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FESTA DI MOTORI IN LAGUNA ( BOSCOLO-ANZOLETTI ARMANDO , 1938 )
StampaPeriodica ,
Chi conosce Venezia solo nel quadro , ormai oleografico , dei rii silenti con le gondole accoglienti che i vogatori discreti conducono sotto il chiaro di luna di tra l ' ombre oblunghe dei vecchi palazzi patrizi , non può avere idea di una Venezia vestita a nuovo per la festa dei motori . Ma anche così , con questo suo sfondo vitale per quanto meno romantico , Venezia è pur sempre bella , vorremmo anzi dire ch ' essa è più bella per quest ' altra malia men nota che ha il Bacino in fragore . I vecchi veneziani che vivono solo per la loro città dalla vita quieta , hanno aperto tanto d ' occhi vedendo sorgere le tribune imponenti sulla nuova Riva dell ' Impero , poi loro che non si fermano mai a leggere i manifesti murali - han visto caracollare sulle acque del Bacino alcuni infernali piccoli scafi che borbottavano una strana canzone metallica . In Canalazzo intanto son finite le chiazze oleose perse da quei piccoli mostriciattoli tonanti , chiazze che sono andate sin nei rii più nascosti a dar notizia di vigilia del Gran Premio Motonautico . E sulla Riva dell ' Impero , al sole d ' un luglio estroso , è stato levato un piccolo pavese di bandiere dei Paesi presenti alle prove veneziane , alle due giornate di passione sportiva vissuta nel nome della Serenissima . Si dice passione sportiva perché una folla enorme di spettatori s ' è affollata sulle tribune e durante il sabato e durante la domenica delle gare . Tutta Venezia s ' è riversata qui , dagli ospiti cosmopoliti agli sportivi locali ; solo i colombi , quei vecchi tranquilli colombi delle Procuratie si sono spaventati a tanto rumore e si sono rannicchiati sotto i volti dei palazzi e delle chiese istoriate . Ma i colombi non sono abbisognati per riempire le tribune affollate d ' un pubblico che sapeva perfettamente il valore delle competizioni in programma . Si trattava infatti di una prova per il campionato mondiale e di quattro gare per il campionato italiano . Complesso di manifestazioni quindi di sommo interesse essendo di scena non solo fuoribordo di tre diverse classi , ma pure motoscafi da corsa di 400 , 800 e 1.200 chili . E ' specialmente quest ' ultima categoria quella che ha portato alla ribalta del mondo sportivo la gara di Venezia in quanto la competizione a carattere intercontinentale è stata , tra l ' altro , dotata anche di Coppe del Re Imperatore e del Duce . Tale gara di motoscafi da corsa da 1.200 chili o , come più comunemente si dice , da 12 litri è stata un po ' il fulcro della riunione veneziana rivestendo essa il carattere di prima prova per il campionato mondiale della categoria . Valore eccezionale quindi di una competizione che da sola ha valso a richiamare la folla cosmopolita del Lido , quella sportiva di ogni centro della Penisola e sovrattutto un temibilissimo concorrente d ' oltre Oceano . John Rutherford , infatti , accogliendo l ' invito del suo amico conte Theo Rossi , ha voluto venir a correre la bella avventura sulle acque della Laguna movimentando così particolarmente una già bellissima riunione , anche se alla resa dei conti i risultai sono stati tutt ' altro che pari alle previsioni . Diciamo così per le basse medie raggiunte e anche perché nelle due prove è mancata completamente la lotta , non solo , ma in entrambi i casi si è finito per avere una semplice corsa ad uno . Impossibilitati ad intervenire i due francesi , Barrère e Piquerez , senza notizie del tedesco Mayenburg , hanno preso il « via » nella prima prova del Gran Premio Motonautico di Venezia prova del campionato mondiale i soli Rutherford , Cattaneo e Rossi . Senonché la battaglia a tre è stata brevissima con un Cattaneo costretto al ritiro già al primo giro e con lo « Juno » immobilizzato al nono . Come se non bastasse tuttavia il risultato si è ripetuto nella seconda prova , questa volta però ai danni di Theo Rossi costretto a vedere l ' indisturbata vittoria dell ' americano . Ha vinto il migliore ? Se lo son chiesto tanti degli spettatori mentre è inutile parlare , discutere sulla superiorità di uno o dell ' altro perché sono eloquenti le velocità raggiunte dai due diversi scafi . Escluso a priori l ' « Asso » che seppur accusante velocità superiore non ha dimostrato praticamente il suo valore , l ' « Alagi » di Rossi ha reso a ragion veduta molto di più dello « Juno » se non altro almeno perchè l ' italiano ha realizzato una media generale di 99,923 ed una sul giro di 112,970 contro 93,732 e 100 dell ' americano . Sarebbe stato tuttavia interessante vedere , in confronto diretto e completo , i due avversari che così non hanno potuto rendere a dovere come ebbe a dire dopo la prima prova vittoriosa - al gen . Vaccaro il conte Rossi : u Non spingevo perchè mi sentivo troppo solo » . Allo scafo di Rutherford deve del resto aver nuociuto , come ci faceva personalmente osservare poche ore avanti della gara lo stesso conte Ravizza , la lunga traversata ed il celerissimo trasporto terrestre ( un giorno da Napoli a Venezia ) senza dare possibilità al pilota di provare il motore prima della competizione . Si aggiunga che Rutherford ha corso sempre con tanto di compressore e vedrete poi se egli non doveva venir considerato inizialmente come disponente di un motore inferiore . Di contro i nostri spettatori hanno potuto rendersi esatto conto della stabilità notevole dello scafo americano che sembrava non subire minimamente le influenze ... sussultorie del movimentato percorso - circuito . La tendenza alla stabilità nelle costruzioni americane è provata del resto pure dal « Baby Juno » , lo scafo con il quale Maud Rutherford la bionda compagna del vincitore della Coppa del Duce si è piazzata al secondo posto tra i motoscafi da corsa 400 e 800 chili . La questione si può basare tutta sul sistema italiano che sinora ha teso sempre ad ottenere barche atte a correre per superare primati . Oggi pertanto , specie nella classe dei 400 chili , abbiamo degli scafi velocissimi , velocità però accresciuta procurando una riduzione di dimensioni a tutto detrimento della stabilità dell ' imbarcazione . Ecco perché tanto indovinato è tale indirizzo per quanto si riferisce a scafi speciali per superare , su basi misurate e tranquille , primati di categoria quanto esso è errato per correre in circuito dove le acque mosse richiedono sufficienti doti di stabilità . È questo il caso tipico del primatista romano Franco Venturi che , pur dopo la magnifica sua prodezza di Sabaudia ( km . 83,230 sulle 24 miglia ) , malgrado una prova eccellente di coraggio ed abilità non ha saputo resistere al treno regolarissimo imposto da Passarin . Ma l ' ennesimo « Mariella » , questa volta vittorioso , senza metter da parte lo scopo primo , « velocità » , ha donato il suo bravo peso a quell ' altro elemento basilare che è la « stabilità » . È merito completo di Passarin questo di aver voluto fare una imbarcazione da circuito , vale a dire una imbarcazione che , ospitando i 330 cavalli di un motore « Alfa Romeo » , può poggiare sempre su criteri razionali di costruzione , criteri sinora non seguiti per alcun altro motoscafo da 400 chili . Proprio qui , cioè nella stabilità ridotta , vanno ricercate le ragioni degli incidenti di Moretti , Lapeyre , Roncoroni e Franco Venturi il quale ultimo attuale primatista di categoria ha fatto per breve tempo pensare che , grazie all ' audacia ed alla abilità personali , la vittoria potesse finire in ... Campidoglio . Se la poca stabilità ha prodotto tali conseguenze fra i motoscafi , vale a dire tra imbarcazioni che se anche più veloci possono pur sempre contare su una maggiore superficie di immersione e di galleggiamento , lasciamo ai lettori pensare ai danni subiti dai fuoribordo che , passando sulle acque scompigliate dalle scie , sembravano in qualche momento invasati dalla misteriosa forza che produce il non meno famigerato ballo di San Vito . Dopo una gara di queste fuoribordo da corsa di classe « C » vedemmo infatti una sequenza di imbarcazioni ( sei o sette ) rimorchiate da una gondola , senza contare i concorrenti attraccati alle « briccole » o naviganti a ... remi , spettacolo curioso di un raduno di motori . Salvo questo inconveniente , del resto la gara è stata ottima sotto ogni rapporto anche perché animata dallo splendido inseguimento di Guerini il quale però ha finito per rimanere vittima della sua stessa generosa condotta di gara . La competizione è stata pertanto appannaggio di un pilota dalle pretese limitate e sfruttanti la situazione creatasi con i ritiri di Guerini e Pedrali - Noy . Si tratta tuttavia d ' un buon corridore accorto e abile , il cremonese Sabatucci che ha avuto come avversari più duri da piegare il consocio Morosi , il napoletano Scalero ed altri ancora tra cui il francese Mayet . Gara giudiziosa quella del vincitore , malgrado ciò però si sono registrati dei discreti risultati tecnici , in primo piano il giro più veloce di Guerini ( km . 67,331 ) . Se appassionante , agli effetti di una affermazione dell ' industria e dei piloti nazionali , è stata la prova dei fuoribordo di classe « C » , entusiasmante addirittura è risultata la competizione di classe « A » , dove la Luchini ha gareggiato con generosità non certo inferiore a quella di Guerini ; peccato che la prova sia stata tanto bella quanto sfortunata giacché la gentile guidatrice è stata costretta a ritirarsi dopo aver guidato per parecchi giri . Sfortuna nera , « pegola » come dicono i triestini e lacrimuccie femminili perché si è dovuto dar via libera a quegli altri che potevano rincorrere quella chimera pur donna che è la « vittoria » e che a Venezia ha voluto donarsi solo ai cavalieri dell ' acqua . Il rito nuziale ( ! ) della categoria è stato celebrato per Carlo Toselli , un pilota che non si è peritato di superare ... anticavallerescamente ma in modo sportivissimo la signorina Lombardi che ha vendicato l ' amica Luchini facendo tirar il collo al vincitore e lasciandosi dietro la poppa molti altri uomini . Piccole vendette del debole sesso che conquista ormai tanto spavaldamente le poltrone sportive che un tempo eran riserbate solo agli uomini . In tutte le gare veneziane ( nella prima prova dei 12 litri la Rutherford ha corso con il compagno ) all ' infuori di una - sono state presenti le donne ; solo nei fuoribordo da corsa di classe « X » infatti non ci sono state signorine e la competizione ( che le gentili piloti siano come la famosa coda del diavolo ? ) è stata l ' unica ad andar via senza sussulti anche se Sestini ha tentato di soffiar forte nel fuoco con quei suoi 80 km . sul giro . La gara infatti l ' ha vinta comodamente Augusto Romani regolante senza molta difficoltà Scalero e Forni quando ormai gli « ossi » , tipo Casalini , Schiller , Segurini , erano stati liquidati per incidenti o bagni involontari . Gara piana insomma . « Ma se c ' eravamo noi ... » ha detto una signorina lasciandoci la conclusione . Sì , se c ' eran le donne sarebbero stati dolori perché son loro che hanno un diavolo per capello ( o per cappello ? ) e si buttan nella lotta peggio degli uomini anche se ora , mentre qualche ritardatario continua a girare in bacino col fuori bordo tonante , anche se ora ripetiamo una di loro è seduta sulle tribune , intenta a passarsi il rossetto sulle labbra arse dalla salsedine . Poco lungi , quel vecchietto brontolone che non legge mai i manifesti murali e che ama Venezia quieta è ritornato a sedersi sulla panchina della Riva dell ' Impero , proprio sotto alle tribune quasi vuote . Un colombo curioso è venuto forse a vedere se è finito quell ' inferno di motori che è durato due giorni e che non ha lasciato dormire un attimo l ' acqua del Bacino ; i compagni di questo ficcanaso hanno intanto ripreso i loro voli intorno all ' angelo del « campaniel » mentre le ragazze d ' ogni paese son tornate al Lido per arrostire quelle loro belle schiene al sole d ' Italia .
Il concordato è immutabile? ( Jemolo Arturo Carlo , 1962 )
StampaQuotidiana ,
La Corte Costituzionale non ha deciso la questione se l ' articolo 5 del Concordato , nella norma per cui " i sacerdoti apostati o irretiti da censura non potranno essere assunti né conservati in un insegnamento , in un ufficio od in un impiego , nei quali siano a contatto immediato col pubblico " , resti in vigore sotto l ' impero della Costituzione repubblicana . La Corte ha ritenuto che la questione non le fosse stata sottoposta da un organo giurisdizionale , e quindi non fosse suscettibile di esame secondo la sua legge fondamentale . Non dubito dell ' esattezza dell ' applicazione di questa , compiuta dall ' altissimo organo ; ma credo pure non sia irriverente pensare che i membri della Corte siano stati lieti di non dover emettere una decisione che , quale fosse , sarebbe dispiaciuta ad una notevole parte degl ' italiani . Per molti cattolici tutto ciò che possa apparire scalfittura del Concordato sembra menomazione di una posizione faticosamente raggiunta , e che occorre ad ogni costo conservare intatta . Ad ogni spirito liberale ripugna invece l ' idea di una degradazione civica inflitta per una crisi di coscienza , per un mutamento di convincimenti per la perdita della fede ; e si rende conto della puerilità della giustificazione , che il prete è tale avendo assunto liberamente uno stato che non si può dismettere ; quasi che la libertà dei convincimenti potesse essere compatibile col divieto di mutarli , quasi il diritto dello Stato potesse riconoscere impegni con cui 165 f Arturo Carlo , jemolo alcuno promettesse che non muterà mai d ' idea o di partito , quasi infine che pure i granduchi russi e gli arciduchi austriaci non potessero rinunciare e divenire comuni cittadini . Il giurista sa l ' innegabile contrasto tra l ' art. 5 del Concordato e le norme della Costituzione che garantiscono la libertà di pensiero , bandiscono ogni discriminazione su motivi religiosi , sul terreno giuridico chi difende il vigore dell ' art. 5 parla di un ordine pubblico concordatario che prevale sull ' ordine pubblico della Costituzione ; tesi ostica a chiunque senta poco o molto lo Stato . C ' è una via d ' uscita , tra l ' attaccamento di molti cattolici ad ogni clausola del Concordato ed il sentire liberale : comune anche a molti altri cattolici , che amerebbero più il Concordato se non recasse quell ' articolo ( di cui poi i prefetti hanno ampliato la portata , facendone derivare anche una ineleggibilità a consigliere comunale , che non è ufficio che ponga a contatto immediato col pubblico ) ? Crederei di sì . Trattati internazionali , concordati , leggi , restano cosa viva fino a che abbiano una rispondenza nella coscienza nazionale Si può curarne la vitalità , vigilando su questa rispondenza e modificandoli man mano ; si può avere il culto del documento o , più spesso , la pigrizia , la paura , di rimettere le mani in un lavoro non facile , di muovere acque stagnanti . Nel secondo caso , talora il buon volere delle parti supplisce ; la modifica , l ' adattamento segue in fatto ( sarebbe così possibile una disapplicazione dell ' art. 5 , che seguisse d ' accordo tra autorità statali ed autorità ecclesiastiche , convinte queste che meglio vale non sia applicata una norma che può rendere impopolari i Patti Lateranensi ) . Ma talora nulla si fa ; ed il documento si dissecca , il suo contenuto appare sempre più remoto dal sentire comune ; al momento della prova , la pergamena va in briciole ( la vicenda della Triplice Alleanza ) . Chi scrive è un superstite separatista , convinto che ogni legame giuridico tra Chiesa e Stato nuoccia ad entrambi ; soffrì alla stipulazione del Concordato , anche per ciò che in quel momento significava . Ma sa pure che questa fede separatista siamo ormai in ben pochi ad averla ; che i più degl ' italiani sentono pochissimo il problema dei rapporti tra Stato e Chiesa , meno che un secondario problema economico . Non ignora che una denuncia del Concordato turberebbe moltissimi ; quasi certamente si accompagnerebbe ad una ripresa di quell ' anticlericalismo becero e povero d ' idee che fioriva agli inizi del secolo , ed il cui ricordo gli è odioso . Mi augurerei quindi che il Concordato non restasse imbalsamato , subisse man mano modifiche ed adattamenti . Il primo potrebbe essere l ' abrogazione di quella parte dell ' art. 5 e la rinuncia dello Stato a quei controlli nelle nomine di vescovi e di parroci che il Concordato gli dà e che non credo usi . Nell ' Italia del 1929 era consono allo spirito del regime non ammettere problemi di coscienza , punire ogni sorta di eresia ( quelle politiche anzitutto ) , ed anche coltivare l ' ideale napoleonico , i vescovi prefetti in sottana . Nel 1962 tutto questo è distaccato dalla realtà , è in contrasto col sentire dei cittadini e dei credenti . Sarebbe un reale successo di un governo democristiano varare una tale modifica del Concordato , che , conchiusa d ' accordo tra i due poteri , andrebbe approvata con legge ordinaria . Amerei vedere questo atto : che ricevesse le sanzioni di Giovanni XXIII , il Pontefice più aperto , più comprensivo , più fiducioso nell ' espansione che può avere la religione su terreno democratico , in paesi liberi , nelle conquiste che può ivi realizzare , e di Segni , cattolico praticante da sempre ( presidente della Unione dei giuristi cattolici ) , e sempre antifascista , senza compromissioni . Al rammarico dei fascisti che vedrebbero modificata quella che resta la struttura più intatta del regime , e della sparuta minoranza di cattolici che ancor crede nella efficacia benefica del braccio secolare , farebbe riscontro il consenso dell ' enorme maggioranza degl ' italiani . Confido che dalle due parti non si disattenda questa possibilità di rinvigorire una struttura cui entrambe tengono .
Caro dottor Papandrea ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro dottor Papandrea , per quanto riguarda la prima domanda , esprimo soltanto una mia opinione senza mettere la mano sul fuoco circa la sua esattezza . Quelli che lei chiama i partiti minori comunisti sono certamente una filiazione del Pci , ma non voluta . Da quando esistono , i comunisti hanno sempre e inflessibilmente seguito la regola di non aver mai nessuno più a sinistra di loro ( la sinistra comunista è uno dei più comici miti del nostro tempo : se c ' è un regime retrivo , immobile , repressivo e mummificatore della società , è quello comunista : basta guardare i Paesi in cui vige . Ma questo è un altro discorso ) . Dovunque e in qualsiasi momento ne spunta un embrione , i comunisti o lo soffocano o lo riassorbono . E dal loro punto di vista hanno ragione : il partito comunista si muove come un reggimento prussiano che non tollera il disordine , nemmeno quello dei franchi tiratori . Questi partiti minori , mi creda , fanno più confusione che voti . Sulla seconda domanda , mi sento più sicuro . Intanto ritengo impossibile , o almeno altamente improbabile , che le sinistre raggiungano la maggioranza assoluta : il vento non soffia più in quella direzione ( forse un pochino grazie anche a noi ) . Ma anche se la raggiungessero , non credo alla loro coalizione sotto la leadership comunista . All ' interno del Psi avverrebbe probabilmente una spaccatura . Ma anche se non avvenisse , non succederebbe nulla perché ciò che escludo in maniera tassativa ( e qui la mano sul fuoco sono pronto a metterla ) è che i radicali - i quali riporteranno certamente un notevole successo - ci stiano . Conosco bene Pannella , lo conosco come le mie tasche . Forse non so del tutto che cosa vuole . Ma so con assoluta certezza che cosa non vuole . Potremo ritrovarlo dovunque , meno che dalla parte della repressione , dove sarebbe costretto a mettersi in caso di un ' alleanza di governo coi comunisti . Per concludere , caro Papandrea , la mia convinzione è questa : il pericolo del potere in mano al Pci non viene da sinistra . Viene soltanto dalla Dc . Ed è per questo che , siccome non possiamo sperare di togliere alla Dc il suo primato , dobbiamo a tutti i costi , schede alla mano e mano alle « preferenze » , mandare in parlamento una Dc decisa a rifiutare il connubio col Pci . Se vogliamo , possiamo farlo .
StampaQuotidiana ,
Abbiamo visitato con piacere l ' ufficio centrale telefonico impiantato fra noi sotto la direzione dell ' egregio cav . Salmeri . Son veramente da vedersi i vari apparati ed il modo come funzionano i numerosi fili che sono sparsi in gran parte della città e mettono in comunicazione l ' ufficio centrale e i vari abbonati . È un vero prodigio della scienza . Noi crediamo che questa rete telefonica sarà maggiormente estesa essendo grande la utilità che se ne può ricavare .
StampaPeriodica ,
... Ma occorreva anche un Duce magnifico che nella sua spregiudicatezza di italiano moderno volgesse l ' animo a qualcosa di eroico , ad un superamento gravido di avvenire , accettasse ogni alito di vita nuova , avesse tutto il coraggio della concreta attuazione dello stato organico e della nazione corporativa , tanto più meritevole in quanto la sua mentalità e la sua sensibilità in origine non furono sindacalistiche ma piuttosto blanquistiche e romantiche , ossia , nel senso estetico - dinamico , come solo la politica poteva essere rispettabile . Ma Benito Mussolini è insieme un uomo di azione impareggiabile ed un sensorio squisito , uno strumento di precisione delicatissimo , uno psicologo delle masse in - superato , dotato di un intuito geniale a divinare ed occorrendo a seguire ( che è forse maggiore virtù ) tutti gli atteggiamenti e tutta la passione del popolo italiano , e ad accogliere ogni dottrina feconda , il che costituisce proprio la qualità opposta alla mummificazione del dottrinario , il quale non può scostarsi dalla sua dottrina , che si fa apriorismo , domma infecondo , cecità ed incomprensione . Occorreva infine il giurista mistico e puro , un Rocco , mente giuridica di primo ordine , che travedesse di colpo la importanza di tutte codeste materie caotiche , di codesto amalgama ardente in fusione a fucinarlo in sostanza di diritto , a dargli corpo ed anima , forma di legge e di ordina - mento , e riducesse a comando ed a sistema quello che era ancora fiotto di idee , tendenza storica e rinascita di un pensiero politico originario nella stirpe . Tutto questo occorreva , e tralasciamo i particolari , perché il miracolo potesse compiersi , e lo stato corporativo italiano potesse sorgere , ricco di una sua vita autonoma , capace di un ' indefinita evoluzione di idee e di fatti sul terreno sperimentale delle formazioni concrete . Perché cadrebbe in grave errore chi supponesse che tutto fosse oramai definito e che l ' attuale sistema dovesse rimanere immobile , condannato ad un ’ autoammirazione infeconda . Il diritto nello stato è vita , è movimento , è specificazione , è divenire hegeliano che ha già trovato un suo assetto , che è sintesi , ma non come punto di arrivo , bensì come punto di partenza per le ulteriori evoluzioni tendenti a sintesi superiori e più vaste ...
Leggi della Chiesa e legge dello Stato ( Jemolo Arturo Carlo , 1966 )
StampaQuotidiana ,
Come il cielo di primavera talora a brevi intervalli passa dal sereno al grigio cupo , così è tra noi di quelli che si sogliono chiamare rapporti tra società civile e società religiosa . Epoca giovannea continuata dal successore ; fine dell ' era costantiniana ; apertura ; rifiuto da parte della Chiesa del potere politico ; si può parlare di tutto , discutere di tutto ; colloquio tra cattolici e protestanti , tra credenti e laici ; si cerca onestamente di vedere ciò che può esserci di buono , di sano , nel sentire dell ' avversario . È il cielo sereno . Ma poi , si prospetti un disegno di legge sul divorzio , od un magistrato affermi in una sentenza che alla base del diritto statale v ' è un ' etica , un buon costume senza impronta confessionale , ed a questo soltanto i cittadini sono tenuti a conformarsi ; ed ecco si sente subito il brontolio del tuono . Altro che epoca giovannea ; torniamo indietro di centosedici anni . 1850 . il foro privilegiato per gli ecclesiastici è un ricordo remoto nei paesi più cattolici , la Restaurazione non Io ha risuscitato ; né in Francia né nel Belgio né in Austria i più zelanti degl ' interessi della Chiesa pensano a reclamarlo . Ma quando il Piemonte vuole sopprimerlo è la rottura , i rapporti fra Stato e Chiesa con la legge Siccardi si guastano irrimediabilmente , occorreranno tre quarti di secolo perché si ricompongano . 1966 : quasi tutti gli Stati europei hanno il divorzio , nessun partito cattolico , nessun episcopato pensa nei paesi dove esiste a porre sul tappeto la questione della sua soppressione , accettano che il precetto della indissolubilità senza eccezioni sia precetto religioso , vincolante i credenti come ogni comandamento di Dio , ma senza coercizione statale ; in Italia non se ne deve parlare . Intendiamoci . E proprio porsi sul terreno teologico - un precetto assoluto , di diritto divino ; obbligo dello Stato di conformare le sue leggi ad un tale precetto - parlare di un problema del divorzio genericamente . Su un terreno di opportunità umana , di convenienza politica , non si possono considerare che singoli modelli di legislazioni che consentano il divorzio ( già istituire un ufficio del pubblico ministero analogo al difensore del vincolo nei tribunali ecclesiastici , volto ad evitare inganni , darebbe un aspetto a sé ad una legge sul divorzio ) . E si può essere in massima antidivorzisti , anche per ragioni non religiose , nel senso che è ben possibile ispirare pure una morale laica al concetto del sacrificio , all ' austerità del soffrire insieme , e ritenere così che l ' infermità di mente di un coniuge non sia ragione per ridare la libertà all ' altro . Ma si finisce sempre di giungere a qualche caso estremo ( quello di chi ha sposato una straniera , e questa tornata al suo paese ha ottenuto il divorzio , si è risposata , è moglie e madre rispettata e felice , mentre il marito italiano rimane legato ) , in cui soltanto l ' argomento religioso , la forza del sacramento , la volontà imperscrutabile di Dio , può giustificare l ' indissolubilità . Ed il punto è proprio quello se lo Stato possa imporre anche ai non credenti la soluzione che abbia una base puramente religiosa . Discorso parallelo può farsi sulla questione : morale cattolica o morale della società civile ? La nostra società si è formata nella matrice del cattolicesimo , e , a parte conati di punte estreme che non hanno mai attecchito , non c ' è divario tra credenti e non credenti intorno alla quasi totalità dei precetti morali . Quando si discute sul Codice Penale , sul mantenimento o no di certi reati ; o quando in sede disciplinare si vuole accertare se il comportamento di un impiegato sia da tacciare come immorale , non si avvertono contrasti tra credenti e non credenti . Grazie a Dio , direi la totalità del popolo italiano - e non prenderei troppo sul serio le divagazioni di adolescenti - sa che un libero amore , una venere vaga , è il ritorno all ' animalità , la distruzione delle basi stesse della società . I divari nascono su pochissimi punti di sostanza - così la limitazione delle nascite - e su alcuni criteri di condotta politica : punibilità dell ' adulterio , o mera sanzione civile , considerandolo come causa di separazione ? Libertà di discutere di tutto , apertamente , o riserbo su certi problemi , non scriverne in giornali o libri che possano andare per le mani di chiunque ? Come vietare spettacoli che potrebbero essere eccitanti dell ' erotismo ( ma molti daremmo il primo posto nella nostra preoccupazione alla eccitazione alla violenza , che del resto è sorella carnale dell ' erotismo ) ? È qui che una sentenza ha potuto dire - e siamo moltissimi , anche credenti e praticanti , a consentire - che per il magistrato ( che personalmente può essere uomo piissimo ) non ci dev ' essere che la morale desumibile dal complesso dell ' ordinamento dello Stato . Per il credente non ci sono morali , ce n ' è una sola , si obietta . Sì , ci sono i precetti eterni , accolti nei testi sacri ; l ' amore per gli altri ; il sacrificio ; il superamento di tutti gli appetiti carnali , dal sesso alla gola , alla brama del potere e delle ricchezze , per conseguire la libertà dalle passioni ; cercare la verità , realizzare la giustizia . Ma le applicazioni di quella precettistica eterna mutano continuamente nel tempo ; ma i dubbi sull ' attuazione pratica della regola , sono quotidiani . Strano che dei credenti non si domandino se sarebbe necessaria una Chiesa docente , ove tutto fosse così chiaro e semplice come a volte affermano essere ; non riflettano che le trite accuse anticlericali all ' opera della Chiesa nei secoli dipendano dall ' incomprensione di ciò ch ' è lo spirito , il diffuso sentire di ogni epoca , attraverso cui faticosamente anche i santi , anche gli spiriti più illuminati , riescono a fare penetrare un po ' di luce . Il credente sa che Dio si rivela man mano agli uomini ; l ' ottimismo cristiano è nel credere che gli occhi degli uomini si stiano aprendo gradatamente alla luce ; che , se anche le azioni non seguano immediatamente , il senso del bene e del male vada man mano affinandosi . Per tornare al contrasto tra chi ritiene che il precetto religioso debba dominare la legislazione civile e chi lo vuole imperativo solo per i credenti : se dal lato cattolico si possono rievocare prese di posizione analoghe di oltre un secolo fa , manca ogni parallelo dell ' altro lato . Qui c ' è vero distacco . All ' inizio del secolo anche il socialismo accanto alle rivendicazioni economiche poneva una serie di premesse ideologiche : molte campagne che oggi paiono assurde ( Oddino Morgari che voleva far fischiare lo zar , un disprezzo becero dei valori religiosi ) , l ' antimilitarismo , le campagne contro la massoneria e contro il duello , condotte accanto alla lotta sindacale . Oggi lo sblocco dei fitti ha ben maggiore importanza del divorzio e della obiezione di coscienza . Certo è così per i più ; ma la vera democrazia consiste proprio nel seguire i più ? La Repubblica sociale di Mussolini fu larga di Stato e Chiesa promesse ai lavoratori ; ma trovò una generazione di operai e contadini che ancora sentiva esserci qualcosa di più importante delle conquiste sindacali . Forse ignoravano persino il nome di Croce , ma avrebbero detto con lui che ascoltare o no la Messa è più importante che conquistare Parigi .
Il nostro galateo di giornalisti ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Il nostro galateo di giornalisti « borghesi » c ' impone di pubblicare questa lettera , ma non ci vieta una succinta replica : a ) Non vedo che differenza faccia la data di quelle dichiarazioni : non c ' era bisogno di aspettare la prova del Giornale per sapere quali fossero le nostre posizioni : sono quelle che abbiamo sempre tenuto . 130 b ) Fra i giornalisti della mia generazione , io sono conosciuto ( s ' informi , sig. Capanna , s ' informi ) come uno dei pochissimi che non ebbero mai commercio coi gerarchi . Quelli che ho conosciuto , li ho conosciuti solo dopo la Liberazione . Ma anche se li avessi conosciuti prima , non me ne vergognerei , visto che di carriera politica non ne ho fatta né con loro né dopo di loro . Nel nostro mestiere ( e io non ne ho mai fatti altri ) , i gradi li conferiscono i lettori . c ) E ' falso che il Giornale taccia le iniziative della Regione . Le registra sempre , anche quando recano la firma di Mario Capanna . E nessuno lo sa meglio di lui , che è in continuo contatto coi nostri cronisti , a chiedere favori quasi sempre esauditi . d ) Grazie per la qualifica di « maestro » . Se io lo sia in senso positivo o negativo , non sta a lei giudicarlo . Sarà il futuro a dire chi , fra lei e me , ha servito gl ' interessi dei giovani , dei lavoratori ecc . , e chi se n ' è servito per arrampicarsi più su . e ) Due colonne di piombo sono troppe . Come avrà visto , non le concedo nemmeno a me stesso . Ma se lei vuole esporre le sue ragioni , questo giornale è pronto ad ospitarle , come certamente i giornali vostri , se voi aveste vinto , non avrebbero fatto con le nostre . Naturalmente mi riservo di contestarle sul presupposto - forse errato - che il vate della contestazione sia tenuto a riconoscermene il diritto .
StampaQuotidiana ,
Non è guari da che una giovine coppia si presentò nell ' albergo ... Erano due novelli sposi , che venivano a passare la luna di miele . Siccome le stanze eran tutte affittate , il proprietario , uomo di risorse . aveva fatto levare le bagnarole dalla sua gran sala da bagno e ne avea fatto una camera da letto molto ben messa . Questa camera toccò ai nuovi maritati . Durante la notte , la giovane sposa , volendo chiamare una delle inservienti , cerca con la mano nell ' oscurità il cordone del campanello , ed allorché crede d ' averlo toccato , tira con forza . Disgraziatamente si era sbagliata , giacché avea messa la mano sulla corda di una doccia al di sopra della sua testa . Immediatamente un diluvio di acqua ghiacciata , capace di raffreddare lo stesso entusiasmo di due giovani sposi , cade con fracasso spaventevole sulla testa dei medesimi . Si può facilmente immaginare il comico spettacolo di questi due sfortunati agitantisi nell ' oscurità . Il marito spaventato allunga alla sua volta il braccio e s ' impossessa con frenesia dell ' estremità di un altro cordone pendente dalla sua parte e lo tira col massimo furore . Per tutta risposta un diluvio d ' acqua , questa volta bollente , cade a rovesci . Degli urli escono dalla camera dei poveri sposi , quando i domestici accorrono e sfondano la porta . Veggono la sala a metà piena d ' acqua e la giovine sposa montata come una scimmia sulla schiena del marito , che grida come un ossesso , mentre il povero uomo cercava a tentoni la porta fra le tenebre . Quale prima notte di nozze ? Oh ! ... Qual prima notte di nozze .
Tra Cavour e De Gasperi ( Jemolo Arturo Carlo , 1966 )
StampaQuotidiana ,
Come si giunse dalla opposizione netta , irreducibile , disposta ad utilizzare ogni strumento , anche a benedire eserciti stranieri che intervenissero a ristabilire il vecchio ordine , propria ai cattolici politici , a quelli che " sentivano col Papa " , negli anni dalla unificazione al primo decennio circa dopo la presa di Roma ; come si giunse da questo estremo al clima di alleanza del 1929 , alle visite dei papi al Quirinale ? Parlare di opera del tempo , non è rispondere . Sono gli uomini a far sì che il tempo porti dimenticanza , o mantenga inalterati , talvolta inasprisca i rancori . Il bruciore della Francia per la sconfitta del 1870-71 ed il desiderio di rivincita eran più vivi che mai dopo quarant ' anni ; in uno spazio di tempo di gran lunga minore l ' Austria aveva quasi perduto il ricordo delle sconfitte del 1859 e del 1866 . De Gaulle ha potuto fare accettare alla Francia un riavvicinamento fattivo alla Germania anche dopo gli orrori della seconda guerra mondiale . Il tempo è una parola ; gli uomini sono la realtà . I punti salienti di questa traiettoria che si svolge in un secolo circa sono evocati nella bella raccolta dei suoi articoli che Giovanni Spadolini ci dà col titolo Il Tevere più largo ( ed. Morano , 1967 ) , preceduta da una introduzione , la cui sintesi è questa : la Chiesa ha potuto accettare come un fatto provvidenziale la scomparsa del potere temporale ; si è operata una svolta per cui i cattolici hanno quasi riscoperto " quei valori della libertà religiosa , e del pluralismo democratico , che tutta la tradizione del Sillabo aveva condannato o svalutato o comunque offuscato " ; ma non si può parlare di conflitti eliminati per sempre . Superato un clericalismo di tipo reazionario " non manca talvolta di affacciarsi all ' orizzonte con burbanzoso cipiglio un nuovo clericalismo , di opposto segno nell ' apparenza , ma gravido di eguali pericoli nella sostanza ... che si muove nella linea strumentale e machiavellica dell ' articolo 7; che non escluderebbe di salvare domani il Concordato ... col concorso determinante del partito che fu di Togliatti " ; e la prefazione termina esaltando De Gasperi come quegli che meglio comprese il pericolo di questo nuovo clericalismo . I capisaldi della evoluzione che Spadolini evoca sono : la preoccupazione di Cavour di ricevere in punto di morte i sacramenti ; la corrispondenza , fattaci conoscere dal padre Pirri , tra Vittorio Emanuele II e Pio IX , da cui appare l ' opera moderatrice del re contro ogni intemperanza anticlericale dei ministri , il desiderio costante di non rompere con la Chiesa ; il Sillabo come conseguenza del 1859 , momento in cui la S . Sede perde la fiducia nella diplomazia e nelle soluzioni politiche , e si rende conto che la riconquista da operare è quella delle coscienze . Del pari il Concilio Vaticano e la proclamazione della infallibilità pontificia esprimono " la scissione della Chiesa dal mondo , in vista di contrapporre l ' assolutezza della fede alle sconfitte della storia " ; e dopo il 20 settembre Pio IX rifiuta di abbandonare Roma , comprendendo che una rinascita cattolica solo da qui sarebbe partita ; rinascita che trova come avversario non tanto gli Stati , quanto lo " spirito borghese " , cioè la fede del borghese in se stesso , nella sua ragione e nel suo equilibrio , del borghese " ai cui occhi l ' oro si santifica , il lavoro si riscatta , il commercio si purifica " . E pur senza dirlo , Spadolini pare contrapporre a questa visuale del borghese , quella del cattolico liberale , considerato in De Sanctis , per cui " il peso dei valori morali ha una importanza forse superiore a quella delle esperienze intellettuali ... la fermezza dell ' animo sembra più importante della vastità della cultura , che non si accompagni all ' integrità della coscienza " . Leone XIII rappresenta un rinnovato " imperialismo cattolico " col rafforzamento delle missioni , l ' allargamento dell ' attività diplomatica ; l ' appoggio a determinate forme della scienza e del pensiero moderni , e soprattutto l ' iniziativa sociale , la fiducia nella democrazia come strumento per riaffermare l ' iniziativa del papato nel mondo . Il periodo giolittiano rappresentò " la conciliazione silenziosa " ; e di questo periodo viene ricordato Romolo Murri , le cui speranze saranno tutte deluse , e le cui parole non potevano trovare alcuna eco in Giolitti . Pio X " sentiva in modo sovrumano , esclusivo , con una forza di ispirazione degna dei Pontefici del Medio Evo , la preminenza della Chiesa sulla società civile " ; fra tutti i Pontefici dell ' età moderna , fu quello " che più fieramente ribadirà il dovere di una devozione e di una sudditanza totale , senza sottintesi , senza riserve , al magistero pastorale " . Benedetto XV , pur così dissimile , era sostanzialmente sulla stessa linea quando condannava la guerra " come la conseguenza diretta della stessa visione della vita che dominava il mondo moderno , fondata come era sui valori della lotta , dell ' emulazione , della selezione e della concorrenza " . È rievocata la nascita del partito popolare , e belle pagine sono dedicate a don Sturzo , dandosi tutto il suo valore a quello che fu il lato più brillante e più durevole della creazione del partito popolare , averlo fatto nascere disancorato dalla gerarchia ecclesiastica , staccato dall ' Azione cattolica . Ed è esaltato De Gasperi , considerato cattolico - liberale e riformatore sociale . Gli ultimi capitoli sono dedicati al nostro decennio : indicano ciò che abbia rappresentato , per chi possegga senso storico , la risposta del Nunzio a nome del Papa Giovanni XXIII agli auguri fatti pervenire dal segretario del partito liberale ; l ' atteggiamento di Giovanni XXIII verso i paesi di oltre - cortina e le ripercussioni che può avere avuto sui cattolici italiani , come ammissione della libertà del voto cattolico . Affermano che il pontificato roncalliano , pur nelle sue audacie , non lascia la minima traccia d ' innovazioni sul piano dei principii : né nella questione sociale , né sul tema della pace e del pacifismo . Ricordano la visita di Giovanni XXIII al presidente Segni , quella di Paolo VI al presidente Saragat , ed il discorso di questo , che giustamente fece scaturire i principii ispiratori della Costituzione repubblicana dal tronco dell ' etica cristiana . Sono tutte pagine letterariamente molto belle , scritte in un puro italiano che ormai è raro ritrovare , con piena conoscenza dei temi , vivacità giovanile e calore di convinzione . Va da sé che non concorderei sempre con Spadolini . Accetto la sua visione dei Pontefici - non tutti i giudizi particolari ; non escludo com ' egli fa che Benedetto XV non potesse meglio frenare certi empiti di nazionalismo cattolico , e credo che Pio XII , pur non potendo compiere nulla più di quanto compì in favore degli ebrei , avrebbe potuto , senza inasprire Hitler , scaldare il cuore dei cattolici facendo meglio sentire il dolore ch ' egli veramente soffriva per la persecuzione e che ogni credente doveva dividere - ; sottoscriverei alle pagine su Vittorio Emanuele II e su Giolitti . Sono molto dubbioso sul sentimento cattolico di Cavour , che mi appare piuttosto un deista , che vuoi morire da cattolico secondo la tradizione dei suoi avi , e soprattutto per il male che verrebbe all ' Italia da una sua morte che permettesse di dirlo empio impenitente . Ritengo De Gasperi un grande cattolico , che rese un servizio inestimabile alla Chiesa contrastando a certe tendenze del Pontefice che avrebbero favorito un riformarsi di blocchi anticlericali ; un intelligentissimo cattolico che ebbe chiara l ' idea della linea di condotta da seguire per ottenere per la Chiesa il massimo che i tempi consentivano ( credo anche che nel suo intimo , se non ci fosse stata una decisa volontà pontificia , non avrebbe così fermamente voluto l ' art. 7 della Costituzione nei suoi attuali termini ) ; ma non scorgo nella sua opera quella riaffermazione vigorosa dell ' autorità dello Stato , della dignità e sovranità del potere centrale , che scorge Spadolini . Né son d ' accordo con l ' amico Spadolini quando teme che un certo clericalismo possa vagheggiare un ' " operazione Sturzo " con il partito comunista . Non amo gli uomini di quel clericalismo , ma non li credo né scettici né privi di intelligenza ; essi sanno che i comunisti sono tutt ' oggi , malgrado ogni dialogo , gli uomini del materialismo ; che a differenza dei vecchi liberali non concepiscono in seno ai loro ranghi - se non proprio all ' ultimo posto tra i proseliti - chi appartenga ad una qualsiasi religione . Perché i " clericali " potessero accettare una tale alleanza occorrerebbe che il comunismo fosse così lontano dai suoi principi dottrinali , quanto il liberalismo del 1900 lo era dall ' Illuminismo e dall ' Enciclopedismo , sua remota matrice . Nulla di simile sull ' orizzonte .
Caro Paolo ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Paolo , non ti dirò che alla tua età non si ha diritto a tanta disperazione , perché sarebbe retorico e falso : è proprio a vent ' anni invece che si hanno le disperazioni : ci sono passato anch ' io . Ma è il motivo che te la ispira che mi sembra sbagliato dalle fondamenta . Tu mi fai un discorso intelligente , molto acuto , che dimostra una maturità in anticipo sui tuoi anni , per dimostrarmi che non c ' è scampo perché il Pci arriverà in ogni caso al potere . Io non ci credo . Ma ammettiamolo pure . E una volta arrivato al potere , che cosa ci porta ? Ci porta , mi dirai , la sua intolleranza , e una polizia capace di praticarla soffocando ogni voce di dissenso . Giusto . Questo gli basterà a mantenerlo , il potere , per dieci o vent ' anni , che io non vorrei vivere , che tu non vorresti vivere , ma che nella storia di un popolo non contano molto . E poi ? Poi , sarebbe il crollo , perché il comunismo non ha più nulla da dire a nessuno , nemmeno ai russi . Sta in piedi grazie alla sua armatura di ferro , ma per niente altro . Guardati intorno , caro Paolo . Il vero motivo per cui le dittature di destra fanno meno paura di quella comunista è perché non hanno un vangelo , voglio dire una vera e propria ideologia . Nascono da emergenze , per riempire un vuoto di potere ( democrazia italiana 1922 , repubblica di Weimar 1932 ) , ristabiliscono un ordine purchessia , e vi si mummificano . Infatti durano , al massimo , quanto dura il dittatore , al quale non riescono a dare successori come si è visto in Spagna e Portogallo . Per il semplice motivo che la successione presuppone un ' eredità , e le dittature di destra sono , quanto a patrimonio ideologico , nullatenenti . I comunisti , un vangelo lo hanno , o meglio lo avevano : il marxismo . Il marxismo è un sistema , diciamo così , a ciclo completo : politico , economico , culturale . Ed è questo patrimonio che , consentendogli la continuità da una generazione all ' altra , ce lo faceva temere come un fenomeno irreversibile . Ma ora , caro Paolo , non più . Il marxismo è in pieno sfacelo dovunque , ma soprattutto là dove si è realizzato . Si sostiene solo con la violenza , che ha saputo organizzare come mai nessuno ; ma non è riuscito a sopprimere il capitalismo perché dopo aver distrutto quello privato ha dovuto istaurarne uno di Stato che si rivela dieci volte peggiore , anche per le classi lavoratrici , di quello privato , e nel campo del pensiero le uniche sue voci vive sono quelle del dissenso . Ora anche l ' ultima illusione , quella pacifista dell ' internazionalismo proletario , è caduta : proletari vietnamiti e proletari cambogiani si sbranano su uno sfondo sovrastato dalla guerra fredda fra Russia e Cina . Di tutte le soluzioni proposte dal marxismo , non ce n ' è una che abbia retto e regga alla prova dei fatti . Il cosiddetto « revisionismo » , in atto in tutta la cultura marxista dell ' Occidente , non è che la mascheratura del ripudio di quella che ancora vent ' anni fa ( fino alla rivolta dell ' Ungheria ) poteva apparire come una grande speranza . La tua disperazione , caro Paolo , è nulla in confronto a quella che devono provare i marxisti in buona fede ( che sono pochi : i più sono soltanto degli opportunisti ) , che nel marxismo credevano di aver trovato una risposta ai loro perché , e ora sono al buio . Certo , il comunismo ha ancora la forza per conquistare l ' Italia , e magari l ' Europa : missili e carri armati per questa impresa , ne ha abbastanza . Ma non ha che quelli . Potrà distruggere tutto , ma è incapace di costruire qualcosa di umanamente valido . E quindi è condannato alla sconfitta finale . Puzza già di morto . Caro Paolo , non posso guarirti dalla disperazione . E nemmeno lo voglio . La disperazione è un buon concime , per la formazione di un uomo , come lo intendo io . Continua a macerartici , dentro e , se ti fa piacere , vieni a trovare questa nostra famiglia di ex - disperati , che nell ' azione hanno trovato la loro medicina .