StampaPeriodica ,
La
Vita
italiana
in
un
breve
articoletto
,
intitolato
«
Ruggero
Bonghi
e
Grazia
Deledda
»
paragona
il
metodo
narrativo
della
gentile
scrittrice
sarda
al
metodo
,
niente
altro
,
di
Turghèneff
.
Non
mi
sembra
esatto
il
paragone
,
nemmeno
se
condizionato
e
parziale
.
I
personaggi
di
Turghèneff
sono
agitati
,
è
vero
,
dalle
passioni
che
dominano
il
cuore
umano
,
batta
esso
negli
ampi
,
villosi
petti
selvaggi
o
pulsi
stanco
sotto
i
risvolti
serici
dello
smoking
di
un
dandy
londinese
,
ma
la
fisionomia
speciale
della
razza
slava
,
così
felina
,
impetuosa
ed
invadente
,
è
tratteggiata
con
tocchi
precisi
dalla
mano
maestra
del
romanziere
russo
.
Leggete
Fumo
,
una
satira
sanguinosa
ed
atroce
con
cui
si
marchia
a
fuoco
l
'
alta
società
moscovita
,
leggete
il
Padre
e
figli
dove
gl
'
intendimenti
e
le
aspirazioni
del
passato
e
dell
'
avvenire
sono
messi
a
riscontro
,
leggete
Acqua
di
primavera
dove
il
protagonista
,
preso
fra
l
'
amore
soave
di
una
fanciulla
e
la
passione
divorante
di
una
donna
,
cede
agl
'
impeti
del
giovane
sangue
e
spezza
il
proprio
avvenire
e
infrange
il
proprio
sogno
;
voi
troverete
che
i
tipi
di
Turghèneff
,
uomini
e
donne
,
sono
russi
,
sempre
russi
,
niente
altro
che
russi
,
laddove
Annina
,
Sebastiano
,
Zonario
,
tutti
i
personaggi
di
Anime
Oneste
potrebbero
,
senza
pregiudizio
di
sorta
,
essere
nati
e
cresciuti
a
Napoli
come
a
Firenze
,
a
Sassari
come
a
Milano
.
Non
diciamo
dunque
che
il
romanzo
nuovo
di
Grazia
Deledda
sia
un
romanzo
sardo
e
che
della
cara
e
forte
isola
riproduca
il
carattere
.
Qualche
descrizione
di
paesaggio
,
qualche
schizzo
di
costume
non
bastano
a
darci
il
colorito
locale
di
una
regione
,
a
farci
vivere
in
un
ambiente
speciale
o
a
sintetizzare
gli
elementi
costituenti
lo
speciale
organismo
di
tutta
una
razza
la
quale
abbia
come
la
sarda
,
per
la
natura
del
suolo
,
per
ragioni
geografiche
e
filologiche
,
un
suggello
di
così
spiccata
originalità
.
Se
fosse
proprio
necessario
paragonare
a
qualche
altro
libro
il
libro
di
Grazia
Deledda
,
vorrei
porlo
a
riscontro
dei
romanzi
di
Erckmann
Chatrian
,
tanto
in
Anime
oneste
l
'
idillio
campeggia
sul
dramma
.
A
proposito
di
ciò
l
'
autrice
merita
di
essere
molto
lodata
.
Se
non
mi
pare
che
Anime
oneste
formino
un
libro
bello
,
certo
formano
un
libro
leggiadrissimo
e
buono
:
leggiadrissimo
pel
profumo
di
femminilità
emanante
da
ogni
pagina
,
buono
per
la
serenità
degl
'
intendimenti
,
per
la
rettitudine
dei
personaggi
,
per
lo
spirito
di
sacrificio
da
cui
la
protagonista
è
animata
,
per
l
'
amore
austero
e
calmo
di
Sebastiano
verso
la
terra
,
inspiratrice
augusta
di
forti
opere
e
di
forti
pensieri
.
E
poiché
il
Fanfulla
domenicale
si
va
acquistando
bella
fama
di
pedanteria
,
io
consiglierò
pure
la
giovane
autrice
ad
affilare
pazientemente
la
penna
prima
di
cimentarsi
ad
un
altro
libro
.
Lo
studio
assiduo
e
pedestre
della
grammatica
,
l
'
analisi
della
proposizione
e
del
periodo
,
non
sono
esercizi
divertenti
,
capisco
bene
,
ma
se
un
pianista
tormenta
tutti
i
giorni
la
tastiera
con
arpeggi
ed
accordi
per
avere
docile
la
mano
all
'
interpretazione
di
Bach
e
di
Beethoven
,
perché
dunque
lo
scrittore
non
dovrà
sottostare
ad
un
bagno
giornaliero
di
grammatica
o
di
filologia
per
ottenere
la
parola
agile
nell
'
afferrare
il
pensiero
,
trasparente
nel
riprodurne
precisi
i
contorni
?
Quando
la
tessitura
di
un
periodo
non
è
rigidamente
costrutta
sopra
regole
bene
determinate
,
vuol
dire
che
la
preparazione
manca
o
è
insufficiente
,
e
l
'
ingegno
,
sia
pur
caldo
e
vivo
,
non
può
,
senza
l
'
ausilio
di
una
tenace
preparazione
,
produrre
l
'
opera
sfidatrice
del
tempo
.
Grazia
Deledda
non
abbia
fretta
ed
ascenda
lentamente
,
serenamente
l
'
erta
scoscesa
del
sapere
.
Che
importa
se
il
passo
è
tardo
?
Ad
ogni
piè
sospinto
ella
vedrà
spiegarsele
intorno
l
'
orizzonte
,
sentirà
più
ritemprante
e
pura
circolare
l
'
aria
sulla
sua
fronte
,
ammirerà
più
fulgente
irraggiare
il
sole
sopra
eccelse
vette
inesplorate
.
La
critica
,
senza
fretta
,
guarderà
aspettando
.
StampaPeriodica ,
Riprendendo
Sapho
di
Daudet
,
l
'
impressione
fattami
dalla
seconda
lettura
è
stata
assai
diversa
dalla
prima
.
Le
prime
letture
,
per
chi
vive
nel
giornalismo
e
di
giornalismo
e
deve
dar
notizia
delle
feste
da
ballo
,
come
dei
libri
nuovi
,
sono
fastidiose
sempre
,
spesso
tormentose
.
Si
sanno
da
prima
,
l
'
argomento
del
libro
,
i
nomi
dei
personaggi
,
gli
intendimenti
dell
'
autore
.
Si
sa
che
vi
dev
'
essere
il
tal
capitolo
interessante
,
la
tal
descrizione
piccante
,
il
tal
pregio
e
il
tal
difetto
;
e
si
scorre
il
volume
distrattamente
,
cercando
il
capitolo
,
la
descrizione
,
la
pagina
,
per
vedere
se
veramente
è
così
,
per
confrontare
,
per
ricavarne
quel
tanto
che
al
pubblico
interessa
di
sapere
.
Ma
la
seconda
lettura
è
tutta
a
beneficio
nostro
:
noi
dimentichiamo
il
pubblico
,
dimentichiamo
i
giornali
,
dimentichiamo
la
estenuante
pena
dello
scrivere
,
e
ci
tuffiamo
nella
consolante
dolcezza
del
leggere
.
E
leggiamo
pagina
per
pagina
,
amorosamente
,
lentissimamente
,
fermandoci
a
ripensare
mentalmente
i
pensieri
stampati
dello
scrittore
,
facendo
nella
solitudine
del
nostro
spirito
una
critica
più
sentimentale
che
letteraria
,
più
tosto
un
'
amplificazione
immaginosa
che
un
commento
analitico
.
E
poi
,
ora
,
l
'
autunno
è
vicino
.
Cessati
i
calori
fieri
,
non
cominciate
le
brezze
fredde
,
l
'
aria
ha
una
tepidezza
amorosa
che
conforta
a
sognare
.
Il
mare
tranquillo
col
mutar
dell
'
ora
,
muta
colore
,
la
collina
dolcissima
prende
a
volte
un
ideal
profilo
di
donna
dormente
,
da
tutte
le
parti
vengono
canti
:
i
canti
delle
donne
che
battono
il
lino
alla
riva
del
fiume
s
'
incontrano
nel
vento
coi
canti
delle
donne
che
abbacchiano
le
ulive
sulla
cima
del
colle
.
E
questo
demonio
del
Daudet
,
questo
stregone
meridionale
dalla
gioventù
imperitura
,
pone
sempre
nella
sua
florida
prosa
un
filtro
fatale
.
Scriva
il
Nabab
o
Jack
,
Fromont
et
Risler
o
Numa
Roumestan
,
sempre
il
suo
periodo
ha
un
'
onda
musicale
che
pare
una
nenia
di
contadine
,
sempre
i
suoi
libri
hanno
un
profumo
di
nostalgia
campestre
,
simile
al
vivo
odore
dello
spiganardo
,
che
fiorisce
qui
,
al
confine
dell
'
orto
e
del
litorale
.
Poi
,
i
romanzi
d
'
amore
anche
i
più
sciocchi
,
anche
i
più
brutti
,
hanno
un
fascino
a
cui
la
desiosa
anima
femminile
non
resiste
.
Date
a
una
dolce
signora
un
salotto
elegante
,
ove
la
seta
tessuta
da
mani
giapponesi
e
il
legno
scolpito
da
antiche
mani
fiorentine
e
la
porcellana
e
il
bronzo
s
'
accordino
armoniosamente
;
oppure
datele
un
cantuccio
di
questa
pineta
baciata
dal
mare
,
ove
l
'
odore
di
mirto
del
parterre
si
unisce
con
l
'
odore
di
resina
degli
alberi
e
un
lungo
romanzo
d
'
amore
:
Clarissa
Harlowe
.
Da
prima
,
una
dolce
noia
di
quella
prosa
presbiteriana
le
farà
abbassare
il
libro
e
levar
gli
occhi
alla
vòlta
della
stanza
o
del
bosco
;
poi
,
il
passo
della
cameriera
nell
'
anticamera
o
il
canto
d
'
una
gazza
tra
il
fogliame
la
riscoteranno
,
e
ripiglierà
la
lettura
.
E
un
miracolo
accade
:
l
'
arida
prosa
del
romanziere
inglese
,
vanamente
inaffiata
dal
the
,
d
'
improvviso
si
anima
e
fiorisce
;
una
freschezza
primaverile
,
una
vivacità
,
un
calore
emanano
dalle
più
intime
pagine
del
libro
:
la
passione
della
povera
Clarissa
,
così
tenera
,
così
mite
,
così
soavemente
materiata
d
'
amore
,
si
ripercote
nell
'
anima
della
lettrice
,
e
pare
che
quel
vecchio
romanzo
irrigidito
si
sciolga
dalla
morte
,
come
un
'
acqua
gelata
al
primo
sole
di
marzo
.
Pei
critici
,
dunque
,
la
passione
d
'
amore
nei
romanzi
deve
essere
argomento
di
diffidenza
.
Essa
è
troppo
capziosa
,
è
troppo
ingannatrice
,
è
troppo
affascinante
.
Qual
'
è
quell
'
anima
incallita
nella
critica
che
possa
resistere
al
filtro
della
passione
?
Voi
andate
per
fare
una
discussione
fredda
e
sapiente
di
quel
cadaverino
di
carta
stampata
che
si
chiama
libro
,
e
alla
prima
incisione
,
scoprite
tra
le
carni
flaccide
e
i
tendini
irrigiditi
,
un
cuore
che
pulsa
ancora
.
Accostate
l
'
orecchio
per
misurare
quelle
ultime
vibrazioni
della
vita
,
e
da
quel
muscolo
sanguigno
si
propaga
un
calore
così
ardente
e
così
dolce
,
che
vi
penetra
e
vi
conquide
.
Il
vostro
cuore
critico
comincia
a
palpitare
all
'
unisono
con
quel
cuore
romanzesco
,
una
corrente
magnetica
si
stabilisce
fra
loro
,
e
il
cadavere
,
come
galvanizzato
da
una
elettricità
simpatica
,
rivive
ai
vostri
occhi
.
Guai
ai
critici
che
si
appressano
ai
romanzi
d
'
amore
con
leggerezza
d
'
animo
!
Accade
ad
essi
ciò
che
accadeva
ai
baldi
cavalieri
delle
leggende
antiche
,
quando
approdavano
spensieratamente
all
'
isola
di
qualche
maga
ingannatrice
.
La
passione
,
dal
libro
si
espande
al
lettore
:
a
poco
a
poco
si
svegliano
nella
sua
memoria
dei
ricordi
,
rinascono
nei
nervi
delle
sensazioni
,
si
rilevano
nello
spirito
dei
dolci
fantasmi
:
il
lettore
rumina
con
l
'
immaginazione
il
romanzo
come
fosse
un
'
avventura
sua
propria
,
e
una
trasfusione
accade
,
una
comunione
si
fa
,
il
critico
svanisce
nel
sognatore
.
Così
,
sia
pure
il
libro
misero
,
sconclusionato
,
sgrammaticato
,
tutti
i
suoi
peccati
svaniscono
per
l
'
indulgenza
plenaria
dell
'
amore
.
Proprio
,
ai
romanzi
ove
molto
si
ama
,
tutto
si
perdona
.
Da
qualche
tempo
e
,
se
occorre
precisare
il
tempo
,
da
Balzac
in
poi
,
il
romanzo
ha
rinunciato
a
questo
sicuro
mezzo
di
trionfo
.
Il
Balzac
ebbe
altre
passioni
e
infuse
nella
prosa
un
diverso
calore
.
La
sua
potente
anima
borghese
non
si
appagava
della
tenerezza
d
'
amore
:
a
lui
piacquero
il
movimento
del
commercio
e
delle
banche
,
il
tumulto
dei
mercati
,
l
'
agitazione
dei
sentimenti
umani
tanto
più
gagliardi
quanto
men
puri
.
Egli
dunque
,
con
la
sua
potente
mano
abbatté
per
sempre
il
dramma
della
passione
,
e
all
'
accompagnamento
dei
baci
e
dei
sospiri
sostituì
un
'
altra
musica
:
il
rumore
secco
del
denaro
contato
.
Ma
prima
di
lui
,
il
romanzo
si
era
,
per
un
secolo
,
abbeverato
e
inebriato
d
'
amore
.
Prima
di
lui
il
romanzo
non
aveva
pretensioni
d
'
impersonalità
,
era
anzi
deliberatamente
personale
e
subbiettivo
,
come
la
lirica
.
Il
romanziere
creava
una
creatura
fantastica
a
sua
imagine
e
somiglianza
,
le
infondeva
la
sua
anima
,
ne
faceva
un
interprete
della
sua
passione
presente
o
un
simbolo
della
sua
passione
passata
.
Manon
Lescaut
,
Corinna
,
Werther
,
Adolfo
,
più
che
fantasmi
vivificati
dall
'
arte
,
sono
personificazioni
sentimentali
non
periture
,
finché
non
perisca
l
'
amore
.
Il
romanzo
amoroso
produce
l
'
effetto
di
una
confidenza
:
leggendo
vi
par
di
udire
dalla
bocca
dell
'
autore
il
racconto
di
una
sua
propria
passione
:
non
ci
è
più
,
fra
lo
scrittore
e
il
lettore
,
intermediario
il
libro
,
ma
vi
è
un
'
intimità
diretta
e
immediata
,
e
vi
pare
a
volte
che
dalle
pagine
si
levi
la
voce
del
grande
innamorato
.
A
questo
si
deve
la
popolarità
immensa
che
il
romanzo
ha
acquistato
,
specie
fra
le
donne
.
Sapete
voi
quante
ingenue
fanciulle
a
cui
un
vago
desiderio
d
'
amore
faceva
vibrare
i
nervi
delicati
,
piansero
per
la
sventura
di
Ellenore
,
come
per
le
pene
di
un
'
amica
adorata
?
Sapete
quanti
giovani
pazzi
d
'
amore
si
uccisero
per
imitazione
di
Werther
?
La
trasfusione
del
romanziere
nell
'
eroe
del
romanzo
era
così
piena
e
così
immediata
,
che
quel
fantasma
diventava
veramente
una
persona
viva
,
nella
quale
i
lettori
si
specchiavano
e
finivano
per
ritrovare
una
vaga
immagine
di
sé
medesimi
.
La
passione
è
qualcosa
di
così
potente
,
di
così
anormale
,
di
così
diverso
dalle
piccolezze
volgari
della
vita
,
che
è
difficile
determinarla
,
misurarla
,
controllarla
.
Dove
comincia
la
passione
,
e
dove
finisce
?
Quali
sono
le
sue
manifestazioni
,
le
sue
fasi
,
dov
'
è
la
verità
nella
passione
?
Tutto
è
vero
e
tutto
è
falso
,
dalle
lettere
dei
soldati
adorabili
per
le
innocenze
grammaticali
,
alle
canzoni
dei
poeti
,
detestabili
per
la
retorica
,
dalla
morte
della
crestaina
che
si
asfissia
col
carbone
in
una
soffitta
,
alla
morte
del
yachtman
che
si
fa
pomposamente
saltare
in
aria
con
la
navicella
graziosa
che
fu
già
veicolo
dell
'
amore
.
La
passione
è
l
'
impreveduto
e
l
'
imprevedibile
:
v
'
imbarcate
spensieratamente
per
un
'
avventura
,
che
vi
pare
un
capriccio
di
poca
importanza
,
e
d
'
improvviso
un
vento
furioso
v
'
investe
e
vi
spinge
contro
una
scogliera
scoscesa
,
in
cima
alla
quale
ride
l
'
azzurro
ideale
di
una
felicità
sovrumana
,
e
sotto
spesso
sta
la
morte
.
Così
nei
libri
di
passione
.
Quale
è
la
verità
o
la
falsità
nel
romanzo
d
'
amore
?
È
falso
il
Werther
?
Ma
se
ogni
giorno
qualche
Werther
sconosciuto
si
fa
saltare
le
cervella
ai
piedi
di
una
Carlotta
volgare
!
Ma
se
Goethe
versò
in
quel
libro
tanta
sincerità
di
passione
,
che
ne
ammalò
veramente
,
e
dové
fuggire
in
Italia
,
perché
il
sole
gli
dissipasse
dallo
spirito
il
fantasma
del
morto
!
Il
fatto
è
che
il
romanzo
della
passione
è
per
sé
stesso
una
grande
e
bellissima
falsità
:
il
fatto
è
che
esso
non
è
un
romanzo
,
è
il
commento
sentimentale
di
una
passione
.
Infatti
il
romanziere
dell
'
amore
è
colpito
da
quel
medesimo
divino
egoismo
,
che
è
il
peccato
e
la
consolazione
degli
innamorati
.
Tutti
i
romanzi
d
'
amore
sono
a
due
soli
personaggi
,
come
tutti
gli
amori
.
Che
importa
del
resto
del
mondo
al
romanziere
,
e
che
importa
agli
amanti
?
Questi
credono
di
essere
soli
sopra
la
terra
:
il
romanziere
crede
non
esistano
altri
eroi
romanzeschi
,
oltre
quei
due
.
Quel
potente
isolatore
,
che
è
l
'
amore
,
invade
il
libro
:
l
'
uomo
e
la
donna
si
aggirano
,
tra
la
prosa
calda
e
colorita
,
circonfusi
e
velati
da
un
fluido
divino
.
Che
cosa
può
fare
la
critica
?
Questi
romanzi
non
si
giudicano
,
si
amano
.
Così
,
rileggendo
Sapho
,
pel
mio
privato
diletto
,
io
sento
più
che
mai
crescere
in
me
la
ammirazione
simpatica
per
questo
ammaliante
Daudet
,
che
di
tutti
i
romanzieri
contemporanei
,
è
il
più
intimamente
e
organicamente
artista
.
Tutto
ciò
che
il
mio
cervello
critico
pensò
della
Sapho
,
alla
prima
lettura
,
è
dolcemente
annientato
da
ciò
che
i
miei
nervi
femminili
sentono
alla
seconda
.
Svolgendo
le
pagine
di
questo
libro
,
si
avanzano
nella
mite
serenità
dell
'
aria
,
fra
l
'
Adriatico
verde
e
il
cielo
turchino
,
tutte
le
belle
creature
d
'
amore
,
a
cui
il
romanzo
moderno
ha
dato
vita
.
Pensose
,
silenziose
,
coi
grandi
occhi
sognanti
aperti
a
una
luce
lontana
,
si
avanzano
sul
litorale
popolato
di
girasoli
,
prendono
per
mano
questa
loro
ultima
sorella
modellata
dal
Daudet
,
scompaiono
sulla
collina
.
StampaPeriodica ,
Mi
è
sempre
successo
la
stessa
cosa
:
quando
ho
preso
in
mano
un
romanzo
,
firmato
con
un
nome
o
un
pseudonimo
maschile
a
me
ignoti
,
mi
è
bastato
di
leggerne
una
ventina
di
pagine
,
anche
dieci
soltanto
,
per
sapere
che
quel
nome
o
quel
pseudonimo
maschile
celavano
un
nome
di
donna
.
Il
quadro
che
abbraccia
l
'
occhio
maschile
è
più
largo
e
più
complesso
.
Per
lui
tutto
ha
interesse
,
tutto
è
degno
di
nota
,
di
osservazione
.
La
vita
sociale
,
la
natura
,
tutte
le
passioni
egli
le
analizza
,
s
'
immedesima
in
esse
e
le
incarna
nei
suoi
personaggi
.
L
'
occhio
femminile
pare
quasi
che
sorvoli
sull
'
agitarsi
della
vita
sociale
,
che
non
veda
le
scene
della
natura
,
che
fra
tutte
le
passioni
non
ne
comprenda
che
una
sola
,
una
sola
ne
esamini
,
ne
analizzi
,
viva
in
essa
e
per
essa
:
l
'
amore
.
«
Le
pene
del
giovane
Werther
»
è
,
per
esempio
,
un
romanzo
a
base
esclusiva
d
'
amore
,
senza
intreccio
:
è
la
storia
della
passione
di
un
'
anima
esaltata
.
Ma
nelle
lettere
ardenti
del
giovane
innamorato
sono
esposti
tutti
i
dubbj
che
agitano
le
menti
maschili
.
L
'
amore
non
lo
assorbisce
interamente
,
l
'
amore
lo
spinge
ad
osservare
ed
a
pensare
.
Egli
indaga
i
segreti
della
natura
,
scruta
le
profondità
del
cuore
umano
e
finisce
per
suicidarsi
,
dominato
dal
sentimento
della
piccolezza
,
della
meschinità
umana
dinanzi
all
'
immensa
grandezza
della
natura
.
Per
affermare
il
principio
che
la
scelta
fra
la
morte
e
la
vita
è
una
delle
poche
prerogative
di
cui
goda
l
'
uomo
,
stanco
dell
'
esistenza
;
per
provare
che
la
morte
volontaria
«
essendo
la
suprema
manifestazione
della
forza
,
non
può
esser
debolezza
»
,
Werther
si
tira
il
colpo
di
pistola
che
lo
rende
cadavere
.
Nelle
sue
lettere
a
Wilhelm
l
'
amore
è
come
il
ritornello
finale
,
la
rima
sua
obbligata
,
ma
la
mente
di
Goethe
spazia
nei
grandi
cicli
del
pensiero
umano
,
cerca
di
scrutare
la
mente
divina
,
e
s
'
estasia
e
s
'
inginocchia
dinanzi
alla
natura
,
che
è
il
vero
e
solo
amore
del
grande
poeta
tedesco
.
E
come
del
Goethe
,
si
può
dire
lo
stesso
del
Flaubert
,
del
Balzac
,
per
non
citarne
altri
.
Madame
Bovary
,
che
è
pure
lo
studio
profondo
di
un
tipo
femminile
,
forma
nell
'
insieme
un
quadro
complessivo
della
vita
e
dei
costumi
dei
piccoli
paesi
.
Le
passioni
,
le
abitudini
,
le
inezie
della
meschina
esistenza
di
provincia
,
sono
analizzate
e
usufruite
dall
'
autore
per
aggruppare
intorno
alla
protagonista
del
romanzo
un
numero
sufficiente
di
persone
che
renda
completo
il
quadro
.
E
l
'
eroina
stessa
non
ha
nessuno
dei
difetti
delle
creazioni
femminili
;
non
è
punto
incompleta
come
le
donne
create
dalle
donne
,
che
ruminano
sempre
il
sentimento
.
È
fatta
di
carne
,
d
'
ossa
,
d
'
ambizione
,
di
vanità
,
di
vizio
,
come
una
donna
vera
.
Balzac
,
che
è
certo
la
mente
maschile
più
vasta
,
ha
infrante
le
barriere
del
romanzo
,
ha
abbracciato
tutta
la
società
francese
del
suo
tempo
,
di
Parigi
come
della
provincia
,
del
villaggio
come
dei
monti
,
e
aggregando
e
disgregando
i
tipi
da
lui
creati
,
ce
li
mostra
sotto
diversi
aspetti
,
alle
prese
con
le
diverse
passioni
.
Nessuno
meglio
di
lui
ha
conosciuto
ed
apprezzato
i
caratteri
femminili
.
Egli
si
compiace
nel
descriverli
,
li
fa
emergere
sui
tipi
maschili
,
li
dota
di
forza
e
nello
stesso
tempo
di
una
debolezza
affascinante
,
pone
nelle
dita
bianche
delle
sue
donne
molti
dei
fili
che
fanno
muovere
i
personaggi
della
«
Commedia
umana
»
,
ma
per
analizzarle
non
le
chiama
in
un
cantuccio
appartato
della
vita
,
non
le
fa
parlare
sempre
e
poi
sempre
d
'
amore
,
non
le
costringe
a
scrivere
un
giornale
in
cui
sieno
notate
tutte
le
minime
alternative
del
sentimento
,
come
nel
giornale
di
bordo
di
un
ufficiale
di
rotta
sono
notati
tutti
i
cambiamenti
di
vento
.
Le
donne
di
Balzac
amano
,
ma
vivono
pure
,
si
muovono
,
e
l
'
amore
non
produce
in
esse
,
come
nelle
donne
create
dalle
donne
,
il
curioso
fenomeno
di
sospendere
la
vita
,
di
cristallizzarla
.
Prendete
invece
in
mano
il
romanzo
scritto
da
una
donna
,
e
voi
troverete
che
l
'
eroina
non
fa
altro
,
proprio
altro
che
analizzare
il
suo
amore
,
e
su
quel
motivo
fare
una
quantità
di
variazioni
.
Neppure
alcuni
romanzi
della
Sand
sfuggono
a
questo
difetto
,
e
molte
di
quelle
stupende
pagine
di
prosa
francese
non
contengono
altro
che
l
'
analisi
continua
,
ripetuta
cento
volte
,
di
un
sentimento
che
domina
completamente
l
'
eroina
,
e
le
fa
trascurare
tutto
,
la
rende
insensibile
ad
ogni
altra
passione
,
ad
ogni
altro
sentimento
,
meno
a
quello
materno
,
che
è
un
altro
amore
o
meglio
un
'
altra
forma
di
passione
.
La
sola
Eliot
forma
eccezione
,
e
la
sua
mente
femminile
ha
tutte
le
qualità
delle
menti
maschili
,
senza
che
le
manchino
quelle
delicatezze
di
sentimento
,
quelle
finezze
d
'
intuizione
che
sono
proprie
delle
donne
.
Se
realmente
la
donna
nella
vita
fosse
così
completamente
assorbita
dall
'
amore
,
fosse
così
inaccessibile
ad
ogni
cosa
estranea
a
quel
sentimento
,
e
non
avesse
altra
molla
,
altro
movente
alle
sue
azioni
,
io
chinerei
la
testa
e
direi
che
gli
uomini
non
capiscono
le
donne
,
che
mancano
della
finezza
necessaria
per
giudicarle
,
che
le
loro
creazioni
sono
una
calunnia
continua
del
carattere
femminile
,
e
riconoscerei
che
per
descrivere
la
donna
ci
vuole
la
penna
di
una
donna
.
Ma
avviene
precisamente
il
contrario
,
e
se
devo
dire
il
vero
,
mi
pare
che
le
donne
romanziere
non
facciano
altro
che
calunniare
il
loro
sesso
quando
si
mettono
a
descriverlo
,
e
che
esse
non
capiscano
né
punto
né
poco
la
donna
,
che
non
è
niente
affatto
un
essere
così
incompleto
come
esse
lo
fanno
.
C
'
è
un
periodo
della
vita
della
donna
in
cui
veramente
essa
non
è
occupata
d
'
altro
che
dell
'
amore
,
ma
quello
è
un
periodo
transitorio
,
un
periodo
in
cui
essa
è
ancora
crisalide
.
Allora
ella
si
crea
nella
mente
un
ideale
d
'
amore
e
non
ama
l
'
uomo
;
ama
la
sua
creazione
,
ama
l
'
amore
.
Ma
generalmente
quel
periodo
è
brevissimo
.
Destata
da
quella
inerzia
dalla
calda
primavera
della
vita
,
ella
diventa
farfalla
,
e
sulle
sue
ali
delicate
si
vedono
ben
presto
le
impronte
di
tutte
le
passioni
umane
.
Infatti
gettiamo
uno
sguardo
nella
vita
vera
,
guardiamo
un
momento
le
donne
che
ci
circondano
.
Alcune
le
vedete
divorate
dall
'
ambizione
.
Esse
sono
ambiziose
per
sé
,
per
il
marito
,
per
i
figli
e
torturano
l
'
intelligenza
per
spingerli
sulla
via
degli
onori
,
delle
ricchezze
;
altre
sono
divorate
dalla
sete
di
dominio
;
dominano
sulla
famiglia
,
sui
loro
amici
,
dominano
su
tutti
quanti
le
avvicinano
,
ora
con
mezzi
diretti
,
ora
con
mezzi
indiretti
,
pur
di
dominare
;
altre
poi
le
vedete
odiare
,
con
maggior
forza
di
un
uomo
,
altre
finalmente
le
vedete
,
divorate
dalla
sete
del
denaro
.
Perché
dunque
esse
devono
,
nei
romanzi
femminili
,
soltanto
amare
e
amare
ipocritamente
?
È
vero
che
l
'
amore
è
la
più
dolce
e
la
più
confacente
alla
figura
femminile
fra
tutte
le
passioni
umane
,
ma
neppure
l
'
amore
descritto
dalle
donne
,
non
è
il
vero
amore
,
l
'
amore
complesso
.
È
quasi
sempre
un
amore
che
permette
moltissimo
di
ragionare
,
e
converte
l
'
eroina
del
romanzo
in
una
macchinetta
a
tesi
,
che
parla
molto
,
scrive
molto
e
ama
poco
.
Così
è
la
duchessa
di
Saverdun
di
Forsan
,
nel
romanzo
La
duchesse
Ghislaine
.
Una
donna
incompleta
,
che
ragiona
continuamente
,
che
non
vive
altro
che
per
parlare
del
suo
amore
,
e
non
ama
altro
che
per
parlarne
con
sé
stessa
;
una
fredda
madonna
gotica
gettata
a
caso
nei
salons
parigini
,
che
non
capisce
quando
è
tempo
di
amare
davvero
,
e
diventa
colpevole
quando
della
sua
colpa
l
'
amante
non
può
essergliene
più
grato
,
perché
in
lui
anche
il
desiderio
è
spento
dalla
freddezza
della
duchessa
.
Questa
donna
che
è
in
continuo
colloquio
con
sé
stessa
,
non
la
vediamo
mai
vivere
davvero
.
Accanto
a
lei
non
c
'
è
altro
che
Maurice
,
perché
lei
possa
amarlo
,
Fresneau
per
innamorarsi
di
lei
,
e
madame
di
Pavanes
per
ingelosirla
e
Aurélie
per
dissuaderla
dall
'
amare
Maurice
.
L
'
ambiente
manca
tanto
che
la
scena
potrebbe
succedere
a
Pekino
come
a
Parigi
,
senza
che
per
questo
fosse
necessario
cambiare
altro
che
i
nomi
della
città
e
dei
castelli
dove
i
personaggi
vanno
sempre
insieme
,
a
compagnie
,
come
i
soldati
che
cambiano
di
guarnigione
.
La
duchessa
Ghislaine
insieme
con
i
figli
e
con
l
'
amica
sua
Aurélie
,
abita
una
villa
a
poca
distanza
da
un
paese
di
bagni
.
Le
due
signore
non
prendono
parte
ai
divertimenti
,
non
ricevono
quasi
nessuno
.
Maurice
,
giovanissimo
di
età
,
è
ammesso
senza
diffidenza
nella
intimità
della
duchessa
,
e
se
ne
innamora
,
ma
la
timidezza
propria
dell
'
età
sua
e
la
proverbiale
austerità
di
costumi
di
Ghislaine
lo
trattengono
dal
rivelarle
la
sua
passione
.
Maurice
è
richiamato
a
Parigi
improvvisamente
,
la
duchessa
vi
torna
pure
qualche
mese
dopo
ed
egli
non
osa
andarla
a
visitare
.
Aurélie
ve
lo
conduce
per
sorpresa
,
la
duchessa
lo
accoglie
con
piacere
e
da
quel
giorno
lo
riceve
sempre
,
alle
ore
in
cui
non
riceve
altri
,
lo
fa
restare
dopo
che
gli
invitati
sono
partiti
,
incoraggia
l
'
amore
del
giovane
.
Ma
quando
la
passione
di
Maurice
diventa
esigente
,
lo
respinge
,
ed
egli
per
vendicarsi
si
mette
sotto
la
bandiera
della
signora
di
Pavanes
,
che
è
più
che
una
coquette
.
Maurice
ha
un
duello
,
e
la
causa
apparente
della
sfida
è
la
signora
di
Pavanes
,
ma
la
causa
vera
è
Ghislaine
.
La
duchessa
,
impietosita
da
Fresneau
,
che
le
narra
come
Maurice
si
sia
battuto
per
lei
,
s
'
intenerisce
per
il
ferito
e
lo
vuol
vedere
ed
è
pronta
ad
accordar
tutto
;
ma
prima
che
Maurice
giunga
ella
è
informata
della
parte
che
ha
avuto
nel
duello
la
signora
di
Pavanes
,
si
lascia
ingannare
dalle
apparenze
e
lo
respinge
una
seconda
volta
.
Maurice
parte
,
va
in
diplomazia
,
e
nella
capitale
nordica
dove
è
destinato
,
s
'
innamora
di
una
signorina
e
le
promette
di
sposarla
.
Maurice
ritorna
a
Parigi
e
la
duchessa
,
indispettita
dal
contegno
freddo
,
quasi
insultante
di
lui
,
cerca
di
rianimare
l
'
antica
passione
,
tenta
tutti
i
mezzi
,
anche
l
'
ultimo
,
umilia
il
suo
orgoglio
,
sagrifica
la
sua
virtù
,
ma
l
'
amore
di
Maurice
è
morto
ed
egli
parte
.
La
duchessa
assalita
da
una
malattia
di
languore
,
va
a
morire
a
Cannes
nelle
braccia
della
fidanzata
di
Maurice
.
Come
si
vede
,
la
tela
del
romanzo
è
tenuissima
:
avvenimenti
pochi
,
e
quei
pochi
ormai
vecchi
,
come
l
'
eterno
duello
,
dissertazioni
sull
'
amore
moltissime
e
frequenti
anche
le
discussioni
d
'
amore
.
La
duchessa
Ghislaine
non
è
neppure
madre
in
questo
libro
,
non
è
altro
che
amante
ed
amante
incompleta
.
Molti
dei
difetti
del
romanzo
sono
inerenti
al
sesso
dell
'
autrice
,
la
quale
sotto
il
nome
di
Forsan
non
può
nascondere
la
chioma
femminile
.
I
pregi
sono
una
grande
finezza
di
analisi
,
molta
cura
dei
particolari
e
uno
stile
facile
ed
elegante
.
Quella
duchessa
Ghislaine
così
infelice
,
così
abbandonata
,
farà
piangere
di
commozione
molte
signore
,
che
hanno
vagheggiato
di
somigliarle
;
ma
se
esse
si
spogliassero
di
quella
ipocrisia
,
che
la
donna
più
sincera
è
difficile
che
abbandoni
neppure
quando
è
sola
con
sé
stessa
,
dovrebbero
dire
:
quella
figura
non
è
vera
,
quella
donna
non
vive
,
non
è
stata
mai
viva
,
non
ci
somiglia
.
StampaPeriodica ,
Intorno
a
questo
soggetto
della
donna
,
soggetto
così
umile
e
così
grandioso
,
così
individuale
eppure
così
complesso
,
hanno
lavorato
tutti
gli
ingegni
,
in
tutte
le
arti
,
in
tutti
i
tempi
.
L
'
uomo
,
nella
creazione
,
può
essere
una
accidentalità
;
ma
dato
l
'
uomo
,
la
donna
vi
diventa
una
necessità
.
Vi
sono
state
a
rigor
di
favola
,
(
e
la
favola
non
è
altro
che
la
maschera
del
vero
)
donne
che
vissero
sole
,
sulla
riva
del
Termodonte
;
ma
di
uomini
senza
donne
né
la
storia
né
la
favola
parlano
,
anzi
,
quando
alcuni
popoli
credettero
di
non
averne
a
sufficienza
,
mossero
a
rapire
le
donne
del
vicino
.
Eppure
,
accettando
il
principio
indiscutibile
dell
'
importanza
e
della
necessità
della
donna
,
non
si
può
fare
a
meno
di
restare
sbalorditi
contemplando
per
quali
vie
differenti
e
sotto
quali
diversi
aspetti
la
donna
si
impose
.
Nei
tempi
antichi
essa
è
una
figura
sbiadita
,
che
non
aveva
,
si
può
dire
,
poteri
riconosciuti
.
L
'
uomo
allo
stato
di
barbarie
,
forte
della
superiorità
fisica
,
la
relegava
nel
secondo
posto
,
come
vediamo
praticare
anche
oggi
,
via
via
che
si
discendono
gli
strati
sociali
.
Ma
è
appunto
strano
che
da
quest
'
umile
posto
ella
abbia
saputo
inalzarsi
fin
dove
è
giunta
.
Le
religioni
ebraiche
e
musulmane
,
rispettando
la
donna
come
sposa
e
come
madre
,
scrissero
tuttavia
per
lei
nella
Bibbia
e
nel
Corano
dei
paragrafi
ingiuriosi
e
le
crearono
esclusioni
insultanti
,
fra
cui
,
primissima
nella
religione
musulmana
,
quella
di
non
poter
partecipare
al
culto
di
un
Essere
supremo
,
e
nella
religione
ebraica
,
la
dichiarazione
di
impurità
.
In
Grecia
,
tra
le
raffinatezze
di
una
civiltà
lussuosa
,
l
'
arte
,
sorgendo
dai
limbi
informi
,
modellò
i
primi
capolavori
sotto
l
'
ispirazione
della
donna
.
Da
animale
domestico
,
ella
salì
al
grado
di
cortigiana
;
fu
adulata
e
incensata
.
Il
paganesimo
trovò
in
lei
la
più
perfetta
espressione
del
suo
culto
,
e
Aspasia
,
scuotendo
i
braccialetti
d
'
oro
sul
capo
inebriato
di
Pericle
,
annunciò
ridendo
che
il
tempo
delle
catene
era
passato
.
Ma
il
cristianesimo
,
primo
,
rialzò
veramente
la
donna
per
cui
se
vediamo
ancora
le
cristiane
superare
di
numero
i
cristiani
,
è
una
quistione
di
riconoscenza
che
va
rispettata
.
Coll
'
apoteosi
di
Maria
il
cristianesimo
ha
redenta
la
donna
,
ben
più
che
la
passione
di
Cristo
non
abbia
redenti
gli
uomini
.
Passando
dalla
forma
all
'
idea
,
dal
talamo
all
'
altare
,
la
donna
cristiana
ha
rivelato
l
'
infinito
potere
femminile
.
In
vista
di
quella
méta
raggiante
,
le
martiri
e
le
sante
partirono
dalle
sdegnate
case
,
ingrossando
le
file
che
divennero
legioni
,
e
popolarono
gli
aspri
sentieri
della
conquista
nuova
.
Inalzando
il
grido
della
rivolta
,
si
chiamarono
figlie
di
Dio
,
e
vollero
la
libertà
;
si
chiamarono
sorelle
di
quelli
che
soffrono
,
e
vollero
il
sacrificio
;
si
chiamarono
compagne
dei
forti
,
e
vollero
la
lotta
.
La
religione
cristiana
svolse
tutta
l
'
idealità
della
donna
.
Disse
:
Tu
sei
la
parte
migliore
dell
'
uomo
,
rialzati
dal
vile
posto
di
concubina
e
assorgi
alla
gloria
della
famiglia
;
tu
,
madre
dell
'
uman
genere
,
siine
anche
l
'
educatrice
.
Si
vide
allora
ciò
che
non
si
era
visto
mai
;
le
turbe
prostrate
davanti
all
'
immagine
di
una
vergine
;
i
sacerdoti
,
sotto
le
mitrie
sfolgoranti
di
gemme
,
baciare
l
'
umile
lembo
della
veste
di
Maria
.
Maria
è
la
bellezza
,
è
la
purità
,
è
la
maternità
,
è
il
dolore
il
dolore
sopratutto
,
questa
aureola
della
donna
talché
,
in
nessuna
fase
della
sua
vita
,
la
madre
di
Cristo
appare
così
toccante
come
quando
sostiene
sulle
braccia
il
figliuolo
morto
.
Ma
in
Maria
così
sublime
,
così
bella
,
manca
l
'
amore
.
Dalla
solinga
cameretta
di
Nazareth
dove
l
'
angelo
annuncia
la
volontà
di
Dio
,
al
presepio
di
Betlemme
dove
essa
ha
il
suo
compimento
,
il
dovere
solo
parla
a
Maria
;
si
cerca
invano
una
fiamma
d
'
amore
in
questa
sposa
che
non
è
stata
amante
.
L
'
amore
piange
e
si
trascina
sul
Golgota
nelle
splendide
forme
della
Magdalena
,
ma
è
l
'
amore
di
una
peccatrice
:
la
madonna
non
ama
.
La
madonna
non
ama
,
e
la
donna
vuole
amare
.
Uscita
dalla
sua
abbiezione
,
pareggiata
all
'
uomo
da
poi
che
Gesù
Cristo
ne
impose
il
culto
ai
fedeli
,
ella
sentì
il
bisogno
di
affermare
la
propria
individualità
che
la
religione
sanzionava
.
Ella
,
che
aveva
piegata
la
testa
,
vide
giunto
il
momento
di
rialzarla
;
dopo
aver
conquistato
col
dolore
,
volle
regnare
nella
gioia
.
E
venne
il
Medio
Evo
.
Quelle
turbe
,
su
cui
il
cristianesimo
aveva
soffiato
il
concetto
d
'
una
idealità
elevata
,
erano
preparate
all
'
accettazione
del
motto
che
fu
per
tanti
secoli
la
forza
delle
nazioni
civili
:
Dio
,
il
re
,
la
donna
.
Dal
fondo
delle
borgate
,
dai
vecchi
castelli
,
il
fiore
della
gioventù
civile
accorse
sotto
il
nobile
vessillo
.
Né
conviene
giudicare
il
trionfo
della
donna
nel
Medio
Evo
perché
la
vediamo
giudice
nei
tornei
ed
arbitra
delle
Corti
d
'
amore
;
o
perché
i
menestrelli
cantavano
patetiche
romanze
davanti
ai
veroni
illuminati
dalla
luna
.
Sfrondiamo
pure
la
leggenda
dei
fiori
che
vi
ricamò
sopra
la
fantasia
,
resta
sempre
il
nome
della
donna
invocato
come
egida
dell
'
onore
,
messo
accanto
ai
nomi
di
Dio
e
del
re
.
Che
fosse
castellana
,
dittatrice
di
sensi
gentili
,
o
monaca
consigliera
di
sante
abnegazioni
,
l
'
influenza
della
donna
nel
Medio
Evo
è
grande
.
Temperò
i
costumi
rozzi
e
violenti
,
pose
nel
cuore
dell
'
uomo
altri
desiderii
che
non
fossero
quelli
di
stragi
e
di
sangue
.
Ricompensando
i
prodi
col
suo
sorriso
,
elevò
l
'
amore
all
'
altezza
di
virtù
;
così
dalla
stessa
fonte
che
l
'
aveva
resa
oggetto
di
bassa
considerazione
,
ella
seppe
far
raggiare
la
sua
maggior
gloria
.
Coll
'
amore
poggiato
in
alto
la
donna
fu
regina
.
Ma
la
parabola
,
toccato
il
vertice
,
decade
.
Scosso
sui
cardini
il
potente
colosso
del
cristianesimo
,
anche
l
'
astro
della
donna
si
vela
.
Chi
ha
attentato
al
potere
divino
,
non
indietreggerà
davanti
alla
donna
.
Le
sottigliezze
di
una
filosofia
ribelle
,
i
costumi
,
di
troppo
rozzi
che
erano
,
divenuti
eccessivamente
raffinati
,
sviato
il
senso
della
divinità
,
posto
in
ridicolo
l
'
ideale
,
cresciuta
la
smania
dei
godimenti
diventata
generale
per
la
facilità
di
procurarseli
,
l
'
uomo
non
credette
più
all
'
amore
e
con
la
fede
nell
'
amore
cessa
l
'
alto
potere
femminino
.
La
donna
,
spoglia
di
idealità
,
ritorna
d
'
onde
era
partita
semplice
strumento
di
piacere
.
Mai
come
adesso
,
forse
,
la
donna
è
stata
nei
sensi
dell
'
uomo
,
ma
non
è
più
nel
suo
cuore
.
Essa
lo
domina
violentemente
,
ancora
,
più
ancora
d
'
una
volta
,
eppure
l
'
uomo
le
sfugge
quando
non
si
spezza
ne
'
suoi
lacci
!
Noi
vediamo
donne
dappertutto
.
Non
si
pubblica
un
libro
,
uno
spartito
,
un
programma
,
che
non
abbiano
nel
frontispizio
una
procace
figura
femminile
,
quasi
sempre
nuda
.
Le
vetrine
dei
cartolai
riboccano
di
fotografie
di
donne
.
La
fortuna
dei
teatri
riposa
sulle
donne
.
I
giornali
più
serii
dedicano
al
bel
sesso
cronachette
della
moda
e
registrano
i
trionfi
delle
professional
beauties
.
Infine
,
ogni
uomo
ha
nel
taschino
la
scatola
dei
fiammiferi
con
due
tipi
di
donna
,
la
bionda
e
la
bruna
;
ma
in
tanta
abbondanza
di
donne
,
la
donna
si
perde
.
L
'
amore
è
morto
:
gridano
:
viva
l
'
amore
!
È
morto
in
Psiche
,
risorge
in
Afrodite
.
Lo
scettico
ghigna
,
il
materialista
applaude
,
lo
spiritualista
geme
;
il
filosofo
,
sereno
,
aspetta
e
se
questo
filosofo
è
una
donna
,
spera
.
StampaPeriodica ,
Sed
toleranda
fames
,
non
tolerandus
amor
.
CLAUDIANO
V
'
è
anche
una
questione
sessuale
e
v
'
è
anche
un
diritto
all
'
amore
.
Chiedo
alle
mie
lettrici
di
fare
uno
sforzo
di
logica
e
assurgere
dai
ricordi
e
dai
desiderii
personalissimi
alla
concezione
dell
'
Amore
e
del
Diritto
con
le
iniziali
maiuscole
;
altrimenti
la
paura
del
dover
amare
corrispondente
a
quel
diritto
d
'
amare
potrebbe
apparir
loro
orribilmente
disgustosa
.
E
chiedo
loro
anche
di
considerare
che
quel
diritto
all
'
amore
lo
si
pretenderebbe
non
solo
per
gli
uomini
ma
anche
per
le
donne
.
Ed
è
prudente
,
qui
per
qui
,
non
spaventarne
alcuna
ponendo
un
qualunque
limite
d
'
età
.
Poniamo
che
quel
diritto
ci
accompagni
fino
alla
morte
come
il
sole
,
simile
al
diritto
sul
pane
,
sul
lavoro
e
su
la
incolumità
personale
.
Mario
Morasso
,
ingegno
vertiginosamente
originale
,
pronto
a
spiccar
dal
più
piccolo
scoglio
della
realtà
salti
parabolici
nel
mare
delle
ipotesi
,
autore
di
libri
constellati
di
idee
la
metà
delle
quali
amo
per
la
loro
fecondità
e
la
metà
detesto
per
la
loro
inutile
ferocia
,
quattro
anni
fa
per
il
primo
nella
Riforma
sociale
propose
la
Questione
sessuale
.
Fra
i
due
istinti
essenziali
dell
'
uomo
conservazione
dell
'
individuo
e
conservazione
della
specie
non
si
può
stabilire
una
gerarchia
;
anzi
a
vederli
praticamente
e
obbiettivamente
nell
'
uomo
attuale
,
l
'
istinto
d
'
amore
,
per
quanto
represso
e
nascosto
,
appare
più
forte
del
primo
,
cioè
v
'
è
chi
si
uccide
perché
non
può
soddisfarlo
.
Ora
perché
la
legge
riconosce
nell
'
uomo
solo
il
diritto
di
vivere
ma
non
quello
d
'
amare
,
e
con
maggior
precisione
perché
la
legge
concede
all
'
uomo
la
dirimente
della
legittima
difesa
solo
nel
caso
di
attacco
diretto
alla
persona
fisica
,
quando
egli
mostra
spesso
di
pregiare
qualcosa
ancor
più
della
sua
esistenza
,
cioè
il
suo
amore
?
Un
sociologo
che
è
anche
un
critico
d
'
arte
modernissimo
e
acuto
scrive
ora
tutt
'
un
bel
volume
su
questa
Lotta
di
sesso
,
studiando
cioè
gli
ostacoli
che
all
'
istinto
d
'
amore
derivano
nella
donna
e
nell
'
uomo
rispettivamente
dall
'
uomo
e
dalla
donna
desiderata
,
e
proseguendo
così
l
'
opera
iniziata
col
suo
libro
sui
Reati
sessuali
dove
egli
studiava
gli
ostacoli
posti
dalla
legge
.
Pare
ormai
provato
dagli
embriologi
che
l
'
uomo
e
la
donna
non
siano
che
due
parti
individue
d
'
uno
stesso
elemento
,
o
meglio
le
due
parti
d
'
una
cellula
spaccata
crudelmente
in
due
;
e
per
questo
essi
cerchino
naturalmente
di
riunirsi
per
ricreare
quell
'
entità
perduta
.
E
poiché
lo
stato
di
separazione
è
fatalmente
più
lungo
di
quello
di
comunione
,
l
'
amore
diventa
sinonimo
di
dolore
,
cioè
di
permanente
contrarietà
a
un
istinto
,
di
lunga
insoddisfazione
d
'
un
desiderio
.
E
tutto
(
a
udir
i
commenti
dei
sociologi
ai
suddetti
embriologi
,
perché
nella
realtà
mi
pare
che
si
vada
innanzi
abbastanza
comodamente
)
,
si
infrappone
a
quella
tale
operazione
matematica
della
ricostituzione
dell
'
unità
:
la
società
,
le
sue
leggi
,
le
sue
abitudini
,
i
suoi
pregiudizii
,
la
differenza
di
sensibilità
nell
'
uomo
e
nella
donna
,
la
religione
,
il
pudore
,
e
pare
impossibile
perfino
certa
letteratura
.
E
quel
dolore
diventa
così
angoscioso
che
nello
spasimo
verso
la
felicità
gli
amanti
finiscono
a
desiderar
la
confusione
dei
loro
esseri
,
la
dissoluzione
e
la
morte
,
pur
di
non
tornar
a
penare
.
«
La
propria
diffinizione
del
perfetto
amore
dell
'
uomo
et
della
donna
,
è
la
conversione
dell
'
amante
nell
'
amato
con
desiderio
che
si
converta
l
'
amato
nell
'
amante
»
,
diceva
Leone
Ebreo
nel
1535
,
e
pochi
anni
prima
nei
Dialoghi
di
Sperone
Speroni
;
né
allora
,
ch
'
io
mi
sappia
,
erano
in
alcuna
università
cattedre
di
embriologia
e
di
psichiatria
,
né
Lombroso
aveva
ancòra
scritto
quel
suo
geniale
volume
su
l
'
Amore
nel
suicidio
e
nel
delitto
.
Ora
in
questa
ingannevole
lotta
tra
uomo
e
donna
una
lotta
che
assomiglia
all
'
accavallarsi
furioso
dell
'
onde
su
la
superficie
del
mare
,
mentre
a
dieci
metri
di
profondità
tutto
è
quiete
e
beato
il
Viazzi
molto
perspicuamente
distingue
tre
epoche
.
Primitivamente
in
quello
che
una
volta
si
chiamava
lo
stato
di
natura
,
la
donna
ha
un
dominio
assoluto
e
spaventoso
su
la
vita
dell
'
uomo
.
In
tutto
il
regno
animale
,
il
maschio
dopo
l
'
amore
cessa
di
vivere
molto
prima
della
femmina
anche
perché
volendo
adornarsi
e
abbellirsi
per
attirarla
perde
forza
e
agilità
mentre
il
pericolo
di
essere
scoperto
dai
suoi
nemici
aumenta
in
proporzione
di
quelli
ornamenti
.
Anche
oggi
,
sebbene
il
maschio
si
impennacchi
meno
e
spesso
si
contenti
per
attirar
la
donna
di
gonfiarsi
e
rimbecillirsi
un
poco
,
chi
esamina
le
statistiche
delle
popolazioni
europee
vede
che
la
mortalità
tra
i
diciotto
e
i
ventisei
anni
è
di
molto
maggiore
fra
noi
uomini
che
fra
le
donne
:
ciò
che
forse
muterà
quando
gli
uffici
di
statistica
saranno
tenuti
dalle
donne
.
Per
fortuna
in
tutto
,
tranne
che
nell
'
amore
,
l
'
uomo
è
il
forte
e
la
donna
è
il
debole
.
E
l
'
uomo
,
avendo
più
e
più
chiara
la
percezione
delle
necessità
della
conservazione
individuale
nell
'
asprezza
della
vita
primitiva
e
volendo
d
'
altro
canto
mantenersi
contro
gli
altri
la
compagna
scelta
dal
suo
desiderio
e
offrendole
perciò
di
difenderle
la
vita
e
spesso
anche
di
trovarle
il
cibo
,
finisce
a
prendere
su
lei
una
prevalenza
,
di
abitudine
più
che
di
istinto
.
E
questa
è
la
seconda
fase
.
Nella
terza
,
poiché
perdura
quello
stato
di
coscienza
ma
declina
l
'
urgenza
nei
bisogni
elementari
della
vita
,
la
donna
si
rialza
dall
'
affievolimento
e
riconquista
pian
piano
,
obliquamente
se
non
dirittamente
,
il
perduto
dominio
.
Oggi
pare
che
siamo
in
queste
condizioni
;
dei
due
periodi
passati
restano
due
condizioni
di
fatto
,
la
frequenza
delle
percosse
maritali
e
il
contratto
ora
tacito
ora
esplicito
per
cui
,
se
la
donna
tiene
l
'
uomo
per
forza
d
'
amore
,
l
'
uomo
tiene
la
donna
per
forza
di
pane
.
Familia
ha
la
stessa
etimologia
di
famulus
,
schiavo
,
da
fames
,
fame
.
Fedeltà
canina
,
osserverà
qualche
sentimentale
:
ma
i
sociologi
hanno
il
cuore
duro
e
lasciano
il
sentimento
a
sbadigliare
in
anticamera
.
È
divertente
seguire
questo
lento
e
abile
ritorno
della
donna
al
potere
.
Pian
piano
le
antiche
norme
legislative
non
posano
più
su
le
condizioni
economiche
e
morali
che
le
determinarono
;
così
che
esse
hanno
una
forza
breve
e
intermittente
nei
ristretti
limiti
delle
singole
applicazioni
giudiziarie
;
ma
la
vita
vera
soverchia
le
dighe
e
corre
pel
suo
verso
liberamente
.
Quelle
leggi
,
dice
bene
il
Viazzi
,
ormai
più
che
altro
rappresentano
l
'
inanità
della
parola
,
incerta
nella
sua
rigidezza
,
di
fronte
al
continuo
divenire
della
realtà
.
La
donna
ha
saputo
sfruttare
le
sue
vere
inferiorità
fisiche
e
la
sua
inferiorità
legale
con
una
finezza
cui
purtroppo
non
si
può
dare
che
il
sommo
ed
unico
aggettivo
di
femminile
.
La
sua
penetrazione
psicologica
,
la
celerità
sua
a
definire
i
sentimenti
e
i
pensieri
altrui
dai
minimi
segni
esteriori
,
quella
miopia
intellettuale
descritta
dallo
Schopenhauer
per
cui
nelle
cose
vicine
la
donna
discerne
analiticamente
piccolezze
a
primo
tratto
ignote
agli
uomini
ma
le
cose
lontane
le
sfuggono
,
la
aiutano
in
questo
lavorìo
.
D
'
altra
parte
,
questa
finezza
di
percezione
intellettiva
per
la
deficiente
delicatezza
non
ha
nessuna
forza
d
'
obbiettivazione
morale
,
nessuna
eco
patetica
.
Ella
vede
più
presto
e
più
dell
'
uomo
,
ma
sente
meno
.
Da
questa
condizione
piacevole
per
la
lotta
,
deriva
poi
che
ella
meno
delicata
ha
tutte
le
probabilità
di
essere
stimata
di
più
perché
l
'
uomo
soffrendo
delle
ostentate
sofferenze
di
lei
si
frenerà
e
tacerà
,
ed
ella
soffrendo
poco
per
sé
e
meno
per
l
'
altro
sarà
liberissima
a
tutte
le
svariate
contorsioni
e
a
tutte
le
garrule
petulanze
che
Balzac
chiamava
la
«
forza
della
raganella
»
e
che
per
l
'
osservatore
scettico
sono
deliziose
a
vedersi
e
a
udirsi
,
ma
per
lo
spettatore
commovibile
sono
altrettanti
segni
visibili
della
pretesa
feroce
tirannia
dell
'
uomo
.
La
conclusione
è
che
,
nel
fatto
,
quello
che
soffre
più
pel
cosiddetto
martirio
è
il
povero
carnefice
.
«
Nei
migliori
rappresentanti
del
momento
economico
attuale
,
cioè
nelle
famiglie
della
borghesia
agiata
,
troppo
spesso
la
donna
appare
come
un
essere
che
mangia
,
beve
,
si
fa
vestire
e
svestire
,
accompagnare
a
teatro
,
ai
balli
e
alle
corse
,
e
che
obbliga
il
marito
a
un
sopralavoro
rappresentato
da
altrettante
vesti
o
gioielli
o
piume
o
che
so
io
,
destinati
ad
ecclissare
le
rivali
,
vendendo
,
in
sostanza
,
o
cedendo
a
prezzi
esorbitanti
il
monopolio
reale
o
putativo
di
una
merce
che
né
per
lei
né
per
altri
ha
un
costo
qualsiasi
.
Cosa
siffattamente
entrata
nelle
abitudini
che
uguali
pretese
sono
da
un
lato
accampate
e
dall
'
altro
subìte
nei
rapporti
fra
padri
e
figlie
alle
quali
bisogna
pure
che
sia
fornito
tutto
il
necessario
apparecchio
di
gale
per
l
'
adescamento
del
marito
,
vale
a
dire
della
futura
vittima
»
.
E
ben
venga
,
dopo
ciò
,
il
Feminismo
che
ormai
come
tanti
altri
ismi
contemporanei
significa
tante
cose
da
non
significar
più
nulla
,
da
essere
una
targhetta
sopra
un
recipiente
nel
quale
ognuno
imbottiglia
il
proprio
vino
senza
far
complimenti
.
Ma
a
chi
volesse
perder
tempo
a
studiar
il
feminismo
raccomanderei
subito
un
'
osservazione
e
un
libro
.
E
l
'
osservazione
già
fatta
da
Georges
Pellissier
è
che
quasi
tutti
gli
scrittori
detti
feministi
ostentano
un
gran
disprezzo
per
la
donna
o
,
se
non
l
'
ostentano
,
lo
tradiscono
senza
accorgersene
perfino
nei
loro
omaggi
più
zuccherosi
.
E
il
libro
che
ha
l
'
intonazione
delle
recenti
Battaglie
per
un
'
idea
di
Neera
gentilmente
antimuliebri
è
Le
rôle
de
la
femme
di
Anna
Lamperière
,
pubblicato
a
Parigi
pochi
mesi
fa
.
Un
altro
libro
anche
deve
esser
letto
per
farsi
un
'
idea
del
bene
e
del
male
che
gli
italiani
che
scrivono
pensano
o
almeno
dicono
di
pensare
sulla
donna
;
ed
è
la
dotta
e
pur
piacevolissima
Inchiesta
sulla
donna
condotta
con
abile
imparzialità
da
Guglielmo
Gambarotta
.
Le
risposte
ve
ne
ha
di
Lombroso
,
di
Ferri
,
di
Sergi
,
di
Mantegazza
,
di
Novicow
,
di
Réclus
,
di
Heyse
,
di
Negri
,
di
Brunetière
,
di
Richet
,
di
Rod
,
di
Neera
,
di
Pilo
,
di
Butti
,
di
Guyot
,
di
Merlino
,
di
Bruno
Sperani
,
di
Paola
Lombroso
,
di
Ouida
,
di
Nordan
veramente
sarebbero
subordinate
,
meno
quelle
delle
scrittrici
,
all
'
ultima
domanda
:
«
La
donna
vostra
,
quando
avesse
diritti
eguali
ai
vostri
,
potrebbe
sembrarvi
meno
seducente
?
»
.
È
vero
che
,
in
coscienza
,
le
donne
che
si
conoscono
meno
son
quelle
che
si
sono
amate
o
che
si
amano
.
Io
non
sia
detto
per
vantarmene
ma
solo
per
onestà
in
fondo
a
un
articolo
su
la
lotta
di
sesso
non
ho
moglie
.
StampaPeriodica ,
Finalmente
abbiamo
un
romanziere
.
Questo
romanziere
è
Giovanni
Verga
:
ma
non
più
il
Verga
dell
'
Eva
,
della
Storia
d
'
una
capinera
,
e
neanche
della
Vita
dei
campi
;
bensì
un
Verga
di
seconda
maniera
,
o
più
tosto
di
terza
,
il
quale
ci
si
erge
dinanzi
,
a
un
tratto
,
armato
di
tutt
'
altre
armi
,
con
altro
stile
,
altri
concetti
,
altro
ideale
quasi
viaggiatore
che
torni
improvviso
da
una
terra
non
esplorata
ancora
prima
di
lui
,
e
che
,
per
appagare
la
curiosità
dei
dolci
amici
,
cui
disse
addio
al
partire
,
non
trovi
di
meglio
che
mettere
loro
sott
'
occhio
il
suo
diario
,
dicendo
:
«
Leggete
.
Questo
vid
'
io
»
.
Finalmente
abbiamo
un
romanziere
.
Non
dico
:
un
romanzo
mica
perché
i
Malavoglia
non
meritino
assai
più
del
nome
modestissimo
di
racconto
che
dà
loro
l
'
autore
nella
sua
prefazione
ma
perché
i
Malavoglia
non
sono
che
un
sotto
-
titolo
,
cioè
il
primo
volume
di
un
ciclo
romanzesco
dal
titolo
I
Vinti
,
a
voler
giudicare
il
quale
con
fondamento
e
giustizia
,
pare
a
me
necessario
attendere
,
se
non
la
serie
intera
degli
altri
vinti
,
almeno
un
secondo
volume
o
un
terzo
.
Io
non
voglio
qui
cercare
se
il
romanzo
ciclico
sia
cosa
bella
o
nuova
o
utile
,
in
arte
;
né
spargere
la
lagrimetta
d
'
obbligo
sulle
misere
condizioni
del
romanzo
da
noi
,
rispetto
alle
altre
nazioni
;
né
spiare
,
per
rapportare
agli
sfaccendati
maligni
della
platea
grossa
,
quanto
sangue
di
papà
Balzac
scorra
nelle
vene
di
Flaubert
e
dei
Goncourt
,
quanto
di
questi
in
quelle
di
Emilio
Zola
,
e
men
che
meno
,
quanto
ne
sia
filtrato
,
di
tutti
costoro
,
nelle
vene
del
gentile
e
forte
scrittore
siciliano
.
Che
il
ciclo
stia
al
romanzo
,
più
o
meno
,
come
alla
commedia
la
tesi
,
parmi
:
se
più
ardua
o
men
giovevole
questa
,
di
quello
,
non
so
.
So
che
l
'
arte
per
l
'
arte
(
domando
mille
perdoni
)
,
mi
sdegna
:
e
io
amo
quanti
strappano
a
Natura
Dea
un
sospiro
che
la
dimostri
viva
,
né
sempre
quella
,
un
grido
che
sia
umano
;
e
amo
anche
chi
scrive
:
Io
soffro
,
ma
amo
assai
più
chi
mi
dice
:
Osserva
,
quanti
dolori
!
«
Questo
racconto
è
lo
studio
sincero
e
spassionato
del
come
probabilmente
devono
nascere
e
svilupparsi
,
nelle
più
umili
condizioni
,
le
prime
irrequietudini
pel
benessere
;
e
quale
perturbazione
debba
arrecare
in
una
famigliola
vissuta
sino
allora
relativamente
felice
,
la
vaga
bramosia
dell
'
ignoto
,
l
'
accorgersi
che
non
si
sta
bene
,
o
che
si
potrebbe
star
meglio
»
.
Ciò
sono
,
con
le
parole
medesime
dell
'
autore
e
salvo
un
piccolo
strappo
alla
sintassi
i
Malavoglia
.
In
questi
,
non
è
ancora
che
la
lotta
pe
'
bisogni
materiali
.
Soddisfatti
i
quali
,
la
«
ricerca
del
meglio
»
diviene
avidità
di
ricchezze
,
e
s
'
incarnerà
in
un
tipo
borghese
,
Mastro
don
Gesualdo
,
incorniciato
nel
quadro
ancora
ristretto
di
una
piccola
città
di
provincia
,
ma
del
quale
i
colori
cominceranno
ad
essere
più
vivaci
,
e
il
disegno
a
farsi
più
ampio
e
variato
.
Poi
diventerà
vanità
aristocratica
nella
Duchessa
di
Leyra
,
e
ambizione
nell
'
Onorevole
Scipioni
,
per
arrivare
all
'
Uomo
di
lusso
,
il
quale
riunisce
tutte
codeste
bramosie
,
tutte
codeste
vanità
,
tutte
codeste
ambizioni
,
per
comprenderle
e
soffrirne
,
se
le
sente
nel
sangue
,
e
ne
è
consunto
.
Tutti
costoro
«
sono
altrettanti
vinti
che
la
corrente
ha
deposti
sulla
riva
,
dopo
averli
travolti
e
annegati
,
ciascuno
colle
stimmate
del
suo
peccato
,
che
avrebbero
dovuto
essere
lo
sfolgorare
della
sua
virtù
.
Ciascuno
,
dal
più
umile
al
più
elevato
,
ha
avuto
la
sua
parte
nella
lotta
per
l
'
esistenza
,
pel
benessere
,
per
l
'
ambizione
...
»
«
Chi
osserva
questo
spettacolo
»
conchiude
l
'
autore
«
non
ha
il
diritto
di
giudicarlo
;
è
già
molto
se
riesce
a
trarsi
un
istante
fuori
dal
campo
della
lotta
per
studiarlo
senza
passione
,
e
rendere
la
scena
nettamente
,
coi
colori
adatti
,
tale
da
dare
la
rappresentazione
della
realtà
come
è
stata
,
o
come
avrebbe
dovuto
essere
»
.
Non
sogno
neanche
di
riassumere
questo
meraviglioso
racconto
,
dove
la
splendida
semplicità
della
forma
è
agguagliata
soltanto
da
una
potenza
d
'
osservazione
e
da
una
finezza
di
sentimento
a
cui
il
Verga
non
ci
aveva
ancora
assuefatti
.
Parlano
,
soffrono
,
imprecano
per
lo
scrittore
,
i
suoi
personaggi
:
egli
non
li
presenta
punto
;
si
presentano
da
loro
stessi
,
con
le
loro
virtù
ignorate
e
sublimi
,
come
co
'
loro
vizi
;
e
si
disegnano
nel
quadro
della
loro
misera
vita
,
e
tramontano
,
e
passano
,
non
come
ombre
vane
,
o
come
attori
su
la
manchevole
scena
,
ma
come
persone
vere
e
vive
.
Luigi
Capuana
,
che
disse
da
pari
suo
di
questo
nuovo
romanzo
del
Verga
,
dopo
notato
che
«
certi
eccessi
di
forma
minuta
,
certe
sproporzioni
di
parti
potevano
forse
evitarsi
senza
che
l
'
evidenza
della
rappresentazione
dovesse
soffrirne
,
e
con
profitto
del
libro
e
dei
lettori
»
,
aggiunge
queste
parole
:
«
Ma
mi
pare
di
vedere
il
Verga
che
,
dal
fondo
della
sua
coscienza
d
'
artista
,
modestamente
mi
fa
osservare
:
Forse
no
»
.
Parole
più
savie
ancora
,
che
gentili
;
ed
io
,
per
me
,
francamente
,
leverei
anche
il
forse
.
Eziandio
a
costo
di
trovarmi
,
col
mio
giudizio
,
opposto
per
diametro
,
al
ch
.
dottor
Renier
del
Preludio
;
pel
quale
,
il
massimo
difetto
di
questi
Malavoglia
è
la
forma
che
«
se
non
arriva
alla
barbarie
dell
'
Eva
,
è
per
altro
una
forma
sciolta
(
?
)
,
sbilenca
,
monotona
,
illogica
»
:
e
nulla
,
per
lui
,
è
«
«
più
monotono
e
pesante
che
il
ritorno
continuo
di
quei
medesimi
concetti
,
di
quei
medesimi
proverbi
in
persone
diverse
»
;
ché
«
la
personalità
»
egli
nota
«
ha
un
certo
sviluppo
»
,
né
«
una
società
di
pescatori
siciliani
è
da
mettersi
a
paragone
con
una
tribù
di
Cafrii
o
di
Polinesiani
»
...
«
Ma
questo
non
ci
mis
'
io
!
»
potrebbe
qui
sclamare
con
tutta
ragione
Giovanni
Verga
.
Io
so
che
,
se
volessi
fare
un
tantino
il
pedante
,
ben
poco
troverei
da
riprendere
in
queste
460
pagine
,
per
la
ragione
-
probabilissimamente
,
che
ben
poca
è
pure
la
mia
competenza
e
,
sovra
tutto
,
che
io
pedante
non
sono
.
Troverei
,
per
esempio
,
che
alcuni
proverbi
-
per
quanto
saggezza
di
popolo
-
bastava
benissimo
citarli
una
volta
,
o
due
,
che
repubblicano
o
coniglio
,
liberale
o
birba
,
prete
e
vittima
,
sindaco
o
bestia
,
sono
combinazioni
infinitamente
meno
comuni
di
quello
ch
'
è
diventato
di
moda
voler
far
credere
,
che
l
'
eroismo
della
Mena
,
come
la
subita
rassegnazione
di
compare
Alfio
,
sono
un
po
'
inverosimili
;
che
la
brutta
fine
della
Lia
riesce
più
inesplicabile
ancora
,
massime
ch
'
è
accennata
appena
e
con
soverchio
mistero
.
Né
mi
verrebbe
scritto
,
ad
esempio
:
«
Ci
avrebbe
voluto
l
'
argano
»
(
pag
.
9
)
;
«
gran
sbalordimento
»
(
ivi
)
;
«
si
doveva
ajutarsi
»
(
13
)
;
«
ce
la
dareste
»
per
gliela
(
24
)
;
«
sentite
a
me
»
(
38
,
153
e
altrove
)
;
«
ve
lo
dico
io
cos
'
è
!
Cosa
volete
!
Ecco
cos
'
è
»
in
una
parlata
di
quattro
linee
;
«
La
Mena
si
sentiva
il
cuore
che
gli
sbatteva
e
gli
voleva
scappare
dal
petto
»
(
62
)
;
«
se
dassero
retta
a
voi
»
(
78
)
;
«
la
poveretta
,
sgomenta
da
quelle
attenzioni
insolite
,
li
guardava
in
faccia
sbigottita
»
.
Eviterei
l
'
onde
con
l
'
infinito
,
anzi
con
due
(
«
Onde
spiattellare
»
,
«
onde
poter
spadroneggiare
»
ecc
.
)
;
e
,
da
ultimo
,
abuserei
meno
di
quel
collocamento
un
po
'
strano
del
che
nelle
frasi
seguenti
:
«
Col
pretesto
del
suo
fuso
,
che
lo
teneva
sempre
in
aria
perché
...
»
;
«
il
primo
che
glielo
disse
fu
il
Mosca
,
dinanzi
al
rastrello
dell
'
orto
,
che
tornava
allora
da
Aci
Castello
»
;
«
e
vedendo
Luca
lì
davanti
,
che
gli
avevano
messo
il
giubbone
del
babbo
,
e
gli
arrivava
alle
calcagna
...
»
;
«
e
se
il
Mosca
ci
aveva
qualcheduna
per
la
testa
,
era
piuttosto
comare
Mena
di
padron
'
Ntoni
,
che
la
vedeva
ogni
giorno
»
;
«
come
quando
era
morto
Bastianazzo
,
che
nessuno
ci
pensava
più
»
.
StampaQuotidiana ,
Un
telegramma
da
Londra
annuncia
la
creazione
di
commissioni
miste
polono
-
cecoslovacche
,
allo
scopo
di
gettale
le
basi
di
una
confederazione
futura
fra
i
due
Stati
dell
Europa
Orientale
.
Questa
notizia
,
del
progetto
di
fusione
federale
tra
i
due
Stati
nati
a
Versailles
e
in
continua
lite
fra
loro
durante
gli
ultimi
venti
anni
scorsi
,
getta
una
luce
nuova
sul
problema
dell
'
Europa
di
domani
.
Ostacoli
insormontabili
,
inimicizie
tradizionali
,
costituzione
politica
e
sociale
diversa
,
tutto
sparisce
oggi
dinanzi
alla
necessità
di
unione
di
tutti
i
popoli
d
Europa
dopo
questa
guerra
.
Questa
guerra
.
infatti
,
sembra
l
'
ultimo
episodio
di
quel
processo
di
formazione
delle
nazionalità
e
di
fusione
in
una
unità
superiore
,
iniziatosi
il
secolo
scorso
.
Si
è
potuto
constatare
che
il
semplice
riconoscimento
ad
ogni
nazione
del
diritto
di
costituirsi
ad
unità
statale
non
è
stato
sufficiente
per
fare
scomparite
le
cause
di
conflitto
fra
le
nazioni
europee
.
Si
è
visto
,
infatti
,
che
il
riconoscere
ad
una
nazione
il
diritto
di
possedere
un
determinato
territorio
e
di
formare
insieme
con
questo
uno
Stato
,
ha
forse
soddisfatto
gli
uni
ma
ne
ha
scontentati
tanti
altri
.
La
formazione
e
la
disgregazione
delle
nazioni
europee
,
negli
ultimi
dieci
secoli
,
cioè
dopo
che
è
avvenuta
la
fusione
tra
l
'
elemento
indigeno
europeo
e
l
'
elemento
germanico
o
slavo
invadente
,
hanno
mescolato
a
tal
punto
nazionalità
,
razze
,
religioni
e
culture
che
non
si
può
più
oggi
ricorrere
all
'
esclusivo
concetto
di
nazione
per
gettare
le
fondamenta
di
un
normale
e
pacifico
ordine
internazionale
europeo
.
I1
numero
delle
nazioni
d
Europa
è
infatti
grandissimo
e
non
è
sempre
facile
,
anzi
,
-
lo
hanno
potuto
constatare
i
tecnici
che
si
sono
riuniti
a
Versailles
nel
1919
-
il
concedere
ad
una
nazione
il
territorio
nazionale
a
cui
essa
legittimamente
può
aspirare
.
Salvo
per
quelle
nazioni
che
hanno
conquistato
la
propria
indipendenza
e
si
sono
erette
a
unità
statali
da
almeno
cinque
secoli
,
tutte
le
altre
nazioni
si
sono
disperse
attraverso
il
territorio
europeo
e
non
è
oggi
possibile
dare
a
ciascuna
di
loro
una
parte
di
questo
territorio
.
Il
concetto
di
nazionalità
essendo
insufficiente
,
sarà
così
necessario
ricorrere
a
concetti
più
vasti
e
profondi
,
che
permettono
,
su
una
base
più
umana
,
su
una
base
più
politica
e
sociale
di
fondare
la
più
concreta
unità
europea
.
Se
,
tuttavia
,
non
è
oggi
possibile
dividere
l
'
Europa
in
tanti
territori
nazionali
che
soddisfino
ciascuno
Stato
nazionale
,
non
bisogna
tuttavia
disconoscere
diversità
profonde
,
che
talvolta
oppongono
e
dividono
le
nazioni
europee
:
non
bisogna
.
cioè
,
mischiare
in
una
astratta
unità
destinata
a
sgretolarsi
,
popoli
così
diversi
come
quelli
dell
'
Europa
centrale
e
orientale
e
dell
'
Europa
atlantica
.
Gli
accordi
fra
la
Polonia
e
la
Cecoslovacchia
si
situano
appunto
su
questo
piano
di
unificazione
concreta
dell
'
Europa
:
come
non
è
possibile
dividere
la
storia
in
periodi
cronologici
fissi
,
così
è
ancora
meno
possibile
dividere
l
'
Europa
in
territori
internamente
chiusi
alla
penetrazione
degli
altri
popoli
.
La
progettata
fusione
polono
-
cecoslovacca
tende
appunto
,
per
due
popoli
così
simili
per
lingua
,
cultura
,
tradizioni
di
lotta
per
l
'
indipendenza
,
come
quello
polacco
e
quello
ceco
,
a
cementare
quell
'
inizio
di
unità
federale
europea
,
in
quella
parte
dell
'
Europa
orientale
.
Il
principio
federalistico
presenta
appunto
questo
vantaggio
:
di
unire
popoli
diversi
,
senza
distruggere
la
loro
originalità
.
L
'
unità
tra
questi
popoli
.
come
tra
tutti
gli
altri
popoli
europei
non
può
venire
attuata
,
infatti
,
con
la
creazione
di
organismi
tendenti
astrattamente
a
riunirli
tutti
.
Essa
viene
invece
ottimamente
preparata
grazie
alla
creazione
di
unità
internazionali
limitate
,
tra
popoli
più
vicini
,
tra
loro
,
e
aventi
interessi
più
urgenti
da
regolare
insieme
.
Una
unità
federale
tra
la
Polonia
e
la
Cecoslovacchia
può
costituire
un
nucleo
attorno
al
quale
vengano
ad
aggregarsi
anche
gli
Stati
del
sud
:
un
nucleo
,
cioè
,
che
impedisca
,
in
avvenire
,
quelle
lotte
fratricide
,
che
hanno
già
visto
ergersi
,
nella
scorsa
guerra
,
l
'
uno
contro
l
'
altro
,
due
popoli
fratelli
come
quello
bulgaro
e
quello
serbo
.
Importante
sul
piano
locale
,
questa
fusione
è
anche
importante
sul
piano
europeo
:
è
,
infatti
,
una
presa
di
posizione
di
principio
,
che
può
essere
di
esempio
ad
altri
popoli
europei
,
che
oggi
sono
avversari
.
Perfino
gli
Stati
Uniti
,
che
poi
costituiscono
oggi
,
in
realtà
,
se
non
in
apparenza
,
una
unità
statale
perfettamente
omogenea
,
hanno
dovuto
combattere
la
sanguinosissima
guerra
di
Secessione
,
prima
di
unirsi
definitivamente
.
Anche
l
'
Europa
combatte
oggi
la
sua
Guerra
di
Secessione
.
Anche
l
'
Europa
conosce
due
campi
avversi
come
gli
Stati
Uniti
nel
1864
:
coloro
i
quali
vogliono
sopprimere
la
schiavitù
e
quelli
che
invece
la
vogliono
creare
.
Non
bisogna
credere
che
i
Governi
i
quali
oggi
pretendono
di
fondare
un
nuovo
ordine
europeo
,
su
una
base
gerarchica
di
tipo
feudale
,
siano
appoggiati
dalle
masse
popolari
.
Nessuno
ignora
,
infatti
,
che
una
gerarchia
di
popoli
avrebbe
come
conseguenza
,
sul
piano
interno
,
perfino
dei
popoli
dominatori
,
una
gerarchia
di
classi
e
di
individui
.
Questa
è
la
realtà
profonda
e
concreta
del
problema
politico
europeo
.
Questo
problema
non
è
semplicemente
un
problema
di
ordine
internazionale
;
abbiamo
veduto
che
le
nazioni
oggi
tendono
a
fondersi
sempre
di
più
in
una
unità
superiore
;
abbiamo
veduto
che
diventa
indispensabile
all
'
Europa
,
per
conoscere
un
periodo
di
lavoro
e
di
pace
,
superare
quelle
barriere
che
dividono
le
sue
moltiplici
nazionalità
.
L
'
unità
,
perciò
avrà
come
conseguenza
di
porre
il
problema
politico
sulla
sua
vera
base
,
di
politica
interna
e
sociale
.
Oggi
,
tutte
le
oppressioni
interne
di
popolo
si
giustificano
con
i
vari
nazionalismi
;
quelli
che
hanno
interesse
a
mantenere
queste
barriere
nazionali
sona
i
reazionari
di
tutti
i
paesi
.
Non
possiamo
non
rallegrarci
profondamente
,
dunque
,
della
formazione
di
unità
che
facciano
scomparire
definitivamente
le
barriere
meschine
e
grette
tra
popolo
e
popolo
,
che
derivavano
da
misere
aspirazioni
territoriali
.
La
scomparsa
di
queste
frontiere
e
la
formazione
di
unità
federali
superiori
pungono
il
problema
politico
sotto
una
luce
nuda
e
cruda
:
la
luce
,
non
di
vaghe
e
sentimentali
aspirazioni
imperialistiche
,
ma
della
dominazione
-
che
si
chiami
gerarchica
o
in
altro
modo
-
di
tutto
il
popolo
da
parte
di
una
classe
ristrettissima
di
dirigenti
.
Questo
è
il
problema
europeo
come
è
problema
nostro
.
Perciò
,
se
vogliamo
anche
noi
risolvere
tutti
i
problemi
interni
che
ci
assillano
.
dobbiamo
porci
su
un
piano
più
umano
,
e
cioè
,
su
un
piano
europeo
.
Dobbiamo
,
in
questo
modo
,
dimenticare
inimicizie
create
,
giorno
per
giorno
,
dai
nostri
dirigenti
,
allo
scopo
di
giustificare
le
loro
misure
oppressive
e
ingiuste
di
politica
interna
,
per
capire
che
queste
inimicizie
riposano
su
fondamenta
inesistenti
;
per
capire
che
noi
non
abbiamo
né
ragione
né
interesse
a
collaborare
a
una
guerra
,
in
cui
l
'
unico
,
reale
,
scopo
bellico
,
è
quello
di
sgretolare
l
'
Europa
in
una
infinitesimale
molteplicità
di
piccole
o
piccolissime
unità
nazionali
.
Sottrarci
a
quest
'
opera
,
voluta
e
impostaci
dai
nostri
dirigenti
attuali
,
costituisce
,
per
noi
,
un
dovere
di
uomini
,
di
Europei
e
di
Italiani
.
TACERE! ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Una
nota
del
Segretario
del
Partito
sottolinea
aspramente
"
la
necessità
di
osservare
un
rigoroso
riserbo
sugli
argomenti
che
interessano
direttamente
o
indirettamente
la
difesa
del
paese
,
anche
nei
suoi
aspetti
produttivi
ed
economici
"
,
la
quale
,
dice
la
nota
,
"
diviene
in
un
tempo
di
guerra
un
dovere
assoluto
che
si
riassume
in
una
categorica
consegna
:
TACERE
"
.
Questa
nota
si
rivolge
soprattutto
contro
"
i
discorsi
in
apparenza
futili
"
,
"
le
affermazioni
insignificanti
"
,
"
le
notizie
banali
;
essa
condanna
quelli
che
la
nota
qualifica
"
i
chiacchieroni
incorreggibili
"
,
"
i
fantastici
raccoglitori
e
amplificatori
di
voci
,
e
finalmente
"
la
non
mai
abbastanza
deprecata
categoria
dei
ben
informati
"
.
Contro
questi
atti
,
conto
queste
persone
,
il
Segretario
del
Partito
lancia
ora
alla
riscossa
gli
squadristi
affinché
essi
intervengano
dappertutto
ed
impartiscano
,
conclude
la
nota
,
"
salutari
lezioni
"
.
La
campagna
fascista
contro
le
unanimi
proteste
del
popolo
continua
così
a
svolgersi
con
ritmo
accelerato
;
sembrava
che
dopo
diciotto
anni
di
rigidissima
disciplina
del
silenzio
,
non
fosse
più
necessario
di
ripetere
la
consegna
salutare
per
qualsiasi
cittadino
che
non
vuole
avete
noie
con
la
Questura
di
osservare
il
più
perfetto
silenzio
intorno
agli
avvenimenti
politici
del
giorno
.
Questo
salutare
atteggiamento
di
prudenza
,
che
per
troppo
tempo
da
noi
si
è
osservato
,
sembra
essere
oggi
superato
dagli
avvenimenti
.
I
quali
diventano
così
gravi
per
il
nostro
paese
,
che
nessuno
può
più
tacere
,
anche
se
ciò
gli
deve
costare
una
lezione
da
parte
degli
squadristi
,
anche
se
ciò
significherà
per
lui
il
ritiro
della
tessera
e
quindi
l
'
impossibilità
di
lavorare
o
addirittura
il
confino
o
il
Tribunale
speciale
.
La
serie
degli
spauracchi
con
cui
il
Governo
ci
ha
fatto
sempre
tacere
diventa
ora
insufficiente
di
fronte
all
'
incalzare
della
situazione
interna
e
militare
dell
'
Italia
.
Questi
spauracchi
,
i
quali
hanno
avuto
sfortunatamente
una
reale
e
tristissima
esistenza
,
non
spaventano
più
nessuno
.
Essi
potevano
forse
servire
in
tempo
di
pace
quando
gli
interessi
lesi
dalla
popolazione
si
limitavano
a
volta
a
volta
a
singoli
individui
o
a
singole
classi
sociali
o
politiche
.
Essi
sono
diventati
nettamente
insufficienti
di
fronte
agli
interessi
solidali
di
tutti
i
cittadini
e
di
tulle
le
classi
della
nazione
,
colpiti
in
pieno
dalla
guerra
attuale
.
Quelli
che
si
lagnano
oggi
della
politica
del
nostro
Governo
non
sono
singoli
borbottatori
cospargitori
di
voci
;
non
sono
chiacchieroni
incorreggibili
o
persone
bene
informate
.
Sono
tutti
quanti
.
Sono
quelli
che
nei
caffè
,
quando
ascoltavano
il
bollettino
delle
forze
armate
,
nei
primi
giorni
dei
nostri
rovesci
in
Albania
,
borbottavano
commentando
sarcasticamente
o
in
modo
critico
l
'
annuncio
delle
prime
ritirate
delle
nostre
truppe
.
E
i
frequentatori
dei
caffè
non
si
limitano
a
pochi
individui
.
Essi
sono
i
borghesi
che
vanno
a
prendere
l
'
aperitivo
all
'
ora
del
comunicato
prima
di
tornare
a
casa
;
sono
gli
operai
,
che
nell
'
ora
del
riposo
vanno
a
fare
quella
chiacchierata
che
nelle
officine
è
proibita
,
insieme
con
gli
amici
;
sono
i
contadini
che
la
sera
,
tornando
a
casa
si
soffermano
nei
caffè
del
villaggio
prima
di
andare
a
raggiungere
la
loro
famigliola
.
Chiacchierare
,
raccontare
barzellette
,
commentare
pacificamente
gli
ultimi
avvenimenti
del
giorno
,
accettare
di
buona
fede
lutto
quello
che
dice
il
Governo
-
perché
il
nostro
popolo
è
di
natura
docile
e
crede
a
quello
che
i
dirigenti
gli
vogliono
far
credere
-
;
lupe
queste
sono
necessità
imprescindibili
per
tutte
le
categorie
degli
italiani
.
"
Tutte
queste
sono
necessità
dettate
dal
bisogno
che
risente
ciascuno
di
noi
in
Italia
,
non
potendo
partecipare
più
direttamente
alla
vita
pubblica
,
di
sfogarsi
almeno
con
gli
amici
nelle
ore
di
riposo
.
Questo
legittimo
sfogo
,
che
oggi
supera
i
limiti
della
semplice
chiacchiera
per
raggiungere
quelli
della
coscienza
di
una
nuova
necessità
di
azione
più
diretta
,
più
immediata
,
magari
rivoluzionaria
,
diventa
un
reale
pericolo
per
la
pacifica
e
incontestata
continuazione
del
regime
.
Quando
il
Segretario
del
Partito
vuole
costringere
gli
Italiani
a
tacere
,
quando
l
'
osservare
il
più
perfetto
silenzio
diventa
una
consegna
politica
che
si
vuole
fare
rispettare
con
l
'
intervento
delle
squadre
di
azione
,
ciò
significa
che
il
popolo
italiano
ha
qualcosa
da
dire
.
E
quello
che
deve
dire
non
è
gradito
ai
nostri
dirigenti
.
Se
infatti
i
nostri
dirigenti
fossero
al
coperto
,
se
essi
non
avessero
da
temere
nessuna
reazione
delle
masse
popolari
,
se
non
giungessero
perfino
a
temere
per
la
salvezza
della
propria
pelle
,
non
si
troverebbero
oggi
nella
vile
e
abbietta
necessità
di
mandare
gli
squadristi
per
le
piazze
pubbliche
a
fare
lacere
gli
Italiani
.
I
nostri
dirigenti
protetti
dalle
loro
squadre
d
'
azione
sono
diventati
una
razza
separata
in
seno
alla
nazione
italiana
.
Essi
non
sono
più
italiani
,
non
hanno
più
nessun
interesse
comune
con
noi
.
Liberarsi
dalla
loro
ridicola
e
oppressiva
dominazione
,
diventa
un
compito
di
cui
ogni
italiano
è
sempre
più
chiaramente
cosciente
.
Non
è
più
risentito
come
un
doloroso
dovere
ma
come
un
compito
gradito
a
ciascun
italiano
,
perché
egli
è
cosciente
che
,
non
appena
adempiuto
questo
compito
,
potrà
di
nuovo
parlare
liberamente
e
rendere
a
se
stesso
e
alla
nazione
intera
quella
vita
libera
,
quel
diritto
di
parlare
e
quella
originalità
politica
e
sociale
senza
i
quali
la
fibra
nazionale
morrebbe
ineluttabilmente
.
StampaQuotidiana ,
Dopo
lunghe
settimane
di
strenua
resistenza
,
Cheren
è
caduta
in
mano
al
nemico
.
Le
nostre
truppe
,
ha
detto
il
corrispondente
militare
di
Reuter
,
hanno
combattuto
a
Cheren
come
non
avevano
mai
combattuto
finora
nella
nostra
storia
nazionale
.
Questo
omaggio
reso
alle
truppe
italiane
da
una
autorevole
voce
inglese
mostra
chiaramente
il
significato
di
questa
lotta
.
Lotta
che
può
,
finché
rimane
sul
piano
umano
,
presentare
episodi
gloriosi
,
ma
che
,
trasportata
sul
piano
politico
,
diventa
un
inutile
spargimento
di
sangue
.
*
*
*
In
questo
punto
della
nostra
seconda
guerra
d
Etiopia
,
conviene
domandarsi
:
era
dunque
savio
cominciare
la
prima
,
valeva
dunque
la
pena
attirarsi
l
'
inimicizia
di
52
nazioni
che
votarono
contro
di
noi
le
sanzioni
economiche
per
dovere
poi
,
poco
più
di
un
lustro
dopo
,
per
necessità
non
inerenti
a
una
politica
propriamente
nazionale
,
perdere
quello
che
si
era
così
faticosamente
guadagnato
?
Prescindendo
da
considerazioni
intrinseche
alla
prima
guerra
d
'
Etiopia
,
conviene
attualmente
porre
il
seguente
quesito
:
pur
supponendo
che
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
fosse
giustificata
,
non
era
logico
avere
una
politica
estera
capace
di
farci
conservare
questa
conquista
e
ricavarne
i
frutti
?
Invece
di
avere
una
politica
estera
pacifica
alle
frontiere
del
nostro
impero
coloniale
.
senza
nessuna
necessità
propriamente
.
nazionale
,
per
rispettare
,
cioè
,
un
'
alleanza
odiosa
a
tutto
il
popolo
italiano
,
siamo
entrati
in
guerra
.
proprio
contro
quell
'
impero
.
che
stringeva
il
nostro
in
una
morsa
.
Dal
punto
di
vista
strategico
africano
,
avremmo
potuto
dichiarare
la
guerra
al
Perù
,
alla
Cina
o
a
qualsiasi
altro
Stato
senza
nessun
pregiudizio
:
ma
vi
era
un
solo
dato
che
,
prescindendo
da
ragioni
sentimentali
e
di
amicizia
tradizionale
,
avevamo
non
solo
il
dovere
ma
anche
il
preciso
interesse
di
non
attaccare
:
questo
Stato
è
l
'
Impero
britannico
.
Eccone
,
ora
,
il
risultato
:
come
diceva
il
commentatore
fascista
di
Radio
Roaa
,
alcuni
mesi
fa
,
il
nostro
impero
africano
viene
ora
sbocconcellato
a
poco
a
poco
dall
'
Inghilterra
.
*
*
*
Questo
fatto
richiama
alla
nostra
attenzione
un
problema
che
si
è
troppo
voluto
considerare
da
noi
come
un
fatto
compiuto
:
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
La
facilità
con
cui
,
nonostante
la
formale
opposizione
della
Società
delle
Nazioni
,
abbiamo
conquistato
l
'
Impero
d
'
Etiopia
,
ci
ha
fatto
spesso
dimenticare
il
giudizio
degli
altri
intorno
a
questa
conquista
.
Il
Governo
fascista
ha
sempre
affermato
che
questa
conquista
veniva
impresa
per
permetterci
di
avere
finalmente
un
posto
al
sole
:
poi
,
quando
questo
posto
al
sole
l
'
abbiamo
avuto
,
quando
,
cioè
le
condizioni
per
inviare
una
massa
di
centinaia
di
migliaia
di
coloni
sono
state
attuate
,
allora
il
Governo
si
è
ricordato
che
sotto
il
sole
cocente
d
'
Etiopia
faceva
troppo
caldo
.
E
invece
di
quel
mezzo
milione
di
coloni
all
'
anno
,
che
avremmo
potuto
mandare
in
Etiopia
,
allo
scopo
di
colmare
,
in
questo
modo
,
l
'
incremento
naturale
della
nostra
popolazione
,
sono
partite
quelle
poche
centinaia
di
rurali
disoccupati
a
cui
si
è
mostrato
che
non
vi
era
scelta
che
quella
di
andare
a
lavorare
in
Etiopia
o
di
morire
sui
campi
di
battaglia
di
Spagna
.
Oggi
,
la
conquista
compiuta
,
appare
chiaramente
che
i
vantaggi
promessici
con
la
conquista
dell
'
impero
erano
illusori
.
Oggi
,
quella
conquista
,
che
la
politica
estera
del
nostro
Governo
non
ci
ha
permesso
di
difendere
contro
la
Nemesi
storica
del
ritorno
del
Negus
in
Etiopia
,
con
le
sue
truppe
e
i
suoi
ras
,
ci
fa
capire
che
l
'
Etiopia
è
stato
un
peso
effettivo
nella
politica
italiana
.
Ci
accorgiamo
,
cioè
,
che
,
dal
momento
in
cui
si
è
iniziata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
siamo
stati
costretti
ad
intervenire
tutte
le
guerre
che
si
facevano
nel
mondo
:
ci
accorgiamo
ancora
che
abbiamo
dovuto
sempre
per
quell
'
atto
fatale
e
per
l
'
inimicizia
da
esso
suscitata
contro
di
noi
fra
tutti
i
popoli
del
mondo
,
allearci
con
i
Governi
più
retrogradi
e
più
oppressivi
del
mondo
.
Ci
accorgiamo
,
infine
,
che
da
quando
è
cominciata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
da
quando
,
cioè
.
abbiamo
tolto
l
'
indipendenza
al
popolo
abissino
,
il
popolo
italiano
ha
sofferto
di
una
crisi
economica
e
sociale
sempre
più
acuta
.
Dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
nessuna
classe
sociale
è
stata
più
risparmiata
.
Contro
tutte
le
classi
della
nazione
italiana
si
è
elevata
,
in
questi
anni
dolorosi
della
nostra
storia
,
una
famelica
plutogerarchia
le
cui
ambizioni
e
la
cui
sete
di
potere
politico
cd
economico
non
è
stata
frenata
da
nessun
sacrificio
da
imporsi
al
resto
della
Nazione
.
Dal
punto
di
vista
interno
,
perciò
.
che
è
quello
che
massimamente
ci
preoccupa
,
dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
tutto
è
andato
a
catafascio
.
*
*
*
Ecco
quello
che
ci
ricorda
la
caduta
di
Cheren
.
Questa
caduta
ha
,
dunque
,
un
valore
non
solo
militare
ma
soprattutto
politico
e
sentimentale
.
Cheren
ci
ricorda
l
'
inutilità
della
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
Cheren
ci
ricorda
i
sacrifici
causati
da
questa
gialla
e
le
penose
e
tragiche
conseguenze
da
essa
arrecate
alla
nostra
situazione
politica
,
interna
ed
internazionale
.
Cheren
ci
ricorda
che
la
conquista
dell
'
Etiopia
era
un
sacrificio
troppo
grande
da
imporsi
al
popolo
italiano
,
che
non
giustificava
la
soppressione
dell
'
indipendenza
,
neanche
di
un
paese
barbaro
africano
.
Quando
venne
proclamato
l
'
Impero
,
Carlo
Rosselli
scrisse
che
quello
era
il
momento
per
gli
Italiani
di
proclamarsi
:
contro
l
'
Impero
per
la
Nazione
.
Quella
voce
,
in
quel
momento
.
rimase
senza
eco
.
Oggi
,
nel
momento
in
cui
l
'
Impero
va
in
rovina
,
non
ci
lasciamo
abbattere
da
questo
tragico
fato
.
Ricordiamoci
che
la
Nazione
sempre
esiste
e
che
nulla
è
perduto
per
l
'
Italia
finché
abbiamo
fole
nelle
virtù
del
nostro
popolo
.
StampaPeriodica ,
Se
guardiamo
una
città
,
troviamo
vivervi
l
'
una
insieme
all
'
altra
molte
istituzioni
e
varie
e
disparate
e
perfino
anche
in
contrasto
fra
di
loro
.
Per
modo
d
'
esempio
,
un
'
industria
di
manifatture
e
un
conservatorio
di
musica
,
il
carnevale
e
la
settimana
santa
,
una
chiesa
dove
si
professa
la
fede
nei
miracoli
,
e
una
scuola
di
scienze
dove
il
soprannaturale
è
dichiarato
assurdo
.
Queste
istituzioni
corrispondono
ai
bisogni
dei
cittadini
,
che
le
crearono
appunto
allo
scopo
di
soddisfarli
.
Non
però
tutte
ad
un
tratto
;
ma
successivamente
e
ad
una
ad
una
:
cioè
a
dire
in
tempi
diversi
e
,
o
per
occasioni
date
dal
caso
,
o
per
condizioni
sociali
più
o
meno
stabili
che
le
reclamavano
.
Tanto
che
,
sopravvivendo
,
esse
rimangono
la
testimonianza
viva
delle
epoche
anche
da
lungo
tempo
tramontate
e
delle
cose
anche
del
tutto
scomparse
;
e
sopratutto
del
contrasto
fra
le
condizioni
materiali
e
morali
di
una
età
e
quelle
di
un
'
altra
.
Le
dette
istituzioni
però
,
sopravvivendo
ai
tempi
che
le
produssero
,
mutandosi
in
seguito
le
circostanze
a
poco
a
poco
,
non
si
conservano
poi
colla
vigoria
e
colla
forma
del
primo
loro
nascere
e
fiorire
.
Il
moltiplicarsi
delle
istituzioni
dà
origine
alla
tendenza
e
all
'
opera
di
conciliarle
fra
di
loro
e
di
armonizzarle
nell
'
unità
del
corpo
sociale
:
il
sorgere
delle
istituzioni
nuove
è
accompagnato
dallo
sforzo
di
sopprimere
e
di
eliminare
le
vecchie
che
sono
con
esse
in
opposizione
.
Se
non
che
il
detto
lavoro
,
sia
di
coordinamento
sia
di
sostituzione
,
si
compie
sempre
solo
parzialmente
.
E
ciò
dipende
sopratutto
:
primo
,
dal
grado
elevatissimo
di
resistenza
che
hanno
acquistato
le
istituzioni
vecchie
colle
abitudini
secolari
indotte
onde
si
sono
incastrate
profondissimamente
nella
vita
del
popolo
foggiandola
a
loro
immagine
e
somiglianza
;
secondo
,
dalla
forza
limitata
delle
istituzioni
nuove
volgenti
ad
orientazione
contraria
l
'
organismo
sociale
;
terzo
,
dalle
difficoltà
delle
distanze
per
cui
lo
sforzo
riordinatore
decresce
rapidissimamente
estendendosi
dalla
sfera
in
cui
nasce
a
quelle
più
e
più
rimote
alle
quali
si
porta
successivamente
;
quarto
,
dalla
lunghezza
del
tempo
occorrente
alla
trasformazione
degli
ordini
sociali
ricomponibili
vitalmente
solo
per
via
dei
loro
elementi
minimi
ad
uno
ad
uno
.
Da
ciò
quindi
il
fatto
notato
sopra
delle
istituzioni
,
non
solo
varie
,
ma
disparate
anzi
opposte
e
pugnanti
fra
loro
,
in
una
stessa
città
;
e
malgrado
la
connessione
strettissima
delle
sue
parti
e
l
'
unità
della
vita
in
cui
si
fondono
,
costituendone
una
vera
e
propria
individualità
.
Essendo
naturale
il
fatto
in
discorso
,
nessuna
meraviglia
che
se
ne
trovi
l
'
analogia
in
tutte
le
altre
unità
della
natura
.
Più
in
grande
nelle
maggiori
,
come
ad
esempio
nel
mondo
vegetale
;
più
in
piccolo
nelle
minori
,
come
ad
esempio
nel
mondo
delle
idee
di
un
uomo
solo
.
Il
mondo
vegetale
è
costituito
attualmente
di
produzioni
di
moltissime
specie
,
e
di
più
ordini
,
e
differentissimi
gli
uni
dagli
altri
.
E
anche
qui
le
diversità
sono
la
testimonianza
durevole
dei
tempi
precorsi
e
delle
circostanze
d
'
ogni
maniera
che
influirono
a
trasformare
i
tipi
e
le
grandezze
delle
flore
dei
periodi
precedenti
.
La
forza
trasformatrice
degli
organismi
fitologici
valse
a
modificare
,
di
età
in
età
,
di
regione
in
regione
,
le
forme
anteriori
dei
vegetali
delle
specie
svariate
preesistenti
in
modo
da
produrvi
un
certo
carattere
di
consonanza
per
ogni
età
e
per
ogni
regione
,
ma
non
a
sopprimere
interamente
le
distinzioni
essenziali
proprie
delle
specie
medesime
.
E
valse
a
creare
gli
ordini
nuovi
più
recenti
,
ma
non
ad
eliminare
del
tutto
i
vecchi
contrastanti
colle
esigenze
degli
ambienti
mutati
.
La
forza
accumulata
nei
germi
delle
specie
primitive
dal
lavoro
della
più
antica
vegetazione
resistette
tanto
o
quanto
agli
impedimenti
delle
condizioni
telluriche
divenute
sfavorevoli
e
alle
influenze
degli
ambienti
mutati
,
e
bastò
a
conservare
fino
ad
oggi
dei
rappresentanti
delle
piante
delle
prime
età
,
quantunque
di
gran
lunga
più
rari
e
impiccoliti
.
E
lo
stesso
nel
mondo
delle
idee
di
un
uomo
solo
.
La
psiche
umana
è
la
unità
più
compatta
che
possiamo
immaginare
;
e
tuttavia
gli
elementi
che
la
costituiscono
presentano
la
stessa
molteplicità
varia
,
incoerente
,
discorde
,
contrastante
che
rilevammo
nelle
istituzioni
di
una
stessa
città
,
e
nelle
specie
e
negli
ordini
del
mondo
vegetale
;
e
per
le
ragioni
medesime
.
Sicché
la
verità
della
espressione
L
'
uomo
è
un
essere
logico
è
molto
,
ma
molto
,
relativa
.
Si
immagina
volgarmente
e
si
sentenzia
nella
filosofia
tradizionale
comune
che
le
cognizioni
umane
escono
da
una
sostanza
semplicissimamente
unica
e
quindi
modellate
tutte
sul
suo
stampo
logico
sempre
uguale
a
sé
stesso
;
sicché
debbano
necessariamente
e
consentire
tra
loro
assolutamente
e
subordinarsi
alla
perfine
infallibilmente
,
da
sfera
a
sfera
,
ad
una
sola
ragione
suprema
di
tutte
.
Ma
lo
stampo
unico
è
una
chimera
.
E
la
coerenza
logica
delle
idee
di
un
uomo
è
una
supposizione
falsa
contraddetta
apertissimamente
dal
fatto
.
I
dati
della
cognizione
di
un
uomo
cadono
nella
sua
coscienza
a
poco
a
poco
,
in
tempi
diversi
,
per
vie
disparate
,
in
modi
vari
,
con
direzioni
opposte
.
E
vi
si
incontrano
a
caso
,
come
i
detriti
e
gli
oggetti
d
'
ogni
sorta
trascinati
dagli
affluenti
nel
fondo
di
un
grande
fiume
da
plaghe
opposte
e
lontanissime
.
Anzi
,
siccome
il
massiccio
fondamentale
della
psiche
individua
è
lo
stesso
patrimonio
comune
delle
cognizioni
tradizionali
della
società
nella
quale
si
forma
,
e
questo
patrimonio
è
la
sovrapposizione
storica
dei
trovati
disformi
e
discordanti
delle
età
passate
,
così
la
coscienza
può
paragonarsi
alla
roccia
geologica
costituita
di
una
serie
di
stratificazioni
affatto
diverse
l
'
una
dall
'
altra
.
La
logica
non
precede
le
cognizioni
,
ma
le
segue
.
Le
cognizioni
quindi
si
accampano
nella
mente
prima
che
sia
intervenuta
nessuna
ragione
dialettica
di
principii
che
ne
decretino
l
'
accesso
e
l
'
ordine
e
il
modo
di
dipendenza
da
tutte
le
altre
prima
accettate
;
e
vi
possono
restare
senza
e
malgrado
questa
ragione
.
Quante
idee
,
se
facciamo
un
poco
di
esame
di
coscienza
,
noi
possediamo
che
non
ci
siamo
ancora
mai
domandati
in
che
rapporto
stiano
e
come
si
debbano
conciliare
con
quelli
che
chiamiamo
i
nostri
principii
;
ovvero
che
solo
in
progresso
di
tempo
accordammo
con
essi
,
magari
anche
con
un
accordo
puramente
provvisorio
e
mutabile
ad
ogni
lieve
occasione
!
La
logica
non
è
la
causa
,
ma
l
'
effetto
delle
cognizioni
già
possedute
.
Come
il
fermento
non
è
la
causa
ma
l
'
effetto
delle
miscele
fermentabili
.
Le
idee
si
orientano
le
une
verso
le
altre
e
si
aggruppano
intellettualmente
nelle
generalità
e
nei
sistemi
dipendenti
per
l
'
incontro
accidentale
che
se
ne
dà
nella
mente
,
secondo
le
ragioni
delle
loro
attinenze
naturali
e
delle
disposizioni
del
pensante
,
sia
generali
sia
del
momento
,
e
della
vivezza
colla
quale
gli
appariscono
.
Ma
la
forza
organizzatrice
così
sorta
,
essendo
sempre
limitata
,
si
esaurisce
in
una
quantità
proporzionata
di
lavoro
,
che
non
arriva
mai
,
di
gran
lunga
,
a
smuovere
l
'
intera
massa
dei
dati
della
cognizione
,
e
si
limita
anzi
ai
più
superficiali
;
verificandosi
anche
nel
mondo
del
pensiero
la
legge
del
mondo
fisico
,
nel
quale
la
resistenza
alla
scomposizione
cresce
portandosi
verso
le
formazioni
così
dette
elementari
,
fino
a
diventare
una
resistenza
assoluta
relativamente
alle
forze
attualmente
disponibili
.
Non
solo
;
ma
la
forza
stessa
agisce
con
intermittenza
e
a
sbalzi
,
e
rifacendo
e
disfacendo
e
con
energia
incostante
il
lavoro
fatto
innanzi
;
e
sopratutto
poi
stabilendosi
come
dei
fochi
molteplici
,
diversi
,
e
tra
loro
pugnanti
di
ordinamento
logico
,
in
modo
che
la
mente
riesce
sempre
,
oltre
che
ad
essere
solo
affatto
incompletamente
logica
dove
lo
è
,
ad
avere
poi
anche
più
logiche
opposte
nello
stesso
tempo
.
E
insomma
non
è
l
'
uomo
che
domini
il
suo
pensiero
,
ma
è
il
pensiero
,
che
la
natura
gli
insinua
suo
malgrado
,
che
domina
lui
.
Perché
poi
il
lavoro
logico
,
che
si
trova
già
fatto
nella
mente
di
un
individuo
,
e
che
dicemmo
derivare
dalla
stessa
virtù
nativa
delle
idee
che
vi
si
riscontrano
,
solo
in
piccolissima
parte
è
un
prodotto
individuale
:
nella
parte
immensamente
maggiore
è
un
prodotto
collettivo
;
e
quindi
nell
'
individuo
è
importazione
dal
di
fuori
.
La
logica
comune
del
pensiero
di
un
europeo
del
secolo
decimonono
è
l
'
accumulamento
dei
lavori
logici
di
tutti
i
precedenti
fissatisi
nel
patrimonio
cogitativo
generale
e
imposto
ad
esso
indeclinabilmente
dalla
eredità
fisiologica
,
dalla
educazione
,
dalla
lingua
,
dalle
istituzioni
,
dall
'
arte
,
dalla
convivenza
.
Cioè
a
dire
,
è
quel
massiccio
fondamentale
della
coscienza
del
quale
parlammo
sopra
.
E
siccome
un
uomo
,
oltreché
alla
società
in
generale
,
appartiene
ad
una
sua
classe
speciale
,
e
la
sua
educazione
l
'
ha
compiuta
sotto
l
'
influenza
di
una
qualche
istituzione
particolare
della
città
,
mettiamo
della
chiesa
,
della
milizia
,
del
teatro
,
e
via
dicendo
,
così
le
sue
idee
,
oltre
l
'
assetto
fondamentale
comune
a
tutti
,
hanno
poi
una
varietà
forzata
di
orientazione
determinata
dalla
suddetta
specialità
di
educazione
subìta
.
Sotto
l
'
impero
ineluttabile
delle
dette
logiche
imposte
resta
poi
un
piccolo
campo
di
libertà
logica
individuale
.
Ed
è
in
questo
campo
che
si
maturano
i
tipi
logici
individuali
.
I
quali
,
se
più
rilevati
,
fanno
risaltare
fra
le
ordinarie
le
individualità
straordinarie
,
cioè
gli
uomini
eccentrici
e
i
sapienti
.
Il
lavoro
logico
dell
'
eccentrico
è
una
anormalità
non
vitale
destinata
a
svanire
con
esso
;
quello
del
sapiente
è
una
formazione
nuova
progressiva
durevole
nella
lotta
per
la
esistenza
e
gli
sopravvive
,
e
s
'
innesta
nel
grande
organismo
logico
che
sarà
ereditato
dai
posteri
.
Ma
fosse
l
'
uomo
coerente
con
sé
stesso
almeno
nella
logica
piena
di
incoerenze
impostagli
dal
di
fuori
!
Nemmeno
questo
.
La
regola
di
ragionare
nell
'
uomo
ha
le
sue
fasi
,
come
la
luna
.
In
lui
si
alternano
le
logiche
più
contraddittorie
coll
'
alternarsi
delle
condizioni
del
vivere
e
del
sentire
.
I
Tedeschi
designano
l
'
anima
con
un
nome
derivante
da
una
parola
che
anticamente
significava
il
mare
.
E
con
ragione
,
essendo
l
'
anima
mobile
,
varia
,
tempestosa
al
pari
di
esso
.
Ancor
meglio
però
si
potrebbe
assomigliare
l
'
essere
instabile
,
mutevolissimo
e
burrascoso
dell
'
anima
umana
all
'
atmosfera
e
ai
relativi
fenomeni
meteorologici
,
per
l
'
incessante
succedervi
della
luce
e
delle
tenebre
,
del
caldo
e
del
freddo
,
della
calma
,
della
serenità
,
del
vento
,
della
pioggia
e
della
gragnuola
.
Anche
nel
sogno
colle
sue
immagini
or
liete
or
tristi
il
sentimento
ondeggia
fra
il
piacevole
e
il
doloroso
.
Assai
più
vivamente
e
rapidamente
sale
e
discende
il
termometro
della
passione
nella
veglia
pel
contatto
continuo
e
variato
delle
cose
reali
ora
gradite
or
disgustose
.
Assai
curioso
è
il
fenomeno
per
chi
arriva
a
notarlo
e
a
seguirlo
ne
'
suoi
momenti
fuggevolissimi
,
come
avviene
per
esempio
in
chi
sta
giocando
mettiamo
al
bigliardo
.
Ad
ogni
colpo
di
stecca
,
ad
ogni
corsa
di
biglia
il
cuore
passa
rapidamente
e
vivamente
,
colle
gradazioni
più
variate
,
dal
timore
alla
speranza
,
dalla
soddisfazione
allo
sconforto
,
dalla
gioia
allo
sdegno
,
riproducendosi
nell
'
adulto
il
fatto
del
bambino
che
passa
in
un
attimo
dal
pianto
al
sorriso
per
la
sola
vista
improvvisa
di
un
giocattolo
o
di
una
ciambella
.
Or
bene
,
cambiandosi
così
lo
stato
del
sentimento
,
che
si
dice
cieco
,
si
cambia
del
pari
la
ragione
del
vero
e
del
falso
,
del
giusto
e
dell
'
ingiusto
nella
logica
dell
'
intelletto
,
al
quale
pure
si
attribuisce
il
vedere
.
Chi
non
l
'
ha
provato
,
chi
non
l
'
ha
visto
,
chi
ne
dubita
?
La
benevolenza
ha
la
sua
logica
;
una
contraria
ne
ha
la
malevolenza
.
Il
dispetto
ragiona
in
un
modo
,
in
un
altro
la
compiacenza
.
La
logica
dell
'
amore
è
di
cappotto
il
rovescio
di
quella
dell
'
odio
.
E
così
via
per
tutti
i
mille
registri
di
quello
strumento
curiosissimo
che
è
il
cuore
umano
.
Mantova
,
2
agosto
1881