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DOPO I CAMPIONATI ATLETICI D'EUROPA ( BURATTI GIOVANNI , 1938 )
StampaPeriodica ,
Il bilancio che s ' usa fare a chiusura di un periodo di lavoro questa volta non risulta in attivo per gli italiani . I Campionati d ' Europa , banco di prova severo ove si misura con un metro assai pratico , quello dei risultati , il progresso tecnico e qualitativo delle Nazioni europee , messesi d ' impegno per contenere la supremazia americana e frenare l ' invadente progresso dei giapponesi , ci han rimandati a casa senza un titolo che appaghi la nostra ambizione e che premi i nostri atleti . Teoricamente le cose sono andate male : la vittoria è il segno che esprime una superiorità di metodo , di volontà . Questa vittoria noi non l ' abbiamo , eppure non ci sentiamo per nulla inferiori a chi nell ' indice numerico dei primi posti ci sopravanza ma non ci eguaglia nel totale . All ' infuori del conteggio delle vittorie vi è da guardare anche a qualche altra cosa e cioè alla quantità dei risultati complessivi e alla loro qualità . Ci possiamo noi sentire inferiori ad esempio alla Francia che si onora di un titolo europeo colto con un atleta d ' eccezione e non figura poi in nessun altro dei posti d ' onore ? Rispetto ai primi campionati d ' Europa , quelli di Torino del 1934 , l ' Italia nella classifica per Nazioni mantiene il suo posto pur avendo sceso un gradino . Quarta allora e quinta oggi , ma con questa differenza : che a Torino l ' Inghilterra era assente ed in questo tempo s ' è presentata alla ribalta del mondo atletico una Svezia che già nel 1935 a Berlino nell ' incontro a cinque fra Germania , Italia , Ungheria , Svezia e Giappone , aveva dimostrato di essere in progresso , un progresso poi confermato alle Olimpiadi del '36 e sanzionato otto giorni prima di questi campionati d ' Europa a Stoccolma dove la squadra svedese , a programma completo , perdeva di fronte alla strapotente Germania con un distacco di soli otto punti . Non c ' è davvero da spargere cenere e lacrime sui risultati di Parigi , c ' è invece da consolarsi per quanto i nostri ragazzi hanno saputo fare : i nostri ragazzi di vent ' anni , quelli dell ' ultima leva , quelli ai quali affideremo la maglia azzurra per le Olimpiadi . I campionati d ' Europa vanno presi per quel che sono : una interessante rassegna , un confronto pieno di utilità , un ponte di passaggio fra una Olimpiade e l ' altra . Non si deve svalutarne il contenuto , ma neppure innalzarli al di sopra della loro giusta misura . Siamo partiti per Parigi non avendo che sei uomini di punta : Mariani , Lanzi , Beccali , Beviacqua , Maffei , Oberveger ; gli altri 24 ( ad eccezione di due o tre anziani per i quali i campionati rappresentavano forse l ' ultima soddisfazione e l ' ultimo premio ) costituivano la schiera dei giovani dai quali non si attendevano miracoli perché in materia di atletica i miracoli non esistono , ma si voleva che prendessero lievito di passione ed acquistassero esperienza d ' arte e di tecnica . Ed i giovani non han deluso : taluni di essi ci hanno dimostrato , raggiungendo quote insperate , che forse siamo più avanti di quello che non ci si immaginava . Lasciamo quindi da parte i piagnistei e abbandoniamo a se stesse le prefiche dagli occhi ottusi e abbiamo fiducia piena in questa gioventù che sotto i segni del Littorio esprime pienezza di vita e ardore di fede . Che cosa han fatto i nostri sei moschettieri ? Sarà bene dire avanti quel che essi potevano fare . Gli unici che a nostro avviso avevano piena possibilità di vincere erano Lanzi , Maffei , Oberveger : tempi e misure parlavano in loro favore . Più aspro il compito di Mariani , difficilissimo quello di Beccali , impossibile la vittoria di Beviacqua chiuso sulla carta da almeno quattro uomini . Alla prova pratica noi abbiamo perduto tre titoli che potevano benissimo venire all ' Italia : quello dei m . 100 , quello del salto in lungo , quello del disco . Il bilancio degli azzurri è il seguente : Quattro secondi posti : m . 100 Mariani , m . 10.000 Beviacqua , disco Oberveger , salto in lungo Maffei . Due terzi posti : Lanzi m . 800 , Beccali m . 1500 . Un quarto posto : staffetta 4 x 100 , avuta a Milano , otto giorni dopo le gare di Parigi , nella grande riunione internazionale che ha avuto il potere di raccogliere all ' Arena 24.000 persone , un primato anche questo . Oberveger e Maffei si sono presi una netta rivincita , il primo lasciando a netta distanza Schöreder e con una misura ( metri 50,25 ) assai superiore a quella del tedesco nel campionato d ' Europa , il secondo ha inchiodato Leichum al posto d ' onore e se il risultato tecnico non è stato altrettanto brillante come quello di Parigi la colpa è della pedana troppo molle per la pioggia che la vigilia aveva quasi devastato lo stadio milanese . Oltre queste rivincite , anelate ed ottenute , altre due erano in palio a Milano : negli 800 metri fra Harbig e Lanzi , nei 150 fra Wooderson e Beccali . A Parigi la gara di Lanzi è stata una gara non incomprensibile nello svolgimento ma nel risultato . Assente Wooderson sembrava che finalmente l ' azzurro avrebbe dovuto aver via libera per una grande affermazione per quanto la minaccia di Harbig non fosse sconosciuta . Lanzi era già andato sotto agli 1'51 " il che non era riuscito a Harbig , Lanzi era il secondo campione olimpionico e soltanto l ' inglese quest ' anno era riuscito a realizzare un tempo migliore del suo : il primato del mondo ! Un passaporto in regola quindi ed invece un risultato non conforme a quel che Lanzi può fare . Si è detto che egli ha sbagliato tattica , ci diceva Lovelok che Lanzi si era « suicidato » col passare i 400 metri in 53 " 3/I0 . Nessun suicidio , nessun sbaglio di tattica : un errore invece scontato a caro prezzo . Fattosi chiudere in partenza , obbligato a navigare quasi nelle posizioni di coda per cento metri , Lanzi è scattato all ' uscita della prima curva per poter passare in testa e fare l ' andatura . La gara doveva esser da lui condotta a forte andatura , egli doveva gareggiare sul tempo per sfiancare Harbig ben sapendo quanto forte sia lo spunto finale del tedesco e come egli manchi invece di questa punta di velocità . Quindi non sbagliò di tattica ma invece fu errore lo scatto fatto in modo sì repentino per portarsi in testa , scatto che lo ha poi « imballato » in modo da fargli risentire lo sforzo prematuro nel finale quando non ha potuto reagire neppure al francese che alla corda lo sorpassava . Nulla da dire quindi sulla sconfitta ma sul modo come essa è venuta è giusto discuterne . Si aggiunga che quest ' anno Lanzi non è mai stato nella pienezza della forma , che è apparso troppo pesante nel passo per una gara sì veloce e questo è dovuto anche al fatto di un non completo allenamento . Lanzi è di quegli atleti che hanno bisogno di molto lavoro non solo in vista di una gara , ma per tutta l ' intera stagione e non va dimenticato che proprio nel pieno della preparazione ha dovuto troncare ogni cosa a causa di un grave lutto famigliare . A Milano s ' è avuta la prova che Lanzi non si era e suicidato e con la tattica di Parigi , qui la condotta di gara fu tutta a favore dell ' azzurro , il quale tentò a 200 metri di sorprendere Harbig con uno scatto deciso ma la velocità finale del tedesco neutralizzò l ' attacco e gli consentì di vincere come a Parigi con la sola variante che a Milano il tempo ottenuto fu peggiore di quello del campionato europeo . Di altro tipo la sconfitta di Beccali scontata in partenza per l ' intervento di Wooderson . Il nostro atleta sapeva già quanta difficoltà presentava la gara ed è da ammirare il fatto che egli abbia voluto essere presente lo stesso , egli campione olimpionico , primatista mondiale e che a trentun anno è ancora un esempio di passione e di fede . Beccali meritava il secondo posto e se lo sarebbe aggiudicato senza l ' incidente capitatogli all ' imbocco del rettilineo d ' arrivo mentre tentava di sorpassare Hartikka all ' esterno e veniva arrestato nella sua azione dal belga Mostert che poi doveva tagliare il traguardo nella scia del vincitore . Appunto per questo tanto più ingiusti ci sono apparsi quei fischi isolati che hanno accolto Beccali quando è salito sul podio per la premiazione in quanto Beccali è stato campione di atletica e sarà sempre un campione di lealtà . Milano ha confermato che Wooderson è imbattibile e che Beccali resta ancora il nostro elemento migliore . Ma c ' è stata una gara che ci ha ripagati ad usura di tante speranze svanite e di tante sfortune : quella dei 10 chilometri di corsa per merito di quel prodigioso ragazzo che si chiama Beviacqua . Una gran fiamma ci ha scaldato il cuore nel seguire l ' impari duello fra il gigantesco finlandese Salminen , campione e primatista mondiale , e il nostro piccolo rappresentante . Il campionato d ' Europa si può ben definire il campionato del mondo che né l ' America e forse neppure il Giappone hanno oggi uomini da poter opporre ai migliori specialisti del vecchio continente . C ' è stato sì a Berlino quel Murakoso che seppe tener testa ai finlandesi , ma neppur lui è riuscito a fare quel che ha fatto Beviacqua , cioè a impegnare a fondo Salminen che in cuor suo per un attimo deve aver dubitato di poter restare in piedi sul suo piedistallo di gloria . C ' erano in campo Syring , Szilagyi , Tillman , oltre al finlandese , cioè gli uomini realmente i migliori del mondo e contro costoro , solo , tenace , prepotente s ' è battuto l ' azzurro strappando , è la parola esatta , l ' applauso alla folla parigina , a questa folla che si infiamma se un francese riesce a spuntarla per salvarsi dall ' ultimo posto , ma che resta quasi indifferente in ogni altra occasione . Dieci chilometri , una corsa estenuante dove sembrerebbe che la sola potenza della forza potesse aver ragione ed invece è stata il trionfo della logica e dell ' intelligenza espresse da un italiano . Questo secondo posto vale per noi più di una vittoria , esso ci ripaga di quel che abbiamo sofferto in altre gare , del disappunto per altre mancate affermazioni magari più onorifiche ma che non avrebbero espressa con tanta eloquenza la volontà fiera della razza italiana . Ma oltre a queste sei gare nelle quali noi allineavamo gli nomini migliori ve n ' era una che ci stava particolarmente a cuore : quella della staffetta 4 x 100 . Vi era da difendere il secondo posto di Berlino che ci faceva virtualmente i migliori d ' Europa , un prestigio quindi da salvaguardare , un titolo da consolidare . Non ci siamo riusciti e per colpa nostra . Il quartetto del '36 , già privato di Ragni , ha mostrato che ha bisogno di altre sostituzioni , come del resto la prova supplementare dell'11 settembre a Milano , ha confermato . Malissimo anche i cambi nella 4 per 400 e in questa specialità è necessario lavorare parecchio per rinfittire le schiere poiché manchiamo di uomini che abbiano nelle gambe tempi da competizioni internazionali . Dorascenzi è in questa specialità una nostra speranza e Missoni con un cauto lavoro potrà esser riportato alla forma dimostrata lo scorso anno . Son due ragazzi di venti anni ed hanno tempo per assodare le ossa . Capitato nella più dura delle semifinali dei 400 ostacoli l ' universitario Russo , pur finendo al terzo posto e rimanendo escluso dalla finale , s ' è messo in luce per l ' ottimo stile sull ' ostacolo e per il tempo realizzato che fu migliore degli altri due secondi arrivati nelle altre semifinali . I tempi della finale confermano questo giudizio . Del resto in fatto di stile tutti i nostri si son dimostrati fra i migliori e molti di questi giovani non hanno potuto realizzare di più un po ' per mancanza di esperienza in gare importanti un po ' appunto perché non sono giunti ancora nella piena loro maturità fisica . Ricorderemo così De Maestri , giovane fascista , classificato quinto nella marcia dei 50 chilometri , Migliaccio settimo nei 3000 ostacoli , Daelli uno dei migliori nella staffetta 4 x 100 , il lanciatore di peso Profeti classificatosi settimo , ed infine l ' altra grande nostra speranza : un altro giovane fascista : Consolini . Il veronese che da soli 15 mesi lancia il disco è ormai un elemento di massima sicurezza sui 48 metri ed il quinto posto di Parigi è la conferma che moltissimo ci si può attendere da lui quando avrà completamente assimilato lo stile di lancio . Ma l ' elenco dei giovani non è chiuso : ecco Turco , altro universitario , al quinto posto nel salto triplo con la bella misura di M . 14,64 che ha preceduto l ' altro universitario Bini recente primatista italiano , ecco Romeo che vinta la crisi morale che lo ha colpito nel periodo di preparazione , ha saltato con l ' asta m . 4 cioè quanto il secondo classificato e che è elemento da poter arrivare con facilità ai 4,10 , ed ecco De Florentis questo non più giovanissimo ma neppure da considerare un anziano , che alla sua prima prova sulla maratona ci ha rassicurati sulla tenuta , della distanza giungendo in buone condizioni di freschezza ed in un tempo davvero non disprezzabile . Che a Parigi sia scaturito il maratoneta per l ' Olimpiade del 1940 ? Lippi , Gobbato , Balbusso gli anzianoni della compagnia , meritano una parola di schietto elogio più che per i risultati conseguiti per la disciplina , la volontà e lo spirito di sacrificio dimostrati .
Giudici e amministrazione ( Jemolo Arturo Carlo , 1965 )
StampaQuotidiana ,
Alcuni processi contro note personalità della scienza e della politica hanno interessato l ' opinione pubblica , per le figure degli imputati , per i problemi che sollevavano . Nell ' arringa al processo dei dirigenti l ' Istituto di Sanità , il Pubblico Ministero mi fece l ' onore di citarmi , polemizzando con quanto avevo sostenuto in un convegno svoltosi su quei problemi . Premetto che ritengo questi processi siano stati nell ' insieme benefici . Come tutte le cose umane , hanno anche avuto effetti non buoni : incoraggiamento alla inerzia della burocrazia , alla paura delle responsabilità ; qualche istituto ha in pratica arrestato la sua attività ; ricatti d ' impiegati di enti pubblici che minacciano se non siano promossi di mandare memoriali « all ' autorità competente » . Ma scuotere le acque , incutere un salutare timore , avvertire che non si deve spendere il danaro pubblico a cuor leggero , è in sé un bene . Dove si può dissentire con certe tesi dell ' accusa e di alcuni giudici ? Dove si scorge una ragione di preoccupazione ? Non certo quando si proclama che nessun merito scientifico rende perdonabile il mal fare ; le benemerenze passate potranno giustificare provvedimenti di clemenza , ma non debbono arrestare il magistrato . Più in alto si è nella scala sociale , più si deve avere sensibilità in tema di lecito e d ' illecito . E nessuno , fosse anche la più alta personalità mondiale della cultura , deve aver compensi per un ' opera che non abbia svolta . Chi si è appropriato del pubblico danaro , o ne ha fatto godere parenti ed amici senza ch ' essi nulla dessero in compenso allo Stato od alla res publica , è sicuramente colpevole . Si insegnava un tempo che la sanzione penale colpisce i più gravi tra gl ' illeciti morali . Oggi la dottrina dà definizioni meno semplici del dolo penale ; peraltro resta sempre nella coscienza comune questa idea , che il carcere possa punire soltanto un grave mal fare ; piuttosto vittima che reo chi sul terreno morale appare impeccabile . Anche il reato colposo implica una imprudenza , e giustamente oggi i sacerdoti accentuano il peccato di porre a repentaglio la vita dei nostri simili . Reato colposo , ma non infamante , secondo la vecchia nozione , quello commesso per omissione . Ed omissione può essere anche il non sorvegliare i propri dipendenti . Qui però si avverte il difetto di un sistema , che non scevera compiti degli uomini di scienza e compiti amministrativi , che dà responsabilità di maneggio di miliardi a direttori d ' istituti scientifici , rettori di università , e sia pure di minori somme a direttori di scavi o di pinacoteche , i quali , illustri uomini di studio , possono ben essere ignari di contabilità , Quanto desiderabile che per tutto quel ch ' è amministrazione , erogazione di fondi ci sia il funzionario , solo responsabile , responsabile anche di ammonire l ' uomo di studio del valore delle attestazioni e dichiarazioni , in base a cui chiede sia effettuata una certa spesa . Ma il dissenso con l ' opinione della pubblica accusa si dà quando questa vuole elevare a dolo penale l ' avere ampliato i compiti di un istituto - ad esempio , averne fatto da istituto di applicazioni scientifiche istituto di ricerca pura - o ritenere estranee a quei compiti certe spese ( sempre che sia certo che furono effettuate , e che l ' asserito responsabile non profittò ) . Per questo ho espresso quella voce contraria dopo la sentenza Ippolito . Dissenso perché tutto continuamente muta ed evolve e non c ' è scrittore di diritto che non conosca come in tutti i tempi gl ' istituti sono mutati , nei fini e nelle strutture , assai prima che mutassero le leggi . ( Non farei quindi neppure appello alla paralisi legislativa attuale ; trattasi di un fenomeno costante , in ogni regime ) . Dissenso non perché non sia vero che molto pubblico danaro è speso male ( dalla costruzione di strade inutili , alle biblioteche d ' istituti universitari che acquistano libri che nessuno legge o doppioni , a certi uffici di dirigenti ammobiliati con lusso soverchio , alle pubblicazioni infinite che vanno al macero intonse : anni fa mi capitò sott ' occhio persino l ' edizione in arabo d ' un opuscolo che un ente di riforma aveva fatto diramare ad illustrare la propria opera ) . Ma perché nella struttura dello Stato è pericoloso introdurre il principio fisiologico delle funzioni vicarie ( quando un organo non agisce , subentra provvidenzialmente un altro organo a supplirlo ) , e per ciò che gli istituti di controllo sono inefficienti , fare scendere sullo sperperatore la più grave sanzione penale . Dissenso perché se ci si pone su questa via si colpisce a caso , uno su mille . Non c ' è ente , non ufficio , che non potrebbe essere perseguito . Non credo esista un Comune che non faccia qualche spesa che è fuori del quadro della legge comunale ; non mi consta siaci nella legge di reclutamento alcuna disposizione , la quale stabilisca che gli avvisi di ammissione a corsi per la nomina a carabiniere o sergente od ufficiale non siano più quali furono per oltre sessant ' anni dalla unificazione , i comuni manifesti delle pubbliche autorità , ma opere d ' arte , affidate ad artisti di fama ; e si potrebbe incriminare ogni preside che stampi un opuscolino od un ricordo a celebrare il cinquantenario della sua scuola , perché nessuna norma di legge prevede una tale spesa . Non si può neppure tentare di scoprire tutti coloro che fanno spese non previste dalla legge organica ; sì colpirà dove ci sia la denuncia . Ora in tutti i governi con pluralità di partiti è stato compito delle prefetture invalidare come estranei ai fini d ' istituto certi provvedimenti delle amministrazioni avverse al governo , chiamando responsabile chi li aveva adottati , mentre si approvavano quelli delle amministrazioni amiche . Ma la fama di imparzialità delle prefetture non se n ' è accresciuta . Non vorrei vedere i tribunali prendere il loro posto . Evoluzione d ' istituti nel silenzio della legge ; i magistrati che la negano la stanno attuando . Ho sott ' occhio la requisitoria del Pubblico Ministero al processo della Sanità : che termina con un quadro di quelle che dovrebbero essere le riforme da introdurre nei vertici dell ' amministrazione , nei maggiori organi dello Stato . Ottimo argomento per una di quelle che avrei auspicato fossero discussioni del Parlamento ( gli ultimi mesi hanno dato argomenti , come gli scioperi dei pubblici impiegati , il prepotere dell ' alta burocrazia , quasi casta sacerdotale dell ' antico Egitto , i rapporti tra Corte Costituzionale e Cassazione , questi giudizi di responsabilità , che in altri tempi avrebbero formato oggetto di discussioni memorande , quelle che si ricordano ancora dopo un secolo , e si raccolgono in volumi come l ' antologia Il Parlamento nella storia d ' Italia di Giampiero Carocci ) . Ma di fronte ad un Parlamento che non ama affrontare questi temi , né cura la ripercussione sulla opinione pubblica della proposta , concorde , di aumento delle indennità , avviene che entri in gioco una « funzione vicaria » e la magistratura si sostituisca . E tuttavia ... l ' arringa del Pubblico Ministero in quel processo ricorda che non fu concessa autorizzazione a procedere contro i deputati implicati nello scandalo dell ' Ingic , ritenendosi non punibile chi attinga danaro da un ente pubblico per i partiti o spese elettorali ; e dice tale tesi assurdità giuridica . Se in un articolo avessi dovuto scrivere di quel disgustoso episodio avrei usato espressione più drastica , a rischio di commettere reato di vilipendio ; ma mi ha impressionato sentire in un ' arringa di P . M . quel giudizio su un voto del Parlamento . Stiamo assistendo ad una evoluzione d ' istituti costituzionali imprevista e di cui non vediamo l ' esito . Con tutto il rispetto per i magistrati come uomini , mi preoccupa quest ' assunzione di poteri da parte di un « ordine autonomo » , non soggetto né direttamente né indirettamente a quella ch ' è la volontà , l ' opinione popolare .
Caro amico ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro amico ( visto che lei mi considera tale ) , se l ' allusione sul modo in cui vivono certi giornali è rivolta al nostro , la invito senz ' altro a fare un sopralluogo da noi , pagandole anche biglietto e diaria , e in compagnia di uno stuolo di avvocati e commercialisti per controllare , fatture alla mano , quanto e da dove introiamo , quanto e come spendiamo . Si accorgerebbe che , come rigore amministrativo , e non soltanto amministrativo , abbiamo lezioni da dare , non da prendere , specie dai Comuni e dalle Province . Per quanto concerne la sua attività di consigliere provinciale , lei ha tutto il diritto di credere che in essa rientri anche la politica estera nazionale ; io ho quello di pensare e di scrivere che gli elettori eleggono un consigliere provinciale perché s ' interessi delle cose della provincia , non della Rhodesia e dello Zimbabwe , delle quali può benissimo occuparsi quando parla con gli amici al caffè , non quando siede nel consiglio provinciale . Chi di noi due abbia ragione , lasciamolo giudicare ai lettori . Quanto alla Dc , lei fa benissimo , come militante e gerarca , a difenderla . Ma non può dire che chi vota per essa perde , dopo aver depositato la scheda nell ' urna , qualsiasi diritto , compreso quello di avvertire certi puzzi e di turarsi il naso . Noi , lo sappiamo benissimo , non possiamo impedirvi di puzzare ; ma voi non potete impedirci di sentire il puzzo e di dire che lo sentiamo . Resta la questione dei butteri , di cui lei si aderge a difensore . Ma contro chi ? Io sono un vecchio amico dei butteri coi quali ho convissuto intere estati , quando mio nonno mi conduceva a caccia a Capalbio e dintorni . Magari ce ne fossero ancora , perché erano gran gente . Ma dove fossero la Rhodesia e lo Zimbabwe non lo sapevano , né credo che lo sappiano oggi , se ce n ' è ancora qualcuno . Ecco tutto , caro amico .
StampaPeriodica ,
La partecipazione italiana ai primi Campionati d ' Europa femminili , tenuta in limiti modesti per l ' assenza della Valla e la dubbia presenza in gara della Testoni , si è in definitiva risolta con una assai lusinghiera classifica collettiva e con brillanti risultati delle nostre atlete . A voler fare un confronto con quello che han fatto a Parigi i maschi sono ancora una volta le donne ad avere la meglio così come avvenne alle Olimpiadi di Berlino . Un titolo europeo ed un primato mondiale eguagliato ( Testoni : corsa m . 80 ostacoli ) , un terzo posto ( staffetta 4 x 100 ) , un sesto ( Gabric : lancio del disco ) , due noni posti ( Pento : salto in lungo ; Piccinini : getto del peso ) costituiscono per la ridotta pattuglia delle nostre otto atlete un bilancio davvero ottimo e che le colloca al quarto posto , a pari merito con l ' Inghilterra , nella classifica per Nazioni dietro alla Germania , Polonia e Olanda . Quando si pensi che la Polonia deve tutto alla Walasiewicz vincitrice dei 100 e 200 piani , seconda nel salto in lungo , sesta nel giavellotto , e per merito esclusivamente della quale la Polonia si è classificata al secondo posto nella staffetta 4 x 100 , vi è da esser davvero soddisfatti di quello che a Vienna s ' è ottenuto . Infatti ad eccezione della Testoni e della Gabric per le altre sei ragazze si trattava di scendere per la prima volta a confronti di tanta importanza e non vi era perciò da aver pretese maggiori . La Testoni per la quale erano le nostre maggiori preoccupazioni ci ha data invece la grande gioia di vincere e di ottenere un risultato tecnico eccezionale . Sono oggi in quattro le atlete a dividersi l ' onore del primato mondiale sui m . 80 ostacoli e fra queste due italiane : Valla ( Berlino ) e Testoni ( Vienna ) . A quando la bella per il nuovo primato ? L ' azzurra partita per Vienna , più come accompagnatrice che come gareggiante , fu sottoposta la vigilia dei campionati ad una prova durante l ' allenamento compiuto dalla intera squadra e dopo della quale , constatata la buona efficienza fisica , ne venne decisa la partecipazione . Accoppiata in batteria con quella Galius che era la grande favorita , la Testoni vinceva agevolmente ed in finale essa grazie al suo stile perfetto ed al suo finale velocissimo trionfava in maniera nettissima . Un vivo elogio va pure alle ragazze del quartetto della staffetta 4 x 100 ( la Testoni appunto per le sue precarie condizioni fisiche che per quindici giorni l ' avevano obbligata ad interrompere l ' allenamento , non vi partecipava ) che fino all ' ultima frazione erano riuscite a conservare il secondo posto che poi perdevano malgrado la tenace difesa dell ' Alfero contro il « fenomeno » Walariewicz . La Germania è stata la grande trionfatrice : su nove gare essa ne ha vinte sei , due vittorie sono andate alla Polonia , una all ' Italia . In talune prove le tedesche si sono accaparrate i primi tre posti ( disco e giavellotto ) nel peso il primo e secondo . In quattro prove individuali la Germania ha collocate in finale tutte le sue rappresentanti ed un paio nelle altre due . Inoltre la tedesca Ratjen ha migliorato il primato mondiale del salto in alto portandolo a m . 1.70 . Un complesso formidabile e che conferma anche in questo campo la superiorità europea della Germania . Alle atlete italiane spetta un altro primato : quello della grazia e della femminilità . E fra tanti « fenomeni » donneschi che si son veduti a Vienna è questo un titolo che a noi fa particolarmente piacere .
Pubblico insieme queste due lettere ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Pubblico insieme queste due lettere perché mi pare ch ' esse formino un perfetto pendant , a conferma di quanto dicevo nell ' articolo ( è il caso di dirlo ) incriminato . Per coloro che non lo avessero letto , o non lo ricordassero , ne riassumerò brevemente la tesi . Non capisco , dicevo , perché il contrasto fra Stato e Chiesa sull ' aborto faccia scandalo . Essi parlano a due diversi interlocutori : l ' uno al cittadino , l ' altra al credente . Quando l ' uno concede come diritto ciò che l ' altra proibisce come peccato , sta ad ognuno di noi decidere secondo coscienza il da farsi . Nessuno è condannato all ' aborto . È una facoltà . Lo Stato non poteva non regolarla , visti i pericoli e le ingiustizie della pratica clandestina . La Chiesa non può non condannare questa pratica . Non è la prima volta , e non è questo il solo caso in cui norma civile e norma religiosa discordano . La grande conquista dello Stato di diritto è di porre il cittadino nella condizione di scegliere fra l ' una e l ' altra . Ora il sig. Tornaquinci mi dice addio perché non trova questa posizione abbastanza laica , il sig. Strampelli mi dice addio perché non trova questa posizione abbastanza cattolica . Sembra che dicano cose antitetiche . E invece dicono la stessa cosa . Dicono cioè che non vogliono esser loro a scegliere . Secondo l ' uno questo compito spetta allo Stato , secondo l ' altro alla Chiesa , senza rendersi conto che uno Stato che proibisse alla Chiesa d ' interloquire su un problema morale come questo sarebbe uno Stato totalitario , così come una Chiesa che proibisse allo Stato di regolare un problema come questo , che è anche civile , sarebbe una teocrazia . Per quanto mi dispiaccia perderli ( e mi dispiace moltissimo ) , debbo riconoscere che il nostro giornale non è fatto per questi lettori . Noi ci rivolgiamo a quelli che , fra un imperativo civile e un imperativo religioso , accettano di assumersi la responsabilità di una scelta , anche quando è angosciosa come nel caso dell ' aborto . In quanti siamo ? Non lo so . Certo , una minoranza . Ma una minoranza di uomini , qualifica che spetta solo a coloro che hanno una coscienza , e non sono disposti a portarla all ' ammasso pur sapendo di avere in essa il tribunale più difficile cui rispondere . Anche in pochi , è preferibile restare tra noi .
Tre uomini in carcere ( Sullo Pierluigi , 1997 )
StampaQuotidiana ,
Forse è perfino un sollievo , una volta arrivati qui , nella saletta bianca delle guardie carcerarie , superata la trafila dei controlli e i metal detector e le pesanti porte d ' acciaio foderate di vetro antiproiettile , una volta passato il visibilissimo confine tra " fuori " e " dentro " , sentirli parlare dei detenuti e del carcere , delle sue follie e umiliazioni , della lotta dei detenuti e dello sciopero della fame che si estende , da Roma - Rebibbia a Pisa oggi , e domani forse dovunque . Adriano Sofri , ironico e diretto , e Giorgio Pietrostefani che borbotta e ride , e Ovidio Bompressi affilato e il collo magro che balla dentro il colletto abbottonato di una camicia bianca ; non parlano di sé , anzi sì , parlano di tre detenuti e di altri cinquantamila , come persone che non riescono più a sopportare la stupidità feroce della vita carceraria , dove " il tempo si sbriciola - dice Adriano Sofri - e non è affatto vero che qui per lo meno hai tempo per leggere e scrivere , ci sono le mille incombenze inutili , i ' rapporti ' , ovvero quando ti rimproverano per cose futili , e gli altri che ti vengono a parlare , non hai idea di quanti mi scrivano dalle carceri , e hai soprattutto il tempo di osservare le miserie , la povertà della maggior parte dei detenuti , la mancanza di tutto " . E ' per questo , contro questo , che per il momento digiunano . Hanno cominciato domenica scorsa , prendono solo caffè , tè , e acqua , moltissima acqua : " così puoi resistere a lungo " , dice Adriano , poi si volta verso Ovidio , mentre Tano D ' Amico fa loro la foto che serve , tutti e tre insieme , la foto che manca , e scherzano su quanto sei alto tu e quanto basso io , e dice al suo compagno , come meravigliato : " Ma lo sai che sono già dimagrito tre chili ? Almeno , è quel che dice la bilancia " . Qui , nel carcere , sei " una persona espulsa per giusta causa dalla società - spiega meticoloso Ovidio Bompressi - o almeno così pensa l ' opinione , e sei perciò una parte distaccata e disseccata " . Lento , lo ripete , come una formula cui ha pensato a lungo : " Una parte distaccata e disseccata " . " E ' la massima degradazione dell ' individuo " , aggiunge . Adriano dice : " Siamo stati quasi felici - si capisce che c ' è un po ' d ' ironia - quando abbiamo saputo dello sciopero della fame a Rebibbia . Ecco che partecipiamo di qualcosa più vasta di noi , e abbiamo iniziato uno sciopero della fame che probabilmente avremmo fatto comunque . Ma ora siamo vincolati a questo movimento , di cui , sia chiaro , non vogliamo diventare esponenti ; siamo tre detenuti tra altri , che si ribellano a una vergogna , il carcere , che mortifica la dignità umana " . Poveri , malati , soli . Ma la separazione , tra qui e l ' altrove , è tale , che parole come queste possono suonare retoriche . Come dice Ovidio , se sei dentro è per qualche ragione , così pensa la gente . E i poveri , i malati , i soli che sono in cella sono perciò più poveri , più malati e più soli . Bisogna farsi raccontare i particolari , per capire . E i tre te li raccontano pazientemente . Il carcere passa una tazza di " caffè " la mattina , un primo caldo e un pezzetto di formaggio a mezzogiorno , un secondo caldo la sera ; un rotolo di carta igienica , una saponetta e alcuni sacchetti per i rifiuti ogni mese . Ed è tutto . Chi non ha i soldi per il " sopravvitto " e per comprarsi dentifricio e detersivi per la cella , scarpe e maglioni , le sigarette , insomma per tutto il resto , cioè quasi tutto , ne resta privo . E se i detenuti sono , come a Pisa e dappertutto , per il 40 per cento immigrati , nella grande maggioranza poveracci o tossicodipendenti , insomma senza un soldo , la conseguenza sarà , come racconta Ovidio , una grandinata di microconflitti tra detenuti poveri , e tra i poveri e quelli che hanno qualcosa . " Dice : gli immigrati non portano le scarpe . Per forza - è Adriano che parla - non le hanno , semplicemente non le hanno " . E la seconda conseguenza sarà che " questo è un posto di ospedalizzati coatti , qui siamo tutti malati , più o meno , uno su tre ha l ' epatite C e per fortuna che in questo carcere - dice ancora Adriano - ancora somministrano l ' interferone , l ' unica terapia conosciuta per quel tipo di malattia " . In poche e terribili parole , la situazione è questa : negli ultimi anni la " popolazione carceraria " , cioè questo lazzaretto di abbandonati , ha tracimato oltre ogni argine , " perché soprattutto con la custodia cautelare - dice Pietro - si mette dentro gente per reati di ogni tipo e là - gira la testa in una qualche direzione - al giudiziario , si tagliano tutti i giorni , mentre qui al penale , dove sono quelli condannati in via definitiva , è un po ' più tranquillo " . " Si tagliano " significa autolesionismo : per essere notati , ascoltati , per non " essere partiti " , come si dice in gergo , un terribile transitivo che sta per essere trasferiti , nelle celle di punizione o in un altro carcere , ad ogni piccola " mancanza " . E mentre le carceri scoppiano , cioè , come dice pacato e preciso Ovidio , " funzionano da discarica sociale , in cui finisce tutto quel che la disoccupazione , la povertà , la crisi dello stato sociale provoca , in Italia e in tutto l ' Occidente " , il governo , appunto , taglia i bilanci . " Meno 30 per cento l ' anno scorso , meno 15 quest ' anno - enumera Adriano - quasi la metà in meno in due anni . E il primo settore ad essere tagliato è la sanità , ecco perché a Rebibbia digiunano i malati di Aids , tanto sono lì non perché li curino , ma per impedirgli di morire fuori dal carcere . E infatti il personale sanitario è in agitazione " . E gli educatori , tre per 295 detenuti a Pisa ; e gli agenti di custodia , che , " poveracci - dice Pietro - hanno alloggi quasi peggio delle nostre celle " , e comunque sono sempre pochi , pochi . Dopo tangentopoli . Allora , che si può fare ? Secondo Adriano , " solo un brusco calo del numero dei detenuti , dieci o quindicimila in meno d ' un colpo , può far ripartire il sistema carcerario in una direzione diversa . Ma non mi pare che questo sarebbe l ' effetto della legge Simeone di cui si parla in questi giorni . E d ' altra parte , dopo tangentopoli è una bestemmia anche solo parlare di amnistia , per la quale oggi ci vogliono almeno i due terzi dei voti del parlamento , come nemmeno per una riforma costituzionale . Come se in galera ci fossero loro , i grandi corrotti , e non questi poveretti , a cui è stata tolta anche questa concessione , questa grazia periodica . D ' Ambrosio ( magistrato milanese , ndr . ) ha avuto una buona battuta : ha detto che se si fa l ' amnistia verrebbero da tutta Europa , qui in Italia . E be ' , a parte che le pene , da noi , sono molto più alte che nel resto d ' Europa , e per esempio in Francia un reato come quello che ci ha condotti qui è prescritto dopo 15 anni , e noi siamo dentro dopo 25 , a parte questo , che io sappia , sono accorsi da tutta Europa solo Giorgio Pietrostefani e Toni Negri " . Ovidio aggiunge che sì , i progetti di legge servirebbero , come servirebbero regolamenti meno assurdi di quelli che proibiscono i libri rilegati e le giacche ( mi guarda e dice : " Lo sai che avevo una giacca come la tua ? Che nostalgia " ) e i cappotti , e se li concedono è a seconda della personalità e del tipo di reato , col risultato , dice Adriano , " che magari me ne andrò in giro con un bel cappotto di castorino , in mezzo a gente che trema per il freddo " , ecco , se il governo facesse il molto che può fare e il parlamento si sbrigasse , certo sarebbe un bene . Ma il problema della separazione , dell ' essere " distaccati e disseccati " , lo si può medicare solo se le associazioni , il volontariato , cioè il modo che la società inventa per difendersi , si allarga anche al carcere . E racconta : " Attraverso il vescovo di Massa e persone legate alla Caritas abbiamo creato , caso unico in Italia , un fondo cassa per i detenuti poveri , e a ciascuno diamo da trenta a cinquantamila lire al giorno ; si è sparsa la voce e molti hanno mandato soldi , oggi abbiamo quattro milioni , ma non bastano " . ( Questo , di conseguenza , è un appello : chi vuole mandare soldi , li può indirizzare a Athe Gracci , via tosco - romagnola 77 , Pontedera ; per informazioni invece si può telefonare al cercere di Pisa e chiedere della dottoressa Truscello ) . Il colloquio è già molto lungo , Tano chiede di mettersi qui e là per fare le foto , Pietro comincia a elencare aneddoti sugli anni settanta milanesi in cui lui compare sempre nella parte del cattivo , e ci ride sopra . Pende una domanda : e voi ? Proprio voi tre ? " Se avessi un ' idea di quel che faremo quando il digiuno di protesta nelle carceri si fermerà , te lo direi , onestamente te lo direi " , risponde Adriano . Quel che è sicuro è che tra la metà e la fine di novembre sarà depositata la richiesta di revisione del processo , " e lì vogliamo arrivarci in piedi " , aggiunge . Ma nove mesi sono passati , da quando si sono consegnati , e loro sono grati per tutto quello che si è fatto , le 160 mila firme , l ' assemblea di oggi a Roma , " ma uscire di qui - dice Ovidio - uscire in ogni modo , è un obbligo verso noi stessi , ed è un gesto di rispetto verso il diritto come dovrebbe essere " . " E ' chiaro - conclude Adriano - che andremo fino in fondo in tempi molto brevi " . Cade un silenzio , anche le Laika di Tano tacciono . Adriano chiede dello stato di salute del manifesto , ha sul tavolo la copia con la lettera aperta di Rossana Rossanda al presidente della repubblica . Non buono , rispondo , stato di salute non buono . Si apre la porta , i tre si alzano , ci salutiamo . Quando è sulla soglia , Adriano si gira e mi dice : " Resistete " .
Fascismi ( Rossanda Rossana , 1994 )
StampaQuotidiana ,
Norberto Bobbio è tornato nell ' ultimo numero di « l ' Espresso » a ragionare sull ' impossibilità del fascismo . È una esperienza storica conclusa , non si può ripetere . Anche a sospettare che Fini nasconda le più fosche intenzioni , non ci sono le condizioni perché le metta in atto . Qualche tempo fa Leonardo Paggi aggiungeva che è il contesto internazionale a rendere impensabile un fascismo italiano . Sono considerazioni giuste . Meno persuasivo è concluderne , come già aveva fatto Lucio Colletti , e ieri gli si sono affiancati Nilde Jotti e Augusto Barbera , che perciò Alleanza nazionale è una forza democratica , buon materiale di costruzione della seconda Repubblica . Qualche tempo fa anche Eugenio Scalfari , della cui severità verso il Polo della libertà non si può dubitare , ascriveva fra i non molti meriti di Berlusconi l ' avere « sdoganato » Fini . Ed è di pochi giorni fa l ' assoluzione del « New York Times » . Fascismo non è . E allora che cosa è ? Conviene chiederselo , nel momento in cui Alleanza nazionale si delinea come la struttura più consistente del Polo berlusconiano , capace di raddoppiare nel giro di un anno i massimi storici di voto del Msi , penetrando anche nel nord dove questo era stato men che marginale . Non basta dire che Alleanza nazionale è in qualche misura « radicata nel territorio » : fino a sei mesi fa questo pareva un limite , un segno del vecchio modo d ' essere politico , destinato a essere travolto dal messaggio mediatico e del resto perché An ha retto dove insediamenti semisecolari nel territorio sono crollati ? Ammesso che abbia digerito ogni nostalgia e si indirizzi verso spazi diversi dal passato , di che cosa li riempie ? Che cosa vuole ? In che cosa si identificano coloro che la votano ? Si fa presto a dire che se non è il fascismo che abbiamo conosciuto , vuoi dire che è democrazia ; che si fonda sul consenso elettorale e tanto ci garantisce . Anche Hitler s ' era fondato sul consenso elettorale , anche Perón . Non basta : il più proceduralista dei politologi sa che democrazia non è soltanto andare a votare , è una certa idea degli orizzonti e limiti della comunità politica . Qui il profilo del partito di Fini è assai sfuggente . Il suo non è un progetto liberale , il germoglio della famosa destra civilizzata ; non è che , sepolto Mussolini , prenda per riferimento Einaudi o Malagodi o La Malf a , e tanto meno Kelsen ; sarà se mai Cari Schmitt . Non nasconde l ' avversione per il liberismo federalista della Lega : e per questo l ' ha erosa a Brescia . Bossi strilla che Fini è statalista , dunque un residuato della prima Repubblica , che era appunto centralista , burocratica e spartitoria . Ma Bossi confonde : lo statalisimo di Fini non è burocratico e spartitorio , è totalitario . E in questo si separa dal plebiscitarismo di Berlusconi , per il quale lo Stato ha da essere quel minimo che garantisce all ' impresa di far quel che più le serve . Per Fini lo Stato è lo Stato , ordinatore delle gerarchie , garante del grande capitale e delle plebi . Per Berlusconi l ' Italia è un ' azienda , per Fini un destino . L ' ideale dell ' uno è un borghese approssimativo e gaudente , mollemente democratico , senza altri orizzonti che quelli del bilancio , quello dell ' altro è l ' italiano , che finalmente realizza se stesso , si distingue dagli altri , non perdona nulla all ' immigrato , preferisce che non ci sia . È vero che in altri tempi ha esagerato con gli ebrei , sicuro , gli va chiesto perdono , ma fermo restando che sono « altro » . Il suo nazionalismo è prudente , frena Tremaglia , ma chiede alla Slovenia di mettersi in ginocchio per essersi liberata dagli ustascia amici degli italiani . E pesca nelle acque non limpide degli « italiani all ' estero » . Si potrebbe continuare . Sta di fatto che An funge da guardia pretoriana al presidente che l ' ha sdoganata , ma non cela l ' ambizione di mangiarsi Forza Italia dalla testa alla coda , o per fusione o per sottrazione di voti . E già ora influisce sui suoi equilibri interni , mentre Forza Italia non intacca minimamente i suoi . Tra Fini e Berlusconi le parti previste dal signore di Arcore , quale sarebbe stata la corda e quale l ' impiccato , si sono invertite . Il loro vero cemento è l ' avversione per la sinistra - che per Berlusconi rappresenta il classico elemento di disturbo d ' una forza di lavoro ancora vagamente organizzata , di cui vanno ridotte pretese e libertà di manovra , per Fini l ' avversario storico , ideologico , la tentazione mai abbastanza sradicata d ' una società di uguali . Fini sopporta più facilmente la violenza dei naziskin - sono un fenomeno sociale , dice - che un popolo che si faccia con calma soggetto di autodeterminazione . Meglio un pizzico di sovversivismo , sale della società serialiazzata . Sono lineamenti riconoscibili . Dubito che appartengano alla democrazia . Un Terzo Reich non è in vista , ma sta ridisegnandosi nella società un volto che speravamo perduto . Beniamino Placido scriveva qualche tempo fa che i fascismi saranno superati , ma il fascismo risponde a una pulsione alla sopraffazione , da tener d ' occhio perché ha radici nel lato oscuro che sta in tutti . Condivido . Ma c ' è dell ' altro : essendo una pulsione umana , troppo umana , non effimera , cerca e produce ideologie forti . Di quella forza che sarebbe nelle origini , nel sangue , nel sacro , nell ' indeclinabile - e prefigura comunità di eletti , rifiutando la massificazione . Se il fascismo lusinga certe rozzezze è perché la plebe vuol essere guidata e foraggiata come il cavallo dal padrone , ma il signore non ha altre regole che quelle che si impone . E trova iscritte in qualche eternità . È comprensibile che di fronte a una infinita problematicità del senso , affascini il suggerimento che da qualche parte c ' è un segno , per tutti ma visibile soltanto agli eletti , rassicurante e non omologante . Si tratta di discernerlo e seguirlo per coloro che sanno leggere . Non soli ma esoterici . Curioso come questa tentazione sia stata anch ' essa sdoganata dalla postmodernità stanca di responsabilizzazioni totali . Nessun automatismo lega il fascino del segno alla pratica dei fascismi , ma non c ' è fascismo senza il segno - un ordine simbolico signorile , iscritto prima dei tempi . Questo segno affascina . Hermann Hesse non è stato nazista , anzi con il nazismo ha avuto dei guai . Ma è dallo stesso humus germanico che è nato Siddharta , un libro che da anni non esce dalle classifiche , uno dei più letti dalla generazione giovane . Non avrà la stessa fortuna , forse , il suo romanzo più bello , Demian , da poco uscito da Marsilio , storia d ' un contemporaneo figlio di Caino : anche lui porta un segno , ed è tanto più splendente dei figli di Abele . Niente è semplice . L ' anno scorso un liceo francese ha imposto alle studentesse di religione musulmana di venire a scuola senza il velo . Al rifiuto delle famiglie , le ha espulse . Quest ' anno i foulards si sono moltiplicati , forse anche per quella interdizione , e piovono provvedimenti analoghi . L ' anno scorso la reazione di Sos - racisme era stata aspra : vergogna , lo stato calpesta un segno di identità . Quest ' anno , Sos - racisme ha capovolto la linea : è bene che la scuola sia laica , il laicismo implica che non vi si faccia proselitismo per nessuna fede o religione che non sia quella della repubblica , cioè una metodologia di convivenza . Se i musulmani impongono il chador , i cattolici potrebbero reintrodurre il crocefisso , storicamente estromesso . Sono seguite divisioni e inasprimenti delle comunità musulmane : per l ' appunto , se accettassimo l ' ideologia della laicità ci assimileremmo a un ' idea di comunità che non è la nostra . Sos - racisme replica : non fatevi assimilare ma accettate che il paese dove andate difenda spazi per così dire agnostici , se no come si convive ? E chi vuoi convivere , risponde a voce più bassa il fondamentalismo : le ragazze portino d ' ora in poi il chador non come segno di appartenenza , ma come segno di militanza . E le donne in questione ? Le femministe esitano fra la difesa delle differenze e l ' universalismo della libertà femminile di Taslima Nasreen . Le ragazze che vanno a scuola non parlano , o non sono interrogate o non gli è permesso . Il padre e la madre impongono il foulard , che nasconde i capelli , la fronte , la parte inferiore del viso , il collo , la scuola impone di toglierlo . Se tengono il foulard la scuola le esclude . Se lo tolgono , sono escluse dalla famiglia e dalla comunità . Quelle che l ' avevano tolto per propria scelta già da tempo sono oggi incastrate tra fedeltà o tradimento della loro gente e fedeltà o tradimento di una idea di sé che credevano di aver conquistato . Da una trappola all ' altra .
AL POPOLO BASSO ( - , 1861 )
StampaPeriodica ,
Fra tutti quelli che formano la intera popolazione , o nazione o società come vuoi chiamarla , si è stabilita ’ na distinzione di tre classi , nobili , mezzo ceto e basso ceto . Ma questa distinzione è cosa troppo vecchia , e la fecero l ’ avarizia , la superbia e l ’ apparenza ; l ’ avarizia che altro Dio non ha , fuori del denaro , e per essa chi è più ricco è lo migliore : la superbia , che perché l ’ antenati sono stati qualche gran cosa , crede che gli altri l ’ hanno a stimare pure ’ na gran cosa , come se uno non avesse a essere stimato per quello che è , ma per quello che furono l ’ antenati suoi ; e finalmente l ’ apparenza , perché tutti quanti vogliamo giudicare con gli occhi della fronte e non con quelli della ragione . Questa distinzione dunque non mi piace : e persuaditi che per legge nessuno è figlio della gallina bianca . Non credere che lo nobile e lo signore avessero qualche dritto sopra di te , popolo basso , no . Essi hanno tanto dritto sopra di te , quanto dritto hai tu sopra di loro ; ma senti però , e mettici anche questo , che essi hanno tanti obblighi verso di te , quanti obblighi hai tu verso di loro . Senti , e tieni a mente questo : Iddio nella sua infinita sapienza e misericordia non ha dato a nessun uomo dritto sopra un altro uomo ; ma non ha fatto tutti l ’ uomene uguali . Rifletti dunque bene , popolo basso , e non avvilirti tanto , credendoti per obbligo condannato a stare sempre sotto . Alza la testa : e senza pretendere di uscire a forza dalla condizione nella quale Iddio ti ha posto e ti vuole , dí senza paura : “ Io per l ’ animo che tengo e per il cuore che mi sento , sono eguale a tutti li più gran signori che ci stanno sopra la terra : e tra me e li gran signori non c ’ è altra differenza che quella che nasce dall ’ uso che facciamo di quest ’ anima e di questo cuore : la buona gente , nobile o snobile , ricca o povera ha da stare naturalmente sopra : la gente cattiva nobile o snobile , ricca o povera , ha da stare naturalmente sotto . " Finora tu , popolo basso , sei stato l ’ ultimo , non per la condizione tua , no , ma per i tuoi difetti : mo , alza la testa , e fatti uguale agli altri , non per la condizione , ma per la virtù . I tuoi difetti sono stati prodotti dal passato dispotismo : ora , se tu vuoi , la libertà t ’ innalzerà , perché ti saprà educare . Impara e ti farai sentire e rispettare : e nobili e ceto medio si leveranno il cappello in faccia a la virtù del popolano . Fino a mo sei stato temuto come la tigre , come la peste , come il cane affamato : da oggi ’ nnanzi t ’ avrai a far temere come si teme la spada de la giustizia . A lo cane affamato o li si tira ’ na pietra ’ n fronte o li si getta un pezzo di pane per farlo star quieto : in faccia a lo giudice uno o s ’ ha da difendere con buone ragioni , o ha da essere condannato . Ma lo giudice ( tienilo a mente buono ) lo giudice ha da avere con sé la giustizia e la legge , e non la superbia e lo capriccio .
NÉ IDEALE NÉ REALE ( AMENDOLA GIOVANNI , 1906 )
StampaPeriodica ,
Gli uomini dei secoli XVIII e XIX hanno vissuto la crisi dell ' attività teorica . Gli uomini del secolo XX vivranno la crisi dell ' attività pratica ... La crisi dell ' attività teorica , o romanticismo , può essere , molto sommariamente divisa , in due grandi periodi . 1 ) La sostituzione di idoli nuovi e mobili , agli idoli vecchi e fissi del periodo classico . 2 ) La distruzione degli idoli . Il primo periodo comincia storicamente nella seconda metà del secolo XVIII in Francia ed in Germania , ed idealmente con l ' indirizzo critico e adogmatico della scuola inglese e di Kant ; in arte l ' inizio del periodo è caratterizzato dal ritorno alla natura , considerata come miniera inesauribile di ispirazione e di imitazione , da contrapporsi al libro , al canone , alla tradizione , alla misura ... Caratteri suoi generali sono la reazione al dogma in religione , in filosofia , e in morale , e la tendenza a sostituire i motivi interni ai motivi esterni nella azione . L ' Olimpo che esso distrugge all ' esterno , sotto forma di tradizioni e di credenze religiose , e di sanzioni ultraterrestri , viene quindi risuscitato all ' interno sotto forma di " principi generali " di " leggi naturali " di " imperativi categorici " di " criteri utilitari " etc .... Lo scuotimento e la distruzione dei vecchi ideali rigidi e fissi ha portato , attraverso una febbre di mobilità e di liberazione , ad altri ideali egualmente rigidi e fissi ; alla religione s ' è sostituita la scienza , alla Chiesa lo Stato ; ma gli argini della vita appariscono ben tracciati come prima ed il senso della corrente non può essere dubbio per l ' uomo equilibrato che guarda le cose con gli occhi del suo tempo . Intanto mentre l ' umanità effettua in se stessa questa prima cristallizzazione del romanticismo , una altra corrente romantica si inizia ; ma questa volta il movimento è destinato a restare nelle zone più profonde della coscienza , e l ' eco che l ' arte ne porterà al di fuori giungerà solo ai pochi , risvegliando il consenso e la partecipazione del minor numero ... Ho detto più sopra che questo secondo periodo può dirsi della distruzione degli idoli . Infatti come prima la critica aveva detronizzato Dei , eroi , santi , ed in generale tutti i tipi concreti ed individuati di idealità , sostituendo ad essi dei tipi astratti che ieri soltanto conquistarono il predominio , così ora la critica si rivolge contro questi stessi tipi astratti che ieri soltanto conquistarono il predominio : leggi scientifiche , imperativi morali , principi intellettuali universali , assiomi , postulati e fatti ... L 'arte..., ed in generale tutte le attività spontanee ed irriflesse salgono nella scala dei valori , finché giunti all ' estremo limite di questo sentiero noi troviamo che la conoscenza intellettuale viene riconosciuta soltanto quale lato interno di un ' azione , nata quindi dall ' azione , legata strettamente alla necessità d ' agire , sicché il vecchio tipo del sistema intellettuale sorto indipendentemente dalle esigenze pratiche , ispirato dalla contemplazione teoretica e disinteressata del mondo , viene ripudiato e condannato a sparire , e tutta la filosofia si riduce ad uno studio di mezzi d ' azione , ad una ricerca di movimenti e di giustificazioni , ad una affermazione di finalità dedotte dall ' apprezzamento delle utilità individuali ; e in altre parole : la filosofia viene ridotta ad una teoria filosofica dell ' impossibilità della filosofia . La strada della critica è così percorsa fino allo estremo . Le credenze dogmatiche sulle realtà , esterne o interne vengono soppresse . Le autorizzazioni assolute ad agire in un certo modo , o in vista di certi fini , spariscono . Né per questo , le sensazioni relative acquistano - come nel dogmatismo positivista - un maggior valore ; poiché questa " relatività " è macchiata anch ' essa dal peccato originale di una critica insufficiente ... Quest ' opera è stata l ' estrema credenza che ha riempito la vita degli ultimi intellettualisti ; per noi essa è il frutto di cenere che ci colma la bocca ... GLI ABITI SONO DELL ' UOMO Esaminiamo attentamente la nostra posizione . Se supponiamo che la domanda : " Che cosa credete ? " sia rivolta a noi e in pari tempo a un uomo di quattro secoli fa , sentiamo subito a che punto siamo arrivati . A quella domanda l ' uomo di quattro secoli fa , avrebbe risposto recitando il suo credo dogmatico - cattolico o protestante - e raffigurando nelle parole un mondo spirituale , altrettanto certo e completo quanto quello materiale . Noi invece saremmo costretti a rispondere in questi termini : " Crediamo che le credenze individuali rappresentano non già le realtà affermate nel loro contenuto , - sulla cui esistenza esse non dicono nulla - ma bensì la costituzione emozionale e volitiva dell ' individuo , . sottostante e fissata nel temperamento intellettuale ... In realtà non si crede , se la credenza non ci fa fede di una realtà che va oltre l ' individuo . Dire io credo ed aggiungere che però le credenze rispecchiano soltanto la nostra natura intima , significa soltanto dire con poca chiarezza " io non credo " ... Veniamo ora all ' azione ... L ' uomo di quattro secoli fa avrebbe , in teoria , apprezzato poco l ' azione materiale in confronto ai fini spirituali della vita e cioè degli ideali . L ' azione è un mezzo ; il suo valore e la sua utilità stanno soltanto nelle sue giustificazioni assolute , vale a dire nelle credenze che costituiscono la fede individuale . Per l ' uomo nuovissimo , liberato da tutti i dogmi , il criterio di giudizio è radicalmente invertito . L ' azione ha valore per sé stessa , indipendentemente dalle proprie giustificazioni - le credenze , - nonché reggerla e nobilitarla , sono il suo risultato , e non sussistono senza di essa . Ma nella pratica dell ' azione le cose stanno ben diversamente . L ' uomo di quattro secoli fa agisce intensamente , con entusiasmo e con sicurezza ; egli che solleva idealmente la credenza al di sopra dell ' atto , è invece l ' uomo pratico e attivo per eccellenza . I resultati dei suoi sforzi , guardati con occhi del ventesimo secolo , sono incalcolabili . L ' uomo attuale invece , che deifica l ' azione , è assolutamente incapace del più piccolo movimento ... Come mai la marcia verso la ricchezza dell ' anima ha condotto invece alla povertà ed all ' inanizione ? Chi guarda bene addentro al periodo romantico vede subito che il suo carattere principale e distintivo sta nella contraddizione . Il classicismo era caratterizzato dalla proporzione , dall ' armonia della logica , e dalla conseguenza ; questi caratteri si riscontravano in teoria nelle costruzioni sillogistiche e dogmatiche e in pratica nella sicurezza dell ' azione , tendente al limite estremo dei vari formalismi e delle varie ipocrisie della condotta ( civismi , farisaismi , etc . ) . Il romanticismo covò invece nel suo seno mille antitesi , e fu esso stesso tutta una grande antitesi , che condusse nei suoi resultati ad infinite situazioni contraddittorie , superate soltanto con l ' annientamento degli elementi stessi delle opposizioni ... Il periodo post - romantico ha sviluppato fino alle ultime conseguenze tutte le antitesi senza curarsi dei resultati pratici , e così è giunto alla completa dissenzione dello spirito ed al massimo disseccamento della vita umana ... I romantici cominciarono col sostituire gli ideali individuali agli ideali generali e dogmatici . La sorgente dell ' ideale fu ricercata nell ' io - al di dentro invece che al di fuori - e parve così per molti anni che la massa dell ' idealità umana fosse aumentata a dismisura per questa via , poiché ad ogni centro individuale sembrò scaturire un imperativo capace di imprimere la sua nota fondamentale su tutta una vita umana . I vecchi dogmi sui quali si plasmavano in passato le vite degli uomini parvero qualche cosa di esteriore sovrapposta all ' individuo ; portata da lui come si portano gli abiti e perciò furono respinti ... Invece l ' ideale interno e personale , rappresentava la spontaneità contrapposta all ' abitudine , il cuore contrapposto all ' intelletto , l ' anima contrapposta all ' abito . La critica della ragion pratica , innalzata sulla tabula rasa della ragione teorica , fu l ' espressione generica ed intellettuale dell ' idealità romantica . Fichte le diede un corpo metafisico , e Napoleone , il solo romantico dell ' azione , la visse . I poeti riempirono del suo profumo una delle epoche più fortunate della letteratura . Però questa formula dell ' ideale personale ed intimo che sembrava l ' estremo limite dell ' attività teorica , e la vetta eccelsa da cui l ' aquila avrebbe spiccato il gran volo verso le stelle , rappresentava invece soltanto un termine intermedio , da superare . Quando l ' individuo , da esecutore passivo di una Legge eterna predeterminata , fu trasformato in creatore della propria legge e riconosciuto quale sorgente prima delle sanzioni morali , l ' indagine successiva si portò sulle radici psicologiche più profonde dell ' idealità e delle credenze , sulla genesi della scienza ( credenza collettiva ) , e sui rapporti di precedenza fra la credenza e l ' azione . Era un passo in avanti sullo stesso cammino . Kant aveva distinto e dichiarato irriducibile il formale ed il materiale , il classico ed il romantico . Ora si trattava di ricercare quale dei due doveva considerarsi come termine primo ed originario di fronte all ' altro . Naturalmente i post - romantici diedero la preferenza al materiale , al particolare , al sentimento ed all ' azione : quindi negli stessi ideali individuali , che parevano il fiore più spontaneo e più puro dell ' era romantica , si passò a distinguere l ' elemento classico da quello romantico , riducendo quest ' ultimo al solo fattore dell ' azione . Si diventò consapevoli dell ' arbitrarietà delle proprie credenze e della loro dipendenza dalla volontà ingiustificata , e dall ' azione libera da motivi . Ma allora a che cosa si riducevano gli ideali individuali ? Ad abiti , né più né meno , che i vecchi ideali rigidi dell ' epoca classica . L ' uomo volle spogliare i suoi abiti e ridursi a volontà nuda . Senonché giunto a questo punto - ed è il punto in cui noi ci troviamo attualmente - l ' uomo si è accorto d ' essersi spogliato della sua stessa umanità , e d ' essersi ridotto ad un fantasma nebbioso , ad una vuota chimera priva di realtà concreta ... La tesi hegeliana è rimasta storicamente e idealmente provata ; l ' uomo , per difetto di ideale , ha cessato di essere reale . È apparso che se gli ideali sono gli abiti , gli abiti sono l ' uomo . L ' uomo , che non cerca sé stesso , s ' è spinto oltre sé stesso , col pretesto di ritrovarsi ( altra antitesi romantica ) . Ma al di là degli abiti ci può essere Dio , se sappiamo trovarlo ; l ' uomo non v ' è di certo . IL BIVIO Riflettiamo un istante sulle vie da seguire che si presentano all ' uomo attuale . Egli si trova dunque a questo punto : che conosce il carattere relativo delle proprie credenze e la loro subordinazione alla volontà ed all ' azione . D ' altra parte per esistere ( e l ' esistenza non gli sembra facoltativa ) egli non può fare a meno di agire ; e per agire deve credere a qualche cosa ... È chiaro che due vie si aprono dinanzi a lui : quella della persistenza nell ' attuale ordine di vedute , e quella di una rinnegazione volontaria della teoria volontarista delle credenze e di un conseguente ritorno alla filosofia . Prendendo la prima via egli ha il vantaggio di condurre fino alle estreme conseguenze il più straordinario esperimento metafisico che sia stato mai tentato , toccando quando che sia il fondo stesso delle cose . Prendendo la seconda via egli può farsi guidare da due diversi motivi : o egli riconosce di avere errato in qualche . punto della sua teoria volontarista della credenza , in modo da dover procedere ad una revisione della propria analisi , oppure , senza riconoscere niente , si riabbandona volontariamente all ' impulso che lo trasporta di nuovo dalla riva della morte alla riva della vita , dalla sponda post - romantica alla sponda classica ... FASE VEDANTINA La prima strada ci conduce ad una fase metafisica che già fu vissuta dall ' India antica che trovò la sua espressione intellettuale nel sistema vedanta . Per uno strano ricorso storico , l ' attività speculativa degli Aryas ritorna al suo punto di partenza , e risuscita per vie imprevedute una delle più grandiose avventure spirituali del passato . La filosofia vedanta enuncia chiaramente che la esistenza del mondo è relativa alla nostra credenza in essa . Manas la mentalità concreta ed induttiva dove le tracce delle percezioni si raccolgono , si aggrovigliano e si trasformano in semi di credenze , Manas è il Deus - ex - machina di questa enorme fantasmagoria cosmica . Noi siamo immersi nel sogno , e rimaniamo in tale stato solo perché non sappiamo di essere sognati . Il sistema vedanta è un raggio della ragione spirituale , un punto sveglio di questo torbido caos sognante . Quando questo punto si avviva in una coscienza individuale , l ' illuminazione completa segue presto ; la fede nella realtà del mondo viene a mancare , e l ' individuo constata la propria non - esistenza come quella delle cose che lo circondano e delle loro distinzioni , e si perde quindi nel non - essere per ritrovarsi poi in modo a - cosmico quale l ' unico Brahman , che non è né uno , né molteplice , o è ambedue queste cose a un tempo ... Lasciando da parte l ' architettura del sistema - che non ci riguarda in questo momento - rileviamo subito che il tratto caratteristico di questo modo di pensiero è l ' importanza attribuita alla credenza come creatrice del mondo esterno . Ma questa credenza è per i vedantini arbitraria , ingiustificata , dovuta alla ignoranza , alla Maya . Non diciamo noi con altre parole la stessa cosa allorché , togliendo alle credenze il loro valore intimo , lamentiamo soltanto come epifenomeni della volontà e dell ' azione ? La filosofia delle scienze del Le Roy , del Mach e quella dei contingentisti , rappresentano il passo più avanzato su questa via della riduzione del mondo alle nostre credenze , e della conseguente distruzione del mondo con l ' indebolimento delle credenze stesse . La verità intellettuale viene considerata come qualche cosa che si evolve e si va costituendo . Il pensiero non si adatta alle cose , ma invece adatta le cose a sé stesso ; le leggi non sono un ' imposizione dell ' oggetto al soggetto , ma rappresentano soltanto un elemento utilitario d ' ordine che noi poniamo nelle cose per nostro vantaggio e così via di seguito . La filosofia delle scienze non rispetta nemmeno il fatto - e tenta di ridurre il particolare esterno al particolare interno , il fisico al psicologico - altro fenomeno di quell ' analisi interna del romanticismo che conduce all ' inanizione dell ' ideale . Noi siamo portati a ritenere che la chiave delle cose sia da ricercare nella nostra costituzione psicologica . D ' altra parte gli occultisti , i maghi , i new thinkers , ecc . ci consigliano di sostituire i mezzi interni ai mezzi esterni , se vogliamo esercitare un ' influenza nel mondo . Essi ci assicurano che gli aggruppamenti dei fenomeni esterni sono come sorretti da corrispondenti gruppi psicologici sui quali noi possiamo avere un ' azione diretta . È possibile in una parola mutare i fatti operando sulle loro radici . Per esempio , una malattia è il prodotto della nostra credenza di esser malati . Io non vedo perché so che il mio occhio non vede . Certi isterici non hanno certi organi e non possono servirsene sebbene materialmente li posseggano , perché credono di non averli . I due casi sembrano diversi ; ma per gli oculisti il loro carattere è identico . Ma se si cambia l ' idea sottostante al fatto , questo viene a cambiare immediatamente . Così , se io cieco , penso con grande sicurezza : " io voglio vedere , io vedo " , il mio organo visivo tornerà a funzionare sull ' istante . Generalizzando , si può ritenere su questa via , che tutto il mondo esterno riposa nella nostra credenza nella sua esistenza , e che se noi diciamo a noi stessi : " il mondo esterno non esiste " ci risveglieremo immediatamente dal lungo sogno di Maya . Ecco dunque che sorge dinanzi a noi la suprema tentazione : quella di essere i distruttori dell ' Universo . Dopo aver distrutto tutti gli elementi non resta altro da distruggere che la totalità . La fase vedantina ci attira naturalmente , ed in un certo senso esercita su di noi un fascino magnetico , al quale ci è difficile resistere ... L ' elemento dogmatico brillerebbe oggi come la stella della salute sulle esauste sorgenti della vita . E intanto , poiché esso non appare , il miraggio vedantino e orientale ci attira con la maggiore intensità , e noi ci accorgiamo di aver percorso in soli centocinquanta l ' intervallo ideale che separa Roma da Benares , Gregorio VII da San Karacharya , il Cattolicismo dal Vedantismo . Perché questa via che ci seduce noi non la percorriamo ? RITORNO SULLA FILOSOFIA Veniamo dunque all ' altra via : il ritorno sulla filosofia . Dico ritorno sulla filosofia e non alla filosofia . Non intendo con questo escludere che si possa anche ritornare alla filosofia , come fornitrice di qualche sistemazione cosmica che ci renda una fede qualunque : intendo soltanto che per il momento la questione da esaminare è se si abbia avuto ragione di escludere totalmente l ' elemento generale della nostra vita . Abbiamo noi avuto ragione sempre ed in tutti i casi nella grande crociata contro l ' intellettualismo e contro l ' ontologismo in tutte le forme in cui è stata combattuta ? Non intendo suggerire risposta alcuna : pongo soltanto il problema . Tutta la storia dell ' antitesi romantica fra le idealità e la realtà , già superata nel sistema hegeliano ( che per questo lato si trova a livello del momento attuale ) , ha troppo l ' aria di uno sviluppo necessario , rassomiglia troppo ad uno di quegli scherzi di stile che la storia ci presenta spesso quando uomini e sistemi sembrano essersi data la consegna di sviluppare fino all ' estremo limite possibile certe linee ideali . Quelli che vengono dopo s ' accorgono sempre che tutto quanto è avvenuto rappresentava soltanto la dimostrazione di un teorema enunciato precedentemente . Nel caso attuale la nostra ricerca potrebbe esprimersi con queste parole : " qual ' è il teorema che è stato dimostrato dalla storia della critica e del romanticismo ? " . DUBBIO POST - CRITICO Il teorema potrà esistere o no : ma questo è indifferente per il nostro stato d ' animo attuale . Esso è riempito oggi da quello che potremmo chiamare il dubbio post - critico - dubbio totale e universale poiché investe la stessa speculazione che lo ha prodotto crollando i saldi edifici dogmatici del passato - e forse apre l ' anima a qualche cosa che è al di là del dogma e del dubbio ... Il nostro dubbio post - critico segue la nostra sorpresa . Ci siamo tuffati nella realtà per afferrarla tutta e ci siamo trovati privi di realtà . Il risultato era imprevisto : c ' era dunque qualche elemento del quale non avevamo tenuto conto . Qual ' è questo elemento ? Ecco il prossimo lavoro che ci attende . È soltanto dopo aver compiuto questo lavoro che noi potremo decidere definitivamente fra la scelta radicale della via della non - credenza , e la scelta sincera e sicura del ritorno all ' era dogmatica . Ma forse da qualche osservatorio dell ' anima , lontano dalle due strade , si incomincia a presentire la luce di una stella non mai apparsa .
ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Veduto il testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sulla istruzione elementare , post - elementare e sulle opere di integrazione , approvato con il R . decreto 5 febbraio 1928 - VI , n . 577 , e successive modificazioni ; Veduto l ' art . 3 , n . 2 , della legge 31 gennaio 1926 - IV , n . 100; Riconosciuta la necessità assoluta ed urgente di dare uno speciale ordinamento alla istruzione elementare dei fanciulli di razza ebraica ; Udito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del nostro Ministro Sottosegretario di Stato per l ' educazione nazionale , di concerto con quello per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 . Per i fanciulli di razza ebraica sono istituite a spese dello Stato speciali sezioni di scuola elementare nelle località in cui il numero di essi non sia inferiore a dieci . I relativi insegnanti potranno essere di razza ebraica . Art . 2 . Le comunità possono aprire , con l ' autorizzazione del Ministero per l ' educazione nazionale , scuole elementari , con effetti legali , per i fanciulli di razza ebraica . Per gli scrutini e per gli esami nelle dette scuole il Regio provveditore agli studi nomina un commissario . Nelle scuole elementari di cui ai comma precedenti , sono svolti i programmi stabiliti per le scuole di Stato ; salvo per ciò che concerne l ' insegnamento della religione cattolica . Art . 3 . Nelle scuole elementari per i fanciulli di razza ebraica sono adottati i libri di testo di Stati , con opportuni arrangiamenti , approvati dal Ministero dell ' educazione nazionale . Le spese relative sono a carico delle comunità israelitiche . Art . 4 . Il presente decreto , che andrà in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno , sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge . Il Ministro proponente , è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a San Rossore , addì 23 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio Emanuele Mussolini , Bottai , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi