StampaPeriodica ,
Per
la
quinta
volta
l
'
Italia
è
disonorata
dalla
celebrazione
fascista
.
I
giornali
dei
paesi
civili
rilevano
la
coincidenza
tra
le
feste
di
Roma
e
quelle
bolsceviche
di
Leningrado
.
Ma
se
le
due
manifestazioni
si
equivalgono
nello
spirito
politico
che
le
informa
,
perché
entrambi
i
regimi
rinnegano
la
libertà
e
il
dominio
legale
delle
maggioranze
,
una
differenza
sostanziale
passa
tra
una
rivoluzione
che
,
come
quella
russa
,
conquistò
ai
servi
della
gleba
i
diritti
dell
'
uomo
,
e
si
affermò
,
pur
tra
sanguinose
aberrazioni
,
contro
il
principio
autocratico
,
ed
una
tragica
carnevalata
che
,
come
la
marcia
su
Roma
in
sleeping
car
,
tramutò
,
con
l
'
acquiescenza
del
Capo
dello
Stato
,
il
più
torbido
demagogo
dell
'
estremismo
rosso
nel
tiranno
di
un
popolo
e
prostituì
i
poteri
pubblici
,
la
dignità
nazionale
,
la
Costituzione
giurata
,
il
Parlamento
,
il
sacrificio
della
guerra
e
la
vittoria
,
all
'
ambiziosa
criminalità
di
una
minoranza
armata
obbediente
ad
un
solo
programma
:
dominare
.
Non
è
la
conquista
del
potere
da
parte
di
una
classe
contro
un
'
altra
;
non
è
una
ascensione
politica
e
sociale
che
esige
ed
offre
i
suoi
martiri
a
consacrare
le
innovatrici
verità
dei
suoi
apostoli
;
ma
è
la
usurpazione
del
governo
,
compiuta
e
mantenuta
da
una
banda
di
avventurieri
e
di
scherani
che
hanno
imposto
la
propria
violenza
a
coloro
stessi
che
si
illudevano
,
garantendone
l
'
impunità
,
di
goderne
i
vantaggi
;
è
uno
spaventoso
regresso
nel
passato
,
per
cui
dalle
legislazioni
esecrate
degli
Absburgo
e
dei
Borboni
risorge
il
ghigno
del
delatore
e
del
boia
.
Non
è
l
'
attuazione
organica
di
un
programma
,
di
cui
si
possano
subire
le
leggi
in
quanto
se
ne
vedano
e
se
ne
approvino
liberamente
le
finalità
;
ma
è
la
negazione
e
la
contraddizione
di
tutti
i
programmi
politici
ed
economici
il
trionfo
dell
'
improvvisazione
,
della
frode
del
pazzo
orgoglio
nazionalistico
,
dell
'
ignoranza
brutale
,
dell
'
iperbole
e
della
fiera
paesana
.
Dietro
un
'
impalcatura
da
circo
,
geme
il
popolo
italiano
,
prigioniero
nella
sua
patria
;
e
le
carceri
rigurgitano
di
detenuti
politici
;
e
nelle
isole
,
nuovi
deportati
prendono
il
posto
lasciato
vacante
dai
morti
per
maltrattamenti
e
sofferenze
;
e
nelle
case
devastate
,
donne
e
bambini
piangono
i
mariti
ed
i
padri
assassinati
o
aspettano
,
ostaggi
di
un
esercito
di
occupazione
,
il
ritorno
degli
esuli
.
Assassinii
,
incendii
,
saccheggi
,
tribunali
eccezionali
,
soppressione
di
tutte
le
libertà
elementari
;
ecco
il
bilancio
del
quinquennio
fascista
!
E
le
vittime
dell
'
enorme
infamia
,
tutti
coloro
che
sono
stati
colpiti
nelle
idee
,
negli
affetti
,
negli
interessi
legittimi
trentanove
milioni
di
italiani
contro
un
baldanzoso
e
protervo
manipolo
di
assassini
in
camicia
nera
si
domandano
,
nell
'
angoscia
che
prepara
la
reazione
:
Perché
?
E
l
'
Europa
civile
,
che
considera
l
'
Italia
fascista
come
una
permanente
minaccia
alla
sua
pace
e
nega
l
'
onore
dei
suoi
contatti
diretti
a
quella
oscena
parodia
napoleonica
,
che
crede
di
assicurarsi
la
gloria
militare
inalberando
una
piuma
di
struzzo
sul
berretto
di
una
milizia
,
la
quale
non
conobbe
altra
guerra
che
quella
civile
,
e
passando
in
rivista
,
dall
'
alto
del
docile
cavallo
,
le
schiere
dei
"
balilla
"
;
l
'
Europa
che
dovunque
scoppi
un
incidente
internazionale
,
ivi
scorge
il
fascismo
e
trova
munizioni
italiane
in
possesso
dei
comitagi
bulgari
e
attribuisce
l
'
assassinio
di
Cena
Beg
a
una
diretta
suggestione
del
fascismo
,
che
di
questi
delitti
ha
lunga
pratica
all
'
interno
ed
all
'
estero
,
ripete
la
domanda
:
Perché
?
Perché
un
popolo
,
che
ha
fatto
e
superato
una
guerra
atroce
,
deve
esser
posto
in
condizioni
di
così
grave
inferiorità
politica
,
ed
umana
,
dinnanzi
a
tutti
i
popoli
,
anche
ai
meno
evoluti
,
di
Europa
?
Che
gli
ha
dato
il
fascismo
,
in
compenso
delle
schiantate
libertà
?
Umiliazioni
e
miseria
!
Mentre
il
fascismo
ostenta
le
sue
parate
,
la
crisi
finanziaria
e
morale
d
'
Italia
si
fa
più
diffusa
e
profonda
.
Per
superarla
,
bisogna
spezzare
il
giogo
e
rovesciare
la
tirannide
.
Liberarsi
è
risorgere
!
Il
fascismo
non
deve
celebrare
il
suo
sesto
anniversario
.
StampaPeriodica ,
La
stampa
periodica
o
giornaliera
dovrebbe
essere
una
amica
capace
di
venirci
a
illuminare
a
consigliare
a
correggere
,
sotto
veste
di
appagare
la
nostra
brama
di
apprendere
le
notizie
politiche
del
giorno
;
di
conoscere
le
nuove
importanti
scoperte
della
scienza
,
di
sapere
quali
dottrine
nuove
i
filosofi
i
moralisti
i
pedagogisti
,
abbiano
cavato
dalle
antiche
,
a
guida
norma
inspirazione
delle
presenti
e
future
generazioni
;
un
'
onesta
curiosità
,
che
potrebbe
esserci
feconda
di
molto
bene
,
quando
venisse
onestamente
soddisfatta
.
Ma
di
un
'
istituzione
proficua
s
'
è
abusato
e
oltrepassandone
i
limiti
ed
esagerandone
il
bisogno
,
s
'
è
dato
vita
a
una
quantità
straordinaria
di
giornali
e
periodici
,
da
procurarne
ai
lettori
un
'
indigestione
,
tanto
più
seria
e
di
tristi
conseguenze
,
in
quanto
si
diffusero
pagine
che
contenevano
nonché
lumi
ammonimenti
consigli
saggi
,
opportuni
,
valevoli
,
un
veleno
sottile
sottile
,
corrompitore
dell
'
anima
.
In
siffatto
modo
libertà
venne
insultata
e
costretta
a
velarsi
la
faccia
e
in
sua
vece
sorse
licenza
,
che
,
impunemente
vestita
del
gran
peplo
della
dea
,
che
guida
i
popoli
a
'
loro
destini
,
felice
della
maschera
che
agli
ingenui
o
ignoranti
la
nasconde
,
si
compiace
spargere
fra
il
popolo
,
avido
di
luce
,
di
verità
,
la
parola
mentita
della
sua
fede
di
corruzione
:
né
il
mal
gioco
accenna
avere
un
termine
,
ché
continua
tuttavia
,
riempiendo
di
dolore
chi
vorrebbe
che
il
giornalismo
,
compreso
della
sua
missione
,
la
compisse
quale
un
apostolato
.
Ma
perché
mai
di
una
cosa
che
potrebbe
riuscire
tanto
benefica
e
ch
'
è
,
come
dissi
,
una
necessità
de
'
tempi
,
come
mai
se
ne
fece
uno
strumento
di
dissolvimento
morale
?
Quando
si
potesse
avere
un
giornalismo
che
tendesse
allo
scopo
,
che
il
giornalismo
onesto
dovrebbe
prefiggersi
,
come
ci
sarebbe
facile
rifare
l
'
uomo
,
dar
vita
vigorosa
al
suo
pensiero
,
educare
il
suo
sentimento
,
indirizzarlo
per
quella
via
che
a
libertà
vera
conduce
;
invece
,
il
giornalismo
che
Italia
a
suo
disdoro
può
in
oggi
vantare
,
salvo
le
belle
,
splendide
eccezioni
,
è
tutto
vanamente
ciarliero
,
pecca
di
pretenzioso
,
è
spesso
pettegolo
,
litigioso
,
presto
alla
polemica
personale
,
allo
insulto
,
alla
calunnia
e
diffonditore
sotto
forma
di
cronaca
amena
,
d
'
immoralità
;
ché
si
fa
eco
di
processi
scandalosi
,
ché
registra
ogni
sorta
di
delitti
,
con
una
leggerezza
colpevole
;
ché
narra
le
cose
più
sozze
,
più
abbominevoli
,
più
nefande
,
con
un
buon
umore
indecente
,
o
con
un
sorriso
beffardo
;
ché
nelle
appendici
,
ammanisce
i
più
scapigliati
romanzi
della
scuola
francese
;
e
i
lettori
non
educati
a
serietà
,
non
avvezzi
alla
riflessione
,
al
discernimento
,
ci
si
abituano
a
letture
tanto
pericolose
;
e
ne
hanno
scuola
,
ripeto
,
di
corruzione
;
ci
si
abituano
,
poi
che
ben
lo
si
sa
,
che
per
la
natura
dell
'
uomo
il
male
come
il
bene
è
quistione
d
'
abitudine
,
e
a
forza
di
leggere
di
latrocini
,
di
omicidi
,
di
suicidi
e
via
di
seguito
,
narrati
con
tanta
superficialità
,
l
'
uomo
incolto
,
non
trova
in
fine
la
colpa
così
orribile
,
anzi
spesso
la
trova
rivestita
di
una
certa
luce
,
sia
pure
luce
sinistra
,
circondata
di
una
specie
di
aureola
,
che
potrebbe
attrarlo
se
incauto
;
anche
il
tristo
nell
'
esserlo
ci
mette
il
suo
amor
proprio
.
A
questo
brutto
stato
di
cose
si
siamo
ridotti
,
perché
dimenticossi
che
la
stampa
è
un
sacerdozio
,
e
la
si
assunse
quale
un
mestiere
(...)
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
il
programma
de
La
Rivoluzione
Liberale
mi
sembra
organico
,
e
bene
inquadrato
nella
realtà
,
se
l
'
esigenza
,
alla
cui
soddisfazione
si
propone
di
contribuire
,
si
riassuma
nella
formazione
di
una
coscienza
politica
in
Italia
.
Riferirsi
,
per
la
comprensione
dei
problemi
attuali
,
al
Risorgimento
,
e
promuovere
la
revisione
dei
suoi
valori
,
è
impostazione
fondamentale
.
Il
"
Manifesto
"
fa
più
che
enunciare
una
intenzione
:
propone
senz
'
altro
uno
schema
d
'
interpretazione
del
Risorgimento
,
al
quale
in
parte
aderisco
.
Lo
sforzo
sintetico
per
cui
problemi
ed
eventi
disparati
sono
organizzati
in
una
unità
,
è
fecondo
ed
illuminante
,
anche
quando
,
per
avventura
,
sembri
che
la
forza
logica
violenti
un
poco
il
reale
.
Così
qualche
riserva
mi
pare
di
dover
fare
circa
la
svalutazione
che
la
tendenza
cavouriano
-
giolittiana
,
o
monarchico
-
piemontese
,
subisce
nel
suo
schema
di
fronte
alla
ideologia
della
Destra
hegeliana
.
Ciò
non
solo
per
l
'
impotenza
realizzatrice
di
questa
rispetto
a
quella
,
sul
che
siamo
d
'
accordo
,
ma
proprio
per
ragioni
teoretiche
.
Mi
sembra
,
cioè
,
che
lo
sforzo
dell
'
idealismo
,
di
esaurire
nella
concezione
etica
dello
Stato
tutte
le
esigenze
,
anche
quella
cui
Religione
e
Chiesa
rispondono
;
a
modo
loro
,
sia
più
eroica
volontà
sistematica
che
concretezza
:
dovrà
,
se
mai
,
operare
come
,
in
Francia
(
oltre
a
peculiarità
.
di
razza
)
,
una
secolare
tradizione
unitaria
.
È
ciò
che
mi
fa
pure
esprimere
qualche
dubbio
,
non
sulla
desiderabilità
,
sulla
imminente
possibilità
di
una
vasta
partecipazione
del
popolo
alla
vita
ideale
dello
Stato
:
quanto
alle
forze
nuove
che
starebbero
operando
in
tal
senso
,
partito
comunista
e
partito
sardo
di
azione
,
sarà
il
caso
di
sopravvalutarle
?
Così
,
finalmente
,
la
conciliazione
affermata
,
nel
concetto
"
liberale
"
dell
'
idealismo
con
l
'
empirio
-
individualismo
economico
all
'
inglese
,
mi
sembra
richieda
maggiori
sviluppi
dimostrativi
.
Sono
punti
che
nello
schema
di
un
Manifesto
potevano
solo
essere
accennati
:
seguirò
gli
ulteriori
svolgimenti
del
suo
pensiero
con
la
più
cordiale
attenzione
.
Suo
aff.mo
F
.
Burzio
StampaPeriodica ,
La
catastrofe
del
"
Mafalda
"
rivela
e
descrive
più
di
mille
altri
episodi
,
meno
appariscenti
,
il
perfetto
clima
fascista
di
tragica
buffoneria
e
di
perversa
corruzione
.
Le
autorità
fasciste
permettono
(
e
non
senza
compensi
)
al
fascistissimo
on
.
Biancardi
,
direttore
della
N
.
G
.
I
.
,
di
trasportare
migliaia
di
passeggeri
su
piroscafi
che
costruiti
molti
anni
fa
per
le
linee
del
Sud
America
sono
stati
sconquassati
nei
viaggi
compiuti
attraverso
il
tempestosissimo
Atlantico
settentrionale
nei
viaggi
per
e
da
New
York
.
Non
solo
ma
per
la
medesime
ragioni
si
ottiene
il
nulla
osta
di
partenza
ad
un
piroscafo
che
ha
le
macchine
in
istato
pietoso
e
i
canotti
di
salvataggio
che
fanno
acqua
come
panieri
.
E
non
basta
:
quando
si
spezza
il
palo
dell
'
elica
e
l
'
acqua
comincia
ad
invadere
la
nave
,
il
povero
comandante
,
che
dipende
dal
fascistissimo
on
.
Biancardi
e
subisce
il
clima
del
regime
,
si
guarda
bene
dal
lanciare
immediatamente
il
segnale
di
richiesta
di
soccorso
.
Fascisticamente
deve
giungere
coi
suoi
mezzi
alla
riva
.
Se
no
,
che
dirà
il
"
duce
"
?
Non
è
forse
obbligatorio
vivere
pericolosamente
?
Che
importa
se
vanno
a
fondo
mille
-
trecento
persone
,
purché
si
salvi
il
prestigio
della
marina
mercantile
che
"
l
'
inviato
di
Dio
"
blandisce
e
predilige
?
Cosi
il
tempo
passa
;
la
costa
non
si
raggiunge
;
la
nave
si
sbanda
;
si
chiede
aiuto
,
ma
è
tardi
per
salvare
tutti
.
La
gerarchia
e
la
disciplina
(
apparenti
)
,
onore
e
vanto
dell
'
Italia
mussoliniana
,
dileguano
.
La
nave
diviene
preda
della
più
tragica
confusione
...
Le
barche
di
salvataggio
che
fanno
acqua
e
son
sovraccariche
vanno
a
picco
.
È
il
disastro
.
Se
,
per
caso
,
non
vi
fossero
stati
sette
piroscafi
in
quelle
acque
,
milletrecento
persone
sarebbero
state
inghiottite
dal
risucchio
o
divorate
dai
pescicani
.
Non
mancano
naturalmente
episodi
di
gentilezza
ed
eroiche
prove
di
spirito
di
sacrificio
.
È
la
grande
e
immortale
anima
umanamente
italiana
,
che
pur
vivendo
e
spasimando
sotto
le
rovine
e
le
ceneri
del
fascismo
,
si
rivela
in
atti
di
generoso
coraggio
e
di
sublime
abnegazione
.
Così
il
sacrificio
di
tutti
gli
ufficiali
superiori
della
nave
è
esempio
magnifico
che
onora
una
marina
ed
un
popolo
.
Ma
,
subito
dopo
la
catastrofe
,
lo
spirito
fascista
riprende
il
sopravvento
.
Comincia
la
ridda
delle
notizie
false
.
(
È
leggerezza
?
È
losca
speculazione
?
È
prepotente
incompatibilità
mentale
e
morale
rispetto
a
tutte
le
cose
serie
[
anche
tragiche
]
,
a
tutte
le
cose
vere
?
)
La
sciagura
è
ridotta
al
minimo
;
i
morti
sono
un
'
invenzione
straniera
;
quasi
il
"
Mafalda
"
risale
a
galla
.
Poi
la
verità
si
fa
strada
.
Perfino
i
fascisti
parlano
.
Si
comincia
ad
accusare
la
compagnia
,
il
capitano
ecc
.
ecc
.
No
,
no
.
Siate
onesti
se
potete
giornalisti
italiani
;
accusate
il
fascismo
e
voi
stessi
.
Il
fascismo
è
il
padrone
che
servite
umilmente
;
ignobilmente
;
gli
armatori
e
i
loro
associati
vi
pagano
gli
immeritati
stipendi
,
che
intascate
con
gioia
.
Perché
protestate
per
questo
episodio
?
Non
capite
,
o
ciechi
volontari
,
che
il
"
Mafalda
"
è
soltanto
un
terribile
simbolo
?
In
mano
ai
fascisti
inetti
,
corruttori
,
ladri
,
bugiardi
,
dementi
,
sanguinari
,
una
nave
infinitamente
più
grande
,
una
nave
formidabile
e
gloriosa
ondeggia
alla
deriva
e
fa
acqua
già
.
Ed
ogni
ritardo
è
fatale
.
Sciagurati
,
pensate
alla
partita
,
perché
il
"
Mafalda
"
non
è
che
il
simbolo
dell
'
Italia
.
StampaPeriodica ,
La
posizione
sociale
della
donna
,
a
giudicare
dalle
apparenze
,
è
dignitosa
;
dico
a
giudicare
dalle
apparenze
,
perché
non
posso
chiamar
dignitosa
la
posizione
di
una
classe
di
persone
e
questa
è
la
regola
e
non
l
'
eccezione
nei
paesi
occidentali
la
quale
con
un
solo
articolo
del
Codice
,
è
tenuta
alla
cieca
ubbidienza
e
sottomissione
verso
chi
ha
cooperato
a
dettare
quell
'
articolo
;
ben
pochi
sono
i
Codici
europei
che
non
contengono
l
'
ingiunzione
esplicita
,
che
la
moglie
deve
ubbedienza
al
marito
:
solo
nella
revisione
legislativa
del
1865
,
l
'
atto
di
ubbidienza
venne
soppresso
nel
Codice
italiano
.
L
'
esclusione
poi
della
donna
da
ogni
legislazione
,
e
la
sua
impotenza
riguardo
alle
istituzioni
nazionali
,
che
non
sono
se
non
istituzioni
a
cui
la
donna
non
ha
prestato
il
suo
concorso
,
fanno
sì
che
la
vita
morale
dei
popoli
si
risente
assai
della
mancanza
della
influenza
femminile
;
l
'
assenza
completa
dell
'
influenza
di
donne
oneste
ed
intelligenti
nello
Stato
,
deve
riguardarsi
come
un
abuso
non
lieve
,
e
non
poche
istituzioni
avrebbero
un
aspetto
ben
diverso
,
se
si
fossero
consultate
anche
le
loro
opinioni
e
sentimenti
.
È
cosa
innegabile
che
l
'
ingiustizia
reca
danno
a
quello
che
la
commette
non
meno
che
a
quello
che
la
subisce
,
demoralizzando
sì
l
'
uno
che
l
'
altro
(...)
.
Il
desiderio
dell
'
Europeo
incivilito
,
di
voler
continuare
le
tradizioni
antiche
,
riguardo
alla
donna
tradizioni
che
per
conto
suo
egli
ha
rinnegate
,
dichiarando
che
nessuno
ha
il
diritto
di
arrogarsi
un
potere
illimitato
sulla
sorte
altrui
e
di
volerla
segregata
da
tutti
quegli
interessi
,
che
più
importano
al
cittadino
;
di
volerla
tenere
estranea
a
tutto
ciò
che
si
chiama
politica
,
ossia
arte
e
scienza
di
governare
un
popolo
,
e
ciò
che
solo
tocca
alle
masse
di
farsi
governare
da
uomini
di
Stato
scelti
bene
;
ed
infine
,
la
sua
brama
di
disporre
,
egli
solo
,
senza
il
concorso
di
lei
,
dei
mezzi
per
influenzare
le
leggi
,
dalle
quali
gli
individui
e
la
comunità
vengono
retti
,
possono
essere
in
parte
inconsci
,
e
conseguenza
di
pregiudizi
,
di
spensieratezza
,
di
indifferenza
,
ma
non
sono
certamente
segni
di
uno
spirito
liberale
,
disinteressato
ed
equo
.
La
circostanza
inoltre
,
che
anche
nella
donna
europea
l
'
uomo
si
ostina
a
voler
vedere
null
'
altro
che
la
generatrice
e
la
governante
di
casa
,
e
per
tale
motivo
persiste
a
negarle
la
facoltà
e
l
'
opportunità
di
lavorare
efficacemente
al
perfezionamento
del
suo
essere
intellettuale
e
morale
,
ridonda
a
danno
di
tutti
,
sebbene
i
pregiudizi
impediscano
agli
indifferenti
di
accorgersene
;
soltanto
quando
si
avrà
permesso
alla
voce
femminile
di
prender
parte
alle
decisioni
che
riguardano
il
suo
sesso
,
di
accennare
agli
inconvenienti
e
alle
sofferenze
che
pesano
su
di
esso
,
e
che
l
'
altro
sesso
non
può
comprendere
,
perché
,
non
le
sente
,
gli
uomini
potranno
parlare
di
libertà
civile
,
di
autonomia
individuale
e
di
rispetto
alla
personalità
umana
,
senza
essere
tacciati
d
'
ipocrisia
.
StampaPeriodica ,
Ho
letto
con
l
'
attenzione
che
gli
è
dovuta
il
Manifesto
de
La
Rivoluzione
Liberale
e
non
mi
dispiace
dire
che
cosa
ne
penso
,
o
meglio
che
cosa
mi
ha
fatto
pensare
.
Premetto
subito
che
sono
,
in
tesi
,
diffidentissimo
di
questi
sunti
storici
introducenti
a
una
dichiarazione
di
politica
militante
,
perciò
mi
occorre
premettere
un
breve
ragionamento
su
codesto
precetto
dell
'
"
aderire
alla
storia
"
.
Carlo
Marx
,
osservando
i
casi
di
vari
popoli
e
di
vari
periodi
,
trovò
che
sotto
molteplici
e
mutevoli
forme
,
si
svolge
in
realtà
continuamente
una
lotta
fra
capitalisti
e
lavoratori
.
Mi
si
passi
questa
traduzione
semplicista
e
volgare
della
teoria
storica
marxista
.
È
per
chiarezza
.
Ora
uno
che
nei
panni
di
Marx
,
avesse
voluto
"
aderire
alla
storia
"
partendo
da
uguali
premesse
,
avrebbe
potuto
dire
e
predicare
,
per
esempio
,
che
la
storicità
e
l
'
immanenza
del
dissidio
delle
classi
erano
accettabili
come
verità
formatrici
di
una
coscienza
generale
eliminante
i
danni
,
le
sciagure
,
le
dispersioni
di
forza
e
di
volontà
causate
dall
'
inutile
contrasto
umano
a
una
legge
eterna
,
e
cosi
via
,
organizzando
una
pratica
di
rassegnazione
.
Invece
Marx
ha
ideato
al
contrario
di
seppellire
la
Storia
,
generando
un
'
attività
soprafattrice
della
dialettica
delle
classi
.
Ora
quale
è
la
giusta
conseguenza
pratica
di
quella
veduta
storica
,
quella
di
Marx
,
o
l
'
altra
del
supposto
antagonista
?
La
conclusione
è
che
l
'
antistoria
di
Marx
é
diventata
storia
con
questo
frutto
,
sempre
stando
a
quella
visione
:
-
che
,
frammezzo
alla
lotta
bruta
delle
classi
in
sé
,
oggi
ci
occorre
considerare
,
in
più
,
una
nuova
forza
,
la
cui
direzione
è
appunto
quella
di
negare
le
classi
.
Di
fronte
al
problema
di
questo
più
,
di
esercitare
cioè
un
'
azione
politica
positiva
in
sequenza
a
certi
fatti
storici
osservati
,
siamo
e
saremo
sempre
a
quel
punto
:
la
Storia
giustifica
ugualmente
soluzioni
discordi
e
opposte
,
perché
è
essa
sempre
una
contraddizione
insoluta
,
o
meglio
,
non
giustifica
nulla
.
Così
è
,
venendo
al
caso
nostro
,
che
tutta
la
questione
sta
nel
tratto
fra
il
primo
comma
e
gli
altri
due
dell
'
epigrafe
del
"
Manifesto
"
.
In
che
modo
e
perché
,
"
una
visione
integrale
e
vigorosa
del
nostro
Risorgimento
"
ci
porta
a
"
lottare
contro
l
'
astrattismo
dei
demagoghi
e
dei
falsi
realisti
"
,
e
fin
qui
passi
,
ma
poi
a
"
inverare
le
formule
empirico
-
individualiste
del
liberismo
classico
all
'
inglese
e
affermare
una
coscienza
moderna
dello
Stato
"
?
O
non
potrebbe
la
Storia
,
visto
che
il
nostro
processo
politico
non
è
stato
che
lo
svolgersi
di
un
riformismo
tendente
al
socialismo
di
Stato
,
consigliarci
di
perfezionare
l
'
esperimento
di
questo
socialismo
di
Stato
,
e
educarci
a
divenir
coscienti
dei
suoi
mezzi
,
dei
suoi
fini
e
delle
sue
possibilità
?
Per
esempio
,
proprio
in
relazione
al
compito
così
limpidamente
proposto
nel
"
Manifesto
"
di
creare
l
'
unità
nazionale
,
non
c
'
è
nessuna
ragione
di
giudicare
inefficace
un
procedimento
socialistico
(
nazionalizzazione
)
.
Non
è
questo
,
per
caso
,
uno
degli
aspetti
dell
'
attuale
esperienza
russa
?
Ma
quando
ci
si
decide
per
una
condotta
liberale
o
socialista
,
fra
la
speculazione
storica
e
la
speculazione
pratica
,
sempre
,
sensibilmente
o
no
,
si
introduce
un
altro
giudizio
:
questo
è
bene
,
questo
è
male
.
Un
giudizio
etico
,
il
quale
,
il
più
delle
volte
,
ha
già
dominato
e
sottomesso
al
suo
talento
anche
il
giudizio
storico
che
lo
precede
.
Detto
questo
non
si
crederà
che
io
dica
per
complimento
che
la
dimostrazione
storica
della
"
incapacità
dell
'
Italia
a
costituirsi
in
organismo
unitario
"
letta
sul
"
Manifesto
"
mi
piace
,
voglio
dire
,
mi
persuade
.
Possiamo
andar
giù
,
d
'
accordo
,
salvo
particolari
sui
quali
per
mio
conto
non
ho
alla
mano
elementi
soggettivi
di
giudizio
,
fino
al
punto
in
cui
dalla
rappresentazione
storica
si
passa
a
far
previsioni
per
l
'
avvenire
.
Che
la
storia
serva
oltre
che
ad
appagare
un
'
esigenza
assoluta
del
conoscere
,
anche
a
far
previsioni
,
è
giusto
:
solo
e
proprio
per
questo
aspetto
,
essa
è
una
scienza
.
Ora
si
dice
nel
"
Manifesto
"
,
che
questo
socialismo
di
Stato
che
il
liberalismo
ha
ereditato
dal
Piemonte
e
ha
svolto
,
uccidendo
se
stesso
,
nel
nuovo
regno
,
è
un
movimento
effimero
:
rappresenta
una
transazione
che
bisogna
superare
.
Che
significa
bisogna
?
Un
imperativo
etico
,
o
vale
come
dire
che
a
una
data
temperatura
,
bisogna
che
un
dato
metallo
fonda
?
Tengo
il
secondo
significato
e
dico
che
le
forze
di
libertà
scoperte
dall
'
autore
del
"
Manifesto
"
,
anche
a
giudicare
dai
bruchi
le
farfalle
non
mi
sembrano
concludenti
per
affermare
una
contraddizione
immediata
al
prevalere
del
socialismo
di
Stato
.
Io
non
stimo
(
materialisticamente
)
del
movimento
operaio
altra
forza
che
quella
delle
organizzazioni
.
Ora
,
osserviamo
.
L
'
esperimento
socialistico
si
è
svolto
fin
qui
attraverso
una
serie
di
compromessi
fra
gli
istituti
di
diritto
pubblico
e
privato
esistenti
e
i
fini
che
lo
Stato
,
più
o
meno
consapevolmente
,
si
proponeva
.
Ha
proceduto
attraverso
il
dissidio
intimo
fra
una
morale
politica
essenzialmente
individualistica
e
la
morale
propria
delle
organizzazioni
di
classe
.
La
fase
iniziatasi
dopo
la
guerra
,
non
ancora
in
pieno
svolgimento
,
è
quella
appunto
in
cui
bisogna
demolire
i
vecchi
istituti
giuridici
per
fondarne
altri
,
propri
della
rivoluzione
che
si
sta
compiendo
,
e
insieme
bisogna
sostituire
alla
vecchia
morale
politica
una
nuova
morale
.
Se
si
fa
una
stima
approssimativa
del
tempo
occorrente
a
questo
lavoro
,
nulla
ci
persuade
della
sua
brevità
,
cosicché
la
previsione
piú
sicura
è
che
il
prossimo
periodo
storico
della
vita
italiana
sia
ancora
occupato
da
un
processo
socialista
-
burocratico
rappresentante
la
concertazione
giuridico
-
politica
del
movimento
rivoluzionario
di
classe
.
Certamente
questo
moto
,
che
noi
giudichiamo
svolgentesi
in
linea
retta
verso
le
realizzazioni
di
un
socialismo
burocratico
,
genera
incessantemente
anche
dei
processi
contrari
.
Cioè
svolge
intimamente
un
processo
dialettico
.
E
nello
stesso
tempo
altri
elementi
fuori
dell
'
organizzazione
di
classe
e
contro
di
essa
,
producono
a
loro
volta
altre
soluzioni
antitetiche
.
Da
questa
dialettica
interna
e
esterna
del
movimento
sindacale
nasce
quella
che
il
Gobetti
ha
definito
la
Rivoluzione
Liberale
.
Perciò
,
io
credo
di
essere
preciso
nell
'
interpretare
questo
novissimo
dittico
,
quando
considero
quelle
tali
forze
"
di
libertà
"
,
come
forze
che
,
in
un
primo
momento
imprecisabile
nella
sua
durata
,
devono
comportarsi
rivoluzionariamente
in
senso
proprio
o
negativo
e
non
in
senso
positivo
e
costruttore
.
In
sostanza
esse
attendono
l
'
esperimento
compiuto
dal
socialismo
di
Stato
per
superarlo
,
e
non
lo
favoriscono
se
non
per
scavargli
la
fossa
.
Per
rendermi
chiaro
,
piglierò
un
esempio
della
storia
stessa
del
socialismo
,
ricordando
il
momento
quando
il
socialismo
in
paesi
a
costituzione
borghese
arretrata
(
come
per
esempio
il
nostro
)
,
comprese
la
necessità
di
affrettare
il
processo
formativo
della
borghesia
,
e
vi
cooperò
,
più
o
meno
in
coscienza
,
solo
per
affrettarne
la
catastrofe
.
Che
questa
rivoluzione
liberale
,
la
quale
si
svolge
,
secondo
il
già
detto
,
per
moti
diversi
e
nemici
,
possa
trovare
una
guida
pratica
che
ne
determini
più
o
meno
chiaramente
l
'
azione
immediata
,
non
mi
sembra
possibile
ora
;
solo
è
possibile
alla
scienza
scoprire
i
lontani
rapporti
di
moto
e
la
composizione
di
quei
fattori
.
Dico
dunque
che
il
momento
pratico
della
"
Rivoluzione
liberale
"
è
,
secondo
le
mie
previsioni
,
ancora
lontano
e
lascio
a
questo
aggettivo
tutta
la
sua
indeterminatezza
.
Cercando
invece
di
determinare
speculativamente
la
fisionomia
probabile
di
questa
rivoluzione
,
credo
che
essa
finirà
per
riprendere
gli
stessi
motivi
del
liberalismo
classico
,
nell
'
economia
e
nel
diritto
.
E
ciò
sarà
quando
le
nostre
scuole
liberali
,
sentiranno
di
non
poter
più
operare
come
elementi
conservatori
dell
'
economia
e
dello
Stato
attuale
,
ma
di
dover
agire
come
elementi
rivoluzionari
(
questo
,
mi
pare
,
é
il
punto
del
nostro
dissenso
coi
nostri
grandi
maestri
liberali
)
;
allora
,
l
'
evoluzione
ideologica
dei
nuovi
istituti
liberali
procederà
rapidissima
e
sorgeranno
chiari
gli
schemi
della
nuova
società
,
che
la
rivoluzione
porterà
al
trionfo
.
Certamente
l
'
esperimento
socialistico
non
sarà
avvenuto
invano
,
nessuno
vorrà
cancellarlo
come
uno
sgorbio
dalla
storia
;
la
rivoluzione
avrà
,
come
il
"
Manifesto
"
dice
,
una
"
coscienza
moderna
dello
Stato
"
o
meglio
la
sua
coscienza
dello
Stato
,
cioè
semplicemente
diventerà
,
da
negativa
,
positiva
.
Dopo
aver
fatte
le
mie
previsioni
eccomi
al
punto
di
decidermi
per
un
'
azione
pratica
.
Il
passaggio
è
stretto
e
difficile
.
La
maggior
parte
degli
uomini
fortunatamente
arriva
all
'
azione
per
vie
del
tutto
diverse
da
quella
che
noi
abbiamo
qui
battuta
,
ed
è
inutile
tentare
una
classificazione
anche
sommaria
di
questi
motivi
.
Per
uno
che
viene
di
biblioteca
,
supposto
che
egli
possa
dominare
tutte
le
determinazioni
subiettive
che
lo
influiscono
,
è
indifferente
scegliere
una
qualsiasi
delle
pratiche
di
cui
ha
conosciuto
l
'
esistenza
e
l
'
andamento
.
Questi
sarebbe
,
dal
punto
di
vista
della
preparazione
spirituale
alla
politica
attiva
,
il
politico
perfetto
(
machiavellico
)
.
Egli
sa
che
tanto
operando
in
A
,
come
in
B
,
lavorerà
sempre
per
il
risultato
C
.
Sceglierà
la
sua
via
con
lo
stesso
criterio
con
cui
un
attore
sceglie
la
sua
parte
in
un
dramma
di
cui
conosce
lo
svolgimento
e
la
fine
.
Soltanto
,
come
appunto
sarebbe
cattivo
commediante
,
quegli
che
sulla
scena
si
inspirasse
alla
logica
finale
del
dramma
anziché
alla
logica
della
sua
parte
,
il
politico
che
ha
scelto
A
,
parlerà
e
agirà
secondo
A
,
non
secondo
C
.
In
pratica
gli
converrà
nascondere
questo
C
:
oppure
attribuirlo
solo
ad
A
,
o
anche
,
fingendolo
un
risultato
nefasto
,
attribuirlo
all
'
azione
B
,
per
persuadere
il
maggior
numero
ad
agire
in
A
.
E
in
questi
e
in
simili
schemi
si
potrebbero
tradurre
moltissime
discussioni
che
si
fanno
nei
congressi
dei
partiti
.
Dunque
io
(
soggetto
astratto
)
potrei
,
senza
frode
,
decidermi
tanto
ad
operare
per
la
rivoluzione
prossima
probabile
del
socialismo
di
Stato
,
diciamo
per
il
collaborazionismo
,
quanto
dar
mano
ad
anticipare
quella
rivoluzione
di
cui
abbiamo
discorso
e
che
ora
dorme
con
la
prima
nella
medesima
culla
.
Il
soggetto
concreto
confessa
che
i
suoi
sentimenti
e
le
sue
simpatie
spirituali
lo
inclinano
fortemente
alla
seconda
decisione
,
mentre
il
suo
intelletto
realistico
lo
richiamerebbe
alla
prima
.
In
fine
conclude
per
rimanersene
nella
sua
specola
;
per
ritornare
cioè
a
quella
pura
e
semplice
problemistica
dei
primordi
dell
'
"
Unità
"
,
inutilmente
abbandonata
che
aspetta
senza
fretta
la
sua
sintesi
.
Generosa
è
1'impazienza
dei
giovani
che
pretende
sintesi
affrettate
e
provvisorie
;
generosa
non
solo
,
ma
tal
volta
anche
fecondamente
creatrice
come
dimostra
il
brano
pressoché
autobiografico
messo
dall
'
autore
in
capo
al
"
Manifesto
"
.
Credo
però
che
anche
un
certo
ascetismo
politico
,
se
è
secondo
genio
,
giovi
a
formare
,
in
un
Paese
dove
non
c
'
è
,
una
classe
dirigente
.
E
sotto
questo
aspetto
,
mi
pare
,
rientriamo
,
con
l
'
autore
medesimo
,
a
braccetto
,
nella
praxis
.
StampaPeriodica ,
I
giornali
fascisti
han
pubblicato
che
la
bandiera
porterà
,
vicino
allo
stemma
sabaudo
,
l
'
emblema
del
littorio
.
Così
il
fascio
umilia
a
se
stesso
,
anche
sul
vessillo
nazionale
,
lo
scudo
crociato
.
Fino
a
ieri
,
il
tricolore
rappresentava
il
simbolo
dell
'
unità
:
domani
se
la
notizia
fosse
vera
consacrerebbe
la
divisione
profonda
degli
italiani
,
la
tirannide
di
una
banda
armata
,
il
brigantesco
trionfo
di
una
minoranza
violenta
e
rapinatrice
,
che
,
dinnanzi
alla
storia
,
vuol
porre
il
suo
insanguinato
sigillo
di
parte
all
'
ombra
dello
stemma
reale
,
quasi
a
suprema
testimonianza
di
un
solidale
destino
.
Il
fascismo
ha
tolto
la
patria
ai
migliori
italiani
:
ora
,
aggiungendo
all
'
iniquità
la
profanazione
,
oserebbe
insozzare
la
bandiera
e
,
di
fronte
al
mondo
civile
,
degradarla
a
insegna
di
una
fazione
:
come
nel
Medioevo
.
Incontaminate
rimangono
secondo
le
informazioni
della
stampa
fascista
le
bandiere
dei
reggimenti
.
La
tirannide
ha
compreso
che
l
'
esercito
non
avrebbe
tollerato
l
'
oltraggio
.
Il
fascio
appartiene
alla
milizia
nera
,
accozzaglia
di
banditi
,
sorta
dal
delitto
e
pel
delitto
:
non
può
dunque
appartenere
all
'
esercito
,
che
,
di
sopra
alle
divisioni
politiche
,
raccoglie
tutti
i
figli
del
popolo
e
che
,
nei
paesi
civili
,
è
il
presidio
della
libertà
,
della
dignità
e
dell
'
unità
nazionali
.
L
'
esercito
ha
innalzato
e
difeso
le
sue
bandiere
nelle
guerre
contro
il
nemico
esterno
:
non
può
consentire
ch
'
esse
siano
disonorate
dall
'
emblema
della
guerra
civile
.
StampaPeriodica ,
L
'
importanza
dunque
del
programma
democratico
è
qui
:
che
invece
di
curare
i
mali
sociali
con
risorse
individuali
,
e
fermandosi
agli
individui
,
si
propone
di
risalire
alla
causa
principale
de
'
mali
,
cioè
all
'
ordinamento
economico
moderno
,
e
,
per
evoluzione
,
di
farlo
su
basi
più
eque
e
più
giuste
;
e
ciò
con
il
concorso
di
tutte
le
risorse
sociali
,
col
concorso
del
potere
pubblico
.
Ma
poiché
nessuna
influenza
potrà
mai
esercitare
su
tale
potere
la
classe
operaia
,
fino
a
tanto
che
rimarrà
disgregata
,
polverizzata
come
si
trova
ora
;
perciò
innanzi
tutto
i
democratici
cristiani
si
propongono
di
riorganizzarla
per
arti
e
mestieri
,
associazioni
professionali
,
corporazioni
,
adatte
,
s
'
intende
,
ai
bisogni
sociali
moderni
.
Nessuno
ignora
la
più
bella
pagina
popolare
della
Chiesa
cattolica
nel
medio
evo
,
a
rispetto
appunto
delle
corporazioni
d
'
arti
e
mestieri
.
La
Chiesa
cattolica
,
checché
ne
dicano
egregi
contraddittori
,
rioccupandosi
del
problema
sociale
e
schierandosi
con
gli
umili
,
non
introduce
punto
una
novità
.
Essa
riprende
semplicemente
l
'
antica
sua
tradizione
popolare
,
interrotta
per
la
Riforma
,
ma
non
cessata
mai
:
la
critica
storica
moderna
prova
a
esuberanza
questa
verità
.
Il
concetto
stesso
della
Redenzione
abbraccia
di
preferenza
gli
umili
,
la
cui
abbiezione
nel
paganesimo
,
con
la
schiavitù
,
aveva
raggiunto
l
'
ultimo
segno
dell
'
umana
degradazione
;
sta
a
provarlo
tutto
lo
svolgimento
storico
della
Chiesa
primitiva
,
che
,
dagli
apostoli
a
'
Padri
,
a
'
dottori
altamente
rivendica
la
personalità
giuridica
e
la
libertà
dello
schiavo
.
Paolo
che
scrive
a
Filemone
chiamando
col
dolce
nome
di
fratello
lo
schiavo
Onesino
!
Linguaggio
inaudito
,
rivoluzionario
si
direbbe
oggi
,
che
fa
sorridere
di
sprezzo
i
ricchi
e
i
potenti
,
i
quali
con
disdegno
respingono
la
religione
del
Cristo
,
che
chiamano
religione
di
schiavi
.
Ma
Onesino
più
tardi
esempio
sublime
d
'
ascensione
degli
umili
nella
Chiesa
di
Cristo
fu
elevato
alla
dignità
di
ministro
e
poi
di
vescovo
!
E
che
tal
concetto
democratico
della
Chiesa
novella
avessero
tutti
,
a
quel
tempo
,
gli
stessi
suoi
nemici
,
oltre
alle
facili
e
note
citazioni
di
scrittori
pagani
,
sta
il
fatto
di
avere
scoperto
un
Crocefisso
con
la
testa
d
'
asino
e
con
ai
piedi
la
scritta
:
«
Aniceto
(
un
altro
schiavo
)
adora
il
suo
Dio
!
»
Occorre
più
oltre
dimostrare
l
'
origine
e
lo
spirito
democratico
della
Chiesa
?
Occorre
forse
ripetere
come
il
suo
Divin
Fondatore
,
che
pur
poteva
nascere
in
qualsiasi
condizione
sociale
,
preferì
nascere
da
poveri
operai
?
che
abbracciò
il
lavoro
manuale
per
nobilitarlo
,
per
santificarlo
;
condannando
per
sempre
ogni
distinzione
tra
lavoro
servile
e
lavoro
libero
?
che
il
lavoro
elevava
a
dovere
di
giustizia
sociale
a
cui
non
è
lecito
sottrarsi
senza
colpa
,
a
meno
di
incapacità
fisica
o
di
imbecillità
,
a
segno
che
giustamente
San
Paolo
,
spiegando
il
pensiero
del
Maestro
,
nella
seconda
lettera
ai
Tessalonicesi
,
esce
nella
nota
frase
:
«
chi
non
lavora
,
non
mangi
»
?
!
Che
,
più
tardi
,
mette
per
condizione
di
salvezza
il
farsi
piccino
,
il
considerarsi
degli
ultimi
;
e
stabilisce
la
funzione
sociale
di
ogni
privilegio
,
d
'
ogni
potere
,
l
'
essere
cioè
utile
agli
altri
,
servo
a
tutti
.
Gli
è
di
fatti
col
farsi
servo
a
tutti
che
si
potrà
essere
maggiore
nel
regno
suo
.
Il
quale
regno
non
è
già
promesso
a
'
ricchi
,
a
'
gaudenti
;
costoro
han
ricevuto
la
loro
mercede
,
se
nelle
ricchezze
,
se
negli
onori
,
se
nei
godimenti
han
posto
il
loro
cuore
,
ed
oh
!
quanto
è
difficile
non
metterlo
!
Di
qui
il
pericolo
de
la
ricchezza
:
«
più
facile
che
un
cammello
passi
per
la
cruna
d
'
un
ago
,
che
un
ricco
per
la
porta
del
cielo
!
»
Mentre
è
poi
così
largamente
promesso
agli
umili
,
ai
poveri
,
a
quelli
che
piangono
,
a
quelli
che
hanno
fame
e
sete
della
giustizia
,
a
quelli
che
soffrono
per
la
giustizia
.
Né
si
contenta
Gesù
di
serbare
a
questi
umili
le
migliori
promesse
per
l
'
altra
vita
,
ma
gli
onora
anco
in
questa
,
elevandoli
di
preferenza
alla
dignità
di
suoi
discepoli
,
di
continuatori
della
grande
opera
di
sociale
redenzione
.
Sicché
d
'
allora
si
vide
spettacolo
commovente
!
gli
umili
essere
i
primi
ad
accendersi
alla
parola
del
Divino
Maestro
,
ad
abbandonare
con
prontezza
ogni
cosa
,
fino
il
padre
morto
,
da
seppellire
,
per
seguirlo
...
Apriamo
il
Vangelo
.
Quale
spirito
democratico
ad
ogni
pagina
!
Apriamo
gli
atti
apostolici
,
le
lettere
degli
apostoli
:
uno
lo
spirito
,
uno
il
linguaggio
!
«
Non
vogliate
tenere
la
fede
del
glorioso
signor
nostro
Gesù
Cristo
e
insieme
l
'
accettazione
delle
persone
.
Imperocché
se
entrerà
nelle
vostre
adunanze
un
uomo
che
ha
l
'
anello
d
'
oro
,
vestito
splendidamente
ed
entrerà
anche
un
povero
in
sordida
veste
,
e
vi
rivolgete
a
colui
ch
'
è
vestito
splendidamente
e
gli
direte
:
siedi
tu
qui
con
tuo
comodo
;
al
povero
poi
direte
:
tu
sta
ritto
costì
,
ovvero
,
siedi
sotto
la
panchetta
dei
miei
piedi
;
non
venite
voi
a
far
distinzione
dentro
voi
stessi
,
e
diventate
giudici
d
'
iniquo
pensare
?
...
Non
ha
egli
Dio
eletti
i
poveri
in
questo
mondo
ricchi
di
fede
ed
eredi
del
regno
promesso
da
Dio
a
coloro
che
lo
amano
?
Ma
voi
avete
disonorato
il
povero
.
Non
sono
eglino
i
ricchi
che
vi
opprimono
con
prepotenze
?
»
Ecco
perché
la
Chiesa
di
Gesù
Cristo
,
forte
dei
principi
suoi
progressivi
,
non
temé
mai
di
dar
mano
al
movimento
ascensionale
degli
umili
,
anzi
se
ne
fece
in
ogni
tempo
promotrice
.
Ma
Ella
anche
in
ogni
tempo
trovò
contraddittori
ed
avversari
nel
suo
seno
;
trovò
per
tutto
di
quei
falsi
zelanti
,
e
di
quei
pusilli
,
che
facendo
gli
scandalizzati
,
oggi
ancora
le
attraversano
il
cammino
;
ma
,
potente
per
l
'
idea
,
Ella
andrà
avanti
e
vincerà
.
L
'
ascensione
degli
umili
,
da
Lei
solennemente
proclamata
,
non
è
già
parzialità
verso
una
classe
,
ma
stretta
,
rigorosa
giustizia
che
tutte
le
altre
classi
devono
rendere
agli
umili
,
i
quali
senza
colpa
loro
si
trovano
oggi
dall
'
altre
classi
staccati
,
«
ridotti
in
una
condizione
indegna
,
portanti
in
gioco
poco
men
che
servile
,
con
isfregio
all
'
umana
dignità
e
all
'
opera
stessa
di
redenzione
»
.
Opera
la
cui
continuazione
essendo
un
diritto
e
un
dovere
della
Chiesa
,
Ella
esorta
,
comanda
tutti
,
a
preti
e
a
laici
,
di
cooperar
con
Lei
a
salvare
il
popolo
,
e
per
mezzo
del
popolo
la
società
.
Come
s
'
è
risposto
all
'
appello
?
Riassumendo
.
Chi
sono
,
che
vogliono
i
democratici
cristiani
?
Sono
anzitutto
cattolici
,
apostolici
,
romani
.
E
vogliono
,
persuasi
che
con
le
sole
opere
di
carità
non
si
curano
i
mali
sociali
e
lo
prova
l
'
esperienza
degli
ultimi
cinquant
'
anni
,
ne
'
quali
l
'
opere
di
carità
moltiplicate
,
non
hanno
impedito
la
formazione
o
l
'
accrescimento
del
proletariato
,
che
,
proprio
in
tal
periodo
di
tempo
,
ha
preso
proporzioni
spaventevoli
;
e
persuasi
pure
che
nell
'
economia
cristiana
la
giustizia
va
avanti
alla
carità
,
vogliono
appunto
secondo
giustizia
,
che
la
condizione
economica
e
morale
della
classe
operaia
sia
sollevata
;
rivendicati
i
giusti
diritti
del
lavoro
di
fronte
a
'
privilegi
del
capitale
;
protetto
l
'
operaio
,
come
è
protetto
qualsiasi
professionista
:
com
'
è
protetto
l
'
avvocato
,
l
'
ingegnere
,
il
medico
,
il
farmacista
;
ciascuno
de
'
quali
,
mercé
la
semplice
presentazione
di
un
diploma
,
può
ricorrere
alla
legge
per
far
tutelare
i
suoi
diritti
professionali
,
dacché
per
ciascuna
professione
vige
una
legislazione
speciale
minuziosa
a
tutela
appunto
di
tali
diritti
;
mentre
solo
per
la
classe
operaia
non
c
'
è
alcuna
seria
difesa
,
né
contro
gli
abusi
del
capitale
,
né
contro
la
concorrenza
de
'
guastamestieri
,
che
danneggia
gli
interessi
delle
singole
arti
screditandole
.
E
questo
miglioramento
economico
e
morale
,
questa
ascensione
della
classe
operaia
,
i
democratici
cristiani
si
propongono
di
raggiungerla
,
come
ne
'
secoli
migliori
di
libertà
popolari
e
di
grandezza
della
Chiesa
,
per
mezzo
della
classe
operaia
stessa
;
non
già
messa
su
,
aizzata
,
ma
educata
,
resa
cosciente
de
'
propri
diritti
e
insieme
de
'
propri
doveri
,
germe
e
misura
de
'
diritti
.
E
per
questo
vogliono
,
secondando
lo
spirito
moderno
d
'
associazione
,
riunire
,
associare
il
popolo
per
classi
;
e
tra
queste
classi
promuovere
in
tutt
'
i
modi
e
con
tutti
i
mezzi
possibili
la
cooperazione
,
per
sollevarne
al
più
presto
la
condizione
economica
;
persuasi
che
con
l
'
uomo
stretto
dal
bisogno
,
con
l
'
uomo
che
patisce
la
fame
non
si
ragiona
;
e
che
è
uno
sconoscere
la
natura
e
un
far
opera
di
discredito
e
vana
l
'
occuparsi
solo
del
problema
religioso
,
mettendo
in
terza
e
quarta
linea
quello
economico
;
citando
magari
a
sproposito
,
come
abbiam
sentito
noi
stessi
,
le
parole
del
Vangelo
:
«
Cercate
prima
il
regno
dei
Cieli
ecc
.
»
;
che
si
riferiscono
evidentemente
a
chi
troppo
si
preoccupa
dei
beni
di
questa
terra
,
a
chi
brama
d
'
alzarsi
troppo
in
su
(
Luca
,
XII
)
;
e
non
già
a
chi
,
lavorando
,
patisce
la
fame
,
a
chi
gli
vien
frodata
o
ritardata
la
mercede
,
sino
a
diventar
preda
dell
'
usura
:
il
pianto
di
queste
vittime
,
secondo
una
espressione
appunto
del
Vangelo
,
grida
vendetta
in
cielo
!
Ché
poi
il
far
così
sia
anche
opera
di
discredito
per
la
Chiesa
e
vana
per
il
popolo
,
sta
a
provarlo
il
fatto
che
,
mentre
dal
'60
in
qua
,
da
noi
,
il
clero
non
ha
cessato
di
predicare
,
di
dir
messa
,
di
confessare
,
ma
tappato
in
chiesa
o
in
sacrestia
,
senza
punto
occuparsi
degli
interessi
materiali
del
popolo
,
specie
della
classe
operaia
,
vivendo
estraneo
alla
vita
e
al
pensiero
moderno
;
le
classi
elevate
prima
,
e
poi
tutta
la
gran
massa
del
popolo
,
si
sono
andate
allontanando
dalla
Chiesa
,
e
il
consueto
esercizio
del
sacerdotale
ministero
s
'
è
mostrato
impotente
a
impedire
la
scristianizzazione
della
società
,
mercé
la
scristianizzazione
lenta
e
progressiva
della
famiglia
e
della
scuola
;
da
cui
la
scristianizzazione
de
'
principali
istituti
sociali
.
Non
è
egli
chiaro
dunque
,
e
lo
diceva
alto
e
forte
il
grande
vescovo
sociale
Ketteler
,
che
il
metodo
sin
qua
seguito
il
metodo
,
dacché
la
dottrina
è
eterna
dev
'
essere
rinnovato
?
Che
deve
adattarsi
ai
tempi
?
Che
,
per
riprendere
l
'
antico
contatto
,
urge
impadronirsi
del
pensiero
moderno
,
e
parlar
di
nuovo
il
linguaggio
del
popolo
?
Come
ciò
,
senza
conoscerne
a
fondo
le
aspirazioni
e
i
bisogni
,
senza
interessarsi
della
sua
sorte
economica
?
Il
toglier
l
'
operaio
da
quella
precarietà
di
vita
,
da
quella
miseria
,
ch
'
è
vera
occasione
prossima
di
peccato
(
occasio
proxima
peccandi
)
,
avanti
di
predicare
il
Vangelo
è
dovere
stretto
del
ministero
della
Chiesa
diceva
il
Ketteler
-
a
somiglianza
appunto
del
Divin
Maestro
che
,
avanti
di
predicare
,
aveva
cura
de
'
corpi
,
pensava
a
sfamare
quella
turba
,
per
la
quale
sentiva
tanta
compassione
:
misereor
super
turbam
!
Che
ingiungeva
a
'
suoi
discepoli
di
guarire
le
infermità
,
di
curare
i
corpi
,
avanti
di
principiare
la
cura
delle
anime
.
Ebbene
la
miseria
,
la
fame
,
non
è
la
porta
maestra
di
tutte
le
infermità
,
di
tutte
le
colpe
,
di
tutti
i
delitti
?
...
Per
questo
i
democratici
cristiani
,
preti
e
laici
,
mentre
con
la
parola
e
con
la
stampa
lavorano
alla
diffusione
delle
idee
,
alla
popolarizzazione
del
programma
loro
positivo
,
per
formare
la
coscienza
popolare
,
danno
ancora
sollecita
mano
alla
fondazione
di
quante
opere
economiche
possono
in
qualche
modo
recar
sollievo
,
anche
in
via
precaria
,
alla
classe
operaia
;
né
risparmiano
il
loro
concorso
a
quante
opere
di
carità
,
specie
di
carità
,
preventiva
,
si
propongono
di
sollevare
le
miserie
o
lenire
i
dolori
dell
'
umana
società
;
combattendo
quella
beneficenza
passeggera
o
teatrale
,
negazione
dello
spirito
cristiano
,
che
,
alimentando
nelle
masse
popolari
l
'
imprevidenza
,
le
induce
alla
simulazione
,
con
detrimento
del
carattere
e
le
inclina
all
'
ozio
,
da
cui
ogni
morale
depravazione
e
il
decadimento
fisico
.
Ma
,
ripeto
,
i
democratici
cristiani
,
avendo
l
'
occhio
alla
radice
de
'
mali
,
mirano
di
preferenza
all
'
attuazione
pratica
e
progressiva
del
programma
loro
sociale
,
a
principiare
da
quello
minimo
ne
'
comuni
.
Coll
'
introdurre
per
esempio
ne
'
comuni
una
proporzionale
rappresentanza
d
'
interessi
empirici
,
spesso
partigiani
,
personali
o
di
camarille
,
subentri
una
rappresentanza
d
'
interessi
reali
e
definiti
.
Rappresentanza
di
classe
che
,
a
suo
tempo
,
dal
comune
dovrà
passare
al
parlamento
.
Dipoi
con
una
riforma
tributaria
in
senso
progressivo
,
con
abolizione
delle
quote
minime
,
cioè
d
'
ogni
tassa
su
redditi
rispondenti
ad
un
minimum
d
'
esistenza
,
e
abolizione
del
dazio
consumo
.
Mercé
la
municipalizzazione
di
sindacati
professionali
ed
agricoli
,
e
camere
di
lavoro
e
agricole
,
e
l
'
istituto
probiviri
,
e
via
via
.
Mercé
la
municipalizzazione
de
'
principali
servizi
pubblici
,
i
quali
,
sull
'
esperienza
di
comuni
esteri
,
specie
americani
,
da
oneri
gravissimi
,
dovranno
diventare
progressivamente
cespiti
considerevoli
.
E
,
infine
,
mercé
clausole
aggiunte
ai
capitolati
d
'
appalto
iniziare
una
seria
protezione
del
lavoro
sulle
basi
più
ovvie
;
cioè
assicurazione
degli
operai
per
parte
degli
appaltatori
,
fissazione
della
giornata
massima
di
lavoro
e
di
un
minimum
di
salario
,
riposo
festivo
obbligatorio
,
limitazione
del
lavoro
delle
donne
e
de
'
fanciulli
e
limitazione
del
numero
d
'
operai
forestieri
.
StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
Eccoti
qualche
osservazione
sul
tuo
tormentato
e
tormentatore
"
Manifesto
"
.
Tu
poni
perfettamente
come
compito
della
Rivoluzione
Liberale
la
spiegazione
di
questi
tre
fenomeni
della
vita
italiana
:
"
1
)
mancanza
di
una
classe
dirigente
come
classe
politica
;
2
)
mancanza
di
una
vita
economica
moderna
ossia
di
una
classe
tecnica
progredita
(
lavoro
qualificato
,
intraprenditori
,
risparmiatori
)
3
)
mancanza
di
una
coscienza
e
di
un
diretto
esercizio
della
libertà
"
Mio
caro
amico
,
ti
dirò
subito
che
non
credo
sia
possibile
arrivare
a
tanto
,
seguendo
il
tenue
filo
delle
avventure
hegeliane
e
delle
peripezie
antisensiste
dei
signori
Luigi
Ornato
,
Giovanni
Maria
Bertini
e
Santorre
di
Santarosa
.
Permetti
che
,
in
queste
mie
osservazioni
,
mi
valga
dei
risultati
degli
studi
di
autori
che
qui
convien
nominare
per
vendicarli
delle
spogliazioni
che
essi
soffrono
da
una
ristretta
cerchia
di
iniziati
,
che
non
li
nomina
mai
per
paura
che
anche
gli
altri
se
li
facciano
venire
dal
libraio
.
Mi
baso
sopratutto
su
:
Sombart
,
Der
Bourgeois
,
Monaco
e
Lipsia
1913;
Max
Weber
,
Gesammelte
Aufsätze
zur
Religions
soziologie
,
Tufinga
1921;
Troeltsch
,
Soziallehren
der
chrislichen
Kirchen
,
Berlino
1917
.
La
vostra
posizione
di
protesta
contro
l
'
Italia
giolittiana
o
nittiana
,
contro
il
socialismo
di
Serrati
e
le
cooperative
di
Vergnanini
somiglia
molto
alla
passionale
opposizione
puritana
contro
il
sistema
sociale
che
si
era
formato
in
Inghilterra
sotto
gli
Stuardi
:
lega
di
malaffare
fra
Stato
,
Chiesa
anglicana
e
monopolisti
,
per
far
prosperare
le
imprese
di
un
capitalismo
mercantile
coloniale
statalmente
privilegiato
.
Il
puritanesimo
vi
contrapponeva
le
tendenze
ad
un
profitto
capitalistico
razionale
e
legale
,
raggiunto
in
forza
della
propria
energia
e
iniziativa
.
I
puritani
(
Prynne
,
Parker
)
rigettavano
ogni
contatto
"
con
i
cortigiani
e
i
facitori
di
progetti
"
,
fautori
di
monopolii
parassitarii
,
come
con
una
classe
di
persone
eticamente
sospette
;
il
nostro
amico
E
.
Corbino
tratta
precisamente
su
questo
tono
i
socialisti
,
che
"
facitori
di
progetti
"
sono
già
fin
d
'
ora
,
e
"
cortigiani
"
diventeranno
ben
presto
.
Questa
analogia
di
posizioni
fa
capire
che
,
in
fondo
,
iI
compito
di
Rivoluzione
Liberale
mira
alla
spiegazione
della
mancanza
prima
e
profonda
nel
nostro
paese
:
quella
dello
"
spirito
capitalistico
"
.
Definizioni
dello
spirito
capitalistico
non
ce
ne
sono
.
Raccomandabilissimo
,
per
mia
esperienza
personale
,
lo
studio
di
due
libri
:
La
Vita
di
Beniamino
Franklin
e
Robison
Crusoè
:
né
dirai
che
questa
volta
faccio
delle
citazioni
peregrine
.
Lo
spirito
capitalista
è
facilmente
percepibile
quando
l
'
ascesi
protestante
si
è
impadronita
del
vecchio
concetto
(
-
che
il
lavoro
,
anche
per
misera
mercede
,
è
meritorio
agli
occhi
di
Dio
-
)
e
lo
ha
approfondito
,
anzi
trasformato
,
fino
a
creare
l
'
impulso
al
lavoro
come
vocazione
(ingl.:
state
;
ted
.
Beruf
)
,
fino
a
far
considerare
il
lavoro
come
l
'
eccellente
,
anzi
l
'
unico
mezzo
,
per
diventare
sicuri
dello
stato
di
grazia
:
quando
l
'
ascesi
protestante
-
divenuta
vera
ascesi
laica
-
legalizzò
d
'
altra
parte
lo
sfruttamento
della
specifica
volonterosità
al
lavoro
,
chiarificando
come
"
vocazione
"
,
l
'
ansia
di
guadagno
dell
'
imprenditore
.
È
evidente
poi
,
quanto
l
'
esclusivo
sforzo
di
raggiungere
il
regno
di
Dio
con
l
'
adempimento
del
dovere
al
lavoro
(
inteso
come
vocazione
)
dovesse
promuovere
la
"
produttività
"
,
nel
senso
capitalistico
della
parola
:
è
dimostrato
come
quella
concezione
dello
"
Stato
di
grazia
"
che
poteva
essere
garantito
non
da
qualunque
espediente
magico
sacramentale
,
o
dalla
assoluzione
della
confessione
,
o
dell
'
adempimento
di
pratiche
propiziatorie
,
ma
soltanto
dal
mantenimento
di
uno
speciale
stile
di
vita
pietistica
,
dovesse
condurre
a
quella
metodica
razionale
della
vita
pratica
,
che
è
il
segreto
dei
grandi
intraprenditori
e
delle
grandi
aziende
.
Si
è
spesso
-
e
Sombart
lo
ha
dichiarato
in
tratti
particolarmente
felici
-
indicato
come
motivo
fondamentale
dell
'
economia
moderna
il
"
razionalismo
economico
"
.
Senza
dubbio
,
se
con
questa
espressione
s
'
intende
l
'
allargamento
della
produttività
del
lavoro
mediante
l
'
ingranaggio
del
processo
di
produzione
,
combinato
da
un
punto
di
vista
scientifico
.
Ma
questo
processo
di
razionalizzazione
sul
terreno
tecnico
presuppone
uno
stile
di
vita
pietistico
-
ascetica
,
e
condiziona
una
parte
importante
degli
"
ideali
"
della
moderna
società
borghese
:
il
lavoro
per
una
razionale
distribuzione
di
beni
materiali
all
'
umanità
.
Sotto
Vanderlip
,
americano
inquirente
sui
mali
europei
,
è
agevole
scoprire
Vanderlip
razionalizzatore
di
una
azienda
bancaria
;
raschiate
ancora
,
troverete
il
gregario
di
una
setta
protestante
che
cerca
di
seguire
un
qualsiasi
sistema
di
ascesi
laica
.
Usando
uno
schema
grossolano
,
possiamo
dire
,
per
esempio
,
di
Beniamino
Franklin
:
a
)
Prima
abbiamo
lo
stile
di
vita
pietistico
-
ascetica
,
notissima
in
quelle
storielle
che
a
noi
sembrano
incredibili
e
ridicole
,
dell
'
Almanacco
del
povero
Riccardo
,
ecc
.
b
)
Poi
abbiamo
la
razionalizzazione
della
sua
vita
di
produttore
,
da
apprendista
tipografo
diventa
padrone
,
inventa
il
parafulmine
,
ecc
.
c
)
Infine
abbiamo
la
razionalizzazione
della
sua
vita
politica
:
leggere
la
descrizione
dei
suoi
sforzi
in
servizio
degli
Improvements
comunali
di
Filadelfia
,
per
capire
come
il
lavoro
per
la
distribuzione
dei
beni
materiali
,
per
la
"
prosperità
"
della
città
natale
,
ecc
.
penda
sempre
dinanzi
agli
occhi
di
chi
è
già
passato
attraverso
ai
due
stadii
o
momenti
precedenti
.
Questa
è
la
fioritura
completa
dello
spirito
capitalistico
,
che
,
come
vediamo
tipicamente
in
Franklin
e
in
tutta
la
società
americana
dei
suoi
tempi
,
ci
dà
perfettamente
quello
che
la
Rivoluzione
Liberale
cerca
invano
in
Italia
:
classe
tecnica
progredita
,
coscienza
e
diretto
esercizio
della
libertà
.
Ora
,
in
Italia
,
non
esiste
e
non
è
esistito
mai
lo
"
spirito
capitalistico
"
come
fenomeno
di
masse
.
Esiste
quello
che
il
Sombart
chiama
Paria
-
kapitalismus
(
la
cupidigia
del
barcaiolo
napoletano
o
dell
'
aranciaro
,
la
parsimonia
dell
'
emigrante
tanto
ridicolamente
vantata
,
tutti
aspetti
dell
'
auri
sacra
fames
che
è
vecchia
quanto
il
mondo
,
e
non
ha
niente
da
fare
con
lo
spirito
capitalistico
)
.
Esiste
quello
che
lo
stesso
Sombart
,
e
altri
,
chiamarono
Abenteurer
-
kapitalismus
(
il
persistente
parassitismo
siderurgico
,
i
casi
Bondi
,
Perrone
,
ecc
.
rientrane
in
questa
categoria
)
.
Non
ci
fu
mai
altro
.
Perché
?
La
risposta
del
materialismo
storico
ingenuo
spiega
subito
,
si
sa
:
"
Tale
spirito
capitalistico
un
rispecchiamento
,
una
soprastruttura
di
situazioni
economiche
:
non
si
è
avuto
in
Italia
,
perché
queste
situazioni
sono
mancate
"
.
Balle
.
Basta
ricordare
che
nel
paese
natale
di
Beniamino
Franklin
(
Massachussets
)
lo
"
spirito
capitalistico
"
esistette
ben
prima
dello
"
sviluppo
capitalistico
"
:
che
nelle
colonie
che
poi
formarono
gli
Stati
meridionali
dell
'
Unione
,
questo
spirito
capitalistico
rimase
molto
meno
sviluppato
,
quantunque
là
sorgessero
le
prime
intraprese
d
'
affari
su
grande
-
ma
non
razionale
-
scala
:
che
lo
spirito
capitalistico
si
preparò
,
insomma
,
alle
più
grandi
esplosioni
nelle
Colonie
di
New
-
England
,
in
mezzo
a
una
popolazione
di
piccoli
borghesi
,
di
artigiani
,
di
yeomen
e
di
predicatori
.
Il
ritornello
incalza
:
perché
?
Perché
,
dai
Comuni
,
in
cui
,
come
tu
dici
,
"
sorsero
gli
elementi
della
vita
economica
moderna
"
non
derivò
anche
lo
spirito
che
questi
elementi
unifica
e
conduce
alla
battaglia
?
Perché
Machiavelli
,
che
"
professa
una
religiosità
della
pratica
come
spontaneità
di
iniziativa
e
di
economia
"
rimane
un
isolato
?
Perché
,
quando
,
sotto
la
superficiale
influenza
di
Cavour
e
del
periodo
libero
-
scambista
,
parve
che
un
più
intenso
sbocciare
di
imprese
animate
,
da
spirito
capitalistico
dovesse
segnare
l
'
inizio
del
nuovo
Regno
,
ci
fu
una
vera
rivolta
della
opinione
pubblica
,
un
vero
riaccendersi
di
disprezzo
mandarinesco
verso
gli
uomini
dell
'
industria
e
questa
rivolta
si
concretò
nell
'
accentramento
burocratico
?
Perché
,
mio
caro
,
tu
stesso
,
che
con
tanta
minuzia
studii
,
non
dico
l
'
embrione
,
ma
il
feto
della
classe
dirigente
in
Italia
,
arrivato
al
Santarosa
"
in
cui
l
'
espressione
dell
'
esigenza
religiosa
si
confondeva
nell
'
ossequio
alla
Chiesa
"
,
trovi
ciò
assolutamente
ovvio
,
"
perché
il
Cristianesimo
,
iniziale
ardore
di
sentimento
,
momento
ideale
naturalmente
anarchico
,
eretico
,
atto
che
supera
tutti
i
fatti
,
affermazione
violenta
di
spiritualità
contro
tutti
i
dati
,
non
può
avere
vita
e
compimento
reale
se
non
realizza
l
'
ardore
in
organismo
,
se
non
sostituisce
alla
purezza
astratta
dell
'
aspirazione
l
'
ordine
solido
della
praticità
"
?
Perché
-
io
credo
-
il
cattolicesimo
,
il
cattolicismo
della
Chiesa
romana
assoluta
negazione
di
ogni
metodica
di
vita
borghese
,
assoluta
soffocatrice
dell
'
ascesi
protestante
,
ci
ha
afferrati
e
non
ci
molla
più
.
Io
non
so
se
,
come
tu
dici
,
il
cattolicesimo
ha
ucciso
l
'
idea
liberale
:
perché
l
'
idea
liberale
è
per
me
una
espressione
alquanto
vaga
e
imprecisa
ma
esso
ha
forse
ucciso
in
Italia
ogni
possibilità
di
ascesi
laica
.
Ha
,
con
la
sua
mole
di
Chiesa
,
cioè
di
universale
fidecommesso
per
scopi
ultraterreni
,
abbracciante
i
giusti
e
i
reprobi
,
ucciso
tutte
le
possibilità
di
svolgimento
della
setta
,
intesa
come
comunità
di
coloro
che
personalmente
si
sentono
in
stato
di
grazia
,
credenti
ed
eletti
,
e
di
costoro
soltanto
:
e
cosi
,
con
questo
primo
schiacciamento
,
ha
tolto
di
mezzo
ogni
classe
dirigente
come
classe
politica
;
perché
la
setta
(
religiosa
)
ne
è
il
presupposto
.
La
Chiesa
Romana
ha
incarnato
in
noi
quell
'
orrore
verso
l
'
irrimediabile
banausismo
,
volgarità
e
monotonia
della
attività
pretina
specializzata
,
e
con
questo
ha
tolto
di
mezzo
le
possibilità
di
avere
la
classe
tecnica
progredita
.
La
Chiesa
Romana
ci
ha
evitate
le
angoscie
del
dubbio
sull
'
essere
o
no
predestinati
alla
grazia
,
degni
o
indegni
di
appartenere
alla
"
Ecclesia
pura
"
:
ma
"
la
coscienza
e
il
diretto
esercizio
della
libertà
"
sono
sorte
proprio
e
soltanto
da
quelle
angoscie
.
Insomma
io
credo
che
il
cattolicismo
della
Chiesa
Romana
ci
abbia
privati
dello
"
spirito
capitalistico
"
;
e
-
insieme
-
di
tutto
ciò
di
cui
Rivoluzione
Liberale
si
propone
di
spiegare
la
mancanza
,
e
che
manca
,
perché
è
mancato
quello
spirito
capitalistico
stesso
.
Il
più
bello
però
è
questo
:
che
tu
,
con
la
tua
rivista
,
non
solo
vuoi
spiegare
perché
tutta
questa
roba
manca
:
ma
vuoi
contribuire
a
fabbricarla
.
Io
credo
invece
che
la
vittoria
del
cattolicismo
sia
definitiva
,
nel
senso
chiarito
:
che
cioè
lo
"
spirito
capitalistico
"
non
sorgerà
-
come
afflato
di
massa
-
nel
nostro
paese
.
Tu
dici
:
Data
la
loro
affermazione
di
un
principio
idealistico
o
,
se
meglio
piace
,
volontaristico
,
che
fa
risiedere
la
funzione
dello
Stato
nelle
libere
attività
popolari
,
affermantisi
attraverso
un
processo
di
individuale
differenziazione
,
Mazzini
e
Marx
sono
i
più
grandi
liberali
del
mondo
moderno
.
Giusto
:
appunto
per
questo
il
marxismo
e
il
mazzinianismo
sono
fratelli
...
nella
tomba
.
Tu
dici
:
Coerenti
ad
una
visione
marxista
,
o
,
meglio
,
italianamente
marxista
sono
rimasti
alcuni
comunisti
(
non
il
Partito
Comunista
)
,
che
agitando
il
mito
di
Lenin
vedono
nella
Rivoluzione
il
cimento
della
capacità
politica
delle
classi
lavoratrici
,
della
loro
attitudine
a
creare
lo
Stato
.
Giusto
:
tu
hai
pronunciato
la
condanna
di
ogni
attività
pratica
dei
tuoi
amici
comunisti
.
Gira
e
rigira
biondina
,
in
Italia
-
altro
che
marxismo
!
-
non
c
'
è
che
del
"
poverismo
"
:
indicando
provvisoriamente
col
termine
di
poverismo
il
complesso
delle
tendenze
e
delle
dottrine
contrarie
allo
spirito
capitalistico
.
Prima
di
tutto
,
al
solito
,
il
sistema
poveristico
della
Chiesa
Romana
,
cui
ancora
si
volge
con
nostalgia
il
ricordo
e
l
'
affetto
degli
italiani
:
né
so
tenermi
dal
trascrivere
una
paginetta
del
Veuillot
,
dove
i
suoi
caratteri
sono
scolpiti
con
una
efficacia
che
non
mi
stanco
di
ammirare
:
"
A
l
'
osteria
,
le
déjeuner
couta
dix
-
sept
sous
.
C
'
est
une
des
grâces
de
Rome
,
de
pouvoir
déjeuner
où
l
'
on
veut
,
au
prix
que
l
'
on
veut
.
Toute
porte
est
ouverte
à
toute
honnête
homme
.
On
a
le
droit
d
'
être
pauvre
,
la
pauvreté
est
de
bonne
humeur
.
Le
droit
d
'
être
pauvre
,
la
bonne
humeur
de
la
pauvreté
!
Le
monde
finira
par
n
'
avoir
même
plus
l
'
idée
de
ces
deux
grands
biens
;
et
alors
il
y
aura
des
pleurs
et
de
grincement
de
dents
.
Rome
,
Rome
,
doux
pays
de
la
pauverté
honorée
et
libre
?
Le
docteur
B
*
*
,
excellent
prêtre
,
partit
de
Paris
son
breviaire
sous
le
bras
,
il
entra
dans
Rome
sans
autre
fortune
qu
'
un
sac
de
nuit
...
qui
contenait
un
plan
d
'
études
.
A
vingt
sous
par
jour
,
l
'
honoraire
de
sa
messe
,
il
est
logé
,
nourri
,
libre
,
content
;
il
est
entouré
de
consideration
,
et
il
fait
un
beau
livre
"
.
L
'
Italia
,
mio
caro
,
in
cui
vi
sentite
come
esiliati
,
è
questa
,
è
sempre
questa
.
Per
cambiarla
pare
che
tu
faccia
assegnamento
sui
nuclei
iniziali
dei
due
partiti
rivoluzionari
,
quello
degli
operai
e
quello
dei
contadini
.
Tu
li
chiami
rivoluzionari
:
spiegati
.
Forse
sono
rivoluzionari
i
loro
capi
,
le
loro
élites
,
i
giovani
che
più
o
meno
conosciamo
,
tizio
o
caio
,
e
che
assumono
verso
l
'
Italia
d
'
oggi
,
l
'
atteggiamento
di
protesta
puritana
?
Ma
perché
i
capi
e
le
élites
mettano
in
moto
le
masse
hanno
bisogno
di
un
vecchio
ingrediente
:
il
paradiso
.
E
non
mica
qualche
paradiso
laico
,
come
sempre
ce
ne
hanno
descritto
gli
utopisti
.
Per
battere
la
Chiesa
,
completamente
provvista
con
tre
paradisi
,
quello
di
Adamo
ed
Eva
,
quello
"
poverista
"
in
cui
Venillot
e
il
suo
amico
R
*
*
si
trovavano
così
bene
,
e
quello
lassù
,
bisogna
che
i
capi
e
le
élites
dispongano
di
un
paradiso
come
ne
disponevano
i
Calvinisti
,
i
Mennoniti
,
i
Quaccheri
.
Vuoi
tu
rimandarci
ai
Circoli
di
Coltura
Religiosa
?
Ah
,
mon
bon
,
pas
si
bête
que
ça
!
Il
coraggio
di
mascherarsi
da
protestante
l
'
ha
soltanto
il
nostro
amico
Prezzolini
!
O
forse
tu
vuoi
dire
che
"
l
'
ardore
e
l
'
iniziativa
degli
operai
saranno
-
da
certe
nuove
circostanze
economiche
,
-
potenziati
a
un
nuovo
completo
impeto
rivoluzionario
?
Ebbene
allora
io
ti
chiedo
quale
espediente
rivoluzionario
mai
varrà
a
cancellare
il
marchio
anticapitalistico
impressoci
dalla
Chiesa
di
Roma
,
a
far
sorgere
quello
spirito
capitalistico
che
i
Comuni
,
il
Rinascimento
e
il
Risorgimento
non
sono
riusciti
a
far
sorgere
:
io
ti
domando
come
eviterai
che
la
rivoluzione
delle
masse
operaie
e
contadine
ricada
nel
vecchio
solco
del
poverismo
cattolico
,
non
sia
semplicemente
e
rovinosamente
un
pazzo
tentativo
di
ritorno
al
tempo
in
cui
con
venti
soldi
al
giorno
l
'
uomo
era
alloggiato
,
nutrito
,
libero
,
e
...
scriveva
ancora
dei
bei
libri
?
Valgono
insomma
,
non
contro
cotesti
nuclei
iniziali
che
sono
stimabili
,
ma
contro
una
loro
ipotetica
azione
politica
,
le
identiche
obiezioni
che
valgono
contro
"
la
demagogia
ridicola
di
Bombacci
e
di
Misiano
"
.
Essi
non
riescono
a
risolvere
il
problema
;
quale
io
lo
vedo
:
e
cioè
:
"
Come
è
possibile
che
una
nazione
,
destituita
di
spirito
capitalistico
come
la
nostra
,
possa
mettere
in
piedi
una
disciplina
sociale
valida
ad
affermarsi
di
fronte
alle
nazioni
,
che
la
loro
disciplina
sociale
traggono
da
quello
spirito
capitalistico
?
Come
è
possibile
che
l
'
Italia
non
diventi
una
colonia
-
o
non
lo
resti
?
"
Per
chiudere
con
un
filo
di
speranza
,
dopo
questa
domanda
che
pare
disperata
,
faccio
due
righe
di
inventario
.
1°
Non
siamo
soli
a
dover
risolvere
questo
problema
,
nel
mondo
.
Questo
problema
è
posto
,
in
termini
press
'
a
poco
identici
,
ai
popoli
slavi
e
alla
civilizzazione
cinese
.
Ecco
due
enormi
aggruppamenti
dell
'
umanità
destituiti
come
noi
,
più
di
noi
forse
,
di
spirito
capitalistico
:
eppure
ben
risoluti
,
mi
pare
,
a
non
diventare
colonie
anglosassoni
.
Siamo
in
buona
compagnia
.
2°
È
innegabile
che
un
inizio
di
cristallizazione
,
un
inizio
di
speciale
disciplina
sociale
si
svolge
attorno
al
cosiddetto
"
socialismo
"
di
cui
tu
ti
affretti
troppo
a
dichiarare
l
'
impotenza
.
Non
comprendo
,
a
dir
vero
,
l
'
interpretazione
missiroliana
del
fenomeno
socialista
.
Lo
intendo
invece
come
una
forma
di
poverismo
laico
,
che
però
manifesta
la
sua
originalità
in
questo
:
nella
costituzione
di
una
classe
dirigente
destituita
,
si
capisce
,
di
spirito
capitalistico
,
ma
reclutata
in
base
ad
un
certo
rituale
,
e
munita
delle
conoscenze
tecniche
necessarie
per
far
vivere
una
azienda
.
L
'
epiteto
di
"
mandarini
"
e
di
"
bonzi
"
lanciato
contro
gli
organizzatori
per
offenderli
mette
bene
in
rilievo
un
aspetto
di
questa
originalità
:
l
'
epiteto
poi
può
essere
trovato
offensivo
solo
dagli
ingenui
.
Se
e
come
questa
originalità
possa
svolgersi
:
se
e
come
questa
singolare
classe
dirigente
possa
essere
paragonata
a
quelle
che
,
in
Russia
(
funzionari
bolscevichi
)
e
in
Cina
(
funzionari
confuciani
)
,
cercano
di
difendersi
contro
gli
assalti
delle
classi
dirigenti
derivate
dalle
sétte
ascetico
-
laiche
e
sorrette
da
intenso
spirito
capitalistico
:
e
,
finalmente
,
quali
siano
i
rapporti
ideologici
di
essa
verso
la
Chiesa
Romana
e
la
sua
attività
:
tutte
queste
cose
sono
forse
di
un
grande
interesse
:
ma
per
non
cadere
nel
vago
dilettantismo
,
hanno
bisogno
di
essere
documentate
con
raffronti
e
citazioni
lunghissime
.
Perciò
chiudo
.
Tuo
Giovanni
Ansaldo
.
StampaPeriodica ,
La
tendenza
degli
individui
appartenenti
ad
una
data
classe
di
riunirsi
in
corporazioni
si
manifestò
in
tutti
i
tempi
,
massime
in
quelli
dove
la
protezione
dell
'
individuo
da
parte
dello
Stato
era
minima
,
anzi
irrisoria
.
Così
le
università
delle
arti
e
dei
mestieri
nel
medio
evo
costituivano
una
potente
compagine
di
membri
legati
tra
loro
da
vincoli
indissolubili
di
fratellanza
.
Nei
tempi
moderni
,
scomparse
le
antiche
istituzioni
,
esse
rinacquero
sotto
altra
forma
,
nelle
maestranze
,
nelle
confraternite
e
nei
collegi
.
Mutate
le
circostanze
,
erano
mutati
anche
i
bisogni
,
e
la
protezione
che
la
confraternita
esercitava
sull
'
individuo
si
riduceva
ad
opere
di
beneficenza
in
caso
di
infermità
o
di
disgrazia
ed
a
privilegi
spirituali
.
Per
la
prima
volta
vi
erano
beni
mobili
ed
immobili
donati
da
più
benefattori
ed
accresciuti
continuamente
con
l
'
accumulazione
delle
rendite
;
per
i
secondi
,
poi
,
vescovi
e
pontefici
largivano
lettere
e
brevi
.
Ai
nostri
giorni
,
con
l
'
indemaniamento
che
il
governo
ha
decretato
per
le
proprietà
dei
pii
sodalizi
,
questi
hanno
perduto
la
loro
base
,
il
loro
sostegno
,
e
,
sotto
un
certo
aspetto
,
la
stessa
ragion
d
'
essere
.
Così
le
confraternite
hanno
conservato
solamente
il
loro
programma
religioso
,
ed
hanno
cessato
di
esercitare
in
vantaggio
dei
singoli
membri
la
protezione
e
la
beneficenza
.
Da
una
parte
però
il
dissidio
riacceso
tra
la
Chiesa
e
lo
Stato
e
la
lotta
combattuta
dalla
rivoluzione
contro
la
religione
cattolica
ha
fatto
rinascere
più
vivo
nei
cattolici
il
bisogno
di
riunirsi
,
di
federarsi
,
con
ideali
più
alti
,
con
forme
nuove
per
la
difesa
dei
comuni
interessi
,
non
più
di
classe
,
per
ora
,
ma
religiosi
.
Così
,
a
fianco
delle
confraternite
agonizzanti
,
sorsero
le
associazioni
,
i
circoli
,
i
comitati
parrocchiali
,
istituzioni
feconde
di
energia
e
di
pensiero
.
Dall
'
altra
parte
la
tendenza
a
riunirsi
per
difendere
gl
'
interessi
del
lavoro
divenne
una
vera
necessità
,
e
tutto
quello
slancio
che
i
cattolici
adoperarono
a
fondare
le
nuove
associazioni
fu
impiegato
ugualmente
dalle
classi
lavoratrici
per
istituire
le
società
di
mutuo
soccorso
,
le
fratellanze
operaie
,
le
leghe
di
resistenza
ed
infine
le
Camere
del
lavoro
.
Così
furono
sdoppiati
e
divisi
i
due
scopi
delle
istituzioni
antiche
«
religione
e
lavoro
»
,
e
si
delinearono
due
campi
d
'
azione
,
diversi
nei
principi
,
e
molte
volte
opposti
nei
mezzi
.
In
Italia
la
storia
delle
Camere
del
lavoro
è
breve
e
semplice
.
Furono
in
principio
le
associazioni
operaie
che
ebbero
l
'
idea
di
riunirsi
,
sull
'
esempio
di
altre
nazioni
,
in
un
nuovo
vincolo
di
fratellanza
per
mezzo
delle
Camere
del
lavoro
.
Il
Cabrini
e
il
Gnocchi
-
Viani
furono
i
promotori
ed
i
sostenitori
della
nuova
istituzione
.
Sorsero
,
è
vero
,
sotto
auspici
nettamente
socialisti
,
ma
tuttavia
il
loro
programma
escludeva
la
politica
,
e
teoricamente
lasciavano
aperto
l
'
adito
ai
rappresentanti
di
qualunque
partito
.
In
principio
non
vi
fu
un
municipio
che
,
richiesto
,
ricusasse
il
suo
appoggio
.
Nell
'
anno
1893
le
Camere
di
commercio
,
interpellate
dal
governo
sulle
riforme
che
esse
credessero
di
introdurre
nel
loro
ordinamento
,
risposero
tutte
proponendo
l
'
ammissione
di
una
data
rappresentanza
operaia
;
la
maggioranza
di
esse
la
voleva
inclusa
nelle
Camere
di
commercio
,
la
minoranza
la
voleva
lasciata
alle
Camere
del
lavoro
.
Lo
stesso
governo
mise
a
disposizione
del
Comitato
per
l
'
esposizione
agraria
del
1894
qualche
medaglia
per
quelle
Camere
del
lavoro
che
si
fossero
distinte
.
Questo
favore
però
fu
di
breve
durata
.
Dopo
il
1894
il
governo
mutò
radicalmente
indirizzo
e
si
mise
sulla
via
della
reazione
.
La
prima
vittima
fu
la
Camera
del
lavoro
di
Terni
,
dove
il
comune
,
per
divieto
assoluto
del
governo
,
negò
il
sussidio
alla
nascente
istituzione
.
La
ragione
è
facile
ad
intendersi
:
la
popolazione
operaia
di
Terni
è
composta
per
nove
decimi
dai
lavoratori
dell
'
acciaieria
governativa
,
e
sono
quindi
dipendenti
direttamente
dallo
Stato
,
il
quale
non
aveva
piacere
che
i
suoi
salariati
si
sottraessero
in
tal
modo
alla
patria
potestà
e
cercassero
di
difendere
i
loro
interessi
nella
tanto
temuta
solidarietà
operaia
.
Contemporaneamente
scoppiavano
i
tumulti
della
Sicilia
e
della
Lunigiana
,
i
quali
naturalmente
moltiplicarono
ed
inacerbirono
le
conseguenze
della
reazione
.
Società
di
mutuo
soccorso
,
leghe
di
resistenza
,
fasci
operai
e
Camere
di
lavoro
,
per
tutti
ci
fu
un
decreto
di
scioglimento
.
Il
governo
,
per
mezzo
dei
prefetti
,
o
fece
cancellare
dai
bilanci
comunali
sussidi
già
stanziati
per
le
Camere
di
lavoro
,
o
fece
pressione
sopra
sindaci
e
giunte
perché
non
li
deliberassero
.
Gli
operai
cercarono
naturalmente
di
resistere
,
e
dove
la
resistenza
era
inutile
,
protestarono
;
essi
però
non
furono
soli
,
ma
anche
parecchi
municipi
opposero
resistenza
alle
pressioni
governative
.
Il
governo
allora
si
rivolse
al
consiglio
di
Stato
,
domandando
se
i
comuni
avessero
la
facoltà
di
concorrere
con
sussidi
allo
sviluppo
delle
Camere
del
lavoro
;
il
consiglio
di
Stato
,
come
era
da
aspettarselo
,
emise
parere
contrario
.
Con
tutto
questo
gli
operai
fecero
ancora
qualche
tentativo
qua
e
là
,
al
quale
seguirono
nuovi
decreti
di
scioglimenti
,
deferimenti
e
processi
.
Fra
questi
non
mancarono
gli
episodi
comici
.
A
Roma
il
prefetto
sciolse
la
Camera
del
lavoro
e
la
deferì
all
'
autorità
giudiziaria
,
la
quale
dichiarò
che
nell
'
operato
di
essa
non
vi
era
reato
.
Allora
la
Camera
riprese
ad
esercitare
le
sue
funzioni
ed
il
municipio
le
ristabilì
il
sussidio
di
6000
lire
,
non
tenendo
in
alcun
conto
il
parere
del
consiglio
di
Stato
.
Inoltre
la
commissione
governativa
per
l
'
inchiesta
ferroviaria
sente
la
necessità
di
inviare
il
proprio
questionario
ad
alcune
Camere
del
lavoro
,
e
nei
suoi
interrogatori
ascolta
dei
rappresentanti
di
esse
.
Una
commissione
governativa
che
si
rivolge
ad
una
istituzione
non
riconosciuta
giuridicamente
,
anzi
aspramente
combattuta
ed
avversata
dallo
stesso
governo
!
A
Cremona
il
consiglio
comunale
viene
sciolto
per
avere
stanziato
nel
bilancio
un
sussidio
alla
Camera
del
lavoro
,
ed
il
regio
commissario
,
naturalmente
,
cancella
lo
stanziamento
.
Si
elegge
il
nuovo
consiglio
,
il
quale
torna
ad
iscrivere
il
sussidio
,
e
la
prefettura
lo
annulla
.
Contemporaneamente
nella
stessa
provincia
di
Cremona
sorgono
delle
agitazioni
di
contadini
per
controversie
circa
alcuni
patti
colonici
.
La
Camera
del
lavoro
propone
la
costituzione
di
un
collegio
di
arbitri
composto
di
elementi
misti
,
ossia
di
proprietari
e
di
contadini
,
per
studiare
e
comporre
la
controversia
.
L
'
autorità
si
oppone
fidando
in
una
naturale
soluzione
della
vertenza
;
ma
poi
,
vedendo
la
cosa
andare
in
lungo
e
temendo
tristi
conseguenze
,
finisce
con
l
'
aderire
alla
proposta
della
Camera
ed
istituisce
il
collegio
degli
arbitri
.
E
i
probiviri
agrari
non
erano
stati
ammessi
dal
parlamento
;
ed
il
prefetto
che
li
istituiva
era
quello
stesso
che
aveva
fatto
cancellare
dal
bilancio
municipale
il
sussidio
due
volte
deliberato
!
Un
fatto
più
comico
avvenne
in
Napoli
,
dove
il
municipio
fu
obbediente
alle
ingiunzioni
governative
e
tolse
il
sussidio
.
Siccome
però
il
municipio
era
in
maggioranza
cattolico
,
e
la
Camera
del
lavoro
era
presieduta
da
un
monarchico
,
la
prefettura
con
una
coerenza
fenomenale
regalò
duemila
lire
alla
Camera
del
lavoro
.
Tutto
questo
prova
fino
all
'
evidenza
che
oramai
così
come
sono
costituite
e
volute
dalla
classe
operaia
,
le
Camere
del
lavoro
sono
un
mezzo
di
propaganda
socialista
,
e
sotto
questo
aspetto
il
governo
se
ne
impensierisce
e
le
combatte
.
Eppure
vedemmo
poc
'
anzi
che
da
principio
l
'
istituzione
fu
tutt
'
altro
che
socialista
.
Come
va
dunque
che
in
così
breve
tempo
abbiano
assunto
una
forma
così
battagliera
,
malgrado
che
in
tutti
gli
statuti
di
esse
sia
ripetuto
che
la
politica
è
assolutamente
estranea
alle
Camere
del
lavoro
?
Come
è
che
nella
sommossa
del
1893
in
Parigi
,
ed
in
quelle
dell
'
anno
seguente
in
Sicilia
esse
furono
così
fortemente
compromesse
?
La
ragione
principale
,
se
non
l
'
unica
,
credo
consista
nell
'
ostracismo
dato
ai
padroni
ed
agli
imprenditori
,
dalle
Borse
del
lavoro
.
Un
'
associazione
di
questo
genere
,
composta
di
soli
operai
,
è
impossibile
che
non
divenga
strumento
di
propaganda
socialista
.
Coll
'
introdurre
in
esse
anche
l
'
altro
elemento
,
oltre
al
rendere
più
remoto
questo
pericolo
,
si
verrebbe
a
dar
loro
una
garanzia
immensamente
maggiore
di
pratica
utilità
.
Ed
infatti
,
se
uno
degli
scopi
principali
delle
Camere
del
lavoro
è
quello
di
comporre
e
di
appianare
le
controversie
tra
salariati
e
padroni
per
mezzo
di
collegi
di
arbitri
,
come
sarà
possibile
che
i
padroni
e
gl
'
imprenditori
si
decidano
ad
invocare
un
arbitrato
composto
di
una
parte
sola
?
Come
potranno
i
governi
concedere
autorità
giuridica
ai
sindacati
operai
,
se
questi
non
saranno
costituiti
di
elementi
misti
?
Per
quanto
si
voglia
riconoscere
che
il
lavoro
sia
immensamente
più
nobile
del
capitale
,
e
che
questo
sia
solo
uno
strumento
a
servizio
del
lavoro
,
sarà
pure
necessario
che
nella
lotta
dell
'
uno
contro
l
'
altro
,
per
comporre
pacificamente
i
dissidi
,
facciano
sentire
la
loro
voce
ambedue
.
Anche
nelle
Camere
di
commercio
,
istituzione
oramai
generale
presso
tutti
i
popoli
civili
,
intervengono
ogni
genere
di
industriali
:
tanto
quelli
che
attendono
al
piccolo
scambio
della
merce
da
essi
stessi
elaborata
,
quanto
i
grandi
proprietari
di
vastissime
case
commerciali
,
o
i
direttori
di
banche
.
Nei
comizi
agrari
sono
iscritti
tanto
i
grandi
come
i
mezzani
e
i
piccoli
proprietari
,
non
solo
,
ma
anche
i
più
modesti
affittuari
.
Tra
questi
e
quelli
vi
è
appunto
il
rapporto
del
lavoro
al
capitale
.
Perché
dunque
le
Camere
del
lavoro
dovrebbero
avere
questa
nuova
forma
unilaterale
,
e
perciò
stesso
meno
autorevole
nelle
controversie
e
meno
pratica
nei
risultati
?
In
mezzo
ad
una
agitazione
così
vasta
i
cattolici
non
rimasero
inoperosi
,
ma
cercarono
subito
di
studiare
il
fenomeno
per
rendersi
conte
della
situazione
.
Anche
in
questa
come
in
tutte
le
altre
questioni
dove
è
libero
il
campo
della
discussione
,
i
pareri
furono
divisi
.
Alcuni
pensarono
che
le
Camere
dovessero
senz
'
altro
essere
combattute
dai
cattolici
perché
socialiste
;
altri
credevano
che
col
tempo
si
sarebbe
potuto
riuscire
ad
avere
delle
Camere
perfettamente
neutre
,
in
modo
che
anche
agli
operai
cattolici
fosse
lecito
appartenervi
;
altri
,
finalmente
,
sostenevano
che
si
dovesse
senz
'
altro
far
nostra
tale
iniziativa
e
dare
subito
opera
all
'
istituzione
di
una
Camera
del
lavoro
cattolica
.
Queste
,
più
o
meno
delineate
,
erano
le
tre
opinioni
che
si
agitavano
nel
nostro
campo
cinque
o
sei
anni
or
sono
e
che
ogni
tanto
ritornano
fuori
quando
si
tratta
di
istituire
qualche
opera
in
vantaggio
degli
operai
.
Ora
,
quanto
a
combattere
le
Camere
del
lavoro
perché
socialiste
,
e
a
negar
loro
il
sussidio
in
quei
municipi
che
risultassero
in
maggioranza
cattolici
,
io
rispondo
che
prima
di
combattere
bisogna
andare
bene
adagio
,
ed
essere
proprio
sicuri
che
l
'
istituzione
non
sia
suscettibile
di
miglioramento
alcuno
e
debba
senz
'
altro
condannarsi
.
Il
miglior
partito
in
questi
casi
è
rimanere
passivi
,
quando
non
si
ha
il
coraggio
e
l
'
abnegazione
d
'
intraprendere
un
apostolato
attivo
.
Chi
sa
quante
di
quelle
opere
che
ora
sono
un
'
arma
potente
in
mano
dei
nostri
avversari
avrebbero
potuto
essere
un
mezzo
utilissimo
di
propaganda
per
noi
,
solo
che
non
ci
fossimo
tanto
affrettati
a
condannarle
e
a
dichiararcene
estranei
!
Le
Camere
del
lavoro
escludono
dai
loro
statuti
la
politica
;
ebbene
,
questo
avrebbe
dovuto
bastarci
per
lasciarvi
entrare
anche
i
nostri
operai
i
quali
avrebbero
potuto
costituire
un
freno
ed
un
controllo
nel
tempo
,
stesso
,
adoperandosi
a
far
rispettare
il
principio
statutario
circa
l
'
esclusione
della
politica
.
In
questo
modo
si
sarebbero
ottenuti
due
grandi
vantaggi
;
primieramente
le
Camere
così
costituite
avrebbero
corso
meno
rischio
di
divenire
socialiste
,
ed
in
secondo
luogo
noi
avremmo
avuto
una
palestra
utilissima
per
i
nostri
operai
i
quali
,
trovandosi
a
contatto
di
compagni
appartenenti
ai
vari
partiti
politici
,
si
sarebbero
esercitati
nella
discussione
e
nella
lotta
,
e
difendendo
i
propri
interessi
professionali
nel
seno
delle
Camere
del
lavoro
,
si
sarebbero
venuti
preparando
a
rappresentare
il
proprio
paese
nel
seno
delle
assemblee
comunali
,
e
riparare
così
alla
deficienza
di
rappresentanza
operaia
che
ora
si
nota
tanto
frequentemente
nei
municipi
delle
grandi
città
.
Molti
vedono
con
timore
gli
operai
cattolici
vicino
ai
socialisti
,
e
per
impedire
qualunque
contatto
con
essi
vagheggiano
una
separazione
ed
un
isolamento
completo
come
unica
garanzia
di
preservazione
;
ora
,
quanto
ciò
sia
contrario
ai
principî
di
propaganda
e
di
apostolato
che
debbono
informare
qualunque
azione
o
religiosa
,
o
sociale
,
o
politica
,
è
chiaro
abbastanza
:
un
partito
che
si
raccoglie
nell
'
isolamento
per
timore
di
perdere
i
suoi
aggregati
ed
ingrossare
così
le
file
dei
suoi
avversari
,
bisogna
che
si
rassegni
a
morire
.
Oltre
a
questo
ognuno
vede
che
di
fatto
è
impossibile
evitare
allo
operaio
cattolico
dei
contatti
con
i
compagni
socialisti
,
poiché
se
questi
non
gli
saranno
vicini
alle
assemblee
,
lo
saranno
nel
lavoro
:
non
è
certo
possibile
e
data
anche
la
possibilità
non
sarebbe
desiderabile
che
vi
sia
una
separazione
anche
nel
lavoro
;
occorrerebbe
per
questo
avere
delle
squadre
di
operai
cattolici
sotto
la
guida
di
mastri
cattolici
,
addetti
ad
opere
ancor
esse
cattoliche
...
Il
ridicolo
emerge
da
sé
;
neppure
nei
paesi
protestanti
esiste
questa
separazione
,
essa
dunque
deve
ancor
meno
esservi
da
noi
.
I
contatti
nel
seno
di
un
'
assemblea
sono
poi
molto
meno
pericolosi
che
nel
lavoro
,
questo
affratella
,
mentre
la
discussione
divide
:
è
ben
raro
che
in
un
comizio
o
in
una
radunanza
qualsiasi
i
vari
gruppi
modifichino
le
loro
idee
per
adattarle
a
quelle
degli
altri
(
i
parlamenti
informino
)
.
Dato
ancora
che
il
sistema
di
isolamento
e
di
separazione
completa
fosse
teoricamente
preferibile
,
esso
riuscirebbe
inattuabile
in
pratica
.
Anche
nell
'
educazione
domestica
s
'
incontrano
i
due
sistemi
diversi
;
alcuni
genitori
cercano
di
evitare
ai
loro
figli
ogni
specie
di
contatto
per
tutelarne
l
'
innocenza
,
altri
li
abituano
fin
da
fanciulli
a
conoscere
il
mondo
perché
da
grandi
possano
discernere
meglio
il
bene
e
il
male
.
Questo
secondo
sistema
,
malgrado
gl
'
inconvenienti
che
può
arrecare
,
riesce
preferibile
in
confronto
dell
'
altro
,
il
quale
,
oltre
agli
altri
difetti
,
ha
quello
gravissimo
di
non
essere
attuabile
mai
.
Si
eviteranno
cattivi
contatti
nella
casa
,
magari
anche
nella
scuola
,
ma
non
potranno
mai
evitarsi
nell
'
università
,
nei
circoli
,
nelle
conversazioni
.
Così
avviene
dell
'
operaio
;
si
troverà
vicino
ad
operai
cattolici
nel
seno
di
un
'
associazione
o
d
'
un
comitato
,
ma
avrà
mille
occasioni
di
incontrarsi
con
avversari
nel
lavoro
,
negli
spettacoli
,
nelle
taverne
.
E
non
sono
forse
anche
troppi
i
dualismi
che
i
nostri
avversari
ci
hanno
creati
,
perché
dobbiamo
formarne
dei
nuovi
da
noi
stessi
?
Di
fronte
dunque
a
questa
nuova
forma
d
'
associazione
il
meglio
che
possa
farsi
da
noi
cattolici
non
è
secondo
me
l
'
astensione
ma
l
'
intervento
.
Noi
certo
aspiriamo
ad
un
sistema
diverso
di
organizzazione
operaia
,
sistema
di
gran
lunga
preferibile
ma
di
più
difficile
attuazione
;
le
Camere
del
lavoro
potrebbero
servire
di
passaggio
all
'
altra
forma
da
noi
vagheggiata
,
quella
cioè
di
corporazioni
miste
.
Che
il
lavoro
vi
sia
per
tutti
,
ch
'
esso
venga
onestamente
pattuito
e
giustamente
compensato
,
questo
deve
essere
il
nostro
desiderio
.
Per
raggiungere
tale
scopo
lo
stesso
Sommo
pontefice
cominciò
fino
dal
1884
ad
additarci
il
cammino
da
seguire
con
l
'
enciclica
Humanus
genus
,
e
quindi
nel
1891
con
quel
capolavoro
di
sociologia
che
è
l
'
altra
enciclica
Rerum
novarum
ci
tracciò
un
vero
e
completo
programma
d
'
azione
.
Leone
XIII
ci
richiama
alla
mente
le
storiche
istituzioni
che
in
Roma
fiorirono
tanto
nei
secoli
scorsi
,
quali
le
università
e
le
corporazioni
d
'
arti
e
mestieri
,
e
c
'
insegna
che
l
'
unica
via
per
ottenere
dei
risultati
pratici
è
appunto
questa
,
migliorata
e
adattata
alle
condizioni
dei
tempi
nuovi
.
Quasi
tutti
gli
studiosi
di
scienze
sociali
sostengono
la
stessa
tesi
;
il
Toniolo
e
il
Soderini
,
per
non
parlare
di
altri
,
sono
del
medesimo
avviso
.
Il
Toniolo
,
in
un
suo
scritto
su
questo
argomento
,
dopo
avere
sostenuto
il
principio
delle
Corporazioni
in
confronto
delle
Camere
o
Borse
del
lavoro
,
conclude
:
«
Datemi
un
circolo
numeroso
di
persone
addette
allo
stesso
ordine
di
produzione
,
aprite
un
ritrovo
comune
,
ove
queste
quotidianamente
si
uniscano
ad
agitare
tutte
le
questioni
che
collettivamente
le
riguardano
,
pronuncino
in
assemblea
i
loro
voti
e
le
loro
deliberazioni
per
i
provvedimenti
di
comune
vantaggio
,
eleggano
al
vertice
un
seggio
presidenziale
che
rappresenti
giuridicamente
l
'
ente
corporativo
e
ne
eseguisca
i
voleri
,
e
la
corporazione
senza
altre
istituzioni
coordinate
potrà
sussistere
,
e
il
popolo
,
anzi
,
fra
quelle
riunioni
destinate
a
prendere
la
difesa
dei
suoi
interessi
nelle
quotidiane
contingenze
della
vita
,
porrà
tutta
la
sua
mente
ed
il
suo
cuore
.
Ecco
l
'
ambiente
animato
e
fecondo
del
sodalizio
.
»
Per
raggiungere
questo
scopo
noi
abbiamo
ancora
altre
forme
di
passaggio
da
utilizzare
.
Oltre
a
tante
società
di
mutuo
soccorso
,
noi
abbiamo
una
istituzione
che
fu
chiamata
appunto
dal
Gnocchi
-
Viani
la
Camera
del
lavoro
dei
cattolici
.
Questa
istituzione
è
il
segretariato
del
popolo
.
A
guardare
superficialmente
sembrerebbe
che
esso
non
avesse
nulla
di
comune
con
le
Camere
,
perché
la
forma
è
ben
diversa
:
non
si
tratta
di
operai
riuniti
in
sodalizio
per
difendere
i
loro
interessi
,
ma
si
tratta
invece
di
uomini
di
buona
volontà
riuniti
da
un
vincolo
di
amore
e
di
carità
fraterna
in
sollievo
dei
bisognosi
.
Indirizzare
l
'
operaio
alla
ricerca
del
lavoro
e
proteggerlo
contro
la
cupidigia
dei
sensali
,
appianare
le
divergenze
con
i
padroni
,
aiutarlo
nella
corrispondenza
,
nelle
pratiche
dei
suoi
affari
,
abituarlo
a
tenere
in
ordine
la
piccola
amministrazione
della
sua
famiglia
questi
sono
gli
scopi
che
si
propone
il
segretariato
del
popolo
.
Quando
questi
intenti
si
fossero
realmente
ottenuti
,
e
quando
si
fosse
potuto
provvedere
a
dei
locali
vasti
per
ritrovo
comune
di
operai
e
padroni
,
al
fine
di
potervi
stringere
i
rispettivi
contratti
,
credo
che
si
sarebbe
ottenuto
molto
.
Questa
sarebbe
una
forma
di
protezione
per
l
'
individuo
,
mentre
le
corporazioni
sarebbero
una
difesa
per
la
classe
.
Non
bisogna
dimenticare
che
il
segretariato
è
più
un
rimedio
che
un
cibo
(
e
di
sole
medicine
non
si
vive
)
;
esso
conforta
l
'
operaio
nella
disoccupazione
e
nella
miseria
,
ma
non
può
arrivare
fino
a
difendere
tutti
i
diritti
della
sua
classe
.
Anzi
i
segretariati
sono
come
una
forma
transitoria
e
,
direi
quasi
,
di
beneficenza
,
e
noi
dobbiamo
sperare
che
un
giorno
non
vi
sia
più
bisogno
di
adoperare
la
beneficenza
,
ma
solamente
di
esercitare
la
giustizia
.
Intanto
quello
che
si
ottiene
per
mezzo
dei
segretariati
è
il
contatto
delle
classi
agiate
con
i
nullatenenti
,
è
l
'
esempio
continuo
di
carità
che
noi
offriamo
alle
classi
diseredate
,
per
mezzo
di
essi
noi
possiamo
diffondere
la
buona
stampa
tenendo
a
disposizione
degli
operai
giornali
ed
opuscoli
popolari
di
propaganda
cattolica
.
Come
in
questo
ci
sono
maestri
i
socialisti
!
Servendosi
dunque
di
queste
varie
istituzioni
come
forme
di
passaggio
noi
potremo
giungere
a
riunire
gli
operai
in
corporazioni
,
riconoscendo
ciascuno
i
propri
doveri
e
,
soprattutto
,
non
esagerando
i
propri
diritti
.
A
questo
deve
tendere
la
nostra
azione
,
al
raggiungimento
di
questo
scopo
debbono
convergere
le
nostre
attività
.
In
mezzo
al
crescere
minaccioso
del
pauperismo
moderno
,
in
mezzo
al
triste
spettacolo
che
ci
offrono
tanti
disoccupati
e
tanti
oppressi
,
noi
non
dobbiamo
dimenticare
pertanto
che
,
oltre
al
corpo
,
anche
lo
spirito
ha
bisogno
del
suo
pane
;
e
sotto
questo
aspetto
può
dirsi
che
il
pauperismo
morale
sia
ancora
più
tremendo
,
più
desolante
.
Sovvenendo
l
'
operaio
nella
disoccupazione
ed
aiutandolo
a
tutelare
i
suoi
sacri
diritti
,
noi
compiremo
un
'
opera
eminentemente
cristiana
e
coopereremo
con
un
valido
contributo
ad
un
graduale
miglioramento
nell
'
organizzazione
sociale
.