StampaQuotidiana ,
Il
colpo
di
stato
militare
operatosi
in
Iugoslavia
ha
sostanzialmente
modificato
la
posizione
del
problema
politico
e
militare
nel
settore
balcanico
.
*
*
*
Politicamente
,
anzitutto
,
la
reazione
del
popolo
iugoslavo
all
'
adesione
del
suo
Governo
al
patto
tripartito
è
stata
immediata
e
diretta
;
il
popolo
iugoslavo
,
senza
sottoporsi
a
considerazioni
di
opportunità
politica
,
senza
riflettere
a
possibili
effetti
militari
della
sua
reazione
,
ha
manifestato
subito
,
intuitivamente
,
la
sua
opinione
e
ha
fatto
tutto
quello
che
era
stato
in
suo
potere
per
attuarla
negli
istituti
politici
.
L
atto
del
popolo
iugoslavo
è
quindi
estremamente
significativo
dal
punto
di
vista
politico
perché
mostra
che
quei
sentimenti
,
affermati
,
ormai
,
da
lunghissimi
anni
,
da
questo
medesimo
popolo
,
non
erano
semplici
illusioni
,
nella
mente
degli
uomini
di
Stato
democratici
,
ma
realtà
concrete
,
che
oggi
si
affermano
nella
pratica
.
La
Iugoslavia
è
uno
Stato
di
sedici
milioni
di
cittadini
.
È
,
cioè
,
uno
Stato
,
la
cui
massa
popolare
,
unita
alle
nasse
della
Turchia
e
della
(
h
-
cela
,
forma
un
compatto
blocco
di
quaranta
milioni
di
uomini
.
L
altra
importante
.
conseguenza
politica
del
colpo
di
stato
iugoslavo
è
quel
ritorno
a
concezioni
di
solidarietà
balcanica
da
cui
sembrava
,
con
l
'
adesione
al
patto
tripartito
,
che
la
Iugoslavia
si
fosse
definitivamente
allontanata
.
Per
quanto
meno
visibile
,
per
quanto
producente
effetti
meno
immediati
,
questa
seconda
conseguenza
può
divenire
di
gran
lunga
più
importante
di
tutte
le
altre
:
può
,
cioè
,
permettere
ai
Balcani
di
ritrovare
la
coscienza
unitaria
,
da
cui
le
mene
naziste
di
questi
ultimi
anni
li
avevano
allontanati
.
La
Iugoslavia
,
insieme
con
la
Turchia
,
è
infatti
una
delle
principali
potenze
balcanico
-
danubiane
.
Il
fiero
rifiuto
del
popolo
iugoslavo
di
sottoporsi
al
dominio
hitleriano
può
essere
uno
sprone
ad
altri
popoli
che
,
certamente
,
come
quello
iugoslavo
.
sono
ostili
alla
sottomissione
allo
straniero
.
Militarmente
,
poi
,
per
quanto
non
sia
possibile
fondare
eccessive
speranze
su
una
resistenza
militare
ad
oltranza
contro
la
penetrazione
germanica
,
dell
'
esercito
iugoslavo
,
conviene
tuttavia
,
tenere
sempre
presente
la
fiera
reazione
che
il
popolo
iugoslavo
ha
saputo
opporre
ad
Hitler
.
Durante
la
guerra
di
Spagna
,
i
repubblicani
spagnuoli
,
privi
di
armi
;
privi
di
vettovagliamento
,
privi
di
qualsiasi
aiuto
concreto
dall
'
estero
,
hanno
combattuto
da
leoni
durante
tre
anni
contro
le
potenze
totalitarie
,
solo
perché
,
in
quella
lotta
,
tutto
il
popolo
spagnuolo
era
schierato
da
una
parte
per
lottare
contro
l
'
oppressione
straniera
e
l
'
ingiustizia
interna
.
Le
reazioni
popolari
sono
capaci
di
generare
i
più
grandi
eserciti
del
mondo
.
Quando
una
causa
è
giusta
gli
uomini
combattono
da
leoni
.
Così
,
per
quanto
scarseggino
attualmente
gli
elementi
di
giudizio
intorno
ad
una
resistenza
militare
dell
'
esercito
iugoslavo
contro
un
'
eventuale
invasione
nazista
,
rimane
pertanto
un
elemento
concreto
eli
valutazione
da
cui
non
si
può
prescindere
:
questo
elemento
è
costituito
dall
'
indomito
coraggio
del
popolo
iugoslavo
.
*
*
*
Comunque
venga
giudicata
la
situazione
nei
suoi
aspetti
positivi
non
va
dimenticato
,
nel
giudicare
gli
effetti
del
colpo
di
Stato
iugoslavo
,
che
sull
'
adesione
della
Iugoslavia
al
patto
tripartito
la
Germania
hitleriana
fondava
le
più
grandi
speranze
.
Quali
erano
le
mire
di
Hitler
quando
la
sua
diplomazia
tanto
si
affannò
per
ottenere
l
'
adesione
iugoslava
?
Queste
mire
potevano
essere
di
due
categorie
:
anzitutto
,
permettere
alle
truppe
tedesche
di
attraversare
il
territorio
iugoslavo
allo
scopo
di
attaccare
la
Grecia
alla
spalle
,
per
l
'
unica
sua
frontiera
non
montuosa
;
oppure
,
e
ciò
è
più
probabile
,
proteggere
semplicemente
il
passaggio
delle
truppe
tedesche
attraverso
l
'
Ungheria
e
la
Bulgaria
contro
un
attacco
laterale
proveniente
da
una
Iugoslavia
ostile
.
Sembra
improbabile
che
Hitler
abbia
deciso
di
attaccare
la
Grecia
alle
spalle
e
di
ottenere
perciò
la
complicità
iugoslava
.
Infatti
,
finora
,
la
Germania
non
ha
nemmeno
rotto
le
relazioni
diplomatiche
con
la
Grecia
,
e
poi
,
Hitler
non
ha
veramente
nessun
interesse
a
conquistare
la
Grecia
,
se
non
quello
di
potere
,
attraverso
la
strada
di
Salonicco
,
giungere
più
facilmente
ai
Dardanelli
.
La
Grecia
,
in
sé
per
sé
,
non
presenta
per
Hitler
nessun
interesse
,
poiché
non
conduce
a
nessuna
via
terrestre
eli
comunicazione
con
il
Vicino
Oriente
.
È
dunque
una
semplice
illusione
mantenuta
dalla
propaganda
fascista
,
quella
che
consiste
nel
credere
che
Hitler
ci
voglia
aiutare
a
conquistare
la
Grecia
.
Egli
non
sprecherà
nemmeno
un
nomo
per
far
vincere
,
ad
altri
,
guerre
che
non
presentino
per
lui
un
interesse
politico
o
militare
immediato
.
È
molto
più
probabile
.
invece
,
che
Hitler
,
il
quale
ha
aspettato
fino
ad
oggi
per
chiedere
alla
Iugoslavia
la
sua
adesione
al
patto
tripartito
,
abbia
voluto
con
questa
adesione
ottenere
una
garanzia
di
non
essere
attaccato
alle
spalle
da
truppe
.
provenienti
dal
territorio
iugoslavo
.
Infatti
l
'
unica
preoccupazione
di
Hitler
nella
sua
guerra
balcanica
,
oltre
quella
di
rifornirsi
in
derrate
agricole
,
è
quella
di
giungere
ai
Dardanelli
.
Tutta
la
sua
diplomazia
ha
teso
finora
a
quello
.
Il
suo
migliore
agente
diplomatico
,
von
Papen
,
che
aveva
reso
così
utili
servizi
alla
Germania
guglielmina
durante
la
guerra
scorsa
,
come
capo
del
servizio
di
sabotaggio
negli
Stati
Uniti
,
è
oggi
Ambasciatore
di
Germania
ad
Ankara
.
Quale
sarebbe
il
valore
di
una
conquista
hitleriana
dei
Dardanelli
?
Esso
sarebbe
duplice
.
Sullo
scacchiere
militare
,
i
Dardanelli
aprono
la
via
a
tutto
il
Vicino
Oriente
.
Sul
piano
politico
,
invece
,
i
Dardanelli
rimangono
oggi
l
unica
porta
che
la
Russia
sovietica
abbia
per
passare
da
Oriente
ad
Occidente
.
La
Russia
,
infatti
,
incontra
oggi
,
su
tutte
le
sue
frontiere
occidentali
,
l
ombra
hitleriana
:
basta
guardare
una
carta
d
'
Europa
in
cui
vengano
segnati
i
territori
dominati
o
controllati
da
Hitler
,
per
vedere
che
,
dall
'
estremo
nord
norvegese
.
,
Hitler
taglia
la
strada
dell
'
Occidente
alla
Russia
fino
ai
Dardanelli
l
'
unico
paese
,
l
'
unico
territorio
per
cui
la
Russia
possa
ancora
passare
per
rimanere
in
contatto
con
l
'
Occidente
è
la
Turchia
.
Il
giorno
in
cui
Hitler
avesse
occupato
i
Dardanelli
,
la
Russia
sovietica
non
avrebbe
più
nessuna
via
d
'
accesso
all
'
Occidente
europeo
.
Essa
sarebbe
costretta
,
per
ragioni
geografiche
imprescindibili
,
a
diventare
realmente
e
materialmente
una
potenza
asiatica
.
Il
colpo
di
stato
iugoslavo
allontana
forse
per
sempre
tutte
queste
possibilità
.
Per
capirne
l
'
importanza
era
dunque
necessario
esaminare
i
calcoli
che
Hitler
aveva
probabilmente
fondato
su
una
adesione
della
Iugoslavia
al
patto
tripartito
.
Oggi
che
la
Iugoslavia
non
permette
più
ad
Hitler
di
fare
quello
che
vuole
sul
proprio
territorio
,
tutti
questi
piani
sono
svaniti
.
Inoltre
,
l
'
avversario
è
ormai
in
guardia
tanto
sul
terreno
politico
quanto
su
quello
militare
.
StampaQuotidiana ,
La
mattina
del
30
marzo
,
unità
della
Marina
Britannica
da
guerra
sono
state
attaccate
da
un
cacciatorpediniere
francese
,
dalle
batterie
costiere
dell
'
Africa
del
Nord
e
da
due
bombardieri
francesi
.
Tale
attacco
è
avvenuto
quando
,
sull
'
ingiunzione
delle
unità
britanniche
,
ad
un
convoglio
mercantile
francese
,
di
fermarsi
per
subire
la
visita
regolamentare
,
il
caccia
francese
che
scortava
queste
navi
mercantili
,
invece
di
obbedire
a
questo
ordine
,
aprì
il
fuoco
.
Questo
incidente
,
e
soprattutto
l
'
intervento
nella
zuffa
di
alcuni
bombardieri
francesi
,
fa
rinascere
tristi
ricordi
e
ci
costringe
ad
amare
considerazioni
.
Durante
la
battaglia
di
Francia
non
apparve
mai
nessun
comunicato
dell
'
Aeronautica
francese
intorno
ad
una
partecipazione
importante
di
velivoli
francesi
da
combattimento
nella
lotta
Regolarmente
,
invece
.
la
R.A.F.
diramava
bollettini
intorno
alle
operazioni
a
cui
avevano
partecipato
velivoli
britannici
.
Oggi
,
l
'
aviazione
francese
,
a
guerra
ultimata
,
ha
ritrovato
abbastanza
fiato
per
bombardare
unità
della
flotta
della
Nazione
ex
alleata
.
Questo
conflitto
non
è
semplicemente
di
natura
militare
,
non
deriva
soltanto
dall
'
imposizione
all
'
attuale
governo
francese
di
imperative
norme
di
condotta
da
parte
del
Governo
del
Reich
.
Questo
atteggiamento
risale
a
cause
molto
remote
,
cause
che
hanno
turbato
e
viziato
tutta
la
vita
politica
francese
.
*
*
*
Gli
uomini
che
governano
oggi
la
Plancia
,
quelli
che
hanno
preferito
un
armistizio
umiliante
ad
una
lotta
ad
oltranza
,
sono
vecchie
figure
del
parlamentarismo
francese
tradizionale
.
Sono
quelli
che
,
negli
ultimi
anni
del
secolo
scorso
,
giustificavano
per
passione
nazionale
-
perlomeno
pretendevano
che
tale
fosse
-
il
falso
giudiziario
commesso
dagli
uffici
del
Ministero
della
Guerra
nell
'
affare
Dreyfus
.
Sono
gli
stessi
che
,
nel
1919
,
a
Versailles
,
imposero
ai
rappresentanti
degli
altri
Stati
alleati
,
le
condizioni
umilianti
di
pace
per
la
Germania
di
Weimar
.
Sono
gli
stessi
che
,
durante
vent
'
anni
,
ispiratisi
ad
un
falso
orgoglio
nazionale
e
ad
interessi
di
classe
,
hanno
diretto
la
politica
estera
francese
in
un
senso
antieuropeo
.
Sono
gli
stessi
che
hanno
sempre
ostacolato
l
'
opera
della
Società
delle
Nazioni
,
che
hanno
ostacolato
l
'
amicizia
con
gli
altri
popoli
europei
,
sono
gli
stessi
che
hanno
sempre
criticato
la
politica
pacifista
di
Briand
e
le
alleanze
con
i
vari
popoli
dell
'
Furopa
centrale
ed
orientale
.
Sono
gli
stessi
,
infine
,
che
hanno
sempre
appoggiato
tutti
i
tentativi
di
disgregazione
dell
'
Europa
effettuati
dal
nazismo
a
scapito
di
tutte
le
nazioni
europee
,
ivi
compresa
anche
la
Francia
.
Sono
questi
stessi
dirigenti
che
hanno
oggi
sottoscritto
volontariamente
alle
condizioni
di
armistizio
e
al
regime
di
controllo
politico
che
Hitler
ha
dettato
loro
allo
scopo
di
disgregare
il
loro
paese
.
L
'
accettazione
della
divisione
della
Francia
in
due
zone
,
l
'
accettazione
di
discutere
il
problema
della
consegna
dei
rifugiati
politici
che
avevano
chiesto
e
ottenuto
dalla
Francia
ospitale
che
precedette
questa
,
il
diritto
d
'
asilo
,
sono
atti
degradanti
per
gli
attuali
dirigenti
della
Francia
.
Questi
dirigenti
-
conviene
ripeterlo
incessantemente
-
i
quali
oggi
vendono
il
loro
paese
allo
straniero
,
che
oggi
violano
le
norme
più
sacrosante
dell
'
umanità
,
che
oggi
non
temono
di
voltare
contro
quelli
che
avevano
avuto
fiducia
in
loro
e
li
avevano
aiutati
a
difendere
il
loro
territorio
i
propri
cannoni
diventati
improvvisamente
feroci
,
non
sono
altro
che
i
rappresentanti
più
puri
della
destra
nazionalista
.
Una
volta
per
sempre
,
l
'
atteggiamento
degli
attuali
dirigenti
francesi
,
che
può
andare
avvicinato
a
quello
di
tanti
altri
,
serva
d
'
esempio
a
tutti
quanti
.
Anche
da
noi
,
venti
anni
fa
,
si
è
prodotta
una
reazione
nazionalista
.
Anche
da
noi
si
è
voluto
far
credere
che
l
'
atteggiamento
della
maggioranza
del
popolo
italiano
,
dopo
la
guerra
scorsa
,
era
un
atteggiamento
antinazionale
.
Eppure
,
i
nazionalisti
da
noi
,
oggi
uniti
al
partito
fascista
,
i
quali
avevano
sempre
segnalato
il
pericolo
germanico
come
la
piovra
che
avvinceva
l
'
Italia
,
non
hanno
esitato
oggi
a
consegnare
gli
uomini
,
le
risorse
e
i
punti
strategici
del
territorio
nazionale
.
al
nemico
ereditario
.
Questa
,
del
nazionalismo
italiano
,
non
è
una
contraddizione
politica
;
è
la
dimostrazione
più
evidente
che
il
nazionalismo
nostro
,
come
quello
staniero
,
è
semplicemente
una
maschera
di
interessi
di
casta
,
incorporati
oggi
con
quelli
della
nostra
plutogerarchia
,
opposti
a
quelli
di
tutto
il
popolo
italiano
.
Smascherando
il
nostro
nazionalismo
,
come
tutti
i
nazionalismi
stranieri
,
noi
contribuiamo
a
smascherare
i
nemici
delle
masse
popolari
italiane
e
quelli
delle
masse
popolari
di
tutta
l
'
Europa
.
StampaQuotidiana ,
Si
può
credere
,
a
prima
vista
,
che
la
nostra
politica
decisamente
antihitleriana
sia
determinata
da
motivi
sentimentali
o
da
motivi
di
politica
internazionale
.
Ci
si
potrà
forse
dire
che
questa
nostra
politica
costituisca
un
semplice
contributo
alla
guerra
degli
inglesi
contro
i
Tedeschi
.
Ciò
non
corrisponderebbe
alla
verità
.
Vorremmo
per
l
'
avvenite
e
l
'
indipendenza
dell
'
Italia
,
che
tali
fossero
i
motivi
che
ispirano
il
nostro
atteggiamento
:
vorremmo
,
cioè
,
che
nessuna
infiltrazione
tedesca
fosse
venuta
a
spingerci
in
questo
senso
.
Poiché
,
in
tale
caso
,
l
'
attuale
politica
estera
dell
'
Italia
non
sarebbe
un
fenomeno
così
irrimediabile
.
invece
,
vi
sono
profondi
motivi
a
fondamento
di
questa
nostra
politica
:
vi
sono
motivi
che
non
possono
lasciare
indifferente
nessun
italiano
.
Questi
motivi
non
sono
più
semplicemente
motivi
di
politica
estera
:
sono
motivi
,
anzitutto
,
di
politica
interna
.
economica
e
sociale
.
Noi
non
intendiamo
condurre
questa
lotta
alla
leggera
,
non
l
'
abbiamo
impresa
senza
fortissime
ragioni
,
superiori
a
qualsiasi
considerazione
.
di
falso
amor
proprio
o
di
falso
orgoglio
nazionale
.
Le
persone
che
scrivono
in
queste
pagine
non
hanno
mai
fatto
il
mestiere
di
politicanti
.
Esse
vengono
da
tutti
i
settori
della
vita
italiana
e
sono
costretti
,
oggi
,
allo
scopo
di
permettere
a
se
stesse
e
agli
altri
Italiani
di
proseguire
una
vita
dignitosa
,
di
imprendere
una
lotta
a
morte
contro
il
regime
hitleriano
.
Quelli
che
scrivono
in
queste
pagine
non
superano
generalmente
i
venticinque
o
trenta
anni
:
sono
,
cioè
,
esponenti
della
nuovissima
generazione
italiana
,
che
sa
che
nessuna
vita
sarà
impossibile
per
essa
,
come
per
la
nuova
generazione
delle
altre
nazioni
europee
,
se
non
dal
momento
in
cui
quella
casta
di
arrivisti
,
che
ha
alimentato
il
nazismo
hitleriano
e
la
nostra
plutogerarchia
,
in
uomini
e
fondi
,
non
sarà
definitivamente
scomparsa
dalla
nostra
vita
civile
.
Assumiamo
un
atteggiamento
battagliero
perché
.
siamo
costretti
alla
lotta
;
e
come
siamo
costretti
noi
,
crediamo
lo
siano
pure
tutti
quelli
che
oggi
ci
leggono
;
poiché
si
tratta
,
non
solo
della
sorte
nostra
personale
,
ma
anche
di
tutti
quelli
che
ci
sono
cari
,
cioè
di
tutti
quelli
che
sono
rimasti
in
Italia
.
A
coloro
che
non
capissero
ancora
l
'
importanza
dalla
posta
,
la
gravità
della
lotta
,
noi
vogliamo
fornire
la
massima
documentazione
possibile
intorno
alla
necessità
di
entrare
in
azione
.
Mentre
siamo
,
infatti
.
dalle
circostanze
,
confinati
qui
in
Africa
,
nell
'
impossibilità
di
recare
un
contributo
diretto
alla
nostra
vita
nazionale
,
questa
vita
nazionale
viene
in
questo
momento
deturpata
e
compromessa
dalle
mene
dei
nostri
plutogerarchi
.
Questa
vita
nazionale
,
dal
momento
in
cui
ne
siamo
stati
divelti
da
questa
guerra
,
viene
trasformata
a
poco
a
poco
in
modo
irriconoscibile
.
Viene
trasformata
,
questa
volta
,
non
più
ad
opera
di
tirannelli
nazionali
,
ma
dai
nazisti
tedeschi
.
In
una
serie
di
articoli
,
ci
proponiamo
di
documentare
la
disgregazione
ad
opera
del
nazismo
hitleriano
,
della
vita
delle
nostre
classi
lavoratrici
.
Disgregazione
che
,
nel
settore
lavorativo
,
si
attua
mediante
un
invio
sempre
maggiore
di
lavoratori
italiani
in
Germania
e
una
conseguente
riduzione
del
nostro
ritmo
produttivo
nazionale
.
Il
primo
fenomeno
ci
pone
,
così
,
sullo
stesso
piano
delle
nazioni
che
,
avendo
perduto
la
guerra
contro
la
Germania
,
sono
costrette
ora
a
contribuire
,
con
l
'
invio
di
lavoratori
forzati
,
allo
sforzo
bellico
del
Reich
.
Siamo
posti
,
cioè
,
sullo
stesso
piano
della
Francia
,
della
Polonia
,
della
Cecoslovacchia
e
di
tutte
le
altre
nazioni
il
cui
territorio
è
occupato
attualmente
dalle
truppe
tedesche
.
Anche
in
questo
,
del
resto
,
ci
troviamo
nelle
medesime
condizioni
,
in
quanto
i
punti
strategici
più
importanti
del
nostro
territorio
nazionale
sono
stati
recentemente
occupati
da
truppe
naziste
.
Nessuna
differenza
perciò
tra
l
'
Italia
alleata
della
Germania
e
le
nazioni
sconfitte
da
questa
.
La
seconda
conseguenza
di
questa
sottomissione
della
nostra
vita
economica
agli
scopi
bellici
tedeschi
è
una
profonda
trasformazione
della
nostra
struttura
economica
e
sociale
.
Trasformazione
la
quale
influisce
irrimediabilmente
,
anzitutto
sul
nostro
presente
sforzo
bellico
;
inoltre
,
sul
futuro
assetto
economico
e
sociale
dell
'
Italia
.
Proprio
nel
momento
in
cui
l
'
Italia
ha
più
bisogno
di
tutti
i
suoi
figli
per
adempiere
l
'
ingente
sforzo
a
cui
il
Governo
fascista
l
'
ha
oggi
sottoposta
,
questo
medesimo
Governo
,
responsabile
della
nostra
entrata
in
guerra
e
della
nostra
impreparazione
a
sostenerla
,
ci
priva
,
per
il
suo
atteggiamento
servile
nei
confronti
di
Hitler
,
dei
mezzi
indispensabili
a
colmare
le
lacune
della
nostra
efficienza
bellica
.
Lo
stesso
Governo
che
ci
ha
fatto
entrare
in
guerra
nel
giugno
scorso
senza
necessità
immediate
e
soprattutto
senza
la
possibilità
materiale
di
sostenere
lo
sforzo
bellico
non
ha
ancora
capito
che
dovevamo
,
a
qualsiasi
costo
,
riprendere
il
tempo
perduto
per
colpa
sua
e
intensificare
il
ritmo
produttivo
nazionale
.
Invece
di
questo
,
esso
invia
ora
le
forze
vive
della
nazione
,
quelle
che
ci
sono
indispensabili
in
tempo
di
guerra
come
in
tempo
di
pace
,
in
Germania
hitleriana
,
per
permettere
ad
Hitler
di
vincere
la
sua
guerra
.
Queste
forze
lavoratrici
,
che
vengono
ora
inviate
in
Germania
diminuiscono
il
nostro
potenziale
umano
per
quel
che
riguarda
il
futuro
assetto
economico
e
sociale
dell
'
ltalia
.
Non
è
possibile
ridurre
impunemente
,
senza
attenderne
conseguenze
perniciosissime
,
il
numero
dei
lavoratori
di
un
paese
.
L
Italia
,
priva
dei
suoi
migliori
operai
,
priva
,
cioè
,
di
quelle
forze
che
più
hanno
contribuito
e
contribuiscono
tuttora
a
fare
della
nostra
nazione
una
grande
nazione
,
va
perdendo
la
possibilità
materiale
di
mantenere
il
suo
posto
in
Europa
.
La
parte
migliore
della
nazione
italiana
è
oggi
costretta
a
ingigantire
la
Germania
e
ridurre
proporzionalmente
l
'
Italia
ad
una
entità
politica
minore
.
Queste
sono
le
ragioni
per
cui
crediamo
che
tutti
debbano
partecipare
a
questa
nostra
lotta
,
condividendo
le
nostre
opinioni
.
Nessun
Italiano
,
che
sia
cosciente
delle
necessità
nazionali
,
può
disinteressarsi
di
chiesta
progressiva
disgregazione
dell
'
Italia
,
ad
opera
dei
suoi
dirigenti
attuali
,
in
favore
della
Germania
hitleriana
.
Se
non
vogliamo
che
l
'
Italia
e
i
suoi
lavoratori
costituiscano
uno
dei
principali
strumenti
che
avranno
contribuito
alla
creazione
del
nuovo
Impero
hitleriano
,
dobbiamo
,
con
tutti
i
mezzi
,
impedire
che
l
'
opera
svolta
dai
nostri
dirigenti
venga
impunemente
proseguita
.
Nei
prossimi
numeri
pubblicheremo
una
serie
di
articoli
che
verranno
a
documentare
con
maggior
precisione
e
con
dati
inconfutabili
quello
che
oggi
abbiamo
affermato
.
StampaQuotidiana ,
Domenica
delle
Palme
,
6
aprile
1941
,
alle
ore
5
e
30
del
mattino
le
forze
naziste
hanno
sferrato
l
'
attacco
contro
la
Iugoslavia
e
la
Grecia
partendo
dalle
basi
da
loro
stabilite
nei
territori
precedentemente
occupati
della
Romania
e
della
Bulgaria
.
Lo
scacco
diplomatico
di
Hitler
nei
Balcani
Questa
nuova
aggressione
.
del
Governo
hitleriano
contro
due
popoli
europei
segna
,
anzitutto
,
una
sconfitta
precedentemente
subita
da
questo
medesimo
Governo
sul
piano
diplomatico
.
La
necessità
in
cui
si
trova
oggi
Hitler
di
attaccare
militarmente
la
Iugoslavia
e
la
Grecia
viene
infatti
ad
indicare
che
tutti
gli
sforzi
compiuti
dalla
sua
diplomazia
,
allo
scopo
di
ottenere
lai
complicità
di
questi
paesi
,
sono
clamorosamente
falliti
.
L
atteggiamento
della
Iugoslavia
,
soprattutto
,
è
fra
i
più
significativi
:
questo
paese
,
infatti
,
dopo
aver
aderito
,
ad
opera
dei
ministri
,
che
lo
avevano
tradito
,
al
patto
tripartito
,
ha
saputo
,
con
magnifico
slancio
,
operare
quel
rivolgimento
politico
interno
,
veramente
animato
da
forze
popolari
,
che
ha
staccato
la
Iugoslavia
da
quella
vergognosa
complicità
.
Questo
scacco
,
che
un
popolo
libero
ha
saputo
far
subite
a
Hitler
,
confessato
ormai
nel
modo
più
aperto
con
la
dichiarazione
di
guerra
della
Germania
alla
Iugoslavia
,
è
in
se
stesso
di
gran
lunga
più
importante
nella
storia
europea
di
quello
che
non
possano
essere
gli
eventi
militari
di
questo
nuovo
teatro
di
operazioni
militari
.
La
rivoluzione
jugoslava
-
poiché
il
colpo
di
Stato
di
Belgrado
supera
di
gran
lunga
,
nella
politica
balcanica
,
la
portata
di
un
semplice
rivolgimento
di
circoli
governativi
-
è
rivoluzione
non
solo
nazionale
ma
anche
europea
.
II
"
no
"
che
la
nazione
jugoslava
in
blocco
ha
opposto
alle
pretese
di
Hitler
,
ha
significato
veramente
europeo
.
Non
bisogna
dimenticare
che
l
'
atteggiamento
di
fermezza
dei
popolo
Jugoslavo
e
del
suo
Governo
ha
avuto
conseguenze
immediate
in
tutti
gli
Stati
balcanici
:
in
Ungheria
,
anzitutto
,
il
drammatico
suicidio
del
Primo
Ministro
,
come
Teleki
,
ha
mostrato
che
anche
in
quel
paese
le
forze
popolari
non
possono
sempre
essere
ridotte
al
silenzio
;
in
Bulgaria
,
i
nazisti
sono
stati
costretti
a
rafforzare
il
loro
sistema
di
sorveglianza
poliziesca
.
Inoltre
,
l
'
atteggiamento
jugoslavo
non
ha
mancato
fin
dall
'
inizio
di
suscitare
il
più
vivo
plauso
di
tutti
gli
ambienti
internazionali
e
soprattutto
la
simpatia
di
tutte
le
grandi
potenze
,
dagli
Stati
Uniti
e
l
'
impero
Britannico
alla
Russia
sovietica
.
Il
patto
russo
-
jugoslavo
Due
ore
prima
,
anzi
,
che
le
truppe
naziste
iniziassero
la
loro
aggressione
contro
il
territorio
jugoslavo
,
veniva
firmato
a
Mosca
il
patto
russo
-
jugoslavo
di
amicizia
e
non
aggressione
,
per
cui
veniva
stipulato
,
ai
termini
dell
'
articolo
2
,
che
"
se
una
delle
parti
contraenti
è
vittima
di
una
aggressione
,
ad
opera
di
una
Terza
potenza
,
l
'
altra
si
impegna
ad
osservare
una
politica
di
amicizia
"
.
La
portata
del
nuovo
patto
concluso
quasi
in
previsione
di
una
aggressione
nazista
contro
la
Iugoslavia
è
stata
sottolineata
in
tutti
gli
ambienti
;
la
"
Pravda
"
di
Mosca
l
'
ha
subito
definito
come
un
"
avvenimento
storico
della
più
grande
importanza
"
;
il
Sig
.
Sumnerwelles
,
sottosegretario
di
stato
agli
affari
esteri
degli
Stati
uniti
ha
dichiarato
,
riferendosi
a
questo
patto
,
che
esso
"
è
assai
più
importante
di
un
semplice
accordo
di
amicizia
e
di
non
aggressione
"
.
L
'
Italia
costretta
a
partecipare
alla
nuova
guerra
nazista
In
queste
condizioni
,
è
avvenuta
l
'
aggressione
nazista
contro
la
Iugoslavia
e
la
Grecia
la
quale
non
ha
mancato
di
produrre
effetti
in
tutti
i
campi
.
Dal
punto
di
vista
italiano
,
anzitutto
,
va
rilevato
che
in
tutti
questi
ultimi
giorni
,
spinta
da
una
pressione
popolare
interna
,
la
nostra
diplomazia
si
era
adoperata
ad
evitare
l
'
estensione
del
conflitto
europeo
al
teatro
di
guerra
balcanico
.
In
Italia
,
l
'
opinione
pubblica
si
è
preoccupata
fin
dall
'
inizio
della
tensione
germano
-
jugoslava
e
dei
riflessi
che
un
eventuale
conflitto
tra
queste
due
potenze
avrebbe
potato
provocare
sulla
situazione
delle
nostre
forze
annate
in
Albania
.
Inoltre
,
a
tutti
è
apparso
che
una
guerra
contro
la
Iugoslavia
ci
farà
subire
la
guerra
in
un
ottavo
fronte
,
che
,
per
la
prima
volta
,
porterà
le
operazioni
militari
su
un
fronte
di
guerra
metropolitano
.
Una
guerra
italo
-
jugoslava
,
infatti
,
crea
un
fronte
di
guerra
alla
nostra
frontiera
metropolitana
orientale
,
che
va
dal
Tarvisio
,
a
nord
,
fino
a
Fiume
.
L
esperimento
greco
ha
già
dimostrato
che
in
operazioni
balcaniche
,
chi
ha
avuto
la
peggio
,
di
solito
,
siamo
sempre
stati
noi
.
Per
la
prima
volta
,
perciò
,
dalla
fine
dell
'
altra
guerra
,
l
'
Italia
viene
ora
minacciata
direttamente
sulla
frontiera
metropolitana
.
La
Venezia
Giulia
diventa
,
così
,
teatro
di
operazioni
belliche
.
Prima
ancora
che
il
Governo
fascista
avesse
fatto
conoscere
la
sua
posizione
intorno
ad
una
eventuale
partecipazione
alla
guerra
dichiarala
dalla
Germania
alla
Iugoslavia
,
veniva
riferita
la
costernazione
con
cui
la
popolazione
italiana
aveva
accolto
questa
nuova
guerra
.
Ed
è
probabilmente
per
l
'
opposizione
popolare
,
che
il
Governo
fascista
non
è
stato
in
grado
,
al
momento
in
cui
Hitler
dava
l
'
ordine
alle
sue
truppe
di
entrare
in
Iugoslavia
,
di
compiere
una
manovra
solidale
con
quelle
dell
alleata
dell
Asse
.
Va
rilevato
,
infatti
,
che
il
nostro
intervento
nella
guerra
contro
la
Iugoslavia
è
un
atto
assolutamente
accessorio
a
quello
nazista
.
Il
popolo
italiano
ha
fatto
tutto
quello
che
era
materialmente
possibile
fare
per
evitare
questa
guerra
,
ma
il
Governo
fascista
,
obbedendo
alle
pressioni
di
Berlino
,
non
ha
tenuto
conto
della
volontà
popolare
.
Dopo
un
'
esitazione
che
ha
durato
poco
più
di
una
mezza
giornata
,
il
pomeriggio
di
domenica
veniva
diramato
un
comunicato
secondo
cui
il
Governo
fascista
aveva
deciso
di
"
agire
in
stretta
collaborazione
con
la
Germania
con
tutte
le
sue
forze
di
terra
,
di
mare
e
dell
aria
"
.
E
una
nota
della
Stefani
recava
che
il
Governo
fascista
aveva
"
deciso
di
appoggiare
la
Germania
con
tutte
le
sue
forze
di
terra
di
mare
e
dell
'
aria
"
.
È
chiaro
dunque
che
la
guerra
contro
la
Iugoslavia
è
una
guerra
voluta
da
Hitler
e
che
,
ancora
una
volta
,
questa
guerra
è
sfata
imposta
dal
Governo
nazista
al
popolo
italiano
,
per
mezzo
del
Governo
fascista
,
diventato
,
così
,
in
modo
inequivocabile
,
vero
e
proprio
strumento
nelle
mani
dei
nazisti
.
StampaQuotidiana ,
Il
"
Foglio
di
disposizioni
"
del
segretario
del
partito
ha
ricordato
recentemente
i
termini
dell
'
articolo
8
del
regio
decreto
n.o.
765
del
16
giugno
1940
secondo
il
quale
.
:
"
agli
abbonali
alle
radio
audizioni
circolari
e
comunque
ai
possessori
di
apparati
radio
riceventi
è
fado
divieto
di
far
uso
degli
apparecchi
di
radioaudzioni
per
ascoltare
le
stazioni
di
radiodiffusione
e
di
radiocomunicazione
nemiche
o
neutrali
o
per
propagarne
le
notizie
comunque
ricevute
"
.
E
siccome
non
bastava
ricordare
l
'
esistenza
di
questo
divieto
legislativo
poiché
,
probabilmente
,
nessuno
ne
aveva
tenuto
conto
in
Italia
-
giacché
l
'
amore
per
la
verità
è
più
forte
della
paura
degli
sbirri
-
lo
stesso
"
Foglio
di
disposizioni
"
ha
fatto
notare
che
"
oltre
che
dalla
lettera
dalla
legge
,
l
'
ascoltazione
delle
trasmissioni
radiofoniche
nemiche
è
vietata
ai
fascisti
anche
e
soprattutto
dal
senso
della
dignità
e
del
dovere
che
deve
guidare
ogni
iscritto
al
partito
"
.
E
ha
invitato
i
Federali
e
gli
squadristi
a
"
vigilare
a
individuare
quanti
non
dimostrano
di
possedere
una
sensibilità
adeguata
al
momento
attuale
"
,
e
ad
"
agire
a
loro
carico
con
severità
esemplare
"
.
E
,
siccome
.
ciò
non
era
ancora
sufficiente
,
il
ministero
della
coltura
popolare
ha
impartito
l
'
ordine
a
tutta
la
stampa
di
pubblicare
una
nota
che
sottolineasse
l
'
esistenza
del
provvedimento
,
la
gravità
delle
sanzioni
da
esso
predisposte
.
insieme
con
la
necessità
,
per
tutti
,
di
sottoporsi
ad
esso
e
la
necessità
,
soprattutto
per
gli
squadristi
,
di
farlo
rispettare
.
Come
si
vede
la
questione
è
spinosa
e
per
essere
stata
posta
all
'
ordine
dei
giorno
con
una
pubblicità
così
clamorosa
vuol
dire
che
il
fenomeno
dell
ascoltazione
radiofoniche
straniere
,
specie
di
quelle
antifasciste
,
è
fenomeno
assai
diffuso
nei
paesi
nostri
.
Da
rilevarsi
,
infatti
,
che
esisteva
già
un
provvedimento
legislativo
e
che
-
cosa
assolutamente
insolita
-
le
autorità
politiche
fasciste
sono
state
costrette
a
ricordarne
l
'
esistenza
,
confessando
,
così
,
apertamente
,
che
il
provvedimento
stesso
non
era
stato
mai
rispettato
.
Da
rilevarsi
pure
che
queste
medesime
autorità
non
esitano
,
sapendo
che
anche
questo
richiamo
sarà
inefficace
,
a
fare
un
appello
pubblico
agli
squadristi
,
allo
scopo
di
renderlo
più
effettivo
.
Conviene
rilevare
,
infine
,
che
,
oltre
tutto
ciò
,
anche
la
stampa
è
stata
anch
essa
scatenata
per
spaventare
ancora
di
più
la
gente
.
Abbondano
,
però
,
ancora
,
i
processi
dinanzi
alle
corti
di
giustizia
contro
la
folta
schiera
dei
trasgressori
a
questa
norma
.
E
anche
qui
si
nota
la
poca
saldezza
interna
del
regime
.
Dopo
aver
notato
che
nessuno
,
in
Italia
,
obbedisce
più
alle
norme
che
vietano
ai
cittadini
di
conoscere
la
verità
,
con
qualsiasi
mezzo
questa
verità
possa
venire
conosciuta
,
notiamo
pure
che
le
sentenze
dei
tribunali
contro
i
trasgressori
del
Decreto
suindicato
sono
tutte
lievissime
.
Dunque
,
anche
la
nostra
giustizia
comincia
ad
essere
più
umana
,
più
comprensiva
del
bisogno
di
ogni
individuo
di
non
venire
soffocato
dalla
pesante
cappa
di
piombo
della
censura
.
È
il
giudice
che
,
spesso
,
sarà
anche
egli
un
fervido
ascoltatore
delle
radio
straniere
,
comprendendo
,
perché
egli
stesso
ne
risente
,
il
bisogno
,
in
un
momento
come
questo
,
di
essere
informati
nel
modo
più
preciso
degli
avvenimenti
internazionali
,
perdona
e
spesso
assolve
;
e
quando
condanna
la
condanna
è
lieve
cd
è
accompagnata
dai
benefici
di
legge
.
Ancora
una
volta
conviene
domandarsi
:
che
cosa
significa
tutto
ciò
?
Noi
non
abbiamo
mai
agito
con
partito
preso
contro
nessuno
,
ma
siamo
sempre
stati
mossi
dallo
scrupolo
di
assicurare
alla
nostra
generazione
,
come
a
quella
che
ci
ha
preceduta
,
una
vita
dignitosa
nel
nostro
paese
.
Da
vent
anni
siamo
stati
educati
in
un
clima
che
ignora
il
ragionamento
logico
,
che
ignora
l
'
etica
spregiudicata
.
La
gente
,
all
'
estero
,
crede
che
la
gioventù
italiana
sia
una
gioventù
militarizzata
,
imbevuta
di
dogmi
totalitari
,
credulona
di
fronte
a
tutti
i
miti
messi
avanti
dal
regime
e
,
specie
,
dal
nazismo
.
il
vero
mito
,
però
,
è
quello
sparso
all
'
estero
:
la
gioventù
italiana
,
forse
perché
ha
potuto
notare
a
tempo
gli
errori
dei
suoi
anziani
,
è
più
realistica
,
è
più
convinta
della
necessità
di
un
ragionamento
logico
e
di
una
elica
spregiudicata
di
quello
che
non
sia
mai
stata
nessuna
generazione
italiana
nel
passato
.
Non
è
vero
che
vent
'
anni
di
regime
ci
abbiano
fatto
dimenticare
i
motivi
fondamentali
dell
umanità
.
Non
è
vero
,
non
perché
il
regime
ci
abbia
permesso
di
scorgerli
,
ma
perché
,
appunto
,
avendoci
esso
negato
il
diritto
di
conoscerli
,
siamo
stati
tentati
in
tutti
gli
atti
della
nostra
vita
di
cercare
questi
motivi
di
umanità
più
di
qualsiasi
generazione
nel
passato
,
ci
siamo
preoccupati
di
essere
coscienti
dei
nostri
motivi
di
vivere
;
più
di
ogni
alta
generazione
nel
passato
,
distaccati
dall
'
artificialità
,
dall
'
esteriore
nullità
della
vita
pubblica
,
ci
siamo
rinchiusi
nella
nostra
vita
individuale
.
E
da
questa
,
quindi
,
grazie
ai
nostri
contatti
naturali
che
avevamo
con
i
nostri
compagni
,
siamo
passati
ad
una
comprensione
più
intima
,
più
profonda
e
più
umana
della
vita
sociale
.
È
questa
una
coscienza
rinnovata
,
originale
,
per
la
prima
volta
,
nella
storia
d
'
Italia
,
di
quello
che
è
la
realtà
italiana
,
[
che
]
ci
ha
permesso
di
distruggere
tutti
i
miti
messi
su
dal
romanticismo
fino
al
fascismo
.
Abbiamo
capito
,
coscienti
finalmente
di
quello
che
vogliamo
,
come
,
e
soprattutto
,
di
quello
che
ci
manca
,
che
il
fascismo
,
ultimo
tentativo
di
rinnovamento
del
romanticismo
,
ultimo
albore
di
sentimentalismo
,
in
un
campo
da
cui
questo
dovrebbe
essere
bandito
-
il
campo
politico
-
è
patentemente
insufficiente
per
dirigere
la
vita
italiana
nel
tumultuoso
corso
della
storia
contemporanea
.
Dal
momento
in
cui
abbiamo
compreso
che
questo
sentimentalismo
di
apparato
,
tenuto
su
con
grande
fracasso
dal
regime
,
ci
nascondeva
i
motivi
reali
della
vita
politica
,
ci
siamo
sentiti
più
forti
,
perché
coscienti
della
nostra
debolezza
.
Oggi
,
forse
,
in
apparenza
,
non
rappresentiamo
ancora
niente
nella
vita
italiana
;
non
rappresentiamo
,
conte
si
sarebbe
detto
,
con
mito
sentimentale
,
che
una
speranza
.
E
così
noi
non
avremmo
mai
voluto
essere
qualificati
,
perché
non
viviamo
di
speranze
.
Rappresentiamo
,
però
,
una
forza
,
piccola
,
se
vogliamo
,
perché
non
ancora
pienamente
cosciente
della
sua
potenza
ma
esistente
lo
stesso
:
rappresentiamo
l
'
unica
forza
della
vita
politica
italiana
.
Pienamente
aderenti
alla
realtà
politica
e
sociale
dei
nostri
tempi
,
abbiamo
potuto
convincerci
che
le
miserie
del
popolo
non
vanno
risanate
con
grandi
parole
;
né
vanno
risanate
con
magistrature
del
lavoro
,
con
corporazioni
,
con
grandi
sindacati
misti
.
Ci
siamo
anche
convinti
che
non
si
edifica
una
nuova
realtà
politica
e
sociale
con
la
dittatura
:
se
un
popolo
vuoi
diventare
grande
,
grande
veramente
di
civiltà
e
non
di
parole
,
esso
deve
costruirsi
da
sé
,
con
istituti
politici
popolari
,
aderenti
alle
masse
,
la
sua
grandezza
.
Questo
,
ormai
,
lo
sentono
tutti
;
e
il
fatto
di
ascoltare
le
radio
straniere
,
come
quello
di
borbottare
,
come
quello
di
riunirsi
in
cenacoli
che
discutono
di
tutti
i
problemi
senza
lasciarsi
intimorire
dalla
presenza
per
le
strade
di
squadristi
attempati
all
'
agguato
,
è
semplicemente
un
singolo
episodio
del
generale
bisogno
che
tutti
risentono
di
conoscere
la
verità
e
di
discuterla
.
Non
è
vero
,
come
vuol
far
credere
la
nostra
propaganda
,
che
andiamo
a
cercare
la
verità
all
'
estero
:
quello
che
dice
la
radio
straniera
non
è
ancora
la
verità
,
è
il
documento
che
ci
permetterà
di
stabilirla
realisticamente
,
senza
false
illusioni
,
senza
false
speranze
,
sapendo
quello
che
succede
nel
mondo
,
quello
che
si
dice
di
noi
,
quello
che
il
mondo
aspetta
da
noi
.
La
congiura
del
silenzio
.
La
congiura
del
silenzio
che
il
regine
fa
intorno
a
queste
forze
non
basta
,
quindi
,
a
farle
ignorare
:
tutti
sanno
che
esistono
,
tutti
sono
coscienti
che
esse
,
un
giorno
.
verranno
alla
luce
,
tutti
sono
convinti
che
l
'
Italia
non
è
morta
,
perché
in
questi
vent
'
anni
di
stasi
politica
si
è
formata
,
in
reazione
a
questa
medesima
pigrizia
spirituale
morale
,
una
generazione
desiderosa
di
un
vita
più
umana
.
StampaQuotidiana ,
Da
quando
è
salito
al
potere
,
il
Governo
fascista
ha
giustificato
il
maggior
numero
dei
provvedimenti
da
esso
presi
con
il
pretesto
che
questi
rinsaldavano
il
prestigio
dell
'
Italia
.
Ragionando
ora
a
mente
fredda
,
e
cioè
.
da
politici
,
non
da
esteti
,
conviene
esaminare
più
da
vicino
questa
giustificazione
della
politica
che
ci
ha
fatto
perdere
qualsiasi
prestigio
agli
occhi
del
mondo
civile
.
Il
prestigio
dell
'
Italia
come
se
l
'
Italia
,
dopo
mille
anni
di
storia
,
dopo
un
'
eredità
come
quella
romana
,
avesse
ancora
bisogno
di
rifarsi
un
prestigio
.
Il
prestigio
è
conficcato
fin
nelle
radici
del
nostro
suolo
,
fin
nel
midollo
delle
nostre
ossa
;
il
nostro
prestigio
lo
ritroviamo
nella
storia
,
e
nella
dignitosa
continuazione
di
questa
,
esso
viene
mantenuto
.
Oggi
,
quello
che
ci
fa
perdere
il
prestigio
è
proprio
il
poco
rispetto
che
si
ha
da
noi
per
la
storia
.
E
ancora
una
volta
,
sarebbe
necessario
richiamare
gli
italiani
alla
storia
.
E
ancora
una
volta
,
ispirandosi
a
questo
motto
,
l
'
Italia
continuerà
ad
essere
quello
che
merita
.
*
*
*
Sotto
il
pretesto
di
ristabilire
il
prestigio
della
nostra
nazione
,
il
Governo
fascista
ne
ha
abolito
tutti
gli
istituti
tradizionali
ed
ha
impedito
che
a
questi
il
popolo
recasse
le
necessarie
trasformazioni
per
renderli
più
consoni
alle
nuove
realtà
che
si
erano
venute
creando
dopo
l
'
ultima
guerra
.
Per
ristabilire
il
prestigio
dell
'
Italia
,
ancora
,
sono
stati
soffocati
quei
movimenti
senza
i
quali
,
oggi
,
le
nostre
forze
popolari
sono
state
private
dei
loro
diritti
più
essenziali
;
sono
state
rese
passive
di
fronte
agli
avvenimenti
che
ci
travolgono
.
Il
prestigio
dell
'
Italia
ha
anche
dettato
quella
politica
estera
che
,
dal
1935
ad
oggi
,
ha
fatto
subire
sei
guerre
in
sei
anni
.
Nel
35
,
il
nostro
"
prestigio
"
esigeva
la
guerra
d
'
Etiopia
:
tutto
passava
dopo
la
conquista
dell
'
impero
;
non
era
permesso
di
ragionare
d
altro
che
di
colonizzazione
demografica
,
di
ricchezze
naturali
dell
Etiopia
,
del
popolamento
futuro
del
territorio
conquistato
.
E
così
,
si
dimenticava
la
crisi
economica
non
ancora
superata
,
si
dimenticava
ancora
che
gli
stipendi
e
i
salari
erano
stati
amputati
,
che
una
vita
dignitosa
diventava
sempre
più
difficile
,
magari
impossibile
per
la
maggior
parte
della
nostra
popolazione
.
Si
dimenticava
che
il
nostro
ritmo
produttivo
si
era
ridotto
e
che
aumentava
soltanto
per
preparare
gli
strumenti
atti
all
'
uccisione
di
altri
uomini
.
Poi
,
quando
la
guerra
d
'
Etiopia
fu
finita
,
venne
quella
di
Spagna
:
venne
,
cioè
,
quella
lunghissima
,
micidiale
,
guerra
civile
in
cui
prepotentemente
il
Governo
fascista
fece
schierare
i
nostri
legionari
contro
il
popolo
spagnolo
.
Ancora
una
volta
,
non
si
parlò
più
d
'
altro
che
di
guerra
di
Spagna
,
di
aviazione
legionaria
,
di
rossi
e
di
neri
,
di
barbarie
inesistenti
,
di
amicizie
eterne
rinsaldate
dal
regime
.
E
,
ancora
una
volta
,
si
dimenticò
che
dopo
la
conquista
dell
Impero
non
era
avvenuta
la
colonizzazione
:
che
,
dopo
aver
soddisfatto
l
'
ultima
delle
nostre
rivendicazioni
,
dopo
averci
fatto
credere
che
ormai
per
l
'
Italia
le
guerre
erano
finite
,
altre
guerre
si
tramavano
,
altre
amicizie
si
rompevano
,
altri
Stati
ci
preparavamo
ad
aggredire
.
Poi
,
anche
la
guerra
di
Spagna
,
a
poco
a
poco
,
non
fu
più
una
maschera
sufficiente
per
quello
che
succedeva
all
'
interno
;
non
permise
più
,
cioè
,
al
regime
,
di
nascondersi
dietro
l
'
intervento
legionario
di
Spagna
,
per
giustificare
quello
che
succedeva
all
'
interno
.
Il
prestigio
del
fascismo
-
poiché
l
Italia
,
il
suo
prestigio
,
non
l
'
ha
mai
perduto
-
andava
scemando
.
Venne
quindi
la
conquista
dell
'
Albania
:
anche
questa
,
come
sempre
,
per
rinsaldare
il
prestigio
dell
'
Italia
.
In
che
modo
l
'
esistenza
di
uno
Stato
albanese
,
apparentemente
indipendente
,
che
,
in
realtà
,
obbediva
a
tutti
gli
ordini
di
Mussolini
,
poteva
nuocere
al
prestigio
dell
'
Italia
?
Quale
pericolo
costituiva
per
noi
l
'
Albania
?
Nessuno
.
Eppure
,
il
7
aprile
1938
,
i
nostri
stormi
aerei
,
la
nostra
flotta
,
le
nostre
truppe
erano
mandati
oltremare
per
compiere
una
spedizione
destinata
ad
"
abbattere
l
'
orgoglio
albanese
"
e
"
rinsaldare
,
come
sempre
,
il
prestigio
dell
'
Italia
"
.
Da
allora
,
questo
prestigio
,
nella
politica
fascista
,
è
passato
in
secondo
piano
.
L
'
anno
1938
è
quello
in
cui
Hitler
si
lanciò
sulla
medesima
via
delle
guerre
destinate
anch
'
esse
a
ristabilire
un
prestigio
:
quello
della
Germania
;
e
i
vincoli
stabiliti
dal
Conte
Ciano
con
la
Germania
hitleriana
non
permettono
più
al
Governo
fascista
di
giustificare
i
suoi
atti
col
pretesto
del
"
prestigio
dell
'
Italia
"
.
Poiché
sarebbe
assurdo
e
paradossale
il
fondare
un
predominio
egemonico
sull
'
Europa
essendo
in
due
.
"
L
'
offuscato
prestigio
della
Germania
"
,
che
Hitler
tenta
di
ristabilire
,
da
Monaco
in
poi
,
impedisce
a
Mussolini
di
continuare
eternamente
a
difendere
il
prestigio
dell
'
Italia
.
Però
,
se
sino
ad
oggi
,
il
prestigio
dell
'
Italia
sul
piano
internazionale
non
era
mai
sfato
contestato
da
nessuno
,
poiché
era
realmente
inconfutabile
,
se
la
difesa
del
prestigio
dell
'
Italia
era
rimasta
un
puro
pretesto
,
buono
semplicemente
per
giustificare
gli
atti
della
politica
fascista
,
ora
,
un
problema
del
prestigio
dell
'
Italia
si
è
posto
.
L
'
Italia
.
nonostante
tutto
,
fino
ad
oggi
,
era
rimasta
una
potenza
autonoma
ed
indipendente
.
Da
quando
il
Governo
fascista
ha
consegnato
il
nostro
Paese
alla
Germania
hitleriana
,
è
diventata
necessaria
una
reale
difesa
del
suo
prestigio
.
Oggi
il
Governo
fascista
non
difende
,
né
può
più
pretendere
di
difendere
il
prestigio
dell
'
Italia
:
esso
giustifica
tutti
i
suoi
atti
,
tutte
le
sue
azioni
,
con
gli
aleatori
vantaggi
che
ci
deriveranno
dalla
potenza
germanica
.
Dopo
i
nostri
insuccessi
in
Africa
e
in
Europa
,
il
Duce
ha
deciso
egli
stesso
nel
suo
discorso
che
ormai
la
teoria
politica
del
fascismo
sarà
quella
dell
'
Italia
partecipe
e
beneficiaria
delle
vittorie
tedesche
.
Dal
23
febbraio
,
giorno
in
cui
il
Dose
ha
pronunciato
il
suo
ultimo
discorso
,
tutti
i
nostri
plutogerarchi
ripetono
all
'
unisono
che
la
vittoria
della
Germania
è
vittoria
dell
'
asse
.
Da
quel
momento
è
sparito
il
prestigio
dell
'
Italia
,
nella
politica
fascista
:
è
nato
invece
"
il
prestigio
dell
'
asse
"
,
il
prestigio
,
cioè
della
Germania
hitleriana
,
alle
cui
sorti
il
Governo
fascista
ha
voluto
assimilare
quelle
dell
'
Italia
.
*
*
*
Se
,
prima
,
gli
italiani
semplicemente
potevano
opporsi
solo
sul
piano
interno
al
regime
fascista
,
e
approvare
o
respingere
tale
regime
,
oggi
si
pone
,
invece
,
veramente
,
un
problema
di
prestigio
nazionale
.
Per
la
prima
volta
nella
nostra
storia
siamo
costretti
a
considerare
come
vittorie
nostre
quelle
di
un
'
altra
nazione
,
ad
accogliere
come
successi
nazionali
quelli
di
un
altra
potenza
straniera
.
Fino
ad
oggi
,
nemmeno
con
la
dominazione
spagnuola
o
austriaca
,
nessuno
ci
aveva
costretto
a
considerare
le
vittorie
della
Spagna
o
dell
'
Austria
-
Ungheria
come
vittorie
nostre
.
Sentivamo
che
il
nostro
prestigio
rimaneva
intatto
a
condizione
di
non
perdere
mai
la
nostra
peculiare
originalità
nazionale
.
Oggi
,
invece
,
con
questa
politica
,
il
passo
dell
'
oca
è
diventato
passo
romano
,
il
berretto
nazista
è
diventato
berretto
fascista
,
il
Führer
della
Germania
hitleriana
è
diventato
il
nostro
Führer
.
Oggi
,
per
la
prima
volta
,
tutti
gli
Italiani
hanno
il
dovere
di
difendere
il
prestigio
dell
'
Italia
;
il
quale
,
dal
Governo
che
ancora
ha
sede
a
Roma
,
è
stato
offuscato
come
mai
fino
ad
oggi
nella
nostra
storia
.
Italiani
,
ritornale
alla
storia
:
la
storia
dell
'
Italia
esige
che
siano
messi
fuori
i
barbari
!
StampaQuotidiana ,
È
quello
del
fronte
interno
:
il
fronte
interno
,
creazione
di
questa
guerra
,
è
un
fronte
rimasto
ignoto
fino
a
ieri
,
è
un
fronte
che
si
volta
contro
il
Governo
al
potere
,
perché
questo
non
ha
saputo
tenere
sufficiente
conto
delle
necessità
interne
.
Il
fronte
interno
viene
a
ricordarci
che
in
tutte
queste
guerre
il
fattore
popolo
,
il
fattore
politico
interno
è
stato
trascurato
;
viene
a
ricordarci
che
tutte
queste
guerre
sono
state
fatte
per
farci
dimenticare
quello
che
succedeva
all
'
interno
.
Ritorniamo
un
po
'
con
il
ricordo
ai
giorni
della
nostra
guerra
d
'
Etiopia
,
a
quei
giorni
in
cui
sembrava
che
finalmente
una
strada
fosse
aperta
all
'
espansione
materiale
e
spirituale
dell
'
Italia
;
ritorniamo
a
quei
giorni
in
cui
.
dimenticando
la
crisi
che
dominava
all
'
interno
,
pensavamo
fosse
possibile
attenuarla
o
addirittura
sopprimerla
con
mezzi
eterni
.
Quanto
si
sono
sbagliati
tutti
quelli
che
credevano
,
quella
volta
come
oggi
,
che
i
problemi
interni
di
una
nazione
possano
venire
risolti
attraverso
fattori
esterni
:
quanto
si
sbagliano
tutti
quelli
che
pensano
che
sia
possibile
far
nascere
una
civiltà
nazionale
dalla
conquista
di
un
impero
.
Un
impero
si
conquista
quando
si
ha
una
civiltà
da
esportare
.
E
anche
.
in
quel
caso
il
giudizio
in
merito
alla
moralità
di
questa
conquista
non
è
pienamente
risolto
.
La
civiltà
si
crea
all
'
interno
e
il
rinunciare
a
crearla
è
manifestare
apertamente
la
propria
incapacità
a
fare
opera
di
civiltà
.
Come
si
crea
una
civiltà
"
?
Con
le
grandi
spedizioni
militari
,
oppure
con
opere
di
governo
e
di
amministrazione
civile
?
La
storia
del
nostro
paese
ci
insegna
che
la
civiltà
è
creata
da
opere
di
governo
,
da
opere
di
amministrazione
politica
e
civile
,
di
coltura
e
di
educazione
.
La
civiltà
della
prima
e
della
seconda
Roma
non
è
civiltà
di
conquista
,
anche
se
l
'
osservatore
poco
attento
della
storia
di
Roma
possa
credere
così
,
ma
è
civiltà
politica
,
religiosa
,
spirituale
.
La
prima
Roma
non
si
segnala
all
'
attenzione
del
mondo
come
Roma
conquistatrice
,
come
Roma
imperiale
;
si
segnala
come
Roma
repubblicana
,
come
governo
perfetto
dell
'
antichità
,
come
diritto
delle
genti
.
Quello
che
rimane
oggi
di
Roma
antica
è
il
diritto
,
è
il
nome
che
si
dà
agli
istituti
politici
.
Nell
'
arte
militare
i
nomi
non
sono
romani
;
sono
presi
in
prestito
a
tutte
la
genti
,
a
tutte
le
orde
conquistatrici
.
La
seconda
Roma
si
segnala
anch
essa
,
non
per
aver
conquistato
il
mondo
con
le
armi
,
ma
per
averlo
conquistato
con
la
fede
e
la
saggezza
,
per
averlo
conquistato
con
la
coltura
e
l
'
educazione
.
La
terza
Roma
,
quella
che
voleva
Mazzini
,
nascerà
con
un
processo
interno
all
'
Italia
,
per
un
processo
di
espansione
che
non
si
concentrerà
sul
mondo
esterno
ma
anzitutto
su
noi
stessi
Italiani
.
Gli
italiani
diventeranno
di
nuovo
Romani
,
il
giorno
in
cui
sentiranno
che
per
essere
il
centro
del
mondo
bisogna
esserne
il
centro
civile
;
ridiventeranno
Romani
quando
avranno
capito
che
oggi
il
mondo
non
si
conquista
più
con
la
forza
ma
con
la
saggezza
.
In
un
periodo
di
mistica
follia
come
quello
che
attraversiamo
,
il
segreto
della
conquista
risiede
nella
saggezza
,
risiede
nel
ritorno
alla
pace
.
Se
saremo
capaci
di
dare
al
mondo
questo
esempio
di
saggezza
,
sopprimendo
da
noi
quei
germi
di
conflitto
e
di
follia
che
esistono
altrove
,
il
mondo
ritornerà
a
rispettarci
e
ad
ammirarci
come
ammirò
Roma
e
l
'
Italia
,
quando
erano
il
centro
spirituale
del
mondo
.
Quest
opera
non
la
si
compie
,
partendo
alla
conquista
di
un
impero
nero
,
ma
ritornando
su
noi
stessi
,
ridiventando
nazione
,
essendo
popolo
cosciente
dei
propri
destini
,
deciso
a
fare
da
sé
il
proprio
avvenire
civile
.
Se
il
fascismo
,
dopo
aver
constatato
che
l
'
esperienza
sindacale
e
corporativa
era
insufficiente
per
dare
una
nuova
civiltà
all
'
Italia
,
ha
inizialo
il
suo
tentativo
di
conquista
del
mondo
,
noi
,
avendo
constatato
il
fallimento
di
questo
tentativo
,
vogliamo
rifare
l
'
Italia
da
dentro
.
Perciò
,
pretendiamo
fermamente
che
soltanto
sul
piano
della
politica
interna
,
si
faccia
l
'
Italia
;
perciò
,
in
tutte
le
nostre
manifestazioni
,
conferiamo
la
massima
importanza
al
fattore
nazione
,
al
fattore
popolo
.
Oggi
,
abbiamo
immense
possibilità
da
sfruttare
all
'
interno
,
abbiamo
un
ordine
.
nuovo
da
costruire
,
abbiamo
da
edificare
un
'
Italia
giovine
,
in
cui
vengano
soppressi
tutti
i
residui
di
decadenza
.
Siamo
decisamente
contrari
al
decadentismo
perché
questo
,
facendo
credere
al
popolo
che
una
nazione
,
da
sola
,
sia
incapace
di
vivere
,
lo
spinge
nella
cieca
speranza
della
conquista
di
un
ideale
migliore
attraverso
la
conquista
di
nuovi
territori
.
Domani
,
tutti
ormai
ne
sono
coscienti
,
non
saremo
noi
soli
a
voler
l
'
ordine
nuovo
,
sarà
il
mondo
intero
.
Perché
il
mondo
intero
è
in
crisi
:
la
conquista
di
nuovi
territori
,
perciò
,
non
risanerà
nessuna
piaga
.
E
'
finita
l
'
era
delle
grandi
scoperte
:
tutti
i
territori
della
terra
sono
oggi
abitati
anche
se
abitati
in
modo
poco
coerente
e
sfruttati
male
.
Non
si
può
ignorare
l
'
esistenza
di
popoli
che
vivono
su
questi
territori
e
non
serve
a
niente
volerli
conquistare
.
Per
conquistare
con
profitto
,
sarebbe
necessario
confessare
coraggiosamente
e
cinicamente
la
propria
decisione
di
distruggere
i
popoli
che
abitano
in
territori
da
noi
conquistati
.
Questo
,
nessun
italiano
,
e
crediamo
pure
,
nessun
Tedesco
,
lo
vuol
fare
.
Quello
che
invece
possiamo
dare
a
questi
popoli
è
la
nostra
civiltà
e
la
nostra
nuova
concezione
del
mondo
:
prima
di
darla
,
però
,
dobbiamo
possederla
noi
stessi
,
dobbiamo
applicarla
a
noi
stessi
.
Se
vogliamo
veramente
che
l
'
era
delle
conquiste
brutali
,
delle
guerre
.
interminabili
e
periodiche
,
degli
imperialismi
assetati
di
conquista
venga
a
cessare
,
dobbiamo
,
coraggiosamente
porre
,
anzitutto
,
noi
stessi
,
il
problema
su
nuove
basi
,
dobbiamo
farci
centri
di
irradiazione
di
una
nuova
civiltà
,
dobbiamo
essere
una
civiltà
in
atto
.
Questo
è
il
processo
aperto
dell
'
Italia
:
quello
di
un
nuovo
ordine
interno
.
Quando
il
fascismo
,
dopo
la
scorsa
guerra
,
ha
posto
il
problema
di
un
ordine
nuovo
in
Italia
,
aveva
capito
quale
era
il
problema
centrale
del
nostro
paese
.
Ma
non
è
stato
capace
di
risolverlo
.
Perciò
,
più
che
contro
il
fascismo
,
noi
vogliamo
essere
al
di
là
del
fascismo
.
Noi
vogliamo
risolvere
quel
processo
lasciato
aperto
dal
fascismo
.
Questo
processo
storico
,
del
nuovo
ordine
interno
,
è
quello
che
travaglia
l
'
Europa
dall
'
inizio
di
questo
secolo
:
è
veramente
il
problema
di
questo
secolo
.
Come
il
secolo
decimottavo
è
stato
quello
che
ha
condotto
a
concetti
di
libertà
,
uguaglianza
e
fratellanza
,
come
il
decimonono
è
stato
quello
della
liberazione
delle
nazionalità
oppresse
,
il
ventesimo
sarà
quello
del
nuovo
ordine
politico
economico
e
sociale
,
e
soprattutto
spirituale
delle
nazioni
liberate
.
L
'
Italia
,
insieme
con
la
Germania
,
nazione
giovane
,
nazione
liberata
dal
processo
storico
della
nazionalità
,
deve
essere
cosciente
più
di
qualsiasi
altra
dei
doveri
che
le
spettano
verso
se
stessa
e
verso
il
mondo
.
Noi
dobbiamo
affrontare
questo
problema
con
la
coscienza
che
è
un
problema
difficile
da
risolvere
,
che
richiederà
forse
generazioni
se
non
secoli
per
essere
sistemato
definitivamente
.
Abbiamo
però
il
privilegio
di
esseri
i
primi
a
porlo
e
l
'
orgoglio
di
venire
ricordati
domani
come
i
precursori
se
non
i
fondatori
di
questo
ordine
nuovo
.
Questo
ordine
nuovo
,
che
coinvolge
la
sistemazione
tanto
spirituale
quanto
materiale
del
nostro
popolo
su
basi
nuove
deve
incitarci
al
lavoro
serio
,
sistematico
e
sereno
.
Deve
incitarci
a
superare
quelle
meschine
lotte
interne
che
oggi
travagliano
il
nostro
paese
.
Dobbiamo
capire
che
l
'
ordine
nuovo
si
fonda
alla
base
,
che
si
fonda
profondamente
solo
a
condizione
di
mettere
radici
nell
'
essere
più
nascosto
del
nostro
popolo
.
E
quando
le
avrà
messe
fiorirà
da
solo
.
Il
Comune
libero
e
autonomo
,
il
Sindacato
dei
Lavoratori
cosciente
dei
propri
doveri
tecnici
,
una
nuova
Spiritualità
sono
gli
elementi
basilari
di
quest
'
ordine
.
Questi
elementi
,
noi
oggi
opponiamo
ai
vecchi
decrepiti
elementi
esaltati
dal
Duce
nel
suo
discorso
:
RAZZA
,
NAZIONE
,
STATO
.
Alle
forze
centrifughe
costituite
da
questi
elementi
noi
opponiamo
le
nostre
forze
centripete
.
Noi
dobbiamo
opporre
a
quegli
elementi
che
evadono
dal
popolo
e
conducono
il
governo
lontano
da
esso
,
elementi
nuovi
che
,
emananti
dal
popolo
,
saranno
incapaci
di
allontanarcene
.
Lo
Stato
,
la
razza
,
la
nazione
.
sono
elementi
astratti
,
non
contemplano
nessuno
dei
problemi
essenziali
del
nostro
popolo
come
di
qualsiasi
altro
.
Bisogna
avere
la
modestia
di
ridurre
la
superficie
dell
'
istituto
pubblico
:
dallo
Stato
bisogna
tornare
al
Comune
,
dalla
Nazione
all
'
Ente
professionale
,
dalla
Razza
a
una
reale
e
concreta
Spiritualità
,
che
amplifichi
l
'
umanità
del
popolo
e
non
la
diminuisca
,
che
renda
l
'
uomo
fratello
dell
'
uomo
e
non
nemico
.
StampaQuotidiana ,
In
Giovanni
Boine
può
avvertirsi
una
preoccupazione
centrale
di
eticità
che
egli
venne
chiudendo
duramente
in
sè
stesso
.
Invero
le
sue
simpatie
per
la
religione
non
erano
in
fondo
che
una
forma
di
culto
della
personalità
,
rimasto
l
'
elemento
fondamentale
e
quasi
il
segno
di
una
ricca
spiritualità
nei
migliori
dei
vociani
,
come
reazione
deliberata
al
pericolo
degli
schematismi
filosofici
.
Boine
cominciò
col
Rinnovamento
e
si
pose
in
termini
di
cultura
il
problema
della
religione
come
problema
di
tradizione
e
di
storia
.
Ma
nonostante
tutti
gli
sforzi
,
rimane
già
in
questo
preludio
il
peso
di
una
preoccupazione
personale
,
quasi
fisica
,
che
vuol
trovare
l
'
unità
nelle
frammentarie
esasperate
espressioni
di
se
stesso
.
La
polemica
col
Croce
lo
individua
perfettamente
nel
suo
bisogno
di
valori
individuali
,
di
esperienze
intime
e
nell
'
esaltazione
,
che
il
Croce
canzonò
crudelmente
,
della
propria
oscurità
e
incompletezza
contro
l
'
altrui
sistemazione
.
C
'
era
nel
Boine
,
nella
sua
sconsolata
solitudine
una
paura
del
rigorismo
filosofico
che
gli
faceva
esaltare
nella
religione
la
possibilità
di
una
storia
più
umana
.
Egli
si
trovava
psicologicamente
assai
più
vicino
agli
sforzi
fogazzariani
di
quel
che
non
immaginasse
e
della
stessa
natura
immorale
era
quel
suo
pensare
la
fede
con
torturante
voluttà
,
come
annientamento
ognora
sentito
della
libertà
per
opera
dell
'
imposizione
e
quell
'
intendere
l
'
inconoscibile
in
funzione
del
pensiero
,
come
un
'
eterna
allontanantesi
e
risorgente
illusione
.
Ma
,
conscio
dell
'
immoralità
di
certe
conciliazioni
,
Boine
voleva
qualche
cosa
di
più
ferrigno
che
la
filosofia
dolce
della
leggenda
e
del
rito
e
delle
sentimentali
emozioni
.
Si
separò
dal
Rinnovamento
perché
non
ne
condivideva
le
intenzioni
pratiche
,
di
rinnovamento
ecclesiastico
,
perché
gli
ripugnava
l
'
agire
per
gli
altri
,
tutto
chiuso
e
incerto
di
sé
stesso
,
e
sentiva
il
bisogno
di
negare
almeno
in
loro
quell
'
ambiguità
di
fiacche
coscienze
e
di
estetica
religiosità
che
avvertiva
latente
in
sé
.
Gli
ripugnava
l
'
apostolato
come
la
semplicità
romantica
.
Educato
alla
rudezza
di
mistici
,
aveva
bisogno
di
aspirare
almeno
alla
verità
,
di
ribellarsi
alle
angosciose
incertezze
e
all
'
impotenza
intima
.
Accostatosi
alla
Voce
,
scrisse
l
'
Esperienza
religiosa
che
è
come
la
prova
del
fuoco
della
sua
incapacità
di
decidersi
tra
religione
e
filosofia
.
Di
questo
dissidio
parve
che
egli
si
accontentasse
aspramente
senza
decidersi
al
dilemma
né
sperare
conciliazioni
.
Cerca
sconsolatamente
il
vero
Dio
sapendo
di
non
trovarlo
.
Le
sue
doti
di
speculazione
non
bastavano
per
sollevarlo
alla
razionale
certezza
.
Incapace
di
dedizione
e
di
amore
,
non
poteva
credere
.
Da
queste
insoddisfazioni
e
da
questi
difetti
nasce
la
sua
disposizione
all
'
arte
,
qualcosa
di
non
spontaneo
,
di
duro
,
di
acerbo
,
ma
con
tentativi
e
conquiste
improvvise
di
profondità
.
Ci
sono
certi
caratteri
di
letteratura
ascetica
e
di
racconti
di
edificazione
(
a
parte
gli
intenti
)
,
un
certo
pudore
nell
'
affrontare
la
materia
e
una
scontentezza
costante
di
uscire
da
sé
per
obbiettivare
ciò
che
non
era
ancora
certo
e
sereno
.
Aveva
bisogno
di
esperienze
per
nascondere
un
po
'
il
suo
egoismo
e
la
sua
tortura
.
(
E
perciò
scrisse
addirittura
di
questioni
politiche
,
di
coltivazione
degli
ulivi
in
Liguria
,
di
decentramento
,
ecc
.
)
.
L
'
arte
sua
recava
il
vizio
di
origine
di
una
filosofia
non
chiara
.
Il
nucleo
ne
era
robusto
ma
non
specifico
,
e
interrotto
.
Di
qui
la
frammentarietà
e
la
sterilità
delle
ricerche
metriche
,
delle
assonanze
,
del
periodo
musicale
che
lasciano
un
senso
di
aridità
.
E
'
un
'
anima
in
pena
.
Certi
cupi
abbandoni
ricordano
Slataper
,
ma
vi
manca
il
maestro
di
vita
,
la
consolazione
dell
'
espandersi
:
era
condannato
a
un
perpetuo
irrigidimento
.
Nel
Peccato
c
'
è
lo
sforzo
costruttivo
più
profondo
e
complesso
.
Ma
se
si
ricercano
esigenze
d
'
arte
bisogna
convenire
che
il
tentativo
pecca
di
troppe
lungaggini
,
e
lo
stile
urta
per
quel
monologare
insistente
,
complicato
di
parentesi
che
non
sono
mai
un
limpido
chiarimento
,
ma
sovrapposizioni
critiche
esasperate
o
spunti
ironici
di
pessimo
gusto
o
divagazioni
scomposte
che
egli
vuol
accumulare
perché
gli
effetti
siano
più
intensi
,
incapace
di
un
dominio
reale
e
sereno
.
Non
si
vince
un
senso
di
oppressione
.
"
L
'
intenzione
generale
,
dice
egli
stesso
in
Plausi
e
botte
,
era
di
rappresentare
quel
lirico
intrecciarsi
di
molto
pensiero
sulla
scarsezza
di
pochi
fatti
;
quel
continuo
sconfinare
della
poca
cronistoria
esteriore
nella
contraddittoria
,
nella
dolorosa
,
angosciata
complessità
del
pensare
che
è
la
vita
di
molti
e
la
mia
;
intenzione
di
esprimere
in
complessità
,
una
compresenza
di
cose
diverse
nella
brevità
dell
'
attimo
,
dentro
una
apparente
povertà
di
vita
"
.
Ma
i
risultati
di
questo
sintetismo
convulso
condannano
le
intenzioni
,
per
l
'
infecondità
della
fantasia
e
l
'
assenza
di
buon
gusto
:
incalzano
le
preoccupazioni
e
i
ripensamenti
per
la
smania
non
già
di
chiarire
ma
di
concettualizzare
.
I
Frantumi
segnano
il
logico
svolgimento
di
questa
violenta
disciplina
,
di
questa
repressa
frammentarietà
.
Abolite
le
parentesi
,
abbiamo
prosa
ritmica
,
tenui
spunti
lirici
,
impressioni
,
notazioni
;
ma
sono
l
'
esperienza
naturale
,
tormentata
e
ancora
gretta
,
non
trasfigurata
.
Il
meglio
in
fatto
di
risulta
ti
lirici
è
nelle
Prosette
quasi
serene
,
dove
troviamo
un
Boine
elegiaco
,
idillico
,
con
una
commozione
raccolta
e
melodica
.
Questa
malinconia
non
è
molto
lontana
da
Gozzano
,
da
Corazzini
,
da
Palazzeschi
,
ma
c
'
è
un
senso
di
incertezza
e
di
predisposizione
all
'
armonia
più
umile
e
ritrosa
,
quasi
un
pudore
contenuto
;
benché
l
'
oggettivazione
non
si
liberi
da
certi
riferimenti
non
belli
in
cui
riappaiono
i
limiti
chiusi
dell
'
uomo
,
attraverso
certi
freddi
e
leziosi
concettini
.
Pesava
su
di
lui
una
condanna
irrimediabile
.
Al
suo
orgoglio
,
alla
sua
solitudine
è
negata
la
confidenza
del
creare
.
Era
,
come
dice
Papini
,
della
"
razza
triste
dei
solitari
,
con
pruriti
di
apostolo
,
con
brividi
di
santità
,
con
estenuazioni
di
misticismo
"
.
Ossia
il
suo
tormento
non
riusciva
a
sollevarsi
dalle
forme
inferiori
,
da
sofferenze
quasi
fisiche
.
Tormenti
,
non
ancora
pensieri
.
Certe
sue
ricerche
di
complessità
,
certe
finzioni
di
costruttività
lirica
sono
dolorosamente
tragiche
,
perché
assistiamo
al
loro
sfarsi
,
nolente
il
poeta
,
come
se
egli
avesse
disposti
tutti
i
materiali
e
accarezzate
fantasie
già
approssimative
e
adatte
,
ma
un
male
oscuro
e
un
'
impotenza
finalmente
avvertita
ne
sconvolgessero
la
sintesi
sperata
.
La
sua
tesi
sull
'
arte
identica
con
la
filosofia
,
l
'
importanza
che
egli
si
ostinava
ad
attribuire
al
contenuto
esprimevano
una
dura
esigenza
personale
,
un
'
aspra
confessione
.
La
sua
filosofia
non
poteva
avere
se
non
un
valore
di
esperienza
,
a
tutti
gli
sforzi
degli
altri
il
suo
sforzo
rimaneva
estraneo
;
egli
doveva
accontentarsi
della
sua
storia
e
della
sua
teoria
.
In
tutto
questo
c
'
è
qualcosa
di
patologico
.
Le
sue
critiche
(
Plausi
e
botte
)
sono
ciò
che
vi
può
essere
di
meno
critico
,
prive
di
aderenze
a
problemi
di
gusto
,
per
quanto
anch
'
egli
avesse
letto
i
suoi
classici
e
fatte
le
sue
notazioni
di
stile
.
Acre
sempre
,
compatto
,
senza
possibilità
di
sfumature
o
di
signorile
acutezza
,
negato
a
ogni
versatilità
,
egli
conserva
come
un
odio
cieco
per
la
letteratura
,
intesa
la
letteratura
non
soltanto
come
estetismo
,
ma
genericamente
come
sicurezza
formale
.
Vuole
delle
crisi
d
'
anima
,
vuole
la
sua
crisi
d
'
anima
.
E
lo
trovate
in
eterna
polemica
per
ragioni
di
severità
etica
;
incontentabile
verso
sé
stesso
,
sfoga
con
gli
altri
la
sua
sofferenza
e
volubilità
.
Nei
suoi
plausi
e
nelle
sue
botte
manca
non
soltanto
una
continuità
e
consistenza
di
giudizio
,
ma
anche
ogni
ideale
assiduo
e
ogni
attitudine
a
comprendere
un
'
esperienza
etica
.
Ed
è
vano
cercare
una
linea
di
svolgimento
e
di
progresso
.
Abbandonato
alle
sue
irrequietudini
non
riusciva
a
salvarsi
dai
suoi
vizi
,
anzi
li
veniva
facendo
sempre
più
esclusivi
e
vividi
.
Riesce
a
scrivere
le
sue
pagine
migliori
quando
è
costretto
ad
abbandonare
finalmente
la
chiusa
contemplazione
di
sé
stesso
per
comunicare
con
gli
altri
,
per
esempio
nella
Ferita
non
chiusa
.
Il
suo
stile
rivela
impreviste
risorse
polemiche
e
una
certa
virtù
tra
comica
e
satirica
tanto
più
efficace
in
quanto
sa
di
chiuso
e
di
lontananza
.
Certo
si
tratta
più
di
impressione
e
di
effetto
pittoresco
che
di
approfondimenti
stilistici
sicuri
,
ma
il
saggio
Di
certe
pagine
mistiche
per
esempio
è
pensato
con
rara
efficacia
.
Nella
polemica
con
Prezzolini
ci
sono
dei
tratti
irosi
,
quasi
di
livore
,
in
cui
tuttavia
il
suo
odio
per
la
pratica
riesce
ad
esprimersi
,
la
sua
angustia
provinciale
a
teorizzarsi
,
attraverso
il
fraintendimento
della
tesi
centrale
dell
'
idealismo
militante
.
Tra
molte
lungaggini
di
pedanteria
filosofica
e
di
ritorsioni
polemiche
spunta
fuori
un
bel
ritratto
di
Prezzolini
,
dettato
limpidamente
dal
furore
.
Anche
le
sue
complessità
stilistiche
,
le
sue
parentesi
si
possono
qui
tollerare
meglio
perché
corrispondono
ora
alla
vivacità
polemica
,
ora
alla
reale
abbondanza
delle
cose
che
ha
da
dire
e
al
movimento
del
discorso
.
Ma
soltanto
in
un
'
operetta
minore
,
nei
Discorsi
militari
il
Boine
è
riuscito
ad
andar
diritto
allo
scopo
che
si
era
prefisso
mettendo
una
maschera
tra
pedante
e
tra
retorica
al
suo
discorrere
scapigliato
.
Il
suo
rigorismo
trovava
un
valido
modello
nel
Regolamento
di
disciplina
che
s
'
era
proposto
d
'
imitare
e
d
'
esporre
.
I
dubbi
sono
repressi
dall
'
intonazione
didascalica
.
Tutto
il
discorso
ha
un
aspetto
di
ordine
e
di
obiettività
che
non
si
sarebbe
sospettato
.
Qui
si
vede
come
l
'
ingegno
del
Boine
fosse
più
ricco
di
quel
che
egli
non
lo
volle
e
suscettibile
se
non
di
una
disciplina
totale
,
nata
dall
'
interno
,
almeno
di
una
certa
dignità
versatile
.
Ma
la
sua
è
la
storia
dolorante
di
una
fibra
che
non
poteva
reggere
alla
fatica
di
dare
una
composizione
ai
tormenti
intimi
;
le
sue
attitudini
erano
incapaci
di
concentrarsi
;
la
sua
fantasia
rifuggiva
dalle
figurazioni
riposate
.
Non
si
può
leggere
Boine
senza
provare
la
disperata
commozione
di
un
destino
incompiuto
,
di
una
volontà
eroica
cui
mancarono
i
muscoli
.
StampaQuotidiana ,
Otto
anni
or
sono
,
nello
scorcio
del
torrido
luglio
,
cadeva
sopra
un
'
anonima
quota
del
massiccio
del
Monte
Nero
il
nostro
Eugenio
Vaina
de
Pava
,
sottotenente
negli
Alpini
del
Val
Toce
.
Il
caduto
era
un
interventista
e
un
intervenuto
della
primissima
ora
ed
al
servizio
della
Patria
sacrificava
con
la
vita
i
più
dolci
e
santi
affetti
,
le
promesse
del
fervidissimo
ingegno
e
della
vasta
cultura
,
il
vanto
di
un
nome
onorato
ed
illustre
.
Nei
giorni
che
precedettero
la
sua
morte
eroica
,
egli
veniva
scrivendo
in
un
taccuino
il
diario
delle
sue
vibranti
esperienze
di
guerra
:
la
pagina
che
qui
sotto
riproduciamo
fa
parte
di
quel
taccuino
,
da
cui
gli
amici
devotamente
staccarono
e
pubblicarono
le
più
belle
cose
.
Qui
il
giovane
eroe
fissa
e
precisa
con
quale
spirito
di
amore
e
di
ascetismo
crociato
i
giovani
volontari
cristiani
si
votarono
al
sacrificio
supremo
per
la
nostra
Italia
.
Ed
è
opportuno
che
questa
parola
torni
ad
ammonire
oggi
d
'
oltre
tomba
,
specie
per
coloro
che
van
falsificando
nello
spirito
pubblico
,
con
concezioni
mitiche
o
nazionalistiche
,
il
significato
profondamente
umano
della
guerra
che
per
noi
fu
specialmente
espiazione
.
Il
monito
supremo
dei
nostri
eroici
caduti
risuona
tutt
'
ora
sulla
nostra
dilacerata
umanità
come
un
grido
di
misericordia
e
di
perdono.Sono
rimasti
nel
nostro
primo
attacco
all
'
imboccatura
del
canalone
,
fulminati
dalla
mitraglia
.
L
'
attacco
passò
oltre
rombando
,
rompendosi
,
ondeggiando
,
piantandoci
fino
a
sera
in
una
improvvisata
trincea
.
Io
ebbi
l
'
ordine
di
trattenermi
,
con
un
stormo
di
feriti
che
solo
la
notte
si
sarebbero
potuti
sgombrare
,
sotto
rocce
arroventate
dal
sole
,
contro
rocce
scheggiate
dallo
shrapnel
senza
posa
,
all
'
imboccatura
del
canalone
della
morte
.
I
feriti
tacevano
serrando
le
labbra
;
tante
tante
ore
;
eravamo
veramente
soli
,
io
e
loro
,
i
sette
morti
del
nostro
primo
attacco
.
Mi
chinai
strisciando
per
l
'
ultimo
dovere
di
capo
,
li
palpai
ansante
,
sollevai
l
'
orribile
peso
,
l
'
orribile
rigidità
,
staccai
la
piastrina
di
riconoscimento
dalle
giubbe
,
ritirai
le
cartucce
,
l
'
armi
,
il
portafoglio
,
l
'
orologio
,
le
carte
personali
.
Attorno
ai
morti
aleggiava
un
mondo
invisibile
del
quale
soltanto
ora
io
raccoglievo
la
voce
.
Diceva
una
mamma
fra
i
suoi
cari
spropositi
di
vecchia
contadina
:
"
Mi
piace
di
sentire
che
sei
così
aperto
e
leale
e
ti
vanti
di
essere
alpino
e
vuoi
andare
avanti
finché
puoi
,
perché
vincano
gli
Italiani
.
Ricordati
però
di
non
arrabbiarti
mai
e
di
non
bestemmiare
,
di
dire
ogni
sera
un
'
Ave
Maria
e
di
portare
questa
medaglina
che
madre
vecchia
ti
affida
"
.
Narrava
una
moglie
tutti
i
fatterelli
di
casa
e
del
vicinato
,
i
piccoli
dolori
,
gli
incidenti
,
le
gioie
,
consolava
e
benediceva
,
poi
cedeva
la
penna
al
figliuolo
grandicello
e
questi
scarabocchiava
al
babbo
un
lungo
racconto
di
gita
presso
i
nonni
,
di
giornata
chiassosa
trascorsa
con
altri
cuginetti
sulle
rive
del
Lago
Maggiore
.
Dietro
la
terza
di
quelle
ombre
era
un
piccolo
mistero
,
forse
una
tragedia
ignorata
.
La
donna
si
scusa
quasi
di
essersi
recata
dai
suoi
parenti
e
di
aver
loro
lasciato
per
qualche
tempo
la
bambina
:
"
ma
io
son
troppo
fiera
,
sai
,
-
soggiungeva
-
son
troppo
piena
di
rivolta
e
alla
prima
parola
amara
non
avrei
risposto
nulla
e
sarei
venuta
via
.
Ma
son
diventati
molto
buoni
ora
,
e
parlan
di
te
con
gran
gentilezza
"
.
Tutte
le
penombre
della
vita
risaltavano
più
spiccate
attorno
a
quei
cadaveri
cui
già
circondava
un
ronzio
crescente
di
mosconi
d
'
oro
.
Io
non
potevo
più
seppellire
quei
cadaveri
,
come
non
potevo
sfuggire
al
quesito
personale
che
m
'
inchiodava
più
della
mitraglia
e
del
sole
all
'
imboccatura
del
canalone
della
morte
:
Non
son
essi
un
poco
le
mie
vittime
?
Non
li
venivo
io
,
per
il
mio
vacuo
sogno
,
lentamente
assassinando
da
dieci
mesi
?
Non
sono
stato
io
a
spezzare
colle
mie
mani
,
col
mio
pensiero
,
con
tutto
il
mio
sforzo
di
questi
ultimi
tempi
tante
soavi
trame
di
vita
,
a
disseccare
tante
fonti
di
attività
umile
e
buona
per
non
so
che
manìa
morbosa
di
grandezza
?
La
mia
opera
mi
stava
davanti
imponendomi
il
mio
supremo
esame
di
coscienza
:
ho
passato
anch
'
io
,
è
ben
vero
,
la
loro
medesima
tempesta
;
ho
sfidato
anch
'
io
,
con
animo
forse
più
cosciente
del
loro
,
la
morte
che
passava
;
potevo
bene
io
essere
al
posto
di
costui
che
si
è
aggrappato
al
mio
piede
ad
un
tratto
,
ha
detto
ahi
.
.
.
ahi
.
.
.
come
per
una
piccola
puntura
di
spillo
,
quasi
sotto
voce
,
ha
cominciato
a
scivolare
,
ha
rotolato
,
è
rimasto
colla
bocca
aperta
,
la
testa
all
'
ingiù
,
le
braccia
in
croce
.
Ho
cercato
di
pagar
di
persona
,
quanto
era
possibile
,
le
mie
affermazioni
,
questo
era
pur
vero
;
ma
era
ancor
poco
davanti
a
quella
conclusione
enormemente
muta
,
davanti
ai
quattordici
occhi
sbarrati
,
alle
sette
bocche
aperte
,
dove
vi
entravano
le
formiche
.
Morire
?
Volevo
allora
sinceramente
morire
?
E
sarebbe
bastato
?
O
vivere
ancora
ed
agire
?
Passava
in
me
un
pallido
riflesso
di
quella
divina
agonia
che
solamente
un
Dio
poté
sopportare
,
in
una
notte
mortale
,
sopra
una
montagna
terrestre
,
gravato
di
tutto
l
'
affanno
umano
.
Il
sole
disparve
dietro
i
calcari
roventi
di
monte
Kozliak
e
di
Pleca
:
tremò
la
stella
polare
sull
'
anonima
quota
di
duemilacinquantadue
,
sbrecciato
baluardo
dell
'
Austria
;
sbocciò
Cassiopea
la
sua
M
simbolica
entro
il
canalone
della
morte
sul
fosco
violaceo
Rudeci
Rob
,
sull
'
aguzzo
profilo
del
Moznik
,
contro
cui
avevamo
gettato
l
'
onda
dei
battaglioni
alpini
che
vi
si
era
rappresa
,
aggrappata
disperatamente
a
mezza
costa
,
in
attesa
dell
'
ultimo
slancio
.
Il
timo
odorava
acutissimo
in
mezzo
a
quel
nero
,
sparso
di
tenui
sospiri
:
la
neve
s
'
adeguava
alle
rocce
,
in
una
sola
sfumatura
indistinta
.
Che
pace
nelle
cose
,
che
stanchezza
mortale
nelle
nostre
ginocchia
!
Uno
strido
di
allocco
insistente
.
Qualche
grillo
,
trepidando
,
arrischiava
a
filare
la
sua
esile
nota
.
Vedevo
e
non
vedevo
i
sette
cadaveri
.
Ero
nelle
loro
case
adesso
:
bocche
bramose
attorno
una
gran
tavola
,
fronti
chine
sul
rosario
;
fatti
e
pensieri
semplici
come
l
'
eternità
.
Anche
la
loro
morte
rientrava
in
un
ritmo
infinito
.
Qualche
cosa
di
più
grande
di
me
,
di
loro
,
del
mondo
stesso
la
riassorbiva
con
una
grande
serenità
.
Io
ero
giustificato
;
la
mia
vita
sullo
stesso
piano
della
morte
,
come
domani
,
la
mia
morte
per
altre
vite
,
per
il
trionfo
di
altri
ideali
,
sopra
uno
stesso
piano
provvidenzialmente
ascendente
.
Sovratutto
io
sentivo
il
legame
che
unisce
le
universe
cose
nel
cuore
dei
cuori
,
onde
la
vita
fluisce
sempre
più
abbondante
:
"
Ell
'
è
ne
l
'
umanità
piena
infinita
,
e
trasfigurerà
anche
la
morte
"
.
Mortificato
e
pieno
della
mia
superbia
,
nella
mia
tenerezza
,
nella
parte
caduca
,
nel
mio
stesso
sogno
,
accettavo
la
parola
del
Profeta
:
"
La
guerra
è
penitenza
.
Chi
l
'
ha
meritata
deve
a
qualunque
costo
soffrirla
,
suggendone
l
'
amaro
sino
alla
feccia
"
.
Dal
male
,
almeno
nell
'
intimo
nostro
,
la
nostra
e
(
quel
che
sembra
più
arduo
)
anche
quella
degli
altri
,
colla
confidente
sommessione
ad
una
divina
necessità
.
I
sette
morti
erano
composti
in
pace
;
l
'
iride
tricolore
apertasi
la
sera
innanzi
sulla
montagna
nemica
era
forse
l
'
arco
del
loro
trionfale
ingresso
nella
Pace
.
Iride
tricolore
di
Italia
,
sotto
cui
vogliamo
abbracciare
tutte
le
giustizie
,
avviarci
per
una
strada
terrena
alla
Città
senza
tempo
,
tu
benedicesti
per
sempre
il
Vallone
della
morte
coi
tuoi
santi
presagii
.
StampaPeriodica ,
A
Ravenna
,
dove
io
era
il
6
giugno
,
per
la
inaugurazione
del
monumento
al
Farini
,
rappresentando
la
Deputazione
storica
romagnola
instituita
già
dal
dittatore
,
rividi
,
per
la
prima
volta
da
che
ministro
,
Benedetto
Cairoli
.
O
,
a
dir
meglio
,
egli
primo
vide
me
;
e
per
la
sala
affollata
di
deputati
,
di
senatori
,
di
generali
,
mi
corse
incontro
con
quella
sua
bella
faccia
serena
come
un
maggio
di
Lombardia
,
e
mi
abbracciò
e
mi
strinse
forte
le
mani
guardandomi
in
viso
,
e
mi
batté
su
le
spalle
;
e
tràttomi
in
disparte
,
e
chiamati
a
sé
gli
onorevoli
Baccarini
e
Zanardelli
,
tutti
tre
mi
furono
a
dosso
a
mezza
spada
perché
mi
rendessi
alla
croce
del
merito
civile
di
Savoia
.
Io
risposi
:
ci
pensassero
su
dell
'
altro
,
e
vedrebbero
che
sì
per
me
sì
per
loro
il
meglio
sarebbe
non
ne
far
nulla
.
La
sera
al
tardi
rividi
gli
onorevoli
Baccarini
e
Zanardelli
in
un
ritrovo
di
progressisti
a
cena
.
Con
i
progressisti
di
Ravenna
si
può
anche
andare
a
cena
,
senza
pericolo
che
vi
appioppino
su
le
spalle
un
macigno
di
discorso
politico
o
vi
facciano
scattare
in
faccia
qualche
macchinetta
elettorale
.
E
lì
in
mezzo
a
tutti
quei
progressisti
,
di
colore
anzi
che
no
acceso
,
e
taluno
anche
,
se
volete
,
repubblicano
a
larga
cintura
,
il
Zanardelli
con
quel
suo
fare
tra
dinoccolato
e
nervoso
,
cominciò
a
movere
il
discorso
su
la
grande
penetrazione
d
'
ingegno
e
la
squisita
coltura
di
S.M.
la
Regina
.
E
poi
,
con
un
atto
di
testuggine
ritraendo
il
collo
per
entro
le
spalle
quasi
per
non
parere
d
'
esser
lui
,
seguitò
della
molta
stima
in
che
ella
aveva
i
versi
del
Carducci
e
specialmente
le
odi
barbare
.
A
questo
,
riallungando
il
collo
e
volgendo
in
qua
e
in
là
la
testa
fine
e
la
fronte
irrequieta
,
come
un
baco
da
seta
che
vada
al
bosco
(
chiedo
perdòno
all
'
autore
della
riforma
elettorale
,
a
cui
sono
con
molta
stima
affezionato
:
ma
per
la
fedeltà
della
descrizione
mi
abbisognano
questi
paragoni
)
,
prese
a
raccontare
come
la
Regina
ricevendolo
a
udienza
lo
salutasse
coi
versi
,
Lieta
del
fato
Brescia
raccolsemi
,
Brescia
la
forte
,
Brescia
la
ferrea
,
Brescia
leonessa
d
'
Italia
,
ecc
.
e
poi
rifacendosi
da
capo
gli
dicesse
a
mente
tutta
l
'
ode
.
E
qui
mi
guardava
con
que
'
suoi
occhi
sbadatamente
interrogatori
.
Io
sorridevo
.
E
il
ministro
seguitava
come
la
Regina
conchiudesse
Ah
sì
,
il
...
è
da
vero
il
primo
dei
nostri
poeti
viventi
(
qui
il
ministro
è
proprio
mallevadore
lui
di
tutto
)
.
Al
che
egli
rispose
con
democratica
cortigianeria
Non
so
se
a
tal
giudizio
rimarrebbero
contenti
altri
,
ma
non
io
oserò
contraddire
alla
Maestà
Vostra
.
Poi
si
passò
ad
altro
;
ma
su
l
'
uscire
egli
mi
disse
così
sottovoce
In
somma
la
Regina
vorrebbe
che
voi
aveste
la
croce
del
merito
civile
.
La
mattina
di
poi
,
avviandomi
con
alcuni
amici
alla
Pineta
,
ci
scontrammo
nelle
carrozze
che
traevano
i
ministri
alla
stazione
.
E
Benedetto
Cairoli
allungando
e
agitando
le
braccia
tra
i
molti
saluti
mi
gridò
Dunque
è
fatto
;
e
il
rumore
delle
ruote
trascorrenti
si
portò
il
resto
e
mi
tolse
il
rispondere
.
Io
non
ci
pensava
già
più
,
quando
di
lì
a
un
mese
mi
venne
il
decreto
di
nomina
con
gli
statuti
dell
'
ordine
,
ove
è
fermato
l
'
obbligo
di
giurare
fedeltà
al
re
e
ai
successori
,
ponendo
,
inginocchiato
,
la
mano
destra
su
gli
evangeli
,
tra
due
testimoni
,
dinanzi
al
ministro
dell
'
interno
,
che
ha
da
firmare
il
verbale
del
giuramento
.
Rinunziai
;
dico
vero
,
con
dispiacere
;
co
'
dispiacere
di
dover
apparire
,
non
essendo
,
sconoscente
a
chi
mi
tenne
non
indegno
d
'
una
nobile
onorificenza
,
fatta
più
insigne
dall
'
assentimento
,
che
richiedesi
a
conferirla
,
degl
'
illustri
signori
sedenti
nel
consiglio
dell
'
Ordine
.
Sì
che
,
quando
il
rettore
dell
'
Università
,
un
giorno
prima
che
i
Reali
d
'
Italia
arrivassero
a
Bologna
,
chiamatomi
a
sé
,
cominciò
a
sollecitarmi
che
andassi
anch
'
io
alla
visita
di
ossequio
,
tanto
più
che
la
Regina
aveva
mostrato
desiderio
di
vedermi
,
ecc
.
ecc
.
,
l
'
egregio
rettore
e
amico
senator
Magni
non
ebbe
a
spendere
parole
molte
.
Che
la
Regina
volesse
proprio
veder
me
,
mi
parve
un
tiro
degli
amici
ministeriali
per
battermi
nel
debole
ed
espugnarmi
.
Ma
io
,
che
tante
regine
aveva
cercate
e
osservate
e
studiate
nella
storia
nell
'
epopea
e
nel
dramma
,
era
ben
io
curioso
di
vedere
una
regina
viva
e
vera
e
compiacentesi
della
poesia
e
delle
arti
.
Intanto
i
Reali
vennero
.
Erano
di
quelle
giornate
quali
il
novembre
non
ne
dà
,
credo
,
che
a
Bologna
.
Fango
in
terra
e
fango
in
cielo
:
stillanti
,
grondanti
,
chiazzati
in
tetra
umidità
i
tetti
,
le
case
,
i
muri
:
cinereo
e
grigio
tutto
:
e
dalla
monotona
deformità
delle
nubi
filtrava
un
'
acquerugiola
lenta
,
fredda
,
ostinata
,
che
non
si
vedeva
e
immollava
l
'
anima
,
che
non
si
sentiva
ed
empieva
le
contrade
di
una
poltiglia
mobile
e
appiccicaticcia
,
lubrica
e
attaccaticcia
e
impacciante
,
come
eloquenza
parlamentare
:
erano
di
quelle
giornate
che
vien
voglia
di
dar
delle
pedate
alla
gente
in
cui
uno
si
abbatte
,
pensando
Guarda
quest
'
altro
fango
che
anche
si
move
.
In
quel
brutto
vespero
dunque
del
4
novembre
la
confusione
dell
'
ingresso
per
via
Galliera
fu
strana
.
Il
popolo
avea
rotte
e
turbate
le
file
e
mescolati
i
colori
officiali
:
erano
aiuole
di
bianco
e
di
turchino
,
di
rosso
e
di
nero
,
e
sprazzi
e
barbagli
d
'
oro
e
d
'
argento
dagli
elmi
dai
galloni
dalle
decorazioni
dai
gioielli
per
mezzo
una
gran
massa
oscura
,
una
materia
uniforme
,
che
moveva
moveva
mugghiando
e
trasportando
con
sé
cavalli
e
carrozze
,
e
ufficiali
e
signore
,
e
,
al
di
sopra
,
le
selve
delle
bandiere
crollantisi
e
barcollanti
quasi
a
un
vento
invisibile
.
Io
era
tra
la
folla
che
si
pigiava
innanzi
dai
portici
;
e
in
quella
confusione
la
figura
della
Regina
mi
passò
davanti
come
un
che
bianco
e
biondo
,
come
una
imagine
romantica
in
mezzo
una
descrizione
verista
,
potente
se
volete
,
ma
che
non
finisce
mai
ed
annoia
.
La
sera
,
nella
piazza
di
San
Petronio
e
nella
attigua
del
Nettuno
,
lo
spazio
era
,
al
paragone
,
più
libero
e
l
'
uomo
poteva
girare
.
E
quando
,
ondeggiante
per
la
fòsca
storica
piazza
la
variazione
dei
bengàla
,
uno
dei
finestroni
di
quel
palazzo
di
mattone
s
'
aprì
,
e
chiamati
dagli
applausi
il
Re
e
la
Regina
comparvero
al
verone
,
e
dietro
loro
lo
splendore
della
sala
impallidiva
in
faccia
alla
gran
tenebra
e
al
fantastico
alternare
e
mescolare
dei
tre
colori
,
verde
,
candido
,
rosso
;
quei
due
giovani
,
allora
,
risalutanti
con
effusione
di
gentilezza
il
popolo
salutante
,
da
quel
luogo
ove
i
legati
pontificii
s
'
affacciavano
a
spargere
le
benedizioni
per
la
morte
e
le
maledizioni
e
le
impiccagioni
e
le
taglie
e
tutti
i
danni
e
i
disonori
della
servitù
e
della
viltà
su
la
vita
e
su
l
'
Italia
,
doverono
,
io
lo
sento
,
toccare
il
cuore
ai
credenti
di
fede
nelle
sorti
della
monarchia
unite
alle
sorti
della
patria
.
Io
guardai
la
Regina
,
spiccante
mite
in
bianco
,
bionda
e
gemmata
,
tra
quel
buio
rotto
ma
non
vinto
da
quelli
strani
bagliori
o
da
quel
rumore
fluttuante
.
E
una
fantasia
mi
assalì
,
non
ella
fosse
per
avventura
una
delle
Ore
che
attorniano
il
carro
di
Febo
trionfante
per
l
'
erte
del
cielo
,
e
che
attratta
da
un
mago
nordico
nella
notte
del
medio
evo
e
imprigionata
in
quel
castello
di
preti
si
affacciasse
a
vedere
se
anche
venisse
il
momento
di
slanciarsi
a
volo
dietro
il
carro
del
dio
risalente
.
Ma
la
torre
intanto
del
Potestà
in
quell
'
emisfero
di
tenebre
superiore
si
coronava
di
luce
;
e
io
che
ho
pratica
grande
con
quei
monumenti
,
e
ne
so
,
massime
di
notte
,
tutti
i
segreti
,
vidi
Enzo
re
di
Sardegna
ritto
in
piedi
tra
'
merli
,
senza
spada
e
senz
'
elmo
,
appoggiata
la
sinistra
su
lo
scudo
con
l
'
aquila
nera
dell
'
impero
e
la
destra
su
l
petto
;
e
salutava
e
sorrideva
,
biondo
anch
'
egli
e
mestamente
sereno
.
San
Petronio
taceva
;
se
non
che
quando
un
insolente
riflesso
di
bengàla
osava
spingersi
a
quell
'
ardua
sua
fronte
ciclopica
,
cui
questa
grande
intelligenza
borghese
vorrebbe
appiccicare
la
maschera
bianca
d
'
una
facciata
,
pareva
corrugarsi
di
dispetto
:
il
vecchio
gigante
ingrugnato
pensava
ancora
al
suo
piccolo
comune
trionfatore
di
re
e
di
duchi
,
e
non
conosceva
o
non
volea
riconoscere
.
Gli
entusiasmi
andarono
crescendo
e
vampeggiando
più
accesi
il
giorno
appresso
.
Ai
fuochi
d
'
artifizio
e
di
frasi
della
gente
per
bene
e
sennata
io
non
credo
e
non
bado
o
rispondo
con
motti
.
Ma
l
'
entusiasmo
degli
artieri
,
dei
lavoranti
,
dei
facchini
,
l
'
entusiasmo
delle
donne
e
dei
ragazzi
,
mi
trascina
,
mi
eleva
,
m
'
inumidisce
qualche
volta
gli
occhi
.
Ecco
,
io
dico
,
questa
parte
men
ragionevole
e
men
culta
,
affermano
,
della
razza
umana
,
della
razza
in
cui
il
primo
e
naturale
reciproco
saluto
tra
due
individui
che
si
riscontrino
nella
selva
primitiva
o
nella
selva
civile
è
Io
ti
voglio
mangiare
o
Io
ti
voglio
ingannare
;
questa
parte
men
ragionevole
e
men
culta
di
un
popolo
,
il
quale
da
molti
e
molti
secoli
credé
(
le
eccezioni
confermano
)
e
crede
che
oltre
e
sopra
la
fisica
tutto
al
mondo
è
impostura
e
ciarlataneria
,
che
bisogna
per
altro
mantenere
pur
con
la
forza
per
amore
delle
armonie
sociali
;
ecco
,
questa
parte
della
razza
feroce
,
questa
classe
del
popolo
scettico
,
si
espande
ancora
spontanea
ad
amare
e
credere
e
godere
qualche
cosa
fuori
di
sé
,
che
a
lei
non
giova
;
l
'
ideale
.
Perché
,
non
mi
si
esca
fuori
con
la
servilità
,
con
la
viltà
,
con
l
'
ignoranza
e
con
simili
frasi
fatte
.
Quei
facchini
,
quei
ragazzi
,
quelle
donne
,
che
sperano
o
che
si
ripromettono
da
que
'
due
giovani
per
sé
?
D
'
esser
fatti
ministri
,
come
voi
,
repubblicani
e
papalini
e
borbonici
dell
'
altr
'
ieri
?
Di
avere
una
prefettura
o
un
posto
di
canattiere
,
uno
spaccio
di
tabacco
o
una
cattedra
d
'
economia
?
No
.
La
monarchia
fu
ed
è
un
gran
fatto
storico
,
e
rimane
per
molta
gente
una
idealità
realizzata
:
e
il
popolo
acclama
in
que
'
due
giovani
a
punto
una
idealità
realizzata
.
Di
due
sorte
re
ha
la
gente
ariana
:
il
conning
germanico
,
quello
che
è
forte
;
il
rex
latino
,
quello
che
regge
:
nel
primo
,
che
vien
da
Dio
,
il
popolo
adora
chi
l
'
ha
fatto
forte
,
Dio
:
nel
secondo
,
che
procede
dall
'
elezione
,
il
popolo
vede
e
riconosce
la
forma
e
il
fine
del
reggimento
,
la
legge
e
la
patria
.
Ecco
tutto
.
Altre
idealità
dovranno
realizzarsi
:
va
bene
.
O
,
più
tosto
,
altre
realità
avverranno
,
che
idealizzarsi
non
devono
:
va
benissimo
;
e
vedremo
.
Queste
cose
io
filosofo
peripatetico
andavo
rimuginando
sotto
i
portici
del
Pavaglione
tra
la
folla
.
E
mi
fermai
al
negozio
Zanichelli
.
Dove
indi
a
poco
entrò
un
signore
,
vecchio
oltre
gli
ottanta
,
e
dimandò
volgendosi
attorno
Ma
dove
sono
i
repubblicani
?
In
Italia
repubblicani
non
ce
ne
può
essere
;
o
,
se
ce
n
'
è
,
non
sono
italiani
.
Io
guardai
quel
vecchio
signore
;
poi
volgendomi
a
un
giovine
dissi
:
Ecco
,
io
son
uno
;
e
al
di
là
delle
Alpi
credono
che
io
sia
italiano
.
E
la
mattina
di
poi
andai
ad
ossequiare
i
Reali
d
'
Italia
.
La
mia
bambina
piccola
mi
disse
Salutami
la
Regina
.
Ella
ha
nome
Libertà
;
e
l
'
augurio
fu
buono
.
Aspettando
nell
'
anticamera
la
nostra
volta
(
l
'
anticamera
era
divisa
in
due
spartimenti
,
in
uno
gli
ufficiali
,
nell
'
altro
gli
abiti
neri
)
io
pensava
meco
stesso
come
io
sapessi
benissimo
che
fosse
un
re
.
Il
re
è
un
uomo
allevato
,
vestito
,
decorato
,
stipendiato
,
nominato
e
salutato
in
una
maniera
convenuta
,
al
quale
anche
si
presta
da
alcuni
o
da
molti
leale
e
onorata
obbedienza
come
da
altri
si
fanno
vili
e
perfide
adulazioni
.
Ma
in
fondo
il
re
è
un
essere
governato
,
il
quale
dee
moversi
a
posta
di
questo
e
di
quello
e
cedere
a
esigenze
e
imperii
anche
impersonali
.
Sua
Maestà
è
il
più
governato
dei
sudditi
di
Sua
Maestà
.
Io
per
me
non
vorrei
esser
re
,
né
meno
per
proclamar
la
repubblica
.
Ma
il
mondo
quale
ce
lo
siamo
fatti
o
lo
concepiamo
e
lo
percepiamo
noi
è
tutto
fittizio
:
il
discendente
di
Prometeo
,
animale
plastico
e
artistico
per
eccellenza
,
fa
suoi
idoli
diversi
,
e
li
vagheggia
e
adora
o
li
vitupera
e
batte
,
perché
rapito
all
'
ammirazione
o
all
'
odio
della
sua
idea
nella
imagine
figurata
dimentica
che
è
opera
sua
,
o
perché
l
'
ha
fatta
a
posta
per
isfogarci
sopra
i
suoi
capricci
.
E
seguitavo
discorrendo
tra
me
e
me
.
Io
non
ho
per
casa
Savoia
le
antipatie
,
per
esempio
,
della
democrazia
lombarda
,
suggellate
in
pagine
di
fuoco
da
Carlo
Cattaneo
.
Degli
Estensi
non
ce
ne
sono
più
e
furon
tutti
mediocri
:
i
Medici
anche
finirono
come
doveva
finire
una
famiglia
di
banchieri
illustrata
dalla
porpora
e
non
dalla
corazza
:
né
la
corazza
deterse
i
Farnesi
dalla
macchia
originale
d
'
esser
figli
di
preti
.
Dunque
,
se
il
popolo
italiano
,
persuaso
non
si
potesse
unificare
la
patria
senza
la
monarchia
,
chiamò
i
Savoia
,
che
colpa
ne
hanno
essi
,
amico
Alberto
Mario
?
L
'
ambizione
storica
e
politica
della
dinastia
sarebbesi
probabilmente
limitata
all
'
Italia
superiore
:
noi
,
noi
stessi
,
Giuseppe
Mazzini
a
capo
,
la
tirammo
nell
'
Italia
centrale
:
il
Generale
Garibaldi
le
conquistò
il
mezzogiorno
e
la
conquistò
al
mezzogiorno
.
Ora
,
grazie
a
quella
tendenza
plastica
dell
'
animale
umano
a
realizzare
personalmente
le
sue
idealità
per
poterle
efficacemente
adorare
o
vituperare
a
sua
posta
,
il
capo
della
famiglia
di
Savoia
rappresenta
l
'
Italia
e
lo
stato
.
Dunque
viva
l
'
Italia
!
Valletti
,
alzate
la
portiera
,
e
passiamo
a
inchinare
il
Re
.
E
la
Regina
ancora
,
l
'
eterno
femminino
.
Ella
stava
diritta
e
ferma
in
mezzo
la
sala
;
e
il
Re
,
da
parte
,
verso
una
finestra
,
passava
,
parlando
accalorato
e
con
forti
strette
di
mano
a
tutti
,
di
cerchio
in
cerchio
.
Benedetto
Cairoli
,
raccolto
nel
suo
giubbone
di
ministro
,
s
'
era
riparato
in
un
canto
;
e
di
lì
,
tal
volta
passando
la
mano
destra
sui
mustacchi
memori
di
una
castanea
sincerità
e
su
la
bocca
sorridente
,
come
per
accarezzarsi
,
tale
altra
appoggiando
il
gomito
sinistro
a
una
colonna
,
mandava
intorno
intorno
lo
sguardo
scintillante
di
contentezza
.
Diffuso
era
per
gli
occhi
e
per
le
gene
di
benigna
letizia
,
in
atto
pio
,
quale
a
tenero
padre
si
conviene
.
E
avea
ragione
.
Cotesto
superstite
d
'
una
famiglia
di
cittadini
morti
tutti
per
la
patria
;
cotesto
cittadino
che
aveva
il
solo
,
assai
curioso
per
un
soldato
,
titolo
di
dottore
;
cotesto
uomo
che
camminando
zoppica
un
po
'
sempre
e
si
appoggia
volentieri
al
braccio
di
chi
lo
avvicina
,
Benedetto
,
in
fine
,
come
noi
lo
chiamiamo
;
in
quei
giorni
sorreggeva
egli
e
portava
e
presentava
agli
entusiasmi
del
popolo
d
'
Italia
la
più
antica
famiglia
reale
d
'
Europa
,
due
giovani
,
cui
la
morte
improvvisa
del
padre
,
forte
ed
esperto
nocchiero
,
avea
slanciato
d
'
un
tratto
nel
difficile
mareggio
del
regno
e
della
popolarità
.
La
Regina
intanto
,
senza
darsene
l
'
aria
e
non
essendo
nella
sala
né
men
l
'
apparenza
del
trono
,
troneggiava
ella
da
vero
in
mezzo
.
Tra
quelli
abiti
neri
a
coda
,
come
si
dice
,
di
rondine
,
e
quelle
cravatte
bianche
,
ridicole
insegne
d
'
eguaglianza
sotto
cui
l
'
invidia
cinica
del
terzo
stato
accomunò
l
'
eroe
al
cameriere
,
ella
sorgeva
con
una
rara
purezza
di
linee
e
di
pòse
nell
'
atteggiamento
e
con
una
eleganza
semplice
e
veramente
superiore
sì
dell
'
adornamento
gemmato
sì
del
vestito
(
color
tortora
,
parmi
)
largamente
cadente
.
In
tutti
gli
atti
,
e
nei
cenni
,
e
nel
mover
raro
dei
passi
e
della
persona
,
e
nel
piegar
della
testa
,
e
nelle
inflessioni
della
voce
e
nelle
parole
,
mostrava
una
bontà
dignitosa
;
ma
non
rideva
né
sorrideva
mai
.
Riguardava
a
lungo
,
con
gli
occhi
modestamente
quieti
,
ma
fissi
;
e
la
bionda
dolcezza
del
sangue
sassone
pareva
temperare
non
so
che
,
non
dirò
rigido
,
e
non
vorrei
dire
imperioso
,
che
domina
alla
radice
della
fronte
;
e
tra
ciglio
e
ciglio
un
corusco
fulgore
di
aquiletta
balenava
su
quella
pietà
di
colomba
.
Delle
soavità
di
colomba
,
de
'
sorrisi
più
rosei
,
ella
,
la
discendente
degli
Amidei
e
di
Vitichindo
,
è
cortese
al
popolo
:
in
palazzo
è
regina
.
E
se
io
le
dissi
Signora
,
non
è
vero
che
mi
correggessi
Volevo
dire
Maestà
,
non
sono
avvezzo
a
parlare
con
le
regine
.
Cotesto
è
un
madrigale
ignorante
.
Come
al
Re
nel
vocativo
si
dice
Sire
,
così
alla
Maestà
della
Regina
d
'
Italia
si
dice
Signora
,
come
Senora
a
quella
di
Spagna
e
Madame
a
quella
di
Francia
quando
ce
n
'
era
.
Cortigiani
delle
gazzette
,
imparate
almeno
le
prime
creanze
del
servaggio
.
Tali
le
impressioni
e
le
ricordanze
che
di
Sua
Maestà
la
Regina
d
'
Italia
io
riportai
e
conservai
da
palazzo
.
Dove
gentiluomini
tutti
croci
e
colonnelli
tutti
oro
mi
furono
d
'
intorno
con
grandi
carezze
,
e
mi
lisciavano
il
pelo
come
a
una
belva
oramai
addomesticata
23
dec
.
1881