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LA TAGLIA DELLA STORIA ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
Cosa domanda ancora la storia al proletariato russo per legittimare e rendere permanenti le sue conquiste ? Quale altra taglia di sangue e di sacrifizio pretende ancora questa sovrana assoluta del destino degli uomini ? Le difficoltà e le obiezioni che la rivoluzione proletaria deve superare si sono rilevate immensamente superiori a quelle di ogni altra rivoluzione del passato . Queste tendevano solo a correggere la forma della proprietà privata e nazionale dei mezzi di produzione e di scambio ; toccavano una parte limitata degli aggregati umani . La rivoluzione proletaria è la massima rivoluzione : poiché vuole abolire la proprietà privata e nazionale , e abolire le classi , essa coinvolge tutti gli uomini , non solo una parte di essi . Obbliga tutti gli uomini a muoversi , a intervenire nella lotta , a parteggiare esplicitamente . Trasforma la società fondamentalmente : da organismo pluricellulare ; pone a base della società nuclei già organici di società stessa . Costringe tutta la società a identificarsi con lo Stato , vuole che tutti gli uomini siano consapevolezza spirituale e storica . Perciò la rivoluzione proletaria è sociale : perciò deve superare difficoltà e obiezioni inaudite , perciò la storia domanda per il suo buon riuscimento taglie mostruose come quelle che il popolo russo è costretto a pagare . La rivoluzione russa ha trionfato finora di tutte le obiezioni della storia . Ha rivelato al popolo russo una aristocrazia di statisti che nessun ' altra nazione possiede ; sono un paio di migliaia di uomini che tutta la vita hanno dedicato allo studio ( sperimentale ) delle scienze politiche ed economiche , che durante decine d ' anni d ' esilio hanno analizzato e sviscerato tutti i problemi della rivoluzione , che nella lotta , nel duello impari contro la potenza dello zarismo , si sono temprati un carattere d ' acciaio , che , vivendo a contato con tutte le forme della civiltà capitalistica d ' Europa , d ' Asia , d ' America , immergendosi nelle correnti mondiali dei traffici e della storia , hanno acquistato una coscienza di responsabilità esatta e precisa , fredda e tagliente come la spada dei conquistatori d ' imperi . I comunisti russi sono un ceto dirigente di primo ordine . Lenin si è rivelato , testimoni tutti quelli che lo hanno avvicinato , il più grande statista dell ' Europa contemporanea ; l ' uomo che sprigiona il prestigio , che infiamma e disciplina i popoli ; l ' uomo che riesce , nel suo vasto cervello , a dominare tutte le energie sociali del mondo che possono essere rivolte a benefizio della rivoluzione ; che tiene in iscacco e batte i più raffinati e volpisti statisti della routine borghese . Ma altro è la dottrina comunista , il partito politico che la propugna , la classe operaia che la incarna consapevolmente , e altro è l ' immenso popolo russo , disfatto , disorganizzato , gettato in un cupo abisso di miseria , di barbarie , di anarchia , di dissoluzione da una guerra lunga e disastrosa . La grandezza politica , il capolavoro storico dei bolscevichi in ciò appunto consiste : nell ' aver risollevato il gigante caduto , nell ' aver ridato ( o dato per la prima volta ) una forma concreta e dinamica a questo sfacelo , a questo caos ; nell ' aver saputo saldare la dottrina comunista con la coscienza collettiva del popolo russo , nell ' aver gettato le solide fondamenta sulle quali la società comunista ha iniziato il suo processo di sviluppo storico , nell ' avere , in una parola , tradotto storicamente nella realtà sperimentale la formula marxista della dittatura del proletariato . La rivoluzione è tale e non una vuota gonfiezza della retorica demagogica , quando si incarna in un tipo di Stato , quando diventa un sistema organizzato del potere . Non esiste società se non in uno Stato , che è la sorgente e il fine di ogni diritto e di ogni dovere , che è garanzia di permanenza e di successo di ogni attività sociale . La rivoluzione proletaria è tale quando dà vita e s ' incarna in uno Stato tipicamente proletario , custode del diritto proletario , che svolge le sue funzioni essenziali come emanazione della vita e della potenza proletaria . I bolscevichi hanno dato forma statale alle esperienze storiche della classe operaia e contadina internazionale ; hanno sistemato in organismo complesso e agilmente articolato la sua vita più intima , la sua tradizione e la sua storia spirituale e sociale più profonda e amata . Hanno rotto col passato , ma hanno continuato il passato ; hanno spezzato una tradizione , ma hanno sviluppato ed arricchito la tradizione vitale della classe proletaria , operaia e contadina . In ciò sono stati rivoluzionari , perciò hanno instaurato l ' ordine e la disciplina nuovi . La rottura è irrevocabile , perché tocca l ' essenziale della storia , è senza possibilità di ritorni indietro , che altrimenti un immane disastro piomberebbe sulla società russa . Ed ecco iniziarsi un formidabile duello con tutte le necessità della storia , dalle più elementari alle più complesse , che occorreva incorporare nel nuovo Stato proletario . Bisognava conquistare al nuovo Stato la maggioranza leale del popolo russo . Bisognava rivelare al popolo russo che il nuovo Stato era il suo Stato , la sua vita , il suo spirito , la sua tradizione , il suo patrimonio più prezioso . Lo Stato dei Soviet aveva un ceto dirigente , il Partito comunista bolscevico ; aveva l ' appoggio di una minoranza sociale rappresentante la consapevolezza di classe , degli interessi vitali e permanenti di tutta la classe , gli operai dell ' industria . Esso è divenuto lo Stato di tutto il popolo russo e ciò ha ottenuto la tenace perseveranza del Partito comunista , la fede e la lealtà entusiastiche degli operai , l ' assidua e incessante opera di propaganda , di rischiaramento , di educazione degli uomini eccezionali del comunismo russo , condotti dalla volontà chiara e rettilinea del maestro di tutti , Nicola Lenin . Il Soviet si è dimostrato immortale come la forma di società organizzata che aderisce plasticamente ai multiformi bisogni ( economici e politici ) permanenti e vitali della grande massa del popolo russo , che incarna e soddisfa le aspirazioni e le speranze di tutti gli oppressi del mondo . La guerra lunga e disgraziata aveva lasciato una triste eredità di miseria , di barbarie , di anarchia ; l ' organizzazione dei servizi sociali era sfatta ; la compagine umana stessa si era ridotta a un ' orda nomade di senza lavoro , senza volontà , senza disciplina , materia opaca di un ' immensa decomposizione . Il nuovo Stato raccoglie dalle macerie i frantumi logori della società e li ricompone , li rinsalda : ricrea una fede , una disciplina , un ' anima , una volontà di lavoro e di progresso . Compito che potrebbe essere gloria di un ' intera generazione . Non basta . La storia non è contenta di questa prova . Nemici formidabili si drizzano implacabilmente contro il nuovo Stato . Si batte moneta falsa per corrompere il cittadino , si stuzzica il suo stomaco affamato . La Russia viene tagliata da ogni sbocco al mare , da ogni traffico , da ogni solidarietà : viene privata dell ' Ucraina , del bacino del Donetz , della Siberia , di ogni mercato di materia prime e di viveri . Su un fronte di diecimila chilometri bande di armati minacciano l ' invasione : sollevazioni , tradimenti , vandalismi , atti di terrorismo e sabotaggio vengono pagati . Le vittorie più clamorose si tramutano , per tradimento , in rovesci subitanei . Non importa . Il potere dei Soviet resiste : dal caos della disfatta crea un esercito potente che diviene la spina dorsale dello Stato proletario . Premuto da forze antagonistiche immani trova in sé il vigore intellettuale e la plasticità storica per adattarsi alla necessità della contingenza , senza snaturarsi , senza compromettere il felice processo di sviluppo verso il comunismo .
DISCORSI SERI ( - , 1927 )
StampaPeriodica ,
La stampa fascista va in giuggiole per il fallimento della Conferenza Ginevrina sul disarmo e torna ad irridere agl ' ideali di pace , come a un mito grottesco . Quel monotono chiacchierone dell ' on . A . Turati , concionando ai balilla d ' Abruzzo , afferma che " le camicie nere sono pronte a marciare per tutte le méte , " che bisogna " balzare in avanti quando l ' ora verrà " e che non può dire se " un giorno , al comando del Duce dovremo scattare per la santa battaglia che darà all ' Italia la sua grandezza nel mondo . " E poi , v ' è della gente che si ostina ancora a non prendere sul serio la stampa fascista , quando essa proclama che non il fascismo , ohibò , ma la socialdemocrazia massonica costituisce un pericolo per la pace di Europa ! " L ' Osservatore Romano " ha protestato contro l ' arresto di cinque sacerdoti , tra cui due più che settantenni , che sono stati condannati al domicilio coatto ; e ha deplorato l ' atteggiamento inerte del vescovo di Udine . Ma l ' organo vaticano non ha nulla da fare o da dire contro quel mons . Aiuti che , in una cerimonia indetta a Roma da un fascio di Trastevere , " ha esaltato secondo le cronache del regime con nobili parole vibranti di commozione il sacrificio di Giovanni Luporini , " e cioè di quel fascista che cadde a Firenze sotto i colpi di chi voleva respingere la sua aggressione , e la uccisione del quale determinò le orribili stragi notturne , che riempirono di raccapriccio il mondo civile ? Questi vescovi , monsignori ecc . , che si fanno esaltatori e complici delle gesta fasciste , sono gl ' interpreti autorizzati del Vaticano ? È bene prenderne nota ; per il giusto giudizio del prossimo domani .
L'UOMO DEL GUICCIARDINI ( DE_SANCTIS FRANCESCO , 1869 )
StampaPeriodica ,
La pubblicazione delle Opere inedite del Guicciardini fu uno di quei fatti che avrebbe dovuto dare grande impulso a ' nostri studi storici . Sono di tali scoperte che basterebbero da sé a creare un intero ciclo di critica storica : tanta copia vi si trova di notizie , con quelle riflessioni e impressioni che le rendono vive e irraggiano di nuova luce tutto un secolo . E si tratta di un secolo intorno al quale si è più scritto e meno compreso ; di un secolo chiamato del risorgimento , e che fu pur quello della nostra decadenza . Il problema storico di quell ' epoca non mi pare sia stato ancora posto e discusso e svolto con grande esattezza . Il problema è questo : L ' Italia a quel tempo era salita al più alto grado di potenza , di ricchezza e di gloria , e nelle arti e nelle lettere e nelle scienze toccava già quel segno a cui poche nazioni e privilegiate sogliono giungere , e da cui erano allora lontanissime le altre nazioni ch ' ella chiamava con romana superbia i barbari . Eppure , al primo urto di questi barbari , l ’ Italia , come per improvvisa rovina , crollò , e fu cancellata dal numero delle nazioni . E i barbari gittarono di nuovo il grido selvaggio : Guai a ' vinti ! E non solo li calcarono , ma li dileggiarono , trattandoli come non fossero uomini e riempiendo il mondo di querele e di rimproveri della perfidia e della viltà italiana . E sin d ' allora si restò intesi che i perfidi e i codardi fummo noi , che il torto fu tutto nostro , che fummo ripagati della nostra moneta , che ben ci stette e che i barbari ci fecero un segnalato favore a metterci un po ' di nuovo sangue nelle vene . A questi giudizi degli storici oltramontani si aggiungono i lamenti de ' nostri , i quali attribuiscono l ’ inaudita catastrofe alle nostre discordie , che ci tolsero ogni virtù di resistenza . Il buon Sismondi , che parla con tanta simpatia delle cose nostre , trasformando il rimprovero in elogio , assicura che il sentimento nazionale mancò agl ' Italiani perché erano mossi da un sentimento più alto , si sentivano cosmopoliti e furono benefattori dell ' umanità con l ' olocausto di se stessi . Né la catastrofe giunse improvvisa , anzi ce n ' era un inquieto presentimento , e non mancarono le solite profezie . Tutti rammentano con che eloquenza il Savonarola annunziava dal pergamo la venuta de ' Barbari , e quale impressione fece allora la profezia di un Francescano , che fra l ’ altro annunziava il sacco di Roma . Sinistri segni sono mentovati dagli storici . La folgore cade a Firenze sul tempio di Santa Reparata ; in una notte oscura fuochi sanguigni illuminano la villa Careggi . Gli spettri degli antichi Re di Aragona annunziano al loro successore la caduta del regno di Napoli . Le statue sudano sangue ; i popoli spaventati credono vedere nel cielo eserciti che combattono . Una secreta inquietudine incalzava i cittadini fra le delizie e le voluttà di una vita scioperata . Ci era dunque la coscienza oscura di una dissoluzione sociale e di una catastrofe prossima . E più che i giudizi degli stranieri e de ' posteri è utile investigare le impressioni e i giudizi de ' contemporanei . I frati e i preti , e anche parecchi storici , pongono la fonte del male nella rilassatezza de ' sentimenti religiosi e de ' costumi . “ Non si crede più a Cristo , dice Benivieni . Anzi si crede che tutto procede dal caso , massime le cose umane . Alcuni stimano che sieno regolate da influssi celesti . Si nega la vita futura , si schernisce la religione . Alcuni la reputano un trovato di uomini . Tutti , uomini e donne , tornano agli usi pagani , e si dilettano dello studio de ' poeti , degli astrologi e di ogni superstizione ” . Ci è in queste poche righe tutto Savonarola . Altri stimano al contrario che il male è principalmente nella Corte di Roma e nelle pratiche e nelle consuetudini religiose , che hanno sfibrato gli animi e resili più disposti a perdonare le offese che a vendicarle . E non vedono altra via a rinvigorire le istituzioni e gli uomini , che seguire gli esempi lasciatici dall ' antichità . Di questo erano tutti persuasi , che il paese era corrotto , salvoché alcuni derivavano la corruzione dall ' indebolito sentimento religioso , e gli altri ponevano appunto la sua sede nella religione così com ' era interpretata e praticata dalla Corte di Roma . Quelli vedevano il rimedio nel ritirare la società a ' suoi principii , con una riforma religiosa e morale che valesse a restaurare le credenze religiose ed emendare i costumi ; la qual riforma , incalzati i preti da frate Savonarola e più tardi da frate Lutero , attuarono a modo loro nel Concilio di Trento . Gli altri al contrario vedevano il rimedio nell ' emancipazione della coscienza da ogni autorità religiosa , ciò che traeva seco l ’ abolizione del Papato , che essi giudicavano il principale nemico della libertà e dell ' unità nazionale . Erano due scuole che con diversi nomi si continuano anche oggi , e che oltrepassavano ne ' loro fini e ne ' loro mezzi l ’ Italia , ed abbracciavano l ’ Europa cattolica . Si può dire che la loro storia è tutta la storia moderna , non finita ancora . Nella quale storia l ' Italia rappresentava una parte molto secondaria . Certo i primi concetti e i primi tentativi vennero da lei , ma rimasero concetti e tentativi isolati e scarsi di effetto , e quando l ’ incendio si dilatò e le contrarie opinioni accesero in tutta Europa ostinatissime contese e divisioni e guerre di popoli , tra noi non mancarono cittadini di molta virtù che con la penna o con le forti opere o co ' martirii mantennero la loro fede , ma fu moto di pochi e divisi , che s ' impresse appena alla superficie ; sotto alla quale rimasero in calma sonnolenta e stupida le popolazioni . Anche oggi sono di quelli che credono il Cattolicismo e il Papato salute o perdizione d ' Italia , ma sono opinioni oziose , che non lasciano traccia durabile sulle moltitudini ; il Concilio ecumenico che pure in altre parti di Europa solleva così vivi odii e speranze , presso di noi non suscita né energiche opposizioni , né gagliardi consensi . La corruttela de ' costumi era l ' apparenza più grossolana del male che travagliava l ' Italia e rendeva inevitabile la catastrofe . Quell ' apparenza fu presa per il male esso medesimo , e gli uni ne davano colpa al paganesimo e agli studi classici , gli altri alla Corte di Roma , pietra di scandalo , e non pensavano che quella corruttela del Papato e quel paganeggiare delle classi intelligenti e degli stessi Papi erano anche parte del problema ; fenomeni ed effetti che non spiegavano nulla , e volevano essere spiegati loro . Ma gli uomini politici vedevano la quistione sotto un aspetto più determinato . Poca speranza avevano ne ' tardi frutti che potessero venire da una riforma religiosa e morale ; e non credevano a Papa né a Cristo , e schernivano i profeti disarmati . A loro era chiaro che l ’ Italia divisa e debole d ' armi mal poteva resistere a ' barbari : qui era il pericolo , e qui ci voleva il rimedio . Molto li preoccupavano le discordie intestine fra cittadini , fra le città , fra gli Stati , e cercavano un sistema di equilibrio , che desse satisfazione a tutte le classi , mantenendo ordine e concordia al di dentro , e legasse i grandi Stati italiani con reciproca malleveria contro gli assalti che venissero dal di fuori . Fa stupire quanti sottili trovati pullulassero in quei cervelli acuti per ordinare in modo lo Stato che si ottenesse il desiderato equilibrio , quando già lo straniero era a casa e lasciava per sua misericordia disputare se i partiti si avessero a vincere per le più fave o alla metà delle fave . Né erano meno sottili i giudizi sulle condizioni e sulle forze degli Stati , sulle inclinazioni , le passioni e gl ' interessi de ' principi , e sulle varie combinazioni delle alleanze , con una finezza di osservazione e di analisi che desidero in molti documenti della diplomazia moderna . Strazia veder tanta sapienza con tanta impotenza . Vedevano le nazioni vicine salite a grande potenza per i buoni ordini e le buone armi , e soprattutto per avere raccolte tutte le membra dello Stato sotto un solo indirizzo . E tentarono qualcosa di simile in Italia . Indi la serenissima lega di Lorenzo , e le leghe e controleghe di Giulio , e fallito il tentativo di stringere in una forza sola gli Stati italiani , e avendo già lo straniero dentro , per cacciar via uno , chiamare gli altri . Indi le proposte di milizie nazionali , per uscir di mano a ' condottieri , e certi ordini di governo misto che tenessero in qualche equilibrio gli ottimati e il popolo . Ciò che presso le altre nazioni era il naturale portato della storia , in Italia erano combinazioni artificiali d ' ingegni sottili . E nulla riuscì . Leghe italiane poco stabili , perché leghe di principi , e sulla base mobile degl ' interessi . Leghe con forestieri fecero dell ' Italia il campo chiuso di tutte le cupidigie e di tutte le insolenze , ed ebbero quella fine che dice il Guicciardini , al quale pare ragionevole , che in qualcuno sia per rimanere potenza grande , il quale cercherà di battere i minori e forse ridurre Italia sotto una Monarchia . A milizie nazionali si pensò troppo tardi , quando i condottieri erano già i padroni , e il paese era corso da fanti svizzeri e spagnuoli e da lanzichenecchi e stradioti e gente d ' arme . Né i buoni ordini poterono ottenere tanta concordia de ' cittadini , che le fazioni smettessero di chiamar gli stranieri , sì che , miserabile spettacolo , tutti li odiavano , e tutti li chiamavano . Perciò nessuna propria e nazionale resistenza fu possibile , e l ’ Italia , come si disse , fu conquistata col gesso . Il problema dunque ti ritorna innanzi lo stesso . Mai non si vide tanta sapienza e così alta intelligenza quanta trovi allora nei grandi uomini che avevano in mano le sorti del paese , politici , filosofi , letterati , artisti , le cui opera riempiono anche oggi il mondo di ammirazione . “ L ' Italia , scrive il Guicciardini nel principio della sua storia , ridotta tutta in somma pace e tranquillità , coltivata non meno ne ' luoghi più montuosi e più sterili , che nelle pianure e regioni sue più fertili , né sottoposta ad altro imperio che de ' suoi medesimi , non solo era abbondantissima d ' abitatori , di mercatanzie e di ricchezze , ma illustrata sommamente dalla magnificenza di molti principi , dallo splendore di molte nobilissime e bellissime città , dalla sedia e maestà della religione , fioriva di uomini prestantissimi nell ' amministrazione delle cose pubbliche , e d ' ingegni molto nobili in tutte le dottrine e in qualunque arte preclara e industriosa , né priva , secondo l ' uso di quella età , di gloria militare ; e ornatissima di tante doti , meritamente appresso a tutte le nazioni nome e fama chiarissima riteneva ” . Le parole del Guicciardini si riferiscono proprio al momento della crisi , quando Lorenzo de ' Medici , Ferdinando d ' Aragona e Innocenzo VIII scomparivano dall ' orizzonte ed entravano in iscena i Borgia , Alfonso d ' Aragona e Ludovico il Moro , e Carlo VIII calava dalle Alpi , iniziando un moto che dovea finire con la soggezione d ' Italia a signoria straniera . E dapprima non mancarono le illusioni . A Venezia si diceva che Carlo veniva a vedere l ' Italia . I nostri scaltrissimi uomini di Stato confidavano di potere con l ’ ingegno e con l ' astuzia vincere quella forza barbara , e alla peggio , opporre stranieri a stranieri , e rintuzzare gli uni con gli altri . Tutti vedevano il pericolo , tutti proponevano i rimedii , e non si venne a capo di nulla . Non marcarono le idee , mancò la volontà e la forza di attuarle . Arguti i discorsi , stupendi gli scritti , fiacche le opere : tutto si ridusse in tentativi infelici e isolati , senza eco , senza espansione . Atti eroici non infrequenti , ma di singoli individui e di singole città : nulla , che rivelasse vita collettiva e nazionale . E così non ci fu riforma , e non lega italica e non milizie nazionali , e non buoni ordini , e non buone armi , e tutto restò nelle parole e negli scritti . Discutendo , scrivendo , l ’ Italia finì facile preda dello straniero . Questa singolare impotenza italica in mezzo a tutte le apparenze della grandezza e della potenza certifica un male più profondo che non pareva a ' contemporanei , e non è parso poi . Biasimiamo pure il tradimento di Ludovico , o la perfidia de ' Borgia o la spensieratezza di Leone X : il biasimo non spiega nulla ; il male era sì grave che bontà o perversità d ' individui ci potea poco . Diciamo pure che il senso morale era oscurato ; che i costumi erano corrottissimi , soprattutto del Clero ; che le armi erano mercenarie ; che gli odii tra classe e classe , tra città e città erano irreconciliabili ; che i principi e i partiti chiamavano essi lo straniero . Con questa lugubre descrizione dei fenomeni di una malattia che il Macchiavelli chiamava la corruttela italiana , il problema non si scioglie , ma si allarga , rimanendo sempre a sapersi per quali cause l ' Italia sotto le forme della più rigogliosa sanità , era pure in tale dissoluzione o corruttela che al primo cozzo coi barbari perdé tutto , anche l ’ onore , e per più secoli scomparve dalla storia con sì profonda caduta , che anche oggi è dubbio se la sia risorta davvero . L ' analisi di questa corruttela italiana , de ' suoi elementi , della sua universalità , della sua intensità , delle sue cagioni , del suo sviluppo , de ' suoi effetti , il carattere e la fisonomia che diede alla nazione , e i suoi vestigi visibili anche oggi e che ci vietano l ’ andare innanzi , è materia non ancora bene considerata e degnissima di studio . Attendiamo il Macchiavelli o il Montesquieu che ne scriva acconciamente , netto delle passioni contemporanee . Né a questo basta sagacia e diligenza di storico ; si richiede occhio metafisico , che sappia cogliere tra la varietà degli accidenti i tratti essenziali . Chi guarda con quest ' occhio in quei tempi , vedrà subito la differenza capitale tra l ' Italia e le nazioni che dovevano sceglierla a campo delle loro lotte , la Francia , la Germania , la Spagna , la Svizzera . Queste , dopo lunga elaborazione , giungevano pure allora ad uno stabile assetto politico , uscendo dalle lotte interne unificate , ordinate e più forti : dove l ' Italia si era già costituita parecchi secoli indietro , ed avea avuta tutta una civiltà , frutto di quella precoce costituzione . Fin d ' allora che i Comuni si vendicarono a libertà , trovò essa il suo assetto , che in tanta diversità di casi si mantenne inalterato ne ' suoi lineamenti sostanziali , e produsse quei miracoli di prosperità , di grandezza e di coltura che furono senza riscontro in tutte le altre parti di Europa . Nel Regno , dov ' era prevalsa la forma monarchico - feudale , il movimento fu superficiale e solo in alto , mentre le basse classi rimanevano in una condizione stagnante d ' ignoranza e di bestialità : pure la coltura italiana non era senza eco e senza corrispondenza in quelle parti . Ma nel rimanente d ' Italia la libertà aveva messo in moto tutte le forze , tutti gl ' interessi , tutte le passioni , e in parecchi Comuni avea fatta sentir la sua azione ne ' più bassi strati della società . Questo cumulo e concentrazione di forze messe in moto da stimoli così gagliardi accelerava e insieme consumava la vita italiana , logorandovisi tutte le classi , sì che in breve giro di tempo si compie la sua storia , maravigliosa per l ' instancabile attività , per lo straordinario concitamento delle passioni politiche , per l ' ardore e la ferocia delle lotte , per la larga partecipazione di tutte le classi alla vita pubblica , per l ' infinita produzione nelle industrie , ne ' commerci , nell ' agricoltura , negli studi , nelle opere di erudizione e d ' ingegno . Fu la vita di Achille , gloriosa , ma breve . Il medio evo fu per le altre nazioni lunga e faticosa elaborazione ; per l ' Italia fu civiltà , tutta quella civiltà che esso potea portare . Al tempo di cui parla il Guicciardini , questa civiltà toccava già quell ' ultima perfezione che si manifesta nel lusso e nell ' eleganza , con quella idolatria delle belle forme , con quel senso e gusto dell ' arte , con quella grandiosità e sontuosità delle feste , con quella voluttà de ' godimenti , con quella delicatezza e leggiadria nello scrivere e nel conversare , ne ' modi , e ne ' costumi , che sono segni non dubbii di prosperità , di agiatezza e di coltura . Quella ricca e allegra e fiorita produzione in tanta varietà di forme della vita materiale , intellettuale e artistica era non il principio , ma il resultato , la splendida conclusione , quasi la corona di una grande civiltà , che nel suo rapido corso consumava rapidamente se stessa : era il frutto di un capitale accumulato da un ' attività anteriore , il cui stimolo era mancato . Questa bella vita , in così ricca apparenza di sanità e di forza , aveva già secche le sue radici , venute meno nella coscienza tutte le idee religiose , morali e politiche , che l ' avevano condotta a quella prosperità , l ' impero , il papato , la libertà comunale , la grandezza feudale ; sicché , mentre mandava così vivi splendori , la società politicamente e moralmente era sciolta . Così fu a ' tempi di Pericle , e nel secolo di Augusto e in quello di Luigi XIV . Mancati all ' Italia tutti gli stimoli spirituali di cui era pur conseguenza quel suo ultimo fiore di civiltà , in breve appassì anche questo , rimasti sole forze motrici degli uomini gl ' interessi materiali . Mancarono al Papato , al Comune , al Principe tutti gli alti fini , per i quali si appassionano e vengon grandi i popoli : la tempra nazionale s ' infiacchì e si abbassò il carattere . E così mancarono insieme tutte le virtù della forza , l ' iniziativa , la generosità , il sacrificio , il patriottismo , la tenacità , la disciplina , e vennero su le qualità proprie della fiacchezza morale accompagnata con la maggior coltura e svegliatezza dello spirito , la dissimulazione , la malizia , la doppiezza , quello stare in sull ' ambiguo e tenersi nel mezzo e lasciarsi dietro l ’ uscita , la prudenza e la pazienza . Le teorie , i principii , le istituzioni erano pur sempre quelle , accettate nella parte esteriore , meccanica e letterale , magnificate ne ' discorsi pubblici , divenute un linguaggio di convenzione in casa ed in piazza , e negate e contraddette nella pratica ; ipocrisia abituale anche ne ' più noti per la libertà del pensiero . Mancava la forza e di accettare con sincerità e di negare con audacia ; divenuta la vita una bassa commedia , tutti consapevoli . Come contrapposto o protesta di una società non rassegnata ancora a morire , appunto in questi tempi d ' infiacchimento abbondarono i grandi individui , patrioti fortissimi , pensatori arditi , riformatori saldi sino al martirio , città eroiche , fatti ammirati e non imitati , rimasti solitarii e di poca o nessuna efficacia nella moltitudine . Né bastò la presenza dello straniero nel paese , e le offese alle sostanze , alla vita , all ' onore , che pur rendono arditi i più vili , a destare in que ' popoli una favilla di risentimento e di vergogna ; anzi li svigorì affatto quello spettacolo inusitato di selvaggia energia . Come si fa ne ' grandi mali e nelle improvvise catastrofi , tutti si abbandonarono dell ' animo , ogni vincolo si sciolse , ciascuno provvide a se stesso , non pensando a ' vicini , anzi pensando a trarre frutto dalla rovina di quelli , insino a che furono rovinati tutti . E non mancava la chiaroveggenza e non l ' opporntunità de ' rimedii , e mai l ' ingegno italiano non si mostrò così fecondo in ogni maniera d ' industrie e di sottili accorgimenti e di espedienti e di progetti ingegnosi : non mancava l ’ ingegno , mancava la tempra . L ' Italia era simile a quell ' uomo che nella maturità dell ' ingegno si sente già vecchio per avere abusate le forze . E non è l ' ingegno , ma è il carattere o la tempra che salva le nazioni . E la tempra si fiacca quando la coscienza è vuota , e non muove l ' uomo più altro che l ' interesse propria . Queste cose pensando e mulinando da gran tempo , mi vennero alle mani le opere inedite del Guicciardini , e trovai nella storia fiorentina e nelle proposte , e ne ' carteggi , e ne ' discorsi , e ne ' ricordi tale un tesoro di notizie ed osservazioni , che mi maraviglio non sia l ’ edizione già tutta spacciata , per il gran numero de ' nostri professori e cultori della storia . E mi fecero molta impressione soprattutto i ricordi da compararsi a quanto di meglio è stato fatto in questo genere . Ciò che la naturale prudenza e la lunga pratica delle cose del mondo e la dottrina e la solitaria meditazione e il salutare raccoglimento ne ' tristi e buoni accidenti della vita potea suggerire ad un sagacissimo osservatore , tutto trovi qui condensato e scolpito con rara energia di pensiero e di parola . E mai non ho capito così bene , perché l ' Italia fosse allora sì grande e sì debole , che in questa lettura , dove lo storico con perfetto abbandono dipinge se stesso e sotto forma di consigli ci scopre i suoi pensieri e sentimenti più intimi , o , per dirla con parola moderna , il suo ideale politico e civile dell ' uomo . L ' uomo del Guicciardini , quale egli crede dovrebbe essere l ' uomo savio , com ' egli lo chiama , è un tipo possibile solo in una civiltà molto avanzata e segna quel momento che lo spirito già adulto e progredito caccia via l ' immaginazione e l ' affetto e la fede , ed acquista assoluta e facile padronanza di sé . In questo regno dello spirito il nostro uomo savio spiega tutte le sue forze . Molto ha imparato ne ' libri , maraviglioso di erudizione e di dottrina ; ma non gli basta . Sa “ quanto è diversa la pratica dalla teorica , quanti sono che intendono le cose bene , che o non si ricordano o non sanno metterle in atto ” , e come non dee confidare alcuno “ tanto nella prudenza naturale , che si persuada quella più bastare senza l ’ accidentale della esperienza ” . Perciò la naturale prudenza e la dottrina accompagna con l ' esperienza , ovvero osservazione delle cose . E non gli basta ancora . Sa pure che “ la dottrina accompagnata co ' cervelli deboli o non gli megliora o gli guasta ” ; e però anche il naturale dee essere buono , tale cioè che non sia offuscato lo spirito dalle apparenze , dalle impressioni , dalle vane immaginazioni e dalle passioni . E quando hanno queste buone parti , la prudenza naturale , e l ' esperienza , e la dottrina , e il cervello non debole , gli uomini sono perfetti e quasi divini . Nel nostro savio e nel nostro uomo perfetto si riscontra dunque l ’ accidentale col naturale buono , la dottrina e l ' esperienza col cervello positivo e prudente . Ma egli ha una qualità ancora più preziosa senza la quale tutte le altre sono di poco frutto , ed è la discrezione o il discernere . Su ' libri trova le regole ; ma “ è grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente , e per dire così per regola ; perché quasi tutte hanno distinzione ed eccezione , e queste distinzioni e eccezioni non si trovano scritte in su ' libri , ma bisogna lo insegni la discrezione ” . Senza la discrezione adunque non giova la dottrina e non l ' esperienza . La dottrina ti dà le regole , l ' esperienza ti dà gli esempli ; ma è fallacissimo il giudicare per gli esempli : “ con ciò sia che ogni minima varietà nel caso può essere causa di grandissima variazione nello effetto ; e il discernere queste varietà , quando sono piccole , vuole buono e perspicace occhio ” . E perciò , “ quanto s ' ingannano coloro che a ogni parola allegano i Romani ! Bisognerebbe avere una città condizionata come era la loro , e poi governarsi secondo quello esempio ; il quale a chi ha le qualità disproporzionate è tanto disproporzionato , quanto sarebbe volere che uno asino facesse il corso di uno cavallo ” . Ma il nostro uomo non capita a prendere un asino per cavallo ; perché ha da natura buono e perspicace occhio , e legge spesso in un libro suo , che il Guicciardini chiama libro della discrezione . Questo è l ' uomo perfetto del Guicciardini , tutto spirito , e armato di così forti armi , naturali e accidentali . Né è colpa sua che abbia coscienza della sua superiorità , e disprezzi i vulgari , e come italiano , stimi barbari tutti gli altri popoli , e quantunque fortissimi e valorosissimi , confidi di poterli vincere e farli suoi istrumenti con la forza dell ' ingegno e della coltura . Chi studii con qualche attenzione in questo tipo intellettuale , così com ' è uscito dalla mente del Guicciardini , e che risponde generalmente allo stato reale dello spirito italiano a quel tempo , vedrà perché i nostri uomini di Stato giocavano quasi con gli stranieri , a cui si sentivano tanto soprastare per intelligenza e per coltura , e non che averne paura , confidavano di poterli usare a ' loro fini e a ' loro interessi particolari . Voi v ' intendete di armi , ma non v ' intendete di Stato , dicea con orgoglio Nicolò Macchiavelli a un potente straniero . Il nostro uomo , dotato di tante forze intellettive , e così disciplinate , con quel suo occhio buono e perspicace vede il mondo altro da quello che i volgari sogliono . Non crede agli astrologi e ai teologi e ai filosofi e a tutti gli altri che scrivono le cose sopra natura o che non si veggono , “ e dicono mille pazzie : perché in effetto gli uomini sono al bujo delle cose e questa indaga ione ha servilo e serve più a esercitare gl ' ingegni che a trovare la verità ” . Parla con ironia di Santa Maria Impruneta , che fa piova e bel tempo , e delle devozioni e de ' miracoli , e de ' digiuni e orazioni e simili opere pie , “ ordinate dalla Chiesa o ricordate da ' Frati , e dell ' aiuto che Dio dà a ' buoni , e del buon successo delle cause giuste ” . Stima che “ la troppa religione guasta il mondo , perché effemina gli animi , avviluppa gli uomini in mille errori e divertisceli da molle imprese generose e virili ” . Crede che , “ dalle repubbliche in fuora , nella loro patria , e non più oltre , tutti gli Stati , chi bene considera la loro origine , sono violenti , né v ' è potestà che sia legittima : né anche quella dell ' imperatore , che è fondata in sull ' autorità de ' Romani , che fu maggiore usurpazione che nessun ' altra ; e non quella de ' preti , la violenza de ' quali è doppia , perché a tenerci sotto usano le armi temporali e le spirituali ” . Innanzi a quest ' occhio perspicace tutto l ' antico edificio crolla , e del medio evo non rimane nulla . Il regno celeste rovina e si trae appresso nella caduta Papa e Imperatore . Lo spirito , adulto e per virtù propria emancipato , si ribella contro il passato dal quale è uscito e che lo ha cresciuto ed educato , caccia via da sé tutte le credenze e i principii , fattori di quella civiltà della quale egli è la corona e l ’ orgoglio , e si chiude nella terra , o nella vita reale , nel mondo naturale , così com ' è e non come è immaginato , e pone la sua gloria nell ' interpretarlo , nel comprenderlo e nel valersene a ' suoi fini . Se il nostro savio ammette con le persone spirituali che la fede conduce cose grandi , gli è non per alcuna assistenza soprannaturale o provvidenziale , ma perché la fede fa ostinazione , e chi dura , la vince . Quanto a lui , non gli è bisogno la fede , perché a vincere bastano le sue armi proprie , la naturale prudenza , e la dottrina e l ' esperienza e quel suo terribile occhio buono e perspicace . E non ci è latebra del cuore umano che stia nascosta a quell ' occhio , e non apparenza o nebbia così fitta che gli chiuda la via , e non vanità d ' immaginazione o impeto di passione . Quelli che si lasciano signoreggiare da vane immaginazioni , sono cervelli deboli . Quelli che si gittano nelle imprese senza considerare le difficoltà , sono uomini bestiali . E “ chi governa a caso , si ritrova alla fine a caso ” . E sono matti quelli che operano secondo passione , ancorché nobile e generosa . E sono sciocchi quelli che seguono il “ comune ragionare degli uomini e le vane opinioni del popolo . Chi disse uno popolo , disse veramente uno pazzo : perché è un mostro pieno di confusione e di errori , e le sue vane opinioni sono tanto lontane dalle verità , quanto è , secondo Tolomeo , la Spagna dalla India ” . Né è bene stare al giudicio di quelli che scrivono , e in ogni cosa “ volere vedere ognuno che scrive : e così quello tempo che s ' arebbe a mettere in speculare , si consuma in leggere libri con stracchezza d ' animo e di corpo , in modo che l ' ha quasi più similitudine a una fatica di facchini , che di dotti ” . Il nostro uomo savio e perfetto non ha fede che nel suo giudicio proprio , nel suo speculare , e nella evidenza del fatto , che scopre ogni fallacia di apparenza ; quanti dicono bene che non sanno fare : quanti in sulle panche e in sulle piazze paiono uomini eccellenti che adoperali riescono ombre ! Egli crede che i fatti umani sieno determinati dalle inclinazioni e passioni e opinioni degli uomini , e che ci sia perciò un ' arte della vita pubblica e privata , fondata sullo studio e la cognizione del cuore umano , scienza affatto sperimentale . E qual maestro in quest ' arte ! Nessuno è più addentro di lui ne ' motivi più occulti e con più cura dissimulati delle nostre azioni ; né più sicuro in determinare gli effetti più lontani , o quella lenta successione di cause poco sensibili e poco osservate , le quali spiegano quei moti delle cose , che al volgo pajono rovine subitanee . Fra tanta varietà di accidenti e di opinioni e di passioni nessuna cosa lo sorprende o lo sgomenta o lo turba , perché considera ogni cosa etiam minima , e di tutto sa trovare il bandolo , e ne ' più diversi casi della vita prevede e provvede , da ' più alti negozi dello Stato alle più umili faccende della famiglia . Il suo sguardo ne ' casi più improvvisi freddo e tranquillo è quello di un Iddio , alto e sereno sulle tempeste , ma di un Iddio leggermente ironico , inclinato a pigliarsi spasso degli uomini e voltarli a modo suo . Questo tipo del Guicciardini è la pianta uomo , come s ' era più o meno sviluppata in Italia ; è la fisonomia rimasa storica e tradizionale dell ' uomo italiano com ' era a quel tempo ; è quella superiorità e padronanza dello spirito , alla quale i popoli non giungono se non dopo molti secoli d ' iniziazione e di civiltà , e dove l ' Italia giunse con tanta celerità di cammino , che vi lasciò per via gran parte delle sue forze . Onde avvenne , che in così visibile progresso dello spirito , in così varia e ricca coltura , in tanta prosperità , fra tanti capilavori , quando coglieva il più bel fiore di una vita breve e affaticata , e aveva in vista nuovi orizzonti , si trovò esausta , e i giorni più allegri e più belli della sua esistenza furono i giorni della sua morte . L ' Italia era molto simile a quest ' uomo del Guicciardini , che ha fatto piano di tutto il passato , e rimasto solo col suo spirito , si gitta nella vita pieno di confidenza nel suo ingegno , nella sua dottrina , nella sua esperienza , nel suo occhio perspicace , e tratta l ’ uomo , come la natura , quasi suo servo , e suo istrumento e nato a utile suo , e guarda con uno sguardo fra l ’ ironico e il compassionevole ; e in verità il più degno di compassione è lui . Perché infine qual ' è l ' uso che di tante forze intellettive farà quest ' uomo ? qual è per lui il problema della vita ? Vivere è voltare tutte le cose divine e umane , spirituali e temporali , animate ed inanimate , a beneficio proprio . Ecco l ' ultimo motto di questa scienza e arte della vita . Seguiamo la storia di quest ' uomo secondo il tipo del Guicciardini , disegnato con tanta maestria in questi implacabili ricordi . Egli ha sciolto tutti i vincoli col passato , è uscito dalla barbarie del medio evo , ed è già l ' uomo nuovo o l ' uomo moderno , che si beffa del soprannaturale , e di tutti gli occulti e le vane cogitazioni dell ' astrologia e della magia , de ' teologi e de ' filosofi , e non ha fede che nella scienza , e vi pone a fondamento l ' esperienza e il giudizio proprio , lo speculare : tipo intellettuale italiano , divenuto dopo grandi lotte il tipo , la fisonomia di tutta l ' Europa civile . Questa potenza ed energia intellettuale produsse lavori che fruttificarono in altre terre , aiutarono al progresso umano , e rimasero sterili , dove nacquero . Galilei , Colombo , Vico , e molti altri potenti intelletti , che tanta parte ebbero nella civiltà europea , non ebbero quasi virtù o efficacia nella civiltà del loro paese , dove non era più materia atta a ricevere e generare . Il Guicciardini dice che le città non sono mortali , come gl ' individui , perché la materia si rinnova , e se periscono , è per gli errori di quelli che governano . Superbia di statista : perché non ci è scienza di statista , la quale possa fare che viva una città , a cui tutte le forze spirituali sono mancate , e dove la materia che si rinnova , è fiacca e corrotta e senza succo generativo . Né alla vita basta la sparsa cultura e l ' intelligenza sviluppata : perché sapere non è potere , come vedremo , continuando la storia del nostro uomo . Il quale , così potente d ' intelletto e di dottrina e di esperienza e di discrezione , è altresì un patriota ed un liberale , con tali opinioni che lo certificano lontanissimo già dal medio evo e personaggio affatto moderno . Imperatore e Papa , guelfi e ghibellini , dritto feudale e dritto di conquista , lotte di ottimati e di popolani , tutto questo è già roba vieta , è cancellato dalla sua coscienza . Italiano , cittadino di Firenze e laico , le sue opinioni si riassumono in queste memorabili parole : “ Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte , ma dubito , ancora che io vivessi molto , non ne vedere alcuna : uno vivere di repubblica bene ordinato nella città nostra ; Italia liberata da tutti i barbari , e liberato il mondo dalla tirannide di questi scellerati preti ” . Bellissime sentenze che , come egli presentiva , furono un testamento , divenuto oggi bandiera di tutta la parte liberale e civile europea : una libertà bene ordinata , l ' indipendenza e l ’ autonomia delle Nazioni , e l ' affrancamento del laicato . Questo desiderava allora il nostro uomo , e con lui tutta la parte colta del popolo Italiano , così a lui simile . Ma altro è desiderare , altro è fare . Il nostro uomo farebbe , se potesse far solo , ma lo sgomenta la compagnia de ' pazzi e de ' maligni . Molti , è vero , gridano libertà , ma in quasi tutti prepondera il rispetto dell ' interesse suo . Essendo il mondo fatto così , e dovendo l ’ uomo savio pigliare il mondo com ' è e non come dovrebbe essere , la scienza e l ’ arte della vita è posta in saper condursi di guisa che non te ne venga danno , anzi la maggiore comodità possibile . Conoscere non è mettere in atto . Pensa come vuoi , ma fai come ti torna . Perciò la principal mira del nostro savio è di procurarsi e mantenersi riputazione , perché allora tutti li corrono dietro ; e quando non si stima l ' onore , quando manca questo stimolo ardente , sono morte e vane le azioni degli uomini . E non c ' è cosa , benché minima , che non si debba fare , chi vuole acquistarsi riputazione . Quantunque “ sapere sonare , ballare , cantare e simili leggiadrie , scrivere bene , sapere cavalcare , sapere vestire accomodato pare che diano agli uomini più presto ornamento , che sostanza ” ; pure è bene averne cura , perché “ questi ornamenti danno degnità e riputazione agli uomini etiam bene qualificati e aprono la via al favore de ' principi , e sono talvolta principio e cagione di grande profitto e esaltazione ” . Il nostro savio non è uno stoico , né un cinico ; anzi è piuttosto un amabile epicureo . Si guarda d ' ingiuriare e di offendere , e quando vi sia sforzato , fa quello solo che necessità o utilità vuole . Fa volentieri il bene , non perché ne attenda cambio , essendo gli uomini facilissimi a dimenticare i benefizi , ma perché gli cresce riputazione . È largo di cerimonie e di lusinghe e di promesse generali , perché ne acquista grazia presso gli uomini , quando pure le buone parole non sieno seguite da ' buoni tatti . Si studia di tenersi bene co ' fratelli , co ' parenti , co ' principi , di procacciarsi amici , di non farsi nemici , che gli uomini si riscontrano , e te ne può venir male . Procura di trovarsi sempre con chi vince : perché glie ne viene parte di lode e di premio . Ha appetito della roba , non per godere di quella , che sarebbe cosa bassa , ma perché gli dà riputazione e la povertà è spregiata . È persona libera e reale , o come si dice in Firenze , schietta , perché piace agli uomini e perché , quando sia il caso di simulare , più facilmente acquisti fede . E nega arditamente , quando anche “ quello abbia fatto o tentato sia quasi scoperto e pubblico ; perché la negazione efficace , quando bene non persuada a chi ha indizi o creda il contrario , gli mette almanco il cervello a partito ” . È stretto nello spendere ancoraché la prodigalità piaccia : perché “ più onore ti fa uno ducato che la hai in borsa , che dieci che tu ne hai spesi ” . Fa ogni cosa per parere buono : perché il buon nome vale più che molte ricchezze . Cerca non meritarsi nome di essere sospettoso ; ma perché più sono i cattivi che i buoni , “ massime dove è interesse di roba o di stato , e l ' uomo tanto cupido dello interesse suo , tanto poco respettivo a quello di altri , crede poco e si fida poco ” . Sarei infinito se volessi continuare in queste citazioni . E forse mi sono steso troppo . Ma dice così bene , così preciso , in un linguaggio e in uno stile così oggi dimenticato , che nessuno me ne vorrà male . E sarò contento , se avrò potuto invogliare molti a leggere questo codice della vita scritto in stile lapidario e monumentale e pieno di alti insegnamenti per i cultori delle scienze storiche e morali . Quest ' uomo savio , secondo l ’ immagine che ce ne porge il Guicciardini , è quello che oggi direbbesi un gentiluomo , un amabile gentiluomo , nel vestire , nelle maniere e ne ' tratti . Il ritratto è così fresco e vivo , così conforme alle consuetudini moderne che ad ogni ora ti par d ' incontrarlo per via , con quel suo risetto di una benevolenza equivoca , con quella perfetta misura ne ' modi e nelle parole , con quella padronanza di sé , con quella confidenza nel suo saper fare e saper vivere . Tutti gli fanno largo ; multi gli sono attorno ; e se ne dice un gran bene . Quelli che sono da più di lui , non ne hanno ombra , perché si guarda di entrare in concorrenza , ed anche di far lega co ' potenti , memore del proverbio castigliano : il filo si rompe dal capo più debole . I principi lo hanno in grazia e lo colmano di onori e di ricchezze , perché mostra di avere loro rispetto e reverenza , e in questo è più presto abbondante che scarso . Ha il favore del popolo , “ fugge il nome di ambizioso , e tutte le dimostrazioni di volere parere , etiam nelle cose minime e nel vivere quotidiano , maggiore o più pomposo o delicato che gli altri ” . Nessuno gli ha gelosia o sospetto , perché fugge la troppa cupidità , per la quale l ' uomo è il peggior nemico di se stesso . Qual è la miglior cosa del mondo ? E il nostro savio risponde : è misura . Aborre dal troppo e dal vano ; e non sforza la natura , e si rassegna al fato , a quello che essere , citando l ' aureo detto : Ducunt volentes fata , nolentes trahunt . Se non può colorire tutti i suoi disegni , non se ne sdegna e sa attendere : perché i savi sono pazienti . È buono cittadino , perché si mostra “ zelante del bene della patria e alieno da quelle cose che pregiudicano a un terzo ; ma riprendere i disprezzatori della religione e de ’ buoni costumi è bontà superflua di quelli di San Marco la quale o è spesso ipocrisia , o quando pure non sia simulata non è già troppa a un cristiano , ma non giova niente al buono essere della città . Vuol provvedere alla sua grandezza , ma non se la propone per idolo come fanno comunemente i principi , i quali “ per conseguire ciò che gli conduce a quella fanno uno piano della coscienza dell ’ onore , della umanità e di ogni altra cosa . Tutto è previsto misurato : a tutto ci è un ma , che toglie ogni esagerazione e tien fermo il nostro savio nella via del mezzo . Aurea mediocritas . Il soperchio rompe il coperchio , e la miglior cosa del mondo è misura . “ Gl ' intelletti elevati trascendono il grado umano e si accostano alle nature celesti , ma senza dubbio ha migliore tempo nel mondo , più lunga vita e è in uno certo modo più felice chi è d ' ingegno più positivo ” . E questo è esser savio e saper vivere . senza dubbio il nostro savio ama la gloria , e desidera di fare cose grandi ed eccelse , ma ingegno positivo , com ' egli è , a patto che non sia con suo danno o incomodità . Gli cascano di bocca parole d ’ oro . Parla volentieri di patria , di libertà , di onore , di gloria , di umanità , ; ma vediamolo a ' fatti . Ama la patria e se perisce gliene duole non per lei , perciò così ha a essere , ma per sé , nato in tempi di tanta infelicità . È zelante del ben pubblico , ma non s ’ ingolfa tanto nello Stato , da mettere in quello tutta la sua fortuna . Vuole la libertà , ma quando la sia perduta non è bene fare mutazioni , perché spesso mutano i visi delle persone non le cose , e come non puoi mutare tu solo , “ ti riesce altro da quello che avevi in mente , e non puoi fare fondamento sul populo ” così instabile , e quando la vada male , ti tocca la vita spregiata del fuoruscita . Se tu fossi di qualità a essere capo di Stato , passi ; ma non così non essendo , è miglior consiglio portarsi in modo che quelli che governano non ti abbiano in sospetto , e neppure ti pongano tra i malcontenti . Quelli che altrimenti fanno , sono nomini leggieri . Nel mondo sono i savii e i pazzi . E pazzi chiama quei fiorentini , che “ vollero contro ogni ragione opporsi ” , quando “ i savii di Firenze arebbono ceduto alla tempesta ” . A nessuno dispiace più che a lui l ’ “ ambizione , l ' avarizia e la mollizie de ' preti , e il dominio temporale ecclesiastico ; ama . Martino Lutero , per vedere ridurre questa caterva di scelerati a ' termini debiti , cioè a restare o senza vizi , o senza autorità ” ; ma per il suo particulare è necessitato amare la grandezza de ' pontefici , e operare a sostegno de ' preti e del dominio temporale . Vuole emendata la religione in molte parti ; ma quanto a lui , “ non combatte con la religione , né con le cose che pare che dependono da Dio ; perchè questo obbietto ha troppa forza nella mente delli sciocchi ” . Così il nostro savio si nutre di amori platonici e di desiderii impotenti . E la stia impotenza è in questo , che a lui manca la forza di sacrificare il suo particulare a quello ch ' egli e vuole : perché quelle cose che dice di amare e di desiderare , la verità , la giustizia , la virtù , la libertà , la patria , l ' Italia liberata da ' barbari , e il mondo liberato da ' preti , non sono in lui sentimenti vivi e operosi , ma opinioni e idee astratte , e quello solo che sente , quello solo che lo muove , è il suo particolare . La lotta era accesa in Germania per la riforma religiosa e si stendeva nelle nazioni vicine , e non mancavano pazzi tra noi che per quella combattevano e morivano ; in Italia si combattevano le ultime battaglie della libertà e dell ' indipendenza nazionale ; il paese si dibatteva tra Svizzeri , Spagnuoli , Tedeschi e Francesi ; e il nostro savio non pare abbia anima d ' uomo , e non dà segno quasi di accorgersene e non se ne commove , e libra , e pesa , e misura quello che gli noccia o gli giovi . La vita è per lui un calcolo aritmetico . L ’ Italia perì perchè i pazzi furono pochissimi , e i più erano i savii . Città , principi , popolo , rispondevano all ' esemplare stupendamente delineato in questi Ricordi . L ' ideale non era più Farinata , erano i Medici ; e lo scrittore di questi tempi non era Dante , era Francesco Guicciardini . La società s ' era ita trasformando , pulita , elegante , colta , erudita , spensierata , amante del quieto vivere , vaga de ' piaceri dello spirito e della immaginazione , quale tu la senti ne ' versi di Angiolo Poliziano . Ogni serietà e dignità di scopo era mancata a quella insipida realtà . Patria , religione , libertà , onore , gloria , tutto quello che stimola gli uomini ad atti magnanimi e fa le nazioni grandi , ammesso in teoria . , non aveva più senso nella vita pratica , non era più il motivo della vita sociale . E perché mancarono questi stimoli , i quali soli hanno virtù di mantener vivo il carattere e la tempra delle nazioni , mancò appresso anche ogni energia intellettuale ed ogni attività negli usi e ne ' bisogni della vita , e il paese finì in quella sonnolenza , che i nostri vincitori con immortale scherno trasportarono ne ' loro vocabolarii e chiamarono il dolce far niente . Un individuo simile al nostro savio può forse vivere ; una società non può . Perché a tenere insieme uniti gli uomini è necessità che essi abbiano la forza di sacrificare , quando occorra , anche le sostanze , anche la vita ; e dove manchi questa virtù o sia ridotta in pochi , la società è disfatta , ancoraché paja viva . Questa forza mancò agl ' Italiani , simili in gran parte a quel romano ricchissimo , che non volle spendere cento ducati per la comune difesa , e nel sacco di Roma perdette l ’ onore delle figliuole e gran parte della sua fortuna . Questa forza mancò , perché le idee che mossero i loro maggiori erano esauste , succeduta la stanchezza e l ’ indifferenza , e in tanta cultura e prosperità la tempra , la stoffa dell ' uomo era logora , mancata quella fede e caldezza di cuore che conduce le cose grandi , che può comandare ai monti , come dice l ' Evangelo , o se vi piace meglio , può rendere facili e dolci i più duri sacrifici . Che cosa rimaneva ? La saviezza del Guicciardini . Mancata era la forza : supplì l ' intrigo , l ' astuzia , la simulazione , la doppiezza . E pensando ciascuno al suo particolare , nella tempesta , comune naufragarono tutti . Come erano rimpiccoliti gl ' Italiani e in quanta fiacchezza morale erano caduti , quali erano i disegni , i desiderii fra tanta tempesta , può far fede la descrizione che fa il Guicciardini dell ' animo dei suoi concittadini , ne ' quali era pur rimasta tanta virtù che valse a farli cadere con lode . “ La consuetudine nostra , fa dire a loro lo storico , non comportava che s ' implicassi nella guerra tra questi principi grandi , ma attendessi a schermirsi e ricomperarsi da chi vinceva secondo le occasioni e le necessità . Non era uficio nostro volere dare legge a Italia , volerci fare maestri e censori di chi aveva a uscirne : non mescolarci nelle quistioni de ' maggiori re de ' cristiani : abbiamo bisogno noi d ' intrattenerci con ognuno , di fare che i mercatanti nostri , che sono la vita nostra , possino andare sicuri per tutto : di non fare mai offesa a alcuno principe grande se non constretti e in modo che la scusa accompagni l ’ ingiuria , né si vegga , prima l ' offesa che la necessità . Non abbiamo bisogno di spendere i nostri danari per nutrire le guerre di altri , ma serbargli per difenderci dalle vittorie ; non per travagliare e mettere in pericolo la vita e la città , ma per riposarci e salvarci ” . Questo linguaggio di servitori e di mercanti mostra qual era allora la saviezza de ' popoli italiani , e che cosa è l ' uomo savio del Guicciardini . Non c ' è spettacolo più miserevole di tanta impotenza e fiacchezza in tanta saviezza . La razza italiana non è ancora sanata da questa fiacchezza morale , e non è ancora scomparso dalla sua fronte quel marchio che ci ha impresso la storia di doppiezza e di simulazione . L ' uomo del Guicciardini vivit , imo in Senatum venit , e lo incontri ad ogni passo . E quest ' uomo fatale c ' impedisce la via se non abbiamo la forza di ucciderlo nella nostra coscienza .
LO SVILUPPO DELLA RIVOLUZIONE ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
Le tesi fondamentali dell ' Internazionale comunista si possono così riassumere : 1 . la guerra mondiale 1914-18 rappresenta il verificarsi tremendo di quel momento del processo di sviluppo della storia moderna che Marx ha sintetizzato nell ' espressione : la catastrofe del mondo capitalista ; 2 . solo la classe lavoratrice può salvare la società umana dall ' abisso di barbarie e di sfacelo economico verso il quale la spingono le forze esasperate e impazzite della classe proprietaria , e può farlo organizzandosi in classe dominante per imporre la propria dittatura nel campo politico - industriale ; 3 . la rivoluzione proletaria è imposta e non proposta . Le condizioni create dalla guerra ( impoverimento estremo delle risorse economiche atte a soddisfare i bisogni elementari della vita collettiva e individuale , concentrazione dei mezzi di produzione e di scambio internazionali nelle mani di una piccola schiera di detentori , asservimento coloniale di tutti i paesi del mondo al capitalismo anglosassone , concentrazione , negli ambiti nazionali , delle forze politiche della classe proprietaria ) possono determinare questi sbocchi : o la conquista del potere sociale da parte della classe lavoratrice , coi metodi e gli strumenti che gli sono propri , per arrestare il processo di dissolvimento del mondo civile e gettare le basi di un ordine nuovo nel quale sia possibile una ripresa delle attività utili e uno slancio vitale energetico e rapido verso forme più alte di produzione e di convivenza ; o la morte per inedia ed esaurimento di una gran parte dei lavoratori ; o la strage in permanenza per la decimazione sociale fino al ricostituirsi di un congruo rapporto tra la produzione gestita capitalisticamente e la massa consumatrice . Aderire alla Internazionale comunista significa pertanto essere persuasi dell ' urgente necessità di organizzare la dittatura proletaria , cioè di atteggiare il movimento proletario nelle forme e nei modi più idonei perché il sistema politico proletario risulti una fase normale e necessaria nella lotta di classe combattuta dalle masse operaie e contadine . E significa che " l ' azione e la forza del proletariato " , a differenza di quanto si afferma nel programma del Partito socialista approvato a Genova nel 1892 , si esplicherà sotto questo doppio aspetto : 1 . organizzazione degli operai e dei contadini per unità di produzione ( fabbrica , azienda agricola , villaggio , città , regione , nazione ) rivolta ad addestrare le masse all ' autogoverno simultaneamente nel campo industriale e nel campo politico ; 2 . sviluppo di un ' azione sistematica e incessante di propaganda da parte degli elementi comunisti per conquistare rapidamente i poteri di questi organismi proletari , accentrarli in un nuovo tipo di Stato ( lo Stato dei Consigli operai e contadini ) nel quale si incarnerà la dittatura proletaria , dopo la dissoluzione del sistema economico - politico borghese . Queste innovazioni fondamentali da introdurre nel programma del 1982 , sono il risultato delle esperienze concrete attraversate dai lavoratori di Russia , di Ungheria , di Austria e di Germania nei loro tentativi di realizzazione rivoluzionaria . Esse sono da assumersi come inerenti necessariamente allo sviluppo industriale della popolazione capitalistica mondiale , perché attuate dagli operai inglesi e americani , indipendentemente dai contraccolpi delle circostanze politiche generali ( disfatta militare ecc . ) , come riflesso normale della lotta di classe nei paesi di più intensa vita capitalistica . Le esperienze concrete rivoluzionarie della classe operaia internazionale si possono riassumere nelle seguenti tesi : 1 ) la dittatura del proletariato , che deve fondare la società comunista sopprimendo le classi e gli inguaribili conflitti della società capitalistica , è il momento di più intensa vita dell ' organizzazione di classe dei lavoratori , operai e contadini ; 2 ) l ' attuale sistema di organizzazione della classe proletaria : associazione per mestiere ( sindacati ) , per industria ( federazione ) , per complesso di produzione locale e nazionale ( Camera del Lavoro ) e ( Confederazione Generale del Lavoro ) , sorto per organizzare la concorrenza nella vendita della merce - lavoro , non è idoneo , per questa sua natura essenziale concorrentista , ad amministrare comunisticamente la produzione e ad incarnare la dittatura del proletariato . L ' organizzazione per mestiere è stata un efficace strumento di difesa dei lavoratori , poiché è riuscita a limitare la strapotenza e l ' arbitrio della classe capitalistica , imponendo il riconoscimento dei diritti degli oppressi sulle questioni degli orari e dei salari . Essa continuerà a svolgere questo suo compito , durante la dittatura proletaria e nella società comunista , funzionando come organismo tecnico che compone i contrasti di interessi tra le categorie del lavoro e unifica nazionalmente e internazionalmente le medie di retribuzione comunista ; 3 ) l ' organizzazione dei lavoratori , che eserciterà il potere sociale comunista e nel quale si incarnerà la dittatura proletaria può essere solo un sistema di Consigli eletti nelle sedi di lavoro articolati agilmente in modo che aderiscano al processo di produzione industriale e agricola , coordinati e graduati localmente e nazionalmente in modo da realizzare l ' unità della classe lavoratrice al di sopra delle categorie determinate dalla divisione del lavoro . Questa unificazione si verifica anche oggi nelle Camere del Lavoro e nella Confederazione , ma senza efficacia coesiva delle masse , perché mero contatto saltuario e disorganico di uffici centrali e di individualità dirigenti . Nelle sedi del lavoro questa unificazione sarà invece effettiva e permanente perché risulterà dall ' armonico e articolato sistema del processo industriale nella sua vivente immediatezza , perché sarà basata sull ' attività creatrice che affratella le volontà e accomuna gli interessi e i sentimenti dei produttori ; 4 ) solo con questo tipo di organizzazione si potrà riuscire a rendere consapevoli le unità di lavoro della loro capacità a produrre e a esercitare la sovranità ( la sovranità deve essere una funzione della produzione ) , senza bisogno del capitalista e di una delegazione indeterminata del potere politico ; a rendere consapevoli , cioè , i produttori che la loro comunità organizzata , può sostituire , nel processo generale di produzione dei beni materiali , e quindi nel processo di creazione storica , il proprietario e i suoi sicari nel potere industriale e nella responsabilità della produzione ; 5 ) le unità di lavoro dovranno coordinarsi in organismi superiori , collegati per interessi locali e per branche industriali nella stessa unità territoriale di produzione ( province , regioni , nazione ) costituendo il sistema dei Consigli . La sostituzione agli individui proprietari di comunità produttive , collegate e intrecciate in una fitta rete di rapporti reciproci tendenti alla tutela di tutti i diritti e gli interessi scaturienti dal lavoro , determinerà la soppressione della concorrenza e della falsa libertà , gettando le basi dell ' organizzazione della libertà e della civiltà comunista ; 6 ) amalgamati intimamente nella comunità di produzione , i lavoratori sono automaticamente portati a esprimere la loro volontà di potere alla stregua di principi strettamente inerenti ai rapporti di produzione e di scambio . Cadranno rapidamente dalla psicologia media proletaria tutte le ideologie mitiche , utopistiche , religiose , piccolo borghesi : si consoliderà rapidamente e permanentemente la psicologia comunista , lievito costante di entusiasmo rivoluzionario , di tenace perseveranza nella disciplina ferrea del lavoro e della resistenza contro ogni assalto aperto o subdolo del passato ; 7 ) il Partito comunista non può avere competitori nel mondo intimo del lavoro . Nel periodo attuale della lotta di classe , fioriscono i partiti pseudo rivoluzionari : i socialisti cristiani ( che hanno facile presa fra le masse contadine ) , i " veri " socialisti ( ex combattenti , piccoli borghesi , tutti gli irrequieti spiriti avidi di novità purchessia ) , i libertari individualisti ( conventicole rumorose di vanità insoddisfatte e di tendenze capricciose e caotiche ) . Questi partiti hanno invaso la piazza ed assordano i mercati elettorali con la loro fraseologia vuota e inconcludente , con le promesse mirabolanti e irresponsabili , con rumorosi solleticamenti delle più basse passioni popolari e degli egoismi più angusti . Questi partiti non avranno presa alcuna sugli individui lavoratori , se questi dovranno esprimere la loro volontà sociale non più tra il tumulto e la confusione della fiera parlamentare , ma nella comunità di lavoro , dinanzi alla macchina di cui oggi sono schiavi e che dovrà diventare loro schiava ; 8 ) la rivoluzione non è un atto taumaturgico , è un processo dialettico di sviluppo storico . Ogni Consiglio di operai industriali o agricoli che nasce intorno all ' unità di lavoro è un punto di partenza di questo sviluppo , è una realizzazione comunista . Promuovere il sorgere e il moltiplicarsi di Consigli operai e contadini , determinare il collegamento e la sistemazione organica fino all ' unità nazionale da raggiungersi in un congresso generale , sviluppare una intensa propaganda per conquistarne la maggioranza , è il compito attuale dei comunisti . L ' urgere di questa nuova fioritura di poteri che sale irresistibilmente dalle grandi masse lavoratrici , determinerà l ' urto violento delle due classi e l ' affermazione della dittatura proletaria . Se non si gettano le basi del processo rivoluzionario nell ' intimità della vita produttiva , la rivoluzione rimarrà uno sterile appello alla volontà , un mito nebuloso , una Morgana fallace : e il caos , il disordine , la disoccupazione , la fame inghiottiranno e stritoleranno le migliori e più vigorose energie proletarie .
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All ' epoca della brigantesca conversione dei Buoni del Tesoro gli esercenti di ogni genere , nessuno escluso , furono costretti a depositare in titoli del Littorio una cauzione variante dalle cinquecento alle cinquemila lire . Col luglio , maturato il primo semestre , agli aventi diritto , invece del pagamento degli interessi , è stato ufficialmente annunziato che la rendita delle cauzioni sarà devoluta a beneficio dei Fasci . Le notizie preventive pervenute all ' Ufficio Statistica dalle cattedre ambulanti in ordine alla raccolta del grano lasciavano prevedere che il raccolto avrebbe raggiunta la cifra di cinquantasei milioni di quintali . Le notizie consuntive non sono complete , ma da quelle già arrivate si desume che il raccolto sarà molto al disotto di quello previsto e cioè del 35 per cento inferiore a quello dell ' anno scorso . È certo che in Emilia il raccolto sarà anche più basso . L ' anno scorso il grano si vendeva a 210-215 : quest ' anno il mercato di Rovigo che dà il tono al mercato nazionale del grano quota 120 per le qualità migliori . E dire che quest ' anno , secondo i guerrieri della battaglia del grano , si sarebbe dovuto arrivare a settantatré milioni di quintali ! Certo è che l ' Erario ha sostenuto una spesa di cinquanta milioni per la pappatoria dei guerrieri della famosa battaglia . Il raccolto del granone è in gran parte perduto per la persistente siccità : anche nelle provincie di Cremona e Mantova , che sono quelle ove la coltivazione viene fatta in misura più intensa ed è favorita dalla irrigazione . La disoccupazione si va sempre facendo più grave in tutte le regioni : e più specialmente nell ' Emilia e nella Romagna . La crisi del bracciantato determinata dalla fine delle opere pubbliche e dall ' arresto delle opere edilizie è acutissima . Ci sono state molte dimostrazioni di disoccupati . A Carpi 700 braccianti privi di lavoro e di pane hanno fatto una manifestazione silenziosa . Il Prefetto , invitato a segnalare la cosa al capo del governo , si è rifiutato dicendo che non desiderava diventare un disoccupato anche lui . Il Partito fascista ha imposto ai suoi iscritti una tassazione straordinaria in proporzione delle loro sostanze . L ' on . D ' Alessio ha versato 90.000 lire ( fatte come ? ) e ha strombazzato l ' offerta come un gesto generoso ; si tratta , invece , del prodotto di questa nuova imposizione . Il gruppo Gualino - Agnelli si è sciolto con piena rottura dei due capi . La rottura mette capo alle condizioni delle industrie " Fiat " e " Viscosa " che sono in gravissima crisi entrambe . La " Fiat , " come è noto , si dibatte da tempo in crisi incessanti , determinate dall ' enorme pressione fiscale e specialmente dalle gaffes mussoliniane , che le hanno fatto perdere gran parte della clientela estera . Agnelli pietì , implorò a lungo ; dimostrò a più riprese con esaurienti dimostrazioni matematiche che la produzione mensile per l ' estero si accumulava da gran tempo nei magazzini per i colpi di testa del Governo ; ed ebbe sempre in cambio vaghe promesse , e fu sempre costretto a rabberciare la situazione coi propri mezzi . Finalmente si decise al gran passo . Si presentò al Trucio e gli consegnò le chiavi degli stabilimenti , dichiarandogli che era nell ' impossibilità di andare avanti . Il Trucio nella sua grande magnanimità non ricorse neanche questa volta al manganello , mollò i milioni ed ebbe in cambio molte migliaia di macchine . A questo punto il popolo italiano assisté ad uno spettacolo di grandezza che in apparenza ha uno straordinario carattere imperialistico . Un Niagara di automobili investì pomposamente gli uffici pubblici centrali e provinciali , specialmente di natura militare e poliziesca . Ogni Comando ha avuto la sua dotazione di numerose automobili . Nessun battaglione isolato n ' è rimasto privo . Anche le tenenze dei carabinieri sono state fornite di mezzi veloci . La Questura di Napoli , in una sola volta , ha ricevute quaranta automobili ; il povero Questore si è trovato in gravi difficoltà , non essendovi disponibili locali sufficienti per allogarle . Provvisoriamente furono collocate in alcune grotte abbandonate del Monte Echia . Si sta ora faticosamente lavorando per organizzare il necessario e per impiantare le officine di riparazione . Questi scherzi possono ripetersi all ' infinito ? E se non si ripetono , come vivranno le grandi industrie ? In seguito alla messa in liquidazione della Banca Biellese e al suo assorbimento da parte della Banca Agricola Italiana , il Tribunale ha rinviato a giudizio , a richiesta di alcuni azionisti , gli amministratori della Biellese , fra i quali il Comm . Fila , capo di uno dei gruppi lanieri di Biella . Fra i debitori della Biellese , figura per circa 2 milioni l ' on . E . M . Gray , al quale il governo ha recentemente assicurato una cospicua mangianza , dandogli la presidenza della Compagnia italiana del turismo .
EMANCIPAZIONE DELLA DONNA ( BALLIO ELENA , 1868 )
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PARTE I : Che debbasi intendere per emancipazione della donna . La donna ne ha essa diritto ? Ne è essa degna ? Riconosciuta l ' uguaglianza dei due sessi e quindi il diritto di emancipazione per la donna , rinnoviamo la già fatta domanda : Ne è dessa degna ? Non si conquista se non meritando . È la legge storica d ' ogni grande emancipazione . Guardiamo alla classe operaia il tempo è maturo , per la sua emancipazione , ma gli operai s ' affratellarono da lunghi anni , dietro l ' obolo e il sangue , patirono combattendo per la causa della patria , pel trionfo d ' un santo principio . La donna nulla di simile ha fatto finora . Mi direte che la severità mi rende ingiusta contro il mio sesso , poiché qual maggior sacrifizio può idearsi di quello della vita de ' propri cari ? La donna non offre in olocausto alla patria , in ogni conflitto , in ogni battaglia , la parte più cara di sé nella persona del proprio figlio , consorte o padre ? Non furono le donne che abbandonando ogni occupazione domestica dedicarono giorni e notti alla cura dei feriti e dei moribondi quando il bisogno richiedeva il loro aiuto ? Non fu per opera spontanea delle donne che nelle varie città italiane vennero costituiti comitati di soccorso pei garibaldini e pei feriti ? Tutto ciò è vero , e la slanciata accusa va alquanto ritemprata ; ma tutto questo non basta per cancellarla . Poiché quelle donne che in tal modo cooperarono alla redenzione della propria patria erano , benché la più cospicua , una parte minima della nazione , e la maggior parte di quelle , diciamolo pur francamente , nonché spinte da un santo principio , dall ' intimo sentimento del proprio dovere , lo erano da vanità , da invidia o da più ignobile passione . Certamente sacrifizio superiore a quello della propria esistenza è per la donna il sacrifizio della vita d ' un suo caro ; ma sì nobile olocausto non è spontaneo , non è volontario , bensì imposto dalla necessità . Eccezione rara si è vedere una sposa , una madre di non dubbia sensibilità spingere animosa il suo diletto alla battaglia e non versare un effluvio di lagrime che tenti ammollire in lui l ' innata virtù e gli faccia imprecare al suo dovere , alla patria sua ! Alla mancanza di un tale eroismo nel cuore femminile dobbiamo occagionare se la indipendenza del nostro paese non è ancora compiuta se la libertà è ancora per gl ' Italiani uno splendido fantasma che va errando dell ' un capo all ' altro della penisola senza trovare chi abbia la virtù di realizzarlo . Fossero le donne animate da un giusto sentimento del proprio dovere , se null ' altro avessimo potuto risparmiare , non avremmo però lo scorso autunno pianto gli assassinati di Mentana , non avremmo ingoiato ignominia sopra ignominia fino al punto di lasciare che lo straniero dicesse impunentemente : Roma non sarà mai degli Italiani . Ma ritorniamo all ' argomento , da cui desolanti riflessioni sulla attualità ci hanno per breve alquanto sviate . Abbiamo cercato dimostrare che la donna de ' nostri giorni , vana , civetta , inconseguente , apatica , non è degna d ' emancipazione , che nulla ha fatto finora , perché la generalità debba riconoscere in lei questo diritto , che anzi la maggior parte delle donne non solo non se ne curano , ma non sognano pur di averlo . Conchiudiamo che se la donna vuole da senno che il principio della sua emancipazione passi nel novero della verità riconosciute , non deve retrocedere davanti a qualunque sacrifizio pel trionfo ' di detto principio . È necessario ch ' ella curvi rassegnata il capo alla corona del marito , che a somiglianza delle primi martiri del Cristianesimo sfidi imperterrita ogni tortura , che gli egoisti ed i retrivi non mancheranno di apprestarle , pel trionfo della sua causa . Quando la fede illuminerà l ' anima nostra , quando unite , perseveranti , concordi , l ' uomo , ci vedrà camminare sulla via dell ' abnegazione per raggiungere la sublime meta , allora soltanto si prostrerà a noi d ' inanzi e ci saluterà , non con ipocrite parole , ma coi fatti , veramente compagne ed uguali .
IL PARTITO COMUNISTA ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
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Il movimento proletario , nella sua fase attuale , tende ad attuare una rivoluzione nell ' organizzazione delle cose materiali e delle forze fisiche ; i suoi tratti caratteristici non possono essere i sentimenti e le passioni diffuse nella massa e che sorreggono la volontà della massa ; i tratti caratteristici della rivoluzione proletaria possono esser ricercati solo nel partito della classe operaia , nel Partito comunista , che esiste e si sviluppa in quanto è l ' organizzazione disciplinata della volontà di fondare uno Stato , della volontà di dare una sistemazione proletaria all ' ordinamento delle forze fisiche esistenti e di gettare le basi della libertà popolare . L ' operaio nella fabbrica ha mansioni meramente esecutive . Egli non segue il processo generale del lavoro e della produzione ; non è un punto che si muove per creare una linea ; è uno spillo conficcato in un luogo determinato e la linea risulta dal susseguirsi degli spilli che una volontà estranea ha disposto per i suoi fini . L ' operaio tende a portare questo suo modo di essere in tutti gli ambienti della sua vita ; si acconcia facilmente , da per tutto , all ' ufficio di esecutore materiale , di " massa " guidata da una volontà estranea alla sua ; è pigro intellettualmente , non sa e non vuole prevedere oltre l ' immediato , perciò manca di ogni criterio nella scelta dei suoi capi e si lascia illudere facilmente dalle promesse ; vuol credere di poter ottenere senza un grande sforzo da parte sua e senza dover pensare troppo . Il Partito comunista è lo strumento e la forma storica del processo di intima liberazione per cui l ' operaio da esecutore diviene iniziatore , da massa diviene capo e guida , da braccio diviene cervello e volontà ; nella formazione del Partito comunista è dato cogliere il germe della libertà che avrà il suo sviluppo e la sua piena espansione dopo che lo Stato operaio avrà organizzato le condizioni materiali necessarie . Il Partito comunista , anche come mera organizzazione si è rivelato forma particolare della rivoluzione proletaria . Nessuna rivoluzione del passato ha conosciuto i partiti ; essi sono nati dopo la rivoluzione borghese e si sono decomposti nel terreno della democrazia parlamentare . Anche in questo campo si è verificata l ' idea marxista che il capitalismo crea forze che poi non riesce a dominare . I partiti democratici servivano a indicare uomini politici di valore e a farli trionfare nella concorrenza politica ; oggi gli uomini di governo sono imposti dalle banche , dai grandi giornali , dalle associazioni industriali ; i partiti si sono decomposti in una molteplicità di cricche personali . Il Partito comunista , sorgendo dalle ceneri dei partiti socialisti , ripudia le sue origini democratiche e parlamentari e rivela i suoi caratteri essenziali che sono originali nella storia : la rivoluzione russa è la rivoluzione compiuta dagli uomini organizzati nel Partito comunista , che nel partito si sono plasmati una personalità nuova , hanno acquistato nuovi sentimenti , hanno realizzato una vita morale che tende a divenire coscienza universale e fine per tutti gli uomini . I partiti politici sono il riflesso e la nomenclatura delle classi sociali . Essi sorgono , si sviluppano , si decompongono , si rinnovano , a seconda che i diversi strati delle classi sociali in lotta subiscono spostamenti di reale portata storica , vedono radicalmente mutate le loro condizioni di esistenza e di sviluppo , acquistano una maggiore e più chiara consapevolezza di sé e dei propri vitali interessi . Nell ' attuale periodo storico e in conseguenza della guerra imperialista che ha profondamente mutato la struttura dell ' apparecchio nazionale e internazionale di produzione e di scambio , è divenuta caratteristica la rapidità con cui si svolge il processo di dissociazione dei partiti politici tradizionali , nati sul terreno della democrazia parlamentare , e del sorgere di nuove organizzazioni politiche : questo processo generale ubbidisce a una intima logica implacabile , sostanziata dalle sfaldature delle vecchie classi e dei vecchi ceti e dai vertiginosi trapassi da una condizione ad un ' altra di interi strati della popolazione in tutto il territorio dello Stato , in tutto il territorio del dominio capitalistico . Il Partito socialista si dice assertore delle dottrine marxiste ; il partito dovrebbe quindi avere , in queste dottrine , una bussola per orientarsi nel groviglio degli avvenimenti , dovrebbe possedere quella capacità di previsione storica che caratterizza i seguaci intelligenti della dialettica marxista , dovrebbe avere un piano generale d ' azione , basato su questa previsione storica , ed essere in grado di lanciare alla classe operaia in lotta parole d ' ordine chiare e precise ; invece il Partito socialista , il partito assertore del marxismo in Italia , è , come il Partito popolare , come il partito delle classi più arretrate della popolazione italiana , esposto a tutte le pressioni delle masse e si muove e si differenzia quando già le masse si sono spostate e differenziate . In verità questo Partito socialista , che si proclama guida e maestro delle masse , altro non è che un povero notaio che registra le operazioni compiute spontaneamente dalle masse ; questo povero Partito socialista , che si proclama capo della classe operaia , altro non è che gli impedimenta dell ' esercito proletario . Se questo strano procedere del Partito socialista , se questa bizzarra condizione del partito politico della classe operaia non hanno finora provocato una catastrofe , gli è che in mezzo alla classe operaia , nelle sezioni urbane del Partito , nei sindacati , nelle fabbriche , nei villaggi , esistono gruppi energici di comunisti consapevoli del loro ufficio storico , energici e accorti nell ' azione , capaci di guidare e di educare le masse locali del proletariato ; gli è che esiste potenzialmente , nel seno del Partito socialista , un Partito comunista al quale non manca che l ' organizzazione esplicita , la centralizzazione e una sua disciplina per svilupparsi rapidamente , conquistare e rinnovare la compagine del partito della classe operaia , dare un nuovo indirizzo alla Confederazione Generale del Lavoro e al movimento cooperativo . Il problema immediato di questo periodo , che succede alla lotta degli operai metallurgici e precede il congresso in cui il Partito deve assumere un atteggiamento serio e preciso di fronte all ' Internazionale comunista , è appunto quello di organizzare e centralizzare queste forze comuniste già esistenti e operanti . Il Partito socialista , di giorno in giorno , con una rapidità fulminea , si decompone e va in sfacelo ; le tendenze in un brevissimo giro di tempo , hanno già acquistato una nuova configurazione ; messi di fronte alle responsabilità dell ' azione storica e agli impegni assunti nell ' aderire all ' Internazionale comunista , gli uomini e i gruppi si sono scompigliati , si sono spostati ; l ' equivoco centrista e opportunista ha guadagnato una parte della direzione del Partito , ha gettato il turbamento e la confusione nelle sezioni . Dovere dei comunisti , in questo generale venir meno delle coscienze , delle fedi , della volontà , in questo imperversare di bassezze , di viltà , di disfattismi è quello di stringersi fortemente in gruppi , di affiatarsi , di tenersi pronti alle parole d ' ordine che verranno lanciate . I comunisti sinceri e disinteressati , sulla base delle tesi approvate dal II Congresso della III Internazionale , sulla base della leale disciplina alla suprema autorità del movimento operaio mondiale , devono svolgere il lavoro necessario perché , nel più breve tempo possibile , sia costituita la frazione comunista del Partito socialista italiano , che , per il buon nome del proletariato italiano , deve , nel Congresso di Firenze , diventare , di nome e di fatto , Partito comunista italiano , sezione della III Internazionale comunista ; perché la frazione comunista si costituisca con un apparecchio direttivo organico e fortemente centralizzato , con proprie articolazioni disciplinate in tutti gli ambienti dove lavora , si riunisce e lotta la classe operaia , con un complesso di servizi e di strumenti per il controllo , per l ' azione , per la propaganda che la pongano in condizioni di funzionare e di svilupparsi fin da oggi come un vero e proprio partito . I comunisti , che nella lotta metallurgica hanno , con la loro energia e il loro spirito di iniziativa , salvato da un disastro la classe operaia , devono giungere fino alle ultime conclusioni del loro atteggiamento e della loro azione : salvare la compagine primordiale ( ricostruendola ) del partito della classe operaia , dare al proletariato italiano il Partito comunista che sia capace di organizzare lo Stato operaio e le condizioni per l ' avvento della società comunista .
LE GIOIE DEL REGIME ( - , 1927 )
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Giorni fa , il " Popolo d ' Italia " pubblicava un monito agli agricoltori , cui rimproverava una inquietudine ingiustificata e un esagerato pessimismo . Il fatto che l ' organo presidenziale abbia sentito il bisogno di rivolgersi in tal modo ai produttori agrari e che alla sua voce si siano affrettati a far eco tutti i giornali del regime è , di per se stesso , una dimostrazione della difficilissima situazione in cui si dibatte l ' agricoltura in Italia e degli allarmi ch ' essa ha provocati e continua a provocare ogni giorno più . Il direttore del " Popolo d ' Italia , " che s ' intende di disciplina agraria come potrebbe intendersene un addetto alle pompe funebri , cerca di sostenere che i timori degli agricoltori sono per lo meno eccessivi ; ma ci vuol altro che la prosa dell ' ex segretario comunale per cambiar corso alla realtà ! E la realtà dolorosa è che le condizioni agrarie in Italia sono pessime . Il raccolto del grano è come vi ho già informati enormemente inferiore a quello dell ' anno scorso . Le cifre enunciate dal Consiglio dei Ministri sono , secondo il costume , menzogna e bluff . Nel Veneto , gli affittuari agrari si sono trovati nell ' impossibilità di pagare le cambiali ; e , all ' epoca della scadenza degli effetti , si sono presentati dinnanzi alle porte degl ' istituti creditori , trascinando innanzi a loro dei carretti pieni di canapa . " Non abbiamo denari , " hanno detto , " prendetevi questa , se volete . " Si va sempre più intensificando il movimento per la revisione dei contratti agrari . Gli affittuari vogliono che ai terreni sia esteso un provvedimento analogo a quello ch ' è stato recentemente adottato per le case , a vantaggio degli inquilini , nei confronti dei proprietari . Le resistenze dei padroni della terra sono , com ' è facile immaginare , vigorosissime ; e sembra che il governo si sia mostrato finora disposto a subirle . Ma gli affittuari , dal canto loro , non mollano : gli effetti della " battaglia del grano " e della " battaglia della lira " sono stati così disastrosi per loro , che non si trovano assolutamente in grado di andare avanti : la diminuzione dei fitti è da loro pretesa , non soltanto come un atto di giustizia comparativa , ma come una necessità pregiudiziale della produzione . Staremo a vedere che cosa farà , in ultima analisi , il governo . Quel ch ' è certo è che mai l ' agricoltura aveva subito un così formidabile colpo dall ' insipienza , dalla inorganicità e dalla contraddittorietà della politica governativa . E dire che il governo , per giustificare il crollo delle industrie , aveva proclamato essere suo proposito dare incremento all ' agricoltura ! L ' industria si trova in uno stato anche peggiore , sempre per effetto delle suddette battaglie e delle conseguenti strombazzate vittorie . I tessitori del Biellese lavorano per soli tre giorni la settimana ; non possono chiudere perché il governo lo impedisce loro , ma la merce rimane giacente nei depositi . Sapete che le manifatture lavorano tutte con un personale ridotto almeno del 50 per cento . I dirigenti dell ' industria laniera , Rivetti , Bozzalla e un socio , furono ricevuti , giorni fa , coi rappresentanti della Confederazione generale fascista , da Mussolini , al quale esposero le tragiche condizioni della loro industria . Se i telai non lavoreranno per conto di voi industriali fu la semplicistica risposta del " trucio " lavoreranno per conto dello Stato . Come si vede , Mussolini ritorna alla sua vecchia tesi favorevole e all ' occupazione delle fabbriche , e non si preoccupa se la merce fabbricata non potrà essere venduta ... Anche gli armatori hanno esposto al capo del governo i loro lamenti . I lettori del " Becco Giallo " ricorderanno che , nel suo discorso alla Camera , l ' on . Mussolini parlò della navigazione come dell ' industria privilegiata , cui il governo rivolgeva le sue cure più intense . Da allora , naturalmente , le sorti della navigazione sono andate precipitando . I cantieri Ansaldo di Genova , quelli di Monfalcone e quelli di Napoli erano alla vigilia di chiudersi ; e , per tamponare alla meglio la gran falla , il Ministero della Marina ha dovuto fare delle ordinazioni di esploratori di alto mare : esploratori di cui la stampa fascista ha pubblicato un primo elenco . E cosa le spese per gli armamenti continuano ad ingoiare milioni , mentre la disoccupazione e la fame si aggravano ogni giorno più . A Roma , come conseguenza del decreto sugli affitti , otto decimi dei cantieri sono chiusi , perché la Cassa depositi e prestiti , la Cassa Nazionale assicurazioni e gl ' Istituti di credito in genere non fanno più finanziamenti edilizi . Vi basti sapere che a Roma , nelle fornaci dove si fabbricano i mattoni , le donne si offrono alla mercede di 4 lire al giorno ! Le Casse di risparmio marciano verso il fallimento . E al fallimento già sarebbero , se dovessero fare i bilanci , quotando al valore reale i titoli di Stato : il consolidato e quel prestito del littorio , ch ' esse dovettero acquistare in notevole misura , sperperando cosi i fondi patrimoniali . Posso assicurarvi che presso alcune Casse di risparmio vi sono stati dei veri e propri , e non ingiustificati , episodi di panico da parte dei depositanti . L ' Esattoria comunale di Roma è esercita , com ' è noto , dal Monte di pietà . Ora , questo istituto , già floridissimo , deve rinunciare al servizio di esattoria perché ha un carico annuo di 20 milioni di insolvenze . In minori proporzioni , lo stesso fenomeno si estende a tutta Italia .
DEI DOVERI E DEI DIRITTI DELLA DONNA ( LA DIREZIONE , 1868 )
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La donna ha doveri nella famiglia , ha doveri nella società , ha doveri in faccia alla patria . Essa è figlia , essa è sposa , essa è madre ; e come figlia e come sposa e come madre non le basta saper compiere i bassi ufficii della domestica azienda , la fisica e la morale sua forza a questi soli misurare e , questi soddisfatti , illudersi di aver bene adempiuto alla sua missione . Oh , codesta non è se non la missione della donna massaia , e non quella della donna compagna dell ' uomo e con lui progredire al bene infinito delle masse . La missione della donna , collo sviluppo delle odierne aspirazioni , è pure di diversa natura . La donna dev ' essere l ' iniziatrice dell ' avvenire d ' ogni nazione ; ma perché possa degnamente rispondere al suo nobile compito e collocarsi al suo vero posto , ella deve istruirsi ; istrutta , resa valida nelle facoltà del suo intelletto , non potrà più sgarrare dalla retta linea che deve percorrere , e la percorrerà con fermezza e coraggio ; istrutta , la sua redenzione non ne sarà che una naturale conseguenza , ché da sé stessa saprà scuotersi di dosso quei mille vincoli che sotto forme speciose ora la tengono soggiogata ed avvilita , rendendo nullo il suo concorso ne ' liberi ordinamenti , o piuttosto che nullo , di uno speciale svantaggio . Perciò solo noi assumemmo il difficile incarico di questa effemeride per contribuire , con quei pochi mezzi di cui possiamo disporre , a preparare la donna onde rendersi man mano degna della esigenza dei tempi e dei portati della nuova filosofia razionale che riconosce in lei la potenza rigeneratrice dell ' umanità prostrata . Ma resa la donna all ' altezza de ' suoi doveri , è impossibile che ella soggiaccia più a lungo sotto l ' oppressione continua delle leggi che , con troppo evidente ingiustizia , la vogliono tutelata dalla culla alla tomba ; quando l ' uomo corrisponde pienamente all ' adempimento de ' suoi obblighi , egli ha per sé il libero esercizio dei suoi diritti ; e la società che accenna a spogliarsi d ' ogni muliebre pregiudizio , triste eredità dell ' evo medio , lo niegherà alla donna ? Se vuolsi la donna sentinella avanzata d ' ogni più perfetto incivilimento , si dovrà di ragione concederle l ' autonomia del suo individuo , e lasciandole la responsabilità delle proprie azioni , permetterle di consacrarsi colla devozione di cui può essere capace ai pubblici interessi e concorrere colla sua opera di cittadina all ' ingrandimento della patria , pur soddisfacendo ai suoi attributi che , come figlia , come sposa e quale madre , la provvidenza le assegnava . Epperò noi offriamo alle nostre lettrici il Progetto di legge del Deputato di Sessa , Salvatore Morelli , presentato alla Camera il 18 Giugno 1867 , e l ' Indirizzo del Comitato Supremo per l ' emancipazione della donna , organizzatosi in Napoli . Leggano le nostre sorelle e Indirizzo e Progetto , fermino il loro pensiero sui punti salienti ; e quando esse vi si trovino ( e si potrebbe dubitarne ? ) inclinate ad accondiscendervi , seguano fervorose le vie che la nuova luce ci appresenta , e tutte concordi riusciremo allo scopo rigeneratore a cui con ogni sforzo ora attendiamo .
LO STRUMENTO DI LAVORO ( GRAMSCI ANTONIO , 1920 )
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La rivoluzione comunista attua l ' autonomia del produttore nel campo economico e nel campo politico . L ' azione politica della classe operaia ( rivolta a instaurare la dittatura , a creare lo Stato operaio ) acquista valore storico reale solo quando è funzione dello sviluppo di condizioni economiche nuove , ricche di possibilità , avide di espandersi e di consolidarsi definitivamente . Perché l ' azione politica abbia buon esito deve coincidere con un ' azione economica . La rivoluzione comunista è il riconoscimento storico di fatti preesistenti economici , che essa rivela , che essa difende energicamente da ogni tentativo reazionario , che essa fa diventare diritto , ai quali , cioè , da una forma organica e una sistemazione . Ecco perché la costruzione dei Soviet politici comunisti non può che succedere storicamente a una fioritura e a una prima sistemazione dei Consigli di fabbrica . Il Consiglio di fabbrica e il sistema dei Consigli di fabbrica saggia e rivela in prima istanza le nuove posizioni che nel campo della produzione occupa la classe operaia ; dà alla classe operaia consapevolezza del suo valore attuale , della sua reale funzione , della sua responsabilità , del suo avvenire . La classe operaia trae le conseguenze dalla somma di esperienze positive che i singoli individui compiono personalmente , acquista la psicologia e il carattere di classe dominante , e si organizza come tale , cioè crea il Soviet politico , instaura la dittatura . Ogni operaio , per costituire il Consiglio , ha dovuto prendere coscienza della sua posizione nel campo economico . Ha sentito di essere inizialmente inserito in una unità elementare , la squadra di reparto , e ha sentito che le innovazioni tecniche apportate nell ' attrezzatura delle macchine hanno mutato i suoi rapporti col tecnico : l ' operaio ha meno bisogno di prima del tecnico , del maestro d ' arte , ha quindi acquistato una maggiore autonomia , può disciplinarsi da sé . Anche la figura del tecnico è mutata : i suoi rapporti con l ' industriale sono completamente trasformati : egli non è più una persona di fiducia , un agente degli interessi capitalistici ; poiché l ' operaio può fare a meno del tecnico per una infinità di atti del lavoro , il tecnico come agente disciplinare diventa ingombrante : il tecnico si riduce anch ' egli a produttore , connesso al capitalista dai nudi e crudi rapporti di sfruttato e sfruttatore . La sua psicologia perde le incrostazioni piccolo - borghesi e diventa proletaria , diventa rivoluzionaria . Le innovazioni industriali e l ' acquistata maggiore capacità professionale , permettono all ' operaio una maggiore autonomia , lo collocano in una superiore posizione industriale . Ma il mutamento di rapporti gerarchici e di indispensabilità non si limita alla squadra di lavorazione , all ' unità elementare che dà vita al reparto e alla fabbrica . Ogni squadra di lavorazione esprime nella persona del commissario la coscienza unitaria che ha acquistato del proprio grado di autonomia e di autodisciplina nel lavoro , e assume figura concreta nel reparto e nella fabbrica . Ogni Consiglio di fabbrica ( assemblea dei commissari ) esprime nelle persone dei componenti il comitato esecutivo la coscienza unitaria che gli operai di tutta la fabbrica hanno acquistato della loro posizione nel campo industriale . Il comitato esecutivo può accorgersi del come sia avvenuto per la figura del direttore della fabbrica lo stesso mutamento di figura che ogni operaio constata nel tecnico . La fabbrica non è indipendente : non esiste nella fabbrica l ' imprenditore - proprietario , che abbia la capacità mercantile ( stimolata dall ' interesse legato alla proprietà privata ) di comprare bene le materie prime e di vendere meglio l ' oggetto fabbricato . Queste funzioni si sono spostate dalla fabbrica singola al sistema di fabbriche possedute da una stessa ditta . E non basta : esse si raccolgono in una banca o in un sistema di banche che si sono assunte l ' ufficio reale di fornitrici di materie prime e accaparratrici dei mercati di vendita . Ma durante la guerra , per le necessità della guerra , non è lo Stato divenuto l ' approvvigionatore di materie prime per l ' industria , il distributore di esse secondo un piano prestabilito , il compratore unico della produzione ? Dov ' è dunque andata a finire la figura economica dell ' imprenditore - proprietario , del capitano d ' industria , che è indispensabile alla produzione , che fa fiorire la fabbrica con la sua preveggenza , con le sue iniziative , con lo stimolo dell ' interesse individuale ? Essa è svanita , si è liquefatta nel processo di sviluppo dello strumento del lavoro , nel processo di sviluppo di rapporti tecnici ed economici che costituiscono le condizioni della produzione e del lavoro . Il capitano d ' industria è diventato cavaliere d ' industria , si annida nelle banche , nei salotti , nei corridoi ministeriali e parlamentari , nelle borse . Il proprietario del capitale è divenuto un ramo secco nel campo della produzione . Poiché egli non è più indispensabile , poiché le sue funzioni storiche sono atrofizzate , egli diventa un mero agente di polizia , egli pone i suoi " diritti " immediatamente nelle mani dello Stato perché li difenda spietatamente . Lo Stato diventa così l ' unico proprietario dello strumento di lavoro , assume tutte le funzioni tradizionali dell ' imprenditore , diventa la macchina impersonale che compra e distribuisce le materie prime , che impone un piano di produzione , che compra i prodotti e li distribuisce : lo Stato dei politicanti , degli avventurieri , dei bricconi . Conseguenze : aumento della forza armata poliziesca , aumento caotico della burocrazia incompetente , tentativo di assorbire tutti i malcontenti della piccola borghesia avida di ozio , e creazione a questo scopo di organismi parassitari all ' infinito . Il numero dei non produttori aumenta morbosamente , supera ogni limite consentito dalla potenzialità dell ' apparato di produzione . Si lavora e non si produce , si lavora affannosamente e la produzione cala continuamente . Perché si è formato un abisso spalancato , una fauce immane che inghiotte e annienta il lavoro , annienta la produttività . Le ore non pagate del lavoro operaio non servono più a dare incremento alla ricchezza dei capitalisti : servono a sfamare l ' avidità della sterminata moltitudine di agenti , di funzionari , di oziosi , servono a sfamare chi lavora direttamente per questa turba di inutili parassiti . E nessuno è responsabile , e nessuno può essere colpito : sempre dappertutto lo Stato borghese , con la sua forza armata , lo Stato borghese che è diventato il gerente dello strumento di lavoro che si decompone , che va in pezzi , che viene ipotecato e sarà venduto all ' incanto nel mercato internazionale dei ferrivecchi logori e inutili ... Così si è sviluppato lo strumento di lavoro , il sistema dei rapporti economici e sociali . La classe operaia ha acquistato un altissimo grado di autonomia nel campo della produzione , poiché lo sviluppo della tecnica industriale e commerciale ha soppresso tutte le funzioni utili inerenti alla proprietà privata , alla persona del capitalista . La persona del privato proprietario automaticamente espulsa dal campo immediato della produzione , si è annidata nel potere di Stato , monopolizzatore della distillazione del profitto . La forza armata tiene la classe operaia in una schiavitù politica ed economica divenuta antistorica , divenuta fonte di decomposizione e di rovina . La classe operaia si stringe intorno alle macchine , crea i suoi istituti rappresentativi come funzione del lavoro , come funzione della conquistata autonomia , della conquistata coscienza di autogoverno . Il Consiglio di fabbrica è la base delle sue esperienze positive , della presa di possesso dello strumento di lavoro , è la base solida del processo che deve culminare nella dittatura , nella conquista del potere di Stato da rivolgere alla distruzione del caos , della cancrena che minaccia di soffocare la società degli uomini , che corrompe e dissolve la società degli uomini .