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ProsaGiuridica ,
Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d ' Italia Imperatore d ' Etiopia Visto il R decreto 11 novembre 1923 , n . 2395 , sull ' ordinamento gerarchico delle Amministrazioni dello Stato , e le sue successive modificazioni ed integrazioni ; Visto il R . decreto 7 giugno 1937 , n . 1128 , sulla istituzione della dipendenza del Ministero dell ' interno , dell ' Ufficio centrale demografico ; Visto l ' art . 1 , n . 3 , della legge 31 gennaio 1926 , n . 100; Sentito il Consiglio dei Ministri ; Sulla proposta del DUCE , Primo Ministro Segretario di Stato , Ministro per l ' interno , di concerto col ministro Segretario di stato per le finanze ; Abbiamo decretato e decretiamo : Art . 1 . L ' Ufficio centrale demografico , istituito col R . decreto 7 giugno 1937 , n . 1128 , è trasformato in " Direzione generale per la demografia e la razza " , costituente una delle ripartizioni organiche del Ministero dell ' interno . Alla direzione generale predetta è preposto un prefetto , scelti fra quelli a disposizione del Ministero dell ' interno , a termini dell ' art . 102 del R . decreto 30 dicembre 1923 , n . 2960 . Art . 2 . Alla direzione generale istituita con l ' art . 1 sono devolute tutte le attribuzioni inerenti allo studio ed all ' attuazione dei provvedimenti in materia demografica e di quelli attinenti alla razza , salva la competenza attribuita dalle norme in vigore ad altre Amministrazioni Statali . Il presente decreto entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno . Ordiniamo che il presente decreto , munito del sigillo dello Stato , sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d ' Italia , mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare . Dato a San Rossore , addì 5 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio Emanuele Mussolini , Di Revel Visto il Guardasigilli : Solmi
StampaQuotidiana ,
Si prevedeva che la manifestazione di oggi sarebbe stata veramente grandiosa , imponente , e in realtà è riuscita superiore ad ogni supposizione . Fin dal mezzogiorno notavasi una grande animazione nelle vie principali . Erano numerose brigate di operai che si avviavano per prendere parte alla festa . Nelle adiacenze di via Oreto si è riversata immensa popolazione per assistere allo sfilamento del corteo . Alle ore 14 tutti sono al loro posto , e con ordine perfetto , cominciano a muoversi . I lavoratori , con gentile pensiero , prima di incamminarsi direttamente per via Macqueda , vollero cambiare per un momento rotta e sfilarono davanti i nostri uffici . Gli operai fecero una lusinghiera dimostrazione al Giornale di Sicilia , plaudendo calorosamente a misura che il corteo passava sotto i nostri balconi . La dimostrazione si ripeté poi , dentro il Politeama , allorquando Garibaldi Bosco ringraziò la stampa ; si udirono delle grida di Viva il Giornale di Sicilia , a cui la odierna dimostrazione di simpatia è largo guiderdone e conforto al suo mai smentito interessamento alle giuste cause dei lavoratori . Senza incidenti , il corteo giunge al Politeama , sempre preceduto da un plotone di carabinieri , da funzionari ed agenti di P . S . Alle ore 15,30 precise giunge il sindaco accompagnato da Garibaldi Bosco , dagli assessori Graziani , Di Martino , Caputo , Lazzaro , Galletti , Bordonali e dal segretario generale Donatuti . Il sindaco , cui la società dei fiorai offre un artistico mazzo , vien fatto segno ad una entusiastica ovazione . Cessati gli applausi , il vice - presidente della Camera di Lavoro , sig . Lombardo , pronunzia poche parole per dare il saluto agli operai ; sorge a parlare quindi il sindaco comm . Tasca Lanza , che viene spesso interrotto da applausi . Infine , Garibaldi Bosco pronunzia il discorso ufficiale , celebrativo della grande manifestazione . L ' oratore che è stato felicissimo viene fatto segno alla fine a ripetuti applausi , mentre molti gridano : Viva la Camera del Lavoro ! Viva gli operai ! Il teatro comincia a vuotarsi lentamente e le carrozze che stazionano in piazza Ruggiero Settimo vengono prese di assalto .
StampaPeriodica ,
Perché l ' unità si avvicini , perché l ' unità si faccia , bisogna che essa appaia e sia il risultato di un ' opera attiva , insistente , di tutte le parti . Altrimenti coloro che meno avranno contribuito saranno inevitabilmente dominati dalla preoccupazione di essere assorbiti , di scomparire in un organismo non proprio ; e quanto più l ' unificazione entrerà nel rango delle possibilità concrete , faranno macchina indietro . Sbagliamo , o tocchiamo qui quello che al momento attuale è nel campo italiano uno dei principali ostacoli alla unificazione ? Una certa pigrizia mentale , un certo passivismo e conservatorismo ideologico ; un onesto timore , anche , che , le basi teoriche per l ' unificazione non essendo ancora sufficientemente elaborate , si corra all ' avventura . Questi stati d ' animo e questo timore , che sarebbe un errore voler condannare in blocco , sono essenzialmente il riflesso del fatto emigratorio . L ' emigrazione porta a sopravvalutare le questioni dottrinali , favorendo la visione stereotipa di uomini , cose , partiti e situazioni . Anziché facilitare la liquidazione delle querele e il riassorbimento delle scissioni , le eternizza . I partiti , come gli uomini , sono esseri abitudinari . Dove manca lo stimolo trasformatore della vita politica vera , l ' abitudine più pesante prevale . L ' unificazione , o anche uno stretto rapporto di unità di azione , disturba , pone un sacco di problemi , scomoda consuetudini di lavoro e di collaborazione inveterate , costringe a molto ripensare e rivedere . A che pro , ci si domanda , quando l ' orizzonte è ancora chiuso ? Tiriamo avanti come siamo , cinque partiti e gruppi , con le rispettive direzioni , sedi , programmi , giornali . Tiriamo avanti finché si può . Bisogna pur dire che queste resistenze sono dovute anche al modo meccanico e grossolano con cui spesso si concepisce l ' unificazione proletaria . Anziché come il prodotto di una nuova sintesi , come la fondazione di un nuovo partito proletario che utilizza e fonde tutte le energie , ci viene presentata come una poco attraente somma numerica di partiti e di tessere tradizionali , da operarsi sotto il segno di un reciproco compromesso e di una reciproca constatata debolezza . Il partito comunista cede un poco di terreno ; il partito socialista avanza un poco ; e l ' errore del 1921 è riparato . Troppo semplice e troppo difficile a un tempo . Troppo semplice , perché la scissione , anche se superata in molte delle sue cause , non avvenne per un equivoco o per motivi superficiali . Troppo difficile , perché la lunga separazione ha accentuato le autonomie , gli orgogli e , in una certa misura , anche le distanze . Senza contare che altre forze e formazioni , anche se per ora modeste , si sono nel frattempo affacciate . Contano poco ancora come tessere , ma contano abbastanza come fermento critico , come idee , e anche come impulso e capacità di azione . Perché la causa dell ' unità proletaria faccia un serio passo innanzi , bisogna riproporsi con spirito aperto e con ferma volontà di azione l ' intero problema della rivoluzione proletaria in Italia . Pensare meno al 1921 , e più al 1937 . Dimenticare la vecchia Italia giolittiana e avere l ' occhio rivolto all ' Italia mussoliniana . E vedere questa rivoluzione non in teoria , ma in pratica , in movimento , in sviluppo . La lotta condotta gomito a gomito è una grande risolvitrice di dibattiti teorici ! Prendiamo , ad esempio , un problema , certo importante , come quello della struttura del partito , che avremo del resto occasione di esaminare in altro articolo . Le differenze di concezione sono grandi . Però tutti sappiamo che il partito che lotta contro uno Stato fascista totalitario non può assolutamente concepirsi come il partito che lottava contro la monarchia costituzionale . Se anziché eternare la disputa tra centralismo autoritario e democrazia interna esaminassimo come concretamente può e deve operare il partito rivoluzionario in Italia , non diciamo che saremmo d ' accordo ma certo molto terreno comune si potrebbe scoprire . Quel che vale per la struttura del partito , vale per molte altre questioni di metodo , di tattica . È d ' altronde la stessa concezione della rivoluzione proletaria che si è venuta modificando sensibilmente in questi anni . Il nostro ideale si è ad un tempo allargato e concretizzato . La rivoluzione proletaria , sotto la spinta dell ' oppressione totalitaria , la sentiamo non solo come fatto di classe , come emancipazione economica , ma come liberazione della società tutta quanta , come umanesimo integrale . Siamo oggi tutti infinitamente più sensibili di quel che non fossimo venti anni or sono ai problemi di libertà , di democrazia e anche di moralità e di cultura . La stessa interpretazione del marxismo , un tempo meccanica e materialistica , si è fatta dialettica e umanistica . Tutti , ripetiamo . Le preoccupazioni di cultura del partito comunista lo dimostrano . Ma si è anche straordinariamente concretizzato il nostro ideale . Venti anni fa si parlava dell ' economia socialista in forma generica . Era utopia volerne studiare i contorni e i problemi . Oggi , con la gigantesca esperienza russa senza parlare di quella spagnuola in corso disponiamo di un materiale positivo immenso . Sappiamo tutti che cosa significhi rivoluzione socialista , organizzazione socialista della produzione . La certezza di poter costruire e l ' esempio altrui , mentre ci danno la forza di osare , ci forniscono il senso della misura . Si possono ormai evitare alcuni errori e resistenze massicce ; come si possono saltare alcuni tempi . Ecco il terreno grandioso e fertile sul quale può e deve farsi la nuova unità proletaria ; il terreno su cui può sorgere il nuovo partito unico del proletariato italiano . Come diventano povere e senza costrutto le vecchie querele e anche le vecchie ostinazioni di partito ! Ci attardiamo sul passato ormai chiuso , quando il presente e l ' avvenire si aprono dinanzi a noi . Animo , partiti proletari e proletari dell ' emigrazione ! Senza leggerezze improvvisatrici , ma anche senza timori e conservatorismi eccessivi , affrontate , affrontiamo insieme nei suoi veri termini la questione della unificazione politica del proletariato italiano . « Giustizia e Libertà » è un movimento che ha ormai un netto carattere proletario . Non solo perché il proletariato si dimostra dovunque come l ' unica classe capace di operare quel sovvertimento di istituzioni e di valori che si propone ; non solo perché nel seno del movimento gli elementi proletari hanno sempre maggior peso ; ma perché nell ' esperienza concreta della lotta ha misurato tutta l ' incapacità , lo svuotamento della borghesia italiana come classe dirigente . Certo non è facile definire G.L. in base alla terminologia usuale dei partiti proletari . In base a questa terminologia dovremmo definirci ad un tempo socialisti e comunisti e libertari ( socialisti - rivoluzionari , comunisti - liberali ) nel senso che riconosciamo quel che di vitale ciascuna di queste posizioni , in sia pure varia misura , contiene . Nel socialismo vediamo l ' idea forza animatrice di tutto il movimento operaio . La sostanza di ogni reale democrazia , la religione del secolo . Nel comunismo la prima storica applicazione del socialismo , il mito ( assai logorato , purtroppo ) , ma soprattutto la più energica forza rivoluzionaria . Nel libertarismo l ' elemento di utopia , di sogno , di prepotente , anche se rozza e primitiva , religione della persona . Affermiamo la necessità di una nuova sintesi , e crediamo che , nei suoi termini essenziali , G.L. si avvii a darla . In ogni caso ci sembra che nessuno dei vecchi movimenti proletari sia capace , da solo , di assolvere ai compiti centrali della lotta contro il fascismo . Questa lotta , ideale e pratica , chiede oggi di essere condotta contemporaneamente su due terreni : un terreno elementare , che sia di risveglio , di iniziazione del popolo alla libertà e alla difesa delle sue condizioni di vita ; e un terreno ideale , finalistico che sia di educazione di una nuova classe dirigente , della nuova « élite » rivoluzionaria , di contrapposizione del mondo dei valori umanistici del socialismo al mondo inumano del fascismo . Le due lotte non sono diverse , staccate nel tempo e negli obbiettivi ; ma aspetti necessari e legati di una lotta unica che trascende le possibilità di ogni singola corrente . Per condurre la prima si propone la costituzione di un Fronte Popolare Italiano non ricalcato su quello francese , e adeguato alla situazione italiana . Per condurre la seconda si fa affidamento , oltre che sui partiti , sullo sviluppo e sull ' allargamento dell ' unità di azione proletaria . Siamo favorevoli a entrambi , ma come espedienti provvisori o come avviamento a formazioni assai diverse . Ad abbattere il fascismo non saranno né il Fronte Popolare che presuppone la vita democratica e dei forti partiti né l ' unità d ' azione che sinora ha più favorito l ' irrigidimento dei partiti sulle loro posizioni rappresentative formali , che il loro effettivo riavvicinamento . Che cosa , allora ? Un formazione nuova , originale , capace di condurre contro il colosso totalitario una lotta ad un tempo pratica , politica , culturale . Di questa formazione il proletariato sarà il pernio . Ma non bisogna pensarla in termini di partito tradizionale . La nozione tradizionale di partito è insufficiente , sorda a troppe esigenze che la lotta contro il fascismo , e lo stesso successo fascista , ci hanno rivelate . È una forma politica nuova quella che si dovrà elaborare ; e non già a tavolino , ma nell ' esperienza del lavoro comune , attraverso la fusione progressiva delle varie frazioni proletarie e il potenziamento di tutti i motivi vitali di opposizione . Il partito unico del proletario , se vorrà essere una forza rinnovatrice autentica , dovrà essere più che un partito in senso stretto , una larga forza sociale , una sorta di anticipazione della società futura , di microcosmo sociale , con la sua organizzazione di combattimento , ma anche con la sua vita intellettuale dal respiro ampio e incitatore . G.L. che cosa vi porterà ? In primo luogo l ' esigenza di questo rinnovamento sostanziale della lotta proletaria . Una tradizione ininterrotta di azione e di iniziativa . Un ' interpretazione lucida , disincantata del fascismo , non solo come reazione di classe , ma come sprofondamento sociale . Un rapporto intimo con la cultura e la storia del nostro paese , non nel senso del patriottismo volgare ma dell ' adesione a quella realtà nazionale da cui la Rivoluzione Italiana trarrà la sua originalità creatrice . La coscienza acuta di alcuni problemi che possono dirsi quelli della modernità dell ' Italia ( formazione di classe dirigente ; riscatto del sud ; alleanza proletariato urbano - contadini - intellettuali ; federalismo ) e soprattutto una preoccupazione centrale di libertà non astratta , non formale , basata su una concezione attiva , positiva , emancipatrice , della libertà e della giustizia ( autonomie , Consigli ) . Nell ' attesa che l ' unificazione maturi , sempre collaborando ad ogni sforzo disinteressato di unione , G.L. svilupperà la sua organizzazione politica proponendosi di fornire un esempio modesto ma stimolante di ciò che dovrà essere l ' organo , e più che l ' organo , l ' organizzazione della rinascita proletaria in Italia attraverso il riscatto morale e sociale dell ' intero paese .
I DIRITTI DELL'UOMO ( Abbagnano Nicola , 1964 )
StampaQuotidiana ,
La situazione attuale del problema concernente i diritti dell ' uomo può essere ricapitolata nei tre punti seguenti : 1 . il riconoscimento teorico sempre più esteso di tali diritti : riconoscimento che ha avuto una sanzione solenne nella Dichiarazione universale dei diritti emanata dalle Nazioni Unite nel 1948 , e per il quale non c ' è forse oggi governo o autorità costituita o movimento politico che neghi , in linea di principio , l ' esistenza di tali diritti ; 2 . la persistenza effettiva nelle strutture giuridiche e politiche di tutti gli Stati del mondo ( anche dei più progrediti ) , nei costumi , nell ' opinione pubblica e nei movimenti politici e ideologici , di infrazioni gravissime ai diritti dell ' uomo . Tali infrazioni prendono la forma di limitazioni drastiche dei diritti di libertà ( di parola , di stampa , di riunione ) o dei diritti sociali ( all ' istruzione , al lavoro e alla difesa del lavoro ) ; o anche di atteggiamenti , radicati nel costume o nell ' opinione pubblica ( intolleranza razziale o religiosa ) e difesi , nella pratica quotidiana , da gruppi amorfi o organizzati ; 3 . la difficoltà di « giustificare » o « fondare » i diritti dell ' uomo , cioè di rispondere alle domande : « Perché l ' individuo umano ha diritti da far valere nei confronti della comunità stessa cui appartiene ? Qual è la ragione ( il fondamento ) della sua pretesa a tali diritti ? » Quest ' ultimo punto è stato il tema di un convegno , tenutosi all ' Aquila ( dal 15 al 18 settembre 1964 ) , dell ' Institut International de Philosophie , una specie d ' accademia che raccoglie i più noti filosofi del mondo . In questo convegno , filosofi provenienti dalle scuole e dalle ideologie più disparate si sono trovati d ' accordo nell ' esigenza di dare , ai diritti che oramai tutti , teoricamente , riconoscono all ' uomo , un « fondamento » o una « giustificazione » che renda possibile la determinazione rigorosa di tali diritti , la difesa di essi e la lotta contro le forze che ancora ne impediscono il rispetto e la realizzazione . Nessun accordo sostanziale ha invece potuto stabilirsi sul punto capitale , cioè su quale il fondamento o la giustificazione debba essere . Non sono mancati certo , anche da parte di filosofi italiani come Calogero , Guzzo e Bobbio , contributi notevolissimi alla chiarificazione del problema e alla delineazione di vie che possono dar luogo a una soluzione ; ma altri passi in avanti sono stati resi impossibili dalla mancanza di accordo su un punto fondamentale , cioè su ciò che si deve intendere veramente per « diritti dell ' uomo » . Alcuni hanno inteso tali diritti come tendenze o doveri morali , altri come ideali , altri come esigenze che la storia fa nascere e che essa è in qualche modo destinata o votata a realizzare ; altri infine come proposte o pretese che saranno rese valide solo quando avranno ottenuto l ' approvazione di tutti gli uomini o almeno di quelli capaci di giudicarle . Questa disparità di vedute nasce , nel mondo contemporaneo , dall ' eclissi del giusnaturalismo , che è stato per più di duemila anni il fondamento della teoria dei diritti e di ogni dottrina giuridica . Secondo il giusnaturalismo antico ( degli Stoici , di Cicerone , del pensiero medievale ) esiste un ordine razionale perfetto , voluto o posto dalla divinità , al quale cercano di avvicinarsi , come a modello , le legislazioni positive dei singoli popoli e che costituisce il criterio per migliorare e correggere tali legislazioni e il fondamento delle pretese che gli individui avanzano nei loro confronti . Secondo il giusnaturalismo moderno ( che nasce nel '600 con Grozio ) , il diritto naturale , come base di ogni diritto positivo , è opera della retta ragione umana : le massime di quel diritto hanno la stessa evidenza e necessità dei teoremi della matematica . In entrambe queste forme , il giusnaturalismo riesce ad assicurare ai diritti dell ' uomo una base certa o sicura ; ma vi riesce solo a patto di partire da ipotesi che nessuno oggi riconosce come certe e sicure : l ' origine divina del diritto e l ' infallibilità della ragione umana . Tali ipotesi sembrano infatti smentite dalla disparità e dal contrasto dei principi del diritto riconosciuti dai vari gruppi umani ( tra i quali bisogna oggi considerare anche quelli lontani da ogni tradizione europea ed occidentale ) , dalle trasformazioni radicali che ogni sistema di diritti subisce nel corso della storia e , per ciò che riguarda i diritti dell ' individuo , dai , mutamenti che intervengono nella loro valutazione e nel loro numero e che sembrano suggeriti da circostanze storiche contingenti più che da un ordine stabile o da una linea razionale di sviluppo . Il diritto alla soddisfazione dei bisogni elementari , il diritto al lavoro e alla difesa organizzata del lavoro , il diritto all ' istruzione , all ' assistenza e molti altri , si affacciano ora con urgenza nella situazione storica ed emergono , come esigenze o pretese , dal contesto della nostra società industriale , per quanto fossero sconosciuti alle epoche precedenti . Nulla , anche , garantisce che l ' insieme di tali diritti e di quelli tradizionali della sicurezza fisica , della libertà e della proprietà , non sia in qualche modo contraddittorio : si può anzi presumere che contraddizioni o conflitti esistano e possano insorgere tra i diritti reclamati con uguale validità . Questa situazione rende d ' importanza decisiva il compito ( prettamente filosofica ) di trovare una giustificazione che consenta di stabilire il significato e i limiti dei diritti , e la loro compatibilità rispettiva , togliendo la possibilità di conflitti ; e che escluda sia l ' ottimismo che lo scetticismo i quali entrambi renderebbero inutile o priva di senso la difesa di essi e la lotta per la loro realizzazione . Ma questo compito non potrà fare appello ad alcun sistema particolare di credenze , ad alcun insieme di principi che siano propri di una scuola filosofica o di una confessione religiosa o di una determinata tradizione culturale : perché esso dovrà conservare la sua validità ( almeno potenzialmente ) per tutti gli uomini , quali che siano le loro credenze e le loro tradizioni . Da questo punto di vista una giustificazione ragionevole dei diritti dell ' uomo si può ottenere soltanto considerando la funzione che essi hanno esercitata e continuano ad esercitare nel corso della storia umana : funzione che è stata ed è quella di difendere l ' individuo e le sue possibilità di autorealizzazione e di sviluppo dal prepotere delle istituzioni che presiedono alla vita associata . Poiché la stessa vita associata può sussistere solo mediante la sopravvivenza degli individui , la difesa degli individui è condizione fondamentale per la sopravvivenza della comunità e suo interesse essenziale . Se si bada a questa funzione , i diritti dell ' individuo possono essere considerati come norme o regole fondamentali o primarie che valgono come principi limitativi e , in certi casi , come criteri di giudizio di tutte le leggi , norme o massime che guidano il comportamento delle istituzioni e degli individui di una comunità qualsiasi . Le leggi positive , le norme del costume , i codici morali e religiosi possono avere ed hanno i fini più disparati ed ispirarsi a bisogni , ad esigenze , a ideali e perfino a pregiudizi che poco o nulla hanno a che fare con la vita e le possibilità dell ' individuo . I cosiddetti « diritti » dell ' uomo costituiscono invece un insieme di norme la cui funzione è di salvaguardare qualsiasi uomo e tutti gli uomini nella loro possibilità di partecipare in modo attivo e responsabile alla vita della comunità . Si fa appello ai diritti dell ' uomo quando il comportamento dello Stato o di altre istituzioni pubbliche o di strutture sociali o economiche o di gruppi di individui mette in forse questa possibilità o la restringe a gruppi privilegiati , negandola all ' uomo come tale . Tali diritti per quanto esprimibili in termini generalissimi ( « Rispettare la libertà individuale » ; « Garantire la sicurezza personale » , ecc . ) trovano il loro significato concreto nelle situazioni storiche in cui si fanno valere ; ma il loro carattere permanente e costante deriva dal fatto che essi compiono sempre la stessa funzione . In una società primitiva , ad esempio , il diritto all ' istruzione non si affaccia nella forma che esso assume nella nostra società industriale : quella società infatti , per quanto rozza possa essere , conferisce ai suoi membri un grado di addestramento che li rende attivi partecipanti della vita comune : e l ' individuo pertanto non ha né la ragione né l ' occasione di fare appello a un suo specifico diritto . Ma nella società industriale l ' individuo che sia privo di un grado adeguato di istruzione viene respinto ai margini e rimane inutilizzabile per se stesso e per gli altri . Ciò gli fornisce la ragione e l ' occasione per fare appello al suo diritto ; il cui rispetto , d ' altra parte , diventa un interesse essenziale della società nel suo complesso . I diritti dell ' uomo « nascono » , cioè sono chiaramente formulati , solo quando si determina una situazione nella quale le possibilità di un individuo qualsiasi di farsi valere come membro attivo e responsabile della comunità cui appartiene sono in pericolo e , al limite , negate . Ma ciò non rende i diritti dell ' uomo contingenti , mutevoli e soggetti a nascere e a sparire senza costrutto . Non li rende neppure « eterni » , cioè al di fuori del tempo e della storia . Il loro fondamento permanente è la funzione che essi esercitano di rendere possibile a tutti gli uomini la partecipazione all ' umanità e di offrire all ' umanità il mezzo per uscire dalle divisioni e dai conflitti che mettono in pericolo la sua pace e la sua sopravvivenza .
StampaQuotidiana ,
Un avvenimento mondano è , davvero , l ' esposizione della meravigliosa camera da letto che la ditta Ducrot e C . ha esposto nel suo negozio di via Ruggiero Settimo . Ieri tutta la Palermo signorile ed aristocratica si è affollata colà per ammirare quei capolavori di mobilia elegantissima , sontuosa ed artistica ond ' è composta questa camera da letto che il Giornale di Sicilia offre in dono ai suoi abbonati insieme alla stanza da pranzo . La curiosità in tutta la cittadinanza era ben giustificata , poiché si trattava non solo d ' osservare i grandi premi del Giornale di Sicilia , ma anche di giudicare del valore e dell ' importanza di un arredamento e di un ammobiliamento che all ' Esposizione internazionale d ' Arte decorativa a Torino ha avuto il grande diploma d ' onore , la maggiore delle ricompense ! E quanti hanno veduto la camera da letto si spiegano agevolmente il grande trionfo riportato a Torino dall ' arte e dall ' industria palermitana ! L ' ultima notizia , che fa tanto onore alla Ditta Ducrot è la seguente : Sua Eccellenza il conte Giannotti , cerimoniere della Corte di S . M . il Re d ' Italia , ha ordinato la riproduzione di questa camera da letto che , come i lettori ricorderanno , è stata disegnata da Ernesto Basile , mentre le ornamentazioni in bronzo sono dello scultore Antonio Ugo .
StampaPeriodica ,
Mentre l ' Ala italiana risorge vigorosa per la volontà del Duce e la Nazione sta ritrovando lo spirito aviatorio che Tullo Morgagni predicò con fede infiammata , la nostra Rivista vuole rievocare l ' opera e il sacrificio di Lui , che rimarrà perenne e luminoso esempio di propagandista . Ricorre l ' anniversario della spaventosa tragedia avvenuta il 2 agosto 1919 nel cielo di Verona . L ' Aviazione italiana , nata con la guerra e uscita dalla tremenda prova ricca di gloria e di energia , guardava fiduciosa alle conquiste pacifiche . L ' insidia d ' un destino crudele troncava tragicamente quello che doveva essere il primo grande raid di propaganda . Fra le vittime era Tullo Morgagni , l ' Apostolo infaticabile dell ' Aviazione italiana .
IL DIVERTIMENTO ( Abbagnano Nicola , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Uno dei sintomi che comunemente si adducono della cosiddetta « crisi del costume » della società contemporanea è l ' amore , anzi la « sete » , di divertimento . Si pensa che i nostri padri e i nostri nonni o le « generazioni passate » dividessero il loro tempo tra il lavoro e la famiglia , completamente assorti nell ' adempimento austero dei loro doveri quotidiani e completamente alieni da qualsiasi distrazione . Nonostante la perdita di ingenuità che caratterizza tanti nostri atteggiamenti , questo è un caso nel quale l ' ingenuità non è stata perduta . Se si riflette che il divertimento comprende i giochi ( di tutte le specie ) , la caccia , la pesca , la conversazione , i racconti , la danza , il canto , le feste , i banchetti e gli spettacoli di tutti i generi , si può constatare agevolmente che , in una forma o nell ' altra o in tutte le forme , esso accompagna la vita dell ' intero genere umano in tutti i suoi gradi e in tutte le sue manifestazioni . Le società primitive non differiscono in questo dalle società evolute o civili , salvo forse per la parte maggiore di tempo che consacrano al divertimento : giacché si danno al canto , alla danza o alle cerimonie erotiche appena hanno provveduto alla soddisfazione dei bisogni più elementari e ritornano malvolentieri ai lavori abituali solo quando quei bisogni sono nuovamente diventati urgenti . Ciò che fa pensare ad una sete di divertimento propria della società contemporanea , è piuttosto il carattere che il divertimento ha assunto in tale società : l ' uniformità , la diffusione pressoché universale di molte forme di divertimento che prima si coltivavano in ambienti chiusi o ristretti e che ora sono venute alla luce e tendono a essere partecipate da tutti gli strati sociali . Il fatto è che il divertimento accompagna tutte le forme della vita umana ed è una manifestazione di essa così costante come altre attività ritenute più nobili , per esempio la morale o la religione . I filosofi , dal canto loro , non solo lo hanno ritenuto costante , ma anche necessario . Hanno visto in esso una manifestazione essenziale della vita dell ' uomo : una manifestazione cioè che consente di gettare uno sguardo approfondito su ciò che è l ' essenza o la natura dell ' uomo . Talvolta essi lo hanno considerato come una conseguenza della natura miserabile dell ' uomo , tal altra come un aspetto positivo di essa ; ma in ogni caso ne hanno accentuato il carattere essenziale o inevitabile , la sua connessione strettissima con la sostanza della vita umana . Sulle orme degli antichi Stoici e di Cicerone , Montaigne vedeva nel divertimento una medicina delle passioni , che può tenere l ' uomo lontano dalla gioia e dall ' afflizione eccessive . E Pascal , in celebri pagine dei suoi Pensieri , dette un ' analisi classica del divertimento , ritenuto inevitabilmente connesso con la condizione miserabile dell ' uomo nel mondo . Pascal includeva nel divertimento tutte le forme di attività che occupano intensamente l ' uomo e gli impediscono di pensare a se stesso , alla sua natura debole e mortale . Sono divertimenti egualmente , secondo Pascal , le fatiche della guerra e il gioco della palla , la caccia alla lepre e il governo dei popoli ; e la condizione del re è la più felice perché il re è circondato da persone che si prendono cura che non sia mai solo e in stato di pensare a se stesso , sapendo che , benché re , sarebbe miserabile se ci pensasse . Sembrerebbe , dice Pascal , che caricando gli uomini sin dall ' infanzia di innumerevoli occupazioni , preoccupazioni e cure , li si condanni all ' infelicità ; ma in realtà non li si carica mai abbastanza , giacché , se si togliessero tutte le cure , essi vedrebbero se stessi , penserebbero a quel che sono , da dove vengono e a dove vanno , e sarebbero più ancora e irrimediabilmente infelici . Il divertimento è perciò la sola fuga possibile dal senso della infelicità della vita , secondo Pascal . Secondo Schopenhauer , è invece la fuga dalla noia che interviene quando l ' uomo ha appagato i suoi bisogni e ha superato il dolore della privazione . L ' oscillazione in cui consiste , secondo Schopenhauer , l ' intera vita dell ' uomo , tra il dolore del bisogno e il tedio della soddisfazione , subisce con il divertimento una pausa temporanea che riempie il vuoto tra un ' occupazione e l ' altra . Certamente , secondo Pascal e Schopenhauer , il divertimento è una forma di quella che oggi sì chiama « alienazione » ; è un estraniarsi dell ' uomo da se stesso , dalla sua coscienza di sé ; ma ciò non lo rende meno essenziale . Ed inevitabile ed essenziale esso è anche per i filosofi , per i quali non costituisce un estraniamento . Criticando Pascal , Voltaire affermava che pensare a se stesso significa rigorosamente non pensare a nulla : l ' uomo può pensare a se stesso solo pensando alle cose che lo occupano e queste cose fanno parte della condizione umana non meno che del « se stesso » dell ' uomo . Da questo punto di vista , il divertimento non è un ' estraniazione , non è neppure una medicina o una fuga : è , come tutte le attività umane , un rapporto con le cose o con gli altri uomini che riempiono il campo , altrimenti vuoto , della coscienza umana . Dallo stesso punto di vista , Hume affermava che solo dagli oggetti esterni l ' uomo può ricevere gli stimoli che mettano in moto le sue capacità , lo occupino e lo divertano . Occupazione e divertimento obbediscono alla stessa legge . Più specificamente , Kant , l ' austero filosofo del dovere , raccomandava , tra le forme del divertimento e come aiuto alla socievolezza , un banchetto di persone di buon gusto in cui il raccontarsi le novità del giorno , i ragionamenti vari e gli scherzi trovassero posto ugualmente . E Dewey vedeva nel divertimento un aspetto essenziale dell ' esperienza umana , precisamente la fase finale o consumatoria di tale esperienza : nella quale l ' uomo si dedica al godimento diretto e immediato e che comprende il banchetto e la festività , l ' ornamento , la danza , il canto , la pantomima , il raccontare storie e il rappresentarle . Si può dunque ritenere l ' uomo destinato a pensare unicamente a se stesso e al proprio destino o a pensare alle cose o agli oggetti molteplici che lo circondano ; si può ritenere infelice o neutra la sua condizione nel mondo . Conseguentemente , si può ritenere il divertimento un estraniarsi dalla natura umana o una manifestazione normale di essa : ma in ogni caso , esso fa parte integrante della natura e dell ' esperienza dell ' uomo e non può essere eliminato . I filosofi sono pertanto alieni dal pregiudizio moralistico , che vorrebbe eliminare il divertimento come un ' inutile perdita di tempo e una distrazione pericolosa dalla serietà degli impegni che attendono l ' uomo nella vita . E in realtà questo pregiudizio si può ritenere equivalente a quello di chi volesse che , per evitare perdite di tempo e distrazioni , l ' uomo rinunciasse al sonno . Il divertimento non è certo il sonno ; è , a suo modo , un ' attività impegnativa e seria in cui l ' uomo esprime o realizza se stesso , come si realizza ed esprime nelle attività che costituiscono il suo lavoro quotidiano . Nei confronti di tale lavoro il divertimento costituisce ( come dice la parola ) una diversione , un mutamento di attività : è , per di più , una diversione o mutamento che non è strumentale ma finale , non costituisce un mezzo per acquisire o produrre beni ma un godimento di beni . Se il divertimento occupa l ' intera vita di un uomo , non è più divertimento perché perde la sua funzione di dare un altro corso all ' attività abituale dell ' uomo . La noia di una vita oziosa , dedicata soltanto a quelli che per gli altri sono « divertimenti » , deriva appunto dal fatto che essa abolisce la funzione liberatrice del divertimento : funzione condizionata dalla partecipazione a una forma di attività che divertimento non sia . Ma , dall ' altro lato , una vita che pretendesse chiudersi al divertimento e dedicarsi esclusivamente al lavoro e al dovere , finirebbe per fare di buona parte del lavoro e del dovere una forma di divertimento : un divertimento inconsapevole , pesante per se stesso e per gli altri e odioso per la sua ipocrisia . Si può , se si vuole , mettere il divertimento sul conto delle « debolezze umane » ; purché non si veda in questa debolezza un motivo di condanna o di riprovazione . L ' uomo è quello che è , non contro o nonostante i suoi bisogni , ma in virtù di essi . Prendere atto di tali bisogni e appagarli ragionevolmente , è la prima condizione del suo equilibrio e della sua efficienza . E il divertimento è , certamente , uno di tali bisogni .
StampaQuotidiana ,
Una festa meravigliosa quella di iersera in casa del prefetto marchese De Seta , in occasione del concerto col quale si chiudono i ricevimenti di quest ' anno nell ' ospitalissima e signorile famiglia . Le signore della nostra aristocrazia e della migliore società palermitana affollavano le sale ; il mondo ufficiale era al completo , a cominciare dal sindaco senatore Tasca Lanza , dai Generali Guy e de Boucard , Corticelli ecc . Il marchese e la marchesa De Seta facevano gli onori colla loro grazia squisita . Il concerto fu un vero avvenimento d ' arte , perché le incantevoli signorine De Seta che sono intelligentissime e bravissime musiciste , insieme alle loro gentili amiche formavano iersera una troupe insuperabile . S ' incominciò con Tops là bas ! di Monti , per mandolini , eseguito con entrain mirabile dalle signorine Nerina e Delia Whitaker , Emma ed Oliva di Cangi , Nina e Rosa De Seta , Costanza Vannucci , Marta di Napoli , Giuseppina di Montereale , Paolina Firmaturi e dalla signorina Angelina Termini che accompagnava al pianoforte . Le signorine Aileen Whitaker e Rosa De Seta eseguirono deliziosamente il duetto per arpe Idillio di San Fiorenzo . Seguì la signorina Amalia di Villafranca colla Romanza di Schumann trascritta per pianoforte da Liszt , mostrandosi come sempre eccellente pianista , e degna allieva del bravo maestro Arcieri . Poscia le signorine Rosa e Nina De Seta fecero gustare Berceuse di Godard e Saltarella di Papini ( violino e piano ) ; la signorina Rosa De Seta ( arpa ) e la signora Marchello ( piano ) suonarono il Guarany di Gomez trascrizione del Bellotta . La signorina Marianna Tagliavia cantò squisitamente l ' aria del Mefistofele e Valzer biondo di Marino , accompagnata egregiamente dall ' ottimo prof . Morasca . Dopo il concerto si schiusero le porte del buffet elegantissimo e sontuosissimo . Lo champagne scorreva a profusione nel gaio cicaleccio dello sciame lieto degli amici ed habitués ammiratissimi . Poscia le giovani eleganti coppie si abbandonarono alle dolcezze del boston e i quattro salti durarono fino a tardi .
StampaPeriodica ,
« Giustizia e Libertà » sorse nell ' ottobre 1929 con le caratteristiche di un movimento di azione . I fondatori non vollero appesantirlo con troppi bagagli teorici . L ' obbiettivo immediato consisteva nel rompere il contagio della paura , nel richiamare alla lotta una opposizione polverizzata , nel creare una coscienza e una volontà rivoluzionarie in una minoranza audace capace , col tempo , di trascinare le masse . « Giovani e veterani si leggeva nel primo appello di " Giustizia e Libertà " chiamiamo a noi i migliori , i dispersi , i credenti , i giovani . Provenienti da diverse correnti politiche , archiviamo per ora le tessere e creiamo una unità d ' azione . Movimento rivoluzionario , non partito , " Giustizia e Libertà " è il nome ed il simbolo . Repubblicani , socialisti e democratici , ci battiamo per la libertà , per la repubblica , per la giustizia sociale . Non siamo più tre espressioni differenti ma un trinomio inscindibile » . La dichiarazione iniziale di principi che ha accompagnato per due anni le pubblicazioni del movimento , e che conserva ancora tutta la sua forza ideale , oltre che a fissare il comune denominatore programmatico servì ad operare una prima ma fondamentale selezione tra gli antifascisti : da un lato gli elementi decisi , che sentivano la necessità morale e politica di una lotta rivoluzionaria e che , aderendo a « Giustizia e Libertà » , erano pronti a pagare di persona ; dall ' altro gli elementi timidi e cerebralizzanti , facilmente disposti al compromesso , in perpetua attesa del « miracolo » , rifuggenti da ogni seria partecipazione alla lotta . Questa selezione fu , contro ogni apparenza , eminentemente politica ; più che cento programmi essa valse a separare gli elementi conservatori dagli elementi rivoluzionari . Un conservatore non aderirà infatti mai ad una impostazione e a metodi di lotta seriamente rivoluzionari , quali sono quelli di «G.L.», ben sapendo che nel mondo moderno ogni rivoluzione è necessariamente sociale e che vano sarebbe il tentativo di trattenerla entro gli stretti limiti della politica formale . All ' inverso , coloro i quali accettano la impostazione rivoluzionaria della lotta , sono poi , salvo rare eccezioni , anche coloro che affermano la necessità di una radicale trasformazione dei rapporti sociali . Per cotesta selezione agì con insuperabile efficacia la tesi repubblicana , affermata da «G.L.» sino dagli inizi con una intransigenza assoluta . Essa allontanò di colpo dal movimento gli elementi conservatori che sempre e dovunque , ma soprattutto nella situazione italiana , hanno considerato la monarchia come il più forte puntello della conservazione sociale ; e consentì al movimento di gettarsi subito con grande energia nella battaglia , senza troppo preoccuparsi di discussioni teoretiche che avrebbero rischiato di rallentare il ritmo dell ' azione . Due anni sono passati da allora ; due anni duri , di lotta silenziosa e tenace , di sacrifici innumeri e spesso ignorati , consacrati dalla morte o da feroci condanne di Tribunale . Abbiamo noi raggiunto l ' obiettivo iniziale che ci eravamo assegnati ? Senza tema di esagerare possiamo rispondere affermativamente . La coscienza della necessità , della fatalità storica della lotta rivoluzionaria , si è imposta . Le vecchie posizioni di compromesso monarchico - papaline - corporative sono state spazzate . Nuclei di « Giustizia e Libertà » esistono in moltissimi centri italiani . « Giustizia e Libertà » non è ormai più il sogno di pochi generosi od illusi . È una realtà poderosa , è la concreta speranza di liberazione cui guarda il Paese . Il fascismo , che sa identificare i suoi avversari , ha già da tempo riconosciuto in «G.L.» il centro animatore della rivoluzione italiana . Due anni sono passati ; nuovi compiti urgono . Mentre la lotta continua , appare ormai indispensabile il precisare la fisionomia politica del movimento . La dichiarazione iniziale di principi chiede d ' essere sviluppata e definita nelle sue pratiche applicazioni , specie sociali . Non basta più parlare genericamente di libertà , di repubblica , di giustizia sociale . Bisogna anche dire come , in virtù di quali trasformazioni , attraverso quali istituti vogliamo che questa libertà , questa repubblica , questa giustizia sociale siano realizzate . Tale precisazione non è imposta solo da un dovere di chiarezza e da un elementare senso di responsabilità politica , ma dal rapido maturarsi della coscienza rivoluzionaria nel nostro Paese . Due anni fa un tentativo di precisazione programmatica non avrebbe servito che ad alimentare nuove discussioni e scissioni ; oggi , dopo due anni di lotte comuni condotte sotto il segno di «G.L.», esso non potrà che imprimere nuovo slancio all ' azione rivoluzionaria . La fase dell ' antifascismo negativo o indistinto è chiusa in Italia . Il bisogno di vedere affermata una posizione di antifascismo costruttivo , che si pronunci sui problemi fondamentali della rivoluzione , che tenga conto delle grandi esperienze del dopoguerra europeo , e che implichi un radicale rinnovamento della vita italiana , si è ormai generalizzato . Consapevole di questa situazione e di queste esigenze la direzione del movimento ha creduto che il tempo fosse venuto di dare a « Giustizia e Libertà » un programma . La direzione ha lungamente discusso , ha interrogato quanti più compagni fosse possibile e ha finalmente elaborato , con la collaborazione dei rappresentanti di vari gruppi , lo schema di programma che segue . Con questo programma non si è inteso vincolare in modo assoluto i membri . Si è voluto piuttosto fissare alcuni caposaldi di orientamento e determinare una chiarificazione indispensabile alla educazione politica della nuova generazione e allo sviluppo dell ' azione rivoluzionaria . Non appena la situazione lo consentirà , la direzione convocherà un convegno per la redazione e l ' approvazione definitiva del programma . Schema di programma . Il fascismo non può essere abbattuto che da un movimento rivoluzionario che imposti e risolva decisamente , in funzione di libertà , i problemi politici e sociali fondamentali della vita italiana . Il movimento « Giustizia e Libertà » , per il suo stesso modo di costituzione e per la sostanza del suo programma , è la espressione concreta delle forze che si battono sul terreno rivoluzionario contro il fascismo . Nell ' ordine politico « Giustizia e Libertà » mira alla conquista della libertà , cioè di uno Stato repubblicano che realizzi le forme della più larga democrazia , basandosi essenzialmente sulle classi lavoratrici e sulle organizzazioni autonome ; nell ' ordine sociale « Giustizia e Libertà » vuole affermato un principio di giustizia che renda effettiva quella democrazia , affrontando in modo radicale il problema della terra e dell ' industria e quello dei rapporti interni di fabbrica . La rivoluzione antifascista non sarà un semplice mutamento di forme politiche superficiali , né un ritorno al passato , ma una profonda trasformazione economico - politica . Al Governo sorto dalla rivoluzione e ai Comitati locali rivoluzionari spetterà il compito di porre le basi del nuovo Stato . Una Assemblea Costituente , eletta a suffragio universale e convocata entro breve termine , consacrerà l ' opera della rivoluzione e fisserà l ' ordinamento definitivo della Repubblica . Le basi del nuovo regime . La monarchia sarà dichiarata decaduta e sarà proclamata la Repubblica . La libertà di associazione , di organizzazione professionale , di stampa , di riunione , di emigrazione ecc . saranno ristabilite . Soppresse la milizia e la polizia fascista , sarà costituita una guardia repubblicana per la difesa della Rivoluzione . I maggiori responsabili e i favoreggiatori , finanziatori e profittatori del fascismo , cominciando dal re , saranno processati ; i beni dei condannati saranno confiscati perché formino un fondo per indennizzare le vittime politiche . Le aziende giornalistiche fasciste saranno confiscate e messe a disposizione dei comitati rivoluzionari . Le corporazioni e i sindacati fascisti saranno sciolti . La riforma agraria . La rivoluzione antifascista affronterà il problema agrario sulla base del principio : « La terra a chi lavora » , tutelando nello stesso tempo gli interessi della produzione . Si distingueranno le aziende in cui , senza dannose conseguenze economiche , è possibile l ' immediato conferimento della proprietà ai lavoratori , da quelle che esigono l ' impiego di molte braccia , di ingenti capitali e di superiore direzione tecnica nelle quali il frazionamento della unità fondiaria disorganizzerebbe e ridurrebbe la produzione . Conseguentemente : I mezzadri , i piccoli fittavoli , i partecipanti , gli enfiteuti e in generale tutti coloro che coltivano la terra col loro lavoro personale e con quello della loro famiglia , acquisteranno la proprietà della terra che coltivano , rimanendo obbligati verso i vecchi proprietari ad una moderata indennità rateale garantita dallo Stato , che rappresenterà il titolo legittimo di acquisto e che , in caso di confisca della proprietà , andrà allo Stato . Sarà stabilita una quota massima di indennità . Laddove sia richiesto dagli interessi della produzione , saranno costituiti dei Consorzi o delle Cooperative per la gestione dei servizi comuni , sotto la direzione o il controllo di tecnici . Le aziende agrarie , per le quali l ' attribuzione individuale della terra riuscirebbe antieconomica , diventeranno proprietà comune e indivisibile dei coltivatori , salvo al vecchio proprietario ed al fittabile per il capitale da lui impiegato , il diritto all ' indennità di cui al paragrafo precedente . Le nuove aziende saranno gestite in cooperativa od altra forma collettiva secondo le necessità economiche locali . I lavoratori che non abbiano trovato occupazione permanente come proprietari o comproprietari di aziende agricole personali o collettive , avranno diritto di preferenza nella assegnazione delle terre pubbliche e di bonifica . Lo Stato organizzerà il credito agrario in modo da assicurare il successo della riforma agraria . Provvedimenti speciali regoleranno i debiti ipotecari . Riforma industriale e bancaria . La rivoluzione antifascista affronterà il problema della crisi dell ' industria , che non è solo economica , ma di uomini e di classi . Essa non potrà risolversi se non con una riorganizzazione generale dell ' industria e con la trasformazione dei rapporti interni di fabbrica . Un organo permanente per la direzione e il controllo della vita economica nazionale traccerà un piano di ricostruzione economica e fisserà , in accordo con i pubblici poteri , le direttive fondamentali della produzione . La riforma dell ' industria sarà basata sulla socializzazione con gestione autonoma , sul controllo operaio e la democrazia di fabbrica , da applicarsi secondo i criteri che seguono : Le industrie e le aziende che presentano i caratteri di un servizio pubblico essenziale ( idroelettrica , dei fertilizzanti , grandi banche private di credito ) o che fruiscono di un monopolio naturale ( mineraria ) , o hanno vissuto sinora estorcendo alla collettività enormi protezioni doganali o sovvenzioni ( siderurgica , saccarifera , costruzioni navali ) saranno socializzate . La gestione delle aziende socializzate non sarà assunta dallo Stato , ma da organismi autonomi , non burocratici , diretti da tecnici con la partecipazione di rappresentanti degli operai e impiegati dell ' azienda , dei consumatori e degli enti pubblici interessati . Il capitale azionario delle industrie socializzate , salvo quello confiscato ai responsabili del fascismo , sarà trasformato a titolo di moderata indennità , in obbligazioni da estinguersi in una generazione . Per evitare , nel periodo del trapasso , lo sconvolgimento della produzione nelle industrie socializzate e la gravissima disoccupazione che ne seguirebbe , sarà fatto obbligo ai tecnici di conservare le loro funzioni , salvo la revisione successiva . Il controllo operaio , introdotto in tutte le grandi e medie aziende , così pubbliche come private , dovrà assicurare alle classi lavoratrici una effettiva compartecipazione alla gestione delle aziende . Esso sarà organizzato in modo da affermare la libertà operaia nella fabbrica , da sviluppare le capacità industriali della classe operaia , e da opporsi , nell ' interesse della produzione , alle tendenze di burocrazia e di centralizzazione . Politica sindacale e cooperativa . Le proprietà del partito e delle organizzazioni fasciste saranno confiscate per essere trasferite alle organizzazioni operaie e contadine . I contratti collettivi saranno immediatamente riveduti . L ' indennità di disoccupazione dovrà essere sufficiente alla vita e versata durante l ' intero periodo di disoccupazione a tutti i disoccupati . Sarà promossa l ' organizzazione e la difesa degli interessi dei lavoratori a domicilio ( apprendisti , garzoni , lavoratori casalinghi ecc . ) con la fissazione dei minimi di salario e di contratti - tipo . Il movimento cooperativo riceverà , in tutti i suoi rami , il massimo appoggio . Si promuoverà il collegamento tra cooperative di produzione industriali e agricole e le cooperative di consumo , riorganizzando i mercati con la soppressione degli intermediari parassitari . Politica finanziaria e doganale . Sarà introdotta la nominatività dei titoli e ristabilita , con aliquote progressive , la imposta di successione . Provvedimenti radicali saranno presi per l ' abolizione del dazio sul grano e dei dazi sui generi di consumo popolare . Le tariffe doganali saranno rivedute nel senso di una progressiva generale riduzione . Politica delle abitazioni . Immediata riduzione degli affitti . Municipalizzazione delle aree e delle costruzioni edilizie . Politica che favorisca il passaggio della attuale proprietà edilizia ai Municipi o agli inquilini contro il pagamento di una moderata indennità . Politica estera e coloniale - Minoranze allogene . La Repubblica Italiana farà una decisa politica di pace e di disarmo ; ridurrà grandemente le spese militari e coloniali ; propugnerà l ' organizzazione unitaria dell ' Europa e una politica di libero scambio . Riconoscerà l ' autonomia culturale e amministrativa alle minoranze allogene . Adotterà una politica di intesa e di libertà verso gli abitanti delle colonie . Giustizia e riforma carceraria . Indipendenza e inamovibilità della magistratura , previo allontanamento degli elementi indegni ad opera di una Commissione indipendente dal Potere Esecutivo . Radicale riforma del regime carcerario . Politica scolastica . Scuola gratuita , aperta in tutti i suoi gradi al popolo e aderente alle forme rinnovate della vita sociale . L ' insegnamento e la cultura riceveranno il massimo impulso e saranno considerati come essenziali alla vita e al progresso della Repubblica . Politica ecclesiastica . Separazione completa dello Stato dalla Chiesa , previa confisca dei beni dell ' alto clero e delle Congregazioni religiose . Incondizionata libertà di coscienza e di culto . Il Trattato di Conciliazione , la Convenzione Finanziaria e il Concordato saranno dichiarati nulli . Ai titoli di rendita ( 1 miliardo ) consegnati al Vaticano sarà tolta ogni validità . Autonomie . L ' organizzazione del nuovo Stato dovrà basarsi sulle più ampie autonomie . Le funzioni del Governo centrale dovranno limitarsi alle sole materie che interessano la vita nazionale . Il principio dell ' autonomia è uno dei principi direttivi del movimento rivoluzionario « Giustizia e Libertà » .
LA FORTUNA ( Abbagnano Nicola , 1964 )
StampaQuotidiana ,
In un capitolo del Principe , Niccolò Machiavelli , dopo aver riportato l ' opinione diffusa che tutte le cose del mondo siano governate dalla fortuna sicché l ' uomo non possa apportarvi né correzione né rimedio , dichiara che , per suo conto , è stato incline a questa opinione e che solo per non negare completamente la libertà umana è giunto a concludere che la fortuna è arbitra della metà delle azioni umane e che essa lascia governare agli uomini l ' altra metà o pressappoco . Anche oggi , forse , come ai tempi di Machiavelli , molti inclinano a credere che la fortuna è l ' arbitra esclusiva delle vicende umane . La variabilità di queste vicende , la rapidità delle trasformazioni sociali e politiche , l ' instabilità delle istituzioni e dei costumi , l ' incertezza del destino personale di ciascun individuo non sono certo diminuite dai tempi di Machiavelli ed anzi appaiono oggi ancora più radicali . La parte della fortuna nelle faccende dell ' uomo sembra maggiore del cinquanta per cento che Machiavelli voleva attribuirle . La grandezza , la decadenza e la fine delle civiltà , dei popoli e degli Stati , la miseria e il benessere delle popolazioni , la riuscita o l ' insuccesso degli individui , la loro nascita e morte , le loro vicende significative o banali , sembrano in larga misura dovute a quel fattore ignoto , talora benevolo tal altra maligno , ma sempre minaccioso o sconcertante , perché su di esso non si può fare affidamento , che diciamo « fortuna » . Certo , degli eventi che si attribuiscono alla fortuna si possono cercare e trovare le « cause » . La fortuna , come il suo stretto parente , il caso , non significa assenza di causalità . I filosofi , da Aristotele in poi , sono stati concordi su questo punto . Un uomo esce di casa a una certa ora ; questo è un fatto che ha le sue cause cioè la sua motivazione : egli deve recarsi al lavoro o a un appuntamento o ha un altro motivo qualsiasi per uscire . Una tegola cade da un tetto ; questo fatto ha le sue cause : l ' azione del vento o delle intemperie e la forza di gravità . Ma l ' incontro di questi due fatti , che accade quando la tegola cade in testa a quell ' uomo , non è prevedibile né in base alla prima , né in base alla seconda delle serie causali che lo provocano : perciò si dice che è dovuto al « caso » e che l ' uomo è stato « sfortunato » a passare di li in quel momento . Analogamente il movimento della roulette che fa fermare la pallina su un certo numero è dovuto alle leggi meccaniche , mentre alla preferenza del giocatore ò dovuta la puntata che egli fa su quel numero ; ma l ' incontro delle due causalità costituisce la « fortuna » del giocatore stesso . L ' imprevedibilità sembra costituire il carattere proprio di questi incontri casuali , fortunati o sfortunati che siano , tra diverse serie di eventi . I due eventi che si incontrano sono , ciascuno per suo conto , prevedibili cioè spiegabili in base alle cause o ai motivi che li determinano ; ma non è prevedibile il loro incontro perché non si verifica con frequenza sufficiente a stabilire un ' uniformità di accadimento . Ora tale imprevedibilità può essere interpretata in due modi diversi : può , in primo luogo , essere considerata come un semplice frutto dell ' ignoranza in cui l ' uomo si trova di fronte a molti dei fattori che agiscono nel mondo ; e in secondo luogo può essere considerata come una indeterminazione reale , inerente al fatto che le maglie della rete causale sono troppo larghe e non arrivano a stringere o a contenere tutti i fenomeni sicché un certo numero di essi sfugge alla rete e si comporta come vuole . La differenza tra queste due interpretazioni non è puramente accademica . Secondo la prima , l ' azione del caso ( o della fortuna , la quale non è che l ' azione del caso nelle faccende umane ) può essere ridotta e , al limite , eliminata mediante la riduzione o l ' eliminazione dell ' ignoranza e l ' estendersi della conoscenza a un numero sempre maggiore di fattori causali . Secondo l ' altra , il caso è , in qualche misura , ineliminabile perché è un ' imperfezione reale dell ' ordine oggettivo , e si annida nelle falle della stessa connessione causale . Tra queste due interpretazioni , la scienza e la filosofia contemporanea propendono per la seconda . La considerazione probabilistica che si estende oramai a tutte le branche fondamentali della conoscenza scientifica , dalla fisica atomica alla biologia ; alla psicologia e alla sociologia , si fonda sul presupposto che i fatti non sono determinabili e prevedibili uno per uno ma soltanto nei loro insiemi , nelle loro medie statistiche . Le maglie della catena causale , di cui si avvalgono oggi le scienze nella spiegazione e nella previsione dei fatti , sono , in altri termini , assai larghe : ad esse sfugge , si può dire , ogni fatto che sia considerato nella sua individualità . La considerazione probabilistica , come considerazione statistica che concerne sempre un numero di fatti abbastanza grande , non dice nulla sul comportamento di un fatto singolo . Sappiamo , per esempio , dall ' andamento delle medie statistiche degli anni passati , il numero probabile degli individui che si sposeranno o prenderanno la laurea l ' anno venturo ; ma questa conoscenza non ci dice affatto che il signor Tizio l ' anno venturo si sposerà o il signor Caio prenderà la laurea . Le unità individuali che entrano a comporre le medie statistiche che costituiscono l ' uniformità e le leggi cioè gli oggetti veri e propri della scienza , sfuggono , proprio nella loro individualità , alle uniformità e alle leggi : praticamente , rimangono i soggetti del caso . Ciò vale per un singolo elettrone come per un singolo uomo . E se è così , se la scienza non può fare a meno del caso , il vecchio concetto della fortuna che domina le faccende umane non è solo un pregiudizio da ignoranti . La consapevolezza che la fortuna gioca una parte importante è profondamente radicata nella società contemporanea . Essa assume la forma di quel « senso d ' insicurezza » che spesso viene addotto ( e non a torto ) come un contrassegno specifico della società contemporanea ; o di quel senso del rischio che viene teorizzato da molte filosofie contemporanee . Ma non è detto che tale consapevolezza debba condurre gli uomini soltanto a un pessimismo contemplativo e passivo , alla rinunzia ad ogni intervento nel corso delle cose . Il lasciar fare , l ' abbandonarsi alla fortuna , è un atteggiamento sempre possibile , nonché una facile tentazione per chiunque ; ma è pure possibile , e certo più promettente , l ' atteggiamento opposto di chi è deciso a trar partito dalla stessa molteplicità dei casi o delle occasioni che la fortuna può offrire . Possiamo limitarci a fare contro i colpi della sorte gli scongiuri di rito o a fidare nell ' oroscopo quotidiano che i giornali ci danno , anche se , in un mondo in cui gli astri sono a portata di missile , è difficile credere ancora che siano depositari di occulte influenze . Ma possiamo anche accettare la sfida che la fortuna ci getta e rispondervi con le armi che abbiamo a disposizione . Possiamo prevedere , in una certa misura , le linee di tendenza dei fatti e prepararci ad affrontare le situazioni future per correggere quelle tendenze o portarvi rimedio o adeguarle , per quanto è possibile , ai nostri umani interessi . Il bisogno della progettazione , così profondamente radicato oggi in tutti i campi dell ' attività umana , nasce appunto da questo atteggiamento di libera reazione alla fortuna e da una ragionevole fiducia nei mezzi di cui la ragione umana dispone . Certamente , qualsiasi progettazione può non riuscire e sul suo esito finale la fortuna dirà la sua . Ma , come ancora osservava Machiavelli , essa manifesta la sua potenza soprattutto là dove non c ' è « ordinata virtù a resisterle » ; ed è sempre meno rovinosa quando gli uomini hanno pensato per tempo a elevare contro di essa argini e ripari , adeguati .