StampaQuotidiana ,
Caro
Ortolani
,
il
caso
che
lei
cita
è
senza
dubbio
vero
.
Risulta
anche
a
me
che
subito
dopo
la
liberazione
il
Partito
socialista
era
pieno
di
comunisti
in
servizio
comandato
.
Probabilmente
ce
ne
sono
ancora
.
Ma
questo
non
è
certo
il
caso
di
Lombardi
,
personaggio
rovinoso
,
annunciatore
di
tempeste
,
che
ha
provocato
un
mare
di
guai
con
la
sua
tenace
pretesa
di
applicare
le
sue
astratte
utopie
a
una
realtà
che
vi
si
ribella
;
ma
di
specchiata
onestà
,
in
buona
fede
,
e
perfino
privo
di
ambizioni
di
potere
.
Quanto
a
De
Martino
,
considerandolo
un
traditore
,
lei
lo
sopravvaluta
.
Per
tradire
ci
vuole
un
cinismo
ma
anche
un
'
intelligenza
,
di
cui
questo
sonnolento
bonzo
non
ha
mai
dato
segno
.
Che
non
sia
un
vero
socialista
,
lo
penso
anch
'
io
.
Ma
nemmeno
un
comunista
.
E
solo
l
'
ultimo
scampolo
di
quel
Partito
d
'
azione
,
i
cui
naufraghi
,
ad
eccezione
di
La
Malfa
,
hanno
appestato
tutti
i
partiti
in
cui
si
sono
accasati
.
Bisogna
però
dire
che
quello
socialista
si
è
mostrato
il
più
congeniale
al
contagio
per
la
sua
mancanza
di
un
sicuro
ancoraggio
ideologico
e
per
le
sue
endemiche
risse
e
divisioni
interne
.
Ci
sarebbe
un
lungo
discorso
da
fare
sull
'
ostinato
rifiuto
di
questo
partito
a
costruirsi
una
dottrina
indipendente
da
quella
del
Pci
-
come
hanno
fatto
tutti
gli
altri
socialismi
europei
-
,
che
fu
il
tormento
dei
suoi
uomini
migliori
,
i
Turati
,
i
Treves
,
i
Momigliano
,
e
a
lasciare
sempre
il
passo
a
quelli
peggiori
.
Ma
stiamo
all
'
attualità
.
Craxi
ha
tentato
di
dare
al
Psi
una
sua
autonomia
culturale
e
strategica
.
Finché
si
è
trattato
della
prima
,
i
suoi
avversari
lo
hanno
lasciato
fare
:
non
per
convinzione
,
credo
,
ma
per
totale
sordità
a
questo
genere
di
cose
:
per
loro
,
che
il
socialismo
italiano
ripudi
Lenin
per
adottare
Proudhon
non
è
un
problema
serio
,
anche
perché
probabilmente
non
conoscono
né
l
'
uno
né
l
'
altro
.
Ma
quando
si
è
trattato
di
tradurre
sul
piano
concreto
l
'
autonomia
dai
comunisti
,
sono
tornati
a
litigare
e
a
dividersi
rivelando
la
solita
e
ormai
storica
indecisione
a
tutto
.
Non
so
se
Craxi
abbia
commesso
,
sul
piano
tattico
,
degli
errori
,
come
alcuni
gli
rimproverano
.
Secondo
me
,
il
vero
errore
lo
ha
commesso
iscrivendosi
a
quel
partito
e
illudendosi
di
poterne
fare
qualcosa
di
coerente
,
efficiente
e
modernamente
europeo
.
Lo
dico
con
tristezza
perché
una
liberal
-
democrazia
coi
socialisti
vive
male
,
ma
senza
i
socialisti
non
vive
affatto
.
Ed
è
questo
che
dapprincipio
non
capirono
alcuni
nostri
lettori
che
scambiarono
per
una
nostra
conversione
al
socialismo
(
figuriamoci
!
)
quello
che
era
invece
l
'
interesse
di
un
vero
liberale
(
Giolitti
e
De
Gasperi
insegnino
)
ad
avere
come
interlocutore
e
dirimpettaio
un
partito
socialista
con
cui
si
potesse
ragionare
.
I
soliti
sogni
,
purtroppo
.
Ma
quali
altri
possiamo
fare
?
StampaQuotidiana ,
L
Amministrazione
delle
ferrovie
meridionali
ha
disposto
degli
studi
per
mettere
in
servizio
quanto
prima
sulle
linee
calabro
-
sicule
,
delle
vetture
a
letto
,
di
cui
fin
qui
si
è
lamentata
la
mancanza
su
queste
strade
ferrate
.
StampaPeriodica ,
In
tutta
Italia
è
un
fiorire
di
campi
,
di
piscine
,
di
palestre
,
di
impianti
sportivi
del
Regime
.
Sono
del
Regime
nello
spirito
,
nei
fini
e
nella
struttura
.
Superfluo
dire
il
perché
sono
fascisti
nello
spirito
e
nei
fini
.
Quanto
alla
loro
impostazione
e
costruzione
è
noto
come
esista
un
modello
fisso
di
campi
sportivi
del
Littorio
,
della
massima
economicità
e
praticità
,
del
tutto
rispondenti
alle
specifiche
esigenze
tecniche
.
Modello
al
quale
ogni
nuova
costruzione
si
attiene
ed
ogni
precedente
man
mano
si
uniforma
.
Per
le
organizzazioni
della
G.I.L.
e
del
Dopolavoro
,
vi
si
annettono
impianti
che
oltre
all
'
atletica
,
al
calcio
,
alla
pallacanestro
,
consentano
altre
attività
di
palestra
,
schermistiche
,
pugilistiche
,
lotta
,
pesi
,
ecc
.
sino
agli
specchi
d
'
acqua
,
coperti
o
scoperti
,
che
stanno
sorgendo
anch
'
essi
in
ogni
parte
d
'
Italia
e
che
tra
pochi
anni
trasformeranno
un
popolo
di
camminatori
come
il
nostro
,
anche
in
un
popolo
di
nuotatori
.
Pare
una
favola
?
...
Sarà
una
realtà
,
e
a
scadenza
più
rapida
che
non
si
pensi
.
Miracoli
dell
'
era
nuova
.
Anzi
,
perché
miracoli
?
Conseguenza
logica
di
mentalità
trasformata
,
di
azione
irresistibile
.
Dobbiamo
rilevare
che
anche
ad
uno
sport
che
poteva
ritenersi
dal
tempo
e
dai
mezzi
meccanici
superato
,
l
'
ippica
cioè
,
ci
si
dedichi
con
vero
entusiasmo
e
su
scala
assai
vasta
.
Il
cavallo
è
un
prezioso
elemento
di
sport
,
di
educazione
fisica
e
militare
,
di
fiero
e
gentile
spirito
cavalleresco
.
E
tutti
possono
dedicarsi
al
culto
dell
'
ippica
.
Non
diciamo
di
quella
che
attrae
le
folle
intorno
agli
steccati
degli
ippodromi
e
ai
picchetti
degli
allibratori
,
che
ha
anch
'
essa
ragion
di
vita
,
ma
ove
restasse
isolata
e
fine
a
se
stessa
,
sarebbe
davvero
un
guaio
grosso
,
indicazione
certa
di
decadenza
.
Parliamo
dello
sport
«
equitazione
»
,
per
cui
chiunque
,
atleta
specializzato
o
sportivo
generico
,
maschio
o
femmina
,
adulto
o
adolescente
,
può
mettersi
in
sella
e
convenientemente
addestrarsi
a
tutti
i
passi
e
gli
esercizi
di
maneggio
,
a
tutte
le
varietà
di
ostacoli
che
un
avveduto
pilotaggio
del
nobile
animale
può
consentire
.
Scuola
di
coraggio
,
di
misura
,
di
sensibilità
,
l
'
equitazione
.
Una
volta
pareva
riservato
privilegio
delle
classi
nobiliari
o
di
alta
borghesia
,
lo
sport
del
cavallo
.
Infatti
non
era
alla
portata
delle
medie
possibilità
economiche
.
Oggi
,
attraverso
la
G.I.L.
,
la
Milizia
e
il
C
.
O
.
N
.
I
.
gli
accessi
all
'
equitazione
sono
ampi
ed
agevoli
,
tanto
vero
che
gli
adepti
si
sono
moltiplicati
al
punto
che
si
è
reso
necessario
di
pensare
ad
un
aumento
o
ad
un
ampliamento
,
ovunque
,
dei
terreni
e
degli
impianti
per
l
'
esercizio
sempre
più
diffuso
dell
'
equitazione
.
Che
ancora
,
per
esempio
,
nel
suo
giuoco
tipico
,
il
polo
a
cavallo
ha
,
nel
senso
propagandistico
,
molta
strada
da
fare
,
e
tuttavia
,
tecnicamente
,
da
parte
dei
suoi
cultori
ha
raggiunto
un
elevato
livello
internazionale
.
Ma
in
quanto
a
campi
,
alla
frequenza
in
essi
e
al
numero
degli
appassionati
,
l
'
equitazione
in
Italia
marcia
a
grandi
tappe
verso
le
mete
più
luminose
.
Basta
del
resto
tener
dietro
all
'
aumento
delle
richieste
di
soggetti
presso
i
nostri
allevamenti
,
sempre
più
fiorenti
,
e
che
sono
per
l
'
appunto
intesi
oggi
a
produrre
il
cavallo
«
tipo
sport
»
.
L
'
Urbe
ha
dato
un
esempio
egregio
per
la
istituzione
di
un
centro
di
equitazione
modello
.
E
per
diretto
incitamento
delle
alte
gerarchie
del
Partito
e
per
pronta
e
feconda
comprensione
di
dirigenti
e
tecnici
della
Società
Romana
di
Equitazione
.
Esisteva
già
dalla
...
nascita
di
Villa
Borghese
il
trotter
famoso
,
dalla
parte
di
Porta
Pinciana
,
riservato
a
semplici
passeggiate
e
moderate
galoppate
della
mondanità
sportiva
romana
,
e
di
quella
straniera
ospite
dell
'
Urbe
.
Romanticismo
,
in
verità
.
E
tale
lo
ricordiamo
ancora
non
troppi
anni
addietro
.
Lungo
l
'
arborato
e
fresco
anello
di
sabbia
,
dallo
sviluppo
di
circa
1200
metri
si
caracollava
con
composta
serietà
(
cavalieri
,
amazzoni
,
ufficiali
,
scudieri
,
attendenti
;
un
imponente
maestro
di
equitazione
seguito
da
un
gentile
codazzo
di
apprendiste
)
e
si
suonava
l
'
allarme
quando
qualche
raro
spericolato
al
gran
galoppo
chiedeva
strada
.
Nel
mezzo
del
prato
,
giuochi
vari
,
compreso
il
calcio
,
tra
un
gruppo
e
l
'
altro
di
mucche
ruminanti
,
con
un
trapelare
qua
e
là
,
di
tra
l
'
erba
e
i
fossatelli
,
di
amori
ancillari
...
Una
prima
trasformazione
quel
prato
la
subì
qualche
anno
fa
.
Fu
diviso
in
mezzo
da
uno
steccato
,
metà
rimase
al
pubblico
,
e
l
'
altra
,
munita
di
siepi
e
modesti
ostacoli
,
fu
riservata
agli
amanti
del
vivere
pericolosamente
,
mentre
alle
cavalcature
e
ai
cavalcatori
di
buon
carattere
rimaneva
sempre
il
circuito
deambulatorio
.
Ma
insomma
le
esigenze
dei
frequentatori
crescevano
giorno
per
giorno
.
Gli
annuali
concorsi
ippici
di
Piazza
di
Siena
mettevano
il
pepe
su
molte
selle
e
l
'
argento
vivo
nelle
vene
di
quella
che
è
la
gioventù
del
Littorio
,
anche
se
qualche
alto
esponente
di
questa
sta
mettendo
i
capelli
bianchi
e
occupa
posti
di
comando
e
poltrone
che
in
relazione
ai
tempi
nemmeno
esse
vogliono
essere
più
tali
e
stanno
tra
il
seggiolino
della
carlinga
,
una
sella
di
motocicletta
,
l
'
insellatura
di
un
puledro
e
un
cavallo
da
palestra
da
saltarsi
a
volo
radente
...
Non
poteva
andare
avanti
col
tran
-
tran
dei
tempi
del
cardinal
Borghese
quel
galoppatoio
.
nè
soddisfaceva
più
quell
'
aggiunta
degli
ostacoli
a
scartamento
ridotto
.
E
nemmeno
,
più
tardi
,
sino
a
pochi
mesi
or
sono
,
quel
pur
razionale
campo
di
ostacoli
messo
su
in
un
primo
tempo
dalla
Società
Romana
di
Equitazione
.
Si
è
voluto
alfine
dal
Presidente
della
Società
stessa
,
il
Ministro
Segretario
del
Partito
,
un
impianto
sportivo
,
equestre
,
del
Regime
,
degno
in
tutto
e
per
tutto
dell
'
Urbe
e
delle
fiere
esigenze
dell
'
equitazione
nazionale
quale
oggi
si
presenta
.
E
poiché
non
è
detto
che
tutti
possano
avere
per
il
dovuto
esercizio
libere
proprio
le
ore
del
giorno
,
si
è
pensato
anche
alle
ore
della
notte
.
Illuminazione
.
Illuminazione
a
giorno
.
E
poi
nella
stagione
estiva
,
chi
avrebbe
avuto
cuore
di
cimentare
la
cavalcatura
sotto
il
solleone
?
Ecco
invece
risolto
il
problema
,
come
a
Villa
Glori
e
come
in
tutti
gli
Ippodromi
attrezzati
per
le
«
notturne
»
.
Con
la
differenza
che
qui
ci
si
specializza
nell
'
esercizio
del
maneggio
e
nella
ostacolistica
.
La
visibilità
è
perfetta
.
L
'
inaugurazione
,
alla
presenza
del
Ministro
Segretario
del
Partito
,
fu
un
trionfo
.
E
una
maravigliosa
soddisfazione
di
ogni
sera
è
recarsi
a
questo
campo
ostacoli
,
unico
del
genere
,
dove
chi
non
ha
a
disposizione
le
prime
ore
del
mattino
e
quelle
del
tardo
pomeriggio
,
utilizza
quelle
della
notte
,
che
forse
per
l
'
innanzi
sprecava
in
guise
inconsistenti
.
A
che
vale
descrivere
minutamente
questo
campo
?
E
'
un
terreno
d
'
equitazione
assolutamente
perfetto
,
a
cui
su
d
'
un
aereato
ed
accogliente
terrapieno
a
terrazzo
si
aggiunge
un
luogo
di
ritrovo
(
musica
,
danza
,
servizio
di
bar
)
da
formare
la
delizia
di
chi
al
severo
costume
sportivo
sa
accoppiare
con
la
dovuta
misura
le
signorili
abitudini
e
le
lecite
soddisfazioni
del
mondo
elegante
.
Poiché
sport
,
educazione
fisica
,
preparazione
militare
in
regime
fascista
non
sono
certo
musoneria
,
astinenza
aggrondata
,
rinunzia
vuota
.
E
'
disciplina
fisica
e
morale
,
ma
anche
sorriso
e
gioia
,
è
vita
vivente
.
StampaQuotidiana ,
Meina
,
30
luglio
,
notte
-
Thomas
Mann
,
premio
Nobel
per
la
letteratura
,
era
oggi
a
Meina
,
ospite
dell
'
editore
Mondadori
.
È
un
uomo
alto
,
coi
capelli
corti
e
divisi
da
una
scriminatura
a
sinistra
,
d
'
aspetto
assai
più
giovane
dei
72
anni
che
ha
,
tanto
che
non
mi
sembra
molto
diverso
dal
ritratto
che
ne
vidi
quasi
vent
'
anni
fa
.
È
signore
nei
modi
e
sicuro
nella
conversazione
anche
sotto
i
lampi
di
magnesio
dei
fotografi
e
i
lampi
di
quelle
domande
un
po
'
disordinate
e
un
po
'
improvvisate
che
fanno
i
giornalisti
.
Ma
quando
nel
rispondere
è
troppo
impulsivo
e
oltrepassa
il
limite
di
prudenza
in
dichiarazioni
alla
stampa
,
interviene
la
moglie
,
vigile
e
cortese
a
richiamarlo
.
Anche
i
premi
Nobel
hanno
infatti
bisogno
di
una
buona
moglie
.
Thomas
Mann
parla
preferibilmente
in
tedesco
,
sebbene
conosca
anche
l
'
inglese
,
il
francese
e
qualcosa
d
'
italiano
.
Gli
abbiamo
chiesto
,
quasi
per
scherzo
,
d
'
indicarci
i
nomi
dei
tre
scrittori
europei
viventi
che
giudica
più
importanti
.
Ha
risposto
:
«G.B
.
Shaw
,
André
Gide
»
.
Ma
il
terzo
non
riusciva
a
trovarlo
.
Infine
si
è
deciso
,
e
ha
concluso
candidamente
:
«
Il
terzo
sono
io
»
.
Aveva
ragione
,
ed
anzi
io
metterei
il
suo
nome
al
primo
posto
.
Né
può
dispiacere
la
risposta
,
se
viene
dall
'
autore
dei
Buddenbrook
,
della
Montagna
incantata
e
della
quadrilogia
Giuseppe
e
i
suoi
fratelli
.
D
'
altra
parte
,
Mann
è
troppo
vicino
,
per
affinità
elettiva
,
al
Goethe
che
disse
una
volta
:
«
Solo
gli
straccioni
sono
modesti
»
,
per
non
avere
il
coraggio
di
simili
candori
.
È
lo
scrittore
moderno
che
più
estesamente
e
più
coerentemente
ha
lavorato
;
e
anche
questa
sua
sicurezza
di
non
sbagliare
è
goethiana
.
E
anche
il
suo
amore
del
reale
come
vero
ideale
.
Credo
che
una
delle
soddisfazioni
della
sua
vita
sia
stato
l
'
incidente
che
nel
1933
toccò
ai
figli
Erika
e
Klaus
,
i
quali
furono
arrestati
per
errore
a
Stoccolma
nelle
medesime
circostanze
in
cui
egli
aveva
fatto
arrestare
il
protagonista
del
romanzo
Tonio
Kroeger
:
perché
un
romanziere
come
lui
inventa
,
sì
,
ma
inventa
la
vita
reale
.
In
quel
medesimo
libro
,
quarant
'
anni
fa
,
Mann
dichiarava
il
proprio
amore
per
tutto
ciò
che
è
umano
,
vivente
,
abituale
,
per
gli
esseri
chiari
,
felici
,
amabili
;
e
con
ciò
si
professava
scrittore
borghese
.
Gli
ho
domandato
dunque
,
bruscamente
,
se
oggi
si
professa
ancora
come
in
quel
tempo
di
giovinezza
.
«
No
»
ha
risposto
.
«
Ho
visto
molte
sofferenze
;
ed
oggi
il
mio
pensiero
va
verso
l
'avvenire.»
«
Ma
»
gli
ho
osservato
«
anche
nel
1932
egli
guardava
all
'
avvenire
,
ancora
nel
nome
della
borghesia
,
poiché
,
in
un
discorso
su
Goethe
,
invitava
la
borghesia
a
staccarsi
dai
sentimentalismi
,
ad
assumere
le
proprie
responsabilità
e
a
volgersi
coraggiosamente
al
domani
,
se
non
voleva
perdersi
.
»
«
Crede
»
ho
insistito
«
che
la
borghesia
abbia
oggi
assunto
le
sue
responsabilità
e
si
sia
volta
all
'
avvenire
?
»
«
No
»
ha
risposto
;
ed
era
malinconico
.
«
La
borghesia
si
è
perduta
nel
fascismo
e
nel
nazismo
.
»
Era
un
giudizio
duro
;
forse
troppo
.
Ma
l
'
esilio
e
le
delusioni
hanno
indurito
i
giudizi
di
quest
'
uomo
.
Soprattutto
verso
il
proprio
Paese
egli
è
aspro
.
Ricordo
la
lettera
aperta
che
,
nel
1945
,
egli
rivolse
allo
scrittore
tedesco
Walter
von
Molo
,
dal
quale
era
stato
invitato
a
rientrare
in
Germania
per
aiutare
il
Paese
con
l
'
azione
e
con
il
consiglio
.
Mann
ripudiava
l
'
antica
patria
che
lo
aveva
perseguitato
,
e
dichiarava
il
proprio
affetto
verso
gli
Stati
Uniti
,
dei
quali
era
diventato
cittadino
.
Ma
poi
,
nell
'
ultima
parte
della
lettera
,
lo
sopraffacevano
sentimenti
incancellabili
,
e
la
nostalgia
,
e
il
dolore
.
Oggi
conferma
quei
giudizi
:
con
la
medesima
nostalgia
sottaciuta
.
Ma
,
venuto
in
Europa
,
non
metterà
piede
in
Germania
,
non
rivedrà
la
sua
Lubecca
.
Da
Meina
andrà
a
Zurigo
;
poi
in
Olanda
,
e
s
'
imbarcherà
per
tornare
in
California
dove
lo
aspettano
i
figli
,
i
nipoti
,
i
generi
,
tra
i
quali
ultimi
è
G.A.
Borgese
.
Il
rancore
è
troppo
forte
perché
egli
possa
godere
la
commozione
del
ritorno
.
Non
ha
potuto
vivere
con
la
felicità
del
suo
Goethe
.
Dal
1933
è
un
esiliato
;
lui
,
nato
da
signori
,
per
vivere
da
signore
.
E
la
sua
voce
sottintende
ancora
la
domanda
che
egli
scrisse
in
fine
alla
Montagna
incantata
,
accomiatandosi
dal
protagonista
Giovanni
Castorp
allontanato
verso
il
ferro
,
il
fuoco
e
il
fango
della
prima
guerra
mondiale
:
«
Da
questa
festa
mondiale
della
morte
,
da
questo
delirio
che
incendia
intorno
a
noi
la
notte
piovosa
,
sorgerà
un
giorno
l
'
amore
?
»
.
Ma
,
dopo
la
seconda
festa
mondiale
della
morte
,
la
domanda
è
debole
,
senza
speranza
.
Mann
è
stato
,
come
tutti
,
sconfitto
.
StampaQuotidiana ,
Non
ho
alcuna
riluttanza
,
caro
Possenti
,
ad
affrontare
il
«
caso
Bocca
»
.
E
'
vero
:
in
altri
tempi
gli
articoli
,
le
prese
di
posizione
,
gli
atteggiamenti
di
Bocca
servirono
da
avallo
alle
tesi
di
aspiranti
rivoluzionari
che
non
sapevano
quel
che
volevano
,
ma
lo
volevano
subito
.
Quando
lei
ci
si
arrabbiava
mi
ci
arrabbiavo
anch
'
io
,
per
motivi
generali
e
per
motivi
personali
.
Del
giornalista
avevo
sempre
ammirato
la
capacità
e
l
'
efficacia
,
dell
'
uomo
avevo
sempre
stimato
la
indiscussa
probità
:
e
non
sapevo
darmi
pace
nel
vedere
queste
qualità
,
così
rare
nel
panorama
intellettuale
italiano
,
messe
al
servizio
di
cause
sbagliate
.
«
Bastian
contrario
»
per
istinto
e
per
scelta
,
Bocca
portava
acqua
,
senza
volerlo
,
al
mulino
della
faciloneria
populista
,
e
copriva
con
la
sua
autorevolezza
onesta
le
più
spregiudicate
manovre
di
molti
furbastri
.
Tutto
questo
non
l
'
ho
dimenticato
.
Ma
non
ho
neppure
dimenticato
,
e
non
dimentico
,
che
Bocca
ad
un
certo
punto
guardò
attorno
a
sé
,
e
constatò
da
chi
fosse
composto
,
e
verso
quali
traguardi
stesse
marciando
l
'
esercito
,
smisuratamente
ingrossato
,
che
issava
stendardi
con
i
suoi
slogans
e
con
le
sue
denunce
.
La
compagnia
non
gli
piacque
.
Era
troppo
becera
e
troppo
numerosa
,
per
i
suoi
gusti
.
E
mirava
a
traguardi
assai
diversi
da
quelli
che
egli
aveva
indicato
,
magari
idealizzandoli
ingenuamente
.
Si
era
battuto
contro
il
grigio
conformismo
democristiano
,
e
stava
per
essere
travolto
da
un
altro
conformismo
,
meno
molle
,
meno
tollerante
,
meno
bonario
.
Voleva
maggiori
libertà
,
e
assisteva
allo
spettacolo
di
una
intolleranza
violenta
,
nelle
università
e
nelle
piazze
.
Predicava
una
società
austera
,
rigorosa
,
ed
aveva
aiutato
a
far
trionfare
il
facilismo
,
il
rifiuto
del
lavoro
,
il
disordine
,
la
demagogia
prepotente
.
Aveva
puntato
l
'
indice
contro
il
terrorismo
fascista
,
e
assisteva
con
sgomento
al
proliferare
delle
Br
,
dei
Nap
,
insomma
del
«
partito
armato
»
rosso
.
Di
fronte
a
questa
realtà
Bocca
non
ha
chiuso
gli
occhi
;
non
ha
avuto
paura
di
restare
isolato
,
e
di
essere
di
nuovo
,
come
vuole
la
sua
vocazione
,
minoritario
.
Ha
riconosciuto
i
suoi
errori
senza
invocare
scusanti
o
attenuanti
,
ha
deplorato
le
degenerazioni
che
le
sue
idee
avevano
subìto
,
ha
sacrificato
una
popolarità
facile
al
rispetto
della
verità
.
La
sua
conversione
è
venuta
prima
che
il
partito
comunista
desse
ad
essa
il
«
placet
»
,
e
non
è
mai
stata
-
né
è
ora
-
in
sintonia
con
le
parole
d
'
ordine
di
Berlinguer
.
Bocca
ha
«
rifluito
»
prima
che
«
rifluisse
»
la
massa
degli
opportunisti
.
Il
suo
verbo
,
in
anni
passati
osannato
,
è
ora
esecrato
nelle
grandi
e
piccole
sagrestie
dell
'
ultrasinistra
.
Ammetto
senz
'
altro
che
in
un
certo
momento
Bocca
sia
stato
un
«
utile
intelligente
»
.
Ma
ora
,
restando
intelligente
,
non
è
più
utile
,
anzi
è
dannoso
ai
propalatori
di
luoghi
comuni
,
di
dogmi
prefabbricati
,
di
bugie
comode
.
Categoria
alla
quale
invece
appartengono
gli
«
utili
intelligenti
»
della
nostra
inchiesta
.
Io
riconosco
a
tutti
il
diritto
di
sbagliare
.
Ne
ho
fatto
uso
anch
'
io
e
non
me
ne
vergogno
.
Riconosco
anche
il
diritto
ai
ravvedimenti
,
purché
non
coincidano
platealmente
con
i
propri
interessi
,
con
la
propria
carriera
,
con
le
indicazioni
del
«
potere
»
presente
o
supposto
,
magari
a
torto
,
prossimo
venturo
.
Di
questi
peccati
e
di
queste
ipocrisie
Bocca
non
può
essere
sospettato
.
Merita
sempre
rispetto
:
quando
è
d
'
accordo
con
noi
e
quando
non
lo
è
.
Detto
questo
,
dobbiamo
aggiungere
che
incombe
,
su
Bocca
,
e
su
noi
che
gli
siamo
amici
,
un
grave
pericolo
.
Poiché
il
«
riflusso
»
trionfa
,
la
ragione
si
apre
un
varco
nella
dissennatezza
,
la
moderazione
è
di
moda
-
anche
per
merito
dell
'
ultimo
Bocca
-
c
'
è
il
rischio
di
vederlo
ripiombare
nella
contestazione
,
nauseato
dai
troppi
consensi
,
avvilito
dal
numero
e
dalla
qualità
di
coloro
che
abbracciano
il
suo
nuovo
corso
.
Per
farlo
restare
dov
'
è
,
il
migliore
sistema
è
di
continuare
a
dirgli
che
ha
torto
.
StampaQuotidiana ,
Da
alcune
settimane
corre
sulla
strada
ferrata
da
Londra
a
Brighton
un
treno
rapido
composto
da
una
serie
di
salotti
e
di
camere
ammobigliate
con
molta
eleganza
,
illuminate
a
luce
elettrica
.
Il
viaggiatore
può
passeggiare
da
capo
a
fondo
il
treno
,
nel
quale
si
trovano
sale
di
lettura
,
fumoir
,
restaurant
,
gabinetto
di
toeletta
,
tutto
insomma
come
in
un
albergo
di
prim
'
ordine
.
L
'
illuminazione
s
'
ottiene
col
mezzo
di
ottanta
accumulatori
Faure
,
posti
alle
due
estremità
del
treno
e
di
lampade
Edison
distribuite
nei
vagoni
.
Gli
accumulatori
si
caricano
ogni
sera
alla
stazione
Vittoria
,
servendosi
di
una
piccola
macchina
dinamo
elettrica
.
Una
manovella
che
può
mettere
in
comunicazione
le
lampade
con
gli
accumulatori
o
interruttori
,
o
interrompere
la
corrente
permette
di
accendere
o
spegnere
a
volontà
ed
istantaneamente
le
lampade
,
ciascuna
delle
quali
è
munita
di
un
apparecchio
speciale
con
cui
si
può
isolarla
dal
circuito
e
quindi
spegnerla
o
accenderla
come
meglio
piace
.
StampaPeriodica ,
Pochi
avvenimenti
di
saliente
interesse
vivificano
la
cronaca
ippica
del
mese
di
luglio
.
Esaurito
il
ciclo
dei
grandi
premi
di
galoppo
,
spenta
la
eco
delle
significative
affermazioni
di
Nearco
e
Bistolfi
in
campo
internazionale
,
messi
a
riposo
i
grossi
calibri
in
vista
delle
future
grandi
contese
dell
'
autunno
;
la
storia
ippica
estiva
si
tesse
in
tono
minore
mentre
le
piste
«
dal
sol
di
luglio
affocate
»
offrono
,
specie
al
galoppo
,
incontri
compensativi
per
la
media
classe
.
In
questi
periodi
,
che
sono
anche
nel
campo
ippico
quelli
della
saldatura
,
per
dirla
con
una
parola
del
gergo
economico
-
finanziario
,
si
abbozzano
i
bilanci
delle
conseguite
risultanze
e
si
proiettano
sul
bianco
schermo
della
pagina
del
domani
,
progetti
e
proponimenti
.
Profittiamo
anche
noi
della
sosta
per
gettare
uno
sguardo
panoramico
sui
risultati
di
Agnano
e
sulle
riunioni
in
pieno
sviluppo
a
Villa
Glori
.
Ad
Agnano
,
la
riunione
concentrata
in
un
ristretto
numero
di
giornate
,
ha
presentato
una
caratteristica
prevalente
:
l
'
alta
media
giornaliera
offerta
in
premi
e
cioè
in
ottantamila
lire
al
giorno
.
II
concorso
delle
scuderie
è
stato
notevole
,
ma
forse
non
compiutamente
adeguato
alla
veramente
cospicua
signorilità
delle
dotazioni
offerte
dalla
benemerita
società
di
Agnano
.
Ben
è
vero
che
più
pesante
che
mai
si
è
fatta
sentire
la
concomitanza
con
le
riunioni
di
Milano
e
Torino
,
come
assai
incidente
lo
sviluppato
programma
livornese
che
ha
tenuto
ferme
in
attesa
dell
'
Ardenza
,
tutte
le
scuderie
toscane
.
Il
nutritissimo
complesso
di
prove
offerto
a
San
Siro
,
con
quattro
convegni
settimanali
,
ha
calamitato
anche
parte
del
materiale
delle
scuderie
romane
che
,
in
genere
,
dovrebbero
logicamente
orientarsi
verso
Napoli
,
e
di
conseguenza
si
è
un
po
'
risentito
,
sul
numero
,
il
contraccolpo
della
crisi
di
effettivi
che
imperversa
in
Italia
.
Ad
onta
di
ciò
il
programma
si
è
svolto
in
maniera
superba
,
e
le
varie
contese
sono
sboccate
in
una
serie
di
risultati
regolarissimi
e
ricchi
di
ammaestramenti
e
di
indicazioni
tecniche
.
Sopratutto
nel
campo
giovanile
le
corse
napoletane
hanno
messo
in
eccellente
evidenza
un
gruppo
di
ottimi
soggetti
.
Una
innovazione
è
stata
attuata
quest
'
anno
in
merito
alle
distanze
delle
corse
dei
puledri
:
esse
infatti
si
sono
uniformemente
svolte
sul
chilometro
ad
eccezione
di
quattro
corse
sugli
800
metri
.
Probabilmente
nel
prossimo
anno
si
ritornerà
all
'
antico
sistema
di
far
disputare
delle
corse
anche
su
1200
e
1300
metri
:
ne
acquisterà
un
senso
di
novità
ogni
contesa
e
sarà
possibile
realizzare
quelle
interessanti
deduzioni
tecniche
che
con
la
ripetizione
in
serie
di
corse
non
è
stato
possibile
catalogare
.
Una
eccellente
impressione
ha
suscitato
nei
tecnici
Sesella
,
una
magnifica
puledra
da
Sandra
Botticelli
della
scuderia
Maino
,
affermatasi
galoppatrice
di
mezzi
eccezionali
.
Sulle
tre
corse
disputate
ha
realizzato
due
successi
facilissimi
;
e
una
sconfitta
non
ingloriosa
,
perché
dopo
una
pessima
partenza
,
non
si
ritrovava
sul
percorso
con
la
monta
di
un
allievo
e
finiva
al
terzo
posto
.
Fra
gli
altri
soggetti
giovanili
che
ci
hanno
molto
bene
impressionati
ad
Agnano
ricorderemo
Sociantino
,
Zurigo
,
Adda
,
Obertenga
e
Montecuccoli
.
Il
programma
riservato
ai
cavalli
giovani
è
stato
quello
che
ha
offerto
il
più
significativo
complesso
di
attrattive
.
Noi
riteniamo
che
sull
'
elemento
giovanile
debba
nei
programmi
estivi
di
Napoli
intelaiarsi
la
parte
preponderante
delle
contese
di
massimo
rilievo
.
Il
Premio
città
di
Napoli
che
nelle
scorse
edizioni
aveva
visto
per
tre
volte
trionfare
i
gloriosi
colori
di
Dormello
è
sboccato
quest
'
anno
in
usa
corsa
magnifica
,
combattuta
strenuamente
dalla
partenza
all
'
arrivo
e
risoltasi
proprio
sulla
linea
del
traguardo
in
un
arrivo
fra
Prode
,
Pizzo
di
Sevo
,
Califfo
che
solo
la
cinematografia
ha
potuto
decifrare
in
favore
del
3a
.
della
Razza
del
Soldo
che
si
affermava
per
la
più
corta
delle
teste
sui
due
tenacissimi
rivali
finiti
in
parità
.
La
prova
di
appello
al
città
di
Napoli
,
una
grossa
periziata
dotata
di
50
mila
lire
e
disputata
l
'
ultimo
giorno
della
Riunione
,
non
vedeva
all
'
arrivo
né
Pizzo
né
Califfo
che
erano
stati
i
brillanti
protagonisti
della
settimana
precedente
.
Califfo
poteva
solo
assicurarsi
il
terzo
posto
mentre
Pizzo
di
Sevo
rimaneva
ai
nastri
e
la
vittoria
era
appannaggio
di
uno
dei
pesi
minimi
:
Ferruccio
,
montato
con
bell
'
impegno
dall
'
anziano
,
ma
energico
Alessi
.
Le
riunioni
di
galoppo
ad
Agnano
si
svolgono
nelle
più
contrastanti
e
complicate
stagioni
dell
'
anno
:
o
quando
il
solleone
imperversa
o
quando
l
'
inverno
incrudisce
con
tutti
i
suoi
rigori
.
Ad
onta
di
ciò
appassionata
,
totalitaria
,
cooperante
si
manifesta
la
simpatia
e
l
'
adesione
:
lei
napoletani
.
Se
però
per
le
riunioni
invernali
non
è
possibile
concretare
provvidenze
particolari
per
meglio
assecondare
la
passione
degli
sportivi
partenopei
,
per
le
riunioni
estive
i
dinamici
dirigenti
di
Agnano
hanno
già
approntato
studii
e
progetti
per
realizzare
l
'
impianto
di
illuminazione
ed
organizzare
così
i
convegni
serali
.
Fin
dalla
prossima
estate
,
pertanto
,
sarà
forse
possibile
organizzare
le
corse
al
galoppo
di
sera
.
Non
v
'
è
chi
non
veda
quale
formidabile
contributo
ad
una
sana
e
fervida
propaganda
porterebbe
la
realizzazione
del
grandioso
progetto
al
quale
il
gr
.
uff
.
Salvatore
Spinelli
sta
dando
lo
slancio
della
sua
fervida
e
dinamica
propulsione
.
Non
sveliamo
un
segreto
infornando
che
gli
studii
sono
già
stati
tutti
compiuti
e
ultimati
e
che
è
anche
stato
esaminato
un
particolarissimo
e
nuovo
sistema
di
illuminazione
che
rappresenterà
il
«
non
plus
ultra
»
dei
modernissimi
ritrovati
in
tale
campo
.
Non
ci
rimane
che
formulare
l
'
augurio
di
una
pronta
e
brillante
realizzazione
e
quello
ancora
più
fervido
di
un
pieno
successo
della
iniziativa
.
A
Villa
Glori
i
convegni
serali
si
susseguono
con
un
ritmo
di
costante
successo
.
Il
civettuolo
ippodromo
che
con
assidua
cura
i
dirigenti
incessantemente
migliorano
e
abbelliscono
,
è
diventato
il
convegno
di
più
alta
mondanità
e
di
più
saliente
attrattiva
fra
quanti
arricchiscono
l
'
Urbe
in
questa
particolare
stagione
dell
'
anno
.
Ogni
sera
la
falange
degli
assidui
si
infittisce
di
nuove
schiere
di
appassionati
e
nelle
serate
dei
grandi
premi
il
movimento
è
quasi
inceppato
dal
nutrito
affollarsi
degli
appassionati
.
Invero
ogni
studio
è
stato
diligentemente
fatto
per
integrare
le
attrattive
tecniche
insite
nelle
serrate
contese
,
attrattive
di
particolare
richiamo
spettacolare
e
mondano
.
Sul
dinamismo
realizzatore
di
Salvatore
Spinelli
si
è
inserito
quello
propulsivo
dell
'
on
.
Lando
Ferretti
:
è
quindi
facile
augurare
che
l
'
avvenire
riserverà
alle
fortune
e
alle
realizzazioni
dello
sport
del
trotto
nella
capitale
i
più
luminosi
orizzonti
.
Una
prova
tangibile
l
'
abbiamo
avuta
proprio
in
questi
giorni
con
la
licitazione
alla
stampa
del
nuovo
programma
della
Società
Villa
Glori
per
la
seconda
Riunione
di
Estate
che
si
inizierà
il
2
agosto
per
conchiudersi
il
18
settembre
attraverso
19
giornate
di
corse
.
Per
tale
periodo
,
nonostante
la
particolare
incidenza
stagionale
,
la
società
ha
mantenuto
inalterata
rispetto
alla
prima
riunione
la
dotazione
giornaliera
che
si
aggira
sulle
50
mila
lire
,
per
un
complesso
di
900
mila
lire
per
le
19
giornate
.
La
Riunione
si
impernia
sul
Premio
del
Littorio
che
assurge
ad
un
particolare
risalto
per
la
significativa
offerta
di
un
Trofeo
d
'
oro
che
S
.
E
.
il
Capo
del
Governo
ha
graziosamente
concesso
agli
organizzatori
.
Questa
corsa
che
ben
può
qualificarsi
come
la
più
significativa
contesa
di
trotto
che
si
disputa
in
Italia
ha
una
dotazione
di
50
mila
lire
e
sarà
disputata
l
'
ultimo
giorno
della
riunione
,
il
18
settembre
,
per
consentire
la
totalitaria
partecipazione
dei
migliori
soggetti
internazionali
che
prima
di
tale
epoca
saranno
impegnati
all
'
estero
.
La
corsa
è
aperta
ai
cavalli
di
3
anni
ed
oltre
di
ogni
paese
sulla
distanza
di
2140
metri
.
Una
penalità
di
20
m
.
colpisce
i
cavalli
con
velocità
di
1,16
o
migliore
,
abbuoni
di
m
.
20
sono
concessi
alle
cavalle
estere
con
velocità
di
1,18
o
peggiore
,
di
m
.
20
agli
indigeni
che
non
vinsero
500
mila
lire
nella
carriera
,
di
m
.
20
agli
indigeni
di
4
anni
e
oltre
con
velocità
di
1,21
o
peggiore
e
che
non
vinsero
nell
'
annata
L
.
100
mila
e
di
m
.
20
agli
indigeni
di
3
anni
.
Proposizione
un
po
'
complessa
ma
meditatamente
studiata
per
permettere
una
combattiva
ed
equilibrata
partecipazione
dei
migliori
indigeni
nei
confronti
degli
assi
e
delle
regine
americani
.
Il
programma
,
anche
nei
riflessi
delle
altre
corse
aperte
agli
internazionali
,
ha
tenuto
conto
delle
attuali
contingenze
di
fatto
e
ha
logicamente
tenuto
nella
dovuta
considerazione
i
cavalli
indigeni
.
Le
corse
di
allevamento
offrono
una
caratteristica
innovatrice
che
sarà
certo
accolta
col
più
largo
favore
dai
tecnici
e
dagli
interessati
:
cioè
nelle
varie
proposizioni
non
esiste
ricorso
alle
velocità
conseguite
ma
solo
alle
somme
vinte
,
da
un
determinato
periodo
,
nella
misura
,
nell
'
annata
o
nella
carriera
.
I
dirigenti
la
Villa
Glori
in
sostanza
hanno
anticipato
e
fatto
loro
il
voto
espresso
recentemente
dal
Comitato
Tecnico
dell
'E.N.C
.
T
.
Naturalmente
fissata
tale
norma
tutte
le
proposizioni
di
corse
,
e
non
solo
quelle
di
allevamento
rispecchiano
e
si
uniformano
a
tale
direttiva
.
In
complesso
il
recente
programma
segna
una
evoluzione
e
si
adegua
con
preciso
senso
realistico
alle
condizioni
generali
che
attraversa
lo
sport
del
trotto
in
Italia
.
È
un
bene
,
ci
sembra
,
che
i
delineatisi
orientamenti
tecnici
trovino
proprio
in
Roma
quella
pratica
impostazione
destinata
poi
a
fissare
in
avvenire
quella
struttura
generale
alla
quale
tutti
i
compilatori
di
programmi
dovranno
attenersi
.
L
'
esperimento
nuovo
,
ma
già
accolto
con
spiccata
simpatia
,
merita
di
essere
seguito
con
fiducia
e
con
attenzione
,
perché
è
solo
al
vaglio
della
realtà
che
è
possibile
trarre
norme
precise
ed
istruttive
per
l
'
avvenire
.
Noi
siamo
convinti
che
la
via
da
battere
è
precisamente
quella
che
i
dirigenti
la
Villa
Glori
hanno
oggi
meditatamente
e
diligentemente
prescelto
.
La
realtà
,
non
mancherà
di
confermare
pienamente
le
nostre
previsioni
.
StampaQuotidiana ,
Alcuni
avvenimenti
della
storia
civile
,
come
la
battaglia
di
Lepanto
,
furono
considerati
così
lieti
per
la
cattolicità
da
indurre
il
Pontefice
del
tempo
ad
istituire
una
festa
religiosa
in
loro
ricordo
.
Mi
chiedo
se
verrà
,
un
giorno
,
un
Papa
libero
dal
peso
di
ciò
che
suoi
predecessori
sentirono
,
al
punto
di
rendere
festivo
il
giorno
di
S
.
Eustachio
:
il
20
settembre
.
Perché
a
distanza
di
quasi
un
secolo
tutti
scorgono
che
la
perdita
del
potere
temporale
fu
evento
sommamente
felice
per
la
S
.
Sede
.
Non
mi
pare
ci
sia
più
alcuna
cerchia
cattolica
che
lo
ponga
in
dubbio
.
Nel
discorso
tenuto
l
'
ottobre
scorso
all
'
Istituto
di
studi
romani
,
l
'
allora
cardinal
Montini
vedeva
un
disegno
della
Provvidenza
nelle
vicende
del
Papato
e
dell
'
Italia
negli
ultimi
cento
anni
,
e
riteneva
che
bene
Cavour
avesse
affermato
poter
essere
Roma
la
sola
capitale
d
'
Italia
.
Sarebbe
esagerato
l
'
attribuire
l
'
enorme
incremento
dell
'
autorità
,
del
prestigio
morale
ed
anche
politico
del
Papato
nel
mondo
,
soltanto
alla
perdita
del
potere
temporale
.
Le
cause
sono
molte
:
una
,
la
rinnovata
giovinezza
della
Chiesa
,
le
generazioni
di
sacerdoti
operosi
,
entusiasti
,
che
hanno
preso
il
posto
di
altre
,
dove
gli
elementi
torpidi
o
sfiduciati
o
rassegnati
abbondavano
;
altresì
,
il
declino
,
in
quello
ch
'
era
l
'
ambito
tradizionale
della
cattolicità
,
del
materialismo
,
della
fede
incondizionata
in
una
scienza
che
avrebbe
tutto
spiegato
,
non
lasciando
più
posto
alcuno
al
soprannaturale
;
altre
cause
ancora
.
Ma
,
pure
avverandosi
tutte
queste
,
il
potere
temporale
sarebbe
sempre
rimasto
la
palla
al
piede
per
il
Papato
;
qualsiasi
processo
politico
,
scandalo
finanziario
,
svalutazione
di
moneta
,
problema
sociale
insoluto
nello
Stato
Pontificio
(
e
come
esso
avrebbe
potuto
divenire
ad
un
tratto
l
'
eldorado
?
)
,
avrebbe
toccato
anche
il
prestigio
del
capo
della
cattolicità
.
Non
può
affermarsi
che
il
potere
temporale
fosse
sempre
stato
un
peso
morto
per
la
Chiesa
.
Se
anche
si
ricordi
il
sacco
di
Roma
e
,
oltre
cento
anni
dopo
,
le
prepotenze
dei
soldati
dell
'
ambasciatore
francese
De
Créqui
,
è
difficile
pensare
che
dal
Quattrocento
al
Settecento
i
pontefici
si
sarebbero
meglio
giovati
col
vivere
oggi
sui
domini
di
Carlo
V
,
domani
su
quelli
di
Francesco
I
,
oggi
avere
addosso
pesante
consigliere
Filippo
Il
,
domani
l
'
imperatore
Ferdinando
.
Né
in
quei
secoli
un
processo
politico
seguito
da
una
esecuzione
capitale
in
Roma
,
dava
scandalo
.
Pio
IX
,
guardando
ad
un
passato
remoto
,
non
aveva
torto
;
ma
non
si
rendeva
conto
di
quel
che
v
'
era
di
mutato
,
soprattutto
dei
compiti
nuovi
,
delle
nuove
possibilità
per
il
Papato
,
cui
il
potere
temporale
contrastava
.
Questo
per
la
Chiesa
.
A
distanza
di
quasi
cento
anni
è
dato
considerare
con
occhio
spassionato
anche
quel
che
il
20
settembre
rappresentò
per
l
'
Italia
.
Ciò
non
implica
alcun
giudizio
sugli
uomini
che
lo
vollero
.
La
mia
vena
moralistica
non
riesce
a
guardare
con
compiacimento
quell
'
estate
del
1870;
l
'
Italia
in
luglio
ha
dichiarato
alla
Francia
di
considerare
sempre
in
vita
la
Convenzione
di
settembre
,
cioè
l
'
impegno
di
non
attaccare
e
non
permettere
sia
attaccato
lo
Stato
pontificio
;
la
speranza
sempre
nutrita
di
una
insurrezione
dei
romani
non
si
è
verificata
neppure
alla
partenza
della
guarnigione
francese
;
e
tuttavia
è
il
20
settembre
.
Ma
la
monarchia
,
il
gabinetto
Lanza
,
erano
veramente
coartati
;
da
nove
anni
Roma
era
stata
proclamata
capitale
necessaria
d
'
Italia
;
e
la
sinistra
non
dava
requie
;
all
'
aspirazione
unitaria
s
'
erano
mescolati
l
'
anticlericalismo
,
lo
spirito
che
domina
Giambi
ed
epodi
di
Carducci
,
l
'
avversione
per
quello
che
si
riteneva
ormai
partito
conservatore
.
Gli
uomini
dello
stampo
di
Sclopis
che
la
sera
del
21
settembre
indicava
nel
suo
diario
la
presa
di
Roma
come
"
una
gran
bricconata
"
,
erano
dei
sorpassati
.
Poste
le
premesse
,
non
si
potevano
ormai
evitare
le
conseguenze
,
la
realizzazione
del
proposito
a
lungo
maturato
.
Ma
quando
si
considerano
gli
uomini
che
posero
le
premesse
,
si
trova
una
conferma
dell
'
umiltà
che
la
storia
ispira
;
anche
i
sommi
della
politica
non
riescono
a
prevedere
gli
sviluppi
.
Cavour
era
assillato
dai
ricordi
del
'48
,
la
rivalità
tra
le
città
italiane
,
in
specie
tra
Milano
e
Torino
,
ma
in
fatto
dopo
il
'61
né
Napoli
,
né
Milano
,
né
Firenze
pretesero
a
capitale
.
D
'
Azeglio
era
contrario
a
Roma
per
il
carattere
dei
romani
,
cui
preferiva
di
gran
lunga
torinesi
e
fiorentini
.
Nessuno
pensava
ai
pericoli
insiti
al
grande
nome
di
Roma
.
Le
bellissime
pagine
di
Chabod
su
L
'
idea
di
Roma
li
evocano
.
Per
settant
'
anni
si
restò
soggiogati
dal
monito
che
a
Roma
non
si
sta
senza
una
idea
universale
,
e
si
pensò
a
volta
a
volta
a
Roma
capitale
del
libero
pensiero
,
centro
mondiale
della
scienza
,
capitale
dell
'
impero
fascista
:
prima
di
rassegnarsi
alla
fatale
conseguenza
che
,
accanto
alla
sede
del
Papa
,
quella
del
capo
dello
Stato
italiano
resta
seconda
.
Non
cecità
di
uomini
,
ma
fallacia
di
ogni
previsione
;
chi
può
conoscere
il
sentire
,
lo
stato
d
'
animo
dei
nascituri
?
Quella
constatazione
che
a
Roma
c
'
era
un
seggio
che
restava
più
alto
del
Quirinale
riempì
d
'
amarezza
gl
'
italiani
di
due
o
tre
generazioni
,
lascia
oggi
indifferenti
la
maggioranza
.
Chissà
che
tra
qualche
generazione
non
abbia
ad
essere
segnalata
come
un
vanto
,
o
nel
senso
che
l
'
Italia
dev
'
essere
anzitutto
paese
cattolico
,
od
in
quello
di
una
reazione
ad
ogni
forma
di
orgoglio
nazionale
.
Pio
IX
non
aveva
compreso
che
l
'
abbandono
del
potere
temporale
apriva
alla
Chiesa
ben
più
vaste
possibilità
.
Penso
che
,
del
pari
,
i
suoi
successori
tra
le
due
guerre
mondiali
non
si
rendessero
conto
che
i
concordati
-
pur
avendo
costituito
in
periodo
non
remoto
,
in
un
mondo
ostile
ma
legalitario
,
una
garanzia
per
la
Chiesa
-
divenivano
un
inceppo
allorché
si
apriva
a
questa
una
prospettiva
di
vastissima
messe
tra
le
anime
;
che
la
religione
di
Stato
,
i
privilegi
,
il
braccio
secolare
,
l
'
invasione
di
quello
ch
'
era
per
l
'
innanzi
l
'
ambito
del
codice
,
potevan
dar
vita
a
diffidenze
e
ripugnanze
che
allontanassero
gl
'
incerti
.
Onde
la
speranza
che
-
al
riconoscimento
attuale
di
tutti
i
cattolici
,
la
perdita
di
quel
potere
essere
stata
evento
propizio
per
la
Chiesa
-
segua
un
giorno
il
convincimento
che
mai
la
Chiesa
sarà
tanto
amata
e
rispettata
,
vedrà
affluire
più
facilmente
a
sé
gli
uomini
,
come
quando
terrà
ben
separato
ciò
che
essa
deve
esigere
dai
credenti
da
quel
che
lo
Stato
può
imporre
ai
cittadini
;
quando
cioè
non
premerà
sul
legislatore
perché
la
legge
religiosa
(
così
quanto
v
'
è
di
peculiare
nella
concezione
cattolica
del
matrimonio
)
,
le
sanzioni
ch
'
essa
impone
ai
fedeli
,
trovino
accoglimento
nei
codici
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Assunta
,
stia
pure
tranquillo
:
non
corro
nessun
rischio
di
dovermi
pentire
perché
a
sua
volta
la
Dc
non
corre
nessun
rischio
di
uscire
battuta
.
Anche
se
dovesse
perdere
qualche
frangia
(
e
al
Nord
forse
la
perderà
,
ma
per
conquistarne
un
'
altra
al
Sud
)
,
essa
rimarrà
sempre
il
partito
di
maggioranza
:
pericoli
di
«
sorpasso
»
stavolta
non
ce
ne
sono
,
o
ce
ne
sono
infinitamente
meno
che
nel
'76
.
Lei
però
mi
offende
(
sia
pure
con
molto
garbo
)
sospettando
che
il
mio
mutato
atteggiamento
verso
la
Dc
dipenda
da
qualche
personale
rancore
verso
la
dirigenza
del
suo
partito
.
Sarei
proprio
un
giornalista
-
e
un
italiano
-
da
quattro
soldi
se
anteponessi
dei
risentimenti
,
per
quanto
giustificati
,
ai
miei
doveri
verso
il
lettore
.
Non
sono
io
che
ho
voltato
le
spalle
alla
Dc
;
è
la
Dc
che
-
ne
convenga
-
le
ha
voltate
a
me
e
a
quanti
nel
'76
le
dettero
il
voto
,
anche
grazie
ai
nostri
suggerimenti
,
in
base
a
certi
impegni
che
sono
stati
mantenuti
solo
in
parte
.
Lei
ha
perfettamente
ragione
di
dire
che
gli
altri
partiti
hanno
fatto
anche
di
peggio
.
Salvo
che
per
i
liberali
,
è
vero
.
Ma
dovrà
ammettere
che
la
Dc
porta
sulle
spalle
delle
responsabilità
ben
più
grosse
,
alle
quali
l
'
attuale
dirigenza
si
mostra
del
tutto
impari
.
Tuttavia
voglio
rassicurarla
.
Noi
siamo
critici
,
e
spesso
anche
duramente
,
verso
la
Dc
:
non
si
può
non
esserlo
.
Ma
non
perdiamo
né
perderemo
occasione
per
ricordare
ai
nostri
lettori
che
senza
di
essa
non
si
può
ricostruire
nulla
,
e
che
quindi
auspicarne
la
disfatta
sarebbe
da
suicidi
.
Al
momento
opportuno
,
noi
non
chiederemo
agli
elettori
Dc
di
voltar
bandiera
.
Gli
chiederemo
soltanto
di
concentrare
il
loro
voto
su
quei
candidati
che
prenderanno
-
se
lo
prenderanno
-
impegno
scritto
di
rifiutare
-
non
per
ora
,
come
dicono
Zaccagnini
e
i
suoi
accoliti
,
ma
per
sempre
-
qualsiasi
accordo
di
governo
col
Pci
.
Nel
'76
noi
aiutammo
il
suo
partito
appunto
perché
questo
impegno
lo
aveva
preso
.
Avendo
esso
manifestato
molti
cedimenti
,
e
dando
segno
di
volerne
ancora
fare
,
il
partito
non
ci
sentiamo
di
aiutarlo
.
Ma
aiuteremo
coloro
che
vi
si
sono
mostrati
e
danno
qualche
garanzia
di
volervi
restare
fedeli
.
Come
vede
,
io
non
volto
le
spalle
.
Rimango
sulla
mia
linea
,
pronto
ad
aiutare
i
democristiani
che
la
condividono
,
ma
quelli
soli
.
Per
concludere
,
vorrei
chiarire
una
cosa
.
Alcuni
lettori
mi
rimproverano
di
spostare
troppo
spesso
le
mie
simpatie
dall
'
uno
all
'
altro
partito
.
Ma
si
tratta
di
un
'
illusione
ottica
.
Io
sono
sempre
sulle
mie
posizioni
.
Quando
un
partito
le
condivide
o
almeno
vi
si
avvicina
,
lo
sostengo
.
Quando
se
ne
allontana
,
lo
attacco
.
Ebbi
un
duro
scontro
con
La
Malfa
(
e
Dio
solo
sa
quanto
mi
costò
,
sul
piano
affettivo
)
quando
favoriva
il
compromesso
storico
;
quando
invertì
la
marcia
,
ridiventai
-
con
sollievo
-
suo
sostenitore
.
Ma
era
stato
lui
a
spostarsi
,
non
io
.
E
così
con
la
Dc
.
Quando
vi
prevale
la
linea
degasperiana
,
l
'
appoggio
;
quando
vi
prevale
la
linea
morotea
,
la
combatto
.
Ma
non
venite
a
dirmi
che
vi
tradisco
.
Siete
voi
che
tradite
me
(
e
voi
stessi
)
.
StampaQuotidiana ,
Un
anno
fa
un
telefono
era
collocato
fra
Manchester
e
Liverpool
.
Era
una
linea
telefonica
particolare
posta
a
spese
di
una
grande
manifattura
di
Manchester
.
L
'
ufficio
postale
stabilì
ora
tra
codeste
due
città
inglesi
un
doppio
filo
telefonico
ad
uso
degli
abbuonati
che
hanno
già
sottoscritto
in
grandissimo
numero
a
questo
meraviglioso
modo
di
comunicazione
verbale
.
La
distanza
tra
le
due
città
non
è
minore
di
50
chilometri
:
si
tratta
pure
di
stabilire
un
servizio
telefonico
fra
Parigi
e
Versailles
.