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STILE ( PERSICO EDOARDO , 1930 )
StampaPeriodica ,
Un ritratto di antenato ed una fotografia dei nostri giorni , una stampa ottocentesca ed una circolare industriale stabiliscono per contrasto definitivamente l ' esistenza di uno stile moderno , cioè di un mezzo di espressione che corrisponde allo spirito ideale ed ai bisogni pratici di un mondo nuovo . I dubbi e le esitazioni di molta gente di fronte a questo stile moderno sono sconfitti dovunque : in casa , dove ci serviamo di oggetti che sarebbero parsi incomprensibili a nostro nonno ; in strada , con i mezzi di trasporto ; al cinematografo , che è una rappresentazione nuova del nostro mondo morale ; sui campi di foot - ball , dove i giocatori e le folle si aggruppano secondo nuove armonie . La creazione di uno stile non è mai l ' impegno di uno sforzo solitario , ma la collaborazione vivente di tutta un ' epoca . L ' impiegato che sale al mattino in un tram , l ' operaio che manovra una leva , la signora che va a passeggio , l ' elegantone che accende una sigaretta creano , senza volerlo , un modo di esprimersi ; cioè , un modo di essere . Bisognerebbe guardare attentamente , non solo come voleva Leonardo nelle macchie che fa l ' umidità sui muri o nelle nuvole , ma al gesto istintivo che facciamo per raccattare il guanto ad una signora , alla linea che disegna una donna quando si mette il cappello . Lo stile è determinato , così , da un complesso di prove : si tratta , in seguito , di promuovere l ' evidenza allo stato di creazione . Innalzare l ' apparenza alla sfera della poesia . Gli aspetti del tempo sono una specie di evocazione segreta e lo stile nasce piuttosto per l ' improvvisa adesione ad un mistero plastico , che per una ricerca specifica . La più piccola traccia di ricerca è un errore : una linea nel gesto di una figura , come una parola in un discorso annullano per sempre lo stile . Non è tanto la materia , o la volontà , che determina la forma ; ma il segreto accordo con le cose come esse si presentano nella realtà : si tratta per lo piú , di uno scambio di segni convenzionali . È soltanto attraverso questo accordo che la forma può suggellare un contenuto vivo , perché lo stile è un effetto , non un fine . Nelle etichette dei profumi , l ' alterigia del signore d ' Orsay ci è indifferente e quasi ostile , mentre comprendiamo benissimo la poesia di un nudo di Archipenko , paragonandola all ' immagine di una signora al ballo ; o il valore di un colore di Boccioni se pensiamo ai cancelli di un opificio , o alle piastre di un treno veloce .
Fine delle regole ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Affermare , come fanno gli Usa , che non ci possono essere regole è una maniera di legittimare uno stato di guerra di tutti contro tutti , o della guerra del più forte contro chi lo è meno . Ha ragione Luigi Pintor di chiedersi dove va a parare il presidente americano Bush ripetendo che il peggio della guerra deve ancora venire . Pensa soltanto che l ' Alleanza del Nord , da lui armata e finanziata , l ' aviazione e le forze speciali americane e inglesi a terra e in Afghanistan dovranno affrontare , dopo essersi rapidamente impadronite del territorio , una sanguinosa guerriglia fra montagne e grotte , come accadde all ' Urss dal 1979 al 1989 ? O prevede che impadronirsi di bin Laden , ora assediato anche via mare perché non possa riparare fuori dalla regione , non basterebbe a metter fine al terrorismo islamico , perché al Qaeda non è una banda personale e la cattura del suo leader - preferibilmente morto , dice con la consueta spigliatezza Rumsfeld - ne farebbe un martire ? Oppure intende contrapporre alla natura trasversale della Jihad un intervento allargato fuori dei confini afghani ? In questi giorni diverse voci , anche dall ' interno dell ' amministrazione americana , accennano a una possibile offensiva contro l ' Iraq , che abbatterebbe stavolta Saddam Hussein e forse rassicurerebbe Israele , poiché gli Stati uniti , direttamente o per interposta Onu , certo non lascerebbero per un pezzo il controllo del paese . Tanto più che , non essendo il " laico " Saddam Hussein una delle figure più amate da al Qaeda , susciterebbe minori problemi di altri con il fondamentalismo islamico . Ma certo ne susciterebbe , e quindi sarebbe di disturbo per i governi arabi che chiamiamo " moderati " , perlopiù corrotti e legati a filo doppio da interessi economici e finanziari agli Stati uniti . Ma non solo quelli . E come prenderebbe questa estensione delle operazioni nella regione del Golfo , la coalizione mondiale che Bush è riuscito a mettere assieme contro il terrorismo ? Certo è che un eventuale attacco all ' Iraq incontrerebbe forse delle difficoltà politiche , ma non implicherebbe nessuna conseguenza di diritto negli Stati uniti e forse neanche in sede Onu . Gli Stati uniti hanno messo in atto il 14 settembre un dispositivo che , come in caso di guerra dichiarata o imminente fra due stati , consente al loro presidente di disporre delle forze armate fuori del loro territorio contro qualsiasi " paese , gruppo o anche persone " che si presume possano attuare un attentato nel territorio degli States , e anche contro paesi gruppi o persone che offrano loro rifugio o protezione . Non è un dispositivo inventato per l ' occasione , risale al 1973 ( quando si vollero ridefinire i poteri di Nixon ) , e tocca agli esperti di diritto internazionale dire come convivesse con la Carta delle Nazioni unite in tema di divieto del ricorso alla guerra . In ogni caso nelle sedute del 12 e 28 settembre le Nazioni unite non hanno sollevato problemi sull ' argomentazione americana , accettando per buona la formula generica dell ' autodifesa . E infatti gli Stati uniti non presentano l ' intervento in Afghanistan come una " azione di polizia internazionale " , per cui si sarebbero dovuti limitare ad azioni di intelligence dei servizi ( e alla licenza di uccidere di nuovo rilasciata loro ) ; questo termine , inventato credo da Andreotti durante la guerra del Golfo , è una definizione europea . In realtà siamo di fronte a un intervento di tutto il loro sistema militare , e di quello che gli altri paesi della coalizione hanno deciso di aggiungervi , in una guerra dai confini vaghi e illimitati . Non sembra che i presidenti degli stati aderenti alla coalizione ne siano allarmati . Anzi , si è aperta una discussione nella quale , prendendo atto della " asimmetria " di conflitti che non oppongono più due o più stati , ne traggono - per dirla con Habermas - la constatazione che il mondo vive una sorta di guerra civile interna , ma non ne derivano la conclusione che le guerre sono più illecite che mai e tutto quel che serve è appunto un ' intelligence e una magistratura sovranazionale , ma che il diritto internazionale concepito dopo il 1945 è sostanzialmente superato o - vedi il supplemento di Le Monde del 17/18 scorso - " de - formalizzato " . Non ci sarebbero più regole applicabili . E ' una parafrasi , straordinariamente amplificata , della discussione che di solito segue gli attentati armati all ' interno di un paese : siamo tenuti ad applicare le regole del gioco contro chi per definizione si mette fuori di esso ? Può appellarsi allo stato di diritto chi non si è attenuto allo stato di diritto ? Nei conflitti interni , gli stati si sono generalmente dati delle leggi di emergenza , che sappiamo quanto siano difficili da estinguere . Ma chi ha deciso di darsele in sede internazionale ? E quali ? Affermare che non ci possono essere regole è una maniera di legittimare uno stato di guerra di tutti contro tutti , o della guerra del più forte contro chi lo è meno . Ma di questo sarebbe opportuno quantomeno informare popoli e cittadini , in modo che siano coscienti dell ' impresa nella quale sono stati coinvolti , prima di una sua catastrofica deriva .
SANT'ELIA, OGGI ( ' CASA BELLA ' , 1930 )
StampaPeriodica ,
Non è ora il caso di illustrare quale sia stata l ' importanza teorica del futurismo , che rappresenta in fondo un tentativo di evasione dalle estetiche positiviste dell ' ottocento ; ma conviene stabilire che nelle idee , e nei progetti di Sant ' Elia sono chiariti i principii fondamentali di quella che sarà , in Europa , a distanza di anni , e contro l ' avversione di un mondo a cavallo fra due epoche , la nuova architettura . Questi principii si possono sintetizzare così : 1 . Abolizione del decorativismo di stili sovrapposti . 2 . Razionalità della fabbrica , per la corrispondenza dello scopo con la forma . 3 . Equilibrio plastico della massa con la pianta . 4 . Utilizzazione dei nuovi materiali costruttivi . L ' architettura europea ha talmente fatto suoi questi principii , che non la si potrebbe pensare contenuta in altre regole . Ma il valore di Sant ' Elia non è , in fondo , nell ' aver intuito e disegnato un sistema nuovo di costruzione : consiste piuttosto nel modo con cui ha sentito l ' impostazione del problema di un ' architettura moderna , ed il fine a cui essa è indirizzata . Come in tutti i precursori , in lui contano piú i motivi dell ' azione , che l ' azione stessa . Questo progetto di Sant ' Elia è un ' anticipazione dei grattacieli a terrazze , nel tempo in cui gli americani costruivano i grattacieli gotici o veneziani di Cass . Gilbert ; o quest ' altro è una sistemazione prodigiosamente " moderna " di una città nuova , pensata nella Milano borghese a cui parve convenire soltanto lo stile della nuova stazione : ma queste , e tante altre anticipazioni resterebbero la fatica solitaria e melanconica di uno sterile sognatore , se non fossero sorrette e giustificate da quello spirito nuovo che ha creato l ' Europa dei nostri giorni . La polemica di Sant ' Elia contro i plagiarii ed i pasticcieri sottointende principii di onestà morale e di dignità dell ' opera d ' arte che sono identici a quelli che gli architetti moderni oppongono ai costruttori di vecchio stile : questa opposizione che sembrerebbe , a prima vista , un mero fatto di tecnica è nel suo contenuto maggiore una controversia morale nei cui termini è la lotta di un mondo giovane , pieno di iniziative e di volontà , contro un altro che scade fatalmente giorno per giorno . Le case nuove per gli uomini nuovi : non è una formula estetica , è un presupposto morale . Sant ' Elia ha posto i termini di questo problema con una intransigenza che giustifica in pieno il giudizio che certi tedeschi danno sul futurismo , considerandolo come una scuola essenzialmente sociale . La città futurista " simile ad un immenso cantiere tumultuante , agile , mobile , dinamico in ogni sua parte " presuppone una civiltà di produttori , educati alla disciplina del mondo moderno . La casa " senza pittura , senza scultura " , è già , in progetto , l ' abitazione moderna di quelli che hanno rinunziato ai piccoli agi ed ai piccoli divertimenti della borghesia ottocentesca , per ritrovarsi in un ambiente parallelo a quello che determina l ' atmosfera e la consuetudine puritana della fabbrica . La " machine à habiter " di Le Corbusier , che crea i piani regolatori delle città nuove , è presentita da Sant ' Elia come la " casa futurista simile ad una macchina gigantesca " , nel quadro dell ' Europa moderna . Questo è la maggior originalità di Sant ' Elia : il coraggio delle idee precise , e il rigore di restarvi fedele ad ogni costo . " L ' architettura si stacca dalla tradizione . Si ricomincia da capo per forza " . Perché fra le estetiche antiche e il mondo di Sant ' Elia stanno , com ' egli dice , la scoperta di nuove leggi naturali , e nuovi usi scientifici : cioè il fondamento moderno dell ' arte .
StampaQuotidiana ,
Roma , 17 ottobre - Avevamo sperato per qualche tempo - pazza speranza , ma viviamo in un ' epoca di sorprese e di meraviglie - che la televisione in Italia non si avverasse mai , e restasse limitata agli esperimenti e a qualche costosa emissione come quelle che si hanno finora nel settentrione della penisola . In generale gli italiani sono fin troppo solleciti a prendere dagli altri popoli le novità , e più zelanti di quelli nell ' adottarle . È noto per esempio che la moda parigina , destinata soprattutto alle primitive e pompose clienti dell ' America del Sud , e guardata con sospetto e spesso ignorata dalle eleganti parigine , è ciecamente accettata , non dico dalle italiane , ma dalle milanesi , che subito inalberano le novità più pacchiane e fiammanti ; e l ' anno che Parigi disse pennacchi , erano tutte cimieri e gale e lattughe e pennoncelli , più burbanzose di una gallina faraona ; e quest ' anno che Dior dice gonne corte , le hanno già scorciate di un palmo . Le luci al neon , o come si chiamano , che in America hanno un campo ben limitato , officine e uffici e drugstores e insegne della pubblicità , da noi non trovano barriere , imperversano dal caffè di provincia all ' albergo di lusso ; non importa che facciano spettrali i visi , diano aspetto di carogna alle carni , uccidano i vivi colori delle verdure delle frutta della pommarola ' n coppa ai vermicelli , non c ' è trattoria popolare o raffinata che non le abbia , abbiamo letto rabbrividendo che le mettono su anche nei musei vaticani . Della radio ci siamo fatti una tortura appena inventata , apparecchi aperti al massimo nell ' appartamento del vicino , nel caffè , nella trattoria ; in America una società di autobus fa un ' inchiesta fra i suoi clienti se gradiscano la radio nelle sue carrozze o no , da noi senza chiedere il parere di nessuno si fa andare la radio negli autobus di gran turismo , si fanno strillare altoparlanti sulle piazze , sulle spiagge , nelle stazioni ; son soldi buttati via prendere la vettura letto da noi , ad ogni stazione una voce rimbombante vi desta , vi perpetua l ' ossessione del viaggio con le calde note romanesche della stazione di Orte , e le acche aspirate di Arezzo e di Firenze , e il grasso erre petroniano di Bologna . E guardate come si diffonde la moda sgarbata e villana delle radio portatili ; l ' altra sera a Capri al caffè di piazza abbiam dovuto tutti sorbirci le insulse melodie che uscirono per ore da una di quelle scatolette , che avevano collocata sul tavolino una fanciulla vestita da odalisca e un giovanotto con un giubbone di cuoio decorato da lunghe frange sulla costata delle maniche e lungo l ' orlo , come usano , anzi come usavano , i cow boys del Texas . Frettolosi dunque e alacri sono gli italiani a prender su le invenzioni e i nuovi ritrovati ; ragione per cui , considerato che nei cinque anni da che la televisione trionfa negli altri Paesi da noi non si sono avuti che timidi esperimenti , c ' era la speranza , ripeto , che le difficoltà per introdurla da noi fossero gravissime , invincibili ; e si fosse magari scoperto che l ' atmosfera che ci avvolge , quella che ci dà così tersi cieli , così limpide luci all ' aurora e al tramonto , che imbeve di arcane dolcezze i nostri frutti e di solare vigore i vini , che la nostra cristallina atmosfera fosse inadatta alle onde televisive . E se questo non fosse , che almeno quelle difficoltà tecniche si opponessero a lungo , almeno per quei pochi lustri che restano alla fine della nostra vita ; après nous le déluge , o addirittura la fin del mondo che si annuncia per cento segni , scatenata da noi stessi , bambocci incoscienti che ci ostiniamo a giocare con i fiammiferi in un pagliaio e diamo via libera a neutroni e pulviscoli radioattivi senza conoscerne la natura , e potrebbero essere carichi dei più mortali veleni . E mortali o no , certi guasti pare abbiano già cominciato a farli ; sia perché alterano la composizione dell ' atmosfera saturandola troppo di elementi radioattivi , sia perché sottopongono i nostri sensi a bombardamenti di particelle che non gli si convengono , e che la Provvidenza aveva saggiamente imprigionato dentro l ' atomo , nella cassaforte del nucleo . Ma noi abbiamo infranto atomo nucleo e cassaforte ; ed ecco le stagioni alterare il loro corso , imperversare cicloni e tornados e terremoti e nubifragi con una violenza e una frequenza mai prima veduta ; basta un acquazzone di due o tre ore e i fiumi traboccano , le strade si spaccano , edifici che hanno sfidato i secoli si abbattono sotto il vento del temporale quasi trasportasse qualche ignota terribile forza . E forse quelle onde misteriose avvelenano anche il nostro spirito ; forse si deve agli scoppi di bombe atomiche nel Nevada , in Siberia , nel deserto australiano se troppe menti umane si sconvolgono , governanti impazzano , guidatori di treni e di aerei smarriscono d ' improvviso il dominio della macchina ; e cittadini integerrimi fino a ieri commettono delitti di atrocità mai pensata . La nostra speranza fu vana . Avremo la televisione in Italia , l ' abbiamo già , assai prima della fine del mondo ; anzi , se la fine del mondo avverrà a rate , e la nostra nazione sarà fra le ultime a scomparire , potremo goderci sullo schermo la visione del cataclisma in America o in Australia e rallegrarci per breve tempo di essere i fortunati e i sopravvissuti . Fra pochi mesi saranno già numerose sugli edifici quelle antenne fatte come un fusto di ombrello : ci saranno in tutti i bar quegli schermi con su la danza di spettrali figure , grige in una nebbia grigia ( per poco tempo , il David Sarnoff Research Center of the Radio Corporation of America ha già fatto esperimenti ben riusciti di televisione a colori ) . Per qualche tempo l ' alto costo degli apparecchi terrà immuni le famiglie borghesi e operaie da questo flagello ( ma vedrete come si agiteranno i giornali di sinistra perché anche al popolo sia concesso contagiarsi di questa tabe ) ; ma è inutile illudersi , gli apparecchi verranno a buon mercato , e con le vendite a rate accessibili a tutti . Se in questi anni l ' Italia è rimasta un po ' addietro , riprenderà il suo posto all ' avanguardia delle nazioni in marcia verso il progresso ; un progresso all ' ingiù , voglio dire , una società di analfabeti , di conformisti , di meccanizzati , in cui non ci sarà più posto per la varietà e l ' imprevisto della vita , per la libera scelta dell ' attività e dello svago . Che verso una società così si vada , è indubitato ; l ' umanità sarà sempre più schiava delle macchine , e dei pochi individui che abbiano la capacità o la potenza di manovrarle ; l ' intelligenza cederà il posto all ' istinto , i sensi si ottunderanno ; già oggi si vende in America una macchina chiamata Comfort Indicator ; cioè uno strumento che vi dice se siete comodi o no , perché il costruttore parte dal principio che la macchina può saperlo meglio di voi . L ' anno scorso , scrivendovi dall ' America , vi ho detto che mutamento la televisione ha portato o sta portando alla vita americana . Non soltanto la crisi del cinematografo , o una nuova violenta forma di propaganda politica , per cui ogni famiglia si tiene in casa sua per una mezz ' ora intiera , e più volte , il candidato dell ' uno e dell ' altro partito , lo sente e lo vede parlare come lo avesse dirimpetto , noverandogli i foruncoletti sulla pelle e le stille di sudore sulla fronte . Ma la televisione non ucciderà soltanto il cinematografo e il teatro , è sulla via di annullare quelli che sono stati finora i rapporti sociali e familiari , come già oggi la radio e il cinematografo hanno ucciso la conversazione . Proclamano i costruttori di apparecchi che la televisione ha ricostituito il focolare domestico , le famigliole non hanno più bisogno di uscire e disperdersi per questo o quello spettacolo perché hanno tutto in casa , si godono in pigiama e pantofole il cinema , l ' incontro di pugilato , la lezione politica , il pettegolezzo sociale , la dimostrazione dei pregi di questo o quell ' aggeggio domestico che prima andavano a farsi fare nel grande emporio ( ve l ' ho detto , gli americani hanno una mania per queste cose e gli piace l ' eloquenza della pubblicità ) , la biancheria intima della diva , la sfilata sulla quinta avenue . Ma verrà tempo in cui tutti vorranno stare a casa per vedere la sfilata e nessuno vorrà scomodarsi a sfilare ; occorrerà stabilire turni , dovrà intervenire la polizia per decidere chi debba dare spettacolo in piazza e chi possa comodamente assistervi . Ognuno di quei focolari domestici sarà chiuso e ostile agli estranei ; non si cercheranno più contatti con gli amici ai quali piacciono programmi diversi , si accetterà a malincuore un invito a casa d ' altri perché si sa che hanno altri gusti televisivi . Ci si duole in America che i bambini non vogliono più uscire per giocare all ' aperto ; passano il pomeriggio immobili davanti alla cassettina delle ombre e dei suoni , quasi ipnotizzati da visioni grossolane , da precetti ovvi , da verità pubblicitarie , da slogans politici , da battute umoristiche , da ritmi ossessionanti , senza scelta , senza discriminazione di genitori o di maestri . Perché questo è l ' aspetto più deprecabile della televisione ; subdolo strumento di dittatura nel campo dello spirito e della coscienza , tanto più inavvertita quanto più le immagini e i suoni la fanno seducente . Già oggi gli americani si imbevono giornalmente per ore e ore di spettacoli , di discorsi , di visioni , scelte dall ' arbitrio del ristretto ufficio di direzione di non so quante società di trasmissione , senza altra libertà che quella di passare da un programma all ' altro ; una lezione di anatomia , una gara di corsa , una lezione universitaria , la riunione di un consiglio di amministrazione , un concerto o le fruste arguzie di un comico , un comizio o un delitto , un parto cesareo o gli ultimi istanti di un noto personaggio . E poiché , come appare , più ancora di quanto la radio ed il cinema abbiano fatto finora , la televisione sta sostituendo ogni altra fonte di divertimento , di curiosità , di istruzione , o per lo meno sottrae gran tempo alle ore che possono essere destinate ad una qualsiasi attività intellettuale o artistica , è chiaro che quella oligarchia di direttori , coi loro gusti discutibili , le loro simpatie politiche , gli interessi a cui sono legati , finisce con l ' « imbottire i crani » , come si diceva una volta , e con molta maggiore efficacia di quando nacque quella frase , quando l ' « imbottitura » era fatta solo con discorsi in piazza , e senza altoparlanti . In America , almeno , le società trasmittenti sono molte , ed in concorrenza fra loro . Ma in Italia , secondo il nostro sistema - eravamo il popolo più individualista d ' Europa , oggi siamo più di ogni altro schiavi dei monopoli - avremo un solo ente trasmittente , í programmi saranno nell ' arbitrio di quel solo ente , eventuali visioni di società straniere dovranno passare al suo vaglio . Se la televisione prenderà in Italia la voga che ha preso in America , se davvero anche da noi diverrà l ' unica o quasi unica fonte di passatempo , di volgarizzazione , di diffusione di concetti politici , di gusti letterari ed artistici , di celebrazione di questo o quel principio o di questo o quell ' individuo , questa sola fonte sarà manipolata , dosata , conciata secondo la scelta , l ' estro , il capriccio , i preconcetti , le storture di poche persone . Paurosa eventualità , siano anche quelle poche persone le più intelligenti , le più eclettiche , le più liberali di tutta la nazione .
Votati alla guerra ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Secondo la carta costituzionale , e il nostro modestissimo parere , non c ' è ragione alcuna per entrare in guerra , salvo che il paese sia attaccato . Cosa che non è . E qualche agitazione dei giorni scorsi fra i Democratici di sinistra faceva supporre che nel parlamento si delineasse una minoranza di qualche spessore contro questo folle conflitto . Non è stato così . Non solo maggioranza e , chiamiamola così , opposizione hanno votato un dispositivo comune , ma i loro discorsi esprimevano la medesima soddisfazione : siamo riusciti a farci invitare da Bush , ci siamo imposti a cena da Blair , Chirac e Schroeder , siamo stati ammessi in serie A e questo val bene una guerra . In tutto 35 voti contro alla Camera , 32 al Senato . Chi , pur pensando da un pezzo assai male dell ' Ulivo , si attendeva almeno un dubbio sull ' efficacia di questa spedizione - se non si vada alla cieca a colpire degli innocenti e ad alimentare il fondamentalismo nazionalista , terreno di coltura dei talebani , o almeno l ' ombra di un caso di coscienza , perché d ' una decisione tremenda si tratta - si era sbagliato . E anche chi , giudicando abbastanza cinici quei gruppi dirigenti , pensava almeno al rapporto di scambio sulla Palestina ha sentito invece ripetere dall ' Ulivo e i Ds le parole , non so se più stolte o offensive , di Berlusconi su un piano Marshall : come se si trattasse di sfamare pezzenti palestinesi e così tutto si risolvesse . Una guerra è tragica , il livello delle nostre Camere è stato derisorio . I nostri rappresentanti sembrano non sapere di che parlano . Nulla sanno dell ' Afghanistan , nulla suppongono sulle radici del nuovo e temibile fondamentalismo , nulla propongono su come limitare le derive del Jihad o Al Qaeda . Nulla di bin Laden , la cui storia americana preferiscono tacere e del quale si sono lasciati sequestrare le parole più recenti come gattini ciechi . Non hanno registrato che , la guerra non essendo cominciata oggi e i bombardamenti sempre più fitti non avendo ottenuto nulla , gli Usa e Blair sono già impantanati in quel territorio miserabile malgrado la magnitudine dei mezzi , anzi non sono in grado di usarli tutti ( e l ' Italia corre a metterne altri ) . Sono , deputati e senatori , i soli a non sapere che lo stato maggiore di Bush è in allarme , è diviso , e un uomo d ' arme sperimentato come Powell è silenziato . Che Bush parla d ' una guerra a tempi e confini illimitati perché non ne vede uno sbocco . E che ogni tanto su quel confuso vociare plana il vocabolo " atomica " - magari una bella atomica tattica che sbricioli un po ' di montagne afghane - la cui utilizzazione non è annunciata ma nemmeno esclusa . Un alleato entrerebbe nel merito , un vassallo tace e acconsente . Chi ha veduto quei volti fra annoiati e imbarazzati , chi ha sentito Fassino e Adornato che - forse perché provenienti dalla stessa covata - dicevano le stesse cose , usavano gli stessi argomenti , duettavano , ha avuto un ' impressione di irrealtà . Non un ' eco della preoccupazione che si sente sottovoce per strada . Solo uno di Rifondazione , uno dei Verdi , uno del Pcdi ha detto qualche verità . E hanno taciuto coloro che avevano dissentito nel gruppo ds : che cos ' è una guerra davanti alla disciplina di partito , e quel partito ? Il tutto in tempi minimi , passaggio obbligato e via - guerra o rogatorie fa lo stesso .
StampaPeriodica ,
Centinaia di milioni si sono spesi per monumenti ai caduti , per edifici pubblici , per scuole , per l ' arredamento di piroscafi e per case popolari , ma ben pochi edifici costruiti hanno aggiunto una sola linea a quello che già era stato fatto dai nostri antenati . Tuttavia , mentre il campo ufficiale dell ' architettura rappresentativa è pienamente dominato da tali concetti volutamente e rigorosamente antiprogressisti , esiste in Italia una minoranza di pubblico , di critici e d ' artisti che , a costo di sembrar iconoclasti , comprendono , difendono e propagandano le forme moderne . Osteggiata dai quotidiani , scansata dai " benpensanti " , tollerata tutt ' al più come fenomeno " futurista " ( sostituendo con questa parola il vocabolo " pazzoide " ) , questa minoranza ha trovata in se stessa la forza di operare e di agire . Attiva ed entusiasta , ha dato il meglio all ' Esposizione di Monza , ha costruito edifici che giornali e riviste ed esposizioni estere hanno spontaneamente illustrati e lodati , ha fatto sí che almeno nelle nostre riviste di architettura più serie non sieno ospitati quei lavori che non hanno alcun rapporto con gli ideali della vita moderna . Ma questo basta ? Viene il momento in cui la continua polemica stanca e avvilisce . Anche l ' uomo più sicuro di sé vien preso dall ' amarezza quando si sente qualificare per traditore delle tradizioni . L ' architettura non vive nei progetti : essa ha bisogno di essere realizzata . E se l ' opinione pubblica è aizzata con tanta spavalderia contro questi sforzi , ne risulta per l ' artista uno stato di insofferenza , di disagio , di ostilità che non contribuiscono certo alla serenità e alla gioia delle sue creazioni . Disagio e sofferenza tanto più dannose quando si osserva come , fuori dai nostri confini , dalla Turchia all ' Olanda , dall ' Albania agli Stati Uniti , le forme della modernità vestono ormai tutta l ' architettura ufficiale in corso di attuazione . Ma tutto questo , Eccellenza , sarebbe facilmente sopportabile perché la fede è troppo grande per fermarsi di fronte a queste amarezze , se non avessi ascoltato da un direttore di un grande quotidiano queste testuali parole : " È ordine del Governo di ostacolare ogni forma di architettura novecentista " . Io non posso credere a tale assurdità . La mia fede fascista si ribella al pensiero che si voglia costringere la nostra Nazione a diventare il museo di se stessa . È bene od è riprovevole propagandare ed eseguire architettura moderna in Italia ? Se è male lo si dica chiaramente e si chiudano le esposizioni , e non ci si inviti più con le " nostre opere più modernamente significative " a rappresentare l ' Italia all ' estero . Se è bene , si dia finalmente un lavoro , uno solo dei cento milioni recentemente stanziati , a un architetto chiaramente moderno e non si pretenda che l ' architettura nasca dalle scrivanie dei disegnatori del genio civile o dalle tarlate fantasie degli archeologi . Sul mio gagliardetto era scritto " marciare non marcire " . Vale anche in architettura ?
In veglia col tricolore sul luogo dove morirono ( Giovannini Giovanni , 1953 )
StampaQuotidiana ,
Trieste , 5 novembre - Il sangue è corso oggi a Trieste . Sotto il fuoco delle carabine della polizia civile , due triestini sono caduti : un ragazzo di 15 anni , Pietro Addobbati , figlio di un noto medico ; un uomo di 60 , Antonio Zavadil , cameriere . Decine sono i feriti e parecchi sembrano gravi ; centinaia i contusi . A tarda sera ancora continuano tafferugli , mentre echeggiano le grida dei dimostranti , le sirene della polizia e delle ambulanze , gli scrosci degli idranti . Già nel pomeriggio i negozi del centro erano stati chiusi mentre apparivano tricolori a mezz ' asta con un fiocco nero . Trieste è in lutto , Trieste è in fermento come non mai . Sembrava che le cose fossero andate lisce nelle due giornate tanto temute dalla polizia del 3 e del 4 novembre . C ' era stato , sì , due giorni fa l ' episodio del tricolore tolto a forza dalla facciata del Comune , e , ieri , i tafferugli provocati dal comportamento eccessivamente « energico » degli agenti ; ma , insomma , si era arrivati senza fatti gravi al 5 novembre . Anche lo sciopero studentesco di stamane sembrava destinato ad esaurirsi come tutti quelli precedenti . I ragazzi delle medie passavano a gruppi cantando e senza dar noia a nessuno , eccezion fatta per qualche fischio all ' indirizzo della polizia civile . Un contegno freddo degli agenti , abituati , del resto , a ben altri vituperi , avrebbe reso la giornata d ' oggi eguale a tante altre : gli ordini evidentemente erano stamane diversi , e diversi i nervi . In tenuta di guerra - elmetto , candelotti fumogeni , carabina - i poliziotti scorrazzavano con le jeeps coperte dalla rete metallica per ripararsi contro i sassi , con le motociclette , con gl ' idranti . Si fosse questo complesso formidabile di armati limitato a disperdere i gruppi di manifestanti , non avrebbe fatto che eseguire degli ordini . Ma impressionante era lo spirito che li animava , che li portava ad infierire contro chiunque all ' aspetto potesse sembrare uno studente . I manganelli si sono abbassati a tutto spiano finché da parte dei ragazzi non sono cominciate a volare le pietre : dove più c ' eran sassi , più la polizia si trovava di fronte a gente che l ' aspettava a piè fermo . Davanti alla chiesa di S . Antonio Nuovo , dove termina il grande canale che dal porto si addentra in città , tutta la piazza ha il selciato all ' aria per certi lavori del Comune . Questo , e il fatto che la polizia ha il suo quartier generale a cinquanta metri nella laterale via 30 Ottobre ( sulla sinistra di chi guarda il tempio ) spiegano perché tutti gli innumerevoli tafferugli abbiano avuto qui il loro epicentro . Verso le 11 un centinaio di studenti , davanti ad una carica a fondo degli agenti , dopo aver reagito a sassate ( veniva colpito a un braccio anche un colonnello americano ) si rifugiavano sul pronao della chiesa credendosi al sicuro . Senza un attimo di esitazione gli attaccanti , protetti dal getto degl ' idranti che allagavano l ' interno del tempio , irrompevano fino all ' altare maggiore picchiando implacabilmente tutti coloro che trovavano a portata di mano . Esterrefatto , un vecchio sacerdote che , caduto in ginocchio , implorava la fine di tanta furia , si sentiva urtare e urlare : « Zitto tu , politicante , non prete » . Quando la polizia si è allontanata trascinando con sé una trentina di ragazzi , c ' erano sul pavimento vaste chiazze di sangue . Appena informato dell ' accaduto , il vescovo monsignor Santin dichiarava sconsacrata la chiesa e indiceva la cerimonia di riconsacrazione per le quattro del pomeriggio . Intanto , col sopraggiungere del mezzogiorno , ogni manifestazione era cessata e la città stava riprendendo il suo volto normale . Il rito pomeridiano voleva essere una cancellazione di quanto di sacrilego era successo , un segno di pacificazione . Davanti a S . Antonio , oggi alle quattro , più che ragazzi c ' erano delle donne e persone anziane in attesa che le porte venissero aperte all ' officiante . Noi c ' eravamo per puro dovere di cronaca , non perché fosse successo niente : questo ci permette ora di fornire una relazione obiettiva di quanto è successo . Il parroco di S . Antonio , mons . Giovanni Grego , è apparso sul pronao , preceduto da chierici con la Croce astata e circondato da sacerdoti in stola bianca . La folla , cinquecento o seicento persone , aveva appena fatto il segno della Croce quando dalla via laterale di sinistra - via Dante - è avanzata una jeep , e dalla via laterale di destra - via 30 Ottobre , dove , come abbiam detto , ha sede il comando della polizia - un gruppetto di agenti . Un senso di irritazione è sorto spontaneo anche in chi triestino non è : « Perché costoro vengono dopo tutto quello che è successo stamane , a farsi vedere qui dove la gente è riunita per pregare ? » . Nei triestini ( notate , la cosa è importante , perché non è frequente , non solo nei giovani , ma in tutti gli uomini , donne e vecchi ) più che di irritazione il senso è stato di risentimento e di sdegno . All ' apparire della polizia si ebbero gli stessi effetti dello sfregamento di un fiammifero : per quanto in principio le persone ai margini dell ' assembramento consigliassero con buoni accenti di allontanarsi , tutti hanno avuto netta l ' impressione che il « via » a qualcosa di grave era stato dato e che niente avrebbe fermato il corso delle cose . Intendiamoci , tafferugli , zuffe , arresti , sì : ma non certo spargimento di sangue . C ' era quella Croce come garanzia , sull ' alto della scalinata ; c ' erano quei sacerdoti con le parole di pace e di fede . Han continuato i preti imperturbabili nelle loro lunghe preghiere . Ma la folla non li ascoltava più ; si alzava un fischio solo contro i perturbatori ; e già s ' abbassavano i primi pugni . Reagivano violentemente i poliziotti , ma davanti alla chiesa i ragazzi non davano indietro e ponevano mano alle pietre . Ed erano gli agenti ad indietreggiare , a ritirarsi in via 30 Ottobre . L ' episodio avrebbe potuto aver termine a questo punto : il breve corteggio di sacerdoti scendeva infatti la scalinata ed iniziava il rituale giro del tempio ; ma gli animi erano esasperati e i due gruppi erano lì , uno di fronte all ' altro , ad una cinquantina di metri : i poliziotti dalla via 30 Ottobre , i ragazzi allo sbocco della strada nella piazza . Nell ' effettuare la loro inoffensiva sassaiola , i « muli » Si guardavano di tanto in tanto ai fianchi e alle spalle , temendo di sentirsi arrivare addosso i getti d ' acqua degli idranti . Invece , di fronte , è arrivato del piombo e della morte . È stata una cosa così improvvisa ed assurda che , mentre balzavamo al riparo , dietro una colonna , ci sentivamo ridicoli . Avevano sparato a salve , si capisce . E quando abbiam guardato vicino a noi e abbiam visto a terra , immoto , il corpo di un ragazzo quindicenne con una chiazza rossa che si allargava sempre più nella polvere , siamo rimasti incerti , sbalorditi , atterriti . Non avevano sparato a salve - come in uso da parte di qualsiasi per quanto barbaro occupante - avevano sparato duecento colpi di carabina con del buon piombo : non in aria , ma tranquillamente , fermi davanti a sé . Tanto che l ' altro morto , l ' uomo di sessant ' anni , è stato abbattuto non in piazza , ma al di là , lontano , mentre attraversava per i fatti suoi la strada . E così , molti dei feriti da arma da fuoco . Avessero tirato a salve o per aria , tutti sarebbero scappati ; così , tutti sono rimasti . Il giovane Addobbati era caduto fulminato al cuore , su una bandiera : il tricolore intriso di sangue è stato issato su una trave . E di colpo centinaia di ragazzi hanno fatto letteralmente sparire il selciato : volavano le pietre in una ondata ininterrotta , come in una battaglia antica , mentre allo sbocco di via 30 Ottobre sorgeva una barricata . Sfondata una baracca di sterratori , pali aste vanghe e picconi passavano di mano in mano . Inutilmente anche con gli idranti la polizia è venuta a più riprese all ' assalto di fronte : ha dovuto , dopo un ' ora , decidersi ad infiltrarsi sui fianchi , minacciando nuove sparatorie . Anche gli ultimi dei più accaniti ragazzi hanno dovuto rifugiarsi nel tempio , mentre gli agenti accerchiavano in forze l ' edificio . Mons . Grego , che non aveva mai interrotto il rito della riconsacrazione , lo concludeva davanti ad una folla ansante , eccitata . La voce del sacerdote si è levata quieta contro « il sacrilegio commesso in mattinata da chi l ' ordine doveva proteggere » , e contro « lo spettacolo barbaro di persecuzioni verso chi nutre sentimenti che Dio non contrasta » , auspicando « la fine delle barbarie , per l ' amore di Nostro Signore » . Quando i primi hanno provato ad uscire dal tempio si sono trovati davanti i cordoni della polizia che arrestava tutti i giovani , lasciando passare solo le persone anziane e le donne . Né questo atteggiamento è parso sufficiente a quel reparto scelto della polizia , il Nucleo nobile , che aveva condotto la brillante azione bellica di poco prima : tanto che perfino tra agenti sono sorte contestazioni . Nella confusione generale è sopraggiunto il vescovo mons . Santin e tutti hanno approfittato del momento per allontanarsi . Impegnata in forze in chiesa , la polizia non aveva potuto occuparsi del resto della città : altri gruppi di giovani avevano dato l ' assalto a locali e edifici - il Regina , il NAAFI - occupati dagli inglesi . È stata vista bruciare anche qualche macchina e qualche motocicletta . Poi , verso le 19 , quasi duemila persone si sono trovate riunite sul Corso verso il Municipio , dove hanno issato il tricolore . Si era poi sparsa la voce che ci fosse un terzo morto ( e vi era stato effettivamente , ma per sincope , al rumore degli spari ; si tratta di tale Mario Lugnani , impiegato della Banca Commerciale ) e il furore era aumentato . Ma di pari passo era aumentato il furore della polizia per replicare con cariche a piedi e in motocicletta . Citiamo un esempio solo : il medico della Croce Rossa , dottor Sergio Biagini , mentre provvedeva al trasporto di un dimostrante contuso in piazza unità , veniva selvaggiamente aggredito a colpi di calcio di fucile da un poliziotto e riportava a sua volta ferite guaribili in parecchi giorni . Gli agenti avevano così evidentemente perso la testa che ad un certo momento il comando militare ha deciso di far uscire reparti americani e soprattutto inglesi in assetto di guerra . Con calma anglosassone i soldati si sono limitati a presidiare i punti che venivano loro affidati , incuranti dei tafferugli che continuavano a svolgersi intorno ad essi . Alle 20 veniva diffuso dalla radio un comunicato del generale Winterton con la singolare - diciamo così - affermazione che , « davanti ad una serie di attacchi al comando di polizia , gli agenti avevano dovuto reagire con una salve e che nell ' incidente si erano lamentati due morti » . Secondo il comunicato del generale i feriti sarebbero 25 , di cui uno grave ; stando alle ultime notizie sono , invece , 40 , di cui 9 ( tutti di arma da fuoco ) gravi ; si è dovuto procedere a quattro interventi chirurgici d ' urgenza . Il comunicato ufficiale depreca poi l ' azione di elementi irresponsabili che hanno provocato « un certo numero di vittime » e dà pure assicurazione che saranno presi gli opportuni provvedimenti . Anche il consigliere politico italiano , prof. De Castro , ha trasmesso per radio un appello alla calma « per evitare incidenti che potrebbero influire sulla situazione internazionale » . Mentre trasmettiamo la situazione si è tutt ' altro che normalizzata : un po ' dappertutto gruppi di giovani e di poliziotti si fronteggiano sorvegliandosi a vicenda : a metà della centrale via Carducci si segnala un ammassamento di alcune centinaia di persone ; di tanto in tanto al passaggio degli agenti la sassaiola riprende . In Comune la Giunta si è riunita d ' urgenza ed ha steso la seguente dichiarazione : « Di fronte alla gravità dei fatti di oggi , si deplora la carenza di responsabilità , si protesta contro gli eccessi di una reazione sproporzionata alle spontanee manifestazioni di popolo , fino alla profanazione di un luogo sacro ; si chiede una immediata rigorosa inchiesta per l ' accertamento delle responsabilità dell ' uso delle armi , e la punizione dei responsabili . La Giunta ritiene inoltre opportuno che la polizia rimanga consegnata in caserma e che la tutela dell ' ordine pubblico sia temporaneamente affidata alle forze militari » . I funerali delle vittime avranno luogo ( la data non è sicura : ma sembra sabato ) a spese del Comune ; la seduta straordinaria del Consiglio sarà domani sera dedicata alla commemorazione ed alla protesta . I partiti triestini hanno chiesto che la polizia civile passi immediatamente alle dipendenze del direttore per gli Interni del governo militare alleato , prefetto Memmo . Intanto all ' Ospedale Maggiore si veglia per salvare i feriti più gravi : per uno , Paolo Ferrari , di 20 anni , le speranze sono tenuissime . Quando il dott. Francesco Addobbati ha sentito oggi nel pomeriggio che c ' era stata una sparatoria in città , si è precipitato all ' ospedale per offrire la sua opera ed ha trovato il sindaco e i medici attorno a un lettino dove era steso un ragazzo di quindici anni con una coccarda tricolore sul cuore squarciato : era suo figlio Pietro che così ha visto per l ' ultima volta . Sia la Camera del Lavoro ( CISL e UIL ) che i sindacati unici ( CGIL ) hanno proclamato lo sciopero generale per domani . Già stasera si è cominciato a fermare molte vetture tranviarie . A mezzanotte sono entrati in sciopero i ferrovieri . Hanno già aderito alla sospensione di domani gli insegnanti di tutte le categorie . Davanti a S . Antonio Nuovo nei punti dove Addobbati e Zavadil sono caduti , sono sorti stasera dei tumuli infiorati e coperti del tricolore , accanto ai quali i triestini veglieranno per tutta la notte .
Alla cieca ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno puntato sulla carta sbagliata , come con l ' Iraq contro l ' Iran . E tardi si accorgono di essere stati imprudenti nel dare per anni una copertura alla destra israeliana , ormai poco docile , invece che far rispettare a Israele la decisione delle Nazioni Unite per il rientro nei confini del 1967 . E adesso è tutto più difficile . Non ce l ' aspettavamo . Non ci aspettavamo che due boeing fossero scagliati contro le torri gemelle di New York , pieni di gente da far morire e guidati da gente decisa a morire , metafora gigantesca della tecnica che si autodistrugge , messa in atto per vulnerare gli Stati Uniti . Non ci aspettavamo , scrive ieri Bernardo Valli , che bin Laden , emaciato e visionario , mandasse in onda appena scattata l ' operazione americana sulla sua rete tv al Jazeera , un video girato in anticipo per dire che con l ' attentato alle torri era iniziata la guerra santa contro gli Stati Uniti e le dirigenze arabe corrotte , aggiungendo crudelmente che ora l ' Occidente prova quello che noi proviamo da ottant ' anni . Non ce lo aspettavamo che un fondamentalismo , roba da paesi terzi , usasse sapientemente capitali , tecniche di comunicazione , reti di intelligence , servizi e infine i media , come se non avessimo predicato a destra e a sinistra che la tecnologia cambiava anche possibilità , condizioni e perfino soggetti del conflitto . E ancora , non ce lo aspettavamo - dicono i più - perché non siamo mostri e bin Laden lo è . Semplicissimo , perché farla lunga , è un terrorista , punto , distruggiamo il terrorista , punto . Altri non si aspettavano una così enorme " operazione di polizia internazionale " - una guerra che pretende di non esserlo contro una guerra che non lo è ma pretende di esserlo - perché chi può temere una banda di talebani ? Altri ancora non cessano di stupirsi dell ' insorgenza fondamentalista dopo dieci anni che intonano il lamento funebre sulla fine della ragione e consegnano l ' etica alle religioni . Forse è il momento di stupirsi di meno e interrogarsi di più sulle ferite del mondo . Sembra averlo fatto più dell ' Europa l ' amministrazione Bush , stretta fra la necessità conclamata di far vendetta e il ragionevole timore di non riuscire a infliggere una punizione decisiva all ' ex alleato , ora nemico , dal perimetro incerto , dalla collocazione fluida e trasversale , con troppi punti di appoggio e troppi focolai . Gli Usa hanno cercato il massimo delle coperture internazionali - in Europa le hanno avute gratis - perché non escludono affatto che bin Laden non sia facilmente acchiappabile e se anche lo fosse non sono certi che quel terrorismo finirebbe con lui ; secondo , perché temono che i bombardamenti dell ' Afghanistan siano di scarso valore strategico ma , colpendo quella sciagurata popolazione , inneschino una ulteriore ondata antiamericana , mettendo in pericolo le deboli e non amate dirigenze dei paesi arabi che definiamo " moderati " , primo il Pakistan ; terzo , perché cominciano a chiedersi se al miliardario saudita bin Laden non prema , più che la Palestina e i luoghi santi , un rovesciamento dei poteri e delle alleanze internazionali a Ryad , chiave per il possesso del petrolio e quindi decisivo per pesare sull ' economia mondiale . Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno puntato sulla carta sbagliata , come con l ' Iraq contro l ' Iran . E tardi si accorgono di essere stati imprudenti nel dare per anni una copertura alla destra israeliana , ormai poco docile , invece che far rispettare a Israele la decisione delle Nazioni Unite per il rientro nei confini del 1967 : nell ' infinito succedersi di negoziati più o meno fitti e di autentici fatti compiuti , è stato indebolito Arafat ed è stata alimentata Hamas . Adesso spegnere l ' incendio è ancora più difficile sia in Israele , sia fra i palestinesi , sia in tutta la regione . Il tentativo di far passare la rappresaglia e la messa in guardia del mondo arabo per un sostegno a una " liberazione " dell ' Afghanistan dai talebani indica l ' ampiezza della preoccupazione americana . Ma non è detto che l ' operazione riesca , malgrado l ' aiuto di Putin : l ' Afghanistan è immenso , impervio , è una trappola , i talebani sono stati addestrati , e il tempo è poco prima che esplodano altre polveriere . E anche se l ' immensa superiorità delle armi riuscisse a vincere a Kabul , sarebbe finita ? Sgomenta che nessuna riflessione sui nodi avvelenati del mondo arabo venga avanzata in Europa . Sgomenta non solo che per l ' Italia parli un Berlusconi , che perfino Bush preferisce tener fuori , ma che tutto l ' Ulivo parli come il premier , e tutti i Ds , nessuna mozione esclusa , tutti pronti ad andare in guerra . Domenica un popolo marcerà fra Perugia e Assisi , ma tolte le esili forze di Rifondazione comunista , Pdci e Verdi , chi ne tradurrà in politica l ' esigenza di fermare le armi e di lavorare almeno per spezzoni alle condizioni della pace ?
MUSSOLINI E LA MUSICA ( LUALDI ADRIANO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Il 22 ottobre si ebbe la telefonata d ' avviso ; e la sera stessa si partì , Franco Alfano da Torino , Ildebrando Pizzetti , Alceo Toni , Renzo Rossi ed io , da Milano . Se qualcuno incontrando la nostra carovana ci avesse chiesto : Quo vaditis ? , - Petimus Romam , si sarebbe risposto ; all ' incirca come Cristo a San Pietro . Perché ci si sentiva veramente - in quanto si rappresentava la compagnia di credenti più trascurata da un mondo orribilmente pagano : quella dei compositori di musica - come dei poveri Cristi ; e si andava a Roma per conquistare , fra tanti altari , un santo patrocinatore alla nostra causa . Il Presidente aveva fissato l ' udienza per le 11 del giorno 23 . Alle 10.30 ci trovammo nella sala d ' aspetto di Palazzo Chigi . Quando siamo entrati , al grande tavolo di lavoro , in un angolo vicino ad una finestra , era il Duce ; in piedi , un po ' chino , appoggiando il gomito sinistro sul tavolo e la fronte alla mano ; e sfogliava i quaderni di un libro ancora intonso . Alceo Toni , il più familiare all ' on . Mussolini per essere stato con lui al Popolo d ' Italia , ha fatto le presentazioni . E Benito Mussolini , che al nostro apparire si era drizzato nella persona , tendeva ora il braccio verso ciascuno di noi ripetendo man mano i cognomi ; e sorrideva lievemente , e ci guardava con certi occhi che pareva volessero fotografarci . Aveva letto il nostro rapporto sulle condizioni e le necessità dell ' arte lirica in Italia ; era informato della mostra musicale del '900; volle sapere perché si fosse scelta come sede per la prima manifestazione la città di Bologna ; chiese , sul carattere , i limiti , le finalità della mostra , più ampie notizie . Le sue domande erano brevi e precise ; dopo averle enunciate , il Duce alzava il capo e lo rovesciava un po ' indietro , spalancando gli occhi neri sull ' interrogato . E quando parlava , la sua voce era pacata e dolce , e il tono era così semplice , che solo da una certa energia della pronuncia e dalla convinzione che animava le parole era dato riconoscere l ' impetuoso tribuno dominatore di folle . - " Sì , mi piace l ' idea di questa esposizione auditiva che può rappresentare il parallelo delle esposizioni visive di pittura e scultura . È una specie di rassegna delle attuali forze musicali italiane , che volete fare . È molto opportuna . Bisogna risvegliare l ' interesse del pubblico intorno alla musica nuova ; esso , ormai , non ama più che la musica verticale : intendo quella che si suona nelle strade , coi piani a manovella . E ' necessario che il pubblico apprezzi ed impari ad amare anche la musica che non sa a memoria . Ma siccome , per ciò che riguarda la divulgazione , la musica da concerto non arriva alle grandi folle , e quella da teatro sì , è la musica da teatro che bisogna far rinascere prima di tutto ... Queste le parole , quasi testuali , di Benito Mussolini ai musicisti italiani : parole quanto mai confortanti , e starei per dire , preziose .
L'esultanza nella città giuliana ( Rosso Francesco , 1954 )
StampaQuotidiana ,
Trieste , 5 ottobre - D ' improvviso , quasi magicamente , oggi Trieste si è tutta vestita di tricolore . Fu come se i triestini si fossero passata tacitamente la voce ; alle 11 di questa mattina , sotto un cielo livido , percorso da un freddo vento di tramontana , la città ha indossato il tricolore , senza attendere la conferma ufficiale che l ' accordo era stato raggiunto . Probabilmente , anche se l ' accordo non fosse stato firmato a Londra , per un qualsiasi ostacolo sorto all ' ultimo istante la città avrebbe ugualmente pavesato tutte le sue case con le migliaia e migliaia di bandiere cucite in tutta fretta in questi ultimi giorni , tanta era l ' ansia di sfogare alla fine il desiderio covato per quasi dieci anni . Dalle 11 di stamane , quando le pietre delle case sono miracolosamente fiorite di bandiere , Trieste è scesa nelle strade ad attendere una voce che confermasse le notizie ormai di dominio pubblico , ma ancor prive del crisma ufficiale . Passarono due ore , durante le quali i triestini continuarono a passeggiare lentamente lungo le strade che sfociano come tortuosi fiumi su piazza dell ' Unità . Alle 13 la grande piazza era già colma di folla fino a straripare sul lungomare . Dai palazzi privati , come dovunque , pendevano drappi tricolori . Soltanto la facciata del Municipio rimaneva sgombra , un ' isola nera in quel cantante garrir di bandiere . Alle 13 la radio diede l ' annuncio che l ' accordo era stato firmato , e scoppiò il primo applauso , subito spento dalla voce dell ' annunciatore , che pregava di rimanere in ascolto perché alle 14 il generale Winterton avrebbe rivolto un proclama ai triestini . Un po ' delusa , la folla abbandonò la piazza , ritornò a casa , ma per breve tempo . Benché nessuno avesse detto nulla , per una di quelle intuizioni che guidano sotterraneamente certe azioni umane , i triestini ritornarono in piazza dell ' Unità per le ore 14 , puntualissimi ; sapevano che l ' ora panica della loro città stava per scoccare . E scoccò , infatti , puntualmente alle 14 , quando una voce anonima , ampliata dai diffusori , gridò : « Issate le bandiere ! » . Per un momento la folla fu come inghiottita da un gorgo di silenzio . Si udiva il saettar veloce dei colombi nel cielo grigio , mentre sul pennone del Palazzo municipale , lentamente , per la prima volta dopo dieci anni , saliva la bandiera italiana . Da quel silenzio esplose l ' urlo della folla : « Italia ! Italia ! » , e la eco dilagò per strade , vie , corsi , ripetuta dalla moltitudine che non aveva trovato posto nella piazza . Dai diffusori uscivano le note dell ' Inno di Mameli , e la folla cantò in coro , un canto irrefrenabile , una gioia di espandersi alfine senza timore nel manifestare i propri sentimenti . Sul nereggiare vasto della piazza gremita il mare appariva come un nastro grigio su cui il molo Audace era , solo e deserto , come un grande ponte proteso ad attendere le truppe italiane che , come già il 3 novembre 1918 , quando si compì il secondo Risorgimento nostro , sarebbero ancora sbarcate . Sul mare , come in un fiabesco scenario , sfilavano bianche imbarcazioni con gli alti pennoni pavesati di tricolore . Alcuni mortaretti spararono salve di colpi . I canti , gli evviva , le grida di giubilo erano tutti diretti ai balconi del Municipio , benché si sapesse che il sindaco Bartoli , ancora degente all ' ospedale per un intervento chirurgico ad un occhio , non sarebbe comparso . D ' improvviso la folla fece dietrofront , si rivolse al mare . Sui due alti pennoni rossi , terminanti in due alabarde dorate , salirono lentamente due grandi bandiere : il tricolore ed il rosso drappo alabardato della città che si gonfiarono nel vento . Fu questo il momento culminante della giornata triestina . Diede l ' esempio il ministro Fracassi , che si voltò ad abbracciare colui che gli stava più accosto , e tutti i triestini lo imitarono : tutti si abbracciavano , si stringevano forte le spalle , si baciavano . E tutti piangevano , non soltanto le donne , ma anche i giovani , e vecchi signori , che avevano fino allora affettato una imperturbabile serenità pur nell ' esultanza , stringevano fra le braccia lo sconosciuto concittadino , piangevano silenziosamente . E su quel mare di folla commossa continuavano a piovere le note degli inni , alcuni gravi e solenni , altri scattanti e gioiosi . La commozione toccò il parossismo quando dai diffusori echeggiarono le note del Piave . Allora la folla non ebbe più ritegno nell ' esprimere la sua ardente gioia , ed il canto del fiume sacro alla Patria straripò , gonfio dei ricordi che destava in questa città due volte redenta . Nella pausa di silenzio che seguì , l ' assessore anziano Sciolis lesse il messaggio che il sindaco Bartoli aveva scritto per i suoi concittadini : « L ' Italia ritorna » incominciava il messaggio , e ripeteva , come un Leitmotiv , la frase che ogni volta destava gli irrefrenabili applausi della folla , « d ' Italia ritorna » . Chi è lontano non può rendersi conto esatto di ciò che significano queste parole per í triestini . Forse a torto può anche pensare che la rettorica patriottica non sia stata totalmente assente da questa manifestazione . Ma tutto ciò che hanno fatto oggi i triestini era così schietto , spontaneo , vero che tutto diventava accettabile . In mezzo a tanto tripudio non si è verificato alcun incidente . Gli agenti della polizia militare inglese in servizio di ordine , che giravano con le loro camionette per le vie pavesate di bandiere , sorridevano comprensivi se li investiva qualche selva di fischi che partivano da gruppi di studenti incolonnati . Alle 18.30 , dopo i rituali squilli dell ' « attenti » , in piazza dell ' Unità avvenne l ' ammainabandiera , e fu ancora una esplosione gioiosa dei triestini , certi che quelle bandiere sarebbero tornate l ' indomani a garrire libere nel cielo immenso . Questa sera non si sapeva ancora con esattezza dove passerà la nuova linea di demarcazione . Il ministro Fracassi durante una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti il testo dell ' accordo ha confessato di non conoscere con precisione le rettifiche di confine , apportate all ' attuale linea fra le due zone ; non ha ancora ricevuto da Roma la carta geografica a cui il testo dell ' accordo fa continuo riferimento . È però certo , ormai , che Crevatini ed Albaro Vescovà saranno assegnati alla Jugoslavia . Le genti di queste piccole frazioni di Muggia stanno vivendo ore di ansia . « Che cosa dobbiamo fare ? » domandano a chi si ferma a parlare con loro . E per non essere presi alla sprovvista , temendo di dover sgombrare da un istante all ' altro , ammucchiano le masserizie , spogliano persino porte e finestre degli infissi . Il ministro Fracassi ha insistito perché si renda noto a questa gente che secondo l ' articolo 8 dell ' accordo , gli abitanti delle due Zone che vogliono spostarsi hanno tempo un anno intero per sistemare convenientemente le loro cose , senza compiere gesti affrettati che si risolverebbero in un grave danno . Le stesse cose ha ribadito il gen. Winterton in un proclama alla cittadinanza . Con pacatezza , badando al sodo della questione , il generale inglese ha preferito rassicurare alcune classi di cittadini che temevano di perdere il posto con il mutamento dell ' amministrazione . Dopo i luttuosi avvenimenti del 4 novembre scorso , si era diffusa la voce che molti degli attuali seimila agenti della polizia civile giuliana sarebbero stati licenziati con il passaggio dell ' amministrazione della « Zona A » all ' Italia ; il gen. Winterton li ha tranquillizzati : il Governo italiano ha garantito che tutti manterranno il loro impiego . Domani , nelle prime ore del pomeriggio , il comandante alleato riceverà nel castello di Duino il gen. De Renzi , designato dal Governo italiano per concordare il trapasso dei poteri . Le truppe americane - come è stato annunciato oggi - saranno evacuate dalla « Zona A » per ferrovia , con convogli motorizzati e a bordo di navi temporaneamente accantonate a Livorno . I primi movimenti hanno avuto inizio già oggi . Agli americani , nello spazio di un mese , faranno seguito gli inglesi . A notte la folla continuava a camminare per le strade , ad ingrossare i cortei , a sventolare bandiere , a cantare instancabilmente . Nelle ombre della sera , sotto un cielo fattosi chiaro come un cristallo , le luminarie tricolori avvampavano da balconi e finestre , illuminando i volti accesi delle ragazze che in colonna , a gruppi o isolate , cantavano : « O Italia , o Italia del mio cuore - tu ci vieni a liberar » . Anche il torrione di San Giusto è stato illuminato . La grande campana di Trieste non ha suonato per la giornata solenne , ma la torre anche se danneggiata dal tempo era accesa come un faro e illuminava col riverbero il molo Audace , a cui fra pochi giorni attraccheranno le navi che porteranno le truppe italiane .