ProsaGiuridica ,
Vittorio
Emanuele
III
per
Grazia
di
Dio
e
per
la
Volontà
della
Nazione
Re
d
'
Italia
Imperatore
d
'
Etiopia
Visto
il
R
decreto
11
novembre
1923
,
n
.
2395
,
sull
'
ordinamento
gerarchico
delle
Amministrazioni
dello
Stato
,
e
le
sue
successive
modificazioni
ed
integrazioni
;
Visto
il
R
.
decreto
7
giugno
1937
,
n
.
1128
,
sulla
istituzione
della
dipendenza
del
Ministero
dell
'
interno
,
dell
'
Ufficio
centrale
demografico
;
Visto
l
'
art
.
1
,
n
.
3
,
della
legge
31
gennaio
1926
,
n
.
100;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
Sulla
proposta
del
DUCE
,
Primo
Ministro
Segretario
di
Stato
,
Ministro
per
l
'
interno
,
di
concerto
col
ministro
Segretario
di
stato
per
le
finanze
;
Abbiamo
decretato
e
decretiamo
:
Art
.
1
.
L
'
Ufficio
centrale
demografico
,
istituito
col
R
.
decreto
7
giugno
1937
,
n
.
1128
,
è
trasformato
in
"
Direzione
generale
per
la
demografia
e
la
razza
"
,
costituente
una
delle
ripartizioni
organiche
del
Ministero
dell
'
interno
.
Alla
direzione
generale
predetta
è
preposto
un
prefetto
,
scelti
fra
quelli
a
disposizione
del
Ministero
dell
'
interno
,
a
termini
dell
'
art
.
102
del
R
.
decreto
30
dicembre
1923
,
n
.
2960
.
Art
.
2
.
Alla
direzione
generale
istituita
con
l
'
art
.
1
sono
devolute
tutte
le
attribuzioni
inerenti
allo
studio
ed
all
'
attuazione
dei
provvedimenti
in
materia
demografica
e
di
quelli
attinenti
alla
razza
,
salva
la
competenza
attribuita
dalle
norme
in
vigore
ad
altre
Amministrazioni
Statali
.
Il
presente
decreto
entra
in
vigore
il
giorno
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
del
Regno
.
Ordiniamo
che
il
presente
decreto
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sia
inserto
nella
raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
del
Regno
d
'
Italia
,
mandando
a
chiunque
spetti
di
osservarlo
e
di
farlo
osservare
.
Dato
a
San
Rossore
,
addì
5
settembre
1938
-
Anno
XVI
Vittorio
Emanuele
Mussolini
,
Di
Revel
Visto
il
Guardasigilli
:
Solmi
StampaQuotidiana ,
Si
prevedeva
che
la
manifestazione
di
oggi
sarebbe
stata
veramente
grandiosa
,
imponente
,
e
in
realtà
è
riuscita
superiore
ad
ogni
supposizione
.
Fin
dal
mezzogiorno
notavasi
una
grande
animazione
nelle
vie
principali
.
Erano
numerose
brigate
di
operai
che
si
avviavano
per
prendere
parte
alla
festa
.
Nelle
adiacenze
di
via
Oreto
si
è
riversata
immensa
popolazione
per
assistere
allo
sfilamento
del
corteo
.
Alle
ore
14
tutti
sono
al
loro
posto
,
e
con
ordine
perfetto
,
cominciano
a
muoversi
.
I
lavoratori
,
con
gentile
pensiero
,
prima
di
incamminarsi
direttamente
per
via
Macqueda
,
vollero
cambiare
per
un
momento
rotta
e
sfilarono
davanti
i
nostri
uffici
.
Gli
operai
fecero
una
lusinghiera
dimostrazione
al
Giornale
di
Sicilia
,
plaudendo
calorosamente
a
misura
che
il
corteo
passava
sotto
i
nostri
balconi
.
La
dimostrazione
si
ripeté
poi
,
dentro
il
Politeama
,
allorquando
Garibaldi
Bosco
ringraziò
la
stampa
;
si
udirono
delle
grida
di
Viva
il
Giornale
di
Sicilia
,
a
cui
la
odierna
dimostrazione
di
simpatia
è
largo
guiderdone
e
conforto
al
suo
mai
smentito
interessamento
alle
giuste
cause
dei
lavoratori
.
Senza
incidenti
,
il
corteo
giunge
al
Politeama
,
sempre
preceduto
da
un
plotone
di
carabinieri
,
da
funzionari
ed
agenti
di
P
.
S
.
Alle
ore
15,30
precise
giunge
il
sindaco
accompagnato
da
Garibaldi
Bosco
,
dagli
assessori
Graziani
,
Di
Martino
,
Caputo
,
Lazzaro
,
Galletti
,
Bordonali
e
dal
segretario
generale
Donatuti
.
Il
sindaco
,
cui
la
società
dei
fiorai
offre
un
artistico
mazzo
,
vien
fatto
segno
ad
una
entusiastica
ovazione
.
Cessati
gli
applausi
,
il
vice
-
presidente
della
Camera
di
Lavoro
,
sig
.
Lombardo
,
pronunzia
poche
parole
per
dare
il
saluto
agli
operai
;
sorge
a
parlare
quindi
il
sindaco
comm
.
Tasca
Lanza
,
che
viene
spesso
interrotto
da
applausi
.
Infine
,
Garibaldi
Bosco
pronunzia
il
discorso
ufficiale
,
celebrativo
della
grande
manifestazione
.
L
'
oratore
che
è
stato
felicissimo
viene
fatto
segno
alla
fine
a
ripetuti
applausi
,
mentre
molti
gridano
:
Viva
la
Camera
del
Lavoro
!
Viva
gli
operai
!
Il
teatro
comincia
a
vuotarsi
lentamente
e
le
carrozze
che
stazionano
in
piazza
Ruggiero
Settimo
vengono
prese
di
assalto
.
StampaPeriodica ,
Perché
l
'
unità
si
avvicini
,
perché
l
'
unità
si
faccia
,
bisogna
che
essa
appaia
e
sia
il
risultato
di
un
'
opera
attiva
,
insistente
,
di
tutte
le
parti
.
Altrimenti
coloro
che
meno
avranno
contribuito
saranno
inevitabilmente
dominati
dalla
preoccupazione
di
essere
assorbiti
,
di
scomparire
in
un
organismo
non
proprio
;
e
quanto
più
l
'
unificazione
entrerà
nel
rango
delle
possibilità
concrete
,
faranno
macchina
indietro
.
Sbagliamo
,
o
tocchiamo
qui
quello
che
al
momento
attuale
è
nel
campo
italiano
uno
dei
principali
ostacoli
alla
unificazione
?
Una
certa
pigrizia
mentale
,
un
certo
passivismo
e
conservatorismo
ideologico
;
un
onesto
timore
,
anche
,
che
,
le
basi
teoriche
per
l
'
unificazione
non
essendo
ancora
sufficientemente
elaborate
,
si
corra
all
'
avventura
.
Questi
stati
d
'
animo
e
questo
timore
,
che
sarebbe
un
errore
voler
condannare
in
blocco
,
sono
essenzialmente
il
riflesso
del
fatto
emigratorio
.
L
'
emigrazione
porta
a
sopravvalutare
le
questioni
dottrinali
,
favorendo
la
visione
stereotipa
di
uomini
,
cose
,
partiti
e
situazioni
.
Anziché
facilitare
la
liquidazione
delle
querele
e
il
riassorbimento
delle
scissioni
,
le
eternizza
.
I
partiti
,
come
gli
uomini
,
sono
esseri
abitudinari
.
Dove
manca
lo
stimolo
trasformatore
della
vita
politica
vera
,
l
'
abitudine
più
pesante
prevale
.
L
'
unificazione
,
o
anche
uno
stretto
rapporto
di
unità
di
azione
,
disturba
,
pone
un
sacco
di
problemi
,
scomoda
consuetudini
di
lavoro
e
di
collaborazione
inveterate
,
costringe
a
molto
ripensare
e
rivedere
.
A
che
pro
,
ci
si
domanda
,
quando
l
'
orizzonte
è
ancora
chiuso
?
Tiriamo
avanti
come
siamo
,
cinque
partiti
e
gruppi
,
con
le
rispettive
direzioni
,
sedi
,
programmi
,
giornali
.
Tiriamo
avanti
finché
si
può
.
Bisogna
pur
dire
che
queste
resistenze
sono
dovute
anche
al
modo
meccanico
e
grossolano
con
cui
spesso
si
concepisce
l
'
unificazione
proletaria
.
Anziché
come
il
prodotto
di
una
nuova
sintesi
,
come
la
fondazione
di
un
nuovo
partito
proletario
che
utilizza
e
fonde
tutte
le
energie
,
ci
viene
presentata
come
una
poco
attraente
somma
numerica
di
partiti
e
di
tessere
tradizionali
,
da
operarsi
sotto
il
segno
di
un
reciproco
compromesso
e
di
una
reciproca
constatata
debolezza
.
Il
partito
comunista
cede
un
poco
di
terreno
;
il
partito
socialista
avanza
un
poco
;
e
l
'
errore
del
1921
è
riparato
.
Troppo
semplice
e
troppo
difficile
a
un
tempo
.
Troppo
semplice
,
perché
la
scissione
,
anche
se
superata
in
molte
delle
sue
cause
,
non
avvenne
per
un
equivoco
o
per
motivi
superficiali
.
Troppo
difficile
,
perché
la
lunga
separazione
ha
accentuato
le
autonomie
,
gli
orgogli
e
,
in
una
certa
misura
,
anche
le
distanze
.
Senza
contare
che
altre
forze
e
formazioni
,
anche
se
per
ora
modeste
,
si
sono
nel
frattempo
affacciate
.
Contano
poco
ancora
come
tessere
,
ma
contano
abbastanza
come
fermento
critico
,
come
idee
,
e
anche
come
impulso
e
capacità
di
azione
.
Perché
la
causa
dell
'
unità
proletaria
faccia
un
serio
passo
innanzi
,
bisogna
riproporsi
con
spirito
aperto
e
con
ferma
volontà
di
azione
l
'
intero
problema
della
rivoluzione
proletaria
in
Italia
.
Pensare
meno
al
1921
,
e
più
al
1937
.
Dimenticare
la
vecchia
Italia
giolittiana
e
avere
l
'
occhio
rivolto
all
'
Italia
mussoliniana
.
E
vedere
questa
rivoluzione
non
in
teoria
,
ma
in
pratica
,
in
movimento
,
in
sviluppo
.
La
lotta
condotta
gomito
a
gomito
è
una
grande
risolvitrice
di
dibattiti
teorici
!
Prendiamo
,
ad
esempio
,
un
problema
,
certo
importante
,
come
quello
della
struttura
del
partito
,
che
avremo
del
resto
occasione
di
esaminare
in
altro
articolo
.
Le
differenze
di
concezione
sono
grandi
.
Però
tutti
sappiamo
che
il
partito
che
lotta
contro
uno
Stato
fascista
totalitario
non
può
assolutamente
concepirsi
come
il
partito
che
lottava
contro
la
monarchia
costituzionale
.
Se
anziché
eternare
la
disputa
tra
centralismo
autoritario
e
democrazia
interna
esaminassimo
come
concretamente
può
e
deve
operare
il
partito
rivoluzionario
in
Italia
,
non
diciamo
che
saremmo
d
'
accordo
ma
certo
molto
terreno
comune
si
potrebbe
scoprire
.
Quel
che
vale
per
la
struttura
del
partito
,
vale
per
molte
altre
questioni
di
metodo
,
di
tattica
.
È
d
'
altronde
la
stessa
concezione
della
rivoluzione
proletaria
che
si
è
venuta
modificando
sensibilmente
in
questi
anni
.
Il
nostro
ideale
si
è
ad
un
tempo
allargato
e
concretizzato
.
La
rivoluzione
proletaria
,
sotto
la
spinta
dell
'
oppressione
totalitaria
,
la
sentiamo
non
solo
come
fatto
di
classe
,
come
emancipazione
economica
,
ma
come
liberazione
della
società
tutta
quanta
,
come
umanesimo
integrale
.
Siamo
oggi
tutti
infinitamente
più
sensibili
di
quel
che
non
fossimo
venti
anni
or
sono
ai
problemi
di
libertà
,
di
democrazia
e
anche
di
moralità
e
di
cultura
.
La
stessa
interpretazione
del
marxismo
,
un
tempo
meccanica
e
materialistica
,
si
è
fatta
dialettica
e
umanistica
.
Tutti
,
ripetiamo
.
Le
preoccupazioni
di
cultura
del
partito
comunista
lo
dimostrano
.
Ma
si
è
anche
straordinariamente
concretizzato
il
nostro
ideale
.
Venti
anni
fa
si
parlava
dell
'
economia
socialista
in
forma
generica
.
Era
utopia
volerne
studiare
i
contorni
e
i
problemi
.
Oggi
,
con
la
gigantesca
esperienza
russa
senza
parlare
di
quella
spagnuola
in
corso
disponiamo
di
un
materiale
positivo
immenso
.
Sappiamo
tutti
che
cosa
significhi
rivoluzione
socialista
,
organizzazione
socialista
della
produzione
.
La
certezza
di
poter
costruire
e
l
'
esempio
altrui
,
mentre
ci
danno
la
forza
di
osare
,
ci
forniscono
il
senso
della
misura
.
Si
possono
ormai
evitare
alcuni
errori
e
resistenze
massicce
;
come
si
possono
saltare
alcuni
tempi
.
Ecco
il
terreno
grandioso
e
fertile
sul
quale
può
e
deve
farsi
la
nuova
unità
proletaria
;
il
terreno
su
cui
può
sorgere
il
nuovo
partito
unico
del
proletariato
italiano
.
Come
diventano
povere
e
senza
costrutto
le
vecchie
querele
e
anche
le
vecchie
ostinazioni
di
partito
!
Ci
attardiamo
sul
passato
ormai
chiuso
,
quando
il
presente
e
l
'
avvenire
si
aprono
dinanzi
a
noi
.
Animo
,
partiti
proletari
e
proletari
dell
'
emigrazione
!
Senza
leggerezze
improvvisatrici
,
ma
anche
senza
timori
e
conservatorismi
eccessivi
,
affrontate
,
affrontiamo
insieme
nei
suoi
veri
termini
la
questione
della
unificazione
politica
del
proletariato
italiano
.
«
Giustizia
e
Libertà
»
è
un
movimento
che
ha
ormai
un
netto
carattere
proletario
.
Non
solo
perché
il
proletariato
si
dimostra
dovunque
come
l
'
unica
classe
capace
di
operare
quel
sovvertimento
di
istituzioni
e
di
valori
che
si
propone
;
non
solo
perché
nel
seno
del
movimento
gli
elementi
proletari
hanno
sempre
maggior
peso
;
ma
perché
nell
'
esperienza
concreta
della
lotta
ha
misurato
tutta
l
'
incapacità
,
lo
svuotamento
della
borghesia
italiana
come
classe
dirigente
.
Certo
non
è
facile
definire
G.L.
in
base
alla
terminologia
usuale
dei
partiti
proletari
.
In
base
a
questa
terminologia
dovremmo
definirci
ad
un
tempo
socialisti
e
comunisti
e
libertari
(
socialisti
-
rivoluzionari
,
comunisti
-
liberali
)
nel
senso
che
riconosciamo
quel
che
di
vitale
ciascuna
di
queste
posizioni
,
in
sia
pure
varia
misura
,
contiene
.
Nel
socialismo
vediamo
l
'
idea
forza
animatrice
di
tutto
il
movimento
operaio
.
La
sostanza
di
ogni
reale
democrazia
,
la
religione
del
secolo
.
Nel
comunismo
la
prima
storica
applicazione
del
socialismo
,
il
mito
(
assai
logorato
,
purtroppo
)
,
ma
soprattutto
la
più
energica
forza
rivoluzionaria
.
Nel
libertarismo
l
'
elemento
di
utopia
,
di
sogno
,
di
prepotente
,
anche
se
rozza
e
primitiva
,
religione
della
persona
.
Affermiamo
la
necessità
di
una
nuova
sintesi
,
e
crediamo
che
,
nei
suoi
termini
essenziali
,
G.L.
si
avvii
a
darla
.
In
ogni
caso
ci
sembra
che
nessuno
dei
vecchi
movimenti
proletari
sia
capace
,
da
solo
,
di
assolvere
ai
compiti
centrali
della
lotta
contro
il
fascismo
.
Questa
lotta
,
ideale
e
pratica
,
chiede
oggi
di
essere
condotta
contemporaneamente
su
due
terreni
:
un
terreno
elementare
,
che
sia
di
risveglio
,
di
iniziazione
del
popolo
alla
libertà
e
alla
difesa
delle
sue
condizioni
di
vita
;
e
un
terreno
ideale
,
finalistico
che
sia
di
educazione
di
una
nuova
classe
dirigente
,
della
nuova
«
élite
»
rivoluzionaria
,
di
contrapposizione
del
mondo
dei
valori
umanistici
del
socialismo
al
mondo
inumano
del
fascismo
.
Le
due
lotte
non
sono
diverse
,
staccate
nel
tempo
e
negli
obbiettivi
;
ma
aspetti
necessari
e
legati
di
una
lotta
unica
che
trascende
le
possibilità
di
ogni
singola
corrente
.
Per
condurre
la
prima
si
propone
la
costituzione
di
un
Fronte
Popolare
Italiano
non
ricalcato
su
quello
francese
,
e
adeguato
alla
situazione
italiana
.
Per
condurre
la
seconda
si
fa
affidamento
,
oltre
che
sui
partiti
,
sullo
sviluppo
e
sull
'
allargamento
dell
'
unità
di
azione
proletaria
.
Siamo
favorevoli
a
entrambi
,
ma
come
espedienti
provvisori
o
come
avviamento
a
formazioni
assai
diverse
.
Ad
abbattere
il
fascismo
non
saranno
né
il
Fronte
Popolare
che
presuppone
la
vita
democratica
e
dei
forti
partiti
né
l
'
unità
d
'
azione
che
sinora
ha
più
favorito
l
'
irrigidimento
dei
partiti
sulle
loro
posizioni
rappresentative
formali
,
che
il
loro
effettivo
riavvicinamento
.
Che
cosa
,
allora
?
Un
formazione
nuova
,
originale
,
capace
di
condurre
contro
il
colosso
totalitario
una
lotta
ad
un
tempo
pratica
,
politica
,
culturale
.
Di
questa
formazione
il
proletariato
sarà
il
pernio
.
Ma
non
bisogna
pensarla
in
termini
di
partito
tradizionale
.
La
nozione
tradizionale
di
partito
è
insufficiente
,
sorda
a
troppe
esigenze
che
la
lotta
contro
il
fascismo
,
e
lo
stesso
successo
fascista
,
ci
hanno
rivelate
.
È
una
forma
politica
nuova
quella
che
si
dovrà
elaborare
;
e
non
già
a
tavolino
,
ma
nell
'
esperienza
del
lavoro
comune
,
attraverso
la
fusione
progressiva
delle
varie
frazioni
proletarie
e
il
potenziamento
di
tutti
i
motivi
vitali
di
opposizione
.
Il
partito
unico
del
proletario
,
se
vorrà
essere
una
forza
rinnovatrice
autentica
,
dovrà
essere
più
che
un
partito
in
senso
stretto
,
una
larga
forza
sociale
,
una
sorta
di
anticipazione
della
società
futura
,
di
microcosmo
sociale
,
con
la
sua
organizzazione
di
combattimento
,
ma
anche
con
la
sua
vita
intellettuale
dal
respiro
ampio
e
incitatore
.
G.L.
che
cosa
vi
porterà
?
In
primo
luogo
l
'
esigenza
di
questo
rinnovamento
sostanziale
della
lotta
proletaria
.
Una
tradizione
ininterrotta
di
azione
e
di
iniziativa
.
Un
'
interpretazione
lucida
,
disincantata
del
fascismo
,
non
solo
come
reazione
di
classe
,
ma
come
sprofondamento
sociale
.
Un
rapporto
intimo
con
la
cultura
e
la
storia
del
nostro
paese
,
non
nel
senso
del
patriottismo
volgare
ma
dell
'
adesione
a
quella
realtà
nazionale
da
cui
la
Rivoluzione
Italiana
trarrà
la
sua
originalità
creatrice
.
La
coscienza
acuta
di
alcuni
problemi
che
possono
dirsi
quelli
della
modernità
dell
'
Italia
(
formazione
di
classe
dirigente
;
riscatto
del
sud
;
alleanza
proletariato
urbano
-
contadini
-
intellettuali
;
federalismo
)
e
soprattutto
una
preoccupazione
centrale
di
libertà
non
astratta
,
non
formale
,
basata
su
una
concezione
attiva
,
positiva
,
emancipatrice
,
della
libertà
e
della
giustizia
(
autonomie
,
Consigli
)
.
Nell
'
attesa
che
l
'
unificazione
maturi
,
sempre
collaborando
ad
ogni
sforzo
disinteressato
di
unione
,
G.L.
svilupperà
la
sua
organizzazione
politica
proponendosi
di
fornire
un
esempio
modesto
ma
stimolante
di
ciò
che
dovrà
essere
l
'
organo
,
e
più
che
l
'
organo
,
l
'
organizzazione
della
rinascita
proletaria
in
Italia
attraverso
il
riscatto
morale
e
sociale
dell
'
intero
paese
.
StampaQuotidiana ,
La
situazione
attuale
del
problema
concernente
i
diritti
dell
'
uomo
può
essere
ricapitolata
nei
tre
punti
seguenti
:
1
.
il
riconoscimento
teorico
sempre
più
esteso
di
tali
diritti
:
riconoscimento
che
ha
avuto
una
sanzione
solenne
nella
Dichiarazione
universale
dei
diritti
emanata
dalle
Nazioni
Unite
nel
1948
,
e
per
il
quale
non
c
'
è
forse
oggi
governo
o
autorità
costituita
o
movimento
politico
che
neghi
,
in
linea
di
principio
,
l
'
esistenza
di
tali
diritti
;
2
.
la
persistenza
effettiva
nelle
strutture
giuridiche
e
politiche
di
tutti
gli
Stati
del
mondo
(
anche
dei
più
progrediti
)
,
nei
costumi
,
nell
'
opinione
pubblica
e
nei
movimenti
politici
e
ideologici
,
di
infrazioni
gravissime
ai
diritti
dell
'
uomo
.
Tali
infrazioni
prendono
la
forma
di
limitazioni
drastiche
dei
diritti
di
libertà
(
di
parola
,
di
stampa
,
di
riunione
)
o
dei
diritti
sociali
(
all
'
istruzione
,
al
lavoro
e
alla
difesa
del
lavoro
)
;
o
anche
di
atteggiamenti
,
radicati
nel
costume
o
nell
'
opinione
pubblica
(
intolleranza
razziale
o
religiosa
)
e
difesi
,
nella
pratica
quotidiana
,
da
gruppi
amorfi
o
organizzati
;
3
.
la
difficoltà
di
«
giustificare
»
o
«
fondare
»
i
diritti
dell
'
uomo
,
cioè
di
rispondere
alle
domande
:
«
Perché
l
'
individuo
umano
ha
diritti
da
far
valere
nei
confronti
della
comunità
stessa
cui
appartiene
?
Qual
è
la
ragione
(
il
fondamento
)
della
sua
pretesa
a
tali
diritti
?
»
Quest
'
ultimo
punto
è
stato
il
tema
di
un
convegno
,
tenutosi
all
'
Aquila
(
dal
15
al
18
settembre
1964
)
,
dell
'
Institut
International
de
Philosophie
,
una
specie
d
'
accademia
che
raccoglie
i
più
noti
filosofi
del
mondo
.
In
questo
convegno
,
filosofi
provenienti
dalle
scuole
e
dalle
ideologie
più
disparate
si
sono
trovati
d
'
accordo
nell
'
esigenza
di
dare
,
ai
diritti
che
oramai
tutti
,
teoricamente
,
riconoscono
all
'
uomo
,
un
«
fondamento
»
o
una
«
giustificazione
»
che
renda
possibile
la
determinazione
rigorosa
di
tali
diritti
,
la
difesa
di
essi
e
la
lotta
contro
le
forze
che
ancora
ne
impediscono
il
rispetto
e
la
realizzazione
.
Nessun
accordo
sostanziale
ha
invece
potuto
stabilirsi
sul
punto
capitale
,
cioè
su
quale
il
fondamento
o
la
giustificazione
debba
essere
.
Non
sono
mancati
certo
,
anche
da
parte
di
filosofi
italiani
come
Calogero
,
Guzzo
e
Bobbio
,
contributi
notevolissimi
alla
chiarificazione
del
problema
e
alla
delineazione
di
vie
che
possono
dar
luogo
a
una
soluzione
;
ma
altri
passi
in
avanti
sono
stati
resi
impossibili
dalla
mancanza
di
accordo
su
un
punto
fondamentale
,
cioè
su
ciò
che
si
deve
intendere
veramente
per
«
diritti
dell
'
uomo
»
.
Alcuni
hanno
inteso
tali
diritti
come
tendenze
o
doveri
morali
,
altri
come
ideali
,
altri
come
esigenze
che
la
storia
fa
nascere
e
che
essa
è
in
qualche
modo
destinata
o
votata
a
realizzare
;
altri
infine
come
proposte
o
pretese
che
saranno
rese
valide
solo
quando
avranno
ottenuto
l
'
approvazione
di
tutti
gli
uomini
o
almeno
di
quelli
capaci
di
giudicarle
.
Questa
disparità
di
vedute
nasce
,
nel
mondo
contemporaneo
,
dall
'
eclissi
del
giusnaturalismo
,
che
è
stato
per
più
di
duemila
anni
il
fondamento
della
teoria
dei
diritti
e
di
ogni
dottrina
giuridica
.
Secondo
il
giusnaturalismo
antico
(
degli
Stoici
,
di
Cicerone
,
del
pensiero
medievale
)
esiste
un
ordine
razionale
perfetto
,
voluto
o
posto
dalla
divinità
,
al
quale
cercano
di
avvicinarsi
,
come
a
modello
,
le
legislazioni
positive
dei
singoli
popoli
e
che
costituisce
il
criterio
per
migliorare
e
correggere
tali
legislazioni
e
il
fondamento
delle
pretese
che
gli
individui
avanzano
nei
loro
confronti
.
Secondo
il
giusnaturalismo
moderno
(
che
nasce
nel
'600
con
Grozio
)
,
il
diritto
naturale
,
come
base
di
ogni
diritto
positivo
,
è
opera
della
retta
ragione
umana
:
le
massime
di
quel
diritto
hanno
la
stessa
evidenza
e
necessità
dei
teoremi
della
matematica
.
In
entrambe
queste
forme
,
il
giusnaturalismo
riesce
ad
assicurare
ai
diritti
dell
'
uomo
una
base
certa
o
sicura
;
ma
vi
riesce
solo
a
patto
di
partire
da
ipotesi
che
nessuno
oggi
riconosce
come
certe
e
sicure
:
l
'
origine
divina
del
diritto
e
l
'
infallibilità
della
ragione
umana
.
Tali
ipotesi
sembrano
infatti
smentite
dalla
disparità
e
dal
contrasto
dei
principi
del
diritto
riconosciuti
dai
vari
gruppi
umani
(
tra
i
quali
bisogna
oggi
considerare
anche
quelli
lontani
da
ogni
tradizione
europea
ed
occidentale
)
,
dalle
trasformazioni
radicali
che
ogni
sistema
di
diritti
subisce
nel
corso
della
storia
e
,
per
ciò
che
riguarda
i
diritti
dell
'
individuo
,
dai
,
mutamenti
che
intervengono
nella
loro
valutazione
e
nel
loro
numero
e
che
sembrano
suggeriti
da
circostanze
storiche
contingenti
più
che
da
un
ordine
stabile
o
da
una
linea
razionale
di
sviluppo
.
Il
diritto
alla
soddisfazione
dei
bisogni
elementari
,
il
diritto
al
lavoro
e
alla
difesa
organizzata
del
lavoro
,
il
diritto
all
'
istruzione
,
all
'
assistenza
e
molti
altri
,
si
affacciano
ora
con
urgenza
nella
situazione
storica
ed
emergono
,
come
esigenze
o
pretese
,
dal
contesto
della
nostra
società
industriale
,
per
quanto
fossero
sconosciuti
alle
epoche
precedenti
.
Nulla
,
anche
,
garantisce
che
l
'
insieme
di
tali
diritti
e
di
quelli
tradizionali
della
sicurezza
fisica
,
della
libertà
e
della
proprietà
,
non
sia
in
qualche
modo
contraddittorio
:
si
può
anzi
presumere
che
contraddizioni
o
conflitti
esistano
e
possano
insorgere
tra
i
diritti
reclamati
con
uguale
validità
.
Questa
situazione
rende
d
'
importanza
decisiva
il
compito
(
prettamente
filosofica
)
di
trovare
una
giustificazione
che
consenta
di
stabilire
il
significato
e
i
limiti
dei
diritti
,
e
la
loro
compatibilità
rispettiva
,
togliendo
la
possibilità
di
conflitti
;
e
che
escluda
sia
l
'
ottimismo
che
lo
scetticismo
i
quali
entrambi
renderebbero
inutile
o
priva
di
senso
la
difesa
di
essi
e
la
lotta
per
la
loro
realizzazione
.
Ma
questo
compito
non
potrà
fare
appello
ad
alcun
sistema
particolare
di
credenze
,
ad
alcun
insieme
di
principi
che
siano
propri
di
una
scuola
filosofica
o
di
una
confessione
religiosa
o
di
una
determinata
tradizione
culturale
:
perché
esso
dovrà
conservare
la
sua
validità
(
almeno
potenzialmente
)
per
tutti
gli
uomini
,
quali
che
siano
le
loro
credenze
e
le
loro
tradizioni
.
Da
questo
punto
di
vista
una
giustificazione
ragionevole
dei
diritti
dell
'
uomo
si
può
ottenere
soltanto
considerando
la
funzione
che
essi
hanno
esercitata
e
continuano
ad
esercitare
nel
corso
della
storia
umana
:
funzione
che
è
stata
ed
è
quella
di
difendere
l
'
individuo
e
le
sue
possibilità
di
autorealizzazione
e
di
sviluppo
dal
prepotere
delle
istituzioni
che
presiedono
alla
vita
associata
.
Poiché
la
stessa
vita
associata
può
sussistere
solo
mediante
la
sopravvivenza
degli
individui
,
la
difesa
degli
individui
è
condizione
fondamentale
per
la
sopravvivenza
della
comunità
e
suo
interesse
essenziale
.
Se
si
bada
a
questa
funzione
,
i
diritti
dell
'
individuo
possono
essere
considerati
come
norme
o
regole
fondamentali
o
primarie
che
valgono
come
principi
limitativi
e
,
in
certi
casi
,
come
criteri
di
giudizio
di
tutte
le
leggi
,
norme
o
massime
che
guidano
il
comportamento
delle
istituzioni
e
degli
individui
di
una
comunità
qualsiasi
.
Le
leggi
positive
,
le
norme
del
costume
,
i
codici
morali
e
religiosi
possono
avere
ed
hanno
i
fini
più
disparati
ed
ispirarsi
a
bisogni
,
ad
esigenze
,
a
ideali
e
perfino
a
pregiudizi
che
poco
o
nulla
hanno
a
che
fare
con
la
vita
e
le
possibilità
dell
'
individuo
.
I
cosiddetti
«
diritti
»
dell
'
uomo
costituiscono
invece
un
insieme
di
norme
la
cui
funzione
è
di
salvaguardare
qualsiasi
uomo
e
tutti
gli
uomini
nella
loro
possibilità
di
partecipare
in
modo
attivo
e
responsabile
alla
vita
della
comunità
.
Si
fa
appello
ai
diritti
dell
'
uomo
quando
il
comportamento
dello
Stato
o
di
altre
istituzioni
pubbliche
o
di
strutture
sociali
o
economiche
o
di
gruppi
di
individui
mette
in
forse
questa
possibilità
o
la
restringe
a
gruppi
privilegiati
,
negandola
all
'
uomo
come
tale
.
Tali
diritti
per
quanto
esprimibili
in
termini
generalissimi
(
«
Rispettare
la
libertà
individuale
»
;
«
Garantire
la
sicurezza
personale
»
,
ecc
.
)
trovano
il
loro
significato
concreto
nelle
situazioni
storiche
in
cui
si
fanno
valere
;
ma
il
loro
carattere
permanente
e
costante
deriva
dal
fatto
che
essi
compiono
sempre
la
stessa
funzione
.
In
una
società
primitiva
,
ad
esempio
,
il
diritto
all
'
istruzione
non
si
affaccia
nella
forma
che
esso
assume
nella
nostra
società
industriale
:
quella
società
infatti
,
per
quanto
rozza
possa
essere
,
conferisce
ai
suoi
membri
un
grado
di
addestramento
che
li
rende
attivi
partecipanti
della
vita
comune
:
e
l
'
individuo
pertanto
non
ha
né
la
ragione
né
l
'
occasione
di
fare
appello
a
un
suo
specifico
diritto
.
Ma
nella
società
industriale
l
'
individuo
che
sia
privo
di
un
grado
adeguato
di
istruzione
viene
respinto
ai
margini
e
rimane
inutilizzabile
per
se
stesso
e
per
gli
altri
.
Ciò
gli
fornisce
la
ragione
e
l
'
occasione
per
fare
appello
al
suo
diritto
;
il
cui
rispetto
,
d
'
altra
parte
,
diventa
un
interesse
essenziale
della
società
nel
suo
complesso
.
I
diritti
dell
'
uomo
«
nascono
»
,
cioè
sono
chiaramente
formulati
,
solo
quando
si
determina
una
situazione
nella
quale
le
possibilità
di
un
individuo
qualsiasi
di
farsi
valere
come
membro
attivo
e
responsabile
della
comunità
cui
appartiene
sono
in
pericolo
e
,
al
limite
,
negate
.
Ma
ciò
non
rende
i
diritti
dell
'
uomo
contingenti
,
mutevoli
e
soggetti
a
nascere
e
a
sparire
senza
costrutto
.
Non
li
rende
neppure
«
eterni
»
,
cioè
al
di
fuori
del
tempo
e
della
storia
.
Il
loro
fondamento
permanente
è
la
funzione
che
essi
esercitano
di
rendere
possibile
a
tutti
gli
uomini
la
partecipazione
all
'
umanità
e
di
offrire
all
'
umanità
il
mezzo
per
uscire
dalle
divisioni
e
dai
conflitti
che
mettono
in
pericolo
la
sua
pace
e
la
sua
sopravvivenza
.
StampaQuotidiana ,
Un
avvenimento
mondano
è
,
davvero
,
l
'
esposizione
della
meravigliosa
camera
da
letto
che
la
ditta
Ducrot
e
C
.
ha
esposto
nel
suo
negozio
di
via
Ruggiero
Settimo
.
Ieri
tutta
la
Palermo
signorile
ed
aristocratica
si
è
affollata
colà
per
ammirare
quei
capolavori
di
mobilia
elegantissima
,
sontuosa
ed
artistica
ond
'
è
composta
questa
camera
da
letto
che
il
Giornale
di
Sicilia
offre
in
dono
ai
suoi
abbonati
insieme
alla
stanza
da
pranzo
.
La
curiosità
in
tutta
la
cittadinanza
era
ben
giustificata
,
poiché
si
trattava
non
solo
d
'
osservare
i
grandi
premi
del
Giornale
di
Sicilia
,
ma
anche
di
giudicare
del
valore
e
dell
'
importanza
di
un
arredamento
e
di
un
ammobiliamento
che
all
'
Esposizione
internazionale
d
'
Arte
decorativa
a
Torino
ha
avuto
il
grande
diploma
d
'
onore
,
la
maggiore
delle
ricompense
!
E
quanti
hanno
veduto
la
camera
da
letto
si
spiegano
agevolmente
il
grande
trionfo
riportato
a
Torino
dall
'
arte
e
dall
'
industria
palermitana
!
L
'
ultima
notizia
,
che
fa
tanto
onore
alla
Ditta
Ducrot
è
la
seguente
:
Sua
Eccellenza
il
conte
Giannotti
,
cerimoniere
della
Corte
di
S
.
M
.
il
Re
d
'
Italia
,
ha
ordinato
la
riproduzione
di
questa
camera
da
letto
che
,
come
i
lettori
ricorderanno
,
è
stata
disegnata
da
Ernesto
Basile
,
mentre
le
ornamentazioni
in
bronzo
sono
dello
scultore
Antonio
Ugo
.
StampaPeriodica ,
Mentre
l
'
Ala
italiana
risorge
vigorosa
per
la
volontà
del
Duce
e
la
Nazione
sta
ritrovando
lo
spirito
aviatorio
che
Tullo
Morgagni
predicò
con
fede
infiammata
,
la
nostra
Rivista
vuole
rievocare
l
'
opera
e
il
sacrificio
di
Lui
,
che
rimarrà
perenne
e
luminoso
esempio
di
propagandista
.
Ricorre
l
'
anniversario
della
spaventosa
tragedia
avvenuta
il
2
agosto
1919
nel
cielo
di
Verona
.
L
'
Aviazione
italiana
,
nata
con
la
guerra
e
uscita
dalla
tremenda
prova
ricca
di
gloria
e
di
energia
,
guardava
fiduciosa
alle
conquiste
pacifiche
.
L
'
insidia
d
'
un
destino
crudele
troncava
tragicamente
quello
che
doveva
essere
il
primo
grande
raid
di
propaganda
.
Fra
le
vittime
era
Tullo
Morgagni
,
l
'
Apostolo
infaticabile
dell
'
Aviazione
italiana
.
StampaQuotidiana ,
Uno
dei
sintomi
che
comunemente
si
adducono
della
cosiddetta
«
crisi
del
costume
»
della
società
contemporanea
è
l
'
amore
,
anzi
la
«
sete
»
,
di
divertimento
.
Si
pensa
che
i
nostri
padri
e
i
nostri
nonni
o
le
«
generazioni
passate
»
dividessero
il
loro
tempo
tra
il
lavoro
e
la
famiglia
,
completamente
assorti
nell
'
adempimento
austero
dei
loro
doveri
quotidiani
e
completamente
alieni
da
qualsiasi
distrazione
.
Nonostante
la
perdita
di
ingenuità
che
caratterizza
tanti
nostri
atteggiamenti
,
questo
è
un
caso
nel
quale
l
'
ingenuità
non
è
stata
perduta
.
Se
si
riflette
che
il
divertimento
comprende
i
giochi
(
di
tutte
le
specie
)
,
la
caccia
,
la
pesca
,
la
conversazione
,
i
racconti
,
la
danza
,
il
canto
,
le
feste
,
i
banchetti
e
gli
spettacoli
di
tutti
i
generi
,
si
può
constatare
agevolmente
che
,
in
una
forma
o
nell
'
altra
o
in
tutte
le
forme
,
esso
accompagna
la
vita
dell
'
intero
genere
umano
in
tutti
i
suoi
gradi
e
in
tutte
le
sue
manifestazioni
.
Le
società
primitive
non
differiscono
in
questo
dalle
società
evolute
o
civili
,
salvo
forse
per
la
parte
maggiore
di
tempo
che
consacrano
al
divertimento
:
giacché
si
danno
al
canto
,
alla
danza
o
alle
cerimonie
erotiche
appena
hanno
provveduto
alla
soddisfazione
dei
bisogni
più
elementari
e
ritornano
malvolentieri
ai
lavori
abituali
solo
quando
quei
bisogni
sono
nuovamente
diventati
urgenti
.
Ciò
che
fa
pensare
ad
una
sete
di
divertimento
propria
della
società
contemporanea
,
è
piuttosto
il
carattere
che
il
divertimento
ha
assunto
in
tale
società
:
l
'
uniformità
,
la
diffusione
pressoché
universale
di
molte
forme
di
divertimento
che
prima
si
coltivavano
in
ambienti
chiusi
o
ristretti
e
che
ora
sono
venute
alla
luce
e
tendono
a
essere
partecipate
da
tutti
gli
strati
sociali
.
Il
fatto
è
che
il
divertimento
accompagna
tutte
le
forme
della
vita
umana
ed
è
una
manifestazione
di
essa
così
costante
come
altre
attività
ritenute
più
nobili
,
per
esempio
la
morale
o
la
religione
.
I
filosofi
,
dal
canto
loro
,
non
solo
lo
hanno
ritenuto
costante
,
ma
anche
necessario
.
Hanno
visto
in
esso
una
manifestazione
essenziale
della
vita
dell
'
uomo
:
una
manifestazione
cioè
che
consente
di
gettare
uno
sguardo
approfondito
su
ciò
che
è
l
'
essenza
o
la
natura
dell
'
uomo
.
Talvolta
essi
lo
hanno
considerato
come
una
conseguenza
della
natura
miserabile
dell
'
uomo
,
tal
altra
come
un
aspetto
positivo
di
essa
;
ma
in
ogni
caso
ne
hanno
accentuato
il
carattere
essenziale
o
inevitabile
,
la
sua
connessione
strettissima
con
la
sostanza
della
vita
umana
.
Sulle
orme
degli
antichi
Stoici
e
di
Cicerone
,
Montaigne
vedeva
nel
divertimento
una
medicina
delle
passioni
,
che
può
tenere
l
'
uomo
lontano
dalla
gioia
e
dall
'
afflizione
eccessive
.
E
Pascal
,
in
celebri
pagine
dei
suoi
Pensieri
,
dette
un
'
analisi
classica
del
divertimento
,
ritenuto
inevitabilmente
connesso
con
la
condizione
miserabile
dell
'
uomo
nel
mondo
.
Pascal
includeva
nel
divertimento
tutte
le
forme
di
attività
che
occupano
intensamente
l
'
uomo
e
gli
impediscono
di
pensare
a
se
stesso
,
alla
sua
natura
debole
e
mortale
.
Sono
divertimenti
egualmente
,
secondo
Pascal
,
le
fatiche
della
guerra
e
il
gioco
della
palla
,
la
caccia
alla
lepre
e
il
governo
dei
popoli
;
e
la
condizione
del
re
è
la
più
felice
perché
il
re
è
circondato
da
persone
che
si
prendono
cura
che
non
sia
mai
solo
e
in
stato
di
pensare
a
se
stesso
,
sapendo
che
,
benché
re
,
sarebbe
miserabile
se
ci
pensasse
.
Sembrerebbe
,
dice
Pascal
,
che
caricando
gli
uomini
sin
dall
'
infanzia
di
innumerevoli
occupazioni
,
preoccupazioni
e
cure
,
li
si
condanni
all
'
infelicità
;
ma
in
realtà
non
li
si
carica
mai
abbastanza
,
giacché
,
se
si
togliessero
tutte
le
cure
,
essi
vedrebbero
se
stessi
,
penserebbero
a
quel
che
sono
,
da
dove
vengono
e
a
dove
vanno
,
e
sarebbero
più
ancora
e
irrimediabilmente
infelici
.
Il
divertimento
è
perciò
la
sola
fuga
possibile
dal
senso
della
infelicità
della
vita
,
secondo
Pascal
.
Secondo
Schopenhauer
,
è
invece
la
fuga
dalla
noia
che
interviene
quando
l
'
uomo
ha
appagato
i
suoi
bisogni
e
ha
superato
il
dolore
della
privazione
.
L
'
oscillazione
in
cui
consiste
,
secondo
Schopenhauer
,
l
'
intera
vita
dell
'
uomo
,
tra
il
dolore
del
bisogno
e
il
tedio
della
soddisfazione
,
subisce
con
il
divertimento
una
pausa
temporanea
che
riempie
il
vuoto
tra
un
'
occupazione
e
l
'
altra
.
Certamente
,
secondo
Pascal
e
Schopenhauer
,
il
divertimento
è
una
forma
di
quella
che
oggi
sì
chiama
«
alienazione
»
;
è
un
estraniarsi
dell
'
uomo
da
se
stesso
,
dalla
sua
coscienza
di
sé
;
ma
ciò
non
lo
rende
meno
essenziale
.
Ed
inevitabile
ed
essenziale
esso
è
anche
per
i
filosofi
,
per
i
quali
non
costituisce
un
estraniamento
.
Criticando
Pascal
,
Voltaire
affermava
che
pensare
a
se
stesso
significa
rigorosamente
non
pensare
a
nulla
:
l
'
uomo
può
pensare
a
se
stesso
solo
pensando
alle
cose
che
lo
occupano
e
queste
cose
fanno
parte
della
condizione
umana
non
meno
che
del
«
se
stesso
»
dell
'
uomo
.
Da
questo
punto
di
vista
,
il
divertimento
non
è
un
'
estraniazione
,
non
è
neppure
una
medicina
o
una
fuga
:
è
,
come
tutte
le
attività
umane
,
un
rapporto
con
le
cose
o
con
gli
altri
uomini
che
riempiono
il
campo
,
altrimenti
vuoto
,
della
coscienza
umana
.
Dallo
stesso
punto
di
vista
,
Hume
affermava
che
solo
dagli
oggetti
esterni
l
'
uomo
può
ricevere
gli
stimoli
che
mettano
in
moto
le
sue
capacità
,
lo
occupino
e
lo
divertano
.
Occupazione
e
divertimento
obbediscono
alla
stessa
legge
.
Più
specificamente
,
Kant
,
l
'
austero
filosofo
del
dovere
,
raccomandava
,
tra
le
forme
del
divertimento
e
come
aiuto
alla
socievolezza
,
un
banchetto
di
persone
di
buon
gusto
in
cui
il
raccontarsi
le
novità
del
giorno
,
i
ragionamenti
vari
e
gli
scherzi
trovassero
posto
ugualmente
.
E
Dewey
vedeva
nel
divertimento
un
aspetto
essenziale
dell
'
esperienza
umana
,
precisamente
la
fase
finale
o
consumatoria
di
tale
esperienza
:
nella
quale
l
'
uomo
si
dedica
al
godimento
diretto
e
immediato
e
che
comprende
il
banchetto
e
la
festività
,
l
'
ornamento
,
la
danza
,
il
canto
,
la
pantomima
,
il
raccontare
storie
e
il
rappresentarle
.
Si
può
dunque
ritenere
l
'
uomo
destinato
a
pensare
unicamente
a
se
stesso
e
al
proprio
destino
o
a
pensare
alle
cose
o
agli
oggetti
molteplici
che
lo
circondano
;
si
può
ritenere
infelice
o
neutra
la
sua
condizione
nel
mondo
.
Conseguentemente
,
si
può
ritenere
il
divertimento
un
estraniarsi
dalla
natura
umana
o
una
manifestazione
normale
di
essa
:
ma
in
ogni
caso
,
esso
fa
parte
integrante
della
natura
e
dell
'
esperienza
dell
'
uomo
e
non
può
essere
eliminato
.
I
filosofi
sono
pertanto
alieni
dal
pregiudizio
moralistico
,
che
vorrebbe
eliminare
il
divertimento
come
un
'
inutile
perdita
di
tempo
e
una
distrazione
pericolosa
dalla
serietà
degli
impegni
che
attendono
l
'
uomo
nella
vita
.
E
in
realtà
questo
pregiudizio
si
può
ritenere
equivalente
a
quello
di
chi
volesse
che
,
per
evitare
perdite
di
tempo
e
distrazioni
,
l
'
uomo
rinunciasse
al
sonno
.
Il
divertimento
non
è
certo
il
sonno
;
è
,
a
suo
modo
,
un
'
attività
impegnativa
e
seria
in
cui
l
'
uomo
esprime
o
realizza
se
stesso
,
come
si
realizza
ed
esprime
nelle
attività
che
costituiscono
il
suo
lavoro
quotidiano
.
Nei
confronti
di
tale
lavoro
il
divertimento
costituisce
(
come
dice
la
parola
)
una
diversione
,
un
mutamento
di
attività
:
è
,
per
di
più
,
una
diversione
o
mutamento
che
non
è
strumentale
ma
finale
,
non
costituisce
un
mezzo
per
acquisire
o
produrre
beni
ma
un
godimento
di
beni
.
Se
il
divertimento
occupa
l
'
intera
vita
di
un
uomo
,
non
è
più
divertimento
perché
perde
la
sua
funzione
di
dare
un
altro
corso
all
'
attività
abituale
dell
'
uomo
.
La
noia
di
una
vita
oziosa
,
dedicata
soltanto
a
quelli
che
per
gli
altri
sono
«
divertimenti
»
,
deriva
appunto
dal
fatto
che
essa
abolisce
la
funzione
liberatrice
del
divertimento
:
funzione
condizionata
dalla
partecipazione
a
una
forma
di
attività
che
divertimento
non
sia
.
Ma
,
dall
'
altro
lato
,
una
vita
che
pretendesse
chiudersi
al
divertimento
e
dedicarsi
esclusivamente
al
lavoro
e
al
dovere
,
finirebbe
per
fare
di
buona
parte
del
lavoro
e
del
dovere
una
forma
di
divertimento
:
un
divertimento
inconsapevole
,
pesante
per
se
stesso
e
per
gli
altri
e
odioso
per
la
sua
ipocrisia
.
Si
può
,
se
si
vuole
,
mettere
il
divertimento
sul
conto
delle
«
debolezze
umane
»
;
purché
non
si
veda
in
questa
debolezza
un
motivo
di
condanna
o
di
riprovazione
.
L
'
uomo
è
quello
che
è
,
non
contro
o
nonostante
i
suoi
bisogni
,
ma
in
virtù
di
essi
.
Prendere
atto
di
tali
bisogni
e
appagarli
ragionevolmente
,
è
la
prima
condizione
del
suo
equilibrio
e
della
sua
efficienza
.
E
il
divertimento
è
,
certamente
,
uno
di
tali
bisogni
.
StampaQuotidiana ,
Una
festa
meravigliosa
quella
di
iersera
in
casa
del
prefetto
marchese
De
Seta
,
in
occasione
del
concerto
col
quale
si
chiudono
i
ricevimenti
di
quest
'
anno
nell
'
ospitalissima
e
signorile
famiglia
.
Le
signore
della
nostra
aristocrazia
e
della
migliore
società
palermitana
affollavano
le
sale
;
il
mondo
ufficiale
era
al
completo
,
a
cominciare
dal
sindaco
senatore
Tasca
Lanza
,
dai
Generali
Guy
e
de
Boucard
,
Corticelli
ecc
.
Il
marchese
e
la
marchesa
De
Seta
facevano
gli
onori
colla
loro
grazia
squisita
.
Il
concerto
fu
un
vero
avvenimento
d
'
arte
,
perché
le
incantevoli
signorine
De
Seta
che
sono
intelligentissime
e
bravissime
musiciste
,
insieme
alle
loro
gentili
amiche
formavano
iersera
una
troupe
insuperabile
.
S
'
incominciò
con
Tops
là
bas
!
di
Monti
,
per
mandolini
,
eseguito
con
entrain
mirabile
dalle
signorine
Nerina
e
Delia
Whitaker
,
Emma
ed
Oliva
di
Cangi
,
Nina
e
Rosa
De
Seta
,
Costanza
Vannucci
,
Marta
di
Napoli
,
Giuseppina
di
Montereale
,
Paolina
Firmaturi
e
dalla
signorina
Angelina
Termini
che
accompagnava
al
pianoforte
.
Le
signorine
Aileen
Whitaker
e
Rosa
De
Seta
eseguirono
deliziosamente
il
duetto
per
arpe
Idillio
di
San
Fiorenzo
.
Seguì
la
signorina
Amalia
di
Villafranca
colla
Romanza
di
Schumann
trascritta
per
pianoforte
da
Liszt
,
mostrandosi
come
sempre
eccellente
pianista
,
e
degna
allieva
del
bravo
maestro
Arcieri
.
Poscia
le
signorine
Rosa
e
Nina
De
Seta
fecero
gustare
Berceuse
di
Godard
e
Saltarella
di
Papini
(
violino
e
piano
)
;
la
signorina
Rosa
De
Seta
(
arpa
)
e
la
signora
Marchello
(
piano
)
suonarono
il
Guarany
di
Gomez
trascrizione
del
Bellotta
.
La
signorina
Marianna
Tagliavia
cantò
squisitamente
l
'
aria
del
Mefistofele
e
Valzer
biondo
di
Marino
,
accompagnata
egregiamente
dall
'
ottimo
prof
.
Morasca
.
Dopo
il
concerto
si
schiusero
le
porte
del
buffet
elegantissimo
e
sontuosissimo
.
Lo
champagne
scorreva
a
profusione
nel
gaio
cicaleccio
dello
sciame
lieto
degli
amici
ed
habitués
ammiratissimi
.
Poscia
le
giovani
eleganti
coppie
si
abbandonarono
alle
dolcezze
del
boston
e
i
quattro
salti
durarono
fino
a
tardi
.
StampaPeriodica ,
«
Giustizia
e
Libertà
»
sorse
nell
'
ottobre
1929
con
le
caratteristiche
di
un
movimento
di
azione
.
I
fondatori
non
vollero
appesantirlo
con
troppi
bagagli
teorici
.
L
'
obbiettivo
immediato
consisteva
nel
rompere
il
contagio
della
paura
,
nel
richiamare
alla
lotta
una
opposizione
polverizzata
,
nel
creare
una
coscienza
e
una
volontà
rivoluzionarie
in
una
minoranza
audace
capace
,
col
tempo
,
di
trascinare
le
masse
.
«
Giovani
e
veterani
si
leggeva
nel
primo
appello
di
"
Giustizia
e
Libertà
"
chiamiamo
a
noi
i
migliori
,
i
dispersi
,
i
credenti
,
i
giovani
.
Provenienti
da
diverse
correnti
politiche
,
archiviamo
per
ora
le
tessere
e
creiamo
una
unità
d
'
azione
.
Movimento
rivoluzionario
,
non
partito
,
"
Giustizia
e
Libertà
"
è
il
nome
ed
il
simbolo
.
Repubblicani
,
socialisti
e
democratici
,
ci
battiamo
per
la
libertà
,
per
la
repubblica
,
per
la
giustizia
sociale
.
Non
siamo
più
tre
espressioni
differenti
ma
un
trinomio
inscindibile
»
.
La
dichiarazione
iniziale
di
principi
che
ha
accompagnato
per
due
anni
le
pubblicazioni
del
movimento
,
e
che
conserva
ancora
tutta
la
sua
forza
ideale
,
oltre
che
a
fissare
il
comune
denominatore
programmatico
servì
ad
operare
una
prima
ma
fondamentale
selezione
tra
gli
antifascisti
:
da
un
lato
gli
elementi
decisi
,
che
sentivano
la
necessità
morale
e
politica
di
una
lotta
rivoluzionaria
e
che
,
aderendo
a
«
Giustizia
e
Libertà
»
,
erano
pronti
a
pagare
di
persona
;
dall
'
altro
gli
elementi
timidi
e
cerebralizzanti
,
facilmente
disposti
al
compromesso
,
in
perpetua
attesa
del
«
miracolo
»
,
rifuggenti
da
ogni
seria
partecipazione
alla
lotta
.
Questa
selezione
fu
,
contro
ogni
apparenza
,
eminentemente
politica
;
più
che
cento
programmi
essa
valse
a
separare
gli
elementi
conservatori
dagli
elementi
rivoluzionari
.
Un
conservatore
non
aderirà
infatti
mai
ad
una
impostazione
e
a
metodi
di
lotta
seriamente
rivoluzionari
,
quali
sono
quelli
di
«G.L.»,
ben
sapendo
che
nel
mondo
moderno
ogni
rivoluzione
è
necessariamente
sociale
e
che
vano
sarebbe
il
tentativo
di
trattenerla
entro
gli
stretti
limiti
della
politica
formale
.
All
'
inverso
,
coloro
i
quali
accettano
la
impostazione
rivoluzionaria
della
lotta
,
sono
poi
,
salvo
rare
eccezioni
,
anche
coloro
che
affermano
la
necessità
di
una
radicale
trasformazione
dei
rapporti
sociali
.
Per
cotesta
selezione
agì
con
insuperabile
efficacia
la
tesi
repubblicana
,
affermata
da
«G.L.»
sino
dagli
inizi
con
una
intransigenza
assoluta
.
Essa
allontanò
di
colpo
dal
movimento
gli
elementi
conservatori
che
sempre
e
dovunque
,
ma
soprattutto
nella
situazione
italiana
,
hanno
considerato
la
monarchia
come
il
più
forte
puntello
della
conservazione
sociale
;
e
consentì
al
movimento
di
gettarsi
subito
con
grande
energia
nella
battaglia
,
senza
troppo
preoccuparsi
di
discussioni
teoretiche
che
avrebbero
rischiato
di
rallentare
il
ritmo
dell
'
azione
.
Due
anni
sono
passati
da
allora
;
due
anni
duri
,
di
lotta
silenziosa
e
tenace
,
di
sacrifici
innumeri
e
spesso
ignorati
,
consacrati
dalla
morte
o
da
feroci
condanne
di
Tribunale
.
Abbiamo
noi
raggiunto
l
'
obiettivo
iniziale
che
ci
eravamo
assegnati
?
Senza
tema
di
esagerare
possiamo
rispondere
affermativamente
.
La
coscienza
della
necessità
,
della
fatalità
storica
della
lotta
rivoluzionaria
,
si
è
imposta
.
Le
vecchie
posizioni
di
compromesso
monarchico
-
papaline
-
corporative
sono
state
spazzate
.
Nuclei
di
«
Giustizia
e
Libertà
»
esistono
in
moltissimi
centri
italiani
.
«
Giustizia
e
Libertà
»
non
è
ormai
più
il
sogno
di
pochi
generosi
od
illusi
.
È
una
realtà
poderosa
,
è
la
concreta
speranza
di
liberazione
cui
guarda
il
Paese
.
Il
fascismo
,
che
sa
identificare
i
suoi
avversari
,
ha
già
da
tempo
riconosciuto
in
«G.L.»
il
centro
animatore
della
rivoluzione
italiana
.
Due
anni
sono
passati
;
nuovi
compiti
urgono
.
Mentre
la
lotta
continua
,
appare
ormai
indispensabile
il
precisare
la
fisionomia
politica
del
movimento
.
La
dichiarazione
iniziale
di
principi
chiede
d
'
essere
sviluppata
e
definita
nelle
sue
pratiche
applicazioni
,
specie
sociali
.
Non
basta
più
parlare
genericamente
di
libertà
,
di
repubblica
,
di
giustizia
sociale
.
Bisogna
anche
dire
come
,
in
virtù
di
quali
trasformazioni
,
attraverso
quali
istituti
vogliamo
che
questa
libertà
,
questa
repubblica
,
questa
giustizia
sociale
siano
realizzate
.
Tale
precisazione
non
è
imposta
solo
da
un
dovere
di
chiarezza
e
da
un
elementare
senso
di
responsabilità
politica
,
ma
dal
rapido
maturarsi
della
coscienza
rivoluzionaria
nel
nostro
Paese
.
Due
anni
fa
un
tentativo
di
precisazione
programmatica
non
avrebbe
servito
che
ad
alimentare
nuove
discussioni
e
scissioni
;
oggi
,
dopo
due
anni
di
lotte
comuni
condotte
sotto
il
segno
di
«G.L.»,
esso
non
potrà
che
imprimere
nuovo
slancio
all
'
azione
rivoluzionaria
.
La
fase
dell
'
antifascismo
negativo
o
indistinto
è
chiusa
in
Italia
.
Il
bisogno
di
vedere
affermata
una
posizione
di
antifascismo
costruttivo
,
che
si
pronunci
sui
problemi
fondamentali
della
rivoluzione
,
che
tenga
conto
delle
grandi
esperienze
del
dopoguerra
europeo
,
e
che
implichi
un
radicale
rinnovamento
della
vita
italiana
,
si
è
ormai
generalizzato
.
Consapevole
di
questa
situazione
e
di
queste
esigenze
la
direzione
del
movimento
ha
creduto
che
il
tempo
fosse
venuto
di
dare
a
«
Giustizia
e
Libertà
»
un
programma
.
La
direzione
ha
lungamente
discusso
,
ha
interrogato
quanti
più
compagni
fosse
possibile
e
ha
finalmente
elaborato
,
con
la
collaborazione
dei
rappresentanti
di
vari
gruppi
,
lo
schema
di
programma
che
segue
.
Con
questo
programma
non
si
è
inteso
vincolare
in
modo
assoluto
i
membri
.
Si
è
voluto
piuttosto
fissare
alcuni
caposaldi
di
orientamento
e
determinare
una
chiarificazione
indispensabile
alla
educazione
politica
della
nuova
generazione
e
allo
sviluppo
dell
'
azione
rivoluzionaria
.
Non
appena
la
situazione
lo
consentirà
,
la
direzione
convocherà
un
convegno
per
la
redazione
e
l
'
approvazione
definitiva
del
programma
.
Schema
di
programma
.
Il
fascismo
non
può
essere
abbattuto
che
da
un
movimento
rivoluzionario
che
imposti
e
risolva
decisamente
,
in
funzione
di
libertà
,
i
problemi
politici
e
sociali
fondamentali
della
vita
italiana
.
Il
movimento
«
Giustizia
e
Libertà
»
,
per
il
suo
stesso
modo
di
costituzione
e
per
la
sostanza
del
suo
programma
,
è
la
espressione
concreta
delle
forze
che
si
battono
sul
terreno
rivoluzionario
contro
il
fascismo
.
Nell
'
ordine
politico
«
Giustizia
e
Libertà
»
mira
alla
conquista
della
libertà
,
cioè
di
uno
Stato
repubblicano
che
realizzi
le
forme
della
più
larga
democrazia
,
basandosi
essenzialmente
sulle
classi
lavoratrici
e
sulle
organizzazioni
autonome
;
nell
'
ordine
sociale
«
Giustizia
e
Libertà
»
vuole
affermato
un
principio
di
giustizia
che
renda
effettiva
quella
democrazia
,
affrontando
in
modo
radicale
il
problema
della
terra
e
dell
'
industria
e
quello
dei
rapporti
interni
di
fabbrica
.
La
rivoluzione
antifascista
non
sarà
un
semplice
mutamento
di
forme
politiche
superficiali
,
né
un
ritorno
al
passato
,
ma
una
profonda
trasformazione
economico
-
politica
.
Al
Governo
sorto
dalla
rivoluzione
e
ai
Comitati
locali
rivoluzionari
spetterà
il
compito
di
porre
le
basi
del
nuovo
Stato
.
Una
Assemblea
Costituente
,
eletta
a
suffragio
universale
e
convocata
entro
breve
termine
,
consacrerà
l
'
opera
della
rivoluzione
e
fisserà
l
'
ordinamento
definitivo
della
Repubblica
.
Le
basi
del
nuovo
regime
.
La
monarchia
sarà
dichiarata
decaduta
e
sarà
proclamata
la
Repubblica
.
La
libertà
di
associazione
,
di
organizzazione
professionale
,
di
stampa
,
di
riunione
,
di
emigrazione
ecc
.
saranno
ristabilite
.
Soppresse
la
milizia
e
la
polizia
fascista
,
sarà
costituita
una
guardia
repubblicana
per
la
difesa
della
Rivoluzione
.
I
maggiori
responsabili
e
i
favoreggiatori
,
finanziatori
e
profittatori
del
fascismo
,
cominciando
dal
re
,
saranno
processati
;
i
beni
dei
condannati
saranno
confiscati
perché
formino
un
fondo
per
indennizzare
le
vittime
politiche
.
Le
aziende
giornalistiche
fasciste
saranno
confiscate
e
messe
a
disposizione
dei
comitati
rivoluzionari
.
Le
corporazioni
e
i
sindacati
fascisti
saranno
sciolti
.
La
riforma
agraria
.
La
rivoluzione
antifascista
affronterà
il
problema
agrario
sulla
base
del
principio
:
«
La
terra
a
chi
lavora
»
,
tutelando
nello
stesso
tempo
gli
interessi
della
produzione
.
Si
distingueranno
le
aziende
in
cui
,
senza
dannose
conseguenze
economiche
,
è
possibile
l
'
immediato
conferimento
della
proprietà
ai
lavoratori
,
da
quelle
che
esigono
l
'
impiego
di
molte
braccia
,
di
ingenti
capitali
e
di
superiore
direzione
tecnica
nelle
quali
il
frazionamento
della
unità
fondiaria
disorganizzerebbe
e
ridurrebbe
la
produzione
.
Conseguentemente
:
I
mezzadri
,
i
piccoli
fittavoli
,
i
partecipanti
,
gli
enfiteuti
e
in
generale
tutti
coloro
che
coltivano
la
terra
col
loro
lavoro
personale
e
con
quello
della
loro
famiglia
,
acquisteranno
la
proprietà
della
terra
che
coltivano
,
rimanendo
obbligati
verso
i
vecchi
proprietari
ad
una
moderata
indennità
rateale
garantita
dallo
Stato
,
che
rappresenterà
il
titolo
legittimo
di
acquisto
e
che
,
in
caso
di
confisca
della
proprietà
,
andrà
allo
Stato
.
Sarà
stabilita
una
quota
massima
di
indennità
.
Laddove
sia
richiesto
dagli
interessi
della
produzione
,
saranno
costituiti
dei
Consorzi
o
delle
Cooperative
per
la
gestione
dei
servizi
comuni
,
sotto
la
direzione
o
il
controllo
di
tecnici
.
Le
aziende
agrarie
,
per
le
quali
l
'
attribuzione
individuale
della
terra
riuscirebbe
antieconomica
,
diventeranno
proprietà
comune
e
indivisibile
dei
coltivatori
,
salvo
al
vecchio
proprietario
ed
al
fittabile
per
il
capitale
da
lui
impiegato
,
il
diritto
all
'
indennità
di
cui
al
paragrafo
precedente
.
Le
nuove
aziende
saranno
gestite
in
cooperativa
od
altra
forma
collettiva
secondo
le
necessità
economiche
locali
.
I
lavoratori
che
non
abbiano
trovato
occupazione
permanente
come
proprietari
o
comproprietari
di
aziende
agricole
personali
o
collettive
,
avranno
diritto
di
preferenza
nella
assegnazione
delle
terre
pubbliche
e
di
bonifica
.
Lo
Stato
organizzerà
il
credito
agrario
in
modo
da
assicurare
il
successo
della
riforma
agraria
.
Provvedimenti
speciali
regoleranno
i
debiti
ipotecari
.
Riforma
industriale
e
bancaria
.
La
rivoluzione
antifascista
affronterà
il
problema
della
crisi
dell
'
industria
,
che
non
è
solo
economica
,
ma
di
uomini
e
di
classi
.
Essa
non
potrà
risolversi
se
non
con
una
riorganizzazione
generale
dell
'
industria
e
con
la
trasformazione
dei
rapporti
interni
di
fabbrica
.
Un
organo
permanente
per
la
direzione
e
il
controllo
della
vita
economica
nazionale
traccerà
un
piano
di
ricostruzione
economica
e
fisserà
,
in
accordo
con
i
pubblici
poteri
,
le
direttive
fondamentali
della
produzione
.
La
riforma
dell
'
industria
sarà
basata
sulla
socializzazione
con
gestione
autonoma
,
sul
controllo
operaio
e
la
democrazia
di
fabbrica
,
da
applicarsi
secondo
i
criteri
che
seguono
:
Le
industrie
e
le
aziende
che
presentano
i
caratteri
di
un
servizio
pubblico
essenziale
(
idroelettrica
,
dei
fertilizzanti
,
grandi
banche
private
di
credito
)
o
che
fruiscono
di
un
monopolio
naturale
(
mineraria
)
,
o
hanno
vissuto
sinora
estorcendo
alla
collettività
enormi
protezioni
doganali
o
sovvenzioni
(
siderurgica
,
saccarifera
,
costruzioni
navali
)
saranno
socializzate
.
La
gestione
delle
aziende
socializzate
non
sarà
assunta
dallo
Stato
,
ma
da
organismi
autonomi
,
non
burocratici
,
diretti
da
tecnici
con
la
partecipazione
di
rappresentanti
degli
operai
e
impiegati
dell
'
azienda
,
dei
consumatori
e
degli
enti
pubblici
interessati
.
Il
capitale
azionario
delle
industrie
socializzate
,
salvo
quello
confiscato
ai
responsabili
del
fascismo
,
sarà
trasformato
a
titolo
di
moderata
indennità
,
in
obbligazioni
da
estinguersi
in
una
generazione
.
Per
evitare
,
nel
periodo
del
trapasso
,
lo
sconvolgimento
della
produzione
nelle
industrie
socializzate
e
la
gravissima
disoccupazione
che
ne
seguirebbe
,
sarà
fatto
obbligo
ai
tecnici
di
conservare
le
loro
funzioni
,
salvo
la
revisione
successiva
.
Il
controllo
operaio
,
introdotto
in
tutte
le
grandi
e
medie
aziende
,
così
pubbliche
come
private
,
dovrà
assicurare
alle
classi
lavoratrici
una
effettiva
compartecipazione
alla
gestione
delle
aziende
.
Esso
sarà
organizzato
in
modo
da
affermare
la
libertà
operaia
nella
fabbrica
,
da
sviluppare
le
capacità
industriali
della
classe
operaia
,
e
da
opporsi
,
nell
'
interesse
della
produzione
,
alle
tendenze
di
burocrazia
e
di
centralizzazione
.
Politica
sindacale
e
cooperativa
.
Le
proprietà
del
partito
e
delle
organizzazioni
fasciste
saranno
confiscate
per
essere
trasferite
alle
organizzazioni
operaie
e
contadine
.
I
contratti
collettivi
saranno
immediatamente
riveduti
.
L
'
indennità
di
disoccupazione
dovrà
essere
sufficiente
alla
vita
e
versata
durante
l
'
intero
periodo
di
disoccupazione
a
tutti
i
disoccupati
.
Sarà
promossa
l
'
organizzazione
e
la
difesa
degli
interessi
dei
lavoratori
a
domicilio
(
apprendisti
,
garzoni
,
lavoratori
casalinghi
ecc
.
)
con
la
fissazione
dei
minimi
di
salario
e
di
contratti
-
tipo
.
Il
movimento
cooperativo
riceverà
,
in
tutti
i
suoi
rami
,
il
massimo
appoggio
.
Si
promuoverà
il
collegamento
tra
cooperative
di
produzione
industriali
e
agricole
e
le
cooperative
di
consumo
,
riorganizzando
i
mercati
con
la
soppressione
degli
intermediari
parassitari
.
Politica
finanziaria
e
doganale
.
Sarà
introdotta
la
nominatività
dei
titoli
e
ristabilita
,
con
aliquote
progressive
,
la
imposta
di
successione
.
Provvedimenti
radicali
saranno
presi
per
l
'
abolizione
del
dazio
sul
grano
e
dei
dazi
sui
generi
di
consumo
popolare
.
Le
tariffe
doganali
saranno
rivedute
nel
senso
di
una
progressiva
generale
riduzione
.
Politica
delle
abitazioni
.
Immediata
riduzione
degli
affitti
.
Municipalizzazione
delle
aree
e
delle
costruzioni
edilizie
.
Politica
che
favorisca
il
passaggio
della
attuale
proprietà
edilizia
ai
Municipi
o
agli
inquilini
contro
il
pagamento
di
una
moderata
indennità
.
Politica
estera
e
coloniale
-
Minoranze
allogene
.
La
Repubblica
Italiana
farà
una
decisa
politica
di
pace
e
di
disarmo
;
ridurrà
grandemente
le
spese
militari
e
coloniali
;
propugnerà
l
'
organizzazione
unitaria
dell
'
Europa
e
una
politica
di
libero
scambio
.
Riconoscerà
l
'
autonomia
culturale
e
amministrativa
alle
minoranze
allogene
.
Adotterà
una
politica
di
intesa
e
di
libertà
verso
gli
abitanti
delle
colonie
.
Giustizia
e
riforma
carceraria
.
Indipendenza
e
inamovibilità
della
magistratura
,
previo
allontanamento
degli
elementi
indegni
ad
opera
di
una
Commissione
indipendente
dal
Potere
Esecutivo
.
Radicale
riforma
del
regime
carcerario
.
Politica
scolastica
.
Scuola
gratuita
,
aperta
in
tutti
i
suoi
gradi
al
popolo
e
aderente
alle
forme
rinnovate
della
vita
sociale
.
L
'
insegnamento
e
la
cultura
riceveranno
il
massimo
impulso
e
saranno
considerati
come
essenziali
alla
vita
e
al
progresso
della
Repubblica
.
Politica
ecclesiastica
.
Separazione
completa
dello
Stato
dalla
Chiesa
,
previa
confisca
dei
beni
dell
'
alto
clero
e
delle
Congregazioni
religiose
.
Incondizionata
libertà
di
coscienza
e
di
culto
.
Il
Trattato
di
Conciliazione
,
la
Convenzione
Finanziaria
e
il
Concordato
saranno
dichiarati
nulli
.
Ai
titoli
di
rendita
(
1
miliardo
)
consegnati
al
Vaticano
sarà
tolta
ogni
validità
.
Autonomie
.
L
'
organizzazione
del
nuovo
Stato
dovrà
basarsi
sulle
più
ampie
autonomie
.
Le
funzioni
del
Governo
centrale
dovranno
limitarsi
alle
sole
materie
che
interessano
la
vita
nazionale
.
Il
principio
dell
'
autonomia
è
uno
dei
principi
direttivi
del
movimento
rivoluzionario
«
Giustizia
e
Libertà
»
.
StampaQuotidiana ,
In
un
capitolo
del
Principe
,
Niccolò
Machiavelli
,
dopo
aver
riportato
l
'
opinione
diffusa
che
tutte
le
cose
del
mondo
siano
governate
dalla
fortuna
sicché
l
'
uomo
non
possa
apportarvi
né
correzione
né
rimedio
,
dichiara
che
,
per
suo
conto
,
è
stato
incline
a
questa
opinione
e
che
solo
per
non
negare
completamente
la
libertà
umana
è
giunto
a
concludere
che
la
fortuna
è
arbitra
della
metà
delle
azioni
umane
e
che
essa
lascia
governare
agli
uomini
l
'
altra
metà
o
pressappoco
.
Anche
oggi
,
forse
,
come
ai
tempi
di
Machiavelli
,
molti
inclinano
a
credere
che
la
fortuna
è
l
'
arbitra
esclusiva
delle
vicende
umane
.
La
variabilità
di
queste
vicende
,
la
rapidità
delle
trasformazioni
sociali
e
politiche
,
l
'
instabilità
delle
istituzioni
e
dei
costumi
,
l
'
incertezza
del
destino
personale
di
ciascun
individuo
non
sono
certo
diminuite
dai
tempi
di
Machiavelli
ed
anzi
appaiono
oggi
ancora
più
radicali
.
La
parte
della
fortuna
nelle
faccende
dell
'
uomo
sembra
maggiore
del
cinquanta
per
cento
che
Machiavelli
voleva
attribuirle
.
La
grandezza
,
la
decadenza
e
la
fine
delle
civiltà
,
dei
popoli
e
degli
Stati
,
la
miseria
e
il
benessere
delle
popolazioni
,
la
riuscita
o
l
'
insuccesso
degli
individui
,
la
loro
nascita
e
morte
,
le
loro
vicende
significative
o
banali
,
sembrano
in
larga
misura
dovute
a
quel
fattore
ignoto
,
talora
benevolo
tal
altra
maligno
,
ma
sempre
minaccioso
o
sconcertante
,
perché
su
di
esso
non
si
può
fare
affidamento
,
che
diciamo
«
fortuna
»
.
Certo
,
degli
eventi
che
si
attribuiscono
alla
fortuna
si
possono
cercare
e
trovare
le
«
cause
»
.
La
fortuna
,
come
il
suo
stretto
parente
,
il
caso
,
non
significa
assenza
di
causalità
.
I
filosofi
,
da
Aristotele
in
poi
,
sono
stati
concordi
su
questo
punto
.
Un
uomo
esce
di
casa
a
una
certa
ora
;
questo
è
un
fatto
che
ha
le
sue
cause
cioè
la
sua
motivazione
:
egli
deve
recarsi
al
lavoro
o
a
un
appuntamento
o
ha
un
altro
motivo
qualsiasi
per
uscire
.
Una
tegola
cade
da
un
tetto
;
questo
fatto
ha
le
sue
cause
:
l
'
azione
del
vento
o
delle
intemperie
e
la
forza
di
gravità
.
Ma
l
'
incontro
di
questi
due
fatti
,
che
accade
quando
la
tegola
cade
in
testa
a
quell
'
uomo
,
non
è
prevedibile
né
in
base
alla
prima
,
né
in
base
alla
seconda
delle
serie
causali
che
lo
provocano
:
perciò
si
dice
che
è
dovuto
al
«
caso
»
e
che
l
'
uomo
è
stato
«
sfortunato
»
a
passare
di
li
in
quel
momento
.
Analogamente
il
movimento
della
roulette
che
fa
fermare
la
pallina
su
un
certo
numero
è
dovuto
alle
leggi
meccaniche
,
mentre
alla
preferenza
del
giocatore
ò
dovuta
la
puntata
che
egli
fa
su
quel
numero
;
ma
l
'
incontro
delle
due
causalità
costituisce
la
«
fortuna
»
del
giocatore
stesso
.
L
'
imprevedibilità
sembra
costituire
il
carattere
proprio
di
questi
incontri
casuali
,
fortunati
o
sfortunati
che
siano
,
tra
diverse
serie
di
eventi
.
I
due
eventi
che
si
incontrano
sono
,
ciascuno
per
suo
conto
,
prevedibili
cioè
spiegabili
in
base
alle
cause
o
ai
motivi
che
li
determinano
;
ma
non
è
prevedibile
il
loro
incontro
perché
non
si
verifica
con
frequenza
sufficiente
a
stabilire
un
'
uniformità
di
accadimento
.
Ora
tale
imprevedibilità
può
essere
interpretata
in
due
modi
diversi
:
può
,
in
primo
luogo
,
essere
considerata
come
un
semplice
frutto
dell
'
ignoranza
in
cui
l
'
uomo
si
trova
di
fronte
a
molti
dei
fattori
che
agiscono
nel
mondo
;
e
in
secondo
luogo
può
essere
considerata
come
una
indeterminazione
reale
,
inerente
al
fatto
che
le
maglie
della
rete
causale
sono
troppo
larghe
e
non
arrivano
a
stringere
o
a
contenere
tutti
i
fenomeni
sicché
un
certo
numero
di
essi
sfugge
alla
rete
e
si
comporta
come
vuole
.
La
differenza
tra
queste
due
interpretazioni
non
è
puramente
accademica
.
Secondo
la
prima
,
l
'
azione
del
caso
(
o
della
fortuna
,
la
quale
non
è
che
l
'
azione
del
caso
nelle
faccende
umane
)
può
essere
ridotta
e
,
al
limite
,
eliminata
mediante
la
riduzione
o
l
'
eliminazione
dell
'
ignoranza
e
l
'
estendersi
della
conoscenza
a
un
numero
sempre
maggiore
di
fattori
causali
.
Secondo
l
'
altra
,
il
caso
è
,
in
qualche
misura
,
ineliminabile
perché
è
un
'
imperfezione
reale
dell
'
ordine
oggettivo
,
e
si
annida
nelle
falle
della
stessa
connessione
causale
.
Tra
queste
due
interpretazioni
,
la
scienza
e
la
filosofia
contemporanea
propendono
per
la
seconda
.
La
considerazione
probabilistica
che
si
estende
oramai
a
tutte
le
branche
fondamentali
della
conoscenza
scientifica
,
dalla
fisica
atomica
alla
biologia
;
alla
psicologia
e
alla
sociologia
,
si
fonda
sul
presupposto
che
i
fatti
non
sono
determinabili
e
prevedibili
uno
per
uno
ma
soltanto
nei
loro
insiemi
,
nelle
loro
medie
statistiche
.
Le
maglie
della
catena
causale
,
di
cui
si
avvalgono
oggi
le
scienze
nella
spiegazione
e
nella
previsione
dei
fatti
,
sono
,
in
altri
termini
,
assai
larghe
:
ad
esse
sfugge
,
si
può
dire
,
ogni
fatto
che
sia
considerato
nella
sua
individualità
.
La
considerazione
probabilistica
,
come
considerazione
statistica
che
concerne
sempre
un
numero
di
fatti
abbastanza
grande
,
non
dice
nulla
sul
comportamento
di
un
fatto
singolo
.
Sappiamo
,
per
esempio
,
dall
'
andamento
delle
medie
statistiche
degli
anni
passati
,
il
numero
probabile
degli
individui
che
si
sposeranno
o
prenderanno
la
laurea
l
'
anno
venturo
;
ma
questa
conoscenza
non
ci
dice
affatto
che
il
signor
Tizio
l
'
anno
venturo
si
sposerà
o
il
signor
Caio
prenderà
la
laurea
.
Le
unità
individuali
che
entrano
a
comporre
le
medie
statistiche
che
costituiscono
l
'
uniformità
e
le
leggi
cioè
gli
oggetti
veri
e
propri
della
scienza
,
sfuggono
,
proprio
nella
loro
individualità
,
alle
uniformità
e
alle
leggi
:
praticamente
,
rimangono
i
soggetti
del
caso
.
Ciò
vale
per
un
singolo
elettrone
come
per
un
singolo
uomo
.
E
se
è
così
,
se
la
scienza
non
può
fare
a
meno
del
caso
,
il
vecchio
concetto
della
fortuna
che
domina
le
faccende
umane
non
è
solo
un
pregiudizio
da
ignoranti
.
La
consapevolezza
che
la
fortuna
gioca
una
parte
importante
è
profondamente
radicata
nella
società
contemporanea
.
Essa
assume
la
forma
di
quel
«
senso
d
'
insicurezza
»
che
spesso
viene
addotto
(
e
non
a
torto
)
come
un
contrassegno
specifico
della
società
contemporanea
;
o
di
quel
senso
del
rischio
che
viene
teorizzato
da
molte
filosofie
contemporanee
.
Ma
non
è
detto
che
tale
consapevolezza
debba
condurre
gli
uomini
soltanto
a
un
pessimismo
contemplativo
e
passivo
,
alla
rinunzia
ad
ogni
intervento
nel
corso
delle
cose
.
Il
lasciar
fare
,
l
'
abbandonarsi
alla
fortuna
,
è
un
atteggiamento
sempre
possibile
,
nonché
una
facile
tentazione
per
chiunque
;
ma
è
pure
possibile
,
e
certo
più
promettente
,
l
'
atteggiamento
opposto
di
chi
è
deciso
a
trar
partito
dalla
stessa
molteplicità
dei
casi
o
delle
occasioni
che
la
fortuna
può
offrire
.
Possiamo
limitarci
a
fare
contro
i
colpi
della
sorte
gli
scongiuri
di
rito
o
a
fidare
nell
'
oroscopo
quotidiano
che
i
giornali
ci
danno
,
anche
se
,
in
un
mondo
in
cui
gli
astri
sono
a
portata
di
missile
,
è
difficile
credere
ancora
che
siano
depositari
di
occulte
influenze
.
Ma
possiamo
anche
accettare
la
sfida
che
la
fortuna
ci
getta
e
rispondervi
con
le
armi
che
abbiamo
a
disposizione
.
Possiamo
prevedere
,
in
una
certa
misura
,
le
linee
di
tendenza
dei
fatti
e
prepararci
ad
affrontare
le
situazioni
future
per
correggere
quelle
tendenze
o
portarvi
rimedio
o
adeguarle
,
per
quanto
è
possibile
,
ai
nostri
umani
interessi
.
Il
bisogno
della
progettazione
,
così
profondamente
radicato
oggi
in
tutti
i
campi
dell
'
attività
umana
,
nasce
appunto
da
questo
atteggiamento
di
libera
reazione
alla
fortuna
e
da
una
ragionevole
fiducia
nei
mezzi
di
cui
la
ragione
umana
dispone
.
Certamente
,
qualsiasi
progettazione
può
non
riuscire
e
sul
suo
esito
finale
la
fortuna
dirà
la
sua
.
Ma
,
come
ancora
osservava
Machiavelli
,
essa
manifesta
la
sua
potenza
soprattutto
là
dove
non
c
'
è
«
ordinata
virtù
a
resisterle
»
;
ed
è
sempre
meno
rovinosa
quando
gli
uomini
hanno
pensato
per
tempo
a
elevare
contro
di
essa
argini
e
ripari
,
adeguati
.