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Caro Ortolani ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Ortolani , il caso che lei cita è senza dubbio vero . Risulta anche a me che subito dopo la liberazione il Partito socialista era pieno di comunisti in servizio comandato . Probabilmente ce ne sono ancora . Ma questo non è certo il caso di Lombardi , personaggio rovinoso , annunciatore di tempeste , che ha provocato un mare di guai con la sua tenace pretesa di applicare le sue astratte utopie a una realtà che vi si ribella ; ma di specchiata onestà , in buona fede , e perfino privo di ambizioni di potere . Quanto a De Martino , considerandolo un traditore , lei lo sopravvaluta . Per tradire ci vuole un cinismo ma anche un ' intelligenza , di cui questo sonnolento bonzo non ha mai dato segno . Che non sia un vero socialista , lo penso anch ' io . Ma nemmeno un comunista . E solo l ' ultimo scampolo di quel Partito d ' azione , i cui naufraghi , ad eccezione di La Malfa , hanno appestato tutti i partiti in cui si sono accasati . Bisogna però dire che quello socialista si è mostrato il più congeniale al contagio per la sua mancanza di un sicuro ancoraggio ideologico e per le sue endemiche risse e divisioni interne . Ci sarebbe un lungo discorso da fare sull ' ostinato rifiuto di questo partito a costruirsi una dottrina indipendente da quella del Pci - come hanno fatto tutti gli altri socialismi europei - , che fu il tormento dei suoi uomini migliori , i Turati , i Treves , i Momigliano , e a lasciare sempre il passo a quelli peggiori . Ma stiamo all ' attualità . Craxi ha tentato di dare al Psi una sua autonomia culturale e strategica . Finché si è trattato della prima , i suoi avversari lo hanno lasciato fare : non per convinzione , credo , ma per totale sordità a questo genere di cose : per loro , che il socialismo italiano ripudi Lenin per adottare Proudhon non è un problema serio , anche perché probabilmente non conoscono né l ' uno né l ' altro . Ma quando si è trattato di tradurre sul piano concreto l ' autonomia dai comunisti , sono tornati a litigare e a dividersi rivelando la solita e ormai storica indecisione a tutto . Non so se Craxi abbia commesso , sul piano tattico , degli errori , come alcuni gli rimproverano . Secondo me , il vero errore lo ha commesso iscrivendosi a quel partito e illudendosi di poterne fare qualcosa di coerente , efficiente e modernamente europeo . Lo dico con tristezza perché una liberal - democrazia coi socialisti vive male , ma senza i socialisti non vive affatto . Ed è questo che dapprincipio non capirono alcuni nostri lettori che scambiarono per una nostra conversione al socialismo ( figuriamoci ! ) quello che era invece l ' interesse di un vero liberale ( Giolitti e De Gasperi insegnino ) ad avere come interlocutore e dirimpettaio un partito socialista con cui si potesse ragionare . I soliti sogni , purtroppo . Ma quali altri possiamo fare ?
StampaQuotidiana ,
L ’ Amministrazione delle ferrovie meridionali ha disposto degli studi per mettere in servizio quanto prima sulle linee calabro - sicule , delle vetture a letto , di cui fin qui si è lamentata la mancanza su queste strade ferrate .
StampaPeriodica ,
In tutta Italia è un fiorire di campi , di piscine , di palestre , di impianti sportivi del Regime . Sono del Regime nello spirito , nei fini e nella struttura . Superfluo dire il perché sono fascisti nello spirito e nei fini . Quanto alla loro impostazione e costruzione è noto come esista un modello fisso di campi sportivi del Littorio , della massima economicità e praticità , del tutto rispondenti alle specifiche esigenze tecniche . Modello al quale ogni nuova costruzione si attiene ed ogni precedente man mano si uniforma . Per le organizzazioni della G.I.L. e del Dopolavoro , vi si annettono impianti che oltre all ' atletica , al calcio , alla pallacanestro , consentano altre attività di palestra , schermistiche , pugilistiche , lotta , pesi , ecc . sino agli specchi d ' acqua , coperti o scoperti , che stanno sorgendo anch ' essi in ogni parte d ' Italia e che tra pochi anni trasformeranno un popolo di camminatori come il nostro , anche in un popolo di nuotatori . Pare una favola ? ... Sarà una realtà , e a scadenza più rapida che non si pensi . Miracoli dell ' era nuova . Anzi , perché miracoli ? Conseguenza logica di mentalità trasformata , di azione irresistibile . Dobbiamo rilevare che anche ad uno sport che poteva ritenersi dal tempo e dai mezzi meccanici superato , l ' ippica cioè , ci si dedichi con vero entusiasmo e su scala assai vasta . Il cavallo è un prezioso elemento di sport , di educazione fisica e militare , di fiero e gentile spirito cavalleresco . E tutti possono dedicarsi al culto dell ' ippica . Non diciamo di quella che attrae le folle intorno agli steccati degli ippodromi e ai picchetti degli allibratori , che ha anch ' essa ragion di vita , ma ove restasse isolata e fine a se stessa , sarebbe davvero un guaio grosso , indicazione certa di decadenza . Parliamo dello sport « equitazione » , per cui chiunque , atleta specializzato o sportivo generico , maschio o femmina , adulto o adolescente , può mettersi in sella e convenientemente addestrarsi a tutti i passi e gli esercizi di maneggio , a tutte le varietà di ostacoli che un avveduto pilotaggio del nobile animale può consentire . Scuola di coraggio , di misura , di sensibilità , l ' equitazione . Una volta pareva riservato privilegio delle classi nobiliari o di alta borghesia , lo sport del cavallo . Infatti non era alla portata delle medie possibilità economiche . Oggi , attraverso la G.I.L. , la Milizia e il C . O . N . I . gli accessi all ' equitazione sono ampi ed agevoli , tanto vero che gli adepti si sono moltiplicati al punto che si è reso necessario di pensare ad un aumento o ad un ampliamento , ovunque , dei terreni e degli impianti per l ' esercizio sempre più diffuso dell ' equitazione . Che ancora , per esempio , nel suo giuoco tipico , il polo a cavallo ha , nel senso propagandistico , molta strada da fare , e tuttavia , tecnicamente , da parte dei suoi cultori ha raggiunto un elevato livello internazionale . Ma in quanto a campi , alla frequenza in essi e al numero degli appassionati , l ' equitazione in Italia marcia a grandi tappe verso le mete più luminose . Basta del resto tener dietro all ' aumento delle richieste di soggetti presso i nostri allevamenti , sempre più fiorenti , e che sono per l ' appunto intesi oggi a produrre il cavallo « tipo sport » . L ' Urbe ha dato un esempio egregio per la istituzione di un centro di equitazione modello . E per diretto incitamento delle alte gerarchie del Partito e per pronta e feconda comprensione di dirigenti e tecnici della Società Romana di Equitazione . Esisteva già dalla ... nascita di Villa Borghese il trotter famoso , dalla parte di Porta Pinciana , riservato a semplici passeggiate e moderate galoppate della mondanità sportiva romana , e di quella straniera ospite dell ' Urbe . Romanticismo , in verità . E tale lo ricordiamo ancora non troppi anni addietro . Lungo l ' arborato e fresco anello di sabbia , dallo sviluppo di circa 1200 metri si caracollava con composta serietà ( cavalieri , amazzoni , ufficiali , scudieri , attendenti ; un imponente maestro di equitazione seguito da un gentile codazzo di apprendiste ) e si suonava l ' allarme quando qualche raro spericolato al gran galoppo chiedeva strada . Nel mezzo del prato , giuochi vari , compreso il calcio , tra un gruppo e l ' altro di mucche ruminanti , con un trapelare qua e là , di tra l ' erba e i fossatelli , di amori ancillari ... Una prima trasformazione quel prato la subì qualche anno fa . Fu diviso in mezzo da uno steccato , metà rimase al pubblico , e l ' altra , munita di siepi e modesti ostacoli , fu riservata agli amanti del vivere pericolosamente , mentre alle cavalcature e ai cavalcatori di buon carattere rimaneva sempre il circuito deambulatorio . Ma insomma le esigenze dei frequentatori crescevano giorno per giorno . Gli annuali concorsi ippici di Piazza di Siena mettevano il pepe su molte selle e l ' argento vivo nelle vene di quella che è la gioventù del Littorio , anche se qualche alto esponente di questa sta mettendo i capelli bianchi e occupa posti di comando e poltrone che in relazione ai tempi nemmeno esse vogliono essere più tali e stanno tra il seggiolino della carlinga , una sella di motocicletta , l ' insellatura di un puledro e un cavallo da palestra da saltarsi a volo radente ... Non poteva andare avanti col tran - tran dei tempi del cardinal Borghese quel galoppatoio . nè soddisfaceva più quell ' aggiunta degli ostacoli a scartamento ridotto . E nemmeno , più tardi , sino a pochi mesi or sono , quel pur razionale campo di ostacoli messo su in un primo tempo dalla Società Romana di Equitazione . Si è voluto alfine dal Presidente della Società stessa , il Ministro Segretario del Partito , un impianto sportivo , equestre , del Regime , degno in tutto e per tutto dell ' Urbe e delle fiere esigenze dell ' equitazione nazionale quale oggi si presenta . E poiché non è detto che tutti possano avere per il dovuto esercizio libere proprio le ore del giorno , si è pensato anche alle ore della notte . Illuminazione . Illuminazione a giorno . E poi nella stagione estiva , chi avrebbe avuto cuore di cimentare la cavalcatura sotto il solleone ? Ecco invece risolto il problema , come a Villa Glori e come in tutti gli Ippodromi attrezzati per le « notturne » . Con la differenza che qui ci si specializza nell ' esercizio del maneggio e nella ostacolistica . La visibilità è perfetta . L ' inaugurazione , alla presenza del Ministro Segretario del Partito , fu un trionfo . E una maravigliosa soddisfazione di ogni sera è recarsi a questo campo ostacoli , unico del genere , dove chi non ha a disposizione le prime ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio , utilizza quelle della notte , che forse per l ' innanzi sprecava in guise inconsistenti . A che vale descrivere minutamente questo campo ? E ' un terreno d ' equitazione assolutamente perfetto , a cui su d ' un aereato ed accogliente terrapieno a terrazzo si aggiunge un luogo di ritrovo ( musica , danza , servizio di bar ) da formare la delizia di chi al severo costume sportivo sa accoppiare con la dovuta misura le signorili abitudini e le lecite soddisfazioni del mondo elegante . Poiché sport , educazione fisica , preparazione militare in regime fascista non sono certo musoneria , astinenza aggrondata , rinunzia vuota . E ' disciplina fisica e morale , ma anche sorriso e gioia , è vita vivente .
Rusconi Edilio ( Incontro con Thomas Mann , 1947 )
StampaQuotidiana ,
Meina , 30 luglio , notte - Thomas Mann , premio Nobel per la letteratura , era oggi a Meina , ospite dell ' editore Mondadori . È un uomo alto , coi capelli corti e divisi da una scriminatura a sinistra , d ' aspetto assai più giovane dei 72 anni che ha , tanto che non mi sembra molto diverso dal ritratto che ne vidi quasi vent ' anni fa . È signore nei modi e sicuro nella conversazione anche sotto i lampi di magnesio dei fotografi e i lampi di quelle domande un po ' disordinate e un po ' improvvisate che fanno i giornalisti . Ma quando nel rispondere è troppo impulsivo e oltrepassa il limite di prudenza in dichiarazioni alla stampa , interviene la moglie , vigile e cortese a richiamarlo . Anche i premi Nobel hanno infatti bisogno di una buona moglie . Thomas Mann parla preferibilmente in tedesco , sebbene conosca anche l ' inglese , il francese e qualcosa d ' italiano . Gli abbiamo chiesto , quasi per scherzo , d ' indicarci i nomi dei tre scrittori europei viventi che giudica più importanti . Ha risposto : «G.B . Shaw , André Gide » . Ma il terzo non riusciva a trovarlo . Infine si è deciso , e ha concluso candidamente : « Il terzo sono io » . Aveva ragione , ed anzi io metterei il suo nome al primo posto . Né può dispiacere la risposta , se viene dall ' autore dei Buddenbrook , della Montagna incantata e della quadrilogia Giuseppe e i suoi fratelli . D ' altra parte , Mann è troppo vicino , per affinità elettiva , al Goethe che disse una volta : « Solo gli straccioni sono modesti » , per non avere il coraggio di simili candori . È lo scrittore moderno che più estesamente e più coerentemente ha lavorato ; e anche questa sua sicurezza di non sbagliare è goethiana . E anche il suo amore del reale come vero ideale . Credo che una delle soddisfazioni della sua vita sia stato l ' incidente che nel 1933 toccò ai figli Erika e Klaus , i quali furono arrestati per errore a Stoccolma nelle medesime circostanze in cui egli aveva fatto arrestare il protagonista del romanzo Tonio Kroeger : perché un romanziere come lui inventa , sì , ma inventa la vita reale . In quel medesimo libro , quarant ' anni fa , Mann dichiarava il proprio amore per tutto ciò che è umano , vivente , abituale , per gli esseri chiari , felici , amabili ; e con ciò si professava scrittore borghese . Gli ho domandato dunque , bruscamente , se oggi si professa ancora come in quel tempo di giovinezza . « No » ha risposto . « Ho visto molte sofferenze ; ed oggi il mio pensiero va verso l 'avvenire.» « Ma » gli ho osservato « anche nel 1932 egli guardava all ' avvenire , ancora nel nome della borghesia , poiché , in un discorso su Goethe , invitava la borghesia a staccarsi dai sentimentalismi , ad assumere le proprie responsabilità e a volgersi coraggiosamente al domani , se non voleva perdersi . » « Crede » ho insistito « che la borghesia abbia oggi assunto le sue responsabilità e si sia volta all ' avvenire ? » « No » ha risposto ; ed era malinconico . « La borghesia si è perduta nel fascismo e nel nazismo . » Era un giudizio duro ; forse troppo . Ma l ' esilio e le delusioni hanno indurito i giudizi di quest ' uomo . Soprattutto verso il proprio Paese egli è aspro . Ricordo la lettera aperta che , nel 1945 , egli rivolse allo scrittore tedesco Walter von Molo , dal quale era stato invitato a rientrare in Germania per aiutare il Paese con l ' azione e con il consiglio . Mann ripudiava l ' antica patria che lo aveva perseguitato , e dichiarava il proprio affetto verso gli Stati Uniti , dei quali era diventato cittadino . Ma poi , nell ' ultima parte della lettera , lo sopraffacevano sentimenti incancellabili , e la nostalgia , e il dolore . Oggi conferma quei giudizi : con la medesima nostalgia sottaciuta . Ma , venuto in Europa , non metterà piede in Germania , non rivedrà la sua Lubecca . Da Meina andrà a Zurigo ; poi in Olanda , e s ' imbarcherà per tornare in California dove lo aspettano i figli , i nipoti , i generi , tra i quali ultimi è G.A. Borgese . Il rancore è troppo forte perché egli possa godere la commozione del ritorno . Non ha potuto vivere con la felicità del suo Goethe . Dal 1933 è un esiliato ; lui , nato da signori , per vivere da signore . E la sua voce sottintende ancora la domanda che egli scrisse in fine alla Montagna incantata , accomiatandosi dal protagonista Giovanni Castorp allontanato verso il ferro , il fuoco e il fango della prima guerra mondiale : « Da questa festa mondiale della morte , da questo delirio che incendia intorno a noi la notte piovosa , sorgerà un giorno l ' amore ? » . Ma , dopo la seconda festa mondiale della morte , la domanda è debole , senza speranza . Mann è stato , come tutti , sconfitto .
Caro Possenti ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Non ho alcuna riluttanza , caro Possenti , ad affrontare il « caso Bocca » . E ' vero : in altri tempi gli articoli , le prese di posizione , gli atteggiamenti di Bocca servirono da avallo alle tesi di aspiranti rivoluzionari che non sapevano quel che volevano , ma lo volevano subito . Quando lei ci si arrabbiava mi ci arrabbiavo anch ' io , per motivi generali e per motivi personali . Del giornalista avevo sempre ammirato la capacità e l ' efficacia , dell ' uomo avevo sempre stimato la indiscussa probità : e non sapevo darmi pace nel vedere queste qualità , così rare nel panorama intellettuale italiano , messe al servizio di cause sbagliate . « Bastian contrario » per istinto e per scelta , Bocca portava acqua , senza volerlo , al mulino della faciloneria populista , e copriva con la sua autorevolezza onesta le più spregiudicate manovre di molti furbastri . Tutto questo non l ' ho dimenticato . Ma non ho neppure dimenticato , e non dimentico , che Bocca ad un certo punto guardò attorno a sé , e constatò da chi fosse composto , e verso quali traguardi stesse marciando l ' esercito , smisuratamente ingrossato , che issava stendardi con i suoi slogans e con le sue denunce . La compagnia non gli piacque . Era troppo becera e troppo numerosa , per i suoi gusti . E mirava a traguardi assai diversi da quelli che egli aveva indicato , magari idealizzandoli ingenuamente . Si era battuto contro il grigio conformismo democristiano , e stava per essere travolto da un altro conformismo , meno molle , meno tollerante , meno bonario . Voleva maggiori libertà , e assisteva allo spettacolo di una intolleranza violenta , nelle università e nelle piazze . Predicava una società austera , rigorosa , ed aveva aiutato a far trionfare il facilismo , il rifiuto del lavoro , il disordine , la demagogia prepotente . Aveva puntato l ' indice contro il terrorismo fascista , e assisteva con sgomento al proliferare delle Br , dei Nap , insomma del « partito armato » rosso . Di fronte a questa realtà Bocca non ha chiuso gli occhi ; non ha avuto paura di restare isolato , e di essere di nuovo , come vuole la sua vocazione , minoritario . Ha riconosciuto i suoi errori senza invocare scusanti o attenuanti , ha deplorato le degenerazioni che le sue idee avevano subìto , ha sacrificato una popolarità facile al rispetto della verità . La sua conversione è venuta prima che il partito comunista desse ad essa il « placet » , e non è mai stata - né è ora - in sintonia con le parole d ' ordine di Berlinguer . Bocca ha « rifluito » prima che « rifluisse » la massa degli opportunisti . Il suo verbo , in anni passati osannato , è ora esecrato nelle grandi e piccole sagrestie dell ' ultrasinistra . Ammetto senz ' altro che in un certo momento Bocca sia stato un « utile intelligente » . Ma ora , restando intelligente , non è più utile , anzi è dannoso ai propalatori di luoghi comuni , di dogmi prefabbricati , di bugie comode . Categoria alla quale invece appartengono gli « utili intelligenti » della nostra inchiesta . Io riconosco a tutti il diritto di sbagliare . Ne ho fatto uso anch ' io e non me ne vergogno . Riconosco anche il diritto ai ravvedimenti , purché non coincidano platealmente con i propri interessi , con la propria carriera , con le indicazioni del « potere » presente o supposto , magari a torto , prossimo venturo . Di questi peccati e di queste ipocrisie Bocca non può essere sospettato . Merita sempre rispetto : quando è d ' accordo con noi e quando non lo è . Detto questo , dobbiamo aggiungere che incombe , su Bocca , e su noi che gli siamo amici , un grave pericolo . Poiché il « riflusso » trionfa , la ragione si apre un varco nella dissennatezza , la moderazione è di moda - anche per merito dell ' ultimo Bocca - c ' è il rischio di vederlo ripiombare nella contestazione , nauseato dai troppi consensi , avvilito dal numero e dalla qualità di coloro che abbracciano il suo nuovo corso . Per farlo restare dov ' è , il migliore sistema è di continuare a dirgli che ha torto .
StampaQuotidiana ,
Da alcune settimane corre sulla strada ferrata da Londra a Brighton un treno rapido composto da una serie di salotti e di camere ammobigliate con molta eleganza , illuminate a luce elettrica . Il viaggiatore può passeggiare da capo a fondo il treno , nel quale si trovano sale di lettura , fumoir , restaurant , gabinetto di toeletta , tutto insomma come in un albergo di prim ' ordine . L ' illuminazione s ' ottiene col mezzo di ottanta accumulatori Faure , posti alle due estremità del treno e di lampade Edison distribuite nei vagoni . Gli accumulatori si caricano ogni sera alla stazione Vittoria , servendosi di una piccola macchina dinamo elettrica . Una manovella che può mettere in comunicazione le lampade con gli accumulatori o interruttori , o interrompere la corrente permette di accendere o spegnere a volontà ed istantaneamente le lampade , ciascuna delle quali è munita di un apparecchio speciale con cui si può isolarla dal circuito e quindi spegnerla o accenderla come meglio piace .
IPPICA ESTIVA. VILLA GLORI – AGNANO ( BLANCO ALESSANDRO , 1938 )
StampaPeriodica ,
Pochi avvenimenti di saliente interesse vivificano la cronaca ippica del mese di luglio . Esaurito il ciclo dei grandi premi di galoppo , spenta la eco delle significative affermazioni di Nearco e Bistolfi in campo internazionale , messi a riposo i grossi calibri in vista delle future grandi contese dell ' autunno ; la storia ippica estiva si tesse in tono minore mentre le piste « dal sol di luglio affocate » offrono , specie al galoppo , incontri compensativi per la media classe . In questi periodi , che sono anche nel campo ippico quelli della saldatura , per dirla con una parola del gergo economico - finanziario , si abbozzano i bilanci delle conseguite risultanze e si proiettano sul bianco schermo della pagina del domani , progetti e proponimenti . Profittiamo anche noi della sosta per gettare uno sguardo panoramico sui risultati di Agnano e sulle riunioni in pieno sviluppo a Villa Glori . Ad Agnano , la riunione concentrata in un ristretto numero di giornate , ha presentato una caratteristica prevalente : l ' alta media giornaliera offerta in premi e cioè in ottantamila lire al giorno . II concorso delle scuderie è stato notevole , ma forse non compiutamente adeguato alla veramente cospicua signorilità delle dotazioni offerte dalla benemerita società di Agnano . Ben è vero che più pesante che mai si è fatta sentire la concomitanza con le riunioni di Milano e Torino , come assai incidente lo sviluppato programma livornese che ha tenuto ferme in attesa dell ' Ardenza , tutte le scuderie toscane . Il nutritissimo complesso di prove offerto a San Siro , con quattro convegni settimanali , ha calamitato anche parte del materiale delle scuderie romane che , in genere , dovrebbero logicamente orientarsi verso Napoli , e di conseguenza si è un po ' risentito , sul numero , il contraccolpo della crisi di effettivi che imperversa in Italia . Ad onta di ciò il programma si è svolto in maniera superba , e le varie contese sono sboccate in una serie di risultati regolarissimi e ricchi di ammaestramenti e di indicazioni tecniche . Sopratutto nel campo giovanile le corse napoletane hanno messo in eccellente evidenza un gruppo di ottimi soggetti . Una innovazione è stata attuata quest ' anno in merito alle distanze delle corse dei puledri : esse infatti si sono uniformemente svolte sul chilometro ad eccezione di quattro corse sugli 800 metri . Probabilmente nel prossimo anno si ritornerà all ' antico sistema di far disputare delle corse anche su 1200 e 1300 metri : ne acquisterà un senso di novità ogni contesa e sarà possibile realizzare quelle interessanti deduzioni tecniche che con la ripetizione in serie di corse non è stato possibile catalogare . Una eccellente impressione ha suscitato nei tecnici Sesella , una magnifica puledra da Sandra Botticelli della scuderia Maino , affermatasi galoppatrice di mezzi eccezionali . Sulle tre corse disputate ha realizzato due successi facilissimi ; e una sconfitta non ingloriosa , perché dopo una pessima partenza , non si ritrovava sul percorso con la monta di un allievo e finiva al terzo posto . Fra gli altri soggetti giovanili che ci hanno molto bene impressionati ad Agnano ricorderemo Sociantino , Zurigo , Adda , Obertenga e Montecuccoli . Il programma riservato ai cavalli giovani è stato quello che ha offerto il più significativo complesso di attrattive . Noi riteniamo che sull ' elemento giovanile debba nei programmi estivi di Napoli intelaiarsi la parte preponderante delle contese di massimo rilievo . Il Premio città di Napoli che nelle scorse edizioni aveva visto per tre volte trionfare i gloriosi colori di Dormello è sboccato quest ' anno in usa corsa magnifica , combattuta strenuamente dalla partenza all ' arrivo e risoltasi proprio sulla linea del traguardo in un arrivo fra Prode , Pizzo di Sevo , Califfo che solo la cinematografia ha potuto decifrare in favore del 3a . della Razza del Soldo che si affermava per la più corta delle teste sui due tenacissimi rivali finiti in parità . La prova di appello al città di Napoli , una grossa periziata dotata di 50 mila lire e disputata l ' ultimo giorno della Riunione , non vedeva all ' arrivo né Pizzo né Califfo che erano stati i brillanti protagonisti della settimana precedente . Califfo poteva solo assicurarsi il terzo posto mentre Pizzo di Sevo rimaneva ai nastri e la vittoria era appannaggio di uno dei pesi minimi : Ferruccio , montato con bell ' impegno dall ' anziano , ma energico Alessi . Le riunioni di galoppo ad Agnano si svolgono nelle più contrastanti e complicate stagioni dell ' anno : o quando il solleone imperversa o quando l ' inverno incrudisce con tutti i suoi rigori . Ad onta di ciò appassionata , totalitaria , cooperante si manifesta la simpatia e l ' adesione : lei napoletani . Se però per le riunioni invernali non è possibile concretare provvidenze particolari per meglio assecondare la passione degli sportivi partenopei , per le riunioni estive i dinamici dirigenti di Agnano hanno già approntato studii e progetti per realizzare l ' impianto di illuminazione ed organizzare così i convegni serali . Fin dalla prossima estate , pertanto , sarà forse possibile organizzare le corse al galoppo di sera . Non v ' è chi non veda quale formidabile contributo ad una sana e fervida propaganda porterebbe la realizzazione del grandioso progetto al quale il gr . uff . Salvatore Spinelli sta dando lo slancio della sua fervida e dinamica propulsione . Non sveliamo un segreto infornando che gli studii sono già stati tutti compiuti e ultimati e che è anche stato esaminato un particolarissimo e nuovo sistema di illuminazione che rappresenterà il « non plus ultra » dei modernissimi ritrovati in tale campo . Non ci rimane che formulare l ' augurio di una pronta e brillante realizzazione e quello ancora più fervido di un pieno successo della iniziativa . A Villa Glori i convegni serali si susseguono con un ritmo di costante successo . Il civettuolo ippodromo che con assidua cura i dirigenti incessantemente migliorano e abbelliscono , è diventato il convegno di più alta mondanità e di più saliente attrattiva fra quanti arricchiscono l ' Urbe in questa particolare stagione dell ' anno . Ogni sera la falange degli assidui si infittisce di nuove schiere di appassionati e nelle serate dei grandi premi il movimento è quasi inceppato dal nutrito affollarsi degli appassionati . Invero ogni studio è stato diligentemente fatto per integrare le attrattive tecniche insite nelle serrate contese , attrattive di particolare richiamo spettacolare e mondano . Sul dinamismo realizzatore di Salvatore Spinelli si è inserito quello propulsivo dell ' on . Lando Ferretti : è quindi facile augurare che l ' avvenire riserverà alle fortune e alle realizzazioni dello sport del trotto nella capitale i più luminosi orizzonti . Una prova tangibile l ' abbiamo avuta proprio in questi giorni con la licitazione alla stampa del nuovo programma della Società Villa Glori per la seconda Riunione di Estate che si inizierà il 2 agosto per conchiudersi il 18 settembre attraverso 19 giornate di corse . Per tale periodo , nonostante la particolare incidenza stagionale , la società ha mantenuto inalterata rispetto alla prima riunione la dotazione giornaliera che si aggira sulle 50 mila lire , per un complesso di 900 mila lire per le 19 giornate . La Riunione si impernia sul Premio del Littorio che assurge ad un particolare risalto per la significativa offerta di un Trofeo d ' oro che S . E . il Capo del Governo ha graziosamente concesso agli organizzatori . Questa corsa che ben può qualificarsi come la più significativa contesa di trotto che si disputa in Italia ha una dotazione di 50 mila lire e sarà disputata l ' ultimo giorno della riunione , il 18 settembre , per consentire la totalitaria partecipazione dei migliori soggetti internazionali che prima di tale epoca saranno impegnati all ' estero . La corsa è aperta ai cavalli di 3 anni ed oltre di ogni paese sulla distanza di 2140 metri . Una penalità di 20 m . colpisce i cavalli con velocità di 1,16 o migliore , abbuoni di m . 20 sono concessi alle cavalle estere con velocità di 1,18 o peggiore , di m . 20 agli indigeni che non vinsero 500 mila lire nella carriera , di m . 20 agli indigeni di 4 anni e oltre con velocità di 1,21 o peggiore e che non vinsero nell ' annata L . 100 mila e di m . 20 agli indigeni di 3 anni . Proposizione un po ' complessa ma meditatamente studiata per permettere una combattiva ed equilibrata partecipazione dei migliori indigeni nei confronti degli assi e delle regine americani . Il programma , anche nei riflessi delle altre corse aperte agli internazionali , ha tenuto conto delle attuali contingenze di fatto e ha logicamente tenuto nella dovuta considerazione i cavalli indigeni . Le corse di allevamento offrono una caratteristica innovatrice che sarà certo accolta col più largo favore dai tecnici e dagli interessati : cioè nelle varie proposizioni non esiste ricorso alle velocità conseguite ma solo alle somme vinte , da un determinato periodo , nella misura , nell ' annata o nella carriera . I dirigenti la Villa Glori in sostanza hanno anticipato e fatto loro il voto espresso recentemente dal Comitato Tecnico dell 'E.N.C . T . Naturalmente fissata tale norma tutte le proposizioni di corse , e non solo quelle di allevamento rispecchiano e si uniformano a tale direttiva . In complesso il recente programma segna una evoluzione e si adegua con preciso senso realistico alle condizioni generali che attraversa lo sport del trotto in Italia . È un bene , ci sembra , che i delineatisi orientamenti tecnici trovino proprio in Roma quella pratica impostazione destinata poi a fissare in avvenire quella struttura generale alla quale tutti i compilatori di programmi dovranno attenersi . L ' esperimento nuovo , ma già accolto con spiccata simpatia , merita di essere seguito con fiducia e con attenzione , perché è solo al vaglio della realtà che è possibile trarre norme precise ed istruttive per l ' avvenire . Noi siamo convinti che la via da battere è precisamente quella che i dirigenti la Villa Glori hanno oggi meditatamente e diligentemente prescelto . La realtà , non mancherà di confermare pienamente le nostre previsioni .
Il XX settembre ( Jemolo Arturo Carlo , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Alcuni avvenimenti della storia civile , come la battaglia di Lepanto , furono considerati così lieti per la cattolicità da indurre il Pontefice del tempo ad istituire una festa religiosa in loro ricordo . Mi chiedo se verrà , un giorno , un Papa libero dal peso di ciò che suoi predecessori sentirono , al punto di rendere festivo il giorno di S . Eustachio : il 20 settembre . Perché a distanza di quasi un secolo tutti scorgono che la perdita del potere temporale fu evento sommamente felice per la S . Sede . Non mi pare ci sia più alcuna cerchia cattolica che lo ponga in dubbio . Nel discorso tenuto l ' ottobre scorso all ' Istituto di studi romani , l ' allora cardinal Montini vedeva un disegno della Provvidenza nelle vicende del Papato e dell ' Italia negli ultimi cento anni , e riteneva che bene Cavour avesse affermato poter essere Roma la sola capitale d ' Italia . Sarebbe esagerato l ' attribuire l ' enorme incremento dell ' autorità , del prestigio morale ed anche politico del Papato nel mondo , soltanto alla perdita del potere temporale . Le cause sono molte : una , la rinnovata giovinezza della Chiesa , le generazioni di sacerdoti operosi , entusiasti , che hanno preso il posto di altre , dove gli elementi torpidi o sfiduciati o rassegnati abbondavano ; altresì , il declino , in quello ch ' era l ' ambito tradizionale della cattolicità , del materialismo , della fede incondizionata in una scienza che avrebbe tutto spiegato , non lasciando più posto alcuno al soprannaturale ; altre cause ancora . Ma , pure avverandosi tutte queste , il potere temporale sarebbe sempre rimasto la palla al piede per il Papato ; qualsiasi processo politico , scandalo finanziario , svalutazione di moneta , problema sociale insoluto nello Stato Pontificio ( e come esso avrebbe potuto divenire ad un tratto l ' eldorado ? ) , avrebbe toccato anche il prestigio del capo della cattolicità . Non può affermarsi che il potere temporale fosse sempre stato un peso morto per la Chiesa . Se anche si ricordi il sacco di Roma e , oltre cento anni dopo , le prepotenze dei soldati dell ' ambasciatore francese De Créqui , è difficile pensare che dal Quattrocento al Settecento i pontefici si sarebbero meglio giovati col vivere oggi sui domini di Carlo V , domani su quelli di Francesco I , oggi avere addosso pesante consigliere Filippo Il , domani l ' imperatore Ferdinando . Né in quei secoli un processo politico seguito da una esecuzione capitale in Roma , dava scandalo . Pio IX , guardando ad un passato remoto , non aveva torto ; ma non si rendeva conto di quel che v ' era di mutato , soprattutto dei compiti nuovi , delle nuove possibilità per il Papato , cui il potere temporale contrastava . Questo per la Chiesa . A distanza di quasi cento anni è dato considerare con occhio spassionato anche quel che il 20 settembre rappresentò per l ' Italia . Ciò non implica alcun giudizio sugli uomini che lo vollero . La mia vena moralistica non riesce a guardare con compiacimento quell ' estate del 1870; l ' Italia in luglio ha dichiarato alla Francia di considerare sempre in vita la Convenzione di settembre , cioè l ' impegno di non attaccare e non permettere sia attaccato lo Stato pontificio ; la speranza sempre nutrita di una insurrezione dei romani non si è verificata neppure alla partenza della guarnigione francese ; e tuttavia è il 20 settembre . Ma la monarchia , il gabinetto Lanza , erano veramente coartati ; da nove anni Roma era stata proclamata capitale necessaria d ' Italia ; e la sinistra non dava requie ; all ' aspirazione unitaria s ' erano mescolati l ' anticlericalismo , lo spirito che domina Giambi ed epodi di Carducci , l ' avversione per quello che si riteneva ormai partito conservatore . Gli uomini dello stampo di Sclopis che la sera del 21 settembre indicava nel suo diario la presa di Roma come " una gran bricconata " , erano dei sorpassati . Poste le premesse , non si potevano ormai evitare le conseguenze , la realizzazione del proposito a lungo maturato . Ma quando si considerano gli uomini che posero le premesse , si trova una conferma dell ' umiltà che la storia ispira ; anche i sommi della politica non riescono a prevedere gli sviluppi . Cavour era assillato dai ricordi del '48 , la rivalità tra le città italiane , in specie tra Milano e Torino , ma in fatto dopo il '61 né Napoli , né Milano , né Firenze pretesero a capitale . D ' Azeglio era contrario a Roma per il carattere dei romani , cui preferiva di gran lunga torinesi e fiorentini . Nessuno pensava ai pericoli insiti al grande nome di Roma . Le bellissime pagine di Chabod su L ' idea di Roma li evocano . Per settant ' anni si restò soggiogati dal monito che a Roma non si sta senza una idea universale , e si pensò a volta a volta a Roma capitale del libero pensiero , centro mondiale della scienza , capitale dell ' impero fascista : prima di rassegnarsi alla fatale conseguenza che , accanto alla sede del Papa , quella del capo dello Stato italiano resta seconda . Non cecità di uomini , ma fallacia di ogni previsione ; chi può conoscere il sentire , lo stato d ' animo dei nascituri ? Quella constatazione che a Roma c ' era un seggio che restava più alto del Quirinale riempì d ' amarezza gl ' italiani di due o tre generazioni , lascia oggi indifferenti la maggioranza . Chissà che tra qualche generazione non abbia ad essere segnalata come un vanto , o nel senso che l ' Italia dev ' essere anzitutto paese cattolico , od in quello di una reazione ad ogni forma di orgoglio nazionale . Pio IX non aveva compreso che l ' abbandono del potere temporale apriva alla Chiesa ben più vaste possibilità . Penso che , del pari , i suoi successori tra le due guerre mondiali non si rendessero conto che i concordati - pur avendo costituito in periodo non remoto , in un mondo ostile ma legalitario , una garanzia per la Chiesa - divenivano un inceppo allorché si apriva a questa una prospettiva di vastissima messe tra le anime ; che la religione di Stato , i privilegi , il braccio secolare , l ' invasione di quello ch ' era per l ' innanzi l ' ambito del codice , potevan dar vita a diffidenze e ripugnanze che allontanassero gl ' incerti . Onde la speranza che - al riconoscimento attuale di tutti i cattolici , la perdita di quel potere essere stata evento propizio per la Chiesa - segua un giorno il convincimento che mai la Chiesa sarà tanto amata e rispettata , vedrà affluire più facilmente a sé gli uomini , come quando terrà ben separato ciò che essa deve esigere dai credenti da quel che lo Stato può imporre ai cittadini ; quando cioè non premerà sul legislatore perché la legge religiosa ( così quanto v ' è di peculiare nella concezione cattolica del matrimonio ) , le sanzioni ch ' essa impone ai fedeli , trovino accoglimento nei codici .
Caro Assunta ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Assunta , stia pure tranquillo : non corro nessun rischio di dovermi pentire perché a sua volta la Dc non corre nessun rischio di uscire battuta . Anche se dovesse perdere qualche frangia ( e al Nord forse la perderà , ma per conquistarne un ' altra al Sud ) , essa rimarrà sempre il partito di maggioranza : pericoli di « sorpasso » stavolta non ce ne sono , o ce ne sono infinitamente meno che nel '76 . Lei però mi offende ( sia pure con molto garbo ) sospettando che il mio mutato atteggiamento verso la Dc dipenda da qualche personale rancore verso la dirigenza del suo partito . Sarei proprio un giornalista - e un italiano - da quattro soldi se anteponessi dei risentimenti , per quanto giustificati , ai miei doveri verso il lettore . Non sono io che ho voltato le spalle alla Dc ; è la Dc che - ne convenga - le ha voltate a me e a quanti nel '76 le dettero il voto , anche grazie ai nostri suggerimenti , in base a certi impegni che sono stati mantenuti solo in parte . Lei ha perfettamente ragione di dire che gli altri partiti hanno fatto anche di peggio . Salvo che per i liberali , è vero . Ma dovrà ammettere che la Dc porta sulle spalle delle responsabilità ben più grosse , alle quali l ' attuale dirigenza si mostra del tutto impari . Tuttavia voglio rassicurarla . Noi siamo critici , e spesso anche duramente , verso la Dc : non si può non esserlo . Ma non perdiamo né perderemo occasione per ricordare ai nostri lettori che senza di essa non si può ricostruire nulla , e che quindi auspicarne la disfatta sarebbe da suicidi . Al momento opportuno , noi non chiederemo agli elettori Dc di voltar bandiera . Gli chiederemo soltanto di concentrare il loro voto su quei candidati che prenderanno - se lo prenderanno - impegno scritto di rifiutare - non per ora , come dicono Zaccagnini e i suoi accoliti , ma per sempre - qualsiasi accordo di governo col Pci . Nel '76 noi aiutammo il suo partito appunto perché questo impegno lo aveva preso . Avendo esso manifestato molti cedimenti , e dando segno di volerne ancora fare , il partito non ci sentiamo di aiutarlo . Ma aiuteremo coloro che vi si sono mostrati e danno qualche garanzia di volervi restare fedeli . Come vede , io non volto le spalle . Rimango sulla mia linea , pronto ad aiutare i democristiani che la condividono , ma quelli soli . Per concludere , vorrei chiarire una cosa . Alcuni lettori mi rimproverano di spostare troppo spesso le mie simpatie dall ' uno all ' altro partito . Ma si tratta di un ' illusione ottica . Io sono sempre sulle mie posizioni . Quando un partito le condivide o almeno vi si avvicina , lo sostengo . Quando se ne allontana , lo attacco . Ebbi un duro scontro con La Malfa ( e Dio solo sa quanto mi costò , sul piano affettivo ) quando favoriva il compromesso storico ; quando invertì la marcia , ridiventai - con sollievo - suo sostenitore . Ma era stato lui a spostarsi , non io . E così con la Dc . Quando vi prevale la linea degasperiana , l ' appoggio ; quando vi prevale la linea morotea , la combatto . Ma non venite a dirmi che vi tradisco . Siete voi che tradite me ( e voi stessi ) .
StampaQuotidiana ,
Un anno fa un telefono era collocato fra Manchester e Liverpool . Era una linea telefonica particolare posta a spese di una grande manifattura di Manchester . L ' ufficio postale stabilì ora tra codeste due città inglesi un doppio filo telefonico ad uso degli abbuonati che hanno già sottoscritto in grandissimo numero a questo meraviglioso modo di comunicazione verbale . La distanza tra le due città non è minore di 50 chilometri : si tratta pure di stabilire un servizio telefonico fra Parigi e Versailles .