
fra
le
sorelle
,
ma
le
due
,
al
solito
,
la
respinsero
e
la
punzecchiarono
,
nonostante
i
rimproveri
della
madre
:
paziente
e
silenziosa
ella
si
ritrasse
e
se
ne
andò
in
cucina
.
Lì
si
stava
forse
meglio
,
sebbene
il
fumo
continuasse
a
velare
l
'
ambiente
.
La
serva
sedeva
davanti
al
camino
e
già
sonnecchiava
,
mentre
il
servo
stava
lontano
dal
fuoco
,
poiché
un
uomo
forte
non
ha
e
non
deve
avere
freddo
,
e
,
per
spirito
d
'
imitazione
,
Andrea
gli
sedeva
accanto
,
entrambi
su
due
seggioline
basse
.
Cosima
a
sua
volta
sedette
a
fianco
della
serva
e
le
posò
la
testa
sul
grembo
un
po
'
grasso
e
tiepido
.
Il
servo
era
un
uomo
dei
paesi
:
si
chiamava
Proto
;
basso
e
tozzo
,
con
una
gran
barba
rossiccia
quadrata
e
gli
occhi
verdognoli
,
aveva
un
aspetto
quasi
fratesco
;
e
infatti
era
molto
religioso
e
semplice
,
di
una
innata
bontà
francescana
;
raccontava
sempre
storie
di
Santi
,
sebbene
Andrea
e
la
stessa
Cosima
preferissero
leggende
o
racconti
briganteschi
:
ma
questi
egli
li
lasciava
all
'
altro
servo
,
che
era
amico
dei
latitanti
ed
anche
dei
banditi
:
per
contentare
i
padroncini
Proto
sceglieva
una
via
di
mezzo
e
narrava
certe
lunghe
favole
che
sembravano
romanzi
.
-
Questa
,
-
diceva
quella
sera
,
-
non
è
inventata
:
è
proprio
vera
,
ed
è
accaduta
quando
io
ero
bambino
.
Al
mio
paese
l
'
inverno
è
più
lungo
e
rigido
di
questo
,
perché
stiamo
sui
monti
,
e
i
pastori
devono
scendere
con
le
greggie
a
svernare
in
pianura
,
le
donne
non
escono
mai
di
casa
,
i
mufloni
scendono
dalle
cime
in
cerca
di
cibo
.
-
Anche
i
lupi
?
-
domanda
Andrea
.
-
No
,
lupi
non
ce
ne
sono
.
Siamo
gente
buona
,
noi
,
e
anche
le
bestie
sono
buone
.
Non
c
'
è
animale
più
dolce
del
muflone
,
che
è
una
specie
di
capra
selvatica
,
ma
più
bello
e
agile
della
capra
;
e
assolutamente
innocuo
.
I
cacciatori
che
lo
prendono
,
e
vengono
anche
molto
di
lontano
per
questo
,
sono
più
crudeli
del
più
selvatico
di
essi
.
Una
volta
,
dunque
,
uno
di
questi
buoni
animali
,
spinto
dalla
fame
,
scese
fino
all
'
ultima
casa
del
paese
e
vi
si
aggirò
intorno
tutta
la
notte
.
Ora
dovete
sapere
che
in
quella
casa
viveva
una
fanciulla
il
cui
fidanzato
,
ricco
pastore
di
pecore
,
era
un
mese
avanti
partito
per
i
pascoli
del
sud
:
ma
durante
il
viaggio
si
era
ammalato
,
di
polmonite
,
e
adesso
giaceva
in
un
paese
lontano
,
mentre
i
suoi
servi
continuavano
il
viaggio
col
gregge
.
Il
dolore
più
grave
opprimeva
la
ragazza
:
avrebbe
voluto
raggiungere
il
fidanzato
,
ma
i
genitori
non
lo
permettevano
.
Quindi
piangeva
sempre
e
alla
notte
non
dormiva
.
Sentì
dunque
il
lieve
fruscìo
che
il
muflone
destava
intorno
alla
casa
.
Sulle
prime
si
spaventò
,
credendo
fossero
i
ladri
;
poi
pensò
che
forse
il
fidanzato
era
morto
e
il
suo
spirito
,
ritornato
nei
luoghi
della
loro
felicità
,
la
cercasse
.
Allora
si
alzò
e
aprì
la
finestra
.
La
notte
era
fredda
,
ma
serena
e
senza
neve
.
La
luna
illuminava
la
china
del
monte
,
che
scendeva
fino
alla
casa
:
e
in
quel
chiarore
la
ragazza
vide
il
muflone
,
che
frugava
qua
e
là
in
cerca
di
cibo
:
era
una
graziosa
bestia
,
col
pelo
color
rame
lucidato
dal
freddo
,
gli
occhi
grandi
e
dolci
scintillanti
alla
luna
.
Ella
pensò
:
è
certamente
il
suo
spirito
,
che
ha
preso
questa
forma
e
viene
a
salutarmi
prima
di
andarsene
all
'
altro
mondo
.
Scese
al
pian
terreno
e
socchiuse
la
porta
:
la
bestia
,
però
,
fuggì
.
Allora
lei
si
mise
il
cappuccio
e
andò
verso
una
muriccia
sotto
la
china
del
monte
:
il
muflone
non
tornava
,
ed
ella
si
persuase
che
non
era
lo
spirito
.
Rientrò
in
casa
,
e
mise
fuori
della
porta
un
canestro
con
fieno
ed
orzo
:
e
poco
dopo
sentì
il
ruminare
del
muflone
affamato
.
La
notte
dopo
fu
la
stessa
cosa
.
La
terza
notte
ella
lasciò
la
porta
aperta
e
mise
il
canestro
sulla
soglia
.
Seduta
accanto
al
focolare
,
vide
la
bestia
avanzarsi
,
tornare
indietro
,
avanzarsi
ancora
e
mangiare
.
Alla
quarta
notte
mise
il
canestro
nell
'
interno
della
cucina
,
accanto
alla
porta
spalancata
:
e
la
bestia
si
fece
coraggio
ed
entrò
.
Così
,
un
po
'
alla
volta
,
divennero
amici
;
ed
ella
si
affezionò
talmente
al
suo
protetto
,
che
provò
quasi
sollievo
alla
sua
pena
.
Lo
aspettava
tutte
le
notti
,
come
un
innamorato
,
e
se
esso
tardava
s
'
inquietava
per
lui
.
Non
raccontava
a
nessuno
l
'
avventura
,
per
timore
che
qualcuno
molestasse
la
bestia
:
la
raccontò
solo
al
fidanzato
,
quando
tornò
,
guarito
,
in
primavera
;
e
Alessio
,
così
si
chiamava
il
giovine
,
divenne
stranamente
geloso
.
Ma
il
muflone
,
adesso
,
non
scendeva
più
dai
monti
:
non
aveva
più
fame
;
inoltre
,
nel
tempo
bello
la
gente
stava
fuori
e
poteva
dargli
la
caccia
.
La
fanciulla
credette
di
non
rivederlo
più
:
si
sposò
in
autunno
;
e
ai
primi
d
'
inverno
lo
sposo
dovette
ripartire
con
la
greggia
,
i
servi
,
i
cani
.
Ed
ecco
,
la
notte
stessa
,
freddissima
notte
di
gelo
,
il
muflone
ritornò
:
ella
lo
sentì
battere
le
corna
alla
porta
e
scese
ad
aprire
col
cuore
che
le
pulsava
come
per
un
appuntamento
clandestino
.
La
storia
ricominciò
:
il
muflone
si
aggirava
famigliarmente
nella
cucina
,
come
un
cane
,
si
avvicinava
al
fuoco
;
e
la
sposa
gli
raccontava
sottovoce
tutte
le
sue
vicende
.
Ella
non
era
superstiziosa
;
non
credeva
,
come
altre
donne
del
paese
,
che
gli
spiriti
e
spesso
anche
gli
uomini
vivi
si
trasformino
in
bestie
,
specialmente
di
notte
:
ci
aveva
creduto
un
momento
,
al
primo
apparire
del
muflone
,
quando
si
sentiva
infelice
per
la
malattia
del
fidanzato
;
ma
adesso
che
era
felice
pensava
che
la
bestia
per
sé
stessa
era
una
creatura
straordinaria
,
sì
,
ma
semplicemente
bestia
,
che
le
voleva
bene
.
E
anche
lei
gliene
voleva
;
avrebbe
voluto
tenerselo
in
casa
;
le
dispiaceva
però
tenerlo
prigioniero
e
così
,
dopo
la
solita
visita
,
gli
riapriva
la
porta
.
E
adesso
viene
la
cosa
importante
.
Per
Natale
tornò
lo
sposo
.
Ella
fu
incerta
se
raccontargli
o
no
la
sua
avventura
:
però
non
nascose
una
certa
inquietudine
,
e
,
come
nelle
prime
notti
,
mise
il
canestro
col
fieno
e
l
'
orzo
fuori
della
porta
.
Il
mattino
dopo
lo
trovò
intatto
:
segno
che
la
bestia
non
era
venuta
.
E
non
tornò
,
per
tutte
le
notti
che
lo
sposo
restò
in
paese
.
Allora
un
senso
di
superstizione
riprese
la
giovine
donna
.
Si
,
certo
,
il
muflone
doveva
avere
qualche
cosa
di
umano
:
dimostrava
troppa
intelligenza
per
essere
solamente
un
animale
selvatico
.
D
'
altra
parte
ella
pensava
che
potevano
averlo
ucciso
,
e
ne
provava
un
vago
dolore
.
Lo
sposo
se
ne
accorgeva
,
e
non
sapeva
se
riderne
o
irritarsi
:
poiché
qualcuno
gli
aveva
riferito
che
una
voce
correva
in
paese
:
cioè
che
la
sposa
,
sebbene
da
così
poche
settimane
maritata
,
apriva
la
notte
la
porta
a
un
uomo
misterioso
,
venuto
di
lontano
,
che
correva
in
modo
da
non
lasciarsi
distinguere
.
Ed
ecco
il
giovane
marito
riparte
;
la
casetta
rimane
di
nuovo
triste
senza
di
lui
;
il
paese
è
coperto
di
neve
.
La
sposa
veglia
;
aspetta
il
suo
amico
,
ma
senza
troppa
speranza
di
rivederlo
.
Invece
il
muflone
,
come
avvertito
da
un
istinto
sovrannaturale
,
ritorna
:
ella
lo
accoglie
tremante
,
lo
nutre
,
lo
accarezza
,
lo
sente
palpitare
e
ansare
,
quasi
aspetta
di
sentirlo
parlare
.
E
osserva
che
la
bestia
,
questa
volta
,
non
ha
fretta
di
andarsene
.
E
ancora
ella
è
tentata
di
tenerselo
in
casa
;
che
male
ci
sarebbe
!
Finalmente
si
decide
a
riaprire
la
porta
,
e
l
'
amico
riparte
:
un
minuto
,
e
di
dietro
dalla
muriccia
bianca
di
neve
parte
un
colpo
di
fucile
:
la
bestia
cade
;
nel
silenzio
grande
si
sentono
i
cani
abbaiare
e
qualche
finestrina
si
apre
:
la
sposa
ha
un
presentimento
;
aspetta
che
tutto
sia
di
nuovo
quieto
;
esce
;
al
chiarore
della
neve
si
avanza
fino
alla
muriccia
e
trova
il
muflone
ucciso
,
con
gli
occhioni
spalancati
che
brillano
ancora
di
dolore
.
Ella
lo
coprì
di
neve
,
con
le
sue
mani
;
poi
tutta
la
notte
pianse
.
Non
si
accennò
all
'
avventura
;
e
quando
le
nevi
si
sciolsero
e
fu
ritrovata
la
spoglia
del
muflone
lo
si
credette
morto
di
fame
e
di
assideramento
.
Non
se
ne
parlò
più
;
neppure
col
marito
,
quando
egli
fu
di
ritorno
;
ma
una
cosa
terribile
accadde
.
In
settembre
nacque
alla
giovane
sposa
un
bambino
:
era
bello
,
coi
capelli
color
rame
e
gli
occhi
grandi
e
dolci
come
quelli
del
muflone
:
ma
era
sordomuto
.
La
storia
piacque
a
Cosima
.
Col
capo
appoggiato
al
grembo
della
serva
,
credeva
di
sognare
:
vedeva
il
paese
di
Proto
,
con
le
case
coperte
di
assi
annerite
dal
tempo
,
e
i
monti
scintillanti
di
neve
e
di
luna
;
ma
sopra
tutto
le
destava
una
impressione
profonda
,
quasi
fisica
,
il
mistero
della
favola
,
quel
silenzio
finale
,
grave
di
cose
davvero
grandiose
e
terribili
,
il
mito
di
una
giustizia
sovrannaturale
,
l
'
eterna
storia
dell
'
errore
,
del
castigo
,
del
dolore
umano
.
La
neve
durò
parecchi
giorni
;
più
disastroso
fu
un
periodo
di
pioggie
torrenziali
che
per
quattordici
giorni
diluviarono
ininterrottamente
,
accompagnate
da
raffiche
di
scirocco
quasi
calde
.
Adesso
il
fumo
non
tentava
neppure
di
uscire
dalla
cucina
;
la
pioggia
penetrava
dalle
finestre
,
sgocciolava
dai
tetti
;
una
vera
sorgente
scaturì
dalla
cantina
e
il
signor
Antonio
dovette
in
fretta
far
costruire
dal
fabbro
-
stagnaio
un
tubo
di
ferro
e
prendere
due
uomini
per
scaricare
l
'
acqua
della
cantina
nella
strada
.
Anche
la
strada
era
diventata
un
torrente
;
l
'
orto
uno
stagno
:
si
aveva
l
'
impressione
di
essere
in
una
barca
che
faceva
acqua
da
tutte
le
parti
.
Poi
le
ragazze
si
ammalarono
:
anche
Cosima
si
sentì
stringere
la
gola
,
fu
assalita
da
una
febbre
altissima
e
cominciò
a
sognare
le
cose
più
strane
e
spaventose
.
Giaceva
nel
letto
della
camera
a
pian
terreno
,
e
nei
momenti
di
lucidità
vedeva
il
viso
pallido
della
madre
piegarsi
sul
suo
e
ne
provava
un
senso
di
frescura
come
se
una
ninfea
umida
la
sfiorasse
:
ma
un
giorno
,
il
giorno
di
Sant
'
Antonio
,
grosse
gocce
di
rugiada
parvero
cadere
da
quel
fiore
:
era
ardente
,
però
,
quella
rugiada
;
e
Cosima
ne
sentì
anche
il
sapore
salato
:
il
sapore
del
più
grande
dolore
che
possa
colpire
una
donna
.
Venne
una
parente
,
per
domandare
come
stavano
le
ragazze
;
entrando
,
per
non
dimostrare
inquietudine
,
domandò
con
voce
allegra
:
-
Oggi
è
la
festa
del
padrone
di
casa
:
farete
banchetto
:
dov
'
è
il
porcellino
di
latte
?
-
Il
porcellino
per
la
festa
è
su
,
in
camera
delle
bambine
,
-
disse
la
madre
,
con
voce
rauca
.
E
la
parente
andò
a
vedere
:
era
morta
Giovanna
,
la
più
bella
di
tutte
le
cinque
sorelline
.
Dopo
la
morte
di
Giovanna
,
l
'
umore
della
mamma
cambiò
.
Era
stata
sempre
seria
;
adesso
diveniva
melanconica
,
taciturna
,
chiusa
in
un
mondo
tutto
suo
;
badava
ai
figli
e
alle
cose
domestiche
,
ma
con
una
freddezza
quasi
meccanica
,
con
scrupoli
di
un
dovere
dal
quale
non
si
aspetta
nessun
premio
.
Era
giovane
ancora
,
bella
,
ben
fatta
,
sebbene
di
piccola
statura
;
ma
a
volte
sembrava
vecchia
,
piegata
,
stanca
.
Forse
il
mistero
della
sua
tristezza
derivava
dal
fatto
ch
'
ella
si
era
sposata
senza
amore
,
ad
un
uomo
di
venti
anni
più
vecchio
di
lei
,
che
la
circondava
di
cure
,
che
viveva
solo
per
lei
e
la
famiglia
,
ma
non
poteva
darle
la
soddisfazione
e
il
piacere
dei
quali
tutte
le
donne
giovani
hanno
bisogno
.
Ed
ella
non
poteva
procurarseli
fuori
del
recinto
domestico
:
non
poteva
,
per
dovere
innato
.
Aveva
una
volta
amato
?
Si
diceva
che
,
sì
,
prima
di
sposarsi
,
avesse
corrisposto
ad
un
giovine
povero
:
nessuno
sapeva
però
chi
era
,
e
forse
neppure
esisteva
.
Ci
sono
mole
donne
che
vivono
del
ricordo
di
un
amore
fantastico
;
e
l
'
amore
vero
è
per
esse
un
mistero
grande
e
inafferrabile
come
quello
della
divinità
.
Inoltre
la
famiglia
della
mamma
era
tutta
un
po
'
strana
.
Il
padre
,
d
'
origine
straniera
,
chi
diceva
genovese
,
chi
addirittura
spagnuolo
,
aveva
fatto
un
po
'
tutti
i
mestieri
:
in
ultimo
,
proprietario
di
una
casa
e
di
un
piccolo
podere
nella
valle
,
si
era
ritirato
in
questo
,
in
una
capanna
,
e
viveva
da
eremita
,
coltivando
la
poca
terra
e
allevando
uccelli
e
gatti
selvatici
.
Eppure
i
figli
erano
venuti
su
bene
,
perché
la
loro
piccola
madre
li
educava
santamente
:
uno
era
prete
,
l
'
altro
segretario
comunale
in
un
paese
del
circondario
:
le
figlie
sposate
:
ma
tutti
avevano
un
carattere
diverso
da
quello
degli
abitanti
del
luogo
;
mattoidi
,
li
chiamavano
,
questi
altri
abitanti
beffardi
e
scrutatori
,
mentre
i
figli
dell
'
eremita
erano
distratti
e
sognatori
e
quando
parlavano
dicevano
sempre
parole
di
tagliente
verità
.
Fra
questa
gente
e
in
questo
ambiente
è
cresciuta
dunque
la
piccola
Cosima
:
adesso
ha
sette
anni
e
va
anche
lei
a
scuola
,
con
la
sorella
maggiore
che
ripete
la
quarta
elementare
.
Il
viaggio
,
per
arrivare
al
Convento
che
serve
da
scuola
,
è
tutto
avventuroso
per
lei
:
bisogna
scendere
per
strade
anguste
male
selciate
,
attraverso
casette
di
povera
gente
,
fino
alla
piazza
,
dove
è
il
quartiere
aristocratico
,
con
case
alte
,
balconi
,
tende
inamidate
alle
finestre
.
Siedono
per
terra
,
in
un
lato
della
piazza
,
le
erbivendole
coi
loro
cestini
di
verdura
:
per
lo
più
sono
serve
,
che
vendono
i
prodotti
degli
orti
dei
loro
padroni
,
e
raccontano
i
fatti
di
questi
;
a
volte
c
'
è
anche
un
carro
che
viene
dai
paesi
della
costa
,
carico
di
pesce
,
o
di
cocomeri
e
di
melloni
;
allora
è
un
accorrere
di
compratori
golosi
,
e
lo
stesso
signor
Antonio
,
se
gli
capita
,
acquista
un
chilogramma
di
cefali
o
un
popone
fragrante
e
lo
porta
a
casa
dentro
il
fazzolettone
a
scacchi
.
Dalla
piazza
lo
stradone
provinciale
,
che
attraversa
il
paese
,
prende
il
nome
di
Via
Maggiore
:
c
'
è
un
lungo
palazzo
signorile
,
che
con
le
sue
logge
e
i
suoi
cornicioni
forma
la
meraviglia
di
Cosima
;
c
'
è
,
più
giù
,
il
caffè
con
le
porte
vetrate
e
,
dentro
,
gli
specchi
e
i
divani
,
altra
meraviglia
di
Cosima
:
e
qua
e
là
negozi
e
mercerie
,
botteghe
di
panno
e
botteghe
di
commestibili
:
ma
quella
che
più
interessa
la
nostra
scolaretta
è
la
libreria
del
signor
Carlino
,
dove
si
vendono
i
quaderni
,
l
'
inchiostro
,
i
pennini
;
tutte
quelle
cose
magiche
,
insomma
,
con
le
quali
si
può
tradurre
in
segni
la
parola
,
e
più
che
la
parola
il
pensiero
dell
'
uomo
.
Qualcuno
di
questi
segni
straordinarii
Cosima
lo
sa
già
tracciare
,
perché
lo
zio
Sebastiano
glielo
ha
insegnato
;
in
modo
che
ella
non
va
alla
prima
,
ma
addirittura
alla
seconda
elementare
.
Il
Convento
ha
due
ingressi
,
uno
per
i
maschi
e
l
'
altro
per
le
femmine
:
a
questo
si
sale
per
una
breve
scaletta
esterna
,
e
si
entra
in
un
lungo
corridoio
chiaro
e
pulito
sul
quale
si
aprono
le
aule
:
piccole
aule
che
sanno
ancora
di
odore
claustrale
,
con
le
finestre
munite
d
'
inferriata
,
dalle
quali
però
si
vede
il
verde
degli
orti
e
si
sente
il
fruscìo
dei
pioppi
e
delle
canne
della
valle
sottostante
.
Uccellini
verdognoli
si
posano
sui
davanzali
,
le
nuvole
color
di
rame
dei
primi
giorni
di
ottobre
passano
sul
ciclo
basso
di
un
azzurro
intenso
eppure
luminoso
,
e
la
voce
della
maestra
risona
nel
silenzio
come
quella
del
mandriano
che
su
una
china
alpestre
richiama
le
caprette
sbandate
.
E
delle
caprette
dai
grandi
occhi
liquidi
di
un
colore
azzurrognolo
,
le
ragazzine
,
una
quindicina
in
tutto
,
hanno
la
voglia
di
evadere
dal
recinto
,
ove
si
pascola
l
'
erba
del
sapere
,
per
precipitarsi
nei
meandri
della
valle
e
arrampicarsi
sui
pioppi
lungo
il
torrentello
ancora
asciutto
.
Sono
quasi
tutte
ragazzine
un
po
'
selvatiche
,
sebbene
alcune
,
come
Cosima
,
di
famiglie
benestanti
e
quasi
signorili
:
le
sue
compagne
di
banco
sono
però
figlie
una
di
pastori
,
l
'
altra
di
un
fabbro
che
venuto
da
un
paese
lontano
sulle
prime
dovette
,
per
la
sua
grande
povertà
,
prendere
alloggio
in
una
grotta
poco
distante
dal
paese
,
poi
a
poco
a
poco
fece
fortuna
e
adesso
ha
una
bella
casa
e
un
'
officina
che
lavora
giorno
e
notte
.
Anche
la
maestra
non
è
del
luogo
;
anzi
viene
di
molto
lontano
,
d
'
oltre
mare
,
e
la
chiamano
appunto
la
Continentale
:
è
una
donna
ancora
bella
,
coi
capelli
biondi
crespi
,
ma
irascibile
e
nervosa
.
Cosima
sola
ha
da
lei
una
accoglienza
buona
e
gentile
:
la
bambina
però
,
istintiva
,
prova
subito
un
senso
di
diffidenza
per
quella
signora
dalla
voce
grossa
e
gli
occhi
vuoti
,
e
rimane
ferma
,
rigida
,
al
suo
posto
accanto
alla
finestra
.
Per
nove
mesi
dell
'
anno
ella
occupò
quel
posto
,
profittando
delle
lezioni
più
di
ogni
altra
scolaretta
;
era
una
delle
più
piccole
,
ma
la
più
brava
,
e
quando
veniva
l
'
ispettore
era
sempre
lei
l
'
interrogata
.
E
faceva
bella
figura
,
sebbene
l
'
uomo
,
con
una
grossa
testa
carducciana
,
scuro
il
viso
,
le
destasse
un
brivido
di
spavento
:
ma
anche
di
ammirazione
:
poiché
egli
era
l
'
arca
santa
del
sapere
,
colui
che
davvero
poteva
interpretare
le
carte
scritte
e
le
pagine
stampate
come
i
sacerdoti
i
libri
sacri
.
E
Cosima
aveva
una
gran
voglia
di
sapere
:
più
che
i
giocattoli
l
'
attiravano
i
quaderni
;
e
la
lavagna
della
classe
,
con
quei
segni
bianchi
che
la
maestra
vi
tracciava
,
e
che
aveva
per
lei
il
fascino
di
una
finestra
aperta
sull
'
azzurro
scuro
di
una
notte
stellata
.
Fu
promossa
senza
esame
:
la
maestra
le
consegno
una
letterina
per
il
signor
Antonio
,
con
la
fausta
notizia
;
ed
ella
la
portò
a
casa
sventolandola
ogni
tanto
come
una
bandiera
di
trionfo
;
tanto
che
la
sorella
maggiore
le
dava
,
per
il
dispetto
,
pizzicotti
e
spintoni
;
ma
quando
il
padre
aprì
il
messaggio
rimase
piuttosto
freddo
,
ed
anzi
un
sorriso
sarcastico
gli
strinse
le
labbra
sottili
:
poiché
la
signora
maestra
,
il
cui
marito
era
un
noto
ubriacone
,
e
anche
lei
,
si
diceva
,
non
sdegnava
qualche
bicchierotto
di
vino
buono
,
gli
chiedeva
denari
in
prestito
.
Questa
fu
una
delle
prime
commediole
tragiche
della
realtà
che
diede
a
Cosima
una
lezione
pratica
della
vita
.
Gli
altri
anni
di
scuola
passarono
presto
:
tre
in
tutto
,
poiché
la
quarta
classe
fu
ripetuta
,
ed
ella
ebbe
facilmente
il
primo
premio
,
consistente
in
un
libro
del
Tommaseo
con
la
copertina
bianca
fregiata
di
oro
.
Adesso
aveva
dieci
anni
,
e
la
sua
precocità
gliene
accresceva
qualcun
altro
.
Due
bizzarre
famiglie
,
disordinate
e
forestiere
tutte
e
due
,
erano
intanto
venute
ad
abitare
nel
piccolo
quartiere
;
una
era
quella
di
un
armaiolo
,
cacciatore
infaticato
,
che
quando
era
in
casa
faceva
rintronare
i
dintorni
con
gli
urli
contro
la
moglie
e
le
figlie
giovinette
.
Da
queste
ragazze
,
che
già
avevano
girato
un
bel
po
'
di
mondo
,
Cosima
apprese
i
misteri
che
fanno
della
donna
e
dell
'
uomo
un
essere
solo
:
non
ne
fu
molto
turbata
,
perché
i
suoi
sensi
erano
chiusi
ancora
in
un
boccio
che
la
vita
castissima
della
sua
famiglia
non
tendeva
certo
a
far
fiorire
.
Ma
le
cose
,
specialmente
della
natura
,
le
apparvero
già
in
un
barlume
nuovo
,
come
di
aurora
che
segue
l
'
incerto
biancore
dell
'
alba
.
Ecco
,
più
che
le
confidenze
a
bassa
voce
delle
sue
amichette
straniere
,
la
colpiscono
i
diversi
profumi
del
piccolo
orto
;
quello
dei
gigli
,
sopra
tutto
,
e
delle
rose
;
ella
chiude
gli
occhi
nel
piegare
il
viso
sui
fiori
appena
sbocciati
,
e
quel
misterioso
senso
subcosciente
di
una
vita
anteriore
,
che
prova
nel
vedere
la
nonnina
,
la
riprende
più
forte
.
Già
ella
ne
capiva
qualche
cosa
,
e
tentava
di
spiegarsela
,
vagamente
,
come
si
cerca
d
'
interpretare
i
sogni
.
Anche
leggendo
già
di
nascosto
i
libri
del
fratello
maggiore
,
e
quelli
che
esistevano
in
casa
,
pensava
a
una
vita
lontana
,
diversa
dalla
sua
,
e
che
pure
le
sembrava
di
aver
un
giorno
conosciuto
.
Così
,
a
quell
'
età
,
lesse
i
primi
romanzi
:
uno
dei
quali
era
I
Martiri
di
Chateaubriand
,
che
lasciò
nella
sua
fantasia
una
traccia
profonda
.
Non
è
detto
però
che
anche
nel
suo
ambiente
la
vita
non
cominciasse
a
mostrarle
la
faccia
della
realtà
,
e
gli
avvenimenti
non
prendessero
,
a
volte
,
colori
e
movimenti
insoliti
.
Uno
dei
fatti
più
impressionanti
e
dolorosi
fu
la
scoperta
fatta
un
giorno
dal
padre
,
di
denari
che
mancavano
dal
suo
cassetto
chiuso
a
chiave
.
Egli
non
si
ingannò
un
attimo
solo
:
chiamò
il
figlio
Andrea
,
che
allora
aveva
sedici
anni
,
e
lo
interrogò
a
lungo
.
Andrea
era
rimasto
un
ragazzo
basso
e
robusto
,
senza
voglia
di
studiare
,
e
frequentava
altri
ragazzi
di
famiglie
paesane
,
benestanti
e
prepotenti
.
Alcune
donne
di
malaffare
,
appollaiate
in
certe
casupole
del
quartiere
di
San
Pietro
,
il
più
schiettamente
popolare
della
cittadina
,
attiravano
questi
giovanetti
esuberanti
di
vita
e
abbandonati
a
se
stessi
.
Il
signor
Antonio
,
un
po
'
tardi
,
si
avvedeva
di
aver
dato
anche
lui
troppa
libertà
al
ragazzo
,
buono
e
generoso
in
fondo
,
ma
con
tutti
gli
istinti
di
una
razza
ancora
primitiva
.
Un
furore
muto
,
alimentato
di
rimorso
,
di
paura
per
l
'
avvenire
,
di
propositi
di
fermezza
e
di
repressione
ad
ogni
costo
,
lo
sostenne
nel
lungo
interrogatorio
che
fece
ad
Andrea
.
Il
giovane
negava
di
aver
preso
i
denari
:
allora
il
padre
lo
perquisì
;
gli
trovò
alcune
monete
e
la
chiave
che
apriva
il
cassetto
.
Andrea
continuava
a
negare
.
Allora
il
signor
Antonio
prese
una
corda
e
la
lanciò
ad
una
trave
della
cucina
:
chiuse
le
porte
e
le
finestre
,
mandò
fuori
le
donne
.
Disse
con
calma
:
-
Vedi
,
Andrea
:
io
stesso
farò
giustizia
immediatamente
,
se
tu
non
riconosci
la
tua
colpa
.
Ti
impiccherò
con
le
mie
mani
.
E
l
'
altro
confessò
.
Tutto
parve
cancellato
:
eppure
un
'
ombra
rimase
sopra
la
famiglia
:
poiché
padre
e
figlio
erano
d
'
improvviso
apparsi
in
una
luce
di
terrore
e
di
morte
.
La
madre
si
fece
ancora
più
triste
:
Cosima
si
piegò
come
uno
dei
suoi
gigli
sciupati
dal
vento
.
Ma
il
giovane
parve
immediatamente
emendarsi
.
Dichiarò
che
non
voleva
proseguire
inutilmente
gli
studi
,
e
desiderava
lavorare
.
Allora
il
padre
pensò
di
associarlo
ai
suoi
affari
:
lo
mandò
a
sorvegliare
le
lavorazioni
di
carbone
e
di
cenere
che
aveva
sui
boschi
della
montagna
,
non
solo
,
ma
lo
fece
partire
per
un
viaggio
d
'
istruzione
commerciale
,
con
lettere
di
presentazione
e
raccomandazioni
ai
suoi
corrispondenti
di
Napoli
e
di
Livorno
.
Anche
Santus
era
fuori
:
già
da
due
anni
frequentava
il
liceo
di
Cagliari
,
e
prometteva
di
diventare
un
bravo
dottore
in
lettere
o
in
medicina
.
Preferì
quest
'
ultima
,
pure
non
abbandonando
i
suoi
studi
e
i
suoi
gusti
letterari
.
Quando
tornava
per
le
vacanze
era
un
ampio
respiro
di
nuova
vita
che
animava
la
casa
.
Portava
libri
e
regali
,
ed
era
vestito
con
modesta
ma
accurata
eleganza
.
Ed
era
bello
,
col
viso
fine
che
sembrava
quello
di
una
razza
diversa
dalla
sua
,
i
grandi
occhi
chiari
,
trasparenti
di
intelligenza
e
di
bontà
.
Non
parlava
molto
,
ma
parlava
bene
,
e
aveva
già
una
cultura
larga
e
profonda
,
aiutata
da
una
memoria
straordinaria
.
E
quello
che
più
stupiva
in
lui
era
la
serietà
,
quasi
l
'
austerità
dei
costumi
:
non
fumava
,
non
beveva
,
non
guardava
le
donne
:
studiava
sempre
,
anche
durante
le
vacanze
.
Qualche
volta
veniva
a
cercarlo
un
suo
compagno
di
studi
;
Antonino
,
si
chiamava
,
un
bellissimo
giovane
bruno
dall
'
aria
un
po
'
beffarda
,
vestito
inappuntabilmente
alla
moda
di
allora
,
-
cappellino
di
paglia
con
nastro
di
tulle
e
veletta
all
'
estate
,
mantello
azzurro
d
'
inverno
,
drappeggiato
con
eleganza
dannunziana
,
-
(
almeno
così
Antonino
dava
ad
intendere
,
chiamando
fraternamente
col
solo
nome
di
Gabriele
il
giovanissimo
poeta
che
aveva
degnato
di
una
sua
visita
il
paese
di
Cosima
)
.
Anche
lui
,
Antonino
,
apparteneva
ad
una
famiglia
mista
,
fra
borghese
e
paesana
:
la
madre
e
le
sorelle
vestivano
in
costume
,
mentre
lui
e
i
fratelli
,
tutti
studenti
,
avevano
quasi
un
'
aria
aristocratica
.
Il
padre
,
veramente
,
era
esattore
d
'
imposte
,
un
uomo
rude
,
taciturno
,
poco
pratico
della
lingua
italiana
(
come
i
maggiori
signori
del
resto
)
,
di
mirabile
animo
e
nobiltà
.
Ben
caratteristica
era
la
loro
abitazione
,
l
'
ultima
del
paese
,
costituita
da
fabbricati
bassi
che
davano
su
un
cortile
chiuso
,
e
dove
,
oltre
la
loro
famiglia
,
vivevano
altri
parenti
,
con
numerosi
ragazzi
:
una
specie
di
clan
,
ma
di
gente
incivilita
,
anzi
,
intelligentissima
.
I
ragazzi
studiavano
tutti
,
ed
erano
caustici
,
osservatori
,
beffardi
.
Una
bella
vigna
che
guardava
sulla
valle
e
verso
i
monti
a
nord
,
in
dolce
pendìo
,
era
attigua
alla
casa
:
più
tardi
il
padre
di
Antonino
costruì
in
un
angolo
di
questa
vigna
una
casina
alta
,
dove
lo
studente
,
nelle
poche
settimane
che
rimaneva
in
paese
,
viveva
come
in
una
torre
d
'
avorio
,
studiando
,
o
fingendo
di
studiare
.
Fu
il
primo
,
il
lungo
amore
di
Cosima
.
Quando
egli
veniva
a
cercare
Santus
,
ella
si
nascondeva
,
presa
dal
terrore
che
egli
potesse
rivolgerle
un
semplice
sguardo
.
Ma
non
c
'
era
pericolo
:
egli
passava
accanto
a
lei
e
alle
altre
ragazze
anche
maggiori
e
più
belle
ed
esperte
di
lei
,
senza
neppure
vederle
;
e
se
veniva
a
cercare
Santus
era
perché
con
lui
poteva
parlare
delle
cose
e
delle
persone
conosciute
nella
città
dei
loro
studi
;
e
perché
Santus
,
poi
,
lo
attirava
con
la
sua
singolare
intelligenza
e
la
sua
originalità
.
Adesso
,
poi
,
il
futuro
medico
,
si
dedica
insolitamente
ad
altre
cose
all
'
infuori
dei
suoi
studi
.
Costruisce
,
per
esempio
,
un
pallone
volante
,
come
li
chiamavano
allora
,
e
riesce
a
meraviglia
:
nessuno
conosce
il
segreto
del
suo
apparecchio
;
ma
è
certo
che
il
pallone
,
di
carta
-
seta
,
per
il
cui
finanziamento
Santus
è
riuscito
a
farsi
dare
qualche
sussidio
dalla
madre
,
un
bel
giorno
sale
dal
cortile
della
casa
,
leggero
e
colorato
come
una
grande
bolla
di
sapone
;
vola
sopra
il
paese
,
richiamando
l
'
attenzione
e
l
'
ammirazione
di
tutti
,
sparisce
,
non
ritorna
.
Qualche
giorno
dopo
si
seppe
che
era
sceso
,
senza
incendiarsi
,
in
un
angolo
della
montagna
.
Alcuni
piccoli
pastori
di
capre
lo
avevano
veduto
librarsi
sopra
le
roccie
,
illuminato
dal
tramonto
,
credendolo
una
cosa
sovrannaturale
,
e
,
nel
vederlo
scendere
,
si
erano
inginocchiati
presi
da
terrore
superstizioso
,
gridando
:
È
lo
Spirito
Santo
,
è
lo
Spirito
Santo
.
Lusingato
da
questo
successo
,
lo
studente
ne
tentò
un
altro
.
Costruì
una
ruota
pirotecnica
,
che
doveva
innalzarsi
come
il
pallone
e
accendersi
con
fuochi
artificiali
di
sorprendente
effetto
.
Alcuni
razzi
di
prova
riuscirono
bene
:
guizzarono
in
alto
,
una
sera
di
agosto
,
si
aprirono
in
meravigliosi
getti
di
fiori
incandescenti
:
ma
quando
si
trattò
di
issare
e
far
funzionare
la
ruota
,
questa
s
'
incendiò
,
con
grande
spavento
della
famiglia
,
e
il
giovine
inventore
ne
ebbe
una
mano
e
un
braccio
gravemente
ustionati
.
L
'
insuccesso
e
il
male
lo
avvilirono
:
dovette
mettersi
a
letto
,
e
per
placargli
le
sofferenze
e
farlo
dormire
,
il
dottore
gli
ordinò
una
miscela
alla
quale
era
mescolato
del
cognac
.
Egli
si
addormentò
;
ma
come
se
gli
avessero
propinato
una
bevanda
magica
,
si
svegliò
stordito
,
e
quando
le
sofferenze
della
sua
scottatura
lo
tormentavano
,
si
preparava
la
bevanda
e
ricadeva
in
sopore
.
Il
suo
umore
cambiò
:
divenne
irascibile
e
pigro
,
trascurò
i
suoi
libri
,
si
assentò
per
intere
giornate
da
casa
senza
dire
dove
andava
.
Solo
la
compagnia
di
Antonino
pareva
piacergli
:
si
chiudevano
per
lunghe
ore
nella
camera
alta
della
casa
,
e
se
Cosima
,
con
la
forza
della
curiosità
e
della
passione
,
riusciva
a
mettersi
in
ascolto
nel
pianerottolo
li
sentiva
leggere
ad
alta
voce
e
commentare
e
discutere
di
cose
letterarie
.
Antonino
recitava
i
versi
ultimi
del
suo
diletto
poeta
:
una
mattina
la
sua
voce
risonò
più
alta
del
solito
,
e
nell
'
umile
sereno
silenzio
della
piccola
casa
patriarcale
,
si
diffuse
come
una
musica
che
raccontava
di
città
lontane
,
luminose
di
fontane
,
di
statue
,
di
giardini
,
popolate
solo
di
amanti
,
di
donne
bellissime
,
di
gente
felice
.
Quante
volte
,
in
su
'
mattini
chiari
e
tiepidi
io
l
'
aspetto
!
Ella
ancora
ne
'
l
suo
letto
ride
ai
sogni
mattutini
.
Su
la
piazza
Barberini
s
'
apre
il
ciel
,
zaffiro
schietto
.
Il
Tritone
del
Bernini
leva
il
candido
suo
getto
.
Intorno
a
quel
tempo
morì
la
nonnina
.
L
'
estate
era
certamente
stagione
più
felice
.
C
'
erano
giornate
caldissime
,
ma
era
un
caldo
fermo
,
quasi
lucido
,
e
l
'
azzurro
del
cielo
,
un
po
'
basso
,
sembrava
quello
dei
quadri
di
Zuloaga
.
Qualche
servo
tornava
dalla
mietitura
,
abbrustolito
come
da
un
incendio
,
e
si
buttava
,
febbricitante
di
malaria
,
su
una
stuoia
nell
'
angolo
della
tettoia
:
in
cambio
le
donne
che
,
all
'
ombra
del
cortile
,
spezzavano
mucchi
di
mandorle
che
un
incettatore
veniva
tutti
gli
anni
a
comprare
,
ridevano
e
cantavano
stornelli
paesani
che
facevano
un
contrasto
ben
curioso
coi
rondò
preziosissimi
recitati
da
Antonino
nella
camera
di
Santus
.
Erano
gridi
di
passione
,
profonda
e
ardente
come
quel
cielo
sopra
la
terra
bruciata
dal
sole
:
e
chi
,
di
quelle
donne
giovani
e
brune
che
non
pensavano
ad
altro
che
all
'
amore
,
si
lamentava
di
vivere
in
mezzo
alle
spine
,
per
un
solo
innamorato
:
chi
diceva
all
'
amante
:
a
cara
bellu
ja
ses
,
traitore
che
a
Zudas
:
bello
di
viso
,
traditore
come
Giuda
;
chi
invitava
un
altro
a
succhiarle
il
sangue
vivo
dal
cuore
;
qualche
volta
la
voce
di
una
donna
disillusa
si
alzava
però
ad
ammonire
le
appassionate
,
e
allora
il
coro
femminile
taceva
,
con
una
pausa
quasi
spaventata
.
L
'
ammonimento
diceva
:
Su
sordadu
in
sa
gherra
nan
chi
s
'
est
,
olvidadu
;
no
s
'
ammentat
,
de
Deus
.
Torrat
,
su
corpus
meu
,
pustis
chi
es
,
sepultadu
,
a
sett
'
unzas
de
terra
.
Il
soldato
,
nella
guerra
,
-
dicono
che
si
è
dimenticato
,
-
non
si
ricorda
di
Dio
.
-
Ritorna
il
corpo
mio
,
-
dopo
che
è
seppellito
,
-
a
sette
oncie
di
terra
.
Verso
sera
,
andate
via
le
donne
,
raccolte
entro
sacchi
puliti
le
mandorle
sgusciate
,
la
serva
,
le
ragazze
,
qualche
volta
la
madre
,
sedevano
al
fresco
del
cortile
,
sotto
le
grandi
stelle
dell
'
Orsa
le
cui
ruote
viaggiavano
verso
un
paese
di
sogno
.
Il
servo
malarico
,
riavutosi
alquanto
,
si
sollevava
e
prendeva
parte
alle
chiacchiere
famigliari
.
Era
un
bel
giovine
,
lontano
parente
del
signor
Antonio
,
olivastro
e
coi
denti
bianchissimi
:
pareva
un
etiope
,
ed
anche
il
suo
modo
di
pensare
aveva
un
colore
barbarico
.
Parlava
sempre
di
banditi
e
delle
loro
imprese
brigantesche
.
Bisogna
dire
che
,
in
quel
tempo
,
il
banditismo
locale
aveva
ancora
un
carattere
quasi
epico
.
Odî
di
famiglia
,
sete
di
vendetta
,
pregiudizî
di
onore
erano
per
lo
più
l
'
origine
di
questi
episodî
di
sangue
che
funestavano
la
vita
del
paese
e
di
intere
contrade
.
Il
giovane
servo
,
poi
,
abbelliva
le
avventure
dei
banditi
con
la
sua
fantasia
,
e
lui
stesso
si
lasciava
travolgere
da
una
suggestione
malefica
che
lo
spingeva
a
farneticare
sogni
di
libertà
,
di
imprese
ove
,
più
che
altro
,
il
ribelle
alle
leggi
sociali
,
ha
modo
di
spiegare
il
suo
coraggio
,
la
sua
abilità
,
la
sua
forza
d
'
animo
,
il
disprezzo
per
il
pericolo
e
la
morte
.
Era
,
infine
,
una
specie
di
anarchico
,
che
non
potendo
eguagliare
la
sorte
degli
uomini
liberi
e
svincolarsi
dal
suo
destino
di
servo
,
intendeva
distruggere
il
bene
degli
altri
e
crearsi
una
potenza
,
una
regola
di
vita
diversa
da
quella
usuale
.
In
quel
tempo
,
specialmente
una
banda
di
uomini
armati
di
tutto
punto
,
decisi
a
tutto
,
protetti
anche
,
o
per
amicizia
,
o
per
complicità
,
o
per
paura
,
da
una
vasta
rete
di
favoreggiatori
,
infieriva
nel
Circondario
.
I
capi
erano
due
fratelli
,
giovanissimi
,
terribili
,
si
diceva
anche
feroci
:
la
radice
del
loro
odio
contro
la
società
era
una
ingiustizia
da
loro
subita
,
una
condanna
per
un
reato
del
quale
erano
innocenti
:
condanna
alla
quale
d
'
altronde
sfuggivano
con
la
loro
latitanza
.
Bisogna
dire
però
che
,
o
per
istinto
,
o
esasperati
dalla
loro
mala
sorte
,
non
rispettavano
la
roba
altrui
;
così
che
in
pochi
anni
s
'
erano
fatti
un
patrimonio
:
possedevano
terre
,
case
,
bestiame
,
servi
e
pastori
.
Un
giorno
,
durante
quell
'
ultima
estate
,
una
giovane
donna
,
quasi
fanciulla
,
si
presentò
di
mattina
nella
casa
del
signor
Antonio
e
chiese
di
parlargli
.
Egli
la
ricevette
nella
stanza
dove
sbrigava
i
suoi
affari
,
e
le
domandò
benevolmente
che
cosa
desiderava
.
Ella
era
vestita
in
costume
:
aveva
un
viso
pallido
e
fine
,
con
due
grandi
;
occhi
neri
sormontati
da
sopracciglia
foltissime
,
rivelatrici
di
un
carattere
forte
.
Disse
,
con
una
certa
umiltà
:
-
Lei
possiede
,
sul
Monte
Orthobene
,
un
bosco
di
lecci
,
che
tutti
gli
anni
affitta
per
il
pascolo
delle
ghiande
ai
porci
.
Si
vorrebbe
averlo
noi
in
affitto
,
questa
prossima
stagione
.
-
È
già
affittato
-
dice
il
signor
Antonio
;
-
per
tre
anni
lo
ha
esclusivamente
il
proprietario
di
bestiame
Elias
Porcu
.
-
Elias
lo
cederà
volentieri
,
se
vossignoria
lo
permette
.
-
Non
credo
possa
cederlo
volentieri
:
ne
ha
bisogno
assoluto
.
-
Se
vossignoria
glielo
impone
,
Elias
lo
cederà
immediatamente
.
Calmo
e
fermo
,
col
piccolo
pugno
bianco
sul
tavolo
,
l
'
uomo
replica
:
-
Io
non
ho
mai
imposto
a
nessuno
cosa
che
non
fosse
giusta
.
-
Ma
anche
adesso
sarebbe
una
cosa
giusta
.
Poiché
i
miei
fratelli
hanno
bisogno
,
per
il
loro
branco
di
suini
,
di
un
pascolo
di
ghiande
;
e
tutti
i
proprietari
dicono
di
averli
già
affittati
,
mentre
non
è
vero
.
-
Io
non
so
quello
che
possono
dire
gli
altri
proprietari
;
ciò
che
so
è
che
il
mio
bosco
è
già
affittato
:
e
basta
!
-
concluse
,
sollevando
il
pugno
;
ma
subito
lo
riposò
sul
tavolo
senza
picchiarvi
sopra
:
i
suoi
occhi
però
avevano
preso
la
luce
argentea
e
lucente
dell
'
acciaio
affilato
.
La
ragazza
non
cedeva
:
anche
i
suoi
occhi
brillarono
,
tuttavia
cupi
sotto
le
tempestose
sopracciglia
.
-
Vossignoria
sa
chi
sono
i
miei
fratelli
?
-
E
poiché
l
'
altro
non
dimostrava
curiosità
,
aggiunse
con
fierezza
,
quasi
vantasse
una
parentela
di
eroi
:
-
Sono
i
fratelli
...
-
e
pronunziò
un
nome
.
-
I
banditi
.
Allora
il
signor
Antonio
sorrise
.
-
Fossero
pure
i
sette
fratelli
della
favola
,
i
banditi
che
diedero
il
loro
nome
ai
monti
sui
quali
si
nascondevano
,
io
non
manco
di
impegno
con
Elias
Porcu
.
E
basta
!
-
ripeté
;
e
questa
volta
batté
il
pugno
,
come
quando
sigillava
una
lettera
con
le
ostie
colorate
.
La
ragazza
si
alzò
:
non
proferì
una
minaccia
,
ma
se
ne
andò
senza
salutare
.
Il
signor
Antonio
non
disse
nulla
in
famiglia
,
sebbene
tutti
si
fossero
accorti
della
visita
e
ne
provassero
inquietudine
.
E
un
fatto
strano
accadde
la
sera
stessa
,
a
ora
tarda
,
quando
tutti
erano
già
a
letto
,
e
solo
il
padrone
vegliava
ancora
nella
stanza
da
pranzo
,
leggendo
un
numero
arretrato
della
sua
prediletta
nerolistata
Unità
cattolica
.
D
'
un
tratto
qualcuno
bussò
lievemente
alla
porta
.
Il
signor
Antonio
aprì
,
e
neppure
per
un
attimo
si
illuse
sullo
scopo
di
quella
visita
insolita
.
La
strada
era
buia
,
ma
al
chiarore
che
,
per
il
corridoio
d
'
ingresso
,
arrivava
alla
porta
,
egli
vide
,
nel
vano
di
questa
,
come
in
un
quadro
a
fondo
scuro
,
una
figura
gigantesca
,
con
un
ruvido
costume
nero
dalle
brache
giallastre
,
che
aveva
qualche
cosa
di
demoniaco
.
Il
viso
color
bronzo
era
circondato
da
una
barba
a
collare
,
di
un
nero
corvino
,
che
lasciava
scoperte
le
grosse
labbra
sanguigne
:
gli
occhi
,
con
le
sopracciglia
come
quelle
della
sorella
dei
banditi
,
ma
esageratamente
più
abbondanti
,
avevano
la
pupilla
grande
e
la
sclerotica
azzurra
.
Sono
perduto
,
pensò
il
signor
Antonio
,
ma
non
finse
neppure
di
sorridere
per
nascondere
la
sua
forza
.
Fece
entrare
l
'
uomo
,
e
notò
che
costui
,
nonostante
la
mole
massiccia
della
sua
persona
,
camminava
silenzioso
e
leggero
come
un
daino
:
aveva
ai
grandi
piedi
calzari
di
pelle
grezza
,
allacciati
sotto
le
uose
di
orbace
:
calzari
da
uomo
che
usa
correre
furtivo
e
allontanarsi
in
poche
ore
dal
luogo
del
suo
misfatto
,
in
modo
da
procurarsi
un
infallibile
alibi
.
Questo
,
stanotte
mi
strozza
,
pensa
il
signor
Antonio
;
tuttavia
lo
fa
entrare
nella
stanza
ospitale
,
gli
assegna
il
posto
d
'
onore
davanti
alla
tavola
,
ma
non
si
affretta
a
offrirgli
da
bere
per
dimostrargli
la
sua
sicurezza
.
Anche
prima
di
essere
interrogato
,
l
'
uomo
comincia
a
parlare
:
la
sua
voce
e
bassa
e
quieta
;
la
parola
lenta
,
prudente
.
E
subito
il
signor
Antonio
respira
:
poiché
tutto
nell
'
uomo
,
anche
l
'
occhio
,
può
mentire
:
mai
la
voce
,
anche
se
egli
cerchi
di
mascherarla
.
E
la
voce
di
quell
'
uomo
che
pareva
un
ciclope
venuto
giù
dai
monti
pietrosi
per
abbattere
qualche
cosa
che
non
gli
andava
a
genio
,
era
quella
di
un
saggio
.
L
'
argomento
era
quello
:
l
'
affitto
del
bosco
ghiandifero
ai
banditi
.
Egli
non
disse
che
era
un
loro
favoreggiatore
,
anzi
un
loro
complice
,
ancora
a
piede
libero
perché
troppo
furbo
e
prudente
per
lasciarsi
scoprire
;
narrò
che
era
un
loro
amico
,
perché
i
disgraziati
erano
pur
degni
di
avere
amici
,
fra
tanti
nemici
che
li
perseguitavano
come
i
cacciatori
i
cinghiali
,
colpevoli
solo
della
loro
fiera
indipendenza
:
questi
nemici
arrivavano
al
punto
di
impedire
ai
due
fratelli
di
far
pascolare
le
loro
greggie
e
i
loro
branchi
di
porci
in
terre
di
cristiani
:
onde
il
signor
Antonio
era
pregato
di
aver
compassione
delle
bestie
e
dei
loro
padroni
.
-
Questo
è
il
denaro
:
due
,
trecento
scudi
;
quello
che
vuole
,
signor
Antonio
.
Trasse
dal
petto
un
portafogli
legato
con
una
correggia
,
e
fece
atto
di
toglierne
il
denaro
:
la
mano
bianca
dell
'
altro
fermò
la
sua
,
e
non
se
ne
staccò
,
mentre
gli
occhi
chiari
del
galantuomo
cercavano
di
penetrare
in
quelli
scuri
del
colosso
come
un
fanciullo
fiducioso
che
si
avanza
in
un
bosco
spinoso
certo
di
trovarci
un
sentiero
.
Disse
:
-
Amico
,
voi
sapete
che
la
cosa
è
impossibile
.
Quel
contatto
,
quello
sguardo
,
sopra
tutto
la
parola
amico
pronunziata
in
quel
modo
e
in
quel
momento
,
operarono
,
come
l
'
uomo
ebbe
a
dire
più
tardi
,
un
vero
miracolo
.
Egli
rimise
il
portafogli
,
ma
insisté
nella
sua
richiesta
,
calcando
,
forse
con
sincerità
da
parte
sua
,
sul
bisogno
assoluto
che
i
fratelli
S
.
avevano
di
protezione
e
di
soccorso
da
parte
delle
buone
persone
che
conoscevano
le
loro
disavventure
.
-
L
'
unico
soccorso
che
io
posso
suggerire
ai
due
sviati
,
è
che
si
costituiscano
subito
alle
autorità
,
-
disse
il
signor
Antonio
:
-
prima
che
sia
tardi
per
loro
,
ed
anche
per
i
loro
amici
.
L
'
uomo
ha
un
sogghigno
:
il
suo
viso
rassomiglia
proprio
,
in
quel
momento
,
a
quello
del
diavolo
.
Ma
l
'
altro
continua
:
-
Noi
un
giorno
ci
rivedremo
;
e
allora
mi
darete
ragione
.
Quei
due
giovani
sono
come
due
pietruzze
staccatesi
dalla
cima
di
una
roccia
:
cadono
,
ne
travolgono
altre
,
precipitano
sulla
china
,
diventano
una
valanga
,
finiscono
nell
'
abisso
.
-
Certo
,
se
nessuno
li
aiuta
,
-
brontola
il
gigante
.
-
È
facile
parlare
così
,
seduti
davanti
a
una
tavola
tranquilla
,
col
foglio
in
mano
.
Bisogna
però
trovarsi
nel
loro
covo
,
nelle
loro
difficoltà
,
per
pensare
in
altro
modo
.
E
bisognerebbe
parlare
con
loro
,
non
coi
loro
ambasciatori
.
-
Io
sono
disposto
a
parlare
con
loro
,
e
convincerli
a
cambiare
strada
.
Procuratemi
un
abboccamento
,
dove
e
quando
essi
vogliono
;
parlerò
ai
due
disgraziati
ragazzi
come
fossi
il
padre
loro
.
Pensando
forse
che
essi
invece
,
noti
anche
per
la
loro
loquela
impetuosa
e
appassionata
,
avrebbero
convinto
lui
,
procurandosi
in
tal
modo
un
nuovo
amico
e
protettore
potente
per
la
sua
sola
bontà
e
la
fama
della
sua
rettitudine
,
l
'
uomo
della
montagna
si
animò
insolitamente
.
Accettò
il
bicchiere
di
vino
che
l
'
ospite
gli
offriva
,
e
sene
andò
silenzioso
,
dopo
aver
promesso
di
tornare
.
Tornò
,
infatti
,
ma
per
il
colloquio
coi
S
.
non
si
poté
concludere
nulla
.
I
banditi
erano
diffidenti
,
e
i
discorsi
romantici
del
signor
Antonio
li
facevano
ridere
.
Costituirsi
?
Può
un
guerriero
barbaro
,
che
difende
la
sua
libertà
e
la
sua
sanguigna
fame
di
vivere
,
darsi
prigioniero
al
nemico
?
Eppure
la
profezia
del
signor
Antonio
si
avverò
.
Di
delitto
in
delitto
,
di
rapina
in
rapina
,
essi
e
la
loro
banda
precipitarono
in
un
abisso
.
Fra
gli
illusi
da
loro
travolti
,
vi
fu
anche
,
con
dolore
del
signor
Antonio
,
e
di
tutta
la
famiglia
,
anche
il
giovane
servo
,
malarico
e
visionario
,
Juanniccu
,
che
,
senza
aver
commesso
la
più
lieve
colpa
,
solo
per
spirito
di
avventura
,
si
unì
negli
ultimi
tempi
alla
banda
e
fu
con
loro
preso
.
In
compenso
l
'
uomo
della
montagna
tornò
spesso
dal
signor
Antonio
,
e
diventò
il
suo
pastore
porcaro
.
Per
lunghi
anni
fu
uno
dei
dipendenti
più
fedeli
e
affezionati
al
signor
Antonio
.
E
confessò
che
quella
notte
era
venuto
con
la
sinistra
intenzione
di
sopprimerlo
,
se
non
si
piegava
ai
voleri
dei
malvagi
.
Giusto
e
buono
era
il
signor
Antonio
,
e
tutti
lo
amavano
.
Esercitava
,
senza
volerlo
,
senza
accorgersene
,
un
fascino
benefico
su
tutti
quelli
che
lo
avvicinavano
.
Eppure
la
sua
parola
era
semplice
,
disadorna
;
ma
il
suono
della
sua
voce
che
saliva
profondo
dall
'
anima
tutta
fatta
di
verità
e
d
'
indulgenza
,
era
come
una
musica
che
esprimeva
l
'
inesprimibile
.
Del
resto
egli
aveva
una
certa
cultura
,
ed
era
,
in
fondo
,
un
poeta
.
Aveva
studiato
a
Cagliari
,
quando
ancora
si
viaggiava
da
una
città
all
'
altra
a
cavallo
,
e
aveva
portato
i
suoi
libri
e
le
sue
provviste
entro
le
bisaccie
,
come
un
pastore
o
un
contadino
che
va
a
seminare
il
grano
in
luoghi
lontani
.
Aveva
studiato
ciò
che
in
quel
tempo
si
chiamava
Rettorica
,
o
preso
il
diploma
di
procuratore
.
A
dire
il
vero
non
esercitava
questa
nobile
professione
,
ma
molti
ricorrevano
a
lui
per
consigli
e
consultazioni
legali
,
profondamente
persuasi
della
sua
saggezza
e
sopra
tutto
della
sua
rettitudine
.
Il
commercio
lo
aveva
quasi
arricchito
.
Ma
,
come
un
umanista
primitivo
,
egli
coltivava
anche
gli
studi
poetici
:
le
sue
poesie
erano
dialettali
,
tuttavia
in
una
forma
che
si
avvicinava
alla
lingua
italiana
.
Bravo
anche
come
poeta
estemporaneo
,
raccoglieva
a
volte
intorno
a
sé
altri
campioni
famosi
in
quelle
gare
,
e
competeva
coi
più
bravi
e
inspirati
.
E
aveva
iniziative
geniali
,
anche
come
proprietario
e
come
agricoltore
.
Tentò
piantagioni
di
agrumi
,
di
sommaco
,
di
barbabietole
:
l
'
aridità
della
terra
rocciosa
,
bruciata
da
lunghe
siccità
,
frustrò
i
suoi
tentativi
.
Impiantò
anche
una
piccola
tipografia
e
stampò
a
sue
spese
un
giornaletto
,
e
le
poesie
sue
e
dei
suoi
amici
:
fallimento
completo
anche
questo
.
Nelle
ore
di
riposo
,
alla
bella
stagione
,
sedeva
all
'
ombra
della
casa
,
davanti
alla
porta
,
leggendo
i
giornali
.
Tutti
quelli
che
passavano
lo
salutavano
o
si
fermavano
addirittura
a
conversare
con
lui
.
E
se
passava
una
donna
bisognosa
,
egli
traeva
in
silenzio
dal
taschino
una
moneta
e
gliela
porgeva
,
accennandole
,
col
dito
sulla
bocca
,
di
non
fiatare
.
Così
,
tutti
si
allontanavano
consolati
.
Oltre
ad
Antonino
,
frequentava
la
casa
un
altro
giovanissimo
studente
,
già
compagno
di
scuola
di
Andrea
.
Era
un
ragazzo
smilzo
,
dal
profilo
rapace
,
gli
occhi
inquieti
e
diffidenti
,
orgoglioso
e
ambizioso
,
e
di
una
serietà
insolita
alla
sua
età
.
Ma
anche
lui
apparteneva
ad
una
famiglia
mista
,
che
non
era
borghese
ma
neppure
esclusivamente
paesana
,
che
anzi
vantava
essere
di
pura
e
antica
razza
locale
:
abitavano
in
una
casa
buia
,
in
fondo
a
un
cortile
chiuso
,
quasi
murato
come
una
prigione
;
e
tutti
della
famiglia
,
il
padre
alto
e
già
quasi
vecchio
,
i
fratelli
,
le
sorelle
,
delle
quali
una
bellissima
e
con
rari
occhi
celesti
,
erano
di
una
rigidità
quasi
tragica
.
Scarso
il
patrimonio
,
tanto
che
quando
si
trattò
di
mandare
il
ragazzo
a
studiare
a
Cagliari
,
si
dovette
fare
sacrifici
.
Ma
Gioanmario
,
lo
studente
,
dava
buone
promesse
.
Durante
quelle
ultime
vacanze
,
mentre
si
preparava
a
partire
,
le
sue
visite
diventarono
più
frequenti
.
Tutte
le
sere
cercava
di
Andrea
,
pur
sapendo
che
l
'
amico
non
era
in
casa
,
e
coglieva
tutte
le
scuse
per
attardarsi
con
le
ragazze
.
I
suoi
discorsi
le
interessavano
:
per
lo
più
egli
riportava
le
notizie
del
paese
,
i
pettegolezzi
,
le
storielle
di
innocenti
amori
fra
studenti
e
fanciulle
del
luogo
:
Cosima
e
sopra
tutto
Enza
lo
ascoltavano
incantate
.
Enza
era
già
quasi
una
signorina
,
un
po
'
strana
,
a
volte
taciturna
a
volte
di
una
allegria
insolente
e
isterica
.
Non
si
tardò
ad
accorgersi
che
lei
e
Gioanmario
si
erano
stretti
con
un
legame
d
'
amore
;
trovarono
il
modo
di
vedersi
in
segreto
e
l
'
opposizione
della
famiglia
di
lei
,
che
sperava
in
un
matrimonio
più
sollecito
e
solido
,
aumentò
la
loro
passione
.
Fu
una
vera
passione
,
alimentata
dal
carattere
quasi
violento
dei
due
ragazzi
.
Gioanmario
si
mise
a
studiare
con
dura
tenacia
,
e
in
soli
due
anni
superò
gli
esami
del
liceo
,
inscrivendosi
poi
alla
facoltà
di
legge
.
Ma
lo
studio
,
le
privazioni
,
l
'
orgoglio
punto
dalla
persistente
ostilità
della
famiglia
di
Enza
,
lo
rendevano
cupo
e
nervoso
.
A
volte
i
suoi
occhi
erano
venati
di
rosso
,
e
la
voce
aspra
,
le
parole
amare
.
Vennero
però
tristi
giorni
anche
per
la
famiglia
di
Cosima
:
Andrea
non
andava
bene
:
si
diceva
che
già
avesse
un
figlio
,
da
una
bella
ragazza
del
popolo
,
e
che
giocasse
coi
suoi
amici
scapestrati
.
Invano
il
signor
Antonio
cercava
di
richiamarlo
sulla
buona
strada
:
lo
mandava
a
sorvegliare
i
lavori
delle
carbonaie
,
a
vigilare
i
poderi
.
Andrea
obbediva
;
era
,
come
si
disse
,
buono
e
molto
generoso
,
ma
anche
lui
trascinato
da
istinti
di
razza
,
sensuale
e
impulsivo
.
E
anche
l
'
altro
,
il
maggiore
,
si
era
,
dopo
la
disgrazia
dei
fuochi
artificiali
,
come
incrinato
.
Incrinato
:
come
s
'
incrina
ad
un
urto
una
tazza
di
cristallo
,
un
vaso
di
porcellana
.
Continuava
i
suoi
studi
,
all
'
Università
di
Cagliari
,
mentre
Antonino
aveva
ottenuto
,
poiché
la
sua
famiglia
ne
aveva
a
sufficienza
i
mezzi
,
di
andare
a
Roma
.
Forse
anche
la
lontananza
dell
'
amico
fu
per
Santus
dannosa
:
egli
cominciò
a
frequentare
compagni
meno
intelligenti
e
fini
,
e
a
domandare
denari
più
del
necessario
.
Anche
di
lui
si
seppe
che
studiava
sempre
meno
,
e
che
beveva
.
Questo
fu
un
grave
dispiacere
per
tutti
.
Il
signor
Antonio
divenne
pensieroso
;
la
madre
sempre
più
taciturna
e
melanconica
.
Che
fare
?
La
vita
segue
il
suo
corso
fluviale
,
inesorabile
:
vi
sono
tempi
di
calma
e
tempi
torbidi
,
a
cui
nulla
può
mettere
riparo
:
e
invano
si
tenta
di
arginarla
,
di
opporsi
anche
di
traverso
nella
corrente
per
impedire
che
altri
venga
travolto
.
Forze
occulte
.
Fatali
,
spingono
l
'
uomo
al
bene
o
al
male
;
la
natura
stessa
,
che
sembra
perfetta
,
è
sconvolta
dalle
violenze
di
una
sorte
ineluttabile
.
Il
signor
Antonio
,
e
più
di
lui
la
signora
Francesca
,
si
piegavano
sulla
china
che
pareva
franasse
sotto
i
piedi
dei
loro
figliuoli
:
si
rimproveravano
,
ciascuno
però
per
conto
proprio
,
di
non
aver
saputo
creare
,
con
l
'
educazione
,
l
'
energia
,
la
costanza
,
il
sacrificio
di
tutte
le
ore
,
un
terreno
più
solido
e
sicuro
per
il
cammino
dei
loro
figli
:
il
signor
Antonio
aveva
loro
comprato
terreni
e
greggi
,
la
signora
Francesca
aveva
per
loro
risparmiato
anche
il
centesimo
:
che
valeva
?
Anzi
valeva
forse
dannosamente
,
perché
,
senza
il
benessere
e
l
'
avvenire
assicurato
,
i
ragazzi
sarebbero
stati
costretti
a
lavorare
e
crearsi
da
loro
una
posizione
.
Fantasie
,
forse
,
anche
queste
:
poiché
c
'
erano
intorno
esempi
di
gente
povera
,
o
mediocre
,
che
tuttavia
era
spinta
da
un
destino
di
dolore
e
di
colpa
,
molto
più
triste
di
quello
dei
fratelli
di
Cosima
.
Se
n
'
era
avuto
un
caso
nel
disgraziato
Juanniccu
.
E
un
altro
caso
anche
più
doloroso
colpì
un
cugino
,
figlio
di
una
sorella
del
signor
Antonio
,
severa
e
intelligentissima
donna
,
rimasta
vedova
in
giovine
età
con
parecchi
figli
da
allevare
:
possedeva
,
è
vero
,
una
certa
sostanza
,
e
non
le
mancava
l
'
aiuto
dell
'
altro
fratello
sacerdote
che
conviveva
con
lei
;
ma
era
una
donna
litigiosa
,
che
per
motivi
da
nulla
intentava
causa
ai
suoi
vicini
e
confinanti
di
terra
e
di
domicilio
,
e
si
faceva
mangiare
buona
parte
delle
sue
entrate
dagli
avvocati
e
dalle
spese
di
giustizia
.
Da
piccoli
proprietari
che
erano
,
i
figli
custodivano
personalmente
il
loro
patrimonio
;
ma
il
cugino
era
sanguigno
,
ambizioso
e
violento
,
e
cominciò
con
l
'
appropriarsi
di
qualche
capo
di
bestiame
per
aumentare
il
suo
gregge
.
Scoperto
,
fu
punito
.
Aveva
venticinque
anni
:
era
bello
,
alto
,
robusto
;
in
guerra
sarebbe
stato
un
ottimo
condottiero
.
Ma
la
vita
,
l
'
ambiente
,
il
destino
,
erano
così
.
E
anche
nella
casa
di
Cosima
s
'
era
introdotto
il
male
,
subdolo
,
velenoso
,
forse
inevitabile
,
come
tutti
i
mali
del
mondo
.
Anche
Andrea
fu
trascinato
,
una
notte
,
ad
una
impresa
di
quelle
che
certi
giovani
facevano
più
per
spacconeria
che
per
malvagità
.
Rubarono
galline
:
ma
furono
anch
'
essi
presi
.
Un
lutto
più
che
mortale
ottenebrò
la
famiglia
del
signor
Antonio
:
egli
si
accorò
talmente
che
,
fatto
ogni
più
grave
sforzo
per
salvare
il
figliuolo
,
si
accasciò
e
si
ammalò
.
Furono
mesi
e
mesi
di
dolore
rodente
,
quasi
di
disperazione
.
Finché
l
'
uomo
buono
,
l
'
uomo
saggio
e
giusto
,
cadde
,
e
la
famiglia
rimase
come
l
'
umile
erba
tremante
all
'
ombra
della
quercia
fulminata
.
E
poiché
la
famiglia
era
in
questo
cerchio
d
'
ombra
,
restava
rassegnata
,
in
attesa
di
vederla
un
giorno
diradare
.
Con
la
morte
del
padre
,
Andrea
parve
metter
giudizio
;
prese
lui
ad
amministrare
il
patrimonio
rimasto
ancora
in
comune
;
ma
ne
profittava
largamente
,
in
modo
che
rimaneva
appena
il
tanto
per
aiutare
negli
studi
l
'
altro
fratello
,
e
per
pagare
le
tasse
.
La
madre
si
lamentava
sempre
,
per
queste
tasse
,
e
se
ne
preoccupava
tanto
da
non
dormire
la
notte
.
Per
fortuna
nella
casa
c
'
era
ogni
provvista
,
e
le
ragazze
si
contentavano
di
nulla
.
Il
lutto
per
il
padre
fu
lungo
:
per
mesi
interi
le
finestre
rimasero
chiuse
e
nessuna
delle
donne
,
tranne
la
serva
,
metteva
il
piede
fuori
della
porta
:
ma
Enza
si
consolava
scrivendo
lettere
interminabili
al
suo
Gioanmario
e
le
tre
piccole
,
intelligentissime
,
leggevano
sempre
,
chiacchierando
e
anche
discutendo
fra
di
loro
,
in
perfetto
accordo
.
Chi
non
andava
bene
era
Santus
.
La
morte
del
padre
,
invece
di
richiamarlo
in
sé
,
parve
sprofondarlo
di
più
nella
china
abissale
dove
di
giorno
in
giorno
precipitava
.
Studiò
fino
ad
arrivare
al
quarto
anno
di
medicina
:
ma
beveva
.
Durante
le
ultime
vacanze
fu
trascurato
anche
da
Antonino
,
che
non
andò
più
a
cercarlo
:
né
lui
parve
preoccuparsene
,
chiuso
sempre
in
una
sua
indifferenza
da
animale
malato
.
Se
ne
stava
nella
sua
camera
,
chiuso
a
chiave
,
-
poiché
Andrea
s
'
era
stabilito
in
quella
che
doveva
funzionare
da
salotto
,
-
e
non
usciva
se
non
per
andare
a
cercare
da
bere
.
Del
resto
era
innocuo
;
non
molestava
nessuno
;
nelle
ore
buone
scendeva
in
cortile
e
fabbricava
giocattoli
con
la
ferula
,
per
i
bambini
del
vicinato
;
tutti
gli
volevano
bene
,
ma
la
sua
ombra
gravava
intorno
e
accresceva
il
lutto
della
madre
e
delle
sorelle
.
Dopo
quelle
ultime
vacanze
,
verso
ottobre
,
parve
svegliarsi
dal
suo
malefico
incantesimo
;
preparò
i
suoi
libri
,
disse
che
avrebbe
fatto
ogni
sforzo
per
compiere
entro
l
'
anno
scolastico
il
resto
degli
studi
e
laurearsi
.
L
'
arcobaleno
della
speranza
illuminò
il
grigio
orizzonte
della
famiglia
:
fu
raccolto
il
gruzzolo
necessario
per
fa
sua
partenza
,
e
la
madre
,
anzi
,
gli
diede
i
pochi
risparmi
che
teneva
nascosti
per
riserva
,
in
caso
di
bisogni
impreveduti
.
Fu
una
festa
,
la
partenza
di
lui
,
e
anche
un
senso
di
liberazione
per
la
casa
;
alla
sua
camera
fu
data
aria
,
come
a
quella
di
uno
che
è
morto
o
guarito
dopo
lunga
malattia
,
e
finalmente
fu
vista
la
madre
sorridere
e
prender
parte
alle
conversazioni
animate
delle
ragazze
.
Sei
notti
dopo
la
partenza
di
Santus
,
fu
sentito
,
sul
tardi
,
qualcuno
bussare
replicatamente
alla
porta
.
Dopo
mezzo
secolo
di
vita
,
Cosima
ricorda
ancora
quel
picchiare
come
di
tamburo
che
annunzia
una
disgrazia
:
lo
sente
ancora
rimbombare
dentro
il
suo
cuore
;
è
il
suono
più
terribile
che
abbia
mai
udito
,
più
funebre
di
quello
che
annunzia
la
morte
,
più
del
suono
della
campana
che
chiama
a
spegnere
un
incendio
.
La
buona
serva
si
alza
;
ma
prima
di
aprire
ascolta
,
con
ansia
paurosa
.
Chi
può
essere
?
Un
bandito
,
un
ladro
,
un
uomo
della
giustizia
?
Anche
un
fantasma
può
essere
,
un
morto
che
passa
nella
strada
e
bussa
alle
porte
per
avvertire
i
viventi
che
l
'
inferno
li
aspetta
.
Era
qualche
cosa
di
peggio
ancora
:
un
morto
vivente
che
annunziava
l
'
inferno
,
sì
,
ma
prima
della
morte
,
nella
vita
stessa
.
Era
Santus
,
con
gli
occhi
azzurri
velati
,
la
lingua
legata
.
Per
misurare
la
gravità
di
queste
disgrazie
bisogna
considerare
anche
l
'
intransigenza
malevola
dell
'
ambiente
dove
si
svolgevano
.
Tutti
si
conoscevano
,
nella
piccola
città
,
tutti
si
giudicavano
severamente
,
e
quelli
che
meno
avrebbero
dovuto
scagliare
la
prima
pietra
erano
i
più
inesorabili
.
Quando
si
seppe
del
ritorno
e
della
perdizione
di
Santus
,
fu
un
lungo
compiacersi
e
sogghignare
,
fra
i
conoscenti
della
famiglia
;
e
i
più
cattivi
erano
i
parenti
.
C
'
erano
due
cugine
della
signora
Francesca
,
due
vecchie
zitelle
che
facevano
pensione
a
un
canonico
,
-
questo
veramente
santo
,
-
e
stavano
sempre
in
chiesa
.
Ogni
tanto
si
presentavano
nella
casa
di
Cosima
,
rigide
e
composte
,
dure
come
due
mummie
;
non
parlavano
molto
,
ma
ogni
loro
parola
era
una
frecciata
:
e
di
tutto
,
anche
quando
le
cose
andavano
egregiamente
,
trovavano
da
ridire
,
persino
se
le
ragazze
avevano
un
abituccio
nuovo
,
o
si
ornavano
di
un
nastro
economico
ritagliato
magari
da
un
fazzoletto
di
seta
logoro
.
Piombarono
in
casa
il
giorno
dopo
del
ritorno
di
Santus
,
e
fecero
piangere
la
signora
Francesca
,
addossandole
tutta
la
colpa
del
disordine
famigliare
.
Tutto
,
intorno
,
per
loro
,
era
una
tragedia
;
e
lo
era
,
sì
,
ma
forse
,
almeno
per
le
ragazze
,
non
irreparabile
.
Irreparabile
lo
era
per
le
due
vecchie
zitelle
,
che
,
istintivamente
,
senza
precisa
cattiveria
,
riversavano
sul
destino
degli
altri
il
proprio
squilibrio
.
Una
carica
particolare
,
quasi
non
bastasse
la
prima
,
fu
fatta
contro
Enza
,
della
quale
si
conoscevano
gli
amori
segreti
e
palesi
con
Gioanmario
:
per
le
due
acri
e
sterili
zie
,
che
mai
avevano
conosciuto
l
'
amore
,
il
romanzo
innocente
e
in
fondo
melanconico
dei
due
giovani
innamorati
era
tragico
e
terribile
quasi
come
quello
di
Isotta
la
bionda
e
Tristano
,
o
di
Paolo
e
Francesca
.
Predissero
le
cose
più
sinistre
per
l
'
immorale
e
sfrontata
ragazza
,
mormorarono
che
per
causa
di
lei
la
famiglia
e
l
'
intero
parentado
erano
scherniti
e
disprezzati
da
tutta
la
gente
benpensante
,
e
che
il
disonore
ricadeva
anche
sulle
sorelle
che
mai
avrebbero
trovato
marito
.
La
madre
piangeva
:
che
altro
poteva
fare
?
E
,
certo
,
neppure
lei
era
contenta
per
la
storia
di
Enza
,
sebbene
,
dopo
le
ultime
disgrazie
famigliari
,
la
sua
ostilità
verso
Gioanmario
fosse
diminuita
,
e
pensasse
che
un
uomo
ordinato
ed
energico
,
in
casa
,
sarebbe
stato
di
grande
aiuto
:
ma
non
rispondeva
alle
insinuazioni
vituperose
delle
cugine
,
e
tale
sua
quasi
accondiscendenza
fu
quella
che
più
esasperò
Enza
,
la
quale
naturalmente
origliava
all
'
uscio
.
D
'
un
tratto
si
sentirono
alte
grida
ululanti
,
e
il
tonfo
d
'
un
corpo
che
cade
.
Era
lei
,
l
'
infelice
ragazza
,
presa
da
un
attacco
isterico
,
quasi
epilettico
.
Allora
la
madre
si
sollevò
,
come
la
cerbiatta
alla
quale
vien
ferito
il
figlio
,
e
trovò
l
'
energia
di
cacciar
via
le
donne
e
di
sollevare
e
confortare
la
sua
bambina
.
Poiché
tutti
i
figli
,
per
lei
,
compreso
il
più
traviato
,
anzi
lui
forse
più
degli
altri
,
erano
ancora
deboli
creature
che
il
Signore
avrebbe
fatto
crescere
e
rinsavire
.
Il
risultato
fu
che
Gioanmario
fu
riconosciuto
come
fidanzato
di
Enza
,
e
si
fissarono
le
nozze
per
l
'
estate
seguente
,
appena
egli
si
fosse
laureato
.
Nozze
umili
e
quasi
tristi
;
non
quali
il
padre
aveva
sognate
e
preparate
per
le
sue
figliuole
.
Ai
due
giovani
sposi
fu
assegnata
una
modesta
rendita
,
e
concessa
per
abitazione
una
vecchia
casa
che
la
famiglia
possedeva
in
un
quartiere
eccentrico
della
cittadina
.
Ma
era
una
casa
troppo
grande
,
con
una
scala
erta
,
le
camere
vaste
dai
pavimenti
di
legno
,
le
finestre
piccole
,
le
pareti
imbiancate
con
la
calce
;
Enza
ci
si
immelanconì
e
si
strapazzò
a
pulirla
e
renderla
abitabile
,
aiutata
solo
da
una
donna
a
mezzo
servizio
.
Presto
cominciarono
i
guai
.
Gioanmario
,
entrato
nello
studio
di
un
avvocato
,
vi
rimaneva
tutto
il
giorno
,
e
ancora
senza
compenso
.
Il
dover
vivere
con
la
piccola
rendita
della
moglie
lo
umiliava
e
lo
esasperava
.
Provocato
dal
malumore
di
lei
cominciò
a
rinfacciarle
la
fretta
di
essersi
voluta
sposare
:
ella
rispondeva
aspra
:
litigi
violenti
scoppiavano
fra
di
loro
,
seguiti
da
riconciliazioni
che
duravano
poco
,
da
fughe
di
lui
che
rimaneva
assente
il
più
possibile
.
Una
triste
mattina
,
la
donna
che
andava
da
loro
per
i
servizi
,
corse
spaventata
a
casa
dei
parenti
,
dicendo
che
aveva
trovato
la
piccola
padrona
stesa
a
letto
senza
sensi
,
fredda
come
una
morta
.
L
'
aveva
fatta
rinvenire
;
ma
temeva
che
la
cosa
fosse
grave
.
La
signora
Francesca
era
sofferente
anch
'
essa
,
per
un
male
alle
reni
,
e
le
ragazze
giudicarono
di
non
spaventarla
con
le
notizie
di
Enza
.
Cosima
,
che
spesso
andava
dai
giovani
sposi
ed
era
al
corrente
della
loro
disordinata
e
dolorosa
vita
,
corse
lei
con
la
speranza
che
si
trattasse
di
uno
dei
soliti
disturbi
nervosi
della
sorella
.
La
trovò
insolitamente
calma
,
troppo
calma
,
abbandonata
sul
letto
pallidissima
,
coi
grandi
occhi
spauriti
.
Non
parlava
,
non
si
moveva
;
ma
un
odore
sgradevole
e
caldo
esalava
dal
letto
,
e
quando
Cosima
,
con
un
coraggio
superiore
alla
sua
età
,
cercò
di
scoprire
il
mistero
si
accorse
che
l
'
infelice
Enza
giaceva
in
una
pozza
di
sangue
nero
.
Arrivò
il
medico
e
disse
che
si
trattava
di
un
aborto
.
Alla
meglio
tentarono
di
riparare
:
ma
era
tardi
:
prima
che
il
marito
tornasse
da
una
seduta
al
Tribunale
,
Enza
era
morta
.
Morta
,
senza
dolore
,
senza
coscienza
,
vuota
di
tutto
il
suo
sangue
malato
e
turbolento
:
adesso
era
bianca
,
bella
,
purificata
,
come
una
statua
di
marmo
scolpita
sul
suo
modello
.
Prima
di
avvertire
la
madre
e
le
sorelle
,
prima
ancora
che
Gioanmario
rientrasse
,
Cosima
,
da
sola
,
chiuse
i
grandi
occhi
vitrei
di
Enza
,
ne
lavo
il
corpo
,
trasportato
in
un
lettuccio
della
camera
attigua
a
quella
matrimoniale
;
lo
profumò
;
compose
i
bei
capelli
castani
intorno
al
viso
diafano
,
e
infine
la
rivestì
del
modesto
abito
bianco
di
sposa
e
le
calzò
anche
le
scarpette
di
raso
.
Agiva
sotto
l
'
impulso
di
una
forza
quasi
sovrannaturale
,
come
in
uno
stato
di
ebbrezza
.
Ebbrezza
di
dolore
,
di
disinganno
,
di
spavento
della
vita
,
che
,
come
tutte
le
ubriachezze
violente
,
le
lasciò
un
fondo
di
amarezza
,
anzi
di
terrore
;
un
terrore
che
non
l
'
abbandonò
mai
più
,
sebbene
accuratamente
sepolto
da
lei
in
fondo
al
cuore
come
il
segreto
di
una
colpa
misteriosa
e
involontaria
:
l
'
antica
colpa
dei
primi
padri
,
quella
che
attirò
sul
mondo
il
dolore
e
ricade
indistintamente
su
tutti
gli
uomini
.
Adesso
Cosima
aveva
quattordici
anni
,
e
conosceva
dunque
la
vita
nelle
sue
più
fatali
manifestazioni
.
Ma
nonostante
quella
paura
misteriosa
della
fatalità
che
si
era
annidata
nel
suo
cuore
,
poiché
questo
cuore
era
poi
fisicamente
e
moralmente
forte
,
ella
aveva
ereditato
dal
padre
e
dagli
avi
paterni
,
quasi
tutti
agricoltori
e
pastori
,
quindi
patriarcalmente
unici
alla
terra
e
alla
natura
,
un
fondo
di
bontà
,
d
'
intelligenza
,
di
filosofia
,
e
sentiva
profonda
la
gioia
di
vivere
.
Durante
l
'
infanzia
aveva
avuto
le
malattie
comuni
a
tutti
i
bambini
,
ma
adesso
era
,
sebbene
gracile
e
magra
,
sana
e
relativamente
agile
e
forte
.
Piccola
di
statura
,
con
la
testa
piuttosto
grossa
,
mani
e
piedi
minuscoli
,
con
tutte
le
caratteristiche
fisiche
sedentarie
delle
donne
della
sua
razza
,
forse
d
'
origine
libica
,
con
lo
stesso
profilo
un
po
'
camuso
,
i
denti
selvaggi
e
il
labbro
superiore
molto
allungato
;
aveva
però
una
carnagione
chiara
e
vellutata
,
bellissimi
capelli
neri
lievemente
ondulati
e
gli
occhi
grandi
,
a
mandorla
,
di
un
nero
dorato
e
a
volte
verdognolo
,
con
la
grande
pupilla
appunto
delle
donne
di
razza
camitica
,
che
un
poeta
latino
chiamò
doppia
pupilla
,
di
un
fascino
passionale
,
irresistibile
.
Per
la
morte
di
Enza
fu
ripreso
il
lutto
,
chiuse
ancora
le
finestre
,
ripresa
una
vita
veramente
claustrale
.
Ma
un
lievito
di
vita
,
un
germogliare
di
passioni
e
una
fioritura
freschissima
d
'
intelligenza
simile
a
quella
dei
prati
cosparsi
di
fiori
selvatici
a
volte
più
belli
di
quelli
dei
giardini
,
univa
le
tre
sorelle
in
una
specie
di
danza
silenziosa
piena
di
grazia
e
di
poesia
.
Le
due
piccole
,
Pina
e
Coletta
,
leggevano
già
anch
'
esse
avidamente
tutto
quello
che
loro
capitava
in
mano
,
e
,
quando
erano
sole
con
Cosima
,
si
abbandonavano
insieme
a
commenti
e
discussioni
che
uscivano
dal
loro
ambiente
e
dalle
ristrettezze
della
loro
vita
quotidiana
.
E
Cosima
,
come
costretta
da
una
forza
sotterranea
,
scriveva
versi
e
novelle
.
Da
sua
parte
Andrea
aveva
molti
difetti
,
ma
era
anche
generoso
e
gioviale
.
Forse
troppo
:
e
la
sua
generosità
era
alimentata
da
un
po
'
di
amor
proprio
,
di
vanità
,
di
boria
:
ma
spesso
era
schietta
e
istintiva
:
aveva
,
poi
,
impeti
di
vero
entusiasmo
per
cose
che
agli
altri
sembravano
degne
di
poco
aiuto
,
se
non
proprio
di
essere
contrariate
;
e
allora
gli
sembrava
di
fare
atto
di
giustizia
mettendosi
dalla
parte
del
debole
.
Così
,
quando
si
venne
a
sapere
che
la
sua
sorellina
Cosima
,
quella
ragazzina
di
quattordici
anni
che
ne
dimostrava
meno
e
sembrava
selvaggia
e
timida
come
una
piccola
cerbiatta
,
era
invece
una
specie
di
ribelle
a
tutte
le
abitudini
,
le
tradizioni
,
gli
usi
della
famiglia
e
anzi
della
razza
,
poiché
s
'
era
messa
a
scrivere
versi
e
novelle
,
e
tutti
cominciarono
a
guardarla
con
una
certa
stupita
diffidenza
,
se
non
pure
a
sbeffeggiarla
e
prevedere
per
lei
un
quasi
losco
avvenire
,
Andrea
prese
a
proteggerla
e
tentò
,
in
modo
invero
molto
intelligente
ed
efficace
,
ad
aiutarla
.
Egli
aveva
fatto
solo
il
ginnasio
,
e
sebbene
avesse
appena
ventidue
anni
si
occupava
adesso
dell
'
amministrazione
dei
beni
lasciati
dal
padre
,
traendone
,
è
vero
,
molto
profitto
per
sé
e
per
i
suoi
divertimenti
;
ma
leggeva
,
anche
,
e
in
certo
modo
era
al
corrente
degli
avvenimenti
letterarî
.
L
'
eco
di
questi
era
sempre
portata
alla
piccola
città
da
Antonino
,
lo
studente
di
lettere
del
più
intimo
amico
di
Andrea
.
Questo
fratello
si
chiamava
Salvatore
,
e
aveva
anche
lui
preferito
allo
studio
la
vita
beata
del
piccolo
proprietario
sempre
a
cavallo
per
i
suoi
campi
ad
aizzare
il
lavoro
dei
servi
e
a
divertirsi
poi
con
le
belle
e
ardenti
ragazze
del
paese
:
e
si
beffava
,
pur
ammirandolo
in
segreto
,
di
Antonino
,
che
aveva
le
mani
bianche
e
affusolate
di
donna
e
gli
occhi
pieni
di
sogni
;
e
non
era
buono
neppure
a
montare
sulla
giumenta
sulla
quale
balzavano
d
'
un
salto
le
servette
di
casa
per
andare
a
prender
l
'
acqua
alla
fontana
:
come
nei
suoi
eterni
studi
,
nelle
Università
più
celebri
del
Continente
,
spendendo
tutti
i
risparmi
della
famiglia
,
non
riusciva
o
non
voleva
riuscire
a
prendere
la
laurea
.
Ad
ogni
modo
questo
bellissimo
,
questo
elegante
e
quasi
principesco
studente
(
e
in
quei
tempi
e
in
quel
luogo
la
parola
studente
significava
ancora
un
essere
superiore
:
un
uomo
al
quale
potevano
essere
assegnati
i
più
alti
e
potenti
destini
della
terra
)
portava
davvero
nella
cerchia
familiare
,
primitiva
,
isolata
,
quasi
condannata
a
un
esilio
dal
mondo
grande
,
un
soffio
di
quella
grandezza
tanto
più
luminosa
quanto
più
lontana
.
Egli
parlava
di
Re
,
di
Regine
,
di
alti
personaggi
politici
,
di
artisti
e
di
letterati
,
come
fossero
tutti
suoi
intimi
amici
.
Sulla
figura
di
Gabriele
d
'
Annunzio
,
allora
in
tutto
il
suo
più
radioso
splendore
,
circonfusa
inoltre
dall
'
aureola
di
notizie
leggendarie
,
egli
si
appoggiava
sopra
tutto
,
come
il
credente
si
appoggia
alla
colonna
del
tempio
per
riceverne
forza
e
maestà
.
Le
cose
raccontate
dal
buono
,
dall
'
epico
Antonino
,
infiammavano
di
folli
sogni
il
cuore
del
rude
,
ma
anche
lui
a
suo
modo
epico
Andrea
.
Egli
cominciò
a
fantasticare
sulla
piccola
Cosima
.
Bisognava
pertanto
aiutarla
.
La
mandò
a
prendere
lezioni
d
'
italiano
,
poiché
a
dire
il
vero
ella
scriveva
più
in
dialetto
che
in
lingua
,
da
un
professore
di
ginnasio
.
Queste
lezioni
accrebbero
il
senso
di
ostilità
istintiva
che
la
piccola
scrittrice
provava
per
ogni
genere
di
studi
libreschi
,
a
meno
che
non
fossero
romanzi
o
poesie
.
Più
efficaci
furono
le
lezioni
pratiche
che
il
fratello
volonteroso
le
procurò
facendole
conoscere
tipi
di
vecchi
pastori
che
raccontavano
storie
più
mirabili
di
quelle
scritte
sui
libri
,
e
portandola
in
giro
,
nei
villaggi
più
caratteristici
della
contrada
,
alle
feste
campestri
,
agli
ovili
sparsi
nei
pascoli
solitari
e
nascosti
come
nidi
nelle
conche
boscose
della
montagna
.
Una
di
queste
gite
fu
meravigliosa
,
anche
perché
fatta
in
buona
compagnia
.
Oltre
al
fratello
di
Antonino
,
c
'
erano
altri
amici
di
Andrea
,
quasi
tutti
studenti
mancati
,
che
ai
tormentosi
fasti
del
vocabolario
preferivano
quelli
della
fisarmonica
e
la
Odissea
,
se
la
creavano
da
sé
prendendosi
a
pugni
per
qualche
bella
giovane
paesana
e
poi
riconciliandosi
in
banchetti
ove
le
ossa
degli
agnelli
arrostiti
alla
viva
fiamma
si
ammucchiavano
ai
loro
piedi
come
sotto
le
mense
degli
eroi
e
conti
di
Re
Carlo
.
Uno
di
questi
banchetti
fu
apprestato
quel
giorno
,
nell
'
ovile
delle
tancas
paterne
di
Andrea
e
di
Cosima
.
Ai
pastori
porcari
,
che
avevano
finito
la
loro
stagione
,
erano
seguiti
quelli
di
pecore
e
di
capre
.
Le
pecore
brucavano
l
'
asfodelo
secco
,
i
cui
lunghi
steli
dorati
scrocchiavano
fra
i
denti
delle
bestie
come
grissini
,
e
le
capre
nere
,
dalle
teste
diaboliche
,
si
profilavano
sulla
madreperla
delle
cime
rocciose
.
Quel
giorno
Cosima
imparò
più
cose
che
in
dieci
lezioni
del
professore
di
belle
lettere
.
Imparò
a
distinguere
la
foglia
dentellata
della
quercia
da
quella
lanceolata
del
leccio
,
e
il
fiore
aromatico
del
tasso
barbasso
da
quello
del
vilucchio
.
E
da
un
castello
di
macigni
sopra
i
quali
volteggiavano
i
falchi
che
parevano
attirati
dal
sole
come
le
farfalle
notturne
dalle
lampade
,
vide
una
grande
spada
luccicante
messa
ai
piedi
di
una
scogliera
come
in
segno
che
l
'
isola
era
stata
tagliata
dal
continente
e
tale
doveva
restare
per
l
'
eternità
.
Era
il
mare
che
Cosima
vedeva
per
la
prima
volta
.
Certo
,
fu
una
giornata
indimenticabile
,
come
quella
della
cresima
,
quando
un
fanciullo
che
crede
fermamente
in
Dio
si
sente
più
vicino
a
lui
,
lavato
del
tutto
dal
peccato
originale
.
Tutto
pareva
straordinario
a
Cosima
,
persino
il
grido
rapace
delle
ghiandaie
e
i
cardi
spinosi
fra
le
pietre
arse
:
ma
invece
di
esaltarsi
si
sentiva
piccola
e
umile
accanto
alle
rocce
che
scintillavano
come
rivestite
di
scaglie
,
e
ai
lecci
millenari
che
sembravano
più
antichi
delle
stesse
rocce
.
L
'
ombra
era
fitta
,
e
se
qualche
nuvoletta
solcava
il
cielo
sembrava
si
afferrasse
alle
cime
più
alte
,
in
certi
piccoli
squarci
del
bosco
,
come
i
fanciulli
che
guardano
in
fondo
a
un
pozzo
.
Ma
il
banchetto
fu
servito
in
una
radura
,
per
terra
s
'
intende
,
tutta
circondata
da
un
colonnato
di
tronchi
come
un
salone
regale
:
per
Cosima
Andrea
preparò
con
una
sella
e
una
bisaccia
una
comoda
poltrona
;
e
i
migliori
bocconi
furono
per
lei
:
per
lei
il
rognone
dell
'
agnello
,
tenero
e
dolce
come
una
sorba
matura
;
per
lei
il
cocuzzolo
del
formaggello
arrostito
allo
spiedo
,
per
lei
il
più
bel
grappolo
d
'
uva
primaticcia
portata
appositamente
dal
fratello
premuroso
.
Si
accorsero
,
i
convitati
,
di
queste
gentilezze
quasi
galanti
,
e
cominciarono
a
urtarsi
coi
gomiti
;
e
come
se
una
parola
d
'
ordine
si
trasmettesse
fra
loro
con
questo
gesto
,
un
bel
momento
tutti
sporsero
verso
Cosima
le
loro
curiose
forchette
di
stecchi
di
legno
,
e
ad
esse
infilati
pezzetti
di
carne
,
di
pane
,
di
cacio
,
di
tutte
le
vivande
che
si
trovavano
sulla
mensa
.
Ella
arrossì
,
ma
non
pronunziò
una
parola
:
non
aveva
mai
aperto
bocca
,
del
resto
,
durante
tutto
il
tempo
del
banchetto
,
e
pareva
una
estranea
,
sulla
sua
sella
ricoperta
dal
drappo
arcaico
della
bisaccia
,
coi
suoi
grandi
occhi
silenziosi
,
oscuri
del
cupo
verde
dell
'
ombra
del
bosco
:
come
una
delle
piccole
fate
ambigue
,
non
sai
se
buone
o
cattive
,
che
popolano
le
grotte
del
monte
e
da
millennii
vi
tessono
,
dentro
,
nei
loro
telai
d
'
oro
reti
per
imprigionare
i
falchi
,
i
venti
,
le
nuvole
,
i
sogni
degli
uomini
.
Era
un
po
'
stizzita
,
però
,
che
il
fratello
l
'
avesse
esposta
alla
beffa
,
per
quanto
rispettosa
,
dei
compagni
;
e
non
toccò
più
cibo
,
e
,
appena
sfuggita
all
'
attenzione
dei
convitati
,
si
volse
di
fianco
e
parve
balzare
dalla
sella
come
da
un
cavallo
in
corsa
.
Si
allontanò
rapida
tra
le
felci
della
radura
,
sfiorandole
con
le
braccia
aperte
,
come
una
rondine
che
vola
basso
all
'
avvicinarsi
del
temporale
,
e
tornò
poi
in
cima
al
dirupo
donde
si
vedeva
il
mare
.
Il
mare
:
il
grande
mistero
,
la
landa
di
cespugli
azzurri
,
con
a
riva
una
siepe
di
biancospini
fioriti
;
il
deserto
che
la
rondine
sognava
di
trasvolare
verso
le
meravigliose
regioni
del
Continente
.
Se
non
altro
ella
avrebbe
voluto
restare
lì
sullo
spalto
dei
macigni
,
come
la
castellana
nel
solitario
maniero
,
a
guardare
l
'
orizzonte
in
attesa
che
una
vela
vi
apparisse
con
i
segni
della
speranza
,
o
sulla
riva
balzasse
,
vestito
dei
colori
del
mare
,
il
Principe
dell
'
amore
.
Le
grida
dei
giovani
nella
radura
la
richiamavano
alla
realtà
:
si
udivano
anche
i
fischi
dei
pastori
che
radunavano
il
gregge
,
e
ogni
voce
,
ogni
suono
vibrava
nel
grande
silenzio
con
un
'
eco
limpida
come
in
una
casa
di
cristallo
.
Il
sole
calava
dalla
parte
opposta
,
sopra
le
montagne
di
là
della
pianura
,
e
già
le
capre
,
ancora
arrampicate
sulle
vette
,
avevano
gli
occhi
rossi
come
quelli
dei
falchi
.
Era
tempo
di
ritornare
a
casa
;
e
ricordando
le
sue
giornate
ancora
fanciullesche
,
rallegrate
solo
dalle
storielle
ch
'
ella
raccontava
a
sé
stessa
,
ella
si
sentiva
al
cospetto
del
mare
e
sopra
i
grandi
precipizi
rossi
di
tramonto
,
come
la
capretta
sulla
vetta
merlata
della
roccia
,
che
vorrebbe
imitare
il
volo
del
falco
e
invece
,
al
fischio
del
pastore
,
deve
ritornare
allo
stabbio
.
E
,
invece
,
un
fischio
,
più
acuto
e
diverso
dagli
altri
,
le
arrivò
come
una
freccia
,
seguito
da
altri
che
lo
imitavano
beffardi
.
Era
Andrea
che
la
chiamava
,
avvertendola
che
non
bisognava
abusare
della
sua
indulgenza
di
guardiano
:
e
l
'
irrisione
dei
compagni
le
ricordava
meglio
ancora
che
le
sue
scorribande
non
erano
sopportate
che
una
volta
sola
dalle
leggi
della
comunità
dov
'
ella
era
destinata
a
vivere
.
Allora
ella
si
alzò
,
ma
scosse
di
nuovo
le
braccia
,
verso
il
mare
,
sembrandole
di
sfiorare
le
onde
come
poco
prima
aveva
sfiorato
le
felci
della
radura
,
quale
rondine
che
migra
,
dopo
l
'
inverno
caldo
,
sì
,
ma
sterile
,
degli
altipiani
libici
,
verso
le
terre
del
sole
,
i
rossi
crepuscoli
estivi
,
l
'
amore
che
solo
concede
il
dono
dell
'
eternità
.
Questo
sogno
,
da
allora
,
non
l
'
abbandonò
mai
più
.
Quando
nelle
sere
d
'
inverno
,
accanto
al
braciere
e
alla
luce
di
due
lampadine
ad
olio
(
qualche
volta
ne
accendeva
anche
tre
)
,
o
nei
mattini
di
primavera
,
nell
'
orticello
fiorito
di
rose
e
ronzante
di
mosconi
,
e
poi
d
'
estate
nella
camera
su
in
alto
col
paesaggio
sonnolento
dei
monti
alla
finestra
,
poteva
aver
fra
le
mani
una
rivista
illustrata
,
ne
studiava
a
lungo
le
figure
,
specialmente
le
riproduzioni
fotografiche
di
strade
,
monumenti
,
palazzi
di
grandi
città
.
Roma
era
la
sua
mèta
:
lo
sentiva
.
Non
sapeva
ancora
come
sarebbe
riuscita
ad
andarci
:
non
c
'
era
nessuna
speranza
,
nessuna
probabilità
:
non
l
'
illusione
di
un
matrimonio
che
l
'
avrebbe
condotta
laggiù
:
eppure
sentiva
che
ci
sarebbe
arrivata
.
Ma
non
era
ambizione
mondana
,
la
sua
,
non
pensava
a
Roma
per
i
suoi
splendori
:
era
una
specie
di
città
santa
,
Gerusalemme
dell
'
arte
,
il
luogo
dove
si
è
più
vicini
a
Dio
,
e
alla
gloria
.
Come
giungessero
fino
a
lei
i
giornali
illustrati
non
si
sa
:
forse
era
Santus
,
o
lo
stesso
Andrea
a
procurarli
:
il
fatto
è
che
allora
,
nella
capitale
,
dopo
l
'
aristocratico
editore
Sommaruga
,
era
venuto
su
,
da
operaio
di
tipografia
,
un
editore
popolare
che
fra
molte
pubblicazioni
di
cattivo
gusto
ne
aveva
buone
,
quasi
fini
,
e
sapeva
divulgarle
anche
nei
paesi
più
lontani
della
penisola
.
Arrivavano
anche
nella
casa
di
Cosima
;
erano
giornali
per
ragazzi
,
riviste
agili
e
bene
figurate
,
giornali
di
varietà
e
di
moda
.
Sicuro
,
l
'
Ultima
Moda
,
coi
suoi
figurini
di
donna
dall
'
alta
pettinatura
imbottita
,
la
vita
sottile
e
il
paniere
prominente
,
l
'
ombrellino
grande
a
merletti
come
quello
del
Santissimo
Sacramento
,
e
i
ventagli
di
piume
simili
a
quelli
del
Sultano
,
era
la
gioia
,
il
tormento
,
la
corruzione
delle
ragazze
.
Nelle
ultime
pagine
c
'
era
sempre
una
novella
,
scritta
bene
,
spesso
con
una
grande
firma
:
non
solo
,
ma
il
direttore
del
giornale
era
un
uomo
di
gusto
,
un
poeta
,
un
letterato
a
quei
tempi
notissimo
,
della
schiera
scampata
al
naufragio
del
Sommaruga
e
rifugiatasi
in
parte
nella
barcaccia
dell
'
editore
Perino
.
E
dunque
alla
nostra
Cosima
salta
nella
testa
chiusa
ma
ardita
di
mandare
una
novella
al
giornale
di
mode
,
con
una
letterina
piena
di
graziose
esibizioni
,
come
,
per
esempio
,
la
sommaria
pittura
della
sua
vita
,
del
suo
ambiente
,
delle
sue
aspirazioni
,
e
sopra
tutto
con
forti
e
prodi
promesse
per
il
suo
avvenire
letterario
.
E
forse
,
più
che
la
composizione
letteraria
,
dove
del
resto
si
raccontava
di
una
fanciulla
quasi
simile
a
lei
,
fu
questa
prima
epistola
ad
aprirle
il
cuore
del
buon
poeta
che
presiedeva
al
mondo
femminile
artificiosetto
del
giornale
di
mode
,
e
con
il
cuore
di
lui
le
porte
della
fama
.
Fama
che
come
una
bella
medaglia
aveva
il
suo
rovescio
segnato
da
una
croce
dolorosa
:
poiché
se
il
direttore
dell
'
Ultima
Moda
,
nel
pubblicare
la
novella
presentò
al
mondo
dell
'
arte
,
con
nobile
slancio
,
la
piccola
scrittrice
,
e
subito
la
invitò
a
mandare
altri
lavori
,
in
paese
la
notizia
che
il
nome
di
lei
era
apparso
stampato
sotto
due
colonne
di
prosa
ingenuamente
dialettale
,
e
che
,
per
maggiore
scandalo
,
parlavano
di
avventure
arrischiate
,
destò
una
esecrazione
unanime
e
implacabile
.
Ed
ecco
le
zie
,
le
due
vecchie
zitelle
,
che
non
sapevano
leggere
e
bruciavano
i
fogli
con
le
figure
di
peccatori
e
di
donne
maledette
,
precipitarsi
nella
casa
malaugurata
,
spargendovi
il
terrore
delle
loro
critiche
e
delle
peggiori
profezie
.
Ne
fu
scosso
persino
Andrea
:
i
suoi
sogni
sull
'
avvenire
di
Cosima
si
velarono
di
vaghe
paure
:
ad
ogni
modo
consigliò
la
sorella
di
non
scrivere
più
storie
d
'
amore
,
tanto
più
che
alla
sua
età
,
con
la
sua
poca
esperienza
in
materia
,
oltre
a
farla
passare
per
una
ragazza
precoce
e
già
corrotta
,
non
potevano
essere
del
tutto
verosimili
.
L
'
estate
era
certamente
la
stagione
più
bella
,
per
Cosima
sopra
tutto
.
Grande
era
il
caldo
,
a
giorni
,
ma
un
caldo
secco
,
che
alla
notte
si
placava
in
un
senso
di
straordinaria
dolcezza
.
Arrivavano
allora
,
dalla
valle
e
dai
campi
mietuti
,
odori
di
stoppia
,
di
cespugli
aromatici
;
e
le
voci
delle
donne
accoccolate
nella
strada
a
godere
il
fresco
risonavano
con
bassi
accordi
musicali
.
Lunghi
erano
i
vesperi
,
rossi
,
glauchi
,
violetti
sopra
la
montagna
,
e
se
la
luna
spuntava
sopra
le
roccie
il
suo
chiarore
si
fondeva
con
quello
dell
'
ultimo
giorno
in
un
crepuscolo
quasi
orientale
.
E
poi
era
la
stagione
in
cui
Antonino
tornava
per
le
vacanze
.
Cosima
aspettava
questo
ritorno
come
altri
aspettano
la
primavera
o
il
fare
del
giorno
.
Quell
'
anno
,
poi
,
alla
sua
attesa
si
mischiava
una
vaga
paura
:
paura
che
Antonino
avesse
saputo
la
grande
novità
,
che
anche
lei
era
diventata
una
scrittrice
,
una
candidata
alla
gloria
,
e
che
sorridesse
di
lei
,
con
quel
suo
ironico
sorriso
di
famiglia
,
velato
però
,
in
lui
,
da
una
finissima
melanconia
,
come
quella
dei
grandi
,
dei
veramente
grandi
e
forti
,
per
i
piccoli
e
deboli
.
In
fondo
non
le
importava
gran
che
,
ferma
nella
sua
ambiziosa
sicurezza
di
non
aver
bisogno
di
forze
diverse
dalle
sue
per
andar
diritta
nella
strada
che
Dio
stesso
le
aveva
tracciata
:
e
da
Antonino
non
sperava
niente
,
non
solo
,
ma
non
voleva
niente
,
neppure
che
egli
sospettasse
del
suo
amore
per
lui
.
Amore
.
La
parola
era
finalmente
sbocciata
,
nel
cuore
e
sopra
tutto
nella
coscienza
di
lei
,
da
quel
giorno
sulle
rocce
:
come
sboccia
la
rosa
rossa
e
fragrante
che
basta
a
illuminare
un
giardino
desolato
.
Eppure
il
corpo
di
Antonino
non
esisteva
per
lei
;
e
neppure
il
lontano
desiderio
,
neppure
per
istinto
,
di
un
solo
bacio
di
lui
,
le
vibrava
nel
sangue
.
Di
lui
non
conosceva
che
la
linea
,
una
linea
quasi
azzurra
,
poiché
egli
vestiva
quasi
sempre
di
colore
turchino
chiaro
,
quasi
soffusa
del
chiarore
della
lontananza
in
cui
egli
le
appariva
,
anche
se
in
realtà
la
sua
figura
spuntava
in
fondo
alla
strada
solitaria
.
Egli
doveva
attraversare
per
forza
quella
strada
,
per
scendere
dalla
sua
casa
al
centro
del
paese
:
ella
lo
sapeva
,
e
lo
aspettava
alla
finestra
,
ma
appena
la
figura
di
lui
appariva
ella
si
nascondeva
.
Ma
questa
volta
ella
lo
vede
sotto
una
luce
diversa
,
su
uno
sfondo
che
ha
del
fantastico
.
Era
andata
,
con
la
sorella
Pina
,
a
trovare
le
loro
amiche
,
cugine
di
Antonino
.
La
serva
le
ha
accompagnate
,
consegnandole
alla
signora
Lucia
,
con
la
promessa
che
sarebbe
andata
a
riprenderle
verso
sera
.
È
poco
,
eppure
è
una
festa
per
Cosima
,
che
può
respirare
l
'
aria
del
cortile
e
della
vigna
di
Antonino
.
Come
si
è
detto
,
le
case
delle
quattro
famiglie
si
aprono
tutte
su
questo
grande
cortile
arioso
,
lastricato
bene
,
con
panchine
di
granito
poggiate
al
muro
,
accanto
alle
porte
.
Quella
della
signora
Lucia
è
a
un
solo
pianterreno
,
ma
le
stanze
sono
comode
,
e
c
'
è
anche
il
salotto
,
col
tavolino
rotondo
in
mezzo
,
e
il
sofà
con
la
spalliera
ricoperta
da
una
trina
all
'
uncinetto
.
Le
ragazze
vi
si
raccolgono
e
cominciano
a
pigolare
:
anche
l
'
amica
di
Cosima
e
quella
di
Pina
,
della
stessa
età
,
sono
piccoline
,
brune
,
intelligenti
e
lingue
lunghe
.
Finito
di
parlar
male
delle
comuni
conoscenze
,
cominciano
a
punzecchiarsi
scambievolmente
,
con
istintive
malignità
e
derisioni
.
Le
due
ragazze
M
.
vestono
bene
,
perché
il
padre
è
impiegato
al
Tribunale
ed
ha
una
sorella
a
Sassari
,
dove
spesso
le
ragazze
passano
qualche
settimana
e
apprendono
le
eleganze
cittadine
.
Oggetto
della
loro
beffa
sono
quindi
i
goffi
vestitini
delle
altre
due
,
fatti
dalla
sarta
paesana
.
Giallo
,
con
guarnizioni
rosse
,
quello
di
Cosima
,
che
parrebbe
ridicolo
e
pure
dà
risalto
al
suo
viso
pallido
e
ai
folti
capelli
neri
.
-
Sembri
una
ciliegia
che
comincia
a
maturare
,
-
le
dice
l
'
amica
Lenedda
,
e
Cosima
arrossisce
e
tace
,
ma
la
sorella
Pina
,
squadrando
il
vestito
verde
e
nero
dell
'
altra
,
ribatte
:
-
E
tu
sembri
una
vipera
.
L
'
altra
ride
;
dice
:
-
Non
mi
ricordavo
che
ti
hanno
tagliato
il
filo
della
lingua
.
Infatti
era
vero
:
da
piccola
Pina
balbutiva
poiché
lo
scilinguagnolo
sotto
la
sua
lingua
era
eccessivamente
corto
:
e
le
fu
tagliato
;
cosa
che
tutti
,
per
il
resto
della
vita
,
le
rinfacciarono
.
-
A
te
non
occorreva
tagliartelo
,
il
filo
della
lingua
:
anzi
bisognerebbe
ricucirlo
.
Risero
,
le
ragazze
,
perché
in
fondo
erano
allegre
e
si
divertivano
delle
loro
stesse
malizie
:
fu
portato
il
caffè
,
e
si
riprese
a
parlar
male
delle
altre
cugine
,
le
sorelle
di
Antonino
,
che
spiavano
dalle
finestre
di
faccia
,
ma
non
si
degnavano
di
venire
a
salutare
le
piccole
borghesi
.
Poiché
esse
vestivano
in
costume
,
sì
,
ma
in
modo
sfarzoso
,
ed
erano
più
ricche
delle
altre
,
in
modo
che
la
loro
madre
diceva
convinta
:
-
Per
le
mie
figlie
occorrono
uomini
in
alto
,
fieri
e
potenti
.
Invece
la
maggiore
,
molti
anni
più
tardi
,
sposò
un
possidente
paesano
,
e
la
minore
un
ricco
commerciante
.
Quel
giorno
,
esse
non
si
unirono
alla
compagnia
delle
nostre
ragazze
neppure
quando
,
verso
il
tramonto
,
le
quattro
amiche
uscirono
nella
vigna
attigua
alla
casa
.
Bellissimo
era
il
luogo
in
pendìo
sopra
la
valle
,
in
faccia
ai
monti
arrossati
dal
sole
calante
:
un
muricciuolo
lo
separava
dal
sentiero
che
andava
a
perdersi
verso
i
pendii
di
un
'
altra
valle
,
a
nord
,
e
su
questo
muricciuolo
,
di
contro
uno
sfondo
di
cielo
abbagliante
come
una
lamina
d
'
oro
,
sedeva
,
con
un
giornale
in
mano
,
l
'
agile
Antonino
.
Quando
dal
fondo
del
vialetto
della
vigna
Cosima
lo
vide
,
si
piegò
in
avanti
come
dovesse
cadere
,
chiudendo
gli
occhi
quasi
con
angoscia
.
Ella
non
sapeva
che
era
tornato
,
come
del
resto
non
lo
sapevano
neppure
le
cugine
di
lui
,
che
lo
guardarono
con
curiosità
insolente
e
gli
corsero
incontro
senza
salutarlo
battendogli
i
pugni
sulle
ginocchia
.
Egli
le
respinse
,
preoccupato
solo
per
la
piega
dei
suoi
pantaloni
,
e
non
avrebbe
neppure
smesso
di
leggere
senza
la
presenza
delle
altre
due
ragazze
.
Stentò
un
po
'
a
ricordarsi
chi
erano
,
ma
quando
ebbe
riconosciuto
bene
Cosima
balzò
in
piedi
e
la
salutò
,
con
quel
suo
sorriso
dolce
,
stanco
e
beffardo
che
gli
sollevava
il
labbro
sopra
i
denti
luminosi
.
Tutto
era
luminoso
,
in
lui
,
in
quel
momento
,
e
la
luce
d
'
oro
del
tramonto
pareva
scaturisse
dai
suoi
occhi
,
dal
suo
viso
bruno
,
dai
capelli
raggianti
.
Per
tutta
la
sua
vita
Cosima
lo
ricordò
così
:
e
basta
ancora
che
pensi
a
lui
per
sentire
una
gioia
misteriosa
,
fatta
di
luce
e
di
angoscia
,
come
si
prova
soltanto
al
primo
rivelarsi
della
vita
cosciente
,
anche
se
l
'
immagine
della
vita
sorrida
come
in
quell
'
attimo
sorrideva
Antonino
.
Eppure
,
in
fondo
al
suo
pensiero
rimaneva
il
ricordo
delle
sue
prime
esperienze
d
'
arte
,
e
aspettava
con
orgoglio
che
il
giovane
accennasse
alla
sua
novella
,
pronta
a
difendersi
se
gliela
derideva
.
Ma
pareva
ch
'
egli
non
sapesse
nulla
:
o
almeno
non
accennò
nulla
.
Domandò
solo
di
Santus
,
e
disse
che
sarebbe
andato
a
trovarlo
.
Cosima
arrossì
;
egli
se
ne
accorse
e
non
insisté
.
Poi
le
due
ragazze
minori
essendosi
allontanate
,
rimasero
accanto
al
muricciuolo
le
due
maggiori
,
e
Lenedda
cominciò
a
stuzzicare
Antonino
,
permettendosi
di
pigliarlo
in
giro
,
per
il
modo
con
cui
vestiva
,
e
perché
i
capelli
gli
lucevano
troppo
.
-
Ti
sei
messo
l
'
olio
di
lentischio
,
come
le
donne
di
Oliena
.
A
chi
vuoi
piacere
,
in
questo
paese
di
selvaggi
?
Qui
,
dame
non
ce
ne
sono
.
Cosima
abbassava
gli
occhi
.
La
speranza
ch
'
egli
volesse
rispondere
alla
cugina
,
sull
'
argomento
scottante
,
le
faceva
battere
il
cuore
:
ma
egli
non
badava
a
Lenedda
più
che
alle
pietre
del
muro
sul
quale
si
appoggiava
:
però
si
passava
la
mano
bianca
,
con
le
unghie
che
riflettevano
l
'
oro
del
tramonto
,
sui
capelli
divisi
da
un
lato
da
una
sottile
scriminatura
candida
,
e
se
li
tormentava
come
per
dimostrare
che
non
erano
lucidi
per
artifizio
.
-
E
poi
,
perché
non
hai
il
corpetto
?
L
'
hai
perduto
?
La
tua
camicia
sembra
la
camicetta
di
una
donna
.
Cosima
taceva
,
mortificata
e
offesa
per
lui
,
e
provò
una
gioia
cattiva
quando
egli
allungò
il
giornale
e
lo
sbatté
più
volte
sulla
testa
della
cuginetta
insolente
:
ma
non
fu
tutto
:
allorché
Lenedda
,
con
un
piccolo
salto
felino
tentò
di
tirargli
i
capelli
,
egli
l
'
afferrò
per
un
braccio
,
la
fece
girare
intorno
a
sé
come
una
trottola
,
la
spinse
costringendola
a
scendere
di
precipizio
nel
vialetto
in
declino
.
Ella
strillava
come
una
ghiandaia
,
e
lui
non
rideva
,
tutt
'
altro
,
anzi
stringeva
un
po
'
crudelmente
i
denti
,
e
continuava
ad
agitare
il
giornale
,
come
avesse
un
gran
caldo
.
Cosima
stava
lì
quasi
tramortita
,
e
avrebbe
voluto
non
assistere
a
quella
scena
.
Poiché
il
suo
idolo
si
scomponeva
alquanto
;
eppure
se
egli
avesse
fatto
su
di
lei
lo
scempio
toccato
alla
cugina
,
ne
sarebbe
stata
paurosamente
felice
.
Egli
però
le
mostrava
,
pur
con
la
sua
indifferenza
,
il
massimo
rispetto
;
non
solo
,
ma
ella
aveva
l
'
impressione
che
la
lezione
data
a
Lenedda
fosse
in
suo
omaggio
,
per
non
essere
diminuito
agli
occhi
di
lei
.
Ad
ogni
modo
ella
respirò
quando
egli
,
dopo
averla
salutata
con
un
lieve
cenno
del
capo
se
ne
andò
senza
far
più
caso
degli
strilli
della
cugina
.
Ma
ella
doveva
incontrarlo
ancora
in
condizioni
più
felici
,
insperate
e
quasi
favolose
.
Sopra
la
piccola
città
,
che
era
già
a
seicento
metri
sul
livello
del
mare
,
sulla
cima
dell
'
Orthobene
,
sovrastante
fra
boschi
di
lecci
e
rocce
di
granito
,
poco
distante
dalla
proprietà
della
famiglia
di
Cosima
e
da
dove
per
la
prima
volta
ella
aveva
veduto
il
mare
lontano
,
sorgeva
una
piccola
chiesa
detta
appunto
Madonna
del
Monte
,
su
uno
spiazzo
sollevato
e
recinto
di
massi
.
Piccole
stanzette
erano
addossate
alla
chiesa
,
sotto
lo
stesso
tetto
,
e
una
specie
di
portichetto
si
apriva
davanti
alle
due
porte
,
una
a
mezzodì
l
'
altra
a
ponente
,
con
sedili
in
muratura
tutto
intorno
.
Nelle
stanzette
dimoravano
i
fedeli
,
durante
il
periodo
della
novena
e
della
festa
della
piccola
Madonna
.
La
leggenda
raccontava
che
un
vescovo
,
forse
di
Pisa
,
nel
viaggiare
per
la
sua
visita
pastorale
nell
'
isola
,
colto
da
tempesta
,
aveva
promesso
,
se
il
naviglio
si
salvava
,
di
erigere
un
santuario
sulla
prima
cima
di
montagna
apparsa
all
'
orizzonte
.
E
immediatamente
il
mare
si
era
calmato
,
e
una
cima
rocciosa
era
emersa
fra
le
nuvole
sopra
l
'
isola
.
Lo
zio
di
Cosima
,
il
tabaccoso
prete
Ignazio
,
che
aveva
una
parrucca
rossa
con
la
chierica
,
fungeva
da
cappellano
della
chiesetta
.
La
sorella
Paola
lo
accompagnava
:
avevano
per
loro
uso
,
oltre
la
piccola
sagrestia
,
nel
cui
armadietto
zia
Paola
nascondeva
i
dolci
per
sottrarli
all
'
avidità
dei
ragazzi
,
una
stanzetta
pulita
per
il
prete
,
con
una
branda
e
il
materasso
,
e
una
vasta
grezza
stanza
col
pavimento
sterrato
e
tanti
piuoli
fissi
al
muro
per
attaccarvi
le
robe
.
In
questo
primitivo
ambiente
,
che
aveva
della
capanna
e
della
caverna
,
e
riceveva
luce
solo
dalla
porticina
aperta
sul
bosco
,
Cosima
quell
'
anno
,
poiché
la
zia
Paola
l
'
aveva
invitata
con
le
sorelle
a
trascorrere
con
lei
il
tempo
della
novena
,
passò
i
giorni
più
belli
della
sua
vita
.
Fu
proprio
un
sogno
,
bello
,
completo
,
pieno
di
cose
misteriose
,
come
i
veri
sogni
.
Il
viaggio
,
circa
due
ore
di
salita
per
un
sentiero
appena
tracciato
fra
i
dirupi
,
gli
avvallamenti
,
il
basco
,
fu
attraversato
a
piedi
dalle
ragazze
pazzamente
felici
ed
ebbre
di
quella
meravigliosa
mattina
di
agosto
,
mentre
un
carro
tirato
da
buoi
e
carico
di
masserizie
e
provviste
,
le
seguiva
traballando
sui
sassi
e
gli
sterpi
.
La
prima
sosta
,
breve
,
fatta
non
per
stanchezza
ma
per
divertimento
,
fu
al
cominciare
del
bosco
fitto
,
sotto
una
strana
pietra
poggiata
su
altre
e
detta
la
tomba
del
gigante
.
Sembrava
una
grande
bara
,
di
granito
,
coperta
da
un
drappo
di
musco
,
solenne
nella
vasta
solitudine
del
luogo
.
Un
tempo
,
diceva
la
leggenda
,
i
giganti
abitavano
la
montagna
,
e
uno
di
essi
,
a
turno
,
vigilava
l
'
ingresso
della
foresta
:
l
'
ultimo
,
si
stese
per
morire
sulla
pietra
di
confine
,
che
si
richiuse
su
di
lui
e
ancora
custodisce
il
suo
corpo
.
Era
davvero
,
quello
,
l
'
ingresso
al
mondo
degli
eroi
,
dei
forti
,
di
quelli
che
non
possono
concepire
pensieri
meschini
;
e
Cosima
toccò
il
masso
,
come
in
altri
luoghi
,
abbelliti
di
leggende
sacre
,
si
tocca
la
pietra
dove
si
sia
riposato
qualche
santo
.
Il
sogno
confuso
della
fanciulla
era
già
illuminato
da
un
desiderio
,
oltre
che
di
purezza
,
di
cose
grandi
,
al
di
sopra
delle
difficoltà
quotidiane
:
e
le
sembrava
davvero
,
riprendendo
a
salire
il
sentiero
tra
le
felci
e
le
chine
già
morbide
di
capelvenere
e
di
sottilissime
erbe
di
montagna
,
all
'
ombra
dei
grandi
elci
patriarcali
,
di
evadere
dal
suo
piccolo
mondo
e
ritrovarsi
fra
i
giganti
che
vivono
alti
sino
quasi
al
cielo
,
compagni
dei
venti
,
del
sole
e
degli
astri
.
Una
seconda
tappa
fu
alla
sorgente
d
'
acqua
pura
e
luminosa
come
il
diamante
,
che
scaturiva
in
una
piccola
conca
di
pietre
e
si
spandeva
modesta
e
quasi
furtiva
fra
l
'
erba
calpestata
e
fangosa
,
in
un
cerchio
di
lecci
qua
e
là
arrampicati
sulle
cime
azzurre
.
Già
si
sentiva
il
grido
delle
ghiandaie
,
e
l
'
aria
sembrava
un
liquore
profumato
di
menta
.
Le
ragazze
s
'
inginocchiarono
sulla
pietra
e
si
protesero
a
bere
nella
fontana
:
e
nel
piccolo
specchio
d
'
onice
dell
'
acqua
in
ombra
Cosima
vide
i
suoi
occhi
che
le
parvero
della
stessa
miracolosa
luce
:
luce
che
scaturiva
dalla
profondità
della
sua
terra
e
aveva
un
giorno
riflesso
davvero
l
'
anima
assetata
di
divinità
dei
suoi
avi
pastori
e
poeti
.
La
realtà
doveva
consistere
nell
'
abitazione
che
,
simile
alla
capanna
scavata
fra
le
rocce
dai
medesimi
avi
,
aspettava
questa
nuova
tribù
di
fanciulle
che
anelavano
allo
spazio
del
mondo
lontano
,
alle
città
affollate
e
rumorose
.
E
le
sorelle
di
Cosima
si
rivoltarono
,
sul
principio
,
nel
vedere
che
il
giaciglio
,
in
comune
con
la
zia
Paola
,
era
steso
per
terra
,
fatto
di
uno
strato
di
felci
,
di
coperte
,
cuscini
e
grosse
lenzuola
;
che
gli
armadii
erano
i
piuoli
e
,
per
lavarsi
,
c
'
era
in
un
angolo
,
su
una
panchina
di
pietra
,
accanto
alla
brocca
per
bere
,
un
vaso
di
creta
;
e
per
ribellarsi
,
ma
anche
divertirsi
,
cominciarono
a
rotolarsi
sul
giaciglio
,
scovarono
la
parrucca
dello
zio
Ignazio
,
che
viveva
nella
stanzetta
accanto
,
e
ne
fecero
scempio
.
Ma
poi
uscirono
nel
bosco
e
si
confortarono
con
lo
sfarzo
del
meraviglioso
luogo
pieno
di
recessi
,
di
divani
coperti
di
musco
,
di
quadri
e
broccati
mai
visti
così
belli
,
dei
quali
erano
ricchi
gli
sfondi
.
Solo
Cosima
non
era
disillusa
:
anzi
l
'
interno
dell
'
abitazione
,
col
suo
odore
di
umido
e
di
felci
,
coi
suoi
arnesi
trogloditici
,
con
quella
porticina
coperta
dalla
tenda
sul
verdone
del
bosco
,
quei
sedili
di
pietra
grezza
,
quell
'
anfora
di
creta
e
i
recipienti
pastorali
fatti
di
sughero
e
di
corno
,
le
diedero
uno
strano
senso
di
ricordanze
remote
,
come
quello
che
provava
da
bambina
incosciente
nel
veder
apparire
la
piccola
nonna
materna
,
-
la
nonnina
che
partecipava
della
natura
delle
fate
nane
della
tradizione
locale
,
che
abitavano
nelle
casette
di
granito
in
mezzo
ai
monti
e
sugli
altipiani
rocciosi
:
-
e
prima
di
raggiungere
le
sorelle
si
diede
da
fare
per
rendere
più
abitabile
la
primordiale
dimora
.
Cominciò
con
l
'
appendere
i
pochi
vestiti
suoi
e
delle
sorelle
ai
piuoli
,
coprendoli
con
uno
scialle
per
preservarli
dalla
polvere
e
dalla
curiosità
degli
estranei
;
stese
davanti
al
giaciglio
,
dalla
parte
dove
avrebbero
dormito
loro
,
a
mo
'
di
tappeto
,
un
lungo
sacco
di
lana
che
invero
ne
aveva
lo
spessore
;
nascose
le
scarpe
in
un
cestino
,
e
infine
,
con
un
piccolo
specchio
e
una
mensoletta
che
aveva
previdentemente
portato
da
casa
sua
,
preparò
la
toeletta
.
Intanto
,
fuori
,
il
servo
di
zia
Paola
costruiva
una
capanna
di
frasche
,
abbastanza
alta
e
larga
,
che
doveva
servire
da
cucina
.
Avevano
portato
un
fornello
a
mano
e
un
sacco
di
carbone
;
ma
la
serva
volle
dietro
la
capanna
,
in
un
angolo
riparato
,
una
specie
di
focolare
di
pietre
e
dichiarò
che
avrebbe
cucinato
col
fuoco
di
legna
.
E
queste
non
mancavano
davvero
a
portata
di
mano
,
quali
erano
e
pronte
ad
accendersi
come
torcie
.
Anche
alcune
sedie
e
un
tavolo
erano
stati
portati
sul
carro
;
e
il
tavolo
avrebbe
dovuto
servire
per
i
pasti
e
per
scrittoio
a
prete
Ignazio
,
ma
egli
non
intendeva
perdere
neppure
un
minuto
per
impugnare
la
penna
;
e
così
il
tavolo
fu
collocato
nella
stanza
grande
,
accanto
alla
luce
della
porta
e
servi
,
sì
,
per
i
pasti
,
ma
anche
da
scrittoio
a
Cosima
.
Oh
,
e
ben
il
calamaio
ella
aveva
portato
,
avvolto
in
uno
straccio
nero
e
ficcato
dentro
una
scarpa
perché
nel
transito
non
si
rovesciasse
;
e
trovò
anche
,
nella
primordiale
dimora
,
una
specie
di
nicchia
,
che
avrebbe
dovuto
servire
per
qualche
lumino
e
qualche
immagine
sacra
,
e
della
quale
,
invece
,
ella
si
servì
per
deporvi
il
calamaio
,
la
penna
,
il
suo
scartafaccio
e
alcuni
libri
,
formandone
così
un
altarino
per
i
suoi
misteri
d
'
arte
.
Poi
raggiunse
le
sorelle
nel
bosco
;
e
furono
ore
e
poi
giorni
di
appassionata
gioia
.
Non
fu
tutto
un
sogno
?
Uno
di
quei
sogni
che
bastano
a
illuminare
una
vita
,
anche
negli
angoli
più
ombrosi
,
come
il
sole
e
la
luna
illuminavano
,
in
quei
favolosi
giorni
di
agosto
,
la
boscaglia
di
elci
intorno
alla
miracolosa
chiesetta
.
Che
importava
l
'
umiltà
e
la
rozza
accoglienza
della
capanna
?
Serviva
di
rifugio
solo
nella
notte
,
e
a
Cosima
nelle
ore
delle
sue
scritture
;
il
rumorio
del
bosco
la
copriva
col
suo
suono
di
organo
,
e
la
luna
col
suo
drappo
d
'
argento
.
E
le
ragazze
dormivano
cullate
da
quella
musica
che
non
aveva
l
'
eguale
poiché
era
la
musica
della
fanciullezza
che
risuona
una
sola
volta
nella
vita
.
Ma
per
Cosima
era
qualche
cosa
di
più
grande
e
trepido
:
era
tutta
una
rete
di
mistero
,
uno
svolgersi
di
cose
sorprendenti
,
come
se
ella
galleggiasse
in
un
fondo
oceanico
,
circondata
,
non
dal
selvaggio
bosco
di
elci
e
dalle
roccie
fantastiche
,
ma
da
tutte
le
meraviglie
delle
foreste
sottomarine
.
E
tutto
questo
,
oltre
la
reale
dolcezza
del
soggiorno
,
allietato
dalla
libertà
e
dallo
spazio
del
luogo
,
dalla
bellezza
del
paesaggio
e
delle
lontananze
e
dai
semplici
svaghi
della
poca
gente
che
dimorava
intorno
alla
chiesetta
,
dipendeva
dalla
presenza
,
in
una
delle
stanze
verso
la
parte
opposta
di
quella
del
cappellano
,
della
famiglia
di
Antonino
.
Egli
non
c
'
era
,
ma
doveva
pure
qualche
giorno
venirci
,
come
tutti
gli
altri
giovani
della
città
,
che
anche
se
i
loro
parenti
non
erano
lassù
,
combinavano
gite
e
passavano
anche
la
notte
nel
luogo
incantevole
,
accendendo
grandi
fuochi
,
combinando
cene
e
balli
,
bivaccando
sotto
gli
alberi
e
facendo
la
corte
alle
ragazze
;
doveva
arrivare
;
e
la
sola
speranza
di
vederlo
,
anche
alla
sfuggita
,
in
quello
sfondo
che
era
lo
sfondo
stesso
della
Poesia
,
riempiva
l
'
animo
di
Cosima
di
una
gioia
senza
limiti
.
Ma
ella
non
andava
mai
dalla
parte
ove
la
famiglia
di
lui
abitava
,
e
ne
sfuggiva
le
sorelle
come
per
paura
che
indovinassero
il
suo
segreto
e
la
sbeffeggiassero
,
o
semplicemente
perché
il
suo
segreto
era
per
lei
grande
e
sacro
come
un
tabernacolo
che
nessuno
doveva
profanare
.
Ed
ecco
egli
arriva
davvero
,
un
giorno
:
è
solo
,
a
piedi
,
con
una
fronda
in
una
mano
e
il
cappello
di
paglia
nell
'
altra
.
Cosima
,
che
vigilava
sempre
sul
sentiero
dall
'
alto
di
una
roccia
,
lo
vede
salire
un
po
'
stanco
,
frustando
le
felci
con
la
sua
fronda
:
le
sembra
scontento
e
disincantato
,
e
pensa
che
,
certo
,
il
luogo
,
per
quanto
pittoresco
,
non
è
degno
di
lui
:
per
lui
occorrono
i
parchi
coi
viali
lisci
come
il
velluto
,
le
scalee
e
le
terrazze
delle
ville
principesche
,
le
fontane
e
le
grotte
artificiali
dei
giardini
settecenteschi
,
come
ella
li
ammirava
nelle
riviste
illustrate
.
E
sentì
quasi
pietà
di
lui
,
decisa
a
nascondersi
per
non
aumentargli
il
malumore
che
doveva
provare
.
Eppure
la
sola
idea
che
egli
era
lì
,
nell
'
umile
portico
dove
le
sorelle
gli
servivano
il
caffè
,
illuminava
ancora
di
più
,
se
era
possibile
,
il
paesaggio
intorno
:
e
le
felci
toccate
da
lui
scintillavano
come
palme
dorate
,
e
il
cielo
era
più
vasto
e
azzurro
.
Incantesimi
della
fanciullezza
,
che
nel
ricordo
dànno
un
'
idea
di
quello
che
debba
essere
un
giorno
,
per
l
'
anima
che
ci
crede
e
lo
aspetta
in
ricompensa
degli
innumerevoli
disinganni
della
vita
,
il
regno
di
Dio
sulla
terra
.
Adesso
Cosima
è
di
nuovo
nella
sua
casa
melanconica
,
dove
ogni
cosa
,
dopo
il
ritorno
dalla
montagna
,
ha
preso
un
aspetto
più
triste
,
quasi
di
decadenza
,
o
meglio
di
appassimento
,
un
colore
umido
di
autunno
,
un
odore
funebre
di
crisantemi
.
Ella
ha
freddo
,
nell
'
alta
stanza
dalla
cui
finestra
si
vede
il
Monte
,
già
anch
'
esso
coperto
di
nebbia
:
il
grido
dei
corvi
annunzia
l
'
inverno
.
Ma
ancora
ci
sono
,
per
lei
,
momenti
nei
quali
il
cielo
torna
a
spalancarsi
,
e
un
tepore
primaverile
le
scalda
il
sangue
.
Ella
scrive
:
piegata
sul
suo
scartafaccio
,
quando
le
sorelle
tengono
a
bada
la
madre
,
e
Andrea
è
fuori
in
campagna
,
e
Santus
dorme
uno
dei
suoi
soliti
terribili
sonni
,
ella
si
slancia
nel
mondo
delle
sue
fantasie
,
e
scrive
,
scrive
,
per
un
bisogno
fisico
,
come
altre
adolescenti
corrono
per
i
viali
dei
giardini
,
o
vanno
a
un
luogo
loro
proibito
;
se
possono
,
a
un
convegno
d
'
amore
.
Anche
lei
,
nelle
sue
scritture
,
combina
convegni
di
amore
:
è
una
storia
,
la
sua
,
dove
la
protagonista
è
lei
,
il
mondo
è
il
suo
,
il
sangue
dei
personaggi
,
la
loro
ingenuità
,
le
loro
innocenti
follie
sono
le
sue
.
Il
titolo
del
libro
non
può
essere
che
quello
che
è
:
Rosa
di
macchia
.
E
un
giorno
,
quando
è
finito
,
ella
lo
sente
palpitare
vivo
fra
le
sue
mani
fredde
,
come
un
uccello
che
le
sguscia
fremente
fra
le
dita
e
vola
a
batter
le
ali
contro
i
vetri
chiusi
della
finestra
.
Ella
non
esita
a
cercare
il
modo
di
liberarlo
,
lasciarlo
andar
via
per
gli
spazi
infiniti
.
Scrive
all
'
editore
della
rivista
di
mode
,
e
l
'
uomo
,
che
ha
l
'
intelligenza
istintiva
e
il
cuore
grande
del
lavoratore
sbocciato
dal
popolo
,
capisce
con
chi
ha
da
fare
.
Risponde
che
gli
mandi
il
manoscritto
.
Cosima
si
stacca
con
dolore
ed
orgoglio
dalla
famiglia
dei
suoi
personaggi
,
e
la
manda
per
il
vasto
mondo
.
Il
plico
del
manoscritto
è
accuratamente
involto
in
tela
e
carta
,
con
una
rete
di
spaghi
che
deve
resistere
al
lungo
viaggio
di
terra
e
di
mare
:
ed
è
anche
raccomandato
:
tutte
spese
che
Cosima
non
può
sopportare
col
suo
scarno
bilancio
personale
composto
dai
pochi
centesimi
che
la
madre
le
dà
ogni
domenica
.
Ma
poiché
è
necessario
andare
avanti
a
tutti
i
costi
,
ecco
che
la
scrittrice
,
la
poetessa
,
la
creatura
delle
nuvole
,
scende
in
cantina
e
ruba
un
litro
d
'
olio
:
è
facile
,
questa
ladroneria
,
perché
lei
e
le
sorelle
,
quando
la
madre
e
la
serva
sono
occupate
in
cucina
,
e
qualche
donna
viene
a
comprare
olio
o
vino
,
non
sdegnano
di
servirla
.
Arriva
dunque
la
donna
di
servizio
della
famiglia
del
cancelliere
del
Tribunale
,
che
abita
da
pochi
giorni
la
casa
della
zia
Paola
,
in
fondo
alla
strada
,
e
compra
un
fiasco
d
'
olio
:
Cosima
riceve
la
somma
,
in
piccole
monete
di
argento
da
mezza
lira
l
'
una
:
a
lungo
,
andata
via
la
donna
,
ella
tiene
quei
semi
bianchi
entro
il
pugno
,
fino
a
scaldarli
;
ha
scrupolo
,
ha
paura
,
anche
un
po
'
di
vergogna
;
ma
poi
pensa
che
un
familiare
non
esita
a
intascare
metà
del
fitto
del
bosco
e
del
provento
delle
mandorle
,
per
sprecarlo
col
gioco
e
con
le
donne
,
e
divide
anche
lei
le
monete
:
metà
alla
casa
,
metà
alla
gloria
.
È
vero
che
poi
rivelò
il
peccato
al
confessore
,
dicendo
di
aver
rubato
,
senza
però
riferirne
il
motivo
:
e
per
penitenza
digiunò
il
venerdì
e
il
sabato
.
Presto
arrivarono
le
bozze
di
stampa
del
romanzo
.
Cosima
non
sapeva
con
precisione
di
che
si
trattasse
:
credette
che
l
'
editore
le
mandasse
un
campione
,
e
si
meravigliò
che
le
pagine
fossero
lunghe
come
le
colonne
di
stampa
dei
giornali
.
Le
tenne
lì
,
trovando
buffo
e
quasi
allucinante
quel
trasformarsi
del
suo
lavoro
.
Il
suo
nome
,
in
cima
,
sovrastante
al
titolo
,
le
dava
quasi
soggezione
:
le
pareva
fosse
troppo
esposto
alla
curiosità
del
lettore
.
Non
vedendo
ritornare
le
bozze
l
'
editore
scrisse
quasi
seccato
,
richiedendole
corrette
.
Allora
Cosima
si
decise
a
correggere
i
molti
errori
di
stampa
,
e
sentì
la
prima
tortura
di
ricercare
le
doppie
lettere
sul
frusto
vocabolario
che
era
appartenuto
a
suo
padre
e
ancora
aveva
odore
e
macchie
di
tabacco
da
naso
:
ma
le
correzioni
ella
le
fece
in
un
modo
nuovo
,
mai
veduto
,
cioè
non
sul
margine
del
foglio
,
sibbene
sul
corpo
stesso
delle
parole
errate
;
talché
ne
germogliò
una
fioritura
selvatica
di
sgorbi
,
un
groviglio
che
terrorizzò
il
tipografo
destinato
a
sbrogliarlo
.
L
'
editore
decise
di
non
mandare
le
ulteriori
bozze
alla
scrittrice
,
ma
le
richiese
una
fotografia
da
mettere
sulla
porta
del
romanzo
.
Di
fotografie
Cosima
ne
possedeva
solo
una
,
che
era
stata
anch
'
essa
una
delle
prime
sue
disillusioni
personali
.
S
'
era
voluta
fotografare
coi
capelli
sciolti
,
col
vestito
nuovo
color
viola
di
mezzo
lutto
e
il
fermaglio
d
'
argento
al
collo
:
ne
era
venuta
una
immagine
torva
,
corrucciata
,
con
gli
occhi
selvaggi
,
la
bocca
sdegnosa
,
il
petto
legnoso
;
la
prima
deformazione
della
sua
personalità
spirituale
,
che
sotto
le
asprezze
fisiche
dell
'
adolescenza
ella
sentiva
invece
bella
e
fina
.
Era
abbastanza
vanitosa
per
non
pensar
neppure
di
mandare
quel
cupo
ritratto
di
sé
stessa
ad
affacciarsi
all
'
apertura
del
suo
libro
di
sogni
:
ma
farne
un
altro
era
un
po
'
difficile
,
ed
anche
dispendioso
.
Forza
e
coraggio
,
e
sopra
tutto
astuzia
:
altri
mezzi
litri
di
olio
e
di
vino
furono
sottratti
al
bilancio
domestico
:
fu
combinata
una
gita
ad
un
orto
di
proprietà
della
famiglia
,
vicino
alla
casa
del
fotografo
,
e
tutto
,
questa
volta
,
riuscì
bene
:
la
testa
di
Cosima
emergeva
da
un
grande
ventaglio
di
piume
di
struzzo
nere
,
ch
'
ella
aveva
con
arte
aperto
sul
suo
scarno
petto
:
emergeva
come
da
un
'
ala
,
che
poteva
anche
avere
un
simbolo
;
e
gli
occhi
avevano
il
loro
languore
orientale
,
un
po
'
esagerato
,
il
viso
tutto
dolce
,
sornione
,
un
po
'
per
volontà
di
lei
,
un
po
'
per
abilità
del
fotografo
intelligente
,
che
aveva
capito
a
modo
suo
di
che
si
trattava
.
Aveva
capito
che
quell
'
immagine
era
destinata
a
un
amatore
,
a
qualcuno
che
Cosima
voleva
attirare
per
passione
,
ma
anche
per
arte
:
e
questo
primo
innamorato
lontano
,
ricco
come
un
re
e
forse
anche
più
potente
,
era
il
pubblico
dei
lettori
,
specialmente
giovani
,
intelligenti
e
affini
all
'
anima
e
alle
fantasie
di
lei
.
Il
libro
invece
ebbe
un
successo
femminile
:
lo
lessero
le
fanciulle
,
e
vi
si
ritrovarono
,
coi
loro
amori
più
libreschi
che
reali
,
coi
loro
convegni
notturni
immaginari
,
con
le
loro
finte
ali
di
struzzo
che
non
possono
volare
.
L
'
editore
mandò
cento
copie
del
volume
,
per
tutto
compenso
dell
'
opera
:
il
valore
non
superava
quello
dell
'
olio
e
del
vino
rubati
in
cantina
;
e
il
grosso
pacco
piombò
in
casa
come
un
bolide
sconquassatore
.
La
madre
ne
fu
atterrita
,
la
sera
gli
girò
attorno
con
la
diffidenza
spaventata
di
un
cane
che
vede
un
animale
sconosciuto
:
per
fortuna
Cosima
ricordò
che
un
suo
cugino
in
terzo
grado
aveva
una
bottega
di
barbiere
e
spacciava
giornali
e
riviste
.
Era
un
intellettuale
anche
lui
,
a
modo
suo
,
perché
mandava
la
corrispondenza
locale
al
giornale
del
capoluogo
:
e
la
proposta
di
Cosima
,
di
spacciare
qualche
copia
del
romanzo
,
fu
da
lui
accolta
con
disinteresse
assoluto
.
Ma
per
la
scrittrice
fu
un
disastro
morale
completo
:
non
solo
le
zie
inacidite
,
ma
i
ben
pensanti
del
paese
,
e
le
donne
che
non
sapevano
leggere
ma
consideravano
i
romanzi
come
libri
proibiti
,
tutti
si
rivoltarono
contro
la
fanciulla
:
fu
un
rogo
di
malignità
,
di
supposizioni
scandalose
,
di
profezie
libertine
:
la
voce
del
Battista
che
dalla
prigione
opaca
della
sua
selvaggia
castità
urlava
contro
Erodiade
era
meno
inesorabile
.
Lo
stesso
Andrea
era
scontento
:
non
così
aveva
sognato
la
gloria
della
sorella
:
della
sorella
che
si
vedeva
minacciata
dal
pericolo
di
non
trovare
marito
.
Ma
a
consolare
l
'
umiliazione
sdegnosa
di
Cosima
arrivarono
le
prime
lettere
delle
sue
ammiratrici
,
ed
anche
di
qualche
giovanissimo
ammiratore
,
cosa
che
maggiormente
la
confortò
.
Uno
le
mandò
,
da
Roma
,
-
da
Roma
!
-
una
piccola
poesia
d
'
amore
,
musicata
,
dedicata
a
lei
.
Ella
aveva
già
un
certo
spirito
critico
per
giudicare
puerili
e
sgrammaticati
i
versi
,
-
non
più
dei
suoi
,
ma
incoraggiò
la
propria
vanità
col
credere
che
la
musica
fosse
migliore
;
per
conto
suo
non
conosceva
una
nota
,
e
di
musica
aveva
finora
sentito
quella
della
chitarra
e
della
fisarmonica
e
quella
dell
'
organo
della
cattedrale
:
ma
quello
che
più
la
lusingava
e
la
cullava
in
una
risonanza
immaginaria
,
era
il
fatto
che
l
'
omaggio
veniva
da
un
giovane
,
forse
un
ragazzo
,
un
ragazzo
che
se
sapeva
comporre
musica
,
oltre
a
poesia
,
doveva
essere
di
condizione
civile
,
di
gente
educata
;
forse
era
un
Antonino
ancora
acerbo
,
forse
anzi
in
via
d
'
evoluzione
più
raffinata
di
quella
dell
'
esteta
locale
;
e
aveva
su
di
questi
il
vantaggio
di
essere
meno
indifferente
,
e
di
pensare
dunque
a
lei
,
di
essere
all
'
altra
riva
del
solitario
oceano
di
sogni
dov
'
ella
viveva
.
Fu
il
suo
primo
amore
lontano
,
tutto
suo
,
poiché
dell
'
ignoto
musicista
non
seppe
mai
l
'
indirizzo
,
neppure
il
nome
,
-
e
se
ne
sapeva
l
'
età
e
il
sesso
era
perché
i
versi
li
svelavano
:
-
ed
egli
non
scrisse
,
non
parlò
,
non
cantò
più
.
Fu
come
un
grido
d
'
uccello
nella
notte
,
un
richiamo
passeggero
di
usignuolo
,
illuso
anche
lui
dal
chiarore
delle
lontananze
;
la
serenata
di
un
fantasma
di
trovatore
sceso
dalla
foresta
lunare
delle
pagine
di
un
libro
romantico
.
Questo
fatto
cominciò
a
staccarla
da
Antonino
,
tanto
più
che
egli
non
diede
il
minimo
segno
di
essersi
accorto
di
quello
che
per
lei
,
certo
,
era
un
avvenimento
straordinario
.
Un
filo
di
dispetto
si
intrecciò
ai
ricordo
di
lui
,
anzi
fu
come
una
trama
che
si
rompe
,
in
un
tessuto
prezioso
,
e
a
poco
a
poco
tira
le
altre
,
irrimediabilmente
.
Poi
un
'
altra
cosa
accadde
:
un
altro
poeta
si
accorse
di
lei
:
e
questo
era
vicino
e
accostabile
:
oh
,
anche
troppo
,
accostabile
,
poiché
egli
faceva
di
tutto
per
esserlo
.
Ma
,
ahimè
!
era
un
ben
piccolo
e
triste
e
meschino
poeta
,
in
tutto
.
Era
zoppo
,
fin
dalla
nascita
;
non
poteva
studiare
per
mancanza
di
mezzi
,
non
riusciva
a
trovare
un
posto
decoroso
per
mancanza
di
studio
:
era
il
figlio
illegittimo
del
cancelliere
,
quello
venuto
ad
abitare
in
fondo
alla
strada
,
e
,
si
diceva
,
del
cancelliere
stesso
,
che
non
lo
riconosceva
ma
se
lo
tirava
appresso
,
lo
manteneva
,
gli
faceva
fare
il
copista
,
e
gli
permetteva
di
scrivere
versi
.
Il
cancelliere
era
vedovo
:
aveva
due
figlie
già
anziane
,
una
tutta
riccioli
neri
,
tinti
e
grassi
,
l
'
altra
di
un
biondo
di
stoppia
bruciata
,
con
una
guancia
pelosa
come
quella
di
un
gatto
.
Si
volevano
tutti
bene
:
le
ragazze
sognavano
un
ricco
matrimonio
per
il
presunto
fratello
.
Fortunio
,
si
chiamava
,
ed
esse
speravano
che
il
nome
gli
portasse
fortuna
:
ed
era
anche
bello
di
viso
,
con
due
grandi
occhi
castanei
,
femminei
,
i
capelli
lisci
,
dello
stesso
colore
,
quasi
della
stessa
lucentezza
,
un
non
so
che
di
carezzevole
e
languido
in
tutta
la
persona
,
anche
nel
modo
di
trascinare
la
gamba
storta
con
la
scarpa
che
pareva
di
ferro
.
Le
sorelle
riuscirono
a
fare
amicizia
con
Cosima
;
un
'
amicizia
un
po
'
sostenuta
e
cerimoniosa
,
però
;
mandavano
la
serva
a
domandare
quando
potevano
,
senza
disturbo
,
far
visita
,
e
arrivavano
puntuali
,
coi
vestiti
nuovi
,
i
cappellini
che
sembravano
spoglie
di
pappagalli
;
e
trovavano
sempre
il
modo
di
parlare
di
Fortunio
:
sì
,
anche
Fortunio
aveva
pubblicato
un
volumetto
di
versi
;
anche
Fortunio
scriveva
un
romanzo
;
anche
Fortunio
riceveva
e
spediva
tante
lettere
.
Ne
mandò
una
anche
a
lei
,
con
la
serva
,
e
istintivamente
Cosima
la
nascose
:
ma
quando
l
'
aprì
rise
,
un
po
'
delusa
,
poiché
il
collega
la
pregava
di
tradurgli
in
italiano
una
parola
dialettale
molto
usata
nella
città
,
ma
della
quale
egli
non
sapeva
con
precisione
il
significato
.
Ella
rispose
:
egli
scrisse
ancora
,
ringraziando
.
Le
loro
lettere
avevano
le
impronte
oleose
delle
dita
della
serva
.
Poi
l
'
amicizia
si
strinse
:
Cosima
andò
con
le
sorelle
a
visitare
le
nuove
amiche
e
osservò
che
la
loro
casa
era
povera
,
disordinata
,
quasi
sudicia
:
e
quei
riccioli
neri
unti
,
quella
frangia
di
stoppia
che
ricadeva
fin
sugli
occhi
bianchi
della
più
vecchia
delle
zitelle
,
le
destarono
un
senso
di
diffidenza
,
quasi
di
ripugnanza
.
Che
si
ingrandì
questo
senso
,
quando
,
non
seppe
come
,
le
due
streghe
trovarono
il
modo
di
condurre
le
ragazze
più
piccole
a
vedere
un
vaso
di
gerani
nella
loggetta
della
casa
,
e
nella
stanzetta
che
serviva
da
pranzo
e
da
ricevere
entrò
come
per
caso
lo
zoppo
.
Ella
che
s
'
era
piegata
a
guardare
sul
tavolo
coperto
da
un
tappeto
fatto
con
orribili
ritagli
di
scatole
di
fiammiferi
,
alcune
di
quelle
immagini
con
paesaggi
,
sentì
la
scarpa
di
lui
come
la
zampata
di
un
cavallo
che
si
ferma
davanti
ad
un
ostacolo
:
e
balzò
in
piedi
rossa
e
spaventata
.
A
dire
il
vero
anche
lui
arrossì
e
le
sue
labbra
tremarono
:
ma
ciò
valse
a
far
notare
a
Cosima
che
egli
aveva
una
bella
bocca
,
carnosa
ma
non
sensuale
,
o
,
se
mai
,
di
una
sensualità
sana
e
attraente
come
quella
di
un
frutto
maturo
.
Per
la
prima
volta
ella
ebbe
la
sensazione
di
ciò
che
doveva
essere
un
bacio
,
la
sensazione
fisica
;
un
bacio
carnale
,
fra
due
che
si
desiderano
e
sono
spinti
ad
attaccarsi
l
'
uno
all
'
altro
da
una
terribile
forza
di
natura
:
e
anche
la
sua
bocca
tremò
,
ma
come
quella
di
un
bambino
che
sta
per
piangere
e
neppur
lui
sa
perché
.
Fortunio
fu
certo
,
almeno
in
apparenza
,
fortunato
con
Cosima
.
Ma
lo
fu
perché
era
audace
e
spinto
,
in
fondo
,
da
un
misterioso
senso
di
odio
verso
di
lei
e
verso
tutta
la
classe
boriosa
e
orgogliosa
senza
motivo
alla
quale
ella
apparteneva
.
Ella
era
quasi
ricca
,
quasi
nobile
,
e
nonostante
le
gravi
pecche
dei
fratelli
,
considerata
una
ragazza
di
rango
superiore
.
La
sua
stessa
ambigua
qualità
di
scrittrice
le
attirava
,
dopo
tutto
,
l
'
attenzione
di
un
intero
paese
,
e
di
gente
più
lontana
ancora
:
e
Fortunio
era
abbastanza
intelligente
per
capire
ch
'
ella
giocava
una
carta
:
poteva
perdere
ma
poteva
anche
vincere
.
Lui
sapeva
benissimo
,
meglio
di
quelli
del
paese
,
che
un
vero
artista
non
manca
mai
al
suo
avvenire
.
E
in
Cosima
egli
sentiva
l
'
artista
;
mentre
lui
era
diseredato
in
tutto
,
anche
nelle
sue
velleità
di
intellettuale
.
La
passione
che
egli
cominciò
a
provare
sul
serio
per
lei
era
in
parte
sincera
,
in
parte
avida
e
interessata
.
Le
lettere
che
cominciò
arditamente
a
scriverle
,
facendogliele
pervenire
incollate
nelle
copertine
dei
libri
che
si
scambiavano
apertamente
,
erano
belle
,
poetiche
,
sensuali
;
forse
le
cose
migliori
che
egli
scrisse
in
tutta
la
sua
,
d
'
altronde
breve
,
carriera
di
scrittore
:
Cosima
se
le
sorbiva
con
avidità
,
e
le
nascondeva
ben
bene
per
il
terrore
che
venissero
scoperte
da
Andrea
:
se
Andrea
le
avesse
scoperte
sarebbero
successi
certamente
dei
guai
.
Poiché
Fortunio
era
per
lui
un
essere
assolutamente
inferiore
,
socialmente
e
fisicamente
:
era
peggio
di
un
servo
,
peggio
di
un
suonatore
ambulante
,
e
come
tale
gli
perdonava
,
anche
perché
nulla
ancora
di
sospetto
gli
passava
nella
mente
,
le
serenate
che
,
con
chitarra
e
relative
appassionate
canzoni
dialettali
,
il
giovane
zoppo
,
con
altri
suoi
amici
,
si
permetteva
di
eseguire
sotto
le
finestre
di
casa
.
Era
un
uso
locale
,
abbastanza
antico
sebbene
del
tutto
diverso
da
quello
delle
vere
serenate
popolari
composte
di
cori
vocali
e
di
canzoni
arcaiche
,
quello
delle
serenate
diremo
borghesi
,
combinate
da
studenti
e
giovanotti
della
classe
non
esclusivamente
paesana
.
Canzoni
semi
-
dotte
accompagnate
dalla
musica
della
chitarra
,
del
mandolino
,
anche
della
fisarmonica
,
facevano
sollevare
la
testa
dai
loro
guanciali
quasi
monastici
,
alle
fanciulle
sognanti
:
ma
era
un
po
'
difficile
identificare
a
chi
la
voce
appassionata
che
rompeva
il
silenzio
notturno
coi
suoi
richiami
d
'
amore
,
era
diretta
:
poiché
l
'
amatore
,
per
lo
più
ostacolato
nelle
sue
aspirazioni
amorose
,
per
crearsi
una
specie
di
impunità
non
si
fermava
,
con
la
sua
compagnia
solo
sotto
le
finestre
dell
'
amata
,
ma
sotto
molte
altre
dove
c
'
erano
fanciulle
:
così
che
il
suo
sfogo
poteva
passare
per
quello
di
un
dilettante
di
serenate
,
di
uno
spirito
innamorato
del
suo
universale
sogno
d
'
amore
:
o
anche
di
un
artista
in
esercizio
di
canto
e
di
notturne
melodie
.
Cosima
non
si
ingannò
un
istante
quando
una
notte
sentì
,
dapprima
lontana
,
poi
sempre
più
vicina
e
quasi
tempestosa
e
tiepida
,
quasi
palpabile
,
come
appunto
il
levarsi
del
vento
dalle
lontananze
del
mare
e
poi
dalla
valle
,
nelle
notti
di
marzo
,
il
vento
che
porta
dalle
terre
d
'
Oriente
l
'
annunzio
della
primavera
,
la
voce
di
Fortunio
.
Bisogna
dirlo
,
era
una
voce
potente
,
calda
,
un
po
'
raffreddata
come
quella
di
un
vero
tenore
,
-
e
anche
su
questa
le
sorelle
di
Fortunio
contavano
,
sperando
di
far
di
lui
un
cantante
;
-
ed
egli
sapeva
scegliere
,
aggiustandole
con
anelli
di
sua
invenzione
,
le
poesie
più
adatte
a
penetrare
come
in
sogno
nel
letto
delle
fanciulle
,
ad
avvolgerle
con
ali
d
'
angelo
sempre
più
calde
,
sempre
più
strette
,
fino
a
tramutarsi
in
un
abbraccio
umano
appassionato
.
Cosima
tenta
di
reagire
:
in
fondo
non
è
romantica
e
già
,
per
tante
prove
crudeli
,
conosce
la
vita
;
ma
la
monotonia
dei
giorni
senza
speranza
di
notevole
mutamento
le
gravava
intorno
come
una
ingiusta
condanna
,
-
antica
condanna
delle
donne
della
sua
stirpe
,
-
e
lei
ardeva
tutta
di
desideri
di
volo
,
di
più
vasti
orizzonti
,
di
vita
movimentata
.
Così
diede
ascolto
alla
voce
lusingatrice
,
sebbene
Fortunio
le
destasse
diffidenza
e
quasi
disprezzo
.
Un
giorno
,
in
maggio
,
quando
le
prime
ebbrezze
della
sua
avventura
letteraria
erano
dileguate
,
per
lasciar
posto
,
in
lei
,
ad
uno
scoraggiamento
pesante
,
per
colmo
di
disdetta
,
le
arriva
una
lunga
critica
,
manoscritta
,
della
sua
povera
ma
sincera
fatica
:
il
romanzo
,
la
novella
,
persino
un
timido
racconto
per
bambini
pubblicato
in
una
rivistina
per
ragazzi
,
tutto
e
stroncato
,
e
non
con
debole
malizia
,
ma
a
vigorosi
colpi
di
accetta
:
tutto
,
con
logica
,
con
coscienza
:
tutto
ridotto
a
scheggie
,
buone
,
-
conclude
il
critico
,
-
per
accendere
il
fuoco
del
forno
ove
la
madre
di
Cosima
cuoce
il
pane
.
Torni
,
torni
,
la
piccola
grafomane
,
nel
limite
dell
'
orticello
paterno
,
a
coltivare
i
garofani
e
la
madreselva
;
torni
a
fare
la
calza
,
a
crescere
,
ad
aspettare
un
buon
marito
,
a
prepararsi
ad
un
avvenire
sano
di
affetti
famigliari
e
di
maternità
.
Cosima
piange
;
di
rabbia
,
di
umiliazione
:
piange
,
ma
in
fondo
si
sente
tutta
scossa
,
ha
coscienza
di
aver
sbagliato
strada
,
decide
di
ritornare
davvero
al
chiuso
esilio
del
suo
vero
destino
.
Strappa
il
foglio
di
condanna
,
e
riprende
i
suoi
lavori
di
ricamo
,
di
cucina
,
le
passeggiate
con
le
sorelle
,
le
gite
confortevoli
nelle
belle
campagne
rallegrate
dalla
fastosa
primavera
.
Ad
una
di
queste
gite
presero
parte
anche
le
sorelle
di
Fortunio
:
anzi
furono
loro
che
portarono
le
provviste
per
fare
una
merenda
sull
'
erba
,
accanto
alla
sorgente
dell
'
acqua
che
scaturiva
da
una
roccia
alle
falde
del
monte
.
E
furono
ore
di
schietta
,
innocente
allegria
;
e
Cosima
poté
anche
,
contemplando
il
tramonto
sulle
cime
opposte
della
valle
,
sopra
gli
oliveti
sognanti
,
mettere
da
parte
i
tenebrosi
propositi
di
abbandonare
i
suoi
sogni
di
poesia
;
la
ferita
si
chiudeva
,
ed
ella
provava
come
una
gioia
di
convalescenza
,
quando
,
a
stendere
un
'
ombra
sulla
luce
del
suo
cuore
,
-
la
sola
luce
ch
'
ella
sentiva
di
essere
vera
,
limpida
e
dissetante
come
la
sorgente
della
roccia
,
-
apparve
,
sulla
strada
sovrastante
,
la
figura
di
Fortunio
.
Al
solito
,
pareva
che
egli
fosse
sopraggiunto
per
caso
.
Dall
'
alto
del
paracarri
si
affacciò
e
parlamentò
con
le
sorelle
,
che
lo
invitavano
ad
avvicinarsi
,
a
prender
parte
alla
merenda
,
con
un
certo
diritto
,
poiché
la
roba
l
'
avevano
portata
loro
:
ma
egli
rifiutò
,
severo
e
triste
,
conscio
,
anche
lui
,
del
posto
che
gli
spettava
:
affacciato
al
parapetto
dello
stradone
in
modo
che
la
sua
gamba
storta
non
si
vedesse
,
e
risaltasse
la
bella
testa
con
gli
occhi
e
le
vivide
fresche
labbra
lucenti
al
riflesso
del
tramonto
,
guardava
con
tristezza
lontano
,
e
appoggiava
la
guancia
alla
mano
fina
,
dalle
unghie
che
parevano
di
alabastro
rosa
.
A
Cosima
pareva
una
di
quelle
figure
romantiche
che
le
piacevano
nelle
vignette
di
qualche
antica
edizione
di
Chateaubriand
,
possedute
da
Santus
;
così
,
un
giovine
sventurato
,
preso
da
una
segreta
passione
,
che
si
smarrisce
nella
solitudine
di
un
tramonto
campestre
e
appoggiato
al
riparo
di
un
precipizio
,
o
seduto
sul
tronco
abbattuto
di
una
quercia
,
fra
tralci
d
'
edera
e
rupi
coperte
dal
fiore
del
muschio
,
medita
sulla
sua
triste
sorte
.
Triste
,
certo
,
era
la
sorte
del
giovine
Fortunio
,
e
il
cuore
di
Cosima
non
poteva
non
accoglierne
l
'
eco
,
fra
le
voci
poetiche
che
le
raccontavano
l
'
eterna
poesia
del
dolore
umano
:
e
così
,
quando
la
comitiva
prese
la
via
del
ritorno
,
lasciando
lo
sventurato
poeta
solo
appoggiato
alla
roccia
della
sorgente
,
intento
a
sentirne
anche
lui
il
mormorio
melanconico
,
fra
le
ombre
già
dorate
del
crepuscolo
,
ella
si
sbandava
,
a
capo
chino
,
mentre
le
compagne
si
ricorrevano
nello
stradone
e
cantavano
e
ridevano
come
figlie
di
contadini
,
al
ritorno
dal
lavoro
dei
campi
.
Sorge
la
luna
,
fra
i
denti
del
monte
,
sopra
i
macigni
che
dànno
l
'
illusione
delle
rovine
di
un
castello
:
il
suo
chiarore
lilla
si
fonde
con
quello
arancione
dell
'
orizzonte
;
l
'
odore
della
vegetazione
inumidisce
l
'
aria
tiepida
;
canti
lontani
rispondono
a
quelli
delle
fanciulle
che
accompagnano
e
trasportano
sull
'
ala
del
loro
coro
la
tristezza
indistinta
di
Cosima
.
Che
cosa
vuole
,
Cosima
?
Non
lo
sa
bene
neppure
lei
:
vorrebbe
fermarsi
,
non
tornare
nella
sua
casa
soffocante
,
appoggiarsi
anche
lei
al
parapetto
dello
stradone
,
sopra
la
valle
piena
di
mistero
,
seguire
il
corso
della
luna
sul
cielo
sempre
più
chiaro
e
luminoso
.
Le
compagne
non
badavano
a
lei
:
le
sorelle
,
stordite
dall
'
allegria
delle
amiche
,
si
lasciavano
trascinare
avanti
,
e
lei
rimaneva
sola
,
sperduta
,
come
dimenticata
nella
strada
e
nel
mondo
.
Sopraggiungeva
qualche
carro
di
contadini
,
trainato
dai
buoi
sonnolenti
,
qualche
uomo
a
cavallo
,
qualche
tarda
donnicciuola
che
ritornava
dall
'
aver
lavato
i
panni
al
torrente
:
le
ombre
si
allungavano
di
traverso
sulla
strada
bianca
,
le
voci
e
i
passi
risonavano
dolci
nell
'
aria
molle
e
profumata
.
Ed
ecco
un
passo
diverso
dagli
altri
,
con
qualche
cosa
di
ambiguo
,
come
il
passo
di
un
essere
fantastico
,
uno
gnomo
,
un
gigante
che
tenta
di
non
far
rumore
,
o
un
Belfagor
fatale
,
o
un
arcangelo
che
con
un
batter
d
'
ali
può
trasportarti
fra
le
torri
d
'
argento
e
gli
spalti
lunari
della
montagna
.
È
Fortunio
:
sarebbe
stato
più
in
carattere
con
la
chitarra
a
tracolla
,
come
un
trovatore
sceso
appunto
dai
boschi
d
'
elci
che
circondavano
gli
illusorii
castelli
dell
'
orizzonte
:
ad
ogni
buon
fine
aveva
ancora
un
libro
in
mano
:
un
libro
che
biancheggiava
alla
luna
,
con
le
parole
magiche
che
aprono
la
porta
dei
sogni
.
Versi
;
versi
d
'
amore
.
Raggiunse
Cosima
e
le
si
mise
a
fianco
,
silenzioso
.
Ella
non
si
stupì
:
tutto
doveva
procedere
così
;
e
quando
egli
le
cinse
lievemente
le
spalle
col
braccio
che
tremava
ella
non
protestò
,
non
cercò
di
liberarsi
.
Tutto
doveva
procedere
così
:
era
una
cosa
ordita
dalle
sorelle
maliziose
di
Fortunio
,
ma
pareva
anche
un
incantesimo
prodotto
dall
'
ora
,
dal
luogo
,
dalla
sorte
che
protegge
gl
'
innamorati
.
Anche
l
'
ombra
folta
che
si
stendeva
al
margine
dello
stradone
,
in
una
svolta
ove
le
rocce
scendevano
fino
al
paracarri
,
parve
una
tenda
di
velluto
,
che
avvolse
i
due
giovani
poeti
e
permise
ai
loro
freschi
volti
di
formarne
uno
solo
:
il
volto
dell
'
amore
.
Tutto
sembrava
proteggerli
:
il
modo
facile
di
scambiarsi
le
lettere
,
la
strada
in
comune
,
la
vicinanza
dei
loro
orti
.
E
dell
'
orto
di
Cosima
,
di
notte
,
quando
si
sapeva
che
la
madre
e
le
sorelle
riposavano
,
la
prima
avvolta
anche
nel
sonno
dal
suo
velo
di
sofferenza
e
di
preghiere
,
le
seconde
nei
loro
sogni
ancora
bianchi
di
innocenza
,
Fortunio
riusciva
,
nonostante
la
sua
infermità
,
a
scavalcare
il
muricciuolo
,
e
ritrovare
,
sinceramente
ansante
e
appassionato
,
all
'
ombra
di
un
angolo
protettore
,
la
sua
piccola
amica
che
sembrava
,
così
sbalordita
e
silenziosa
,
il
fantasma
di
sé
stessa
.
Ella
si
lasciava
baciare
da
lui
,
ne
sentiva
il
calore
della
persona
,
i
fremiti
e
gli
ànsiti
di
eroe
incatenato
,
la
violenza
impotente
con
la
quale
egli
avrebbe
voluto
portarsela
via
;
ma
una
fredda
,
quasi
malvagia
potenza
di
analisi
la
sosteneva
in
quella
specie
di
lotta
dei
sensi
contro
sé
stessa
e
contro
l
'
altro
;
e
ne
usciva
stanca
,
disgustata
,
amara
di
umiliazione
e
di
rimorso
.
Anche
di
rimorso
:
poiché
credeva
,
fra
le
altre
cose
,
di
commettere
peccato
:
ella
non
avrebbe
mai
sposato
Fortunio
.
Finché
la
vicenda
non
trapelò
,
destando
una
nuova
ondata
di
scandalo
fra
la
gente
per
bene
del
luogo
.
Eh
!
si
capiva
;
Cosima
sola
era
capace
di
quelle
avventure
,
con
uno
storpio
,
un
bastardo
,
un
rinnegato
dalla
sorte
.
E
un
giorno
Andrea
disse
,
in
pubblica
piazza
,
che
avrebbe
fracassato
col
bastone
l
'
altra
gamba
del
suonatore
di
chitarra
;
e
a
Cosima
somministrò
una
dose
di
schiaffi
e
pugni
che
oltre
le
membra
le
pestarono
l
'
anima
come
il
sale
nel
mortaio
.
Anche
questa
lezione
le
servì
per
la
scuola
della
vita
;
sentì
che
ella
davvero
non
rassomigliava
e
non
doveva
rassomigliare
alle
ragazze
di
buona
famiglia
,
che
commettono
incoscienti
ma
astute
i
loro
peccatucci
d
'
amore
;
che
Dio
le
aveva
dato
una
intelligenza
superiore
alla
comune
e
sopra
tutto
una
coscienza
limpida
e
profonda
come
un
'
acqua
nella
quale
si
vede
ogni
filo
di
luce
e
di
ombra
,
per
guidarsi
da
sola
nella
strada
della
verità
.
Il
castigo
per
il
suo
capriccio
con
Fortunio
,
capriccio
di
curiosità
sentimentale
,
ma
anche
sensuale
,
le
parve
giusto
;
e
decise
di
sorvegliarsi
,
di
vivere
con
una
sua
certa
religione
.
Anche
il
pensiero
per
Antonino
le
si
svelò
,
ad
un
tratto
,
quasi
morboso
.
Perché
perseguire
una
chimera
inutile
e
,
in
fondo
,
per
lei
,
umiliante
?
Non
si
mise
più
alla
finestra
,
per
aspettare
il
passaggio
della
meteora
:
non
andò
più
,
con
le
sorelle
,
a
far
visite
alle
amiche
;
si
chiuse
in
un
cerchio
di
silenzio
,
di
rassegnazione
,
di
lavoro
.
E
poi
la
vita
quotidiana
incalzava
,
i
giorni
si
facevano
scuri
e
arcigni
come
per
un
inverno
che
doveva
durare
a
lungo
.
Una
notte
si
sentì
,
nella
casa
uno
strano
lamento
,
poi
la
voce
di
Andrea
che
cercava
di
convincere
il
fratello
Santus
a
mettersi
a
letto
e
calmarsi
;
ma
il
disgraziato
si
dibatteva
,
gridando
che
sotto
il
suo
letto
c
'
era
un
uomo
nero
che
voleva
strangolarlo
;
poi
toccava
le
pareti
urlando
che
erano
piene
di
tarantole
e
di
scolopendre
.
In
un
attimo
la
madre
,
la
serva
e
le
ragazze
furono
in
piedi
,
circondarono
i
due
fratelli
,
si
avvidero
che
Santus
,
pallido
,
tutto
preso
da
un
tremito
convulso
e
con
gli
occhi
grandi
,
metallici
,
allucinati
,
delirava
.
Ma
era
un
delirio
terribile
il
suo
;
peggiore
del
delirio
di
un
moribondo
o
di
un
idrofobo
:
Andrea
lo
capiva
.
Un
terrore
mai
prima
conosciuto
invase
Cosima
,
come
se
davvero
la
casa
fosse
piena
di
uomini
neri
e
abbominevoli
nascosti
e
pronti
ad
ogni
crudeltà
,
e
,
le
pareti
brulicassero
di
rettili
velenosi
.
La
madre
credette
che
Santus
fosse
invaso
dallo
spirito
maligno
,
e
pensò
di
mandare
a
chiamare
uno
dei
preti
di
casa
per
esorcizzarlo
.
Ma
Andrea
sogghignava
;
riuscì
a
far
ritornare
a
letto
il
fratello
,
e
lo
vegliò
tutta
la
notte
.
Notte
di
angoscia
indimenticabile
,
durante
la
quale
Cosima
conobbe
un
'
altra
pagina
del
libro
terribile
della
vita
.
Invece
del
prete
venne
il
dottore
,
il
quale
consigliò
che
Santus
e
Andrea
,
il
quale
si
offrì
di
sorvegliare
il
fratello
,
andassero
ad
abitare
in
una
casupola
che
la
famiglia
possedeva
in
un
orto
non
molto
distante
dalla
casa
.
Furono
riattate
e
ammobiliate
alla
meglio
,
le
povere
stanzette
terrene
,
che
di
buono
avevano
solo
alcune
finestrine
dalle
quali
si
vedevano
i
monti
lontani
:
e
Santus
vi
si
lasciò
condurre
docilmente
:
era
buono
e
mite
,
in
fondo
,
e
il
primo
ad
essere
mortalmente
triste
del
suo
vizio
,
che
il
dottore
aveva
dichiarato
essere
null
'
altro
che
una
malattia
dalla
quale
il
paziente
non
può
,
anche
con
tutta
la
sua
volontà
,
mai
guarire
,
era
lui
.
Un
dolore
profondo
gli
si
leggeva
negli
occhi
chiari
:
di
tanto
in
tanto
pareva
sollevarsi
,
smetteva
,
e
tentava
di
lavorare
:
ma
poi
ricadeva
,
come
un
virgulto
stroncato
,
non
ancora
morto
nelle
radici
ma
irrimediabilmente
inutile
a
se
stesso
e
dannoso
agli
altri
.
Nella
casa
delle
fanciulle
ci
fu
una
relativa
tranquillità
:
ma
l
'
ombra
del
dolore
la
velava
;
e
la
madre
si
fece
ancora
più
silenziosa
,
pallida
,
e
qualche
volta
inquieta
,
di
quell
'
inquietudine
di
uno
che
ha
smarrito
qualche
cosa
di
prezioso
.
Cominciò
anche
a
diventare
un
po
'
strana
:
a
volte
usciva
di
casa
furtiva
,
con
qualche
oggetto
o
qualche
pacco
nascosto
sotto
lo
scialle
:
andava
nella
casetta
dei
figli
;
a
portar
loro
da
mangiare
e
da
vestirsi
.
Non
che
ad
essi
nulla
mancasse
,
anzi
,
quando
l
'
altro
era
tranquillo
,
Andrea
tornava
a
mangiare
con
la
famiglia
,
ed
entrambi
frequentavano
giornalmente
la
casa
:
ma
la
madre
aveva
paura
che
essi
mancassero
del
necessario
:
pensava
a
loro
come
a
bambini
smarriti
nel
bosco
,
e
andava
a
cercarli
,
e
si
smarriva
anche
lei
nelle
ombre
di
una
selva
pericolosa
:
quella
della
disperazione
.
Attiguo
alla
casetta
dei
fratelli
,
c
'
era
,
anch
'
esso
di
proprietà
della
famiglia
,
un
frantoio
per
olive
:
era
un
lungo
stanzone
irregolare
,
scuro
eppure
lucido
,
come
scavato
in
una
montagna
di
schisto
:
nero
,
come
unto
anch
'
esso
,
era
il
forte
cavallo
paziente
che
faceva
girare
la
ruota
dentro
la
vasca
rotonda
dove
venivano
pestate
le
olive
:
la
pasta
violacea
di
queste
,
versata
entro
sporte
rotonde
,
la
spremeva
il
torchio
di
ferro
;
ma
il
torchio
,
collocato
in
una
specie
di
nicchia
scavata
nella
parete
,
erano
gli
uomini
che
lo
manovravano
,
con
una
stanga
:
il
mugnaio
o
un
suo
aiutante
.
L
'
olio
cadeva
nero
e
grasso
entro
un
grande
paiuolo
,
e
le
sanse
,
finita
di
spremere
la
pasta
,
venivano
buttate
da
una
larga
finestra
giù
nell
'
orto
,
formando
un
monticello
odoroso
che
a
suo
tempo
veniva
acquistato
dallo
stesso
negoziante
che
in
estate
comprava
le
mandorle
della
famiglia
:
ed
era
una
discreta
rendita
,
assieme
con
quella
dell
'
olio
,
che
i
proprietari
delle
olive
lasciavano
in
compenso
per
la
manipolazione
.
Ma
bisognava
stare
molto
attenti
,
perché
il
mugnaio
,
un
piccolo
uomo
religioso
con
due
occhi
di
vero
santo
,
che
serviva
da
anni
e
anni
la
famiglia
,
e
le
era
sinceramente
affezionato
,
rubava
a
man
salva
,
tanto
ai
clienti
quanto
ai
padroni
.
Il
luogo
era
sempre
pieno
di
gente
,
anche
perché
in
un
angolo
,
tra
la
finestra
e
il
torchio
,
ardeva
sempre
un
grande
fuoco
con
su
un
paiuolo
d
'
acqua
bollente
,
dove
venivano
immerse
e
lavate
le
sporte
:
e
intorno
a
questo
fuoco
si
riuniva
un
gruppo
d
'
individui
che
,
verso
sera
specialmente
,
formavano
un
quadro
degno
di
Rembrandt
.
Erano
tutti
disoccupati
e
poveri
,
ma
di
una
strana
povertà
dovuta
più
a
loro
stessi
che
alla
sorte
:
e
venivano
lì
a
riscaldarsi
,
a
confortarsi
l
'
uno
col
contatto
dell
'
altro
.
Capo
fila
era
un
uomo
rossiccio
,
che
era
stato
ricco
e
aveva
dilapidato
la
sua
sostanza
con
le
donne
e
il
vino
:
poi
un
vecchione
con
la
barba
di
patriarca
,
anche
lui
decaduto
,
che
faceva
il
giardiniere
a
tempo
perso
e
viveva
con
la
caccia
dei
gatti
,
dei
quali
si
nutriva
;
e
altri
reietti
,
che
non
sdegnavano
di
unirsi
con
i
bravi
contadini
e
i
piccoli
proprietari
che
portavano
a
macinare
le
loro
olive
,
e
lo
stesso
padrone
del
frantoio
,
Andrea
,
che
capitava
ogni
tanto
per
sorvegliare
il
mugnaio
.
Santus
,
poi
,
non
mancava
mai
,
e
quando
appariva
lui
tutti
si
scostavano
per
fargli
posto
;
camminava
anche
lui
nella
fatale
scia
dei
miserabili
compagnoni
raccolti
intorno
al
fuoco
,
ma
tutti
ancora
lo
rispettavano
,
perché
ancora
la
sua
famiglia
lo
sostentava
ed
egli
aveva
un
rifugio
e
la
protezione
del
fratello
;
anzi
,
sapendolo
generoso
,
cercavano
la
sua
amicizia
per
potergli
spillare
un
po
'
di
quattrini
;
ma
egli
,
nonostante
la
torbida
incoscienza
in
cui
spesso
affondava
,
capiva
il
suo
stato
,
conosceva
il
cuore
del
prossimo
,
e
amava
solo
la
compagnia
dei
rinnegati
del
frantoio
perché
appunto
si
sentiva
già
loro
compagno
di
fatalità
.
Non
si
creda
che
queste
riunioni
fossero
melanconiche
.
Tutt
'
altro
.
Quando
il
fuoco
aveva
seccato
addosso
i
poveri
vestiti
,
spesso
bagnati
dalla
pioggia
,
di
questa
specie
di
vagabondi
,
e
,
per
benignità
della
sorte
,
essi
erano
riusciti
a
bere
vino
,
o
meglio
ancora
acquavite
,
l
'
allegria
più
infantile
regnava
fra
loro
:
uno
di
essi
arrivava
a
cantare
pezzi
d
'
opera
,
un
altro
tirava
fuori
un
pane
,
lo
spaccava
,
si
faceva
facilmente
versare
sulla
mollica
un
filo
d
'
olio
,
e
lo
abbrustoliva
sulla
brace
,
dividendolo
poi
fraternamente
coi
compagni
.
E
Santus
mandava
a
comprare
un
fiasco
di
vino
,
che
bevevano
alla
salute
di
tutti
.
Salute
e
lunghi
anni
:
la
vita
è
di
chi
si
contenta
di
viverla
.
Le
giornate
erano
quasi
sempre
grigie
,
nel
freddo
mattino
del
tardo
autunno
:
ma
a
poco
a
poco
il
cielo
si
schiariva
e
si
sollevava
sopra
i
monti
che
prendevano
una
lucentezza
opaca
di
stagno
,
e
sull
'
alto
si
apriva
l
'
occhio
,
bianco
prima
,
poi
perlato
del
sole
,
come
di
un
dormiente
che
dopo
aver
lottato
con
un
triste
sogno
si
sveglia
ridente
alla
dolce
realtà
.
Allora
tutto
prendeva
colore
;
il
cielo
sembrava
un
mare
sparso
d
'
isolette
rocciose
,
sui
rami
degli
alberi
le
ultime
foglie
palpitavano
come
farfalle
d
'
oro
e
i
monti
riprendevano
le
loro
tinte
azzurre
e
rosee
.
Quando
il
tempo
era
bello
capitavano
nell
'
orto
la
padrona
che
non
sdegnava
di
coltivare
i
cavoli
e
i
carciofi
,
e
le
bambine
.
Cosima
aveva
già
venti
anni
;
ma
a
volte
ne
dimostrava
di
meno
,
a
volte
di
più
.
Il
viso
bianco
,
corrucciato
,
gli
occhi
che
sembravano
selvaggi
,
la
fronte
coi
capelli
tirati
su
e
stretti
con
la
noncuranza
delle
donne
vecchie
,
si
aprivano
e
illuminavano
come
il
cielo
in
quelle
ambigue
mattine
,
quando
il
riso
schietto
le
sgorgava
dai
denti
stretti
con
la
violenza
d
'
un
'
acqua
sorgiva
dalla
roccia
.
Ora
,
nelle
assenze
di
Andrea
,
spesso
costretto
a
recarsi
in
campagna
per
sorvegliare
chi
lavorava
,
sapendo
che
di
Santus
il
mugnaio
poteva
,
con
l
'
aiuto
diabolico
dell
'
acquavite
,
farne
quello
che
voleva
,
ella
penetrava
con
coraggio
nel
frantoio
,
e
faceva
le
sue
brave
ispezioni
.
C
'
era
,
anche
nella
cameruccia
di
Andrea
,
un
registro
dove
venivano
segnate
le
macinate
delle
olive
;
ogni
macinata
sette
quarti
di
ettolitro
di
olive
;
compenso
due
litri
d
'
olio
grezzo
lasciato
nel
paiuolo
apposito
o
,
se
il
proprietario
preferiva
,
due
lire
in
contanti
.
Molti
lasciavano
correre
il
tempo
,
prima
di
pagare
,
e
allora
il
conto
rimaneva
aperto
.
Ed
ecco
Cosima
,
seduta
al
tavolo
dove
c
'
erano
gli
avanzi
del
pane
e
dei
cibi
dei
fratelli
,
sfogliare
l
'
unto
registro
e
segnare
in
fila
i
nomi
e
il
numero
delle
macinate
;
era
una
poesia
anche
quella
,
e
il
sole
,
che
sbaragliava
le
ultime
rocciose
nuvolette
e
splendeva
alto
sui
monti
,
dorava
il
foglio
dove
lei
scriveva
e
lucidava
i
suoi
capelli
severi
.
Così
ella
veniva
a
contatto
col
popolo
,
col
vero
popolo
,
laborioso
e
mite
,
che
se
pure
poteva
,
come
il
mugnaio
,
mettere
le
grinfie
sulla
piccola
roba
del
prossimo
,
lo
faceva
con
parsimonia
e
poi
andava
a
confessarsene
.
Magari
anche
la
confessione
era
un
po
'
fraudolenta
,
come
quella
del
famoso
contadino
che
tentò
d
'
ingannare
il
confessore
dicendogli
di
aver
rubato
una
corda
,
e
alle
insistenti
inquisizioni
dell
'
uomo
di
Dio
,
finì
col
dire
che
alla
corda
c
'
era
attaccato
un
bue
:
ad
ogni
modo
tutta
gente
buona
:
donnine
rispettose
e
sornione
,
uomini
che
dovevano
combattere
con
la
terra
ingrata
e
solitaria
e
i
venti
e
gli
uccelli
e
le
volpi
per
strappare
il
grano
e
il
vino
,
dei
quali
si
nutrivano
come
il
sacerdote
nella
Messa
.
Cosima
li
osservava
,
li
studiava
,
ne
imparava
il
linguaggio
,
le
superstizioni
,
le
maledizioni
e
le
preghiere
:
e
dal
suo
posto
di
osservazione
vedeva
anche
il
quadro
e
le
figure
del
frantoio
:
sentiva
le
storielle
che
vi
si
raccontavano
,
le
canzoni
dell
'
ubriaco
,
e
se
le
doleva
il
cuore
o
piegava
la
testa
umiliata
nel
vedere
Santus
,
il
fratello
nato
per
grandi
destini
,
intagliare
carrettini
di
ferula
per
i
bambini
del
mugnaio
,
o
spolpare
le
ossa
di
un
arrosto
di
gatto
con
gli
altri
compagnoni
,
pensava
che
solo
la
pietà
può
sollevare
l
'
anima
piegata
dal
male
degli
altri
,
e
portarla
sulle
sue
ali
fino
alle
altissime
soglie
di
un
mondo
ove
un
giorno
tutti
saremo
eguali
nella
gioia
di
Dio
.
Fra
un
segno
e
l
'
altro
del
registro
i
clienti
del
frantoio
le
raccontavano
i
loro
guai
,
i
loro
drammi
:
qualcuno
la
pregava
di
scrivergli
una
lettera
o
una
supplica
:
così
le
venne
lo
spunto
per
un
nuovo
romanzo
;
attinto
dal
vero
:
attinto
come
la
pasta
nera
delle
olive
dalla
vasca
del
frantoio
,
che
si
mutava
in
olio
,
in
balsamo
,
in
luce
:
e
mise
un
titolo
grigio
,
che
sotto
però
nascondeva
anch
'
esso
il
seme
del
fuoco
:
lo
intitolò
Rami
caduti
.
Questa
volta
la
fortuna
le
arrise
compiuta
.
Ella
tentò
presso
un
editore
di
una
certa
notorietà
,
che
non
solo
accettò
e
pubblicò
il
romanzo
,
ma
lo
fece
accompagnare
dalla
prefazione
di
uno
scrittore
illustre
:
ed
ecco
d
'
un
tratto
la
figura
di
Cosima
balzò
sull
'
orizzonte
letterario
,
circonfusa
d
'
un
'
aureola
quasi
di
mistero
.
Mistero
creato
dalla
lontananza
di
lei
e
della
sua
terra
,
dalle
vaghe
notizie
sulla
sua
vita
quasi
selvatica
,
ma
sopra
tutto
dalla
forza
ingenua
e
nello
stesso
tempo
vigorosa
del
suo
racconto
,
dalla
sua
prosa
scorretta
e
primitiva
eppure
efficace
,
e
dall
'
evidenza
dei
suoi
personaggi
.
D
'
un
colpo
ella
diventa
celebre
:
giornali
e
riviste
le
domandano
novelle
:
e
l
'
editore
manda
denari
.
Non
molti
,
ma
tanti
quanti
a
lei
bastano
per
non
frodare
più
la
cantina
,
e
comprarsi
un
bel
vestito
di
setina
nera
a
puntini
d
'
oro
e
un
boa
di
piume
di
struzzo
nere
e
bianche
che
ha
del
serpente
e
dell
'
uccello
.
Quando
apparve
,
con
le
sorelle
alle
quali
aveva
regalato
per
confortarle
eleganti
sciarpe
di
velo
,
alla
Messa
celebrata
dal
Vescovo
,
in
una
brillante
mattina
di
autunno
,
una
schiera
di
giovanotti
,
i
più
intellettuali
e
spregiudicati
del
luogo
,
che
andavano
in
chiesa
solo
per
sbirciare
le
donne
,
si
allineò
fra
una
navata
e
l
'
altra
della
bella
Cattedrale
,
e
i
loro
occhi
la
serrarono
in
un
nutrito
fuoco
di
fila
.
Anche
le
donne
la
guardavano
,
alle
spalle
,
affascinate
,
più
che
altro
,
dal
suo
vestito
e
dal
suo
boa
dai
colori
di
notte
stellata
,
piegata
sul
suo
libro
di
preghiere
.
Ella
volava
:
le
pareva
di
essere
una
rondine
;
sentiva
voglia
di
piangere
;
era
un
rigurgito
di
gioia
,
di
trionfo
,
ma
anche
di
dolore
profondo
;
e
se
sollevava
gli
occhi
umidi
e
vedeva
i
finestroni
alti
sotto
la
volta
della
chiesa
,
azzurri
di
miraggi
quasi
marini
,
pensava
allo
sfondo
della
finestra
del
frantoio
e
alle
povere
donne
unte
di
olio
nuovo
che
le
raccontavano
le
loro
pene
.
Allora
una
lieve
vertigine
le
saliva
dalle
radici
dell
'
anima
,
come
quando
bambina
l
'
immagine
della
nonna
le
rimescolava
nel
subcosciente
un
mondo
atavico
avventuroso
e
fiabesco
.
La
cerimonia
e
la
musica
accrescevano
l
'
incanto
.
Il
Vescovo
era
alto
,
aristocratico
;
ricordava
i
prelati
pittoreschi
dei
grandi
romanzi
francesi
dell
'
Ottocento
;
solo
la
sua
voce
era
un
po
'
aspra
,
ma
si
sperdeva
,
col
fumo
dell
'
incenso
,
nel
rombare
nostalgico
dell
'
organo
,
che
suonava
il
coro
del
Nabucco
:
Va
pensiero
su
l
'
ali
dorate
E
tutto
,
luce
,
suoni
,
colori
,
accresceva
la
luminosa
illusione
di
Cosima
,
che
si
vedeva
trasportata
in
un
mondo
fantastico
.
Fu
proprio
da
quei
tempo
che
la
sua
vita
prese
un
ritmo
fiabesco
.
I
giornali
parlavano
di
lei
.
Arrivò
persino
,
fino
alla
casa
di
lei
,
da
una
città
lontana
,
un
alto
,
grasso
,
biondo
giornalista
,
la
cui
presenza
mise
in
subbuglio
tutto
il
vicinato
.
In
Cosima
quella
visita
suscitò
il
più
alto
orgoglio
e
la
più
cocente
umiliazione
.
Umiliazione
di
doverlo
ricevere
in
quella
stanza
terrena
quasi
povera
,
dove
nella
vecchia
libreria
si
vedevano
ancora
le
carte
d
'
affari
del
padre
morto
;
però
,
le
sorelle
avevano
steso
un
'
antica
tovaglietta
di
pizzo
sul
tavolino
dove
fu
servito
il
caffè
:
ella
aveva
indossato
il
suo
vestito
di
seta
stellata
,
ma
non
sapeva
che
dire
,
mentre
l
'
uomo
biondo
la
scrutava
coi
piccoli
occhi
verdognoli
che
,
a
guardarli
di
sfuggita
,
quasi
con
spavento
,
a
lei
ricordavano
quelli
dei
gatti
selvatici
in
agguato
contro
gli
uccellini
di
primo
volo
.
Egli
però
fu
gentile
,
e
nel
suo
giornale
scrisse
che
la
scrittrice
pallida
,
piccola
,
nervosa
,
(
nervosa
?
non
sapeva
che
cosa
questa
parola
significasse
:
tuttavia
la
lusingò
)
questa
fragile
creatura
che
,
senza
mai
essere
uscita
dal
suo
quieto
nido
,
conosce
tuttavia
,
in
modo
che
fa
quasi
sbalordire
,
i
misteri
del
cuore
umano
eccetera
.
(
Oh
,
grande
uomo
biondo
che
vivi
nella
metropoli
,
a
contatto
col
mondo
più
tumultuoso
,
tu
non
saprai
mai
per
tua
esperienza
quello
che
Cosima
conosce
attraverso
la
propria
)
.
L
'
intervista
fu
commentata
,
riprodotta
,
colorita
.
Il
libro
di
Cosima
si
vendeva
;
altri
articoli
lo
resero
quasi
di
moda
.
Ella
,
al
solito
,
nonostante
appunto
le
sue
esperienze
e
i
suoi
saggi
propositi
,
ricominciò
a
fantasticare
:
perché
non
avrebbe
potuto
sposare
il
biondo
gigante
?
:
l
'
avrebbe
portata
nel
turbine
della
vita
.
Gli
scrisse
per
ringraziarlo
;
egli
rispose
:
la
chiamava
piccola
grande
amica
parve
farle
la
corte
:
tanto
che
un
giorno
Andrea
intercettò
una
lettera
,
ma
ne
fu
contento
.
Ecco
uno
che
finalmente
andava
bene
per
la
sorellina
.
E
lei
passeggiava
intorno
all
'
orticello
,
come
un
'
aquiletta
catturata
,
pronta
a
spiccare
il
lungo
volo
appena
avesse
potuto
.
L
'
orticello
era
tutto
in
fiore
:
rose
paesane
,
gigli
e
garofani
vi
spandevano
un
profumo
di
altare
quando
si
celebra
il
mese
di
Maria
.
Anche
per
lei
era
arrivato
il
mese
della
sua
gloria
.
Scrisse
finalmente
anche
quel
superbone
di
Antonino
,
che
continuava
a
studiare
per
poter
vivere
in
città
:
faceva
i
complimenti
e
gli
auguri
a
Cosima
,
e
le
domandava
anche
notizie
di
Santus
.
Ella
non
rispose
,
ma
conservò
il
biglietto
di
lui
fra
i
ricordi
che
la
seguirono
nelle
strade
della
vita
.
Adesso
pensava
all
'
altro
,
al
grande
biondo
dagli
occhi
tigreschi
:
e
dopo
una
lunga
ambigua
corrispondenza
,
egli
un
giorno
le
mandò
,
una
lettera
strana
,
dove
,
fra
le
altre
cose
spiacevoli
,
le
diceva
che
ella
gli
era
sembrata
quasi
una
nana
.
Pertanto
le
esperienze
di
Cosima
continuavano
.
Vi
furono
giorni
di
nuovo
fulgore
.
Arrivarono
contemporaneamente
due
lettere
:
e
una
veniva
di
molto
lontano
,
dal
castello
di
un
principe
tedesco
,
col
sigillo
d
'
argento
e
su
impressa
appunto
una
corona
di
principe
.
Forse
era
il
suo
segretario
,
che
aveva
letto
il
romanzo
di
Cosima
e
le
scriveva
ancora
turbato
,
dicendole
chiaramente
,
in
ultimo
fi
amo
,
signorina
,
fi
amo
.
Lo
credette
il
segretario
,
poiché
il
nome
era
comune
,
e
Cosima
era
corazzata
di
inguaribile
diffidenza
:
ma
perché
non
poteva
esser
lui
,
il
principe
?
Ella
rispose
,
ringraziando
;
ma
poi
,
immaginandoselo
anche
lui
biondo
e
alto
e
con
gli
occhi
felini
come
il
crudele
giornalista
,
e
per
di
più
principe
o
granduca
,
non
mandò
la
lettera
.
All
'
altra
invece
rispose
.
Ed
era
anche
questa
di
un
principe
di
diversa
specie
;
era
di
un
giovine
di
ventidue
anni
,
che
doveva
essere
molto
ricco
perché
le
scriveva
che
stava
per
partire
,
con
mezzi
suoi
,
per
una
spedizione
nell
'
America
ancora
inesplorata
;
e
le
chiedeva
il
permesso
di
mettere
il
suo
nome
alla
regione
che
egli
avrebbe
attraversata
per
il
primo
:
e
le
dava
l
'
indirizzo
della
estrema
città
dell
'
America
del
Sud
ove
si
sarebbe
fermato
per
formare
la
carovana
.
Ah
,
sì
,
Cosima
adesso
risponde
,
con
lettera
raccomandata
,
e
non
si
proibisce
di
abbandonarsi
con
la
fantasia
,
come
un
angelo
viaggiante
,
al
seguito
dell
'
avventuroso
suo
cavaliere
.
Le
pare
di
vivere
al
tempo
delle
Crociate
:
egli
va
,
col
nome
di
lei
nel
cuore
,
a
combattere
contro
i
pagani
,
i
pellirosse
,
i
serpenti
,
le
foreste
vergini
,
le
erbe
che
uccidono
.
Furono
i
giorni
più
belli
della
vita
di
Cosima
,
più
belli
ancora
di
quelli
passati
sul
Monte
,
a
respirare
l
'
aria
che
respirava
Antonino
.
Era
il
sogno
vivo
,
adesso
,
l
'
avventura
epica
,
alla
quale
ella
prendeva
parte
cavalcando
sulle
nuvole
rosse
dell
'
orizzonte
,
sui
glauchi
mari
delle
sere
di
luna
.
Tutto
le
sembrava
grande
e
luminoso
.
Nella
casa
di
faccia
alla
sua
,
essendo
morto
il
nero
canonico
medioevale
e
sposata
a
un
vecchio
cugino
la
nipote
,
era
venuto
ad
abitare
un
ricco
attempato
,
ma
ancora
sanguigno
e
forte
negoziante
di
scorze
d
'
albero
e
di
sugheri
.
Era
anche
un
cacciatore
famoso
e
ogni
tanto
radunava
gli
amici
per
una
partita
di
caccia
grossa
.
Scalpitavano
i
cavalli
,
nella
strada
stupita
da
tanta
animazione
quasi
guerresca
,
e
i
cavalieri
,
armati
di
tutto
punto
,
alcuni
smilzi
e
dritti
in
sella
,
altri
,
già
anziani
,
barbuti
,
grassi
e
un
po
'
cascanti
,
ma
col
viso
duro
e
deciso
come
di
vetusti
razziatori
abituati
a
far
preda
,
aspettavano
che
il
gruppo
fosse
al
completo
,
mentre
i
cani
s
'
incontravano
e
facevano
,
fra
le
zampe
dei
cavalli
,
una
schermaglia
rintronante
di
guaiti
e
latrati
;
e
appena
usciva
dal
portone
spalancato
il
cacciatore
rosso
dalle
coscie
possenti
e
dagli
occhi
verdi
brillanti
di
gioia
beffarda
e
feroce
,
sul
suo
balzano
quasi
ancora
indomito
,
la
comitiva
si
slanciava
al
galoppo
inondando
la
strada
come
un
'
orda
diretta
alla
conquista
di
un
luogo
nemico
:
i
passi
dei
cavalli
risonavano
a
lungo
,
anche
quando
la
strada
ritornava
deserta
,
e
pareva
uno
scalpitio
di
treno
che
s
'
allontanava
:
Cosima
,
alla
finestra
,
mentre
ritirava
,
dopo
averlo
sgrullato
,
il
piccolo
soppedaneo
del
suo
lettuccio
,
s
'
incontrava
a
seguire
nell
'
aria
l
'
eco
della
cavalcata
:
e
pensava
al
suo
esploratore
,
alla
caccia
dei
selvaggi
;
e
si
sentiva
anche
lei
in
corpo
una
smania
di
amazzone
,
un
ardore
di
eroina
da
avventure
audaci
;
ma
poi
le
toccava
rifare
i
letti
e
pulire
le
camere
,
e
,
per
risalire
a
galla
da
questo
stagno
di
realtà
,
aspettare
almeno
il
passaggio
del
portalettere
.
Era
un
uomo
rude
,
il
portalettere
,
anche
lui
rosso
di
pelo
e
di
pelle
;
e
quando
passava
,
con
le
sue
grosse
scarpe
,
battendo
alle
porte
dei
cittadini
e
gridando
forte
:
posta
,
posta
,
tutti
gli
echi
intorno
si
risvegliavano
,
persino
i
cani
abbaiavano
,
l
'
aria
prendeva
un
colore
di
inquietudine
.
Per
Cosima
rappresentava
un
personaggio
quasi
mitologico
,
apportatore
di
bene
e
di
male
,
e
quando
ne
sentiva
la
voce
di
lontano
tremava
come
se
il
destino
fosse
in
cammino
verso
di
lei
.
Era
stato
lui
,
in
fatti
,
a
portarle
le
lettere
di
gloria
e
di
amore
,
di
umiliazione
e
di
speranza
,
e
il
vaglia
,
e
i
giornali
col
suo
nome
scritto
come
su
lapidi
che
le
parevano
eterne
.
Adesso
ella
aspettava
notizie
da
un
mondo
misterioso
,
lontano
,
quasi
di
là
dai
confini
del
mondo
reale
:
lettere
dell
'
esploratore
,
che
a
quel
suo
mondo
nuovo
voleva
mettere
il
nome
di
lei
.
Ma
il
portalettere
passava
con
la
borsa
,
che
faceva
un
rumorino
speciale
,
sulla
cinghia
di
cuoio
,
come
quello
dei
carnieri
dei
cacciatori
,
e
picchiava
con
violenza
il
battente
della
porta
del
negoziante
di
scorze
,
traendo
dalla
borsa
un
pacco
di
lettere
e
di
giornali
.
E
a
lei
nulla
:
e
la
voce
aspra
dell
'
uomo
della
sorte
che
si
andava
affievolendo
le
pareva
si
burlasse
crudelmente
di
lei
.
Così
passò
la
bella
stagione
:
ella
non
si
curava
più
neppure
di
Antonino
.
Di
nessuno
si
curava
,
tranne
che
delle
sue
scritture
,
illuminate
dalla
luce
di
quel
sogno
che
era
il
più
bello
dei
romanzi
che
ella
avrebbe
mai
potuto
scrivere
.
In
ottobre
ci
fu
,
come
al
solito
,
la
vendemmia
.
No
,
non
come
al
solito
,
poiché
la
madre
,
d
'
accordo
con
Andrea
,
aveva
fatto
costruire
una
piccola
casa
di
pietra
nella
vigna
,
sotto
un
pino
che
vigilava
solitario
la
grande
distesa
quasi
tutta
selvaggia
come
una
landa
,
e
dichiarò
che
la
voleva
abitare
per
qualche
settimana
.
Solo
la
vigna
rallegrava
coi
suoi
quadrati
verdi
e
gialli
,
con
qualche
filare
di
grandi
fichi
bassi
,
la
dolce
triste
solitudine
del
luogo
:
i
monti
lontani
innalzavano
una
muraglia
azzurra
intorno
all
'
orizzonte
.
Un
colono
del
Continente
coltivava
,
fin
dal
tempo
in
cui
era
vivo
il
padre
di
Cosima
,
la
vigna
da
lui
piantata
,
e
un
grande
orto
che
godeva
di
un
rivolo
d
'
acqua
raccolto
in
una
vasca
ampia
come
un
laghetto
,
circondata
di
giunchi
,
canne
e
salici
selvaggi
.
Il
luogo
era
bello
:
una
specie
di
oasi
nella
desolazione
della
pianura
incolta
e
pietrosa
,
saettata
,
nell
'
estate
,
da
un
sole
implacabile
.
Ed
ecco
,
adesso
,
la
casetta
di
pietra
lo
rendeva
più
pittoresco
ed
ospitale
:
erano
appena
due
stanze
,
addossate
ad
un
'
altra
,
piccola
,
che
fino
a
quel
tempo
era
stata
l
'
abitazione
del
solitario
colono
,
il
quale
non
si
moveva
mai
dal
posto
,
rifornito
ogni
tanto
di
pane
e
altri
viveri
da
Andrea
,
che
di
ritorno
portava
a
casa
i
prodotti
dell
'
orto
.
Erano
per
lo
più
patate
,
legumi
,
verze
,
zucche
e
insalate
,
e
qualche
volta
anche
poponi
e
cocomeri
.
E
nella
stagione
l
'
uva
,
quasi
tutta
da
vino
,
quel
vino
leggero
ma
saporoso
che
aveva
aiutato
Cosima
a
comprar
francobolli
e
spedir
manoscritti
.
Fu
dunque
mandato
un
carro
di
mobili
,
come
si
usava
per
andare
al
Monte
:
e
Cosima
si
offrì
ad
accompagnare
la
madre
,
mentre
le
sorelle
,
che
non
volevano
neanche
sentir
parlare
di
un
luogo
sperduto
come
quello
,
sarebbero
rimaste
a
casa
sotto
la
sorveglianza
della
serva
fedele
.
Il
servo
che
accompagnava
il
carro
sarebbe
rimasto
nella
vigna
,
e
anche
Andrea
vi
avrebbe
passato
la
notte
per
maggior
sicurezza
delle
donne
.
Ma
il
luogo
era
tranquillo
;
non
si
era
mai
sentito
parlare
di
vicende
spiacevoli
:
l
'
aperta
e
nuda
pianura
non
permetteva
neppure
il
passaggio
di
malviventi
,
tanto
che
il
colono
non
aveva
un
arma
,
un
cane
.
Ad
ogni
modo
una
pattuglia
dl
carabinieri
a
cavallo
adibita
alla
sicurezza
stradale
,
percorreva
ogni
giorno
lo
stradone
comunale
che
attraversava
quella
specie
di
altipiano
selvaggio
.
Cosima
e
la
madre
s
'
incamminarono
,
a
piedi
,
lungo
lo
stradone
,
dopo
aver
oltrepassato
le
ultime
case
del
paese
.
La
giornata
era
limpida
,
tiepida
:
un
acquazzone
aveva
rinfrescato
i
campi
,
e
gli
stessi
cespugli
e
le
erbe
già
inariditi
della
distesa
intorno
alla
vigna
avevano
ripreso
il
verde
:
le
ginestre
fiorivano
ancora
,
ancora
qualche
sambuco
nano
,
dove
il
terreno
era
umido
,
apriva
le
sue
ombrella
d
'
argento
filigranato
.
Il
pino
,
sopra
la
casetta
che
ancora
odorava
di
calce
,
vibrava
tutto
di
canti
d
'
uccelli
:
ce
n
'
erano
di
ogni
specie
,
sopra
tutto
di
passeracei
,
poiché
era
l
'
unico
rifugio
del
luogo
,
e
il
loro
chiassoso
concerto
strideva
anche
di
voci
di
battaglia
:
tutti
però
,
d
'
accordo
nello
scavare
i
fichi
nella
vigna
e
a
piluccare
l
'
uva
,
nonostante
gli
spauracchi
drizzati
qua
e
là
dall
'
ingegnoso
colono
.
Del
resto
anche
lui
aveva
l
'
aspetto
di
uno
spaventapasseri
,
alto
,
scarno
,
dinoccolato
,
con
gli
enormi
piedi
scalzi
nodosi
,
i
calzoni
logori
di
fustagno
rimboccati
sulle
caviglie
rosse
,
e
altrettanto
le
maniche
sulle
braccia
che
,
se
egli
stringeva
i
grossi
pugni
,
sembravano
clave
.
Tutto
il
suo
aspetto
tra
,
più
che
di
contadino
,
di
vecchio
marinaio
,
di
lupo
di
mare
,
per
il
viso
arso
,
di
terracotta
,
i
capelli
irsuti
di
colore
del
sale
,
e
come
scarmigliati
dal
vento
:
ma
specialmente
per
gli
occhi
piccoli
,
stretti
,
dei
quali
si
vedeva
quasi
solo
la
pupilla
verdognola
.
Quando
arrivarono
le
padrone
egli
aiutava
il
servo
a
scaricare
la
roba
dal
carro
,
e
non
rispondeva
alle
domande
e
agli
scherzi
dell
'
altro
:
pareva
sordo
,
anzi
anche
muto
,
perché
salutò
solo
con
un
cenno
del
capo
,
e
non
aprì
la
lunga
bocca
rientrante
,
quasi
invisibile
.
In
cambio
parlava
molto
il
servo
,
un
giovinotto
bruno
tutto
occhi
e
denti
,
che
ogni
tanto
si
aggiustava
la
cintura
e
rideva
per
nulla
:
la
sua
presenza
metteva
allegria
,
e
quasi
egli
piaceva
alla
signorina
:
lo
trovava
per
lo
meno
della
sua
razza
,
uno
schietto
contadino
,
figlio
della
stessa
terra
,
mentre
il
colono
,
-
già
per
il
nome
stesso
,
che
gli
era
stato
consacrato
dal
vecchio
padrone
,
-
rappresentava
uno
straniero
,
un
lavoratore
di
terre
lontane
,
d
'
origine
ignota
se
non
quasi
misteriosa
.
Infatti
nessuno
aveva
mai
saputo
la
sua
provenienza
,
anche
perché
nessuno
,
dopo
il
tempo
in
cui
,
finita
la
sorveglianza
della
polizia
,
era
stato
assunto
in
servizio
dal
signor
Antonio
e
confinato
lì
nella
vigna
solitaria
,
nessuno
se
ne
era
più
curato
:
neppure
Andrea
,
che
come
il
corvo
ad
Elia
,
gli
portava
il
pane
.
E
infatti
l
'
uomo
si
chiamava
Elia
.
Dopo
che
ebbero
messo
a
posto
,
nelle
due
stanzette
,
i
lettucci
,
due
tavolini
,
alcune
sedie
,
un
attaccapanni
e
qualche
arnese
di
cucina
,
i
due
uomini
se
ne
andarono
a
lavorare
,
a
togliere
i
pampini
superflui
alle
viti
,
perché
l
'
uva
finisse
di
maturare
;
il
giovine
servo
si
mise
a
cantare
,
e
la
sua
voce
sonora
ma
monodica
si
sperdeva
come
nella
vastità
di
una
chiesa
deserta
.
Allora
Cosima
,
come
già
aveva
fatto
sul
Monte
,
cominciò
a
riordinare
e
abbellire
quella
che
,
per
far
sorridere
la
madre
,
chiamava
la
villa
.
La
madre
non
sorrideva
:
come
sempre
era
taciturna
e
chiusa
in
una
tutta
sua
segreta
preoccupazione
:
ma
gli
occhi
le
si
erano
un
po
'
illuminati
,
e
il
da
fare
che
si
diede
,
per
preparare
un
po
'
di
cibo
nel
camino
della
prima
stanzetta
,
adibita
a
cucina
,
sala
da
pranzo
e
da
ricevere
,
la
distrasse
.
Si
sarebbe
potuto
usufruire
,
per
gli
usi
più
comuni
,
della
cameretta
del
colono
,
dove
c
'
era
un
vecchio
e
grande
camino
che
tirava
molto
bene
;
ma
la
padrona
intendeva
rispettare
gli
antichi
privilegi
del
dipendente
,
che
con
la
sua
sola
opera
si
era
costruito
quel
rifugio
da
quando
aveva
assunto
servizio
nella
vigna
,
e
vi
teneva
i
suoi
stracci
e
il
suo
giaciglio
.
Cosima
d
'
altronde
ci
sentiva
odore
di
selvatico
e
non
le
sarebbe
piaciuto
neppure
di
guardare
dentro
se
il
vecchio
non
avesse
attirato
la
sua
curiosa
attenzione
,
interessata
,
di
osservatrice
di
tipi
fuori
del
comune
,
con
la
nebulosità
del
suo
passato
e
la
sagoma
della
sua
figura
.
Egli
avrebbe
forse
potuto
,
ad
esplorarlo
,
a
farlo
diventare
docile
e
confidente
,
raccontarle
qualche
cosa
d
'
interessante
,
con
un
colore
diverso
dal
locale
,
qualche
cosa
da
mettersi
sulla
carta
e
trasformarlo
in
materia
d
'
arte
.
Appena
dunque
l
'
abitazione
fu
in
ordine
,
ella
andò
nella
vigna
,
dove
i
due
uomini
lavoravano
,
e
diede
ascolto
ai
discorsi
del
servo
paesano
,
poiché
l
'
altro
conservava
il
suo
assoluto
e
impassibile
mutismo
.
-
Speriamo
,
-
diceva
il
giovinotto
,
-
che
la
vostra
mutria
si
cambi
in
buon
umore
fra
una
settimana
,
quando
verranno
le
ragazze
a
vendemmiare
.
Verranno
due
mie
cugine
:
ma
quelle
dovete
contentarvi
di
guardarle
da
lontano
e
di
non
toccarle
neppure
con
una
canna
:
le
altre
,
che
la
padrona
sceglierà
di
suo
gusto
,
ve
le
lascio
liberamente
,
vecchio
cinghiale
.
Il
vecchio
cinghiale
pareva
non
lo
sentisse
neppure
:
solo
,
all
'
accenno
di
una
donna
,
una
vedova
già
anziana
,
che
un
tempo
si
diceva
avesse
avuto
relazioni
con
l
'
esiliato
,
i
suoi
occhi
si
allargarono
un
poco
,
ed
egli
scosse
il
mazzo
di
foglie
di
viti
che
teneva
in
mano
:
ma
non
aprì
bocca
,
non
si
volse
a
guardare
Cosima
che
era
arrivata
in
mezzo
al
filare
e
lo
osservava
silenziosa
.
Né
più
fruttuosi
furono
gli
altri
approcci
durante
quella
prima
giornata
,
sebbene
ai
due
uomini
fosse
servito
un
pasto
certo
per
loro
insolito
,
preparato
dalla
padrona
,
e
anche
lei
tentasse
di
attaccare
discorso
col
vecchio
taciturno
.
Egli
rispondeva
sì
e
no
alle
domande
di
lei
,
riguardanti
l
'
orto
e
la
vigna
;
nel
vederla
si
alzava
e
si
piegava
con
segni
di
un
rispetto
quasi
esagerato
:
null
'
altro
.
-
È
un
idiota
,
-
disse
il
servo
,
quando
l
'
altro
non
poteva
sentirlo
.
-
Ma
è
anche
malizioso
,
e
la
sa
lunga
.
E
raccontò
della
vedova
,
che
un
tempo
veniva
a
trovarlo
nella
vigna
,
e
accennò
al
lontano
passato
di
lui
.
Pare
che
avesse
tentato
di
derubare
un
suo
ricchissimo
parente
,
nelle
cui
terre
lavorava
:
sebbene
il
parente
avesse
rimesso
la
querela
,
Elia
era
stato
condannato
.
Poi
la
voce
cambiava
;
il
parente
diventava
un
banchiere
,
o
addirittura
una
banca
,
che
era
stata
svaligiata
da
un
gruppo
di
ladri
,
dopo
narcotizzato
il
custode
,
e
fra
i
manigoldi
era
Elia
.
Disse
la
padrona
:
-
Se
fosse
stato
così
,
il
mio
povero
marito
non
l
'
avrebbe
assunto
al
suo
servizio
.
-
Oh
,
il
signor
Antonio
era
buono
:
era
un
santo
,
di
quelli
che
non
ne
nascono
più
,
-
disse
il
servo
.
Nel
pomeriggio
arrivò
,
a
cavallo
,
Andrea
.
Fra
le
altre
cose
portava
un
giornale
e
una
lettera
per
Cosima
.
Una
lettera
!
Ella
la
prese
,
come
faceva
sempre
,
trepidando
:
le
pareva
,
ogni
volta
,
di
afferrare
un
uccello
a
volo
,
l
'
uccello
favoloso
della
fortuna
e
della
felicità
.
Ma
questa
era
una
semplice
lettera
d
'
invito
a
mandare
i
suoi
libri
a
un
giornaletto
,
che
prometteva
di
parlarne
ai
suoi
lettori
.
Ed
ella
la
lasciò
andare
,
come
appunto
si
lascia
andare
un
uccellino
che
non
serve
a
niente
.
Ad
ogni
modo
la
giornata
finì
bene
:
il
tramonto
arrossava
la
vigna
,
la
vasca
e
i
salici
scintillavano
;
le
distese
della
pianura
avevano
la
calma
e
melanconica
poesia
della
steppa
,
come
Cosima
l
'
aveva
intraveduta
in
qualche
racconto
russo
:
ma
il
punto
centrale
del
paesaggio
,
il
più
bello
,
era
il
pino
solitario
entro
il
quale
vibravano
le
fiamme
del
sole
che
pareva
vi
si
annidasse
come
un
grande
uccello
di
porpora
.
E
Cosima
se
ne
andò
per
un
sentiero
della
brughiera
dove
avrebbe
potuto
camminare
finché
voleva
,
poiché
non
c
'
era
pericolo
di
sperdersi
,
e
dalla
vigna
potevano
sorvegliarla
con
un
solo
sguardo
.
Le
erbe
sembravano
colore
di
rosa
,
ogni
seme
,
ogni
fiorellino
,
ogni
bacca
,
aveva
come
un
occhio
d
'
oro
che
rispondeva
al
suo
sguardo
:
e
i
monti
lontani
,
color
d
'
acquamarina
,
svaporavano
nel
cielo
arancione
e
verde
e
rosso
che
a
poco
a
poco
trascolorava
e
cambiava
tinta
.
Una
coccinella
salì
,
da
un
cespuglio
,
sulla
veste
di
Cosima
,
come
su
un
cespuglio
più
alto
:
andò
su
,
su
,
tranquilla
,
fino
al
braccio
di
lei
,
fino
alla
sua
mano
.
Era
un
essere
meraviglioso
e
quasi
terribile
:
sul
piccolo
dorso
piatto
,
d
'
un
rosso
scuro
di
lacca
,
era
disegnato
in
nero
un
viso
umano
perfetto
,
con
gli
occhi
,
il
naso
,
la
bocca
,
tutti
un
po
'
obliqui
come
nelle
maschere
giapponesi
:
parve
a
Cosima
che
quegli
occhi
la
guardassero
,
con
la
stessa
meraviglia
misteriosa
con
cui
lei
li
guardava
.
Arrivata
all
'
estremità
del
dito
medio
,
sull
'
unghia
rosea
di
tramonto
,
la
coccinella
aprì
due
piccole
ali
iridate
e
volò
via
.
Cosima
avrebbe
voluto
imitarla
,
ma
i
suoi
piedi
erano
legati
alla
terra
,
ed
ella
avrebbe
dovuto
camminare
fino
all
'
estremità
del
mondo
per
potersi
slanciare
così
.
Quando
il
sole
sparì
,
uno
stupore
quasi
infantile
parve
incantare
ogni
cosa
:
il
cielo
si
fece
trasparente
come
l
'
acqua
,
e
la
stella
che
apparve
sull
'
orizzonte
vi
tremolò
come
appunto
riflessa
dal
mare
.
Mai
Cosima
,
neppure
sul
limite
dei
boschi
e
delle
roccie
del
Monte
,
davanti
ai
sontuosi
tramonti
visti
dall
'
alto
,
aveva
provato
una
malia
simile
a
questa
che
l
'
avvolgeva
in
mezzo
alla
terra
incolta
,
guardata
solo
da
Dio
.
Invece
di
sentirsi
piccola
,
e
poiché
era
impotente
a
volare
,
le
parve
di
essere
alta
,
alta
fino
a
toccare
con
la
fronte
la
stella
della
sera
:
eppure
in
quel
momento
dimenticava
tutte
le
sue
ambizioni
,
i
suoi
vani
sogni
,
la
sua
attesa
di
avvenimenti
straordinari
.
La
vita
era
bella
così
,
anche
fra
gli
umili
steli
nati
da
sé
,
fra
le
cose
create
da
Dio
per
la
gioia
del
cuore
che
è
vicino
a
lui
come
il
cuore
del
bambino
e
quello
della
madre
:
ed
ella
ne
ebbe
quasi
la
prima
rivelazione
,
e
si
sentì
uno
scalino
ancora
più
in
alto
,
nella
scala
di
Giacobbe
che
doveva
essere
la
sua
vita
.
Così
,
per
nulla
:
solo
perché
vedeva
la
stella
della
sera
brillare
sopra
i
monti
non
meno
e
non
più
meravigliosa
della
coccinella
,
e
le
erbe
selvatiche
odoravano
al
suo
passaggio
.
Decise
di
non
aspettare
più
nulla
che
le
arrivasse
dall
'
esterno
,
dal
mondo
agitato
degli
uomini
;
ma
tutto
da
sé
stessa
,
dal
mistero
della
sua
vita
interiore
.
Così
,
ebbe
fine
l
'
attesa
delle
notizie
dell
'
esploratore
:
e
anche
lui
,
del
resto
,
non
scrisse
più
Eppure
un
fatto
che
aveva
dell
'
inverosimile
,
le
avvenne
:
un
fatto
che
superò
tutte
le
altre
vicende
accadute
fino
a
quel
tempo
,
che
a
lei
parevano
,
ma
forse
non
erano
,
straordinarie
.
Erano
passati
tre
giorni
da
che
si
trovavano
nella
vigna
,
tutti
e
tre
eguali
,
limpidi
,
sereni
.
Ella
s
'
era
rimessa
a
scrivere
,
sul
tavolinetto
della
camera
da
letto
,
davanti
alla
piccola
finestra
nel
cui
vano
ronzavano
le
vespe
senza
però
venire
dentro
.
Inutile
,
fino
a
quel
momento
,
intervistare
Elia
:
pareva
un
uomo
meccanico
,
Elia
:
si
piegava
,
si
sollevava
,
lavorando
,
senza
muovere
un
muscolo
del
viso
.
E
lingua
in
bocca
,
-
come
diceva
il
servo
che
chiacchierava
per
tutti
e
due
,
ma
per
dir
frasi
,
proverbi
,
canzonette
e
scempiaggini
che
non
interessavano
Cosima
.
Solo
le
mani
di
Elia
avevano
,
a
osservarle
quando
egli
non
se
ne
accorgeva
,
una
strana
sensibilità
:
mani
scure
e
nodose
,
con
le
falangi
coperte
di
peli
,
ma
piccole
,
per
un
uomo
così
alto
e
lavoratore
,
a
volte
adunche
come
artigli
,
a
volte
aperte
e
quasi
molli
,
come
snodate
.
Con
quelle
mani
egli
era
capace
ancora
di
fare
qualsiasi
lavoro
che
gli
venisse
richiesto
o
che
gli
fosse
necessario
.
Infatti
si
cuciva
da
sé
le
vesti
,
lavava
,
si
faceva
le
scarpe
,
gli
occhiali
,
gli
arnesi
di
lavoro
,
preparava
la
conserva
dei
pomidori
e
seccava
i
fichi
,
fabbricava
,
con
una
certa
creta
da
lui
scovata
fra
i
giunchi
,
vasi
e
pentole
:
e
lavorava
anche
da
stagnaio
e
da
falegname
.
La
sua
stanzetta
sembrava
un
museo
archeologico
,
con
una
raccolta
persino
di
pietre
cercate
nella
brughiera
,
che
sembravano
tartarughe
,
conchiglie
,
ossa
fossilizzate
.
E
stava
zitto
,
rispondendo
solo
sì
e
no
alle
domande
della
padrona
,
che
anche
lei
,
del
resto
,
cavava
fuori
le
parole
con
diffidenza
sospettosa
,
come
gemme
da
uno
scrigno
.
Or
dunque
,
quale
non
fu
la
meraviglia
di
Cosima
,
quando
la
sera
del
terzo
giorno
,
ritornando
dalla
solita
passeggiata
,
sentì
che
i
due
taciturni
parlavano
fra
di
loro
.
Stavano
nella
prima
delle
stanzette
e
la
madre
cucinava
qualche
cosa
nel
camino
.
La
porta
era
aperta
,
ed
essi
non
si
accorsero
della
presenza
di
Cosima
,
che
,
ferma
fuori
,
ascoltava
.
Del
resto
il
discorso
era
semplice
:
ma
il
suo
tono
amichevole
,
nella
voce
di
quei
due
,
un
po
'
lamentoso
nella
padrona
,
confortante
in
quella
del
servo
,
sorprese
la
fanciulla
.
La
madre
non
le
aveva
mai
parlato
in
quel
modo
:
e
d
'
altronde
era
proprio
di
lei
che
si
lagnava
.
Diceva
:
-
Andrea
tarda
,
stasera
:
speriamo
non
sia
accaduto
nulla
,
laggiù
:
ho
sempre
paura
.
E
anche
quella
stordita
che
se
ne
va
in
giro
come
una
capra
.
-
Non
abbia
timore
,
-
rispose
l
'
uomo
,
con
una
voce
fra
roca
e
dolce
,
ma
anche
quasi
canora
,
che
la
padroncina
non
gli
conosceva
;
-
c
'
è
Ippolito
che
è
andato
a
raccogliere
sterpi
per
il
fuoco
,
e
la
sorveglia
.
Poi
non
si
è
quasi
mai
sentito
niente
,
in
questi
posti
.
Chi
vuole
che
veda
la
signorina
?
E
poi
è
tanto
savia
,
quella
:
non
c
'
è
pericolo
che
abbia
dato
appuntamento
all
'
innamorato
.
-
Non
si
sa
mai
,
insisteva
la
madre
:
e
Cosima
pensò
in
sua
coscienza
che
realmente
,
su
questo
punto
,
si
potevano
elevare
dubbi
.
-
Le
ragazze
sono
tutte
stordite
:
quella
,
poi
,
ha
certe
idee
in
testa
.
Tutte
quelle
scritture
,
quei
cattivi
libri
,
quelle
lettere
che
riceve
.
E
non
è
venuto
anche
,
a
trovarla
,
un
omaccione
rosso
come
la
volpe
?
e
da
lontano
,
è
venuto
,
e
poi
ha
scritto
di
lei
sui
giornali
?
La
gente
mormora
.
Cosima
non
troverà
mai
da
sposarsi
cristianamente
:
e
anche
le
sorelle
ne
risentiranno
,
perché
in
famiglia
tutto
sta
a
sposar
bene
la
primogenita
.
È
vero
che
-
giunse
con
ancora
più
lamentosa
,
-
ci
sono
anche
i
fratelli
,
che
non
ci
fanno
troppo
da
sostegno
:
oh
,
tu
lo
sai
bene
,
Elia
.
Egli
lo
sapeva
:
eppure
aveva
una
fede
cieca
,
un
attaccamento
appassionato
per
il
signorino
Andrea
:
ed
anche
la
sua
voce
tremolò
quasi
di
pianto
quando
ne
parlò
.
-
No
,
padrona
,
non
si
lamenti
troppo
del
signorino
Andrea
.
È
buono
,
posso
dire
,
quasi
quanto
lo
era
il
signor
Antonio
:
solo
,
è
troppo
generoso
;
è
troppo
amico
di
cattivi
amici
.
Ma
del
resto
bada
alla
roba
,
e
ama
le
sorelle
in
modo
particolare
.
-
Bada
alla
roba
?
Sì
,
ma
per
pigliarsi
lui
quasi
tutta
la
rendita
:
e
gioca
,
e
va
con
le
male
donne
.
Questa
la
chiami
bontà
?
Lo
chiami
amore
per
la
famiglia
?
Andrea
ci
lascia
appena
il
tanto
per
pagare
i
servi
e
le
tasse
.
Io
non
dormo
,
un
giorno
o
l
'
altro
l
'
esattore
verrà
in
casa
a
sequestrare
:
lo
vedo
in
sogno
,
ne
ho
paura
come
del
demonio
.
Oh
,
oh
:
Elia
;
e
tutto
questo
perché
i
miei
figlioli
hanno
abbandonato
le
vie
del
Signore
.
-
Lei
esagera
,
padrona
:
ci
sono
figli
peggiori
:
tutte
le
famiglie
hanno
la
loro
croce
.
Il
signorino
Andrea
,
dopo
tutto
,
bada
alla
roba
e
la
fa
fruttare
:
è
,
dirò
così
,
come
un
fattore
,
che
si
piglia
la
porzione
maggiore
.
Ma
poi
metterà
giudizio
.
-
No
,
Elia
,
non
lo
spero
.
D
'
altronde
,
che
si
fa
?
Siamo
povere
donne
sole
,
con
quel
castigo
terribile
di
Santus
:
e
bisogna
pure
appoggiarsi
ad
Andrea
.
Tante
volte
penso
di
dividere
il
patrimonio
:
a
ciascun
figlio
il
suo
:
ma
sarebbe
peggio
,
poiché
il
disgraziato
Santus
in
pochi
mesi
cadrebbe
nella
miseria
,
e
anche
il
tuo
signorino
Andrea
si
giocherebbe
la
sua
parte
.
Non
c
'
è
via
di
uscita
:
bisogna
soffrire
.
E
poi
io
voglio
bene
ai
miei
figli
:
troppo
bene
gli
voglio
;
più
sono
disgraziati
più
li
amo
e
li
compatisco
.
Ma
quella
Cosima
!
È
quella
che
più
mi
dà
pensiero
.
-
E
invece
sarà
quella
che
più
le
darà
consolazioni
:
vedrà
.
Ma
la
madre
,
mentre
rimuginava
nella
padella
le
patate
che
lentamente
si
arrossavano
e
spandevano
un
buon
odore
,
continuava
a
sospirare
.
-
Non
è
questo
,
Elia
,
io
non
ho
bisogno
di
consolazione
:
la
mia
strada
è
finita
,
e
nulla
esiste
più
per
me
tranne
il
bene
dei
miei
figli
.
Ma
essi
non
seguono
la
via
giusta
,
quella
che
abbiamo
percorsa
io
e
il
padre
loro
,
benedetto
sia
.
Sarà
mia
la
colpa
:
sono
una
donna
senza
forza
e
senza
volontà
;
ma
loro
dovrebbero
capirlo
.
E
se
parlo
così
con
te
,
questa
sera
,
Elia
,
è
perché
so
che
tu
solo
puoi
compatirmi
.
-
Oh
,
padrona
!
-
egli
esclamò
:
e
una
commozione
sincera
,
piena
di
sorpresa
e
di
gratitudine
,
gli
vibrava
nella
voce
:
probabilmente
nessuno
,
da
molto
tempo
,
gli
aveva
parlato
così
.
E
intese
forse
quello
che
la
padrona
voleva
dirgli
,
che
anche
lui
aveva
peccato
e
sofferto
,
ma
era
rientrato
nella
giusta
via
,
perché
aggiunse
:
-
Le
strade
del
Signore
sono
tante
,
ed
Egli
aiuta
sempre
i
buoni
cristiani
.
-
Tu
,
dunque
,
credi
in
Dio
?
Io
,
vedi
,
a
volte
,
non
ci
credo
più
.
-
Non
so
:
anche
io
non
vado
a
messa
da
venti
anni
.
Non
so
:
non
so
:
ma
so
che
ad
essere
buoni
e
pazienti
ci
si
guadagna
sempre
.
E
,
dunque
,
padrona
,
coraggio
.
Tacquero
un
momento
:
si
sentiva
il
friggere
sommesso
della
padella
sulla
fiamma
:
un
odore
di
gente
umile
ma
rassegnata
usciva
da
quella
stanzetta
solitaria
.
Il
pino
vibrava
ancora
di
fruscii
,
di
pigolii
,
di
vaghi
lamenti
,
e
dallo
stradone
arrivava
il
rumore
di
un
passo
di
cavallo
:
Andrea
.
Cosima
sentiva
voglia
di
appoggiarsi
al
muro
e
piangere
:
in
quel
momento
avrebbe
rinunziato
a
tutti
i
suoi
sogni
,
pur
di
consolare
la
madre
:
pensò
che
bisognava
almeno
darle
il
conforto
della
speranza
di
un
buon
matrimonio
,
fra
lei
e
un
qualche
bravo
giovane
del
luogo
,
e
passò
in
rassegna
tutti
i
proprietari
,
i
professionisti
,
gli
impiegati
di
sua
conoscenza
.
Ma
essi
erano
tutti
imbevuti
del
pregiudizio
che
ella
non
potesse
,
con
quella
sua
passione
dei
libri
,
diventare
una
buona
moglie
:
né
,
d
'
altronde
,
ella
voleva
più
umiliarsi
con
nessuno
.
E
fu
in
quel
momento
che
le
venne
l
'
idea
di
muoversi
,
di
uscire
dal
ristretto
ambiente
della
piccola
città
,
e
andare
in
cerca
di
fortuna
.
Per
dare
consolazione
alla
madre
.
Intanto
continuava
a
scrivere
,
davanti
alla
piccola
finestra
ronzante
di
vespe
.
Ma
era
un
po
'
disorientata
,
per
le
parole
della
madre
e
perché
non
trovava
un
vivo
argomento
ai
suoi
nuovi
racconti
.
La
vita
le
sembrava
piatta
,
incolore
,
sebbene
invece
dentro
di
lei
sentisse
muoversi
un
dramma
di
incertezze
,
di
scrupoli
,
di
melanconia
.
Le
pareva
di
esser
già
vecchia
,
piena
di
esperienza
e
col
fiore
della
speranza
già
appassito
fra
le
dita
.
Pensava
fosse
effetto
della
solitudine
,
della
povertà
del
luogo
e
della
sua
stessa
vita
:
e
disperava
di
poter
ritrovare
una
occasione
di
guardare
la
vita
altrui
,
ricca
di
dolori
,
di
miserie
,
di
esaltazioni
e
di
umanità
umile
e
grande
nello
stesso
tempo
,
come
nel
cerchio
nero
del
molino
di
olive
.
Non
contava
più
in
Elia
,
e
neppure
nel
movimento
della
vicina
vendemmia
,
della
quale
aveva
già
conosciuto
i
colori
d
'
idillio
,
e
li
aveva
anche
già
riversati
in
qualche
sua
novella
.
Invece
un
piccolo
accidente
accadde
,
mentre
le
donne
venute
apposta
per
la
faccenda
,
spinte
e
pizzicate
da
Ippolito
,
coglievano
l
'
uva
deponendola
in
cestini
a
doppia
ansa
,
che
poi
trasportavano
in
due
,
dondolandoli
come
culle
,
versandone
i
grappoli
in
un
carro
apposito
,
foderato
di
stuoie
,
che
appena
colmo
veniva
portato
in
città
per
la
manipolazione
del
vino
.
Una
di
queste
donne
aveva
portato
un
bambino
,
che
per
un
po
'
s
'
era
trastullato
tra
i
filari
delle
viti
,
poi
,
scomparso
,
s
'
era
ad
un
tratto
sentito
piangere
e
gridare
.
Tutti
si
slanciarono
a
cercarlo
,
con
urli
di
richiamo
e
di
spavento
:
solo
Elia
non
aprì
bocca
,
ma
andò
dritto
alla
vasca
e
vi
si
gettò
,
vestito
,
traendo
il
bambino
che
scosse
e
fece
sgocciolare
come
uno
straccio
bagnato
.
Fu
solo
un
po
'
di
paura
:
ma
alla
sera
il
vecchio
ebbe
qualche
brivido
di
febbre
,
e
si
fece
più
rigido
del
solito
.
All
'
alba
però
già
era
all
'
opera
nella
vigna
:
finita
la
vendemmia
le
donne
se
ne
andarono
,
ed
anche
la
padrona
dichiarò
che
voleva
tornare
a
casa
per
presiedere
alla
pigiatura
dell
'
uva
:
senonché
Elia
s
'
era
d
'
improvviso
buttato
giù
sul
suo
giaciglio
e
pareva
un
cadavere
.
Non
si
poteva
abbandonarlo
così
;
anzi
si
pensò
di
far
venire
un
dottore
,
e
se
il
servo
si
aggravava
di
portarlo
in
paese
.
Queste
premure
parvero
scuoterlo
e
ravvivarlo
.
Cosima
gli
offrì
una
tazza
di
caffè
,
gli
aggiustò
il
giaciglio
,
rimise
in
ordine
la
stanzetta
.
E
ogni
tanto
lo
guardava
con
occhi
pietosi
,
senza
dimostrare
ripugnanza
per
quel
lungo
corpo
ricoperto
di
stracci
maleodoranti
come
quello
di
un
mendicante
,
coi
grossi
piedi
scalzi
terrosi
e
tutti
tagliuzzati
per
cicatrici
di
sterpi
e
spine
,
che
pareva
avessero
camminato
attraverso
interminabili
lande
per
arrivare
a
quel
piccolo
rifugio
ospitale
.
Egli
stava
ad
occhi
chiusi
;
ma
d
'
improvviso
li
aprì
,
un
po
'
febbrili
e
lucidi
,
e
la
guardò
come
un
cane
malato
.
Uno
sguardo
,
solo
,
ma
Cosima
vide
un
misterioso
balenìo
in
fondo
alle
pupille
che
non
erano
quelle
del
duro
e
freddo
Elia
,
ma
di
un
uomo
disperato
,
che
aveva
paura
di
morire
solo
,
abbandonato
,
come
un
vecchio
cane
.
Gli
si
avvicinò
e
disse
:
-
Come
vi
sentite
?
Faremo
venire
il
dottore
,
o
vi
porteremo
a
casa
.
Egli
accennò
di
no
,
di
no
:
per
quanto
solo
e
malato
,
non
voleva
il
dottore
e
non
voleva
muoversi
dalla
sua
tana
:
ma
l
'
occhio
gli
si
era
rischiarato
,
pieno
di
una
dolcezza
,
quasi
di
un
sorriso
infantile
.
-
Andate
,
andate
pure
,
-
disse
,
-
Vadano
pure
a
casa
,
signorina
,
lei
e
la
signora
padrona
:
bisogna
pigiare
l
'
uva
e
metterla
nel
tino
.
-
Eh
,
non
la
pigiamo
noi
,
coi
nostri
piedi
,
-
disse
Cosima
,
tentando
di
scherzare
.
-
C
'
è
poi
Andrea
,
che
ci
bada
:
non
pensateci
.
E
poi
il
tempo
si
cambia
:
minaccia
di
piovere
.
Non
vogliamo
lasciarti
così
,
zio
Elia
.
Ella
lo
chiamava
così
,
come
si
usava
con
tutti
i
vecchi
servi
;
ma
era
la
prima
volta
che
egli
si
sentiva
accomunato
agli
altri
,
come
fosse
nato
nella
stessa
terra
e
tutto
il
suo
passato
sprofondasse
quasi
in
una
vita
anteriore
.
Tuttavia
non
parlò
,
non
dimostrò
la
sua
gratitudine
:
anzi
fece
un
po
'
indispettire
la
padroncina
col
rispondere
sempre
con
un
cenno
negativo
del
capo
a
tutte
le
sue
domande
premurose
.
No
,
egli
non
voleva
il
dottore
,
non
voleva
muoversi
,
non
voleva
che
nessuno
si
disturbasse
per
lui
.
Vecchio
testardo
.
Pareva
volesse
morire
solo
,
come
solo
era
vissuto
.
Ma
le
padrone
restarono
,
finché
arrivò
Andrea
che
portò
del
chinino
:
si
discusse
però
se
si
doveva
o
no
somministrarlo
al
malato
:
e
del
resto
la
discussione
fu
vana
,
perché
egli
dichiarò
che
non
avrebbe
preso
nessuna
medicina
.
Durante
la
notte
si
scatenò
una
forte
bufera
:
la
grandine
mitragliava
la
piccola
casa
,
e
il
pino
urlava
come
un
mostro
.
Dietro
gli
scurini
mal
connessi
i
vetri
della
finestra
parvero
spaccarsi
e
spargersi
in
frammenti
d
'
oro
e
d
'
ametista
,
con
un
rombo
spaventoso
.
Lampi
e
tuoni
.
Non
c
'
è
da
nascondere
che
Cosima
aveva
paura
e
la
madre
tremava
come
una
fronda
sbattuta
dal
vento
.
Storie
spaventose
di
banditi
e
malfattori
,
che
in
notti
simili
sbucano
come
demoni
dalla
tempesta
e
assalgono
le
dimore
solitarie
,
tornavano
in
mente
alle
donne
:
e
il
fatto
che
il
servo
e
Andrea
erano
rimasti
sul
posto
,
non
le
rassicurava
.
Il
vento
gridava
e
piangeva
nella
pianura
come
nel
mare
,
e
solo
il
pino
pareva
potesse
combattere
con
l
'
uragano
come
un
eroe
inferocito
contro
un
intero
esercito
.
Nel
suo
giaciglio
Elia
,
con
la
febbre
alta
,
ricordava
come
il
signor
Antonio
lo
aveva
accolto
benevolmente
quando
lui
si
era
presentato
in
cerca
di
lavoro
,
mentre
nessun
altro
dei
diffidenti
proprietari
del
luogo
aveva
accettato
la
sua
offerta
;
e
il
padrone
gli
aveva
affidato
la
vigna
nuova
,
l
'
orto
,
fa
terra
intorno
.
Adesso
il
vecchio
amava
questa
terra
con
una
passione
tenace
;
era
diventata
la
sua
nuova
patria
,
la
sua
famiglia
;
e
il
solo
pensiero
che
i
padroni
giovani
avrebbero
potuto
mandarlo
via
,
come
una
vecchia
bestia
che
non
può
più
lavorare
,
lo
colmava
di
tristezza
;
non
per
la
probabile
ventura
povertà
,
ma
per
l
'
amore
alla
terra
che
oramai
faceva
parte
della
sua
carne
e
del
suo
sangue
.
Ed
ecco
,
invece
,
la
padrona
e
la
signorina
,
e
lo
stesso
Andrea
,
si
mostravano
benevoli
,
fino
al
punto
di
restare
vicino
a
lui
in
quella
notte
tempestosa
mentre
avrebbero
potuto
già
essere
nella
loro
casa
tranquilla
.
E
non
lo
avrebbero
cacciato
,
no
:
lo
sentiva
;
lo
aveva
sentito
nella
voce
di
Cosima
,
e
gli
sembrava
che
questa
voce
fosse
l
'
unica
medicina
che
potesse
guarirlo
.
E
la
certezza
che
un
giorno
forse
avrebbe
potuto
dimostrarle
la
sua
riconoscenza
,
già
lo
alleviava
dal
male
.
All
'
alba
il
tempo
si
calmò
,
d
'
un
tratto
,
dopo
un
tuono
formidabile
che
parve
un
ordine
militare
:
la
battaglia
doveva
cessare
.
Solo
il
pino
continuò
in
un
suo
lieve
brontolio
,
quasi
pensieroso
.
Cosima
lo
sentiva
nel
sonno
lieve
del
mattino
:
e
le
pareva
che
il
pino
mormorasse
:
Perché
tutto
questo
?
Si
combatte
,
si
soffre
,
ci
si
tormenta
per
nulla
:
la
forza
del
vento
è
vana
;
tutto
è
vano
e
vuoto
;
eppure
bisogna
combattere
perché
così
vuole
Dio
.
Poi
tacque
anche
l
'
albero
;
ma
quando
Cosima
aprì
la
finestruola
vide
uno
spettacolo
indimenticabile
:
centinaia
di
uccelli
svolazzavano
sui
rami
battuti
dal
sole
,
e
parevano
d
'
oro
e
d
'
argento
:
ogni
loro
battere
d
'
ali
faceva
cadere
goccie
simili
a
scintille
:
e
ad
ogni
ago
delle
foglie
era
infilata
una
perla
dai
colori
dell
'
iride
.
Pareva
un
albero
magico
,
fatto
di
uccelli
,
di
rubini
,
smeraldi
e
diamanti
.
E
fu
certo
una
giornata
di
miracolo
quella
.
Tutto
sembrava
trasformato
;
tutto
,
nell
'
orto
,
nella
vigna
sebbene
spoglia
,
nella
brughiera
riarsa
,
tutto
riluceva
e
sorrideva
.
Dio
era
passato
con
un
corteo
di
tuoni
e
fulmini
,
ma
trovando
gli
uomini
di
buona
volontà
si
placava
e
ritornava
paterno
.
Andrea
ripartì
la
mattina
presto
,
con
la
promessa
di
tornare
nel
pomeriggio
e
passare
la
notte
nella
casetta
,
per
sorvegliare
il
malato
,
mentre
la
madre
e
Cosima
col
servo
sarebbero
tornati
in
città
.
Cosima
portò
il
caffè
ad
Elia
,
che
si
mise
a
sedere
sul
giaciglio
,
e
prese
la
tazza
con
le
mani
tremanti
.
-
Che
,
avete
freddo
?
-
domandò
la
signorina
.
-
Buon
segno
:
vuol
dire
che
la
febbre
passa
:
fatemi
sentire
.
E
gli
toccò
la
grande
orecchia
destra
,
scura
e
dura
come
la
facciata
di
una
grotta
.
Al
contatto
della
piccola
mano
,
egli
rabbrividì
,
come
per
il
solletico
:
i
suoi
occhi
ebbero
di
nuovo
un
balenìo
d
'
occhi
di
cane
accarezzato
.
-
Siete
fresco
come
rosa
,
zio
Elia
:
camperete
ancora
cento
anni
,
quando
anche
la
nostra
memoria
sarà
dispersa
.
Egli
sorbiva
il
caffè
,
versò
nella
tazzina
quello
che
s
'
era
versato
nel
piattino
e
raschiò
il
residuo
dello
zucchero
,
come
fanno
i
bambini
:
ma
anche
dopo
rimase
col
viso
piegato
,
guardando
il
fondo
della
chicchera
come
ci
vedesse
qualche
immagine
.
-
Dov
'
è
la
padrona
?
-
domandò
sottovoce
.
E
Cosima
ebbe
l
'
impressione
che
egli
volesse
dirle
qualche
cosa
,
ma
senza
pericolo
di
essere
ascoltati
.
La
padrona
era
affacendata
nelle
stanzette
attigue
:
ed
egli
disse
:
-
Si
sarà
spaventata
,
stanotte
,
povera
padrona
.
Per
colpa
mia
:
e
anche
lei
.
-
Ma
no
,
zio
Elia
:
anzi
ho
avuto
quasi
piacere
:
non
avevo
mai
sentito
un
diavolìo
così
,
e
in
piena
campagna
poi
.
Oh
,
io
non
sono
paurosa
:
se
in
casa
sento
un
rumore
,
di
notte
,
mi
alzo
e
scendo
anche
in
cantina
esplorando
se
ci
sono
i
ladri
.
Ma
adesso
rimettetevi
giù
e
state
quieto
:
vi
copro
io
,
perché
oggi
fa
freschetto
.
Egli
si
rimise
giù
,
ma
sembrava
meno
quieto
e
duro
del
giorno
avanti
:
anche
perché
si
sentiva
meglio
.
Avrebbe
voluto
alzarsi
e
tornare
al
lavoro
,
ma
Ippolito
,
che
gli
voleva
bene
a
modo
suo
,
minacciò
di
negarlo
se
si
moveva
.
E
la
padroncina
gli
servì
il
brodo
,
con
l
'
uovo
sbattuto
dentro
,
e
anche
un
bicchiere
di
vino
.
Egli
però
lasciò
il
bicchiere
intatto
,
con
una
vespa
che
vi
ronzava
attorno
incantata
.
Il
sole
era
caldo
;
dal
finestrino
si
vedeva
l
'
orizzonte
,
coi
monti
lontani
di
un
azzurro
liquido
d
'
acquamarina
.
Una
quiete
profonda
regnava
dappertutto
e
dalla
brughiera
veniva
un
odore
tiepido
di
erbe
come
nei
meriggi
di
primavera
.
Il
servo
lavorava
nell
'
orto
e
la
padrona
era
andata
fino
alla
vasca
a
lavare
i
panni
.
Cosima
pensò
di
raggiungerla
e
pregarla
di
smettere
e
di
portare
la
roba
sporca
in
paese
;
nel
passare
davanti
al
finestrino
di
Elia
guardò
dentro
;
e
vide
che
il
vecchio
,
seduto
sul
giaciglio
,
le
accennava
di
entrare
,
Entrò
:
si
accorse
che
egli
aveva
bevuto
il
vino
e
aveva
il
viso
lievemente
colorito
e
gli
occhi
insolitamente
bene
aperti
.
-
Dov
'
è
la
padrona
?
-
tornò
nuovamente
a
domandare
.
Saputo
che
lavava
i
panni
,
parve
indispettirsi
.
-
Ecco
,
è
venuta
a
prendere
la
mia
camicia
e
la
lava
lei
,
non
è
bene
.
-
Ma
sì
che
è
bene
,
zio
Elia
:
la
mamma
si
diverte
:
non
può
restare
un
momento
in
ozio
,
povera
mamma
.
-
Povera
padrona
;
con
tutti
quei
pensieri
,
-
egli
disse
,
piegando
la
testa
come
aveva
fatto
la
mattina
:
e
si
fece
pensieroso
.
-
La
mamma
esagera
,
-
disse
Cosima
,
quasi
per
rassicurarlo
:
-
vede
sempre
nero
.
Invece
la
provvidenza
non
manca
mai
.
-
Lei
crede
alla
provvidenza
di
Dio
?
-
Io
sì
,
e
come
!
Allora
accadde
una
cosa
strana
:
egli
si
alzò
,
lungo
,
coi
grossi
piedi
nudi
che
sembravano
ceppi
,
e
andò
a
chiudere
il
finestrino
.
Disse
:
-
Queste
vespe
!
Via
,
via
.
Senta
,
io
le
voglio
far
vedere
una
cosa
:
lei
però
non
deve
dire
nulla
a
nessuno
:
me
lo
promette
?
Nulla
,
mai
a
nessuno
.
Ella
stette
incerta
;
poi
,
più
per
curiosità
che
per
altro
,
disse
:
-
Ve
lo
prometto
.
Fu
tutto
.
Il
vecchio
si
avvicinò
al
camino
,
si
piegò
,
raschiò
con
la
paletta
,
accumulandoli
nell
'
angolo
,
la
cenere
e
gli
avanzi
dei
ceppi
,
poi
con
la
stessa
paletta
sollevò
il
mattone
centrale
.
Apparve
,
sotto
il
mattone
,
una
lastra
di
ferro
,
una
specie
di
sportellino
,
chiuso
con
un
lucchetto
;
ed
egli
si
trasse
dal
seno
una
chiavetta
pendente
da
una
catenella
nera
,
e
apri
il
ripostiglio
:
la
lastra
si
sollevò
,
in
due
piccoli
battenti
,
ed
egli
introdusse
la
mano
nel
vuoto
,
molto
in
fondo
,
parve
come
slegare
un
sacchetto
o
un
involto
che
fosse
in
quel
fondo
e
ne
trasse
un
pugno
di
monete
:
le
guardò
,
nel
cavo
della
mano
,
come
si
guardano
le
sementi
per
assicurarsi
che
sono
buone
,
poi
le
fece
vedere
a
Cosima
.
La
sua
mano
concava
ricordò
alla
fanciulla
la
mestola
con
la
quale
il
diavolo
trae
dalla
pentola
dei
tesori
maledetti
le
monete
tentatrici
delle
anime
:
si
scostò
d
'
un
passo
,
quasi
impaurita
,
e
guardò
in
viso
il
vecchio
.
E
invero
quel
viso
scuro
,
con
gli
occhi
che
sembravano
due
fessure
con
in
fondo
un
'
acqua
verde
opaca
,
e
quella
bocca
chiusa
,
ermetica
,
aveva
qualche
cosa
di
diabolico
:
i
pensieri
più
cattivi
e
paurosi
passarono
in
mente
a
Cosima
:
ebbe
paura
,
guardò
verso
la
porticina
:
la
porticina
era
aperta
,
ed
ella
avrebbe
potuto
subito
salvarsi
se
il
vecchio
tentasse
farle
del
male
.
Egli
dovette
sentire
tutte
queste
cose
perché
il
suo
viso
cambiò
maschera
:
si
fece
triste
.
Mai
Cosima
aveva
veduto
un
viso
così
nobilmente
triste
,
accigliato
e
severo
.
-
Sono
buone
,
-
egli
disse
,
tirando
su
con
le
dita
dell
'
altra
mano
le
monete
,
e
lasciandole
ricadere
nel
pugno
.
Cosima
lo
vedeva
bene
:
erano
monete
che
sembravano
nuove
,
alcune
col
profilo
melanconico
e
rapace
di
Napoleone
III
,
altre
col
grande
gallo
piumato
della
Repubblica
francese
:
monete
d
'
oro
,
schiette
,
moderne
,
da
spendersi
,
se
si
voleva
,
senza
difficoltà
.
Ma
non
le
toccò
e
il
solo
pensiero
che
Elia
avrebbe
potuto
offrirgliele
,
sia
pure
per
generosità
o
affetto
,
le
faceva
spavento
:
poiché
ricordava
le
voci
misteriose
che
correvano
sul
conto
di
lui
,
ed
era
sicura
che
il
tesoro
provenisse
da
una
rapina
.
Ma
egli
richiuse
il
pugno
,
tornò
a
piegarsi
sul
vuoto
del
camino
,
rimise
a
posto
ogni
cosa
,
riaprì
la
finestrina
,
andò
a
sedersi
sul
giaciglio
,
piegò
la
testa
pensieroso
.
La
vespa
da
lui
cacciata
tornò
a
volteggiare
e
ronzare
sullo
sfondo
d
'
acquamarina
dei
monti
lontani
.
Tutto
s
'
era
svolto
in
pochi
minuti
,
come
in
un
passaggio
di
nuvole
;
e
Cosima
si
avvicinava
alla
porticina
per
andarsene
sicura
in
cuor
suo
di
saper
tutto
e
non
volersi
immischiare
nella
pericolosa
faccenda
,
quando
il
vecchio
la
richiamò
:
-
Signorina
,
volevo
dirle
questo
;
quando
sarò
morto
,
o
anche
prima
se
le
occorre
,
quella
roba
è
sua
.
Ella
avrebbe
voluto
protestare
,
dirgli
che
non
voleva
una
sola
di
quelle
monete
,
gridargli
che
sarebbe
stato
meglio
restituirle
a
chi
erano
appartenute
;
ma
vedeva
la
madre
che
risaliva
dall
'
orto
con
la
camicia
di
Elia
attorcigliata
fra
le
mani
ancora
bagnate
,
e
saltò
nello
spiazzo
con
l
'
impressione
di
risvegliarsi
da
un
sogno
.
La
madre
stese
la
camicia
su
una
cordicella
attaccata
fra
due
pali
,
che
appunto
serviva
al
vecchio
per
asciugare
i
suoi
stracci
,
poi
rientrò
nella
casetta
e
cominciò
a
preparare
le
cose
per
la
partenza
.
Cosima
andò
verso
il
pino
e
appoggiò
la
testa
alle
scaglie
rossastre
del
tronco
,
come
per
ascoltare
una
voce
nascosta
dentro
l
'
albero
amico
,
che
la
consigliasse
,
la
salvasse
.
Poiché
le
sembrava
di
essere
coinvolta
in
un
dramma
colpevole
,
di
essere
complice
di
un
furto
,
forse
anche
di
un
delitto
.
Che
doveva
fare
?
Accusare
il
vecchio
?
D
'
altra
parte
egli
era
da
più
di
trent
'
anni
in
paese
,
e
,
se
reato
avesse
commesso
,
esisteva
la
prescrizione
.
E
delitto
di
sangue
non
doveva
esservi
,
se
la
condanna
di
lui
fra
stata
solo
quella
del
domicilio
coatto
.
E
non
poteva
aver
rinvenuto
senza
colpa
il
tesoro
?
Giusto
in
quei
giorni
i
giornali
parlavano
dei
tesoro
di
oltre
un
milione
,
di
monete
d
'
oro
,
trovato
in
casa
di
un
antiquario
,
e
di
un
altro
rinvenuto
nello
scaffale
di
un
medico
stravagante
e
solitario
che
aveva
attirato
gente
da
tutte
le
parti
del
mondo
con
un
suo
specifico
che
guariva
i
dolori
reumatici
.
Durante
l
'
infanzia
,
e
anche
dopo
,
dai
servi
,
dai
contadini
,
dai
pastori
,
Cosima
aveva
continuamente
assorbito
racconti
di
tesori
,
trovati
nelle
rovine
dei
vecchi
castelli
,
dentro
tronchi
d
'
alberi
,
in
piena
terra
.
Uno
pare
venisse
fuori
anche
dal
vecchio
cimitero
,
dalla
tomba
scoperta
di
una
giovine
dama
sepolta
dal
marito
con
tutti
i
suoi
gioielli
e
un
'
anfora
piena
di
monete
d
'
oro
.
Forse
si
poteva
sapere
qualche
cosa
di
più
preciso
da
Elia
:
ma
il
solo
pensiero
di
riparlare
con
lui
le
destava
ripugnanza
e
quasi
terrore
.
D
'
altronde
aveva
promesso
di
non
parlare
con
nessuno
del
segreto
:
e
fermamente
decise
di
non
occuparsene
più
.
Potevano
anche
crederla
visionaria
,
come
del
resto
appariva
a
molti
;
e
lei
stessa
non
era
sicura
di
non
aver
intravveduto
una
delle
sue
tante
fantasie
romanzesche
.
Ad
ogni
modo
non
ebbe
occasione
di
trovarsi
più
sola
,
per
quel
giorno
,
col
vecchio
stregone
;
il
quale
era
ricaduto
nel
suo
mutismo
.
Quella
notte
,
nel
letto
ben
riparato
della
sua
camera
alta
,
Cosima
sognò
la
nonnina
.
La
nonnina
era
viva
,
tale
quale
s
'
era
lasciata
vedere
l
'
ultima
volta
,
col
suo
bei
visino
di
santa
,
tutta
agghindata
piccola
come
una
nana
.
Come
una
nana
.
Anche
nel
sonno
Cosima
ricordava
l
'
offesa
;
e
ricordava
insieme
,
nitidamente
,
l
'
avventura
di
quel
giorno
e
i
suoi
propositi
eroici
di
non
profittare
mai
del
tesoro
equivoco
di
Elia
.
Si
vedrebbe
se
era
una
nana
o
una
gigantessa
.
Verso
la
nonnina
Cosima
aveva
un
rimorso
.
L
'
ultima
volta
che
era
venuta
a
far
visita
in
casa
,
ella
non
le
aveva
dato
il
caffè
,
non
l
'
aveva
quasi
neppure
salutata
:
adesso
,
nel
sogno
,
si
affaccendava
a
preparare
la
bevanda
prediletta
dalla
cara
vecchina
,
ma
l
'
acqua
bollente
rigurgitava
dal
cuccuma
e
spegneva
il
fuoco
.
Lascia
,
bambina
,
diceva
la
nonna
,
con
le
manine
intrecciate
sul
grembo
,
i
grandi
occhi
color
nocciola
e
la
piccola
bocca
circondati
da
raggiere
di
rughe
;
oramai
non
ho
più
bisogno
di
nulla
.
E
d
'
un
tratto
,
voltandosi
,
Cosima
vide
che
la
nonnina
era
vestita
da
sposa
con
un
costume
di
orbace
,
scarlatto
e
broccato
:
il
grembiale
era
ricamato
a
vivi
colori
,
sulle
punte
davanti
del
corsetto
verdeggiavano
due
foglie
di
palma
.
La
benda
che
avvolgeva
la
piccola
testa
,
bianca
e
un
po
'
inamidata
,
pareva
di
antico
bisso
.
Come
sei
bella
,
nonnina
;
adesso
,
sì
,
sembri
davvero
una
fata
.
Ma
perché
la
vecchina
era
vestita
così
?
Ho
ritrovato
il
nonno
Andrea
,
e
adesso
siamo
contenti
,
in
Paradiso
,
sposi
in
eterno
.
Il
nonno
Andrea
,
Cosima
non
lo
aveva
conosciuto
,
ma
sapeva
che
anche
lui
era
un
giorno
arrivato
di
lontano
,
chi
diceva
da
Genova
,
chi
diceva
dalla
Spagna
,
e
s
'
era
messo
a
lavorare
la
terra
;
e
,
anche
dopo
sposato
,
stava
sempre
in
campagna
,
a
lavorare
i
campi
,
in
una
valle
aspra
piena
di
macchie
e
di
bestie
selvatiche
.
Anche
lui
era
selvatico
,
ma
tanto
buono
che
gli
uccelli
gli
si
posavano
sul
braccio
,
le
serpi
accorrevano
al
suo
fischiare
,
quando
alla
sera
si
riposava
davanti
alla
sua
capanna
e
guardava
le
stelle
,
Anche
i
gatti
selvatici
gli
facevano
compagnia
.
La
gente
diceva
che
era
un
po
'
matto
;
ma
con
questo
nome
la
gente
spiega
il
mistero
degli
uomini
diversi
dalla
normalità
.
Chissà
che
cosa
vedeva
il
nonno
Andrea
,
che
conosceva
altre
terre
e
altri
mari
,
negli
occhi
dei
gatti
selvatici
,
nelle
piume
iridate
delle
cornacchie
,
nella
pelle
argentata
delle
biscie
che
si
sollevavano
incantate
dal
suo
fischio
.
Forse
gli
stessi
fantastici
riflessi
che
anche
lei
vedeva
negli
occhi
degli
animali
,
nelle
foglie
,
nelle
pietre
.
Adesso
,
nel
sogno
,
si
spiegava
d
'
un
tratto
molte
cose
;
lo
stesso
senso
di
vertigine
,
dello
spalancarsi
e
richiudersi
rapidissimo
di
un
mondo
anteriore
,
subcosciente
,
che
la
vista
della
nonnina
viva
le
destava
,
adesso
le
appariva
chiaro
:
era
l
'
apparizione
dello
spirito
sognatore
del
nonno
,
di
cui
la
vecchina
ancora
innamorata
portava
l
'
immagine
nella
pupilla
,
e
che
era
anche
l
'
immagine
di
lei
,
di
Cosima
sognatrice
.
Ma
nessuno
le
aveva
mai
raccontato
chiaramente
donde
egli
era
venuto
;
pareva
che
neppure
la
madre
lo
sapesse
con
precisione
.
E
nel
sogno
confondeva
il
passato
del
nonno
con
quello
del
vecchie
Elia
,
provandone
un
'
angoscia
paurosa
:
ma
il
nonno
,
questo
ella
lo
sapeva
benissimo
,
era
morto
povero
in
canna
,
lasciando
nella
sua
capanna
una
famiglia
di
leprotti
addomesticati
;
e
questo
la
confortava
.
Tuttavia
volle
domandare
alla
nonnina
notizie
di
lui
.
Tutte
fandonie
,
disse
la
vecchina
,
senza
scomporsi
:
egli
non
è
venuto
né
da
Genova
né
dalla
Spagna
:
ci
saranno
venuti
i
suoi
avi
,
forse
,
ma
lui
no
.
Egli
arrivava
da
un
paese
di
mare
,
sì
,
dove
la
gente
è
buona
,
e
suo
padre
era
pescatore
:
Andrea
però
non
amava
il
mare
,
perché
troppo
sovente
si
cambia
in
mostro
e
divora
gli
uomini
vivi
:
e
aveva
anche
pietà
dei
pesci
che
vengono
venduti
e
divorati
anch
'
essi
quasi
vivi
:
certo
,
era
un
po
'
sempliciotto
,
ma
buono
,
cristiano
e
dolce
.
Giunse
dunque
qui
,
in
cerca
di
lavoro
,
perché
amava
la
terra
che
non
tradisce
e
dà
all
'
uomo
le
erbe
e
i
frutti
innocenti
.
Persino
dei
fiori
egli
aveva
compassione
;
e
gli
uccelli
e
tutte
le
bestioline
della
valle
,
persino
le
bisce
,
persino
gli
scorpioni
,
gli
diventavano
amici
.
Questa
è
la
sua
vera
storia
.
E
questa
storia
,
sebbene
così
semplice
e
raccontata
in
sogno
,
fece
a
Cosima
un
'
impressione
profonda
,
quasi
come
quella
che
le
aveva
lasciato
il
passaggio
della
coccinella
sulla
sua
persona
:
più
che
tutte
le
storie
di
tesori
,
di
passioni
e
di
guerre
fra
i
popoli
.
Spesso
si
domandava
se
era
religiosa
,
o
superstiziosa
,
o
visionaria
e
d
'
animo
debole
:
ma
sentiva
in
fondo
che
la
sua
rettitudine
era
una
cosa
superiore
a
tutte
le
forze
sovrapposte
dall
'
educazione
e
dalla
crudeltà
della
vita
.
Si
nasce
,
con
questo
dono
di
Dio
,
come
gli
uccelli
nascono
con
la
loro
potenza
di
volo
:
e
se
ne
rallegrava
,
pur
senza
leggere
gli
Evangeli
e
le
laudi
al
Signore
.
Quell
'
inverno
,
rigidissimo
inverno
,
la
fortuna
parve
un
po
'
sorridere
alla
famiglia
così
serena
in
apparenza
,
così
travagliata
in
realtà
.
Beppa
era
allora
assai
fanciulla
:
era
intelligentissima
anche
lei
spregiudicata
,
allegra
e
lingua
lunga
.
Trovava
il
lato
ridicolo
di
tutti
,
cominciando
da
Cosima
,
e
i
suoi
giudizi
sul
prossimo
erano
spietati
.
La
madre
le
rinfacciava
di
averle
tagliato
il
filo
della
lingua
.
Ma
era
bella
,
bianca
,
i
capelli
d
'
un
castaneo
dorato
e
gli
occhi
azzurri
.
Dava
l
'
impressione
di
un
fascio
di
fiori
:
rose
e
gigli
,
fioralisi
e
narcisi
.
E
aveva
spasimanti
più
che
Cosima
:
tutti
però
alla
larga
,
sempre
per
la
triste
ragione
dei
fratelli
.
Quell
'
inverno
però
le
capitò
un
adoratore
più
serio
degli
altri
.
Era
niente
meno
che
il
direttore
della
Scuola
Normale
,
pezzo
grosso
per
la
piccola
città
;
un
bell
'
uomo
alto
,
roseo
,
già
un
po
'
calvo
ma
ancora
possente
,
con
una
parlantina
che
incantava
anche
i
più
imperterriti
attaccabottoni
del
luogo
.
Organizzava
poi
feste
da
ballo
,
rappresentazioni
,
concerti
e
conferenze
,
per
divertire
e
istruire
i
suoi
giovani
allievi
,
che
lo
adoravano
.
In
una
di
queste
riunioni
vide
Beppa
,
che
vi
era
andata
per
un
caso
straordinario
con
la
madre
di
uno
degli
studenti
,
e
ne
rimase
colpito
.
Era
un
tipo
diverso
dalle
altre
ragazze
del
luogo
:
quasi
sembrava
della
razza
di
lui
,
e
forse
fu
questa
specie
di
affinità
che
lo
attiro
.
D
'
un
colpo
,
con
una
facilità
che
rasentava
la
leggerezza
,
strana
in
un
personaggio
che
rappresentava
l
'
educatore
,
il
guidatore
dei
futuri
maestri
di
scuola
,
dichiarò
a
Beppa
il
suo
amore
e
le
chiese
se
voleva
sposarlo
.
Ella
rimase
stordita
:
l
'
uomo
non
le
piaceva
,
anzi
le
destava
quasi
ripugnanza
così
massiccio
e
carnale
com
'
era
,
emanante
dal
viso
,
dal
petto
,
dal
ventre
,
già
un
po
'
prominente
,
un
calore
animalesco
:
ma
d
'
altronde
l
'
occasione
era
ottima
;
il
grande
sogno
di
poter
lasciare
un
giorno
la
piccola
città
per
una
più
grande
e
la
vanità
di
vendicarsi
dei
malevoli
concittadini
;
e
sopra
tutto
il
pensiero
di
dare
un
conforto
alla
madre
sempre
melanconica
e
preoccupata
.
D
'
altronde
la
fanciulla
considerava
anche
lei
la
cosa
con
leggerezza
,
e
senza
troppo
consultare
i
parenti
accettò
la
proposta
.
L
'
uomo
venne
in
casa
a
far
visita
:
portò
libri
,
mandò
regali
.
Lo
ricevevano
le
ragazze
,
e
ridevano
quando
egli
raccontava
storie
allegre
,
non
troppo
adatte
per
loro
.
Andrea
avrebbe
desiderato
una
domanda
ufficiale
fatta
con
regola
,
magari
per
mezzo
di
un
autorevole
paraninfo
,
come
d
'
uso
nel
luogo
;
ma
non
osava
opporsi
alla
progettata
vicenda
,
e
in
fondo
sperava
che
tutto
andasse
bene
.
Solo
minacciava
di
bastonare
le
sorelle
se
per
un
attimo
avessero
lasciati
soli
i
curiosi
fidanzati
.
Neppure
Cosima
era
contenta
:
ma
anche
lei
provava
un
certo
piacere
per
gli
acri
commenti
delle
famiglie
del
paese
,
per
le
invidie
,
i
pettegolezzi
,
le
maldicenze
,
che
la
fortuna
di
Beppa
destava
nell
'
intera
contrada
.
Si
cominciò
a
dir
peste
del
signor
Direttore
:
che
era
un
libertino
,
che
teneva
in
casa
una
bella
ragazza
mora
,
che
la
faceva
camminare
carponi
sui
pavimenti
e
l
'
aizzava
come
una
bestia
:
e
,
infine
,
che
si
burlava
delle
povere
signorine
che
non
avevano
altra
difesa
che
quella
del
selvatico
fratello
.
L
'
uomo
invece
pareva
innamorato
sul
serio
:
faceva
regali
,
complimentava
la
futura
suocera
,
congedò
la
cameriera
mora
per
far
cessare
le
chiacchiere
,
fissò
lui
stesso
la
data
delle
nozze
.
In
ottobre
,
al
ritorno
dalle
vacanze
.
E
tutta
la
rendita
di
quell
'
anno
,
dai
pascoli
sul
Monte
all
'
olio
del
frantoio
,
dalle
mandorle
al
sughero
,
fu
,
con
volontario
sacrifizio
di
Andrea
,
dedicata
al
corredo
.
Cucivano
e
ricucivano
,
le
tre
sorelle
,
tessendo
sogni
candidi
come
i
fiori
delle
tovaglie
e
delle
lenzuola
.
Ma
un
giorno
il
grosso
fidanzato
,
che
passava
le
vacanze
nel
suo
lontano
paese
alpino
,
scrisse
che
era
stato
traslocato
,
che
in
ottobre
non
sarebbe
tornato
,
sibbene
più
tardi
,
per
le
nozze
.
Poi
le
sue
lettere
si
fecero
rade
:
infine
un
giorno
si
presentò
alla
signora
Francesca
un
avvocato
,
che
era
stato
in
relazione
con
lui
per
certi
affari
della
scuola
,
e
domandò
a
quanto
ascendesse
la
dote
di
Beppa
.
Fu
un
colpo
:
ma
questo
era
l
'
uso
dei
paesi
del
fidanzato
.
E
,
dopo
tutto
,
la
piccola
dote
che
per
l
'
eredità
paterna
spettava
alla
fanciulla
,
se
la
sarebbe
goduta
lei
con
la
sua
futura
famiglia
,
Risposta
:
sarà
assegnata
a
Beppa
la
sesta
,
mettiamo
pure
la
quinta
parte
del
patrimonio
:
circa
venticinquemila
lire
in
terreni
poco
redditizi
.
Torna
,
dopo
otto
giorni
di
grigiore
e
d
'
attesa
,
il
messaggero
flemmatico
:
il
fidanzato
si
lamenta
,
dice
che
la
vita
è
difficile
,
che
non
vuol
fare
cattive
figure
,
né
provocare
privazioni
alla
futura
sposina
:
bisogna
che
la
dote
sia
almeno
di
cinquantamila
lire
,
non
solo
,
ma
che
ventimila
siano
in
titoli
garantiti
.
Andrea
fu
preso
da
un
furore
sanguigno
.
Quel
bestione
,
dunque
,
quel
porco
grasso
e
vile
,
non
era
entrato
in
casa
delle
sorelle
per
amore
,
ma
per
interesse
,
e
adesso
tentava
quasi
un
ricatto
,
poiché
sapeva
che
il
matrimonio
andato
a
monte
avrebbe
maggiormente
screditato
le
povere
ragazze
.
Parlò
di
andare
a
scovarlo
,
di
ammazzarlo
con
la
lesina
come
un
maiale
vero
;
ma
la
madre
piangeva
,
e
Cosima
dichiarò
che
avrebbe
ceduto
alla
sorella
la
sua
parte
di
eredità
.
Si
cercò
di
vendere
qualche
cosa
,
ma
le
offerte
erano
irrisorie
,
e
d
'
altronde
non
poteva
spogliare
l
'
intera
famiglia
,
già
tanto
impoverita
e
quasi
bisognosa
.
Fu
allora
che
Cosima
,
visto
l
'
avvilimento
della
madre
e
della
stessa
Beppa
che
deperiva
per
l
'
umiliazione
e
la
delusione
,
fu
raggirata
dal
demonio
.
Pensò
al
tesoro
di
Elia
,
all
'
offerta
di
lui
,
alla
possibilità
di
accettarla
:
ma
poi
il
solo
pensiero
l
'
atterrì
.
Mai
,
mai
:
avrebbe
voluto
flagellarsi
per
scacciare
anche
il
semplice
ricordo
del
maledetto
tesoro
.
Eppure
la
tentazione
,
in
fondo
,
non
l
'
abbandonava
:
le
diceva
:
Sei
una
stupida
,
una
che
nella
vita
non
avrà
mai
bene
,
e
mai
potrà
procurarlo
a
chi
ama
.
E
chi
dice
,
del
resto
,
che
i
denari
del
vecchio
non
siano
suoi
?
Va
,
cerca
di
saper
meglio
,
indaga
,
cerca
,
cerca
...
.
Le
sembrava
di
essere
aizzata
come
un
cane
alla
caccia
della
selvaggina
:
ma
non
si
moveva
,
più
che
mai
ferma
nel
proposito
di
tener
la
promessa
fatta
al
vecchio
,
di
non
rivelare
a
nessuno
il
segreto
di
lui
.
Se
egli
era
colpevole
,
lo
era
davanti
a
Dio
,
e
potevano
intendersela
fra
di
loro
.
Per
sfuggire
meglio
alla
tentazione
,
rinunziò
anche
di
andare
quell
'
anno
alla
vendemmia
:
persino
la
madre
,
tormentata
dai
pensieri
della
triste
faccenda
,
stette
appena
tre
giorni
nella
vigna
.
Il
fidanzato
non
scriveva
più
,
l
'
avvocato
non
si
faceva
vedere
:
il
corredo
già
pronto
venne
chiuso
in
una
cassa
,
come
un
morto
.
Andrea
era
cupo
,
preoccupato
,
più
che
per
il
dispiacere
,
per
il
discredito
della
famiglia
:
quando
veniva
in
casa
,
le
sorelle
si
nascondevano
quasi
con
paura
,
come
colpevoli
delle
cose
accadute
.
Ai
primi
di
novembre
Cosima
rivide
in
sogno
la
piccola
nonna
:
era
sempre
vestita
da
sposa
,
col
rosario
di
madreperla
fra
le
mani
di
bambina
.
E
Cosima
aveva
sempre
il
rimorso
di
non
averle
dato
il
caffè
,
l
'
ultima
volta
che
era
venuta
,
e
si
affaccendava
a
prepararlo
:
ma
la
bevanda
rigurgitava
dalla
caffettiera
e
spegneva
il
fuoco
Lascia
stare
,
disse
la
nonnina
:
noi
,
di
lassù
non
abbiamo
bisogno
di
nulla
.
Sono
venuta
solo
per
un
salutino
,
e
ti
porto
anche
i
saluti
di
Francesco
.
Francesco
era
il
nome
del
fidanzato
di
Beppa
:
pareva
che
la
nonnina
scherzasse
crudelmente
;
ma
poi
si
seppe
che
proprio
quella
notte
,
poco
prima
dell
'
ora
del
sogno
di
Cosima
,
il
commendator
Francesco
era
morto
,
dopo
appena
tre
giorni
di
polmonite
.
Così
secondo
la
misericordia
divina
,
prendeva
anche
lui
parte
alla
famiglia
:
e
le
cose
questo
mondo
erano
appianate
.
E
fu
proprio
in
quei
giorni
che
Dio
parve
compensare
Cosima
in
altro
modo
più
consolante
.
Una
grande
rivista
straniera
domandava
la
traduzione
del
romanzo
Rami
caduti
e
offriva
una
discreta
somma
.
Inoltre
desiderava
notizie
biografiche
della
scrittrice
,
perché
la
traduzione
doveva
essere
preceduta
da
una
nota
critica
.
Ad
occhi
chiusi
sempre
con
l
'
impressione
di
sognare
,
Cosima
accettò
.
Aveva
persino
paura
della
sua
fortuna
:
non
avrebbe
dovuto
scontarla
con
altri
guai
?
Ed
ecco
arrivare
la
somma
,
e
alla
posta
le
viene
pagata
in
monete
d
'
oro
,
simili
e
quelle
del
tesoro
di
Elia
.
Ella
le
guardava
quasi
spaventata
e
non
osava
toccarle
;
fece
cambiare
in
biglietti
di
banca
,
e
parte
le
depositò
in
un
libretto
postale
:
ma
quando
la
madre
vide
il
denaro
lo
guardò
quasi
torva
:
le
sembrava
frutto
di
un
peccato
mortale
.
-
Ebbene
,
-
disse
Cosima
,
-
lo
spenderò
non
voglio
mettere
più
da
parte
niente
;
e
i
miei
guadagni
se
ne
vadano
come
foglie
al
vento
.
Ed
ecco
l
'
occasione
presentarsi
:
una
sua
ammiratrice
,
che
dirigeva
una
rivistina
letteraria
nella
città
di
*
*
*
,
sul
mare
,
la
invitò
ad
andare
ospite
in
casa
sua
:
ed
ella
vi
andò
,
nonostante
i
terrori
della
madre
ed
i
brontolii
di
Andrea
,
che
volle
almeno
accompagnarla
per
un
tratto
del
viaggio
,
in
ferrovia
,
e
quando
la
lasciò
gli
parve
di
averla
imbarcata
sull
'
Atlantico
.
In
fondo
anche
lei
si
sentiva
smarrita
.
Dove
andava
?
Che
voleva
?
Come
Cappuccetto
Rosso
in
mezzo
al
bosco
aveva
l
'
impressione
d
'
incontrare
il
lupo
;
ma
in
fondo
sperava
di
cavarsela
bene
,
poiché
aveva
la
coscienza
tranquilla
,
e
l
'
ombra
del
male
era
simile
a
quelle
grandi
ombre
di
nuvole
già
invernali
che
salivano
dai
monti
scuri
e
lambivano
le
valli
solitarie
lungo
le
cui
coste
correva
il
trenino
che
sembrava
un
giocattolo
.
Il
cielo
era
grande
,
di
un
azzurro
carico
,
e
le
nuvole
correnti
,
spinte
da
un
caldo
vento
di
scirocco
,
lo
facevano
apparire
più
alto
,
più
turchino
A
Cosima
,
affacciata
al
famigliare
ballatoio
del
treno
,
sembrava
un
cielo
straniero
,
inospitale
,
mentre
la
terra
,
sotto
di
lei
,
aveva
ancora
l
'
aspetto
ma
terno
,
ch
'
ella
ben
conosceva
:
le
stesse
chine
coperte
di
erba
tremula
,
le
macchie
,
le
pietre
,
le
quercie
indurite
dal
dolore
dei
secoli
e
dalla
loro
resistenza
al
tempo
e
agli
elementi
.
I
piccoli
villaggi
neri
,
accovacciati
come
cornacchie
sui
loro
nidi
di
roccie
apparivano
e
sparivano
nella
luce
cangiante
della
lontananza
:
qualche
pastore
con
la
sua
greggia
si
profilava
sull
'
orlo
verde
di
un
ciglione
,
e
le
pecore
si
spostavano
come
l
'
ombra
delle
nuvole
al
passare
del
treno
:
e
Cosima
aveva
l
'
impressione
che
tutto
il
paesaggio
si
movesse
per
la
sorpresa
di
veder
lei
a
muoversi
ad
andare
verso
una
nuova
vita
.
A
misura
che
si
scendeva
verso
le
pianure
marine
il
clima
mutava
completamente
:
si
era
ancora
ai
primi
di
autunno
,
laggiù
;
il
cielo
,
sgombro
di
nuvole
,
si
faceva
chiaro
,
verdognolo
,
e
d
'
un
tratto
Cosima
lo
vide
riflesso
in
uno
specchio
d
'
acqua
che
le
ricordò
la
vasca
della
vigna
:
era
uno
stagno
.
Uccelli
mai
veduti
,
grandi
,
con
le
ali
iridate
,
si
sollevarono
dallo
stagno
,
come
sgorgassero
dall
'
acqua
e
disegnarono
sul
cielo
una
specie
di
arcobaleno
:
forse
un
miraggio
:
a
lei
parve
lieto
auspicio
.
E
la
prima
persona
che
vide
,
quando
il
treno
si
fermò
in
una
stazione
che
pareva
,
col
suo
giardino
di
palme
e
in
fondo
un
arco
di
quel
luminoso
cielo
smeraldino
,
un
'
oasi
civilizzata
,
fu
un
giovine
vestito
di
un
color
marrone
dorato
,
con
due
meravigliosi
baffi
dello
stesso
colore
e
gli
occhi
lunghi
orientali
.
La
guardò
come
se
la
conoscesse
,
e
anche
a
lei
parve
di
averlo
già
veduto
in
qualche
posto
:
dove
?
non
sapeva
;
e
dopo
tanti
anni
provò
ancora
quel
misterioso
senso
di
vertigine
che
nell
'
infanzia
e
meno
spesso
nell
'
adolescenza
le
destava
la
presenza
della
nonna
.
Ma
una
piccola
folla
invadeva
il
marciapiede
,
e
l
'
uomo
scomparve
.
Una
signora
vestita
in
modo
quasi
buffo
,
tutta
volanti
e
frangie
,
con
un
cappellino
a
sghimbescio
sui
radi
capelli
gialli
,
balzò
verso
la
fanciulla
,
la
prese
quasi
a
volo
sul
predellino
del
vagone
,
la
strinse
al
suo
petto
scarno
,
le
coprì
il
viso
di
baci
:
i
suoi
occhi
di
un
azzurro
di
porcellana
erano
stillanti
di
lagrime
che
le
colavano
sul
naso
aquilino
e
si
confondevano
con
la
saliva
che
le
schizzava
dalla
bocca
.
E
con
un
singhiozzo
convulso
chiamava
a
voce
alta
la
fanciulla
col
suo
nome
e
cognome
,
tanto
che
Cosima
si
vergognò
:
la
gente
la
guardava
,
qualcuno
doveva
già
conoscere
quel
nome
e
quel
cognome
,
e
salutava
,
fra
il
rispetto
per
lei
e
la
beffa
per
la
sua
chiassosa
ospite
.
Avrebbe
voluto
risalire
sul
treno
e
tornarsene
a
casa
:
ma
era
destino
che
quel
giorno
ella
dovesse
cominciare
a
conoscere
le
tribolazioni
della
celebrità
,
perché
all
'
arrivo
nella
casa
dell
'
ospite
,
-
un
grazioso
palazzo
tutto
balconi
,
di
fronte
a
un
giardino
e
a
una
chiesa
,
-
lungo
la
scala
di
marmo
con
la
ringhiera
ornata
di
tralci
verdi
,
vide
con
mite
terrore
una
fila
di
bambine
e
giovinette
,
quasi
tutte
vestite
di
bianco
,
con
mazzolini
di
fiori
in
mano
.
Sembrava
la
scala
del
Paradiso
,
vigilata
da
angeli
senza
ali
,
e
mentre
il
facchino
scaricava
dalla
carrozzella
la
modesta
vecchia
valigia
di
Cosima
,
reliquia
di
famiglia
,
e
la
stessa
donna
Maria
,
l
'
ospite
palpitante
,
s
'
incaricava
di
portarla
di
sopra
come
un
prezioso
tesoro
,
le
ragazzine
intonarono
un
coro
che
pareva
insegnato
loro
da
un
'
abile
maestra
.
La
maestra
era
stata
donna
Maria
,
e
gli
angioletti
erano
tutte
le
fanciulle
che
abitavano
nel
palazzo
.
A
questo
punto
bisognava
assolutamente
mostrarsi
commossa
,
e
,
potendolo
,
fare
,
dall
'
alto
della
rampata
della
scala
,
un
discorso
di
ringraziamento
,
Cosima
si
coprì
il
viso
col
fazzoletto
,
ma
non
poté
piangere
né
parlare
.
E
del
coro
,
composto
in
suo
onore
,
non
le
rimase
in
mente
che
il
motivo
monotono
e
quasi
triste
,
che
si
confondeva
con
un
rumore
lontano
,
da
lei
non
ancora
mai
bene
inteso
,
che
le
pareva
quello
del
pino
nella
vigna
.
Era
il
rumore
del
mare
.
Era
lì
,
il
mare
,
in
fondo
alla
larga
strada
,
che
costeggiava
una
fila
di
case
nuove
bianche
abbaglianti
.
Cosima
aveva
sempre
più
l
'
impressione
di
trovarsi
in
una
città
orientale
:
palmizii
,
cactus
ed
altri
alberi
esotici
si
movevano
pesanti
su
quel
cielo
caldo
,
sullo
sfondo
turchino
del
lido
.
Sui
balconi
fiorivano
i
garofani
;
un
odore
di
erbe
aromatiche
scendeva
dalla
collinetta
coperta
di
pini
che
chiudeva
l
'
orizzonte
di
fronte
alla
strada
.
E
la
gente
era
tutta
fuori
,
come
nelle
sere
d
'
estate
;
e
canti
e
suoni
di
mandolino
continuavano
,
di
fuori
,
il
coro
in
onore
di
Cosima
:
così
a
lei
sembrava
,
ma
invece
di
orgoglio
ne
provava
quasi
paura
.
Dopo
averla
rimpinzata
di
dolci
e
bevande
,
la
sua
ospite
,
che
continuava
a
baciarla
e
quasi
a
leccarla
come
un
cane
che
ha
ritrovato
il
padrone
,
la
lasciò
sola
nell
'
appartamento
ov
'
ella
abitava
col
paziente
marito
che
era
impiegato
in
un
'
azienda
privata
.
Aveva
destinato
a
Cosima
la
camera
più
bella
,
col
balcone
,
quella
appunto
donde
si
vedeva
il
mare
:
e
le
lasciava
libero
anche
il
salotto
,
pieno
di
fiori
di
carta
,
di
vasi
incrinati
,
di
tovagliette
,
di
oggetti
di
cattivo
gusto
.
-
Qui
potrai
ricevere
i
tuoi
amici
,
i
tuoi
ammiratori
.
Ma
Cosima
non
aveva
amici
,
e
si
atterriva
al
solo
pensiero
di
averne
uno
solo
.
Di
ammiratori
,
poi
,
non
ne
voleva
:
le
pareva
di
esser
già
,
per
lunga
esperienza
,
scottata
da
loro
.
Eppure
d
'
un
tratto
sentì
suonare
alla
porta
dell
'
ingresso
,
e
senza
pensarci
su
tanto
aprì
.
Era
il
garzone
di
un
fioraio
,
che
portava
un
grande
mazzo
di
rose
rosse
,
avvolte
nella
carta
velina
.
Per
lei
?
Proprio
per
lei
:
ma
non
si
sapeva
da
parte
di
chi
.
Ella
stette
a
guardarle
quasi
con
la
sorpresa
paurosa
con
cui
aveva
guardato
nel
pugno
di
Elia
le
monete
d
'
oro
:
e
il
profumo
quasi
violento
delle
rose
,
e
il
loro
colore
,
le
parvero
vivi
,
caldi
,
sanguinanti
:
più
che
dal
coro
delle
fanciulle
e
dal
ronzio
delle
musiche
della
strada
,
sentì
da
quell
'
alito
quasi
carnale
venirle
incontro
la
vita
:
ma
quando
si
decise
a
prendere
il
mazzo
dalle
mani
del
garzone
che
la
guardava
con
occhi
maliziosi
,
si
sentì
pungere
da
una
spina
acuminata
:
e
pensò
che
la
vita
anche
sotto
l
'
illusione
delle
cose
più
belle
e
ricche
,
nasconde
le
unghie
inesorabili
.
Mise
le
rose
in
uno
dei
vasi
del
salotto
,
e
tornò
al
balcone
:
sì
,
era
come
d
'
estate
;
una
grande
luna
rosea
saliva
dai
pini
dell
'
altura
,
e
il
cielo
e
il
mare
,
fra
due
palmizi
che
luccicavano
come
le
palme
dorate
dalla
stagnola
,
usate
per
la
Pasqua
nel
paese
di
Cosima
,
si
confondevano
in
un
colore
di
smeraldo
azzurro
.
I
bambini
,
nella
strada
ancora
bianca
,
giocavano
al
gioco
dell
'
ambasciatore
venuto
a
domandare
una
sposa
:
ed
ella
si
sentiva
trasportata
nel
loro
cerchio
,
come
la
piccola
sposa
richiesta
dall
'
ambasciatore
per
un
misterioso
grande
personaggio
.